Date post: | 01-May-2015 |
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Caratteristiche del lavoroFlessibilità
Versatilità
(capacità trasversali, ovvero di trasferimento dei saperi e delle competenze)
Expertise necessarieAbilità comunicative (collaborare in gruppo)Intraprendenza (assumersi la responsabilità delle
proprie scelte)Praticità (risolvere in modo originale problemi
concreti)Curiosità (cercare e trasmettere informazioni)Riflessività (analizzare e correggere le proprie azioni)Expertise (sfruttare al meglio le proprie competenze
per massimizzare le prestazioni)
ComunicazioneE’ un’attività di codifica e decodifica di informazioni
verbali e non verbali
La comunicazione può essere personale e sociale
Comunicazione personaleE’ anche detta “comunicazione intrapersonale” e fa
riferimento ai processi cognitivi attraverso cui organizziamo il nostro comportamento all’interno e in
accordo con il contesto socio-culturale
Comunicazione socialeE’ anche detta “comunicazione interpersonale” e fa riferimento ai processi emotivi attraverso cui siamo in grado di accogliere l’altro e di instaurare con lui una
relazione comunicativa
COMUNICAZIONE
↓
RELAZIONE
Il termine “comunicare” deriva, etimologicamente, dalla radice latina “communis”, che significa
“mettere in comune”, “condividere”, “partecipare”
Paradigma comunicativo-relazionaleLa comunicazione è la modalità finalizzata a creare un
legame intersoggettivo e relazionale, per cui si attiva solo in presenza di un interlocutore attivo
L’agire comunicativo si caratterizza come conversazione contestualizzata e pratica dialogica in
grado di costruire il mondo simbolico e culturale umano
Le funzioni della comunicazioneFunzione strumentale. E’ finalizzata a soddisfare un
bisogno (serve per chiedere qualcosa)Funzione di controllo. E’ finalizzata a controllare i
comportamenti altrui per indurre gli altri ad agire nel modo in cui a noi sembra più opportuno (serve per dare ordini)
Funzione informativa. E’ finalizzata a conoscere e a conoscersi
Funzione espressiva. E’ finalizzata ad esprimere se stessi e a dare di sé l’immagine che si desidera, oltre che a manifestare sentimenti, idee e pensieri
Funzione di contatto sociale. E’ finalizzata a creare dei legami
Funzione di alleviamento dell’ansia. E’ finalizzata a “cercare” contenimenti emotivi e “conferme”
Funzione di stimolazione. E’ finalizzata a ricevere stimoli dall’esterno e ad appagare la propria curiosità
Funzione legata al ruolo. La comunicazione è spesso una risposta alle aspettative degli altri, per cui spesso facciamo e diciamo cose per non deludere gli altri
ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO UNA COMUNICAZIONEEMITTENTE (interlocutore che trasmette il
messaggio)MESSAGGIO (contenuto di una comunicazione)DESTINATARIO (interlocutore che riceve e
interpreta il messaggio)CANALE (strumento fisico che consente il contatto)CONTESTO (ambito in cui ha luogo la
comunicazione)CODICE (strumento linguistico di decodifica del
messaggio)
I ruoli nel processo comunicativo
Il ruolo rappresenta l’identità che si assume in risposta ad una serie di aspettative. Se il soggetto risponde
coerentemente alle aspettative riposte su di lui soddisfa il suo ruolo; in caso contrario crea un
problema e pone in discussione la relazione prevista
Tipologie di ruoloInformale (dipende dalla situazione contingente e
dalla relazione in atto)Determinato dal microcontesto ambientaleDeterminato dal sistema socialeDefinito da un’organizzazione strutturata (dipende
anche dalle competenze di cui si è in possesso)
I segni nella comunicazioneVanno interpretati alla luce delle due componenti
fondamentali:il significante, che corrisponde al materiale utilizzato per
comunicare (le lettere dell’alfabeto, le linee, i colori, i suoni delle parole, i gesti)
il significato, che corrisponde al senso attribuito a un determinato segno sia da chi lo produce sia da chi lo riceve (un segno con lo stesso significante può assumere un significato differente per due soggetti o per lo stesso soggetto all’interno di contesti differenti)
I linguaggi nella comunicazione
Si definisce linguaggio un sistema di segni simbolici regolati dai codici
I principi basilari della semiotica(Peirce)
Per comunicare si possono usare solo segni che sono rappresentativi della realtà e che sono sempre
interpretazioni soggettive di chi li usa
Tipologie di comunicazione
VERBALE (serve a trasmettere un contenuto attraverso la narrazione)
NON VERBALE (supera la semplice trasmissione di informazioni poiché riesce a creare una relazione empatica e autentica)
PARAVERBALE (volume della voce, ritmo, tonalità, pause, silenzi)
Gli assiomi della comunicazione
Sono gli assiomi messi a punto dai teorici della Scuola Sistemico-Relazionale di Palo Alto per mettere in
evidenza il nesso che sussiste tra la comunicazione e la relazione
NON SI PUO’ NON COMUNICARE (a volte un silenzio vale più di mille parole)
OGNI COMUNICAZIONE SI CARATTERIZZA PER IL CONTENUTO E PER LA RELAZIONE (ogni comunicazione diventa metacomunicazione solo se si riflette contemporaneamente sul tipo di contenuto e sulla relazione che si instaura tra gli interlocutori, ovvero sul contesto. Ciò perché uno stesso messaggio può assumere differenti significati)
IL TIPO DI COMUNICAZIONE DIPENDE DALLA PUNTEGGIATURA UTILIZZATA (importanza del feed-back e della comunicazione bidirezionale e ricorsiva, per cui non è mai possibile indicare con precisione il momento in cui ha inizio una comunicazione)
LA COMUNICAZIONE PUO’ ESSERE NUMERICA E ANALOGICA (la comunicazione numerica è quella verbale, mentre la comunicazione analogica è quella non verbale. Quest’ultima, anche se più autentica, è più soggetta a interpretazioni diversificate sulla base di processi di categorizzazione pregressi)
GLI SCAMBI COMUNICATIVI POSSONO ESSERE SIMMETRICI O COMPLEMENTARI A SECONDA CHE SIANO BASATI SULL’UGUAGLIANZA O SULLA DIFFERENZA (è simmetrica la comunicazione tra soggetti appartenenti alla stessa categoria, mentre è complementare la comunicazione in cui uno è in una posizione superiore rispetto all’altro. Perché questa relazione non generi conflitti è necessario che sia condivisa e accettata da entrambi)
(P. Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana (1967), Astrolabio, Roma 1971)
Escalations simmetriche
Hanno luogo nel momento in cui, nelle relazioni complementari, un interlocutore non accetta la superiorità dell’altro e tenta di capovolgere le rispettive posizioni attraverso atteggiamenti di
disapprovazione e di disconferma
I linguaggi analogici più comuni
Linguaggio iconico, che rappresenta la realtà attraverso l’immagine grafico-pittorica e/o tecnologica
Linguaggio vestimentario, che trasmette un’immagine di se stessi attraverso la scelta del look
Linguaggio cinesico, che si manifesta attraverso le espressioni del viso e le posture del corpo
Linguaggio prossemico, che si identifica con la collocazione degli oggetti e dei soggetti nello spazio (vicinanza, lontananza, contatto fisico, orientamento)
Linguaggio sonoro, che si manifesta attraverso il tono della voce
Linguaggio oggettuale, che produce significati attraverso il contesto spaziale, dell’arredo e del design
Il linguaggio prossemico(Hall)
DISTANZA distanza intima (fino a 40 cm): l’interlocutore invade il sistema percettivo dell’altro
e tale distanza è di frequente seguita dal contatto fisico distanza personale (da 40 a 120 cm): corrisponde alla distanza di due braccia che si
tendono ed è utilizzata quando si vuol parlare più in segretezza con qualcuno, isolandosi dagli altri
distanza sociale (da 120 a 360 cm): è tipica del contatto formale, solo di carattere oculare
distanza pubblica (da 360 cm in poi): è usata nelle conferenze, in cui c’è estraneità tra gli interlocutori
CONTATTO FISICO (è sintomatico di intimità)
ORIENTAMENTO disposizione spaziale tra i soggetti: indica la qualità dei rapporti, con variazioni di
significato che dipendono dal contesto disposizione degli arredi: sono gli arredi che favoriscono o rendono difficoltose
alcune forme di comunicazione. Solitamente un tavolo circolare rende fisicamente equidistanti i soggetti, per cui è un presupposto per impostare rapporti paritetici
Il linguaggio cinesico
La cinesica è stata fondata da Ray Birdwhistell all’inizio degli anni Cinquanta e si occupa dello studio
dei movimenti del corpo come forme strutturate di linguaggio
La cinesicaMicrocinesica. Rivolge l’attenzione ai comportamenti
minuti e in particolare a quelli relativi l volto (la mimica facciale, il comportamento visivo e lo sguardo)
Macrocinesica. Considera unità più ampie di movimento, interessandosi soprattutto alla postura e alla gestualità
Tipologie di gesti(Ekman e Friesen)
Emblematici: gesti che hanno una traduzione verbale orale diretta, nel senso che ripetono, esprimono in modo autonomo (i riti), a volte sostituiscono il parlato (dire “ciao” con la mano)
Illustratori: accompagnano il parlato punteggiandone il contenuto con esemplificazioni, chiarimenti, illustrazioni (numerare con le dita, enfatizzare con le mani, disegnare una forma nell’aria)
Regolatori della comunicazione: servono soprattutto a coordinare i turni di intervento, ossia a regolare gli scambi verbali fra i soggetti (alzare il braccio per chiedere la parola, portare l’indice alla bocca per zittire)
Espressivi di emozioni: sono usati, consapevolmente o inconsapevolmente, per comunicare stati d’animo, sentimenti e atteggiamenti (il tremore delle mani)
Gesti di adattamento: hanno funzione di controllo e/o di espressione di bisogni ed emozioni e sono per lo più gesti manipolatori rivolti a se stessi (grattarsi la testa, giocare con i capelli, nascondersi il volto)
Secondo la teoria pragmatica della comunicazione il corpo “accompagna” la comunicazione verbale e
interviene nel processo di costruzione dei significati definito “metacomunicazione”
Cognitività ed emotività
Le emozioni condizionano il nostro modo di relazionarci al mondo esterno e spesso i nostri
processi cognitivi (valutazioni e pregiudizi) sono responsabili dell’analfabetismo emozionale che
minaccia l’autenticità del rapporto comunicativo con noi stessi e con gli altri
(antinomia “come mi vedo” e “come mi vedono”)
Competenze cognitive, emozionali e comunicative
Solo nel momento in cui si è in grado di riflettere sul proprio “corpo interno” si diventa capaci di
relazionarsi a se stessi e agli altri
Competenze comunicativo-relazionaliCapacità di sentire e di comunicare le proprie
emozioni
Capacità di ascoltare le emozioni dell’altro
(dalla capacità simpatetica alla capacità empatica)
Simpatia
La simpatia fa riferimento alla capacità di “porre” in modo immaginato se stesso nei panni di un altro
soggetto (meccanismo della proiezione che induce a una fusione identitaria)
EmpatiaL’empatia fa riferimento alla capacità di “partecipare”
dell’esperienza dell’altro, sforzandosi di sentire col suo cuore e di pensare con la sua mente (meccanismo
della percezione multipla)
E’ la modalità comunicativa tramite la quale incontrare e dialogare con l’altro comprendendo il senso che egli
attribuisce a ciò che vive e di cui fa esperienza
“Più che diventare tutt’uno con l’altro, ci si può porre presso di lui e quel tanto di distanza che permane non indica uno scacco per la relazione, ma la possibilità
del riconoscimento reciproco nelle reciproche differenze”
(M. Contini, La comunicazione intersoggettiva fra solitudini e globalizzazione, La Nuova Italia, Firenze
2002)
L’empatia richiede:Capacità di decentramentoDisponibilitàRispettoPazienzaCapacità di ascoltoCapacità di “fare silenzio”
Dispositivi di lavoro di gruppo di marca costruttivistaProblem based learning
Cooperative learning
Finalità del lavoro di gruppoCostituzione e funzionamento di un gruppo di
apprendimento
(passaggio da un iniziale stato di incomunicabilità tra individui a quello di maturazione del gruppo)
Un gruppo esiste, come soggetto di azione e come processo, solo in quanto riconosciuto e istituito dai
suoi componenti
Il gruppo può essere considerato tale a condizione che tutti i partecipanti:Ne condividano gli scopiPercepiscano i progetti e i valori del gruppo come
coerenti con i progetti e i valori personaliSi rappresentino la situazione di gruppo come tale da
comprendere oltre che se stessi anche gli altri componenti
Si impegnino nell’impresa, creando rapporti di interdipendenza tra i membri
Il gruppo è un insieme di soggetti (e oggetti del contesto) che condivide uno scopo comune e che è caratterizzato da rapporti di interdipendenza tra i
suoi membri
Indicatori di un effettivo, qualitativo e costruttivo lavoro di gruppoChiarezza, delimitazione, definizione dello scopoOrganizzazione coerente con lo scopo da perseguire
(dimensione del gruppo, selezione dei componenti, disposizioni generali, organizzazione generale degli spazi e dei tempi)
Dinamica costruttiva e creativa (stile collaborativo, dimensione democratica e co-costruttiva, comunicazione efficace)
Forme comunicative da evitareAccoppiamento, che riduce la vitalità del gruppo (due
componenti parlano tra loro e il gruppo ascolta passivamente)
Polarizzazione, che scinde in due parti il gruppo (due leader interni si contrappongono)
Silenzio (sentimento di disagio e inadeguatezza/necessità di un silenzio riflessivo)
Forme comunicative da apprenderePrendere decisioni realisticheSviluppare capacità autovalutativeImparare a risolvere problemiAcquisire un pensiero creativo e criticoImparare a gestire le emozioniImparare a entrare in sintonia con gli altriImparare a sostenere stress e a contenere ansie
(resilienza)Acquisire potere su di sé (rispettare l’altro che è in sé)
Il metodo del PBL
L’apprendimento basato sui problemi è un metodo di apprendimento che viene utilizzato in un piccolo
gruppo condotto da un tutor che funge da facilitatore e propone problemi realistici, ma incompleti, agli
studenti, che discutono tra loro e ricercano al di fuori del gruppo le informazioni necessarie per risolvere il
problema affrontato
(problem solving e apprendimento attivo)
Le radici storiche
Nasce in Canada, negli anni Settanta, presso una delle Facoltà di Medicina. Lo scopo del fondatore, il
neurologo Howard Barrows, era quello di coniugare lo studio teorico con la sua applicazione e
riutilizzazione in contesti professionali concreti
Le caratteristiche del PBLL’apprendimento è centrato sullo studenteL’apprendimento avviene in piccoli gruppiIl docente diventa un tutorI problemi sono il veicolo per l’acquisizione di abilità
di problem solvingL’apprendimento è autodirettoLe conoscenze apprese sono integrateL’apprendimento è un processo costruttivoFavorisce la metacognizione
I dieci saltiChiarire i termini e i dati non immediatamente
comprensibiliBrainstormingSistematizzare in aree omogeneeRicercare le ipotesi esplicativeFormulare obiettivi di studioStudio individuale e raccolta di informazioni fuori dal
gruppoSintetizzare e valutare le informazioniFormulare domande di ricercaValutare il gruppo di lavoroValutare il lavoro personale
Obiettivi educativi del PBL
Acquisizione di conoscenze integrate (pluridisciplinarità del problema/pensiero divergente/studio indipendente e formazione continua)
Acquisizione di conoscenze strutturate intorno agli elementi presentati dai problemi (recupero delle informazioni in situazioni simili)
Sviluppo di abilità di studio autodiretto (abilità metodologiche per mantenersi aggiornati)
Sviluppo di abilità di lavoro in piccolo gruppo (conflitto socio-cognitivo/segretario e moderatore)
Modello teorico del PBLL’apprendimento è un processo costruttivo e non
ricettivo (struttura associativa della memoria/sistemazione delle conoscenze in reti semantiche ancorate a conoscenze pregresse)
La metacognizione influenza l’apprendimento (l’apprendimento è più efficace se si basa sull’autoriflessione)
I fattori sociali e contestuali influenzano l’apprendimento (ruolo del gruppo e del contesto/motivazione intrinseca ed estrinseca)
I vantaggi del PBLPone gli studenti in una posizione attivaFavorisce un apprendimento trasversale a più settori di ricercaAumenta il loro livello di autostima (capacità di prendere
decisioni autonome/senso di responsabilità)Lascia gli studenti liberi di scegliere gli obiettivi da perseguireValorizza la dimensione collaborativa in un gruppo di pariAumenta la qualità della formazioneRende gli studenti capaci di autovalutarsi e di valutare il
percorso e il processo di apprendimentoSi adatta a contesti professionali che necessitano
dell’integrazione e della collaborazione di professionisti eterogenei
Il cooperative learningE’ un metodo di insegnamento-apprendimento che
privilegia la dimensione interpersonale ai fini dell’apprendimento
Presupposti del cooperative learningGruppo eterogeneoSuddivisione del materiale in piccole parti distinte per
favorire l’interazioneInterdipendenza del compito che costringe ogni
soggetto a impegnarsi affinché il compito assegnato sia svolto nei tempi stabiliti (doppia responsabilità)
Obiettivi del cooperative learningAccedere alle conoscenze contenute nella propria
memoriaFare inferenze tra quanto si sa e quanto il problema
propone di nuovoSottoporre a un continuo processo di controllo e di
valutazione il proprio saperePianificare il proprio apprendimentoGestire il tempo di apprendimentoPorre domandePrendere atto delle possibilità e dei limiti del proprio
bagaglio conoscitivo
Vantaggi del cooperative learningMigliorare il proprio rendimento (maggiore
motivazione intrinseca ed estrinseca)Maturare modalità di ragionamento critico (pensiero
al congiuntivo bruneriano o delle possibilità)Stabilire relazioni positive con il gruppo (sostegno
emotivo e materiale)Maturare un senso di autoefficacia e una immagine
positiva di sé (maggiore benessere psicologico)Aumentare la padronanza linguistica oraleInsegnare abilità per il lavoro in gruppo