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Chiesa viva 372 M mensile.pdf · clandestino, studiando a casa e la-vorando contemporaneamente...

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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XXXV - N° 372 MAGGIO 2005 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità GIOVANNI PAOLO II È MORTO
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  • MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 12125123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.

    «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

    ChiesavivaANNO XXXV - N° 372MAGGIO 2005Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.Abbonamento annuo:ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5(inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituitiOgni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

    GIOVANNI PAOLO IIÈ MORTO

  • 2 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    Allo scoppiare dell’ultima guerra, un aviatore fece un volo intorno a Parigi

    gettandovi “Medaglie Miracolose” per salvarla dai bombardamenti, e Parigi fu salva.

    Salviamo l’Italia con una cintura di consacrazione a Maria!

    O Maria, Madre di Dio e Madre nostra,nell’uragano di una guerra e di una persecuzioneche avanzano sconvolgendo il mondo intero,noi cerchiamo rifugio nel tuo Cuore Immacolatoe a Te consacriamo noi stessi,le nostre famiglie le nostre città, i nostri paesi,che ti onorano come Madonna dell’Aiuto.Difendici da ogni assalto di Satana!Implora il perdono dei nostri peccati!Convertici e salvaci dalla dannazione eterna!Fa’ che dai travagli dell’ora presentela nostra Fede sia purificata e viviamo più decisamente per Tee per tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro Signore!Amen!

    CONSACRAZIONE A MARIACONSACRAZIONE A MARIA

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 3

    del sac. dott. Luigi Villa

    D a vari anni risultava piùche evidente il suo de-clino fisico. Era logora-to dal male, ma il tutto veniva co-me mascherato con inganni chesono durati fino all’ultimo, quandola morte lo fermò definitivamente.Il “Papa che veniva da lontano”non lo si sarebbe più veduto innessuna parte del mondo che Egliaveva visitato.Bisogna risalire fino al 1522 primadi trovare un altro Papa non italia-no, Adriano Florissoom, di Utre-cht, che regnò solo un anno, colnome di Adriano VI.E ora non è facile delineare la fi-gura di un Papa del quale si po-trebbero tracciare vari profili oppo-sti tra loro. Molti lo hanno chiama-to: “Papa turista”, “Papa-gira-mondo”, “Papa Globetrotter”,persino “Papa zingaro”, invece diprovvedere alla disciplina internadella Chiesa. Certo, non è facilecomprendere a fondo le motiva-zioni interiori di questo Papa per tuttiquei viaggi che ha fatto, usando ognimezzo di locomozione e di trasporto:aerei, elicotteri, automobili (fino alla“papamobil”), barche, gondole, ca-noe, funicolari, che suscitavano giudi-zi vari, alcuni superficiali, inadeguati,fondati sulla “simpatia”-“antipatia”, macomunque non si può scandalizzarsise di dicesse che non è mai stato, o

    euforicamente detti “apostolici”!Come le sue 38 tappe in Africa, le16 in Asia e Oceania, le 2 del-l’America del Nord, le 28 nel-l’America Centro-Sud, le 34 in Eu-ropa; con un totale di 104 visiteall’estero, 300 in Italia (di cui 150a Roma!), sempre insistendo sui“diritti degli uomini”, ma mai su-gli imprescindibili “diritti di Dio” e“doveri” dell’uomo verso Dio!Nessuna meraviglia, quindi, se cisi domanda: ma chi era questoPapa “venuto da lontano?”.

    Era un “polacco”, nato a Wa-dowice, in Polonia, il 18 maggio1920. Da notare che il cattolicesi-mo polacco fu molto influenzatoda una sorta di “messianismo”romantico, rivoluzionario e libera-le, sì da confondere la religionecol ruolo messianico della nazionepolacca. Inoltre, va notato ancheche la coabitazione del cattolicesi-mo col marxismo aveva generato

    quel “dialogo”, di cui, Wojtyla subì leinfluenze!Dopo la “licenza liceale”, frequentòl’università di Cracovia, dove si legòcon M. Kotlarczyk, “il maestro dellaparola”, fondatore del “teatro ra-psodico”; e seguì il teosofo RudolfSteiner (ex prete!), seguace della oc-cultista e fondatrice della SocietàTeosofica, Madame Blavatsky.

    GIOVANNI PAOLO IIÈ MORTO

    La bara di Giovanni Paolo II.

    quasi, sul trono di Pietro, appuntoperché fu un Papa trasvolatore, unglobe-trotter delle religioni, un Papache andava a sciare, a passeggiaresui monti, a nuotare nel mare, in pi-scina; un Papa che amava gli scher-mi televisivi, che fece l’elogio del“rock ‘n roll”; che svolse la suaazione (!!) soprattutto nei suoi viaggi,

  • 4 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    A 23 anni, si rende “seminarista”clandestino, studiando a casa e la-vorando contemporaneamente nel-l’industria chimica Solvay. Certo, ilsuo studio filosofico non fu il vero to-mismo, perché il manuale di Waische usava arieggiava tra Kant e S.Tommaso.Dopo l’entrata dei Russi in Polonia, laChiesa polacca divenne più progres-sista. Nel 1946, venne fondata la rivi-sta “Znak” della quale anche Wojtyladivenne uno dei principali collabora-tori. La Rivista si ispirava al progres-sismo francese (Mounier, Maritain, G.Marcel), per cui i princìpi erano i me-desimi che avevacondannati Pio XIInella “Humani Ge-neris”. Il “dialogopolacco”, perciò, sibarcamenava tracattolicesimo e mar-xismo.Il 1° novembre1946, Karol Wojtylaveniva ordinato sa-cerdote.Il cardinale Sapi-cha lo mandò a Ro-ma per proseguiregli studi, all’Angeli-cum. Ma c’era, allo-ra, a Rettore del-l’Università, il gran-de teologo e scrittu-rista Padre Garri-gou-Lagrange, gi-gante del tomismo;ma Wojtyla non ade-riva a quell’insegna-mento, non era la fi-losofia che egli voleva, quella esisten-ziale, moderna, specie quella di Kant.Perciò, la sua tesi di dottorato: “Lafede secondo S. Giovanni dellaCroce”, fu criticata e bocciata da La-grange, perché era quella dei moder-nisti che sostenevano che la Fedesi fonda sull’esperienza personale.Perciò, non accettato per il dottorato,Wojtyla dovette ritornare a Cracovia,alla sua università, dove venne accet-tato e promosso.Dopo il dottorato, andò in Francia, do-

    ve conobbe i “preti-operai” e accen-tuò il suo distacco dal tomismo, ab-bracciando il personalismo di Emma-nuel Mounier. Ritornato in Polonia,sotto la guida del prof. Roman Ingar-den, preparò il dottorato in filosofia,sperando di fondare, poi, una mo-rale cattolica sul sistema di Sche-ler, anch’egli discepolo di Husserl,fondatore della fenomenologia cheWojtyla adotterà completamente, fan-tasticando di poter fondere fenome-nologia, personalismo ed esistenziali-smo col cristianesimo, nonostanteche dovesse sapere che quel miscu-glio era già stato condannato da Pa-pa Pio XII nella sua “Humani Gene-ris”, ma della quale lui non tenevaassolutamente conto.Con l’insegnamento, Wojtyla aprofittòper fare anche della pastorale con glistudenti universitari e nei circoli so-cialisteggianti del movimento Znak,predicando un’etica sul ritmo dello

    spretato apostata Max Scheler, ilquale precedeva l’“ecumenismo”di Giovanni Paolo II, venuto alla lucenella sua produzione libraria, quale:“L’amore coniugale” e “Amore eresponsabilità”, pubblicati nel 1960,da Vescovo. Da notare che l’edizionefrancese del 1965 porta la “prefazio-ne” del gesuita Henri de Lubac(amico e difensore del confratello ge-suita massone Teilhard de Char-din, condannato dal Sant’Uffizio!) cheWojtyla, da Papa, farà addirittura car-

    dinale, riabilitando persino Teilhardde Chardin!Ma anche nel Vaticano II, Wojtyla tro-verà l’occasione di far accettare lasua filosofia e teologia che, fino allo-ra, il Magistero aveva condannato,appoggiato e difeso dai teologi pro-gressisti, come Henri de Lubac, J.Danielou, Y. Congar, Hans Küng, R.Lombardi, Karl Rahner, ed altri dellastessa linea.

    ***

    Nel 1964, Karol Wojtyla divenne Ar-civescovo e, nel 1967, Cardinale.Quando nel 1970 usci la sua opera“Persona ed atto”, venne discussaall’università di Cracovia, ma i profes-sori tomisti espressero le loro critichecontro quell’irriverente miscuglio di to-mismo e di fenomenologia!

    ***

    A questo punto, es-sendo questo nostroscritto un semplicearticolo-flash sulladomanda che ci era-vamo posti: «Ma chiera questa Papa“venuto da lonta-no”?», non possia-mo fare altro, qui,che presentare unbreve elenco di“azioni” e “parole”,compiute o pronun-ciate durante il suopontificato.Estraiamo questi“fatti” come da unpallottoliere:

    – Da Vescovo, nel1971, si recò alla Si-nagoga di Roma.Nel 1973, fece unavisita alla “comunità

    ecumenica protestante” di Taizé(dove nacque la “Nuova Messa”!Inoltre, invitò il “priore” di Taizé, Ro-ger Schulz, in Polonia, per predicareed animare due incontri di giovani, aCracovia e a Varsavia. Predicatorieretici, insomma! Ma per Wojtyla, lafede doveva diventare, come per ilmodernisti, una “esperienza” sog-gettiva, immanente alla coscienza(o sub-coscienza?) del credente.– Il 16 ottobre 1978 divenne Papa,ma non si libererà dai suoi “errori”,

    Giovanni Paolo II col rabbino di Roma Toaff.

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 5

    benché condannati dai Papi prece-denti.– Nella prima domenica di Avventodel 1983, fu promulgato il suo “Nuo-vo Diritto Canonico”, nel qualescompaiono le “note dogmatiche”della Chiesa: Una, Santa, Cattolica,Apostolica, per diventare “comunio-ne”, “ecumenismo”, “collegialità”.– Nel dicembre dello stesso anno1983, Giovanni Paolo II fa visita al“Tempio Luterano”, in Roma.– Bisognerebbe poter riassumere an-che le sue principali sbandate controla Fede (che i suoi piaggiatori fingonodi ignorare!), come queste:– Il 25 maggio 1982, in Inghilterra, ilPapa assistette a un altro culto prote-stante nella cattedrale protestante diCanterbury.– L’11 dicembre 1983, predicò in un“Tempio luterano”, a Roma, do-po aver detto che bisognava “rifa-re il processo di Lutero in modopiù obiettivo” (!). (Fu, questa,una grave infrazione al “DirittoCanonico” che, qui, non avevafatto che esplicitare il Diritto Divi-no!.. e fu anche una grave ingiuriaal suo predecessore, il Papa Leo-ne X, grande difensore della Fedecattolica!).

    Quindi, si può dire che tutti i suoigesti, detti “ecumenici” e “profe-tici”, furono gesti, invece, chehanno sconcertato; come l’incon-tro con la sètta dell’alta massone-ria ebraica dei “B’nai B’rith”;come l’incontro con i membri dellamassonica “Commissione Trila-terale”, il 18 aprile 1983; come gliincontri con i monaci di Taizé; co-me gli incontri con Dimitrios I, neldicembre 1987 e con BartolomeoI, il 29 giugno 1997; come l’incon-tro con Hassan e l’Islam, a Ra-bat, in Marocco, il 19 agosto 1985,dove ai giovani musulmani, nellostadio di Casablanca, disse: «... Noi crediamo nello stessoDio, l’unico Dio, il Dio viven-te...»; «... è di Dio stesso chedesidero, innanzitutto, parlarvi;di Lui, perché è in LUI che noi cre-diamo, voi musulmani e noi cattoli-ci...»; «La Chiesa manifesta unaparticolare attenzione per i creden-ti musulmani, data la loro fedenell’unico Dio, e la loro stima dellavita morale» (?!); come pure elevòalla dignità di arcivescovo il loscomons. Marcinkus, massone, cheverrà, poi, allontanato dal Vaticano

    esiliavano e commettevano ogni sor-ta di delitti; come quando il 1° giugno1990, ricevette, per la quinta volta,Tenzin Gyatro, detto “Dalai Lama”,sedicente reincarnazione di Budda.Nel convento romano di S. Anselmo,dove era ospitato questo “capo tibe-tano”, fu intervistato da Massimo Je-voletta (de “Il Giornale”). Ecco trestralci di quella intervista:«Che cos’è l’anima?».«Se la concepiamo come un’entità

    immutabile, essa non esiste».«Dunque, Lei nega l’esistenza diun Dio creatore?»«Esattamente»!«Quel trauma (dell’invasione cine-se in Tibet - ndr) non Le impedì diriconoscere nel marxismo dei latibuoni, e addirittura delle conso-nanze col buddismo?»«Dobbiamo riconoscere il fondobuono delle teorie socialiste, checonsiste nella ricerca di un benecomune per gli uomini...».(da: “Il Giornale” del 2. 06. 1990).Giovanni Paolo II, quindi, avevamesso a disposizione di questobuddista una “abbazia” (ove haricevuto, poi, anche Occhetto, al-lora segretario del P.C.I.) per pro-pagandare l’ateismo puro e sem-plice (o il più moderno “pantei-smo”)!..

    Il 17 novembre 1980, in Germa-nia, in un Tempio luterano, ebbe adire: «Io vengo a Voi verso l’ere-dità spirituale di Martin Lutero,del quale Egli espose la“profonda spiritualità”» (ma nonsapeva che questo falso monacosmonacato era stato un cognusci-tissimo esemplare del vizio impu-ro?..).

    Se continuassimo a citare “fatti” diGiovanni Paolo II, constateremmoche il suo pontificato fu sempre con-traddittorio, e che i suoi risultati non sipotevano mai indovinare. Di Lui si po-trebbe dire, anzi, che Egli si fece unasua teologia personale; una sua“nuova ecclesiologia” che si iden-tificava con tutta l’umanità; una“nuova nozione di Rivelazione”

    dopo le inchieste della Giustizia Ita-liana sul crak Calvi-Sindona-Vati-cano; come lasciò che la Radio Vati-cana fosse al servizio del moderni-smo e del progressismo; come lasciòche l’“Osservatore Romano” faces-se un disservizio in un quasi disastrodottrinale, con precisi nominativi; co-me pure lasciò che la Civiltà Cattoli-ca venisse diretta da progressisti emodernisti e persino da filo-massoni;come il 40 ottobre 1999, sulla que-stione “scuola cattolica” e quellastatale, ebbe a dire: «Chiedo, insie-me con Voi, la parità giuridica edeconomica», un parlare laico che hanulla a che vedere con la confessionereligiosa; come, dopo aver riabilitatoGalileo Galilei, e dopo aver resoomaggio addirittura all’ex frate emassone Lutero, ha voluto rivedere

    persino la posizione della Chiesa sul-la Rivoluzione Francese, afferman-do che molte di quelle idee erano cri-stiane e che appartenevano alla vec-chia Europa, come diritti sacri e im-mutabili della persona umana, tacen-do, però, che quei massacri non furo-no fatti da cristiani fedeli, bensì dafrancesi indiavolati che uccidevano,tagliavano teste con la ghigliottina,

    Giovanni Paolo II alla moschea di Damasco.

  • 6 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    che vuole tutti gli uomini in possessodi essa, sia pure in diversi gradi; unasua “nuova fede”, che è un sempli-ce prender coscienza del “sopranna-turale”, preesistente in tutti fin dallanascita. Si legga l’“Osservatore Ro-mano” del 6/7 settembre 1993. Sia-mo in Lituania, a Vilnius, sulle tombedei “martiri dell’indipendenza”. IlPapa disse: «Abbiamo pregato ebenedetto tutti i sepolcri, cattolicie non cattolici: cri-stiani, lituani, polac-chi, russi, tutti... per-ché davanti a Dio, inquesto grande miste-ro della morte, tuttisiamo una sola cosa;siamo il suo popolo,siamo comunione disanti» (e quindi...“Chiesa”!).Questa è la sua perso-nale visione beatificadei giusti, in contrastocon la Fede Tradiziona-le!..Ma è il suo ecumeni-smo! Su l’“Osservato-re Romano” del 3 feb-braio 1990, si legge:«Siamo entrati col Va-ticano II in un’epocaecumenica... il compi-to non è facile. Non sipuò rifare, in un breveperiodo, quello che siè fatto, nel senso con-trario, in un lungo periodo» (!!).Quindi è chiaro che Giovanni PaoloII era contrario al “passato”, cioèalla Tradizione della Chiesa, al lavo-ro fatto dai suoi predecessori... e sene videro le conseguenze: apostasiadelle Nazioni cattoliche; diffusionedelle sètte (specie dell’Islam!); spari-zione graduale, ma continua, del“sacerdozio”, una “ecumenìa, cioè,che chiamava, sì, al “dialogo”, mache poi lasciava che la Gerarchia e ilClero lo conducessero in forma equi-voca, ambigua, di fronte alla Verità.Fu un Papa, insomma, che non è pa-ragonabile ad alcun altro Papa.Quanti cosiddetti “tabù” ha fatto sal-

    tare! Può essere detto il Papa piùsecolarizzato dei nostri tempi mo-derni, senza scrupoli nell’usare glistrumenti, la tecnologia e la secolaritàdel tempo!Non fu certo un Papa asceta, né unmistico, perché gli piaceva l’amoreumano in cui credeva, amantecom’era della corporeità, fino a bacia-re le ragazze, gioioso nel contemplar-le quando ballavano davanti a Lui - inogni parte del mondo - anche se im-barazzanti e deplorevoli. E questiscandali li volle anche in San Pietro,con danze, canti africani e rumori ditam-tam, come lo fece per l’aperturadel Sinodo africano dei Vescovi, cam-biando, così, anche lo stile di tutti i Si-nodi continentali, sempre con danza-tori seminudi.

    Nella “Nuova Guinea” (8 maggio1984) una studentessa lesse l’epi-stola, alla “Messa”, in topless. Nel-le Isole Figi (nov. 1986) bevve, dauna noce di cocco, il “Kava”, unaporzione rituale alquanto tossica. InIndia, ricevette il marchio di Shiva,divinità induista della distruzione edella riproduzione, il cui “terzo cer-chio” è figurato da un pigmento com-posto di ceneri e di sterco di una vac-ca sacra indù!

    ***

    Seguendo questo Papa con attenzio-ne, ho sempre notato che veniva con-

    siderato, in genere, come “protago-nista”, come un Papa della “restau-razione”, come un Papa di un “nuo-vo ecumenismo”, ma con tante ap-parenti contraddizioni, in una forma di“razionalismo modernista”, comelo era già ai tempi di S. Pio X, quandosi parlava del “Cristo della fede”(perfetti credenti!) e del “Cristo dellastoria” (perfetti razionalisti!)! Nel 1965, quando era ancora Vesco-vo di Cracovia, egli discusse - per ca-pirlo meglio! - del fenomeno dell’incul-turazione con un amico, dicendo:«Certamente, Noi preserveremo glielementi di base: il pane, il vino;ma tutto il resto verrà cambiato,secondo le tradizioni locali: parole,gesti, colori, vestimenti, canti, ar-chitettura, decorazioni. Il problema

    della riforma liturgicaè immenso»!A provare le conse-guenze devastatrici diqueste premesse, ba-sta ricordare che Eglisostenne e difese sem-pre i princìpi della Ri-voluzione Francese incui vedeva, la “libertàreligiosa”, la “colle-gialità” e l’“ecumeni-smo rivoluzionario”,tanto che, in occasionedella beatificazione deiMartiri di Avrilé, ebbea dichiarare che «que-sto movimento sto-rico (la RivoluzioneFrancese) era statoispirato da sentimentireligiosi (libertà, ugua-glianza, fraternità) e daun desiderio di rifor-me necessarie»...Sono affermazioni chenon lasciano spazi vuo-

    ti nel discorso, perché emergono daun complesso di “fatti” e “parole”che costituiscono la tessitura dellasua vita papale, in tutti i campi; dog-matici, morali, liturgici, pastorali... Facciamo anche qui alcuni esempi:perché denunciò abusi e profanazionisull’Eucarestia, ma poi lasciò che i Di-casteri competenti non intervenisserocontro le aberrazioni, contro le banali“creatività liturgiche”, in cui fu usa-to anche materia invalida, lasciandomoltiplicare i Canoni, tacendo suigravissimi sacrilegi, come l’aver datoil permesso di dare sulle mani la San-ta Comunione, permettendo, così,che succedesse ogni genere di profa-

    Giovanni Paolo II col Dalai Lama.

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 7

    nazione?.. Perché ha taciuto sul“referendum” sull’aborto, facendo-si, poi, perfino fotografare con l’on.Andreotti che, come Capo di Stato,aveva firmato la legge abortista?..Perché ha lasciato la Curia Romanain mano ai guastatori?.. e perché fecelo stesso coi Seminari, lasciando ilcardinale Garrone alla direzione diessi con la sua nefasta gestazione?..

    ***

    Nel frattempo, Egli accostava - comedicemmo - tutti i Capi delle varie falsereligioni, mandava loro telegrammi: aimussulmani, in occasione del Ra-madam; ai buddisti, per l’anniversa-rio di Budda; ai vari Congressi ecu-menici, dove non si parlava più di“ c o n v e r s i o n e ”all’unica Verità, rive-lata da Gesù Cristoe insegnata dallaChiesa cattolica, masolo di “comunio-ne” per la pace, di“solidarietà” con ipoveri, di difesaecologica dei variambienti... e maiconfrontate con laparola autentica diColui che è fonda-mento visibile dellaChiesa, garanziadell’unità con il tri-plice inscindibile“Primato”, dottri-nale, giuridico ePastorale?.. E fu,al certo, con que-sta “mens” che fe-ce togliere dal“Nuovo Codice” diDiritto Canonicol’art. 2335 checomminava la “scomunica” controla sètta dei massoni!..Il 21 novembre 1982, su “Il Giornaledi Sicilia”, si leggeva che GiovanniPaolo II ricevette il benvenuto dai“membri della Commissione mas-sonica di Piazza del Gesù”, tra cuic’era il massone Giuseppe Manfala-rinella, in veste di “Sovrano GranCommendatore e Gran Maestrodell’Ordine”. Vi partecipava anche“Cosa Nostra”. L’automobile biancapapale, era guidata da Angelo Siino,pure di “Cosa Nostra”, il quale,

    quel giorno, stette vicino al Papaper ben 9 ore! Le cronache del tem-po raccontano di “sguardi” e di“sorrisi” ogni volta che i loro occhi siincrociavano1. A fondo pagina 70, dellibro “I Mercanti del Vaticano”, silegge: «come se si fosse trattato diun “fratello”, i massoni di Trinacriaavevano accolto il Pontefice con il“triplice abbraccio” dell’organizza-zione muratoria»2.Un altro “fatto”: nel 1982: nominò“Cavaliere del Pontificio OrdineEquestre di S. Gregorio Magno”,l’ungherese Sir Sternbarg, per averdato impulso alle nuove relazioni giu-deo-cristiane. Inoltre, finanziò l’istitu-zione culturale ebraica maggiored’Europa, lo “Stenberg Centre forJudaism” di Finchley (Londra). E il

    maggior seminario rabbinico euro-peo, il “Leon Beeck Collage”. Il 13aprile 1986, poi, in uniforme di Cava-liere dell’Ordine, il Papa fu accompa-gnato da quel Sir Sternbarg nella vi-sita alla Sinagoga di Roma.Si può pensare che, con lo spaurac-chio del pericolo del “materialismoateo”, si sia creato un fasullo “frontecomune spiritualista”, quale appun-to era voluto dalla Massoneria conl’uguaglianza delle religioni. Ma èun’eretica conseguenza della “libertàreligiosa” questo ammortizzare il

    dogma “extra Ecclesia nulla salus”per pregare assieme ai seguaci diogni religione. Comunque, sarà proprio questa sua“mens”, che gli farà percorrere tuttoil mondo, leggendo solo dei discorsisociali e dei suggerimenti umanisti,dimentico dei milioni di Martiri cri-stiani, disseminati dovunque, e la-sciando tutto come trovava, specie lefolle assetate di verità eterne!

    Sì, ha scritto, anche14 encicliche, manon tutte senza “er-rori”, come la “Veri-tate Splendor” (6agosto 1993), imbe-vuta di spirito indivi-dualista, naturalista,non distinguendomai la differenza chec’è tra Grazia e or-dine naturale.Lo dimostra anchenella sua enciclica“Redemptoris ho-minis”, dove men-ziona l ’uomo ben110 volte, mentreDIO lo menziona so-lo 10 volte!Per questo, Wojtylavedeva la secolariz-zazione quasi unacontrapposizione al-la fede in Dio. Il 7febbraio 1982, al-l’Angelus domenica-

    le, infatti, disse: «... Nello stessotempo, inserisco in questa pre-ghiera sia i loro fratelli musulmani,che abitano sulla stessa terra, siaanche i numerosi animisti, testimo-ni della religione africana tradizio-nale».E in Africa, nel febbraio 1992, Wojtyladisse: «Tutti voi, Cristiani e Musul-mani, siete chiamati a fare delle vo-stre famiglie e della stessa società,luoghi in cui Dio sia veramentepresente, dove la giustizia e la pa-ce esistono veramente, e dove le

    1 Cfr. “Panorama” del 27 nov. 1997. 2 Cfr. Mario Guarino, “I Mercanti del Vaticano”, ediz. Kaos, pp. 69-70.

    Le esequie solenni di Giovanni Paolo II, ufficiate dal card. Joseph Ratzinger.

  • 8 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    persone siano mosse da uno spiri-to di amore e di mutuo rispetto. Ilmio messaggio ai giovani dellaGambia è questo: “Siate il sale del-la Terra! Siate la luce del mon-do!”»3.E il 15 giugno 1990, riceveva in Vati-cano il leader comunista e terroristadel “National African Congress”(ANC), ossia colui che aveva elogia-to, negli Stati Uniti, il Governo di Ca-stro e di Gheddafi. Dopo quell’incon-tro col Papa, Mandela disse che ilPapa non gli aveva chiesto di rinun-ciare alla “lotta armata” che, tra l’al-tro, includeva anche l’eliminazionedei rivali - in gran parte negri! - col“collare di fuoco”, ossia: pneumaticiincendiati attorno al corpo della vitti-ma!Ora, questo mi fa ricordare che nelSinodo di Cracovia (8 maggio 1972)aveva pubblicato su “aux sourcesdu renouveau” che la Chiesa dove-va “auto-realizzarsi”, che la Chiesamancava di partecipazione di fedeli,che la Chiesa doveva avere “unanuova riflessione sull’uomo”, una“nuova preoccupazione ecumeni-ca” e una “nuova cura apostolica”.Furono, infatti, le quattro chiavi delsuo pontificato. Lo scrisse chiara-mente nella enciclica “Redemptorhominis”, “L’uomo è la strada dellaChiesa”.L’aveva già affermato a Puebla, con-dannando le aberrazioni della “teolo-gia della liberazione”, ma poi, a Ro-ma, il 21 febbraio 1979, in pubblicaudienza, lo disdisse, dicendo chequella “Teologia” era “universale” eche doveva essere ripresa anchenell’insegnamento della Chiesa, nellateologia e nella pastorale.Ecco, quindi, il vero volto dell’“ag-giornamento” di Giovanni Paolo II:

    ridurre equivoca la Liturgia; fare unecumenismo pancristiano, una “viairreversibile”; fare dell’umanità unluogo della Parola divina. Era un“addio”, quindi, al soprannaturale!Lo può dimostrare anche la sesta As-semblea della “World Conferenceon Religion and Peace” (W.C.R.P.)del 3 novembre 1994, che tenne i la-vori d’apertura addirittura presso laSede Sinodale della Santa Sede, sultema: “Risanare il mondo: le reli-gioni per la pace”.Era la prima conferenza inter-religio-sa della storia della Chiesa, tenutain Vaticano, con l’intervento perso-nale di Giovanni Paolo II, in vestedi Presidente di una assemblea diquasi mille rappresentanti di 15 fedidiverse, incluse le religioni indige-ne dell’Africa, dell’Australia e del-l’Oceania. E, per la prima volta nellastoria della Chiesa, sotto le volte delVaticano, in presenza del Papa, perben due ore si ascoltarono versi delCorano e versi ebraici, e poi invoca-zioni per la pace di scintoist i ,buddhisti e indù, intervallati da bluesafricani!Ma ormai Egli aveva già cambiatopersino lo stile con i Sinodi dei con-tinenti, in San Pietro. Ha iniziato nel-le celebrazioni del Sinodo africano,nelle assisi per l’Asia e poi nel Si-nodo per l’Oceania, sempre condanzatori seminudi!Flash della sua “mens” ecumenica. Di fatto, in Concilio, Egli fu uno deipiù avanzati nelle discussioni sulla“libertà religiosa”, assieme ai “peri-ti” (?) tipo Kongar, Danielou, Rah-ner, De Lubac... e più tardi, da Papa,firmerà “Concordati” che non pro-teggevano più la Chiesa, né la Reli-gione, né i valori cristiani, ma chemettevano tutti alla pari. E questo lo

    disse ufficialmente ad Assisi con irappresentanti di tutte le religionifalse, togliendo, così, il Primato allaChiesa Cattolica e mettendo in diffi-coltà i missionari, perché la ReligioneCattolica veniva messa, praticamen-te, alla pari delle altre religioni false,riconosciute da Lui con gli stessi valo-ri della nostra Fede. Di Assisi, così,ne fece un Pantheon di tutte le reli-gioni, creando la relatività, lo spiritod’indifferenza e distruggendo, pratica-mente, il dogma della “extra Eccle-sia nulla salus”, pur essendo veritàrivelata e già definita.Ma Egli di queste riunioni, ne fecepoi, a tempo ravvicinato, parecchie: aRoma, a Kyeta (Giappone), a Malta,a Bruxelles, a Milano... Nel gennaio1993, in una di queste assisi, disseaddirittura che «la fedeltà delle diffe-renti religioni alla loro tradizionecostituisce il fondamento della pa-ce!». Ai cattolici di Osnabrûck, il 16settembre 1980, disse: «Incoraggia-te i vostri fratelli evangelici (= i lute-rani) a testimoniare la loro fede, adapprofondire la loro forma di vitareligiosa» (!!). Ora, questo, non eracerto un chiamarli alla conversione!..era il suo “relativismo religioso”che ha portato a considerare che“tutte le religioni valgono e porta-no alla salvezza”!E c’è anche un altro “errore dottri-nale” in Lui. Nel suo discorso del 25gennaio 1986, dichiarava: «Il compi-to ecumenico mira a questo: realiz-zare la Chiesa come sacramentod’unità trinitaria». Incredibile! E que-sto è mettere alla pari le eresie prote-stanti e ortodosse con la Verità catto-lica, ricevuta da Dio attraverso la Ri-velazione e trasmessa da N. S. GesùCristo e dagli Apostoli!E nella sua enciclica “Redemptor

    3 Cfr. Banjue 23 febbraio 1992 - cfr. In “Osservatore Romano”: 24 - 2 - 1992, p. 8.

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 9

    hominis” ha osato dire: «Le diversereligioni sono altrettanti riflessidell’unica verità», ignorando che laChiesa cattolica, per 20 secoli, avevainsegnato che le diverse religioni so-no state suscitate da Satana, proprioper tentare di distruggere l’unica veraReligione4. E come non accennare, adesso, an-che a quel punto molto nero del SuoPontificato, che fu la Sua coperturapalese dell’eretico Movimento Neo-catecumenale di Kiko Arguello edella sua collaborarice CarmenHernandez, che negano apertamen-te, nella loro catechesi, il sacerdozioministeriale, il sacrificio della Croce edell’Altare, la Redenzione, ecc., sov-vertendo, così, tutto il Cristianesimotramandato dagli Apostoli e insegnatodal Magistero di sempre della Chiesacattolica?

    quelle grandi adunate coprivano vuotiprofondi anche per la vita religiosa, emanifestazioni della sua inconsisten-za e del suo fallimento con tante sfu-mature, zone d’ombra, e complessitàsulla sua figura, non mai interamentesvelata, che lascia aperto agli storicimolte finestre su campi semi-aperti disorprese!

    NOTE

    4 Cfr. Voglio, qui, notare che nella “Re-demptoris Missio” vi sono 178 “note”,a piè di pagina, ma solo 6 riguardano deidocumenti anteriori al 1963! Le altre ri-guardano solo il Vaticano II, vale a dire:Giovanni Paolo II cita solo se stesso!Anche questo sarebbe una evidente for-ma di rigetto pratico della Tradizione del-la Chiesa!

    ***

    E qui finisco questa mia specchiaturasul Papa polacco, nel suo aspettopubblico, come in quello della suapersonalità intima, anche perché è un“fatto” che questo Papa ha perdutotutte le sue battaglie. Si pensi all’in-successo dei suoi appelli; all’insuc-cesso della sua lotta contro il comuni-smo; all’insuccesso della sua guerraalla guerra; all’insuccesso delle sueesortazioni alla Fede, alla pratica reli-giosa, alla secolarizzazione crescen-te, ai suoi appelli alla famiglia, allacrescita continua dei divorzi, dellecoppie omosessuali, alla riduzioneimpressionante della natalità, alle nu-merose sconfitte della morale ses-suale e via via!..Certo, ha avuto anche un papato ditrionfalismo, mai pensando, però, che

    PAOLO VI... BEATO?Presentazione del libro tenuta dall’Autoreall’Università di Teramosac. dott. Luigi Villa (Formato libro: 195x280 mm; pp. 242; 285 Foto-Documenti - Euro 20)

    Per richieste, rivolgersi a:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

    Questo nuovo libro su Paolo VI è costituito dal testo originale della Pre-sentazione del libro: “Paolo VI... beato?”, tenuta dall’Autore all’Univer-sità di Teramo (Università di Diritto Internazionale), in data 5 maggio1998, corredato da un’enorme documentazione. Al termine del testo della “Presentazione del lbro”, suddivisa in dueparti, infatti, il libro riporta la parte degli Annessi: Documenti-Fotogra-fie che, suddivisi per capitoli, costituiscono un dossier di “Documenti”sullo stato della Chiesa, durante e dopo il Pontificato di Paolo VI. È una mole impressionante di fotografie e di documenti che copre i dueterzi del libro (da pag 65 a pag. 242) e che ha il pregio di riuscire a tra-smettere a chiunque, in modo immediato e sconcertante, l’immane tra-gedia della situazione disastrosa della Chiesa al giorno d’oggi.

  • 10 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    Cara Terri,creatura immolata all’ini-quità, in questa Pasqua2005, Ti giungano cari augu-ri per la tua risurrezione inCristo-Gesù. Non sei sola sultuo letto di dolore: non parli,non comunichi, ma la tuaanima è stretta tra le bracciadel Creatore Che, attraversodi te, ancora vuole ammoniree chiamare i cuori induriti.Come te, tanti deboli e am-malati sono rifiutati da que-sta società materialista e su-perba.La tua vita, la nostra vita,non è più affidata al volere diDio, bensì alle decisioni deigiudici, degli apostati e deipagani immersi nel fangoterreno.Ti siamo vicini. Il tuo sguar-do malinconico e il tuo sorri-so distaccato dal mondo, cheti rifiuta, struggono il cuore.In te si rinnova il Sacrificio delSalvatore Che ti ama e su di testende la Sua ombra. L’uomo, caraTerri, non comprende la logica diDio, perché è perso dietro i suoidèi crudeli: salute, denaro, benes-sere.Nessuno riesce a scorgere nellatua passione una grande ricchezzaper la comunità; la tua sofferenza,infatti, è fonte di grazia per tante,misere anime incamminate versol’abisso.

    Ti uccidiamo, Terri, perchésiamo ignoranti, perché latracotanza annienta la scin-tilla di Cielo che è in noi. Tisospendiamo il nutrimentodel corpo, ma non potremomai bloccare la Linfa Divinache percorre il tuo spirito,unito a Cristo Gesù su unaCroce disprezzata e reietta.Quando sarai alla presenzadell’Altissimo, martire delprogresso e della tecnocra-zia, implora il perdono per letenebre fitte che ci offusca-no.Ciao, Terri, testimonianza vi-va, tra tanti cadaveri putre-scenti, della vera essenzadell’umano cammino.Guidaci dal Cielo al ravvedi-mento e insegnaci a viverealla presenza di Dio. Speria-mo, tuttavia, che ti permetta-no di restare ancora tra noifino a quando sarà Dio a

    chiamarti a Sé.

    della dott.ssa Maria Pia Mancini

    TERRI SCHIAVO:TESTIMONIANZA

    DI UN’ANIMA

    Grazie, Terri! Nonostante il tuostato chiamato “vegetativo” daglionniscienti esperti, sei un fulgidoesempio della misericordia di Dio,del Suo Amore e della Sua solleci-tudine, perché Egli privilegia alcu-ne anime e le rende vittime per af-fidare loro il compito di collabora-re alla salvezza dei fratelli.L’Altissimo ti ha resa madre dimolti figli, risorti alla luce grazie altuo calvario.

    Terri Schiavo.

    Ricevi anche la mia sacerdo-tale benedizione d’ogni benenel Signore e la materna assi-stenza di Maria Ausiliatriced’ogni grazia!..

    aff.mo in C.J. et M. padre Luigi Villa

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 11

    Occhi sulla PoliticaMASSIMILIANO KOLBE

    CONOSCEVA BENISSIMOI NEMICI DELLA CHIESA

    Massimiliano Kolbe, FondatoreDella “Milizia dell’Immacolata”,Fu certamente buon conoscitoreDi quella storia, che non è insegnata

    Se non da qualche oscuro educatore,La cui esistenza, dura e travagliata,Somiglia, in parte a quella del Signore,Benché l’analogia sia un po’ azzardata!

    Così Massimiliano si esprimeva:Stato Maggiore: perfida genìa,Da cui marxismo, frammassoneria

    E mondo protestante, che vedevaCome truppe d’assalto! Ed aggiungeva:Aventi nel sionismo la regìa!

    Prof. Arturo Sardini

    Chiosa

    Questi discorsi sono poco noti,Sicuramente, a molti Sacerdoti,I quali sanno, di Massimiliano,Che si sacrificò da buon cristiano!

    Cosa grande, davvero, offrir la vitaper un fratello! Ma non è finita!Massimiliano scrisse, chiaramente,Dove s’annida il Serpe, astutamente!

    Ma pregava, così con devozione,Per la salvezza e per la conversione,D’ebrei e massoni, al par dei protestanti,Come dovremmo fare tutti quanti,

    Purché la conversione sia sincera,E non infiltrazione menzognera:Cosa avvenuta spesso nella storia,Di cui dovremmo tutti far memoria!

    “HUMANUM GENUS”(Leone XIII - 20 aprile

    1884)

    I DUE CAMPI, LE DUE CITTÀ

    Il genere umano, dopo che “per l’invidia di Lu-cifero” si ribellò sventuratamente a Dio Creatoree largitore dei doni soprannaturali, si divise comein due campi diversi e nemici tra loro: l’uno deiquali combatte senza posa per il trionfo della ve-rità e del bene, l’altro per il trionfo del male e dell’errore.Il primo è il regno di Dio sulla terra, cioè la vera Chiesa di GesùCristo, e chi vuole appartenervi con sincero affetto e come convie-ne a salute deve vivere con tutta la mente e con tutto il cuore a Dioe all’Unigenito Figliuolo di Lui.Il secondo è il regno di Satana, e sudditi ne sono quanti, seguen-do i funesti esempi del loro capo e dei comuni progenitori, ricusandi obbedire all’eterna e divina Legge, e molte cose imprendonosenza curarsi di Dio, molte contro Dio.Questi due regni, simili a due città che con le leggi opposte vannoad opposti fini, con grande acume di mente vide e descrisse Ago-stino risalì al princìpio generatore di entrambi con queste brevi eprofonde parole: «Due città nacquero da due amori; la terrena,dall’amore di sè fino al disprezzo di Dio; la celeste, dall’amoredi Dio fino al disprezzo di sè» (S. Agostino, “De Civitate Dei”,lib, XIV, c. 17).

    LA MASSONERIA CITTÀ DI SATANA

    In tutta la lunga serie dei secoli queste due città pugnarono l’unacontro l’altra con armi e combattimenti vari, benché non semprecon l’ardore e l’impeto stesso. Ma ai tempi nostri, i partigiani dellacittà malvagia, ispirati e aiutati da quella società, che largamentediffusa e fortemente congegnata piglia il nome di Società Masso-nica, pare che tutti cospirino insieme, e tentino le ultime prove. Im-perocchè senza più dissimulare i loro disegni, insorgono con estre-ma audacia contro la sovranità di Dio; lavorano pubblicamente aviso aperto a rovina della Santa Chiesa con proponimento di spo-gliare affatto, se fosse possibile, i popoli cristiani dei benefizi recati

    al mondo da Gesù Cristo nostroSalvatore.Gemendo su questi mali, spes-so incalzati dalla carità, Noi sia-mo costretti a gridare a Dio:«Ecco, i nemici tuoi menanogran rumore e quei chet’odiano hanno alzato la te-sta. Hanno formato malvagidisegni contro i tuoi Santi.Hanno detto: venite, e cancel-liamoli dal numero delle na-zioni» (Ps. LXXXII, 2-4).

    (continua)

    1

    Papa Leone XIII.

  • 12 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    Documenta-Facta

    CINA: OLTRE CENTO LEADERCRISTIANI ARRESTATI

    Aumenta la pressione delle autoritàcinesi sulle chiese domestiche. Un in-contro di leader cristiani nella provin-cia dello Xinjiang si è concluso conl’arresto di tutti i partecipanti.Notiziario ICA n° 9/2004. “Missioneper la Chiesa Perseguitata”

    IN PROVINCIA DI BRESCIA,35 OMICIDI IN TRE ANNI

    Brescia - (r.b.) Brescia conta 35 omi-cidi in tre anni, più che nel resto dellaLombardia, inclusa Milano. Solo 9hanno avuto come protagonisti extra-comunitari. L’ultimo, quello di ieri, èlegato alla criminalità ed è quindi uncaso a sè. Ma per la maggior partenon esiste una spiegazione plausibile.Lo psichiatra Emilio Sacchetti, diretto-re del Dipartimento di Igiene mentaledegli Spedali Civili, ha recentementerilasciato al Giornale di Brescia un’in-tervista nella quale sostiene che «chiindaga non deve lasciarsi tentare dafacili interpretazioni legate ai mali del-la società, alla mancanza di valori osui problemi interni o esterni della fa-miglia». Anche Carlo Lottieri, docentedi filosofia del diritto presso l’Univer-sità di Siena, ricercatore dell’univer-sità della Sorbona, non crede sia«percorribile la teoria che porterebbea individuare una motivazione partico-lare come causa dei 35 omicidi bre-sciani. Sono episodi a se stanti, sle-gati l’uno dall’altro. Né si può afferma-re che l’arrivo di gente straniera sia lacausa degli assassini. Infatti, la mag-gior parte di essi è accaduta all’inter-no della popolazione indigena». Sem-mai, per Lottieri, la socialità, basatasu un concetto di sicurezza affidatasolo allo Stato, ha alterato l’altruismodei rapporti interpersonali.È un dato di fatto però che è sensa-zione comune dei bresciani che da

    queste parti, il concetto di amicizia edi rapporti interpersonali sembranosoggiacere alla regola degli affari. Inaltre parole, lo scambio di affettivitàsembra vincolato all’interesse che chisi frequenta può avere in comune perun reciproco vantaggio.Evidentemente a un elevato sviluppoeconomico non ha fatto riscontro ade-guato sviluppo morale. Per chi bre-sciano non è, risulta difficile inserirsinella realtà locale. I rapporti socialisono strutturati sulla ricchezza proca-pite, quella che fa di Brescia una trale più ricche province d’Italia. Bresciaè anche considerata la capitale del vi-zio. Prostituzione maschile e femmini-le la fanno da padrone. Ma un così al-to numero di delitti resta inspiegabile.(“Libero” 23 ottobre 2002)

    DIOCESI DI BRESCIA: COMUNIONE SULLA TOELETTE

    Il giorno di Natale 2004, in un ospeda-le della Diocesi di Brescia, poco primadella celebrazione della Messa delleore 7:30, il Cappellano, rivolto all’as-semblea dei fedeli presenti, ha rac-

    contato quanto gli era accaduto, al-cuni giorni prima, nello svolgimentodella sua attività di Sacerdote del-l’ospedale.Nel suo giro, per la distribuzione dellaComunione ai malati non in grado direcarsi in Chiesa a Messa, entrato inuna stanza e non trovando l’ammalatoa letto, ha bussato alla porta del ba-gno e, udendo la risposta “avanti”, èentrato e si è trovato di fronte all’am-malato seduto sul W.C. Il Cappellano, allora, ha chiesto al-l’ammalato se desiderava comunicar-si. Alla risposta affermativa del pa-ziente, pronunciata in dialetto brescia-no, il Cappellano ha amministrato laSanta Comunione all’ammalato, sem-pre nella stessa posizione.Tale racconto il Cappellano ebbe ilcoraggio di ripeterlo anche a fine dellaMessa!

    DEBITI

    Sono, per ora, 17 i paesi che hannobeneficiato delle riduzioni o del con-dono del debito estero da parte delgoverno italiano. Gli ultimi quattro ri-salgono allo scorso marzo. L’11 giu-gno è stata la volta di Burkina Faso eSierra Leone. Il primo ha beneficiatodi una cancellazione totale (11,85 mi-lioni di euro); il secondo, di una can-cellazione parziale, pari a 15,41 milio-ni di euro.Quanto ad Etiopia e Guinea Bissau, illoro debito è stato cancellato parzial-mente il 21 marzo per un totale di112,59 milioni di euro. Le proceduresono in fase avanzata anche perquanto riguarda Costa d’Avorio e Re-pubblica Democratica del Congo.Eccetto la Bolivia, sono tutti africani ipaesi che hanno potuto usufruire diqueste misure di riduzione o cancella-zione del debito da parte del governoitaliano. Che ha complessivamenteannullato debiti per un ammontare di1 miliardo 205 milioni di euro.

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 13

  • 14 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    DISPOSIZIONI PER CONFESSARSI BENE

    Come ogni altro Sacramento,la Confessione non produce isuoi effetti automaticamente,ma esige precise condizioni.Nessun atto salvifico avvienesenza la cooperazione tra lagrazia divina e la libera corri-spondenza umana.

    Riguardo al confessore, laConfessione ottiene il suo ef-fetto “ex opere operato”, di-cono i teologi, ossia in virtùdella sua stessa amministra-zione, poiché Cristo stesso,indipendentemente dalle di-sposizioni di chi conferisce ilSacramento, dona efficaciaai segni sensibili e mediantetali segni dà la sua Grazia.Ma tale efficacia è condizio-nata dalle disposizioni di co-lui che riceve il Sacramen-to, al punto che, se questi tie-ne in se stesso impedimenticontrari, la Confessione puòessere inefficace e anche sa-crilega. Alcune disposizioni sono in-dispensabili ed essenziali, eriguardano la sostanza stessadella Confessione; altre, inve-ce, sono accidentali, e riguardano laquantità del frutto della Confessione. Co-sì, ad esempio, chi non é pentito, anchese si confessa, non ottiene il perdono; chi

    1. LA CONTRIZIONE

    Prima condizione indispen-sabile per ottenere il perdo-no è la contrizione del cuo-re. Il Concilio di Trento ladefinisce «dolore intimo edetestazione del peccatocommesso, col proposito dinon peccare più» (Conc.Trid. Sess. 14, C. 4, Dz. 897). Circa il dolore che si può sen-tire per i peccati commessi sidevono considerare due cose:l’intensità e il motivo.

    - Quanto all’intensità, non oc-corre, per ottenere il perdo-no, che il dolore si esprima inatti di commozione sensibi-le, come lacrime e altri gestiemotivi (dolore «intensivesummus»), ma basta che ilpenitente detesti e ritratti ilpeccato, giudicandolo un fattogravissimo, un male che su-pera ogni danno di ordine na-turale in quanto è “offesa diDio”, atto la cui malizia hadell’infinito, a causa dell’infi-nità di Dio (dolore “appretia-tive summus”).

    Quanto al motivo, il dolorepuò scaturire da una motiva-

    zione insufficiente, perché non sopran-naturale: si rimane in uno stadio di sem-plice detestazione naturale del male com-piuto e lo si deplora soltanto in quanto è

    SMOBILITARE LA CONFESSIONE

    di A. Z.

    è pentito, ma si prepara negligentemen-te alla Confessione, ottiene frutto mino-re. Su queste disposizioni riflettiamo un poco.

    Padre Pio in confessionale.

    22

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 15

    male in sé, una stonatura nell’ordine na-turale, una lesione della dignità umana.Si registra questo male senza alcun riferi-mento a Dio e al suo giusto castigo. Que-sto tipo di dolore non giustifica. AncheGiuda – dice il Vangelo – fu preso dal ri-morso ed esclamò: «Ho tradito il san-gue del Giusto» (Mt. 27, 3), ma non con-sta che questa confessione lo abbia giu-stificato davanti a Dio.Il dolore può scaturire da un motivo so-prannaturale, ma meno perfetto e menonobile, come il timore dei castighi riser-vati al peccatore. Questo tipo di doloreimperfetto o attrizione non giustificafuori della Confessione, ma è sufficienteper ottenere il perdono nel Sacramentodella Penitenza. Più efficace e raccomandabile è il doloreperfetto, che scaturisce non tanto da mo-tivi di timore, quanto dall’amore versoDio. Il dolore perfetto, o contrizione pro-priamente detta libera dal peccato an-che prima di confessarsi, pur rimanen-do l’obbligo di accostarsi alla Penitenza.Quanto più perfetto è il dolore, tanto mag-giore sarà l’efficacia generale della Con-fessione, secondo il detto evangelico:«Le è stato perdonato molto, perchéha molto amato» (Lc. 7, 47).Non sempre i fedeli sono sufficientemen-te attenti a questa disposizione nel con-fessarsi: in molti penitenti c’è una speciedi nervosismo, una voglia di scaricarsidelle proprie colpe, più che di pentirsi se-riamente. Costoro, fatta la Confessione,ritornano ben presto allo stato di prima,se non avviene peggio. E anche nelleanime buone si riscontrano spesso angu-stie e scrupoli circa l’integrità dell’accusa,più che un profondo dolore dei peccaticommessi.C’è un inganno mentale, per cui costorosi arrovellano in una sterile e interminabi-le ricerca delle mancanze veniali, le qualia volte vengono raccontate a una a unafino ai particolari, senza che tuttavia laConfessione apporti un vero migliora-mento di costumi: si continua ancora aspettegolezzare come prima, a impa-zientirsi come prima, ecc. Non sarà maidetto abbastanza, soprattutto a certi scru-polosi, che invece di perdersi in elenchiinterminabili, basta dire qualche peccatoveniale (naturalmente, i peccati mortalidevono essere detti tutti), e preoccuparsiinvece di più che il pentimento raggiungadavvero il fondo del cuore.

    2. IL PROPOSITO

    Un dolore o contrizione sinceri contengo-no necessariamente il proposito di evitareil peccato per l’avvenire e di ripararne, neilimiti possibili, le conseguenze. L’intensitàdi questi propositi è indice della serietà diuna confessione, e il penitente devepreoccuparsene certamente non menoche della stessa accusa dei peccati.

    assolverla: «Se io l’assolvessi, lei an-drebbe via senza il perdono di Dio, e iostesso farei peccato»!Che dire di certi peccati commessi confrequenza inalterata? È il cosiddetto casodei “recidivi” per fragilità. Anche costorodevono essere aiutati a comprendere be-ne il loro stato di coscienza e il pericoloche essi incorrono di fare confessioniinefficaci, per non dire sacrileghe. L’abilità del confessore starà nell’usareuna pedagogia accorta, in modo che ilpenitente si renda conto esattamente del-la sua situazione spirituale, e del doveredi usare seriamente i mezzi per raggiun-gere una abituale vita di grazia. È di fedeche questi mezzi esistono, e che nessunone rimane privo in modo da essere ne-cessitato a peccare. Le occasioni prossi-me necessarie possono rendersi remotecon l’uso di qualche precauzione, col ri-corso a una preghiera più costante e auna vita spirituale più impegnata. Le oc-casioni libere devono essere evitate.Ogni peccato deve essere consideratocome un fatto veramente grave nella vita,la disgrazia più disastrosa, il male più de-testabile.

    3. L’ACCUSA DEI PECCATI

    È condizione essenziale per ottenere ilperdono. Anche il perdono ottenuto me-diante il dolore perfetto é concesso perl’implicito proposito di confessare in se-guito il peccato commesso. La ragioneè molto semplice: Gesù ha affidato allasua Chiesa il compito di “rimettere o ri-tenere”; evidentemente ciò non avverràper un capriccio di chi ha il potere di per-donare i peccati, ma per un “giudizio”sull’entità del peccato commesso e sullerispettive disposizioni del penitente, coseche non si possono conoscere se noncon l’accusa dei peccati commessi e lamanifestazione delle proprie disposizionidi fronte al peccato (ad esempio median-te la recita dell’atto di dolore, o la dichia-razione che si intende evitare le occasionidi peccato).

    – Una buona accusa deve essere innan-zitutto sincera. Non è lecito mentire infatto di materia necessaria di accusa(peccati mortali), attenuare la gravità, na-scondere circostanze che mutino la spe-cie del peccato (altro è un atto impuro, al-tro è un adulterio o un sacrilegio). Non èlecito dissimulare, pensando ad esempio:«Se il confessore mi interroga su questopeccato io l’accuso, altrimenti io non en-tro in questo scabroso argomento».

    – L’accusa dev’essere anche integra,cioè deve comprendere tutti i peccati cer-tamente commessi, certamente gravi ecertamente non ancora confessati. Seuno dimentica un peccato grave, maestende l’atto di dolore a tutto il contesto

    Chi ha defraudato il prossimo, deve resti-tuire. Chi è stato avaro nel retribuire i ser-vizi degli operai, deve restaurare la giusti-zia lesa; il lavoratore che ha defraudatol’azienda, deve risarcire i danni. Così, chiha peccato per essersi messo volontaria-mente in una occasione pericolosa, deveproporsi seriamente di evitare in seguitotali leggerezze. Chi è abbonato a una rivi-sta cattiva, deve disdire l’abbonamento.Chi ha peccato nel fidanzamento, ha ildovere di usare le dovute precauzioni neisuoi incontri con la fidanzata. Chi peccanell’uso dei matrimonio deve proporsi se-riamente di usare i mezzi efficaci per non

    peccare più. Molte confessioni rimangonoinefficaci appunto per l’assenza di propo-sito sincero, e in fondo, quindi, di doloresincero. Non sempre questo dovere è avvertito inmodo chiaro dai penitenti, per cui si com-prende come tante confessioni, a volte ri-petute con troppa leggerezza e scarsapreparazione, non producono gli effettidesiderati. A questo proposito è bene chei penitenti sappiano che il confessore nonpuò, in coscienza, assolvere chi manca diproposito. Se una donna si dichiara penti-ta dell’abuso matrimoniale, ma non vuoleproporre la fuga dal peccato, il confesso-re dovrà dirle delicatamente, ma senzadeflettere, che in tali condizioni non può

  • 16 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    della sua coscienza, comprendendo an-che eventuali dimenticanze, resta liberodal peccato dimenticato, e può anche ac-costarsi subito alla Comunione pur ricor-dandosi di non aver confessato quel pec-cato; ma gli rimane l’obbligo di accusarequel peccato alla prima Confessione.Né dispensa dal dovere dell’integritàdell’accusa il rossore che si sente percerte cadute. Se non si ricorda con esat-tezza il numero dei peccati, basta accu-sarli in modo approssimativo. Il confesso-re poi ha il diritto di interrogare su certecircostanze necessarie per un giudizioesatto della situazione di un’anima (seesiste un’abitudine, ecc.). Circa i peccati dubbi non esiste obbli-go di confessarli. Ciò deve esser benpresente agli scrupolosi, per chiarezza dicoscienza. È tuttavia consigliabile confes-sarli come dubbi, per una maggiore tran-quillità di coscienza. Non esiste obbligo di confessare ipeccati veniali. È bene perciò non dilun-garsi nell’accusa di essi, specialmentequando il confessionale sia assediato damolti penitenti. Si insista piuttosto sul do-lore, accontentandosi di accusarne soloqualcuno, che potrà essere oggetto di unproposito serio fino alla prossima Confes-sione.

    4. L’ESAME DI COSCIENZA

    L’esame di coscienza non è obbligatoriose non nei casi in cui ci sia pericolo di in-correre in una accusa incompleta deipeccati gravi. Così, è tanto più necessa-rio quanto più un penitente si confessa

    opera di istruzione proprio nei momenti incui il confessionale è più affollato (è, adesempio, il caso delle confessioni pa-squali).Ma anche nei casi in cui il penitente vivaabitualmente in stato di Grazia, un buonesame di coscienza è una fruttuosa auto-critica che aiuta a detestare anche le pic-cole mancanze, e ad accentuare la con-trizione. Tuttavia, per le anime buone nondeve degenerare in una ricerca ansiosa escrupolosa. Anche in questo caso saràutile ricordare che la disposizione miglio-re per ottenere il perdono e per progredi-re nella vita spirituale è il dolore sincerodi avere offeso la bontà di Dio.

    5. LA SODDISFAZIONE O PENITENZA

    Già fin dai primi tempi, la Chiesa suoleimporre una penitenza a soddisfazionedei peccati commessi. Lo scopo principa-le della soddisfazione è di alleggerire ildebito di pena che Dio riserva al peccato-re in questa vita e nell’altra. Ma c’è ancheuno scopo didattico: imponendo una pe-nitenza, la Chiesa intende stimolare ilpeccatore a un’esatta valutazione dellagravità del peccato, e anche, all’occorren-za, fornirgli un mezzo atto a correggerecerti difetti morali. Così è bene che il con-fessore dia penitenze atte a miglioraremoralmente colui che si confessa: a unbestemmiatore, si può imporre una peni-tenza per ogni bestemmia in cui dovesseincorrere, a un professionista, la lettura diuno scritto che lo aiuti a meglio istruirsisui propri doveri professionali, ecc.

    NO ALL’ABORTOIl mio “Processo” al Parlamento Italianosac. dott. Luigi Villa - (pp. 72 - Euro 10)

    Per richieste, rivolgersi a:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

    Esistono guerre giuste e doverose? Certamente, come quella contro l’aborto volon-tario non mai giustificabile, per ogni cristiano, per il Comandamento divino: NONUCCIDERE!E questo fu proprio il motivo della mia denuncia fatta al Tribunale di Romacontro il Parlamento italiano, per la sua volontà di firmare la Legge n. 194, con laquale si legalizzava la “strage” di milioni di nascituri esseri umani.Il tutto è corredato, anche in “Appendice”, in una sintesi-schema di “documenti” chesegnano la colpevolezza di chi doveva non firmare quell’assassina legge n. 194. Ora, domandiamoci: ma fino a quando durerà questo assassinio?..La Storia dice che la pietra che sigillava il sepolcro di Cristo non riuscì a bloc-care la risurrezione di COLUI che era, è e sarà sempre il Padrone assoluto del-la vita di cui è Creatore e, perciò, il Padrone assoluto! Il Signore ci conceda unaFede forte per abbattere ancora quella macabra vittoria del Maligno e così rifondaredi nuovo una società cristiana per il REGNO DI CRISTO!

    raramente ed é carico di colpe. Proprio inquesti casi si nota come i penitenti giun-gono alla confessione impreparati, espesso il confessore è costretto a fare

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 17

    SACRA SCRITTURA E INTEPRETAZIONE PRIVATA

    Cominciando da Mosè e dai Profeti, an-dava spiegando loro tutto quello che nel-le Scritture alludeva Lui (Luca 24, 27).Gesù, strada facendo alla volta di Em-maus, spiega a due dei suoi discepoli ilvero significato di alcune pagine del Vec-chio Testamento. Né individualmente, nésoccorsi dai loro Rabbini erano stati ingrado di afferrarne la portata. Allora, ri-schiarò le loro menti, affinché compren-dessero il significato delle Scritture (Luca24, 45). Gesù risorto, nel Cenacolo, dopoaver cenato con gli Apostoli, spiega an-che a loro, come ai due di Emmaus, il ve-ro significato delle predizioni, contenutenel Pentateuco di Mosè, nei libri dei Pro-feti e in quello dei Salmi. Le spiegazionidi Gesù non sarebbero state necessariese lo Spirito Santo, come aveva ispiratogli antichi agiografi, autori umani della sa-cra Scrittura, avesse ispirato, uno peruno, anche i lettori della medesima. Gra-zie a una tale ispirazione privata, non so-lo i Rabbini d’Israele, ma anche i piùsemplici Israeliti avrebbero ravvisato inGesù il predetto e atteso Redentore. Delpari, grazie a tale carisma, anche il Nuo-vo Testamento non potrebbe esserefrainteso da alcuno, contrariamente aquanto dichiara San Pietro a riguardodelle lettere di San Paolo, nelle quali, af-ferma: «ci sono delle espressioni difficilida capirsi, travisate a proprio danno daquelli che non hanno la debita prepara-zione, e da quelli che non hanno saldefondamenta; il che del resto fanno anchecon tutte le altre parti delle Scritture» (2Petr. 3, 16b). Il “De imitatione Christi”si può mettere in mano senz’altro achiunque sappia appena leggere, cristia-no o pagano che sia; la sacra Scrittura,no! se non si vuole che, invece di ali-

    mento di vita eterna arrechi meravigliao scandalo, susciti tedio o disprezzo.È parola di Dio, e la parola di Dio è unaspada a due taglienti, vibrando la quale,a modo suo, Martin Lutero divise in due

    la Cristianità, e la parte scismatica dellaCristianità venne e viene suddivisa ulte-riormente in seicento sètte da innumere-voli epigoni di Lutero, imitatori del mede-simo e non curanti del monito di San Pie-tro: «Innanzi tutto, ricordatevi che nes-suna profezia della Scrittura può esse-re fatta oggetto di interpretazione pri-vata» (2 Petr. 1, 20). Ora, qui, San Pietrochiama profezia della Scrittura la sacraScrittura stessa, globalmente presa.

    SCRITTURA E TRADIZIONE

    Per un lungo decorrere di secoli, primadell’Incarnazione del Verbo eterno, i Rab-bini del popolo eletto erano andati costi-tuendo una raccolta via via più ricca discritti, opera di condottieri, giudici, sacer-doti, storici e cronisti, profeti, mistici epoeti. Tali scritti, con il passar del tempo,vennero riordinati, rielaborati, arricchiti danumerosi agiografi, consci di lavorare sudocumenti di estremo valore, non tantoper il loro carattere nazionale, storico, let-terario, ma per il loro carattere religioso.Al tempo di Gesù, tale biblioteca si pote-va considerare completa; e quindi laChiesa fondata da Gesù la faceva pro-pria, l’arricchiva ulteriormente, vi aggiun-geva vari scritti riguardanti la vita di Ge-sù, le vicende della Cristianità nascente,e quelli degli stessi Apostoli: al VecchioTestamento veniva aggiunto il NuovoTestamento.La Chiesa considerò opera dello SpiritoSanto sia il Vecchio che il Nuovo Testa-mento, determinò quali fossero i libri chevi appartenevano, e, quando tale elencovenne messo in discussione, ne fece undogma “de fide” definita. Non solo, mala Chiesa ci assicura che i libri da essaaccolti come ispirati sono quali lo SpiritoSanto li ispirò, nonostante le mende che

    La cacciata di Adamo ed Eva.

    del sac. dott. Giuseppe Pace

    INTRODUZIONE ALLA SACRA SCRITTURA

    11

  • 18 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    potessero contenere, l’inesistenza a tut-t’oggi di un testo criticamente ricostruito el’impossibilità di dimostrare che qualsivo-glia testo criticamente ricostruito sia difatto tale quale fu l’originale.Terminata la stesura del più recente deilibri sacri, l’Apocalisse di San GiovanniApostolo, al carisma della sacra ispirazio-ne subentrò il carisma dell’infallibilità ec-clesiastica, assicurata alla Chiesa Cattoli-ca da un’assistenza tutta speciale delloSpirito Santo alla persona del Vicario interra del Signore Nostro Gesù Cristo. Purammesso che il libro di Isaia, per esem-pio, fosse giunto nelle mani della Chiesacon delle varianti, rispetto a quello scrittoda Isaia, tuttavia, anche tali varianti an-drebbero considerate ispirate, appuntoperché accolte dallaChiesa. La sacra ispira-zione, infatti, non va inte-sa come limitata all’atti-vità di un certo agiografo,ma va estesa a tutte le vi-cende redazionali al lequali andarono soggetti ilibri della sacra Scrittura,dal primo momento dellaloro stesura a quando laChiesa li fece propri.Se, per ipotesi - ci sia le-cito ripeterci - si scoprisseun codice con le profeziedi Isaia risultante certissi-mamente manoscritto diIsaia in persona, ma fos-se diverso dal l ibro diIsaia profeta accolto dallaChiesa, questo andrebbeconsiderato ispirato, equello no. Come mai?Perché destinatario del-la sacra Scrittura non fuil popolo dell’antica Al-leanza, ma il popolodella Nuova ed eternaAlleanza: la Chiesa cat-tolica.Lo Spirito Santo garanti-sce l’infallibilità del Magi-stero ecclesiastico auto-revole: la sacra Tradizione. La Chiesadocente, a sua volta, garantisce l’origineultimamente divina, e perciò l’inerranzadella sacra Scrittura. Noi crediamo che laScrittura è veramente sacra, perché cre-diamo a quanto la Chiesa propone allanostra Fede. La Chiesa è il soggetto acui prestiamo fede; la sacralità dellaScrittura è uno degli oggetti che credia-mo, perché proposti alla nostra Fede dalMagistero autorevole dalla Chiesa. In al-tre parole, la Chiesa non è oggetto dellanostra Fede; non crediamo la Chiesa, maalla Chiesa, come rettamente è affermatochiaramente implicito nei Simboli dellaFede, sin dai più antichi. Base e fontedella nostra Fede non è la sacra Scrit-tura, ma la Chiesa; la sacra Scrittura èoggetto parziale della nostra Fede, inquanto costituisce una parte - quella

    messa anche per iscritto - della Tradizio-ne cattolica. «Che cosa chiedi alla San-ta Chiesa di Dio?» si domanda al bat-tezzando; ed egli, per mezzo di quelli chehanno la responsabilità delle sue sortieterne, risponde: «La Fede!». Non chie-de la Fede alla Sacra Scrittura, ma allaChiesa.La sacra Scrittura, senza la Chiesa chene garantisce l’origine divina e la ge-nuina interpretazione, sarebbe priva diautorevolezza. Però, anche la Chiesa,senza la sacra Scrittura, resterebbe privadel sussidio principale cui ordinariamentefa ricorso nel trasmettere ai fedeli le ve-rità della Fede, contenute integralmentenel deposito della sacra Tradizione.Figuratamente, si può dire che la Scrittu-

    ra, senza la Tradizione, sarebbe privadi autorevolezza, e che la Tradizione,senza la Scrittura, sarebbe priva diparte del proprio contenuto, come per-sona che avesse smarrito un preziosissi-mo promemoria, pur restando in grado diriscriverselo.

    LA “DIVINA LECTIO” NEI DOCUMENTI ECCLESIASTICI

    La Costituzione dogmatica sulla divina ri-velazione, “Dei Verbum”, al n° 25, rac-comanda ai biblisti di curare delle versio-ni, nelle lingue moderne, aptae et rectae,cioè fedeli, raccomanda ai biblisti e aiteologi di collaborare, sotto la vigilanzadel magistero ecclesiastico, cui devonodocile ossequio, nell’investigazione della

    sacra Scrittura, in modo da mettere a di-sposizione dei predicatori la dottrina loronecessaria; raccomanda, poi, in modotutto particolare alle anime consacrate, diaccostarsi alla sacra Scrittura, sia permezzo della liturgia, sia per mezzo dellepie letture, dedicandosi per ciò a studi in-troduttori adeguati. Per mezzo di pie let-ture? Certamente; ma non necessaria-mente di tutta la sacra Scrittura indiscri-minatamente: ciò, infatti, contraddirebbecon la disciplina ecclesiastica tradiziona-le, ma piuttosto di tratti scelti, soprattuttodel Nuovo Testamento, come più diretta-mente edificanti ed esigenti minor prepa-razione specifica. Gli stessi maestrid’Israele non permettevano ai giovaniche la conoscenza del Pentateuco, e

    proibivano, anche agliadulti, certe parti d’Eze-chiele. Ecco perché la“Dei Verbum” insistesulla necessità di prepa-rarsi alla lettura divinamediante studi istituzio-nali introduttori, per altronon a tutti accessibili.La sacra Scrittura è untesoro di ricchezze incal-colabili, accumulate lun-go i secoli per opera delloSpirito Santo, per laChiesa cattolica, al laChiesa cattolica affidate,e che esclusivamente laChiesa cattolica ha la fa-coltà di offrire debitamen-te alle anime per la lorosalvezza eterna. Eccoperché non apre un talescrigno spensieratamen-te; ecco perché non per-mette a chiunque diaffondarvi le mani a pro-prio arbitrio.«Non da altro, infatti,sono nate le eresie, senon da questo: che leScritture, ottime in sé,vengono fraintese, eche quanto in esse è sta-

    to frainteso, viene sostenuto con temera-ria audacia»1.«Inoltre, per reprimere le menti sconside-rate, (il Concilio di Trento) proibisce achicchessia di dare alla sacra Scrittura,deformata a capriccio, un senso contrarioa quello che ne diede e ne dà la santamadre Chiesa, cui appartiene in esclusi-va la facoltà di giudicare a riguardodell’esatto senso della sacra Scrittura;(proibizione che vige) anche se dette in-terpretazioni venissero formulate con ilproposito di non renderle di ragione pub-blica»2.Clemente XI nella Costituzione dogmati-ca dell’8 settembre 1713, “Unigenitus”,condannò la seguente proposizione diPascasio Quesnel: «È utile, necessario,sempre, dovunque, a ogni persona, lostudiare e il conoscere la pietà e i mi-

    1 Cfr. August. in Jo. tr. 18, c.1.2 Cfr. Denzinger 786/1507.

    3 Cfr. Denzinger 1429/2479.4 Cfr. Denzinger 1567/2667.

    5 Cfr. Denzinger 1603/2710.

    Caino e Abele.

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 19

    steri della sacra Scrittura»3.Pio VI, nella Costituzione del 28 agosto1794, “Auctorem fidei”, contro gli erroridel Conciliabolo di Pistoia, affermava:«La dottrina, secondo la quale solouna reale impossibilità scuserebbedalla lettura delle sacre Scritture, poi-ché sarebbe evidente che all’inadem-pienza di questo precetto andrebbe im-putata l’ignoranza diffusasi nei riguardidelle principali verità delle fede, è falsa,sconvolge la serenità dei fedeli, ed ègià stata condannata con la condanna diQuesnel»4.Pio VII, nella lettera dell’8 settembre1816, “Magno et acerbo”, all’arcivesco-vo di Magonza ripete: «Con costanza inostri predecessori ripeterono questoidentico monito, e cioè che il permettereindiscriminatamente la lettura dellasacra Scrittura in volgare porta piùdanno che profitto»5.Gregorio XVI, nell’enciclica del 6 maggio1844, “Inter praecipuas”, alludendo allesocietà bibliche che diffondono la Bibbiain volgare, a volte alterata, e senza note,si esprime così: «A queste società pocoo nulla importa che i lettori possanocadere di errore in errore; purché apoco a poco si abituino a interpretarea proprio arbitrio la Scrittura, rigettan-do il magistero della Chiesa»6.Una mamma non offre del pane a un lat-tante, non perché il pane sia cattivo, maperché al suo bambino farebbe male.Nessuno che abbia criterio e ci tenga atornare a casa sano e salvo, osa intra-prendere la scalata di una cima ardita,per la prima volta, senza l’ausilio di unaguida provetta o senza una preparazionedel tutto eccezionale, e che gli garantiscala riuscita dell’impresa. La stessa letturadella Divina Commedia nulla giova a un

    fanciullo, che vi si annoierebbe subito; etorna difficile anche al liceista, che sente,quindi, il bisogno dell’insegnante, e chenon afferrerà tuttavia la vasta portata delpoema se non in età provetta, edotto neiriguardi dei misteri del cuore umanodall’esperienza della vita.La sacra Scrittura è un libro ben più diffi-cile della Divina Commedia; perché, nondivino per semplice attribuzione enfaticadovuta all’ammirazione dei lettori, maperché ha effettivamente come autoreprincipale Iddio stesso: e Iddio resta mi-stero a noi, naturalmente, inaccessibi-le anche quando - e sembra un para-dosso - rivela a noi i suoi misteri.Chi può fissare le pupille nel sole, senzarestare abbacinato? Dopo un istante digrande luce, ecco! non scorge più che unfondo nero. Forse per difetto di luce nelsole? No, ma semplicemente per difettodella sua vista. Qualche cosa di analogoavviene anche nei riguardi della sacraScrittura, parola di Dio: tutte le scienzeumane devono collaborare, incurvandosicon riverenza innanzi alla parola di Dio,per interpretarla, e sotto la guida autoriz-zata da Dio stesso: la Chiesa cattolica.Ma come? Iddio non è capace di parlarein modo di farsi capire, e l’uomo lo rendatale? Abbisognerà Iddio di un interpreteumano? Proprio così, perché Iddio ha stabilito co-sì. Avrebbe potuto fare diversamente, elo potrebbe tuttora; ma nei riguardi dellasacra Scrittura ha voluto così: l’ha ispi-rata per la sua Chiesa, ha riservato al-la medesima, in esclusiva, la facoltà diinterpretarla autorevolmente in modoautentico; ha voluto che tutta la scienzaumana profana si chinasse riverente,quale umile ancella della Chiesa nell’ope-ra di interpretare la sacra Scrittura,

    nell’opera di approfondire gli inesauribilitesori di verità nella medesima contenuti.Se l’assistenza soprannaturale necessa-ria al lettore, affinché dalla sacra Scritturatragga alimento di vita eterna, fosse co-me quella concessa allo scrittore che lavergò, le preoccupazioni avanzate dal-l’autorità ecclesiastica sarebbero per lomeno superflue. Sì, l’una e l’altra ispira-zione è una grazia attuale; nell’agiografo,però, agì “ex opere operato”, tanto chenon richiese in lui neppure formale co-scienza di essere strumento dello SpiritoSanto; mentre nel lettore agisce “ex ope-re operantis”: cioè, esige in lui prepara-zione solerte, umile collaborazione, rico-noscenza adorante; non meno che pertrarre profitto da qualsivoglia pratica de-vota, e, principalmente, da quella emi-nentemente biblica del Santo Rosario, incui Misteri, Pater, Ave, Gloria, tutto, nonescluso il Deus, in adiutorium meum in-tende, è suggerito dalla sacra Scrittura, enel modo più universalmente accessibile.Se l’ispirazione biblica che guidò gli agio-grafi, e quella che illumina i lettori dellasacra Scrittura, fosse di identica natura,come pretendono varie sètte protestanti,queste stesse sètte diverse tra loro nonsarebbero sorte, perché lo Spirito Santo,che non può contraddirsi, avrebbe ispira-to ai loro fondatori un’unica e identica ve-rità, accumunandoli nell’unica Chiesa diistituzione divina.

    (continua)

    NOTE

    6 Cfr. Denzinger 1630/2771.

    Rev.mo Mons. Zannoni GuglielmoCittà del Vaticano - Roma

    Rev.do DonMilia SilvioMonserrato - Cagliari

    Rev.do DonVolpi AngeloLandriano - Pavia

    A tutti i lettori di “Chiesa viva” Li raccomandiamo alla loro preghiera.

    I NOSTRI LUTTII NOSTRI LUTTI

  • 20 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    LL a versione data dal governoUSA e l’amplificazione mondialedata dall’informazione conven-zionale: giornali, radio, televisioni, (chesono in stragrande maggioranza con-trollati e sostengono gli interessidall’alta finanza massonica), hannopresentato a tutto il mondo l’attentatodell’11 settembre 2001 alle torri ge-melle di New York, come l’opera terro-ristica di Osama Bin Laden e Al-Qae-da.Questa versione presenta una lista im-pressionante di incongruenze e con-traddizioni. Una lunga serie di indizi induce a pen-sare che gli uomini di Bin Laden sonostati abilmente usati e strumentalizzati,per fini politico/economici, dal “Gover-no ombra”, dai soliti poteri occulti fi-nanziari/militari e dei Servizi Segretidegli USA. È stato commesso un orrendo criminecontro i cittadini di New York e l’uma-nità, per piegare l’opinione pubblicaamericana (e mondiale) a sostenere lanecessità della guerra all’Afganistan eall’Irak, finalizzata ad impossessarsi delpetrolio e a rilanciare l’economia e il do-minio militare/economico USA.

    LE CAUSE REALI E ALTRE CONSTATAZIONI

    1) Il controllo del petrolio e gas dellaregione del Caspio.Gli USA producono, cioè estraggono dalproprio territorio, 8 milioni di barili (1 ba-rile =159 litri) di petrolio al giorno, e neconsumano quasi il triplo: più di 20 milio-ni. Se per ipotesi non potessero importa-re petrolio dall’estero e dovessero usare

    solo il loro, lo esaurirebbero in circa 8 an-ni. Dopo di che, tutta l’economia dovreb-be fermarsi, e sarebbe il disastro. Invece, la zona attorno al mar Caspio:Russia, Cecenia, Kazakistan, Turkme-nistan, Iran, Irak, si trova sopra una sac-ca di enormi ed inesplorate riserve di gase petrolio. Fonti abbondanti di energiaper i prossimi 50 anni. Chi controlla e uti-lizza il petrolio del Caspio può diventareuna super potenza. Basti pensare che una stima delle riservedel Caspio è di circa 263 mila miliardidi piedi cubici di gas naturale e di 60miliardi di barili di petrolio; un’altra sti-

    ma valuta queste risorse in 200 miliar-di di barili di petrolio; pari al 65%delle riserve mondiali. È un tesoro immenso che gli USA nonvogliono venga estratto e trasportatodai russi, né estratto da islamici, népassi attraverso l’Iran, paese ostile.Ma vogliono che sia estratto (e con-trollato) dagli USA, nel cui caso l’unicocorridoio alternativo resta l’Afgani-stan e il Pakistan, il che permetteràanche la vendita profittevole ai mercatiemergenti di India e Cina.Perdere questa partita significherebbeperdere il ruolo di superpotenza mon-diale ed esporsi ad una disastrosa re-cessione. La questione del controllo diqueste grandi fonti di petrolio è perciòstata dichiarata dai governi USA “unaquestione di sicurezza interna”(!). Già a partire dal ‘94 la società petroli-fera Unocal Corp. elaborò un progettoper lo sfruttamento di quelle risorse,che il vice-presidente John Marescapresentò ad un comitato del Congres-

    so Usa nel 1998: «Noi dell’Unocal rite-niamo che la costruzione dell’oleodot-to attraverso l’Afghanistan, è l’unicoitinerario possibile, e non potrà co-minciare finché non si sarà insediatoun governo riconosciuto che godadella fiducia dei governi, dei finanzia-toli e della nostra compagnia».Perciò, da anni ormai la politica segretadegli USA è stata quella di sponsorizzarele organizzazioni terroriste nel sud dellaex Unione Sovietica, per impadronirsidelle aree del territorio russo che confina-no col mar Caspio e l’Afghanistan. Il pro-cesso è ora quasi completato con gover-ni secessionisti formatisi con successo inKazakistan, Turkmenistan, Uzbeki-stan, Tagikistan, Kirghisistan, Georgia

    TORRI GEMELLETORRI GEMELLE

    IL GRANDE INGANNOIL GRANDE INGANNOdel sac. D. E.

    Le due Torri Gemelle di New York.

    11

  • “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 21

    e Azerbaijan, Cecenia, affinché la Rus-sia perda i diritti territoriali sul Caspio. Gli USA, almeno dal 1996, premono perla costruzione di un oleodotto che portigas e petrolio fino all’oceano Indiano at-traverso l’Afghanistan e il Pakistan. Dopo la guerra contro i talebani in Afga-nistan, il Presidente nominato per il go-verno provvisorio afghano è stato proprioHamid Karzai, per anni consulente afga-no dell’Unocal.Inoltre, le riviste di geopoliticainformano che l’Irak di SaddamHussein aveva già firmato con-tratti con imprese tedesche,francesi, ed italiane (Eni), perl’estrazione e commercializzazio-ne del petrolio irakeno; contrattiche restano sospesi fino a quan-do durerà l’embargo, e che di-venteranno operativi solo quandol’embargo finirà. Agli USA la guerra in Irak per lacaduta di Saddam Hussein, eraanche necessaria per il conse-guente annullamento dei contrattida lui firmati. Ossia l’estromissio-ne di Germania, Francia e Italiadall’estrazione del petrolio irake-no, e la presa di controllo incon-trastato da parte di USA e GB. Da qui, si comprende come i piùtenaci avversari all’azione imme-diata militare USAe GB control’Irak, e la richiesta di passaggioattraverso l’ONU, sia venuta pro-prio dai più diretti cointeressatiall’accesso al petrolio: Russia,Germania, Francia.

    2) Rilanciare l’economia e su-perare la recessione economi-ca.Da 10 anni la borsa di NewYork è in continua crescita.Molto di questo ottimismo è gon-fiato. La ricchezza generata dallanew-economy degli anni ‘90 è unenorme castello di carta, il qualesi regge su di un pericoloso scollamentotra la crescita dell’economia reale e lacrescita finanziaria gonfiata. Già scoppia-no scandali per i bilanci falsi, che creanoforti perdite e disoccupazione. La produ-zione ha subìto un arresto, i magazzinied i negozi sono saturi, e per di più il de-bito nazionale interno ha raggiunto la ci-fra di 18.000 miliardi di dollari (il dop-pio, del pil).In USA c’è lo spettro della recessione!Rispunta la teoria economica che laguerra non è un “incidente”, ma è unafase normale dei cicli di produzione, eche l’economia di guerra è la soluzioneper superare la recessione economicaUSA.

    3) Sostenere la produzione militare.Gli Stati Uniti sono rimasti l’unica grandesuperpotenza militare mondiale. Il che ha

    per loro aspetti positivi ed altri preoccu-panti. Esempio: Le armi non possono re-stare a lungo immagazzinate, perché siferma l’industria produttiva. I continui avanzamenti tecnologici per-mettono di costruire armi sempre piùavanzate e sofisticate. Per il ricambio,quelle che stanno in magazzino e sulmercato, devono essere vendute. Da qui la “necessità economica” che

    scoppino sempre nuove guerre, in qual-che parte del mondo, meglio se a lungascadenza, per poter rinnovare continua-mente gli arsenali. E, intanto, anche gliindustriali della produzione bellica fannoaffari. Così, oggi, lo stato di guerra ha permes-so un colossale programma mirante a ri-vitalizzare l’economia Usa, con enormiiniezioni di denaro pubblico, finanziamen-ti, contratti e sgravi fiscali alle imprese:48 miliardi di dollari in più per il bud-get della Difesa, 18 miliardi di dollariin più al Servizi di Sicurezza (CIA, FBI,ecc.). Ma una breve guerra ai Talebani dell’Af-ganistan, con la disfatta del nemico, nonera sufficiente a giustificare, di fronteall’opinione pubblica americana, quel co-lossale piano di rilancio economico-belli-co; ci voleva uno stato di guerra di lungo

    periodo, allargato e diretto contro più ne-mici in tutto il mondo: ecco Bin Laden eil Mullah Omar inafferrabili; ecco l’As-se del Male, il Gruppo degli Stati Ca-naglia e Terroristi.

    4) Governo Usa: Governo di petrolierie militari.La squadra di governo di George W. Bu-sh, risulta composta da parecchie perso-

    ne provenienti dalle file dei grandipetrolieri e dei magnati dell’indu-stria bellica: Bush, Cheney, Ash-croft, Rumsfeld, CondoleezaRice, D. Evans, G. Norton, ecc..All’indomani delle elezioni vinteda Bush, vari commentatori politi-ci dichiararono: «Con questo go-verno non possiamo che anda-re incontro ad una “guerra peril petrolio”»!

    5) La decisione di interventomilitare era già stata decisa pri-ma dell’11 settembre.Niaz Naik, un ex diplomaticopakistano ha riferito che a Berli-no, l’11 luglio, i membri dello spio-naggio russo e britannico veniva-no informati da 3 funzionari supe-riori americani: T. Simmons, K.Inderfurth, L. Coldren, che l’at-tacco all’Afghanistan era pianifi-cato per metà ottobre, al massi-mo prima delle nevicate invernali(Resoconto della BBC di GeorgeAmey del 18/9/2001 e dal Guar-dian del 22 sett.).

    6) Altri servizi segreti hannopre-avvisato gli USA dell’atten-tato a New York.I servizi di sicurezza Usa sonostati ripetutamente informati dadiverse fonti circa l’imminenza diun attentato terroristico con dirot-tamento aereo avente per obietti-vo edifici di interesse nazionale.Ci sono state varie segnalazioni

    nel corso dell’anno a più riprese a tal ri-guardo da parte dei servizi segreti diIsraele, Germania, Egitto e Russia. Il 20 Agosto il presidente russo Putin or-dinò ai suoi servizi segreti di allertare gliUsa nel modo più forte e convincentepossibile circa la realtà e imminenza ditale pericolo. Così ha affermato lo stessoPutin alla TV americana MS-NBC il 15Sett. In agosto un istruttore di volo del Minne-sota aveva avvertito l’FBI circa il suo so-spetto che uno dei suoi allievi, ZacariaMoussaoui, preparasse un attentato uti-lizzando un aereo civile Boeing 747 pie-no di carburante: Anche la polizia france-se aveva segnalato all’FBI Moussaoui,quale persona collegata agli estremistiislamici di Al-Qaeda.

    (continua)

    Le due Torri Gemelle in fiamme.

  • 22 “Chiesa Viva” *** Maggio 2005

    del dott. Franco Adessa

    Conoscere la Massoneria

    Negli anni seguenti il 1851, Lemmi era chiamato “il ban-chiere della rivoluzione” e veniva accusato, insieme aMazzini, Kossuth, A.A. Ledru Rollin, Felice Orsini,Alexander Herzen e Michael Bakunin di essere i respon-sabili della maggior parte delle sommosse e degli attentatiterroristici che costellarono l’Europa in quel periodo.Dal 1851, Lemmi assunse un ruolo cruciale in tutti gliassassini politico-massonici e in tutti i moti popolariche insanguinarono l’Italia in quegli anni; egli era l’ese-cutore degli ordini di Mazzini e il coordinatore dei diversigruppi rivoluzionari della penisola.Fu lui, il 21 ottobre 1852, che ispirò il tentato assassinio,in pieno giorno, del presidente del Consiglio del GranDuca di Toscana, il ministro Baldasseroli; fu lui chespedì dalla Svizzera il proclama di Mazzini e Kossuth cheprovocò a Milano l’insurrezione del 6 febbraio 1853; fu luiad armare il braccio del fanatico che attentò alla vitadell’imperatore d’Austria, il 18 febbraio 1853, su ordine diMazzini e di Kossuth per punire l’imperatore per averemesso un decreto sulla confisca dei beni dei rivoluzionariemigrati.Il 4 gennaio 1852, Mazzini, capo del Comitato CentraleEuropeo - titolo che egli aveva dato alla Giovane Europa -aveva riunito cinque suoi complici a Londra per deciderechi doveva essere assassinato, se il duca di Parma o ilduca di Modena. Kossuth attirò il voto sul duca di Parmache egli presentò come il più pericoloso, leggendo un rap-porto del suo segretario Lemmi che denunciava le tendenzeaustriache del duca.Per l’esecuzione del delitto, Mazzini mandò a Lemmi unpassaporto falso col nome di “Lewis Broom”, col qualeegli lasciò subito Malta per portarsi nel ducato di Parma do-ve fissò un incontro dei mazziniani a Castel Guelfo. I con-giurati si riunirono il 25 marzo in una casetta di campagnasituata presso il fiume Taro; l’assemblea fu presieduta daLemmi che fece giurare il segreto; un certo Lippi aveva pre-parato un fantoccio sul quale fu insegnato il modo di dare ipiù terribili colpi di pugnale e fu tirato a sorte il nome dell’as-sassino. Lemmi gli disse: “Oggi è la festa dei gesuiti e dellesuore; essi celebrano l’apparizione di un angelo alla loroMadonna per annunziare il Messia e che ella ne sarebbe laMadre. Ebbene, fratello, io ti annunzio che tu sarai il libera-tore della Rivoluzione a Parma. Ti consacro liberatore de-gli oppressi, salvatore degli uomini oggi tiranneggiati. Ilnostro Dio, che non è quello dei preti, ti proteggerà”.Il giorno dopo, Carlo III cadeva sotto i colpi del sicario, dicui Lemmi aveva stimolato il fanatismo. Si sa che l’assassi-no, Antonio Carra, riuscì a fuggire, né si ignorano le circo-stanze della congiura, perché Lemmi se ne vantò spessocon Frappolli e con altri che ripeterono il racconto. Adria-no si vantò sempre di essere l’emissario di Mazzini inun gran numero di assassini e Mazzini stesso diceva vo-lentieri: “Il mio piccolo giudeo vale dieci buoni diavoli,tanto egli è abile a scegliere gli uomini che servono nel-le imprese importanti, e per ispirare loro l’energia ne-cessaria all’adempimento del dovere”.

    L’assassinio del duca di Parma fece crescere molto AdrianoLemmi nella stima di Mazzini, di Kossuth e degli altri princi-pali capi. Verso gli ultimi di giugno del 1852, Lemmi ritornò nel ducatodi Parma, e si deve proprio a lui la tentata insurrezione del22 luglio, quasi subito schiacciata. Nel 1855, munito di un passaporto ungherese di un uomo diKossuth, Lemmi si recò a Roma sotto il nome di “Ullrik Put-sch, cuoco”, e poco dopo, il 12 giugno, vi fu un tentato as-sassinio del cardinale Antonelli!…Lemmi ripartì immediatamente per Genova dove, il 30 dellostesso mese, fu pubblicato un manifesto di Mazzini per spin-gere il popolo all’insurrezione. È ormai cosa nota che fuLemmi a diffonderlo anche in altre città ed anche a Romadove, coincidenza bizzarra, il 9 luglio, lo stesso giorno cheegli fece ritorno alla città dei Papi, ci fu un tentativo di as-sassinio su Padre Beckx, Generale dei Gesuiti.L’attività di Lemmi per il male era proprio sorprendente. Egliera davvero l’incarnazione di Satana!.. In tutti i moti, in tutti idelitti, se non vi era sempre il suo braccio, vi era sempre,però, quello dei suoi amici.(continua)Lemmi e Orsini – agente anche quest’ultimo di Mazzini –avevano trasmesso al Comitato Rivoluzionario di Milanole istruzioni di Mazzini, in vista di una prossima insurrezione,che doveva inaugurarsi con la strage di tutti gli ufficiali delpresidio. Lemmi e Orsini diedero le istruzioni e poi se ne an-darono, ma Orsini fu tratto in arresto e condannato a morteil 20 agosto 1855, come reo di alto tradimento. Imprigionatonel Castello San Giorgio, ma venne fatto fuggire. Il 13 no-vembre dello stesso anno, due altri agenti di Mazzini furonotratti in arresto a Roma.1

    Giuseppe Mazzini fu alla direzione del pro-gramma rivoluzionario mondiale degli Illumina-ti, dal 1834 al 1872.

    1 Cfr. Domenico Margiotta, “Ricordi di un 33”, Delhomme e Bri-guet, Editori, Parigi 1895. pp 9-14.

  • OLOCAUSTOdi

    Consapevole del fatto che chi parladell’Olocausto si avventura in uncampo minato, nel preparare que-sto libro mi sono avvalso quasiesclusivamente di fonti ebraiche.Hor in particolarer dedicato la miaattenzione a un libro pubblicato dauna casa editrice dichiaratamentedi sinistra e scritto dal rispettabiledocente universitario ebreo Nor-man G. Frinkelstein la cui famigliaè stata duramente toccata dallapersecuzione nazista.Chi volesse (come accade agli scrit-ti controcorrente in materia di Olo-causto) definire “antisemita”, “re-visionista” o “negzionista” que-sto mio modesto lavoro, altro nonfarebbe quindi che contestarequanto asserito da Finkelstein e daaltri validi studiosi ebrei non pochidei quali dell’Olocausto sono statidirettaente vittime e attribuirmi l’in-tenzione e la capacità di entrare inargomenti di cui non sono certo unodei massimi esperti.

    Per richieste:

    Edizioni Segno Settimo SigilloEuropa Libreria Editrice SasVia Sebastiano Veniero 74/7600192 RomaTel.: 06. 39.722.155 Fax: 06. 39.722.166

    “Chiesa Viva” *** Maggio 2005 23

    Lettere alla Direzione

    SEGNALIAMO:

    «Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

    (S. Tommaso d’Aquino)

    In Libreria

    Caro Don Villa, approfitto dell’occasione, per compli-

    mentarmi con Lei, per la sua formidabileattività di difensore della Fede Cristiana eCattolica, di combattente in difesa dei ve-ri, eterni valori insegnatici di Nostro Si-gnore e dalla VERA CHIESA preconci-liare!Ho letto il Suo “Processo” ad Andreottie ne sono rimasto sconvolto! Lei ha fattobenissimo a bollare d’infamia quel subdo-le uomo “democristiano” che, insieme adiversi e tanti altri suoi “compari” (cattoli-ci?) hanno gettato l’Italia in mano alle for-ze del male.Sto leggendo, in questi giorni il suo libro:“Paolo VI: Processo ad un Papa?” chemi procura emozioni violentissime! La do-cumentazione da Lei riportata sull’opera-to di questo sciagurato e funesto Papavoluto ed imposto da pressioni giudaico-massoniche dall’alto... è una documenta-zione assolutamente ineccepibile, basatasulla teologia, sulla storia, sui documentie sulla cultura che un sacerdote prepara-to c


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