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Centro Studi C.N.I. 25-26 marzo 2018 · SOCIETÀ TRA PROFESSIONISTI Corriere Della Sera - Riparte...

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Centro Studi C.N.I. 25-26 marzo 2018
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Centro Studi C.N.I. 25-26 marzo 2018

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 25-26 marzo 2018

Pagina I

CNI

9449 Ingegneri abilitatiRepubblica Affari Finanza 26/03/18 P. 30 1

FISCO E PROFESSIONISTI

Reti d'imprese, professionisti in bilicoSole 24 Ore 26/03/18 P. 18 Stefano Mazzocchi 2

BONUS CASA

Edilizia, bonus casa a forfaitItalia Oggi Sette 26/03/18 P. 9 Bruno Pagamici 4

LAVORI PUBBLICI

«Correttivo» appalti in arrivo dalla UeSole 24 Ore 25/03/18 P. 15 Giuseppe Latour 7

SOCIETÀ MULTIPROFESSIONALI

Test di convenienza sui dividendi ai sociSole 24 Ore 26/03/18 P. 6 Gian Paolo Ranocchi 9

EFFICIENZA ENERGETICA

Risparmio e valore , l'efficienza energetica rendeRepubblica Affari Finanza 26/03/18 P. 54 10

ENERGIA E AMBIENTE

Tanaka: "Ecco perché l'idrogeno sarà il carburante del futuroRepubblica Affari Finanza 26/03/18 P. 35 Fabio Orecchini 12

INDUSTRIA 4.0

La formazione chiave di volta per agganciare lo sviluppo 4.0 e recuperare occupazioneRepubblica Affari Finanza 26/03/18 P. 40 Andrea Frollà 14

SOCIETÀ TRA PROFESSIONISTI

Riparte la professionisti spa ecco quanto vale un clienteCorriere Della Sera -Corriereconomia

26/03/18 P. 35 Isidoro Trovato 16

INFRASTRUTTURE

"Il governo si impegni sul fronte delle opere stradali"Repubblica Affari Finanza 26/03/18 P. 57 17

PRIVATIZZAZIONI

La guerra dei 20 anni specchio (spietato) di una nazioneCorriere Della Sera -Corriereconomia

26/03/18 P. 2 Ferruccio De Bortoli 18

SOCIETÀ MULTIPROFESSIONALI

La trasformazione passa per tre opzioniSole 24 Ore 26/03/18 P. 6 Angelo Busani 21

Avvocati divisi sulle società misteSole 24 Ore 26/03/18 P. 6 Valentina Maglione,Bianca Lucia Mazzei

22

Avvocati divisi sulle società multidisciplinariSole 24 Ore Speciale 26/03/18 P. 1 Valentina Maglione,Bianca Lucia Mazzei

24

PROTEZIONE DATI

"Privacy violata, la punta dell'iceberg ci sono altri casi cli manipolazione"Repubblica Affari Finanza 26/03/18 P. 3 Alberta D'Argenio 25

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 25-26 marzo 2018

Pagina II

ARCHITETTURA

«Più archistreet e meno archistar»Sole 24 Ore 25/03/18 P. 1 Letto Naso 27

RETI IDRICHE

Rete idrica sempre più colabrodo `Bisogna investire 25 miliardi"Repubblica Affari Finanza 26/03/18 P. 42 Sefania Aoi 30

tJ 9 INGEGNERIc

he ne1ABILITA11l/ Sono quelli che nel2016

hanno affrontato con successol'esameper l'abilitazioneNel 2010 eranostati più di 12.000

CNI Pagina 1

Organizzazione . La partecipazione consentita dal Jobs act del lavoro autonomo lascia aperti i profili sull'inquadramento del reddito conseguito

Reti d'imprese, professionisti in bilicoRebus sulle ricadute fiscali per gli aderenti - La chance di partecipare con una Stp

A CURA DIStefano Mazzocchi

Una possibilità dimezzata. IlJobs act del lavoro autonomo(legge 81/2017) ha consentito aiprofessionisti di entrare a farparte di "reti miste" (di cuiall'ar-ticolo 3, commi 4-ter e seguenti,del DI 5/2009). Tuttavia, le criti-cità tributarie ne limitano attual-mente la portata applicativa.

La chance è riconosciuta nellalettera a) dello stesso articolo 12,che - nel ventilare la possibilitàche soggetti diversi sotto il pro-filo fiscale possano coesisteresotto uno stesso "ombrello giu-ridico" - si limita a rinviare gene-ricamente al Dl 5/2009.

La disciplina baseIl contratto di rete si pone comeobiettivo il conseguimento di unprogramma da parte degli ade-renti, i quali si obbligano a colla-borare mettendo a fattor comu-ne porzioni di attività proprie e/o la volontà di scambiarsi infor-mazioni anche tecnologico-in-novative per il rafforzamentodelle proprie conoscenze.

Esistono teoricamente due ti-

pologie di reti miste: la "rete

soggetto" e la "rete contratto".

La differenza consiste nellapos-

sibilità - prevista per la prima -

di optare per l'acquisizione del-

la soggettività giuridica, con

tutte le conseguenze. Infatti, in

talcaso, larete-soggetto diviene

non solo «un centro autonomo

di imputazione di interessi e

soggetti giuridici» (circolare

20/E/2013), ma anche un sog-

getto passivo Ires ex articolo 73,

comma 2, del Tuir.

Viceversa, in presenza della

rete-contratto non si avrà al-

cun tipo di autonomia né giuri-

dica né fiscale: è, tuttavia, con-

sentita la possibilità di richie-

dere il codice fiscale (risolu-

zione 7o/E/2011).

Adesione alla rete-contrattoLa circolare 20/E/2013, per la re-golamentazione dei rapporti fragli aderenti e fra gli aderenti e larete è stata impostata avendo co-me platea di partecipanti i soliimprenditori.

Ora invece, conle reti miste, ladisciplina applicabile ai profes-sionisti partecipanti impliche-rebbe degli adattamenti alla mo-dulistica. Questo problema nonsi pone per le società tra profes-sionisti (Stp) che sono iscritte alRegistro delle imprese. Propriola partecipazione alla rete trami-te una Stp è, ad oggi, l'unica mo-dalità tramite la quale i profes-sionisti possono beneficiare

I. PUINTI. FERMINel modello di tipo«contrattuale»i partecipanti conservanole proprie posizionigiuridiche individuali

delle opportunità connesse, adesempio in tema di credito perricerca e sviluppo (si veda l'arti-colo a fianco).

Tuttavia, nel caso in cui il pro-fessionista aderisca alla rete-contratto varranno, a grandi li-nee, le considerazioni svolte al-l'epoca, che possono applicarsiai lavoratori autonomi. Comerecita la circolare, «la titolaritàdelle situazioni giuridiche rima-ne individuale dei singoli parte-cipanti», aggiungendo che «gliattiposti in essere in esecuzionedel programma di rete produco-no iloro effetti direttamente nel-le sfere giuridico soggettive deipartecipanti alla rete». Per inci-so questa tipologia direte, comericorda la circolare 4/E/2o11,non comporta «l'estinzione, néla modificazione della soggetti-

vità tributaria delle imprese (oraaderenti in generale, ndr) cheaderiscono all'accordo».

Il caso della rete -soggettoNel caso direte-soggetto, l'auto-nomia giuridica fiscale compor-terebbe adattamenti che finoranon sono stati oggetto di un do-cumento interpretativo né daparte dell'Agenzia né soprattut-to da parte del ministero delloSviluppo economico. La dimo-strazione della necessità di unintervento ministeriale emergegià nelle schede di lettura dellaCamera dei deputati, dove - nelcommento all'articolo 12 - si fariferimento a un parere rilascia-to dalla Camera di commercio diCrotone (9 aprile 2015, proc.50217) sull'impossibilità di ade-rire a un contratto direte da par-te di un non imprenditore.

Relativamente alle proble-matiche fiscali, invece, si rendenecessario disciplinare soprat-tutto i flussi finanziari da e versola rete, che per gli imprenditori«costituiscono un apporto dicapitale proprio in un nuovosoggetto». Ma se per gli impren-ditori la classificazione dei flus-si rientra «neirapporti di naturapartecipativi analoghi a quelliesistenti tra soci e società», c'èda chiedersi se la stessa regolapossa essere estesa al professio-nista. E quindi come possa esse-re inquadrato fiscalmente l'ap-porto iniziale del professionistaalla rete. Così come possano es-sere classificati e dichiarati iversamenti successivi. In passa-to l'Agenzia si era espressa ai fi-ni dell'inquadramento e dellaclassificazione di queste movi-mentazioni nell'ambito dellacircolare 11/E/2o12, che tuttavianon pare possa essere ripropo-sta in modo automatico nel con-testo attuale.

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Fisco e professionisti Pagina 2

Le diverse formule di rete mista

RETE-CONTRATTO

La rete-contratto cosiddetta"leggera" si costituisce (comele altre) con atto pubblico,scrittura privata autenticata oatto firmato digitalmente.Non ha soggettività giuridicané tributaria, né partita Iva, mapuò chiedere il codice fiscale.E iscritta al registro imprese.Non ha obbligo di tenuta dellacontabilità né di deposito dellasituazione patrimoniale.

RETE CON FONDO

La rete-contratto mista puòessere dotata di un fondopatrimoniale. Segue le stesseregole indicate al casoprecedente. Al pari delle altrereti-contratto può svolgerel'attività di commissionario perattività di R&S. Inoltre, puòessere committente diun'attività di R&S ma ilcreditovacalcolato sulle posizioni singoledi ognipartecipante.

RETE CON ORGANO

Oltre ad essere dotata di unfondo patrimoniale, la rete-contratto mista puòcomportare anche la nomina diun organo comune. Anche inquesto caso, al pari delle altrereti miste-contratto, puòsvolgere l'attività di R&S edessere committente diun'attività di R&S ma il creditova calcolato sulle posizionisingole di ognipartecipante.

RETE-SOGGETTO

Dotata di organo comune efondo patrimoniale, hasoggettività giuridica etributaria. Se svolge attivitàcommerciale ha obbligo ditenuta della contabilità ed èsottoposta a Ires e Irap (se nosegue le norme del Tuirsuglienti non commerciali). Hapartita Iva e obbligo di depositodella situazione patrimoniale.Può beneficiare delcredito R&S.

Fisco e professionisti Pagina 3

Cli aggiornamenti della guida delle Entrate: detrazione Irpef calcolata su costi for fettari

Edilizia, bonus casa a forfaitAgevolazioni sull acquisto di immobili già ristrutturati

Pagina a curaDI BRUNO PAGAMICI

I1 bonus ristrutturazionispetta anche quando siacquistano immobili a usoabitativo facenti parte di

edifici interamente ristruttu-rati. Sul piano soggettivo, cia-scun contribuente ha diritto adetrarre annualmente la quotaspettante nei limiti dell'Irpefdovuta per l'anno in questione(non è ammesso il rimborso disomme eccedenti l'imposta). Perquanto riguarda le prestazionidi servizi relativi a interventi dimanutenzione ordinaria e stra-ordinaria, realizzati sulle unitàimmobiliari abitative, è possi-bile applicare l'Iva ridotta al10%. Sono alcuni dei principalichiarimenti forniti dall'Agen-zia delle entrate nella versionerecentemente aggiornata dellaguida «Ristrutturazioni edili-zie: le agevolazioni fiscali», nelquale le Entrate precisano chenel caso di acquisto di immobi-li a uso abitativo interamenteristrutturati, l'agevolazioneconsiste in una detrazionedall'Irpef calcolata su un costoforfettario di ristrutturazionedel bene. Viene sottolineatoche fino al 31 dicembre, comestabilito dal comma 3 dellalegge di Bilancio 2018, saràpossibile sfruttare l'opportuni-tà di assicurarsi una maggioredetrazione Irpef (50%), da farvalere su un tetto più elevatodi spesa (96 mila euro per cia-scuna unità immobiliare). Dal1° gennaio 2019, a meno chenon arrivi l'ennesima proroga,la detrazione tornerà alla misu-ra ordinaria del 36% e con unlimite massimo di spesa di 48mila euro. Stesse agevolazioniper chi acquista box, posto autoo una casa in un edificio intera-mente ristrutturato.

Immobili già ristruttura-ti. Anche quando si acquistanoimmobili a uso abitativo facen-ti parte di edifici interamenteristrutturati è prevista un'age-volazione fiscale. Il beneficiospetta quando gli interventi diristrutturazione hanno riguar-

dato interi fabbricati e sonostati eseguiti da imprese dicostruzione o ristrutturazioneimmobiliare e da cooperativeedilizie che, entro 18 mesi dal-la data del termine dei lavori,vendono o assegnano l'immo-bile. L'agevolazione consiste inuna detrazione dall'Irpef calco-lata su un costo forfettario di ri-strutturazione dell'immobile.

Per le spese di acquisto soste-nute nel periodo compreso trail 26/6/ 2012 e il 31/12/2018,la detrazione è pari al 50% espetta su un importo massimodi spesa di 96 mila euro.

Dal 2019, salvo ulteriori pro-roghe, la detrazione passeràalla misura ordinaria del 36%su un importo massimo di 48mila euro. La detrazione deveessere sempre ripartita in 10rate annuali di pari importo.Quanto alla determinazione delbonus, indipendentemente dalvalore degli interventi esegui-ti, l'acquirente o l'assegnatariodell'immobile deve comunquecalcolare la detrazione (del 50 036%) su un importo forfettario:25% del prezzo di vendita o diassegnazione dell'abitazione, ri-sultante dall'atto di acquisto odi assegnazione. Il prezzo com-prende anche l'Iva addebitataall'acquirente.

Esempio. Un contribuenteacquista un'abitazione nel 2018al prezzo di 200 mila euro. Ilcosto forfettario di ristruttura-zione (25% di 200 mila euro) èdi 50 mila euro. La detrazione(50% di 50 mila euro) è pari a25 mila euro.

Regole per le detrazioni.Fino al 31/12/2018 il limitemassimo di spesa sul qualecalcolare la detrazione del 50%è di 96 mila euro per ciascunaunità immobiliare. Questo limi-te è annuale e riguarda il singo-lo immobile e le sue pertinen-ze unitariamente considerate,anche se accatastate separa-tamente. Gli interventi edilizieffettuati sulla pertinenza nonhanno, infatti, un autonomolimite di spesa, ma rientranonel limite previsto per l'unitàabitativa di cui la pertinenzaè al servizio. Quando gli inter-venti di ristrutturazione sono

realizzati su immobili residen-ziali adibiti promiscuamenteall'esercizio di un'attività com-merciale, dell'arte o della pro-fessione, la detrazione spettanella misura ridotta del 50%.Se gli interventi realizzati inciascun anno consistono nellaprosecuzione di lavori iniziatiin anni precedenti, per deter-minare il limite massimo dellespese detraibili si deve tenereconto di quelle sostenute neimedesimi anni: si avrà dirittoall'agevolazione solo se la spesaper la quale si è già fruito del-la relativa detrazione non hasuperato il limite complessivoprevisto. Ciascun contribuenteha diritto a detrarre annual-mente la quota spettante nei li-miti dell'Irpef dovuta per l'annoin questione. Non è ammessoil rimborso di somme eccedentil'imposta.

Esempio. Se la quota annuadetraibile è di 1.200 euro e l'Ir-pef (trattenuta dal sostitutod'imposta o comunque da pa-gare con la dichiarazione deiredditi) nell'anno in questioneammonta a mille euro, la parteresidua della quota annua de-traibile (200 euro) non può es-sere recuperata in alcun modo.L'importo eccedente, infatti, nonpuò essere richiesto a rimborsoné conteggiato in diminuzionedell'imposta dovuta per l'anno

successivo.Iva al 10%. Sulle prestazioni

di servizi relativi a interventidi manutenzione ordinaria estraordinaria, realizzati sulleunità immobiliari abitative, èprevista l'Iva ridotta al 10%.Sui beni, invece, l'aliquota age-volata si applica solo se cedutinell'ambito del contratto di ap-palto. Tuttavia, quando l'appal-tatore fornisce beni «di valoresignificativo», l'Iva ridotta siapplica ai predetti beni soltan-to fino a concorrenza del valoredella prestazione considerato alnetto del valore dei beni stessi.In pratica, l'aliquota del 10%

si applica solo sulla differenzatra il valore complessivo dellaprestazione e quello dei benistessi.

Esempio: a) costo totaledell'intervento: 10 mila euro;b) costo per la prestazione la-vorativa (manodopera): 4 milaeuro; c) costo dei beni significa-tivi (per esempio, rubinetteriae sanitari): 6 mila euro.

L'Iva al 10% si applica sulladifferenza tra l'importo com-plessivo dell'intervento e il co-sto dei beni significativi (a - c= 10 mila - 6 mila = 4 mila).Sul valore residuo dei beni (2mila euro) l'Iva si applica nellamisura ordinaria del 22%. Trai «beni significativi»: ascensorie montacarichi; infissi esternie interni; caldaie; videocitofoni;apparecchiature di condiziona-mento e riciclo dell'aria; sani-tari e rubinetteria da bagni;impianti di sicurezza.

La legge di Bilancio 2018 pre-cisa che la determinazione delvalore va effettuata sulla basedell'autonomia funzionale delleparti staccate (es. tapparelle emateriali di consumo utilizzatiin fase di montaggio di un infis-so) rispetto al manufatto princi-pale. In sostanza, in presenza di

Bonus Casa Pagina 4

questa autonomia i componentio le parti staccate non devonoessere ricompresi nel valore delbene ma in quello della presta-zione (e quindi assoggettati adaliquota Iva ridotta del 10%). Alcontrario, devono confluire nelvalore dei beni significativi enon in quello della prestazionese costituiscono parte integran-te del bene, concorrendo alla suanormale funzionalità. La stes-sa legge di bilancio ha previsto,inoltre, che la fattura emessada chi realizza l'intervento devespecificare, oltre all'oggetto del-la prestazione, anche il valoredei «beni significativi» forniticon lo stesso intervento. Non sipuò applicare l'Iva agevolataal 10%: ai materiali o ai beniforniti da un soggetto diversoda quello che esegue i lavori; aimateriali o ai beni acquistatidirettamente dal committente;alle prestazioni professionali,anche se effettuate nell'ambitodegli interventi finalizzati al re-cupero edilizio; alle prestazionidi servizi resi in esecuzione disubappalti alla ditta esecutricedei lavori. In tal caso, la dittasubappaltatrice deve fatturarecon l'aliquota Iva ordinaria del22% alla ditta principale che,successivamente, fatturerà laprestazione al committente conl'Iva al 10%.

Interventi agevolabili. Ilavori sulle singole unità immo-biliari per i quali spetta l'agevo-lazione fiscale sono: interventidi manutenzione straordinaria,restauro e risanamento conser-vativo, ristrutturazione ediliziaanche a seguito di danneggia-mento da eventi calamitosi; la-vori finalizzati all'eliminazionedelle barriere architettoniche;interventi relativi all'adozionedi misure finalizzate a preveni-re il rischio del compimento diatti illeciti da parte di terzi (es.furto, aggressione, sequestro dipersona ecc.); interventi finaliz-zati alla cablatura degli edificie al contenimento dell'inquina-mento acustico; interventi effet-tuati per il conseguimento dirisparmi energetici; interventiper l'adozione di misure antisi-smiche (per le spese sostenuteper misure antisismiche sonopreviste detrazioni più elevate,fino all'85%, usufruibili fino al31/12/2021), con particolare ri-guardo all'esecuzione di opereper la messa in sicurezza sta-tica (da realizzarsi sulle partistrutturali degli edifici).

© Riproduzione riservata-

Gli interventi ammessi al bonus

Tra gli interventi ammessi all'agevolazione rientrano quelli effettuati per:

• ricostruire o ripristinare l'immobile danneggiato da eventi calamitosi

• eliminare le barriere architettoniche e favorire la mobilità delle personecon disabilità gravi

• prevenire atti illeciti (con cancelli, grate alle finestre, porte blindate, sara-cinesche, videocamere)

• cablare gli edifici e contenere l'inquinamento acustico

• conseguire risparmi energetici

• adottare misure antisismiche

• bonificare gli edifici dall'amianto

• evitare gli infortuni domestici

Bonus Casa Pagina 5

II fisco incentiva il recupero dei patrimonio edilizio non solo con la detrazioneIrpef per gli interventi effettuati ma anche con:

• l'Iva ridotta al 10% sulle prestazioni dei servizi resi dall'impresa che eseguei lavori e, in alcuni casi, sulla cessione dei beni

• la detrazione per l'acquisto di boxe posti auto pertinenziali già realizzati e perla costruzione di autorimesse o posti auto, anche a proprietà comune

• la detrazione per l'acquisto o l'assegnazione di case già ristrutturate

• la detrazione del 19% degli interessi pagati sui mutui stipulati per la ri-strutturazione della casa

J

Bonus Casa Pagina 6

Lavori pubblici . Sono molte le norme italiane sui contratti all'esame della Corte di giustizia: la riforma 2016 potrebbe uscirne rivoluzionata

«Correttivo» appalti in arrivo dalla Uedi Giuseppe Latour

Limite al subappalto, rito ac-celerato in materia di causedi esclusione dalle gare e il-

leciti professionali degli operato-ri. Senza dimenticare altre que-stioni dal peso specifico minore,ma comunque rilevanti, comel'esclusione delle imprese chenon indicano nell'offerta gli oneridi sicurezza o l'accesso ai bandidei soggetti in crisi.

In attesa della formazione diun nuovo governo, che potrebberimettere mano a molti pilastridella riforma degli appalti ormaigiunta a compiere due anni (Dlgs5o/2oi6), c'è un'opera di revisio-ne delle nostre regole sui con-tratti pubblici che sta prendendocorpo in silenzio ma che, a contifatti, potrebbe avere un impattopotente quasi quanto un nuovocorrettivo al Codice.

È infatti molto lunga la lista dicontroversie collegate al decre-to5o che, nelcorso deltempo, so-no arrivate dai tribunali ammini-strativi alla Corte di giustiziadell'Unione europea e che, neiprossimi mesi, potrebberosmontare alcune novità con lequali il mercato aveva imparatoa fare i conti da poco. A fare ilpunto sullo stato di questo con-

tenzioso è l'Ance, con un dossierappena pubblicato.

«Tutti questi casi - spiega il vi-cepresidente dell'associazionedei costruttori, Edoardo Bianchi -ci dicono che i dubbi sul Codiceappalti sono diventanti un sentirediffuso daparte dellagiustizia am-ministrativa: parliamo di tribuna-li diversi inmolteparti delPaese. Eci dicono anche che il Codice in

IL DOSSIERLe controversie aperte sonoelencate in un dossier Anceeincludono l'indicazioneseparata degli oneri sicurezzae l'ammissione di realtà in crisi

futuro dovrà essere riscritto».L'esempio più eclatante ri-

guarda i subappalti. L'ordinanza148/2oi8 del Tar Lombardia ha,infatti, appena rimesso ai giudicilussemburghesi il vaglio dell'ar-ticolo ioli del Codice. Attualmen-te, il subappalto non può sfonda-re il tetto del 3o% dell'importo to-tale dei lavori, dei servizi o delleforniture. Questo limite, però,«non sarebbe conforme alla nor-mativa europea, in quanto que-st'ultima, in materia di subappal-

ti, non prevede alcuna limitazio-ne quantitativa».

La nuova direttiva europea(2014/24/Ue) affronta il temadel subappalto all'articolo 71 e,secondo il Tar, «consente l'in-troduzione di previsioni più re-strittive sotto diversi aspetti manon contempla alcun limitequantitativo». Un'eventualebocciatura di questo passaggioaprirebbe un problema di gran-de rilievo perilmercato, costrin-gendo il governo a immaginareuna soluzione diversa.

Molto scivoloso anche il temadegli illeciti professionali. Si trattadi un altro cardine del decreto 50:la stazione appaltante ha, infatti, lapossibilità di valutare il curri-culumdell'impresa, individuandoelementi che mettano in dubbio lasua integrità o affidabilità. Il prin-cipio è che gli operatori che abbia-no eseguito contratti passati inmaniera scorretta vadano in qual-chemodo sanzionati. In questo ca-so è stato il Tar Napoli a soll evarela questione il 13 dicembre scorso(ordinanza 5893/2017), avanzan-do dubbisulla compatibilità conledirettive europee. Dubbi condivi-si da Bianchi: «E una norma che,per come è strutturata, comportadegli eccessi evidenti».

Ancora, c'è il rito accelerato in

materia di cause di esclusione.Alcuni interventi di riforma delprocesso amministrativo, con-tenuti nel Codice, sono in odoredi violazione della disciplina eu-ropea in materia di diritto di dife-sa. Le nuove regole, infatti, im-pongono alle imprese un termi-ne di trenta giorni dal provvedi-mento di ammissione deipartecipanti per impugnare l'at-to di accesso di un operatore allagara. In caso di mancata impu-gnativa, scatta l'impossibilità dicontestare gli atti derivati. Palet-ti troppo stretti, secondo il TarPiemonte (ordinanza 88/2018).

Ma l'elenco non finisce qui.L'analisi dell'Ance spiega comesiano molte altre le cause in atte-sa alla Corte di giustizia Ue chearriveranno a maturazione neiprossimi mesi. Ad esempio an-drà affrontato il tema dell'indica-zione separata degli oneri relati-vi alla sicurezza. Questi costi, pertutelare i dipendenti, devono es-sere catalogati a parte. Il decreto50, in caso di mancata indicazio-ne, prevede l'esclusione senzapossibilità di sanatoria. Altropassaggio in dubbio.

Così come resta pendente unacausa, stavolta relativa al vecchioCodice, sulle modalità di accessoallegare delle imprese in crisi. An-che in questo caso sono possibiliinterventi. Che, ancora una volta,potrebbero condizionare le evo-luzioni future del nostro mercato.

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Lavori pubblici Pagina 7

Le questioni sotto esame

SUBAPPALTO

Il Codice appalti, all'articolo 105comma 2, prevede un limitequantitativo perisubappalti: non possonosuperareil30%delvalorecomplessivo del contratto.Secondo la ricostruzione del Tar

Lombardia , però, questo limitepotrebbe non esserecompatibile con le normeeuropee in materia (direttiva2014/24/Ue), che nonprevedono limitazioni di tipoquantitativo ai subappalti

RITO ACCELERATO

L'articolo 204 del Codiceprevede un rito super acceleratosulle cause di esclusione.L'operatore che partecipa a unagara deve impugnare l'accessoalla procedura di un altro

soggetto entro 30 giorni dallacomunicazione delprovvedimento di ammissionedei partecipanti. Un limite chepotrebbe contrastare con ilprincipio del giusto processo

ILLECITI PROFESSIONALI

L'articolo 80, comma 5,del Codice prevede la possibilitàperla stazione appaltante divalutare il curriculum delleimprese, analizzando«significative carenze

nell'esecuzione di un precedentecontratto». Questi buchi nelcurriculum possono portareall'esclusione dalla gara. Anchequesto passaggio saràesaminato dalla Corte di giustizia

Lavori pubblici Pagina 8

FOCUS. ATTENZIONE ALLA RITENUTA

Test di convenienzasui dividendi ai socidi Gian Paolo Ranocchi

Irisvolti fiscali sono di parti-colare rilevanza nella sceltadella forma giuridica con cui

esercitare l'attività professiona-le. Oltre alle forme dello studioindividuale e dell'associazioneprofessionale, è infatti anchepossibile esercitare l'attivitànel-la forma dell e società tra profes-sionisti. Generalmente, peral-tro, la scelta della società derivadall'evoluzione dell'attività giàesercitata in forma individuale(aggregazione di più studi auto-nomi) o in forma associativa(studio associato magari affian-cato dalla società di servizi).

Tralasciando gli aspetti fiscaliconnessi al conferimento in so-cietà dell'avviamento dello stu-dioindividuale e inerentiallatra-sformazione (omogenea o ete-rogenea) di un'associazione, ve-diamo quali sono le principalicaratteristiche fiscali delle so-cietà tra professionisti.

Oggi è chiaro che la qualificadel reddito delle società tra pro-fessionisti non è legata all'attivitàsvolta ma al tipo di società. L'haconfermato l'agenzia delle Entra-te (direzione regionale dellaLombardia), rispondendo aunin-terpello presentato dallo studioLa Scala diMilano, Spa dallo scor-so gennaio. Il reddito delle societàtra professionisti (Snc, Sas e so-cietà di capitali) è quindi conside-rato reddito d'impresa e si applicail principio di competenza e nondi cassa (salvo per le società dipersone in contabilità semplifica-ta).Lo svolgimento dell'attività insocietà non comporta l'applica-zione delle ritenute sui compensie consente difruire delle agevola-zioniperleimprese (comel'Ace).

La tassazione Ires del redditoal 2400 è più conveniente, consi-derata da sola, della tassazioneIrpef con la progressività dellealiquote. Il vantaggio, però, per-mane se il reddito resta acquisitoal patrimonio della società. Nel

caso di distribuzione, infatti, i di-videndi percepiti dai soci sonotassati secondo le regole ordina-rie e, quindi, dopo le modifichedella legge di Bilancio 2018, scon-tano una tassazione sostitutivade126%aprescindere dalla cara-tura della partecipazione.

Ilnuovomeccanismo ditassa-zione dei dividendi induce a unaparticolare attenzione nel valu-tare la convenienza fiscale dellasocietà tra professionisti di capi-tali. Infatti, la scelta della societànon rimuove peri soci professio-nisti l'obbligo di versare perso-nalmente alle casse di apparte-nenza i contributi previdenziali,che sono deducibili dal redditototale della persona fisica. Ma il

LA VALUTAZIONELa tassazione Iresè più vantaggiosadell'Irpef progressivama solo se il redditoresta alla società

presupposto per risparmiare

l'Irpef sui contributi è correlato

al fatto che vi siaun reddito tassa-bile Irpef. La questione che ora si

pone con maggiore rilevanza

(prima riguardava solo i soci non

qualificati) è che i dividendi in-

cassati da tutti i soci di società di

capitali (comprese quelle tra

professionisti) sono assoggetta-

ti a una ritenuta definitiva del

26°ro per cui non transitano più

dalla dichiarazione dei redditi.

Quindi, il professionista che di-

spone solo del reddito inerente

lo stacco dividendi della società,

non potrà dedurre i contributi

versati. Trattandosi di cifre spes-

so significative la penalizzazio-

ne rischia di non essere da poco.

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A pagina 18La possibilità peri professionistidi partecipare alle reti d'impresa

Società multiprofessionali Pagina 9

Risparmio e valore, l'efficienza energetica rendeOLTRE IL 70 PER CENTODEGLI IMMOBILI £ STATOREALIZZATO IN EPOCAPRECEDENTE AL 1970:GLI INTERVENTIDI RISANAMENTO CRESCONOMA L'ITALIA È ANCORAIN RITARDO. EPPURE CHIHA INVESTITO HA OTTENUTOUN RITORNO IMPORTANTE

Milano

N on e solo una sfida etica,ma anche di business. A

maggior ragione in un contestodi ripresa economica che portacon sé tiri incremento di consu-mi, ma al tempo stesso non è ab-bastanza forte da produrre effet-ti evidenti sulle tasche degli ita-liani. L'efficienza energetica èdiventato un tema cruciale, congli edifici che sono un terreno disfida, considerato che incidonoper il 40% di tutti i consumienergetici nell'Unione euro-pea.

In Italia oltre il 70% degli im-mobili è stato realizzato in epo-ca precedente al 1970, anno del-la prima legge sul risparmioenergetico, ricorda uno studiodiAzzeroC02, società di consu-lenza nata nel 2004 per volontàdi due associazioni ambientali-ste italiane, Legambiente e Kyo-to Club. Dunque non è un casose tre-quarti del patrimonio edi-lizio della Penisola è inefficien-te, con dispersioni e quindi co-sti aggiuntivi in bolletta.

Va anche detto, chiarisce lostudio, che il nostro Paese nonè fermo. La Strategia energeticanazionale (Seri) prevede investi-menti per 175 miliardi entro il2030 e ben 110 miliardi sarannodestinati all'efficienza. Unaspinta importante è poi attesadall'evoluzione tecnologica,che su questo versante sta com-piendo passi da gigante e già og-gi consente di apportare miglio-ramenti, in termini di minorisprechi, inimmaginabili solo fi-no a pochi anni fa. E, soprattut-to, rendendo disponibili alle ta-sche di tutti soluzioni di monito-raggio ed efficientamento un

tempo molto costosi.Una ricerca condotta da

E.On su scala europea, ricordaAzzeroC02, segnala che l'ideadi un mutuo green è vista congrande favore in Italia e RegnoUnito. Così proprio questi duePaesi vengono indicati tra i piùpromettenti per avviare unoschema pilota. I consumatorigradiscono l'opzione di una ri-qualificazione energetica chia-vi in mano, completamente ge-stita da una terza parte, ma allostesso tempo vogliono poterperseguire un approccio perso-nalizzato.

La sensibilità italiana versoquesta tematica è confermatada altre ricerche riportate dallostudio di AzzeroC02, realizzatoin sette capitoli, a partire da unapanoramica del contesto euro-peo e italiano attuali, per poipassare ad analizzare i progr•anr-mi pubblici in atto, f possibili in-terventi sul residenziale e gli in-centivi a disposizione. In parti-colare viene citato l'ultimo Ener-gy Efficiency Report curato dalPolitecnico di Milano, dal qualeemerge che gli investimenti inefficienza energetica realizzatiin Italia nel corso del 2016 si so-no attestati a circa 6,13 miliardidi euro, contro 5,6 miliardi nel2015 e 3,8 nel 2012. Con il seg-mento residenziale che guidalaclassifica con i1 53% del totale.In primis vi sono gli investimen-ti per le pompe di calore, macontributi impor tanti alla cresci-ta arrivano anche dagli interven-ti sull'illuminazione.

La spesa per la ristrutturazio-

ne è un investimento che ren-de.

La ricerca sottolinea comeuna casa ristrutturata, che pas-sa da una classe di prestazioneenergetica E a una classe B, fa ri-sparmiare agli utenti circa 24mi-la curo in 30 anni. Non solo: ali-vello di valore di mercato, equindi in ottica di rivendita, unaumento del rendimento ener-getico corrisponde all'aggiuntadi quasi 10-15 metri alla superfi-cie della proprietà.

Secondo quanto comunicatonei giorni scorsi dall'Agenzia

delle Entrate, l'ammontare del-le detrazioni è quasi raddoppia-to dal 2011 (anno in cui l'agevo-lazione è stata introdotta, nellamisura del 36%, poi portata al50% e al 65% nel caso dell'Eco-bonus) al 2017, arrivando a quo-ta 4,7 miliardi di euro. Con laLegge di Bilancio 2018, oltre arinnovare di un anno gli incenti-vi, sono state introdotte novitàin merito all'importo dello scon-to per alcune tipologie di spesearrmiesse, stabilendo una diffe-renziazione di aliquota. Mentrenel caso di acquisto e installa-

zione di infissi, finestre e scher-mature solari la detrazione si at-testa al 50%, si può recuperare il65% (in entrambi i casi con unaspalmatura nell'arco di un de-cennio) per gli interventi di ri-qualificazione energetica dimaggiore impatto, conce quelliche migliorano almeno del 20%il fabbisogno annuo di energiaprimaria rispetto ai requisiti fis-sati da un apposito decreto mi-nisteriale.

Tra questi, quelli di coibenta-zione per l'isolamento termico,acustico o termoacustico, l'in-stallazione di pannelli solari perprodurre acqua calda, la sostitu-zione degli scaldacqua tradizio-nali con quelli a pompa di calo-re e degli impianti di climatizza-zione invernale con quelli dota-ti di caldaie a condensazione diefficienza pari alla classe A.

(s.tLp.)CiRIFH6C'lL'I NE FGER'j T1.

Efficienza energetica Pagina 10

Tra le novità c'èanche quelladel mutuogreen : l'idea èvista congrande favorein Italia eRegno Unito. Idue Paesi sonoindicati tra i piùpromettenti

GEOTERMICA--- BCOMASSE6% tvr¢:aeoa 15%

FONTI ENERGETICHE RINNOVABILIRipartizione febbraio 2018IDRICA EOLICA

I 24%

&Wok-

FOTOVOLTAICA1956

Efficienza energetica Pagina 11

Tanaka: "Ecco perché l'idrogenosarà il carburante del futuro"Emissioni zero

La Toyota Mirai (nelle foto qui sotto) utilizzauna fuel celi alimentata a idrogeno liquido pergenerare elettricità con cui alimentare unmotore elettrico e ha un tubo di scappamentodal quale esce solo vapore acqueo. Leemissioni locali sono dunque pari a zero

Milano1 ingegner Yoshikazu Ta-

naka della Toyota da piùdi tre anni vede la sua creatura,la Toyota Mirai a idrogeno, ri-scuotere un crescente successoIn Giappone. Tanto che la fabbri-ca non riesce a star dietro agli or-dini e per il 2020 è stato fissatol'obiettivo di arrivare a produrre30.000 unità l'anno.

Fuori del Giappone, però, loscenario cambia. L'America,l'Europa e soprattutto la Cina sisono innamorate dell'auto elet-trica con cui vogliono raggiunge-re il livello zero di emissioni.

Ingegner Tanaka , la Toyotapunta sull'auto a Idrogeno per-ché non crede nell'auto elettri-ca?

«La Toyota è leader mondialenell'elettrificazione della trazio-ne. Grazie all'auto ibrida abbia-mo introdotto per primi sul mer-cato la trazione elettrica. Abbia-mo venduto fino a oggi 11 milio-ni di ibride e abbiamo quindiun'esperienza enorme nel setto-re, con ben 4.500 persone impe-gnate nello sviluppo di veicolielettrificati».

30mi1a 4.50(PRODUZIONE 2020L'obiettivo per il 2020 e dì 30 milaunità l'annodi auto a idrogeno

L'INCONTRO CONL'INGEGNERE DELLATOYOTA, "PAPA" DELLAMIRAI, IL MODELLO FUELCELL DELLA CASAGIAPPONESE. LA STRATEGIAENERGETICA E LA SCELTA DEICARBURANTI PER IL FUTURO"ENTRO IL 2025 LA PARITA DEICOSTI CON L'AUTO IBRIDA"

Fabio Orecchini

Però per passare dall'ibridoall'elettrica ritenete non basti-no le batterle ma serva l 'idroge-no.

«Per la trazione elettrica è qua-si tutto pronto. Motori, invertere sistemi di controllo dell'ener-gia sono già a un livello di costoe di affidabilità adeguati alla dif-fusione di massa. Per le batterieperò serve ancora un salto tecno-logico se si vuole dare lo stesso li-vello di prestazioni di un'autocon motore a combustione inter-na. Con l'idrogeno, invece, insie-me al livello zero di emissioni,possiamo garantire già oggiun'autonomia di marcia di mol-te centinaia di chilometri con unrifornimento che richiede soltan-to pochi minuti. Ed entro il 2025avremo raggiunto la parità di co-sto con un'auto ibrida».

Quindi la Toyota punta sull'i-drogeno anche se molti paesisi stano invece Indirizzandoverso un'infrastruttura di rica-rica elettrica?

«Noi sviluppiamo l'auto aidrogeno perché crediamo chela possibilità di produrre questocombustibile da diverse fonti el'efficacia con cui riusciamo adutilizzarlo per le auto, i bus e an-che i camion rappresenti un'op-portunità estremamente interes-sante da offrire al mercato e achi si occupa di trovare una solu-zione ai grandi problemi am-bientali e di disponibilità di fontidi eneruia Der il futuro. Al tempo

stesso, però, stiamo sviluppan-do batterie dotate di una nuovatecnologia che sarà disponibilesulle nostre auto elettriche tra il2020 e Il 2025. Non siamo affattoindietro sull'elettrica a batterie,direi più propriamente che neconosciamo bene i limiti».

Cosa Intende?«L'auto elettrica a batterie ha

bisogno tempi di ricarica lunghie garantisce autonomie limitaterispetto all'auto a idrogeno. Perauto compatte e utilizzo urbanoè una soluzione di grande inte-resse. Però per utilizzi a lungoraggio e veicoli più grandi o peril trasporto merci l'idrogeno e lecelle a combustibile secondonoi sono decisamente più appro-priati».

L'auto con batterie ricarica-bili può però contare sull'inte-resse delle società elettriche,mentre all'idrogeno sembrano

mancare alleati.«Sì è così. Le società che si oc-

cupano dì produzione, distribu-zione e vendita di elettricità pos-sono essere interessate allo svi-luppo dell'infrastrutturadi ricari-ca. Ma attorno all'idrogeno c'èun grande potenziale di svilup-po industriale ed economico, co-me dimostra la nascita nel 201dell'Hydrogen Council che coin-volge 18 grandi gruppi industria-li mondiali interessati a questonuovo settore».

I TECNICISono 4500 ile persone impegnatenello sviluppo di veicoli elettrificati

Il Giappone , da questo pun-to di vista, sembra voler indica-re una strada . I giochi di Tokyo2020 saranno le Olimpiadidell'idrogeno?

«Le Olimpiadi saranno un'oc-casione importante per mostra-re come l'idrogeno possa diven-tare il nuovo combustibile chia-ve per la mobilità. Sulle strade diTokyo ci saranno ben 100 auto-bus Toyota a idrogeno e molteauto, soprattutto Toyota Mirai».

La Hyundal al giochi inver-nali di Pyeong Chang in Coreaha presentato Il suo nuovo pro-totipo a Idrogeno Nexo. Con leOlimpiadi di Tokyo arriverà lanuova Toyota biiral?

«Posso solo dire che la prossi-ma generazione della Toyota Mi-rai è. prevista proprio attorno al

G R PROOL210NE RISER VATn

Energia e ambiente Pagina 12

F

L'ingegnerYoshikazuTanaka,unodei capi deireparto ricercae sviluppodella Toyota.Da oltre treannivedelasua creatura,la ToyotaMiraia idrogeno,riscuotereun crescentesuccessoin Giappone

La Toyotaè leadermondiale nellaproduzione d iauto ibride,vendute finoranel mondo inoltre Il milionidi esemplari

Energia e ambiente Pagina 13

La formazione chiave di voltaper agganciare lo sviluppo 4.0e recuperare occupazione

DAL MONDO] DEL LAVORO SEGNALI CONTRADDITTORI:IN RISALITA ALCUNI SETTORI, ALTRI NO. AL DEBUTTODELLE-IUB DI BERCLA.141O VOLUTO DA NL rPOWV-ERGROUP,I PROTAGONISTI DELL'ECONOMIA D'ACCORDO: OCCORREACCELERARE L'AZIONE PER RIQUALIFICARE GLI ADDETTI

Andrea Frollà

Mi anoC 1 è voluto tempo prima

che in Italia si accendes-se un faro sugli effetti del pro-gresso tecnologico sul mondodel lavoro mail rischio è che orasi passi da un estremo all'altro:dall'entusiasmo sfrenato allapaura frenante. Sarebbe assur-do non avere timore dell'avan-zata dei robot, dell'intelligenzaartificiale e di altre tecnologie.Ma sarebbe altrettanto assurdoabbandonarsi a queste onde di-gitali senza provare a mettersisulla loro cresta.

Ed è giunto il momento cheleimprese si assumano le proprieresponsabilità investendo sullaformazione in tutte le sue decli-nazioni, mettendo a fattor co-mune le eccellenze tramite unavalorizzazione dei territori e ac-cettando la messa in discussio-ne delle dinamiche competitivetradizionali. A suonare comeun'ultima chiamata a raccoltadell'imprenditoria italiana èquesto messaggio emerso a Ber-gamo la scorsa settimana, in oc-casione del debutto dell'hubper la formazione 4.0 lanciatodall'Eaperis Acaderny di Manpo-

werGroup, in tandem con Kilo-metro Rosso e ConfindustriaBergamo, che vede coinvoltipartner come Dallara, Hpe, Abbe 1-Iitachi.

Da Alberto Bombassei, presi-dente di Brembo e KilometroRosso, ad Andrea Pontremoli,amministratore delegato di Dal-laraAutomohili, passando per ilpresidente di Confindustria Ber-gamo, Stefano Scaglia, e altribig, si è manifestata con chiarez-za l'urgenza di prendere di pet-to il tema del lavoro 4.0. E nonpotrebbe essere altrimenti in unPaese come il nostro che non èancora riuscito ad agganciare al-la ripresa economica un rialzosostenuto dell'occupazione.Qualche segnale positivo è arri-vato dai dati Istatdi gennaio: for-te crescita degli occupati under25 (1 milione e 74mila, tasso piùalto da ottobre 2012) e recordstorico per l'occupazione fem-minile salita al 49,3ß:a.

La strada è comunque anco-ra lunga e la cautela, segnalanole stime di Manpower per il 2° tri-mestre 2018, ancora spadroneg-gia: l'82% degli imprenditorinon varierà l'organico, l'8% pre-vede un aumento mentre il 7%stima un calo. Tra le aziende più

ottimiste rientrano le medie egrandi realtà, con una fiduciamarcata nel Nord-Est che stonacon la criticità dell'area Sud eIsole. Da un punto di vista setto-riale, spicca il segmento Horecache, grazie a un aumento previ-sto del 26%, guida l'occupazio-ne italiana (in controtendenza

rispetto all'Europa). La situazio-ne più critica si registra nel setto-re minerario-estrattivo (-19%)con un'emorragia di risorse eco-nomiche e umane verso altriset-tori in ascesa.

L'innovazione sta senz'altrocambiando il mercato del lavo-ro come mai avvenuto prima.

Data scientist, sviluppatori bloc-kchain, chief security office e lea-

dership manager, spiegano glianalisti di Manpower nel paper"Skills Revolution 2.0", sono so-lo alcuni dei lavori destinati aconquistare la scena. Altri devo-no ancora nascere. Ed è qua iltratto distintivo del lavoro 4_0:lavelocitàdi mutamento. Un fatto-re che secondo Scaglia, presi-dente di Confindustria Berga-mo, non si può più affrontare asuon di proclami: «Non bastaparlare di ottimismo, serve met-terlo in pratica. Dobbiamo ga-rantire alle imprese la possibili-tà di essere competitive e svilup-parsi nel lungo termine, aurnen-tando la pro duttività e la forza la-voro rispettivamente tramitel'innovazione e la formazione-Abbiamo bisogno di progetti di

sistema come questo - spiegariferendosi all'iniziativa di Man-power - perché agiscono sudue fronti importantissimi: daun lato, contribuiscono a con-vertire e riqualificare i lavorato-ri, dall'altro aprono i sistemi ver-so l'esterno creando un ponteper attrarre investimenti e talen-ti sul territorio». Il passaggio dal-le parole ai fatti ha animato conun vigore piuttosto deciso an-che gli interventi di due bigdell'industria italiana comeBombassei e Pontremoli, chehanno evidenziato rispettiva-mente due aspetti della quartarivoluzione industriale: il pesodelle strategie di politica indu-striale e la responsabilità delleimprese nei confronti deilavora-tori di oggi e domani.

«La rapidità dell'innovazione

metterà sempre più in discussio-ne i modelli produttivi e profes-sionali. In questo contesto lescelte di politica economica sa-ranno decisive perché detenni-ne ranno il posizionamento digi-tale del nostro Paese nello scena-rio globale - avverte il patrondi Brembo - Il capitale fisicosta perdendo centralità a favoredei beni intangibili, dai brevettialle pratiche manageriali, ed èquesto nuovo fronte strategicoche deve essere sostenuto dallapolitica industriale. Non dimen-tichiamo la scuola: c'è ancoraun predominio della formazio-ne umanistica a scapito di quel-la tecnica di cui c'è invece tantobisogno». Sul tema scuola-lavo-ro è intervenuto anche il nume-ro uno di Dallara, facendo unmea eulpa a nome di tanti: «Ab-

biamo lanciato messaggi sba-ati ai nostri figli dicendo loro

"studia senno vai a lavorare` eseparando i due piani quandolo studio è invece il viatico per illavoro ». Ma il messaggio più de-ciso è stato rivolto da Pontremo-li ai suoi omologhi: «E il momen-to che gli imprenditori prenda-no in mano la formazione per-ché questa è una rivoluzioned'impresa . Non aspettiamo checi venga dettata la via e smettia-mola di chiederci cosa mancaper fare qualcosa . In ve rtiamo laprospettiva : chiediamoci cosapossiamo fare con ciò che abbia-mo a disposizione. Facciamoloora, se aspettiamo - avvertePontremoli - rischiamo di fareun uovo di Pasqua perfetto cheesce a Natale>'.

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Industria 4.0 Pagina 14

L'era 4.0 toglierà lavoro? Vhub diBergamo raccoglie Ia sfida dì

minimizzare l'impatto negativo nelbreve termine e massi mizzare

quello positivo nel lungo

IL LAVORO IN ITALIADatl destagionaliuati gennaio 2018, in %

72,7

3 ,5

15-24 ANNI

® TASSO OCCUPAZIONEn TASSO DISOCCUPAZIONE

35-49 ANNI

59,6 rorn lald

50-54 ANNI

FF, IIqrMA .fità 1 2 1132Stefano Scaglia (1), presidente Confindustria Bergamo;Andrea Pontremoli (2), amministratore delegato e direttoregenerale Dallara Automobil i; Alberto Bombassei (3), presidenteBrembo e Itilometro Rosso

61

Qualificare inmodoinnovativo laforza lavoro peraffronta re lasfida Industria4.Ovieneconsiderato unrequisitodecisivo permigliorare iltassodioccupazionein Italia pertutte l e fasce dietà, soprattuttoperi giovani

Industria 4.0 Pagina 15

RIPARTE LA PROFESSIONISTI SPAECCO QUANTO VALE UN CLIENTE

Piano piano decollano le società. Il metodo per le valutazioni di una fusione tra studie i vantaggi dell'iscrizione nel registro delle imprese innovative: agevolazioni e sgravi fiscali

di Isidoro Trovato

Forse è tempo di rivincita per le so-cietà tra professionisti. La formulaintrodotta con l'ultima riforma

aveva avuto un consenso quasi nullo nelmondo del lavoro autonomo. Adessoperò i numeri parlano di un costante au-mento delle società, ma anche di una vo-glia di aggregazione odi acquisizione trastudi professionali. Un fenomeno finorafrenato dalla quantificazione del valore.

«Analizzando il fenomeno dell'aggre-gazione professionale, non solo in Italiama anche guardando con particolare in-teresse il mondo anglosassone - spie-ga Corrado Mandirola, amministratoredelegato di MpO & Partners - abbiamocreato una società che ha individuato,quale tematica più importante e delicataper la buona riuscita dell'operazione diacquisizioni, la corretta valutazione deltarget. E così, grazie alla collaborazione

ScenariCorrado Mandirola,amministratore delegatodi MpO & Partners, ponel'accento sull'aumento diacquisizioni e fusioni trastudi professionali

con il comitato scientifico dell'associa-zione MPO Centro Studi composto daprofessionisti esperti, partners di pri-mari studi professionali e docenti uni-versitari, abbiamo elaborato una nuovametodologia di calcolo del multiplo, fi-nalizzata a perfezionare la procedura divalutazione di uno studio professionale.Fissare la quotazione del valore del pac-chetto clienti di uno studio risulta deter-minante per avviare e concludere il pro-cesso di acquisizione».Uno degli ostacoli su cui si è incagliata

la riforma delle società tra professionistiè la distinzione tra studi eo piccole e me-die imprese: a quale categoria apparten-gono?E quali sono le ricadute previdenziali di

quelle attività? «L'iscrizione della socie-tà tra professionisti nella particolare se-zione del registro delle imprese qualiPini Innovative - ricorda AlessandroSiess, responsabile dell'area legale diMpO & Partners - crea i presuppostiper godere di una serie di vantaggi con-creti come, ad esempio, un miglior ac-cesso al credito, agevolazioni fiscali siaper l'impresa sia per un potenziale inve-stitore. Quest'ultimo, infatti, ha dirittoad una detrazione pari al 3o% delle som-me investite nel capitale sociale di una o

più Pini innovative se mantenute per al-meno tre anni. L'investimento massimoagevolabile è pari ai milione di euro peri soggetti Irpef e i milione e 8oo mila peri soggetti Ires. In questo scenario appareevidente che tutto ciò ha fatto, e farà, ac-celerare il fenomeno dell'aggregazioneattraverso le Pmi innovative le quali con-sentono, quindi, di raccogliere capitalifinalizzati a finanziare operazioni di ac-quisizioni di studi professionali».

Il secondo «vulnus» riguarda l'indipen-denza delle società rispetto ai potenzialiinvestitori. Gli avvocati, per esempio, so-no stati i primi ad opporsi per il timoredi ingerenze da parte degli investitori.«Nelle società -ammonisce Mandirola- la governance resta in mano ai profes-sionisti tenendo fuori gli investitori cheinvece possono essere soltanto soci dicapitale fino al 3o%. Da circa tre anni lanostra società, in qualità di advisor, staaccompagnando circa li gruppi di pro-fessionisti, dislocati sul territorio nazio-nale, ad acquisizioni di studi su "largascala". Più precisamente tali gruppistanno acquisendo più studi, dislocatinel territorio nazionale. L'obiettivo ècreare un organismo societario unico acui affidare le attività ripetitive della pro-fessione (contabilità, bilancio, elabora-zione buste paga, etc.). Di contro costi-tuisce "a latere" una società tra profes-sionisti nella quale confluiscono le pro-fessionalità acquisite al fine di erogareservizi sempre più specialistici alla pro-pria clientela».

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Società tra professionisti Pagina 16

[ L'APPELL+QI

"Il governasl impegni

sul frontedelle operestradali"IL TEMA È RIMASTO FUORIDAI PROGRAMMIDELL'ESECUTIVO E DALLACAMPAGNA ELETTORALE:"INVECE Ë INTERESSEDELLO STATO CONSERVARELE PROPRIE ARTERIE" DICEMICHELE TURRINI (SITEB)

Milano1 tema delle opere strada-le non è stato affrontato

da nessun partito in campa-gna elettorale ma, come sa be-ne ogni cittadino, rappresentauna delle tante emergenze ita-liane. L'argomento è stato tra-scurato anche dal governoGentiloní, nonostante una ri-soluzione parlamentare chelo impegnava a trovare risorseper la manutenzione ordina-ria e straordinaria e per risolve-re l'incertezza relativa allacompetenza sulla gestionedelle strade provinciali. «Lamanutenzione delle stradenon è solo un servizio per il cit-tadino ma anche un'operache consente di preservare unpatrimonio dello Stato - affer-

MicheleTurriniè presidente diSiteb,l'Associazionedei costruttorie manutentoridelle strade

ma MicheleTurrini, presi-dente di Siteb,l'Associazionedei costruttori emanutentoridelle strade -C'è bisogno cheil nuovo gover-no avvii una se-ria campagnadi manutenzio-ne delle stradeprima che il de-grado ne com-prometta defini-tivamente l'e-norme valore erenda troppooneroso e non

più sostenibile economica-mente il suo ripristino».

Per mettere in pratica que-sto piano non sono però ne-cessari solo i soldi, che co-munque ad oggi non ci sono,ma anche una revisione delCodice degli appalti che, di

fatto, più che portare traspa-renza nelle opere pubblichele ha di fatto paralizzate. «IICodice messo a punto dall'A-nac ha scatenato una miriadedi contenziosi e spaventatogli amministratori locali chehanno preferito non far nullapiuttosto che rischiare di esse-re coinvolti in procedimentigiudiziari - prosegue Turri-ni - L'Italia ha però bisognodi superare questa emergen-za che non rappresenta soloun rischio in termini di sicu-rezza per i cittadini mia ancheun limite allo sviluppo econo-mico del Paese».

Il presidente di Siteb chie-de infine che venga dato undeciso impulso al riciclo dellepavimentazioni stradali, setto-re che ci vede ultimi in Euro-pa, nonostante la normativacomunitaria spinga chiara-mente verso l'economia circo-lare: «Chiediamo al nuovo mi-nistero dell'Ambiente che en-trerà in carica di approfondirele potenzialità connesse allosviluppo del settore del recu-pero del fresato d'asfalto co-me risorsa economica prezio-sa perle amministrazioni loca-li e perla comunità». (m fr.)

OFIFADPIÆI-EF-

Infrastrutture Pagina 17

Monta, smonta e rimonta : tra il 2005 e 2016 il gruppo

ha pagato consulenze e professionisti per 4,T 5 miliardiPiù 852 milioni di commissioni alle istituzioni finanziarie

E i passaggi di mano dopo la privatizzazione, dagli Agnellia Vivendi, raccontano una storia sulle virtù e i difetti del Paese

di Ferruccio de Bortoli

LA GUERRA DEI 20 ACNISPECCHIO (SPIETATO)

DIUNANAZIONEuella di Telecom non è solo una tormentatastoria industriale e finanziaria. t molto di più,è una perfetta metafora del Paese. Nel bene:

l'intuizione imprenditoriale pubblica delle origini,l'espansione all'estero, l'innovazione nel mobile e nel-la fibra ottica, eccellenze e competenze in ordinesparso. E soprattutto nel male: l'illusione che un de-bito elevato possa essere facilmente ripagato senzapenalizzare gli investimenti, l'ingerenza del poterepubblico e dei partiti forse più insidiosa dopo laprivatizzazione, una prateria aperta alle scorreriedi ogni genere di cordata, una governane ancoraoggi modesta, le porte spalancate agli stranieri.Del resto, quella che fu considerata nel 1997 co-me la «madre di tutte le privatizzazioni», rap-presentò il prezzo pagato dal Paese, con l'ac-cordo Andreatta-Van Miert, per entrare nel-l'Unione monetaria. Una privatizzazione impostadall'elevato debito pubblico che trovò il capitalismoitaliano privo di capitali ma non di appetiti.

Nocciolini e capitani

Il gruppo Agnelli entrò nel cosiddetto «nocciolino»iniziale di azionisti di riferimento (6 percento) con unaquota irrisoria, sbagliando anche a scegliere il presi-dente: Gian Mario Rossignolo definito da Fabiano Fa-biani, amministratore delegato di Finmeccanica, un«estraneo al business». Il primo di una lunga serie. Ladebolezza dei grandi gruppi lasciò spazio alle avventu-re. Eminentemente speculative come quella della cor-data dei cosiddetti «capitani coraggiosi» guidati daRoberto Colaninno con qualche stagione, troppo bre-ve, di tentativi industriali. Un'operazione di mercato,quella dei «capitani coraggiosi», da centomila miliardidi lire. Un'offerta pubblica, sostenuta da Mediobanca edal centrosinistra di governo ansioso di apparire aper-to e liberale, che però caricava fatalmente il gruppo diun debito gigantesco. Questa volta privato e non piùpubblico, e difficilmente comprimibile, al servizio delquale Telecom, oggi Tim, si è via via rimpicciolita, ven-dendo pezzi pregiati e trasformandosi, nei rapporti

ne con Tim). Telecom fuosteggiata dal governo Prodi,

ma il debito, seppure di poco,scese. La verità di Tronchetti su

quel periodo così sofferto - che costò agliazionisti Pirelli due miliardi («Un errore, può ca-

con i concorrenti, da cacciatore in preda.Con una catena di controllo troppo lunga,causa di fragilità proprietaria e di costi

supplementari.

Da Tronchetti a Vivendi

Gli scalatori vendettero poi a Pirelli e Benet-ton nel 2001, alla vigilia dell'u Settembre, e sene uscirono con una lauta plusvalenza. La ge-stione Tronchetti fu sfortunata nei tempi ma

improntata a un progetto industriale, a un'ideadi media company. Non mancarono mosse di-scutibili (come l'acquisto delle cosiddette minori-

ties in contanti per 15 miliardi e la fusio-

Privatizzazioni Pagina 18

pitare» disse Gilberto Benetton) - è con-tenuta nel libro di Carlo Bellavite Pel-legrini (Il Mulino 2015). Altreanalisi sono fortementecritiche sulla sin-drome di Tele-com, che com-pra e mangia sestessa, a sostegnodi azionisti che inquegli anni, specienella gestione Tron-chetti, si sarebbe am-pliata. E si arriva, con laritirata di Mediobanca eGenerali nel 2013, all'ingres-so della spagnola Telefonica,e poi all'irruzione della france-se Vivendi, oggi insidiata dalfondo attivista Elliott.Fino al bilancio del 2000 i conti

erano in lire. Nel `98 Telecom aveva un fatturato di 48mila miliardi di lire, un Ebitda del 47,2 per cento e undebito di quasi 16 mila miliardi di lire che sarebbe bal-zato, dopo l'Opa dei record a circa 37 mila nel 2000. Ildebito netto avrebbe poi sfiorato, nel suo massimo, i40 miliardi di euro nel 2005 per poi scendere gradual-mente, nel 2017, a 25 miliardi, con un Ebitda del 39,3per cento e ricavi per quasi 20 miliardi. Nel `98 il debitoera meno di un terzo del fatturato. Oggi è quasi unavol-ta e mezzo. La Telecom pubblica si espanse in Brasile,Argentina, Turchia e in altri Paesi. Oggi è soltanto Italiae Brasile.

Una fibra forte

L'ex monopolista ha dovuto ov-viamente lasciare spazio a unaconcorrenza agguerrita della qua-le il consumatore si è avvantaggia-to. Nel fisso la quota dell'incum-bent era nel 2010 ancora del 72 percento, oggi è al 54. Nel mobile Timha il 30,7 per cento del mercato,Vodafone il 30,3. Il gruppo natocon la fusione tra Wind e Tre è al35 per cento. Un mercato estrema-mente competitivo nel quale è an-nunciato l'arrivo in estate dell'ope-ratore low cost francese Iliad. Edunque i margini tendono a comprimersi per tutti. Manella fibra Telecom è ancora di gran lunga il primooperatore e nell'Internet veloce cresce a ritmi superiorialla concorrenza.Il futuro assetto del gruppo è legato anche alla dispo-

nibilità espressa dall'attuale amministratore delegatoAmos Genish, di separare la rete. L'effetto sul patrimo-nio varierà a seconda della scelta della struttura finan-ziaria nel quadro regolatorio italiano ed europeo. Unascissione e una successiva quotazione in Borsa della re-te sul modello Inwit, la società che raggruppa le torriditrasmissione, potrebbe essere una soluzione percorri-bile, visto anche l'interesse a investire nel settore dei

Il debito dopol 'Opa sale

di oltre 20 milamiliardi di lire

Oggi èa 25 miliardi dieuro, una voltae mezzo i ricavi

fondi strutturali stranieri. Un'ipotesi in tal senso è con-tenuta in uno studio di Mediobanca Securities. Il temadel futuro proprietario della rete coinvolge anche il de-stino incerto di Open Fiber, creata da Enel, su pressio-ne del governo, per favorire connessioni più veloci eavanzate.

Cornucopia per tanti (non tutti)

Investire in Telecom è stato conveniente in tutti questianni? Se guardiamo alla quotazione al momento dellaprivatizzazione, equivalente in lire a 5,67 euro, e la con-frontiamo, seppur grossolanamente, con quella attua-le intorno a o,8 (il minimo è stato di 47 centesimi nel

2013) la risposta non può che esse-re negativa. Ne sono usciti, al con-trario, molto bene, i troppi mana-ger, scelti a volte con criteri discuti-bili. Negli ultimi cinque anni si so-no succeduti quattroamministratori delegati mentre ladurata media di un capo aziendanel settore in Europa è di 5-6 anni.Flavio Cattaneo, che aveva fatto ri-salire la redditività, è stato conge-dato dopo 15 mesi con 25 milioni dieuro. Non possono lamentarsinemmeno le banche d'affari e laschiera infinita di consulenti a va-

rio titolo. Per loro Telecom ha rappresentato unasplendida cornucopia. Monta, smonta, rimonta. Sesommiamo i costi delle consulenze e delle prestazioniprofessionali, estratti dai bilanci consolidati Tim/Te-lecom dal 2005 al 2016, arriviamo alla cifra di 4 miliardi751 milioni. Erano 530 milioni nel 2005, sono scesi a186 nel 2016. Per quanto riguarda l'andamento dellecommissioni finanziarie passive, nel medesimo perio-do, sempre dai dati consolidati, tocchiamo 852 milio-ni. Ora si apre un nuovo capitolo di una vicenda nellaquale ritroviamo mischiati a casaccio virtù e difetti delPaese.

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Privatizzazioni Pagina 19

1999 2001-05 20113-116

L'OpaIn febbraio l'Olivetti di RobertoColaninno (foto) lancia un'Opa da 61mila miliardi di lire. Avrà il 51,02%.Il Tesoro non la ferma. Per il premierD'Alema sono «capitani coraggiosi»

Da Olimpia a TelcoColaninno passa la mano a Olimpia(Benetton, Intesa, Pirelli, Unicredit).Presidente Tronchetti Provera (foto).Lascia dopo l'Opa su Tim e il controlloa Telco (Telefonica e soci italiani)

Dagli spagnoli ai francesiTelefonica rileva il controllodi Telco, disimpegnando i sociitaliani. Vivendi di Vincent Bolloré(foto) diventa il primo azionistae sale fino a circa il 25%

1997

La privatizzazioneÈ la madre di tutte le privatizzazioni:il primo governo Prodi (foto) mettesul mercato il 35,26% per 26 milamiliardi di lire. Presidente Gian MarioRossignolo, ceo Franco Bernabè

• La vicendaSi attende l'assemblea del 4 maggioprossimo per capire quale sarà lasorte di Tim. L'ex Telecom Italia dellaquale Vivendi ha il 23,94% ha vistodimettersi la scorsa settimana dalconsiglio tutti i rappresentanti delsocio francese, a partire dalpresidente Arnaud de Puyfontaine.Una mossa per arginare il fondoamericano Elliott, azionista al 5% diTim (e socio in Italia anche diaziende come Ansaldo Sts) che hachiesto la revoca di sei consiglieri.Le deleghe affidate a GiuseppeRecchi su sicurezza e Sparkle sonoandate a Franco Bernabé.

Privatizzazioni Pagina 20

FOCUS . L'EVOLUZIONE DELL'ASSOCIAZIONE

La trasformazionepassa per tre opzionidi Angelo Busani

L ' uso della forma societa-ria per l'esercizio dell'at-tività professionale sol-

leva il problema di gestire l'evo-luzione, verso tipologie societa-rie, degli studi individuali oassociati.

La cessione dello studio pro-fessionale (e quindi del suo av-viamento e della sua organizza-zione) ha registrato lo scontrotra la visione ideale della profes-sione e una sua considerazionein termini aziendalistici: da unlato, la concezione dello studioprofessionale come entità nonconfigurabile a prescindere dalprofessionista (e quindi nonpossibile oggetto di cessione);dall'altro l'idea dello studio co-me realtà oggettiva, inquanto or-ganizzazione di strumenti e ri-sorse umane di per sé capace diattrarre clientela.

L'evoluzione verso società sipuò ipotizzare anzitutto sotto laforma della "vendita" degli studi,individuali o associati, a una so-cietà tra professionisti nuovache, ad es empio, si fmanzi inban-ca per acquisire le organizzazio-niprofessionali oggetto diacqui-sto (e, quindi, conun'operazioneincuiiprofessionisti"venditori"realizzino un valore di avvia-mento dell'attività ceduta).

Questo schema, che compor-ta la cessione di uno o più studi auna newco, potrebbe oggi esse-re ritenuto plausibile anche allaluce della sentenza 2860/2oiodella Cassazione, secondo laquale è valido il contratto di tra-sferimento a titolo oneroso diuno studio professionale com-prensivo della sua clientela: siconfigura, in tal caso, non una

cessione in senso tecnico, ma unimpegno del cedente a favorirela prosecuzione del rapportoprofessionale tra vecchiclientiesoggetto subentrante.

Per passare dalla gestione as-sociata dello studio a quella so-cietaria, si può poi pensare a una"trasformazione" dello studio insocietà: concependo lo studioassociato, in sostanza, come unasocietà semplice, si dà corso auna trasformazione "omoge-nea". Che lo studio associato sia,in sostanza, una società lo ha af-fermato la Cassazione nella sen-tenza 16500/2004 in cui, pren-dendo in esame la trasformazio-ne di uno studio associato traprofessionisti in società in acco-mandita semplice, è stato decisoche si è in presenza di un medesi-mo soggetto giuridico, sia puredotato di una nuova veste socie-taria; di conseguenza, ilrapportodi lavoro dipendente iniziatoconlo studio associato prosegueconla società risultante dallatra-sformazione, che resta respon-sabile per gli obblighi derivantidal rapporto di lavoro.

Si può poi pensare a un confe-rimento dello studio individua-le o dello studio associato in unasocietà, con l'esito che il profes-sionista singolo o i soci dello stu-dio associato divengono socidella società conferitaria. Que-sta operazione, civilisticamentedubbia, ha avuto l'avallo del-l'agenzia delle Entrate che, nellacircolare 8/E/2009 (risposta1.3) e nella risoluzione 177/E/2oo9, ha dettato le condizioniin presenza delle quali non siforma in questi casi per il confe-rente alcuna plusvalenza fiscal-mente rilevante.

El RIPROOUZ NE RIS ERVATA

Società multiprofessionali Pagina 21

Avvocati divisi sulle società mistePer il Cnf sì ad altri Albi entro il 33% ma alcuni ordini non pongono limiti di quote

Valentina MaglioneBianca Lucia Mazzei

La p os sibilità di darevita a s o-cietà multidisciplinari divide gliOrdini degli avvocati. Infatti,benché lavia delle nuove societàperilegali sia aperta dal29 agostodell'anno scorso, i Consigli del-l'Ordine non danno risposte uni-voche alla richi esta di far entrarein società anche professionistinon avvocati. È quanto emergeda un'indagine svolta dal Sole 24Ore del Lunedì su alcuni degliOrdini con più iscritti.

I dubbi investono le nuove so-

cietà previste dalla legge sulla

concorrenza (i24/2o17, che hain-

serito l'articolo 4-bis nell a legge

professionale, la 247/2o12) inba-

se alla quale la professione fo-

PICCOLI NUNIFERIFuori dai grandi centrile nuove compaginistentano a prendere piede:ancora pochele richieste di iscrizione

rense può essere esercitata an-che tramite società dipersone, dicapitalie cooperative: laparteci-pazione di soci di solo capitale èammessa ma nei limiti di un ter-zo del capitale sociale e dei dirittidivoto.

Il nuovo articolo 4-bis preve-de inoltre la partecipazione disoci «professionisti iscritti in al-bi di altre professioni». Ma nontutti gli Ordini territoriali - chia-mati a esprimersi quando le so-cietà chiedono l'iscrizione allanuova «sezione speciale» del-l'albo - interpretano questa di-sposizione nel senso di un via li-bera alla multidisciplinarietà.

Indicazioni "prudenti" arriva-no in primo luogo dal Consiglionazionale forense, che sta met-tendo a punto le linee guida perdefinire gli standard degli statutidelle società tra avvocati aperteai soci di capitale. Secondo il Cnfinfatti, l'esercizio della profes-sione forense è compatibile conla partecipazione di iscritti ad al-tri Ordini, apatto che le loro quo-te non s forino il t erzo ri s ervat o aisoci di capitale. Sulla stessa lineaanche l'Ordine di Palermo, che,però, a oggi, non ha ancora rice-vuto domande di iscrizione: «Le

nuove Sta - spiega il presidente,Francesco Greco -possono svol-gere solo l'attività legale; quindiiprofessionisti non avvocati de-vono restare nella quota del ter-zo pr evis t a p er i soci di capitale».

Nessun tetto del terzo dellequote,invece,perl'Ordine diMi-lano: la sezione speciale dell'Al-bo ospita tre compagini, a unadelle quali partecipano legali ecommercialisti: «Tra i soci pro-fessioni sti -precisa il presidente,Remo Danovi- possono figurareanche iscritti ad altri Albi, nei li-miti della ragionevolezza e fer-ma restando la natura forensedell'oggetto sociale: una societàche si occupa soprattutto di re-sponsabilità sanitaria potrebbe,ad esempio, aprire le porte a unmedico». Da Nord a Sud, ancheall'Ordine di Bari, delle tre Srl traavvocati iscritte finora, una è sta-tafondatadalegalie commercia-listi: «Questa possibilità - dice ilpresidente, Giovanni Stefanì -non è in discussione. Piuttosto,stiamo valutando se estendereanche alle società la tassa di con-servazione albo già prevista pergli avvocati».

Più "selettivo" l'Ordine di Ro-ma, a cui si sono iscritte cinquenuove Sta, di cui tre con capitaleesterno: «Accettiamo societàmultidisciplinari- affermailpre-sidente, Mauro Vaglio - ma solose i professionisti di altri Albisvolgono prestazioni chiara-mente "accessorie" all'attivitàlegale».

Sono ancora pochi, comun-que, gli Ordini che hanno ricevu-to domande di iscrizione per lenuove società. «Ad oggi - spiegaAlessandro Vaccaro, presidentedell'Ordine diGenova- non sonoarrivate domande, ma noi siamopronti. Abbiamo anche regola-mentato il versamento dellequote. Non ci sono controindi-cazioni né limiti alla partecipa-zione di professionisti iscritti adaltri albi anche perché hanno unCodice deontologico». Nessunarichiesta di iscrizione anche aVerona. «Qui ci sono soprattut-to realtà sartoriali fatte di piccolistudi - spiega il presidente del-l'Ordine Alessandro Rigoli - maaffronteremo il tema in un con-vegno che si terrà il i8 maggio, inmodo da capire limiti e opportu-nità di questa strada».

91 R] PRO O OZIO NE RISERVATA

Società multiprofessionali Pagina 22

Le possibili forme societarie per gli avvocati

M

SOCIETÀIN NOME COLLETTIVO

SOCIETÀTRA PROFESSIONISTI

La possibilità di esercitarel'attività forense in formasocietaria è stata introdottaperla prima volta dal Dlgs96/2001 ma si tratta di unmodello molto rigido. L'unicaforma ammessa è infatti lasocietà in nome collettivo(con esclusione di ognipossibilità di costituzionesotto forma di società dicapitali) ed è vietata lamultidisciplinarietà. In baseal Dlgs 96/2001 i soci devonoinfatti possedere il titolo diavvocato: è quindi esclusa lapartecipazione di altre figureprofessionali

Le società tra professionistihanno debuttato con la leggediStabilità 2012 (legge 183/2011,poi precisata dal Dm 34/2013),che ha previsto la possibilità pergli iscritti agli Ordini dicostituire società di persone,società di capitali e cooperative.Si tratta di società che possonoessere multidisciplinari e a cuipossono partecipare anche gliavvocati. Non solo: alle Stppossono partecipare anche socinon professionisti, perprestazioni tecniche o perchéinvestitori; occorre però che isoci professionisti detengano lamaggioranza dei dueterzi

UMBERTO GRATI

SOCIETÀTRA AVVOCATI

STACON SOCI DI CAPITALE

È stata la legge su lla concorrenza(la 124/2017) a consentirel'esercizio della professioneforense tramite società dipersone, di capitali o cooperativech e va n n o iscritte i n una sezionespeciale dell'Albo degli avvocati(è vietato pa rteci pare confiduciarie, trusto per interpostapersona). Resta fermo ilprincipiodella personalità dellaprestazione. La responsabilitàdella società non esclude quelladel professionista. La legge diBilancio2018 ha infine previstol'obbligo di inserire l'indicazione«società tra avvocati» nelladenominazione sociale

La legge sulla concorrenza haancheapertoallapartecipazione di soci dicapitale ponendo però duepaletti: 1) almeno dueterzi delcapitale sociale e dei diritti divoto deve essere posseduto daavvocati o da avvocati e daprofessionisti iscritti ad altriAlbi, pena lo scioglimento dellasocietà; 2) l'organo di gestionedeve essere composto solo dasoci e i soci avvocati devonorappresentare la maggioranza.La carica di amministratori puòessere rivestita dai sociprofessionisti o dai soci dicapitale

Società multiprofessionali Pagina 23

L'ASSETTO DEGLI STUDI

Avvocati divisi sulle società multidisciplinari

di Valentina Maglionee Bianca Lucia Mazzei

0

rdine che vai, interpre-tazione che trovi. Gliavvocati non hanno

raggiunto un orientamentounivoco su come applicare ledisposizioni sulle nuovesocietà, introdotte dal 29agosto dello scorso anno dallalegge sulla concorrenza, checonsente di esercitare la pro-fessione forense anche tramitesocietà di capitali e apre allapartecipazione di professioni-sti non avvocati. Ma in questisette mesi, gli Ordini territo-

riali hanno dato rispostediverse alle richieste di iscri-zione di società tra avvocaticon la partecipazione di pro-fessionisti iscritti ad altri Albi.

Il primo a sposare un'inter-pretazione "prudente" è delresto il Consiglio nazionaleforense, per cui l'eserciziodella professione forense ècompatibile con l'ingresso insocietà di professionisti diver-si dagli avvocati, purché peròle loro quote restino nel limitedel terzo riservato ai soci dicapitale. Tra gli Ordini territo-riali che hanno ricevuto piùrichieste di iscrizione di nuove

società tra avvocati, quelli diMilano e di Bari aprono allamultidisciplinarietà, con ilsolo limite «della ragionevo-lezza e ferma restando lanatura forense dell'oggettosociale», come precisa ilpresidente dell'Ordine diMilano, Remo Danovi. Mentreè più "selettivo" l'Ordine diRoma, che accetta societàmultidisciplinari, ma solo se iprofessionisti diversi dagliavvocati svolgono prestazionichiaramente "accessorie"all'attività legale.

Sorvuzi . pagi na 6RIPRODUZIONE RISERVATA

Società multiprofessionali Pagina 24

[ L'INTEF`tVISTA I

"Privacy violata, la punta dell'icebergci sono altri casi cli manipolazione"

GIOVANNI BUTTARELLI,GARANTE EUROPEO. "LEINDAGINI SONO IN CORSO INMOLTI PAESI MA CON OGNIPROBABILITAVERRANNOFUORI CASI ANCORA PIIJCLAMOROSI DI USOIMPROPRIO DELLEINFORhL.AZIONL• SUDI NOISANNO ORMAI TUTTO"

Alberta D'Argeni(j

Bruxellesambridge Analytica nonsembra essere la sola so-

cietà che ha usato pratiche illegaliper rastrellare dati e profilare perso-ne al fine di influenzare l'elettorato.Ci sono diverse altre data finn. Sia-mo solo alla punta dell'iceberg». Aparlare è Giovanni Buttarelli, il Ga-rante europeo per la protezione deidati. Il magistrato non indica casispecifici, spiega che sono in corso ac-certamenti in più Paesi e non esclu-de novità, magari grazie a nuove tal-pe che, copre nel caso di Chris Wy-lie, scoperchino ulteriori scandali Eracconta come il ruolo di Facebook,a parte l'ammissione diZuckerberg,non sia ancora dei tutto chiaro.

Cosa significa che siamo solo al-la punta dell'iceberg?

«Sono in corso analisi e accerta-menti nel Regno Unito e negli Usada parte delle autorità delle tic non-ché di tura task force dei garanti inEuropa, alcune iniziate prima cheemergesse lo scandalo. Facehook sa-peva comunque da tempo del caso eaveva fremito addirittura anni faassi-curazioni al garante irlandese«.

Che piste stanno seguendo?«E prematuro per me e altri colle-

ghi esternare dettagli sulla stampa,gli accertamenti devono avere il lorocorso. Ma faccio notare che nel Re-gno Unito l'Ico non è riuscito ad ac-cedere agli uffici di Cambridge Ana-lytica visto che l'azienda non ha ac-consentito, obbligando la collega in-glese a chiedere un mandato alla nra-gistr-atura. Ma dai media sappiamoche sono stati visti entrare in queglistessi locali persone per conto di Fa-cehook che avrebbero portato via di-versi scatoloni. Perché? Come sispiega quest'atteggiamento non coo-perativo che non combacia con leparole di Zuckerberg? Cosa nascon-dono? Questo incrementa la ariaconvinzione che, copie in altri scan-dali, non sia ancora uscito tutto quel-lo che è realmente accaduto e chenon siano ancora noti tutti i benefi-ciari dell'attività di profilazione in1k Francia e Usa».

Ila qualche sospetto?«Probabilmente usciràfuoriqual-

che altro .rh ctlelrlower che rivelerà

nuovi pezzi dellavicenda, magari re-latini ad altri casi più o meno collega-da quello di Cambridge Analy=tira».

Crede ci siano altre società chelavorano in modo simile?

«Lunedì scorso ho inviato allemassime autorità europee un rap-porto dettagliato sufa,ke news e tecni-che di manipolazione dei dati che se-gue un impegno preso a una riunio-ne del G7 a Roma. L un'analisi ap-profondita per fare il punto della si-tuazione sud nuovo modello di busi-ness, sul valore aggiunto dell'intelli-genza artificiale e le ricadute sui dirit-ti dei cittadini e sul funzionamentodella democrazia partecîpativ a».

Cosa avete scoperto?«Abbiamo analizzato come ven-

gono raccolte e agglomerate le infor-mazionisudinoi, sulla nostra perso-nalità. Non c'è solo il sistemausato da Cambridge Analyti-ca, ma metodi che passanoattraverso la lettura dei datiricavati da tastiere, dettaturavocale al computer, applica-zioni, reti tini-fl e persinoelettrodomestici collega-ti via web cori un dialogotra macchina e macchi-na. Studiano come mettia-mo i lïke sui social, la nostrapartecipazione alle fan page,le news che inoltriamo sui so-ciil. Arrivano a conoscereimeglio di quanto non ci cono-sciamo noi stessi».

Con quale scopo?«Arrivano a conservare i

dati sul piano in cui ci intratte-niamo, su quanti chilometri e do-

Protezione dati Pagina 25

PalazzoBerlaymontsede dellaCommissioneUe. In basso,GiovanniButtarelllGaranteeuropeo per lariservatezzadei dati

PalazzoBerlaymontsede dellaCommissione

Ue. In basso,GiovanniButtarelliGaranteeuropeo per I ariservatezzadei dati

Torno alla domanda ini-ziale: ci sono altri casi?

«Certamente CambridgeAnaly tica non è la sola socie-tà ad avere condotto questogenere di attività, ma nonposso rivelare nulla di più,devo rispettare le compe-tenze dei colleghinei sin-goli Paesi che stanno opotrebbero investigare

a breve scambiandosi in-formazioni confidenziali.

Posso solo dire che il model-lo dibusinessnon è solo quel-

lo di Carribridge Analyh'fca».Pensa ci siano altri partiti coin-

volti in giro perl'Europa?«Serve pazienza, dobbiamo la-

sciare svolgere le indagini nei Pae-si e vedere se il Parlamento euro-peo istituirà una commissione d'in-chiesta».

Ci sono stati casi in Italia?«Non abbiamo elementi perrite-

nere che ci sia stato un uso concre-to di informazioni ma non mi sor-prenderei se emergesse che invececi sono state».

Ê stato lanciato un allarme ari-che perle europee del 2019. Siamopreparati ad evitare campagne dimanipolazione degli elettori?

«Non vogliamo fáre gli allarmisti,ma l'uso corretto delle informazioniè essenziale perla regolarità della no-stravi.ta democratica. Le nuove rego-le ile sulla protezione dei dati che en-treranno in vigoreil 25 maggio raffor-zano quelle esistenti , le estendono einaspriscono le pene. Sarà più diffici-le per i giganti come Google o Face-hoolcnon rispettare le regole ile, cheavranno maggior potere di dissua-sione grazie a pene fino al 4% del fat-turato. lsla una copertura del 100%non è possibile, c'è sempre il rischioche qualcuno aggiri le nomi e».

11 caso Cambridge Analyticacambierà per sempre il web?

«ls•1f auguro di si ma mi spiace chela presa di coscienza dell'opinionepubblica sia arrivata solo iri relazio-ne a uno scandalo politico ed eletto-rale. Avremmo potuto arrivarci pri-ma, già sull'aspetto comm erciale».

I a y rr

Europese CommissieCommission européenne

ve abbiamo camminato. Informazio-ni dì per sé poco rilevanti ma che as-sumono un valore fondamentaleper la nuova generazione di busi-ness di queste aziende. Classificanole persone con un algoritmo: mentrefinora le informazioni venivano usa-te per migliorare l'efficacia delle in-serzioni pubblicitarie, ora vengonocommercializzate per altri scopi. An-che politici Perle elezioni Usa man-davano messaggi mirati, comesull'immigrazione, per spostare votie lo stesso hanno fatto perla Brexit,profilando le persone in base alleconversazioni sui social».

Il tutto illegalmente o comun-que aggirando norme esistenti?

«Non è possibile cedere migliaiadi dati su amici e follnzwerdelle perso-

ne da profilare, senza il loro con-senso , e poi rivenderle ai politi-ci. va contro le norme vigenti

l su correttezza e trasparenza.1 Oltretutto non sappiamo an-

cora tutto sul ruolo di Face-liook nellavfcenda».

Protezione dati Pagina 26

STEFANO BOERI

«Più archistreete meno archistar»

di Letto Naso

Stefano Boeri emerge da untour de force di riunioni. È

tarda sera ma lo studio, unapalazzina di inizio secolo inzona Conservatorio, a Milano,è ancora pieno come fossemetà mattina. La stanza dell'ar-chitetto, "il pensatoio" lochiamano ironicamente i suoicollaboratori, è un ottagono.

Continua > pagina 6

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Architettura Pagina 27

«Più archistreet e meno archistar»Architettura e politica: esperienze diverse e complementari ma entrambe totalizzanti

di Lello Naso

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lparquet è più che vissuto, le pare-ti sono ricoperte di librerie in cuispiccano le collezioni complete diDomus e Abitare, riviste che Boe-

ri ha diretto. Libri e oggetti sono acca-tastati in un disordine quasi simmetri-co. A destra della scrivania c'è unapan-ca per gli esercizi posturali, a sinistraunvogatore ultramoderno che hatuttal'aria di non essere mai stato usato. Unalampada Arco dei fratelli Castiglioniproietta una luce vivida sul tavolo. Sot-to il fascio il modellino in scala di unaVespa P2ooE bianca, il vespone chenella realtà Boeri utilizza abitualmen-te e che ha ispirato il VespArch, un touralla scoperta dei capolavori della cittàguidato da lui stesso.

Boeriveste diblu, pantaloni, camiciae giacca ma su nuance diverse, e ha gliocchiali appoggiati alla fronte. Versauna birra Ichnusa chiara antistress indue bicchieri. E reduce dal Mipim diCannes, la fiera del mercato immobi-liare più importante del mondo, dove èstato ospite d'onore. Al Mipim, assie-

«La prossima sfida è il pianoregolatore di Tirana. Il pernosaranno 22 scuole pubblicheaperte alla società civile»

me agli altri progettisti, ha ricevuto ilpremio per la migliore rigenerazioneurbana con il masterplan del quartiereMilano Porta Nuova. Un riconosci-mento che si aggiunge ai molti ottenutiin tutto il mondo dal Bosco Verticale, lacoppia di grattacieli alle spalle dellaStazione di Porta Garibaldi sulle cuifacciate sono stati posati settecento al-beri e 2lmila piante, l'elemento più di-rompente di Porta Nuova. «Il BoscoVerticale - dice - è lo snodo di una vi-sione di architettura che coltiviamo datempo, la forestazione urbana. Portaregli alberi nelle città andando anche ol-tre i parchi e i viali. Una modalità nuo-va, aggiuntiva e non sostitutiva, in cuipochi credevano».

Rileggere le critiche al progetto, maanche le cronache dei giornali durantela costruzione dei grattacieli, è illumi-nante. Il Bosco Verticale veniva consi-derata un'idea eccentrica, ai limiti del-l'irrealizzabile. C'era chitemevala mo-ria subitanea degli alberi, chi l'invasio-ne degli insetti nelle case, chisottolineava gli alti costi di manuten-zione. Boeri, con i due grattacieli oggirigogliosi, non calca la mano. «Il dibat-tito è il bello del mio mestiere. Tuttequeste preoccupazioni si sono poi ri-velate infondate. Il Bosco è una casache nasce per gli alberi e le piante e che

incidentalmente ospita anche umani evolatili», dice l'architetto con un sorri-so autoironico, completando la sua de-finizione in maniera fotografica: «So-no due ettaridibosco che sisviluppanoin altezza su una superficie dii.5oo me-tri quadrati e ci aiutano ad abbattere leemissioni di C02». Un paradosso co-struttivo che rischia di far cambiareidea sui grattacieli anche a Celentano.«L'albero di trenta piani - continua - e IlBarone rampante di Calvino sono statetra le mie fonti d'ispirazione. Celenta-no si è spinto persino a dirmi che il Bo-sco è una speranza. Detto da lui...».

Il Bosco è diventato un format inter-nazionale. A Parigi si chiamerà ForêtBlanche e avrà una struttura in legno.In Cina, a Nanchino, è già in costruzio-ne e sarà il primo in Asia. A Utrecht, inOlanda, è in progettazione. A Eindho-ven, sempre in Olanda, a settembreapriranno i cantieri del prototipo diBosco in housing sociale: 1.300 curo almetro quadrato con 125 case di55 metri.«Vuol dire - spiega Boeri - che non èsolo un progetto esclusivo, da ricchi.Abbiamo trovato uno sviluppatore in-telligente che ci ha creduto fortemen-te. Abbiamo disegnato case minimali-ste ma molto belle, ideali per giovanicoppie, e utilizzeremo strutture pre-fabbricate per abbattere i costi».

IlBoscohamolte soluzioni innovati-ve. Nelle strutture, nei servizi, maniente è stato brevettato. «Non c'è ra-gione per farlo», dice Boeri. «Molti ar-

chitetti, in tutto il mondo, stanno lavo-rando a progetti simili, ma con miglio-ramenti e adeguamenti alle esigenzespecifiche dei luoghi e delle persone. Èil senso dell'architettura».

Un senso, come traspare dalle paro-le e soprattutto dai progetti dell'ar-chitetto milanese, prima politico e poiestetico. Azzardiamo a dire che la po-litica nella vita di Boeri, negli anni Set-tanta militante del Movimento stu-dentesco, non è stata solo la parentesidi 30 mesi tra la candidatura alle pri-

marie per il sindaco di Milano - persecontro Giuliano Pisapia - e l'assesso-rato alla Cultura e all'Expo. La politicaè una linea continua che attraversa epermea l'attività professionale di Bo-eri e mescola i geni e le esperienze delnonno paterno, Giovanni Battista, an-tifascista e senatore alla Consulta,con quelle della madre, Cini Boeri, ar-chitetto e designer di prima grandez-za, allieva di Gio Ponti. «L'architettu-ra - ragiona Boeri - anticipa il futurodegli spazi in cui si svolgerà la vita de-gli uomini. Immagina quello che sarà,la nuova società. E il legame tra le in-tenzioni e le azioni. La politica - Boerisi infervora - è il sistema di relazioniche creano le condizioni per poteragire, per fare ciò che l'architettura haimmaginato. Ma solo se abbiamo ca-pacità d'ascolto. Riusciamo se sappia-

mo essere archistreet più che archi-star, se raccogliamo i suggerimentidal basso, dalla strada».

Politica e architettura come unicopercorso. Due linee sovrapposte.«Quando ho fatto l'assessore a Mila-no ho commesso il grave errore dira-gionare solo da architetto. Il lavorosui progetti, uno per uno. Il Museodella Pietà Rondanini, Bookcity, laMostra di Picasso, il Forumper Expo.Preso dalle cose da fare ho trascuratole relazioni, la politica, e alla fine misono ritrovato solo». Solo proprio suExpo, di cui lui stesso era stato tra iprogettisti del Masterplan di Rho-Pero, il pesce con il cardo e il decuma-no, e su cui voleva un impegno asso-luto della giunta e della città. «Ci so-

no state divergenze con il sindaco Pi-sapia e ho lasciato, ma è stataun'esperienza totalizzante. Perché lapolitica è totalizzante (un aggettivo incui riecheggia il Movimento studen-tesco, ndr). Ho commesso un errore,ne ho tratto le conseguenze».

L'errore riemerge carsicamente nelracconto. «Dagli errori, se sifa tesoro esi riflette, si impara molto. Alla Madda-lena è stato un fallimento perché nonho capito subito che non dovevamo ri-nunciare alla direzione dei lavori, chenon potevano chiederci di finire intempi così serrati per un evento, il G8,che poi, ironia della sorte, non si è tenu-to in quelle strutture. Lì ho capito chebisogna avere il controllo di quello chesi fa fino in fondo. Dovevo rinunciareprima, ma non ho avuto il coraggio dimettermi contro lo Stato».

Architettura Pagina 28

Per il recente avviso di garanzia diNorcia, invece, Boeri non riesce a ca-pacitarsi. Abuso d'ufficio per aver fir-mato il progetto del centro della Pro-tezione civile costruito dopo il terre-moto del 2o16 e inaugurato a giugno2017. Secondo i pubblici ministeri, lastruttura non è mobile ed è stata co-struita in un'area protetta, nel Parcodei Monti Sibillini. «Ero ad Amatrice -ricorda Boeri - ad inaugurare il Cen-tro del gusto, costruito in un mese conle donazioni degli italiani. Mi chiamail sindaco di Norcia e mi chiede di farequalcosa anche per loro. L'area l'hascelta il Comune assieme alla Prote-zione civile, i permessi li hanno predi-sposti loro stessi. Abbiamo utilizzatole donazioni e il mio studio ha lavoratogratis. Quando è arrivato l'avviso misono fatto un esame di coscienza, maveramente non capisco, magari c'è unerrore formale. Non ci potevo crede-re, mi sono arrabbiato tantissimo maspero sia solo ungigantesco equivoco.Sono tranquillo».

Nel pensatoio entra un collaborato-re. Chiede un consiglio sul Masterplandi Tirana, TRo3o, forse il progetto piùimpegnativo su cui è attualmente im-pegnato lo studio. Ritorna l'architettu-ra. L'idea della foresta urbana, la socie-tà aperta. Si vede una città verde divia-li, parchi e palazzi. «Tirana - dice Boeri- è un pezzo di Italia oltre l'Adriatico. Ilprimo piano regolatore della città èstato fatto da Armando Brasini nel1925. Poi, in un Paese musulmano, du-rante la dittatura si è stratificata l'ar-chitettura cinese e sovietica. Un calei-doscopio. Ora bisogna aprire la societàcivile di un Paese che corre».

Riemergel'archistreet. «Il perno sa-ranno 22 scuole pubbliche aperte aiquartieri e alle professioni 24 ore su 24e sette giorni su sette. Noi ne progette-remo tre». La funzione sociale dell'ar-chitettura che in fondo, come la politi-ca, è totalizzante.

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In Stefano Boeri, 61 anni, milanese, architetto, ètitolare dello studio di architettura SBA (StefanoBoeri Architetti). È professore ordinario diPianificazione urbanistica al Politecnico diMilanoe ha insegnatoa Cambridge e Harvard.n Ha progettato il Bosco Verticale di PortaNuova a Milano, due grattacieli di 100e80metri con 300 alberi e 2lmila piante sullefacciate. Il Bosco Verticale ha vinto il premio diedificio più bello del mondo nel 2015. Haprogettato la Villa Méditerranée di Marsiglia e laCasa del Marea La Maddalena. Ora stalavorando a[ Masterplan perTira na, TR030e Èstato assessore alla Cultura al Comune diMilano nella giunta di Giuliano Pisapia ed èPresidente della Triennale dell'Arte.

Archistar e archistreet . Stefano Boeri, 61 anni, architetto e professore al Politecnico di Milano

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Rete idrica sempre più colabrodo"Bisogna investire 25 miliardi"

LE PERDITE TOT ALI SONO SALITEDAL 36% DEL 2012 AL 39% DEL2016CAGLIARI È LA PEGGIORETRA LEGRANDI CITTÀ CON UNO SPRECODEL 58%o , MILANO LA PI1.1VIRTUOSA(16% ). IL CRESME AVA ERTE : "SI DEVEINTERVENIRE , ALTRIMENTI RISCHIADI CONTINUARE IL DETERIO1UMENTODI CONDUTTURE MOLTO USURATE."

Sefania Aoi

Milano

L r Italia fa acqua da tutte le parti.E, in questi ultimi anni, la situa-

zione è persino peggiorata. Se nel2012 la nostra rete idrica perdeva unterzo della quantità trasportata nellecase (36 per cento), nel 2016 (ultimodato disponibile) si è arrivati al 39 percento. <dl problema - redarguisce ildirettore del Cre-sme, Lorenzo Bel-licini - è che, no-nostante le tecno-logie sempre piùevolute a disposi-zione, enti locali egestori è da più di20 anni che inve-stono troppo po-co, tanto che vi èstato un deciso eprogressivo peg-gioramento dellecondizioni dellecondotte italia-ne». Nel 2012 glientilocali spende-vano 700 milionicirca e i gestori 1,2 miliardi, nel 2016 iprimi hanno messo appena 511 milio-ni e i secondi 1,1 miliardi (dati Siope eUtilita tis)_

L'istituto di ricerca parla con i nu-meri alla mano. Ha appena presenta-to il "Rapporto Accadueo 2018-2020"che rivela una situazione a macchia dileopardo, dove i Comuni "spreconi" sialternano a comuni che non lo sono.L una realtà virtuosa Milano, che gua-dagna il primo posto in classifica tra legrandi città e registra appena un 16per cento di perdite (erano il 13 nel2012). Bene anche Trento, che si piaz-za al secondo posto, con il 22 per cen-to di acqua persa. Bologna segue in ter-za posizione con il 26 per cento. Buoniesempi si incontrano anche nei muni-cipi più piccoli. Un capoluogo di pro-

vincia come Monza ha appena Vi Iper cento di perdite. Foggia, in Puglia,segue a pari merito (11 per cento). Alterzo posto ecco Macerata, nelle Mar-che (12 per cento).

La maglia nera per la rete idrica co-labrodo italiana va invece a Cagliari,la peggiore tra le grandi città, che spre-ca il 58 per cento dell'acqua. Non so-no buone nemmeno le performancedi Roma che perde il 47 per cento di"oro blu" per strada, peggiorando lasua situazione rispetto al 2012 quan-do ne sprecava il 39 per cento. Firenzeschizza al 41 per cento di acqua persa.Nel 2012 era il 30 per cento.

Mentre guardando ai ceri tri più pic-coli, i capoluoghi di provincia più"spreconi" sono Frosinone, nel Lazio,dove solo il 30 per cento dell'acqua ar-

riva nelle case. Si perde il 73 per centodi questa risorsa a causa di una retevecchia e inefficiente. La situazione ècomunque lievemente migliorata.Nel 2012 se ne perdeva il 78 per cento.Al secondo posto ira i cattivi esempiecco Campobasso, in Molise, (70 percento delle risorse idriche perse). Alterzo posto, infine, Iglesias, in Sarde-gna (67).

Ma chi gestisce meglio la rete idri-ca: il pubblico o il privato? «Difficile ri-spondere. - afferma Bellicini - Noisiamo ancora in fase di studio, Mon-za, la città in questo campo più virtuo-sa d'Italia nel 2016, aveva l'acquedot-to gestito da BrianzaAcque, societàpubblica. Mentre l'acqua a Frosino-ne, che invece è la città con le perfor-mance peggiori, era gestita da Acea,società mista pubblico-privato». Ciòche è invece chiaro secondo il Cresmeè che si deve intervenire. «Altrimenti ildeterioramento continuerà. - rac-conta Bellicini - Le perdite sono do-vute soprattutto alla scarsa qualità eall'obsolescenza delle condutture. Il90% di queste sono state posate più di30 anni fa, secondo dati Utilitalia».

Per rete idrica, fognaria e gli impian-ti di depurazione, secondo datidell'Autorità per l'Energia, il Gas e iServizildrici, tra il 2016-2019 sono sta-ti già programmati dai gestori 12,7 rni-liardi di investimenti. «Difficilmente,secondo l'esperienza passata, si raggiungeranno tali cifre, inoltre, sempresecondo l'Autorità, ce ne vorrebbero

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almeno 25 di miliardi per mettersi inregola con gli adempimenti eriroraei»,prosegue l'esperto. Che aggiunge.«Una vera svolta potrebbe arrivare dainvestimenti in sensori in grado di tra-sforniate la rete idrica in un impiantointelligente, capace di segnalare gua-sti e perdite. Questo aiuterebbe ad evi-tare gli sprechi e consentirebbe unamanutenzione preventiva».

I sensori risolverebbero anche i pro-blemi di allagamento delle città. A dir-lo uno studio dell'Icar-Cmrr, pubblica-to sulla rivista Journal of Network andComputerApplications (Jnca), che in-dica come principale colpevole degliallagamenti delle nostre città le tuba-ture che si ostruiscono, una rete di dre-naggio inefficiente, e impianti di depu-razione sovraccarichi. Un problema ri-solvibile posizionando sensori e para-toie elettromeccaniche intelligenti nel-le condotte.

«Queste ultime poi - spiega An-drea Vinci, ricercatore dell'Icar-Cnr- saranno coordinate da un algorit-mo e controllate da un regolatore ingrado di definire l'apertura della para-toia e di regolare il deflusso dell'ac-qua». li sistema è stato testato a Cosen-za, utilizzando una versione persona-lizzata del software di simulazioneSvvmm (Storni Water ManagementModel). Il risultato è stata una riduzio-ne significativa degli allagamenti e de-gli sversamenti di acque non depura-te.

PERDITA SULL 'ACQUA IMMESSA , I PEGGIORI 10 DEL 2016...Comuni capoluogo di provincia, % di perdita

E I MIGLIORI 10Comuni capoluogo di provincia, % di perdita

73 5 MONZA - 10 8FROSINONE ,= ,

CAMPOBASSO E 69,7 FOGGIA -11,2

IGLESIAS j67,0 MACERATA ` 12,3 m

LATINA 1 65,9 PAVIA _ 13,0

TEMPIO 165,4 FERMO _ 13,5 mCHIETI 62,9 PORDENONE 14,1 m

14 5ORISTANO 62,5 MANTOVA , _

62 0 MILAND ~ 16 2MESSINA , ,

R EMILIA 16 6SALERNO 60,3 . ,e

SIRACUSA 59,9 5 SONDRIO 18,0PooIH elEoræaioor 691:fN€ au tlalï ISIAIPone uhhoia,imi 6B[5N [ n ai! ISIA1

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La rete idricanazionale è un

colabrodo:sprecaquantità crescentidi acqua perché éobsoleta. Servono

grossi investimenti

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