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Centro Studi C.N.I. - 17 luglio 2015 · INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi...

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Centro Studi C.N.I. - 17 luglio 2015
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Centro Studi C.N.I. - 17 luglio 2015

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 17 luglio 2015

Pagina I

DDL CONCORRENZA

Professioni quasi salveItalia Oggi 17/07/15 P. 29 Benedetta Pagelli 1

RIFORMA PA

"Così si danneggia il paesaggio"Repubblica 17/07/15 P. 39 Antonio Cianciullo 2

CONFERENZA SERVIZI

Tempi lunghi e oneri burocratici: non funziona la conferenza di servizi, riforma necessariaSole 24 Ore 17/07/15 P. 12 Giorgio Santilli 3

MERCATO DELLE COSTRUZIONI

L'ingegneria torna a crescereItalia Oggi 17/07/15 P. 29 Marco Solaia 4

PIANO JUNCKER

Il piano Juncker arriva in Italia 100 milioni alle pmi innovativeRepubblica 17/07/15 P. 26 Carlotta Scozzari 5

OPERE PUBBLICHE

Performance bond frena le opereItalia Oggi 17/07/15 P. 36 Andrea Mascolini 6

Opere pubbliche, +16,9% con appalti per 20 miliardiItalia Oggi 17/07/15 P. 36 7

GARE DI PROGETTAZIONE

L'importo è complessivo nelle gare di progettazioneItalia Oggi 17/07/15 P. 36 8

EDILIZIA

Il Piemonte finanzia l'edilizia residenziale degli enti localiItalia Oggi 17/07/15 P. 38 9

RICERCA

Piano ricerca da 6,2 miliardi entro il 2017Sole 24 Ore 17/07/15 P. 12 Eugenio Bruno 10

DIGITALIZZAZIONE

Digitale, lievito dell'economia realeSole 24 Ore 17/07/15 P. 22 Paolo Bricco 11

SICUREZZA ICT

I siti web degli enti pubblici nel mirino "Da inizio anno cento attacchi di hackerStampa 17/07/15 P. 22 13

TECNOLOGIE

C'era una volta Freud ora lo psicoterapeuta sarà un computerRepubblica 17/07/15 P. 35 Silvia Bencivelli 14

RIFIUTI

Rinvii e piani disattesi Maxi multa della Ue sui rifiuti in CampaniaCorriere Della Sera 17/07/15 P. 21 Francesca Basso 17

Rifiuti, scattano le maxi multe all'ItaliaStampa 17/07/15 P. 20 Marco Zatterin 18

TIRRENO POWER

«Vedrò De Vincenti per la norma che ci aiuterà»Corriere Della Sera 17/07/15 P. 21 Erika Dellacasa 19

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 17 luglio 2015

Pagina II

RIFORMA CATASTO

Riforma del catasto a gettito invariato (con le imposte attuali)Sole 24 Ore 17/07/15 P. 38 Marco Causi 20

FONDAZIONI

Ecco le scuole a marchio InailItalia Oggi 17/07/15 P. 38 Roberto Lenzi 21

ECONOMIA

Superare il clima ostile che circonda le impreseCorriere Della Sera 17/07/15 P. 1-29 Giorgio Squinzi 22

FONTI DI ENERGIA

La rivoluzione geopolitica del solareSole 24 Ore 17/07/15 P. 23 Leonardo Maugeri 24

NOTAI

Dai notai una guida sui diritti dei cittadiniSole 24 Ore 17/07/15 P. 36 Giuseppe Latour 27

DISSERVIZI

Mise, un cimitero di bersanianiItalia Oggi 17/07/15 P. 12 Edoardo Narduzzi 28

MONDO

Modi e l'università così il premier va all'attacco del libero pensieroRepubblica 17/07/15 P. 34 Amartya Sen 29

AGROTECNICI

Serve un indirizzo Pec univocoItalia Oggi 17/07/15 P. 29 Beatrice Migliorini 32

CONSULENTI DEL LAVORO

Consulenze del lavoro docItalia Oggi 17/07/15 P. 35 Carla De Lellis 33

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Verso lo stralcio o la totale modifica le norme contenute nel testo del governo

Professioni quasi salveCamere a gamba tesa sul ddl concorrenza

DI BENEDETTA PACELLI

1 parlamento capovolgetutte (o quasi) le normesulla «concorrenza» inmateria di professioni.

Degli oltre 1.300 emenda-menti al disegno di leggea firma del ministro dellosviluppo economico Fede-rica Guidi, quasi la metàsono proposte di stralcio diprovvedimenti con i quali ilgoverno ha voluto dare at-tuazione per la prima voltaalle norme annuali sulla con-correnza delle professioni. Eseppure ora bisognerà capirecosa decideranno i due rela-tori di maggioranza (AndreaMartella e Silvia Fregolent,entrambi Pd), il consenso tra-sversale alle numerose spinteemendative, fa pensare che lechance di approvazione dellemodifiche fortemente volutedalle categorie professiona-li interessate, siano buone.

Una su tutte il capitolo con-tenuto nel ddl che disciplinal'esercizio della professioneforense in forma societaria.In questo senso sono moltigli emendamenti che pro-pongono uno stralcio dellanorma, prevedendone la so-stituzione con una delegapiuttosto dettagliata al go-verno da attuare in sei mesiche ammetterebbe l'eserciziodella professione forense informa associata (società dipersone, di capitali o coo-perative), a patto che i soci,rappresentativi di almeno idue terzi del capitale sociale(così come per le altre profes-sioni), siano avvocati iscrittiall'albo oppure avvocati ealtri professionisti. L'organodi gestione della società do-vrà poi prevedere che i suoicomponenti non possano es-sere estranei alla compagniesociale. Questa previsionenormativa, si legge nella mo-

tivazione contenuta in unodi questi emendamenti, sipotrebbe attuare facilmente«riaprendo i termini di eser-cizio della delega (la riformaforense prevedeva una delegaper disciplinare le norme sul-le Società tra professionisti,ma la delega non è mai stataattuata, ndr) e integrando icorrettivi necessari riferi-menti all'introduzione dellesocietà multidisciplinari».Sono poi molte le proposte dimodifica che propongono poila soppressione dell'estensio-ne ai legali delle autenticheper il trasferimento degliimmobili sotto i 100 milagiuro così come la possibili-tà di costituire una srl conscrittura privata, due dispo-sizioni che, secondo le moti-vazioni riportate andrebberoa incidere «negativamentesulla certezza e affidabilitàdei pubblici registri, compro-mettendo gravemente il si-

stema vigente che è ritenutoall'avanguardia anche dalleorganizzazioni internaziona-li». Trasversale a molti schie-ramenti infine la richiesta distralcio della norma previstanell'articolo 31 del ddl cheapre alle società di ingegne-ria la possibilità di stipularecommesse con i privati, pos-sibilità che fino ad ora gli erapreclusa. Accanto al princi-pio di soppressione però c'èchi propone l'equiparazionedi questo tipo di società alleStp, stabilendo che le primerisultino «in possesso dei re-quisiti prescritti» dalla legge183/11 e «dal relativo decretodel ministero della giustizia9 aprile 2013, n.34 e cioè checiascun socio partecipi soloa una Stp, la minoranza delsocio di capitale, il rispettodella deontologia dell'ordinedi appartenenza e l'eserciziodell'attività esclusiva delprofessionista».

DDL Concorrenza Pagina 1

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SULDISEGNODILEG

"C0114 %.osì si danneggia fi pa

T+ _ 2.71 — 3I

UELLO che non è riu-

scito a Berlusconi

rischia di riuscire a

Renzi. Il disegno dilegge Mala contiene due colpimicidiali per il nostro patrimo-nio artistico e culturale: il silen-zio assenso da parte della pub-blica amministrazione di fron-te a richieste di interventi an-che pesanti sul territorio e lacancellazione delle sanzioniper attività edilizie con autoriz-zazioni irregolari, quasi un con-

dono preventivo». E molto net-ta la posizione di Andrea Caran-dini, presidente del Fai (Fondo

ambiente italiano), sulle nor-me che riorganizzano la pubbli-ca amministrazione.

Eppure c 'è consenso sulla ne-cessità di rendere più velocela pubblica amministrazio-ne.

«Esiste un modo semplicissimoper raggiungere l'obiettivo: farapprovare subito i piani pae-saggistici. Solo Puglia e Tosca-na lo hanno fatto. A quel puntoesisterebbe un giudizio artico-lato sull'uso del territorio e nonbisognerebbe ogni volta inda-gare partendo da zero».

Due mesi, che diventano trecon l'emendamento appenavotato, non bastano per deci-dere?«Lo sa a cosa si riducono i

due mesi se dividiamo i proget-ti per il numero dei funzionari

delle soprintendenze? A Mila-no sono tre o quattro minuti. Inqueste condizioni il silenzio as-senso significa assenso. Lo slit-tamento a 90 giorni è un passoavanti, a cui si aggiungerebbel'intenzione di rafforzare gli or-

ganici delle soprintendenze.Miglioramenti, ma il quadrod'assieme resta preoccupan-te».

Molte soprintendenze ven-gono criticate per un ecces-so di burocrazia.«Ci possono essere stati erro-

ri e autoreferenzialità. Ma si

tratta di migliorare, non di get-tare via l'istituzione. Del restocon il Salva Italia un alleggeri-mento della burocrazia c'è giàstato».

Vede il rischio che l'opposi-zione alla riforma venga per-cepita come difesa dell'im-mobilismo?«Il no alla trappola del silen-

zio assenso vuol dire il contra-rio: il rilancio delle possibilitàdi un Paese che vede nella cre-scita del turismo e nel paesag-gio un elemento fondamentaleper uno sviluppo duraturo. Al-tro che stare fermi: noi propo-niamo piani paesaggistici subi-to e valorizzazione del patrimo-nio».

Valorizzare in che modo?«Dobbiamo rivolgerci a nuo-

vi pubblici, che conoscono po-co la nostra storia. Gli spettaco-li multimediali organizzati alforo di Augusto e al foro di Ce-sare hanno un alto livello enon disturbano i monumenti:si potrebbero tenere anchenel Colosseo. Le possibilità of-ferte dal patrimonio sono im-mense. A patto di non distrug-gerlo».

Riforma PA Pagina 2

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Le interviste ad amministratori locali e imprenditori confermano che lo strumento di coordinamento va modificato in profondità

Tempi lunghi e oneri burocratici: non funzionala conferenza di servizi, riforma necessaria

Giorgio santiniROMA

t,;»s Tempi troppo lunghi, ecces-so di carico burocratico sulle im-prese che investono, ripetute ri-chieste diintegrazioni documen-tali, scarso coordinamento fra idiversi uffici della pubblica am-ministrazione, assenza di stan-dardizzazione nel rapporto fraimprese e Pa. Sono le principalicriticità che presenta la confe-renza di servizi, strumento am-ministrativo nato per coordina-re, semplificare e accelerare l'iterdi progetti infrastrutturali e pro-duttivi ma che, nell'esperienzavissuta sul campo, si è trasforma-to troppo spesso in una storia diveti e meline. I rilievi critici allaconferenza di servizi arrivano daun'indagine condotta da Ref, suiniziativa di Confidustria, su 200amministratori locali dei settoriambiente, attività produttive eurbanistica e su un gruppo di im-prenditori che operano in settoriin cui le conferenze di servizi

svolgono un ruolo di primo pia-no. «Nonostante i ripetuti inter-venti normativi degli ultimi anni- afferma il rapporto Ref - quelladella Conferenza sembra essereuna storia tutta italiana di veti,blocchi e ritardi, che hanno avutoripercussioni anche sulla libertàd'impresa, sulle decisioni di in-vestimento e, in definitiva, sullacrescita dell'economia».

Le principali difficoltà sono le-gati ai tempi di conclusione delleConferenze. L'indagine ha mes-so in luce come la procedura am-ministrativa si traduca in tempiper il completamento delle Con-ferenze troppo spesso più lunghirispetto allaprevisione dellanor-mativa. D al campione di ammini-strazioni coinvolte nell'analisi èemerso che il 35%io indica tempisuperiori ai io,5 mesi, cioè al tem-po massimo consentito dalla leg-ge anche quando la conferenza diservizi segue l'iter più lungo checomporta l'acquisizione dellaValutazione di impatto ambien-

tale (Via). Questa percentuale ri-sulta poi vicina al 5o% (come sipuò vedere anche nella tabellapubblicata in pagina) se si analiz-zano i tempi del solo settore am-bientale, confermando che è pro-prio questo il settore che, per lacomplessità delle autorizzazio-ni, presenta una durata dei proce-dimenti amministrativi più dila-tata rispetto al complesso deicampi analizzati.

Quanto al sovraccarico di one-ri e adempimenti burocratici, èlargamente prevalente l'opinio-ne che «sia possibile ridurre talesovraccarico e velocizzare l'itersenza ridimensionare la capacitàdecisionale delle amministrazio-ni nel merito delle questioni sullequali esse sono chiamate a pro-nunciarsi».

Le informazioni raccolte nel-l'indagine hanno consentito dimettere a fuoco anche le corre-zioni che potrebbero risultareutili nella riforma della conferen-za di servizi che inparte si sta rea-

lizzando proprio con la legge de-lega per la riforma della Pa. Il rap-porto Ref suggerisce innanzitut-to di «rafforzare il ruolodell'amministrazione proceden-te, attribuendole effettivamentela direzione e il coordinamentodell'intera conferenza». Una se-conda modifica dovrebbe riguar-dare le modalità di interazionetra leimprese e le amministrazio-ni coinvolte nella conferenza,«rafforzando l'utilizzo dellatele-matica e prevedendo alcuni ele-menti di standardizzazione deiprincipali documenti come ver-bali, parerie quadri prescrittivi».Terza correzione dovrebbe es-sere l'introduzione di forme san-zionatorie verso le amministra-zioni che si dimostrino partico-larmente restie ad assumere de-cisioni certe in tempi brevi.

Le imprese intervistate, d'al-tra parte, evidenziano larilevan-za del fenomeno che può defi-nirsi di «riluttanza amministra-tiva», per cui sono auspicabiliinterventi di moral suasion o, senecessario, strumenti sanziona-tori finalizzati a ridurre i casi incui la discrezionalità dell'ammi-nistrazione non appare ispiratadalla tutela dell'interesse pub-blico generale.

I risultati dell'indagine

Tempi delle conferenze dell'indagine per settore

Nota : Cds indica le Conferenze di servizi

Tempi N. Cds (%) Tempi N. Cds (%)

Fino a 5,5 mesi 43 Fino a 5,5 mesi 28

Tra 5,5 e 10,5 mesi 22 Tra 5,5 e 10,5 mesi 24

Oltre 10,5 mesi 35 Oltre 10,5 mesi 48

Fino a 5,5 mesi 53 Fino a 5,5 mesi 60

Tra 5,5 e 10,5 mesi 25 Tra 5,5 e 10,5 mesi 10

Oltre 10,5 mesi 22 Oltre 10,5 mesi 30

El RI PRO O OZION E RIS ERVATA

Conferenza servizi Pagina 3

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'ingegneria toSale del 2% la produzionedelle società di ingegnerianel 2014 accompagnato daun aumento dell'occupazio-ne del 2,6%; stime di crescitadel 3,9% per il 2015% trai-nate dai contratti stipulaticon clienti privati. E quantoemerge dalla trentunesimaedizione della Rilevazioneannuale sulle società di in-gegneria italiane, curata

na a crescere

Livelli Variazione %

2014 2015 2014 2015

Produzione 1.265 1.314 2 3,9

Addetti 10.816 11.084 2,6 2,5

dall'Oice, l'Associazione aderente a Con-findustria che raggruppa più di 400 socie-tà di ingegneria, con la collaborazione delCer, Centro Europa ricerche, che è statapresentata ieri a Roma.L'anno che si è chiuso ha messo in evi-denza che il valore della produzione del-le società di ingegneria vira al positivocon un +2% rispetto al 2013 (che si erachiuso con un -3,7%). L' l'importo totale èpari a 1,26 miliardi, in linea con le stimedell'anno scorso che parlavano di una cre-scita del 2,3%. Per il 2015 la produzionedovrebbe ancora aumentare a un tassodel 3,9%.In netto aumento la produzione este-ra che registra un incremento del 15%,così come positivi sono i dati relativi aicontratti acquisiti nel 2014 (+10,7%),con una previsione per il 2015 di piccoloaumento (0,6%). La rilevazione Oice-Cermette anche in risalto come la chiave persuperare la crisi sia rappresentata so-prattutto dalla penetrazione sui mercatiesteri: i contratti all'estero sono infattiin aumento del 14% nel 2014 e del 17%come stima del 2015%.Un dato negativo è però rappresentatodal portafoglio ordini (-9,5% nel 2014 edell'1,5% nel 2015). Per quel che riguar-da la domanda pubblica, il mercato degliappalti pubblici nel 2014 cresce del 17,8%sul 2013 in numero, anche se nel 2015si stima una crescita leggermente infe-riore. Il 2014 sul fronte dell'occupazioneregala un dato positivo con un + 2,6%con stime di crescita analoga nel 2015.

Fra i problemi che affliggono il settore,quello dei ritardati pagamenti rimane frai più rilevanti dal momento che molte so-cietà lo percepiscono in peggioramentorispetto all'anno precedente, anche perquel che riguarda i committenti privati(che peraltro rappresentano una fonte dicommessa in aumento rispetto al 2013).Altrettanto rilevante il problema deter-minato dalla insufficienza della doman-da pubblica il cui valore è minimo ancherispetto al dato degli altri paesi europei.Per Patrizia Lotti, presidente Oice, «lasituazione complessivamente ancora cri-tica all'interno della quale si muovono gliassociati Oice comincia a dare segnali diinversione di tendenza. Il report anchequest'anno conferma che le strategiedi internazionalizzazione, perseguitedall'Oice da diversi anni, e di crescitadimensionale sono quelle che maggior-mente possono contribuire al riposizio-namento delle nostre società sui diversimercati, puntando soprattutto sulla di-versificazione dei mercati stessi». Per ilCer, Centro Europa ricerche, il direttoregenerale Stefano Fantacone ha eviden-ziato il contesto di rasserenamento delloscenario macroeconomico: «Se è vero chenel 2014, per il terzo anno consecutivo, ilpil è diminuito, i dati dell'ultimo trime-stre dimostrano una inversione del cicloeconomico visto che ordini e produzionesono registrati in rialzo e che i risultatisul pil 2015 segnano un incremento chemancava da tre anni».

Marco Solaia

Mercato delle costruzioni Pagina 4

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Il piano Juncker arriva in Italia100 milioni alle pmi innovative

CARLOTTA5C0 RI

MILANO. Anche l'Italia beneficiadel cosiddetto «piano Juncker»,che stima di mobilitare almeno315 miliardi di euro di investi-menti per rilanciare la crescita.Il Fondo europeo per gli investi-menti (Fei) e il gruppo bancarioBper ieri, spiega una nota, «han-no firmato un accordo di garan-zia a supporto delle piccole e me-die imprese (pmi) e delle impre-se a media capitalizzazione ita-liane». Si tratta «del primo accor-do in Italia che beneficia del so-stegno del Fondo europeo per gliinvestimenti strategici (Feis )» afavore delle pmi. «Registriamocon piacere che i primi progettidel piano Juncker partano in Ita-lia, è la dimostrazione che l'impe-gno produce risultati», è stato ilcommento del ministro dell'Eco-nomia Pier Carlo Padoan.

In realtà già il 22 aprile,nell'ambito del piano, erano sta-ti concessi 100 milioni di finan-ziamenti alla società dell'acciaioArvedi per innovare gli impianti

Il ministro: "L'impegnoproduce risultati". Ladote totale è 21 miliardi:16 dell'Ue, 5 della Bei

di produzione con la riduzionedelle emissioni e dei consumienergetici.

Il nuovo accordo di ieri, spiegala nota, «permetterà al gruppoBper, e in particolare a Bper Ban-ca, Banco di Sardegna e Banca diSassari, di mettere a disposizio-ne delle imprese italiane innova-tive 100 milioni di euro di finan-ziamenti erogabili nei prossimi

due anni». L'accordo «è tra i pri-mi approvati dal Fei a beneficia-re della garanzia dell'Unione eu-ropea attraverso il Fondo euro-peo per gli investimenti strategi-ci». In pratica, la banca metterà i

soldi e l'Europa farà da garante.La Popolare Emilia Romagna po-trà, poi, mettere a disposizione fi-nanziamenti aggiuntivi a condi-zioni favorevoli.

Il Feis è uno strumento chepuò contare su 21 miliardi di do-tazione (16 garantiti dal bilan-cio dell'Unione Europea e 5 dallaBei) che dovrebbero, a loro vol-ta, condurre a un effetto leva sti-mato in almeno 315 miliardi diinvestimento sia pubblici sia pri-vati nel triennio dal 2015 al2017. li Feis è la colonna portan-te del piano Juncker, che prendeil nome dal presidente della Com-missione Europea, Jean-Claude,ed è stato presentato dalla il 26

novembre 2014 a Strasburgo.Il Feis, tuttavia, non è ancora

operativo (era previsto lo diven-tasse a metà dell'anno in corso),motivo per cui il comunicato diieri precisa che l'accordo conBper «è stato siglato prima dell'i-stituzione formale del Feis, a te-stimonianza dell'impegno delgruppo Bei nel fare fronte alle ri-chieste degli Stati membri, dellaCommissione europea e del Par-lamento europeo di un rapido av-vio di iniziative concrete nell'am-bito del Feis, con l'obiettivo di ve-

L'accordo siglato anchese il Fondo saràoperativo solo traqualche settimana

locizzare i finanziamenti e di ga-rantire un operatività in gradodi accrescere occupazione e cre-scita nell'Unione europea».

Negli ultimi tempi, infatti,era montata più di una polemicacirca l'effettiva possibilità per l'I-talia di beneficiare delle risorsedel fondo.

(dNIPNOOLL>JONE NISFR AT

IL POLITICOJean-ClaudeJuncker, presidentedella Commissione europea dalnovembre 2014

Piano Juncker Pagina 5

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Performanur, bond frena le oFereNon si riescono tare lavori per oltre 300 milioni

Pagina a curaDI ANDREA MASCOLINI

a garanzia globale diesecuzione per i grandiappalti sta mandando1n tilt il mercato delle

grandi opere. E sempre piùurgente un intervento del go-verno per evitare che impor-tanti lavori non si riescano adappaltare. È questo quantoemerge da questi ultimi mesidi applicazione dell'istituto delcosiddetto performance bond,la garanzia globale di esecu-zione applicabile da un annoai grandi appalti. Si tratta diuna novità introdotta nel no-stro ordinamento dalla finedegli anni 90 (con la cosiddet-ta «Merloni-ter») ma nella so-stanza rinviata per tanti anniin attesa di un regolamentodi attuazione (mai uscito) epoi di una fin troppo lungadisciplina transitoria dellenorme regolamentari del dpr207/2010 (il regolamento delcodice degli appalti pubblici),che ne ha ritardato per anni

l'effettiva entrata in vigore.La garanzia va richiesta pertutti gli appalti di lavori aventiun importo a base d'asta su-periore a 100 milioni di euro,sempre che sia stata previstain bando; per gli appalti di pro-gettazione e lavori aventi unimporto a base d'asta superio-re a 75 milioni di euro, nonchéper gli affidamenti a contraen-te generale, quale che ne sial'ammontare. Il performancebond integra le tradizionaligaranzie dell'appalto, carat-terizzate da una natura risar-citoria patrimoniale, con unagaranzia di globale esecuzionetesa ad assicurare la consegnadell'opera in modo che il fide-iussore divenga soggetto atti-vo direttamente responsabiledell'esito dei lavori pubblici,con la scelta dell'impresa su-bentrante che deve portare atermine l'opera. Il meccani-smo scatta, nella forma dellagaranzia di subentro a primarichiesta, in caso di ritardi odiinadempimento dell'appalta-tore principale, odi fallimento.

In questi mesi però è successoche i garanti, in considerazio-ne del rischio molto elevato edel numero esiguo di appaltisoggetti al performance bond,abbiano avuto difficoltà a di-luire il rischio su un numeromaggiore di contratti, riducen-do così il rischio complessivo.Risultato: a oggi ci sarebberopiù di 300 milioni «incagliati»,relativi ad alcune importantiopere. Si tratta dei 101 milionida affidare da parte dell'Anasper la statale n. 64 «Porretta-na» nei pressi di Casalecchio,dei 96 milioni relativi all'ap-

palto integrato della tangen-ziale di Novara e dei quasi 120milioni dell'appalto integratodell'ospedale di Cattinara aTrieste. Le assicurazioni nonriescono a dare le garanzie aimprese che rappresentanocostruttori leader in Italia;nel caso di Trieste si parla diAstaldi, Condotte, Vianini chenon hanno trovato assicura-zioni pronte a garantire. Neldisegno di legge delega appaltisi fa riferimento alla necessi-tà di «riassetto, revisione esemplificazione dei sistemi digaranzia» e si richiamano gli

istituti bancari e assicurativiad «assumersi i rischi di im-presa». Anche l'Anac nei mesiscorsi ha ipotizzato un allar-gamento dello strumento del-la garanzia globale vedendoneanche un mezzo per elevare laqualità dei progetti, ma lo stes-so Raffaele Cantone, nell'audi-zione alla camera di mercoledì,ha messo in guardia sulle dif-ficoltà applicative del sistema.In ogni caso ci vorranno mesiprima che la delega e i decretidelegati vadano in porto. Nelfrattempo l'Anas tiene bloccatibandi importanti e le impreseperdono occasioni di businessin un momento assolutamen-te delicato come è quello at-tuale. Il governo, in audizioniparlamentari e da ultimo conil ministro Delrio, ha assicu-rato un intervento di urgenzaper sospendere il performancebond, ma il problema ad ogginon è stato ancora risolto e lepoche grandi opere che dovreb-bero partire non arrivano adessere affidate.

© Riproduzione riservata

L'ospedale di Cattinara a Trieste. Restano blocati i 120milioni dell ' appalto integrato per i lavori di ampliamento

Opere pubbliche Pagina 6

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Previsioni Ance sulla crescita con gli interventi anticrisi del governo

Opere pubbliche, +16,9%con appalti per 20 miliardiár"N e si riusciranno a sbloccare opere per

20 miliardi la crescita per il settoredelle opere pubbliche potrebbe esseredel 16,9% con 85 mila posti di lavoro in

più; diversamente la crescita sarebbe inferioreall'1%. Intanto, i bandi di gara nei primi mesi del2015 vedono una crescita del 23% nell'importo edel 16% nel numero. E quanto stima l'Ance nelconsueto osservatorio congiunturale presentatolunedì scorso. Nelle stime di crescita l'Ance pren-de come ipotesi di lavoro quanto annunciato dalministro Delrio sul piano di rilancio del settore,che avrebbe l'obiettivo di sbloccare quasi 20 mi-liardi nei prossimi 18-24 mesi. Si tratterebbedi fondi in larga parte già stanziati e di risorseper opere immediatamente cantierabili (circa 4miliardi) destinati integralmente alla realizza-zione di opere pubbliche. Si andrebbe dalle opereper il dissesto idrogeologico, dove vi sarebbero 3miliardi di stanziamenti, ma sono sempre i 2,4miliardi noti da tempo ai quali si aggiungono0,6 mld all'edilizia scolastica (1,2 miliardi di cui905 min di mutui Bei e 310 min dalla legge perla «buona scuola»), ai 3,2 miliardi del decreto«Sblocca Italia», al contratto di programma Anas(1,115), ai fondi per gli interventi di competenzadi Rfi (4 miliardi). Ci sarebbero poi i 4,5 miliardiche fanno capo ai provveditorati, ai fondi per ilsettore aeroportuale (circa 230 milioni), ai qua-si 470 del «piano casa», alle opere mentre agliaeroporti dovrebbero andare 228 milioni, mezzomiliardo è di competenza dei comuni, 900 milionisono destinati ai porti (fondi strutturali europeie legge di stabilità), circa mezzo miliardo perl'edilizia abitativa. Ad avviso dell'Associazionenazionale dei costruttori edili (Ance) se dovesseandare davvero in porto quanto ha annunciato ilministro delle infrastrutture, il rilancio del setto-re determinato dalle sole opere pubbliche sareb-be pari ad un +16,9% sul 2014 con un aumentodi 85 mila posti di lavoro ma occorre sommare

anche lo 0,2% in più derivante dall'edilizia) e con15 miliardi di ricaduta positiva sul pil.

Diversamente, se tutto ciò non dovesse avve-nire si scenderebbe ad un ben più esiguo + 0,8%per le opere pubbliche che non rilancerebbe inmaniera rilevante il settore e l'occupazione masi limiterebbe a frenare la crisi. Per l'Ance sonoprioritari il cosiddetto «Piano 5.000 cantieri»,frutto della ricognizioni condotta dall'Ance cheha portato al censimento di 5.300 progetti im-mediatamente cantierabili diffusi su tutto il ter-ritorio nazionale per un importo complessivo diquasi 10 miliardi di euro. Un ruolo fondamentaleè poi riservato ai programmi di edilizia scolasti-ca, alle opere contro il rischio idrogeologico e alleinfrastrutture strategiche. Complessivamenteperò va detto che gli indicatori del mercato delleopere pubbliche sembrano in ripresa visto chei bandi di gara per lavori hanno registrato un+16,6% nel numero e un aumento del +22,9%nell'importo nei primi cinque mesi del 2015.Inoltre il Def 2015 reca una previsione di spesaper investimenti fissi in aumento dell'1,9% nel2015, del 4,5% nel 2016 e del 2,4% nel 2017. Ilpunto è accelerare sulla capacità di spesa a tuttii livelli, centrali e periferici.

Opere pubbliche Pagina 7

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TAR CAMPANIA SUI SERVIZI DI PUNTA

L'importo è complessivonelle gare diprogettazíòne

n una gara di progettazione l'importo dei due servizi

I di punta è complessivo e non riferito a ogni servi-zio; i servizi devono comunque fare riferimento a unsoggetto, sia esso il mandante o il mandatario di un

raggruppamento temporaneo. E quanto afferma il TarCampania con la pronuncia sentenza n. 1560 del 9 luglio2015. In particolare, i giudici prendono in considerazionela produzione del requisito dei due servizi «di punta» dicui all'articolo 263 del dpr 207/2010 per decidere se siacorretta la tesi in base alla quale i concorrenti avrebbe-ro dovuto dimostrare lo svolgimento dei servizi per unimporto (quantificato nello 0,60% del valore delle opereda progettare) riferibile a ognuno dei servizi relativi allecategorie di lavori messi a gara e individuate nel bando,o se tale importo dovesse essere riferito ai due servizicomplessivamente considerati. Il consiglio di stato affer-ma che la lettura della norma tesa a riferire il valore aognuno dei due servizi «sarebbe eccessivamente penaliz-zante per la concorrenza» e pertanto ritiene che in baseall'articolo 263, comma 1, lettera c del Regolamento delcodice dei contratti pubblici (dpr 207/2010) «la somma deidue servizi di punta debba rappresentare lo 0,60 volteil requisito richiesto e non che ciascuno dei due servi-zi debba rappresentare tale quota». Il Tar ha poi ancheconsiderato un ulteriore profilo relativo ai soggetti chedevono possedere il requisito. Nel caso di specie nessunodei professionisti facenti parte del raggruppamento avevaesercitato interamente i due servizi di punta. Secondo igiudici pertanto il raggruppamento avrebbe dovuto essere

escluso perché è stato violato il principio dellanon frazionabilità dei due servizi di punta incapo a un solo soggetto del raggruppamentotemporaneo. Tale requisito, hanno aggiunto igiudici, risponde «all'interesse che ci sia un li-vello minimo di capacità per la partecipazionealle gare d'appalto» cioè all'«interesse a nonpolverizzare eccessivamente i requisiti di par-tecipazione; interesse sotteso alla normativainterna la quale vuole evitare che la riunionedi imprese si traduca in uno strumento elusivodelle regole impositive di un livello minimo dicapacità».

©Riproduzione rzservata

Gare di Progettazione Pagina 8

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SUL PIATTO 35,7 MLN

Il Piemonte finanzial'edilizia residenzialedegli enti locali

La regione Piemonte ha pubblicato ilbando relativo ai programma di recuperoe razionalizzazione di immobili e alloggidi edilizia residenziale pubblica di cui alladelibera di giunta n. 11-1640 del 29 giugno2015. Possono presentare domanda i co-muni e le Agenzie territoriali per la casa.(Atc). La domanda deve essere presenta-ta dall'ente proprietario dell'immobile odell'alloggio da recuperare. Gli interventipossono essere realizzati nei comuni adalta tensione abitativa e nei comuni aven-

lazione superiore al a mila abitan-ti al 31 dicembre 2014 . Sono finanziabili

nti di importo inferiore a 15 milacuro per alloggio da realizzarsi entro 60giorni dalla determinazione regionale diconcessione del finanziamento finalizzati arendere prontamente disponibili gli alloggisfitti. Per questi interventi, la scadenza perpresentare domanda è fissata al 31 luglio2015. Sono inoltre finanziabili interventidi ripristino di alloggi di risulta (alloggisfitti) e di manutenzione straordinaria dialloggi e di immobili, nel .limite di 50 mil.curo per alloggio. Per questi interventi, l;scadenza per presentare domanda è fissataal 21 agosto 2015. Il finanziamento asse-gnabile in fase di proposta di interventocopre il 10096 del costo di realizzazione edè determinato sulla base della superficiedell'alloggio e dei massimali di costo a me-tro quadrato vigenti stabiliti dalla regioneper gli interventi di manutenzione str: i or-dinaria degli alloggi di edilizia residenzialepubblica sociale. Le proposte di interventodevono essere trasmesse via Pec a: [email protected].

Edilizia Pagina 9

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Pnr. Atteso oggi a Palazzo Chigi il documento che punta a mobilitare 16 miliardi fino al 2020

Piano ricerca da 6,2 miliardi entro il 2017Eugenio Bruno

ROMA

La lunga attesa sul Pnr

2015/2020 sta per finire. Il pro-

gramma nazionale con le linee

guida per rafforzare la ricerca

pubblica e aiutare quella priva-

ta a innovare dovrebbe essere

oggi sul tavolo di palazzo Chigi.

Perun primo giro di tavolo poli-

tico. A cui dovrebbe seguire, a

breve (si parla di venerdì 24 lu-

glio, ndr),l'approvazione tecni-

ca da parte del Cipe. Si tratta di

un documento molto atteso. Sia

perché lo si aspetta da oltre un

anno e mezzo, sia perché mobi-

lita risorse ingenti. Specie per

un paese come il nostro che

spende in R&S meno dellametà

(1,26% sul Pil) rispetto al target

Ue del 3° entro il decennio.

A differenza delle bozze pre-cedenti (su cui si veda Il Sole 24Ore de14 giugno) laversione fi-nale del provvedimento rivedeinfatti al rialzo i fondi a disposi-zione per il triennio 2015-2017.Dai 5,8 miliardi fissati in prece-denza si sale a oltre 6,2 grazie auna tranche più cospicua del

L a.`1145% delle risorse serviràad assumere ricercatorie rafforzare il capitale umano,un altro 22% a collaboraredi più con le imprese

Fondo sviluppo e coesione te di Ffo e Foe; dall'altro perl'ef- ties; Tecnologie per gli Am-(Fsc). Una cifra che merita più fetto moltiplicatore che gli in- bienti di Vita) mutuate dadi una precisazione. La prima vestimenti pubblici genereran- H2o2o, il Pnr individua sei pro-riguardala dote di partenza, va no in quelli privati. Del resto, i grammi da finanziare. A lorole a dire i2,4 miliardi che il Miur quasi tutti i bandi che seguiran- volta articolati in diversi inter-conta di stanziare attraverso i no all'emanazione del Pnr, a co- venti, ognuno con un budget"contenitori" di cui ha, in tutto minciare dai primi che sono at- preventivato. Ebbene, all'azio-oinparte,lagestione:dai69mi tesi tra ottobre e novembre, il ne «cooperazione pubblico-lioni del Fisr ai 339 di parte di rapporto fra risorse pubbliche e privato e ricerca industriale» ilscrezionale del Foe, dai 652 del private sarà di 50 e 50. Tranne Miur conta di destinare il 22°o%Ffo ai 182 di Far/First, fino ai che negli investimenti dedicati delleelle risorse di sua competenza

del Pon competività e ai alle infrastrutture di ricerca, per (547 milionineltriennio). Solo il500 del Fsc. Allargando lo loro natura di competenza pret- rafforzamento del capitalesguardo al 2020 la dote di com tamente pubblica. umano si aggiudicheràuna quo-petenza di viale Trastevere sa Il rapporto con le imprese ta più ampia di fondi:l miliardo,le a 7,1 miliardi. torna anche nelle finalità com- pari al45°c delle risorse mobili-

Qui subentrano le altre poste plessive del piano. Fermo re- tate deltriennio. E non è un casoin gioco di derivazione euro stando la durata (fino a fine de- visto che proprio lalimitatapre-pea. Includendo nel computo i cennio) e le 12 aree di specializ- senza di ricercatori, soprattutto400 milioni provenienti dai Por zazione (Aerospazio; Agrifood; nelle imprese, è uno dei punti di

debolezza dichiarati del siste-regionali e i 3 miliardi che si spe Cultural Heritage; Blue growth;ma Italia. Come la ministra Ste-ra di ottenere dal programma Chimica verde; Design,creati-fania Giannini ha ricordato piùquadro Horizon 2020 portando vità e Made in Italy; Energia;volte e come il Programma na-dall'8°o attuale al lo° 0 la quota di Fabbrica intelligente; Mobilitàzionale mette nero su bianco.risorse comunitarie che l'Italia sostenibile; Salute; Smart, Se-

riuscirà ad aggiudicarsi, ecco cure and Inclusive Communi- ©RIPRODOZIONE RISERVATA

che si arriva ai 6,2 miliardi di ri-sorse pubbliche immesse nel si Le risorsestema della ricerca da qui al2017. Con l'obiettivo esplicito diarrivare a 16,5 miliardi entro lafine del triennio.

In realtà, la "massa critica"complessiva rischia di essereancora più ampia. Da un latoperché nel computo non rien-trano gli 8 miliardi destinati al fi-nanziamento istituzionale diuniversità ed enti di ricerca at-traverso la parte più consisten-

Stanziamenti in bilancio Miurfinalizzati al Pnr e risorse concorrenti.In milioni di euro

Totale triennio2015-2017

Totale2015-2020

Fisr 69,00 146,40

Foe 339,90 679,80

Ffo 652,70 1.299,80

Far/First 182,20 352,60

Pon 698,98 1.698,00

Fsc 500,00 3.000,00

Totale risorse Miur 2.442.78 7.176.60

Por

H2020

400,00

3.400,00

1.700,00

7.700,00

Totale risorse concorrenti 3.800.00 9.400.00

Fonte: Miur

Ricerca Pagina 10

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Digitale, lievito dell'economia realeL'ad di Accenture, Fabio Benasso: «Darà ulteriore sviluppo a manifattura e servizi»

di Paolo Bricco

-1 digitale? Il digitale è il nuo-vo lievito per un ulterioresviluppo della manifattura.

_ È il crocevia di industria eservizi. La porta di accesso al futuro delcapitalismo. Questo vale in tutto ilmondo. E vale tanto più inItalia». FabioBenasso, presidente e amministratoredelegato diAccenture Italia, è a capo diuna delle principali consociate dellamultinazionale. Il nostro Paese, dopogli Stati Uniti e la Gran Bretagna, costi-tuisce il terzo mercato perAccenture.Iricavi netti consolidati per l'anno fisca-

In questa fase delicata ditransizione, le imprese stannocercando di coniugare itradizionali modelli operativicon la digitalizzazione

IL I1 I LI ALTRIL'indice di intensità digitalemostra le difficoltà del nostrosistema: su una scala da zeroa 100 le imprese italiane sitrovano in fondo alla classifica

le 2014 (da settembre 2013 ad agosto2014) ammontano - a livello globale - a30 miliardi di dollari. Da oltre cinqueanni, la media del fatturato per eserci-zio di Accenture Italia è risultata di ol-tre imiliardo di curo. Nello stesso lassodi tempo i ricavi nel nostro Paese sonoaumentati in media del 5 per cento al-l'anno. In particolare, nell'ultimo annofiscale la crescita è stata di oltre l'8 percento. Negli ultimi tre anni Accenture,che ha 1lmila addetti, ha fatto nel nostroPaese 3.500 nuove assunzioni. Accen-tare opera nella consulenza direziona-le, nei servizi tecnologici e nell'out-sourcing. Proprio per questa multispe-cializzazione, che copre l'intera mappaconcettuale e professionale, industria-le e strategica del fare impresa, questa

società rappresenta un osservatorioprivilegiato dell'evoluzione del nostrocapitalismo produttivo. Un osservato-rio costruito non solo sulla "pervasivi-tà" di Accenture rispetto a tutti i mec-canismi di funzionamento di unaazienda, ma anche sul patrimonio del-l'esperienza (è dal 1957 che è presentenel nostro Paese) e sul presidio geogra-fico: in Italia le otto società operativedel gruppo si dividono fra Milano e To-rino, Roma e Napoli. «Il tessuto im-prenditoriale italiano- riflette Benasso- si trova ad affrontare un doppio saltoevolutivo. Il primo è comune alla mor-fologia di tutto il capitalismo occiden-tale. Il secondo, invece, è una sua pecu-liarità». In tutto il mondo, in questa de-licata fase di transizione in cui la mani-fattura e l'economia della conoscenzaprovano a ibridarsi, i processi di tra-sformazione delle imprese sono guida-ti e gestiti dal mix di leva tecnologica edigitale, nonché dal tentativo di armo-nizzare la logica delle fisiologia tradi-zionale delle fabbriche e degli ufficicon la ragione della gestione della com-ponente Ict "as a service": una sorta di"svuotamento" dell'organismo azien-dale - non sono più necessari la gestio-ne interna degli hardware e i softwareproprietari - che coincide però con unaggiornato costante del suo profilo tec-no-industriale. Una operazione nonsemplice, dato che ogni perimetroaziendale diventa mutevole, i processirischiano diperdere consistenza c dun-que la guida strategica deve dimostrar-si particolarmente salda. Una opera-zione però necessaria, dato il costante(e strutturale) pericolo di obsolescen-za di ogni apparato industriale e il natu-rale depauperamento della conoscen-za di ogni squadra umana, non importache essa sia manageriale o impiegati-zia, tecnica o operaia. «Questo saltoevolutivo- nota Benasso-riguardatut-ti i sistemi imprenditoriali. E rappre-senta una sfida che accomuna ogniazienda, al di là del Paese di apparte-nenza. Invece, la seconda sfida riguar-da più specificatamente le nostreaziende, che sono ancoratroppo caren-ti in ambito tecnologico». L'indice diintensità digitale elaborato da Oxford

Economics per Accenture mostra il ri-tardo italiano: su una scala da zero acento, le nostre imprese si trovano a 33punti, le spagnole a 48 punti e le tede-sche a 55 punti. Le imprese americanesono a 65 punti. Le olandesi a 75. Questoa livello generale. Nei dettagli il ritardoitaliano è ancora più impressionante:in nessun parametro considerato daOxford Economics e da Accenture -dall'adozione dell'online come canaledi commercializzazione all'assorbi-mento nei processi produttivi dellenuove tecnologie, fino al più elementa-re utilizzo di internet -le imprese italia-ne riescono a staccarsi dal fondo dellaclassifica europea. «Il capitalismo ita-liano -notaBenasso-ha una significati-va vitalità di fondo. Esistono energie digrande livello e competenze di altoprofilo. Tuttavia, non si possono piùtrascurare alcuni elementi di ritardo. Esotto gli occhi di tutti che il tessuto in-dustriale italiano, soprattutto quellopiù internazionalizzato, è una dellecomponenti più virtuose della nostraeconomia e della nostra società. Tutta-via, serve un cambiamento di paradig-ma. È necessario un salto evolutivo,perché ogni tassello vada al suo posto ecosì si possa comporre il mosaico delfare impresa in coerenza con i tempi e imetodi dettati dal nuovo capitalismo».

Naturalmente, ogni miglioramentosistemico è tanto più probabile quantopiù aumenta il livello di infrastruttura-zione del Paese. Sotto questo profiloBenasso, che in qualità di consigliere diAssolombarda ha ricevuto dal Presi-dente Gianfelice Rocca la delega sul-l'Expo, ha ben chiaro in mente quantopotrebbe essere utile - nella transizio-ne italiana- l'intera struttura su cui oggisorge la manifestazione universale. «Sitratta di un'area interamente cablata eben raggiunta dai mezzi di trasportopubblici - riflette l'amministratore de-legato e presidente diAcc enture Italia-che può trasformarsi in unvero polo diinnovazione e conoscenza in cui po-trebbero trovare spazio multinazionalie piccole e medie imprese, università ecentri di ricerca. Si tratta di una occa-sione unica per Milano e per l'Italia».

Digitalizzazione Pagina 11

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Quanto è digitale l'economia?

Classifica delle 17 maggiori economie in base al loro punteggio di densità digitale (0-100)

Digitilizzazione dei mercati Gestione digitale delle aziende

Fattori di contesto abilitanti Accessibilità e utilizzo dei fattori produttivi

0 10 20 30 40 50 60 70 80

1 1 1 1 1 1 1 1 1

Paesi Bassi

Stati Uniti

Svezia

Corea del Sud

Regno Unito

Finlandia

Austria

Australia

Germania

Cina

Spagna

Belgio

Giappone

Brasile

Francia

Italia

India

Fonte: Accenture, 2015

Digitalizzazione Pagina 12

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La Sogei: ma i dati dei Fisco sono al sicuroI siti web degli enti pubblici nel mirino"Da inizio anno cento attacchi di hacker"

ROMA

I dati dei contribuenti, ga-rantisco dalla Sogei, sono alsicuro. Gli hacker sono riu-sciti al massimo a «bombar-dare» i siti per rallentarnel'attività. Ma dall'inizio del-l'anno, dice la società che ge-stisce molti portali pubblicitra cui l'importante anagra-fe tributaria del fisco, ha re-gistrato oltre 100 attacchi ci-bernetici.

«Attacchi da cui abbiamobisogno di proteggerci», haspiegato il presidente dellaSocietà generale d'Informa-tica, Cristiano Cannarsa,che - davanti alla commissio-ne parlamentare di vigilanza

EscalationDall'iniziodel 2015

i cybercriminali

hanno presodi mira

i portalidegli enti

pubblicirallentandone

l'attività

sull'anagrafe tributaria - ha fine, ma soprattutto si è trat-tranquillizzato su eventuali ti- tato di iniziative di lievissimamori di intrusioni nei delicati entità. Gli hacker, di fatto,data base fiscali. Nessuno di hanno cercato prevalente-questi assalti è andato a buon mente di rallentare l'efficien-

za dei siti attraverso l'invio diun numero elevato di accessiai portali. Si tratta - spiegaCannarsa - di disturbi più cheattacchi di vero contenutodannoso e non vanno a dan-neggiare o sottrarre dati, masoltanto a rallentare il servi-zio offerto dal sito.

Le banche dati presidiatedalla Sogei, tra cui anchequelle con i dati dei contri-buenti, sono quindi rimastesempre al sicuro, anche gra-zie a un team di «etichal hac-kers» interno all'azienda e de-dicato allo studio dell'attivitàdi hacking che viene svoltanel mondo dell'Informationtechnology.

In ogni caso, dal prossimosettembre la società di infor-matica pubblica - controllataal 100% dal ministero del-l'Economia - farà partire unmonitoraggio trimestraledei risparmi che si possonoottenere dall'accorpamentodelle banche dati della Pub-blica Amministrazione cen-trale e locale. [R. E.]

Sicurezza ICT Pagina 13

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AM-1U, IN ^ %

una JPreuc'sta

Ora ico' erapeuta71/.., n computer

SILVIA BENCIVELLI

UIDERANNO le no-

stre automobili ei nostri aerei, ci as-sisteranno quan-do saremo mala-

ti, e forse arriveranno persino ascrivere i nostri giornali. Intan-to, i computer già ci battono ascacchi e in borsa. E un futuro diconvivenza stretta tra noi e loropotrebbe essere molto più vici-no di quello che sembra. All'in-terazione prossima ventura trauomini e intelligenze artificialiè dedicato un corposo specialedell'ultimo numero della rivistaScience, uscita ieri in tutto il

mondo con l'ambizione di arti-colare un dibattito sempre piùnecessario: da una parte i pro-gressi a cui nessuno vuole rinun-ciare, dall'altra i rischi su cui èarrivato il momento di confron-tarci.

L'intelligenza artificiale è unprogetto di ricerca che (in ter-mini moderni) ha più o menosessant'anni. L'idea è quella dicostruire macchine capaci di ra-gionare come esseri umani.

Quindi non solo di eseguire com-piti standardizzati in risposta astimoli precisi, ma anche di im-parare, di correggersi, e di inte-ragire con altri sistemi intelli-genti. Cioè con altre macchine ouomini in carne e ossa. Di siste-mi intelligenti in questo senso,molto sta arrivando ma qualco-saègiàqua.

Come i primi psicoterapeutivirtuali, addirittura migliori, a

volte, di quelli in camice bianco.Uno lo ha inventato Fjola Helga-

dottir, una ricercatrice di psico-

logia clinica di Oxford che algiornalista scientifico John Bo-hannon l'ha spiegata così: «Incerte circostanze la terapia com-puterizzata ha più successo sen-za intervento umano. Cioè: inmolti casi le persone non sonodel tutto adatte a fare i terapeu-ti». Mentre un computer può es-sere più distaccato e oggettivo.Ma a chi interessa uno psicote-rapeuta virtuale? Per esempioall'esercito americano, che ha fi-nanziato lo sviluppo di un altrosistema, chiamato Ellie e realiz-zato all'Università della Sou-thern California, che usa l'intel-ligenza artificiale e la realtà vir-tuale per diagnosticare e tratta-re i traumi psicologici dei vete-rani di guerra. Ellie non si limitaa fare domande al paziente, mane studia anche le espressionifacciali, la postura, i movimentidelle mani e la dinamica dellavoce: cioè impara a conoscerlodavvero, grazie ad algoritmi in-stancabili e precisi, più di un cer-

vello umano. È una macchinache impara a conoscere un uo-mo, e dopo averne conosciutitanti potrà leggere l'Uomo in ge-nerale, e capirlo meglio di comelui stesso sappia fare.

Science non nasconde chescenari come questo possanorenderci sospettosi, e persinospaventarci. Del resto, solo po-chi mesi fa, anche due che nonpossono essere accusati di tec-nofobia come Elon Musk (quel-lo di Paypal, Tesla Motor, SpaceX e così via) e Stephen Haw-king (che alla tecnologia deve lapropria voce e la propria soprav-vivenza) avevano lanciato l'al-larme sulla necessità di non ren-derle troppo intelligenti, questemacchine. «I trionfi nel campodell'intelligenza artificiale - silegge nell'introduzione al nume-ro speciale - sollevano doman-de che fino a poco tempo fa sem-bravano più da fantascienzache da scienza: chi ci assicurache la crescita delle macchinesarà interamente sotto il nostrocontrollo? E come sarà un mon-

do in cui computer intelligenticoabiteranno con l'umanità?»,

Si tratterà di capire in frettacome gestire le macchine cheanalizzano i nostri dati persona-li, per esempio, e che migliore-ranno il controllo della nostra sa-lute e della nostra sicurezza, adiscapito della nostra privacy.Si tratterà anche di costruire unmondo in cui psicoterapeuti,tassisti, infermieri, giornalisti ecosì via non saranno più neces-

sari. Si tratterà di decidere se è"etico" usare l'intelligenza arti-ficiale per fare la guerra, o seproprio quello dello scontro trauomo e macchina dovrà essereun limite invalicabile nella no-stra convivenza.

Di certo, c'è che da studiarec'è ancora molto. E capire comecostruire macchine intelligentisignifica anche capire che cos'èche rende "intelligenti" noi. Co-me impariamo a imparare, peresempio, o a capire le sottili dif-

ferenze del linguaggio. Che co-sa ci rende umani, insomma. Lasfida è delicata, ma è anche en-tusiasmante.

U NIVROOULONE NISERVAI A

Dal broker al medico:Science racconta i lavoriche presto sarannosvolti dalle macchine

Tecnologie Pagina 14

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I T SPORTIGrazie a un softwareche scansa pedonie veicoli vari eche ottimizzai consumi, in futurosaranno più sicuree più ecologichedi quelle attuali

LE LINGUELe macchinelinguistiche sonosistemi per lacomunicazioneuomo-uomo euomo-macchinacome Siri

ON Si può dire che co-sa ci guadagniamo eche cosa ci perdiamo:non si possono sepa-

rare le due questioni. Viviamoin questo tempo e dobbiamo im-parare a governarlo.

Per Felice Cimatti, docentedi filosofia del linguaggio dell'U-niversità della Calabria, fare unbilancio tra rischi e beneficidell'intelligenza artificiale nonha senso. E soprattutto non hasenso pensare di fermare la ri-cerca: «Sennò ci ritiriamo a vive-re su un'isola, rinunciamo a vi-vere».

Ma alcuni rischi lo sviluppodell'intelligenza artificiale lipresenta.«Certo, e sono già sotto gli oc-

chi di tutti. Sono i lavori chescompaiono. Oggi i report eco-nomici li fanno i computer, me-

glio dei giornalisti. Gli aerei or-

mai hanno il pilota solo per ras-sicurare noi passeggeri, ma po-trebbero anche volare senza.La Google car ha percorso cen-tomila chilometri senza autistae ha avuto un unico incidente,ma per causa umana. I robot so-no in sala operatoria, e ci opera-no con mano ferma. La dichiara-zione dei redditi la fai col com-puter, e banche e agenzie diviaggi sono sempre più efficien-ti proprio grazie ai computer.Bene, un grande vantaggio. Maquesto significa anche che, do-po i lavori manuali, già scom-parsi con l'arrivo dell'automa-zione, scompariranno (e stan-no già scomparendo) i lavori ba-sati sull'intelligenza. E noi checosa faremo? Tutti artisti e pen-satori?»

Vantaggi e svantaggi, cioè,sono intrecciati tra loro. Lasoluzione?

«Un filosofo francese, Jac-ques Ellul, diceva che la tecnicaserve a risolvere i problemi po-sti dalla tecnica. Cioè: ogni tec-nica ha i suoi aspetti positivi enegativi. Non ha senso separar-li. Forse possiamo recuperareHerbert Marcuse, che qua-rant'anni fa diceva che la tecno-logia ci solleva da lavori manua-li assurdi (falciare il grano, peresempio) e lascia libera l'intelli-genza umana. Ma che cosa nefacciamo dello sviluppo che nesegue? E come possiamo diri-gerlo senza subirlo? La grandedomanda deve tornare a esserequesta».

L'APPRENDIMENTOLe macchineinsegnanti sonosistemi perl'insegnamentodi matematica,informatica e altrediscipline

I SOLDATIÈ l'innovazione piùcontroversa. Sonomacchine studiateper mirare obiettivibellici: non siemozionanoe non muoiono

LA MEDICINADiagnosi e terapiesaranno basatesu dati scientificie non soffrirannodell'aleatorietàdell'emozioneumana

Tecnologie Pagina 15

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intelligenza artificialesta facendo passi gigante

molte applicazionisuscitano i più allarmiche entusl i

Anche tra gli scienziati

Tecnologie Pagina 16

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Rinvii e piani disattesiMaxï multa dalla Uesui rifiuti ïn CampaniaSubito 20 milioni di euro, più 120 mila per o o giorno di ritardo

DALLA NOSTRA INVIATA

BRUXELLES Non si tratta di cavil-li, in ballo c'è la salute dei citta-dini campani. La Corte di giu-stizia dell'Unione Europea hacondannato l'Italia a pagare subito la somma forfettaria di 20milioni di euro più 120 mila eu-ro per ogni giorno di ritardo, apartire da ieri, nell'attuazionedella sentenza del 2010 che ciobbligava e ci obbliga ad appli-care anche in Campania la di-rettiva «rifiuti» del 2006. Senon paghiamo, la somma verràdecurtata da altri fondi a noidestinati dalla Commissioneeuropea.

All'Italia viene contestato dinon avere creato in Campaniauna rete integrata e adeguata diimpianti che garantisca l'auto-sufficienza nello smaltimentodei rifiuti sulla base del criteriodella prossimità geografica. LaCommissione Ue aveva solleva-to il problema la prima voltadopo l'esplosione dell'emer-genza rifiuti del 2007, con Na-poli invasa dalla spazzatura.Bruxelles aveva proposto un ri-corso per inadempimento con-tro l'Italia (sono oltre 20 le cause sui rifiuti che ci riguardanoportate davanti alla Corte) perché riteneva che in Campanial'assenza di un numero ade-guato di impianti per il tratta-mento dei rifiuti «rappresen-tasse un pericolo per la saluteumana e per l'ambiente». Nel

marzo 2010 la Corte constatache l'Italia, non aveva adottatoper la Regione Campania «tut-te le misure necessarie per as-sicurare che i rifiuti fossero re-cuperati o smaltiti senza peri-colo per la salute dell'uomo esenza recare pregiudizio al-l'ambiente», venendo menoagli obblighi imposti dalla di-rettiva sui rifiuti. La sentenzadava tempo fino al 2012 per rimettersi in regola.

Ma niente è successo. Così laCommissione Ue ha propostoun nuovo ricorso, sottolinean-do alla Corte di giustizia Ue chetra il 2010 e il 2011 Si è ripresen-tata una nuova emergenza nel-la raccolta, evidenziata Bal-l'«accumulo per diversi giorni

di tonnellate di rifiuti nellestrade di Napoli e di altre cittàdella Campania». Viene anchesegnalato il problema dei «ri-fiuti storici»: sei milioni di ton-nellate di «ecoballe» che devo-no essere ancora smaltite, «ilche richiederà verosimilmenteun periodo di circa 15 anni».

Dopo la prima sentenza laCommissione Ue si è anche ri-fiutata di pagare circa 18 milio-ni di euro che erano stati ap-provati per spese del periodo1999-2008 nell'ambito di unprogramma operativo dellaCampania, che prevedeva di-versi interventi per il sistemaregionale di gestione e smalti-mento dei rifiuti. L'Italia avevafatto ricorso, ma aveva perso.

Dopo la sentenza di ieri, ilneogovernatore Vincenzo DeLuca ha promesso una «risoluzione definitiva del problema».Al suo attivo ha il solo sito dicompostaggio costruito negliultimi ,5 anni in Campania, rea-lizzato a Salerno quando lui erasindaco. Il ministro dell'Am-biente Gian Luca Galletti haesortato la Campania ad «at-tuare il suo piano sui rifiuti» eha ricordato che «da gennaiodi quest'anno le sanzioni cheriguardano le Regioni sarannopagate dalle Regioni stesse».

Francesca passo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rifiuti Pagina 17

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DECISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA PER IL MAI RISOLTO CASO DELLE DISCARICHE CAMPANE : INFLITTAANCHE SANZIONE FORFETTARIA DA 20 MILIONI

Rifiuti, scattano le maxi multe all'ItaliaOggi i primi 120 mila euro . Da domani saranno 240 , sabato 360 e così via finoa quando il problema sarà eliminato

MARCO ZATTERINCORRISPONDENTE DA BRUXELLES

Stamattina scattano i primi120 mila euro di multa. Da do-mani saranno 240, sabato 360e via così per tutti i giorni cheverranno sino a che l'orrendoproblema delle discarichecampane non verrà risolto dalgoverno della Repubblica Ita-liana. Così ha deciso ieri laCorte di Giustizia europea, cheha convalidato tutto l'impiantoaccusatorio messo in piedi dal-la Commissione Ue a partiredal 2010 e aggiunto, come se ilresto non bastasse, una san-zione forfettaria da 20 milioniperché «inadempienze in ma-teria di rifiuti sono state con-statate in più di 20 cause»giunte davanti alla massimamagistratura a dodici stelle.Fuori regola e recidivi, come alsolito e più del solito. Con circa200 milioni da pagare all'Unio-ne soltanto per il 2015. Soldibruciati, sia chiaro, sull'altaredi un'inefficienza senza fine.

I pattiI patti sono questi, gli stati sidanno delle regole comuni aBruxelles e i Trattati prevedo-no che il loro mancato recepi-mento, o mancato rispetto, siasanzionato. L'Italia ha traspo-sto la direttiva «Rifiuti» nel2006, un testo che - per pro-teggere gli uomini e il loro am-biente - fissa tra l'altro l'obbli-go di assicurare smaltimentoe recupero dell'immondizie,nonché di limitare la loro pro-

duzione, promuovendo tecnolo-gie pulite e prodotti riciclabili/riutilizzabili. Per quanto riguar-da la regione Campania, unalegge regionale ha definito 18zone territoriali in cui si dovevaprocedere a gestione e smalti-mento dei rifiuti prodotti nei ri-spettivi bacini. Non è successo.

GuardianiDal 2007 in poi, la CommissioneUe - che di mestiere fa il guar-diano dei Trattati - ha denun-ciato il fatto che nella terra delVesuvio le misure di sicurezzaeuropea non venivano rispetta-te. Il 4 marzo 2010 l'Italia è sta-ta condannata una prima voltaa porre rimedio alla situazione.

Era la stagione del governoBerlusconi e delle sistematichevisite del premier a Napoli incui venivano promesse cose deltipo «in dieci giorni sarà tutto aposto» (22 ottobre 2010). Si sa-rebbero dovute mettere a postole cose entro il gennaio 2012.Niente da fare. A quel punto, lecapacità mancanti di tratta-mento dei rifiuti ammontavanoa 1,8 milioni di tonnellate per lediscariche, 1,1 i termovalorizza-tori, 382.500 per i siti di tratta-mento dei rifiuti organici.

Inevitabile un nuovo ricordodall'esecutivo Ue contro l'ina-dempienza alla sentenza del2010. E, vista la situazione sulterreno, anche la nuova condan-

na dei magistrati di Lussembur-go, che citano fra i motivi di viola-zione più evidente il pattume sto-rico trasformato in «ecoballe»,che per essere smaltite richiede-rà «verosimilmente un periododi circa 15 anni». Effetti a pioggia:«Una siffatta grave insufficienzaa livello regionale può compro-mettere la rete nazionale di im-pianti di smaltimento dei rifiuti».Inoltre, «può compromettere lacapacità dell'Italia di perseguirel'obiettivo dell'autosufficienzanello smaltimento».

Il piano«E arrivato il momento che la

Campania decida, che attui ilpiano che presentato qualcheanno fa già all'attenzione del-

l'Ue», avverte il ministro del-lAmbiente Galletti, che ricordala norma introdotta a gennaiosecondo cui «le sanzioni che ri-guardano le Regioni saranno pa-gate dalle regioni stesse». «Ven-gono fuori i nodi di questi 5 annidi gestione», accusa il presiden-te campano, De Luca. Prender-sela col passato non aiuterà aevitare che i suoi cittadini paghi-no per i mali degli amministra-tori che hanno eletto. Venti mi-lioni subito e 120 mila al dì. Sinoad oggi, l'Italia contava di doverdare a Bruxelles 140 milioni dimulte per il 2015. Se non saremoin regola coi rifiuti, ed è difficili,arriveremo a un paso da 200.Sempre che non aumentino.

ControlliAnche

l'Esercitooltre che

le forzedell'ordine

è statoimpegnatonella lotta

alle discaricheabusive

in Campania

Rifiuti Pagina 18

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Vedrò De Vincenti per la no a che ci aiutera»Tirreno Power, il direttane di Cir dal sottosegretario nel 2014 per far ripartire la centrale

GENOVA Interviene anche FrancescoDini, direttore degli affari generalidella Cir società della famiglia De Be-nedetti, nel tentativo di «salvatag-gio» della centrale elettrica TirrenoPower di Vado Ligure posta sotto se-questro dalla Procura di Savona perreati ambientali. La Cir è uscita daSorgenia, azionista di riferimento diEnergia Italiana che con i francesi diGdf controlla Tirreno Power, nelmarzo del 201q ma evidentemente irapporti sono rimasti. E proprio Diniinfatti a cercare contatti con l'alloraviceministro dello Sviluppo Econo-mico Claudio De Vincenti per affron-tare il caso Tirreno Power.

Il 29 aprile del 2014 viene intercet-tata dai carabinieri del Noe una tele-fonata (non è l'unica) fra FrancescoDini e il direttore generale di TirrenoPower Massimiliano Salvi, il tema èuna «norma interpretativa» del mini-stero che permetta di bypassare il fat-to che l'azienda elettrica non ha ri-spettato una serie di prescrizioni.Salvi: «...se ci fosse la famosa normainterpretativa quella aiuterebbe inmaniera determinante per noi...». Di-ni: «...sono d'accordissimo... sonostato il primo a sostenerlo lì al mini-stero». Poi il dirigente di Cir rassicuraSalvi: «Io oggi sono con Andrea (Dini

ha appuntamento con Andrea Man-goni e con Claudio De Vincenti viceministro) e quindi io della normatransitoria ne parlo molto chiara-mente» (Mangoni è il direttore gene-rale di Sorgenia). Salvi: «Eh... quellaci aiuterebbe moltissimo... ci dà unagaranzia». Poi Salvi si sfoga: «...ovvia-mente essendo un animale ferito lagente invece di aiutarti continua aprenderti a calci... noi riceviamo ven-ti calci al giorno... allora per me aquel punto, se dobbiamo chiuderebasta». Dini: «Io le ho dette questecose ad Andrea e spero che sia d'ac-cordo stasera di dire a De Vincenti diquesto ultimo appello, se ci affidia-mo al Tar è la roulette russa comequelli che si sparano e non si sa dov'èil proiettile (Dini si riferisce a un ri-corso al Tar fatto da Tirreno Powern.d.r) io infatti il discorso che mi so-no preparato per questa sera per DeVincenti è quello di fare la norma in-terpretativa... Nel caso Dio non vogliadi un esito negativo del Tar ...saràmolto più difficile per lui... ma si de-ve fare prima».

In seguito sarà Salvi a incontrarsicon il sottosegretario e ne parlerà aifunzionari del ministero: «Ho incon-trato ieri sera alle diciannove il pro-fessor De Vincenti», dirà poi che De

Vincenti «ha chiamato Galletti per ildiscorso Procura». E Salvi va oltre:"La Severino (legale della societànd.d.r) dice in sto Paese i procuratoripossono fare quello che vogliono... inteoria... in pratica... è un gesto moltoforte... per cui dico... pure De Vincen-ti... ieri mi dice... ma non si può fareun esposto al Csm? Non si può faraprire un'indagine da parte del mini-stero della Giustizia?». Secondo i ca-rabinieri a suggerire l'intervento delCsm è De Vincenti. Il sottosegretarioa un certo punto si preoccupa di ap-parire inopportuno e parlando conMangoni chiarisce: «...devo evitare didare l'impressione di ingerenza...».

Va detto che l'indagine della Pro-cura si è conclusa con 86 indagati perdisastro ambientale, omicidio colpo-so e abuso ma nè l'attuale sottosegre-tario alla presidenza del Consiglio DeVincenti nè funzionari del ministerodello Sviluppo economico sono inda-gati. Lo sono invece l'ex presidentedella Regione Liguria Claudio Bur-lando e la sua giunta. I tentativi di ot-tenere la «norma transitoria» dal mi-nistero dello Sviluppo Economico fi-niscono in fumo, la norma non ci sa-rà mai.

Le tappe

L'inchiesta

Indagate 86 persone tra cui l'expresidente della Liguria Burlandoper il disastro ambientale dellacentrale Tirreno Power di Vado

li sequestro

L'impianto è sotto sequestro ma ilgoverno stava pensando a unprovvedimento per consentire allacentrale di ripartire

L'intercettazione

Secondo i carabinieri l'attualesottosegretario De Vincentiavrebbe suggerito a Tirreno Powerdi denunciare il pm al Csm

Chi 6

Claudio DeVincenti èattualesottosegretarioalla presidenzadel Consiglioed è statoviceministrodello SviluppoEconomico

Nel casoTirreno Powernon è indagatoma avrebbedatosuggerimenti aimanager dopoil sequestrodell'impiantoda parte dei pm

Erika DellacasaCRI PRODUZ.ONE RISERVATA

Tirreno Power Pagina 19

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INTERVENTO...........................................................................

Riforma del catastoa gettito invariato(con le imposte attuali)di Marco Causi

motivi per riformare il cata-sto sono tanti. Le metodolo-gie di estimo risalgono al

1939. L'aggiornamento più re-cente è del 1989. La distanza fravalori catastali e valori di mer-cato è, in media, di circa il dop-pio, mamai come in questo casovale il caveat di Trilussa: la di-stanza è molto più elevata in al-cuni casi - tipicamente, le zoneurbanisticamente consolidate -e più bassa in altri-tipicamente,le zone periferiche delle grandiaree metropolitane con le co-struzioni più recenti. Poiché ivalori catastali sono usati pertante basi imponibili - non soloImu e Tasi, ma anche alcune im-poste erariali- queste distorsio-ni generanounproblemadieffi-c ienza e di equità del sistema tri-butario. Un problema la cui di-mensione è aumentata daquando, con il "Salva Italia", il li-vello dell'imposizione sulpatri-monio immobiliare in Italia si èbruscamente portato da valorisensibilmente inferiori a valoriin linea con le medie Ue e Ocse.

La consapevolezza politicasul tema è vasta, tanto che iprin-c ipi e criteri della riforma del ca-tasto, scritti nell'articolo 2 dell adelegafiscale, sono stati appro-vati dal Parlamento senza nes-sun voto contrario e con il votofavorevole del PdL. La scelta èstata confermata dai recenti in-dirizzi dell'Ue che mettono la ri-forma del catasto, insieme ad al-tre della delega fiscale, al primopunto delle misure raccoman-date al nostro paese nell'ambitodello scambio "più flessibilità dibilancio contro riforme".

La riforma avrà bisogno dicinque anni per entrare a regi-me e prevede invarianza di get-tito. I nuovi valori catastali nonentrano in vigore finché nonvengono modificate le aliquoteda applicare alle nuove basi im-ponibili, in modo da garantireun gettito uguale a livello, a se-conda dei casi, dell'intero Paeseo di ciascun Comune. Alcunicommentatori - fra cui Giusep-

pe Rebecca sul Sole 24 Ore del14luglio - mettono in dubbio lapossibilità di rendere questaclausola effettiva. Ma sbaglia-no, perché sarà facile determi-nare le nuove aliquote: in me-dia, se lanuovabase imponibiletenderà a raddoppiare, le ali-quote d'imposta dovrannosemplicemente dimezzarsi. Esaràlo Stato afarlo,non i Comu-ni, e questo smonta anche chisostiene che «non possiamo fi-darci dei Sindaci».

Lo stesso effetto si ottiene ab-battendo del5opercento il vale-re daprendere come base di cal-colo, ad esempio nel caso dell'Ir-pef, dove le aliquote sono pro-gressive. La riforma contieneperaltro nuovi strumenti a tute-ladel contribuente, conlapossi-bilità di ricorrere sia sulle fun-zioni statistiche che sulle stimepuntuali. Ancora, grazie alla ri-forma potrà essere finalmentesuperata la questione dei mac-chinari "imbullonati" negli sta-bilimenti produttivi, escluden-dolidalla stima del nuovo valorecatastale.

C'è però un altro problema.Oggi si può scrivere una normaper l'invarianza del gettito delleimposte esistenti, non di quellefuture. Dato che il Governo hagià annunciato la sostituzione diImu e Tasi con una nuova LocalTax, una clausola applicata aimposte che verranno sostituitepuò generare ildubbio che il Go-verno possa riservarsi di nonapplicare la medesima clausolaalle nuove imposte.

È per questo, a me pare, che ilGoverno ha scelto di rimandarela riforma del catasto all'intro-duzione della Local tax, pren-dendo così anche il tempo ne-cessario per un'adeguata cam-pagna di informazione, che ri-duca lo spazio ad ogniallarmismo strumentale o emo-tivo di comunicazione politica ericonduca la riforma nell'alveodelle scelte pubbliche perlamo-dernizzazione del paese.

Capogruppo PdCommissione Finanze Camera dei Deputati

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Riforma Catasto Pagina 20

Page 24: Centro Studi C.N.I. - 17 luglio 2015 · INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 17 luglio 2015 Pagina I DDL CONCORRENZA Italia Oggi 17/07/15 P. 29 Professioni

In G.U. l"ar.Tr=iso per racco _ liere le rrtanrfest(1Zioni cli interesse da parte ciel Cornz.rni

Ecco le scuole a marchio m ail. . . . . .i,a zit a vestie ti istrutture educative e ass te z i

Pagina a curaDI ROBERTO LENZI

Inail mette in gioco ipropri fondi per i pro-getti di investimentodelle amministrazio-

ni pubbliche relativi a scuolee strutture assistenziali. SullaGazzetta Ufficiale del 13 lu-glio scorso è stato pubblicatol'avviso per raccogliere ma-nifestazioni di interesse perl'effettuazione di iniziativeimmobiliari di elevata utilitàsociale valutabili nell'ambitodei piani triennali di investi-mento dell'Istituto nazionaleper l'assicurazione contro gliinfortuni sul lavoro (Inail), aisensi dell'articolo 1, comma317, della legge 23 dicembre2014, n. 190.

Le iniziative finanziabilipossono riguardare strutturesanitarie e assistenziali, strut-ture scolastiche, uffici pubblici,residenze universitarie e altretipologie di immobili destinatia utilizzo con finalità sociali.La scadenza per presentaredomanda è fissata al 15 set-tembre 2015.

Beneficiarie le ammi-nistrazioni pubbliche. Leamministrazioni pubblicheinteressate possono finanzia-re progetti relativi alla realiz-zazione di nuove costruzioni,all'acquisizione di immobilinuovi o all'acqui-sizione di immo-bili da ristrut-turare, riferiti astrutture sani-tarie e assisten-ziali, strutturescolastiche, ufficipubblici, residen-ze universitarie ealtre tipologie diimmobili destina-ti a utilizzo con finalità sociali.L'avviso è indirizzato alle am-ministrazioni e agli enti chenon si siano trovati in stato didissesto finanziario negli ulti-mi dieci anni.

Costi di investimen-to interamente copertidall 'Inail . Gli interventiriguarderanno il completa-mento di nuovi edifici i cuilavori siano già in corso, maanche progetti immediata-mente cantierabili relativi a

nuove costruzioni, o la messaa norma di edifici esistenti.L'Inail si farà carico dei costidell'operazione, richiedendoalle amministrazioni di corri-spondere un canone a un tas-so di interesse agevolato, pari

al 3% del costo complessivodell'opera di cui acquisisce laproprietà. Saranno ammessialla programmazione investi-menti con un costo comples-sivo non inferiore a 3 milionidi euro.

Tre vie percorribili. Lapartecipazione al Programmaè riservata in via esclusiva atre tipologie di investimento.La prima riguarda la realizza-zione di nuovi edifici per i qua-li sia già in corso un appalto

di lavori da portare a terminea cura dell'amministrazionepubblica fino a ottenere il col-laudo provvisorio con esito fa-vorevole di cui all'articolo 141del decreto legislativo 12 apri-le 2006, n. 163, e l'agibilità. La

seconda riguardaprogetti validatidall'amministra-zione pubblica eimmediatamen-te appaltabili, aisensi dell'artico-lo 53, comma 2,lettere a), b) e c),del decreto legi-slativo 12 aprile2006, n. 163, ri-

guardanti edifici da costruireex novo, per i quali l'Inail ge-stirà l'appalto di costruzionedopo aver acquisito la titolari-tà dell'area e dei progetti.

La terza riguarda progettivalidati dall'amministrazionepubblica e immediatamenteappaltabili ai sensi dell'arti-colo 53, comma 2, lettere a), b)e c), del decreto legislativo 12aprile 2006, n. 163, riguardan-ti edifici esistenti i cui lavori,gestiti da Inail, consistano in

una messa a norma degli stes-si, per i quali il finanziamen-to comporterà l'acquisizionedella proprietà dell'edificioda parte dell'Inail.

A seguito dell'alienazionedell'immobile, l'amministra-zione pubblica sarà chiamataa versare un canone all'Inail;il canone è, a titolo indicati-vo, determinato nella misuradel 3% del costo complessi-vo, pari alla sommatoria delprezzo di acquisto dell'area odell'immobile, del costo totaledei lavori effettuati, del costodella progettazione e di ognialtra spesa sostenuta per larealizzazione dell'opera, com-presa Iva.

Domande via e-mail en-tro il 15 settembre 2015.Le amministrazioni e gli enti

che intendono partecipare allaselezione devono far perveni-re l'istanza di partecipazione,corredata da una relazionedescrittiva del progetto di 2massimo 4 pagine in formatoA4, alla casella di posta elet-tronica [email protected], entro il termine del15 settembre 2015.

Fondazioni Pagina 21

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ECONOMIA E CIU4TIZIA

Superareil clima ostileche circondale impresedi Giorgio Squinzi

aro direttore,è stretta l'interconnessione

tra le esigenze dell'economia,le regole che la governano e lemodalità di azione dellagiustizia . Il perno su cui farleva per ricomporrel'equilibrio tra giustizia edeconomia è bilanciare gliinteressi . La legge devedefinire il perimetro d'azionein modo chiaro ed esigibile.La soluzione di problemicomplessi evitando inutilicontrapposizioni?

Migliorare la sensibilitàeconomica dei giudicipuntando su formazione especializzazione . Bisogna poirestituire al diritto la suamatrice di fattore dicompetitività e non di ostacoloalla libera iniziativa.

E serve, come sempre, farsiguidare dall'equilibrio.Infatti, se è vero che le normequasi mai sono neutre neiconfronti dei destinatari, èanche vero che non possonoessere (ab)usate perriequilibrare una presuntaforza malevola del mercato.

la lettera del presidentedi Confindustria a pagina 29

Economia Pagina 22

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ATTO rcoNOMnco TizascuRATo

C

aro direttore, ho se-guito con attenzionele riflessioni di questigiorni pubblicate dal«Corriere della Sera»

e dedicate al rapporto tra giu-stizia ed economia. E evidenteche prima l'Ilva, poi molteplicicasi in sede locale e da ultimola vicenda Fincantieri hannoevidenziato il rischio di unaprogressiva difficoltà di rela-zione tra due mondi che invecevorremmo in sintonia. La ricer-ca delle cause non è un eserci-zio che mi affascina, anche seuna potrebbe essere la pessimaabitudine, tutta italiana, di ina-sprire con oneri e limiti la nor-mativa europea, rendendo piùcomplesso il quadro delle re-gole, incerta la loro interpreta-zione e, quindi, minore la no-stra capacità competitiva. Mavi è sicuramente anche dell'al-tro. Un'analisi equilibrata, in-fatti, deve indurre a riconosce-re la stretta interconnessioneche c'è tra le esigenze dell'eco-nomia, le regole che la gover-nano e le modalità di azionedella giustizia. Con questo nonvoglio affatto dire che alcunidiritti debbano segnare il pas-so rispetto ad altri. Ma è un da-to di fatto che i diritti e la loroapplicazione evolvono in con-seguenza del contesto esterno.E le dinamiche dell'economiasono tra i fattori più significati-vi di cambiamento di quel con-testo. Perciò credo che l'imper-meabilità alle istanze dello svi-luppo non possa rappresenta-re un valore in sé, pena ilrischio che alcuni interventigiudiziari appaiano come un

di Giorgio Squinzi

Doveri* reciprociIl legislatore deve fare la sua parte,per esempio sulle noi meche regolano il consumo del suolo:rischiano ° frenare lo sviluppo.Oggi le iniprese hanno una giustasensibilità sui telibient iostacolo all'attività d'impresa ol'espressione di un pregiudizionei confronti dell'imprendito-re. Dobbiamo lavorare, insie-me, per far sì che questo mes-saggio non si depositi nell'im-maginario collettivo. Per farlocredo sia necessario condivi-dere alcuni presupposti di fon-do.

Il primo è la necessità di bi-lanciare gli interessi, nelle scel-te legislative anzitutto ma an-che nelle decisioni giudiziariequando possibile, riconoscen-do la giusta considerazione al-le esigenze della libera iniziati-va economica. Credo sia questoil perno su cui far leva per ri-comporre l'equilibrio tra giu-stizia ed economia. Bene hafatto perciò Giovanni Legnini arichiamare l'insegnamentodella Corte Costituzionale inoccasione del primo decreto Il-va, vicenda che la cronaca diquesti giorni ha riportato dinuovo alla ribalta.

Inoltre, riconosco che inpassato non tutta l'industria haavuto la giusta sensibilità suitemi ambientali, ma con lastessa franchezza vorrei fossechiaro che l'immagine che sitenta di diffondere di un'indu-stria «refrattaria» alle regoleambientali è falsa e assoluta-mente lontana dalla realtà delnostro sistema produttivo. Leimprese che hanno investito econtinuano a investire per ga-rantire che le proprie produ-zioni rispettino l'ambiente so-no di gran lunga la maggioran-za. Ci aspettiamo altrettanta at-tenzione dal legislatore nelmomento in cui è all'esame

delle Camere un provvedimen-to, il disegno di legge sul con-sumo del suolo, che al mo-mento rischia di rappresentareun vero freno allo sviluppo.

Per ultimo, dobbiamo usciredall'equivoco che possa esiste-re un'industria «a rischio ze-ro». Come tutte le attività del-l'uomo anche quella d'impresapuò generare rischi. Ogni atto-re ha una precisa responsabili-tà. La legge deve definire il pe-rimetro d'azione in modo chia-ro ed esigibile. Gli imprendito-ri devono adottare processi ingrado di minimizzare al massi-mo gli impatti. La magistraturadeve vigilare e intervenire perassicurare il pieno rispetto del-le regole, attraverso decisioniche siano proporzionate ai ri-schi e graduate in funzionedelle effettive esigenze di tute-la dei diritti.

Se condividiamo questi pre-supposti, occorre immaginarele soluzioni tenendo conto cheproblemi così complessi sug-geriscono di evitare inutilicontrapposizioni.

Una via è senz'altro miglio-rare la sensibilità economicadei giudici. Nel merito, sonod'accordo con il ministro Or-lando quando sostiene la ne-cessità di puntare su formazio-ne e specializzazione. Comeimprenditori, siamo disponi-bili al confronto su tutti gliaspetti conoscitivi necessariper chi amministra la giustizia.La specializzazione è d'obbli-go. Per realizzarla serve il co-raggio di rompere alcuni con-solidati tabù, che riguardano lanostra cultura giuridica e an-che la territorialità dell'orga-

nizzazione giudiziaria. Giudicispecializzati sono una dellecondizioni per rafforzare l'uni-formità della giurisprudenza,assicurare la prevedibilità delledecisioni e renderne più age-vole la misurazione dell'impat-to, anche sull'economia. Attivi-tà, questa, da cui il giudice nonpuò prescindere e nella qualedevono essere valorizzate quel-le esigenze di proporzionalitàche ho richiamato sopra.

Bisogna poi restituire al di-ritto la sua matrice di fattore dicompetitività e non di ostacoloalla libera iniziativa. Nella velo-cità della società contempora-nea, anche la certezza delle re-gole deve avere lo stesso passo:non può costituire un freno, néun costo per imprese che vivo-no sistemi di concorrenzasempre più esasperata. Dob-biamo allora uscire dall'equi-voco che la norma è la soluzio-ne a tutti i problemi del reale ericostruire una macchina am-ministrativa efficiente, che valealmeno quanto una nuova ri-forma.

E serve, come sempre, farsiguidare dall'equilibrio. Infatti,se è vero che le norme quasimai sono neutre nei confrontidei destinatari, è anche veroche non possono essere(ab)usate per riequilibrare unapresunta forza malevola delmercato.

E una partita decisiva, cheConfindustria segue con lamassima attenzione per dare ilsuo contributo alla costruzionedi quei «ponti» che servireb-bero per far dialogare di più emeglio giustizia ed economia.

*Presidente di Confindustria0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Economia Pagina 23

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La anzata_Prospettiveroseeperlesocietàcheriuscirannoaconquistare tin mercato in continua espansione che insidiail nucleare

La rivoluzione geopolitica del solareCosti scesi dell'80% negli ultimi 14 anni, efficienza in continua crescita, forte competizione tra le aziende

di Leonardo Maugeri

na nuova rivoluzione si sta de-lineando nel mondo dell'ener-gia. È una rivoluzione che haper protagonista il solare foto-

voltaico (PV), con costi e efficienza checontinuano a migliorare a un ritmo noneguagliabile da altre tecnologie energe-tiche. Ma aldilà dell'importante impattosul panorama futuro dell'energia, questarivoluzione potrebbe avere un effetto al-trettanto importante in termini geopoli-tici. Vediamo perché.

Costo in caduta, efficienzain continua crescitaDal 2ooo al 2014, il costo dei moduli foto-voltaici (PV) è crollato di quasi l'8o percento. La caduta più drastica è molto piùrecente: quasii14o°0 negliultimitre anni.In parallelo, è aumentata costantementel'efficienza dei moduli stessi - cioè la ca-pacità di convertire luce solare in elettri-cità - con nuovi record annunciati ognianno. Nell'aprile del 2014, la giapponesePanasonic ha dichiarato diaver superatoper la prima volta la barriera del25%io diefficienza con un modulo fotovoltaicobasato sulla tecnologia del silicio - quellapiù diffusa - sulla quale il primato com-merciale rimane comunque in mano al-l'americana SunPower, con un'efficien-za media dei pannelli prodotti superioreal 20%, consentita in parte dalla possibi-lità del modulo di "inseguire" il sole nelsuo movimento, catturandone una mag-giore porzione di luce. È del 15giugno, in-vece, l'annuncio di un'altra società ame-ricana, la FirstSolar, di un modulo foto-voltaico con tecnologia a cadmio-tellu-ride (CdTe) e film sottile (thin-film) conefficienza pari al 18.6% - con costi piùbassi e maggiore resistenza al calore (co-sa che ne preserva l'efficienza) rispettoai moduli al silicio. Al momento, i modulifotovoltaici più diffusi sul mercato pos-sono avere un'efficienza compresa tra il15° e 17%io per unprezzo tra i 50-70 cente-simi di dollaro a Watt. Nel caso dei pan-nelli"a inseguimento" delsole, icostisal-gono poco sopra il dollaro per Watt.

Questo significa che un sistema foto-

voltaico da 1 chilowatt (kW= 1000 W) di

potenza istallata può costare sui 500-

700 dollari nel caso sipunti alla migliore

qualità e efficienza possibili - senza an-

dare sul fotovoltaico "a inseguimento".

Analizzando i piani delle società foto-

voltaiche, è ragionevole attendersi che

in tre anni iprezzi scendano ancora di al-

meno un 15-20%.

Competizione darvinianain un mercato esplosivoNon tutte reggeranno questi ritmi. Moltinomi nobili e meno del settore sono giàscomparsi; nel prossimo futuro, rischianola stessa fine perfino le major cinesi - oggile più grandi produttrici al mondo di pan-nelli - vittime di un indebitamento mon-stre e di una competizione darviniana cheloro stesse hanno alimentato.

Per chi sopravviverà, tuttavia, le pro-spettive sono rosee, perché il mercatocontinua a espandersi a ritmi impetuosi.Nel 2014, la capacità mondiale cumulatafotovoltaica ha raggiunto i 177 GW, par-tendo da appena 1.3 GW nel 2000. Solo nel2015 è prevista una crescita del 30%io dellacapacità, che potrebbe quasi sfiorare i5ooGW nel 2020. Certo, è ancora poco per in-taccare i consumi mondiali di elettricità,ma il passo della progressione è stupefa-cente e tenderà a dipendere sempre meno

T ,Nell'aprile del 2014 la Panasonicha superato per la prima voltalabarriera del 25% di efficienza conun modulo fotovoltaico basatosulla tecnologia del silicio

PLI I1 U D 'i moduli fotovoltaici più diffusisul mercato possono avereun'efficienza compresa fra il 15 eil 17% per un prezzo tra i 50 e i 70centesimi di dollaro a Watt

dai sussidi e sempre più dal fatto chela pa-rità di rete del fotovoltaico (cioè, la paritàdi prezzo rispetto alle fonti tradizionalinella generazione di elettricità) si sta rea-lizzando in molte aree del mondo, da quel-le che godono di buona insolazione e altiprezzi delle energie fossili (come Califor-nia, Hawaii, ma anche Giappone, India) aquelle che comunque presentano unacombinazione accettabile dei due fattori.E grazie alla continua riduzione dei costi eal miglioramento dell'efficienza, la paritàdi rete diventerà una realtà in molte altreregioni del mondo entro la fine di questodecennio.

I vincoli del "solare distribuito"Nel breve termine, questi vantaggi si co-glieranno in modo limitato nel principalemercato del settore, quello del "solare di-stribuito" - per intenderci, quello dei pan-nelli sui tetti o in piccole unità residenzialie commerciali. Questo perché in gran par-te del mondo il costo dei moduli rappre-senta solo il 2o% del prezzo finale pagatoda un acquirente per istallare un impiantofotovoltaico. La parte del leone la fanno i

Fonti di energia Pagina 24

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costi di istallazione, intermediazione, e -in misura minore - quelli legati a adempi-menti burocratici e autorizzativi. Una di-storsione favorita dal sistema di incentivierogato dai diversi paesi che, s e p oco mira-to e troppo generoso, tende a deresponsa-bilizzare il consumatore finale, poichéqualunque prezzo paghi per istallare unpannello è certo di rientrare del suo inve-stimento e di fare un guadagno: qualcun al-tro paga per lui. Può essere lo stato con in-centivi diretti o la rete elettrica, costretta apagare l'elettricità in eccesso prodotta daquel pannello a un prezzo esagerato, o unacombinazione dei due elementi. Adessomolte società produttrici di pannelli stan-no cercando di espandersi, offrendo servi-zi e pacchetti integrati ai consumatori che,nel futuro, potrebbero migliorare le cose.Ma ci vorrà tempo.

Il vantaggio delle centralifotovoltaicheAl contrario, caduta dei costi e aumentodell'efficienza avranno unformidabile im-patto sulle prospettive delle grandicentra-li fotovoltaiche, il settore in cui si intrave-dono i segnali della potenziale rivoluzio-ne. Nel caso di una centrale, infatti, i costidi intermediazione e istallazione siriduco-no drasticamente, (in genere non più del45% del prezzo finale), contribuendo così arendere estremamente conveniente il co-sto di generazione elettrica.

A dicembre del 2014, la saudita AcwaPower havinto lagara perla costruzione diuna centrale fotovoltaica daloo Megawatt(MW= 1.000 kW) a Dubai garantendo unprezzo di produzione di poco inferiore ai$6o per megawattora (MWh). Un valoreche rappresenta al momento il recordmondiale e una sorpresa, perché si riferi-sce all'effettivo costo di generazione elet-trica (il MWh) - che a suavolta tiene contodell'intermittenza della luce solare, equindi della sua indisponibilità per lunghefasi dell'anno.

Si potrebbe pensare che i bassi prezziraggiunti negli Emirati siano frutto di con-dizioni uniche e irripetibili, e in particola-re dell'alta insolazione del paese. Ma non èdel tutto vero. Gli Emirati godono di un'in-solazione media giornaliera di 10 ore, su-periore al 40% dell'intera giornata. Un li-vello altissimo, che però si riduce a menodel25%io considerando l'impatto delle altetemperature e della sabbia trasportata dalvento sull'effettiva disponibilità di radia-zione solare disponibile - fattori dei quali iprezzi indicati nella gara di dicembre 2014tengono conto. Ne consegue che le condi-zioni degli Emirati non sono poi così di-stanti dall'insolazione effettiva di moltearee deipaesi industrializzati, che di solitoè di poco inferiore al 20% su base annua.

Per questo la dimensione delle centralifotovoltaiche sta crescendo anno dopo an-

no. La più grande, invia di completamentoinCalifornia (Desert Sunlight SolarFarm),avrà una capacità di 55o MW - equivalentea una normale centrale alimentata a gas.

Certo, ci sono ancora problemi da risol-vere. Le centrali fotovoltaiche devono es-sere accompagnate da piccole e mediecentrali a gas, le più rapide a entrare infunzione e a fornire elettricità quandomanca il sole. Questo implica costi ag-giuntivi per un sistema elettrico nel suocomplesso. D'altra parte, ancora non si in-travede una tecnologia in grado di aprirela strada a batterie di grande dimensioniin grado di accumulare e poi rilasciare(quando ce n'è bisogno) l'energia in ec-cesso prodotta da grandi sistemi fotovol-taici. Ma questi costi aggiuntivi divente-ranno sempre più sostenibili man manoche il costo per chilowattora del solare siriduce. E qui entra ingioco il probabile im-patto geopolitico del sole.

Una sorpresa dal Golfo Persico?Come suggerisce il caso degli Emirati, trale tante aree del mondo candidate a speri-mentare una rivoluzione solare, quella delGolfo Persico è forse la più sorprendente econtro-intuitiva. Perché paesi ricchi dipe-trolio e gas naturale dovrebbero ricorrereal solare? Le ragioni sono molte. Bruciarepetrolio per produrre elettricità è unospreco assoluto, tant'è che solo il5%io del-l'elettricità prodotta nel mondo deriva dalpetrolio. Solo Qatar e Iran tra i paesi delGolfo, inoltre, possiedono grandi riservedi gas a costi bassi. L'Iran, tuttavia, devereinettare una buona parte del gas che pro-duce nei giacimenti di petrolio (uno degliimpeghi a più alto ritorno economico), peraumentarne o sostenerne la produzione;nel futuro, vorrebbe esportarne quantopiù possibile.

Quello che tutti i paesi del Golfo hannoin comune, invece, è un boom inarrestabi-le dei consumi di elettricità. Questo spiegai programmi nucleari di tutti quei paesi apartire del più discutibile, quello dell'Iran,per arrivare al più vasto, quello dell'ArabiaSaudita. Tuttavia, nel volgere di poco tem-po il costo di una centrale nucleare è di-ventato abnorme rispetto a quello di unacentrale fotovoltaica, con un rapporto dialmeno 3 a 1.

Il cambiamento delle condizioni del fo-tovoltaico è stato cosìveloce chemoltipa-esi non ne hanno ancora colto i termini:ma non ci vorrà molto prima che il con-fronto renda inequivocabile vincitore(solare) e perdente (nucleare), innestan-do un probabile effetto valanga che vedràlievitare e concretizzarsi ipiani"solari" fi-nora soltanto scritti sulla carta da parte dipiù paesi del Golfo Persico e dell'interoMedio Oriente.

Leonardo [email protected]

Fonti di energia Pagina 25

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California L'IvanpahSolarElectricGeneratingSystemèl'impiatosolaretermicopiùgrandedelmondo

Trend mondiale in crescita

Europa Asia - Pacifico , Americhe I Cina a Medio Oriente e Africa Resto del mondo

2008 2009 2010 2011 2012 2013TOTALE 15.844 23.185 40.336 70.469 100.504 138.856

150000 1 1 1 1 1 1

120000

90000

60000

30000

0

Fonte: European Photovoltaic Industry Association (EPIA)

Fonti di energia Pagina 26

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Tra responsabilità e obblighi

Dai notai una guidasui diritti dei cittadiniGiuseppe Latour

Responsabilità civile, pe-nale e disciplinare, obblighi in-formativi e di pubblicazione,diritti che è possibile attivare.Ieri mattina è stata presentatacontemporaneamente in 26città la "Carta dei diritti del cit-tadino nei rapporti con il nota-io", realizzata dal Consiglionazionale del notariato condieci associazioni di consuma-tori: Adiconsum, Adoc, Assou-tenti, Casa del consumatore,Cittadinanzattiva, Confconsu-matori, Federconsumatori,Movimento consumatori, Mo-vimento difesa del cittadino eUnione nazionale consumato-

_00N LINEUna brochure e un posterspiegano con parolesemplici quali garanzievengono offerte in fasedi redazione degli atti

ri. Una brochure e un posterserviranno a spiegare con pa-role semplici quali garanzie of-fre il notaio in fase di redazionedei suoi atti e quali diritti è pos-sibile esercitare a propria tute-la. Già da ieri sono stati distri-buiti in tutti gli studi italiani.

I notai sono i primi alanciareun'iniziativa di questo tipo trale professioni dell'area giuridi-co economica: servirà a ridur-re il gap informativo che colpi-sce in particolare alcune cate-gorie di cittadini. «La loro tute-la - spiega Albino Farina,consigliere del Notariato condelega ai rapporti con le asso-ciazioni di consumatori - è alcentro del nostro lavoro. Ab-biamo pensato che fosse il casodi illustrare le garanzie dei no-tai in maniera estremamentesemplice». PerArrigo Roveda,presidente del Consiglio nota-rile di Milano, «nonostante glisforzi continua ad esserci trop-papocaconoscenzadellacom-plessa attività notarile e dituttele utilità e certezze che il citta-

dino può ottenere, a costi pre-concordati, rivolgendosi a unnotaio. Il notaio è un aiuto pre-parato e affidabile al fianco delcittadino in momenti impor-tanti della sua vita». La carta,oltre che negli studi, sarà pre-sente anche sul sito del Nota-riato. «Ci siamo chiesti - dice ilpresidente del Consiglio na-zionale, Maurizio D'Errico - inche modo avremmo potutoaiutare i cittadini, moderniz-zando i nostri rapporti con lo-ro. Adesso dobbiamo andareancora oltre, arrivando sui lorosmartphone e tablet. Dobbia-mo pensare sempre di più allanostra funzione sociale».

Il documento si concentrasoprattutto su tre capitoli. Sulfronte delle garanzie, ricordache il notaio si occupa di assicu-rare gli interessi di tutte le particoinvolte, evidenziando even-tuali squilibri contrattuali, ac-certando la volontà e l'identitàdelle persone e versando tuttele imposte. Il secondo capitoloè dedicato ai diritti. Si parte daldiritto di ottenere un preventi-vo di massima. Poi, è obbligodel notaio verificare la sussi-stenza di benefici fiscali ed ef-fettuare icontrollipresso ipub-blici registri, assicurandosi cheibeni siano trasferibili. Ancora,il professionista dovrà leggereintegralmente l'atto alle partied effettuare la registrazioneall'Agenzia delle Entrate.

Il terzo capitolo chiave, infi-ne, è dedicato allaresponsabili-tà del notaio. Quella penale, secommette dei reati: in questocaso è coperto da un fondo digaranzia disciplinato dalla leg-ge. Quella civile, se ilprofessio-nista causa danni alle parti perl'inadempimento dei suoi do-veri: in questo caso c'è una po-lizza assicurativa collettiva na-zionale. Infine, c'è la responsa-bilità disciplinare: oltre allesemplici ammende, le situazio-ni più gravi sono sanzionatecon il divieto di esercizio dellaprofessione per un periodo ditempo o con la destituzione.

C RI PRO DD ZIO NE RISERVATA

Notai Pagina 27

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Il Ministero dello sviluppo economico è pieno di dirigenti M. E si vedono le conseguenze

Mise, un cimitero di bers anianiNon produce sviluppo, come dice, ma cavilli e ritardi

DI EDOARDO NARDUZZI

1 cimitero dei bersaniani.Così, tra gli addetti ai lavori,è conosciuto il Ministero del-lo sviluppo economico dove

l'ex segretario del Pd, Pier Lu-igi Bersani , per molti anni èstato ministro disseminandolo,nella migliore tradizione dellospoil system, di molti dirigenti «di area». Oggi, con il Pd semprepiù spaccato tra filo renziani eopposizione interna guidata pro-prio dal duo D'Alema- Bersani,gli effetti negativi dello scontrosi propagano per tutta la filieraistituzionale. Nel mezzo, restanole imprese e l'economia italianasempre più costrette a convive-re con servizi della burocrazia diqualità indegna dell'eurozona equindi impossibilitate a fare pile nuova occupazione.

Il premier, Matteo Renzi,aveva annunciato e promessouna «lotta violenta alla burocra-zia», ma, in questo caso, l'inten-zione si è fermata in una dimen-sione pre slide. La verità, comeinsegna in maniera cristallinala crisi in corso in Grecia, è cheè indispensabile far conoscere ecapire, alla classe dirigente e digoverno di Berlino, la qualitàmediocrissima dei servizi residalla pubblica amministrazionealle imprese italiane, nonostan-te paghino una pressione fiscalesuperiore a quella tedesca. Conquesta catena al piede perfinola formidabile Baviera alzereb-be bandiera bianca.

Il ministero dello Svilup-po economico è, stante la miapersonale esperienza sul campo,un idealtipo di macchina buro-cratica di coda della deficitariapubblica amministrazione ita-lica. Più che favorire lo svilup-po economico e l'occupazione èuna macchina produci ritardi,cavilli e esternalità negative.Per far emergere chiaramentela situazione non è più possibile

solo scriverne sui giornali o par-

larne nei talkshow. Si deve pas-sare ai fatti alla «Occupy WallStreet», piantare le tende fuoridalla sede del Mise a Roma inVia Veneto, iniziare uno scio-pero della fame e inviare - viaFacebook, Instgram, Twitter etutti gli altri social media . lefoto della protesta in tutto ilmondo e in tutte le lingue.

E quanto ho suggerito di faread alcune ingegneri che lavora-no in imprese innovative chesono stati trattati da veri sud-diti dal Mise. Ecco la storia chevi fotografa l'insostenibilità delcontesto nel quale deve esserefatta impresa in Italia. È il 15giugno del 2012 e il governo gui-dato da Mario Monti approvail cosiddetto decreto SviluppoItalia, Entra immediatamentein vigore, come tutti i decretilegge, e viene convertito defi-nitivamente nell'ottobre dellostesso anno. Contiene una nor-ma che introduce un credito diimposta del 35% per le assun-zioni di dottori di ricerca in ma-terie tecnico-scientifiche, non inscienze politiche o in comunica-zione per capirci.

Per farlo diventare ope-rativo il Mise impiega più didue anni. Esattamente bisognaattendere il 28 luglio del 2014quando il Mise pubblichi undecreto a firma del direttoregenerale, Carlo Sappino, in-troducendo una segmentazionenon presente nella norma ori-ginale: le istanze di accesso alcredito d'imposta riferite ai costisostenuti per le assunzioni nelperiodo dal 26 giugno 2012 al31 dicembre 2012 possono esse-re presentate dal 15 settembre2014 fino al 31 dicembre 2014.Dal 10 gennaio 2015 possonoessere presentate le istanzeriferite ai costi sostenuti per leassunzioni nell'anno 2013 e dal10 gennaio 2016 quelle relativeai costi sostenuti per le assun-

zioni nell'anno 2014. Badatebene che si trattava di normeanticicliche del governo Montipensate per contrastare la re-cessione ed essere immediata-mente operative.

Il 15 settembre 2014 ilMise apre la piattaforma perle assunzioni fatte il 26 giugnodel 2012 e, ovviamente, dopo unpaio di ore di attività, la piatta-forma va in crash per tutta lagiornata. Si blocca totalmente,creando il panico tra tutte leimprese che stavano caricando,dopo aver atteso quasi tre anni,i loro documenti. Stesso bloccodella piattaforma il giorno suc-cessivo. La situazione diventanormale solo al terzo o quartogiorno. Nel frattempo molte pic-cole imprese, essendo trascorsipiù di due anni dalle assunzionee avendo dovuto gestire i blocchidella piattaforma, si sbagliano ecaricano solo i costi del persona-le relativi al 2012 e non anchela quota parte relativa al 2013.Un ministero tedesco, avrebbeavvertito le imprese dell'errorefatto in poche ore e le avrebbeaiutate a caricare tutti i datirichiesti inclusi quelli del 2013,visto che c'era tempo fino al 31dicembre 2014 per modificarela dichiarazione.

Non il Mise che, da tra-dizione borbonica , ha lavo-rato le pratiche solo nel 2015,quando la fritatta era fatta,comunicando alle startup cheavevano perso il credito per laquota di costo del personale re-lativa al 2013 per le assunzionedel 2012. Follia burocratica allostato puro.

Morale, se siete una picco-la impresa innovativa o unastartup italiana e assumete deiPh.D in ingegneria o fisica perquasi tre anni dovete esserepronti ad attendere i provvedi-menti attuativi del Mise, prov-vedimenti che ridisegnerannoquasi completamente le mo-

dalità di utilizzo del credito diimposta, eppoi subire tutti i dis-servizi creati dalla piattaformarealizzata ad hoc senza potervipermettere alcun errore: se visbagliate a caricare anche unsolo dato (dopo tre anni di atte-sa può capitare) non pensate dibeneficiare di alcun supporto o

consulenza da parte del Mise.Il vostro credito di imposta, econ esso il Pil e l'occupazionemade in Italy, sono bruciatiper sempre. Signora Merkel,la prego, scenda Lei in Italiaa rottamare questa burocraziaantisviluppo.

O Riproduzione riservata-

Disservizi Pagina 28

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IViodï e l'universitàcosì ji premierva all'attaccodel libero pensiero

Nel mirino delgoverno atenei s

istituti scientificie acca e ie:

l enunciad i AmartyaSen

AMARTYA SEN

CORSI sono cominciati

all'inizio di settembredell'anno scorso, in unanuova, piccola universi-

- tà internazionale chia-mata Nalanda , nel Bihar, Statodell'India nordorientale (unadelle aree più arretrate del Pae-se). Solo due facoltà - storia eambiente ed ecologia- per me-no di venti studenti , eppure, l'i-naugurazione dell'universitàNalanda è stata citata sui mag-giori giornali del Paese e se n'èparlato in tutto il mondo.

Il nuovo ateneo si riproponedi riportare in vita la NalandaMahavihara, la più antica uni-versità del mondo, che cominciòle sue attività nel V secolo dopoCristo. Nel momento in cui fufondatala prima università euro-pea, a Bologna , nel 1088, la Na-landa offriva istruzione superio-rea migliaia di studenti da oltreseicento anni. La Nalanda origi-naria era gestita da una fonda-zione buddista nella prospera(all'epoca) regione del Bihar,epicentro della religione, dellacultura e dell'illuminazione delbuddismo.

Nel VII secolo la Nalanda ave-va settemila studenti, che veni-vano istruiti non solo alla filoso-fia e al buddismo , ma studiava-no anche una serie di materie lai-che, come grammatica e lettera-tura, astronomia , architettura,scultura, medicina. Dopo più disette secoli di insegnamento, laNalanda fu distrutta nel XII seco-lo dagli eserciti invasori prove-nienti dall'Asia occidentale. Ilprimo attacco fu condotto dalconquistatore turco Bakhtiyar

Khilji, che devastò con le sue ar-mate molte città dell'India set-tentrionale . Tutti gli insegnantie i monaci della Nalanda venne-ro uccisi e gran parte della strut-tura rasa al suolo . I conquistato-ri dedicarono particolare cura al-la demolizione delle bellissimestatue del Buddha e di altri per-sonaggi del buddismo dissemi-nate per l'università . La bibliote-ca, un edificio di nove piani checonteneva migliaia di manoscrit-ti, si dice che abbia bruciato pertre giorni . La distruzione dell'U-niversità di Nalanda avvennefra la fondazione dell'universitàdi Oxford ( 1167 ) e quella dell'u-niversità di Cambridge ( 1209).

Una proposta per riportare invita la Nalanda sotto le vesti diuna moderna università interna-zionale ha assunto in contorni diun'iniziativa panasiatica fin dalprincipio. L'idea è stata sostenu-ta dai sedici governi che aveva-no partecipato al cosiddetto ver-tice dell'Asia orientale del gen-naio 2007. Oltre all'India, c'era-no Cina, Giappone, Corea del

Viene ostacolata anchela rinascita della Nalanda,la più antica istituzionedi studio del mondo

MONDO Pagina 29

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Sud, Indonesia , Singapore, Thai-landia , Malaysia , Vietnam,Laos, Cambogia, Australia eNuova Zelanda.

Il progetto di ricostituire laNalanda fu guidato da un men-tor group provenienti da variPaesi : intellettuali di primo pia-no indiani , ma anche cinesi,giapponesi , singaporiani e thai-landesi. L'università è stata isti-tuita con una legge nel 2010, do-podi che il mentorgroup si è tra-sformato nel consiglio direttivodella rinata Nalanda. Fino a po-co tempo fa io ho svolto le funzio-ni di presidente del consiglio di-rettivo e rettore del nuovo ate-neo, "Ritorno a Nalanda" è statoun momento straordinario, unmomento di speranza . Ma i rap-porti fra il consiglio direttivodell'ateneo e il nuovo governo in-diano si sono fatti tesi.

Durante le elezioni avevo giu-dicato mio dovere, come cittadi-no indiano , pronunciarmi pub-blicamente contro le posizionisettarie del leader nazionalistaindù ( e ora capo del governo)Narendra Modi, che mettevanoin pericolo lo storico laicismodell'India indipendente . Pur con-testando alcuni aspetti ( in parti-colare la crescente inefficienza ela corruzione ) delprecedentego-verno, avevo forti timori per la si-curezza delle minoranze , in par-ticolare musulmane e cristiane.Il mio timore nasceva dalla sualunga storia di esponente di pri-mo piano del movimento di de-stra induista , ma anche dai pre-cedenti di violenze settarie nelGujarat quando Modi era a capodel governo statale : più di millepersone, in larga maggioranzamusulmani, morirono nei disor-dini scoppiati del 2002 . Con luial potere si sono registrati casi diChiese date alle fiamme mentremilitanti nazionalisti indù cerca-vano di convertire all'induismo inon indù.

Ecco perché non sono statodel tutto sorpreso quando ho sa-puto che il nuovo governo eracontrario alla mia permanenzaa capo della Nalanda. Ma è unproblema che riguarda più in ge-nerale l'indipendenza delle isti-tuzioni universitarie : Modi e i

suoi alleati si impegnano attiva-mente per cercare di imporre leloro idee a molte istituzioni acca-

demiche, l'indipendenza acca-demica della Nalanda è seria-mente minacciata . Molti dei re-golamenti della nuova universi-tà non sono stati messi in prati-ca, o addirittura non sono statisottoposti al presidente dell'In-dia per l'approvazione . Il gover-no ha cercato di modificare dra-sticamente la composizione delconsiglio direttivo , tentativo an-dato a vuoto perché si finiva perviolare le disposizioni della leg-ge per l'Università di Nalandaapprovata dal parlamento nel2010.

Il governo ha cercato anche,con maggior successo , di rimuo-vermi dalla carica di rettore, a di-spetto della decisione unanimedel consiglio direttivo . Pur ap-prezzando il sostegno unanime

PREMIO INCCBEI,Anzartga Sen,economista e

filosofo. A sinistrail premier Modi

offertomi , mi è stato ben chiaroche la tensione fra governo e con-siglio sulla mia permanenza sta-va diventando un ostacolo. Cosìho detto al consiglio che, date lecircostanze , non avrei accettatouna nuova nomina unavolta sca-duto il mandato. Il problema difondo va ben al di là del titolo diun recente e ben documentatoarticolo pubblicato su Repubbli-ca: «Il Nobel e il premier: Sencontro Modi». Anche se è indub-bio che il governo Modi non ècontento delle posizioni che hoassunto, lo scontro non verte sul-le singole personalità, ma suiprincipi che governano le istitu-zioni pubbliche.

Sfortunatamente , le pressio-ni del governo si inseriscono inun quadro generale di interfe-renza nella guida delle istituzio-ni accademiche in ogni parte delPaese. A gennaio il fisico SandipTrivedi è stato nominato a capodel Tata Institute of Fundamen-tal Research , l'istituzione scien-tifica forse più prestigiosadell'India . Ma l'ufficio del pre-mier ha preteso che Trivedi ve-nisse rimosso dall'incarico, equesti ha fatto un passo indie-tro. L 'episodio ha scatenato forticritiche e a giugno il governo hadetto all'istituto che Trivedi po-teva tornare a ricoprire la sua ca-rica. A dicembre il direttoredell'Istituto indiano di tecnolo-gia di Delhi si è dimesso per le in-terferenze del governo . Amarzouno dei più importanti scienzia-ti nucleari del Paese, a capo delconsiglio direttivo dell'Istitutoindiano di tecnologia a Bombay,ha protestato contro le intromis-sioni del governo e ha detto chia-ramente di non essere dispostoa contribuire a future attività.

Alla febbraio , il governo hachiesto allo scrittore Sethumad-havan di dimettersi da presiden-te del Fondo nazionale per il li-

bro. Il suo posto è stato preso daun ideologo dell'Hindutva (il na-zionalismo indù ), Baldev Shar-ma. Più di recente , il governo haproposto una legge che gli ga-rantirebbe il controllo direttosui tredici Istituti indiani di ma-nagement.

E difficile non giungere allaconclusione che il governo faticaa comprendere la differenza fraun'istituzione autonoma soste-nuta dal governo che usa risorsepubbliche , e un'istituzione sotto-posta al controllo diretto del go-verno in carica. Per secoli e seco-li le università europee sono sta-te aiutate dai governi , che rispet-tano la loro autonomia, a diven-tare centri accademici di eccel-lenza. Gli inglesi tutelano congrande cura l'indipendenza ac-cademica nel loro Paese, anchesei governanti inglesi dell'Indiacoloniale violavano spesso e vo-lentieri l 'indipendenza delle isti-tuzioni accademiche pubbliche.Il governo dell'India , a quantopare, preferisce il modello colo-niale.

Q The New York ReviewofBooks - Traduzione

di Fabio Galimberti3 RICftO[JULONE NIíHNATA

A causa dellepressionisono statocostretto

a dimettermida rettore

Colpitianche il TataInstitutee il centroper la ricercanucleare

Nazionalistiindù al postodi eminentidocenti: è unapprocciocolonialista

MONDO Pagina 30

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AGROTECNICI

Serveindirizzo

Pec univocoDI BEATRICE MIGLIORINI

Ad ogni impresa o professio-nista deve corrispondere unindirizzo Pec univoco, nellatitolarità esclusiva dell'im-prenditore o del professio-nista, in modo tale che lavalidità delle comunicazio-ni e notificazioni sia certa.Non è, pertanto, possibileutilizzare la Pec professio-nale, rilasciata dal rispet-tivo albo o dalla rispettivacassa di previdenza, anchecome Pec di impresa. Que-sti i chiarimenti forniti dalCentro studi degli agro-tecnici e degli agrotecnicilaureati con la Circolare2600/2015 pubblicata ieri.Nel dettaglio il Centro stu-di ha risposto a più quesitidegli iscritti alla categoriaaventi ad oggetto la possi-bilità per i professionisti dipoter usare in modo diversola stessa Pec. Ma la rispostaè stata negativa. Sia il Misesia il mingiustizia hanno, in-fatti, più volte sottolineatocome «se una Pec è già inuso a un professionista, lastessa Pec non può essereutilizzata anche per identi-ficare una impresa iscrittaalla Camera di commercio ea nulla rileva che per l'Entecamerale quella Pec sia co-nosciuta per la prima volta(i liberi professionisti infat-ti, non essendo imprese, nonsono iscritti alle Camere dicommercio)».

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NOTA ANCI

Consulenzedel lavoro

doeDI CARLA DE LELLIS

Gli enti locali devono affi-dare la consulenza del la-voro solo ai professionistiabilitati. Lo spiega l'Anciin una nota diffusa ieri,alla luce del moltiplicarsinegli ultimi anni dei ricorsiaventi ad oggetto la conte-stazione dell'affidamentodel servizio di consulenzadei lavoro ad altri sogget-ti (società commerciali eCed). La professione di«consulente del lavoro»,spiega l'Anci, è disciplina-ta dalla legge n. 12/1979 laquale stabilisce, tra l'altro,che «tutti gli adempimentiin materia di lavoro, previ-denza e assistenza socialedei lavoratori dipendenti,quando non sono curati daldatore di lavoro, diretta-mente o a mezzo di propridipendenti, non possonoessere assunti se non dacoloro che siano iscrittinell'albo dei consulenti dellavoro, nonché da coloroche siano iscritti negli albidegli avvocati, dei dottoricommercialisti, dei ragio-nieri e periti commerciali».In relazione a tale disposi-zione, evidenzia l'Anci, lagiurisprudenza ha chiaritoche «quella del consulen-te del lavoro si configuracome professione protettae, conseguentemente, nonpossono ammettersi dispo-sizioni di natura seconda-ria rispetto alla disciplinalegislativa di riferimentoche abbiano per oggettol'attribuzione a soggetti di-versi dell'esercizio di atti-vità contemplate dalla pro-fessione anzidetta» (TarPiemonte, n. 173812009).

Consulenti del lavoro Pagina 33


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