Date post: | 01-May-2015 |
Category: |
Documents |
Upload: | fiammetta-gori |
View: | 221 times |
Download: | 0 times |
Cessazione completa ed irreversibile del fenomeno vita.
Essere costituiti di parti morfologicamente e funzionalmente
coordinate
Derivare da altri esseri viventi di cui ripetono le caratteristiche
morfologiche e funzionali attraverso il fenomeno dell’eredità
Essere capaci di utilizzare a fini plastici ed energetici le
sostanze assimilate dal mezzo ambiente
Avere un ciclo vitale irreversibile
Negli organismi unicellulari la morte si identifica con
la perdita delle caratteristiche proprie dei viventi.
Negli organismi pluricellulari la morte si identifica con la
cessazione completa ed irreversibile del funzionamento
integrato dell’organismo.
Negli organismi pluricellulari le cellule vivono insieme, ma
muoiono separatamente.
Va nettamente distinta la morte di tutto l’organismo dalla
morte dell’organismo come un tutto.
Nell’uomo la definizione di morte pretende l’identificazione del “punto di non ritorno”
nei due aspetti fondamentali:
Strutturale e cioè quale sia la struttura che garantisce il funzionamento integrato
dell’organismo
Dinamico e cioè quando un individuo diventi cadavere
Nella specie umana centro regolatore dell’attività integrata dell’organismo è
l’encefalo
Alla cessazione completa ed irreversibile delle attività encefaliche consegue
inesorabilmente, in tempi diversi, l’arresto di tutte le altre funzioni dell’organismo.
La cessazione irreversibile della funzione cerebrale in un contesto
rianimativo è segno di morte così come lo è l’arresto irreversibile della
funzione cardiopolmonare in un contesto ordinario.
In un domani potrebbe essere possibile, in un contesto rianimativo, anche la
supplenza delle funzioni omeostatiche dell’encefalo.
Ne potrebbe conseguire pertanto il funzionamento integrato dell’organismo anche
dopo distruzione dell’encefalo, ma l’”individuo” potrà essere considerato ancora
vivo?
In una simile prospettiva il problema della definizione della morte è destinato ad
assumere una dimensione fondamentale etica: diventa un problema di scelta fra
valorizzazione degli aspetti biologici ovvero psicologici.
Cessazione definitiva dell’attività cardiorespiratoria.
Cessazione completa ed irreversibile di tutte le attività
dell’encefalo