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Cavalleria rusticana

Date post: 06-Apr-2017
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Hanno ammazzato Hanno ammazzato compare Turiddu compare Turiddu Cavalleria Rusticana Cavalleria Rusticana Mario Maestri – Liceo Curie – Meda Mario Maestri – Liceo Curie – Meda , , 8 gennaio 2014 8 gennaio 2014
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Hanno ammazzato Hanno ammazzato compare Turidducompare Turiddu

Cavalleria RusticanaCavalleria Rusticana

Mario Maestri – Liceo Curie – MedaMario Maestri – Liceo Curie – Meda, , 8 gennaio 20148 gennaio 2014

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La giovane scuola italiana• Gruppo di operisti italiani operanti tra fine

‘800 – inizio ‘900• I più notevoli

– Alfredo Catalani (1854 – 1893)– Ruggero Leoncavallo (1857 – 1919)– Giacomo Puccini (1858 – 1924)– Pietro Mascagni (1863 – 1945)– Francesco Cilea (1866 – 1950)– Umberto Giordano (1867 – 1948)

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Cavalleria Rusticana

Pietro Mascagni(Livorno, 1863 - Roma, 1945)

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Note biografiche• Studiò dapprima a Livorno, poi, con Ponchielli, al Conservatorio di Milano,

che lasciò dopo breve tempo per insofferenza alla disciplina scolastica. • Dall'oscura posizione di direttore di banda a Cerignola lo trasse l'improvviso

e clamoroso successo di Cavalleria rusticana con cui vinse nel 1889 il premio Sonzogno.

• Dal 1895 al 1902 diresse il Conservatorio di Pesaro, ma lasciò poi l'incarico per dedicarsi più intensamente alla composizione e alla direzione d'orchestra. Fu considerato caposcuola del verismo.

• Altre sue opere liriche L'amico Fritz (1891), Guglielmo Ratcliff (1895), Le maschere (1901), Iris (1898), Isabeau (1911) Parisina (su libretto di D'Annunzio, 1913), Lodoletta (1917), Il piccolo Marat (1921), Pinotta (1932), Nerone (1935)

• Altre composizioni: un'operetta, Sì (1919), una Cantata a G. Leopardi (1898), una Rapsodia satanica (1915), due sinfonie (1878 e 1881), il poema sinfonico Contemplando la Santa Teresa del Bernini (1922), molte melodie per canto e pianoforte

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• Cavalleria rusticana è un'opera in un unico atto di Pietro Mascagni, andata in scena per la prima volta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga.

• Nel 1888 l'editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera: 73 le opere presentate, vince trionfalmente quella di Mascagni, all’epoca più o meno ignoto

• Viene imparentata al Verismo letterario (in realtà: Giovane Scuola Italiana)…

• Viene spesso rappresentata o incisa insieme ai Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. Iniziatore di questo singolare abbinamento fu lo stesso Pietro Mascagni, che nel 1926, al Teatro alla Scala di Milano, diresse, nella stessa soirée, entrambe le opere.

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Mascagni vs. Verga• Mascagni non riconobbe al Verga i profitti

derivanti dai diritti d’autore. • La questione viene sottoposta alla Società per i

diritti d'autore (la SIAE dell’epoca) e al giudizio dei tribunali. Un processo, che culmina con la sentenza della Corte di Milano del giugno 1891, segna la fine della “guerra giudiziaria”.

• La vertenza si conclude nel 1893 con una vittoria morale del Verga, che ottiene un rimborso di 143.000 lire (poco meno di 600.000 euro attuali); dopodichè torna a Catania, si ritira in uno sdegnato silenzio letterario che conserva sino alla morte.

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• La scena si svolge in un paese siciliano (ispirato a Vizzini) durante il giorno di Pasqua.

• Ancora a sipario calato, si sente Turiddu, il tenore, cantare una serenata a Lola, sua promessa sposa che durante il servizio militare di Turiddu ha però sposato Alfio. La scena si riempie di paesani e paesane in festa, giunge anche Santa, detta Santuzza, attuale fidanzata di Turiddu, che non si sente di entrare in chiesa sentendosi in grave peccato. Entra allora in casa di mamma Lucia, madre di Turiddu, chiedendole notizie del figlio.

• Lucia dice a Santuzza che Turiddu è andato a Francofonte a comprare il vino, ma Santa sostiene di aver visto Turiddu che si aggirava sotto la casa di Lola. La stessa notizia arriva anche ad Alfio, che ignaro di tutto va a trovare Lucia. A questo punto Santuzza svela a Lucia la relazione tra Turiddu e Lola. Egli ormai l'ha disonorata per ripicca contro Lola, alla quale prima di andare soldato aveva giurato fedeltà eterna, e che ora continua a frequentare sebbene sia sposata. Giunge dunque Turiddu che discute animatamente con Santa; interviene anche Lola che sta per recarsi in chiesa, e le due donne si scambiano battute ironiche.

• Turiddu segue Lola, che è sola perché il marito lavora. Santuzza augura a Turiddu la malapasqua e, vedendo arrivare Alfio, gli denuncia la tresca amorosa della moglie. Lo svolgimento della messa è sottolineato dal famoso intermezzo sinfonico; terminata la cerimonia, Turiddu offre un brindisi a tutti i paesani. Alfio entra nella piccola bottega e getta il bicchiere di vino in faccia a Turiddu il quale gli morde l'orecchio sfidandolo a duello. Turiddu corre a salutare la madre e ubriaco, le dice addio e le affida Santuzza.Subito dopo si sente un vociare di donne e popolani. Un urlo sovrasta gli altri: "Hanno ammazzato compare Turiddu!".

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SicilianaTURIDDU(a sipario calato)

O Lola ch'ai di latti la cammisaSi bianca e russa comu la cirasa,Quannu t'affacci fai la vucca a risa,Biato cui ti dà lu primu vasu!Ntra la porta tua lu sangu è sparsu,E nun me mporta si ce muoru accisu...E s'iddu muoru e vaju mparadisuSi nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu.

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Romanza e ScenaLucia e Santuzza

LUCIA

Perché m'hai fattoSegno di tacere?

SANTUZZA

Voi lo sapete, o mamma,Prima d'andar soldato,Turiddu aveva a LolaEterna fè giurato.

Tornò, la seppe sposa;E con un nuovo amoreVolle spegner la fiammaChe gli bruciava il core:M'amò, l'amai.Quell'invidia d'ogni delizia mia,Del suo sposo dimentica,Arse di gelosia...Me l'ha rapito...Priva dell'onor mio rimango:Lola e Turiddu s'amano,Io piango, io piango!

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DuettoSantuzza e Turiddu TURIDDU (irato)Ah! lo vedi,Che hai tu detto...? SANTUZZAL'hai voluto, e ben ti sta. TURIDDU (Le s'avventa.)Ah! perdio! SANTUZZASquarciami il petto! TURIDDU (s'avvia)No! SANTUZZA (trattenendolo)Turiddu, ascolta! TURIDDUNo! SANTUZZANo, no, Turiddu,Rimani ancora.AbbandonarmiDunque tu vuoi?

TURIDDUPerché seguirmi,Perché spiarmiSul limitareFin della chiesa? SANTUZZALa tua SantuzzaPiange e t'implora;Come cacciarlaCosì tu puoi? TURIDDUVa, ti ripetoVa non tediarmi,Pentirsi è vanoDopo l'offesa! SANTUZZA (minacciosa)Bada! TURIDDUDell'ira tua non mi curo!(La getta a terra e fugge in chiesa.) SANTUZZA(nel colmo dell'ira)A te la mala Pasqua, spergiuro!(Cade affranta ed angosciata.)

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Scena, Coro e Brindisi TURIDDU (al Coro)

Intanto amici, qua,Beviamone un bicchiere.

(Tutti si avvicinano alla tavola dell'osteria e prendono bicchieri.) Viva il vino spumeggianteNel bicchiere scintillante,Come il riso dell'amanteMite infonde il giubilo!Viva il vino ch'è sinceroChe ci allieta ogni pensiero,E che annega l'umor nero,Nell'ebbrezza tenera.

COROViva il vino spumeggiante, ecc.

(Si riprende il brindisi.)

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FinaleTURIDDUMamma,Quel vino è generoso, e certoOggi troppi bicchieriNe ho tracannati...Vado fuori all'aperto.Ma prima voglioChe mi benediteCome quel giornoChe partii soldato.E poi... mamma... sentite...S'io... non tornassi...Voi dovrete fareDa madre a Santa,Ch'io le avea giuratoDi condurla all'altare. LUCIAPerché parli così, figliuol mio?

TURIDDUOh! nulla!È il vino che mi ha suggerito!Per me pregate Iddio!Un bacio, mamma...Un altro bacio... addio!(L'abbraccia ed esce precipitosamente.) Lucia, Santuzza e Coro LUCIA(disperata, correndo in fondo)Turiddu?! Che vuoi dire?Turiddu? Turiddu? Ah!(Entra Santuzza.)Santuzza!... SANTUZZA(Getta la braccia al collo di Lucia.)Oh! madre mia! (Si sente un mormorio lontano.) DONNE(correndo)Hanno ammazzato compare Turiddu! (Tutti gettano un grido.)


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