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IL DELEGATO PER LA TOSCANA
ISTITUTO NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE
ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON
L’ISPETTORE PER LA TOSCANA
Firenze, Marzo 2017
CELEBRAZIONE IN OCCASIONE DEL XXXIV ANNUALE DEL
PIO TRANSITO DI S.M. UMBERTO II
FESTEGGIAMENTI PER IL GENETLIACO DI S.A.R. VITTORIO EMANUELE
Reale Abbazia di Altacomba – Francia - 18 Marzo 2017 Gentili Dame, nobili Cavalieri, Gentili Signore e Signori, il Gran Magistero degli Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia, il 18 Marzo
scorso ha organizzato, alla presenza della Famiglia Reale, una S. Messa in Suffragio per il XXXIV annuale della morte di S.M. il Re Umberto II, presso la Reale Abbazia di
Hautecombe in Savoia. Fin dalla mattinata del Sabato molti Italiani e naturalmente numerosi appartenenti
agli Ordini Dinastici, alla Guardia d’Onore sono intervenuti con i Labari delle varie
Delegazioni presso la Reale Abbazia di Altacomba per assistere al Sacro Rito officiato dall’Arcivescovo di Chambery, S. Giovanni di Moriana e Tarantasia, S. Ecc. Rev.ma Mons. Philippe Ballot. Presenti anche le associazioni storico-culturali locali, legate alla R. Casa
quali la Compagnie de Savoye et de l’Arc Alpin – Bailliage de Chambery nonché un picchetto di Reali Carabinieri con Gruppo Bandiera Sabauda, in grande uniforme ridotta
ottocentesca, che ha sostato a lato dell’Altare durante la celebrazione della S. Messa. Presenti il Presidente della Consulta dei Senatori del Regno e Vicario di Firenze S.E.
Cav. di Gr. Cr. Prof. Dott. Pier Luigi Duvina con la consorte Dama di Commenda Maria
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Razzanelli Duvina, il Delegato per la Toscana, Cav. Gr. Cr. Dott. Prof. Giovanni Duvina ed
il Vicario di Pistoia Cav. Avv. Dott. Pierluigi Pucci i quali hanno avuto l’alto onore di sedere in Coro durante il Sacro Rito.
Alle ore 15.30 hanno fatto ingresso nella Chiesa dell’Abbazia S.A.R. Vittorio
Emanuele di Savoia, Capo della Real Casa e Gran Maestro degli Ordini Dinastici, S.A.R. Marina di Savoia, Principessa consorte; S.A.R. Maria Gabriella di Savoia, terzogenita di Re Umberto II e di S.M. Maria Josè di Savoia.
Durante il sacro Rito il Celebrante ha incentrato la propria Omelia sul concetto del Perdono, più volte richiamandosi ad omelie di S.S. Papa Francesco e non mancando di
ricordare ai presenti che le LL. MM. Umberto II e Maria Josè ebbero a praticare questa alta virtù cristiana durante la loro esistenza e soprattutto durante il lungo e doloroso esilio. Anche questo anno la Corale di S. Gaudenzio di Gambolò (PV), ha accompagnato i
momenti liturgici più salienti, da ultimo tradizionalmente intonando lo splendido Inno Sardo, amatissimo da S.M. Maria Josè che, ricordiamo, Essa volle disporre che fosse
cantato durante la propria Messa funebre. Al termine della Messa gli intervenuti, all’interno della Grange Batelière ai piedi
dell’Abbazia, hanno potuto rinnovare a S.A.R. Vittorio Emanuele i più sentiti auguri per il
suo recente LXXX Genetliaco che, ancora la Corale di S. Gaudenzio di Gambolò, ha ulteriormente allietato con canti della più conosciuta lirica italiana.
Tutti i presenti hanno rappresentato il sincero attaccamento e gratitudine alla R.
Casa, ciascuno secondo le proprie compagini di appartenenza, nell’attesa di incontrarsi di nuovo ai prossimi appuntamenti.
IL DELEGATO GRAN MAGISTRALE PER LA TOSCANA
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IL “PROGRAMMA SOCIALE” DI S.M. UMBERTO II, TRATTO DA UN’INTERVISTA RILASCIATA A NINO BOLLA NEL 1957.
«Il mio affetto verso l'Italia, profondo, dimostrato, segna il forzato esilio di una dignitosa attesa che la Patria risorga.
E voglio dichiarare, apertamente che tale affetto è così sincero, tale fiducia così disinteressata che se per una completa resurrezione fosse indispensabile il mio massimo sacrificio, darei la mia vita stessa.
Ma non si può restare sulle posizioni raggiunte ma anzi andare con i tempi, evitando i salti nel buio.
Questo sarebbe il compito di un re moderno: un sovrano al di sopra dei partiti, arbitro nelle decisioni in cui sia in gioco l'interesse del Paese minacciato da tentativi demagogici; sostenitore, a spada tratta, dei meriti individuali (cioè gerarchia dei valori, non valore delle gerarchie); giudice anche severo verso gli abusi di qualsiasi parte; primo servitore della Nazione, anche se simbolicamente al vertice.
Bisogna andare avanti, come va avanti nei tempi e col tempo il progresso sociale. … L'intelligenza e il lavoro sono i due aspetti della sovranità del popolo che, se sfruttata solo a fini demagogici, porta al grottesco d'un progressismo apparente ove, eliminato il Re, chi lavorava ieri lavora oggi, chi soffriva ieri soffre oggi, ed i soli ad avere realmente modificato situazione e privilegi sono i profittatori delle sventure patrie».
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ROMA. QUIRINALE - ESTERNO. IL RE UMBERTO II FRA I BAMBINI NON VEDENTI E MUTILATI. PATELLANI, FEDERICO
Autore: Patellani, Federico (1911/ 1977), fotografo principale Luogo e data della ripresa: Roma (RM), Italia, 20/04/1946 - 31/05/1946
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