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Centro Italiano Femminile Udine - CIF · 6 Chiusura anno sociale 2010-2011 6 La carezza del Papa 7...

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via Treppo 3 tel 0432 504020 e-mail [email protected] Centro Italiano Femminile Udine Notiziario 18 novembre 2011 In questo numero 2 Piano pastorale della nostra Diocesi 2 Care amiche... 3 Consiglio nazionale del 15-16 ottobre 2011 4 Per uno sviluppo armonico della società 5 Il Consultorio familiare “Friuli” cambia indirizzo 6 Chiusura anno sociale 2010-2011 6 La carezza del Papa 7 Sostegno a genitori e insegnanti 8 Il Cif Alto Bût-Carnia per anziani e famiglie 8 Agosto aVilla Serena con il Cif di Savorgnano 8 A Villa Serena si festeggia la collaborazione tra CIF e CSA 9 50 & più ad incontrare il giovane Tiepolo 10 Il Cif di Udine aTrieste: visita alla città e convegno 11 Gratitudine e fiducia 11 Proverbi, antica saggezza 12 Corso di spiritualità: Assisi - 9/12 sett 2011 13 Politiche e interventi contro la povertà in FVG 13 Analisi economica del sistema regionale di offerta dei servizi alla prima infanzia 15 Medicina di genere 16 Consulta dei laici Trieste 11.10.2011 Cifine udinesi presenti al convegno regionale
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via Treppo 3 tel 0432 504020 e-mail [email protected]

Centro Italiano Femminile Udine

Notiziario 18 novembre 2011

In questo numero

2 PianopastoraledellanostraDiocesi

2 Careamiche...

3 Consiglionazionaledel15-16ottobre2011

4 Perunosviluppoarmonicodellasocietà

5 IlConsultoriofamiliare“Friuli”cambiaindirizzo

6 Chiusuraannosociale2010-2011

6 LacarezzadelPapa

7 Sostegnoagenitorieinsegnanti

8 IlCifAltoBût-Carniaperanzianiefamiglie

8 AgostoaVillaSerenaconilCifdiSavorgnano

8 AVillaSerenasifesteggialacollaborazione

traCIFeCSA

9 50&piùadincontrareilgiovaneTiepolo

10 IlCifdiUdineaTrieste:visitaallacittàeconvegno

11 Gratitudineefiducia

11 Proverbi,anticasaggezza

12 Corsodispiritualità:Assisi-9/12sett2011

13 PoliticheeinterventicontrolapovertàinFVG

13 Analisieconomicadelsistemaregionaledi

offertadeiserviziallaprimainfanzia

15 Medicinadigenere

16 Consultadeilaici

Trieste 11.10.2011 – Cifine udinesi presenti al convegno regionale

Come “riserve” o come “risorse”possiate sempre riempire il vostro cuore con la gioia del dono

FELICI ALLELUJA!

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario

A proposito di

PIANO PASTORALE DELLA NOSTRA DIOCESI

L.

a liturgia festeggia oggi 27 ottobre S. Vencislao, duca di Baviera (921-936). Egli diffonde il cristianesimo dopo l’unificazione nazionale. Suscita la reazione del fratello che decide di ucciderlo

aggredendolo alle spalle. Vencislao si accorge che l’aggressore è il fratello e rinuncia a difendersi. I popoli slavi lo considerano “primo martire degli slavi”. “Martire” significa testimone. La Chiesa è stata sempre combattuta… Ebbe, ed ha anche oggi, i suoi “testimoni”. Essi testimoniano col sangue e con una persecuzione subdola la fede in Cristo. Anche la Chiesa udinese subisce e combatte questa battaglia. Il papa denuncia una profonda crisi educativa ed il card. Bagnasco evidenzia il crollo dei valori etici nella nostra società. Il nostro arcivescovo propone un piano pastorale e suggerisce gli obiettivi: «Educare alla vita buona del Vangelo».Il documento evidenzia la nostra situazione, così sintetizzabile:• Disorientamento degli adulti circa i valori etici.• Rottura con la tradizione.• Grande instabilità affettiva… e quindi fragilità nei figli.• Modelli comportamentali negativi enfatizzati dai mass-media.• Incertezza del futuro.

Il piano pastorale della nostra Diocesi prevede il coinvolgimento e l’ascolto di tutte le realtà locali: la famiglia, la scuola, la Chiesa, le parrocchie, le associazioni… È necessaria, ribadisce l’arcivescovo, una sinergia tra tutte queste realtà.So che una delle finalità precipue del CIF è l’“educazione”.Rivolgo un cordiale invito a tutte le sezioni del CIF per un fattivo coinvolgimento in ambito parrocchiale e diocesano.Sarà una testimonianza di fede e di amore per i giovani perché l’educazione tende a renderli liberi, responsabili ed aperti ad una felicità non solo terrena ma eterna.

don Francesco Frezzaconsulente ecclesiastico del CIF

pag   2 novembre2011

Care amiche...

È iniziato un nuovo anno sociale che, come al solito, ci vede impegnate su più fronti.Stiamo vivendo un periodo di grande emergenza, sia come donne sia come famiglia: questo non deve però portarci sfiducia, ma piuttosto speranza che, se ognuna di noi si fa carico del bene comune, “l’aria ammorbata del nostro Paese”, come la chiama il Card. Bagnasco, potrà cambiare e far finalmente emergere ed avanzare il nuovo!L’ampia partecipazione delle associazioni laicali (tra cui anche il nostro movimento) all’incontro con l’arcivescovo

Mazzocato è stato un grande e positivo segno della nostra Diocesi: il prelato ci ha invitati tutti a continuare nell’impegno portando nella vita quotidiana questa viva testimonianza di fede condivisa.Un cammino che può proseguire con gli incontri di riflessione sul tema Educare alla vita buona del Vangelo nella Chiesa di Udine, che permetterà ad ognuna di noi di coltivare la ricerca del senso più profondo che ogni persona si porta dentro e di insegnare agli altri a fare lo stesso, di andare al fondo della propria anima dove è impressa l’immagine di Dio, riappropriandosi della quale si può tornare a somigliarGli con uno stile di vita sobrio ed operoso.È necessario operare per una politica amichevole per la famiglia e per la riscoperta di certezze sul senso della vita.Anche il nostro imminente convegno (16.11.2011) Famiglia, società, istituzioni: tra diritti e legge. Questioni aperte e prospettive nella Costituzione è stato organizzato perché pensiamo che sia importante fare la massima chiarezza su questioni di grande attualità che riguardano, prima di tutto, la famiglia, quale fondamento della società.Auguro a tutte voi impegnate nei vari ambiti delle vostre comunità, di continuare nel lavoro di rete, così importante per stabilire e rinsaldare relazioni e solidarietà.So che questo può portare soddisfazioni ma anche tante difficoltà: noi donne sappiamo come affrontarle.Auspico per la nostra associazione nuova linfa attraverso l’avvicinamento di persone giovani con idee nuove e voglia di impegnarsi.

Sandra Nobilepresidente provinciale CIF

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag   3 novembre2011

CONSIGLIO NAZIONALE DEL 15 - 16 OTTOBRE 2011

N. el commento al brano del Vangelo presentato quel giorno alle partecipanti

padre Lombardi ha tratteggiato il profilo del cristiano impegnato, ribadendo che l’ecclesialità del cristiano deve essere sempre orientata a Dio. L’impegno sociale e civile non deve essere prevalente e, per quanto importante e significativo, non deve farci perdere il primato dello Spirito, che si esprime nella carità. A questo proposito padre Lombardi ha citato il canto “Dov’è carità e amore lì c’è Dio”, ribaltandolo verso il suo vero significato: “Dove c’è Dio c’è carità e amore”. La carità non si esprime stando accanto alle persone, ma vivendo l’uno per l’altro. Questa riflessione vale sia per le singole persone, sia per le associazioni, e quindi anche per il CIF. Padre Lombardi ha invitato tutte ad essere attente a non far prevalere le proprie idee, ma a mettersi in un atteggiamento di ascolto e collaborazione per favorire lo sviluppo associativo, ricordando che l’unica parola vincente è quella di Dio.

Consiglio nazionale

• Il Consiglio ha approvato all’unanimità il verbale dell’incontro precedente.• Nella sua comunicazione la presidente Maria Pia Campanile Savatteri ha ricordato la presenza sua personale e di altre socie a varie iniziative e manifestazioni. Ha presentato dei progetti di formazione formulati dal CIF e inoltrati al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Didone e Rosa. In questi progetti sono coinvolti alcuni CIF regionali e locali. • Il Regolamento, dopo una lunga ed appassionata discussione su alcuni

punti nodali, è stato alfine approvato, rendendo così valido anche il nuovo Statuto. Il Regolamento sarà inserito nel sito del CIF, disponibile pertanto alla immediata consultazione.• È stato analizzato il numero delle adesioni; è stata riconfermata anche per il 2012 la quota associativa fissata negli anni precedenti.• Per l’8 marzo la presidenza ha ricordato il tema proposto dalla Comunità Europea: L’Europa è per le donne. Su questo si è aperto un ampio dibattito riguardante sia il ruolo della donna, ago della bilancia dell’economia, sia i problemi relativi al lavoro femminile, cambiati con la modifica dell’assetto demografico. È stata rilevata l’importanza di rendere noto il contributo del CIF circa il sostegno a nuove forme di lavoro e a nuove imprenditorialità. Il CIF dovrebbe diventare gruppo di pressione e di orientamento nei confronti delle Istituzioni civili per promuovere la via rosa. Sono stati suggeriti vari titoli e proposte da integrare sul tema L’Europa è per le donne? E l’Italia? Sarà gradito il contributo di tutte le socie anche mediante mail da inviare al CIF nazionale.• Circa l’Incontro Nazionale Giovani svoltosi a Villa Aurelia, dal 22 al 24 luglio, Conoscere per crescere, la referente Francesca Conte ne ha riferito dettagliatamente. Vi hanno partecipato trenta giovani. Un’ampia rassegna si trova su “Cronache e Opinioni” di settembre-ottobre 2011. Per il prossimo anno è allo studio una nuova iniziativa: trasformare cioè il tradizionale Incontro Giovani in una Settimana-vacanza, con spazio per trattare temi che possono interessare il mondo giovanile. Per quanto riguarda il periodo, verrà fatto un sondaggio tra le partecipanti all’ultimo incontro.

• Corso di spiritualità. Vi hanno aderito 86 persone. Le consigliere che hanno partecipato al corso hanno testimoniato la ricchezza umana e spirituale che si è manifestata durante tutti gli incontri. Nel 2012 il corso si terrà prevedibilmente dal 4 al 9 settembre in una località ancora da stabilire.• Convegno nazionale: La presidente, anche per ragioni di carattere economico, dato che di norma viene convocato un consiglio nazionale in gennaio, ha proposto di spostare il convegno riguardante i 150 anni dell’Unità d’Italia nelle date a ridosso del Consiglio stesso. È stata esaminata la bozza del programma e si è deciso all’unanimità di dare maggiore risalto al contributo delle donne che tuttora possono giocare un ruolo fondamentale per la valorizzazione e il mantenimento dell’unità. • Salerno. È auspicabile che la situazione del CIF di Salerno si risolva finalmente con la celebrazione del Congresso provinciale nei primi mesi del 2012.• Nel 2012 il Consiglio nazionale si riunirà in via ordinaria nei mesi di gennaio, marzo, giugno e ottobre. • È stato dato mandato alla presidenza di prendere contatto con i vertici della CEI e di altre organizzazioni politiche per ribadire l’importanza e l’attualità di una associazione come il CIF.• Sarà importante intensificare i comunicati stampa per rendere più visibile l’attività e il pensiero del CIF.

Sandra Nobile

Dall’omelia rivolta da padre Lombardi alle partecipanti al Consiglio nazionale del CIF durante la Santa Messa del 16 ottobre 2011.

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag   4 novembre2011

L’Anno europeo del volontariato è una celebrazione ma anche una sfida. È innanzi tutto una celebrazione: di quei milioni di persone che in Europa si impegnano ad aiutare gli altri senza alcun compenso; di coloro che donano tempo e sforzi ai loro quartieri, alle loro città, alle scuole, agli ospedali, ai centri sportivi, alla tutela dell’ambiente, ai servizi sociali, al soccorso umanitario in altri paesi. Le nostre vite non sarebbero ciò che sono senza il loro operato e quello delle migliaia di organizzazioni di volontariato esistenti in Europa. I volontari fanno la differenza! Ma il 2011 vuole anche essere una sfida, rivolta a coloro che non si occupano di volontariato. Anche loro possono cominciare a operare per un mondo migliore!

Per uno sviluppo armonico della società

Nell’ ANNO EUROPEO 2011 DEL VOLONTARIATO il CIF provinciale di Udine ha organizzato un convegno sullo specifico tema (3 giugno 2011). La relazione iniziale è stata affidata al dott. Giorgio Volpe, segretario del MOVI (Movimento di Volontariato Italiano), che ha precisato il significato e il fine autentico del volontariato: promuovere cioè la cittadinanza attiva.Infatti il volontario non è solo un onesto cittadino che assolve i suoi doveri, paga le tasse ed obbedisce alle leggi, ma uno che si adopera “oltre”: ha cura delle persone, umanizzando i servizi delle istituzioni, intrecciando relazioni amicali coi più deboli, rimuovendo le cause che generano sofferenze per non diventare complice delle ingiustizie, agendo con gratuità e sollecitudine.Nella società il volontariato fa la differenza, non tanto perché fa risparmiare denaro pubblico, ma soprattutto perchè la solidarietà, l’attenzione alla persona sono un valore inestimabile.Inoltre dal volontariato nasce l’economia solidale, che ha generato le cooperative sociali, con lo scopo di offrire servizi, ma anche occasioni di lavoro per i propri soci, stimolando perfino la crescita di nuove professioni. Dunque le cooperative offrono remunerazioni ai soci, ma ne garantiscono la solidarietà.Ma al mutamento della società concorre oggi la diffusa partecipazione delle donne, valida per impegno sociale e formazione professionale.Niva Della Bianca dell’ACAT del Sandanielese (Associazione dei Club Alcolisti in Trattamento) porta la testimonianza del lavoro svolto nel suo Club: una volta alla settimana, nello stesso giorno, nella stessa ora, nella stessa sede, si riuniscono gli alcolisti con le loro famiglie. Persone con comportamenti a rischio si pongono in relazione: si mettono in discussione, ma senza giudicarsi. Le famiglie portano testimonianze di gioie e dolori, aprendo il loro cuore; e la condivisione procura sollievo. Così si comprendono le emozioni degli altri, che raramente si esprimono in parole (circa nel 7% dei casi),

mentre il resto si evince dalle posture del corpo e dalle espressioni dei volti.Nelle donne le conseguenze dell’abuso dell’alcol sono più gravi che nell’uomo, anche per motivi fisici: l’uomo infatti ha nel suo corpo una maggiore quantità d’acqua in cui l’alcol si scioglie più facilmente.La dott. Francesca Iaiza, neuroradiologa dell’Ospedale di Udine è la presidente dell’ASSOCIAZIONE ALZHEIMER di Udine.Essa si prefigge di sostenere i familiari del paziente di una malattia irreversibile, una forma di demenza in cui sostanze tossiche provocano la degenerazione dei sistemi cerebrali preposti alle attività cognitive di comprensione e programmazione, nonchè della memoria. L’ Associazione, sorta nel 1993, promuove la diffusione

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag   5 novembre2011

della conoscenza della malattia, che colpisce il 10% degli ultrasessantacinquenni, stimola gruppi di mutuo-auto-aiuto, ed organizza corsi di formazione per il personale delle Case di Riposo.Le terapie consigliate sono: a) preventiva, cioè una vita sana con attività fisica e monitoraggio del cuore; b) riabilitazione del paziente con stimolazione e coinvolgimento in attività e situazioni interessanti;c) individuazione precoce, molto importante, perché i farmaci attualmente in uso possono rallentare l’evoluzione della malattia. La nostra presidente provinciale Sandra Nobile è membro attivo del CENTRO ASCOLTO CARITAS di Palmanova. Quindici operatori interni e diversi volontari garantiscono la gestione delle attività del centro Palmarino, che comprende sette Comuni e numerose Parrocchie. Ad esempio, Sandra segue da vicino numerose famiglie in difficoltà, una volta formate solo da stranieri, ma oggi anche da italiani, in numero crescente. Il Centro collabora con molti Istituti: ad esempio col Microcredito, che presta fino a 3000 Euro, da restituire in cinque anni;

con la Mensa di Padre Marco di Aviano, che prepara numerosi pasti al giorno. Il Centro poi organizza in prima persona dei corsi di italiano per stranieri e corsi di preparazione per i propri operatori, che sperimentano come sia più efficace dell’aiuto materiale la capacità di “ascolto” dei bisogni degli altri.Luisa Ranallo del CAV (CENTRO DI AIUTO ALLA VITA) di Udine comunica che il Centro, che aveva iniziato la sua attività in via Roma, ora si è spostato in viale Ungheria 22. È aperto tre mezze giornate alla settimana, collabora con altre Associazioni, ma ha lo scopo precipuo di ridare alle donne la libertà di non abortire: perciò offre alle gestanti servizi ed aiuti anche economici, promuove adozioni del neonato e accoglienza dei bimbi fino ai due anni ed anche oltre.La conclusione che emerge dal dibattito è semplice, ma efficace: quando si aiuta una persona, si compie in fondo un’opera per il bene di tutti: infatti volontariato significa vivere concretamente in maniera solidale.

Antonietta Locatelli

Il Consultorio familiare “Friuli” ha cambiato indirizzo

IlConsultoriofamiliare“Friuli”Onlus,conilqualeilCIFdalungotempocollabora,echeoperadaormai43anninelcampopsico-socio-sanitarioalserviziodipersone,coppieefamiglie,hainauguratolanuovasede,invialeUngheria22/int.3,il28maggioscorso,conlapresenzadelleAutoritàedell’Arcivesovo,mons.AndreaBrunoMazzocato.NelringraziaredonDinoBressan,rettoredelSeminario,perlapossibilitàdatadiusufruirediunasedeconmaggioriepiùampispazirispettoalprecedente,ilpresidente,dott.PiergiorgioPassone,hasottolineatol’opportunitàchevienedataalConsultorio“Friuli”ditradurrelapropriamissioninun’organizzazionepiùfunzionaleallarealizzazionedioffertediserviziodiversificateerispondentiaitantibisogni,incertezze,sofferenzeeproblemiportatidachivisirivolgefiduciosodiveniraiutato.Ricordandolenumerosecollaborazioniconrealtàdiverse,pubblicheedelprivatosociale,ediprogettirealizzatigraziealsostegnoeconomicodelleistituzionilaicheereligiose,ilpresidentehaevidenziatoquantosiaattualeilruolodelConsultoriofamiliare,qualeluogodi accoglienzae solidarietà,di accompagnamentoempaticoedattenzioneprofessionale allaqualitàdelle relazioni intraeintergenerazionali,nellafamigliacomenellasocietà,inunarealtàincuil’individualismooscurailvaloredelconfrontoedelloscambiotradiversitàeparesmarrireilsensodell’appartenenzaadunacomunitàsiaessafamiliarechesociale.IlConsultorio“Friuli”sisenteimpegnatoafavorirerisorsechesviluppinodimensionidiaperturagliuniaglialtri,doveimomenticritici e i conflitti che sorgono nelle varie fasi del ciclo di vita personale e familiare e quelli derivati dalla convivenza socialepossanoesseresuperati,resituendosensoallavitaebenessererelazionale,ricostruendofiduciaesperanza,favorendosceltechiare,consapevoli,autonomeecrescitadireticolaritàsolidale,nell’interessedellepersone,dellefamiglieedellacomunità.

Gianna Magris Vieldel Consultorio familiare “Friuli”

Il Consultorio familiare “Friuli” (Udine – v.le Ungheria 22/int. 3 – tel. 0432

299000 – fax 0432 877314 – e-mail [email protected] – sito web http:/

www.consultoriofriuli.it) opera dal lunedì al venerdì con orario 9 – 12 e 15 – 18.

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario

G iovedì 23 giugno 2011 il CIF provinciale con tutte le sue sezioni ha festeggiato la conclusione dell’anno sociale 2010-

2011. L’incontro è stato organizzato, con l’abituale cura, dal CIF di Sevegliano. Ci siamo trovate a Palmanova alle ore 10 davanti al duomo, dove la guida artistica ci ha illustrato la storia della città e del Duomo locale.Palmanova fu costruita come fortezza alla fine del 1500 su progetto di Giulio di Savorgnan per conto della Repubblica di Venezia per contrastare l’avanzata dei turchi, ma anche per arginare l’offensiva degli Asburgo, signori di Vienna e di Gorizia. Nel 1603 fu costruito il duomo intitolato al Redentore, a San Marco e a S. Giustina. Il tradizionale festeggiamento palmarino del 7 ottobre coincide con la

data della battaglia di Lepanto (1571), vittoria fondamentale per la cristianità e per Venezia, che riuscì a tenere a freno i Turchi almeno per un altro secolo. La statua di cera di S. Giustina con le reliquie è collocata nella nuova Cappella annessa al duomo.Le cifine si sono recate poi nella chiesetta cimiteriale di S. Pietro a Mereto di Capitolo. L’edificio, assai antico, ha subito varie alterazioni, ma di recente è stato convenientemente restaurato, così ora vi si possono ammirare alcuni gradevoli affreschi del 1400 e le statue dell’altare del 1500.Infine si è visitata la chiesa di S. Andrea a Gris, che è un vero gioiello: bene restaurata, ricca di pregevoli dipinti di vari artisti, tra cui si distingue Gaspare Negro, attivo verso il 1525. La chiesetta è tutta affrescata con interpretazioni originali di episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Le pareti dell’abside semicircolare raccontano la vita e il martirio di S. Andrea, innalzato sulla croce a X. Un riquadro ritrae un presbitero seguito dai popolani collaboratori, come testimonia l’iscrizione nel latino del tempo. L’Ultima Cena offre sulla mensa, oltre al Pane e al Vino, rossi gamberi di fiume. Il Giudizio Universale vuole incutere terrore con un Belzebù intento a divorare i dannati.In questa chiesa il nostro don Francesco ha celebrato la S.Messa, chiedendo al Signore la benedizione per le cifine presenti e per quelle già salite nella gloria dei cieli, raccomandando a noi tutte di ringraziare il Salvatore per i doni copiosi ricevuti.Un agriturismo locale ha rallegrato la gioiosa compagnia con un pranzo squisito.Arrivederci a settembre con l’apertura dell’anno sociale, che sarà organizzata dal CIF di Udine.

Antonietta Locatelli

Insieme per concludere felicemente l’anno sociale 2010-2011

Sabato 7 Maggio 2011 mi sono recata, con il gruppo di Palmanova, ad Aquileia in occasione della visita del Papa. Sono stata accompagnata dalla nonna Sandra. Quel giorno ho conosciuto una bambina che si chiama Chiara, come me, e sua sorella Sara, figlie di un’amica della nonna. Arrivati ad Aquileia ci siamo seduti nello spazio riservato alla forania di Palmanova. Quando il Pontefice stava per arrivare l’amica della nonna ha portato me e le sue figlie vicino alle carrozzelle degli ammalati, che erano situate a poca distanza dalla sedia papale. Ho osservato attentamente la sedia papale e mi sono ricordata che l’hanno costruita a Manzano, dove abito io.Alle 18.00 circa è arrivato il Papa. In quel momento ero particolarmente emozionata perché avevo la possibilità di vedere Papa Benedetto XVI molto da vicino, e mai avrei immaginato quello che sarebbe successo poco dopo. Benedetto XVI, mentre passava vicino a noi bambine, mi ha accarezzato e chiesto come mi chiamavo. Uno dei suoi accompagnatori mi ha anche regalato una corona del Rosario in madreperla conservata in una bustina con il simbolo del Vaticano. Quella dolce carezza resterà per sempre nel mio cuore. Ho anche pensato che il Papa ha fatto questo perché sapeva che la domenica successiva avrei ricevuto Gesù per la prima volta.Non vedevo l’ora di arrivare a casa per raccontare a tutti quello che mi era successo.Il 15 maggio 2011, il giorno della mia Prima Comunione, il parroco don Nino, davanti a tutta la comunità, mi ha chiesto cosa era successo ad Aquileia  e che cosa avevo provato in quel momento. Io gli ho risposto che non avrei mai immaginato che proprio il Papa si sarebbe fermato a parlare con me e che addirittura mi avrebbe accarezzata. Quel giorno resterà sempre tra i ricordi più piacevoli della mia vita e senz’altro, quel sabato, anche se in anticipo, avevo già ricevuto il regalo più bello per la mia Prima Comunione.

Chiiara

LA CAREZZA DEL PAPA

Chiesa di S. Pietro (Mereto di Capitolo)

pag   6 novembre2011

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag   7 novembre2011

SOSTEGNO A GENITORI E INSEGNANTIsignificativa iniziativa del CIF

È risaputo che la salute della famiglia è strettamente interdipendente con la salute della società tutta, che la crescita della persona diviene poi crescita della comunità in cui essa vive, che la serenità ed il ben-essere dei genitori divengono poi serenità e ben-essere dei figli, proprio come in un’unica, grande rete le cui maglie sono saldamente unite le une alle altre. Proprio per questo il CIF provinciale di Udine, particolarmente attento alle difficoltà, insicurezze, dubbi che spesso affliggono i genitori di oggi, impegnati nel difficile ruolo educativo, ha ritenuto utile organizzare dei corsi rivolti a papà e mamme, per offrire loro la possibilità di approfondire, con l’aiuto di un esperto specializzato, specifiche problematiche, relative all’infanzia e alla preadolescenza. Nel mese di maggio si è tenuto a Palmanova il primo di questi percorsi. Una nostra socia, la pedagogista clinica dott.ssa Beatrice Blasutig, ha incontrato i genitori degli alunni che frequentano le scuole dell’Infanzia “Regina Margherita” e Materna Statale di Palmanova e “Maria Bambina” di Sevegliano. Il corso Prendersi cura di sé per prendersi cura dei propri figli si è articolato in tre incontri di due ore ognuno. La docente ha affrontato i seguenti argomenti: • La famiglia: fare la mamma e fare il papà, due mestieri impossibili; • La crisi dei rapporti di coppia. Il mondo delle regole. Raccontare fiabe, una buona pratica;• I segnali che i bambini ci lanciano, quando preoccuparsi, come intervenire. I genitori hanno accolto con favore questa iniziativa, hanno partecipato con interesse agli incontri esponendo le proprie problematiche e condividendo con i presenti osservazioni, dubbi, strategie legati al proprio ruolo di educatore.

Beatrice Blasutig

Considerata l’accoglienza favorevole dei partecipanti all’iniziativa attuata in maggio, di cui si è qui sopra parlato, il CIF sta organizzando anche per l’anno scolastico 2011-2012, insieme con la dott.ssa Blasutig, analoghi PROGETTI, da realizzarsi negli asili nido di Flaibano, Gemona e Majano. Saranno rivolti a genitori e insegnanti e avranno per titolo Crescere insieme. Gli incontri si svolgeranno da novembre 2011 ad aprile 2012.Un altro PROGETTO verrà attuato presso la direzione didattica di San Daniele, e anche in questo caso vi parteciperanno genitori (Prendersi cura di sé per prendersi cura dei propri figli, inizio in novembre) e insegnanti (Il mondo delle emozioni: gestione dei problemi di comportamento e relazione d’aiuto nella scuola, inizio in gennaio).Le motivazioni che hanno spinto l’associazione a programmare anche quest’anno tali iniziative, pur tanto onerose, sono: • Attenzione alle famiglie e ai singoli di ogni età;• Consapevolezza che i piccoli di oggi saranno i cittadini di domani e che per prevenire situazioni di disagio è fondamentale occuparsi dei bambini fino dai loro primi anni di vita;• Supporto alle famiglie nell’importante compito educativo;• Creazione di un rapporto di educazione e rispetto fra le varie agenzie educative;• Aiuto ai genitori che si dichiarano insicuri e disorientati e chiedono conferma al proprio stile educativo.

Sandra Nobile

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag   8 novembre2011

Il CIF Alto Bût-Carnia per i suoi anziani e le famiglie Si è concluso felicemente, a Villa Serena di Lignano, il 31° soggiorno estivo per anziani e famiglie, organizzato dal CIF Alto Bût e Carnia.Come abitualmente ne è stata animatrice e direttrice la presidente Giovanna Crisman. È lei che sa instaurare subito un rapporto d’amicizia e di simpatia con gli ospiti, sa creare un clima di serena accoglienza, sa valorizzare le “risorse umane” che vi partecipano.Così le giornate scorrono piacevolmente, non monotone e uniformi, ma animate da incontri con musica, canti… e balli, o da confortanti e reciproci scambi di servigi, oppure da brevi gite nei territori limitrofi (Terra-mare, Bibione, Aquileia…). Ciascuno deve sentirsi – e si sente – a proprio agio usufruendo delle opportunità offerte.Non mancano le occasioni per ricordare la Grazia del Signore e l’opera dello Spirito Santo che consente ogni anno, nei quindici giorni di permanenza, di godere dell’amicizia dei vicini, dei benefici del mare, delle prestazioni del personale, sempre disponibilissimo, nonché dell’ottima cucina, in un ambiente comodo, raffinato, nel cuore di Lignano Sabbiadoro.E gli ospiti rispondono all’offerta con fiducia ed entusiasmo, nella speranza di poter ripetere l’esperienza l’anno successivo. Ai saluti finali è stato commovente constatare l’appagamento e la solerzia di queste persone anziane, desiderose di vivere in pienezza ed orgogliose della propria indipendenza.Anche l’Associazione che ha gestito l’iniziativa, cioè il nostro CIF, ne esce soddisfatta per l’immagine che ne ha tratto e, più ancora, per la risposta data alle parole di Gesù: “… Ogni volta che farete qualcosa ai più piccoli, l’avrete fatta a me”.

Mercedes Lazzaradel CIF Alto Bût e Carnia

Agosto felice a Villa Serena per gli ospiti del CIF di Savorgnano A.nche quest’anno, come ormai da una trentina di anni, il CIF di Savorgnano del Torre (Povoletto) ha organizzato nel mese di agosto il consueto soggiorno estivo per famiglie e anziani a Villa Serena di Lignano Sabbiadoro.Mentre l’anno scorso avevamo registrato il tutto esaurito, quest’anno, a causa di qualche imprevisto dell’ultimo momento, abbiamo avuto delle stanze libere, che grazie all’impegno anche dei nostri ospiti abituali, siamo riuscite ad affittare a familiari di passaggio.Il soggiorno è stato piacevole con pomeriggi di giochi riservati ai bambini, organizzati dal nostro personale. Nel corso della villeggiatura è stata organizzata anche una lotteria con ricchi premi, il cui ricavato è stato devoluto interamente a favore della Scuola Materna di Savorgnano. Gradito appuntamento è stata poi la consueta visita delle amiche dell’associazione insieme alle suore che gestiscono l’asilo parrocchiale di Savorgnano, per una giornata speciale con la celebrazione della Santa Messa a suffragio delle amiche e ospiti che ci hanno lasciato, seguita da un momento conviviale.A fine soggiorno i bambini hanno offerto agli ospiti adulti un pomeriggio concertistico con suoni e canti. L’evento è stato molto apprezzato ed applaudito da tutte le persone presenti.Nonostante il grande caldo di quel periodo, la vacanza si è svolta in modo regolare e senza problemi. Ospiti e personale hanno collaborato insieme per la buona riuscita della villeggiatura, creando un ambiente pieno di calore e di sentimenti familiari.L’iniziativa offre ogni anno alle giovani collaboratrici anche un‘opportunità di esperienza, di crescita e di aggregazione.

Loretta De Marchipresidente CIF Savorgnano del Torre

A Villa Serena si festeggia la pluricollaudata collaborazione tra CIF e CSA La Cooperativa CSA (Centro Servizi Associati) di Conegliano ha invitato il CIF provinciale a un pranzo a Lignano il 13 luglio scorso.Il presidente dott. Mazzer ha fatto gli onori di casa in una Villa Serena splendente dopo la recente ristrutturazione, e ha preparato il pranzo la stessa cuoca che cucina i pasti ogni giorno a ragazzi e animatori, per tutta l’estate. Per la prima volta, dopo anni di collaborazione, si è seduta attorno allo stesso tavolo una delegazione di socie della nostra associazione (tra le quali rappresentanti dei gruppi comunali che usufruiscono della struttura nel periodo estivo) e del cda della cooperativa, senza l’urgenza di discutere accordi e contratti, ma per conoscersi meglio e condividere l’esperienza nella “nostra casa al mare”.La giornata si è rivelata una splendida occasione per mettere in luce la continuità fra il passato e il presente. Grazie al fine pedagogico che anima i soggiorni per ragazzi offerti dalla cooperativa, rimane vivo e attuale lo scopo originario per cui era nata Villa Serena, con le sue vacanze per adolescenti.Il saluto finale è stato l’auspicio di ripetere l’evento rendendolo un incontro abituale, per mantenere vivi i contatti fra la nostra realtà e quella della cooperativa.

Sara Costantini

Centro Italiano Femminile UdineNotiziarioCentro Italiano Femminile UdineNotiziario pag   9 novembre2011

50 & PIU’ AD INCONTRAREIL GIOVANE TIEPOLO

Ripresa dell’attività CIF dopo la pausa estiva

Un titolo che introduceva tempo fa su uno dei Notiziari CIF alcune notizie riguardanti la nostra vita associativa

dichiarava che “le donne del CIF amano anche l’arte”: alludeva alle adesioni sempre numerose delle nostre socie alle proposte di visite guidate a Mostre di pittura, o di partecipazione ad avvenimenti artistici di vario genere. L’affermazione potrebbe precedere anche le presenti note, che vogliono ricordare l’incontro del 28 settembre u.s. programmato dal CIF provinciale per dare inizio all’attività del nuovo anno sociale. L’invito dava sottolineatura particolare alla visita alla Mostra Il Giovane Tiepolo – La scoperta della luce, allestita nel Castello di Udine. È stato dunque ancora una volta il richiamo dell’arte a riunire simpaticamente in città oltre una cinquantina di cifine? Il numero cospicuo delle partecipanti ci può nuovamente autorizzare a definire “amanti dell’arte” le nostre socie, pur riconoscendo il loro prevalente interesse per i problemi di carattere sociale? Si direbbe di sì. Il settembrino “pomeriggio insieme” ha preso il via in modo particolarmente significativo, considerata la specificità del gruppo. E quale migliore inizio per noi, appartenenti ad una associazione di matrice ecclesiale, se non la celebrazione della Santa Messa, propiziatrice dell’aiuto divino al momento di riprendere il nostro impegno? Essa è stata celebrata nella splendida Cappella della Purità, scelta come luogo di primo raduno. Mons. Frezza ci ha espresso alcune riflessioni sulla perdurante crisi della famiglia, soggetto da sempre della preoccupata considerazione del CIF. Ci ha invitate alla preghiera “di ringraziamento” per i doni elargitici dal Signore, e “di suffragio” per le amiche che nel tempo ci hanno preceduto nella Casa del Padre. Nella stessa chiesa abbiamo avuto il primo contatto con il Tiepolo, l’artista che intendevamo appunto avvicinare: le pareti della “Purità” permettono infatti di gustare molti suoi apprezzatissimi affreschi, benché non appartenenti alla sua produzione giovanile. L’amica Antonietta Locatelli, la nostra competente guida, ci ha introdotte ad una prima rapida conoscenza del personaggio. Ci siamo avviate quindi verso il Castello, dove appunto erano esposte le sue tele “giovani”, impregnate di una luminosità tutta nuova. Siamo state fortunate nell’aver trovato nell’amica Antonietta una guida competente e chiara, che ci ha permesso di capire e di gustare la prima produzione artistica del Tiepolo, pittore che amiamo quasi fosse “di casa nostra” perché qui da noi ha lungamente vissuto e tanti capolavori qui ci ha lasciato.

Il grande salone del Parlamento che espone le sue opere si è offerto “interamente” a noi, quel pomeriggio, e lì, per noi, la nostra guida ha profuso le sue conoscenze nel campo dell’arte e i frutti della sua preparazione specifica. Ci siamo soffermate davanti ad ogni tela e su ciascuna di esse abbiamo ricevuto informazioni e commenti. Grazie Antonietta! Il gradevole clima di quella serena giornata d’autunno ci ha permesso di valorizzare al meglio l’intero “pomeriggio insieme”. Temperatura mite, luce brillante e trasparente, piacevole ripresa delle relazioni amicali, ma soprattutto appagante risposta al forte richiamo del momento: tutti ottimi elementi per poter affermare di aver trascorso alcune pur brevi ore in modo davvero piacevole. Le socie del gruppo comunale udinese, alle quali era stato demandato il compito di organizzare l’incontro, sperano di aver soddisfatto le attese e di essere state ospiti gradevoli ed efficienti. A tutte le amiche dell’associazione – quelle incontrate in quel pomeriggio e quelle impossibilitate alla partecipazione – augurano affettuosamente proficua operosità nel proprio ambito e appagante gratificazione, ritenendo tali prospettive le più convenienti nella fase iniziale dell’impegno associativo. “Tutto è bene quel che finisce bene”, dice un noto adagio. Confermiamo quanto esso afferma dichiarando che il nostro “pomeriggio insieme”, dopo il suo inizio promettente, ha avuto anche un’ottima conclusione e che pertanto la prima iniziativa del CIF di quest’anno ha avuto il successo che meritava. Del buon prosciutto, appetitose scaglie di frico e un eccellente tajut hanno ritemprato le forze delle “50 & più”, amanti, sì, dell’arte ma forse un po’ affaticate, in un locale di pretto gusto nostrano, aperto sul colle ad offrirci anche il panorama più bello (così si dice) del Friuli. Una stretta di mano e via di corsa a casa, ché si è fatto tardi. A presto!

Maria Di Marcoper le socie del gruppo udinese

Centro Italiano Femminile UdineNotiziarioCentro Italiano Femminile UdineNotiziario pag  10 novembre2011

GITA DEL CIF DI UDINEA TRIESTE – 11/10/2011

Visita alla cittàL’iniziativa, predisposta dal CIF provinciale di Udine, aveva due obiettivi: far conoscere la città di Trieste alle nostre cifine, visitando in particolare alcuni tipici luoghi di culto, e presenziare al Convegno, organizzato dal CIF regionale, Le donne del Friuli Venezia Giulia per l’Unità d’Italia, di cui sarebbero stati relatori la dott. Gabriella Ziani per Trieste e il prof. Roberto Iacovissi per il Friuli. Le quasi cinquanta cifine udinesi, giunte a Trieste con un pullman, nella mattinata hanno hanno visitato la Sinagoga, con la guida di dueebrei osservanti. La splendida opera degli architetti fratelli Berlam (1910-1912), è la più recente e la più grandiosa delle sinagoghe di Trieste. È una testimonianza della forza della comunità israelita, costituita un tempo da circa 6000 persone, ridottasi attualmente a 600 membri, dopo le leggi razziali, l’olocausto ed il trasferimento di alcuni ebrei triestini in Israele.La vasta aula della sinagoga è decorata con rilievi geometrici, perché al culto ebraico è proibita la raffigurazione di uomini ed animali, per timore di idolatria. Ripetuti sono i simboli della stella di Davide e del nodo di Salomone. Si è poi discusso della fede ebraica, come ora è vissuta dagli osservanti.Le cifine hanno poi visitato altre chiese, che accolgono fedeli non cattolici: di fede greco-ortodossa in San Nicolò sulle Rive, e di culto serbo-ortodosso in San Spiridione. La guida, Antonietta Locatelli, ha spiegato l’esigenza di dividersi i luoghi di culto. I Greci hanno il loro Patriarca (con funzioni simili al nostro Papa), con sede ad Atene; usano la lingua liturgica greca. I serbi si riferiscono invece al Patriarca di Mosca; usano la lingua serba e la scrittura cirillica. Le due chiese sono sontuose: soprattutto le iconostasi (pareti lignee che separano il presbiterio dall’aula dei fedeli), rivestite di icone dipinte ad olio. Le più caratteristiche sono però quelle rivestite d’argento e talvolta d’oro, opera di artisti raffinati, russi e veneziani. Le lampade risplendenti di mille luci sono ispirate all’arte bizantina. I mosaici rivestono l’esterno di San Spiridione, mentre l’interno delle due chiese è ornato di pitture ad olio.La chiesa ortodossa si è staccata da Roma circa 1000 anni fa. Ora è attivo il dialogo ecumenico e buone sono le relazioni reciproche.Le comunità ortodosse a Trieste sono l’espressione dell’immigrazione dai Paesi balcanici e dalla Grecia, per l’allargarsi delle attività marittimo-commerciali di Trieste, soprattutto dopo il beneficio del Porto Franco, elargito dall’imperatore asburgico Carlo VI nel 1719.Nel pomeriggio, dopo un gustoso pranzo, abbiamo raggiunto Muggia Vecchia, per la visita alla basilica dell’Assunta. Dapprima da una terrazza naturale ci siamo godute il panorama mozzafiato di Trieste, col suo porto, e del bacino di Muggia; poi con il parroco locale abbiamo ammirato la chiesa romanica con i suoi affreschi restaurati di recente, ancora godibili anche se non integri.Il Convegno ha poi occupato le ore serali. Il rientro a Palmanova e a Udine si è concluso alle ore 21, dopo che le Cifine hanno ringraziato caldamente il Signore per la bella giornata vissuta in buona compagnia.

Antonietta Locatelli

Convegno regionaleIl clou della giornata ci attende in un prestigioso palazzo di tipico aspetto asburgico, adiacente alla sede della Regione. Nell’aula “Tessitori” si svolgerà l’incontro su Le donne del Friuli Venezia Giulia per l’Unità d’Italia.Dopo la presentazione della presidente regionale Maria Trebiciani, il saluto e il compiacimento della presidente della Commissione PP.OO. regionale Santa Zannier, hanno inizio le prolusioni dei due relatori ufficiali.Gabriella Ziani, giornalista del «Piccolo», espone l’argomento Le ragazze di Trieste: una penna per la Patria. È doveroso il riconoscimento alle donne triestine che operarono per l’unità d’Italia, dal Risorgimento al secondo dopoguerra, con entusiasmo, sacrificio e coraggio. Convinte sostenitrici degli ideali mazziniani e garibaldini, alcune di esse, di estrazione borghese, aprirono i loro salotti svolgendo un ruolo letterario e politico anche come scrittrici e giornaliste; altre, lavorando semplicemente, al di fuori dei riflettori, si fecero crocerossine, assistenti

Il gruppo CIF raggiunge Muggia.

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag  11 novembre2011

nelle ambulanze, protettrici di orfani. La dott. Ziani nel 1993 ha pubblicato il libro Bianco, rosa e verde, in cui propone le figure femminili protagoniste del lungo Risorgimento della sua città. Ricordiamo, su tutte, Anita Pittoni che, tornando al salotto e alla penna in difesa della cultura italiana, nel 1949 fondò una casa editrice.

Prende quindi la parola il prof. Roberto Iacovissi, giornalista e poeta, sul tema Donne friulane del Risorgimento. Anche il Friuli annovera due personaggi femminili di rilievo, famosi a quel tempo ma ancor oggi. La contessina Caterina Percoto fu frequentatrice del celebre salotto milanese della contessa Maffei, ove si riunivano patrioti, letterati ed artisti. Ella aveva raccolto e raccontato alcune testimonianze sugli orrori seguiti alla reazione austriaca del 1848, pagine di ardente patriottismo pubblicate sul «Friuli», capaci di infiammare anche gli animi più tiepidi.Altra figura rinomata fu Adelaide Ristori, attrice molto applaudita in Italia e a Parigi per le sue doti interpretative e per gli ideali di libertà da lei sostenuti. Cavour, nel 1861, la definì valida collaboratrice della sua politica.Ma numerose altre donne friulane furono silenziose protagoniste del Risorgimento nella nostra terra: donne d’azione che, accanto ai mariti o ai patrioti, si prodigarono per la libertà e l’indipendenza del Friuli.Le vediamo scorrere come in un filmato: Luigia Toscani Linussio di Tolmezzo si adoperò senza sosta per l’arruolamento di volontari; Margherita D’Orlando di Rivignano seguì come infermiera i garibaldini; sei sorelle sandanielesi cucirono di nascosto camicie rosse e bandiere tricolori; Maria Agosti, maestra udinese, accolse nella sua casa numerosi patrioti pagando poi la sua temeraria iniziativa con il carcere duro; Giulia Calame Modena, mazziniana e, col marito, convinta assertrice dell’educazione popolare; Rosa de Trombetti fu operatrice ed infermiera nel Forte di Osoppo. Tante altre furono eroiche sostenitrici della causa italiana. Tutte donne virtuose con un solo difetto: la modestia! A noi il compito di cogliere i loro fulgidi esempi.Sul far della sera, mentre si accendono le luci sulla terraferma, il ritorno. Sul pullman si intrecciano colloqui e scambi d’opinione in un clima di simpatia ed amicizia. Rimarranno certamente nei nostri occhi le tante immagini godute e nella mente un gradito ricordo della bella giornata a Trieste.

Mercedes Lazzara

Il  Centro  Italiano  Femminile  ha  accolto  con profonda gratitudine e fiducia la prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco all’Assemblea permanente della Cei. Certamente è  la questione morale, in politica come in economia, che arreca i danni più gravi al nostro Paese perché propaga laculturadiun’esistenzafacileegaudente di cui è la donna a subire le offese maggiori, essendo ritornata socialmente accettabile l’opinione che la donna può essere ridotta a merce: la mercificazione di uno è mercificazione di ognuno e di tutti. Il  CIF,  associazione  di  donne,  credenti,  cittadine, presente  in  tutta  Italia,  a  più  riprese  è  intervenuta per esprimere il suo profondissimo disagio di fronte alla  denigrazione  della  donna  nella  pubblicità,  nei mass media e perfino nel mondo istituzionale. Oggi  ci  confortano  le  chiare  parole  pronunciate dal Cardinale e ci sostengono in un cammino che è ancora lungo, laborioso e pieno di buche.

GRATITUDINE E FIDUCIA

Comunicato stampa del CIF nazionale del 28.09.2011, inviato alle sedi CIF provinciali e da noi trasmesso, per conoscenza, ai settimanali diocesani della Regione.

PROVERBI, ANTICA SAGGEZZA

Sappiamo di una interessante e simpatica ricerca che l’amica Mercedes Lazzara, friulana doc, nostra socia e soprattutto cara amica, sta realizzando con pazienza e tenacia. Si tratta di una raccolta di vecchi proverbi e modi di dire della parlata friulana (ne ha già reperiti più di trecento!) che le persone anziane del suo paese (Sutrio), ma anche di ogni nostra località, ancora inseriscono nei loro discorsi.Sono tipiche espressioni popolari che riflettono esperienze di vita, conoscenze ambientali, sentimenti profondi… Esse vanno gradualmente scomparendo dai discorsi, impregnati invece di termini stranieri spesso malamente pronunciabili.Via via riporteremo sul nostro Notiziario qualche esemplare della raccolta, quasi un “occhiello tipografico”, per fare omaggio alla saggezza dei nostri vecchi e soddisfare la nostra curiosità.

ENCJE IL PREDI AL SBALGJE SU L’ALTÂR. (Tutti rischiano di commettere errore. “Anche il prete sbaglia sull’altare”.)

IL SIGNÔR A NOL PAE NOME DI SÀBIDE: ANCJE DI LÙNIS. (L’intervento divino – premio o castigo esso sia – prima o poi si manifesta. “Il Signore non paga soltanto di sabato, anche di lunedì”.)

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag  12 novembre2011

Il corso di spiritualità, promosso dalla presidenza nazionale

del CIF sul tema Ascolta Israele: io sono il Signore, ha visto una

bella partecipazione di quasi tutte le regioni d’Italia, fra cui

il F.V.G. La terra di San Francesco già per se stessa invita alla

riflessione, alla meditazione, tocca le corde del cuore.

Nel programma erano previsti momenti di lavoro di gruppo

e risonanze, parola questa veramente adatta ad esprimere

quanto ciascuna delle partecipanti ha sentito: gli spunti di

riflessione, le lezioni bibliche sono stati note, colori di una

musica che si è diffusa nell’interiorità e ancora risuona.

Alla domanda: “Chi ci dà la sicurezza che Dio ci ascolta?” la

risposta è stata: la memoria che ciò che il Dio di Abramo, di

Isacco ha fatto, memoria che permane nel popolo d’Israele,

lo rende capace di gridare, di chiamare Dio a prendersi cura;

nella reciprocità tra l’ascolto e la Parola nasce l’alleanza che

permette di uscire dalla schiavitù, di vivere esperienze nuove,

di nascere a forme di vita che comportano fedeltà, attesa,

castità, intelligenza, cuore aperto, silenzio. Dio è inaccessibile,

inconoscibile, non ha volto, non ha nome. Nell’Esodo si

presenta così: “Io sono”, e nel primo comandamento: “Io sono

il Signore tuo Dio”.

È stato sottolineato come oggi si avverta la necessità di far

emergere la vera identità umana, da purificare attraverso

una “igiene” spirituale e materiale operata dall’ascolto della

Parola, fino a illuminare la produzione, la diffusione e la

fruizione dell’odierna cultura.

Si è parlato di adorazione come di un lungo, impegnativo processo

che conduce a confidarsi, a fidarsi e ad affidarsi a Lui; l’ascolto

nell’adorazione è totalizzante, è annullarsi, è sentirsi creatura

semplice, umile, povera, è bagnarsi nella Grazia, è percepire –

come dice S. Agostino – che “ Dio è più intimo del mio intimo ” .

CORSO DI SPIRITUALITA’ Assisi 9/12 settembre 2011

Una imminente iniziativa Cif di grande rilievo: appuntamento al quale non si può mancare

La contemplazione è forse più facile da coltivare: è vedere il volto di Dio in Gesù Cristo, la cui umanità esalta, rende sacro l’uomo .

Da Maria dobbiamo imparare la meditazione, innamorarci della bellezza spirituale, purificando la nostra religiosità anche da

aspetti troppo devozionali, sentire la libertà, non la schiavitù di essere, come dice S. Geremia, “sedotto da Te”, porci davanti a

Dio come terra “arida”, con la prospettiva che possa trasformarsi in “giardino” (Salmo 64).

La Parola di Dio può mettere paura, nel senso di timore che il Signore passi senza che noi ce ne accorgiamo, ma anche perché la

Parola è forza creatrice, è presenza di Dio che inquieta, mette a nudo, presenta una fede percorsa da dubbi, da esitazioni, anche

da momenti di cecità. Si può sperimentare anche l’indurimento di cuore, perché il dono dell’ascolto non accetta discussioni

intellettualistiche, la costruzione di un Dio “usabile”, su misura per noi, ma aiuta a capire che Dio non è fissità, ma si fa storia,

cammina assieme a noi e che in Gesù Cristo, Verbo incarnato e crocefisso, ci rivela chi è Lui..

Lucia Gori

pag  13 novembre2011

Le politiche e gli interventi di contrasto alla povertà in FVG:il ruolo delle istituzioni e del volontariato

In questo numero del Notiziario vengono presentati quattro convegni di grande interesse che hanno avuto recente attuazione nel nostro territorio. In rappresentanza del CIF vi hanno partecipato alcune nostre aderenti che qui fanno relazione degli importanti contenuti, a beneficio di chi non era presente alla trattazione.

Udine Auditorium Regione Autonoma FVG - 16 giugno 2011

Il Convegno (erano presenti anche alcune rappresentanti del CIF) è stato promosso dalla nostra Regione e dalle quattro Caritas diocesane (Concordia-Pordenone, Gorizia, Trieste, Udine) con la partecipazione e relativi interventi dell’Arcivescovo di Udine mons. Mazzocato, del Direttore Caritas di Udine, don Gloazzo, del Presidente Regionale Tondo, di tre assessori regionali e di altri rappresentanti dell’associazionismo.Dai vari interventi è emerso che lo stato di bisogno tocca il 15% delle famiglie, in misura più o meno grave; che l’impoverimento generalizzato potrebbe portare – come ha sottolineato l’assessore Kosic – ad una ulteriore spinta alla denatalità, fenomeno già molto grave in F.V.G.La crisi economico-occupazionale ha comportato enormi costi per la comunità; alle istituzioni si sono affiancate le Caritas diocesane con oltre 5000 interventi attraverso il microcredito, i fondi di solidarietà e molte altre forme di aiuto, anche personalizzate, per rispondere ai vari aspetti della povertà: fisici, psichici, morali. Da parte di studiosi dell’IRES (Istituto ricerche economiche-sociali) si certifica la possibilità di un nuovo scenario di solidarietà, che consiste soprattutto nell’accompagnamento personale, per promuovere assunzione di stili di vita nuovi, più consapevoli e responsabili.L’arcivescovo mons. Mazzocato ha sottolineato la necessità di organizzare la vita economica e sociale secondo la logica del dono gratuito, di impegnarsi contro la povertà in nome di motivazioni profonde, di orientare l’educazione “sul piano delle coscienze”, di conoscere le situazioni di povertà, di trovare modi di ottimizzazioni delle risorse disponibili nel superamento di ostacoli e difficoltà nel rispetto della dignità delle persone.A conclusione del sentito e profondo intervento il nostro Arcivescovo ha ricordato che il volontariato non è “un patrimonio inesauribile” e che preoccupa la mancanza del ricambio da parte dei giovani.Le donne del CIF da queste considerazioni devono continuare con perseveranza nell’impegno educativo, volto alla formazione delle coscienze, secondo la parabola del Buon Samaritano e le altre pagine del Vangelo.

Lucia Gori

Analisi economica del sistema regionaledi offerta dei servizi alla prima infanzia 2010

L’Università di Udine – più precisamente il Centro Interdipartimentale sul Welfare – ha condotto una ricerca approfondita sui servizi alla prima infanzia presentandone i risultati in una conferenza del 22 giugno 2011. Alla presentazione si affiancavano le relazioni sulla situazione generale italiana e sull’esperienza della provincia di Bolzano.

Lo studio condotto dal Centro Interdipartimentale sul Welfare (CIWE) dell’Università degli Studi di Udine costituisce fondamentalmente un confronto tra i servizi pubblici e privati che operano in regione, specialmente nella Bassa Friulana, nel campo della prima infanzia.Il fulcro della conferenza è la questione del finanziamento e della sostenibilità dei servizi che si occupano dei bambini dagli 0 ai 3 anni, siano essi asili nido o servizi integrativi, ricreativi e sperimentali.Roberta Sartor, direttrice del Servizio regionale Politiche per la famiglia e sviluppo dei servizi socio-educativi riassume i contenuti della Legge regionale 20/2005 che stabilisce le tipologie di servizio, riconosciute in: nidi d’infanzia; servizi 8

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag  14 novembre2011

8 integrativi (a loro volta ulteriormente inquadrati dalla più recente legge regionale 7/2010) quali centri per bambini e genitori, spazi gioco, servizi educativi domiciliari, servizi di babysitter locale promossi dai Comuni; servizi sperimentali intesi come servizi ricreativi che possono esprimersi in laboratori ed atelier.Introduce, inoltre la novità della finanziaria di quest’anno che ha imposto una modifica al sistema di finanziamento regionale che è divenuto un unico canale contributivo, non più diviso tra privato e pubblico. I finanziamenti sono elargiti sulla base di parametri qualitativi e del numero di bambini accolti oltre che dei mesi di funzionamento del servizio.Dopo queste precisazioni il prof. Antonio Massarutto e il ricercatore Paolo Rasi presentano i risultati della ricerca.In Italia la percentuale di occupazione femminile è bassa e in calo a causa della crisi; la situazione è collegata alla bassa percentuale di frequentazione dei nidi per l’infanzia e alla carenza dell’offerta dei servizi che va di pari passo con il “familismo” ossia con l’affidamento dei figli ai nonni, presenza importante che mitiga il problema, ma contribuisce anche a non risolverlo. Nelle province di Gorizia e di Trieste la gestione delle strutture per la prima infanzia è quasi paritaria rispetto a quella pubblica, mentre nel pordenonese e nella nostra provincia nidi pubblici sono la preponderanza. Trieste copre l’intera capacità ricettiva, mentre nella provincia udinese si raggiunge il 78%, ma ciò si spiega col fatto che il territorio è molto più esteso e comprende una vasta area montana.Dal confronto fra strutture pubbliche e private emerge che il costo del lavoro, cioè del personale incide più di ogni altro per questo servizio: perciò nel pubblico i costi sono maggiori e i ricavi minori. Il nido pubblico ha qualità più alte, mentre il privato offre più flessibilità d’orari. Le strutture private, tuttavia, necessitano degli interventi pubblici finanziari. Il sostegno pubblico – anche non diretto – è necessario per contenere il costo delle rette. È un investimento sul futuro e una questione di pari opportunità, ma dovrebbe passare a forme di finanziamenti incentivanti. Anche il sostegno alle famiglie necessita di un ripensamento. Si pensi che in regione il fondo abbattimento rette non è interamente utilizzato dalle famiglie, forse per mancanza d’informazione o per eccessiva burocrazia.Dal confronto fra le realtà interne al confronto con il resto d’Italia, Aldo Fortunati dell’Istituto per l’Infanzia della Toscana presenta le tendenze a livello nazionale: diversificazione delle tipologie dei servizi; diversificazione dei titolari e dei gestori delle iniziative; diversità territoriali e delle liste d’attesa. Così si scopre che la diversificazione dipende dalla flessibilità dei nidi e che i servizi integrativi (come sopra definiti) sono un “alone” intorno al servizio offerto dai nidi, ossia costituiscono un esempio di diversificazione dell’offerta, ma sono un’esperienza marginale. Tutte queste possibilità, inoltre, non si sono sviluppate equamente sul territorio: se a livello nazionale l’offerta è più che raddoppiata, essa continua a non attecchire laddove non era sviluppata fin dagli anni passati, cioè nel Mezzogiorno. Ciò non vuol dire che non esista una domanda potenziale, ma essa potrebbe essere inespressa perché frustrata dalla consapevolezza di non poter essere soddisfatta.L’obiettivo è individuare le caratteristiche positive e negative dei servizi ed ottenerne indicazioni valide per un successivo sviluppo efficace del sistema. Gli elementi che dovrebbero caratterizzare gli esempi positivi sono: la stabilità dei contesti, la regolarità della frequenza da parte dell’utenza; la stretta relazione tra la famiglia e i servizi; la presenza di una progettazione nello spazio e nel tempo, cioè non occasionale; la professionalità degli educatori, che preveda tempi diversi da quelli occupati dai lavoratori con gli utenti perché possano costruire il progetto, formarsi e sviluppare qualitativamente il servizio.Eugenio Bazzotto della Provincia di Bolzano porta l’esempio delle Tagesmutter, o assistenti domiciliari all’infanzia. L’Alto Adige è una piccola comunità distribuita su un territorio impervio, ma al vertice nazionale per fecondità e con un basso livello di disoccupazione. Le famiglie sono molto ristrette nelle dimensioni (11% di madri single) e come in tutto il Paese ci sono più vecchi che giovani. Gli asili nido si trovano concentrati nei quattro centri maggiori e presso le comunità italofone e la Provincia interviene per qualsiasi tipo di servizio, pubblico e privato, di nidi, Tagesmutter e microstrutture. Il servizio di assistenza domiciliare all’infanzia prende vita a metà anni Novanta come progetto di reinserimento lavorativo e fornisce flessibilità d’orario con cura a pochi bimbi, progetti pedagogici individuali, servizio incentrato sui bambini, diffuso sul territorio, coordinato solo da enti privati non profit accreditati presso la Provincia, non gestito da liberi

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag  15 novembre2011

Medicina di genereUomini e donne vanno curati in modo diverso?

professionisti, per fornire garanzie sia ai genitori che richiedono sussidi alla Provincia sia ai lavoratori che possono godere di ferie e sostituzioni, oltre che di un accurato programma pedagogico.In Trentino l’utenza delle Tagesmutter è tipicamente di chi non ha struttura famigliare né possibilità d’accesso a servizi convenzionali, inizialmente costituita dai lavoratori ospedalieri

Sara Costantinipartecipante al convegno

Il CIF ha risposto con piacere all’invito della Commissione Pari Opportunità regionale al convegno di Pordenone sulla Medicina di genere. Non è stato un incontro per soli “addetti ai lavori”, ha offerto numerosi spunti di riflessione che riportiamo all’attenzione delle nostre amiche lettrici.

La Commissione regionale per le Pari Opportunità ha organizzato a Pordenone nella giornata di sabato 1° ottobre un convegno sulla medicina di genere, con la partecipazione di relatori di profonda preparazione e chiarezza espositiva, un incontro di alto spessore che avrebbe meritato senz’altro un pubblico più vasto.Introducendo i relatori, la Presidente della Commissione Santa Zannier e Annamaria Poggioli, la Coordinatrice del gruppo Sanità e politiche sociali della Commissione, hanno sottolineato la finalità del convegno: creare un punto di vista sulla medicina di genere perché all’interno del piano sanitario regionale si mettano in atto normative puntuali che ne tengano conto.La medicina di genere dovrebbe essere conosciuta a livello privato, dai singoli, ma anche dagli esponenti della sanità pubblica, perché possa essere considerata uno degli strumenti scientifici per programmare i piani sanitari efficacemente, come sottolineato pure dal prof. Piero Cappelletti, l’attuale Direttore generale del CRO di Aviano, nonché presidente della Federazione regionale dell’Ordine dei medici.La prof.ssa Giovannella Baggio che è Presidente del Centro studi nazionale salute e medicina di genere innanzi tutto ha chiarito cosa non è medicina di genere: non è una nuova specialità, né è solo salute della donna, ma è una nuova dimensione della medicina che studia come la differenza di sesso possa influire fisiologicamente nell’approccio diagnostico e terapeutico, cui negli ultimi anni anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato a dare importanza. Il fondamentale motivo per cui è necessario interessarsi della medicina di genere – come anticipato anche dalla dott.ssa Furlan dell’ASL n° 6 – è che in Italia a 50 anni l’attesa di vita per un uomo è di 20 anni, per una donna è di 30 anni, ma l’attesa di vita in salute è di 20 anni tanto per l’uno che per l’altra, perciò le donne vivono più a lungo, ma il loro futuro è minato dalla possibilità di soffrire di malattie croniche e degenerative più degli uomini. Bisogna far in modo che la senilità non venga a coincidere con la disabilità, tanto più che il nostro è un Paese con un crescente numero di anziani.Alcuni esempi supportano lo studio di questo nuovo approccio. Il collasso cardiaco è il primo caso di morte nella donna. La mortalità intra-ospedaliera, cioè entro i 15-20 giorni di ricovero è più alta nelle donne, così come il decesso dopo il bypass. Nonostante ciò, negli Stati Uniti le campagne di prevenzione per contrastare la mortalità per malattie cardiovascolari sono state rivolte prevalentemente agli uomini e le ricerche nel campo che hanno fornito linee guida internazionali hanno usato poche donne come campione. Anche la sintomatologia si basa su modelli maschili, contribuendo a causare un ritardo diagnostico che porta le donne a essere sotto-trattate, perché spesso più anziane e con altre patologie, e comporta fatalmente un’errata terapia, come rimarcato anche dalla dott.ssa Daniela Pavan, Direttore del Comprensivo di cardiologia di San Vito-Spilimbergo.Viceversa, ci sono malattie considerate “femminili”, come l’osteoporosi e le affezioni della tiroide (ipertiroidismo, “gozzo”, nodi tiroidei) – sulle quali ha relazionato la prof.ssa Maria Rosa Pelizzo Direttore del Reparto di chirurgia generale dell’Università di Padova – che risultano più frequenti nelle donne e sono meno studiate negli uomini.Prendendo in considerazione le malattie oncologiche, la dott.ssa Vittoria Zagonel dell’Istituto oncologico veneto, presentando i risultati del Primo congresso di Oncologia di genere, ha sottolineato come oggi non esistano programmi di screening differenziati per sesso, anche se le evidenze mostrano che, ad esempio, il tumore al colon si presenta in modo diverso in maschi e in femmine. Altri tipi di cancro come quello ai polmoni, il melanoma cutaneo, il cancro alla 8

Centro Italiano Femminile UdineNotiziario pag  16 novembre2011

8 mammella maschile presentano lo stesso problema. E le sperimentazioni per valutare sia l’efficacia sia la tossicità dei farmaci avvengono in maggioranza su soggetti maschili, anche se risulta diversa la cardiotossicità, ossia l’insieme dei problemi cardiaci generati dai farmaci contro il cancro, che è più evidente in bambine e donne. E su questo tema è ritornato, a conclusione della giornata, il prof. Tullio Giraldi, già Ordinario di Farmacologia dell’Università di Trieste.Un altro fattore fondamentale di discriminazione, oltre alla fisiologia è la cultura. Generalmente le donne provano un forte senso di responsabilità verso la famiglia, per quello che è ritenuto il proprio ruolo di caregiver e questo atteggiamento contribuisce a diffondere le buone pratiche tra i familiari, ma d’altra parte è uno degli ostacoli alla prevenzione, perché la salute della famiglia viene prima della propria.E dell’importanza dell’ambiente ha parlato anche il prof. Paolo Gasparini, Primario del Dipartimento di Genetica dell’ospedale Burlo Garofalo di Trieste, il quale ha spiegato che i genetisti prendono in considerazione i geni e la relazione tra loro e con l’esterno, ma l’ambiente è un fattore che agisce sui singoli individui, perciò tendono verso una “medicina personalizzata”, un concetto che supera la medicina di genere.

Sara Costantinipartecipante al convegno

Consulta dei laici - 7 ottobre 2011

Il 7 ottobre alle ore 19.30, su invito dell’Arcivescovo, numerosi membri delle varie associazioni e movimenti che formano la Consulta dei Laici hanno preso parte nella Cattedrale di Udine alla celebrazione della Santa Messa, officiata da mons. Andrea Bruno Mazzocato e da alcuni degli assistenti spirituali delle varie aggregazioni. Questo appuntamento straordinario è stato definito dall’Arcivescovo come un momento di condivisione dell’unica fede, della varietà delle esperienze spirituali ed ecclesiali, della preghiera per noi e per tutta la Chiesa diocesana e della testimonianza che in Friuli ci sono tanti laici cristiani impegnati a vivere e a condividere il Vangelo di Gesù.A questo avvenimento, che si è poi concluso con un’agape fraterna preparata dalle varie associazioni, hanno partecipato cinquecento persone, una ventina delle quali appartenenti al Centro Italiano Femminile. Grande è stata la soddisfazione dell’Arcivescovo per la risposta alla sua chiamata. È seguito l’invito ai presenti a continuare nella vita di ogni giorno a vivere questa testimonianza di fede condivisa.

Sandra Nobile


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