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cdn.servizi-italiani.net Gas natural 20...  · Web viewun numero adeguato di punti di...

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palermo.blogsicilia.it 19 Jan, 01:23 Smottamento del terreno danneggia i tubi del metano a Vicari, lavori per ripristinare il servizio | BlogSicilia - Quotidiano di cronaca, politica e costume Nel paese di Vicari, in provincia di Palermo, sono in corso una serie di interventi volti al progressivo ripristino della fornitura delgasnaturale, temporaneamente interrotta alla fine della mattinata di oggi a seguito della rottura di un tratto della rete di distribuzione locale, provocata da uno smottamento del terreno.Nedgia, azienda di distribuzione delgasnaturalenel Comune, dopo aver rilevato anche grazie ad un sofisticato sistema di Telecontrollo della rete un repentino abbassamento della pressione nella condotta principale che alimenta il suddetto Comune, ha tempestivamente eseguito le operazioni di messa in sicurezza dell’impianto e degli abitanti della zona: identificazione del punto di rottura, chiusura della valvola a monte e a valle della porzione della condotta danneggiata, chiusura delle valvole di intercettazione a servizio dei singoli utenti. Attualmente si stanno ultimando le attività di riparazione della suddetta tubazione. I prossimi passi, una volta che sarà terminato positivamente il collaudo della condotta principale a servizio del Comune di Vicari, consisteranno nell’esecuzione da parte dell’azienda delle attività di riattivazione della fornitura utente per utente, attività che sarà svolta nel minor tempo possibile e che si prevede di terminare nel corso della giornata di domani. Nel frattempo, per ogni ulteriore informazione o segnalazione, l’azienda invita i cittadini a prendere contatto con il servizio dedicato al Pronto Intervento che è attivo 24 ore su 24 ed accessibile tramite il Numero Verde 800 829 344. www.electricmotornews.com 19 Jan, 01:47 In Italia, anche l’idrogeno tra i carburanti alternativi 19 gen, 2017 Importante traguardo per l’Italia: anche l’idrogeno tra icarburantialternativiper uno sviluppo sostenibile Riepilogo Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo di recepimento della Direttiva DAFI 2014/94/UE che inserisce l’idrogeno nel piano strategico nazionale anticipato al 31 Marzo 2017, l’aggiornamento del Decreto Ministeriale 213/2006 per autorizzare la pressione di rifornimento dell’idrogeno a 700 bar, come prevista per Toyota Mirai, la prima berlina di serie alimentata a idrogeno. Costruzione di un adeguato numero di
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palermo.blogsicilia.it 19 Jan, 01:23Smottamento del terreno danneggia i tubi del metano a Vicari, lavori per ripristinare il servizio | BlogSicilia - Quotidiano di cronaca, politica e costume

Nel paese di Vicari, in provincia di Palermo, sono in corso una serie di interventi volti al progressivo ripristino della fornitura delgasnaturale, temporaneamente interrotta alla fine della mattinata di oggi a seguito della rottura di un tratto della rete di distribuzione locale, provocata da uno smottamento del terreno.Nedgia, azienda di distribuzione delgasnaturalenel Comune, dopo aver rilevato anche grazie ad un sofisticato sistema di Telecontrollo della rete un repentino abbassamento della pressione nella condotta principale che alimenta il suddetto Comune, ha tempestivamente eseguito le operazioni di messa in sicurezza dell’impianto e degli abitanti della zona: identificazione del punto di rottura, chiusura della valvola a monte e a valle della porzione della condotta danneggiata, chiusura delle valvole di intercettazione a servizio dei singoli utenti. Attualmente si stanno ultimando le attività di riparazione della suddetta tubazione. I prossimi passi, una volta che sarà terminato positivamente il collaudo della condotta principale a servizio del Comune di Vicari, consisteranno nell’esecuzione da parte dell’azienda delle attività di riattivazione della fornitura utente per utente, attività che sarà svolta nel minor tempo possibile e che si prevede di terminare nel corso della giornata di domani. Nel frattempo, per ogni ulteriore informazione o segnalazione, l’azienda invita i cittadini a prendere contatto con il servizio dedicato al Pronto Intervento che è attivo 24 ore su 24 ed accessibile tramite il Numero Verde 800 829 344.

www.electricmotornews.com 19 Jan, 01:47In Italia, anche l’idrogeno tra i carburanti alternativi

19 gen, 2017 Importante traguardo per l’Italia: anche l’idrogeno tra icarburantialternativiper uno sviluppo sostenibile Riepilogo Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo di recepimento della Direttiva DAFI 2014/94/UE che inserisce l’idrogeno nel piano strategico nazionale anticipato al 31 Marzo 2017, l’aggiornamento del Decreto Ministeriale 213/2006 per autorizzare la pressione di rifornimento dell’idrogeno a 700 bar, come prevista per Toyota Mirai, la prima berlina di serie alimentata a idrogeno. Costruzione di un adeguato numero di stazioni di rifornimento entro il 2025 Fonte: Toyota Motor Italia   Roma. Italia. 18 Gennaio 2017. Anche l’Italia raggiunge un importante traguardo sul fronte del futuro della mobilità sostenibile e sulla diffusione di una cultura basata sull’uso di combustibili alternativi. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.10 del 13-1-2017, il Decreto Legislativo 16 Dicembre 2016, n. 257 che recepisce la Direttiva 2014/94/UE (DAFI) per la realizzazione di infrastrutture dedicate ai combustibili alternativi, tra cui l’idrogeno, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso settembre. La Direttiva DAFI richiedeva agli Stati membri, di mettere a punto, entro il 18 novembre 2016, un Quadro strategico nazionale, da inviare alla Commissione Europea, per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi e l’installazione di un numero adeguato di punti di rifornimento. Nel testo della Direttiva, l’idrogeno era solo opzionale, ma già a settembre scorso, il governo lo aveva inserito nel testo del Decreto, evidenziando l’interesse dell’Italia allo sviluppo di questa risorsa così importante e innovativa per l’intero pianeta. Ora, con l’approvazione del Decreto Legislativo n. 257/2016, l’idrogeno assume un ruolo rilevante per le strategie di sviluppo sostenibile anche in Italia, in quanto: È stato inserito tra i combustibili alternativi nel piano strategico nazionale L’Italia dovrà dotarsi di un numero adeguato di stazioni di rifornimento entro il 2025 È stata richiesta la revisione delle norme tecniche inserite nel Decreto del Ministero dell’interno n. 213/2006 che limita l’erogazione di idrogeno a 350bar, consentendola fino a 700bar, come la tecnologia moderna richiede per garantire autonomia e tempi di rifornimento di

un’auto tradizionale. Toyota Mirai Al momento la normativa vigente, il Decreto del Ministero dell’Interno n. 213 del 31 agosto 2006, impedisce la libera circolazione delle vetture alimentate a idrogeno, in quanto prevede, tra gli altri vincoli tecnologicamente obsoleti, una pressione massima di rifornimento dei gas a 350 bar, invece dei 700 necessari a Toyota Mirai – la prima berlina di serie alimentata a idrogeno – per fare il pieno in tutta sicurezza e nello stesso tempo delle vetture tradizionali, 3 minuti. Il Governo aveva già nella versione approvata dal Consiglio dei Ministri dello scorso settembre, e anche in risposta a numerose interrogazioni parlamentari, manifestato la necessità di aggiornare questo decreto ministeriale. Oggi, grazie anche all’impegno da parte del Parlamento, questa scadenza è stata fissata per la fine di marzo 2017. “Il lavoro svolto da Toyota, nel corso di questi due anni, insieme alle Istituzioni coinvolte – ha commentato Andrea Carlucci – Amministratore Delegato Toyota Motor Italia – ha prodotto importanti risultati. E sono proprio le Istituzioni che dobbiamo ringraziare per la disponibilità e l’apertura dimostrata nei nostri confronti. Per aver ascoltato e condiviso la nostra visione del futuro della mobilità, nella quale l’idrogeno gioca un ruolo di primaria importanza. L’adozione di una prospettiva politica chiara e lungimirante, è fondamentale per non perdere l’opportunità di diventare un Paese all’avanguardia nello sviluppo e nell’applicazione di una risorsa altamente innovativa come l’idrogeno. L’entrata in vigore di questo Decreto di attuazione della Direttiva DAFI, costituisce un momento cruciale ed evidenzia la visione strategica dell’Italia che ha dato, in questo modo, indicazioni precise di lungo periodo sulle politiche legate alla mobilità sostenibile”. [Mostra come presentazione] . Share and Enjoy TAGS: Andrea Carlucci – Amministratore Delegato Toyota Motor Italia bar delibera direttiva dafi fuel cell idrogeno legislazione ministero dell'interno politica pressione rifornimento toyota mirai

www.staffettaonline.com 19 Jan, 09:52Carburanti, prezzi invariati

Nessuna variazione da segnalare questa mattina per i prezzi consigliati di benzina, gasolio eGpl, mentre i mercati petroliferi internazionali volgono al ribasso. Queste le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 13mila impianti: benzina self service a 1,548 euro/litro (invariato, pompe bianche 1,524), diesel a 1,397 euro/litro (-0,1 cent, pompe bianche 1,376). Benzina servito a 1,653 euro/litro (-0,1 cent, pompe bianche 1,565), diesel a 1,507 euro/litro (-0,1 cent, pompe bianche 1,417).Gpla 0,597 euro/litro (+0,1 cent, pompe bianche 0,584),metanoa 0,973 euro/kg (-0,1 cent, pompe bianche 0,964). Queste le quotazioni alla chiusura di ieri: benzina a 40 euro per mille litri (-5), diesel a 389 euro per mille litri (-4, valori arrotondati). In allegato le tabelle con prezzi e variazioni. © Riproduzione riservata

www.hdmotori.it 19 Jan, 10:02Lada Niva 4×4: la nuova generazione nel 2018

Una delle icone del mondo del fuoristrada, Lada Niva, si prepara ad un importante passaggio generazionale con l’annuncio di un nuovo modello previsto per il 2018. In 40 anni di storia, Lada Niva 4×4 è rimasta pressoché inalterata, rappresentando un ottimo esempio di progetto economico ma robusto, affidabile e capace in offroad. Nel futuro, però, l’auto dovrebbe effettuare un importante salto generazionale. La conferma arriva dal CEO di AvtoVaz, Nicolas Maure: intervistato da Capital, il CEO ha annunciato che il SUV sarà presto aggiornato con un nuovo modello, cambiando piattaforma e incontrando stile e tecnologie più moderne. In passato si è parlato già di un nuovo modello con alcune componenti in comune con Dacia Duster ma l’ipotesi è stata smentita e il nuovo veicolo non si baserà sul SUV economico del marchio low-cost di Renault.

Purtroppo non ci sono ancora dettagli ma, per avere successo, la nuova Niva dovrà mantenersi economica, robusta, affidabile e capace in fuoristrada. Si ipotizza un lancio previsto per il 2018 con la possibile presentazione già nel 2017 in due versioni, a tre e una cinque porte. Nella versione attuale, Niva propone un look classico e squadrato e pochi fronzoli, puntando tutto sulla capacità di affrontare il fuoristrada e sul motore quattro cilindri da 1.7 litri disponibile in versione benzina oGPLcon 81 cavalli a 131 Nm di coppia massima. Il progetto è rimasto fedele all’originale, proponendo quindi un’auto priva di elettronica (cosa che facilita la manutenzione e riparazione) con trazione integrale, quattro posti e cambio a cinque marce con riduttore. Nel fuoristrada si fanno notare gli angoli caratteristici: oltre ad un’altezza da terra di 22 centimetri, ci sono angoli di entrata, uscita e dosso rispettivamente di 40, 32 e 40 gradi, con possibilità di guadare fino a 50 centimetri. Storie: Fuoristrada Lada

www.auto.it 19 Jan, 10:09Auto a idrogeno: in Italia entro il 2025 un

Si apre uno spiraglio a medio-lungo termine per le auto a idrogeno, e per i combustibili alternativi in generale, in Italia. È stato  pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.10 del 13-1-2017, il Decreto Legislativo 16 Dicembre 2016, n. 257 che recepisce la Direttiva 2014/94/UE (DAFI) per la realizzazione di infrastrutture dedicate ai combustibili alternativi, tra cui l’idrogeno. LA DIRETTAIVA DAFI La direttiva consiste nella formulazione di un Quadro strategico nazionale, da inviare alla Commissione Europea, per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi e l’installazione di punti di rifornimento.  Il decrato stabilisce l'inserimento dell'idrogeno tra i combustibili alternativi nel piano strategico nazional, afferma che l’Italia dovrà dotarsi di un numero adeguato di stazioni di rifornimento entro il 2025 e richiede la revisione delle norme tecniche inserite nel Decreto del Ministero dell’interno n. 213/2006 che limita l’erogazione di idrogeno a 350bar, consentendola fino a 700bar, come la tecnologia moderna richiede per garantire autonomia e tempi di rifornimento di un’auto tradizionale. In questo contesto il modello che potrebbe ritagliarsi una piccola nicchia è la Toyota Mirai, anche per il rifornimento più rapido a 700 bar. La Mirai non ha le costrizioni dell’elettrico: si “ricarica” in cinque minuti scarsi tutto compreso, ed offre un’autonomia dichiarata di 550 km. TEST TOYOTA MIRAI “Il lavoro svolto da Toyota, nel corso di questi due anni, insieme alle Istituzioni coinvolte - ha commentato Andrea Carlucci – Amministratore Delegato Toyota Motor Italia – ha prodotto importanti risultati. E sono proprio le Istituzioni che dobbiamo ringraziare per la disponibilità e l’apertura dimostrata nei nostri confronti. Per aver ascoltato e condiviso la nostra visione del futuro della mobilità, nella quale l’idrogeno gioca un ruolo di primaria importanza. L’adozione di una prospettiva politica chiara e lungimirante, è fondamentale per non perdere l’opportunità di diventare un Paese all’avanguardia nello sviluppo e nell’applicazione di una risorsa altamente innovativa come l’idrogeno. L’entrata in vigore di questo Decreto di attuazione della Direttiva DAFI, costituisce un momento cruciale ed evidenzia la visione strategica dell’Italia che ha dato, in questo modo, indicazioni precise di lungo periodo sulle politiche legate alla mobilità sostenibile”.

www.helpconsumatori.it 19 Jan, 10:26Contratti energia non richiesti, Antitrust: sanzioni per 1,6 mln di euro per Iren, Estra ed Enegan

Firme false. Informazioni ingannevoli sull’identità del professionista e sull’obiettivo del contratto. Ostacoli al diritto di recesso. Di nuovo sotto accusa sono finite le attivazioni non richieste di energia e gas, attuate attraverso il porta a porta o il teleselling. E così l’Autorità Antitrust ha

sanzionato le società Iren Mercato, Estra Energie ed Estra Elettricità, Enegan con multe complessive di oltre 1,6 milioni di euro. Prosegue dunque l’azione in difesa dei consumatori nei confronti delle attivazioni non richieste di luce e gas. I procedimenti, avviati lo scorso luglio, si sono chiusi a dicembre e hanno riguardato le modalità di offerta e conclusione dei contratti a distanza di energia elettrica egasnaturalenel mercato libero, attraverso la rete degli agenti porta-a-porta e attraverso il canale telefonico (il teleselling). Nel complesso sono state irrogate sanzioni per oltre 1,6 milioni di euro. Nel dettaglio, le multe sono state di 830 mila euro per Iren  Energia, di 500 mila euro per Estra Energie ed Estra Elettricità e di 280 mila euro per Enegan, commisurate alle dimensioni dei professionisti e alle violazioni riscontrate, ma anche ridotte perché le aziende hanno collaborato e attuato una serie di misure per controllare ed evitare comportamenti scorretti. Quali i comportamenti sanzionati? Sono state diverse le contestazioni mosse dell’Autorità. L’Antitrust ha infatti accertato che le società “hanno adottato procedure di contrattualizzazione che sfruttavano il contesto di razionalità limitata e asimmetria informativa dei consumatori – dovuto anche alla complessità intrinseca delle offerte commerciali di energia elettrica egasnaturalenel mercato libero –, permettendo la conclusione di contratti e l’attivazione di forniture non richieste di elettricità e/o gas”. Così è accaduto che siano stati conclusi contratti in assenza di qualsiasi consenso da parte del consumatore, perfino attraverso l’apposizione di firme false, e in caso di attivazione di fornitura non richiesta sia stata presentata un’ingiustificata richiesta di pagamento. Alcuni contratti di fornitura sono stati conclusi sulla base di “informazioni ingannevoli sull’identità del professionista e la natura e lo scopo del contatto ed in assenza di una adeguata conoscenza ed informazione circa le caratteristiche e le condizioni contrattuali dell’offerta”. Sono stati opposti ostacoli al diritto di ripensamento, talvolta i reclami per attivazione non richiesta non sono stati neanche trattati. L’Antitrust ha inoltre contestato il mancato rispetto nelle procedure contrattuali delle vendite telefoniche dei diritti dei consumatori introdotti dalla Consumer Rights Directive (recepita dal D.Lgs. 21/2014): la possibilità di scegliere esplicitamente le modalità di conferma della conclusione del contratto in alternativa alla forma scritta, la sistematica messa a disposizione del supporto durevole contenente la registrazione delle telefonate di conclusione e di conferma del contratto prima che sorga il vincolo contrattuale, la conferma delle condizioni contrattuali da parte del professionista. Allo stesso tempo, l’Antitrust ha registrato un atteggiamento di collaborazione che ha portato a una riduzione proporzionale delle diverse sanzioni. Durante il procedimento è emerso infatti che “sia Iren Energia sia le società del gruppo Estra – informa l’Autorità – avevano avviato dei processi interni volti alla verifica delle procedure di contrattualizzazione in essere e, prima della conclusione del procedimento, hanno proposto e attuato modifiche significative alle proprie procedure di contrattualizzazione per superare i problemi consumeristici contestati (check call di verifica su tutti i contratti porta-a-porta, messa a disposizione del consumatore della documentazione contrattuale e della registrazione delle telefonate di conclusione del contratto e di conferma prima che il consumatore sia vincolato, effettuazione di una seconda telefonata per verificare la ricezione della documentazione contrattuale e il consenso del consumatore, proposizione della scelta esplicita tra conferma scritta e conferma a mezzo telefono in caso di contratto telefonico, rafforzamento dei controlli sul comportamento degli agenti)”. Iren Energia e le società Estra non chiederanno più il pagamento delle forniture non richieste, mentre Enegan ha introdotto un più adeguato sistema di sanzione dei comportamenti scorretti degli agenti e interrotto l’acquisizione nel canale teleselling. Un altro intervento dunque per arginare il fenomeno dei contratti non richiesti. Si tratta solo dell’ultima azione dell’Antitrust in ordine di tempo, se si considera che questi interventi istruttori fanno seguito a quelli avvenuti nel 2015 nei confronti di ENEL Energia, ENI, ACEA Energia, HeraComm, GdF Suez (ora Engie), Beetwin (ora Geko), Green Network , che ha portato alla revisione dei processi di acquisizione di nuovi contratti di fornitura di elettricità e gas nel corso del 2016 da parte delle aziende coinvolte , con l’eccezione di Green Network, nei cui confronti è in corso un procedimento per inottemperanza. 19/01/2017 - 09:47 - Redattore: BS

www.staffettaonline.com 19 Jan, 12:54Gara Gas 10, il documento di consultazione Consip

Da inviare entro il 9 febbraio Consip ha pubblicato il documento di consultazione del mercato relativo all'iniziativa "Gasnaturalen. 10". Il documento di consultazione del mercato ha l'obiettivo di: garantire la massima pubblicità alle iniziative per assicurare la più ampia diffusione delle informazioni; ottenere la più proficua partecipazione da parte dei soggetti interessati; pubblicizzare al meglio le caratteristiche qualitative e tecniche dei beni e servizi oggetto di analisi; ricevere, da parte dei soggetti interessati, osservazioni e suggerimenti per una più compiuta conoscenza del mercato. Consip invita le imprese a fornire il contributo - previa presa visione dell'informativa sul trattamento dei dati personali sotto riportata - compilando un questionario e inviandolo entro il 9 febbraio 2017 all'indirizzo e-mail [email protected]. Il documento di consultazione è disponibile in allegato. © Riproduzione riservata

www.hdmotori.it 19 Jan, 13:19Idrogeno: arriva il Decreto sulla diffusione in Italia

Mobilità sostenibile e cultura verso l’innovazione: quasi a sorpresa anche l’Italia raggiunge un importante traguardo sulla diffusione deicarburantialternativi, con un Decreto Legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. L’Italia crede nella mobilità alternativa e sostenibile: è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.10 del 13-1-2017, il Decreto Legislativo 16 Dicembre 2016, n. 257, in risposta alla Direttiva 2014/94/UE (DAFI) per la realizzazione di infrastrutture dedicate ai combustibili alternativi, tra cui l’idrogeno, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso settembre. Hydrogen Council: Honda, Hyundai, Toyota, BMW e Daimler uniti per l’idrogeno La Direttiva europea prevedeva che ogni stato membro inviasse un Quadro strategico nazionale, in cui illustrare un piano per incentivare la diffusione di infrastrutture. L’idrogeno era facoltativo, ma già a settembre 2016 il Governo Renzi lo aveva inserito nel testo del Decreto. Tale Decreto è stato ora approvato, con l’idrogeno al centro, in quanto è stato inserito tra i combustibili alternativi nel piano strategico nazionale. Obiettivo per il nostro Paese? Realizzare un numero adeguato di stazioni di rifornimento entro il 2025, anche attraverso una revisione del Decreto del Ministero dell’Interno n. 213 del 31 agosto 2006, che prevede norme tecniche che limitano l’erogazione di idrogeno a 350 bar, chiedendo di consentirla fino a 700 bar. Questo per garantire la compatibilità con le vetture a idrogeno moderne, tra cui la Toyota Mirai. L’aggiornamento di tale decreto è previsto entro marzo 2017, in tempo dunque per l’arrivo in Italia delle prime auto a idrogeno, previsto per il prossimo anno. Oggi le stazioni di rifornimento a idrogeno nel Bel Paese sono solamente tre, situati a Milano, Bolzano e Collesalvetti (Toscana): è chiaro che la nuova Direttiva porterà ad un incremento sostanziale di questo numero già nei prossimi mesi. Storie: idrogeno Italia leggi Mobilità alternativa

www.quotidianoenergia.it 19 Jan, 14:19Eni, De Giovanni nuovo d.g. Unión Fenosa Gas

Come anticipato circa un mese fa (QE 21/12/16), il Gse avvia con cadenza regolare la pubblicazione del rapporto sulla produzione degli impianti fotovoltaici italiani. Iniziativa partita a metà dicembre in coincidenza con le polemiche sollevate sul possibile decadimento tecnologico degli impianti a seguito delle consuete stime pubblicate da Terna. Come quella precedente, l'analisi si basa sui dati relativi a due campioni di impianti incentivati: uno costituito da 479.849 unità (pari all'87% del totale) e 10 GW di potenza (57% del totale), l'altro limitato agli impianti

sopra 55 kW (24.517 per circa 7 GW) considerato più affidabile dal Gse. I dati sono comunque simili: nel primo caso si assiste a un calo del 4,3% della produzione negli 11 mesi 2016 rispetto allo stesso periodo 2015 (da 11,8 a 11,3 TWh), nel secondo la flessione è del 4,6% (da 8,3 a 7,9 TWh). Facendo riferimento all'andamento del campione più piccolo (comunque in linea con l'altro), il massimo calo della produzione risulta nei mesi di novembre (-18,2%) e aprile (-10,1%) mentre un incremento si registra soprattutto ad agosto (+5,4%) e ottobre (+4,6%). Le variazioni più accentuate sull'intero periodo sono relative al Nord-Est (-6,9%) e al Centro (-5,6%) e quelle più contenute al Nord-Ovest (-4,4%) e al Meridione (-3,5%). Il Gse rimarca che il trend, se confermato per l'intero 2016 e anche con le misure definitive, "non costituirebbe un andamento anomalo". Nel 2013, ad esempio, "si osservò una diminuzione delle ore di produzione medie degli impianti del 6,2% rispetto al 2012, variazione che non ebbe particolare risonanza poiché nel 2013 furono installati più di 1.000 MW e dunque la produzione totale aumentò sensibilmente rispetto all'anno precedente". Il Gestore ribadisce inoltre come l'andamento della produzione sia coerente con quello dell'irraggiamento, che evidenzia un calo del 3,9% (sulla base dati stimati di irraggiamento medio a livello provinciale, di fonte Rse, ponderandoli rispetto alla distribuzione territoriale della potenza degli impianti considerati). "Nonostante le misure mensili di produzione esaminate possano essere soggette a variazioni - conclude il rapporto - e nonostante i dati stimati di radiazione solare disponibile siano mediati territorialmente, appare mediamente emergere, sulla base dei dati a disposizione, una coerenza tra la variazione dell'irraggiamento e la variazione della produzione. Va comunque ovviamente tenuto presente che l'analisi condotta restituisce andamenti medi di un ampio campione di impianti, e non esclude né la concomitanza di altri fattori né tantomeno il fatto che su singoli impianti tali altri fattori possano avere pesato in maniera sensibile". Il rapporto è sul sito di QE.

mobile.qualenergia.it 19 Jan, 14:24Un sistema di recupero calore per una tintoria: benefici energetici ed economici

Redazione QualEnergia.it Un sistema di recupero calore in un reparto di tintoria filati realizzato da una ESCo. Risparmiati oltre 1 milioni di kWh e 170.080 smc di gas. Grazie anche ai TEE, si ha un beneficio economico di 57.350 €/anno. Le buone pratiche sull'efficienza energetica di scena a Roma il 26 gennaio. Immagine Banner:  Le macchine di tintoria sono alimentate solo con acqua addolcita la cui linea fredda viene miscelata alla linea caldissima direttamente a bordo macchina per garantire la temperatura necessaria alla lavorazione in corso (tra 15 e 106 °C). La società Albini Energia Srl, Energy Service Company del Comune di Albino (BG), ha fornito i calcoli ingegneristici di un sistema di recupero calore proprio presso un reparto di tintoria filati. Per quanto riguarda le tecnologie, sono stati utilizzati la separazione dei reflui in funzione della temperatura. Lo scambiatore è equipaggiato con una vasca di raccolta delle acque reflue calde, una pompa inverterizzata (per il sollevamento reflui), un serbatoio con acido e pompa dosatrice (per il ciclo di autopulizia brevettato), valvole automatiche per il ricircolo della soluzione acida e un quadro elettrico di gestione con relativo software SCADA. Per valutare il risparmio digasnaturaleottenuto in centrale termica per mezzo del nuovo recuperatore è stata inoltre installata una catena di misura certificata Mid004. Lo scambiatore è coperto da brevetto (Mi2014a001044 – 6 giugno 2014) poiché e presente un sistema di autopulizia innovativo ed efficace. I risultati Per quanto riguarda il risparmio energetico, la media annuale dei Tep risparmiati è pari a 87,7. La media annuale dei Tep ottenuti è pari 295. Sono stati risparmiati annualmente 1.027.221 kWh e il combustibile risparmiato in un anno è stato pari a 170.080 smc. Ciò si traduce in un risparmio economico medio annuo di 27.850 euro (considerando 0,26 €/smc). Considerando anche l’impatto dei certificati bianchi, il risparmio aumenta di 29.500, per un totale di 57.350 euro risparmiati annualmente. L’intervento, divulgato dalla ESCo in un video, è replicabile in altre realtà industriali, con gli stessi vantaggi in termini di risparmio energetico.

L’intervento di recupero termico ha permesso al cliente di pubblicizzare la propria sostenibilità, utilizzando i benefici energetici anche come fattore d’immagine green sul proprio mercato. L’impianto si può dunque replicare in tutte le realtà produttive tessili in cui il processo è discontinuo e i cui scarichi caldi presentano materiale in sospensione di varia grammatura. La società consiglia comunque di effettuare un audit energetico che comprenda anche il payback degli eventuali investimenti che l’azienda-cliente potrebbe realizzare. Nel caso specifico, la criticità è consistita nel fatto che per poter eseguire l’intervento, l’industria ha dovuto riprogettare il reparto di tintoria, ricollocando le macchine che non erano predisposte per una separazione degli scarichi freddi e caldi. Valutazione complessiva Il sistema di recupero realizzato consente di riscaldare circa 20.000 l/h medi di acqua addolcita da 40 a 80 °C (930 kW medi), con 20.000 l/h medi di acqua reflua che, a sua volta, viene raffreddata da 90 a 50 °C. L’energia termica recuperata sostituisce parzialmente l’energia termica prodotta dalla centrale. Questo è solo uno dei 105 progetti presentati nel volume "105 Buone pratiche di efficienza energetica Made in Italy", edito da Edizioni Ambiente (Collana KyotoBooks) che verrà presentato a Roma il 26 gennaio in un convegno organizzato da Kyoto Club. Contenuto Riservato Riservato:  OFF Contenuto a Pagamento A Pagamento:  OFF

www.qualenergia.it 19 Jan, 14:26Un sistema di recupero calore per una tintoria: benefici energetici ed economici

Le macchine di tintoria sono alimentate solo con acqua addolcita la cui linea fredda viene miscelata alla linea caldissima direttamente a bordo macchina per garantire la temperatura necessaria alla lavorazione in corso (tra 15 e 106 °C). La società Albini Energia Srl, Energy Service Company del Comune di Albino (BG), ha fornito i calcoli ingegneristici di un sistema di recupero calore proprio presso un reparto di tintoria filati. Per quanto riguarda le tecnologie, sono stati utilizzati la separazione dei reflui in funzione della temperatura. Lo scambiatore è equipaggiato con una vasca di raccolta delle acque reflue calde, una pompa inverterizzata (per il sollevamento reflui), un serbatoio con acido e pompa dosatrice (per il ciclo di autopulizia brevettato), valvole automatiche per il ricircolo della soluzione acida e un quadro elettrico di gestione con relativo software SCADA. Per valutare il risparmio digasnaturaleottenuto in centrale termica per mezzo del nuovo recuperatore è stata inoltre installata una catena di misura certificata Mid004. Lo scambiatore è coperto da brevetto (Mi2014a001044 – 6 giugno 2014) poiché e presente un sistema di autopulizia innovativo ed efficace. I risultati Per quanto riguarda il risparmio energetico, la media annuale dei Tep risparmiati è pari a 87,7. La media annuale dei Tep ottenuti è pari 295. Sono stati risparmiati annualmente 1.027.221 kWh e il combustibile risparmiato in un anno è stato pari a 170.080 smc. Ciò si traduce in un risparmio economico medio annuo di 27.850 euro (considerando 0,26 €/smc). Considerando anche l’impatto dei certificati bianchi, il risparmio aumenta di 29.500, per un totale di 57.350 euro risparmiati annualmente. L’intervento, divulgato dalla ESCo in un video, è replicabile in altre realtà industriali, con gli stessi vantaggi in termini di risparmio energetico. L’intervento di recupero termico ha permesso al cliente di pubblicizzare la propria sostenibilità, utilizzando i benefici energetici anche come fattore d’immagine green sul proprio mercato. L’impianto si può dunque replicare in tutte le realtà produttive tessili in cui il processo è discontinuo e i cui scarichi caldi presentano materiale in sospensione di varia grammatura. La società consiglia comunque di effettuare un audit energetico che comprenda anche il payback degli eventuali investimenti che l’azienda-cliente potrebbe realizzare. Nel caso specifico, la criticità è consistita nel fatto che per poter eseguire l’intervento, l’industria ha dovuto riprogettare il reparto di tintoria, ricollocando le macchine che non erano predisposte per una separazione degli scarichi freddi e caldi. Valutazione complessiva Il sistema di recupero realizzato consente di riscaldare circa 20.000 l/h medi di acqua addolcita da 40 a 80 °C (930 kW medi), con 20.000 l/h medi di acqua reflua che, a sua volta, viene raffreddata da 90 a 50 °C. L’energia termica

recuperata sostituisce parzialmente l’energia termica prodotta dalla centrale. Questo è solo uno dei 105 progetti presentati nel volume "105 Buone pratiche di efficienza energetica Made in Italy", edito da Edizioni Ambiente (Collana KyotoBooks) che verrà presentato a Roma il 26 gennaio in un convegno organizzato da Kyoto Club.

www.omniauto.it 19 Jan, 14:53Auto Euro 6, cosa c'è dopo?

Che futuro hanno le automobili diesel? Per quanto tempo sarà ancora possibile circolare all'interno delle grandi città con vetture alimentate a gasolio? Cosa c'è dopo l'Euro 6? Come posso tutelarmi contro i prossimi e sempre più stringenti blocchi del traffico resi obbligatori dall'inquinamento atmosferico? Queste e molte altre sono le domande che alcuni dei nostri lettori si pongono allarmati dalle notizie che hanno travolto l'auto diesel, partendo dallo scandalo emissioni Volkswagen dello scorso anno per arrivare al caso emissioni FCA e quello Renault. Il vento contrario che soffia sulle vetture con motore ad accensione spontanea e che vi abbiamo spiegato qui, è quasi una bora alimentata dall'annunciato stop alle auto diesel in quattro metropoli e soprattutto dal fatto che anche in Italia ci sono città come Roma che in caso di sforamento dei limiti all'inquinamento e nelle "Domeniche ecologiche" bloccano le Diesel Euro 5. Diesel per lavoro e blocchi del traffico Questo significa che chi vuole circolare ogni giorno nella Capitale con un'auto diesel senza paura dei blocchi del traffico occorre guidare un'Euro 6, la diesel più "pulita" che c'è, ma la certezza potrebbe finire il 31 ottobre 2017 quando scadrà anche la deroga per le diesel Euro 6. Certo, si può valutare l'acquisto di un'auto nuova ibrida, aGPL,metanoo elettrica che sono sempre esentate dal divieto di circolazione, ma chi - soprattutto per lavoro - ha bisogno di una macchina a gasolio potrebbe pensare ad un'ancora più ecologica diesel Euro 7? La risposta è no, almeno per ora, perché gli standard europei sulle emissioni inquinanti sono fermi all'Euro 6c e nei prossimi anni arriveranno al massimo all'Euro 6d. Motori più puliti, ma a quali costi? Questa situazione di quasi stallo ci dice che il motore diesel è giunto ormai ad un livello tale di maturità ed evoluzione tecnica che ulteriori interventi mirati a ridurre le emissioni allo scarico di ossidi di azoto (NOx) e particolato (soprattutto il PM10) potrebbero essere costosi e poco efficaci. In pratica gli investimenti in nuovi filtri antiparticolato, sistemi EGR e catalizzatori potrebbero garantire miglioramenti marginali e non giustificabili a livello economico per le stesse Case automobilistiche. E' anche per questo che le citycar a gasolio sono ormai una rarità e potrebbero sparire dai listini nei prossimi anni, mentre molti Costruttori preferiscono puntare su motori diesel di cilindrata superiore rispetto ai precedenti 1.1, 1.2 e 1.3 turbodiesel quasi in via d'estinzione. Anche le famiglie di motori modulari e l'elettrificazione degli attuali motori a benzina sono un modo che hanno i produttori per ottenere la riduzione di tutte le emissioni allo scarico e in particolare della CO2 della gamma che dal 2021 in Europa dovrà rimanere entro i 95 g/km. Euro 6c, l'ultima omologazione con le vecchie regole Per capire quanto sono stati piccoli i passi in avanti fatti dalle più recenti normative europee in tema di emissioni allo scarico basta osservare le minime variazioni imposte alle auto diesel dall'Euro 5b all'Euro 6: nel passaggio da uno standard all'altro si sono ridotti solo i livelli di HC+NOx (Idrocarburi incombusti e Ossidi di azoto) da 0,230 a 0,170 mg/km, mentre il particolato espresso in PN (numero totale di particelle emesse) resta invariato a quota 6×1012/km. Anche la normativa Euro 6c che sarà obbligatoria per tutti i modello omologati da settembre 2017 e venduti da settembre 2018 non modifica i precedenti valori per auto diesel (Euro 6a ed Euro 6b), ma interviene su quelle a benzina che dovranno ridurre il PN da 6 × 1012/km a 6 × 1011/km; è anche per questo che Mercedes e Volkswagen hanno già annunciato propulsori a benzina di nuova generazione dotati di filtri antiparticolato DPF. Da settembre 2019 tutti Euro 6d Dopo l'Euro 6c ci sarà poi l'Euro 6d in due fasi, ma le scelte politiche della Ue non puntano più ad una pura e semplice riduzione delle emissioni allo scarico, ormai anche difficili da misurare con precisione viste le quantità e le

dimensioni delle particelle, ma a modificare i cicli di omologazione avvicinandoli a quelli di reale utilizzo dell'auto. Già a partire dal primo settembre 2017 tutte le omologazioni dei nuovi veicoli saranno fatte secondo lo standard Euro 6d-TEMP che prevede misurazioni degli inquinanti basate sul ciclo RDE (Real Driving Emissions) al posto del precedente NDEC e rilevamento della CO2 attraverso le nuove metodologie WLTP (Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedures). La stessa omologazione Euro 6d-TEMP sarà obbligatoria per le auto nuove immatricolate da settembre 2019 e la dicitura "TEMP" sta ad indicare la prima fase dell'Euro 6d. Nei primi tre anni sarà infatti concesso un "fattore di conformità" di 2,1 ai costruttori per adeguare ai nuovi limiti i veicoli di oggi, mentre un margine di errore di 1,5 sarà ammesso con l'introduzione dell'Euro 6d definitivo; questo entrerà in vigore il primo gennaio 2020 per le omologazioni e il primo gennaio 2021 per le immatricolazioni.

www.alvolante.it 19 Jan, 15:31Alleanza tra costruttori e petrolieri per idrogeno

ADERISCONO SHELL E TOTAL - Nasce il Consiglio per l’idrogeno per favorire lo sviluppo della mobilità ad idrogeno (H2). A istituirlo a Davos durante il World Economic Forum in corso sono 13 società, tra le quali sono presenti cinque case automobilistiche già attive nel settore: Toyota, BMW, Daimler, Honda e Hyundai. Tra esse anche la Air Liquide e la Linde, tra le principali industrie europee di impianti di produzione e distribuzione di H2. L’interesse per il vettore energetico “pulito” arriva pure da parte delle aziende delle fonti fossili, come il colosso minerario AngloAmerican (estrae carbone, ma pure il platino impiegato nelle celle a combustibile) e due società petrolifere, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell e la francese Total. Due imprese che sembrano volersi tutelare dal possibile contenimento del proprio giro d’affari per l’avvento delle auto ecologiche e che stanno investendo anche nelle fonti rinnovabili (qui per saperne di più) che dovrebbero produrre la corrente per le auto elettriche. A completare l’alleanza sono il gruppo energetico Engie, il produttore dei treni Alstom e quello di moto e veicoli pesanti Kawasaki. APPELLO AI GOVERNI - Al vertice del Consiglio per l’idrogeno sono stati nominati Benôit Potier, amministratore delegato di Air Liquide, e Takeshi Uchiyamada, presidente di Toyota, il marchio che più di ogni altro sembra puntare con decisione alla mobilità ad H2. L’intento della nuova alleanza è duplice, sviluppare la tecnologia e fare da gruppo di pressione verso i Governi. Il primo obiettivo è perseguito con un investimento preventivato nel settore di 10 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, cifra notevole per un mercato che ad oggi ha un giro d’affari di 1,4 miliardi. Il secondo con l’appello ai decisori politici. “Cerchiamo”, ha dichiarato Uchyamada, “collaborazione, cooperazione e comprensione da parte dei governi, dell’industria e soprattutto del pubblico”. Una richiesta rafforzata da Potier con l’affermazione che “non possiamo farcela da soli, abbiamo bisogno che i governi sostengano l’idrogeno con azioni proprie, ad esempio attraverso schemi di investimento in infrastrutture su larga scala”. Investimenti cospicui considerando gli alti costi per la realizzazione di impianti per la produzione di H2 e dei distributori di idrogeno (1-2 miliardi di dollari secondo una stima di Kpmg).  ASSENTI LE IMPRESE ITALIANE - Nel Consiglio per l’idrogeno mancano aziende italiane, malgrado il vettore energetico sia stato appena inserito nel decreto legislativo che recepisce la direttiva europea suicarburantialternativi. Un documento che prevede la realizzazione di “un numero adeguato” di stazioni di rifornimento accessibili al pubblico entro il 31 dicembre 2025 (qui per saperne di più). Ad oggi, però, l’unica realtà operativa è quella di Bolzano adiacente all’Autostrada A22. Una struttura inserita all’interno del progetto “Corridoio verde” che delinea la presenza di distributori autostradali di H2 da Modena fino a Monaco di Baviera e, successivamente, a Stoccarda. 

actualidadvenezuela.org 19 Jan, 16:31

(Aruba) Delegacion di PDVSA Gas lo ta na Aruba

Aruba ta preparando pa ricibi un delegacion grandi di PDVSA Gas pa papia riba e ultimo desaroyonan riba e tereno aki cu Minister di Energia Mike de Meza y su conseheronan. Esaki ta loke e mandatario a anuncia dialuna ultimo durante un conferencia di prensa. Esaki lo ta di dos bishita di e delegacion na Aruba, despues di esun di aña pasa, unda cu e punto principal ta combersacion riba e tubo di gas cu mester worde instala entre Venezuela y Aruba. ”Esaki ta un proyecto grandi cu ta bay costa entre 150 pa 200 miyon Dollar. E tubo aki ta haci posibel cu e refineria, ora cu e ta cla pa operacion, por haci uzo digasnaturaly no e fuel oil pisa cu pa casi 100 aña a uza den operacion di e refineriana Aruba, ”de Meza a splica. E uzo di gas den operacion di e refineria lo trece un cambio grandi, principalmente pa esnan cu ta biba den bisindario di e refineria y pa Aruba e lo nifica un cambio grandi pa medioambiente. Na mes momento, e mandatario a splica, tin diferente reunion tumando luga pa realisacion di e Proyecto di Algen, den cual tanto e multinacional CITGO como Gobierno di Aruba (Refineria di Aruba) ta envolvi den dje. Tin diferente otro instancia cu ta traha riba tereno di sostenibilidad cu ta envolvi hunto cu expertonan local y internacional. “E proyectoaki ta uno hopi interesante cu ta bay haya atencion internacional,”e mandatario a sigura. Un di e condicionnan cu Gobierno di Aruba a pone den e negociacion cu CITGO ta pa e refineria, cu ta importante pa pais Aruba, opera a base digasnatural, cu ta un sistema hopi mas limpi cu e heavy fuel cual a causa hopi problema pa e habitantenan rond di e refineria, principalmente ora cu biento cambia di direccion. Durante e conferencia di prensa Minister Mike de Meza a papia ampliamente riba e ultimo desaroyonan di inicio di e trabaonan pa rehabilita e refineria. El a desbarata un pa un tur critica di opositornan, tambe el a papia di e hendenan cu a worde tuma na trabao caba y tur e otronan cu ta bay worde tuma den servicio. Fuente: http://www.diario.aw Fuente Original Comentarios comentarios

www.hdmotori.it 19 Jan, 17:11Amazon punta alla “gestione” della guida autonoma

Amazon ha registrato un brevetto che spiega la tecnologia creata dal colosso delle vendite online per gestire il traffico delle auto a guida autonoma in condizioni di traffico intenso grazie alla tecnologia di comunicazione V2I. Nei mesi recenti Amazon ha puntato sulla commercializzazione dei veicoli tramite il proprio sito internet, seguendo al filosofia che ha portato il marketplace di Jeff Bezos sulla cima del mondo delle vendite sul web. Secondo un brevetto scovato da Business Insider sul sito internet dello United States Patent and Trademark Office Amazon avrebbe in mente di gestire il traffico in zone particolarmente trafficate, indirizzando le auto a guida autonoma a seconda delle condizioni di traffico. Avviene in alcune città del mondo particolarmente trafficate che alcune corsie siano utilizzate in una direzione per permettere l’afflusso delle auto verso i centri abitati e di lavoro, mentre siano invertite nelle ore serali per aiutare il deflusso del traffico da queste aree. Amazon punta alla gestione di queste situazioni indirizzando le auto a guida autonoma del futuro nella direzione corretta e più utile allo smaltimento del traffico in eccesso. Grazie ad un cervellone esterno vengono raccolti dati che permettono di analizzare la situazione. Audi: al CES “dialogano” con i semafori Queste informazioni vengono rielaborate e inviate nuovamente ai singoli veicoli tramite la rete internet secondo la tecnologia Vehicle-to-Infrastructure (V2I) che ultimamente è stata portata alla ribalta da vari produttori tra cui Audi o Panasonic, FCA con Portal e PSA con Ericsson. In questo è necessario portare avanti lo sviluppo della tecnologia 5G e la diffusione di piani pensati per connettere l’automobile alla rete mobile senza essere dipendente da quella usata normalmente per computer e smartphone. Nonostante questo brevetto non mostri l’intenzione imminente di mettere in commercio un simile sistema – anche perché le carenze infrastrutturali potrebbero essere ancora un ostacolo insormontabile – lascia

intendere quanto Amazon legga un business promettente nel mondo dell’automobile. Questo conferma la potenzialità (anche economica) della guida autonoma che rappresenta la vera rivoluzione attesa nei prossimi anni oltre alla diffusione delle elettriche o deicarburantialternativia benzina e diesel. Inoltre per un colosso come Amazon le consegne tramite minivan o camion senza conducente potrebbe rappresentare l’uovo di colombo, diversamente alle consegne via drone che per ora presentano difficoltà oggettive non indifferenti. Storie: Amazon

www.alvolante.it 19 Jan, 19:34Auto elettriche: colonnine nei condomini dal 2018

RETE “ADEGUATA” ENTRO IL 2021 - Non c’è soltanto l’idrogeno (qui per saperne di più) nel decreto legislativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 13 gennaio voluto con l’obiettivo di “ridurre la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nel settore dei trasporti”. Nel provvedimento che recepisce la Direttiva europea per la realizzazione di infrastrutture dedicate ai combustibili alternativi sono compresi i distributori digasnaturaleliquefatto e compresso, diGPL, di biocarburanti e di combustibili sintetici e paraffinici. Le maggiori novità, però, riguardano la rete per la ricarica dei veicoli elettrici che, entro il 31 dicembre 2020, dovrà avere “un numero adeguato di punti di ricarica accessibili al pubblico”. Un valore che sarà definito in base al numero stimato di veicoli a batterie in circolazione.  COLONNINE IN ABITAZIONI E UFFICI - Il decreto legislativo 257/2016 stabilisce l’installazione di colonnine nelle città metropolitane, nelle aree urbane e sulle strada extraurbane, statali e autostrade e la possibilità di fare il “pieno” di auto elettriche e ibridi plug-in con “distributore” lento (con potenza di erogazione pari o inferiore a 7,4 kW), accelerato (7,4-22 kW), veloce (22-50 kW) o ultra-veloce (oltre 50 kW). La news più interessante riguarda l’imposizione ai Comuni di adeguare il regolamento edilizio entro il 31 gennaio 2017 per rendere effettivo l’obbligo di predisporre dei punti di ricarica nei nuovi edifici. L’obbligo riguarda gli stabili residenziali di nuova costruzione con almeno 10 unità abitative e quelli “ad uso diverso da quello residenziale con superficie utile superiore a 500 metri quadrati”, nonché quelli esistenti appartenenti alle due categorie e soggetti a ristrutturazione profonda. Il numero di “prese” stabilito è pari ad almeno il 20% dei posti auto totali presenti per i condomini ed eguale ai parcheggi disponibili per gli altri edifici. Altra novità riguarda l’obbligo di inserire delle colonnine elettriche con potenza di almeno 22 kW nelle nuove stazioni di servizio o in quelle soggette a ristrutturazione totale.

www.agenzianova.com 19 Jan, 20:54Salerno: presentate le attivita' formative della Wetur nel comparto alberghiero

Napoli, 19 gen 19:49 - (Agenzia Nova) - Sono state presentate questa mattina alla Camera di Commercio, alla presenza dell’assessore al Bilancio del Comune di Salerno, Roberto De Luca, le attività formative 2017 organizzate dalla Wetur srl per le imprese del comparto turistico-alberghiero delle due Costiere, amalfitana e cilentana, e dell’intera provincia di Salerno. L’amministratore delegato della Wetur, la dottoressa Bianca Pierri Cecaro ha proposto, di concerto con la Sicme Energy e Gas, azienda leader nella di fornitura di energia elettrica egasnaturale, e l’associazione Sara (Sicurezza Assistenza Ricerca e Ambiente), un nuovo calendario di attività formative – obbligatorie e non per il comparto – corsi di lingua inglese e servizi esclusivi rivolti ai consorzi di albergatori. Gran parte della formazione sarà a cura dell’Hospitality School. Il 24 gennaio a Vallo della Lucania, replicando l’offerta formativa il 25 gennaio a Paestum, al via due seminari a cura del professor Giancarlo Dall’Ara, esperto di marketing turistico. Al fianco della Wetur srl, l’ad della Sicme Energy e Gas, Pierluigi Punzi:

“Continua il nostro sostegno al comparto alberghiero, perché gli albergatori sono il biglietto da visita del territorio e sono anche nostri clienti. Aiutandoli, aiutiamo noi stessi e il territorio in cui operiamo. Oltre alla installazione di colonnine per la ricarica di auto, moto e bike elettriche, perché desideriamo che nelle fasce costiere circolino sempre di più auto ecologiche, sviluppiamo percorsi di trekking notturno, con l’installazione di lampade a led alimentate da micro pannelli solari e un modello di vacanza “cardio protetta”, contribuendo all’installazione, nelle strutture alberghiere, di defibrillatori a disposizione degli ospiti e dei residenti, promuovendo corsi di formazione alle manovre di rianimazione cardiopolmonare. Anche questa attività è energia. Energia per la vita”. Antonio Foglia, presidente dell’associazione Sara, sosterrà le attività formative: “Ho sempre immaginato la scuola come il vero volano per la crescita individuale e del territorio. Vogliamo creare un’opportunità lavorativa per i ragazzi, aumentando l’offerta formativa con contenuti interessanti, somministrati a distanza agli studenti, consentendo ai giovani di applicare le metodologie apprese direttamente nell’attività lavorativa in albergo”. L’assessore De Luca nel suo intervento conclusivo ha dichiarato pieno appoggio alle attività alberghiere, chiedendo un incontro a breve per un confronto diretto con tutti gli operatori del settore”. All’incontro erano presenti – tra gli altri - il professor Riccardo Laudadio, presidente dell’Hospitality School; Gennaro Pisacane, presidente del Consorzio albergatori di Amalfi; Pietro Cerullo, presidente del Consorzio albergatori di Palinuro; Federica Agresta, presidente del Contratto di rete di Ascea; Antonella Petriello, presidente del Consorzio albergatori di Acciaroli; Giuseppe Greco, presidente del Consorzio albergatori di Paestum; Anna Citarella, presidente Associazione albergatori di Maiori; Ambrogio Carro, presidente Associazione Positano Lifestyle. © Agenzia Nova - Riproduzione riservata

www.arezzoweb.it 20 Jan, 08:01Palermo: Gdf sequestra nelle Andorre beni e gioielli per 1,5 milioni euro a eredi Brancato

Palermo, 20 gen. (AdnKronos) – Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D’Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo Gas” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GasNatural”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato, che oggi hanno portato al sequestro dei beni.

ilmattinodisicilia.it 20 Jan, 08:07La Finanza di Palermo sequestra beni della famiglia Brancato nel Principato di Andorra

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D’Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio BRANCATO, deceduto nel 2000 e

fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo GAS” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GASNATURAL”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato. L’attività investigativa svolta all’estero ha permesso di scoprire che il marito di Monia Brancato ha, nell’anno 2013, aperto cinque conti correnti bancari presso quattro istituti di credito del Principato di Andorra (EE) e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l’agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al maggio dello stesso anno. Ricostruendo i movimenti finanziari i finanzieri hanno quindi individuato il patrimonio che la famiglia Brancato deteneva illecitamente nel Principato di Andorra. La successiva rogatoria internazionale con lo Stato pirenaico ha consentito di acquisire documentazione bancaria importante, in virtù della quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta dal dott. Giacomo Montalbano, ha disposto il sequestro di prevenzione di somme pari a 1.475.000 euro, nonché di gioielli e preziosi, ritenuti provento di attività illecita. In occasione del sequestro di prevenzione, è stato notificato il nuovo decreto richiesto dai Sostituti Procuratori Siro De Flammineis e Gaspare Spedale ed emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, con il quale si dispone il sequestro preventivo delle medesime somme, già disposto nel mese di agosto 2016 ed annullato dal Tribunale del Riesame. La collaborazione con il Principato di Andorra assume particolare rilievo perché, per la prima volta nella storia, l’Italia e lo Stato pirenaico hanno collaborato e continuano a collaborare in una cornice di reciproca assistenza giudiziaria, avviata dal Procuratore della Repubblica di Palermo – Dott. Francesco Lo Voi. La Finanza di Palermo sequestra beni della famiglia Brancato nel Principato di Andorra 2017-01-20T08:00:35+00:00 Redazione MdS

www.sardegnaoggi.it 20 Jan, 08:12Palermo: Gdf sequestra nelle Andorre beni e gioielli per 1,5 milioni euro a eredi Brancato

Palermo, 20 gen. (AdnKronos) - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D?Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto ?Gruppo GAS? di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il ?Gruppo Gas? era stato venduto alla multinazionale spagnola ?GasNatural?, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell?ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l?Ambasciata d?Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per ?trasferimento fraudolento di valori? in Italia e per ?riciclaggio? nel Principato, che oggi hanno portato al sequestro dei beni.

www.strettoweb.com 20 Jan, 08:12Palermo: sequestrati beni e gioielli per 1,5 milioni agli eredi di Ezio Brancato

20 gennaio 2017 07:33 Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie e delle figlie di Ezio Brancato Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D’Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto ”Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il ”Gruppo Gas” era stato venduto alla multinazionale spagnola ”GasNatural”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per ”trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per ”riciclaggio” nel Principato, che oggi hanno portato al sequestro dei beni. L’attività investigativa svolta all’estero ha permesso di scoprire che il marito di Monia Brancato ha, nell’anno 2013, aperto cinque conti correnti bancari presso quattro istituti di credito del Principato di Andorra (EE) e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l’agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al maggio dello stesso anno. Ricostruendo i movimenti finanziari “i finanzieri hanno quindi individuato il patrimonio che la famiglia Brancato deteneva illecitamente nel Principato di Andorra”. La successiva rogatoria internazionale con lo Stato pirenaico ha consentito di acquisire documentazione bancaria importante, in virtù della quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta dal Giacomo Montalbano, ha disposto il sequestro di prevenzione di somme pari a 1.475.000 euro, nonché di gioielli e preziosi, ritenuti provento di attività illecita.

www.trs98.it 19 Jan, 00:00PALERMO – Mafia e gas, nuovo sequestro per gli eredi di Brancato

Sono stati sequestrati definitivamente i beni della famiglia Brancato per un valore di 1,5 milione di euro e anche gioielli e preziosi, ritenuti provento di attività illecita. Nonostante un primo sequestro preventivo della guardia di finanza di Palermo del maggio 2013, fiumi di soldi sarebbero andati a finire nei conti correnti del Principato di Andorra. Ezio Brancato era un funzionario della Regione Siciliana morto nel 2000 e faccendiere del boss Bernardo Provenzano e di Vito Ciancimino. Successivamente il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Palermo ha avviato parallelamente indagini nei confronti della famiglia per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato, anche sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme gialle e le autorità di polizia andorrane e con la collaborazione tra l’ufficiale di collegamento della guardia di finanza all’Ambasciata d’Italia a Madrid. Si è scoperto che i conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l’agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo. Il sequestro nei confronti della moglie Maria D’Anna e delle figlie, Monia e Antonella di Ezio Brancato, morto nel 2000 e fino al 1981. Il funzionario della Regione Siciliana aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in

società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo GAS” era stato venduto alla multinazionale spagnola “Gasnatural”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato.

www.repubblica.it 20 Jan, 08:22Riciclaggio:sequestro al socio di Ciancimino,blitz a Andorra

08:16 Riciclaggio:sequestro al socio di Ciancimino,blitz a Andorra Palermo, 20 gen. - Sequestrato nel Principato di Andorra somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il provvedimento, eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Palermo, e' stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale nei confronti della moglie e delle figlie di Ezio Brancato, morto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione siciliana. L'uomo aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in societa' operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia sia in Abruzzo, ed era socio del cosiddetto 'Gruppo Gas' di Palermo, la cui attivita' era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il 'Gruppo Gas' era stato venduto alla multinazionale spagnola 'GasNatural', per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le autorita' di polizia andorrane, per il tramite dell'ufficiale di collegamento della Guardia di finanza presso l'Ambasciata d'Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per trasferimento fraudolento di valori in Italia e per 'riciclaggio' nel Principato. . ( 20 January 2017) Le altre news

palermo.repubblica.it 20 Jan, 08:22Sigilli al tesoretto delle eredi Brancato. Trasferito dalla Sicilia ad Andorra con 39 bonifici

Il primo sequestro, ad agosto, era stato annullato dal tribunale del riesame. Poi, il sostituto procuratore Siro De Flammineis ha ottenuto altre carte dalla Spagna, attraverso una rogatoria. Così, è scattato un nuovo sequestro, addirittura doppio, sul tesoretto delle eredi Brancato, la moglie e le due figlie dell'imprenditore che negli anni Ottanta fu tra i fondatori, assieme al tributarista Gianni Lapis, delle società del Gruppo Gas. Un primo provvedimento è stato firmato dal giudice delle indagini preliminari Nicola Aiello; un altro, dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo presieduta da Giacomo Montalbano. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno notificato gli atti alle banche del Principato di Andorra dove si trovano soldi e gioielli per un valore di un milione e 400 mila euro. Per la procura, in quelle carte inviate dalla Spagna ci sarebbe la prova che Maria D'Anna e le figlie Monia e Antonella hanno trasferito il tesoretto nel Principato di Andorra subito dopo il sequestro di beni da 48 milioni di euro scattato nel 2013. Operazione fatta attraverso l'avvocato Julio Quintas Casellas, marito di Monia. Nelle casseforti di Andorra, la storia di una famiglia della Palermo bene si intreccia con una lunga stagione del potere siciliano. Gli inquirenti ipotizzano che Ezio Brancato sia stato socio occulto di Vito Ciancimino. Una vicenda ancora piena di misteri, un pezzo del tesoro dei Ciancimino ancora non si trova. Per queste ragioni, la procura aveva anche sollecitato gli arresti domiciliari per le eredi Brancato e per l'avvocato Quintas Casellas, ma ad agosto il gip aveva rigettato la misura cautelare.  Adesso, le nuove carte raccontano che il tesoretto delle Brancato era stato trasferito in tutta fretta su cinque conti correnti aperti in quattro banche di Andorra. Erano stati fatti ben 39 bonifici in soli due mesi, fra il giugno e l'agosto di quattro anni fa. I gioielli erano invece stati sistemati in due cassette di sicurezza. Ora, è tutto sequestrato, mentre proseguono le

indagini per cercare le tracce di altre operazioni economiche, tracce che portano in giro per l’Europa. Potrebbero essere indicazioni per giungere al tesoro dei Ciancimino che ancora non si trova. Una storia antica e moderna allo stesso tempo. Antica perché, dicono i pentiti, la “Gas spa” avrebbe fatto man bassa di appalti per la metanizzazione grazie ai buoni uffici di alcuni esponenti di Cosa nostra. Una storia moderna, perché nel gennaio 2004 il gruppo è stato venduto alla spagnola “Gasnatural” per 115 milioni di euro, di cui circa 47 pagati alle Brancato. Il resto all’altro socio, l’avvocato Gianni Lapis, anche lui ritenuto prestanome di Vito Ciancimino e di suo figlio Massimo. Lapis è stato il primo ad essere raggiunto da un sequestro. Poi, l’indagine ha virato sull’altra faccia della società, quella che in un primo tempo era sembrata estranea alle infiltrazioni mafiose.

www.sardiniapost.it 20 Jan, 08:30Sequestrati ad Andorra 1,5 mln a eredi di un socio di Ciancimino

Trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio le accuse (askanews) – Roma, 20 gen 2017 – Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro e’ stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D’Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, morto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in societa’ operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo, ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attivita’ era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo GAS” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GasNatural”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorita’ di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato. (Segue)

www.grandangoloagrigento.it 20 Jan, 08:36Riciclaggio, sequestrati soldi e gioielli a ex funzionario della Regione Siciliana

Sequestrato nel Principato di Andorra somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il provvedimento, eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Palermo, e’ stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale nei confronti della moglie e delle figlie di Ezio Brancato, morto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione siciliana. L’uomo aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in societa’ operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia sia in Abruzzo, ed era socio del cosiddetto “Gruppo Gas” di Palermo, la cui attivita’ era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo Gas” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GasNatural”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le autorita’ di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per trasferimento fraudolento di valori in Italia e per “riciclaggio” nel Principato. La collaborazione con il Principato di Andorra assume particolare rilievo perche’, per la prima volta l’Italia e lo Stato pirenaico hanno collaborato e continuano a collaborare in un quadro di reciproca assistenza giudiziaria, avviata dal

procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Lo Voi. L’attivita’ investigativa svolta all’estero ha permesso di scoprire che il genero di Brancato nel 2013 ha aperto cinque conti correnti bancari presso quattro istituti di credito del Principato di Andorra e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l’agosto del 2013, immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al maggio dello stesso anno. Ricostruendo i movimenti finanziari i finanzieri hanno quindi individuato il patrimonio che la famiglia Brancato deteneva illecitamente nel Principato di Andorra. La successiva rogatoria internazionale con lo Stato pirenaico ha consentito di acquisire documentazione bancaria importante, in virtu’ della quale la Sezione Misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta da Giacomo Montalbano, ha disposto il sequestro di prevenzione di somme pari a 1.475.000 euro, nonche’ di gioielli e preziosi, ritenuti frutto di attivita’ illecita. In occasione del sequestro di prevenzione, e’ stato notificato il nuovo decreto richiesto dai sostituti procuratori Siro De Flammineis e Gaspare Spedale ed emesso dal Gip, con il quale si dispone il sequestro preventivo delle medesime somme, gia’ disposto nel mese di agosto 2016 e annullato dal Tribunale del Riesame.

www.ilfoglio.it 20 Jan, 08:44Palermo: Gdf sequestra nelle Andorre beni e gioielli per 1,5 milioni euro a eredi Brancato

Palermo, 20 gen. (AdnKronos) - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D’Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo Gas” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GasNatural”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato, che oggi hanno portato al sequestro dei beni.

www.qualenergia.it 20 Jan, 08:44Le strategie climatiche di lungo periodo e l’approssimazione italiana

In Italia l’Accordo sul clima di Parigi è come se non fosse mai entrato in vigore. Mentre nel mondo molte nazioni, città, imprese hanno accelerato il loro impegno, da noi tutto tace. Anzi, il nostro paese riafferma una posizione difensiva rispetto agli obbiettivi proposti dalla UE al 2030. Ponendoci così più vicini alla carbonifera Polonia che alle posizioni della Germania e della Francia. E quando si decide di intervenire, lo si fa in maniera maldestra come ci ricorda la proposta di rivisitare la SEN coinvolgendo un consulente esterno con potenziali conflitti di interesse, invece di utilizzare Enea, Rse e Ispra. E, soprattutto, senza prevedere un’ampia consultazione pubblica. Per di più, mentre il MiSE si avvia su questa strada, il Ministero dell’Ambiente lavora (?) alla strategia climatica. Insomma, una bella confusione, dettata da mancanza di chiarezza, timidezza politica e assenza di regia. E così, molto opportunamente, il prossimo 25 gennaio il Coordinamento FREE

terrà a Roma una conferenza stampa alla Camera per riflettere criticamente sull’attuale impostazione e per avanzare una proposta sul modello partecipativo e sulle linee guida che dovrebbero ispirare la strategia climatica. L’avvio di una seria politica di contrasto al riscaldamento del pianeta può infatti rappresentare una straordinaria opportunità per modernizzare il paese e rilanciare l’economia, sollecitando cambiamenti profondi in molti settori.  Pensiamo, ad esempio, agli obiettivi al 2030 nei settori non ETS che implicano una riduzione delle emissioni del 18% rispetto ai valori attuali. Un risultato ottenibile solo con un salto di qualità nei comparti dell’edilizia (riqualificazione spinta di interi quartieri) e trasporti (decollo della mobilità elettrica), che negli ultimi 25 anni non hanno registrato un calo delle emissioni. E un analogo colpo d’ala sarà necessario per coprire il 50% della domanda elettrica al 2030 con le fonti rinnovabili. Ma una riflessione critica, un rilancio della progettualità sono necessari non solo per raggiungere gli obiettivi previsti per la fine del prossimo decennio, ma anche per riflettere sui cambiamenti a lungo termine ed evitare scelte dannose. Non a caso, l’Accordo sul Clima prevede la predisposizione di efficaci strategie di decarbonizzazione al 2050. Al momento, anticipando i tempi, cinque paesi (Usa, Canada, Messico, Germania e Francia) hanno già depositato i propri documenti presso il Segretariato. Altre realtà avevano già elaborato propri scenari a metà secolo. Così nel 2011 l’Unione Europea aveva predisposto la “Energy Roadmap 2050” che prevedeva una riduzione delle emissioni climalteranti tra l’80 e il 95% rispetto al 1990.  Il Regno Unito con il Climate Change Act del 2008 si era già impegnato nel 2008 ad un taglio dell’80%. E i governi di Svezia e Danimarca vorrebbero diventare totalmente “Fossil Free” entro il 2050.   Ma perché è importante capire come e dove ridurre le emissioni sul lungo periodo? Innanzitutto per avere la consapevolezza dell’ambizioso percorso da compiere, delle implicazioni per i vari comparti, degli investimenti da evitare. Il cambiamento che abbiamo di fronte non ha infatti eguali nella storia dell’umanità. In un terzo di secolo le fonti fossili, che al momento garantiscono il 78% dei consumi mondiali e l’81% di quelli italiani, dovrebbero avviarsi verso un uso residuale. La necessità di questa rapida retromarcia è difficile da interiorizzare e ha notevoli implicazioni. Prendiamo il caso delmetano. Se al 2050 i consumi di gas dovessero azzerarsi, o anche ridursi solo dell’80%, la costruzione di molti nuovi gasdotti diverrebbe uno emblematico e costoso esempio di investimenti inutili.  E ci sono anche riflessi interni. Non a caso i gestori delle infrastrutture inglesi di trasporto dimetanohanno valutato quattro possibili scenari di decarbonizzazione al 2050. Tornando all’elaborazione degli scenari climatici, va sottolineata l’importanza del metodo del “backcasting”, cioè dell’esplorazione delle trasformazioni necessarie per raggiungere un determinato obbiettivo ad una certa data: nel nostro caso il taglio dell’80-95% delle emissioni climalteranti al 2050. Così, ed esempio, si dovranno analizzare i percorsi e gli obiettivi intermedi in grado di portare l’intero patrimonio edilizio su valori “nearly zero energy”. Individuata la traiettoria di riduzione diventano indispensabili le verifiche intermedie, per aggiustare il tiro se è il caso. La Francia, ad esempio, ha introdotto i “Budget di carbonio” che prevedono la verifica ogni 5 anni dell’adeguatezza delle politiche nei vari comparti. Ma una “Strategia Climatica 2050” deve necessariamente abbracciare tematiche molto più ampie di quelle energetiche. Il percorso di decarbonizzazione è infatti strettamente legato alla transizione verso un’economia sempre più circolare. Deve quindi prevedere la valorizzazione della bioeconomia, l’impegno contro l’obsolescenza programmata dei prodotti, il contenimento dell’espansione antropizzata sui territori. Vista poi l’importanza dei trasporti, devono essere affrontati i cambiamenti radicali in arrivo, includendo ipotesi chiare sul ruolo della mobilità elettrica senza guidatore. Ma, la strategia deve necessariamente riguardare anche l’agricoltura, l’allevamento, la gestione forestale, la possibilità di catturare il carbonio nei boschi e nel suolo, includendo una riflessione critica sul nostro modello alimentare. Sul versante della fiscalità, va considerato lo strumento della carbon tax, spingendo per una sua adozione a livello europeo. Infine, vanno ovviamente considerate le azioni necessarie per adattarsi ai cambiamenti climatici che si accentueranno nei prossimi decenni Come si vede, l’elaborazione è necessariamente molto trasversale e richiede da un lato il coinvolgimento attivo e non solo formale dei vari stakeholders, dall’altro una cabina di regia delle

varie amministrazioni che, in assenza di un Ministero dei cambiamenti climatici, non può che essere allocata presso la Presidenza del Consiglio. Vista la portata degli ostacoli e delle opportunità connesse con questa sfida, un processo partecipato nella formulazione del Piano è fondamentale affinché tutti i protagonisti della società abbiano consapevolezza dell’ampiezza e radicalità dei cambiamenti necessari e siano protagonisti delle scelte da avviare.  Questa è peraltro la strada già seguita dalla Germania e dalla Francia nell’elaborazione dei propri piani. Il documento tedesco è stato predisposto attraverso un ampio processo partecipativo che ha visto il coinvolgimento dei Länder, di 60 città e di 125 associazioni del mondo delle imprese, del lavoro e della società civile. Nell’arco di sei mesi, con il supporto di Istituti di ricerca, sono state predisposte e consegnate al governo 96 proposte. È partito quindi un processo di elaborazione e confronto tra i vari ministeri durato un anno che ha portato al “German Climate Action Plan 2050” che prevede una riduzione delle emissioni a metà secolo dell’80-95% rispetto al 1990, con un obiettivo di riduzione del 55% al 2030 articolato per settori (fig. 1 e 2). Vista la forte presenza industriale, è previsto anche uno specifico programma di ricerca per approfondire i percorsi che possono portare ad una neutralità delle emissioni climalteranti in questo comparto, includendo la cattura e l’impiego della CO2. Il Piano francese è meno ambizioso di quello tedesco, ma pur sempre impegnativo, con una riduzione delle emissioni del 40% al 2030 e del 75% al 2050 (Fig. 3). In Francia un intenso processo partecipativo si era già registrato in vista dell’adozione nel luglio 2015 della Legge per la “Transizione energetica per uno sviluppo verde”. Nel merito dei programmi previsti, risultano molto stringenti gli obiettivi sul parco edilizio, con una riduzione dell’87% delle emissioni rispetto ai livelli attuali. Ma il Piano climatico francese affronta esplicitamente molti temi oltre a quello energetico.  Così, il passaggio ad un’economia circolare ha un ruolo centrale, con un’attenzione alla durata dei prodotti, allo spreco alimentare, alla bioeconomia, alla riduzione del consumo di suolo. Si evidenzia il rischio degli “stranded assets” nell’analisi degli investimenti. Si propone una carbon tax progressivamente crescente (opzione che però è stata congelata per il 2017). Un largo spazio viene inoltre dedicato al ruolo dell’agricoltura e dei boschi. Tornando al nostro paese è importante che si evitino false partenze. E chissà che Paolo Gentiloni, ricordando la sua militanza ambientalista, non riesca a dare la giusta priorità alle politiche climatiche ... Mai dire mai!

palermo.gds.it 20 Jan, 08:51Mafia e gas, nuovo sequestro per gli eredi di Brancato: soldi nel principato di Andorra

PALERMO. Sono stati sequestrati definitivamente i beni della famiglia Brancato per un valore di 1,5 milione di euro e anche gioielli e preziosi, ritenuti provento di attività illecita. Nonostante un primo sequestro preventivo della guardia di finanza di Palermo del maggio 2013, fiumi di soldi sarebbero andati a finire nei conti correnti del Principato di Andorra. Ezio Brancato era un funzionario della Regione Siciliana morto nel 2000 e faccendiere del boss Bernardo Provenzano e di Vito Ciancimino. Successivamente il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Palermo ha avviato parallelamente indagini nei confronti della famiglia per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato, anche sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme gialle e le autorità di polizia andorrane e con la collaborazione tra l’ufficiale di collegamento della guardia di finanza all’Ambasciata d’Italia a Madrid. Si è scoperto che i conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l’agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo. Il sequestro nei confronti della moglie Maria D’Anna e delle figlie, Monia e Antonella di Ezio Brancato, morto nel 2000 e fino al 1981. Il funzionario della Regione Siciliana aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita

illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo GAS” era stato venduto alla multinazionale spagnola “Gasnatural”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. © Riproduzione riservata

palermo.blogsicilia.it 20 Jan, 08:54Sequestrato il tesoretto degli eredi Brancato, era stato ‘nascoto’ ad Andorra con 39 bonifici

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D’Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo GAS” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GasNatural”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato. L’attività investigativa svolta all’estero ha permesso di scoprire che il marito di Monia Brancato ha, nell’anno 2013, aperto cinque conti correnti bancari presso quattro istituti di credito del Principato di Andorra (EE) e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l’agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al maggio dello stesso anno. Ricostruendo i movimenti finanziari i finanzieri hanno quindi individuato il patrimonio che la famiglia Brancato deteneva illecitamente nel Principato di Andorra. La successiva rogatoria internazionale con lo Stato pirenaico ha consentito di acquisire documentazione bancaria importante, in virtù della quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta dal Giacomo Montalbano, ha disposto il sequestro di prevenzione di somme pari a 1.475.000 euro, nonché di gioielli e preziosi, ritenuti provento di attività illecita. In occasione del sequestro di prevenzione, è stato notificato il nuovo decreto richiesto dai Sostituti Procuratori Siro De Flammineis e Gaspare Spedale ed emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, con il quale si dispone il sequestro preventivo delle medesime somme, già disposto nel mese di agosto 2016 ed annullato dal Tribunale del Riesame. La collaborazione con il Principato di Andorra assume particolare rilievo perché, per la prima volta nella storia, l’Italia e lo Stato pirenaico hanno collaborato e continuano a collaborare in una cornice di reciproca assistenza giudiziaria, avviata dal Procuratore della Repubblica di Palermo – Dott. Francesco Lo Voi.

www.liberoquotidiano.it 20 Jan, 09:03Palermo: Gdf sequestra nelle Andorre beni e gioielli per 1,5 milioni euro a eredi Brancato

Palermo, 20 gen. (AdnKronos) - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D’Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva

effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo Gas” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GasNatural”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato, che oggi hanno portato al sequestro dei beni.

www.cataniaoggi.it 20 Jan, 09:05Palermo: Gdf sequestra nelle Andorre beni e gioielli per 1,5 milioni euro a eredi Brancato | Cataniaoggi

Palermo, 20 gen. (AdnKronos) - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D'Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto ?Gruppo GAS? di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il ?Gruppo Gas? era stato venduto alla multinazionale spagnola ?GasNatural?, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell'ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l'Ambasciata d'Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per ?trasferimento fraudolento di valori? in Italia e per ?riciclaggio? nel Principato, che oggi hanno portato al sequestro dei beni.

www.palermotoday.it 20 Jan, 09:06"Era socio di Vito Ciancimino": blitz ad Andorra, sequestrato un "tesoro" nel Principato

Somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro sono stati sequestrati nel Principato di Andorra dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Palermo, Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D'Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, morto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Brancato aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo, ed era socio del cosiddetto "Gruppo Gas" di Palermo. Un'attività costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il "Gruppo Gas" era stato venduto alla multinazionale spagnola "GasNatural", per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le autorità di polizia andorrane, tramite l'ufficiale di collegamento della Finanza presso l'Ambasciata d'Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per "trasferimento fraudolento di valori" in Italia e per "riciclaggio" nel Principato. L'indagine svolta all'estero ha permesso di scoprire che il marito di Monia Brancato nel

2013 aveva aperto cinque conti correnti bancari in quattro istituti di credito del Principato di Andorra e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l'agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al maggio dello stesso anno. Ricostruendo i movimenti finanziari, i finanzieri hanno quindi individuato il patrimonio che la famiglia Brancato deteneva illecitamente nel Principato di Andorra. La successiva rogatoria internazionale con lo Stato pirenaico ha consentito di acquisire documentazione bancaria importante, in virtù della quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta da Giacomo Montalbano, ha disposto il sequestro di prevenzione di 1.475.000 euro, nonché di gioielli e preziosi, ritenuti provento di attività illecita. "In occasione del sequestro di prevenzione - dicono dalla Finanza - è stato notificato il nuovo decreto richiesto dai Sostituti Procuratori Siro De Flammineis e Gaspare Spedale ed emesso dal gip presso il Tribunale di Palermo, con il quale si dispone il sequestro preventivo delle medesime somme, gia' disposto nel mese di agosto 2016 ed annullato dal Tribunale del Riesame".

www.askanews.it 20 Jan, 09:06Sequestrati ad Andorra 1,5 mln a eredi di un socio di Ciancimino

Roma, 20 gen. (askanews) - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D'Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, morto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo, ed era socio del cosiddetto "Gruppo GAS" di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il "Gruppo GAS" era stato venduto alla multinazionale spagnola "GasNatural", per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell'ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l'Ambasciata d'Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per "trasferimento fraudolento di valori" in Italia e per "riciclaggio" nel Principato. (Segue)

mobile.qualenergia.it 20 Jan, 09:07Le strategie climatiche di lungo periodo e l’approssimazione italiana

Gianni Silvestrini Predisporre strategie energetico-climatiche al 2050 significa per un paese avere obiettivi e percorsi chiari da attuare con specifiche politiche. Alcuni paesi europei si sono mossi in questa direzione, mentre in Italia prevalgono ancora posizioni esitanti e confuse, se non perfino contraddittorie. L’editoriale di Gianni Silvestrini. Immagine Banner:  In Italia l’Accordo sul clima di Parigi è come se non fosse mai entrato in vigore. Mentre nel mondo molte nazioni, città, imprese hanno accelerato il loro impegno, da noi tutto tace. Anzi, il nostro paese riafferma una posizione difensiva rispetto agli obbiettivi proposti dalla UE al 2030. Ponendoci così più vicini alla carbonifera Polonia che alle posizioni della Germania e della Francia. E quando si decide di intervenire, lo si fa in maniera maldestra come ci ricorda la proposta di rivisitare la SEN coinvolgendo un consulente esterno con potenziali conflitti di interesse, invece di utilizzare Enea, Rse e Ispra. E, soprattutto, senza prevedere un’ampia consultazione pubblica. Per di più, mentre il

MiSE si avvia su questa strada, il Ministero dell’Ambiente lavora (?) alla strategia climatica. Insomma, una bella confusione, dettata da mancanza di chiarezza, timidezza politica e assenza di regia. E così, molto opportunamente, il prossimo 25 gennaio il Coordinamento FREE terrà a Roma una conferenza stampa alla Camera per riflettere criticamente sull’attuale impostazione e per avanzare una proposta sul modello partecipativo e sulle linee guida che dovrebbero ispirare la strategia climatica. L’avvio di una seria politica di contrasto al riscaldamento del pianeta può infatti rappresentare una straordinaria opportunità per modernizzare il paese e rilanciare l’economia, sollecitando cambiamenti profondi in molti settori.  Pensiamo, ad esempio, agli obiettivi al 2030 nei settori non ETS che implicano una riduzione delle emissioni del 18% rispetto ai valori attuali. Un risultato ottenibile solo con un salto di qualità nei comparti dell’edilizia (riqualificazione spinta di interi quartieri) e trasporti (decollo della mobilità elettrica), che negli ultimi 25 anni non hanno registrato un calo delle emissioni. E un analogo colpo d’ala sarà necessario per coprire il 50% della domanda elettrica al 2030 con le fonti rinnovabili. Ma una riflessione critica, un rilancio della progettualità sono necessari non solo per raggiungere gli obiettivi previsti per la fine del prossimo decennio, ma anche per riflettere sui cambiamenti a lungo termine ed evitare scelte dannose. Non a caso, l’Accordo sul Clima prevede la predisposizione di efficaci strategie di decarbonizzazione al 2050. Al momento, anticipando i tempi, cinque paesi (Usa, Canada, Messico, Germania e Francia) hanno già depositato i propri documenti presso il Segretariato. Altre realtà avevano già elaborato propri scenari a metà secolo. Così nel 2011 l’Unione Europea aveva predisposto la “Energy Roadmap 2050” che prevedeva una riduzione delle emissioni climalteranti tra l’80 e il 95% rispetto al 1990.  Il Regno Unito con il Climate Change Act del 2008 si era già impegnato nel 2008 ad un taglio dell’80%. E i governi di Svezia e Danimarca vorrebbero diventare totalmente “Fossil Free” entro il 2050.   Ma perché è importante capire come e dove ridurre le emissioni sul lungo periodo? Innanzitutto per avere la consapevolezza dell’ambizioso percorso da compiere, delle implicazioni per i vari comparti, degli investimenti da evitare. Il cambiamento che abbiamo di fronte non ha infatti eguali nella storia dell’umanità. In un terzo di secolo le fonti fossili, che al momento garantiscono il 78% dei consumi mondiali e l’81% di quelli italiani, dovrebbero avviarsi verso un uso residuale. La necessità di questa rapida retromarcia è difficile da interiorizzare e ha notevoli implicazioni. Prendiamo il caso delmetano. Se al 2050 i consumi di gas dovessero azzerarsi, o anche ridursi solo dell’80%, la costruzione di molti nuovi gasdotti diverrebbe uno emblematico e costoso esempio di investimenti inutili.  E ci sono anche riflessi interni. Non a caso i gestori delle infrastrutture inglesi di trasporto dimetanohanno valutato quattro possibili scenari di decarbonizzazione al 2050. Tornando all’elaborazione degli scenari climatici, va sottolineata l’importanza del metodo del “backcasting”, cioè dell’esplorazione delle trasformazioni necessarie per raggiungere un determinato obbiettivo ad una certa data: nel nostro caso il taglio dell’80-95% delle emissioni climalteranti al 2050. Così, ed esempio, si dovranno analizzare i percorsi e gli obiettivi intermedi in grado di portare l’intero patrimonio edilizio su valori “nearly zero energy”. Individuata la traiettoria di riduzione diventano indispensabili le verifiche intermedie, per aggiustare il tiro se è il caso. La Francia, ad esempio, ha introdotto i “Budget di carbonio” che prevedono la verifica ogni 5 anni dell’adeguatezza delle politiche nei vari comparti. Ma una “Strategia Climatica 2050” deve necessariamente abbracciare tematiche molto più ampie di quelle energetiche. Il percorso di decarbonizzazione è infatti strettamente legato alla transizione verso un’economia sempre più circolare. Deve quindi prevedere la valorizzazione della bioeconomia, l’impegno contro l’obsolescenza programmata dei prodotti, il contenimento dell’espansione antropizzata sui territori. Vista poi l’importanza dei trasporti, devono essere affrontati i cambiamenti radicali in arrivo, includendo ipotesi chiare sul ruolo della mobilità elettrica senza guidatore. Ma, la strategia deve necessariamente riguardare anche l’agricoltura, l’allevamento, la gestione forestale, la possibilità di catturare il carbonio nei boschi e nel suolo, includendo una riflessione critica sul nostro modello alimentare. Sul versante della fiscalità, va considerato lo strumento della carbon tax, spingendo per una sua adozione a livello europeo. Infine, vanno ovviamente considerate le

azioni necessarie per adattarsi ai cambiamenti climatici che si accentueranno nei prossimi decenni Come si vede, l’elaborazione è necessariamente molto trasversale e richiede da un lato il coinvolgimento attivo e non solo formale dei vari stakeholders, dall’altro una cabina di regia delle varie amministrazioni che, in assenza di un Ministero dei cambiamenti climatici, non può che essere allocata presso la Presidenza del Consiglio. Vista la portata degli ostacoli e delle opportunità connesse con questa sfida, un processo partecipato nella formulazione del Piano è fondamentale affinché tutti i protagonisti della società abbiano consapevolezza dell’ampiezza e radicalità dei cambiamenti necessari e siano protagonisti delle scelte da avviare.  Questa è peraltro la strada già seguita dalla Germania e dalla Francia nell’elaborazione dei propri piani. Il documento tedesco è stato predisposto attraverso un ampio processo partecipativo che ha visto il coinvolgimento dei Länder, di 60 città e di 125 associazioni del mondo delle imprese, del lavoro e della società civile. Nell’arco di sei mesi, con il supporto di Istituti di ricerca, sono state predisposte e consegnate al governo 96 proposte. È partito quindi un processo di elaborazione e confronto tra i vari ministeri durato un anno che ha portato al “German Climate Action Plan 2050” che prevede una riduzione delle emissioni a metà secolo dell’80-95% rispetto al 1990, con un obiettivo di riduzione del 55% al 2030 articolato per settori (fig. 1 e 2). Vista la forte presenza industriale, è previsto anche uno specifico programma di ricerca per approfondire i percorsi che possono portare ad una neutralità delle emissioni climalteranti in questo comparto, includendo la cattura e l’impiego della CO2. Il Piano francese è meno ambizioso di quello tedesco, ma pur sempre impegnativo, con una riduzione delle emissioni del 40% al 2030 e del 75% al 2050 (Fig. 3). In Francia un intenso processo partecipativo si era già registrato in vista dell’adozione nel luglio 2015 della Legge per la “Transizione energetica per uno sviluppo verde”. Nel merito dei programmi previsti, risultano molto stringenti gli obiettivi sul parco edilizio, con una riduzione dell’87% delle emissioni rispetto ai livelli attuali. Ma il Piano climatico francese affronta esplicitamente molti temi oltre a quello energetico.  Così, il passaggio ad un’economia circolare ha un ruolo centrale, con un’attenzione alla durata dei prodotti, allo spreco alimentare, alla bioeconomia, alla riduzione del consumo di suolo. Si evidenzia il rischio degli “stranded assets” nell’analisi degli investimenti. Si propone una carbon tax progressivamente crescente (opzione che però è stata congelata per il 2017). Un largo spazio viene inoltre dedicato al ruolo dell’agricoltura e dei boschi. Tornando al nostro paese è importante che si evitino false partenze. E chissà che Paolo Gentiloni, ricordando la sua militanza ambientalista, non riesca a dare la giusta priorità alle politiche climatiche ... Mai dire mai! Contenuto Riservato Riservato:  OFF Contenuto a Pagamento A Pagamento:  OFF

www.ansa.it 20 Jan, 09:10Mafia: sequestrati beni per 1,5 mln a eredi socio Ciancimino - Sicilia

(ANSA) - PALERMO, 20 GEN - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D'Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Quest'ultimo aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto "Gruppo GAS" di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il "Gruppo GAS" era stato venduto alla multinazionale spagnola "GasNatural", per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato.

www.siciliaunonews.com 20 Jan, 09:26GUARDIA DI FINANZA PALERMO. SEQUESTRATI BENI DELLA FAMIGLIA BRANCATO NEL PRINCIPATO DI ANDORRA.

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D’Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio BRANCATO, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo GAS” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GASNATURAL”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato. L’attività investigativa svolta all’estero ha permesso di scoprire che il marito di Monia Brancato ha, nell’anno 2013, aperto cinque conti correnti bancari presso quattro istituti di credito del Principato di Andorra (EE) e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l’agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al

www.imgpress.it 20 Jan, 09:44SEQUESTRATI BENI DELLA FAMIGLIA BRANCATO

(20/01/2017) - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D’Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio BRANCATO, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Questi aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto “Gruppo GAS” di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il “Gruppo GAS” era stato venduto alla multinazionale spagnola “GASNATURAL”, per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato. Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell’ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per “trasferimento fraudolento di valori” in Italia e per “riciclaggio” nel Principato. L’attività investigativa svolta all’estero ha permesso di scoprire che il marito di Monia Brancato ha, nell’anno 2013, aperto cinque conti correnti bancari presso quattro istituti di credito del Principato di Andorra (EE) e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l’agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al maggio dello stesso anno. Ricostruendo i movimenti finanziari i finanzieri hanno quindi individuato il patrimonio che la famiglia Brancato deteneva illecitamente nel Principato di Andorra. La successiva rogatoria internazionale con lo

Stato pirenaico ha consentito di acquisire documentazione bancaria importante, in virtù della quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta dal dott. Giacomo Montalbano, ha disposto il sequestro di prevenzione di somme pari a 1.475.000 euro, nonché di gioielli e preziosi, ritenuti provento di attività illecita. In occasione del sequestro di prevenzione, è stato notificato il nuovo decreto richiesto dai Sostituti Procuratori Siro De Flammineis e Gaspare Spedale ed emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, con il quale si dispone il sequestro preventivo delle medesime somme, già disposto nel mese di agosto 2016 e annullato dal Tribunale del Riesame. La collaborazione con il Principato di Andorra assume particolare rilievo perché, per la prima volta nella storia, l’Italia e lo Stato pirenaico hanno collaborato e continuano a collaborare in una cornice di reciproca assistenza giudiziaria, avviata dal Procuratore della Repubblica di Palermo – Francesco Lo Voi.

www.ansa.it 20 Jan, 09:45Mafia: sequestrati beni per 1,5 mln

(ANSA) - PALERMO, 20 GEN - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, nel Principato di Andorra, somme di denaro e gioielli del valore di circa un milione e mezzo di euro. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti della moglie (Maria D'Anna) e delle figlie (Monia e Antonella) di Ezio Brancato, deceduto nel 2000 e fino al 1981 funzionario della Regione Siciliana. Quest'ultimo aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in società operanti nel campo della metanizzazione, sia in Sicilia che in Abruzzo ed era socio del cosiddetto "Gruppo GAS" di Palermo, la cui attività era stata costantemente controllata e favorita illecitamente da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Nel gennaio 2004, il "Gruppo GAS" era stato venduto alla multinazionale spagnola "GasNatural", per un valore di oltre 115 milioni di euro, dei quali oltre 46 milioni di pertinenza della famiglia Brancato.   


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