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CIE - 27th Plennary Session Sun City, 10 – 15 Luglio 2011 ... · o CRI-CAM02UCS il quale ha molti...

Date post: 20-Jan-2021
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE PRODUTTORI ILLUMINAZIONE Via Monte Rosa, 96 - 20149 Milano Tel +39 02 97373352 Fax +39 02 97373468 C.F. 97493860155 federata ASSOCIAZIONE NAZIONALE PRODUTTORI ILLUMINAZIONE CIE - 27 th Plennary Session Sun City, 10 – 15 Luglio 2011 (Fabio Pagano & Luigi Schiavon) PRINCIPALI ARGOMENTI TRATTATI Divisione 1: Vision and Colour Ridefinizione del CRI (Color Rendering Index) in seguito all’avvento dei LED che pur con indici elevati hanno rese sul rosso (R9) molto basse. L'obiettivo primario del TC 1-69 è quello di raccomandare nuove procedure per valutare le proprietà di resa cromatica delle sorgenti luminose e numerosi metodi sono già stati proposti; alcuni di essi sono: o feeling of contrast index (FCI), il quale misura la "chiarezza visiva" e la "sensazione di contrasto" che una sorgente luminosa induce quando illumina gli oggetti ed è destinato ad essere utilizzato in combinazione con il CRI o CRI-CAM02UCS il quale ha molti punti in comune con il CRI, ma utilizza uno spazio del colore a scale uniformi in base al modello CIECAM02. Si tratta di fatto di una proposta di integrazione con un “New metric fidelity” per il CRI (n-CRI) o rank-order based colour rendering index (RCRI), mediante il quale si classifica la qualità degli incrementi discreti delle fonti luminose; è considerato da chi lo propone come di più facile interpretazione da parte degli utilizzatori non professionali o colour quality scale (CQS), in contrapposizione al n-CRI, è fortemente supportato dal Comitato JP; si basa anch’esso sul CRI, ma dovrebbe risolvere i suoi problemi e si discosta dal suo esame rigoroso di fedeltà dei colori o colour harmony rendering index (HRI) misura come delle combinazioni piacevoli di colori appaiono sotto una sorgente di prova o colour rendering index based on memory colours (MCRI) mediante il quale si valuta le sorgenti in base a come quanto vicino sono resi i colori degli oggetti rispetto a quelli di oggetti familiari così come sono ricordati della gente o gamut area index (GAI), metodo il quale ha lo scopo di integrare il CRI con informazioni relative a “object colour discriminability” e alla vivacità di colore o Monte Carlo, metodo per la valutazione delle prestazioni delle sorgenti che considera tutti i fattori di riflettanza plausibili dell’oggetto
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Page 1: CIE - 27th Plennary Session Sun City, 10 – 15 Luglio 2011 ... · o CRI-CAM02UCS il quale ha molti punti in comune con il CRI, ma utilizza uno spazio del colore a scale uniformi

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PRODUTTORI ILLUMINAZIONE Via Monte Rosa, 96 - 20149 Milano Tel +39 02 97373352 Fax +39 02 97373468 C.F. 97493860155

federata

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PRODUTTORI ILLUMINAZIONE

CIE - 27th Plennary Session Sun City, 10 – 15 Luglio 2011

(Fabio Pagano & Luigi Schiavon)

PRINCIPALI ARGOMENTI TRATTATI Divisione 1: Vision and Colour

• Ridefinizione del CRI (Color Rendering Index) in seguito all’avvento dei LED che pur con indici elevati hanno rese sul rosso (R9) molto basse.

• L'obiettivo primario del TC 1-69 è quello di raccomandare nuove procedure per valutare le proprietà di resa cromatica delle sorgenti luminose e numerosi metodi sono già stati proposti; alcuni di essi sono:

o feeling of contrast index (FCI), il quale misura la "chiarezza visiva" e la "sensazione di contrasto" che una sorgente luminosa induce quando illumina gli oggetti ed è destinato ad essere utilizzato in combinazione con il CRI

o CRI-CAM02UCS il quale ha molti punti in comune con il CRI, ma utilizza uno spazio del colore a scale uniformi in base al modello CIECAM02. Si tratta di fatto di una proposta di integrazione con un “New metric fidelity” per il CRI (n-CRI)

o rank-order based colour rendering index (RCRI), mediante il quale si classifica la qualità degli incrementi discreti delle fonti luminose; è considerato da chi lo propone come di più facile interpretazione da parte degli utilizzatori non professionali

o colour quality scale (CQS), in contrapposizione al n-CRI, è fortemente supportato dal Comitato JP; si basa anch’esso sul CRI, ma dovrebbe risolvere i suoi problemi e si discosta dal suo esame rigoroso di fedeltà dei colori

o colour harmony rendering index (HRI) misura come delle combinazioni piacevoli di colori appaiono sotto una sorgente di prova

o colour rendering index based on memory colours (MCRI) mediante il quale si valuta le sorgenti in base a come quanto vicino sono resi i colori degli oggetti rispetto a quelli di oggetti familiari così come sono ricordati della gente

o gamut area index (GAI), metodo il quale ha lo scopo di integrare il CRI con informazioni relative a “object colour discriminability” e alla vivacità di colore

o Monte Carlo, metodo per la valutazione delle prestazioni delle sorgenti che considera tutti i fattori di riflettanza plausibili dell’oggetto

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• TC 1-58: segnaliamo la recente pubblicazione CIE 191:2010 Recommended System for Mesopic Photometry Based on Visual Performance che è un riferimento per le attività in corso nella Divisione 2 in merito alle misure fotometriche mesopiche (ambito stradale).

Divisione 2: Measurement of Light and Radiation

• Misure fotometriche per applicazioni Road / Street lighting nella regione mesopica (0,005 – 5 cd/m2): vi sono stati diversi documenti (es. Yoshi Ohno) a supporto della necessità di effettuare misure fotometriche mesopiche in quanto si sta affermando che in tale regione visiva la visibilità è migliore con luce bianca. A tal proposito segnaliamo anche uno studio presentato da Ronald Gibbson (US) condotto in 3 città e dal quale emerge che l’illuminazione con luce bianca (da 3000 a 4000 K) fornisce prestazioni equivalenti se non migliori in termini di visibilità rispetto al HPS

Ciò potrebbe portare a breve a nuovi CIE TRs (in aggiunta all’esistente CIE 181:2010) sulla base dei quali i laboratori fotometrici dovrebbero attrezzarsi per effettuare anche tali misure

• Fra i vari, evidenziamo uno

studio condotto da Andràs Poppe (HU) in merito all’invecchiamento dei LED basato sulla norma LM80 in relazione ai transitori termici. Infatti durante la durata della vita dei LED, cambia in modo evidente l'intensità della luce e la sua cromaticità.

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• Divisione 3: Interior Environment and Lighting Design

• DayLight (definizione di modelli matematici) e relativo abbagliamento: sono in corso diverse attività di studio che dovrebbero condurre a definire un Technical Report utile alla corretta progettazione dell’illuminazione negli edifici considerando il corretto apporto di DayLight. Si fa notare che sussistono ancora numerosi problemi per arrivare a definire e dunque valutare correttamente l’abbagliamento determinato dal DayLight (lavori in alto mare). È interessante uno studio norvegese relativo a sistemi di schermatura che deviano la luce del sole sul soffitto degli ambienti, rendendo parzialmente riutilizzabile l’apporto di luce naturale.

• Valutazione Abbagliamento con sorgenti a LED: la luce Blu abbaglia maggiormente rispetto alla luce Bianca (?), così come da sorgenti con luminanza non uniforme: apparecchi con sorgenti a LED presentano problemi per la valutazione del valore di UGR in quanto l’angolo solido dei singoli LED è molto piccolo e la loro intensità molto elevata.

• Effetti del DayLight (visivi e non visivi) • Il delegato italiano nella Divisione 3 e anche membro del TC 3-49 (Lighting Controls for

Tertiary Lighting in Buildings) è la dott.ssa Anna Pellegrino (POLI.TO). Membro del TC 3-49 è anche Fabio Bisegna che però non era presente. L’attività del TC è ancora in una fase iniziale, infatti sono 56 le pubblicazioni raccolte sin qui e di cui soltanto per alcune sono stati predisposti dei summary per la circolazione fra i membri. Dunque la preparazione della prima bozza di pubblicazione CIE si protrarrà ancora per diversi mesi (anche se il target è fine 2011). Per il TC 3-50 (Lighting Quality Measures for Interior Lighting with LED Lighting Systems) vi è già una prima bozza di pubblicazione CIE che si basa sui seguenti concetti: → Task Visibility → Visual comfort → Flicker and strobe → Modelling of faces and object appearance → Room appearance. → Colour consistency and luminous flux consistency

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Divisione 4: Lighting and Signalling for Transport

• Per i prossimi 4 anni, il Presidente della Divisione 4 sarà Peter Schwartz (HU) • Giuseppe Rossi (IT) ha presentato un modello di valutazione e di ottimizzazione degli

impianti di illuminazione stradale rispetto ai consumi energetici e alla luce dispersa verso l’alto (Energy Saving and Environmental Compatibility in Road Lighting – Iacomussi, Rossi, Soardo). Case study: Torino vista dall’osservatorio di Pino Torinese.

• Abbiamo appreso che nel medio termine, a fronte del “PPP European Green Cars Initiative” (rif.: http://www.green-cars-initiative.eu/public/) le lampade ad alogeni per auto saranno eliminate dal mercato. Si prevede che i proiettori a LED copriranno il 5% dell’intero mercato nel 2020. Sono in fase di sviluppo soluzioni per rear lights con OLEDs

• È in fase di sviluppo uno studio sulla semplificazione della

valutazione del Q0 degli asfalti (Cyrill Chain, TC 4-40). Lo scopo del TC 4-50 è quello di rieditare la CIE/PIARC TR 66, 1984 e di proporre quindi metodologie per la determinazione dei parametri (da calcoli e da misure sia di laboratorio che sugli impianti). La prima bozza di revisione sarà disponibile presumibilmente ad aprile 2012, la prossima riunione si terrà a Settembre 2012 in Malesia oppure negli USA.

• Sermin Onaygil (Turchia) ha presentato un poster interessante

sull’analisi dei costi di impianti di illuminazione stradale a LED; lo stesso argomento è in discussione nel TC 4-51, in particolare per quanto riguarda la valutazione dei costi / benefici qualora vi sia una riduzione degli incidenti. Si segnala che vi è una possibile sovrapposizione con l’Annex A della CIE 115:2010. Rossi presenta alcuni elementi del progetto “Regolo” in fase di realizzazione a Bergamo (impianto sperimentale con sistemi adattivi alle luminanze minime previste dalla Norma EN)

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• Visibilità degli ostacoli negli imbocchi delle gallerie e dei veicoli che precedono: Ito Hayato (Panasonic) ha illustrato il calcolo del TRP (Total Revealing Power) e dell’indice di visibilità dei veicoli che precedono.

• È stato presentato uno studio preliminare sul LMF di un impianto con apparecchi a LED (Corinne Lac-Batel), dal quale si evince che i due elementi fondamentali sono il “Cleanin period” e il decadimento del ”Optical cover material”.

Divisione 5: Exterior Lighting and Other Applications Divisione 6: Photobiology and Photochemistry Divisione 8: Image Technology Eventi Futuri

November 23, 2011: Training Seminar "CIE Metrology of LEDs and LED Modules" (Vienna/AT)

January 2012 (tbc): Tutorial and Expert Symposium "CIE System of Mesopic Photometry" (Vienna/AT)

September 19-21, 2012: CIE 2012 "Lighting Quality & Energy Efficiency" (Hangzhou/CN)

April 12-19, 2013: CIE Celebrating its 100th Birthday/CIE Midterm Meeting (Paris/FR)

2015: CIE Midterm Meeting (Manchester/UK)

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Note a margine • Molte delegazioni numerose, tra cui si evidenziano JP con 48 delegati, molti da DE, UK, FR,

US e CN, fino alla Turchia con 11 delegati. Altri paesi con un numero di delegati inferiore a 10, fra cui l’Italia (6). Il totale dei delegati è stato di poco superiore a 450.

• CIE e GLF: La CIE è parte attiva nel Global Lighting Forum mediante il quale si vuole condividere con diversi Stakeholders (fra i quali ELC, Cen, Cenelec, …), una supervisione di tutte le attività in corso in relazione al mondo dei LED.

• Inoltre la CIE ha attivato il “CIE Lighting network” (originariamente “network on Lighting quality and energy efficiency”) con lo scopo principale di avere il coinvolgimento dei vari Stakeholders nelle attività CIE finalizzate all’efficienza energetica e alla qualità dell’illuminazione; fra i vari Stakeholders segnaliamo PLDA (Professional Lighting Designers' Association), IALD (International Association of Lighting Designers), IEC (International Electrotechnical Commission), ISO (International Organization for Standardization), LUCI (Lighting Urban Community International), IDA (presumiamo si tratti di “International Dark-Sky Association”), IAU (presumiamo si tratti di “International Astronomical Union”) e GLF (Global Lighting Forum, di cui sopra)

• I delegati Italiani da noi conosciuti durante le riunioni sono stati (per i vari Comitati Tecnici / Divisioni): → prof. Claudio Oleari (Università di Parma) – Div. 1 → prof. Osvaldo Da Pos (Università di Padova) – Div. 1 → dott.ssa Anna Pellegrino (Politecnico di Torino) – Div. 3

• Come prima impressione generale in merito alle diverse attività in corso nei diversi Comitati Tecnici di cui abbiamo avuto la possibilità di assistere ai lavori (in qualità di osservatori), possiamo sintetizzare che: → l’immagine che la Direzione CIE (Martina Paul) vuole dare all’esterno, ad esempio durante i

vari incontri con il CELMA, di una realtà efficiente e rapida nel procedere con le Norme / Technical reports in realtà non trova conforto nello stato d’avanzamento di molti progetti che sono ancora nella fase istruttoria anche dopo 3 o 4 anni dalla loro istituzione

→ I membri attivi di un comitato tecnico CIE normalmente sono poche unità (a volte non arrivano a dieci) per cui i coordinatori dei TC normalmente tendono a raccogliere il più possibile testi e letteratura sull’argomento in modo tale che si inseriscano i summary nelle prime bozze delle pubblicazioni. Ciò porta spesso ad avere pubblicazioni relative a studi effettuati anche su campioni che potrebbero essere definiti tranquillamente “poco rappresentativi”, cioè vi è il rischio reale di avere nelle prime bozze delle conclusioni basate su studi effettuati su campioni di 4 o 10 persone e tali esiti potrebbero essere eretti a riferimento per fenomeni visivi intesi per la totalità delle persone. Se tali elementi non saranno poi accuratamente valutati da altri membri dei Comitati Nazionali quando i testi saranno inviati al voto, la futura pubblicazione CIE rischiarà di diventare riferimento per norme internazionali (es. CEN, IEC, ISO) pur magari non avendone pienamente titolo. Questo dubbio che abbiamo condiviso con alcuni dei delegati italiani non è stato oggetto di una controdeduzione ma semplicemente ci è stato detto che esistendo realmente questo rischio, si auspica che funzioni ogni volta il filtro che si dovrebbe avere quando i documenti giungono ai Comitati Nazionali per il voto. Resta il fatto che ad esempio, la curva di sensibilità dell’occhio Vλ sembra essere stata definita in CIE dopo aver condotto uno studio su un campione di 40 persone…


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