4 PRIMO PIANO 13-19 febbraio 2018
ELEZIONI 2018/ «Fact checking» della Fondazione Gimbe sui programmi in campo
«Ma la salute non è al centro»Cartabellotta: «Quadro sconfortante, in linea con l’assenza di dibattito»
L a prossima Legislaturasarà determinante perdefinire il destino del
Ssn. Ci si sarebbe aspettati, quindi, che tutti i partiti la met-tessero al centro. Eppure,l’analisi comparata dei pro-grammi cui la FondazioneGimbe si è dedicata, con il suoOsservatorio, mostra il contra-rio. «A 5 anni dal lancio delprogramma #salviamoSSN –afferma il presidenteNino Car-tabellotta – abbiamo esortatotutte le forze politiche a mette-re nero su bianco proposte convergenti per la sanità pub-blica e avviato il monitoraggiocomparativo dei programmi elettorali».
Doppio il leitmotiv, cui ipartiti sembrano ricorrere per “fare cassa elettorale”: ticket eobbligo vaccini. «La comparte-cipazione alla spesa - commen-ta Cartabellotta - è un classicodi tutte le campagne elettoralie, anche questa volta, fioccanole proposte. Ma è bene precisa-re tre cose: innanzitutto, il rior-dino della compartecipazione alla spesa previsto dal Patto per la Salute è rimasto lettera morta; poi, in un momento di pesante definanziamento del Ssn le Regioni non rinunceran-no mai a quasi 3 mld di euro;infine, l’eliminazione del su-perticket ha infiammato il Par-lamento in occasione della leg-
ge di Bilancio 2018 e poi “la montagna ha partorito il topoli-no”. L’obbligo vaccinale in re-altà è un tema che accende taf-ferugli nei talk show, sulla stampa e sui social, ma i pro-grammi elettorali esaminati ci-
tano solo occasionalmente il termine “vaccini”, dimostrandoche si tratta solo di strumenta-lizzazioni. In particolare, nes-sun programma politico preve-de esplicitamente l’intenzione di abolire l’obbligo».
Gimbe mette anche in guar-dia dalle proposte “potenzial-mente tossiche”. «Leggere che si vuole “incentivare la compe-tizione pubblico-privato” - spiega Cartabellotta - significa garantire maggiori risorse alle
Regioni che alimentano la competizione (piuttosto cheuna sana integrazione) tra pub-blico e privato, ovvero un ro-busto colpo di piccone all’uni-versalismo. Analogamente il “rafforzamento delle autono-
mie locali” e le “maggiori au-tonomie delle Regioni” legitti-mano la moltiplicazione deicentri decisionali ostacolando ulteriormente l’attuazione loca-le di leggi nazionali e l’equità del Ssn. Per non parlare della“difesa dei piccoli presidi ospedalieri”, proposta che oltre a generare spreco di denaropubblico peggiora la salute deicittadini». Poi, ci sono le pro-poste “grottesche”. «Chi pro-mette “un milione di posti di lavoro in sanità e assistenza so-ciale e domiciliare” sa che pro-pone di duplicare il numero diprofessionisti sanitari?», sichiede il presidente Gimbe.
Che conclude: «Se è veroche non esiste un piano occulto di smantellamento e privatizza-zione del Ssn, è certo che at-tualmente non esiste un preciso programma politico per il suo salvataggio. Per raggiungere questo obiettivo, riprendendo le conclusioni del 2° Rapporto Gimbe, è indispensabile rimet-tere al centro dell’agenda poli-tica la sanità pubblica e, più ingenerale, il sistema di welfare,sintonizzando programmazionefinanziaria e sanitaria sul-l’obiettivo prioritario di salva-guardare la più grande conqui-sta sociale degli italiani».
Barbara Gobbi© RIPRODUZIONE RISERVATA
I primi dati emersi dal monitoraggio dell’Osservatorio Gimbe
O Quasi tutte le forze politiche affermano che la salute è un dirittofondamentale da tutelare, ma poche prendono atto della crisi disostenibilità del Ssn, che continua a essere semplicisticamenteosannato come uno dei migliori al mondo
O Quasi nessuno si sbilancia sulla necessità di rilanciare ilfinanziamento pubblico della sanità
O Pochi programmi enfatizzano il concetto di salvaguardare la “salutein tutte le politiche”, in particolare quelle ambientali e alimentari
O La sostenibilità economica delle proposte è un optional: solo inrarissimi casi vengono dettagliate le relative modalità di finanziamento
O Nella maggior parte dei programmi echeggia la volontà di risolverele diseguaglianze regionali, ma emergono poche strategie concrete sucome garantire l’accesso uniforme ai Lea da parte di tutti i cittadini
O Numerosissime proposte non tengono conto delle attualidistribuzioni di responsabilità e poteri tra Stato e Regioni, rischiandodi rimanere così lettera morta
O Nessun programma fa esplicito riferimento alla sostenibilità deinuovi Lea, né tanto meno alla necessità visto l’imponentedefinanziamento pubblico del Ssn di ridisegnarne il perimetroattraverso un consistente sfoltimento basato sulle evidenzescientifiche. Evidentemente annunciare la riduzione delle prestazionirimane politicamente scomodo
O Alcuni programmi puntano, giustamente, a prevenirecomportamenti opportunistici e conflitti di interesse che, tuttavia, nonconfigurando reato o illecito amministrativo rimangono difficilmente“governabili”
O Poche le proposte concrete sull’assistenza sociosanitaria e,soprattutto, sulla non autosufficienzaO La programmazione del fabbisogno di medici e altri professionistidella salute è, di fatto, presa in considerazione solo da due programmielettoraliO Pochi programmi identificano la riduzione degli sprechi e il riordinonormativo della sanità integrativa tra le azioni prioritarie per garantirela sostenibilità del SsnO Tra le proposte più gettonate: compartecipazione alla spesa(eliminazione superticket, rimodulazione/eliminazione ticket),riduzione delle liste d’attesa, nuova governance del farmaco,informatizzazione, assunzione del personale, eliminazione delprecariato. Inoltre, troppi programmi sono farciti di proposte dipiccolo cabotaggio, facendo sorgere il ragionevole sospetto di puntaresolo a raccogliere consensiO Numerosi programmi contengono proposte potenzialmente“tossiche” che minano i princìpi di universalismo ed equità del Ssn:dalla “incentivazione alla competizione pubblicoprivato” alla “difesadei piccoli presidi ospedalieri”, dal “rafforzamento delle autonomielocali” alle maggiori autonomie delle RegioniO Non mancano infine proposte bizzarre che sconfinano nelgrottesco: da chi promette “un milione di posti di lavoro in sanità eassistenza sociale e domiciliare” a chi il “raddoppio immediato deifondi destinati alla sanità” o la “nazionalizzazione sotto controllo deilavoratori dell’industria farmaceutica”; da chi invoca “l’abolizione diogni finanziamento alla sanità privata” sino addirittura a “l’uscita delprivato dalla sanità”
D isparità nella qualità dell’assistenzache riguarda, quasi un 1 milione di
cittadini; Fondo sanitario nazionale al ribasso rispetto alla media europea; pre-venzione primaria da migliorare per ar-ginare l’incidenza del cancro che au-menta dell’1% ogni anno; carenza sti-mata di circa 1 milione di operatori sa-nitari per il 2020: questi i temi cui sono stati invitati a rispondere i politici nazio-nali dal movimento “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, promosso da Salute Donna Onlus e al-tre 17 associazioni di pazienti oncologi-ci e onco-ematologici. In piena campa-gna elettorale le associazioni denuncia-no scarsa attenzione da parte dei candi-dati, rispetto alle scelte sanitarie sulle malattie oncologiche. Eppure sono più di 3 milioni gli italiani che hanno rice-vuto una diagnosi di cancro e circa 370.000 i nuovi casi ogni anno.
L’Accordo di Legislatura qui pubbli-cato sarà la strategia del movimento per i prossimi 5 anni. «Come in tutte le tri-bune pre-elettorali, l’agenda politica dei contendenti è piena di buoni propositi e proposte intelligenti – spiega la presi-dente di Salute Donna Onlus, Anna-maria Mancuso –: sarà nostro preciso compito fare di tutto affinché i progetti e le iniziative individuate nell’Accordo si trasformino, in tempi ragionevoli, in pratiche concrete e condivise. Chiedia-mo infatti a tutti i politici che daranno vita alla prossima Legislatura l’impegno a riportare al centro delle politiche sani-tarie e delle programmazioni istituzio-nali gli “unmet need” dei pazienti onco-logici e delle loro famiglie».
Tra i temi al centro, la marcata diffe-renziazione di attività, risultati e qualità dell’assistenza sanitaria tra le Regioni, che riguarda sia le aree ad alta attività dove sono attivate cure non necessarie,
sia quelle a bassa attività, con Lazio, Campania e Calabria ai primi posti, da dove le persone malate e le loro fami-glie sono costrette a spostarsi per rice-vere cure adeguate. Inoltre - sottolinea-
no anncora le associazioni di pazienti - l’accesso alle cure è ritardato da lungag-gini burocratiche. Dopo l'approvazione dell’Ema passa almeno un anno per il riconoscimento nazionale e un tempo
ulteriore, diverso nelle Regioni, per mettere a disposizione dei pazienti le te-rapie innovative. Da qui la richiesta per Pdta omogenei che arginino l’attuale mobilità passiva da oltre 4,3 miliardi di euro.
Quanto ai farmaci innovativi, secon-do le associazioni di pazientti vanno corrette anomalie di gestione: ad esem-pio, i fondi derivanti dal payback e dalle negoziazioni Aifa per volumi sul costo di farmaci sono incamerati dalle Regio-ni ma spesso non ritornano al comparto sanitario. Ancora, alla carenza di risorse finanziarie ai affianca quella del perso-nale: mancano all’appello circa 47.000 infermieri (dati Ipasvi), mentre la medi-cina di famiglia si va desertificando. Carenze che dilatano le liste d’attesa e nuocciono alla relazione terapeutica.
Ma come intervenire per risalire lachina dello squilibrio finanziario, ancora più ripida per l’aumento sia dell’inci-denza della malattia oncologica – il 10% in più i nuovi casi rispetto al 2010 – sia del numero di survivors, aumenta-to del 25% negli ultimi 8 anni? La ri-sposta di associazioni e specialisti è il potenziamento della prevenzione pri-maria, cioè la diffusione di un’attitudine culturale fondata su uno stile di vita sa-no, con un’alimentazione calibrata, un’attività fisica moderata ma costante e in cui si contrastino il consumo di alcol e sigarette e abitudini potenzialmente pericolose, come l’eccessiva esposizio-ne al sole.
B.Gob.© RIPRODUZIONE RISERVATA
LE RICHIESTE AI CANDIDATI
Oncologia: i pazienti partono dalle priorità risorse, Pdta, farmaci e prevenzioneL’Accordo di Legislatura 20182023
O Lavorare con il Governo nazionale per garantire l’adozionedi un nuovo Piano oncologico basato sulla centralità delpaziente e del suo percorso terapeutico, in cui sia inserito unsistema di indicatori delle performance a livello regionale
O Lavorare per dare effettiva attuazione alle Reti oncologicheed ematologiche regionali e al Registro tumori nazionale
O Dare continuità al dialogo e al confronto con le istituzionisanitarie per favorire la messa a punto e l’adozione diProtocolli diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta) per lediverse forme di cancro prevedendo il coinvolgimento e ilcontributo permanente delle Associazioni pazienti diriferimento per specifica patologia neoplastica, stakeholderimprescindibili del percorso; garantire l’accesso permanentedelle associazioni pazienti presso i tavoli istituzionali diriferimento nel campo dell’oncoematologia
O Promuovere a livello territoriale l’approcciomultidisciplinare e il lavoro di équipe con la presenza di diversispecialisti con l’obiettivo di garantire e migliorare il benesserepsicofisico del paziente oncologico ed oncoematologico
O Favorire l’istituzione nelle Regioni del Centro accoglienza eservizi (Cas), porta d’ingresso e inizio del percorsodiagnosticoterapeutico del paziente oncologico
O Lavorare per mantenere un adeguato e sostenibilefinanziamento del Fondo per i farmaci oncologici innovativi
O Favorire la diffusione e l’accesso ai test diagnosticimolecolari che permettono di accedere a terapie targetpersonalizzate utilizzando appropriatamente le risorse del Ssn
O Garantire la corretta informazione del medico al paziente eottenere il suo consenso sull’eventuale shift terapeutico
O Diffondere informazioni chiare e puntuali sulla ricercaclinica e facilitare l’accesso agli studi clinici da parte dei pazientioncologici e oncoematologici con l’obiettivo di favorirel’approvazione e la disponibilità tempestiva delle terapie piùinnovative
O Lavorare per il riconoscimento ufficiale della psicooncologia come professione sanitaria
O Completare l’istituzione in tutta Italia delle Breast unit il cuitermine è scaduto nel 2016
O Lavorare per garantire nel rispetto dei vincoli dellasostenibilità del sistema e delle necessità dei pazientioncologici e oncoematologici un accesso regionale il piùrapido possibile alle nuove terapie anche attraverso sistemialternativi ai Prontuari terapeutici ospedalieri regionali
O Porre in essere campagne di comunicazione più efficaci perpromuovere l’adesione agli screening oncologici garantiti dai Lea
O Promuovere un nuovo piano di comunicazione per laprevenzione come “Guadagnare Salute”, riconosciuto da studipubblicati come molto efficace per prevenire l’insorgenza dimolte malattie incluse quelle oncologiche
O Lavorare con il ministero della Salute attraverso l’Iss, con lesocietà scientifiche, gli organi di stampa e le aziende globali delweb per combattere il fenomeno delle fake news sul cancro ediffondere un’informazione ai pazienti certificata alla luce delleconoscenze scientifiche validate a tutela della salute dei pazienti