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Centro Studi C.N.I. - 24 novembre 2014 · «Su questo non c'è dub-bio. E noi lo abbiamo detto per...

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Centro Studi C.N.I. - 24 novembre 2014
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Page 1: Centro Studi C.N.I. - 24 novembre 2014 · «Su questo non c'è dub-bio. E noi lo abbiamo detto per primi. "Riqualificazione": ecco la parola chiave. Biso-gna passare dal consumo di

Centro Studi C.N.I. - 24 novembre 2014

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 24 novembre 2014

Pagina I

EDILIZIA

Buzzetti «Riapriamo i cantieri. Partendo da scuole e periferie»Corriere Della Sera -Corriereconomia

24/11/14 P. 15 Rita Querzè 1

APPALTI PUBBLICI

Appalti trasparenti, il metodo italiano piace alla UeCorriere Della Sera -Corriereconomia

24/11/14 P. 42 Barbara Millucci 2

PREVIDENZA PROFESSIONISTI

Le casse private per le quote BankitaliaCorriere Della Sera -Corriereconomia

24/11/14 P. 4 3

Le Casse tra crisi e stretta fiscaleSole 24 Ore - Focus 24/11/14 P. 35 Federica Micardi 4

Fisco ingrato con la previdenzaSole 24 Ore - Focus 24/11/14 P. 37 Andrea Camporese 6

LIBERALIZZAZIONI

Mercato. L'Italia si apre (poco). E anche la Spagna ci sorpassaCorriere Della Sera -Corriereconomia

24/11/14 P. 2 Alessandra Puato 8

JOBS ACT

Jobs Act. «Non siamo i figli di un Dio minore»Corriere Della Sera -Corriereconomia

24/11/14 P. 23 Isidoro Trovato 12

APPALTI PUBBLICI

Sugli appalti controlli solo formaliSole 24 Ore - Norme ETributi

24/11/14 P. 42 Alberto Barbiero 13

NORME TECNICHE

In breveSole 24 Ore - Norme ETributi

24/11/14 P. 41 14

TITOLI ABITATIVI

Varianti ai permessi: possibile la SciaSole 24 Ore - Norme ETributi

24/11/14 P. 41 15

ASSICURAZIONI

Clausola claims made salvaItalia Oggi Sette 24/11/14 P. VI Gianluca Messercola 16

PROFESSIONI

Le professioni dribblano la crisiItalia Oggi Sette 24/11/14 P. 41 Benedetta Pacelli 18

BANDA LARGA

Banda larga, Sblocca Italia non penalizza le reti mobili ecco perchéRepubblica Affari Finanza 24/11/14 P. 25 Antonello Giacomelli 20

ICT

Occhio alla qualità per gli appalti nell'ItRepubblica Affari Finanza 24/11/14 P. 10 Alfonso Fuggetta 21

IVA

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 24 novembre 2014

Pagina II

Professionisti contro il governo sull'Iva pagata dagli enti pubbliciRepubblica Affari Finanza 24/11/14 P. 45 StefaniaPescarmona

22

CONFINDUSTRIA

Il declino delle Associazioni crolla il sistema ConfindustriaRepubblica Affari Finanza 24/11/14 P. 1 Roberto Mania 23

MESTRE - ORTE

Mestre-Orte il capolavoro del lobbista che sa di Cefis e P2Repubblica Affari Finanza 24/11/14 P. 9 Alberto Statera 26

PETROLIO

The 'age of abundance' poses fresh dilemmasFinancial Times 24/11/14 P. 1 27

INGEGNERIA

Floating wind turbines for offshore use could revolutionise the industryFinancial Times 24/11/14 P. 4 Michael Kavanagh 29

UNIVERSITÀ

La sfida dell'università con le aule «ovunque»Sole 24 Ore 24/11/14 P. 10 Marco Magnani 31

CONTARDI

POLTRONE IN GIOCORepubblica Affari Finanza 24/11/14 P. 45 Sibilla Di Palma 32

AVVOCATI

Tutti insieme contro le multe AntitrustCorriere Della Sera -Corriereconomia

24/11/14 P. 23 33

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L'intervista Parla il presidente dell'Ance: la crisi ha tagliato 800 mila posti di lavoro

«Riapriamo i cantieriPartendo da scuole e periferie»«Serve un piano MarshaDI RITA QUERZÈ

uando si parla dicostruzioni è dav-vero difficile vede-re il bicchiere mez-

zo pieno. Vestire la realtà conun abito meno severo? Il pre-sidente di Ance, Paolo Buz-zetti, non ci prova nemmeno.Meglio guardare in faccia lecose come stanno.

Riconoscerà almeno cheExpo ha dato una boccatadi ossigeno alle impresedelle costruzioni.

«La verità è che ci si aspet-tava tantissimo. Forse trop-po. Dal punto di vista del fat-turato Expo non ha cambiatole prospettive delle nostreaziende».

Togliamoci ii pensiero:quale è il bollettino dellacrisi nel settore?

«Nella filiera abbiamoperso 800 mila posti di lavo-ro. Erano 3 milioni primadella crisi. Mentre sono 15mila le aziende fallite. Vedalei».

Sì, ma gli imprenditoridelle costruzioni non stan-no rilanciando . Gli investi-menti sono al lumicino.

-Gli investimenti sono di-

li settorefatica perla crisi dellebanche e letroppe tasseUu,9gliiirnrnobili

minuiti del 47% dal 2011 a og-

per l'edilizia. E s'investa in sicurezza»gi».

Appunto.«Dall'inizio della crisi 116

miliardi di finanziamenti inmeno dalle banche. Senza os-sigeno è difficile investire».

Banche capro espiatoriodi ogni male.

«Non è solo il problemadel credito. C'è anche che latassazione sulla casa è au-mentata del 200% dal 2011 aoggi. Le nostre aziende han-no perso 58 miliardi di fattu-rato. E poi...».

Le infrastrutture.«Appunto. Il governo au-

menta la spesa corrente del3-4° a fronte di una diminu-zione degli investimenti in in-frastrutture».

Yoram Gutgeld, consu-lente economico del presi-dente del Consiglio, diceche l'Italia in passato ha in-vestito in infrastrutture piùdella Germania. Ma questonon ha risollevato il Paese.

«Serve un piano Marshallper le infrastrutture. Se l'Ita-lia vuole uscire dalla crisi èdall'edilizia che bisogna ri-partire».

Al di là della crisi, il dis-sesto dei territori sfida lecostruzioni a proporsi inmodo nuovo. Meno villettea schiera, più ristruttura-zioni.

«Su questo non c'è dub-bio. E noi lo abbiamo dettoper primi. "Riqualificazione":ecco la parola chiave. Biso-gna passare dal consumo disuolo alla rimessa a nuovodegli edifici con criteri di effi-cienza energetica. E chiaroche per fare questo il governo

dovrebbe mettere a disposi-zione sgravi fiscali adegua-ti».

II governo ha già mobili-tato fondi per la ristruttu-razione delle scuole. Comeè andata?

«Di fatto le risorse dispo-nibili hanno consentito solopochi interventi di massimaurgenza. Gli edifici da rifare,magari perché si trovano interritori a rischio sismico, so-no ancora 15 mila».

Anche qui servirebberorisorse pubbliche che nonci sono.

«Bisogna fare delle scelte.Credo che le scuole dei nostrifigli possano essere unaprio-rità».

C'entrano anche le con-dizioni di degrado edilizionella deriva sociale delleperiferie delle grandi città?

«Certo che sì. Facciamocome in Francia, dove si sce-glie un quartiere che habiso-gno urgente risanamento e lìsi parte da scuole e ospedali.Ci sono 62 miliardi di fondi

L'addio dil rrlpregllodalla nostraAssocEazione?Spero cheSaÍiï i d ripensi

strutturali Ue da utilizzare.Aggiungiamo risorse pubbli-che nostre e proviamo a cam-biare la faccia delle nostrecittà».

Quanto è difficile fare

rappresentanza ai tempidella crisi?

«Difficilissimo. Dietroogni piccola azienda chechiude c'è il dramma umanodi un imprenditore e dellasua famiglia».

Sul fronte opposto ci so-no le esigenze delle grandiaziende. Impregilo di re-cente è uscita da Ance.

«Spero che Pietro Salini ciripensi. Capisco le esigenzedi un gruppo che ormai lavo-ra all'estero per 1'80 per centodel suo fatturato. Credo, pe-rò, sia necessario trovare unpunto di caduta che permettadi rappresentare al megliosia le istanze dei piccoli chedei grandi».

Cgïl, Cisl e Uil degli ediliprotesteranno unitaria-mente il 27 novembre. An-che loro chiedono lavoro einvestimenti.

«Con la crisi molte dellenostre richieste sono anchequelle del sindacato. Bene leriforme del governo. Certo, aonor del vero nessuna dellenostre imprese è fallita percolpa dell'articolo 18»

rquerze

Edilizia Pagina 1

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II caso II programma «Capaci» monitora finanziariamente le concessioni per evitare anomalie. A oggi 7 mila controlli sui primi progetti

Appalti arenti, il metodo italiano piace alla UeDuecento grandi opere nel mirino e il riconoscimento europeo di «best practice» perla lotta alle mafie

DI BARBARA MILLUCCI

apaci non è solo il luogosimbolo della stragedove perse la vita Gio-

vanni Falcone, ma anche ilnome di un importante pro-getto per combattere la ma-fia: Creation of automatedprocedures against criminalinfiltration in public con-tracts.

Negli ultimi anni, dato chele infiltrazioni criminali si so-no sempre più diffuse negliappalti pubblici, c'è la neces-sità, di adottate misure ad hocper combattere l'illegalità.Capaci è un'iniziativa di mo-nitoraggio finanziario a tap-peto delle grandi opere, con lamessa a punto di uno stru-mento in grado di acquisiredati sui flussi finanziari delleimprese coinvolte nella realiz-zazione d'infrastrutture stra-tegiche per il paese.

L'iniziativa, cofinanziatadalla Commissione europea,è realizzata, tra gli altri, dalministero dell'Interno, Con-sorzio Cbi ed Abi. «Un atten-to monitoraggio dei flussi didenaro negli appalti non soloprotegge gli investimentipubblici ma anche le relativerisorse di bilancio, oltre checombattere la corruzione nelpaese», spiega Liliana FratiniPassi, direttore generale del

Consorzio Chi. «Nell'iniziati-va, il Consorzio permette allapubblica amministrazione diaccedere alla rete interbanca-ria., così che ministero e Dia(Direzione investigativa anti-mafia) possono avere semprea disposizione i flussi di ren-dicontazione di tutti i bonificidegli appaltatori».

Al momento, sono staticontrollati i conti correnti del-le imprese impegnate nellarealizzazione di opere della li-nea C della metropolitana diRoma, la Variante di Cannitel-lo, un'opera propedeutica alPonte sullo Stretto di Messi-na, il Grande Progetto Pom-pei che prevede la valorizza-

zione dell'area archeologica ei lavori della metro M4 di Mi-lano.

Ad oggi, da un primo cen-simento risulta che «su 7.462appalti legati alle grandi ope-re e 181 conti bancari monito-rati sono emersi 25 alert», di-chiara, il prefetto Bruno Frat-tasi. coordinatore del Proget-to Capaci all'interno delministero dell'Interno. Per unvalore attorno ai 2 milioni dietiro. «Fino ad oggi il monito-raggio era facoltativo, mentreadesso, grazie anche ad undecreto legge, è diventato obbligatorio per tutte le operepubbliche di una certaimpor-tanza», continua. Fratini P

si. «Manca solo il passaggiooperativo di una circolare chedovrebbe arrivare entro l'an-no. A quel punto entrerannoa regime tutta una, serie digrandi opere, tra cui quelle le-gate ad Expo».

Ma quale è l'iter che leaziende appaltatrici devonoseguire per adeguarsi? In-nanzitutto vanno «utilizzaticonti correnti ad hoc e bonifi-ci ordine conformi agli stan-dard europei Sepa, che ripor-tano un apposito codice ingrado di identificare l'opera acui il pagamento si riferisce»,dichiara Giovanni Sabatini,direttore generale dell'Abi epresidente del Consorzio Cbi.Questo permette di disporred'informazioni utili sulle sin-gole transazioni che, in casodi anomalie , vengono imme-diatamente segnalate alleagenzie invc,agative. I cosid-

1 flussi di

denaroseguili in

tempo reale

detti alert che avvisano quan-do c'è qualche irregolarità.«E' per noi uno strumentoimportante - osserva Fratta-si -. Diversamente dal trac-ciamento tradizionale delleoperazioni finanziarie, giàprevisto dalle norme, l'inve-stigatore non si dovrà più re-care in banca per effettuare icontrolli. Sarà possibile se-guire in tempo reale gli spo-stamenti dei flussi di denaroe verificare ad esempio quan-to è stato costruito in un mesesulla base del flusso di dena-ro movimentato». Nella, lottaalla Mafia, l'Italia arriva, co-munque prima. Il progettoCapaci, che in prospettivamapperà i flussi finanziari dicirca 200 grandi opere pub-bliche in cantiere è stato infat-ti accreditato tra le Best Prac-tice dalla Commissione Ue.

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Appalti pubblici Pagina 2

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a cura di Carlo Cinelli e Federico De Rosa

Le casse private per le quote BankitaliaGubitosi e Farinetti fanno lezione al manager. II Made in Italy beve con Bisol, IIIyeZoppas

L 9 obiettivo era chiaro findai lavori preparatoridella riforma che ha,

consentito la rivalutazione delcapitale a 7,5 miliardi (e lautiguadagni per l'Erario). I tre su-per esperti di Bankitalia, Fran-co Gallo, Lucas Papademos eAndrea Sironi l'avevano sotto-lineato più volte: occorre attira-re acquirenti, investitori con unorizzonte di lungo periodo, ingrado di ampliare la base azio-naria di via Nazionale. Nellescorse settimane è emerso cheil direttore generale SalvatoreRossi ha aperto il dossier per la

realizzazione di una piattafor-ma per la negoziazione dellequote Bankitalia possedute ineccesso dalle banche (le primesono Intesa Sanpaolo al 42% eUnicredit al 22%). Il problema ètrovare grandi investitori istitu-zionali. E così accanto a banche,assicurazioni, fondi e fondazio-ni è scattata la, chiamata per legrandi casse di previdenza deiprofessionisti italiani.

Per l'occasione si è mosso an-che il gran capo dello Strategyinstitute di New York di BostonConadtin" Martin Re. ves, ma

OF.. ;,^

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al Seminario per l'alta direzionedel gruppo della consulenzad'azienda guidato in Italia daGiuseppe Falco ci saranno al-meno 200 top manager. Merco-ledì invaderanno palazzo Mez-zanotte a Milano e avranno mo-do di capire che paese sia l'Italiaascoltando l'esperienza di Be-nedetta Arese Lucini , la coun-try manager di Uber reducedalla battaglia con i tassisti, op-pure - un classico -le vicende diviale Mazzini con Luigi Gubi-tosi . Poi a spiegare «Una nuovaidea di Italia» saranno OscarFarinetti (Eataly), GabrieleBurgio (Alpitour), RiccardoDonadon (H-Farm), GuidoGhisolfi (Mossi Ghisolfi) eVictor Massiah (Ubi Banca).

Per chi avesse voglia di vola-re ancora più alto, venerdì nellachiesa di San Francesco a Lucca

il plenipotenziario di Ge in Eu-ropa Ferdinando Beccalli Fal-co terrà una lectio all'Imt altistudi sull'economia globale delXXI secolo.

*'i«Se invece si vuol capire come

si porta la, prossima stagione,giovedì prossimo a Piazza Affa-ri Raffaele lerusalmi ospiteràFranca . Sozzani per il ciclo di«Conversazioni in Borsa».

Un'occasione tutta, da, bere invista di Expo. Gianhica Bisol,Riccardo Illy e Matteo Zoppasne discutono alle porte di Trevi-so alla presentazione del Moni-tor delle imprese del settore, re-alizzato da Community MediaResearch e FriulAdria CrèditAgricole, cpm Daniele Marini.Tireranno le somme PierpaoloBaretta e Paolo De Castro.

Franca Sozzani. A sinistra, dall'alto, l'ammi-nistratore delegato del gruppo Ubi, Victor Massiah eil direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi

Previdenza professionisti Pagina 3

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®Dagli enti privatizzati ai fondi del secondo pilastro lo stato di salute e i nuovi problemi della galassia pensionistica

Le Casse tra crisi e stretta fiscaleUn sistema solido ma messo a dura prova da congiuntura e scelte della politica

Federica Micardi

Le attività dei liberi profes-sionisti anche quest'armo de-vono far fronte a una difficilesituazione del mercato, cheoramai si protrae da diversi an-ni e ancora nonvede la fine.

E questo significa contrazio-ne dei redditi, che per alcuneprofessioni è stata sensibilementre per altre più contenutanella media, ma comunque pe-sante per le categorie più debo-li (giovani e donne).

In questo scenario il legisla-tore sta intervenendo sul siste-ma pensionistico privatizzatocon un sostanziale aumentodella tassazione delle renditefinanziarie, che dal i° gennaiopassa dal 20 al 26%, dopo averdato a intendere che questatassazione sarebbe stata ritoc-cata al ribasso.

Una decisione che - almenomomentaneamente - ha di-stolto l'attenzione dal fondodedicato a investire in infra-strutture che vedeva la parte-cipazione volontaria degli entidi previdenza dei professioni-sti e dei fondi di previdenzacomplementare. Un'idea chein molti altrip ae si europei è giàuna realtà, e che il ministerodell'Economia stava portando

avanti da alcuni mesi con in-contri e confronti. Ora tutto èrimesso in discussione; un fori-do ad hoc delle Casse per inve-stire nel sistema Paese forse sifarà ma quando, come e conquali eventuali incentivi fisca-li è ancora tutto da decidere.Tutto si è fermato in attesa chesia concluso l'iter del disegnodi legge stabilità; quindi intor-no afine anno.

Un altro problema è quellodella natura delle Casse, con la"doppia identità" tra privato epubblico, causata dall'inseri-mento delle Casse nell'elencoIstat e che continua a fare deidanni. Un problema noto chenessuno, per ora, sembra in-tenzionato a risolvere.

Quest'anno la previdenzadelle professioni - obbligatoriae di primo pilastro - si è avvici-nata alla previdenza comple-mentare - volontaria e di se-condo pilastro - perché en-trambe chiedono datempo unapolitica lungimirante cheguardi al futuro dei propriiscritti - parliamo quindi di unarco temporale di 20, 30 e an-che 4o anni- e sitrovano invecead essere posti sullo stesso pia-no degli speculatori privati.

01 FIP ROOUIlONE RISERVATA

Previdenza professionisti Pagina 4

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Sede e orariBologna, Palazzo Re Enzo -

Piazza del Nettuno, 1

Il programma9.30

Iscrizione partecipanti10.00

Saluti ed interventi istituzionali10.30

Introduzione a cura di RenzoGuffanti, presidente dellaCnpadc

11.00Tavola rotonda . Partecipano:

Marco Abatecola , segretariogenerale di Assofondipensione;Alberto Brambilla, coordinatoretecnico scientifico di ItinerariPrevidenziali ; AndreaCamporese , presidente Adepp;Sergio Corbello , presidente diAssoprevidenza ; GiulianoQuattrone, direttore regionaleInps Emilia Romagna

12.30/13.30Sessione pratica sui casiprevidenziali a cura dei delegatidella Cnpadc dell'EmiliaRomagna

Previdenza professionisti Pagina 5

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L' , , La Ue punta alla creazione del mercato unico del lavoro

Fisco ingrato con la prevideUn'eccessiva pressione fiscale si traduce in «concorrenza sleale»

di Andrea Camporese

esistenza di una previ-denza privata, autosuffi-

.J ciente, solidale e al passocon i cambiamenti sociali, di-pende da alcuni fattori.

Non c'è alcun dubbio sulvalo-re collettivo di questo sistema.L'assenza di finanziamenti daparte dello Stato e le politiche diwelfare, che oggi valgono circa530 milioni di curo annui, rap-presentano un valore enormeper gli iscritti nel versante dellaprotezione e perla collettività intermini di minori costi.

Mentre gli Enti privati e pri-vatizzati mettono in campo unavisione di futuro che interessatutta la vita del professionista, enon solo l'atto di erogazionedellaprestazione pensionistica,il potere divigilanzaministeria-le, e di altri organi deputati, re-sta una garanz ia della tenuta delSistema.

Il patto che il legislatore havoluto all'atto della privatizza-zione è chiaro e va rinsaldato,evitando di essere attratti innormative destinate alla pub-blica amministrazione (bilan-ci, spending rewiew e molto al-tro) che non rappresentano unbene comune né in termini dicontributo al bilancio pubbli-co, né in ragione di una maggio-re efficienza delle struttureamministrative.

Il tema dell'autonomia, vigila-ta e vagliata nella sostenibilitàeconomica, resta centrale. E diattualità il tema della tassazionedelle rendite finanziarie dei pa-trimoni delle Casse sottoposta alvaglio della legge di Stabilità.

Non abbiamo mai fatto del-l'aliquota di tassazione (al 20 o al26 per cento), che comunque re-sta di gran lunga la più alta d'Eu-ropa, un tema ideologico o una

richiesta di privilegio.Siamo testardamente convin-

ti che si tratti di un tema sociale,di una scelta di campo: conside-rare la previdenza come sistemache si sviluppanei decenni,valo-re economico per il Paese, sog-getto deputato costituzional-mente a creare prestazioni di-gnitose e commisurate ai versa-menti effettivamente effettuati.

Autonomia, tassazione, vigi-lanza sono oggettivamente tes-sere dello stesso mosaico, di unPaese che ha un'idea di futuro.Non ci sfugge la temperie eco-nomica nella quale viviamo.

Noi per primi rileviamo red-diti in calo mediamente del 30per cento, giovani impossibili-tati ad avviare l'attività profes-sionale, concorrenza estera de-rivante dalle condizioni di mi-

La tessera professionaleeuropea, introdotta dalladirettiva 2013/55/UE, dovrebbeessere recepita entro il 18gennaio 2016. Scopo della"tessera" è facilitare ilriconoscimento delle qualificheprofessionali nei diversi paesi Uegrazie ad un maggiorecoinvolgimento delle autoritàcompetenti nei paesi d'originedei professionisti e attraversol'uso di procedure elettroniche.Le professioni per le quali saràpossibile richiedere la tesserasaranno individuate dallaCommissione

glior favore di altri Paesi.Se il punto è cercare di stimo-

lare l'economia reale italiana,creare posti di lavoro stabili,riavviare il ciclo degli investi-menti, noi abbiamo manifestatolanostra disponibilità da almenodue anni.

Investire in modo maggiore,trasparente, secondo le regoledi mercato, sull'Italia, non è al-tro che sposare ilbene colletti-vo con quello delle categorieprofessionali che ci versano icontributi. Altre nazioni euro-pee lo fanno da tempo, baste-rebbe questo fatto a farci ri-flettere.

Infine un ragionamento sulledirettrici dell'Unione Europea.La stesura e il riconoscimentodelle qualifiche professionalivalidate nel mercato unico, ilcompletamento del processo diriconoscimento reciproco deititoli di studio, la generazionedella tessera professionale eu-ropea chepermetteràl'eserciziodelle professioni senza limitibu-rocratici, rappresentano una viadi non ritorno già decisa.

In questo contesto omogenei-tà della tassazione, protezionedel prodotto intellettuale e frui-zione dei fondi strutturali diven-gono elementi essenziali pernon creare una finta concorren-za devastante.

Speriamo che allanostracon-sapevolezza si associ quella delGoverno e del Parlamento,dobbiamo e possiamo essereinterpreti delle sfide deiprossi-mi decenni.

Non è tempo di polemiche, ètempo di risposte che permetta-no alle nuove generazioni di re-cuperare il gap di opportunità erisorse che rappresentala nostrapiù grave responsabilità.

PresidenteAdep

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a

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It mondo Adepp

Composizione iscritti contribuenti Adepp.Valori percentuali

Inpgi 1/2Altri*

4 109,44

Fase2,63

-------------------------------

Cnpadc4,21 Cnpr

2,16

Cf

12,23

TOTALEISCRITTI

1.390.846

---Enpam25,49

* Epap, Enpab, Eppi, Enpav, Enpapi, Cn, Enpacl

Enasarco

18,06

---------------------

Inarcassa11,84

Cipag

6,83

Enpap

3,01

Di seguito sono riportate le prestazioni di welfare (valori nominali)erogate dagli Enti Previdenziali Privati appartenenti al peri metro Ad EPP

--------20 07 20 08 , 2009 2010 '20611 2012

INDENNIT6R. DI NIATERNITA

74.4Fi 79.i3 44 20 7,81 94-5,S <35,50

PRESTAZIONI A SOSTEGNO DEGLI ISCRITTI

2`',d)8, il 44.92 37.75 , ,» 33.07-----

PRESTAZIONI A SOSTEGNO PROFESS.

AMMORTIZZATORI SOCIALI

36„37 3 6.57 -1:+.11 52,PS 6017

POLIZZE SANITARIE(RRENdI P AGATI)

6f),44053,.7-1 07,00 69,70 , 01,14 co „31

34_

_ 3422.78352.0 7 ', 440-5 2 5 ; (),1i1) ' 43 1,c)3 i -k-hS,II----- ----- ------ ------- -L --------

PRESTAZIONI CASAGIT E ONAOSI

liì1 . 4;ì{ 5c 1 to_i g1 , r, L, s?, '9 ,,_

447,15 1 459,25 1 548,56 1 491,46 1 536,71 1 541,84

Previdenza professionisti Pagina 7

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Anteprima L'indice Ibl delle liberalizzazioni 2014. Le pagelle migliori a Regno Unito , Paesi Bassi e Svezia

L'Italia si apre (poco)E anche la Spagna ci sorpassaPrimi per portabilità del telefonino. Migliorali giudizio, ma gas e luce si stanno spegnendotreni locali egli aerei frenano, la tv via cavo non c`e... II risultato? Ottavo posto in Europa

DI ALESSANDRA PUATO

Più aperto nella telefonia (cellulare ), perchéa fianco di Telecom sono cresciuti i concor-renti ; più chiuso nel trasporto aereo, nel-l'elettricità e nel gas . Fermo peri servizi po

stali, i treni, i carburanti , il lavoro e la televisione. Eil mercato in Italia secondo l'Indice delle liberaliz-zazioni 2014 elaborato dall'Istituto Bruno Leoni(Ibl), che assegna all'Italia un sei e mezzo comples-sivo. L'indagine, che sarà presentata giovedì 27 no-vembre e che CorrierEconomia pubblica in ante-prima, è condotta su dati 2013 (per gli aerei, dun-que, registra l'ingresso delle pubbliche Poste in Ali-talia ). Misura il grado diapertura della concorrenza, «unadelle leve attraverso le quali ungoverno può stimolare la cresci-ta», scrive nel paper Carlo Sta-gnaro, ricercatore di Ibl e coordi-natore dello studio.

L'Indice 2014 considera 15 Pa-esi europei in dieci settori: daquest'anno, anche le assicurazio-ni (peccato per l'assenza dellebanche, Ibl si propone di rime-diare a breve ). Rivela un Italiaancora arretrata per apertura delmercato: voto 66 su 100, poco piùche sufficiente, benché alla paricon Francia e Danimarca. È unavalutazione in linea con la de-nuncia fatta il 13 ottobre su que-ste pagine da Giovanni Pitruzzel-la, presidente dell'Antitrust(«Italia chiusa, si acceleri sul di-gitale e sulle gare per gas e tra-sporti locali»). Significa l'ottavo posto in classificadopo, nell'ordine : il Regno Unito (voto 94, resta ilPaese più liberalizzato ); i Paesi Bassi , una rimon-tante Spagna e la Svezia (79 tutti e tre ); quindi laGermania ( locomotiva d'Europa qui senza primato,voto 76, sette e mezzo ); poi il Portogallo (73), l'Au-stria (72) e il Belgio (70); infine la Finlandia e l'Ir-landa (69 entrambe). Dietro di noi (come per Fran-cia e Danimarca ) ci sono soltanto il Lussemburgo(65) e la Grecia (58), «Paese più ancorato all'inter-ventismo pubblico», scrive Stagnaro.

Il valore 100 indica il Paese più liberalizzato, con-cetto che nei criteri di Ibl comprende quattro varia-bili: la libertà d'ingresso nel mercato; la partecipa-zione azionaria dello Stato (vedi il caso Alitalia); ivincoli normativi (come le regole per aprire un di-stributore di benzina, diverse di regione in regio-ne); la mobilità della domanda, cioè la facilità per ilconsumatore di cambiare fornitore. Inoltre nei set-tori con infrastruttura (telefonia, elettricità, gas,ferrovie) è valutato il grado di separazione della re-te dal gestore del servizio. Il metodo di rilevazionequest'anno è cambiato, per maggiore omogeneitàfra i Paesi, dice l'Istituto diretto da Alberto Mingar-di. A valori omogenei, comunque, rispetto all'Indi-ce 2013 l'Italia guadagna tre posizioni, più per de-merito altrui però, ritiene Ibl. Hanno perso infattiquota Danimarca, Finlandia, Francia, Germania eAustria.

Mentre il vertice G20 di Brisbane, chiuso dome-nica 16 in Australia, chiede dunque un «nuovo cor-so» per rilanciare l'Europa, il Vecchio Continente sitrova ancora frammentato nell'offerta dei servizi dimercato ai cittadini. «L'Italia fa un passo avanti»,scrive Ibl, ma le liberalizzazioni Monti (come dettoda Pitruzzella) «si sono rivelate insufficienti: vuoiperché sono l'inizio di un cannnino, vuoi perché infase dattuazione la loro spinta si è indebolita, vuoi

perché una riforma coraggiosa èstata smontata» e il riferimentoqui è alle professioni (settimanascorsa l'Antitrust ha multato per912 mila euro gli avvocati: «Han-no reintrodotto le tariffe mini-me» ). In Italia il settore più aper-to è quello delle telecomunicazio-ni (voto 87), il più chiuso il tra-sporto ferroviario (48): dove nonsi considera soltanto l'alta veloci-tà, ma anche i treni locali e merci.Secondo posto all'elettricità (81),terzo alla tv ( ï, vedi tabella).

Nella telefonia mobile il mer-cato italiano è il più aperto d'Eu-ropa per la possibilità di cambia-re operatore, con il 13,50/. dei nu-

meri di cellulare trasferiti nell'an-no, il doppio di Francia eDanimarca (ma il fisso è ancora

fermo al 4,6%). Accanto a Telecom (sue il 31,8%delle linee nel 2013, in calo dal 32,660/. del 2012, dicela Commissione Ue) hanno trovato infatti equo spa-zio Vodafone (29,86%) e altri (38,3%). Ma se la Me-troweb della banda larga fosse venduta a Telecomla situazione potrebbe ribaltarsi: «Il processo di au-mento della concorrenza può subire una battutad'arresto», commenta Massimiliano Trovato, ricer-catore Ibl che ha seguito l'Indice per questo settore.Nelle privatizzande Poste «non è cambiato niente- dice Stagnaro - : resta scarsa la concorrenzaper il trattamento di favore» (ma quest'anno do-vrebbe andare meglio, hanno perso l'esenzione Ivasu alcuni servizi). Lo stesso i benzinai: il decretoMonti, che toglieva l'esclusiva nell'approvvigiona-mento consentendo l'aggregazione tra impianti perabbassare i prezzi «è rimasto in buona parte letteramorta». Sui treni, pesa la mancata separazione frail gestore della rete Rfi e quello del servizio Trenita-lia (stesso gruppo, l'Fs alla cui privatizzazione è sta-to dato il via mercoledì 19). Sull'elettricità ricade inbolletta, dice Stagnaro, la scelta di sussidiare le rin-novabili. Sulla televisione pesa l'assenza della tv viacavo e sul mercato del lavoro si attende l'impattodella riduzione dell'Irap e del Jobs Act.

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E di Telecom una linea su tre Pesa il socio pubblico in AlitaliaLa banda larga è blindata E la Francia ostacola le low cost

► Italia svetta per portabilità dei cellulari, ma rivela i ritardi sullabanda larga. l'indice delle liberalizzazioni 2014 assegna al

Paese voto 87 sulle telecomunicazioni, cinque posizioni in piùrispetto al 2013. E il sesto posto su 15 dopo Paesi Bassi, Francia,Spagna, Svezia e Regno Unito. Ecco i dati (2013) che rivelanol'apertura del mercato. I nuovi entranti occupano il 50% dellelinee attive di banda larga: era il 48% l'anno prima (ma in Franciaè il 60%), Solo nel 4% dei casi, però, la rete è di proprietà deiconcorrenti di Telecom e il 32% degli accessi è sull'ultimo miglio.L'ex monopolista sta perdendo quote nel mobile, dove Telecom èscesa fra il 2012 e il 2013 di un punto, dal 32,66% al 31,84% pernumero di linee. Ma l'indicatore più significativo è il passaggio dei

clienti da un operatore all'altro.Nel 2013 sono stati trasferitisolo il 4 , 61% dei numeri fissima ben 1113 ,53% dei cellulari.in Francia è il 7% , in Germanial'1%. «Per portabilità siamo imigliori d'Europa», diceMassimiliano Trovato di lbl.

K PU.RIPRODUZIONE RISERVATA

N el trasporto aereo con voto 65 (un sei e mezzo) l'Italia è quintain Europa, a parità con la Svezia, dice ibl. Rispetto all'indice

2013 perde una posizione, sostanzialmente per l'ingresso dellepubbliche Poste in Alitalia con il 19,48% (per 75 milioni di euro,«bruciati dalle perdite operative del 2014», scrive Andrea Giuricinnello studio). L'Antitrust Ue ha dato il 14 novembre l'ok all'acquistodel 49% della compagnia da parte di Etihad, ma resta il nodo sel'ingresso di Poste sia (come dice ibl) o no aiuto di Stato. In ognicaso, in un anno «le maggiori compagnie low cost hannoaumentato la presenza sul principale scalo italiano, Fiumicino»,dice il rapporto, e la quota di Alitalia per passeggeri (dati Enac2013) è ormai solo dei 20,8% (Ryanair ha il 19,9% e Easyjet il

LO]

10,7%): fatto positivo, «Scarsaconcentrazione». Perciò nonsiamo i peggiori . il Paese piùchiuso è la Francia : «Ostacola lelow cost». E la Germania«protegge in alcuni aeroporti laposizione dominantedell'incumbent storico».

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Solo quattro famiglie su 100 Se non partono le gare regionalicambiano il fornitore del metano il voto ai treni è un'insufficienzaN ell'apertura del mercato dell'energia - il primo a essere

liberalizzato anni fa - l'Italia perde quota, secondo ibl.Nell'elettricità l'indice delle liberalizzazioni 2014 assegna al Paesevoto 81 su 100: una valutazione alta, considerato che la Francia èsotto la sufficienza con 48 (come dire meno di cinque), mainferiore di due posizioni all'indice 2013. Nel gas, invece, il voto diibl all'Italia è 60, appena sufficiente, con due posizioni perse. Qui ilconfronto è con l'Irlanda (voto 38), mercato più chiuso d'Europasecondo la ricerca. La Spagna ci sorpassa con 91, è evidente peròl'assenza di politiche unitarie dell'Europa nei gasdotti, anche conla crisi Ucraina-Russia. «L'approccio nazionale anziché europeo alproblema dell'indipendenza e della sicurezza energetica ha fattovenire meno la spinta verso l'armonizzazione delle regolazioni», è

scritto nel rapporto ibl. In Italiala distribuzione diffusa è unpunto a favore, come(abbastanza) la separazionedella rete (pur nella Snam dellapubblica Cdp). Ma soltanto il4,5010 dei consumatori hacambiato fornitore nell'anno.

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apertura dei mercato ferroviario, malgrado l'aumentataconcorrenza nell'alta velocità (Italo di Ntv contro il

Frecciarossa di Fs), è ancora insufficiente secondo l'indice diliberalizzazioni 2014, che assegna all'Italia un secco 48 su 100. Labocciatura è dovuta al trasporto regionale, che è «il piùimportante in termini numerici», dice il rapporto, ma «rimanesotto lo stretto controllo dell'incumbent». Le gare regionali nonsono infatti mai partite, tranne che per l'Emilia Romagna. Ci siattende un miglioramento quest'anno, non solo perché le astelocali dovrebbero essere aperte, ma anche per gli effetti virtuosidell'insediamento, avvenuto in settembre, dell'Autorità deitrasporti (che 115 novembre ha già ridotto le tariffe d'accesso alla

rete per Ntv, intervento che nelrapporto non è registrato). Ilmercato più chiuso è la Grecia(voto 13), il più aperto semprela Svezia, dove il gestore dellarete è indipendente da quelloferroviario. In Italia no e questopenalizza la valutazione di Ibl.

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Troppe tasse e poco InternetMa sono arrivati gli stranieriD ebuttano le assicurazioni nell'indice delle liberalizzazioni e il

voto all'Italia è una sufficienza : 60 su 100. E il sesto postonella classifica europea , risultato «senza infamia e senza lode», lodefinisce il rapporto dell'istituto Bruno leoni . li settore èregolamentato , perciò ibl valuta parametri come la presenza dimonopolio pubblico (« in Italia l'Inail per le assicurazioni sullavoro» , nota Carlo Stagnaro ) e l'incidenza dei fisco . il Paese piùliberalizzato è l'Inghilterra (95), il più chiuso la Grecia (13), conPortogallo ( 19) e Francia ( 26). Nessuno brilla davvero, comunque.«il risultato complessivo - dice l'indagine - per quanto denunciuna forte arretratezza nel nostro Paese rispetto al mercato piùavanzato (quello inglese), si colloca in un contesto di generale

rigidità del compartoassicurativo europeo». In Italia

e/%%%ioi i,, c'è «discreta presenza di

111411h1@11111

operatori stranieri», ma pesanola «scarsa diffusione dei canalidi vendita alternativi» (comeInternet) e l'«elevataincidenza» delle tasse.

A. PU.E R PROOVZIONERISERVATA

A Roma i127Indice delle liberalizza-zioni 2014 dell'Istituto

Bruno leoni (ibl) sarà pre-sentato giovedì: 27 novem-bre a Roma, all'Istituto Stur-zo (via delle Cappelle 35),Previsti gli interventi di Fe-derica Guidi, ministro delloSviluppo; Eric Gerritsen, vice-presidente esecutivo SkyItalia; Luca Palermo, ammi-nistratore delegato Nexive,ex Tnt Post; Francesco Pu-gliese, amministratore dele-gato Conad; Luigi FrancescoSignorini, vicedirettore gene-rale Banca d'Italia; SalvatoreRebecchini, del collegio Anti-trust. All'ottava edizione, ilrapporto ha cambiato il me-todo di rilevazione «per unconfronto europeo più omo-geneo», dice il curatore CarloStagnaro, senior fellow di ibl.

PRIRROMONERISERVATA

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La classifica europeaIndice delle liberalizzazioni 2014 per Paese,valori da zero a 100*

Nel cerchio le posizioni guadagnate (+) o perse (-) rispetto al "i t z 2013

lrwriRe _ loUnÏto

ISpagna

Svezia

Paesi Bassi

Germania

Portogallo

Austria

Belgio

Finlandia

Irlanda

ITALIA

Danimarca

Francia

Lussemburgo

Grecia

66

I settori migliori e peggiori in ItaliaIndice delle liberalizzazioni 2014, apertura del mercatonazionale da zero a 100*

Chi vince e chi perde in EuropaLa concorrenza settore per settore, valori tra zero e 100*

(1)

(1) Esduso il Lussemburgo

O 9

11r1

Telecomunicazioni Elettricità Televisione Lavoro I Aerei Gas Assicurazioni poste Carburanti Treni

ITALIA 7° Paesi Bassi 100

Grecia 70 Regno Unito 10011

Irlanda 56 Austria 100

Lussemburgo 54 Paesi Bassi 100

5Lussemburgo 53 Paesi Bassi 100 sta

ViFrancia 48 Regno Unito 100

11Francia 38 Regno Unito 100

Irlanda 38 Regno Unito 10021

Svezia 33 Regno Unito 100

(1) Grecia 13 Svezia 100

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Diritti La protesta dei Colap che raggruppa i professionisti senza Albo

«Non siifiglidiunDio

0ore»

Alessandrucci: no alla penalizzazione del Fisco e dellariforma del lavoro. Assurdo escluderci dagli ammortizzatori

DI ISIDORO TROVATO

Inutile girarci intorno, il popo-lo delle partite Iva si attende-va di più dalla legge di Stabili-tà e dalla riforma del lavoro. Il

Coordinamento delle libere asso-ciazioni professionali (Colap) hapresentato due emendamenti allalegge di Stabilità relativi alla revi-sione del «regime dei minimi» e alblocco dell'aliquota contributivaper i professionisti a, partita Ivaiscritti alla gestione separata del-l'Inps. «Per la legge di stabilità at-tendiamo ancora riscontri - av-verte Emiliana Alessandrucci, pre-sidente del Colap -per il Jobs Actnessuna speranza, di incidere. Ciòche ci infastidisce di più è la sensa-zione di non essere tenuti in consi-derazione malgrado sia ormai a.c-clarato che quella delle partite Ivasia, una realtà vasta e importanteper il Paes, .

Eppur il cosiddetto regime deiminimi sembrava nato per favorirerealtà come quelle delle partite Iva.«In effetti - concorda. Alessan-drucci - condividiamo l'imposta-zione relativa alla distinzione tra,commercio, professioni e produ-zione con le relative redditività. Pe-rò alcune parti importanti vannoriviste: la divisione delle categorie,le soglie, la percentuale e i requisitistabiliti; abbiamo fatto una propo-sta che tenta di non penalizzaretroppo i professionisti pur rispet-tando l'esigenza per lo Stato di farecassa».

Nel 2013 il reddito lordo mediodi un professionista a partita Iva(iscritto alla gestione separataInps) è stato di 15.837 euro, quindi

rientrava nel sistema forfettarioche prevede la soglia di 30inila eu-re, pagando un'imposta al 50/.. Corila previsione di modifica al «regi-me dei minimi» presente nella leg-ge di Stabilità il professionista nonrientrerebbe nella condizione deiminimi e quindi si vedrebbe tassa-re il proprio reddito al 22%. Giustoper fare un esempio, il professioni-sta calabrese che guadagna in me-dia 8.341 euro l'anno, finora avreb-be avuto un'imposta al 50/- dall'en-trata in vigore del «regime dei mi-nimi» ma vedrebbe innalzarsi ilcontributo fiscale (sul 78% dei pro-pri ricavi) di ben 10 punti percen-tuali per arrivare al 15°/q producen-do un reddito netto mensile prati -camente molto sotto la soglia di po-vertà. «E per questo che il Colap -ricorda la presidente - chiede unariformulazione delle condizioni delnuovo regime dei minimi che ten-da a penalizzare le "false" partiteIva (che normalmente hanno unreddito basso, costi di gestione ine-sistenti e assenza di collaboratori odipendenti) e a supportare i pro-fessionisti e la loro presenza sulmercato occupazionale

Altro tema scottante è quelloche riguarda il Jobs act, la riforn vdel mercato del lavoro rappresen-ta, almeno per il momento, un'oc-casione perduta per la categoria.«I1 Jobs Act pur non prevediadopunti specifici relativi ai liberi pro-fessionisti in alcuni commi si pre-sta a un'interpretazione che po-trebbe essere allargata anche alleprofessioni libere - ricorda Ali s-sandrucci -. Noi abbiamo punta-to su provvedimenti semplici maimportanti. Il Paese ha bisogno di

essere liberato dai lacci per ripren-dere a, crescere, su questo ci stiamoimpegnando. I nostri emendamen-ti parlano di facilitazioni fiscali, so-stegno alla occupabilità dei profes-sionisti e di maternità e paternitàflessibile».

Il silenzio con cui sono state ac-colte queste proposte può u sere

spiegato con la quantità di pressio-ni e spinte di varia origine che gra-vavano sul testo della riforma dellavoro. Al mondo delle partite Ivatoccherà il compito di far sentire lapropria voce e provare e risollevareil tema. Magari quando le acquesaranno più tranquille.

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o. L'analisi di PromoPa Fondazione: nel 68% dei casi si sceglie in base al prezzo più basso

Sugli appalti controlli solo fo aliQuasi assente la valutazione su fornitorí ed esecuzione dei lavori

Alberto Barbiero

Le stazioni appaltanti fannoampio utilizzo delle procedurenegoziate per l'affidamento de-gli appalti, in un contesto di fortecontrazione del mercato e conuna maggiore complessità deipercorsi selettivi. La fondazionePromoPA e l'Università di RomaTor Vergata hanno analizzato,nell'edizione 2014 del rapporto«Come appalta la Pa» (che saràpresentato domani a Roma allasede Ance) le dinamiche del si-stema degli affidamenti dilavori,servizi e forniture, mediante unconfronto con gli esperti delleamministrazioni aggiudicatricie l'elaborazione delle informa-zioni rilasciate dall'Autorità divigilanza.

L'analisi dei dati pubblicati dal-l'Anac ha evidenziato per il 2013l'andamento negativo degli ap-palti dilavori, con una diminuzio-ne del 13% delle procedure ordi-narie (alla quale corrisponde unacontrazione del 6% dei volumi

economici) e addirittura del 21%delle procedure di partenariatopubblico-privato (con una ridu-zione di oltre il 5o% delle risorseinvestite). Dalla contrazione delmercato viene stimata in mediauna perdita in termini di volumedi affari del 16,8 per cento.

ed esecuzione degli appalti. Sul-l'anticorruzione e sulla traspa-renza il giudizio appare univoco etendenzialmente negativo: le nor-me, oltre ad essere giudicate pocoefficaci nella loro ratio , sono con-siderate non idonee a migliorarela qualità delle procedure ma per-cepite come ulteriore appesanti-mento degli adempimenti.

Tra gli operatori è comunquediffusa la convinzione che l'inter-vento in grado di incidere in misu-ra forte sulla trasparenza sia l'in-troduzione di tecnologie nel pro-cesso di appalto, da accompagna-re alla revisione del sistema delleSoa e la diffusione dei Protocollidi legalità. Allo stesso tempo, pe-rò, in merito all'AvcPass, la ricer-ca rileva le molte perplessità deglioperatori , per il timore che il siste-ma si riveli un appesantimento.

Pur a fronte del maggior utiliz-zo del «Mepa» e delle proceduretelematiche (ma con tm indice an-cora molto basso rispetto al tota-le) permane un notevole utilizzo

degli albi fornitori, soprattutto daparte delle società partecipate,ma con una ridottissima percen-tuale di casi nei quali è adottato unmodello di valutazione dei forni-tori . A questo aspetto corrispon-de, in relazione all'esecuzione deicontratti, l'utilizzo di strumenti dicontrollo in circa il 5o% delle am-ministrazioni, anche se con unaprevalenza di soluzioni diverificapoco strutturate.

Per individuare i fornitori lestazioni appaltanti fanno largouso della procedura negoziatasenza pubblicazione del bando digara (26%), anche se aumenta ilri-corso alle procedure aperte(24%), che risultano comunquequelle con maggior volume eco-nomico gestito. La scelta di ricor-rere alla procedura negoziata èdeterminata da esigenze di sem-plicità del percorso ed è connessaanche alla riduzione del valoredegli interventi tratatti, ma curio-samente la ricerca evidenzia chemolti operatori vi ricorrono per-

ché la normativa ha allentato ivin-coli al suo utilizzo.

Le stazioni appaltanti dimo-strano di essere molto legate almetodo selettivo più semplice eimmediato,poiché neltotale delleprocedure prevale largamente lavalutazione delle offerte con il cri-terio del prezzo più basso (68%)con una forte contrazione del ri-corso a quello dell'offerta econo-micamente più vantaggiosa.

«Le gare al massimo ribasso -riflette Ezio Melzi, ad di BravoSo-lution cheha collaborato alla defi-nizione del rapporto - sono invisealle imprese che puntano su mo-dalità più meritocratiche e menopenalizzanti dal punto di vistaeconomico. Oggi le soluzioni tec-nologiche ci sono, e le Pa potreb-bero dare il giusto spazio allacomponente qualitativa non solonell'aggiudicazione, ma anchecon meccanismi trasparenti divalutazione delle performancedei fornitori».

r

AvcPass e anti-corruzioneaumentano la complessitàdelle procedureContinua a scendere (-16,8%)ilvolume d'affari

Dal confronto coni soggetti chenelle amministrazioni pubblichee nelle società partecipatesi occu-pano di appalti emerge come siachiaramente percepita una ten-denza consolidata all'aumentodeiribassi,chevadiparipassoconun aumento della complessitàdelle procedure per affidamento

Appalti pubblici Pagina 13

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Norme tecniche,

revisione in arrivo

Primo via libera allarevisione delle normetecniche perle costruzioni.Il Consiglio superiore deilavori pubblici haapprovato il 14 novembreun nuovo testo per lasicurezza e l'adeguamentoantisismico degli edifici,che andrà a sostituirel'attuale, datato 2008. Nellanuova versione saranno"ammorbiditi" gli obiettividi messa in sicurezza antisismica per gli edificiesistenti .Nessunarevisione, invece, per imateriali, con il risultato dibloccare l'ingresso acomponenti come il vetroper usi strutturali. Il testodovrà essere approvatodalla conferenza Stato-Regioni per poi confluire inun decreto ministeriale.

Norme Tecniche Pagina 14

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1'a. . Come cambiano le procedure

Varianti ai permessi:possibile la Scia

Il decreto Sblocca Italiaaccorcia la lista degli inter-venti edilizi realizzabili con ladichiarazione di inizio attività(Dia) e amplial'elenco di quel-li per i quali è sufficiente la se-gnalazione certificata di ini-zio attività (Scia). Diventa an-che più facile realizzare, in re-gime di attività di edilizialibera, alcune tipologie di ma-nutenzioni straordinarie.

Con le modifiche introdot-te dal Dl 133/2014 all'articolo22dei Dpr 380/2ooa, d'ora inavanti potranno essere ese-guiti con Scia, e non più conDia, tutti gli interventi nonclassificatitrale attività di edi-lizia libera e quelli per i qualinon è richiesto il permesso dicostruire, a condizione che si-ano conformi alle previsionidegli strumenti urbanistici,dei regolamenti edilizi e delladisciplina urbanistico-edili-zia vigente. Di fatto si restrin-gono di molto i nuovi confinidella Dia. La Scia è ammessaanche per le varianti ai per-messi di costruire se - rispettoal progetto originario - si la-sciano inalterati i parametriurbanistici e le volumetrie,non si modifica la destinazio-ne d'uso e la categoria edilizia,non si altera la sagoma degliedifici sottoposti a vincoli e sirispettano tutte le altre pre-scrizioni dei titoli abilitativi dipartenza.

Si amplia anche la gammadellevariantiperle qualibastala Scia e viene introdottala ri-levante novità della comuni-cazione della variante al Co-mune afine lavori conun'atte-stazione del professionista.Questa procedura si applicasolo alle varianti che non con-figurano modifiche essenzia-li, ma è sottoposta anche a duecondizioni:

le varianti devono essereconformi alle prescrizionidegli strumenti urbanistici

ed edilizi;è necessario anche avere

ottenuto, se occorrono, gli attidi assenso richiesti dalla nor-mativa sui vincoli paesaggi-stici, idrogeologici, ambienta-li, di tutela del patrimonio sto-rico, artistico ed archeologicoe da altre normative di settore.

Si allarga anche il ventagl iodegli interventi che possonoessere realizzati senza alcuntitolo abilitativo. È il risultatodell'incrocio delle modificheintrodotte agli articoli 3 (defi-nizione degli interventi), e 6(attività edilizia libera). Conle nuove norme, per classifi-care come interventi di ma-

LA LIBER CNon servono via liberaper la manutenzionestraordinariase non cambianovolumi e destinazioni d'uso

nutenzione straordinaria leopere e le modifiche fatte perrinnovare e sostituire alcuneparti (anche strutturali) degliedifici o per realizzare serviziigienico-sanitari e tecnologi-ci, non è più richiesto che re-stino immutati i volumi e lesuperfici delle singole unitàimmobiliari. È sufficiente chenon cambino la volumetriacomplessiva degli edifici e ladestinazione d'uso. Se ricor-rono queste due condizioni,sono considerate manuten-zione straordinaria anche tut-te le opere necessarie per ot-tenere più unità immobiliarida un edificio o, al contrario,per accorparle.

Con questi interventipossono anche cambiare lesuperfici delle singole uni-tàimmobiliarie il carico ur-banistico.

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Titoli Abitativi Pagina 15

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AS SICCRAZI( NU Sentenza della Corte d'appello di Porne torna sulla questione

Clausola claims made salvaLa polizza non è vessatoria : oli alla piena efficacia

DI GIANLUCA

MESSERCOLA*

a clausola claims madenon è vessatoria. Edunque le polizze conquesto tipo di clausola

sono pienamente efficaci. LaCorte d'appello di Roma con lasentenza n. 5942/2014 depo-sitata lo scorso 30 settembre2014, in riforma della decisio-ne n. 12792 del tribunale diRoma del 13 giugno 2008, ètornata nuovamente adoccuparsi della questio-ne relativa alla liceità omeno della clausola co-siddetta «claims made»contenuta nel contrattoassicurativo. Nelle po-lizze «claims made» ilsinistro assicurato (l'og-getto) è «la richiesta di

considerarsi maggioritarioanche nel Supremo collegio,secondo il quale sussiste lapiena efficacia della clausolaclaims made.

La Corte è partita dall'ana-lisi dei principi su cui sifondano le varie teorie cheritengono la clausola nulla ovessatoria (perché in contra-sto con l'art. 1917 c.c. qualenorma primaria, perché vienea mancare il trasferimento delrischio dall'assicurato all'assi-

svista percettiva in cui è cadu-to il Collegio, quando nel rap-portare il suo convincimentoal caso specifico, ritiene «pura»una clausola avente periododi postuma determinato a treanni. Giova allora ricordareche la clausola claims made èpura allorché garantisce tut-te le richieste di risarcimentopervenute durante il tempodell'assicurazione, con la con-seguenza che la coperturaassicurativa risulterà estesa

anche per le eventualicondotte negligenti te-nute nel passato, la cuiazione risarcitoria nonsia ancora prescritta(dieci anni). In questocaso, non si assiste auna vera e propria limi-tazione della garanziama, più semplicemen-

risarcimento del terzo» te, a uno spostamentoin deroga all'art. 1917 primocomma c.c., a mente del qualeil contratto copre i rischi re-lativi ai fatti che si verificanodurante il periodo di esplica-zione degli effetti della poliz-za assicurativa a prescinderedalla dislocazione tempora-le, e questo giustifica che inalcuni casi le parti possanoprevedere che la garanzia siaestesa anche ad eventi dan-nosi avvenuti anteriormentealla stipula del contratto (con-figurandosi una «claims madepura» senza limite temporaleed una «claims made spuria»quando tale limite viene de-terminato).

Investita nuovamentedella questione, la Terza se-zione civile ha confermatoquell'orientamento, ormai da

curatore, elemento essenzialedel contratto, perché alterail regime della prescrizione)rapportandone gli effetti dinullità all'interno del con-tratto (automatica inserzionedel contratto all'interno delledisposizioni di cui all'art. 1917c.c. o la nullità dell'intero con-tratto ex art. 1419 c.c.).

Questa ricostruzione, cheovviamente non prescindeanche dalla discussione inmerito alla ulteriore disputasulla tipicità o atipicità delcontratto assicurativo dellaresponsabilità civile con clau-sola claims made, ha indottola Corte d'appello di Roma aritenere pienamente validala claims made in questione.Attenzione, però: è opportuno,anzi necessario, evidenziare la

convenzionale del periodo dicopertura.

Invece la claims made spu-ria garantisce le richieste dirisarcimento pervenute du-rante il periodo di assicurazio-ne e, inoltre, limita anche laretroactive date, ossia l'esten-sione alle condotte negligentitenute dal professionista nelpassato: in definitiva, la co-pertura riguarderà le richie-ste di risarcimento pervenutedurante il periodo di assicu-razione, relative a condottetenute durante lo stesso pe-riodo o, comunque, un perio-do inferiore ai dieci anni. Illapsus è evidente, e meritamaggiore approfondimento,tenuto conto che le maggioricriticità sono proprio rinveni-bili nella differente struttura-

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zione della claims, tra pura espuria, allorquando in tema divessatorietà, la prima (legataalla prescrizione decennale) èchiaramente al riparo da qual-sivoglia contestazione, mentrela seconda necessiterebbe ditutte quelle precauzioni , exart. 1341 c.c., a salvaguardiadella sua liceità.

Fermo tale dato, la Corted'appello giunge comunquea valide conclusioni con unragionamento controfattuale,evidenziando che tali clauso-le siano pienamente efficaci inquanto:

- non si verte in una ipotesidi nullità parziale;

- non è possibile sostituirlecon la norma dell'art. 1917comma 1 c.c.;

- non viene in rilievo la di-sciplina dettata dall'art. 1341c.c. posto che con dette clau-sole si delimita l'oggetto delcontratto di assicurazione, ilcontenuto e i limiti della ga-ranzia assicurativa;

- non trova applicazionel'art. 2965 c.c. perché la clauso-la claims made non stabiliscetermini di decadenza ma deli-mita l'oggetto del contratto.

Si potrebbe obiettare, perquanto in precedenza dettosulla differenza tra claimspura e spuria, che il terzopunto possa fornire elemen-ti di criticità in ordine allaclausola spuria, tuttavia, pursussistendo dubbi di automa-ticità applicativa, ciò che ap-pare tranciante è che da talequadro non possa ritenersivalida la tesi secondo cui inpresenza di clausola spuria sidebba ricondurre la polizza al

modello «loss occurrence».Ê la stessa Corte, infatti, che

richiamando conformi senten-ze della stessa Sezione, pre-cisa come «la clausola claimsmade, lungi dall'escludere lasussistenza del rischio garan-tito, lo delimita e circoscrivein una prospettiva diversada quella che discenderebbedall'applicazione del modelloloss, perché consente all'as-sicurato di garantirsi nonsoltanto per gli errori profes-sionali compiuti in futuro, maanche per quelli già eventual-mente verificatisi in un deter-minato periodo di tempo e dicui il professionista medesimonon sia consapevole, ponendo-si pertanto completamente aldi fuori delle clausole vessa-torie, sia per gli effetti di cuiall'art. 1341 c.c. sia con i iguar-do alla disciplina di tutela delconsumatore». In definitiva,la chiara e netta intenzione diporre detta clausola al di fuoridi quelle vessatorie, sia per glieffetti di cui all'art. 1341 c.c.sia con riguardo alla discipli-na di tutela del consumatoreappare il tentativo, neanchetroppo velato, di cristallizzarenella tipicità il contratto assi-curativo con clausola claimsmade, rendendolo dunquepienamente valido idoneo edefficace.

*gïanlucamessereola@studiolegalebaldi. ït

Assicurazioni Pagina 17

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Un'índagine Isfol-Ist(1,t rivela le cornj_)et.enze vincentiper fronteggucre le díffecoltà

Le professioni dribblano la crisiRes lienza, creatività elasticità per resistere sul mercato

Pagina a curaDI BENEDETTA PACELLI

ricercatori (quelli medici)e i professori (specie quel-li di biologia) sono i pro-

n fessionisti più resilienti,quelli, cioè, che hanno unagran capacità di far fronte inmaniera positiva agli eventitraumatici. I matematici e ifisici, invece, sono quelli piùelastici, mentre gli ingegne-ri dei materiali, i disegnato-ri di moda e i redattori dellapubblicità i più creativi. Sonoalcuni dei profili professiona-li, non certo al riparo dallacrisi, ma con una maggiorecapacità di resistervi. Come?Grazie proprio all'utilizzo dispecifiche competenze comel'elasticità, la creatività e laresilienza che, «rappresenta-no fattori di protezione neiconfronti della crisi e delladisoccupazione». E l'indaginecondotta congiuntamente daIstat e Isfol sulle «professioniin tempo di crisi: competenze,abilità e condizioni di lavoro»a offrire questo punto di vistainedito del mercato del lavo-ro. Perché se è ormai è notoche la crisi sia trasversale atutti i comparti, è altrettantovero che alcuni sono in gradodi fronteggiarla meglio.

L'impatto della crisi. Lacrisi ha determinato un nuo-vo assetto nella struttura oc-cupazionale e professionaleitaliana: alcune professioniquindi hanno visto ridimen-sionata la propria domandadi lavoro a beneficio di altre.Tra il 2008 e il 2012, peresempio, sono stati colpitisoprattutto artigiani e ope-rai specializzati, che hannoperso 555 mila occupati. Calosostanziale anche quello re-lativo a dirigenti e impren-ditori: nello stesso periododi riferimento il numero èsceso di 449 mila unità. Alcontrario, invece, tra il 2008e il 2012 è cresciuto il nume-ro dei lavoratori nel campodelle attività commerciali ein quello dei servizi: +372mila unità.

I più forti a contrastar-la. Elasticità, creatività eresilienza: sono i tre fattorichiave che, dice l'Isfol, rap-presentano fattori di pro-tezione nei confronti dellacrisi e della perdita dei postidi lavoro. Le professioni amaggior contenuto di que-ste tre caratteristiche sono iricercatori nell'ambito dellescienze mediche (86,5 in unascala da 0 a 100) e i docentiuniversitari in scienze biolo-giche (84,4). La componentedella resilienza è molto fortenell'ambito delle professionidedite alla sicurezza pubbli-ca: in generale alti respon-sabili, capi e vicecapi dellapolizia di stato, questori e,

a seguire, anche agenti e uf-ficiali di polizia (con valorisuperiori a 86,7). Al contra-rio un contenuto molto bassodi resilienza si riscontra trale professioni d'ufficio (66,8)e tra quelle non qualificate(59,9). Per quanto riguar-da invece l'elasticità, oltrealle professioni accademi-che, spiccano i matematicie i fisici e alcune professionidella scuola. Ma non come sipotrebbe pensare i docentima gli ispettori scolastici,gli psicologi dello sviluppo edell'educazione e i dirigentiscolastici.

I più gratificati ... Le pro-fessioni «elastiche, creativee resilienti» restituiscono acoloro che le esercitano fortimotivi di gratificazione per-sonale. Le professioni intel-lettuali, cioè l'insieme delleprofessioni imprenditoriali edirigenziali, quelle ad eleva-ta specializzazione e quelletecniche, offrono per la loronatura maggiori possibilitàdi gratificazione professiona-le, soprattutto per la possibi-lità di realizzare le aspirazio-ni professionali. In un'idealegraduatoria si parte dai diri-genti della pubblica ammini-strazione e i direttori delleimprese private (79,4), segui-ti dalle professioni di elevataspecializzazione (77,3) e daquelle tecniche (74,2). Consi-derate nel loro complesso leprofessioni intellettuali mo-strano una soddisfazione perla possibilità di realizzarele aspirazioni professionalipari a 77. Buone possibilitàdi gratificazione sono offerteanche dalle professioni arti-giane e operaie specializzate(-4 punti rispetto alle profes-sioni intellettuali).

... e quelli meno . Telefoni-sti, addetti ai call center, colfe venditori a distanza. Sonoloro in cima alla classifica deilavoratori più insoddisfat-ti del proprio impiego. Nonva meglio a quanti lavoranonei musei, che in una scalacrescente da 0 a 100, si asse-gnano un punteggio di 32, 6,al personale negli uffici giu-diziari (34,6) e quello nei ser-vizi statistici (37). In fondoalla classifica, anche i bidelli(36,6), gli addetti al lavaggiodei veicoli (37,2) e i benzinai(37,6). Tra gli occupati poiche percepiscono maggior-mente l'insicurezza del pro-prio lavoro ci sono ancora gliaddetti ai call center (11,3 inuna scala da 0 a 100 dove 0indica molto insicuro e 100molto sicuro) e le professionidello spettacolo (20,7).

Professioni Pagina 18

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CI.'I O I '

Banda l a,Sblocca I a

.

non pen ale refim.®b® .ecco perchéAntonello Giacotmelli

o letto con sorpresa suAffari & Finanza le accuse

lanciate dal presidente di Asstel,Cesare Avenia, allo Sblocca Italiae al lavoro parlamentare cheavrebbe smontato i meccanismidel credito d'imposta e trasfor-mato il decreto addirittura in un„flop„

Una premessa: quando parlia-mo di credito d'imposta inten-diamo soldi pubblici che lo stato"sconta" ai privati, non soldi pri-vati "bruciati", anche perché i 6miliardi di investimenti delle tel-co citati daAvenia (aggiuntivi ri-spetto ai piani dichiarati primadello Sblocca' Italia) non com-paiono in un nessun documentoufficiale e, perora, restano solo unflatusvocis. Epropiioperchépar-liamo di denaro dei contribuentiè nostro dovere non trasformarloinunobolo alle lobby, maindiriz-zarlo agli obiettivi della Agendaeuropea 2020. Ringrazio dunquela relatrice del provvedimento,Chiara Braga, che con altri colle-ghi ha svolto un lavoro accurato ecompetente per migliorare ilprovvedimento proposto dal go-verno.

Ma veniamo alle obiezioni chevengono mosse al "nuovo"testo eche, in realtà, lo migliorano:

1. il "fattore di contempora-neità per almeno il 50% della po-volazione dell'area" è stato intro-

dotto in coerenza con gli obiettividei 30 e 100 megabit di Agenda2020 che devono essere garantitiin modo. "effettivo" ai cittadini.Che bandaultralargaè quella chediminuisce più aumentano i ter-minaliconnessi?

2. il regime sugli aiuti di Statoper la banda ultralarga prevedeche gli incentivi detraibili fiscal-mente vengano concessi solo suinfrastrutture aperte all'uso ditutti gli operatori, non su quellead uso esclusivo come gli "appa-rati tecnologici" per collegare gliutenti, perché l'aiuto distato halafinalità di aprire un mercato, nonun monopolio. Quanto a Infratelsi fa confusione: la società del Mi-se gestisce i bandi degli interven-ti diretti o con incentivi nelle areea fallimento di mercato, qui par-liamo di defiscalízzazione di in-vestimenti fatti direttamente da-gli operatori.

3. il "limite massimo del 50%"del credito d'imposta era già pre-sente nel decreto licenziato dalConsiglio dei ministri (in ogni ca-so i criteri verranno definiti da undecreto del Mise e dalla deliberaCipe), mentr elenovitàdeipunti4e 5 sono state inserite in commis-sione Bilancio su suggerimentodellaRagioneriaperragioni di co-,pertura. Una resa? Vedremo.

A conferma che non c'è nessu-na discriminazione degli opera-tori mobili lo Sblocca Italia ha in-trodotto perlaprimavolta normedi semplificazione per l'installa-zione di antenne, come richiestoda tempo. Non solo: finalmente laposa dellafibra è stataequiparataauri operadiurbanizzazionepri-maria ed è obbligatoria l'etichet-ta "broadband ready" per i nuoviedifici. Sarebbe interessante ca-pire cosapensidi questemisure ilpresidente Avenia e se le sue opi-nioni rappresentino davveroquelle dei suoi associati.

Sottosegretario alleComunicazioni

®RIPRODUZIONE RISERVATA

Banda larga Pagina 20

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Occhio alla qualitàper gli appalti neR'It

Alfonso Fuggetta *

ecentementeunaam-ministrazionepubbli-cahabanditoungara

er servizi di progetta-ptone e e supporto alla

governance It (InformationTech-nology) utilizzando come criteriodi aggiudicazione per il 50% laqualità della proposta e per l'altro50% il suo costo. In queste condi-zioni, neifattiil costo determinainmodo preponderante l'aggiudi-cazione della gara: Non è certo laprimavoltache siverificano situa-zioni di questo tipo che sono daanni diventate la norma. Anzi, inun altro recente caso, il criterio eraaddirittura 100% costo e 0% qua-lità! Inrealtà, unagaradi questo ti-po dovrebbe essere aggiudicatasulla base principalmente dellaqualità della proposta (per esem-pio 70% qualità e 30% costo). Nelcorso degli anni, questo modo dioperare, che privilegia la riduzio-ne del costo rispetto allavalorizza-zione della qualità, ha comporta-to alcune conseguenze gravi: unmercato It sempre più depresso,con una continua -compressionedelle tariffe e l'utilizzazione di lun-ghe catene di sottofornitura. Unaprogressiva e apparentementeinarrestabile svalutazione delle

professionalità tecniche e corri-spondente fuga di molti profes-sionisti capaci. Un'incapacità digarantire qualità ed efficacia deirisultati. Paradossalmente, un au-mento della spesa necessaria pergarantire servizi che si rivelanospesso non all'altezza dei bisognie delle aspettative dei cittadini edelle imprese:

Il problema è diffuso non solotra le amministrazioni pubbliche,ma anche tra le aziende private etrova una prima motivazione intante prese di posizione comequelle dell'articolo di NicholasCarr ItDoesn'tMatter nel quale si

postulava che i prodotti It sianocommodity e come tali non costi-tuiscano un fattore competitivoma solo prodotti standardizzati eintercambiabili da acquistare alprezzo più conveniente. In realtà,se fosse così, perché ci sono tantis-sime realtà che non sanno o rie-scono ad usare con successo letecnologie It? Se le soluzioni It nelloro complesso (hardware,software, processi, prodotti) fos-sero veramente commodities, co-me si spiegano i tanti progetti fal-liti, in ritardo e overbudget di cui èpiena la letteratura sia scientificache professionale?

La secondamotivazione risiedenei meccanismi di autotutela eprotezione di molti funzionari euffici delle amministrazioni: èmolto più sicuro affidarsi ad unparametro oggettivo eincontesta-bile come il prezzo, piuttosto cheesporsi al rischio di esprimere giu-dizi di merito e qualità, e magariincappareinricorsio contestazio-ni.

Una terza motivazione risiedenella perniciosa combinazione didemagogia, spirito ánti-casta, ba-nalizzazione dei problemi ("che civorrà mai per fare una app!") emiope compressione dei costi diacquisto. Si ignora sia il rapportocosto-prestazioni, sia la comples-sità dei problemi, sia il total costofoperation and evolution diuna so-luzione (che va ben oltre il puro esemplice costo di acquisto). Perquesti motivi, tra le tante riformedi cui il Paese ha bisogno, è vitaleprevedere un ripensamento stra-tegico dei criteri e dei meccanismiattraverso i quali si sviluppai)pro-curementdellaPA. Unprocesso diacquisto immaturo e basato sullaminimi zzazione dei costideprimeil mercato e non fa ottenere alleamministrazioni quei risultati diqualità di cui ilpaese ha bisogno.

*Politecnico di Milano

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Professionisti contro il governosull'Iva pagata dagli enti pubbliciCON IL NUOVO SISTEMAILTRIBUTO VERRÀVERSATODIRETTAMENTE DALLAPAALLO STATO. MA INGEGNERI,AWOCATI, COMMERCIALISTINON POTRANNO PIÙCOMPENSARE L'IMPOSTA CONI CREDITI IN LORO POSSESSO"VERRÀAMANCAREUNAFONTE DI LIQUIDITÀ"

un pregiudizio finanziario e unaggravio da un punto di vista am-ministrativo".

Secca la posizione di AndreaTomasi, presidente di Inarcassa,la struttura previdenziale di inge-gneri e architetti: "L'introduzionedi questa ulteriore procedura sa-rebbe per noi devastante, perchéil 40% dei 170 mila architetti e in-gegneri che vivono solo di questaprofessione versa in uno stato digrave disagio economico", diceTomasi., che si è fatto portatore diunemendamento affinché lo splitpayment non si applichi alle pre-stazioni di servizi rese in esecuzio-ne di un contratto d'opera intel-lettuale. "Per gli architetti e gli in-gegneri, la PA è un cliente estre-mamente importante", argo-menta Tomasi, che spiega che ilfatturato del settore è calato inmedia del 22% negli ultimi tre an-ni e ribadisce che si tratta di un"onere insostenibile", soprattuttoper i piccoli studi professionali,dove una grande quota del volu-me d'affari è determinata dai pic-coli incarichi pubblici.

"La nuova norma potrebbe ge-

nerare gravissimi effetti distorsivinei flussi di cassa e mettere in se-ria difficoltà imprese e professio-nisti che operano prevalente-mente conlaPA-commentaAles-sandra Mari, avvocato e socio diRoedl & Partner, che reputa "cru-ciale che l'introduzione dello splitpayment sia accompagnata dauna semplificazione delle proce-dure di rimborso".

Per Fausto Amadasi, presiden-te della Cassa di Previdenza deiGeometri, se questa norma do-vesse passare, "si andrebbe nonsolo a sottrarre liquidità dalle ta-sche dei professionisti ma, som-mando il già gravoso credito Irpeforiginato dalle ritenute d'accontocon il credito Iva, si colpirebberosoprattutto i più giovani che cer-cano di iniziare un'attivitàlavora-tiva". Parla poi di "un piccolo im-broglio" Armando Zambrano,presidente del Consiglio naziona-le degli ingegneri. "In pratica- di-ce,- è un modo per reperire ulte-riori entrate mettendo in difficoltài professionisti e le imprese chepossono trovarsi in credito Iva".

Lo split payment colpisce in

modo diverso le categorie di pro-fessionisti. "Il mondo pubblicorappresentaunapercentuale nonsignificativadelvalore complessi-vo del mercatolegaleitaliano", di-chiaraRiccardoRoversí., avvocatoe managing partner di OsborneClarke, che poi ricorda che per glistudi strutturati, è impossibileavere lo Stato come cliente, ancheperché lo Stato è provvisto di unapropria struttura di assistenza in-tema che èl'Awocatura generale."Il problema affliggerà quindiquei professionisti che lavoranoprevalentemente o esclusiva-mente con la PA, come magariqualche specialista di diritto am-ministrativo", conclude Roversi.

Diposizione diversaMauro Va-glio, presidente dell'Ordine degliavvocati di Roma; che ritiene chese la nonna diventasse legge sa-rebbe l'ennesimo colpo ben asse-stato a danno degli avvocati: "Glisforzi che la categoria sta soste-nendosonogià insostenibili e l'in-troduzione dello split paymentrenderebbe la strada della ripresaancora più ardua".

Stefania Pescarna®na

13 ecuperare tra i 741 e i 1.235oni di Iva evasa. Questo

l'obiettivo del legislatore che nelDdl Stabilitàha inserito all'artico-lo 44 comma 7 lettera b un nuovomeccanismo di pagamento dell'I-va. Si tratta del cosiddetto "splitpayment", per cui lapubblicaam-ministrazione al posto di versarel'Iva per la prestazione al fornito-re (impresa o professionista) do-vràversarla direttamente allo Sta-to. C'è quindi una modifica nellamodalità di pagamento di questotributo, cheprimaandavaalforni-tore, che poi lo rigirava allo Statotrattenendo la parte che poteva"scaricare", mentre con questonuovo sistema, iltributoverràver-sato direttamente dalla PA alloStato, "Con impatti negativi per ifornitori della Pa stessa che si tro-verebbero a perdere, di fatto, unacospicua fonte di finanziamento,specialmente nei casi di cre ditiIvacompensabili", spiega RiccardoUbaldini, commercialista e sociodi Bonelli Erede Pappalardo, per-ché "l'Iva, che secondo il mecca-nismo ordinano nonverrebbepiùriscossa ma versata direttamentedalla Pa, viene solitamente impie-gata per far fronte agli impegni dibreve periodo".

"Non dobbiamo fare un allar-mismo. Lo split paymentnon col-pisce una categoria specifica, matoccaindistintamente tutti coloroi quali forniscono beni o servizi aenti pubblici", dichiara RobertoSalin, commercialista e partner diLegalitax, che però ammette chequesto sistema "creeràpurtroppo

LA BASE EVASA DAI FORNITORI DELLA P. A.Stima in-milioni di euro, anno 2011---- ---------------------------- -----------------------------------MBASE IVADELLA P.A. Ë 0n IVA DI COMPETENZA

• ALIQUOTA P. A. 1 6,0%n ALIQUOTA SISTEMA POTENZIALE 14,9%

ti ALIQUOTA SU TRANSAZIONI EVASE 16,1%

• DIFFERENZA 1,2%

• STIMA ALIQUOTA P, A. SU EVASO 17,2%

® BASE EVASA SU BASE POTENZIALE TOTALE ECODOi',9IA 24,5%

® TASSO DI PERDITA BASE (1/3 del totale - limite superiore) 8,2%n TASSO DI PERDITA BASE (1/5 del totale - limite inferiore) 4,9%

* STIMA BASE EVASA (limite superiore ) 1'.185® STIMA IMPOSTA EVASA (limite superiore) 1.235

a STIMA BASE EVASA (limite inferiore) 4.211

® STIMA IMPOSTA EVASA (limite inferiore) 741------------------ -------------------------------- - -------

O RIPROOULONE RISERVATA

Iva Pagina 22

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Il declino delle Asso ciazionicrolla ii sisternaConfindustiia

Roberto Mania

Benvenuti nel Paese dellerappresentanze impren-

ditoriali à lacarte.Nellaquale cia-scuno prende ciò che vuole e la-sciaciò chenongliserve. Comeinun grande supermercato dellelobby: si pagano soltanto i serviziche si comprano. Basta sprechi,anche questa è una spending re-view. Sergio Marchionne se nevadalla Confindustria perché ungruppo industriale con aspira-zioni apolidi vive come un in-gombro il c ontratto nazionale deimetalmeccanici, oltreché la len-tocraziadiVialedell'Astronomia.

segue alle pagine 2 e 3

Confindustria Pagina 23

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F Ìion N1arcIionne, Un'Ïìfln e Sacosì implo dono le Confndusfrie

NONE PIÙ LA POLEMICA SUICOSTI DI VIALE ASTRONOMIA.L'ECONOMIA GLOBALIZZATASTAFACENDO SALTARE TUTTII VECCHI CRITERI DELLARAPPRESENTANZAASSOCIATIVAANCHE NEISETTORI, DAANIAAANCE.E L'EFFETTO RENZI SUPOLITICAE CORPI INTERMEDISTAFACENDO IL RESTO

Roberto Mania

Seguedalla primaerò la Fiat-Chrysler resta

riscritta all'Unione degli in-dustriali torinesi dove ha le sue ra-dici più antiche e dove vuole an-cora contare tanto. Pietro Saliniabbandona l'Ance perché l'asso-ciazione dei costruttori è utile aipiccoli che sopravvivono a stentonel mercato domestico, nonachi,come Impregilo, realizza all'este-ro oltre l'80% del proprio fattura-to, però continua a pagare le quo-te associative alla Confindustria.L'Unipol dopo essersi fusa con laFonsai dei Ligresti dice basta al-l'Ania perché con le sue strutturepletoriche frutto di un manualeCencelli di settore l'associazionefafaticaatenereilpasso conicam-biamentidelmercatofinanziario-assicurativo, però l'ad Carlo Cirrm-bri ha deciso di proseguire ad ap-plicare il contratto nazionale. Lagrande distribuzione ha lasciatola Confcommercio perché neimega centri commerciali chehanno sostituito le piazze dellecittà c'è bisogno di flessibilità diorario, diserrande alzateladome-nica e nei giorni festivi, cose chesono incompatibili con quelle ge-stioni familiari che reggono i tra-dizionali esercizi di prossimità. Leassociazioni degli artigiani, tra-volti dalla lunga Grande Crisi,mantengono ancora i propriiscritti ma potrebbero rischiaretra un po' di finire, sulla scia delleormai immodificabili tendenzedemografiche italiane, come i sin-dacati dei lavoratori dipendenti:

più pensionati che attivi. Rete Im-prese Italia doveva costituire la ri-vincita dei piccoli rispetto allostrapotere "politico" della Con-findustria dei capitalisti blasonatima è nata pensando che la con-certazione avesse un futuro men-tre era già stata sepolta. Resistonocon la loro anomala identità lecooperative, senza più le barriereideologiche di un tempo, così co-mele associazioni degli agricolto-ri capaci di resettare in tempol'antico collateralismo con lapoli-tica (sono passati i tempi in cui laColdiretti eleggeva i suoi direttirappresentanti nella liste dellaDc) e costrette a fare i conti primadelle altre con l'integrazione dellepolitiche europee.

Addio allora al Moloch delle as-sociazioni della rappresentanzaimprenditoriale uguali per tutti,grandi, piccoli, privati, pubblici,industriali, terziari. Sono statepensate e orga-nizzate nel se-colo della rigi-dità fordista,con duplicazio-ni di strutture edi poltrone co-stose e ora inso-stenibili, tantoche nei territoricisifondé (dopoilLazioanchegliindustriali del-l'Emilia Roma-gna e della To-scana lo stannofacendo). Il lorointerlocutore (aparte i sindaca-ti) era il governo-nazionale, oggiper.vincere si deve competere nelmondo, purel'Europa è diventatastretta. La nuova, decisiva, pola-rizzazione-tra le aziende, infatti, ètra chi esporta ciò che produce echi non va oltre i confini naziona-li. Questaèlavera, attuale, linea didivisione che tende a strutturarsi

nelle organizzazioni di rappre-sentanza. Questo lega le scelte diMarchionne, Salini e altri. Ripro-ponendo, ma solo come subordi-nata, la questione dimensionaledelle aziende. Perché - va da sé - ipiccoli-fornitori arrancano, si ag-grappano alle nuove filiere dellaproduzione che rompono ivecchiconfini e presto pure i contratti dicategoria (si pensi solo a ciò cheaccade nel settore dell'industriaagro-alimentare). I"piccoli, nellostesso tempo, hanno bisogno del-le sponde associative per avere iconsulenti fiscali o dellavoro. Sta-re nelle filiere però significa anchestrappare alcuni nuovi servizi. ABergamo e a Varese, per esempio,hanno definito accordi per il cre-ditobancario che prevedel'appli-cazione del medesimo rating.atutte le imprese della filiera. È uncaso che avrà molti imitatori. InLombardia e in Veneto "si affitta-no" ai piccoli i cfo (chief financialofficer) per mettere a posto gliaspetti finanziari dell'azienda.

Sono i nuovi servizi associativi vi-sto che quelli tradizionali (consu-lenze sul lavoro e il fisco) comin-ciano a dover sostenere laconcor-renzadei professionisti privati.

I medi imprenditori delle mul-tinazionali tascabili (quei 4 milacensiti dalle indagini di Medio-banca) sono iscritti alle organiz-zazioni dicategoria manon parte-cipano più di tanto alla vita asso-ciativa. Lo fanno più come testi-monial nei convegni (sempre me-no frequenti), ma poi rientranonei capannoni. I grandi fanno dasé, come dimostrano ampiamen-te, appunto, icasiFiatelmpregilo,utilizzando consulenti propri op-pure internazionali. Tutto questosta cambiando le organizzazionidi interesse, dunque. Un cambia-mento subìto, finora.

Poi ci sono i fattori interni, omeglio il fattore interno, il "fattoreR". Perchéilprimato dellapoliticafortemente ricercato dal nuovopremier Matteo Renzi ha provo-cato uno smottamento nel siste-

ma della rappresentanza socialegenerale, già sotto assedio dagliattacchi della globalizzazione.«Renzi sta producendo lo stessoeffetto che ebbe nel 1980 la "mar-cia dei quarantamila" quadri del-laFiat», sostiene Paolo Feltrin, do-cente di Scienza della politica al-l'Università di Trieste. «Quellamarcia svelò che un'epoca era fi-nita. Ora Renzi ne chiude un' altra.Non si chiede alle organizzazionidi interesse di scomparire, ma diriposizionarsi. D'altra parte, ba-sta andare sui siti delle varie con-findustrie territoriali per toccarecon mano quanto siano indietrorispetto all'epoca attuale. La sve-glia è suonata». E finita l'epocadella concertazione ed è finita l'e-poca della Confindustria politica.Confindustria non cerca nemme-no di dettare l'agenda, come haambito a fare dalla presidenza diLuigi Abete dall'inizio degli anniNovanta per passare da quella diAntonio D'Amato e finire alle ge-stiohipiùpolitiche di tutte, cioè diLuca di Montezemolo e di EmmaMarcegaglia. La politica renzianaha spiazzato gli industriali che sisono ritrovati a portare a casa ri-sultati chemai avrebbero sperato:l'abolizione sostanziale dell'arti-colo 18 (Giorgio Squinzifeèelasuacampagna elettorale contro il"falco" Alberto Bombassei all'in-segna de "l'articolo 18 non è unapriorità"), l'abolizione della com-ponente del costo del lavoro dalcalcolo dell'Irap. Anche questa èla disintermediazione renziana.La stessa che ha prodotto gli ot-tanta euro di aumento retributivomensile che, di questi tempi, val-gono ben più di un rinnovo con-trattuale. Confindustria si è ade-guata, non chiede più tavoli diconfronto, ma produce dossierte cnici che invia ai p c del govemo.E spesso (come denuncia Susan-na Camusso) ritrova le sue ideenei provvedimenti del governo.

Oggi sarebbe inimmaginabileuna presa di posizione comunedelle associazioni di impresa-co-me ai tempi della Marcegaglia,con il governo Berlusconi all'ulti-.mò sospiro, sulle politiche per lacrescita e l'occupazione. Il presi-dente dellaConfcommercio, Car-

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lo Sangalli, ci ha provato ma hatrovato una Confindustria sfug-gente. D'altra parte gli sconti Irapservono ai grandi, banche e assi-curazioni comprese, aforteinten-sità di lavoro. I piccoli, con pochidipendenti, vedranno poco oniente, e l'anticipo, del Tfr farà lo-ro più male che bene. Ipiccolirin-corrono il governo, come lá Cnache, snobbata al pari degli altri daRenzi, ha convocato la prossimaassemblea nazionale il 29 novem-bre in un capannone industrialedi Mirandola nella zona colpitadal terremoto, per dire che le con-vention si possono fare proprionei luoghi della manifattura, gliunici che il premier accetta di fre-quentare. Ma non è più il rappor-

CHI RAPPRESENTA CONFINDUSTRIAIncrementi % annui delle imprese associate

1 .. ........ .... ........ ._............ _...... ........... _.. _._...+2,2

o s +1 ,6%

to con la politica che può rico-struire la rappresentatività delleassociazioni datoriali. Nel model-lo à la carte c'è forse proprio la viaper la loro salvezza. Feltrin sugge-risce un sistemafondato su quellache chiama "umbrella associa-tión": un'associazione leggera dibase con al livello inferiore asso-ciazioni di scopo (la riduzione diuna tassa, per esempio) che unavolta raggiunto le fanno morire.Altra proposta arriva da Confiminata da un gruppo di dissidentidella Confapi guidati da PaoloAgnelli: solo le piccole imprese in-dustriali con organizzazione leg-gerissirima fondata sul volontaria-to degli aderenti. Si battono tuttele strade per uscire dalla crisi del-larappresentatività. Ma siamo so-lo all'inizio.

. I B ; A77 ]

0.5

) Settembre

P"-I- 1 I 1 I I I I I I I 1

'02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 '11 '12 '13 '14*

I 2Qui sopra, il presidente dell'Ania -

Aldo Minacci (1) e il suo collegadell'Ance Paolo Bozzetti (2)

Qui accanto, l'ad di Unipol-SaiCarlo Cinabri (1) che ha da pocoannunciato la sua uscitadall'Ania, l'associazione dellecompagnie assicurative, ePietro Salini (2), ad del gruppoSalini-Impregilo, uscito dall'Ance,l'associazione di categoria del

2 settore edilizia-costruzioni

IL CROLLO DELLE COSTRUZIONI IN ITALIAl creato interno dal 2008 ad oggi...

s FATTURATO persi 53 núftardidi euro

• OCCUPATI persi 000.000 posti di lavoro

• CREDITO 115 miOardidi finanziamenti in meno dalle bancte

• INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI -47%(dimezzati)

• RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE tentiate dei 6$%

• IMPRESE FALLITE oltre 15.000

• PRESSIONI c!c'A1 { dal 21J11 e oggi il gettito íi s2ale d&le tassesulla casa è aumentato dei 2(10%

...e il boon; all'es€esv--------------*FATTURATO

• PRODUZIONE

- -----------------------------------più che trlplicatárispetto a1o annï fa,dal 3 m{1f..Rráfde12004ai 0,5 del 2013

alimentata dell' 8,6%

•PORTAFOGLIO COMMESS¡ 310 nuovi lavori per 17 miliardi di curo ó

SEPARATEIN CASAA lato, SergioMarchionne,ad di Fca, e ilpresidente diConfindustriaGiorgioSquinzi. Ilgruppoautomotive èuscito daConfindustriama è rimastoassociatoall'UnioneIndustrialedi Torino

OCCUPATI IN RECUPEROIncrementi % annui dei dipendenti associati....... ..._......_.._..._........-.. _..... _.......... ..... .__.... _+1,4....... .....

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(')Settembre

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'02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 '11 '12 '13 '14*

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OLTRE-IL IA IAlberto Statera

MESTRE-ORTEIL CAPOLAVORODELLOBBISTACHE SADI CEFIS EP2

scandalo Eni-4el1979, ai tempi dello

Petromin, MatteoRenzi aveva 4 anni. Percui si può capire che

non sappia chi è GioacchinoAlbanese, anche se da presidente delConsigliasarebbe opportuno che simettesseastudiare un podi storiapatria. Così scoprirebbe cheAlbanese, detto Nino, è quell'anticoe potente piduista braccio destro diEugenio Cefis che in quello scandalofu coinvolto. Oggi, ultraottantenne,rispunta dall'oblio perché è ildominus lobbistico dellapiùgrandeopera pubblica varata pochi giornifa dal governo: la nuova autostradaMestre-Orte, che per lavoriespesasupera anche il mitico progetto delponte sullo Stretto. Albanese risultaad dell'llia Spa di Geno va,promotrice dell'opera, dì proprietàdel gruppo di Vito Bonsignore,politico dc condannato a due anniper corruzione ai tempi di Manipulite, oggi imprenditoreautostradale, esponentedell'Ncdeispiratore del ministro ciellinoMaurizioLupiedella lobby cheinfesta il ministero dei Trasporti.Presidentedell'liapresumibilmente dimissionariodopo l'arresto per lo scandaloCarige, risulta Giovanni Berneschi.Ecco, in queste mani è la grande

opera della prima metà del secolo,mentre si indagano ancora lerelazioni con gl i scanda o Mose edExpo, dalle cui inchieste emergecome Piergiorgio Baita dellaMantovani tenesse i contatti "con ildottorAlbanese del gruppo diBonsignore". Lunga 396chilometrilaOrte-MestreoRomeacommerciale, prevede-139chilometri di ponti e viadotti, 64 digallerie, 20 cavalcavia, 226sottovia,83 svincoli. Costo preventivato inprojectfinancing8,7miliardi dieuro (perora) con defiscalizzazionea favoredell'appaltatorechecompenserà la quota difinanziamento pubblico di 1,87miliardi con agevolazioni fiscaliIrap, Ireselva incorso dicostruzioneedurante la gestione,che durerà circa mezzo secolo.EsultaBonsignoreconl'immarcescibileNino, esulta BaitadellaMantovanicon tutta lafilieradei corsari delle grandi opere.Lavori infiniti per tutti, dallecooperative rosse alle imprese diComunione e Liberazione. Ma,tralasciando le `benemerenzegiudiziarie"del club del cemento,dell'asfalto edellafinanza, chedovrebbero creare qualcheinquietudineaRenzi, el'ansiaperl'ambiente di mezzaltalia, dallavalle del Tevere al Parco del Deltadel Po passando per il Casentino e levalli di Comacchio,.c'è unadomanda cui nessuno ha ancoradato una risposta: serve davvero laOrte-Mestre? 0 si preparal'ennesima opera inutile pergratificare le lobbyajfaristiche chegovernano l'Italia? Un dubbio chemagari ilgoverno dovrebbesciogliere mentre la viabilitàordinaria è in condizionidisperanti, i fiumi esondano e lefrane ci coprono difango.Alcuneproiezioni dicono chel'autostradona non arriverà a undecimo del traffico necessario perripagarsi coni pedaggi. EalloraIndovinate: chi pagherà?

[email protected].... 7. ì...x o,.

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Mestre - Orte Pagina 26

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S cæ

La sfidadell'universitàcon le aule«ovunque»di Marco Magnani

n Italia esistono 96 università(comprese undici telematiche)con corsi attivati in almeno 200sedi: quasi il doppio dei

capoluoghi di provincia. Ogni città,negli ultimi vent'anni, ha preteso diavere l'università, la fiera, l'aeroporto,nell'illusione di diventare un poloimportante in grado di attrarreinvestimenti. Hanno invece spessoaccumulato perdite, in assenza dimassa critica e di economie di scala. Igiovani, quasi prolungando il liceo,hanno creduto di acquisirecompetenze elevate e lauree spendibilisul mercato del lavoro, restando incasa dei genitori ben oltre l'età mediadei coetanei europei e americani.L'impatto negativo sulla mobilità fisicae sociale è sotto gli occhi di tutti.

Il colpo di grazia all'ormaiinsostenibile università sotto casapotrebbe paradossalmente arrivaredall'università ovunque, con i Moocgratuiti. I Massive Open OnlineCourses sono accessibili con estremafacilità e la loro offerta si adattarapidamente alla domanda delmercato. La diffusione è stataimpressionante. Dopo un corsosull'intelligenza artificiale offertodall'Università di Stanford a fine 2011,seguito da i6omila utenti, il fenomenoè esploso, con migliaia di corsi emilioni di utenti oggi nel mondo. Lacrescita stimata per i prossimi cinqueanni è del 6oo , l'anno.

Come in altri settori, anchenell'istruzione universitaria e post-universitaria è in atto un fenomeno dipolarizzazione. Da una parte le topschool sempre più esclusive, costose einaccessibili ai più: un solo anno aOxford e Cambridge o nelle IvyLeague americane come Harvard, Yalee Princeton costa almeno 5omiladollari. All'altro estremo la rivoluzionedeiMooc, che mette in pericolomigliaia di università senza il prestigio,gli insegnanti, le infrastrutture delletop school. Negli Stati Uniti c'è chisostiene che i Mooc uccideranno le

università tradizionali di fascia mediae medio-bassa. Forse si tratta diun'esagerazione, ma cresce lapressione sulle università pubbliche,perché accettino i crediti dei corsicompletati online, e l'AmericanCouncil on Education fa aperture inquesta direzione.

La sfida riguarda anche le universitàitaliane. Nulla esclude che ateneiamericani, inglesi o coreani aprano"filiali" in Italia per offrire corsi diqualità a costi sostenibili. La didatticauniversitaria sarebbe rivoluzionata enon tutte le università tradizionalisopravvivrebbero. Come sempreaccade, i grandi cambiamenti sonofonte di rischi, ma anche diopportunità, a patto che le si sappiacogliere. Un'opportunità senzaprecedenti si presenta a milioni digiovani dei Paesi in via di sviluppo, chenon avrebbero alcuna possibilità diaccesso alla higher education. Maanche le università italiane hannodiverse opportunità, se saprannoadeguarsi alla novità senza subirla:dalla riduzione dei costiall'ampliamento del bacino di utenza,sia geografica che per fasce d'età. IMooc sono infatti particolarmenteadatti alla formazione permanente (ilcosiddetto life long learning) diprofessionisti, dipendenti pubblici eprivati, persone in fase diricollocazione nel mondo del lavoro. Esu certi temi l'Italia può essere leader.Sda Bocconi ha appena lanciato unMooc su moda e lusso, raccogliendo inpochi giorni oltre 20mila iscrizioni da157 Paesi.

I corsi online rappresentano solouna delle tante sfide dell'università, dalcollegamento con le imprese nelcampo della ricerca, alla capacità diattrarre risorse private, studenti edocenti dall'estero, attraverso latrasparenza delle carriere e ilriconoscimento del merito.L'università italiana deve decidere sevuole confrontarsi seriamente con iprocessi d'innovazione radicale, inatto nelle università del mondosviluppato. Ridurre il numero dellesedi è un passo importante perprepararsi alle nuove sfide,concentrando risorse, eliminandosprechi e spingendo i giovani adandare a studiare fuori sede.

RIP ROODUONE RISERVATA

Università Pagina 31

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LT EIN G I OCO

SibillaDiPalma

CONTARDINUOVOV.PRESIDENTEASSOLAVORO

pU s, aziendaspecializzata nel settoredellalogistica,

annunciala nomina diIuliaNartea a nuovocountrymanagerItalia. Nartea, 47anni,ha iniziato la suacarriera nel 1992 inRomania comeeconomista nelladivisione trasportispeciali Ups.AndreaArgenti è ilnuovo countryheadper l'Italia (condecorrenza dicembre2014) diLombardOdierdnvestmentManagers.Argenti

proviene daBlackRocklnvestmentManagementdove ha ricoperto il ruolo diresponsabile per la distribuzione retail inItalia. Francesca Contardi è il nuovovicepresidentediAssolavoro (Associazionenazionale di categoria delle agenzie per illavoro). Laureata in economia e commercio,Contardi è entrata nel 2005 nel boardesecutivo di PagePersonnel con l'incarico didirettore generale, per poi assumere nel2010il ruolo di amministratore delegato.

Qui sopra,iuiia Nartea(Ups)

Carla Corazza è il nuovodirettore Ict di LeasePlan Italia,azienda attiva nel settore delnoleggio a lungo termine. Nata aCagliari, laureata in economia ecommercio, prima diapprodarein LeasèPlan, Corazza halavorato inAcea dove haricoperto diverse posizioni, tracui responsabile demand &deli verycorporate e ambiente.UciItalia, società a cui fa capo ilCircuito UciCinemas, annunciala nomina diFabioBrugnolicome nuovo commercial &marketingdirector. Brugnoli, 44anni, proviene da LibrerieFeltrinelli dove ha ricoperto lecariche di direttore marketingedi direttore acquisti estrategia

d'offerta per tutti i canali retail.Il team di comunicazione diDiscoveryItaliacresce con due nuovi ingressi: SabrinaSignorelli eAdriano Baioni sono statinominati rispettivamente consumer prmanager e corporate comm uniéationmanager. Signorelli proviene daMediaset,mentreBaioni, dopo l'esperienza digiornalista freelance per il quotidianoCorriere dello Sport-/Stadio e per il mensilePrima Comunicazione, ha lavorato in SkyItalia nella division corporatecommunication.

CONTARDI Pagina 32

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Tuffi insiemecontro le multeAntitrust

i è riaccesa la «guerra» traAntitrust e l 'avvocatura. Tut-

to nasce dalla decisione dell'An-titrust di multare il Consiglio na-zionale forense ( Cnf) per unacircolare sulle tariffe (da anniabolite).

«È incredibile - afferma Mi-rella Casiello , presidente dell'Or-ganismo unitario dell'avvocatura- che a distanza di anni , le len-zuolate di Bersani sono del2006 , per una semplice circolaresi sia proseguito con un procedi-mento ampiamente superatodalla storia . E bene ricordare chei compensi non sono più in vigo-re e che gli avvocati hanno mes-so alle spalle i tariffari».

In compenso sono rimasti iparametri ministeriali che peròsono consentiti per legge e pre-visti anche dalla riforma delleprofessioni . « Eppure l 'Antitrustnon solo commina una multa alCnf, ma la quantifica in modosproporzionato - continua Ca-siello -. Quasi un milione di eu-ro, a danno degli avvocati italia-ni, in un Paese , oltretutto, doveregnano veri e propri oligopoli, apartire dal settore assicurativo ebancario . Sembra , purtroppo, unatteggiamento punitivo: un at-tacco allo stesso sistema ordini-stico e ai principi etici che lo ispi-rano . Siamo al fianco del Cnf e ditutta l'avvocatura in questa bat-taglia».

1. TRO.©R IPI DUZONE RISERVATA

Avvocati Pagina 33


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