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CIRCONDATI DI GIOIA · 2016-09-30 · Per vivere il nuovo anno di ACR che si apre, ... posta. Il...

Date post: 15-Feb-2019
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Azione Cattolica dei RagazziDiocesi di Padova

CIRCONDATI DI GIOIACammino Annuale dei gruppi ACR 2016-2017

Carissimi educatori, responsabili associativi e assistenti,

beati noi, perché siamo discepoli amati del Signore,beati noi, che iniziamo un nuovo anno ACR,beati noi, che viviamo un prezioso servizio educativo,beati noi…

“Beati noi”, con questa certezza vogliamo iniziare un nuovo anno di ACR, con la certezza che il Signore ci accompagna e ci conduce a una vite beata, bella e buona, ci conduce alla GIOIA.

Per vivere il nuovo anno di ACR che si apre, presentiamo il Cammino annuale dell’ACR di Padova, lo strumento che offre la proposta formativa per tutti i gruppi ACR della nostra Diocesi. Come sempre trovate il tema dell’anno, la domanda di vita, la categoria, i contenuti, gli obiettivi formativi per ciascun periodo, il brano evangelico di riferimento e molto altro, in particolare le prime indicazioni per il tanto atteso ACRissimo, la festa diocesana degli Incontri che manca dal 2009. Non vogliamo che l’ACRissimo sia un evento e basta, il nostro desiderio è che sia la tappa di un percorso ampio, che lo precede e che continua dopo. Proprio in vista dell’ACRissimo, sarà quest’anno fondamentale seguire il Cammino, con i vari passaggi e proposte che preparano la festa di maggio. Molte informazioni e indicazioni saranno presenti anche nel Tackle, come ad esempio link per il materiale da scaricare e le proposte per gli in-contri con i ragazzi.

In questo nuovo anno che comincia ci auguriamo di consolidare alcuni aspetti imprescindibili della pro-posta dell’ACR e che ha contraddistinto il cammino degli anni scorsi:• Proporre una vera esperienza di crescita umana e cristiana ai ragazzi, aiutandoli a incontrare il Si-

gnore Gesù (ACR non è un banale far giocare i bambini…).• Vivere una vera relazione educativa con i ragazzi; essere testimoni di Gesù che si prendono cura,

ascoltano, conoscono e accompagnano i ragazzi (l’educatore ACR non è un babysitter gratuito e di bassa qualità…).

• Vivere una vera esperienza di missionarietà, che permetta di incontrare la realtà che ci circonda e le diverse situazioni che la contraddistinguono e mettersi a servizio (ACR non è chiudersi in una stanza del centro parrocchiale per stare tra di noi…).

• Essere presenza efficace e rilevante nel percorso di Iniziazione Cristiana delle comunità parrocchia-li, collaborando con i catechisti, accompagnando i ragazzi nei vari passaggi del percorso e propo-nendo un cammino che mantiene lo specifico della proposta associativa (ACR non è un’esperienza esterna alla comunità, non è un mondo a sé…).

Siamo certi che la proposta dell’ACR è buona e valida, non vogliamo ridurla o banalizzarla, e ci auguria-mo che educatori e ragazzi abbiano il coraggio di puntare in alto, di dare qualità, di osare, di mettere in campo i doni grandi che il Signore pone in noi.

Auguriamo una buona e attenta lettura, sia personale sia di gruppo, e vi auguriamo un gioioso e beato anno di ACR.

Andrea, Cristian, Lussi, Marialuisa, Elisa e don Stefano equipe diocesana ACR

Azione Cattolica dei Ragazzi Cammino annuale Acr 2016-2017

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Saluto

Come usare il Cammino annualeAll’inizio di questo nuovo anno associativo vi raggiungiamo, come di consueto, attraverso l’importante strumento che si trova tra le vostre mani… il Cammino annuale dell’ACR.Le pagine che seguono raccolgono al loro interno la rielaborazione del cammino che l’AC nazionale propone ai ragazzi dell’ACR. Attraverso questo strumento, infatti, le proposte dell’AC nazionale sono adattate agli orientamenti della nostra diocesi per essere vissute e comprese pienamente dai nostri gruppi parrocchiali.

Questo testo è diviso in due parti. La prima riporta le indicazioni generali su cui si struttura l’intera proposta annuale. La seconda contiene gli obiettivi particolari e le attenzioni dei singoli periodi in cui si struttura l’anno ACR, dal mese del Ciao al mese degli Incontri.Il Cammino annuale racchiude le indicazioni fondamentali per accompagnare i nostri ragazzi a far pro-prio l’obiettivo generale dell’anno. Per questo è di vitale importanza che ogni educatore faccia propri i contenuti di queste pagine al fine di interrogarsi per primo sulle domande che andremo a muovere nel cuore e nelle menti dei nostri ragazzi.

Come usare il tackleNel corso dell’anno saranno pubblicate le cinque Tackle, una per periodo. Il Tackle traduce in modo operativo il Cammino annuale e ha quest’anno un triplice scopo:1. accompagnare l’educatore nell’andare in profondità dell’obiettivo di ogni periodo e tappa2. aiutare l’educatore nella realizzazione degli incontri ACR, proponendo delle attività per ogni tappa;

queste proposte di attività, a seconda delle situazioni che ogni gruppo vive (spazi, tempi, perso-ne…), possono essere tenute tout court o essere modificate, adattandole alla specifica realtà

3. accompagnare i gruppi ACR nel percorso di avvicinamento al mese degli Incontri e alla festa degli Incontri che quest’anno prevede l’incontro diocesano dell’ACRissimo a Maggio 2017.

A quanti decideranno di utilizzare questi strumenti nel corso dell’anno ricordiamo che il cuore resta sempre e comunque il Cammino annuale e con gli obiettivi generali e parziali che contiene. Il centro dell’attenzione è rivolta all’obiettivo del periodo e agli scopi delle tappe, non tanto all’attività pro-posta. Il Tackle propone delle attività che nascono dal Cammino, che sono pensate da educatori che vivono l’ACR e le sperimentano nelle loro parrocchie, e che permettono di

sono tra loro organizzate e collegate e possono essere tenute e realizzate come proposte o adattate alla realtà (spazi, tempi, numero di ragazzi…) e allo stile del gruppo a cui viene fatta la proposta.Da ultimo forniamo un’attenzione tecnica. All’interno del cammino, e poi nei Tackle, il termine “tappa” non è da confondersi con il concetto di “incontro”. All’interno di ogni periodo, le “tappe” sono sempre tre: studio, animazione e servizio per i periodi di Iniziativa Annuale (Ciao, Pace e Incontri); analisi, con-fronto e celebrazione per i mesi di Catechesi Esperienziale (Primo e Secondo Tempo). Con il termine “incontro”, invece, si definisce il vero e proprio incontro di gruppo la cui cadenza è definita da ogni parrocchia (settimanale, quindicinale, mensile). Quindi, a seconda del periodo dell’anno e del gruppo, è possibile dedicare sia più di un incontro di gruppo a per una singola tappa, sia raggruppare due tappe in un incontro.

21 maggio 2017: ACRissimoRitorna dopo otto anni (l’ultima nel 2009) la festa degli incontri diocesana. Ad accompagnarci in quest’anno ACR ci sarà Semola assieme ai personaggi della storia della spada nella roccia. Staremo, quindi, alla scuola di Merlino e Anacleto che accompagneranno il piccolo Semola alla scoperta della gioia piena che si realizzerà proprio nell’incontro diocesano del 21 Maggio 2017.La festa sarà un’occasione unitaria d’incontro nella cui organizzazione saranno coinvolti anche i settori Giovani e Adulti per prepararci e vivere assieme questo importante momento di festa.

Azione Cattolica dei RagazziIntroduzione

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Introduzione

Oltre al Tackle e alle occasioni d’incontro e formazione previste nel corso dell’anno (Il convegno edu-catori, i laboratori, …) invitiamo gli educatori a tenersi aggiornati sul sito dell’AC diocesana, sui social network e sul sito della festa ...All’interno di questi strumenti, infatti, sarà possibile trovare contenuti extra in preparazione alla festa e indicazioni sempre più approfondite sull’evento e sul cammino dell’anno.L’aggancio dell’anno sarà reso disponibile sui siti all’inizio di ogni periodo e, inoltre, quest’anno saran-no resi disponibili anche dei video dell’aggancio girati dagli stessi attori che i ragazzi incontreranno anche alla festa. Questo nuovo strumento è messo a disposizione di tutti e in particolare di quelle parrocchie che per vari motivi hanno difficoltà a preparare le scenette. E’ importante, soprattutto in quest’anno, che i ragazzi arrivino alla fine del cammino conoscendo la storia che accompagna l’anno, il cui epilogo sarà proposto alla festa diocesana.Durante l’anno saranno proposti alcuni incontri zonali di formazione e informazione in preparazione alla festa organizzati in collaborazione con il settore Giovani e rivolti a tutti i giovani di AC.

Di certo, vi starete chiedendo cosa centri il tema del titolo e del manifesto dell’anno (Circondati di gioia) con l’ambientazione medievale scelta. Abbiamo preferito, pur modificando l’ambientazione, mantenere titolo e manifesto in quanto riteniamo essere degli importanti collegamenti con la propo-sta dell’AC nazionale (che abbiamo mantenuto in termini di obiettivi). Inoltre, la stessa immagine del manifesto sarà poi riportata nelle tessere che i nostri ragazzi riceveranno con l’adesione all’AC.

Cos’altro dire… stay tuned…

Domanda di vita MI RENDI FELICE? TI RENDO FELICE? «Figlio, per quanto ti è possibile, non privarti di un giorno felice» (Sir 14, 11-14)

Nell’anno dell’iniziazione al mistero della Chiesa, vogliamo accompagnare i ragazzi a dare risposta alla loro domanda di prossimità-accoglienza. In questa domanda - che i ragazzi esprimono non tanto con le parole quanto con i propri gesti e atteggiamenti, nel loro modo di comportarsi con gli altri – si nascon-de il bisogno profondo di avere accanto persone che li aiutino ad essere felici, il desiderio di vivere rela-zioni belle e durature, che sono certezze e riferimenti per la loro crescita. Allo stesso tempo ci si pone in ascolto del loro bisogno di sentirsi accolti e accettati dagli altri, cercando consensi e conferme del “gradimento” che suscitano. Vengono subito alla mente due immagini che intercettano questo biso-gno di prossimità e accoglienza: - la prima riguarda i bambini che, anche da piccolissimi, ripetono tante volte un gesto o una smorfia che ha destato un sorriso nell’altro, sperando di suscitare ancora quella reazione positiva; - la seconda è ribaltata rispetto alla prima e vede il bambino chiedere insistentemen-te all’adulto, o al suo compagno di giochi, di ripetere all’infinito ciò che lo ha fatto divertire. Ridere e sorridere, sono segnali precisi di uno stato di benessere, difficili da frenare, nascondere o simulare. Sono il feedback che qualcosa di buono sta accadendo. D’altronde, le relazioni più belle nascono da una risata, da quell’intesa misteriosa che si instaura fra due o più persone al di là delle parole. Basta un incrocio di sguardi e il gioco è fatto. Ridere e sorridere sono anche gesti che caratterizzano fortemente l’essere umano e che non si trova-no altrove in natura. Sono uno di quei tratti caratteristici che ci rendono «immagine di Dio». Ma per esplorare fino infondo la realtà dei ragazzi, è bene considerare i pro e i contro di questa di-namica. Assistiamo, a volte, a una stortura del concetto di stare bene e stare insieme. Talvolta la ri-sata prende l’aspetto della “derisione”, che può manifestarsi in varia misura, dal prendere in giro un compagno ai noti episodi di bullismo. Ridere degli altri può essere elemento per rinforzare il proprio gruppo escludendo qualcuno, ma sappiamo bene che è un modo poco sano di vivere questo gesto. Per contro, è bello vedere quando in un gruppo di ragazzi impara a ridere di sé, dei propri limiti ed errori, dei difetti e delle figuracce. In un contesto in cui sentiamo che gli altri ci vogliono bene, impariamo a ridere di noi se capiamo che l’amore ricevuto è incondizionato, non dipende da quanto siamo bravi, ma semplicemente dal fatto di esserci. Quello che vorremmo offrire ai nostri ragazzi, allora, è la possibilità di vivere la Chiesa come un luogo in cui si è felici insieme. Per quanto detto fino ad ora, capiamo che solo un legame profondo e intenso fra i suoi elementi consente il raggiungimento di questo obiettivo. Vogliamo che i ragazzi si sentano

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coinvolti in un contesto di persone che si vogliono bene, che sanno ridere di sé e degli altri con amore, che sanno contagiare con questa felicità tutti coloro che incontrano nel loro cammino. Vogliamo che sentano la necessità di essere presenti e di mettersi in gioco insieme agli altri. La Chiesa ha bisogno del loro sorriso, del messaggio di speranza che solo i piccoli sanno trasmettere. La bellezza della Chiesa si svela agli altri attraverso il sorriso di chi la abita, un sorriso condiviso che ci rende corpo mistico, imma-gine che svela il Risorto. Ci piace immaginare i volti dei bambini e dei ragazzi che vanno in parrocchia con il sorriso sulle labbra e non con il broncio, che fanno esperienza di una Chiesa che sa scovare la gioia nel “nonostante” e sente la missione di portare questa gioia a tutti coloro che incontra. Sogniamo che imparino ad accogliere i limiti e le povertà di chi ci è accanto, compresi loro stessi, con il sorriso pronto ad aprirsi; una Chiesa che si impegna ogni giorno perché sul volto di tutti ci sia un sorriso; una gioia che continua per sempre, se solo sappiamo che è nello stare con gli altri la sua sorgente.

Brano EvangelicoDal Vangelo secondo Matteo (4, 23 - 5, 13)

Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Dagli Orientamenti dell’Ac per il triennio 2014-17 III anno “Rallegratevi ed esultate” Gesù indica nella gioia delle beatitudini lo stile della missione. Egli stesso incarna e proclama questo stile. Le beatitudini non evocano cose straordinarie, ma vicende di tutti i giorni, il desiderio di felicità, una trama di situazioni comuni, fatiche, speranze, lacrime e sorrisi. In queste situazioni, Gesù indica le vie della missione, capovolgendo i criteri umani: povertà, mitezza, sopportazione, fedeltà, desiderio di giustizia e di pace. Questo stile, vissuto nella gioia interiore che viene dalla fede, è capace di rigenerare in modo radicale la vita personale e il mondo.

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Il Cammino dei ragazzi

CIRCOndati di GIOIAIl gioco di parole, vuole ricordarci le insegne luminose e le locandine dei circhi, che generalmente sono fatte con poche parole, se non addirittura due: CIRCO, accompagnata dal suo nome, spesso il cogno-me della famiglia circense. Anche qui, sottolineando le parole CIRCO e GIOIA, si vuole porre l’accento sull’identità di questo circo: la gioia, la beatitudine, è il nostro nome, la nostra vocazione di cristiani. Solo così potrebbe chiamarsi un circo come il nostro. Se si considerano poi tutte le parole dello slogan, possiamo imbatterci in un dubbio: Circondàti o cir-còndati di gioia? Ci piace lasciare aperta la questione, perché entrambe le accentazioni dicono molto del cammino che ci attende: Circondàti di gioia è il nostro status di cristiani, il nostro modo di essere Chiesa, l’esperienza che vogliamo che i ragazzi vivano scegliendo di essere membri di questa associa-zione. Circòndati di gioia, è l’invito che vogliamo che ciascun ragazzo faccia alle persone che incontra, invogliandole a “venire al circo”, ad assistere a uno spettacolo che porterà il sorriso sulle loro labbra e nel loro cuore. CIRCOndati di GIOIA può svelare allora le parole di Gesù, che nella coralità della Chiesa e nei vari accenti che la coralità può dare, manifesta la sua presenza in mezzo a noi, si svela come com-pagno delle nostre esistenze, come colui che guida i nostri passi verso una vita beata.

Obiettivo generaleIl ragazzo scopre la gioia dell’incontro con Cristo, nel cammino con e nella Chiesa. Comprende che questa gioia diventa vera solo se testimoniata e condivisa.

MESE DEL CIAOOttobre – Novembre, fino alla prima domenica di Avvento

ObiettivoIl ragazzo riprende il cammino interrogandosi sui propri desideri e in particolare su quelli che lo rendo-no felice e che desidera realizzare. Comprende che, per raggiungere questo obiettivo, sono necessari il supporto e la presenza di altre persone.

BOX ACR e ICNei mesi dell’Iniziativa Annuale, l’ACR punta a essere un’esperienza sempre più in uscita, che mette al centro la missionarietà. Si apre in particolare ai ragazzi dell’I-niziazione Cristiana, coinvolgendoli a partecipare a un momento specifico del mese. Durante il Mese del Ciao:• l’esperienza dell’ACR si presenti come comunità che accoglie e che aiuta i ragazzi

a crescere nel diventare discepoli e amici di Gesù (II discepolato, prima tappa);• nel Mese del Ciao il ragazzo invita la comunità (ragazzi dell’IC, catechisti, genito-

ri…) alla Festa del Ciao.

La Festa del Ciao può essere l’occasione per coinvolgere tutti i ragazzi dell’IC (tutto il “secondo tempo, il PRIMO DISCEPOLATO, prevede un momento di festa per tutti i ra-gazzi e i genitori). Educatori e catechisti collaborino per la realizzazione di questo mo-mento; è anche l’occasione per far conoscere l’ACR ai ragazzi che non la frequentano.

Gli educatori partecipino ai riti di consegna del Vangelo e della Croce previsti dal percorso di IC; come segno di vicinanza e di accompagnamento possono scrivere un biglietto di auguri ai ragazzi.

Idea di fondoDopo le esperienze estive, i ragazzi si ritrovano per partire con un nuovo anno di ACR. È un nuovo ini-

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Il cammino dei ragazzi

zio, e per dare slancio al cammino lasciamo che siano i desideri dei ragazzi a tracciare il percorso, quei desideri che sono stimolo e orientamento per la loro vita. Siamo certi che proprio i desideri dei ragazzi siano un aspetto importante, sono per loro un motore di crescita, e permette loro di esprimere quel mondo fantastico e di bene che hanno dentro. Spesso questi desideri sono un dono del Signore, e at-traverso di essi guidano i ragazzi nella via del bene e del Vangelo. Gli educatori sono chiamati a cogliere, alimentare e educare i desideri dei ragazzi, per accompagnarli a una vita bella alla sequela di Gesù.

Nel cammino che vivremo quest’anno, i desideri sono un punto di partenza, ma non il fine, sono un primo passo per il raggiungimento di qualcosa di più grande.Anche Semola, ha un desiderio: di diventare scudiero. La sua vita si volge alla realizzazione del suo desi-derio, a quell’aspettativa che ritiene bella e grande per lui. È un primo passo, non l’arrivo, ma una tappa (anche se ancora non lo sa), un passo possibile e fondamentale per l’oggi della sua vita. La strada per diventare re, è ancora inimmaginabile.

Il cammino si sviluppa nelle consuete tre tappe, che possono essere programmate o adattate dall’equipe di educatori.

Studio Il ragazzo coglie ed esplicita quei desideri che porta nel cuore e che sente importan-ti per la sua vita. Riconosce che questi desideri sono dono del Signore che gli vuole bene e lo vuole felice.

Animazione Il gruppo sprona le persone della comunità a condividere i desideri che hanno. Si invitano poi a individuare quelli che sentono importanti e accoglierli come chiamata del Signore.In questa tappa si propone alla comunità di partecipare assieme alla Festa del Ciao.

Servizio Recuperando i desideri emersi nelle tappe precedenti, i ragazzi gli danno forma re-alizzandoli/costruendoli fisicamente. Per la costruzione dei desideri, si possono coinvolgere adulti, altri operatori pasto-rali o giovani della comunità.

In particolare per 6/8 e 9/11In questa età dove i sogni ad occhi aperti sono tanti, i ragazzi si interrogano su quali siano i loro sogni più grandi e più importanti e, soprattutto, scoprono come, mettendosi in gioco, sia possibile realizzarli.

In particolare per 12/13In questa età, dove si comincia ad affacciarsi nel mondo degli adulti, i ragazzi scoprono che esistono due tipi di sogni diversi: i sogni di avere e i sogni di essere. I sogni di avere sono più legati alle cose ma-teriali, mentre i sogni di essere portano i ragazzi a pensare al loro futuro e a come saranno da grandi.

FESTA DEL CIAOIl ragazzo, recuperando il cammino fatto, fa esperienza di come la realizzazione dei propri desideri non sia un punto d’arrivo, ma l’inizio della realizzazione (o parte della realizzazione) di sogni più grandi.

Attenzione per le famiglieCosa sognano e desiderano, cosa amano i ragazzi? Cosa hanno nella mente e nel cuore i bambini?La famiglia è chiamata a riconoscere e a far crescere i desideri dei ragazzi. Insieme ad altre famiglie cerca spazi e atteggiamenti, nella comunità civile e religiosa, per favorire, aiutare, sorreggere, svilup-pare i desideri e i sogni che sono in ciascun ragazzo.

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PRIMO TEMPO DI CATECHESITempo di Avvento

ObiettivoIl ragazzo sente di essere chiamato ad una gioia condivisa. Trova nella Chiesa e nell’Associazione la comunità che condivide la sua chiamata alla felicità, sotto la guida di Dio che, donando al mondo il suo unico Figlio, li indirizza sulla via della gioia.

BOX ACR e ICIn ACR in Avvento, il Primo tempo di Catechesi, attraverso la tappa del confronto con i documenti della fede e della celebrazione sviluppa degli obiettivi e dei contenuti co-muni alla proposta dei cammini di IC per il periodo di preparazione al Natale.In particolare:• vivere e l’essere accolti nella comunità• far crescere il desiderio di conoscere Gesù attraverso i Vangeli dell’infanzia• scoprire la Parola come via per conoscere Gesù e criterio per scegliere nella vita• il curare e vivere un momento di preghieraEducatori e catechisti si incontrino per tempo nel programmare e preparare assieme le possibili collaborazioni.

Idea di fondoNel mese del Ciao, i ragazzi hanno scoperto di avere molti desideri e che alcuni di questi sono più importanti di altri perché li rendono felici. In Avvento vivono un importante passaggio: vanno oltre i desideri personali per iniziare a scoprire che sono chiamati a vivere un sogno più grande. Sarà questo sogno a rendere la loro vita piena di gioia anziché un insieme di momenti di felicità.Per imparare bene come realizzare i sogni, i ragazzi hanno bisogno di guide esperte: da soli è difficile e lo scoraggiamento è sempre dietro l’angolo.C’è una guida che conosce meglio di tutti la via verso la gioia: è Gesù che, donato nel Natale, chiama i ragazzi e tutte le persone verso sogni di amore e condivisione.

Semola trova in Merlino non solo un aiuto, ma una vera e propria guida per andare oltre il desiderio di essere solo uno scudiero, ma iniziare a sognare in grande.

Il cammino si sviluppa nelle consuete cinque tappe, che possono essere programmate o adattate dall’e-quipe di educatori. Fondamentale è tenere la tappa di analisi, almeno una tappa di confronto tra le tre proposte e la celebrazione.

Analisi Il ragazzo, recuperando i desideri emersi e realizzati nel mese del Ciao, coglie come essi siano l’inizio di un’avventura che non si aspetta. La realizzazione dei suoi desi-deri lo introduce a nuovi scenari; il ragazzo intuisce che è chiamato a un sogno più grande ma ancora indefinito. Proprio per questo sente la necessità di avere perso-ne, guide, che lo accompagnano e lo sostengono nel cammino.

Confronto tra i ragazzi

Dal confronto con i propri compagni il ragazzo si accorge di come non sia sempre facile comprendere e vivere quel sogno al quale il Signore lo chiama.

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Confronto con le altre persone

Nella comunità ciascuno ha un suo passo, diverso dal passo degli altri, ci sono adulti, giovani che stanno camminando, che sanno ascoltare l’altro, che provano strade per essere felici. La testimonianza di alcune persone aiuta il ragazzo a capire che ci sono molti modi per scoprire e realizzare quel sogno che Dio ha per ognuno di noi.Tra le possibili testimonianze si suggeriscono: la storia di due sposi (il loro incontro, la scelta di formare una famiglia cristiana), la vocazione di un giovane seminarista (la chiamata e la risposta…), un volontario di un’associazione ONLUS che si mette a servizio dei più poveri, la storia di uno sportivo che gareggia in squadra...

Confronto con i documenti del-la fede

Il ragazzo, incontrando la persona di Gesù, attraverso alcuni brani del Vangelo, lo riconosce come guida buona per la sua vita. È Gesù che ci sprona ad andare oltre e ci chiama a sogni di gioia.

Celebrazione Il ragazzo, accompagnato dalla figura dei pastori, si sente destinatario di un grande annuncio e loda il Signore per questo privilegio.

In particolare per i 6/8 e i 9/11Ma sognano ancora i ragazzi di questa età? E che cosa sognano? Il che cosa farò da grande o il che cosa mi piacerebbe possedere qui subito? Diventare cavaliere non è uno scherzo l’idea può essere accatti-vante ma per non abbandonarla nel cassetto occorre metodo e costanza, serve una visione: un sogno appunto. Quanti sogni non sappiamo realizzare perché vogliamo fare da soli, non accettiamo consigli, non impariamo da chi è più grande. E poi Gesù…. Ma che cosa ha ancora da raccontare a questi ragaz-zi? Siate felici…. perché tutto si realizzerà se avrete la vita orientata alla gioia e, il Natale, è il Tempo di gioia per eccellenza per questi ragazzi.

In particolare per i 12/13 Per i ragazzi di questa età, il tempo del Natale può essere visto come attesa di vacanza, di regali, di spa-zio per non fare nulla… L’attenzione è far scoprire che il tempo di avvento e del Natale è una ricchezza da vivere insieme, momento speciale per essere con gli altri, per aprire gli occhi e vedere davvero!

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MESE DELLA PACEGennaio – Febbraio, fino al mercoledì delle ceneri 01 marzo

ObiettivoIl ragazzo scopre che per realizzare il proprio sogno ha bisogno di alcune caratteristiche fondamentali: umiltà, mitezza e coraggio.

BOX ACR e ICNei mesi dell’Iniziativa Annuale, l’ACR punta a essere un’esperienza sempre più in uscita, che mette al centro la missionarietà. Si apre in particolare ai ragazzi dell’I-niziazione Cristiana, coinvolgendoli a partecipare a un momento specifico del mese. Durante il Mese della Pace i ragazzi del gruppo ACR:• nel momento di animazione invitano la comunità, e in particolare i ragazzi dell’IC

e i catechisti, a condividere insieme un momento di preghiera nella settimana per l’unità dei cristiani; educatori e catechisti collaborino per la realizzazione di questo momento;

• presentano alla comunità l’iniziativa di solidarietà del mese della Pace e invitano i ragazzi dell’IC a partecipare alla Festa della Pace (tutto il “secondo tempo, PRIMO DISCEPOLATO” prevede la partecipazione dei ragazzi dell’IC alle iniziative del Mese della Pace);

• durante la Festa della Pace, prevedono un momento comune, con i ragazzi dell’IC, di ascolto di alcune persone che con la propria vita testimoniano il contenuto delle Beatitudini, e che hanno fatto di esse una strada per la “vita nuova”; in particolare ci si può soffermare sulle due indicate per questo mese.

Gli educatori valorizzino in particolare il coinvolgimento dei genitori, specialmente durante la Festa della Pace; si preveda un momento dedicato a loro, organizzato con i catechisti, di approfondimento delle tre caratteristiche, umiltà mitezza e coraggio, e di come queste possano essere importanti nell’educazione alla fede dei ragazzi.

Idea di fondoI ragazzi, dopo essersi interrogati sui desideri personali che li rendono felici (Mese del Ciao) e aver scoperto di essere chiamati ad una gioia condivisa e duratura, insieme alla comunità cristiana (Primo Tempo di Catechesi, Avvento), nel Mese della Pace comprendono che per procedere nel cammino ver-so la “gioia piena” hanno bisogno di alcune caratteristiche fondamentali. Umiltà, mitezza e coraggio sono basi sicure, accanto alle abilità personali che contraddistinguono e rendono unico il percorso di ciascuno; testimoniate e lasciateci in eredità da Gesù come punti saldi dello stile del cristiano e di una comunità “di pace”, in cui ognuno si sente parte di un’unica famiglia.I ragazzi, facendo proprie queste tre caratteristiche, continuano il loro percorso verso la gioia, accanto ai compagni e alla comunità.

Semola, sotto la guida di Merlino e Anacleto, scopre le caratteristiche fondamentali per esaudire il proprio sogno e diventare un buon cavaliere. Trasformato in pesce, scoiattolo e uccellino riconosce come il sapere e la saggezza possano battere la forza, e come l’amore sia in realtà la forza più grande di tutto l’universo. Impara così che “non è solo una questione di muscoli, giostrare è un’arte raffinata”.

INIZIATIVA DI SOLIDARIETÀAnche quest’anno, la nostra diocesi sceglie e sostiene la proposta di iniziativa di solidarietà del Centro Nazionale ACR. I dettagli della proposta e le informazioni saranno presentate nel Tackle del Mese della Pace.

Il cammino si sviluppa nelle consuete tre tappe, che possono essere programmate o adattate dall’equipe di educatori.

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Studio Il ragazzo s’interroga sulle abilità e le caratteristiche che ciascuno mette in cam-po nella realizzazione del proprio sogno. Scopre che si possono fare proprie delle caratteristiche comuni e fondamentali: umiltà, mitezza e coraggio. Sono caratte-ristiche che Cristo ci ha indicato come punti fermi dello stile del cristiano e di una comunità unita e concorde.

Animazione Dopo aver conosciuto e approfondito l’iniziativa di solidarietà proposta dall’ACR nazionale e diocesana, il ragazzo, insieme al gruppo, scopre come umiltà, mitezza e coraggio siano strumenti utili per promuoverla all’interno della comunità.

Servizio Il ragazzo, dopo aver riconosciuto come umiltà, mitezza e coraggio siano caratteri-stiche utili nella promozione di uno stile di pace, s’impegna a realizzare le proposte dell’iniziativa di solidarietà. In particolare, assieme a tutto il gruppo ACR, coinvolge la comunità, incontra i coetanei di catechesi o di IC o Scout, racconta loro il percorso fatto e promuove l’iniziativa di solidarietà e la Festa della Pace.

In particolare per i 6/8 e i 9/11Per questa fascia d’età si evidenzi come umiltà, mitezza e coraggio siano caratteristiche che permetto-no al ragazzo di superare la necessità di porre al centro i propri bisogni e i propri desideri, cedendo alla superbia (io sono meglio di lui perché…), all’ira (sono arrabbiato con la mamma perché non mi fa fare quello che voglio…) e alla paura (non gioco più con te perché perdo sempre…).

In particolare per i 12/13Per questa fascia d’età si evidenzi come umiltà, mitezza e coraggio permettano di superare la centrali-tà dei propri bisogni e desideri personali per vivere bene nel gruppo di coetanei e per costruire legami pacifici e duraturi.

FESTA DELLA PACEObiettivoIl ragazzo scopre che la pace è una componente importante del percorso verso la gioia piena. Com-prende come essa sia un obiettivo difficile, ma si impegna a diventare un operatore di pace, mettendo in gioco umiltà, mitezza e coraggio con dedizione, impegno e perseveranza.

Attraverso l’approfondimento e la divulgazione dell’iniziativa di solidarietà, la Festa della Pace diventa segno visibile di condivisione all’interno della comunità e del quartiere/paese/città. Tutta l’ACR si fa testimone di uno stile di umiltà, mitezza e coraggio nella costruzione della Pace e nella promozione del bene comune.

Attenzione per le famiglieLa vita della famiglia è un percorso fatto INSIEME. Ai genitori è chiesto di essere guide, non fantasmi o bancomat, non guidati da desideri o progetti sui ragazzi: sono chiamati ad accompagnarli, accettandoli e correggendoli, con umiltà, mitezza, coraggio certamente, ma con chiarezza esigente, affermando e testimoniando ciò che è bene e ciò che è male, promuovendo così uno stile concreto di pace, sia den-tro che fuori le mura di casa.

BOX ACRissimoDurante la festa della Pace i ragazzi riceveranno lo stampo dello scudo che sarà il segno che andranno ad arricchire nel Secondo Tempo di Catechesi e che porteranno poi alla Festa delle Palme.

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SECONDO TEMPO DI CATECHESIDal mercoledì delle ceneri (1 marzo) alla festa delle Palme

ObiettivoIl ragazzo si confronta con le difficoltà che minano il suo cammino verso la gioia. Impara ad affidarsi al Signore e ai suoi insegnamenti, per affrontare i momenti difficili e rispondere così alla sua chiamata.

BOX ACR e IC Durante il periodo di Quaresima, programmandole per tempo, sono molteplici le esperienze che i ragazzi del gruppo ACR possono vivere insieme con i coetanei con cui condividono il percorso di IC. Durante le tre tappe del primo discepolato, si può condividere il momento della testimonianza per confrontarsi con delle persone che sono state aiutate dal Signore ad affrontare i momenti più difficili delle loro vite, spe-rimentando la gioia del perdono. Potendo scegliere di diluire il tempo che dal Natale porta alla Quaresima, si può condividere poi il confronto con delle persone che hanno saputo testimoniare con la loro vita il contenuto delle beatitudini.

BOX ACRissimoNei vari incontri del Secondo Tempo i ragazzi andranno ad arricchire lo stampo dello scudo ricevuto durante la Festa della Pace con elementi che parlano della loro parroc-chia e del loro territorio. Sarà il segno che verrà poi portato alla Festa delle Palme.

Idea di fondoDurante questo periodo i ragazzi attraverso delle esperienze comuni riflettono su come spesso ci si senta scoraggiati di fronte alle difficoltà che si devono superare per raggiungere i propri sogni. Scopro-no come siano queste prove incontrate lungo il cammino a far rallentare il passo: ci si sente incapaci e si è tentati di rinunciare ad una vita gioiosa, per una felicità parziale e “immediata”. Questo è un peri-colo che i ragazzi scoprono caratterizzare l’esperienza di vita di tutti, grandi e piccoli.Attraverso il confronto reciproco, i ragazzi comprendono che solo mettendosi in gioco con impegno e sperimentando la bellezza dell’amore del Signore, che conosce e perdona i limiti di ciascuno, si posso-no superare le difficoltà della vita.

Anche Semola s’imbatte in Maga Magò, che lo porterà quasi a rinunciare al suo cammino per diventare cavaliere; ma usando le caratteristiche a cui lo ha allenato mago Merlino e ascoltando i suoi insegna-menti riuscirà a sconfiggerla.

Analisi Il ragazzo riconosce che per realizzare i propri sogni e raggiungere così la gioia, deve superare degli ostacoli. Individua questi nella sua esperienza personale.

Confronto tra ragazzi

Il ragazzo scopre attraverso il confronto che anche gli altri vivono le stesse sue diffi-coltà; una comune difficoltà nel cammino verso la gioia, è superare la tentazione di giocare al ribasso, rinunciando a mettere in gioco i propri talenti.

Confronto con le altre persone

Il ragazzo si confronta con l’esperienza di chi ha superato la tentazione “di accon-tentarsi” animato dal coraggio e dalla forza che viene da Dio: quando ci si sente accolti anche nelle proprie stanchezze e nonostante le mancanze, si trova la mo-tivazione per proseguire il cammino che porta al raggiungimento dei propri sogni.Il ragazzo comprende così che vale la pena mettere in gioco tutto se stessi per arri-vare alla gioia.

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Confronto con i documenti del-la fede

Il confronto con le parole di Gesù che nel “discorso della montagna” annuncia le be-atitudini (Mt 5, 1-12) aiutano il ragazzo a riprendere il cammino per il raggiungimento dei propri sogni.

Celebrazione Attraverso il brano delle Beatitudini, il Signore incontra ogni ragazzo, presentandosi come “colui che vive le beatitudini” e invita ognuno a scoprirsi “beato” nel suo oggi.

In particolare per i 6/8 e i 9/11Per questa fascia d’età si evidenzi il rischio di fare sempre riferimento all’aiuto della mamma, maestra, allenatore: per diventare grande devo imparare a superare le mie paure (il buio, restare da solo…), op-pure il rischio di cadere in pigrizie e trascuratezze (stare sempre davanti alla televisione, stare sempre da soli…).

In particolare per i 12/13Per questa fascia d’età si evidenzi la tentazione di intraprendere la via più facile per raggiungere i propri scopi, in riferimento alla scelta di un percorso di studio/lavoro futuri: diventare un calciatore famoso, partecipare ad un talent, ecc.

FESTA DELLE PALMEObiettivoIl ragazzo scopre che per superare le difficoltà che portano al raggiungimento dei propri sogni, ha bi-sogno di una caratteristica speciale, che da senso a tutte le altre: l’entusiasmo.

BOX ACR e ICNella proposta per un cammino di iniziazione cristiana condiviso, tra le esperienze di vita cristiana, viene proposto l’invito per ragazzi e famiglie di partecipare alla festa delle palme con il Vescovo. Adeguatamente programmato si può organizzare un mo-mento condiviso anche per la preparazione degli ulivi da scambiare poi durante l’au-gurio pasquale vissuto durante la festa. A questo poi si può far seguire un momento conviviale con la comunità, che preceda la partenza per raggiungere Padova.

BOX ACRissimoDurante la Festa delle Palme viene portato e consegnato il segno dello scudo. A dif-ferenza degli scorsi anni il segno non verrà, però scambiato con un’altra parrocchia, perché lo scambio avverrà all’ACRissimo. Durante la Festa delle Palme, quindi, sarà previsto solo un momento di consegna.

I ragazzi dopo aver scoperto alcune doti particolari, aver capito come usarle per superare le difficoltà incontrate nel loro cammino comprendono ora l’importanza di un altro “ingrediente” utile per il rag-giungimento dei propri sogni: l’entusiasmo.Vogliamo intendere l’entusiasmo come quella spinta incontenibile che porta ogni uomo ad agire e a operare dando tutto se stesso. L’etimologia stessa della parola è importante e significativa. Il termine “entusiasmo”, infatti, deriva dalla lingua greca e significa “con Dio centro di sé”. Quasi a sottolineare la provenienza di quella partecipazione totale che questo sentimento suscita in chi lo vive pienamente e che spinge ognuno a essere vero testimone.

Anche Semola, con la sua perseveranza e con l’entusiasmo dimostrato arriva finalmente al raggiungi-mento del suo sogno: diventa cavaliere!

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MESE DEGLI INCONTRIDalla festa delle Palme alla festa degli incontri

ObiettivoIl ragazzo scopre, sulle orme dei testimoni della fede, che ciascuno può rendere la sua vita testimo-nianza della gioia vera del Vangelo.

BOX ACR e ICI mesi di Iniziativa Annuale, come già ricordato nel mese del Ciao e della Pace, sono i momenti in cui il ragazzo è invitato a vivere a pieno la missionarietà. In particolare, nel mese degli Incontri, l’ACR si fa compagna di viaggio del cammino di Iniziazione Cristiana con le seguenti attenzioni:L’incontro con i testimoni della comunità, in particolare soci di AC, che sono “testimo-ni di Cristo” (cfr Primo Discepolato – Prima Tappa – Tempo da Pasqua a dopo Pente-coste del cammino di IC);La festa degli incontri, che quest’anno nella sua veste diocesana prevede la proposta della festa dell’ACRissimo, come un’occasione di vivere “una forte e bella esperienza di fraternità” (cfr Primo Discepolato – Seconda Tappa – Tempo da Pasqua a dopo Pentecoste del cammino di IC).Gli educatori vivano le occasioni “forti” del cammino di IC come momento importante di incontro con i ragazzi che frequentano il gruppo ACR, ma anche con tutti gli altri ragazzi della comunità. In questo senso i momenti da valorizzare saranno:Il rito della consegna del Simbolo degli Apostoli (Primo Discepolato – Prima tappa) e della Preghiera del Signore (Primo Discepolato – Seconda tappa);Il momento della preghiera del rosario in parrocchia (trasversale a tutte le tappe di IC).

Idea di fondoDurante il Mese degli Incontri i ragazzi sono chiamati ad ispirarsi all’esempio di alcuni importanti testi-moni della fede. In occasione dei 150 anni dell’Azione Cattolica i ragazzi riscoprono le figure di alcuni soci passati di AC che, con la loro vita, sono stati testimoni credenti e credibili del Vangelo. I ragazzi comprendono come la testimonianza di questi amici di AC non sia una esperienza relegata nel passato ma può diventare, rigenerandosi nella propria vita, un esempio positivo e concreto da seguire nella quotidianità di tutti i giorni.Anche Semola, diventato cavaliere, si confronta con alcuni esempi di nobili cavalieri venuti prima di lui. Rifacendosi alle loro gesta scopre quanto esse siano attuali e sperimenta l’importanza del mettere in gioco le proprie doti e i propri talenti negli ambiti del suo quotidiano dove più sono richiesti.

Il cammino si sviluppa nelle consuete tre tappe di studio, animazione e servizio.

Studio Il ragazzo viene accompagnato nella conoscenza di alcune figure di AC, santi e beati che con la loro vita hanno testimoniato la gioia vera del Vangelo. Alla luce delle loro storie il ragazzo individua i talenti di questi amici di AC di ieri e di oggi. Sono proprio questi doni e il loro essere donati alla società in cui hanno vissuto ad aver reso que-ste persone credibili, degne di stima e fiducia, un modello di vita da seguire: dei veri testimoni!

Animazione Il ragazzo è invitato a riscoprire l’attualità dello stile di vita dei santi e beati di AC nel-la società odierna comprendo come l’essenza di una testimonianza di vita è sempre “al passo con i tempi”. Il ragazzo coinvolge la propria comunità nell’individuare al-cune problematiche concrete ed attuali che la coinvolgono e prova a comprendere come l’esempio dei testimoni che ha conosciuto possa essere effettivamente utile per superare le difficoltà che la vita presenta.

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Servizio Il ragazzo, custodendo la bellezza di quanto scoperto, individua dei campi di azione quotidiana dove, sull’esempio di vita dei testimoni della fede che ha conosciuto, può incidere concretamente portando la gioia vera del Vangelo.

In particolare per i 6/8 e 9/11Il possedere cose è spesso considerato dai ragazzi un modo per emergere, per farsi riconoscere, per avere una identità forte nei confronti degli altri. Più cose si posseggono (una bella casa, un Iphone, vestiti firmati, ecc.) più si è al centro dell’attenzione, più si è protagonisti. I ragazzi di questa fascia d’età spesso sono circondati di cose per riempire i vuoti creati dall’assenza di sicurezza, di amicizie, di affetto. Durante il Mese degli Incontri si vuole proporre ai ragazzi dei modelli di vita cristiana che sono stati in grado di spogliarsi del superfluo, di tutto ciò che copriva il vero essere sé stessi.

In particolare per i 12/13I ragazzi più grandi cominciano in questa fase della loro vita, alle porte dell’adolescenza, ad acquisire sempre maggior autonomia dal nucleo famigliare, in particolare dai propri genitori. Questo desiderio di indipendenza matura progressivamente in ogni ragazzo, spinto dalla voglia di prendersi i propri spazi e i propri tempi. Nel Mese degli Incontri si suggerisce di concentrarsi sull’uso del tempo da parte dei ragazzi. A volte, in assenza di modelli autorevoli, la gestione del tempo libero può evolversi in uno spreco di opportunità portando il ragazzo a chiudersi nella spirale dell’egoismo. Il Mese degli Incontri propone di far conoscere dei testimoni di fede che, con la loro vita, hanno ben speso il loro tempo a favore del prossimo.

FESTA DEGLI INCONTRI – ACRissimo 2017ObiettivoIl ragazzo scopre che Dio ha per lui, così come per ogni persona, un sogno di gioia che va oltre ogni sua aspettativa.

L’ACRissimo, cioè la festa degli incontri diocesana, è l’occasione offerta al ragazzo di vivere sulla pro-pria pelle l’immenso amore gratuito che il Padre riversa sulla sua vita di ogni giorno. Con Semola, ora diventato Sir Artù, il ragazzo vive l’esperienza del torneo, indetto per coronare il nuovo re d’Inghilter-ra, durante il quale ha modo di sperimentare le caratteristiche che Dio richiede ai suoi amici più stretti: la giustizia e la sapienza. Così il ragazzo è finalmente pronto ad accogliere il dono della gioia piena pre-parato appositamente per lui dal Padre, come Sir Artù al termine delle prove è chiamato a diventare qualcosa che non poteva minimamente immaginare.

BOX ACRissimoDurante la festa è previsto un momento in cui le parrocchie si scambieranno i segni dello scudo che hanno consegnato alla Festa delle Palme.

Attenzione per le famiglie«La gioia non si commercia; non è una ‘app’ da scaricare» Papa Francesco 24.04.2016Gesù indica alla famiglia lo stile della missione, che lui stesso incarna e proclama. E’ uno stile fatto di quotidianità, di situazioni comuni, di fatiche, di speranze, di lacrime e di sorrisi. La famiglia è chiamata, quindi, a partire, a osservare il mondo fuori della casa, a cercare di vivere la propria vocazione insieme al mondo nel mondo. Il messaggio evangelico impegna, forza, quasi costringe ad agire. Questo stile, vissuto nella gioia interiore che viene dalla fede, è capace di rigenerare in modo radicale la vita perso-nale e il mondo. Quali sono i modi per percorrere nel mondo la strada verso la gioia?

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