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CarylChessman Wikipedia

Date post: 03-Dec-2015
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Pena di morte
43
Transcript

Caryl Chessman

Da Wikipedia,

l'enciclopedia libera.

Caryl Chessman (St.

Joseph, 27 maggio

1921 – Carcere di

San Quintino, 2

maggio 1960) è stato

un criminale e

scrittore statunitense.

Condannato a morte

nello Stato della

California per rapina,

sequestro e abuso

sessuale, riuscì ad

ottenere ben otto

rinvii della pena di

morte in dodici anni,

ma venne infine

giustiziato nella

camera a gas, poiché

all'epoca il sequestro

poteva essere un

reato sufficiente. In

carcere divenne un

famoso scrittore e

venne preso ad

esempio dal

movimento per

l'abolizione della pena

di morte.

Indice [nascondi]

1 Carriera criminale

2 La vicenda

3 Appelli legali

4 Esecuzione

5 Opere

6 Note

7 Collegamenti

esterni

Carriera

criminale[modifica |

modifica wikitesto]

Caryl Whittier

Chessman fu

"definitivamente"

arrestato a 27 anni,

avendone passati

molti tra riformatori

per minori (due volte)

e prigioni, dopo

essere stato rilasciato

sulla parola dal

carcere di Folsom.

Prima della vicenda

carceraria che lo

portò alla morte,

Chessman fu un

criminale la cui

carriera (come egli

stesso ammette in

"Cella 2455") aveva

abbracciato rapine,

furti con e senza

scasso, probabilmente

l'omicidio e svariati

altri crimini. A

segnare la sua

giovinezza

probabilmente la

paralisi di sua madre

Hallie e poi la sua

morte per cancro,

oltre che una

ribellione totale

all'autorità costituita

manifestata

continuamente negli

anni.

La vicenda[modifica |

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Nel periodo

precedente al suo

ultimo arresto, era in

circolazione un

rapinatore che

utilizzava un

lampeggiante rosso,

allo scopo di

spacciarsi per un

poliziotto; si

avvicinava a delle

coppiette appartate in

automobile, in luoghi

isolati e le rapinava,

commettendo a volte

violenze sessuali. Gli

identikit forniti

parlavano di un uomo

con i denti storti, alla

guida di una Ford

nuova, di colore

chiaro,

decappottabile. Caryl

Chessman venne

arrestato dalla polizia

assieme ad un suo

amico, David

Knowles, mentre

erano in attesa di un

terzo, Joe Terranova,

presunto proprietario

dell'auto, che si era

recato nei bagni della

stazione Richfield.

Terranova non fu più

trovato e al processo

il pubblico accusatore

affermò che

Chessman si era

inventato il terzo

personaggio. Dopo

alcuni anni, invece,

l'FBI ne confermò

l'esistenza dato che

era ricercato anche

da loro. Nell'auto in

cui erano seduti

Chessman e David

furono trovati una

serie di abiti femminili

nuovi, un

lampeggiante rosso

ed una pistola. Per

giunta l'auto era una

Ford nuova che però

era di colore scuro e

non era

decappottabile.

La polizia svegliò una

delle vittime in piena

notte, chiese alla

donna di affacciarsi

alla finestra

dell'appartamento in

cui viveva, e la donna

identificò Chessman

come suo assalitore a

qualche piano di

distanza ed al buio.

Chessman non

corrispondeva alla

descrizione fisica che

era stata data del

rapinatore. Molte

critiche sono state

sollevate per via di

come fu imputata a

Chessman la

sentenza di morte; al

tempo, la versione

Californiana della

legge del "Piccolo

Lindbergh",

prevedeva infatti la

pena di morte per

ratto con uso di

violenza. Il bandito

"della luce rossa" (che

i giudicanti ritennero

essere Chessman) fu

accusato di aver

infranto questa legge

per aver spostato di

pochi metri le due

donne che poi stuprò.

Chessman fu

condannato per 17

capi d'accusa

all'ergastolo, a due

condanne a morte,

mentre la sua

detenzione escluse

queste pene, sarebbe

comunque durata fino

al 2009.

Appelli legali[modifica

| modifica wikitesto]

Fino alla fine dei suoi

giorni Chessman

affermò la sua

innocenza, tanto da

lasciare detto ad una

delle guardie per il

suo ultimo viaggio, di

riferire queste parole:

"Non sono io il

bandito della Luce

Rossa"[1].

Chessman tentò

continuamente di

dimostrare che il suo

processo fu condotto

in maniera impropria

e che egli stesso fu

trattato

anticostituzionalment

e, circostanza

aggravata dal fatto

che la relazione del

processo fu eseguita

dopo la morte del

relatore incaricato. La

revisione di tale atto

ordinata dalla Corte

Suprema degli Stati

Uniti, benché avesse

dimostrato le ragioni

del detenuto, si limitò

tuttavia ad una

modifica della

suddetta trascrizione,

senza istituire il

processo ex novo, che

Chessman chiedeva.

Nel 1959 due

giornalisti

investigativi iniziarono

ad occuparsi della sua

vicenda, dopo l'ottavo

rinvio della pena di

morte. Scoprirono i

fatti sopra elencati, e

scoprirono una foto di

Chessman in cui lui

era stato pestato

dalla polizia per

costringerlo a firmare

una confessione. Il

referto presentato dal

medico al processo

diceva che Chessman

non aveva subito

percosse. La

documentazione di

questi fatti fu

presentata all'allora

governatore della

California, che rifiutò

di riconoscere un

possibile errore

giudiziario.

Nei dodici anni della

sua prigionia a San

Quintino avvenne

negli Stati Uniti il

primo grande

movimento di

opinione contro la

pena di morte. Le

persone e i giornali

che a gran voce

avevano reclamato

giustizia invocando la

morte di un cotale

inguaribile criminale

recidivo, chiedevano

ora clemenza se non

assoluzione. Da tutto

il mondo si ebbero

appelli per la

revisione del processo

Chessman: tra i

firmatari Eleanor

Roosevelt, Pablo

Casals, Aldous

Huxley, Ray

Bradbury, William

Inge, Norman Mailer,

Dwight McDonald,

Christopher

Isherwood e Robert

Frost. In una sua

ultima lettera proprio

al governatore

Edmund J. Brown,

Chessman disse che

sarebbe stato

disposto anche a

morire senza più

lottare, se ciò fosse

potuto servire ad

eliminare la pena di

morte dagli statuti

californiani. Ironia

della sorte, Brown,

che respinse la

domanda di

sospensione

affermando di “avere

le mani legate”, era

un riconosciuto

oppositore alla pena

di morte.

Esecuzione[modifica |

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Respinto il suo

ennesimo appello per

una revisione del

processo, un estremo

tentativo per un

decreto di habeas

corpus e la domanda

di grazia inoltrata dai

sostenitori della sua

causa (Chessman non

la chiese mai poiché

non volle ammettere

nemmeno

indirettamente la sua

colpevolezza), Caryl

Chessman fu alla fine

giustiziato il 2 maggio

1960 alle 10 del

mattino. Proprio in

quel momento

dall'ufficio del giudice

Goodman, informato

che la rivista Argosy

aveva scoperto nuove

prove a favore del

condannato, arrivava

una chiamata per

l'ennesima

sospensione (di

un'altra ora)

all'appuntamento col

boia. Era troppo tardi.

Sarebbe stato

impossibile infatti

aprire la camera a

gas senza danni per i

presenti, così alle

10:12 di quello stesso

giorno, Chessman fu

dichiarato morto.

Opere[modifica |

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Durante la sua

detenzione,

Chessman scrisse ben

quattro libri, oltre a

dover preparare

appelli, lettere

giudiziarie e studiare

legge (doveva

difendersi da solo). Il

suo racconto Quel

ragazzo è un killer! fu

confiscato all'autore

dal custode di San

Quintino Harley O.

Teets nella

convinzione che fosse

"opera della

prigione". Il

manoscritto (redatto

nel 1954) tornò al suo

autore nel 1957 e fu

pubblicato nel 1960.

Cella 2455 braccio

della morte (1954).

Milano, Baldini

Castoldi Dalai, 2005.

ISBN 8884906989

La legge mi vuole

morto titolo originale

Trial by ordeal

(1955). Milano,

Rizzoli

Il volto della giustizia

(1957). Milano,

Baldini Castoldi Dalai,

2007. ISBN

8884908345

Violenza è la mia

legge (romanzo)

(1959). Milano Rizzoli

Quel ragazzo è un

killer! (1960). Milano,

Baldini Castoldi Dalai,

2006. ISBN

888490935X

Note[modifica |

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^ ANSA


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