+ All Categories
Home > Documents > Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ......

Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ......

Date post: 15-Feb-2019
Category:
Upload: duongkhuong
View: 229 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
208
Transcript
Page 1: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe
Page 2: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe
Page 3: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe
Page 4: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

Parrocchia Santi Cosma e Damiano Civello

V CENTENARIO 1493-1993

Page 5: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

Elenco dei promotori A. & O. MARKET di MORETTI APPARECCHIATURE OREFICE & CORTI s.r.l. ARMERIA «SIRONI» ARRIGHI E TETTAMANTI FALEGNAMI ARRIGHI ROBERTO & C. ACQUE MINERALI E VINI AUTOTRASPORTI SAMPIETRO CESARE BANCO AMBROSIANO VENETO BANCO LARIANO BAR GELATERIA «LA FATTORIA» di LAMPERTI FAUSTA BOTTA L. di BOTTA ANTONIO s.a.s. IMPRESA COSTRUZIONI BUTTI GUIDO LATTONIERE CALZATURE PELLETTERIE MOBY DICK di OGLIO CESARE CAPPELLETTI & TABORELLI IMPIANTI IDROTERMICI CAPRARI PIERINO NEGOZIO ELETTRODOMESTICI CARIPLO CARNINI S.p.A. CARTOCCI STRADE S.p.A. CARTOLERIA BIANCHI LUIGI & RICCARDO - COMO CONFEZIONI ADEMARK di PEDRONI & C. COSE COSI’ di ANNA CASPANI CRINOS INDUSTRIA FARMACOBIOLOGICA S.p.A. DECORATORI GIUSEPPE & LUIGI DI MATTIA ANTONIO COLORIFICIO DONADONI ANTONIO COPERTURE IMPERMEABILI DUVIA s.n.c. di DUVIA FRANCESCO & C. EFFEPIERRE s.r.l. TESSUTI ELETTRODOMESTICI ROSSI AURO ELETTROMECCANICA RINI ELETTROTECNICA CACCIA FARMACIA SUBINI Dr. ACHILLE FOTOINCISIONE STELLA s.n.c. FRATELLI ROBUSTELLI OFFICINA MECCANICA GHILOTTI P.i. GIUSEPPE IMPRESA DI COSTRUZIONI GIUSSANI TESSUTI s.r.l. HAPPY BAR di MORONI MARIA LUISA MACELLERIA ALBINO QUETTI MODA DISCOUNT NEOTEX F.lli GRECO NESSI & RONCORONI s.n.c. ARGENTERIE OFFICINA AUTORIPARAZIONI LIVIO ALBINO OFFICINA MECCANICA BULGARO OFFICINA SAMPIETRO s.n.c. OFFICINE METRONIK s.n.c. di MESSINA L. & FIGLI PAGANI GIOVANNI DOLCIUMI PANIFICIO TROTTI PIZZERIA CLIVIUS POZZI VIANO - STUDIO DISEGNI RICCI E CAPRICCI s.d.f. ACCONCIATURE RIVESTIMENTI FRATELLI MOLINARI ROSSI OLIVIERO & C. s.r.l. TELE METALLICHE SETERIE FODERE BEMBERG di F. VIMERCATI SOTTILI DOMIZIO FIASCHETTERIA STAMPERIA SERICA ITALIANA S.p.A. STUDIO FISIOTERAPICO Dr. TURCONI - Dr. ZANOTTA STUDIO THEMA di PIATTI Geom. ERMANNO TESSITURA ATTILIO BOTTINELLI s.r.l. TESSITURA BANCORA ALFREDO TESSITURA FOPPOLI s.d.f. TESSITURA SANDRO GINI TESSITURA SERGIO STROMILLI TETTAMANTI G. COSTRUZIONI EDILI TETTAMANTI ROBERTO FABBRO TIPOLITOGRAFIA CORTI LUIGI & C. s.n.c. TIPOLITOGRAFIA GALBIATI LORENZO TUIA CARNI s.a.s di TUIA S. & C. V.I.R.I.E.M. VAGHI CORRADO YORKSHIRE COLORANTI ITALIA S.p.A.

Page 6: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

Mario Mascetti

Civello una chiesa una storia

EDIZIONI NEW PRESS - COMO

Page 7: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

Proprietà letteraria riservata. In copertina: Croce astile di Civello (sec. XV).

Page 8: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

7

Como, 18 aprile 1993 Cari fedeli della Parrocchia dei SS. Cosma e Damiano in Ci-vello, so che state per solennizzare con la dovuta preparazione spiri-tuale il V Centenario della fondazione della Vostra Parrocchia. È un avvenimento certamente ricco di fede e di storia: questi secoli hanno evidenziato nel tempo tradizioni cristiane consolidate dalla tenacia dei Vostri antenati, sotto la guida di validi e zelanti Pa-stori. La chiesa e le opere parrocchiali, sempre rinnovate coi tempi, ne danno testimonianza. Siate fieri della vita cristiana storicamente documentata della Vostra Parrocchia: essa contempla momenti forti, difficili e vittoriosi. Ma questo non basta: ora tocca a Voi, cari fedeli, mantenere viva la fiaccola della fede, da trasmettere alle future generazioni, non soltan-to nel solco della tradizione, ma anche perch‚ impegnati personalmen-te, a vivere, nella Comunità, il mistero della passione, morte e risurre-zione di Cristo, compendio della vita cristiana, in una testimonianza libera, fraterna e sincera. Nella fierezza, a dispetto anche dei tempi, delle culture evanescenti che vogliono il cristianesimo ormai stanca lezione senza frutti. Vi esprimo l’augurio per una fede gioiosa e costruttiva che vuole rinnovarsi nella fedeltà a Cristo e alla Chiesa, conforme a chi Vi ha preceduto nella storia. E con il sostegno della mia preghiera, a tutti invio di cuore la mia benedizione.

(+ Alessandro Maggiolini, Vescovo)

Page 9: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe
Page 10: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

9

Cinquecento anni di Chiesa in Civello

In occasione della ricorrenza del Cinquecentenario di vita della nostra Parrocchia ho pensato di incaricare il caro amico prof. Mario Mascetti, appassionato studioso di cose antiche, di fare ricerche circa l’origine e la storia della nostra Comunità Parrocchiale dei Santi Co-sma e Damiano in Civello.

Il risultato è veramente interessante, per le notizie storiche scrupo-losamente documentate sulla vita religiosa dei nostri padri, sulle belle tradizioni e sulle vicissitudini che rivelano la loro forte fede e il fervi-do ministero svolto dai trentadue Parroci, che si sono susseguiti in questi lunghi cinquecento anni.

I civellesi, attraverso la conoscenza della loro storia cristiana, si sentano spronati ad amare sempre di più la loro Comunità Parrocchia-le, e così dedicare ciascuno le proprie forze per renderla sempre più viva e più adeguata alle generazioni future.

Non deve molto meravigliarci se, come al presente, anche nel pas-sato ci furono dei difetti da parte di tutti, preti e laici: è la dimostrazio-ne che la Chiesa, e quindi anche la nostra Parrocchia, è tenuta in piedi non tanto dagli uomini, ma da Gesù Cristo. Tocca a noi pregare e con-fidare nel Signore. Mettiamoci sotto la protezione della nostra Madon-na della Consolazione e invochiamo l’aiuto dei nostri Santi Patroni Cosma e Damiano.

Guardiamo al passato per imparare a vivere bene il presente, nella speranza d’un futuro sempre migliore. Civello, maggio 1993. don Guido Fontana Parroco di Civello

Page 11: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe
Page 12: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

11

Premessa

In occasione della ricerca storica su Villa Guardia, sfociata nel volume pubblicato a cura del Comune nel 1990, già avevo avuto modo di imbattermi in documenti interessanti per la storia della parrocchia di Civello, e ne ho dato relazione; ho, anzi, trascritto e pubblicato al-cuni degli stessi. Non avevo, però, avuto la possibilità di sviluppare adeguatamente l’indagine sulla vita religiosa locale, sulla base delle tracce, che già avevo in parte individuate.

Il vivo desiderio del parroco, don Guido Fontana, di poter ac-compagnare un evento celebrativo con un profilo storico della comu-nità ecclesiale di Civello, che potesse ampliare le conoscenze finora acquisite, mi è stato di incitamento a proseguire lo spoglio delle carte archivistiche, nell’intento di scoprire qualcosa di più.

Ho steso, pertanto, le note che compongono il presente volume; esse vanno a richiamare, per quanto necessario, alcune considerazioni già espresse nello studio su Villa Guardia; ma soprattutto si arricchi-scono di significative novità inedite, che ampliano la possibilità di re-visione critica delle conoscenze tramandate. Infatti la breve «Mono-grafia del comune e della parrocchia di Civello», pubblicata nel 1863 dal professor Antonio Odescalchi, cui si è finora fatto riferimento, ri-sultava piuttosto scarna e acritica.

Uno dei risultati più importanti ottenuti nel prosieguo della ricer-ca, credo, è quello di avere appurato che l’autonomia parrocchiale di Civello va anticipata al 1493: praticamente un secolo prima di quel che si pensava, dal momento che veniva collocata nel 1592. Così, sia pure scivolando di un anno, si è potuto celebrare il quinto, anziché il quarto centenario della parrocchia (venendo, peraltro, a coincidere con il quarantacinquesimo di sacerdozio dell’attuale parroco). La vita religiosa nei secoli passati viene indagata e presentata contestualmen-

Page 13: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

12

te alle figure dei pastori, che si sono susseguiti a reggere la chiesa dei Santi Cosma e Damiano.

Per il periodo più recente si è cercato di ricostruire anche l’iden-tità spirituale della comunità civellese, che presenta alcune caratteri-stiche, tra le quali spiccano la devozione alla Madonna e l’attenzione ai problemi sociali.

Abbastanza interessanti sono anche le notizie reperite intorno al-la chiesa parrocchiale attuale, di cui si segue passo passo l’evoluzio-ne, che finora era conosciuta in modo piuttosto superficiale.

In appendice ho ritenuto opportuno presentare la trascrizione di alcuni atti e documenti, per consentire una verifica più diretta a chi desideri accostare almeno una parte delle fonti..

Evidentemente vi possono essere ulteriori spazi di ricerca e di approfondimento, oltre che di interpretazione delle vicende religiose di Civello nei secoli, che potranno integrare le presenti note; sia in presenza di nuovi documenti, sia in rapporto ad altre impostazioni cri-tiche specifiche. Ad esempio, resta da puntualizzare in modo più con-vincente il problema delle origini della chiesa, soprattutto con l’ag-giunta dei dati, che potranno eventualmente essere suggeriti da inda-gini di scavo. L’intendimento di realizzare un nuovo pavimento, potrà offrire l’occasione per una verifica sull’esistenza o meno di tracce ar-cheologiche significative.

Un ulteriore, ricco capitolo, che esige un’attenta analisi dei do-cumenti ed una scrupolosa ricerca di riscontri, riguarda ancora gli arredi e le suppellettili sacre (paramenti, mobili, candelieri, croci, ecc.): la materia merita senz’altro un’indagine specifica, che non si è ritenuto di fare in questa sede. Così si dica per le opere d’arte minori.

Mi auguro, tuttavia, che già questa prima ricognizione ragionata della storia religiosa locale, possa consentire agli abitanti di Civello di essere più consapevoli del patrimonio spirituale (morale e cultura-le), di cui sono eredi, e di cui possono andare orgogliosi.

Ringrazio il signor Giancarlo Castiglioni, per avermi assistito con la consueta generosa disponibilità nella ricerca e nella predispo-sizione del repertorio fotografico.

E, naturalmente, ringrazio il reverendo parroco don Guido Fon-tana per la cordiale collaborazione, augurandogli con tutti i fedeli di Civello: ad multos annos!

Mario Mascetti

Page 14: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

13

FONTI ARCHIVISTICHE ARCHIVIO PARROCCHIALE DI CIVELLO, Libri e registri, Carte sciolte. ARCHIVIO COMUNALE DI VILLA GUARDIA, Fondo: Civello. ARCHIVIO STORICO DELLA DIOCESI DI COMO, Fondi: Visite pastorali, cartel-le I,II, III, V, XVIII, XXVIII, XXXVII, LIV, LXVI, LXXVI, CV, CLXIII, CCI, CCIX, CCXII, CCXX, CCXXIX; Parrocchie, fascicolo Civello; Istituzioni canoni-che, fascicolo Civello, Miscellanea, cartella 5; Capitolo della Cattedrale, Registri, «Liber continens mensuras omnium terrarum...». ARCHIVIO DI STATO - COMO, Fondi: Notarile, Zobio Giovanni, cartelle 9, 10; Muralti Giovanni Pietro, cartella 54; Zobio Luigi, cartelle 71, 72, 73; Riva Gaspari-no, cartella 106; Cossa Leonardo, cartella 117; Malacrida Lorenzo, cartelle 125, 127; Orchi Paolo, cartelle 129, 131, 132, 133; Maggi Abbondio, cartelle 147/148, 148/149; Orchi Bernardino, cartella 167; Malacrida Francesco, cartella 169; Zobio Benedetto, cartelle 182, 183, 184, 185; Zobio Giovanni Pietro, cartella 214; Stoppani Paolo, cartella 225; Orchi Gaspare, cartella 234; Della Torre Benedetto, cartella 377; Raimondi Luigi, cartelle 517, 519 bis, 520, 521, 522; Patterio Marcello, cartella 553; Sala Luigi, cartella 579; Torriani Defendente, cartella 592; Campacci Desiderio, car-tella 880; Stoppani Giovanni Paolo, cartella 1600; Perti Giovanni Battista, cartella 2012; Prefettura, Culto, cartelle 3462, 3736; Sanità, cartella 1064, fascicolo 12; Stra-de, cartella 1912; Subeconomato Benefici Vacanti, cartella 100; Ospedale S. Anna, Archivio Mugiasca, cartelle 12, 59, 81, 82. ARCHIVIO DI STATO - MILANO, Fondi: Catasto, cartelle 2186, 2504/114; Culto (parte antica), cartelle 780, 783; Esenzioni (parte antica), cartella 133. FONTI BIBLIOGRAFICHE M. MASCETTI, Villa Guardia, la nostra storia nella Storia, Villa Guardia, 1990. Ivi si ritrovano gli altri riferimenti archivistici e bibliografici. L. MAJOCCHI, Cultura memorie tradizioni a Villa Guardia, in «Villa Guardia, la nostra storia nella Storia», Villa Guardia, 1990. FOTOGRAFIE Le fotografie d’archivio, oltre che da Giancarlo Castiglioni, sono state gentilmente messe a disposizione da Rita Robustelli e Ferruccio Vittani.

Page 15: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe
Page 16: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

15

Civello, terra cristiana Quando arrivò la fede cristiana a Civello? Quando fu costruita la

prima chiesa? Sembrano le domande più elementari da mettere in capo ad un vo-

lume, che vuol trattare della storia religiosa di questa comunità. Ebbene, sappiamo che le prime regioni ad essere evangelizzate di-

rettamente dagli Apostoli furono quelle orientali. Rapidamente i primi cristiani diffusero la fede nell’area mediterranea, tanto che intorno alla metà del I secolo, quando san Paolo sbarcò a Pozzuoli, diretto a Roma, vi trovò una comunità cristiana. Ma tutti sanno quali difficoltà ebbe il Cristianesimo, per essere accettato a Roma, dove la nuova fede appari-va come un fattore di sovversione dell’ordine costituito; e pertanto i suoi seguaci furono perseguitati.

A Milano sembra che la prima comunità cristiana si sia formata verso la fine del II secolo, grazie alla mobilità di soldati e mercanti, che facevano riferimento a quella città, per dirigersi in Gallia o in Ger-mania. Ma, anche qui non mancarono le persecuzioni, specialmente agli inizi del terzo secolo. Furono martiri a Milano: Gervaso e Protaso, Felice e Nabore, Vittore...

La fede cristiana raggiunse il territorio comasco verso la fine del quarto secolo dopo Cristo, dopo che agli inizi dello stesso era stato gettato come seme il sangue dei martiri Carpoforo, Licinio, Estanto, Cassio, Severo, Secondo, Fedele, in fuga da Milano... Se chi si pro-clamava cristiano pativa il martirio, significa che nelle terre lariane, al tempo degli imperatori Diocleziano e Massimiano, ancora dominava il paganesimo, e l’autorità politica lo difendeva come parte integrante dello stato. Ne è prova il fatto che proprio allora a Como, per ordine degli stessi imperatori, era stato eretto un tempio al dio Sole, là dove attualmente c’è la stazione ferroviaria detta di San Giovanni.

Page 17: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

16

Ma subito dopo, nel 312, l’imperatore Costantino, con il famoso editto di Milano, faceva cessare le persecuzioni e dava libertà di culto ai cristiani, e nel 380 Teodosio proclamava il Cristianesimo come la nuova religione ufficiale dell’Impero romano. La Chiesa poté, quindi, organizzarsi apertamente.

Fu sant’Ambrogio, vescovo di Milano, il promotore della Chiesa locale. A lui, come si avrà modo di ripetere più ampiamente, è attri-buita l’erezione nel 382 della chiesa di Santa Maria sul Monte di Va-rese, che fu la prima chiesa battesimale per le popolazioni a nord di Milano. Poi, lo stesso Ambrogio nel 386 inviava a Como Felice, co-me primo vescovo, consacrato da lui stesso. Secondo la tradizione, egli scelse la sua sede presso la Selvetta, dove scoprì le reliquie di Carpoforo e dei martiri suoi compagni, e sulla loro tomba eresse la prima chiesa cristiana di Como sul colle di Camerlata, fuori dalla cit-tà. Sarebbero poi sorte nella convalle le chiese dei santi Gervaso e Protaso (nell’attuale via Anzani) ad opera del vescovo Provino, suc-cessore di Felice, e quella di San Pietro o degli Apostoli (sul luogo dell’attuale basilica di Sant’Abondio) ad opera di Amanzio, il terzo vescovo comense.

La tradizione attribuisce a sant’Abondio la più incisiva opera di evangelizzazione delle nostre terre, e possiamo ritenere che a quel tempo risalga la costruzione delle prime cappelle cristiane nel circon-dario della città, sulle nostre colline. Tra queste riteniamo di annovera-re Santa Maria di Drezzo (la cui struttura absidale denuncia caratteri-stiche architettoniche ascrivibili appunto al secolo V, o al massimo al VI) e Santa Maria di Maccio. Infatti, insieme con altro materiale di spoglio proveniente con tutta probabilità dall’originaria cappella di Santa Maria, è stata individuata una pietra rozzamente scolpita a forma di pesce, simbolo paleocristiano, murata nella parete dell’ex-campanile della chiesetta, ora detta di Sant’Orsola, a Maccio. Sembra che possa essere stata ricavata da un’ara pagana, quasi a simboleggiare la rottura col passato, per salutare la nuova fede. Nella bocca del «pesce», sim-bolo del Salvatore, è tracciata l’iniziale greca del nome di Cristo (X) e la bocca stessa si compone con la medesima lettera X in modo da sembrare un pane, simbolo eucaristico. Messaggio misterioso per chi ancora non sapeva, ma chiarissimo ai primi cristiani, che accolsero la fede sui nostri colli.

Ma se, in parte, abbiamo cercato di rispondere alla prima domanda,

Page 18: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

17

non abbiamo ancora risposto alla seconda: quando sorse a Civello la prima cappella cristiana?

Una «spia» sembra essere l’intitolazione della chiesa locale ai santi Cosma e Damiano, e la stessa può altresì suggerire altri indizi, che vanno interpretati congiuntamente con gli scarsi elementi, che abbiamo a disposizione, e che sembrano dare una certa coerenza alla tesi, che enunciamo.

Sappiamo, infatti, che il culto dei santi Cosma e Damiano, martiri di Cilicia, fu diffuso in Occidente da missionari venuti dall’Oriente nel secolo VII per convertire al cattolicesimo gli eretici ariani, come erano in origine i Longobardi invasori. Nel secolo VI essi avevano occupato le nostre regioni, e la loro conversione al cattolicesimo av-venne in diverse fasi, in particolare al tempo della regina Teodolinda (morta circa nel 628).

Indizio significativo di un insediamento longobardico in quel di Civello è la permanenza, tra i toponimi antichi locali, del «Pasque-rio» o «Pra Pasqué», ossia il prato di pascolo comune per i cavalli degli arimanni. Casi analoghi si registrano a Como, ad Olgiate, a Ca-dorago e altrove.

Pare, perciò, né irragionevole né inverosimile pensare che siano stati i Longobardi convertiti al cattolicesimo a suggellare la loro fede con l’erezione di una cappella intitolata ai santi Cosma e Damiano. Se così è stato, l’origine della chiesa di Civello potrebbe essere col-locata intorno alla metà del secolo VII o verso il secolo VIII.

Un ulteriore indizio teorico è dato dal culto della Madonna della Cintura, che qualche studioso considera diffuso in Occidente proprio dai missionari orientali giunti in Lombardia nel secolo VII. Tuttavia, dobbiamo osservare che a Civello esso si affermò solo in età moder-na, nel secolo XVII, quando si eresse la cappella della Madonna, al tempo del parroco Mainoni.

Queste considerazioni appaiono in evidente contrasto con la tra-dizione, secondo la quale la chiesa di Civello sarebbe stata eretta nel 1260 da Loterio Rusca, signore di Como, che nel nostro paese teneva il castello, di cui tuttora permane una torre. Tale tradizione si fonda sull’asserzione di Roberto Rusca, contenuta nell’opera sua in-titolata appunto «Il Rusco», di cui è stato pubblicato uno stralcio nel volume su Villa Guardia (pag. 383). Tuttavia si deve fare una preci-sazione.

Page 19: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

18

È vero che Loterio Rusca eresse a Civello una cappella sotto il tito-lo dei Santi Cosma e Damiano; ma tale atto si deve probabilmente in-tendere come la fondazione di una cappellanìa annessa alla chiesa dei santi Cosma e Damiano, dotata di una propria rendita, di cui abbiamo sicure notizie, e di cui conosciamo numerosi cappellani titolari (dal 1442 al 1868), che avevano l’obbligo di celebrare o di far celebrare una messa settimanale. Essi erano nominati dalla famiglia Rusca, che aveva il patronato della cappella.

Evidentemente, con questa fondazione i Rusca avevano inteso ga-rantire in luogo la celebrazione di almeno una messa domenicale, per facilitare la santificazione del giorno del Signore, che altrimenti si po-teva adempiere solo presso la chiesa parrocchiale di Maccio, da cui di-pendevano anche le comunità di Civello e di Montano.

Fu questo il primo passo per avviarsi a costituire, qualche secolo dopo, una parrocchia autonoma. Tuttavia, anche dopo l’acquisita auto-nomia parrocchiale – come vedremo – fu mantenuta la cappellanìa di fondazione Rusca, i cui titolari furono distinti dai beneficiali e rettori curati, ossia dai parroci, della chiesa di Civello. Anche il beneficio par-rocchiale fu posto sotto il titolo dei santi Cosma e Damiano, ma con rendita di beni propri.

In conclusione: l’origine della chiesa di Civello potrebbe essere più antica di alcuni secoli, rispetto a quanto si è sempre creduto, in quanto ci si appoggiava sull’equivoco suggerito dal Rusca, che anche per altre notizie appare piuttosto acritico, e pertanto non sempre dà informazio-ni certe e completamente attendibili.

Ma pure questa ipotesi, per essere avvalorata, avrebbe bisogno di ulteriori elementi di appoggio, più che altro di carattere archeologico, non essendo disponibili documenti tanto antichi.

In ogni caso, ciò che si può considerare sicuro, anche riferendoci al Rusca, è che dalla seconda metà del secolo XIII a Civello vi era un cappellano di patronato laico privato, a sussidio del cappellano di San-ta Maria di Maccio, che risulta documentato almeno dal 1295.

Page 20: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

19

L’organizzazione ecclesiastica antica La presenza di luoghi di culto nelle campagne non significa, neces-

sariamente, che là esista una comunità cristiana, organizzata in forma autonoma. Se questo vale oggi, tanto più valeva nell’antichità. Fino ai secoli XI-XII la vita liturgica e sacramentale era organizzata per zone, nella chiesa «plebana», ossia del popolo o gente di campagna, presso la quale risiedevano diversi canonici (preti e anche solo chierici, che poi potevano essere promossi al sacerdozio) soggetti a un arciprete «preposito» (da cui la parola prevosto). Solo presso la chiesa plebana era presente il battistero, è lì dovevano recarsi i fedeli per l’ascolto del-la Messa e per ricevere i sacramenti.

Qualche volta, tuttavia, specie nelle zone più strettamente legate al-la vita cittadina e alla chiesa «matrice» o «maggiore» della città, veni-vano erette cappelle direttamente dipendenti dalla cattedrale, come ca-pitava attorno a Como, ad esempio a: Piazza, Rovenna, Cernobbio, Moltrasio, Blevio, Tavernola, Ponzate, Civiglio, Capiago...

Alcune di queste assumevano un ruolo intermedio tra la chiesa ple-bana e le cappelle più periferiche: esse erano riconosciute come «chie-se battesimali», dove, oltre a celebrare la messa, si amministravano i sacramenti ai fedeli da canonici o da cappellani «curati», che cioè era-no immessi in cura d’anime.

La comunità di Civello, nella pieve di Fino, dovette in origine far capo alla chiesa plebana di Santo Stefano. Ma il decentramento – forse favorito dagli stretti legami con Como e dalla presenza sulle nostre colline di numerose proprietà della «chiesa maggiore» che raccoglieva affitti e decime a Grandate, a Lucino e a Maccio – non dovette tardare.

Un primo quadro della situazione locale ci è fornito verso la fine del secolo XIII dalla rendicontazione, contenuta in un registro vati-

Page 21: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

20

cano, della decima straordinaria imposta da Bonifacio VIII negli anni 1295-98, per sostenere la guerra degli Angioini contro gli Ara-gonesi in Sicilia (la famosa «guerra del Vespro»). Vi si trovano, in-fatti, elencati tutti i versamenti del clero della diocesi di Como, di-stinto per pieve.

Nella pieve di Fino, troviamo presso la chiesa plebana il prevosto Ruzinenco de la Porta con altri otto canonici. Altri tre canonicati erano costituiti rispettivamente nella chiesa di San Pantaleone a Bregnano e di Santa Maria a Lucino. In altre chiese di paese (Cermenate, Bregna-no, Lomazzo e Cadorago) è registrata la presenza di un cappellano. Quest’ultima condizione vale anche per la chiesa di Santa Maria di Maccio, dove a quel tempo fungeva da cappellano il presbiter Moran-dus, ossia il prete Morando. Egli è ancora ricordato in un registro del capitolo della Cattedrale, compilato nel 1297, in cui si descrivono i beni del Duomo in territorio di Maccio.

Ora, mentre per altri casi (come Luisago) i documenti successivi ci danno espressa notizia che la cura d’anime era affidata a un ca-nonico di Fino, altrettanto non ci è capitato di trovare per Civello, dove peraltro – come già detto – dal 1260 era stata eretta la cappel-lanìa di patronato Rusca, con l’obbligo di celebrare una messa set-timanale.

Ma per l’amministrazione dei sacramenti? Ebbene, i documenti, che possediamo a partire dal secolo XIV, attestano che i fedeli di Ci-vello, come avveniva anche per quelli di Montano, facevano riferimen-to alla chiesa di Maccio: praticamente essa fu la prima chiesa parroc-chiale, cui erano soggetti i fedeli delle tre comunità.

Gli stessi documenti, tuttavia, dicono che i capifamiglia di Civello, con il console del paese, concorrevano alla nomina del parroco, che al-lora veniva chiamato «beneficiale e rettore della chiesa di Santa Maria di Maccio», insieme con quelli di Maccio e di Montano, per antica consuetudine.

Infatti, in un documento del giugno 1387, quando dopo la morte del prete J... de... si passò ad eleggere il successore nella persona di frate A... de..., si trova affermato che spettava al console e agli abitanti di quei paesi «per antica consuetudine fin qui osservata... il diritto di nominare... il perpetuo beneficiale e rettore della detta chiesa di Santa Maria, per poi presentarlo» al prevosto della chiesa plebana di Fino. A questi spettava, invece, «la conferma della nomina... e la canonica isti-

Page 22: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

21

tuzione» dell’eletto, con tutti gli altri adempimenti necessari a mandare in esecuzione gli atti.

In un successivo verbale dell’ottobre 1400, quando il parroco B. de Mont... era stato trasferito a Como alla chiesa di Sant’Antonino in Crugnola e si elesse in successione il prete A... de..., si dice addirittura che «la nomina del beneficiale e rettore... in vista della sua presenta-zione spetta... a tutti gli abitanti dei... luoghi e territori di Maccio, di Montano e di Civello di diritto e per antica consuetudine fin qui e per tanto tempo osservata, non essendovi memoria del contrario», che cioè il parroco potesse essere scelto dal prevosto e presentato alla popola-zione.

Sappiamo che, per questa occasione, l’assemblea intercomunale (per dirla con parole odierne), fu convocata, con notifica del conso-le di Maccio anche a quei di Montano e di Civello, per le nove del mattino del 28 ottobre, dopo suono della campana, «in silva de Vil-la», nel castagneto di Villa, presso Maccio, dopo la casa della mas-seria di A... de... E mentre gli abitanti di Maccio erano presenti as-semblearmente con il loro console, quelli di Montano il giorno pri-ma avevano provveduto con un’assemblea straordinaria a nominare come loro procuratori delegati un compaesano e il priore dei frati crociferi di San Bartolomeo; quelli di Civello, analogamente, invia-rono solo i loro procuratori, appositamente nominati nell’assemblea comunale del giorno 27 ottobre: uno di Civello, uno di Brugo e uno di Basterno.

Poi – e lo vedremo appunto dai documenti stessi – ci si andò «di-vezzando» gradualmente: cioè, si cominciò a riferirsi non più alla «chiesa curata», ossia alla chiesa parrocchiale maccese, ma solo a quel «rettore», nominato tale anche per la cappella dei santi Cosma e Da-miano, che si avviò ad essere essa pure «chiesa curata». Il riconosci-mento dell’autonomia sarebbe seguito nel 1493, esattamente dodici anni prima di Montano, che ebbe l’autonomia solo dal 1505.

Insomma, era più comodo che fosse uno solo, ossia il parroco di Maccio, a spostarsi a Civello e a Montano, e non i fedeli (che avevano i figli, la campagna e le stalle a cui badare) a recarsi a Maccio.

Ma la fase di passaggio non dovette essere così semplice, o almeno non traspare dai documenti in modo altrettanto chiaro, come avremo modo di osservare nel prossimo capitolo.

Ciò che, in ogni caso, pare accertato è che la dipendenza da Fino

Page 23: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

22

era solo una formalità, giacché non si avvertono intromissioni sostan-ziali del prevosto e tantomeno dei canonici finesi; con cui il parroco di Maccio era, tuttavia, in «consorzio» per l’amministrazione e la riparti-zione delle decime plebane.

L’antico legame con la chiesa plebana o collegiata, come «matri-ce» delle altre chiese «filiali», era invece significato da un altro obbli-go: ancora dopo il Concilio di Trento, i parroci dei paesi inclusi nella pieve di Fino dovevano recarsi il sabato santo nella chiesa collegiata di Santo Stefano ad assistere alla benedizione dell’acqua battesimale e a prenderne da portare nel battistero delle loro parrocchie; come, fino al-la recente riforma liturgica, ci si rivolgeva alla chiesa plebana per rice-vere gli oli santi, consacrati dal vescovo il giovedì santo. Ora che gli spostamenti sono più facili, tutti i sacerdoti, ed in particolare i parroci, si recano alla Cattedrale per assistere alla messa di consacrazione degli oli e a riceverli, ciascuno per la sua chiesa; nella quale, la notte del sa-bato santo, si rinnova l’acqua del fonte battesimale con l’apposito rito di benedizione.

È ben leggibile in questi riti il vincolo di unità, che riconduce tutti i fedeli della Chiesa locale al vescovo, successore degli Apostoli man-dati da Cristo a predicare il Vangelo e a «battezzare». Vincolo, che te-stimonia l’autenticità della «gemmazione» della comunità ecclesiale periferica da quella diocesana. Si vedrà come il pellegrinaggio al Sacro Monte, che nei secoli passati si faceva dai nostri antenati, possa espri-mere questo ricordo e questa coscienza, che riportava a sant’Ambrogio la prima evangelizzazione della nostra regione.

Anche il cappellano nominato dai Rusca al beneficio dei Santi Co-sma e Damiano doveva essere presentato per la conferma al prevosto di Fino. Ma nel 1450 – come avremo modo di illustrare – prendendo la scusa dei pericoli della guerra (era in corso la riconquista di Milano da parte di Francesco Sforza, genero di Filippo Maria Visconti, dopo la proclamazione della Repubblica Ambrosiana) si evitò di ricorrere a Fino e si chiese la convalida del nominato (Giovanni Raimondi, già rettore di Maccio dal 1447) direttamente al vescovo di Como. Era an-che questo un modo per procedere verso l’autonomia.

Ma quando la comunità civellese poté considerarsi «maggiorenne» e autonoma con separazione da Maccio? Tenteremo di capirlo nelle prossime pagine.

Page 24: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

23

Il cammino verso l’autonomia parrocchiale I rapporti tra Civello e il curato di Maccio

Abbiamo detto che nel 1260 fu fondata a Civello la cappellanìa Rusca. Dobbiamo ritenere, alla luce di documenti che andremo ad e-saminare, che la presenza di un sacerdote per la messa settimanale sia stato il primo passo per tendere all’autonomia parrocchiale. Questa si realizzò pienamente, tuttavia, solo nella seconda metà del secolo XV, e precisamente nel 1493.

Il cappellano nominato dai Rusca, come detto precedentemente, veniva presentato per l’approvazione al prevosto di Fino, capo della pieve: ciò significa che, praticamente, egli veniva ad essere riconosciu-to come coadiutore ufficiale in luogo, tuttavia senza delega per l’am-ministrazione dei sacramenti, che restava prerogativa del rettore di Maccio. Perciò, per i battesimi, per i matrimoni, per i funerali da Ci-vello si andava a Maccio.

Come si arrivò all’autonomia parrocchiale di Civello? Dalla lettura di numerosi documenti, che si collocano tra il 1440 e

il 1493, si nota una costante e progressiva tendenza della comunità di Civello di garantirsi l’assistenza spirituale, specialmente quando i ret-tori titolari di Maccio non apparivano troppo zelanti e diligenti nell’as-solvere ai loro doveri.

Bisogna osservare che, a quel tempo, spesso capitava di incappare in sacerdoti, che miravano ad assumere la titolarità di una o più chiese, per assicurarsi le entrate dei benefici ecclesiastici, più che per dedicar-si al ministero pastorale. Succedeva così che, dopo aver preso possesso di una chiesa, se ne andavano a stare in città o altrove, mettendo un vi-cario sostituto per adempiere agli obblighi essenziali: celebrare le mes-se festive, presiedere alle processioni devozionali del luogo, ammini-strare i sacramenti, assistere ai funerali e (non sempre) ai matrimoni.

Page 25: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

24

Quando a Maccio capitava un parroco «latitante», a Civello ci si assicurava almeno la celebrazione della messa, appoggiandosi al cap-pellano della cappellanìa Rusca.

Tale era la situazione negli anni fra il 1440 e il 1444, periodo per il quale cominciamo a disporre di documenti, conservatici negli archivi. Titolare della chiesa di Maccio era don Cristoforo de Lavena; ma di fatto, almeno dal 1430, la parrocchia era affidata ad un vicario sostitu-to, tal frate Anselmino de Rabiis de Turate, chiamato più semplice-mente Anselmino de Turate.

Lo troviamo citato anche come teste in più di un atto notarile, re-datto in casa Rusca a Civello: una volta nel 1441, ed ancora nel 1442. Nella seconda circostanza egli è qualificato come «beneficiale della chiesa di Civello»: un’espressione, che per il momento va intesa come riferibile alla semplice titolarità della cappellanìa locale.

Poi, nel 1444, ecco un colpo di scena: don Cristoforo de Lavena viene destituito dall’ordinario diocesano; quindi i fedeli di Maccio, Montano e Civello sono chiamati ad eleggere un nuovo rettore curato per la loro chiesa parrocchiale.

Abbiamo il verbale dell’assemblea degli abitanti di Civello. Lunedì 7 dicembre, sulla piazzetta antistante la chiesa, dietro convocazione da parte del console Cristoforo de Techo di Giovanni, si riunisce l’assem-blea degli uomini del paese. Sono presenti: Baldolo de Manticis fu An-tonio, Pietro detto Ruscono fu Zanni, Petrolo detto Granello fu Gu-glielmolo, Abondino de Ronago fu Giovanni per sé e in nome dei fra-telli Domenico e Lazzaro, Gaspare de Manticis di Filippo al posto del padre, Paganino de Villa per sé e per i fratelli Simone e Bertramino, Filippo de Paravexino di Simone al posto del padre, Petrolo de Reguis fu Aliolo anche per i fratelli Albino e Tognetto, Mazino de Ronago fu Pietro, Michele de Reguis fu Ambrogino anche per i fratelli Tognino e Giolido, Stefano de Manticis fu Bertramo anche per i fratelli Antonio e Martino. Ordine del giorno: nomina del rettore della chiesa, a seguito della vacanza della chiesa di Santa Maria di Maccio, cui sono sottopo-ste anche le chiese di Montano e di Civello, perché il vescovo Gerardo Landriani (1437-1445), per il tramite del suo vicario generale Stefano de Aplano, ha rimosso il precedente rettore don Cristoforo de Lavela (errore per Lavena).

Gli uomini di Civello, preoccupati «per l’indennità della stessa chiesa e rettorìa delle anime, intendendo provvedere la loro anima e

Page 26: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

25

quella dei loro futuri successori per quanto possono... di un buono e capace rettore e beneficiale della stessa chiesa... Considerando la di-screzione e la capacità del signor prete Anselmino de Turate, cappel-lano e beneficiale della predetta cappella o chiesa sine cura dei Santi Cosma e Damiano del predetto luogo di Civello, se lo stesso prete Anselmino venisse promosso come rettore e beneficiale curato della stessa chiesa della Beatissima Vergine Maria del predetto luogo di Maccio, la qual chiesa è pure la curata (ossia la parrocchiale) dei predetti luoghi di Civello e di Montano... potrebbe essere utile e frut-tuoso per la stessa chiesa di Maccio, e per le anime sottoposte alla cura della medesima chiesa e dei luoghi predetti per vari aspetti, tan-to per le cose temporali quanto per le spirituali... Pertanto all’unani-mità... eleggono e nominano come rettore e beneficiale curato della predetta chiesa di Maccio il predetto signor prete Anselmino de Tura-te», lo invitano, anzi, gli intimano di accettare, e designano altresì i loro procuratori perché lo presentino per la conferma al vicario gene-rale Stefano de Aplano.

Evidentemente, se si sta all’antica consuetudine, questa assem-blea avrebbe dovuto essere preparatoria di quella «intercomunale» con Maccio e Montano, e la deliberazione comunitaria avrebbe do-vuto contenere, in sostanza, la delega conferita ai procuratori. In re-altà, qui sembra maturata una nuova procedura: mentre quei di Maccio e di Montano (come si vedrà in occasioni similari successi-ve) continuavano a riunirsi congiuntamente, quei di Civello agivano separatamente, anche se probabilmente «di concerto» con le altre due comunità nella scelta dei possibili candidati. Così, almeno, ap-pare dal tenore dell’atto, specialmente nella parte conclusiva, con cui si nominano i procuratori: non per andare nell’assemblea inter-comunale, ma per la presentazione dell’eletto al vicario generale. O, forse, era questa la procedura dettata dal vicario generale nella spe-cifica situazione un po’ anomala, che si era creata; procedura che, però, costituì un precedente non senza significato per gli sviluppi futuri dei rapporti tra le comunità interessate.

Don Anselmino, pertanto, da cappellano e beneficiale di Civello (che di fatto da anni era già anche vicario sostituto di Maccio), di-venne titolare della matrice parrocchiale. In ogni caso, il documento è esplicito e chiaro su un punto, per il quale non vi sono dubbi: la chiesa di Civello era ancora «sine cura», cioè non era parrocchiale.

Page 27: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

26

Si precisa, anzi, che tanto da Civello quanto da Montano si faceva tuttora riferimento alla chiesa di Maccio, come alla loro «chiesa cu-rata».

Frate Anselmino avrebbe continuato la sua azione pastorale come rettore curato titolare di Maccio fino al 1447. Infatti, dal 1447 rettore di Maccio è don Giovanni Raimondi. Tuttavia, a Civello lo stesso Rai-mondi è nominato cappellano della chiesa dei Santi Cosma e Damiano solo dall’ottobre 1449, in successione a frate Anselmino «recentissi-mamente» scomparso.

Ora, i casi sono due. O il «recentissimamente» vale fino a due anni dal 1447, durante i quali la cappellanìa rimase vacante (cosa poco at-tendibile), oppure (come è più probabile) frate Anselmino aveva ri-nunciato sì alla parrocchia di Maccio nel 1447, ma aveva mantenuto la cappellanìa di Civello negli ultimi anni della sua vita, che si sarebbe prolungata fino al 1449.

È certo, comunque, che don Giovanni Raimondi, dal gennaio 1450 prese possesso anche della cappellanìa di Civello. Altri atti ci dicono che nel 1451 fece fare l’inventario dei beni della chiesa e li affittò a Bertramo Parravicino.

Ci sono, anzi, alcuni particolari di contorno, che meritano di es-sere evidenziati. La nomina di don Giovanni era stata fatta dai «pa-troni» Rusca in data 20 ottobre 1449, con atto rogato nella chiesa di San Francesco a Como. La nomina stessa avrebbe dovuto essere confermata dal prevosto di Fino, che era a quel tempo don Fazio Carcano; ma ciò non poté avvenire. Infatti, in un successivo atto del 9 gennaio 1450, i Rusca chiesero che la conferma venisse fatta di-rettamente dall’ordinario (vescovo o vicario generale), perché a causa della guerra era pericoloso spostarsi per andare a Fino a fare l’atto di presentazione. Erano i momenti in cui Francesco Sforza stava per conquistare lo Stato di Milano, dopo la proclamazione del-la Repubblica Ambrosiana, come già è stato spiegato nel volume su Villa Guardia. Si fecero le pubblicazioni sulla porta del Duomo di Como, e non essendo pervenuta opposizione da parte di nessuno, la conferma venne sancita dal vescovo in persona, Bernardo Landria-ni, in data 19 gennaio.

Il 5 novembre 1474, in un atto con il quale don Giovanni andava a nominare certi suoi procuratori, che gli seguissero le pratiche burocra-tiche di Curia e non, egli è presentato con tre precise qualifiche:

Page 28: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

27

– «beneficiale e rettore di Santa Maria di Maccio»; – «rettore e beneficiale della chiesa dei Santi Cosma e Damiano nel

luogo di Civello»; – «beneficiale della chiesa di Sant’Andrea di Montano». La distinzione delle qualifiche era necessaria, in quanto i procura-

tori erano delegati da don Giovanni a compiere atti, che potevano ri-guardare gli interessi di ciascuna delle chiese a lui soggette, e dei re-lativi benefici. Ad esempio, i contratti di locazione dei beni erano ovviamente compiuti a nome e per conto della singola chiesa proprie-taria.

Ma a noi, qui, interessa evidenziare che fino a quel momento vi era ancora un unico parroco per i tre paesi. Tuttavia, mentre per Montano si dice solo che don Giovanni era «beneficiale», per Civello viene det-to «rettore e beneficiale», parificato a Maccio. Ciò può voler dire che la chiesa di Civello si avviava ad avere caratteri di parrocchialità, ad esempio, con il decentramento in luogo dell’amministrazione dei sa-cramenti: era il parroco ad andare lì ad amministrare il battesimo o a presiedere ai matrimoni e non erano più i fedeli di Civello a recarsi a Maccio. Che potesse essere così, è in qualche modo confermato da quel che segue.

Dopo la morte di Giovanni Raimondi, avvenuta nell’autunno del 1476, viene nominato come suo successore a reggere Santa Maria di Maccio, già dal novembre, don Giovanni Antonio de Oltrona. Ma all’elezione partecipano solo gli abitanti di Maccio e di Montano; non si parla più dei rappresentanti di Civello. Anzi, l’atto di con-ferma della nomina fatta dal vicario generale il 5 novembre 1476, parla espressamente solo della cura di Maccio e di Montano, e tace su Civello. È possibile, tuttavia, che il nuovo rettore curato sia stato accettato dai civellesi con un atto separato, come del resto era avve-nuto nel 1444 per la nomina a titolare di frate Anselmino. Ma non gli vennero attribuiti la cappellanìa e il beneficio di Civello, rimasti anch’essi vacanti con la morte del Raimondi. Infatti, già il 30 gen-naio 1477 i «patroni» Rusca nominarono un altro sacerdote, per il momento definito ancora «cappellano» della chiesa dei Santi Cosma e Damiano.

Era persona nota ai fedeli locali, fra Davide Borsieri, dell’ordine dei Servi di Maria, già appartenente al convento detto di San Gerola-mo, che si trovava nella zona dell’attuale Viale Varese a Como. Nel

Page 29: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

28

1456 fra Davide aveva venduto a caro prezzo un messale alla parroc-chia locale (ancora facente capo a Maccio), pagato per la rispettiva quota-parte dai fedeli di Maccio, Montano e Civello: erano in tutto qualcosa in più di 120 lire, ossia una cifra corrispondente allora al co-sto di almeno sei mucche!

Documenti successivi ci fanno sapere che fra Davide era, frattanto, divenuto «cappellano del vescovo», Branda Castiglioni, che aveva as-sunto il governo della diocesi dal 1466 e l’avrebbe mantenuto fino alla morte avvenuta nel 1487, dopo essere stato creato cardinale dal papa Innocenzo VIII.

Il vescovo, dopo la morte di Galeazzo Maria Sforza, avvenuta pure nel 1476, era stato nominato tra i reggenti dello stato di Milano, data la minore età del duca ereditario Gian Galeazzo. Da allora gli atti lo qua-lificano anche come «consigliere ducale». Forse la vicinanza dei Rusca agli ambienti del potere sforzesco, o l’intento di un avvicinamento più considerevole, suggerirono di conferire il beneficio civellese appunto al cappellano del vescovo, che si trovava alla ricerca di qualche punto di appoggio.

Ed in effetti la mossa fu forse determinante, per preparare il distac-co della chiesa di Civello da Maccio. È probabile che, già dal momen-to della nomina di don Giovanni Antonio, che giuridicamente avrebbe dovuto mantenere la titolarità della cura anche di Civello, si sia previ-sto che per la chiesa dei Santi Cosma e Damiano sarebbe stato delega-to a esercitare la cura d’anime, come vice-parroco, quel cappellano: un primo passo importante verso la piena autonomia. Questa ipotesi si fonda sul fatto che già in atti del 1479 fra David viene indicato con la qualifica di «rector» della chiesa di Civello: qualcosa in più che il semplice cappellano.

Nel 1486 don Gian Antonio de Oltrona lasciava la parrocchia di Maccio, per andare a Sant’Eusebio in Como. E qui si inserisce un altro documento, che consolida il quadro delineato nel 1476. Quando il 7 dicembre si procede alla nomina del successore nella persona di don Giovanni Aureggi, agli atti partecipano ancora una volta solo gli abi-tanti di Maccio e di Montano: i civellesi non ci sono.

Subito dopo, nel 1487, ecco ancora un atto, in cui il nostro fra Davi-de non è definito come «cappellano», bensì come «rettore e beneficiale» della chiesa dei Santi Cosma e Damiano, con la stessa qualifica che a-vevamo trovato per don Giovanni Raimondi. Pare abbastanza logico de-

Page 30: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

29

durne che l’ex «cappellano del vescovo», col cambio del parroco di Maccio, abbia avuto confermata anche dall’Aureggi la licenza di eserci-tare la cura d’anime.

Ma, giuridicamente, la chiesa di Civello ancora non doveva essere stata riconosciuta come parrocchiale autonoma, bensì doveva essere solamente una filiale vice-parrocchiale di quella di Maccio; giacché in tante volte, in cui è nominata negli atti, non viene mai qualificata come «curata». Ormai, però, si era in «dirittura di arrivo».

La chiesa di Civello finalmente «parrocchiale». La conferma esplicita della conquistata autonomia, che tronca

ogni dubbio, e che sposta indietro di un secolo la data presunta di fondazione della parrocchia (che era ipotizzata nel 1592 in base a carte locali successive), ci è venuta da un atto notarile, rogato dal notaio comasco Lorenzo Malacrida, in data venerdì 8 novembre 1493. Con esso fra David Borsieri nominava alcuni procuratori per sé e per la sua chiesa: la qualifica con cui è indicato è quella di «be-nefitialis et rector ecclesie parochialis et curate Sanctorum Cosme et Damiani de Clivadelo». Una formulazione «nuova» e senza equi-voci: beneficiale e rettore della chiesa parrocchiale e curata dei San-ti Cosma e Damiano di Civello.

L’atto dell’8 novembre 1493 (Archivio di Stato di Como, Fondo notarile, c. 125).

Page 31: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

30

A questo punto della ricerca, per scrupolo, eravamo tentati di met-tere in dubbio una «autodichiarazione», quale poteva essere ritenuta quella enunciata nell’atto citato; però, non mancavano elementi per considerarla attendibile. Infatti, l’atto era compiuto da fra David non solo a titolo personale, ma anche a nome della chiesa di Civello; perciò se doveva avere forza legale, doveva altresì avere a monte una sua le-gittimazione.

Da quando? Era questa la domanda pressante, che si veniva ad in-serire sul nostro percorso. Ebbene, a confortarci e a darci matematica certezza che il cambiamento era avvenuto nel corso di quell’anno, ec-co la successiva scoperta di uno degli atti-chiave, che effettivamente c’era a monte. Esso era stato redatto «in domo episcopali», ossia in ve-scovado, presso la curia di Como, da un «notaio apostolico», pertanto supportato da tutti i carismi dell’ufficialità, nel contesto della procedu-ra formale, sempre rigorosamente controllata, della nomina di un par-roco. Leggiamolo, tradotto in italiano, almeno nelle sue parti sostan-ziali, tralasciando le frasi del formulario notarile ripetitive, che lo ren-derebbero meno immediatamente comprensibile.

«1493, ... mercoledì 29 maggio. Convocata e congregata la vici-nanza dei vicini e degli uomini del comune di Civello... dei parroc-chiani e patroni ed avvocati della chiesa dei Santi Cosma e Damia-no di Civello, nel palazzo vescovile di Como, per trattare solenne-mente gli argomenti sottoesposti. A tale riunione sono presenti To-gnino de Urio fu Giorgio, Stefano de Galiis fu Antonio per sé e a nome dei suoi fratelli Giovanni e Vanino, .... Zanino de Paravesino di Simone, Antonio de Boninis de Sacho figlio di Giacomo, Giorgio de Mazinis fu Tognino, Bernardino de Reguis figlio di Michele, An-tonio de Quarsano fu Donato, Marco de Paravesino di Domenico, Francesco de Paravesino al posto di Domenico, Bernardino de Ber-naschonibus figlio di Petrolo detto Gobbo, Bernardino de Villa fu Simone, Domenico de Mazinis fu Petrolo, Filippo de Cayrolis fu Antonio, tutti abitanti del comune predetto di Civello, che costitui-scono... la maggiore e più sana parte del detto comune... Essi... no-minano come loro... procuratori... i signori Francesco de Rochis e Gasparino de Rippa, ambedue cittadini e abitanti della città di Co-mo, ... con procura speciale... per nominare ovvero eleggere e pre-sentare una persona idonea e sufficiente come beneficiale e rettore della detta chiesa se mai la stessa chiesa sia vacante o capiterà che

Page 32: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

31

La prima pagina dell’atto del 29 maggio 1493 (Archivio di Stato di Como, Fon-do notarile, c. 129).

Page 33: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

32

divenga vacante... ». I procuratori erano incaricati altresì di comuni-care all’interessato l’avvenuta nomina, per averne il consenso; quin-di di presentare al vescovo o suo vicario l’eletto, per essere confer-mato ed approvato e per «essere costituito e perfezionato in perpe-tuo beneficiale e rettore della detta chiesa e per essere affidata a lui medesimo la cura delle anime soggette alla detta chiesa».

Per seguire le procedure burocratiche, i capifamiglia riuniti in quel-l’assemblea, nominarono un corposo «pool» di causidici, ossia di lega-li, «in solidum et quemlibet eorum», congiuntamente o singolarmente: Francesco Rusca, Ambrogio e Paolo de Laporta, Andrea de Olzate, Pietro de Muralto, Bartolomeo de Greppis, Giovanni de Vachanis, Bernardo de Salicibus, Agostino de Vachanis, Luigi de Besutio e A-bondio de Madiis; praticamente quasi tutti dell’organico dei notai della Curia vescovile, in modo che ciascuno di loro fosse legittimato a pren-dersi in carico la pratica.

Subito dopo – sorprendentemente – Francesco de Rochis (anche lui notaio curiale, come l’altro procuratore Gasparino Riva) compare da-vanti al vicario generale non per presentargli un eletto, bensì per co-municargli che fra David de Borseriis «rettore della chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Civello ha rinunciato alla detta chiesa...». Senon-ché gli atti, che ritroviamo in data successiva, ci dicono non solo che fra Davide è ancora a Civello, ma lo è come «rettore... della chiesa parrocchiale e curata».

Una simile procedura, apparentemente strana, era quella neces-saria ad azzerare la situazione precedente, per poter passare a quella nuova, in modo incontestabile sul piano giuridico; giusta prudenza, anche per non dare spazio a pretesti di opposizione per le ragioni (le diremo tra poco) che, probabilmente, portarono a compiere questo passo. O, forse, lo stesso fra David aveva voluto forzare l’ufficializ-zazione come «curato»: rinunciava alla chiesa di Civello, a meno che venisse finalmente resa autonoma in modo pieno, come lo fu ef-fettivamente.

Ciò significa, in pratica, che fra David, da quel 29 maggio 1493, può essere sicuramente considerato il vero primo parroco della chiesa di Civello, costituita parrocchiale autonoma, come appare confermato dal successivo atto citato dell’8 novembre.

Il fatto che egli già dal 1477 fosse «cappellano» e almeno dal 1479 fosse «rettore e beneficiale» della chiesa di Civello, non ci legittimava

Page 34: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

33

a considerarlo come «parroco», ma solo vice-parroco delegato dal cu-rato di Maccio, come abbiamo ipotizzato più sopra. La conferma di questa interpretazione ci viene data indirettamente dagli atti stessi del 29 maggio 1493, dei quali non vi sarebbe stata alcuna necessità, se fra David fosse già stato giuridicamente il curato titolare; tanto più che, dopo la sua rinuncia al precedente incarico, non si scelse un altro sa-cerdote come curato, ma fu confermato con la nuova qualifica lo stesso frate, che era a Civello da più di quindici anni.

Che cosa successe, dunque, quel 29 maggio nel palazzo vescovile? La procedura dovette necessariamente essere la seguente: constatato che la chiesa di Civello (come, guarda caso, preventivato) si era resa vacante per la rinuncia di fra David, bisognava nominare un rettore, che però avrebbe dovuto esercitare anche la cura d’anime. Al che è possibile che l’ordinario (vescovo o vicario generale), se non lo aveva già fatto prima, abbia decretato la separazione della chiesa di Civello da quella di Maccio, e l’abbia eretta in chiesa «parrocchiale e curata», invitando la comunità, cui spettava indicare il rettore, ad eleggerlo. Per arrivare a tanto, però, o precedentemente o contestualmente, doveva anche essere stata costituita la «dote» della chiesa, ossia l’assegnazio-ne di beni per assicurare una rendita di sussidio al parroco, mediante la fondazione del beneficio parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano, di patronato comunitario, distinto dal beneficio di patronato Rusca. Sic-come i civellesi, previdenti, avevano già costituito i loro procuratori per compiere tutti gli atti previsti (elezione, notifica al nominato, ac-quisizione del suo consenso, presentazione al vescovo per la confer-ma...) il tutto si dovette perfezionare in quella mattina, come un «blitz» ben organizzato. A noi non sono giunti tutti gli atti, probabilmente perché mentre un notaio ne stendeva alcuni (quelli che ci sono arriva-ti), un altro notaio, in una sala vicina, preparava gli altri, che, per ora, materialmente ci mancano. La loro esistenza è, tuttavia, postulata co-me necessaria nel contesto giuridico, che ha prodotto la «chiesa par-rocchiale e curata... di Civello».

Ma quale fu l’«occasione» per perfezionare la conquista dell’auto-nomia parrocchiale? Ne abbiamo indizi chiari e precisi, che ancora una volta, indirettamente, confermano la validità del percorso che abbiamo ricostruito. Vediamoli.

In quel 1493 don Giovanni Aureggi, il parroco titolare di Maccio, da più di un anno aveva ottenuto l’arcipretura di Bellagio, suo paese

Page 35: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

34

natìo, che si era resa vacante. Ma non aveva intenzione di rinunciare alla titolarità di Maccio, per continuare a godere di almeno una parte della prebenda, come si usava allora da parte di diversi sacerdoti, che cumulavano benefici, per garantirsi tranquillità economica. Anzi, non rinunciò mai alla parrocchia di Maccio fino alla morte, avvenuta nel 1502.

Egli continuò, dunque, ad amministrare la chiesa maccese tramite una girandola di vicari sostituti, dei quali pure abbiamo notizia. Il pri-mo fu, già dall’aprile 1492, tal don Luigi Volpi (in seguito lo troviamo rettore di Santa Tecla a Torno, cappellano di San Provino a Como e poi canonico del Duomo); nel 1493 ecco arrivare don Giacomo Lucini (che era anche canonico di Appiano ed aveva avuto già dal 1479 un beneficio a Saltrio); cui sarebbero seguiti don Gian Antonio Botta, maccese, nel 1498; un fra Tomasino de La Poneta, servita, nel 1499 (che teneva anche Casnate); ed ancora don Gian Antonio Botta nel 1500 (che troviamo contemporaneamente vicario-sostituto a Grandate e subito dopo parroco di Lucino, per tornare a Maccio come titolare dopo la morte dell’Aureggi, dove avrebbe retto la parrocchia fino al 1528, anno della sua scomparsa). In tale situazione persero la pazienza e manifestarono il loro disagio anche i maccesi, che nel 1500 con u-n’apposita assemblea comunale chiesero all’Aureggi una «declaratio», in altre parole di dimettersi e lasciar libero il campo.

Si capisce bene, dunque, come mai dopo il primo «giro di val-zer», ossia in occasione della rotazione tra don Luigi Volpi e don Giacomo Lucini, subentratogli già nel 1493, i civellesi, fiutarono il protrarsi di una situazione di disagio e colsero l’occasione per sgan-ciarsi in via definitiva da ogni legame, quand’anche più teorico che pratico, con Maccio. L’antica parrocchia, sbalzata tra sacerdoti no-vellini, non poteva più essere punto di riferimento stabile e affidabi-le; perciò si diedero da fare per ottenere la promozione ufficiale della chiesa dei Santi Cosma e Damiano a «parrocchiale e curata». Essi, tra l’altro, potevano dimostrare che ciò era nell’interesse della chiesa stessa e delle loro anime, visto che fra Davide era rimasto fedelmente in luogo dal 1477. E fu cosa fatta!

E la cappellanìa Rusca? Per il momento, fra David ne mantenne la titolarità, come si desume da un altro atto rogato verso la fine del 1493, in cui è qualificato con i due titoli abbinati: «rector et capelanus ecclesie et capelle Sanctorum Cosme et Damiani de Clivadello», retto-

Page 36: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

35

re (della chiesa) e cappellano (della cappella), l’una e l’altra sotto l’in-vocazione dei Santi Cosma e Damiano.

In pratica la «cappellanìa» aveva fatto da «trampolino di lancio» per la «rettorìa» parrocchiale; quindi, a decollo avvenuto, sarebbe ri-comparsa con le sue caratteristiche originarie, che la legavano al «pa-tronato Rusca», per accompagnare in parallelo la vita religiosa di Ci-vello. Lo apprendiamo da due atti del 1497: il primo del 3 gennaio, con il quale, come al solito, i «patroni» Rusca nominano cappellano della cappella dei Santi Cosma e Damiano un membro della loro fami-glia, Luigi Rusca, e lo fanno confermare dal vicario generale del ve-scovo; il secondo del 4 gennaio con il quale il prete Giovanni della Torre, che è il nuovo «rector curatus ecclesie de Clivadello», ossia rettore curato della chiesa di Civello, per commissione dello stesso vi-cario generale, immette don Luigi nel possesso della cappellanìa, con-ferendogli l’anello e accompagnandolo ai lati dell’altare a destra e a sinistra, per abbracciarlo e baciarlo, come era previsto dal cerimoniale in simili circostanze.

Questo incarico ufficiale, dato dall’ordinario diocesano al curato di Civello di immettere il cappellano della «cappellanìa Rusca» nel suo beneficio, scioglie ogni dubbio – se mai ve ne fosse la tentazione – sul-la posizione giuridica del «rettore curato» della chiesa locale. Insom-ma, la nomina a curato di fra Davide non era «ad personam», bensì de-rivava dalla promozione a parrocchiale della chiesa di Civello; pertan-to tutti i suoi successori sarebbero stati e furono da allora «curati», os-sia parroci a pieno titolo; indipendentemente e parallelamente alla con-tinuità dell’antica cappellanìa Rusca.

Quindi, almeno dal 1497 si sdoppia, di norma (tolta una parentesi tra il 1500 e il 1502, per i motivi, che si diranno parlando dei parroci), la serie dei sacerdoti presenti nel nostro paese: quella dei «rettori» del-la chiesa «curata», ossia parrocchiale, di Civello, e quella dei cappel-lani della cappellanìa Rusca, fino al 1856, quando questa sarebbe ri-confluita, come si dirà, nel parroco, prima di essere soppressa nel 1868. Insomma, mentre a Maccio si faticava ad avere un prete, a Ci-vello ce n’erano addirittura due, anche se non è detto che risiedessero entrambi costantemente; anzi, ciò non avvenne quasi mai, perché era lo stesso parroco ad adempiere all’obbligo della celebrazione settima-nale della messa del legato Rusca, che, come vedremo, si faceva il giovedì.

Page 37: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

36

Resta, infine, da osservare un altro aspetto dell’antica vita religio-sa. La nomina del parroco, come già avveniva quando si andava a Maccio, rimase in capo alla popolazione di Civello, anche se, allo stato attuale della ricerca, non si sono più trovati verbali di assemblee speci-fiche successivamente a quel fatidico 29 maggio 1493, ma solo qual-che riferimento indiretto, di cui si dirà nella presentazione dei singoli parroci.

Va precisato che nell’atto di nomina di don Ludovico de Amireris nel 1553 si dice espressamente che la chiesa dei santi Cosma e Damia-no era di patronato della «università», ossia della comunità di Civello; tuttavia nell’Ottocento si parla di beneficio di libera collazione, ossia conferibile dal vescovo direttamente. È possibile che il passaggio dal-l’uno all’altro regime sia avvenuto dopo l’infeudazione ai Mugiasca (1768), cui si accompagnava, tra l’altro, l’assunzione alla cattedra ve-scovile comense di Giacomo Mugiasca.

Del resto, talvolta, anche nei secoli precedenti, troviamo conferi-menti della chiesa e della parrocchia effettuati direttamente dall’autori-tà ecclesiastica, addirittura dalla Curia Vaticana. Ciò, in base a norme del diritto canonico (peraltro mutevoli nel tempo), che devolvevano il diritto di nomina a Roma quando la vacanza interveniva non per mor-te, ma per rinuncia del titolare, che talora indicava anche il successore cui «girare» il beneficio. Inoltre, a Civello, la coincidenza di persona, che sempre ci fu tra curato e beneficiale (a differenza di altre situazio-ni, in cui si muovevano persone diverse), faceva sì che il fattore am-ministrativo (titolarità del beneficio) assorbisse quello pastorale (cura d’anime): il che assoggettava il conferimento dei benefici all’autorità ecclesiastica, con il controllo altresì, nello Stato di Milano, da parte dell’autorità civile.

Ai Rusca rimase sempre, invece, il patronato sulla cappellanìa e, quindi, il diritto di nomina dei cappellani.

Page 38: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

37

La serie dei parroci di Civello

La serie dei parroci, che qui andiamo a presentare, contiene molti nomi in più rispetto a quelli già noti. Crediamo sia motivo di gioia, per i fedeli di Civello, poter allargare la conoscenza dei pastori, che hanno guidato tante generazioni. Di alcuni siamo riusciti a sapere solo il no-me, di altri qualche notizia in più, ora chiara e precisa, ora problemati-ca, almeno per quanto riguarda l’interpretazione. Contemporaneamen-te citiamo i cappellani della fondazione Rusca di cui si ha notizia; quindi i vicari di Luisago (dopo il 1784), che dipendevano dal parroco di Civello; infine i coadiutori sortiti dal legato Ronchetti (fondato nel secolo XIX), di cui abbiamo notizia.

I nomi di cappellani e parroci antecedenti il 1493 sono quelli, che abbiamo individuati sfogliando le carte antiche: non è escluso che, in futuro, se ne possa aggiungere qualcun altro, se si troverà tra gli atti archivistici. Essi erano titolari della chiesa di Santa Maria di Maccio, alla quale dovevano fare riferimento come chiesa, prima battesimale e poi parrocchiale, anche le comunità di Montano e di Civello, come ab-biamo avuto modo di illustrare ampiamente. Alcuni di loro (ne abbia-mo documentazione almeno dopo il 1444), tuttavia, ebbero sicuramen-te anche la titolarità della cappellanìa Rusca di Civello.

Contestualmente presentiamo i principali avvenimenti, che si sono verificati durante il ministero di ciascun parroco, di cui abbiamo rin-tracciato documentazione: visite pastorali, formazione di associazioni, stato della chiesa, devozioni praticate, ecc.

Ne esce una serie di quadri abbastanza ricchi di informazioni inedi-te, che permettono di visitare, sia pure in modo campionario, i cinque-cento anni di storia della parrocchia di Civello. La complementarietà delle informazioni stesse consente, alla fine, di ricostruire una galleria d’insieme, che rappresenta in modo organico la vita della comunità di Civello attorno alla sua chiesa.

Page 39: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

38

CAPPELLANI E RETTORI CURATI DI MACCIO, MONTANO E CIVELLO Don MORANDO (almeno 1295-1298), cappellano

Prete Morando è citato come cappellano della chiesa di Santa Ma-ria di Maccio nella rendicontazione della decima imposta da Bonifacio VIII alla diocesi di Como nel 1295-1298. È nominato anche in un co-dice conservato nell’Archivio Storico della Diocesi di Como, secondo il quale assiste nel 1297 alla compilazione dell’inventario dei beni del-la Cattedrale, che c’erano a Maccio.

La qualifica di cappellano poteva essere attribuita anche a chierici non «in sacris», ossia senza i sacri ordini; ma nel nostro caso ci tro-viamo davanti a un «presbiter»: segno evidente che al cappellano loca-le era conferita anche la licenza per la cura d’anime; cioè, in pratica, egli svolgeva le funzioni di «parroco». Don PIETRO DE CASTENEDA (...1354...), cappellano

Ne siamo venuti a conoscenza solo attraverso un atto notarile del 20 novembre 1354, con cui l’abbazia di San Giuliano affittava i beni di Maccio a Fomasio Fazabello de Casaregio (ossia Casarico) e a Rugge-ro de Geronico Plano. Don Pietro era presente come testimone, e nel-l’atto è qualificato come cappellano della chiesa di Santa Maria Vetere di Maccio. Don J... DE .... (....-1387), rettore e beneficiale Fra A... DE ... (1387-....), rettore e beneficiale Don B... DE MONT... (....-1400), rettore e beneficiale Don A... DE... (1400-....), rettore e beneficiale

Di questi rettori e beneficiali della chiesa di Santa Maria di Mac-cio, sicuramente «curati», ossia parroci con cura d’anime a Maccio, Montano e Civello abbiamo queste frammentarie notizie, con le sole iniziali del nome. Si può forse ipotizzare con qualche attendibilità che B... de Mont... possa essere Bertramo de Montono, futuro abate di san-t’Abondio, morto in età avanzata nel 1454. Questi quattro nomi, citati con le iniziali, ci pervengono da un «cartulario», ossia da una raccolta di 198 documenti, messa insieme da un notaio della Curia verso la fine

Page 40: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

39

del secolo XV, con lo scopo di disporre dei formulari da adottare nella compilazione dei diversi atti. A lui non interessava tanto il contenuto specifico delle carte copiate (per questo non si curò di riportare per e-steso i nomi), quanto piuttosto il frasario giuridico necessario a rendere validi gli atti.

Nonostante queste lacune, che ci lasciano un po’ a bocca asciutta dopo avere risvegliato il nostro appetito, tali carte non sono del tutto infeconde. Infatti ci segnalano almeno le date di successione dei titola-ri della chiesa parrocchiale di Santa Maria di Maccio, permettendoci di recuperare qualche tessera del perduto mosaico della storia religiosa locale. Inoltre negli atti sono riportate le modalità di elezione del loro pastore da parte delle comunità di Maccio, Montano e Civello; con ciò riferendoci anche la situazione giuridica allora in vigore, come abbia-mo già avuto modo di illustrare. Don CRISTOFORO DE LAVENA (.... -1444), rettore curato

In base ad un atto del 1444, era don Cristoforo de Lavena il parroco di Maccio, da cui dipendevano anche Montano e Civello, rimosso dal vicario generale del vescovo cardinal Gerardo Landriani (1437-1445). Ma come poteva esserlo se, da altri atti, come «rettore della chiesa di Santa Maria di Maccio» già dal 1430 appariva tal frate Anselmino de Turate? È del tutto probabile che don Cristoforo fosse il titolare, mentre don Anselmino era un «mercenario» nominato come vicario perpetuo, fino a quando il vescovo rimosse lo stesso don Cristoforo.

Abbiamo trovato, finora, due documenti che lo citano: in uno appa-re come don Cristoforo de Lavela, nell’altro come de Lavena. Appare più probabile questa seconda versione. Stando al cognome de Lavena, coniato sul luogo d’origine, sembrerebbe di potersi orientare su un grandatese, più che su un oriundo di Lavena Ponte Tresa. Infatti, in territorio di Grandate, si trovava una località chiamata Lavena, che successivamente cambiò nome e fu detta Sotto la Torre. Frate ANSELMINO DE RABIIS DE TURATE, cappellano di Maccio (1430?-1444), rettore curato (1444-1447), cappellano e be-neficiale di Civello (1441?-1449)

Suo padre si chiamava Giovanni. I de Turate erano già docu-mentati in quel di Maccio dal secolo XIII ed avevano parenti a Co-

Page 41: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

40

mo. Perciò frate Anselmino proveniva, probabilmente, da una fami-glia locale o con aderenze in luogo. Almeno dal 1430 era rettore so-stituto della chiesa di Santa Maria di Maccio; dal 1441 anche bene-ficiale della chiesa di Civello. Nel 1444, tuttavia, fu confermato come rettore titolare di Maccio, con elezione plebiscitaria pure dei capifamiglia di Civello, che formava ancora parrocchia unica con Maccio e Montano. Il suo ministero parrocchiale continuò per tre anni.

Infatti, sicuramente frate Anselmino non era più parroco di Maccio almeno dall’estate del 1447. Probabilmente a quel tempo aveva solo rinunciato alla parrocchia di Maccio, limitando la sua cura alla cappellanìa di Civello, che mantenne fino alla morte, da collocare nel 1449.

Egli è nominato frequentemente in documenti dell’epoca, tra cui uno curioso. Nel 1442 il prevosto di Uggiate diffidò frate Anselmi-no di ingerirsi nella cura della chiesa di Gironico e di qualsiasi altra chiesa della pieve di Uggiate, minacciandolo con una multa di 10 lire da applicare alla fabbrica del Duomo. Insomma, questo frate Anselmino, con il suo zelo, che si irraggiava da Maccio nei dintor-ni, sembra davvero un sacerdote... «cottimista»: speriamo per ten-sione religiosa e amore delle anime e non per procacciare prebende. Così sembra attestato dal gradimento della popolazione, che traspa-re dall’atto di elezione del 1444. Don GIOVANNI RAIMONDI, rettore curato di Maccio (1447-1476), cappellano e beneficiale, poi rettore e beneficiale di Civello (1449-1476)

Successe a don Anselmino come cappellano nominato dai Rusca nel 1449, ma almeno dagli inizi dell’autunno 1447 era già stato no-minato parroco di Maccio. Infatti, è qualificato come tale nell’atto, che registra un’assemblea di Maccio in data 11 ottobre, per eleggere i sindaci e procuratori della comunità, che avrebbero dovuto giurare fedeltà alla Repubblica di Sant’Abondio, costituita dopo la morte di Filippo Maria Visconti. Un bel documento, dove si esalta «l’eccelsa libertà di Milano» rappresentata dalla Repubblica di Sant’Ambrogio e la riconquistata autonomia della comunità di Como. Perciò, i no-

Page 42: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

41

stri paesi furono chiamati a giurare fedeltà al podestà cittadino, se-condo gli antichi Statuti, come abbiamo scritto nel volume storico su Villa Guardia. Ma allora non avevamo ancora scoperto i docu-menti specifici relativi a Maccio e a Civello. Infatti, analogo atto si era compiuto anche a Civello il 12 ottobre 1447, quando l’assemblea comunale, riunita in piazza, davanti alla porta della ca-sa di Filippo Rusca, presieduta dal console Baldolo de Manticis, nominò come suoi procuratori l’avvocato Giovanni Rusca e il me-desimo Filippo Rusca, per recarsi a giurare presso il podestà di Co-mo Marco de Stampis.

Don Giovanni Raimondi (si tratta del nostro o di un omonimo?) compare già in un atto del 1442, dove è citato come prete. Doveva a-ver ottenuto un beneficio nella chiesa di Sant’Antonino, antica parroc-chia del borgo di Sant’Agostino a Como. È da pensare che, per due anni Ä tra il 1447 e il 1449 Ä la cappellanìa di Civello sia stata mante-nuta dal vecchio frate Anselmino.

La nomina a cappellano di Civello, effettuata come detto nel 1449, e precisamente in data 20 ottobre, fu formalizzata da diversi membri della nobile famiglia Rusca (Giacomo, Alberto e Nicolao fu Antonio; G. Antonio fu Luterio per sé e a nome dei suoi fratelli; Fi-lippo e Francesco fu Luigi) nella chiesa di San Francesco a Como (dove c’era anche la tomba dei famigliari più illustri), presenti come testimoni Bertramo de Montono (ex-parroco di Maccio, Montano e Civello?), abate di Sant’Abondio, Abondio Raimondi e Mafiolo del Nato (ossia Natta).

La conferma della sua nomina a cappellano di Civello fu fatta, però, nel gennaio 1450, non dal prevosto di Fino, ma direttamente dal vescovo Bernardo Landriani. Da altri atti notarili sappiamo che nel 1451 fece fare l’inventario dei beni della cappella di Civello, per affittarli a Bertramo Parravicini. Nel 1457 li girò in affitto ad Abondino detto Bogino de Ronago. Nel 1456 partecipò alle tratta-tive con fra David Borsieri, per l’acquisto di un messale. In un do-cumento del 1474, come riferito nel capitolo sulla conquista del-l’autonomia parrocchiale, viene qualificato come «rettore e bene-ficiale» della chiesa di Civello, con un titolo parificato a quello maccese. In pratica, potremmo considerarlo già come parroco di Civello, ma ancora «part-time» con Maccio, chiesa principale. Mo-rì nel 1476.

Page 43: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

42

Don GIOVANNI ANTONIO DE OLTRONA, rettore curato (1476-1486)

In successione a don Giovanni Raimondi, come rettore curato di Maccio, fu eletto don Giovanni Antonio de Oltrona, che dopo l’elezione fu confermato dal vicario generale il 5 novembre 1476, come rettore cu-rato di Maccio e di Montano: per la verità non si nomina Civello. Tutta-via, anche se dal 1477 a Civello troviamo come cappellano residente fra David Borsieri, dobbiamo ritenere che quella chiesa fosse da considera-re per ora come chiesa filiale vice-parrocchiale. Ciò significa che le pre-rogative del parroco rimanevano del curato di Santa Maria, che, come detto nel capitolo sull’autonomia, avrebbe probabilmente concesso li-cenza di cura d’anime a fra David, come possono far pensare alcuni atti del 1479, che lo definiscono già «rector» della chiesa di Civello. Nel-l’autunno del 1486 don Giovanni de Oltrona passò a reggere la parroc-chia di Sant’Eusebio in Como, e pertanto lasciò libera quella di Maccio. Don GIOVANNI AUREGGI, rettore curato (1486-1502)

Il 7 dicembre 1486 fu eletto dall’assemblea di Maccio e Montano, come rettore curato di Santa Maria, don Giovanni Aureggi. Nel 1492, fu nominato arciprete di Bellagio, suo paese natìo. Egli volle mantene-re, tuttavia, il cumulo con la titolarità di Maccio, lasciando in luogo dei sostituti, a cominciare da Luigi Volpi (1492), seguito a un anno di di-stanza da Giacomo Lucini. Nel decennio di sua assenza (fino alla mor-te avvenuta nel 1502) ne ruotarono altri ancora. Egli, teoricamente, re-stava parroco anche per Civello, pure se fra David era «rettore» di quella chiesa, riconosciuto come vice-parroco. Probabilmente la situa-zione di disagio determinata dall’assenza del parroco titolare, come già illustrato, spinse i fedeli di Civello a chiedere l’autonomia piena, sicu-ramente concessa dal maggio 1493. PASTORI DI CIVELLO, PARROCCHIA AUTONOMA Fra DAVID BORSIERI, cappellano (1477-1478), poi rettore e be-neficiale (1479-1493), quindi rettore curato (1493-1495)

A Civello lo avevano già conosciuto nel 1456, quando era frate dei Servi di Maria presso il convento detto di San Gerolamo (nella zona di

Page 44: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

43

Viale Varese a Como): insieme con quei di Maccio e Montano i civel-lesi avevano comprato da lui un costosissimo messale, come abbiamo avuto modo di dire precedentemente. Nel gennaio 1477, quando era divenuto «cappellano del vescovo» mons. Branda Castiglioni, fu no-minato cappellano della chiesa di Civello. In documenti del 1479 è ci-tato già come «rettore» della chiesa di Civello, quando a Maccio era curato Giovanni de Oltrona. Nel 1493, con tutta probabilità il 29 mag-gio, viene eletto ufficialmente come rettore curato, ossia come primo parroco della chiesa di Civello, divenuta autonoma da Maccio. Non si esclude una «impuntatura» di fra David, per arrivare allo scopo, co-me può far pensare la sua rinuncia, poi immediatamente rientrata, dopo che fu riconosciuto come «curato». Va collocato probabilmente in quel periodo l’acquisto dell’artistica croce astile di rame e d’argento sbal-zato e cesellato, tuttora conservata.

Le carte antiche, che parlano di fra David Borsieri, sono parec-chie: ad esempio, il 22 agosto 1489 affitta i terreni del beneficio a un Donato de Zobiis di Brugo. Nel novembre dello stesso anno in-corre in una scomunica disciplinare per una questione avuta con il parroco di Grandate, don Antonio de Brochis. Altre carte lo vedono attore in cause varie con i fittavoli della chiesa, oppure per nomine di procuratori (quasi sempre della famiglia Rusca) per la cura dei suoi affari. Nel 1495 ha questioni anche con il suo successore, rela-tivamente alla riscossione di granaglie della prebenda: segno che, probabilmente, a quell’anno va fatta risalire la sua rinuncia alla cura d’anime.

Evidentemente, fra David proveniva dalla famiglia Borsieri di Co-mo. Più tardi troveremo documentati dei Borsieri, proprietari terrieri proprio a Civello. Don GIOVANNI DELLA TORRE DI MENDRISIO (1495-1499)

È citato come rettore della chiesa di Civello, ossia parroco, in un atto del 1495. In altre carte dell’estate di quell’anno lo troviamo, come detto, in causa anche con il predecessore, fra David: segno che il passaggio delle consegne era avvenuto da poco, e c’era da di-videre la prebenda di quell’anno in proporzione ai mesi di titolarità del beneficio.

Il 4 gennaio 1497, su commissione del vicario generale della dioce-

Page 45: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

44

si, nella sua qualità di «rector curatus ecclesie de Clivadello» immette don Luigi Rusca nel possesso della cappellanìa dei Santi Cosma e Damiano di patronato Rusca: fatto importante, che segna da questo momento una distinzione netta tra la «cappella dei Santi Cosma e Da-miano» e la «chiesa curata di Civello».

Un atto del 7 gennaio 1500 ci fa sapere che don Giovanni, «che era solito abitare a Civello», si trovava ora in un luogo chiamato «Zimaco-sta». Aveva un debito con Bertolasio Rusca, per fitti di beni risalenti al 1495-96. Se n’era dunque andato da Civello; anche se dal documento non si evince con sicurezza se avesse mantenuto la titolarità della chie-sa. In ogni caso a Civello, o come sostituto o come titolare, troviamo allora quello stesso don Luigi Rusca, che era arrivato tre anni prima come cappellano.

Don Giovanni apparteneva ad una delle famiglie nobili del co-masco, potentissima a Mendrisio. Sono numerosi i Della Torre tra il clero comasco, anche con cariche di prestigio. Nel secolo XII Gu-glielmo della Torre di Mendrisio era stato vescovo di Como ed è venerato come beato (1197-1227). Dalla stessa famiglia erano usciti i vescovi Enrico (1162-1165), Raimondo (1262-1274) e molti altri ecclesiastici.

Don LUIGI RUSCA (1500-1502)

Non si può essere certissimi sulla titolarità giuridica di don Lui-gi, rispetto alla parrocchia di Civello; sicuramente, di fatto, possia-mo considerarlo parroco almeno tra il 1500 e il 1502: periodo in cui è accertato che don Giovanni della Torre non era più in luogo, ed in cui non era ancora arrivato don Gian Antonio Marinoni. Abbiamo, purtroppo, finora un solo atto del 3 dicembre 1500, in cui don Luigi Rusca viene definito «beneficiale e rettore della chiesa ovvero cappella dei Santi Cosma e Damiano»: una definizione abbastan-za inequivocabile, se non sapessimo che egli era anche il cappellano del beneficio Rusca; per cui il ruolo di «rettore della chiesa» poteva essere svolto anche solo in sostituzione del titolare assente, essendo, comunque, egli il «beneficiale» della cappella. Va da sé che in que-gli anni deve avere esercitato egli stesso la cura d’anime; per cui lo includiamo senz’altro nell’elenco dei parroci, sia pure con le riserve sopra esposte.

Page 46: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

45

Don (GIOVANNI) ANTONIO MARINONI (1503-1537)

Compare sicuramente come rettore di Civello almeno dal 1503, quando entra in causa con i Rusca e gli abitanti del paese per una que-stione di decime su un terreno: segno che era appena arrivato e stava prendendo possesso dei beni e diritti della chiesa. Torna ad essere no-minato nel 1504 nelle carte notarili, poi ancora nel 1507 in un atto, in cui viene chiamato Giovanni Antonio de Sergnago. Poi è citato come teste ad un convocato comunale del 1516, con la qualifica di rettore della chiesa di Civello, ed ancora nel 1518, nel 1519, nel 1521 e nel 1522. Nei vari documenti viene alternativamente chiamato Antonio, ovvero Giovanni Antonio, per tutto il periodo in cui è a Civello, con ciò fugando il dubbio che potesse trattarsi di due diverse persone: cosa possibile se avessimo avuto un primo periodo con l’uso di un nome, e un secondo periodo con l’altro nome.

In un atto notarile del 1531 don Antonio è ancora qualificato come rettore e beneficiale della «chiesa curata di Civello». Nel 1539, quando a Maccio viene nominato titolare della parrocchia Luigi Mugiasca, an-cora chierico diciottenne, in attesa che venga ordinato sacerdote, è don Antonio Marinoni che gli fa da vicario sostituto, tanto che nel 1541 viene qualificato come «beneficiale della chiesa di Santa Maria di Maccio». Egli doveva avere già rinunciato alla parrocchia di Civello dal 1537, giacché in quell’anno era stato eletto come suo successore don Giovanni Maria della Torre.

In ogni caso, la sua fu una lunga permanenza, durante la quale a Civello si vissero anche momenti difficili; in particolare ricordiamo i saccheggi di Luigi Borsieri nel 1527, mandato a occupare il castello di Civello dal Medeghino, durante la guerra di occupazione dello Stato di Milano da parte degli Spagnoli, di cui si tratta nel volume storico su Villa Guardia. Se poi ha credito la teoria ripresa da don Marino Can-clini (per la verità non sicuramente fondata sulle fonti storiche), se-condo cui la rocca di Civello fu fatta smantellare dal governatore spa-gnolo Antonio da Leyva, come era avvenuto per il Castel Baradello, ci si può spiegare come qualche anno dopo troviamo il parroco di Civello senza casa.

Frattanto, nella cappellanìa Rusca si avvicendarono parecchi ti-tolari. Almeno dal 1505 essa era passata a Bernardino Clerici (che era vicario sostituto a Grandate, da dove si allontanò nell’autunno

Page 47: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

46

1506); quindi almeno dal 1508 era stata attribuita dai patroni a Francesco Salice, che avrebbe posto come sostituto Luigi de Laca-nale di Civate.

Poi si incontra un Franchino Rusca. È nominato nel protocollo di un notaio della Curia vescovile in data 15 marzo 1513, come «presbi-ter de Clivadello»: se non era cappellano titolare, risiedeva, comunque, a Civello. Qualche anno dopo (1524) un atto del notaio Luigi Lamber-tenghi parla, invece, di Paolo de Salicibus (già morto appunto nel 1524) qualificato come cappellano della cappella dei Santi Cosma e Damiano di Civello, che tuttavia aveva nominato come suo «vicario perpetuo» don Luigi de La Cava (o forse il solito de la Canale, non es-sendo chiarissimo il testo dell’atto).

Don GIOVANNI MARIA DELLA TORRE (1537-1553) L’entrata in scena di questo parroco ci è svelata da un processo

verbale istruito dalla Curia il 23 e il 25 ottobre 1539, per una verten-za nata tra lo stesso sacerdote ed i parrocchiani di Civello. Dalle de-posizioni dei testimoni chiamati in causa si apprende che don Gio-vanni Maria era arrivato a Civello un paio d’anni prima, ossia nel 1537. Qual era il motivo del contendere? Don Giovanni Maria si la-mentava che i parrocchiani non rispettavano l’impegno assunto con lui, all’atto della nomina, di fornirgli una casa d’abitazione, tenendo a loro carico l’affitto: notizia che sembra escludere a quel tempo l’esistenza della casa parrocchiale annessa alla chiesa; così che si ac-credita in qualche misura l’ipotesi che essa, se prima esisteva, possa essere stata distrutta, a seguito dei disordini di guerra del 1527. Ma leggiamo direttamente uno stralcio della verbalizzazione di quanto dichiarato da uno dei testimoni convocati in Curia per definire la questione, ossia Pietro Martire Rusconi, fu Cesare, cittadino di Co-mo, ma dimorante a Civello.

«Sono o possono essere due anni circa, del resto non ricorda di preciso il giorno e il mese, quando lo stesso testimone entrato in casa del signor Nicolao Mugiasca fu Luigi nel paese di Civello, vide riuni-ti parecchi uomini di Civello... che si incontravano con prete Gian Maria della Torre, ivi presente, che avevano richiesto come rettore loro e della propria chiesa... Lo stesso prete Gian Maria disse loro, prima di arrivare a qualsiasi conclusione ed accordo: voglio prima

Page 48: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

47

sapere i redditi della chiesa e le primizie della stessa per la parte del rettore. E così, lì per lì, lo stesso testimone per incarico e secondo le informazioni degli stessi uomini scrisse il reddito della detta chiesa e le primizie di competenza del rettore. Inoltre lo stesso prete Gian Ma-ria disse ai medesimi uomini che, anzitutto, non voleva pagare l’affitto della casa e gli stessi uomini rispondendo gli dissero press’a poco queste parole: Messere, a li altri preti non siammo soliti paghar-li fitto de casa, nondimeno a voi lo pagharemo». Evidentemente, con queste e simili testimonianze, don Giovanni Maria della Torre deve averla spuntata. Ma non è questo il solo episodio di screzio con quei di Civello.

Don Gian Maria, infatti, è ricordato ancora in una carta del 1548, come già pubblicato nel volume su Villa Guardia. Si tratta di una circostanza, in cui appare un po’ impulsivo, giacché prese a pu-gni un parrocchiano che gli rimproverava di non aver partecipato al pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese. Chissà che il tutto non dipendesse da una certa «ruggine», che si era andata accumulando per via della casa!

La notizia, in sé già curiosa, ci rivela indirettamente un altro a-spetto della vita religiosa locale: già a quel tempo da Civello si usa-va andare in processione fino al Sacro Monte di Varese. Tale tradi-zione, che troveremo confermata in seguito, comune a molti altri paesi di tutta l’alta Lombardia, era dunque sentita dall’anima popo-lare.

In quello stesso 1548, l’11 luglio, avveniva il cambio del benefi-ciale della cappellanìa Rusca. Veniamo così a conoscere tanto il cappellano che lasciava, Andrea de Porris, quanto il suo successore, che questa volta i patroni scelsero in famiglia: Clemente Rusca. Egli avrebbe, però rinunciato alla cappellanìa il 26 maggio 1551 (secon-do Roberto Rusca per farsi frate), quando fu sostituito con un altro chierico del nobile casato: Cesare Rusca. In verità ritroviamo suc-cessivamente citato Clemente Rusca come cappellano della cappella di Santa Maria in San Marco di Borgo Vico fino al 1562, quando ri-nunciò a favore di un Ferdinando Rusca.

Don Gian Maria rinunciò liberamente alla parrocchia di Civello il 9 dicembre 1553 nelle mani del vicario generale Gian Antonio Volpi (futuro vescovo di Como), anche se la cosa doveva essere nell’aria da tempo, visto che già dal 26 ottobre i civellesi avevano nominato i loro

Page 49: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

48

procuratori incaricati di notificare a un nuovo sacerdote l’elezione a curato di Civello. Anzi, sotto la stessa data, don Gian Maria rilasciava a don Ludovico de Amireris, rettore della chiesa di Vergosa (che tro-viamo poi come suo successore), una quota della primizia costituente la congrua parrocchiale e una parte della somma pagatagli dagli uomi-ni di Civello, in conto di affitto della casa. Perciò gli atti del 9 dicem-bre non furono che la formalizzazione di un passaggio già annunciato e deciso.

Dove andò a finire don Gian Maria? Ebbene, una ventina di giorni dopo lo ritroviamo in causa con un Bartolomeo Cernezzi, che chie-deva il recupero di un credito. Poi nel 1568 ricompare come protago-nista di una scena simile a quella di venti anni prima, quando aveva preso a pugni un civellese. Si vede che, nonostante gli anni passasse-ro, il suo spirito un po’ sanguigno non si placava. Questa volta era venuto alle mani violentemente con un altro prete, tale Gerolamo Landoni, cappellano con lui a Lomazzo. Ne era seguita la loro sco-munica, dalla quale fu incaricato di assolverli il parroco di Ponzate, don Sebastiano de Pirro, dopo che i due litiganti si erano rappacificati e avevano pagato una multa di uno scudo d’oro ciascuno, da applica-re alla fabbrica del Duomo.

Tra i fatti salienti della vita civile, nel periodo in cui era parroco don Gian Maria, ricordiamo che si avviarono i primi catasti da parte del governo spagnolo, che si rivelava sempre più vorace, anche nei confronti della popolazione comasca.

Don LUDOVICO DE AMIRERIS (1553-1559; 1562-1563); don GIACOMO DE SCAPIS (1559); don MUZIO RUSCA (1561-1562)

Con il consenso ed in presenza di Ambrogio Riva, cittadino di Como, e di Lorenzo Prada di Civello, sindaci e procuratori della co-munità civellese, che esercitava il diritto di patronato sulla chiesa, il vicario generale Gian Antonio Volpi, immediatamente dopo la rinun-cia di don Gian Maria, lo stesso giorno 9 dicembre 1553, conferiva la cura della chiesa e delle anime ad essa sottoposte a prete Ludovico de Amireris, che giurava di esercitare fedelmente i suoi doveri e si impe-gnava a far fare, entro un biennio dalla presa di possesso della parroc-chia, l’inventario dei beni ad essa spettanti.

Page 50: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

49

Da altre carte apprendiamo che don Ludovico era un frate minore conventuale, già professo nel convento di San Francesco a Como.

Dal 1559 seguono alcuni fatti poco chiari, nel senso che non ne ab-biamo trovato una motivazione certa e precisa, anche se dalle carte tra-spare qualche indizio. Infatti, da un atto del 20 giugno di quel 1559 si apprende che la chiesa parrocchiale e curata dei Santi Cosma e Da-miano di Civello si era resa vacante per «privazione» decretata da papa Paolo IV. Pertanto i civellesi avevano eletto don Giacomo de Scapis, che però non aveva accettato ed aveva incaricato il nobile Pietromarti-re Rusca di formalizzare gli atti di rinuncia.

La famiglia Rusca, intervenendo su Roma (dove intanto era stato eletto come nuovo papa Pio IV), questa volta fece nominare parroco un rampollo di famiglia, don Muzio. Lo apprendiamo da un documen-to del 1561, tradotto e riprodotto nel volume su Villa Guardia. Ma la cosa non fu pacifica, per l’opposizione dei Mugiasca, che addirittura asportarono dalla chiesa i paramenti e le suppellettili sacre, per impe-dire al Rusca di espletare le sue funzioni.

D’altra parte, pare che tale reazione sia stata determinata dal fat-to che don Muzio Rusca non avesse intenzione di esercitare diret-tamente la cura d’anime, ma di «subappaltarla» a un altro sacerdote. Cosa che capitava abbastanza frequentemente a quel tempo (il Con-cilio di Trento non era ancora finito), quando a molti preti interes-sava mettere insieme le prebende annesse ai benefici parrocchiali, più che occuparsi di cose spirituali. O forse i Mugiasca, che già a-vevano collocato don Luigi a Maccio (facendolo nominare parroco titolare prima ancora di essere ordinato sacerdote), avrebbero prefe-rito cumulare nel loro familiare, come si usava allora, anche la pre-benda civellese.

Sembra, tuttavia, di capire, che il giro preso dai Rusca mettendo in campo don Muzio sia stato in realtà un modo per recuperare l’incarico a don Ludovico, più che per favorire un loro familiare. In-fatti con un atto del 18 aprile 1562, don Muzio rinunciava nelle ma-ni del nuovo vicario generale Benedetto Volpi (Gian Antonio era sta-to eletto vescovo nel 1559) ad ogni suo diritto sulla chiesa parroc-chiale di Civello a favore di prete Ludovico de Amireris «beneficiale e rettore della predetta chiesa». Segno che egli, di fatto, lo considera-va ancora tale, come del resto traspare da due atti notarili, rispettiva-mente del 4 febbraio e del 7 aprile antecedenti, in cui don Ludovico

Page 51: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

50

fa da teste e appare sempre qualificato come «rettore della chiesa di Civello». Il che induce a pensare che la «privazione» partita dal Vati-cano abbia avuto lo zampino dei Mugiasca, neutralizzati nel modo descritto dai Rusca, che pure avevano le loro entrature ad alto livello, passando attraverso il prevosto del Duomo di Milano, Alessandro Vi-sconti. Non si dimentichi, infatti, che il papa Pio IV, eletto nel 1559 dopo Paolo IV era il milanese Giovan Angelo Medici, fratello della madre di Carlo Borromeo (ossia il futuro San Carlo, da lui nominato il 31 gennaio 1560, a 22 anni, «cardinal nipote» e dal mese successi-vo arcivescovo di Milano). Insomma, attorno alla cura parrocchiale di Civello ruotarono in quegli anni interessi contrastanti.

Frattanto, per riparare in qualche modo ai danni materiali e morali provocati a don Ludovico, quando il 9 dicembre 1561 don Giovanni Moroni, rettore di Paré dal 1515, rinunciò a quella parrocchia, si tra-sferì il beneficio di quella chiesa allo stesso don Ludovico de Amireris «per i suoi meriti» e ne divenne titolare fino alla morte, intervenuta nel dicembre 1563.

Don BERNARDINO CAPRANI (1564-1592)

Almeno dal 1565 è accertato che il rettore della chiesa di Civello era don Bernardino Caprani, registrato tra i sacerdoti della pieve di Fino presenti al sinodo tenuto l’8 giugno dal vescovo Volpi per la pubblicazione delle norme conciliari tridentine. Ma possiamo pen-sare che sia stato eletto o dal 1562, quando don Ludovico era stato nominato a Paré, oppure dal principio del 1564 se don Ludovico, come probabile, aveva cumulato i due benefici negli ultimi due anni della sua vita. Don Bernardino era figlio di un Nicola Caprani, fu Bernardo, comasco, ma abitante a Civello, di cui si ha notizia già nel 1555.

Egli non resse la parrocchia per tutto il tempo che ne fu titolare. In-fatti, quando il 25 settembre 1578 venne a Civello in visita apostolica il vescovo di Vercelli mons. Bonomi, vi trovò già don Pietro Turconi, che evidentemente doveva essere qui come sostituto mercenario col-locato dal Caprani.

Sono numerose le prescrizioni date in quella prima visita. Perché si potesse continuare ad amministrare i sacramenti nella chiesa loca-le, così come gli abitanti di Civello «vehementer significarunt», os-

Page 52: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

51

sia calorosamente avevano espresso davanti al vescovo, c’erano molti interventi da fare: sistemare il tabernacolo e il battistero se-condo le norme, rinnovare i paramenti, riparare il campanile (che già si trovava nella posizione attuale e minacciava di crollare), im-biancare le pareti, demolire il portico e il fienile che stavano davan-ti alla facciata, evitare sul sagrato il transito di bestie, ecc.. Ne vien fuori che la chiesa, praticamente, «conviveva» con i rustici, così che la sua immagine di «casa di Dio» difficilmente riusciva a distin-guersi tra le case della corte.

Lo stesso don Pietro non doveva essere particolarmente brillante: gli fu, infatti, imposto di aggiornare la sua preparazione e di presentar-si al vescovo per sostenere un esame di riammissione, pena la sospen-sione, prima di poter proseguire la cura d’anime.

Intanto sappiamo che le famiglie di Civello erano allora 25 e le «anime da comunione» 100, così che possiamo presumere che in tut-to gli abitanti fossero circa 150.

C’era ancora don Pietro Turconi a ricevere la visita pastorale di mons. Gian Antonio Volpi (che lo aveva ordinato suddiacono nel 1559 e poi diacono nel 1560) nell’ottobre 1581 e il 28 novembre 1584. Nella prima occasione il vescovo impose la distruzione del cimitero, ormai in disuso, che c’era fuori della chiesa e di dipinge-re la facciata: cosa che i civellesi si impegnarono a fare entro il prossimo aprile, con fideiussione per atti pubblici del 2 e del 4 no-vembre. La seconda volta mons. Volpi raccomandò: «Non manchi il curato di procurare che quanto prima il campanile quale minaccia molta rovina sii racconciato, et coperto». La cosa era tanto urgente che, per non aggravare la comunità, il vescovo concesse di differire per il momento «l’obligho del soffittare la chiesa et del infrescarla et imbiancarla», che pure era stato imposto dal visitatore apostolico e ribadito nel 1581.

Don Bernardino rinunciò al beneficio parrocchiale solamente nel maggio 1592 (qualche mese prima della visita pastorale di mons. Nin-guarda), a favore di don Pietro.

In questo periodo sappiamo, frattanto, che la cappella di fondazio-ne Rusca era passata da Lucio Rusca (che doveva essere subentrato a Cesare Rusca in data che non abbiamo appurato), defunto nel 1577, a Gian Antonio Rusca, che fu immesso in possesso il 20 giugno dal par-roco di Gironico, don Giulio Boniperti.

Page 53: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

52

Don PIETRO TURCONI (1592-1607?) La presa di possesso ufficiale della parrocchia da parte del Turconi,

divenuto titolare, avvenne solamente il 7 giugno 1595, anno del suo trentacinquesimo di sacerdozio. Sappiamo infatti che era stato ordinato prete da mons. Giulio Giovio, vescovo di Nocera, di origine comasca, nel 1560. Non è, come si pensava fino a qualche tempo fa, il primo parroco di Civello dopo la concessione dell’autonomia, bensì l’ottavo (non considerando don Giacomo de Scapis, che non aveva accettato la nomina).

Come visto, fu lui a ricevere in visita mons. Bonomi nel 1578, mons. Volpi nel 1581 e nel 1584, mons. Ninguarda nel 1592, quando era solo «mercenario» di don Caprani; poi mons. Filippo Archinti nel 1597.

Dagli atti della visita pastorale del 21 luglio 1592 si apprende che quasi tutte le prescrizioni precedenti erano state eseguite: «... vi è sotto una volta ben pinta un altare non consacrato, cinto però di bradella et cancelli decenti. Ha una icona pinta di legno mediocre-mente bona.... un santuario (= tabernacolo) pinto et adorato decen-temente foderato di seta... il fonte battesimale è di pietra saltria (= di Saltrio), posta a suo luogo, tramezzato.... La chiesa è soffittata bene...». Anche don Pietro era diventato diligente: «Il curato ha i li-bri de battezzati, morti, et matrimonij, et stato d’anime...». In base, poi, ad un’incisione in una frammento di trave, che reca la data del 1583 (ma viene dalla casa o dalla chiesa?), sembra che don Pietro oltre ad aver restaurato la chiesa, abbia anche sistemato la casa par-rocchiale, dove in effetti lo troveremo ad abitare sicuramente nel 1597. E già allora il curato di Civello andava una volta alla settima-na a celebrare la messa a Luisago, anche se quella chiesa di san Martino dipendeva giuridicamente dalla prepositura di Fino.

In quel momento il nostro paese aveva «fuochi 30, anime 190, et de comunione 110». I nomi dei capi famiglia di quel tempo (massari e pigionanti) e dei loro padroni, nonché i dati sull’economia del paese, come appare dai catasti rurali, sono stati già pubblicati nel volume sto-rico citato, alle pagine 98-104.

Ancora una visita pastorale si ebbe il 19 giugno 1597 da parte del nuovo vescovo, Filippo Archinti, che registrò 200 anime, di cui 110 di comunione. Dalla descrizione della chiesa apprendiamo qualche parti-

Page 54: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

53

colare ulteriore: l’icona sull’altar maggiore aveva dipinta l’immagine della Madonna con i Santi Cosma e Damiano. Le prescrizioni ci sono conservate in una bella copia del marzo 1600. Esse prevedevano una serie di nuovi adeguamenti alle norme liturgiche e pastorali conciliari, con un progressivo miglioramento della situazione.

Infatti il vescovo ordinò: «Si provedi d’una pisside picola per por-tar il Santissimo Sacramento all’infermi... Si proveda d’un tabernaco-lo gestatorio (= ostensorio) alla forma, con la sua luneta parte della quale sia amovibile. Quando si porta il Santissimo Sacramento all’infermi il sacerdote porti più particole consecrate acciò ritorni alla Chiesa con la processione, come si partì dalla medesima Chiesa; et oltra la cotta et stolla, habbi sempre el pluviale et continentia di velo sopra le spalle, et sia accompagnato con baldachino et numero decen-te di lumi». Un rituale che durò per secoli e che, forse, le persone più anziane del paese hanno potuto ancora vedere fino ai primi decenni del nostro secolo, quando il viatico agli infermi si portava sotto il baldacchino ad ombrello, con accompagnamento di candele accese e suono di campanello.

Tra le altre disposizioni della visita di mons. Filippo Archinti si legge: «Si facci il pavimento, o d’astrico, o di pianelle. All’occhio si metta l’invetriata, ovvero l’impannataccio (affinché) l’ucelli non entri-no»: segno che dalla finestrella rotonda della facciata gli uccelli pene-travano in chiesa.

Il vescovo prescrisse anche di sigillare bene il sepolcreto che c’era sotto il pavimento. Ma i morti si seppellivano precedentemente anche fuori, nel cimitero, che si estendeva nei pressi della chiesa, per cui fu ordinato: «Il Cemiterio in ogni modo si chiuda che non vi si passi so-pra più né vi possino entrar bestie, et nel mezzo d’esso si metta una croce di legno alta et il patrono della casa vicina cerchi altra strada, et non passi più con le bestie inanti alla porta della Chiesa sopra il sacra-to et si levi quel portico inanti alla facciata della Chiesa, che impedisse che non si veda, che ivi vi sia la casa di Dio... ».

Alcune disposizioni riguardavano il parroco: «Il Curato ogni festa attenda ad insegnar la Dottrina Christiana sotto pena de duoi scudi per ogni volta che mancherà, raggioni al popolo sopra l’Evangelio... Habbi tutti li libri che comanda la Visita Apostolica... Habbi un Chierico, o-vero un putto con veste e cotta che lo servi nella messa et altre fontioni parochiali, et in ciò l’aggiuti il comune... Non tenghi donne in casa

Page 55: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

54

senza licenza... Quando il popolo per il voto publico fatto va alla Ma-donna del Monte processionalmente facci che gli huomini vadino se-parati dalle donne».

Ed intanto abbiamo conferma di ciò che sapevamo almeno dal 1548, che cioè per un voto comunitario si andava alla Madonna del Monte di Varese. Ma altre tre processioni votive si facevano a Civel-lo: nei mercoledì dopo l’Epifania, dopo la Pasqua e dopo la Penteco-ste.

In occasione di quest’ultima visita, avendo il vescovo saputo che a Civello non esisteva la Confraternita del Santissimo Sacramento, la fece immediatamente istituire con rogito notarile in data 19 giugno 1597. Dagli atti di quella stessa visita sappiamo anche che cappellano del beneficio Rusca era ancora Gian Antonio Rusca, curato di San Benedetto in Como. Agli atti medesimi sono allegati l’inventario dei beni immobili della chiesa (tratto da un atto pubblico redatto apposi-tamente) e dei paramenti in dotazione, compilati evidentemente da don Pietro Turconi, che aveva allora 70 anni, ed abitava nella casa annessa alla chiesa, con una vecchia perpetua e una nipote. Si confessava da don Ottavio Cazanore, parroco di Maccio, celebrava tre o quattro volte la settimana ed assolveva anche alla celebrazione settimanale per con-to del cappellano Rusca.

Non siamo riusciti a sapere quando don Pietro Turconi sia morto, ma pare lecito prolungare la sua titolarità fino al 1606-07. Sappiamo, infatti, che almeno dal 1607 gli successe G. B. Natta.

Don G. BATTISTA NATTA (1607?-1623)

Non si conosce, per ora, esattamente quando sia arrivato a Civello, in successione al Turconi. Pare, però, che si debba fare riferimento al 1607, giacché in occasione della visita pastorale del 6 settembre 1622 il vescovo Aurelio Archinti gli impone di tenere aggiornati i libri par-rocchiali (dei battesimi ecc.) che non aveva più tenuti in regola dal 1607. Dagli stessi atti si apprende che cappellano della cappella di pa-tronato Rusca era ancora uno della famiglia: Ludovico Rusca.

Frattanto maturarono anni difficili e funesti. Nel 1618 il passaggio di tre comete fu interpretato come presagio di sciagure: in quello stes-so anno una frana seppellì il ricco borgo di Piuro, in Val Bregaglia. Nel 1620 la guerra dei Trent’anni (tra Lega cattolica e Unione prote-

Page 56: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

55

stante) si estese su un nuovo fronte: la Valtellina, dove si ricorda, tra l’altro, il «sacro macello» che vide i cattolici locali contro i Grigioni protestanti dominatori. Quella guerra pesò anche sui nostri antenati, chiamati a foraggiare i soldati spagnoli.

E mentre quegli avvenimenti si trascinavano, nel 1623, don Gian Battista Natta veniva a morte. Don LUIGI MOSSI (1623-1631)

Successore di don Natta fu don Luigi Mossi, nominato dal vescovo di Como, il card. Desiderio Scaglia, il 19 giugno 1623; venne immesso nella chiesa di Civello dal parroco di Maccio, don Cesare Rusca, il 2 luglio successivo. Non sappiamo altro di questo sacerdote, che, data la parentela, possiamo ipotizzare come originario di Blevio.

Continuava la guerra di Valtellina, ed i paesi delle pievi di Zezio, Fino ed Uggiate furono chiamati a fornire non solo carriaggi e forag-giamenti militari, ma anche una compagnia di uomini. Nel 1630 scop-piò la famosa peste «manzoniana», che fece a Maccio 114 vittime. A Olgiate ne moriva mons. Defendente Volpi, già vicario generale del vescovo card. Scaglia; a Paré si spegneva Paola Castelli, madre di Be-nedetto Odescalchi, il futuro papa Innocenzo XI, che rientrando da Genova, forse per raggiungerla a Paré, ripiegò invece a Mendrisio per scampare al morbo.

Si dice che Civello sia stato risparmiato dal contagio; ma non se ne ha documentazione, perché i registri parrocchiali di quel tempo sono andati perduti; anche se si ha qualche indizio, come si dirà, che può confermare che il paese restò indenne. Sta di fatto, però, che il parroco don Luigi Mossi, se non morì di peste sulla fine del 1630, certamente scomparve entro i primi del 1631, in età presumibilmente giovanile, giacché era arrivato da poco più di sette anni. Don NICOLAO GUGI (o GUGERI) (1631-1644)

Come successore di don Luigi Mossi, con bolla del card. Desiderio Scaglia (stava a Roma, nel Santo Uffizio, che avrebbe poi processato Galileo Galilei), in data 25 febbraio 1631, fu nominato don Nicolao Gugi, che prese possesso della parrocchia il 23 marzo successivo. A-veva 31 anni. Con lui cominciamo a trovare conservati regolarmente i

Page 57: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

56

registri parrocchiali, a datare dal 1631, essendo andati perduti i pre-cedenti, pare per un incendio.

Il 12 ottobre 1631, pochi mesi dopo il suo arrivo a Civello, dove viveva solo, ricevette in visita pastorale mons. Lazzaro Carafino. Abbiamo la descrizione di quella visita: il vescovo, accolto proces-sionalmente dal parroco e da altri sacerdoti, si recò in chiesa, bene-disse il popolo e fece l’assoluzione dei defunti. Quindi celebrò la messa, amministrò la comunione e la cresima. Poi proseguì la visita, verificando lo stato della chiesa, del battistero, della sacrestia, degli arredi sacri, ecc...

La chiesa aveva a quel tempo due soli altari: il maggiore e quello di San Carlo, sul lato verso il campanile, sul quale c’erano due cam-pane. La cappella di San Carlo era da poco stata fondata da Baldas-sarre Mugiasca, ed era privilegiata con indulgenza plenaria.

Poche furono le prescrizioni date: «Al fonte battesimale si proveg-ga di cazeta col manico e de duoi vasi per gl’olei sacri, con sue casse, et al batisterio si depinga l’imagine di S. Giovanni Battista che battez-za il Signore. Nella cappella di S. Carlo si tiri avanti la pietra sacrata. Alla sepoltura si faccino li duoi coperchi conforme gl’ordini. Nella sa-crestia si facci un lavatorio. E per toglier via ogni pretensione per quel Cemiterio vecchio il signor Giovanni Antonio Sottile dia un pezo di quel suo giardinetto basso attaccato alla casa del Curato, già che il si-gnor Baldisar Mugiasca s’accontenta anch’esso in gratia nostra d’aggiustarlo lui per cert’altra differenza, et il signor Alessandro Luci-no canonico, che per noi trattò di questo, si prendi la briga d’effettuarlo».

Dunque il vecchio cimitero, in alto, che doveva essere sull’area dell’attuale parcheggio alberato, era ormai in disuso; si pensava di por-tarlo in basso, a spese del Mugiasca, che aveva conti da compensare; mentre i morti venivano seppelliti in un unico sepolcreto sotto il pavi-mento della chiesa. La notizia non è inutile: essa suffraga la tradizione, che esclude il contagio di peste nel 1630 a Civello. Se, infatti, la peste avesse infierito, si sarebbe dovuto disporre dello spazio cimiteriale per le sepolture, in tal caso numerose.

Titolare della cappellanìa Rusca era Franchino Rusca, che però, stando a un esposto di don Nicolao, datato 13 febbraio 1640, non era molto diligente nell’assolvere ai suoi obblighi di far celebrare una messa settimanale.

Page 58: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

57

Nel 1636 don Nicolao fece fare l’inventario dei beni della chiesa, già pubblicato nel volume su Villa Guardia (pag. 159), al quale si ri-manda.

Una seconda visita pastorale di mons. Carafino si ebbe nel 1640. Anche in questa occasione le prescrizioni non furono molte: «La fene-strella del sacro oglio degli infermi si facci vestir dentro di qualche drapo. Il Curato facci celebrare quelle Messe che ha tralasciato di far celebrare il Reverendo Franchino Rusca... Si faccino mettere all’uscio del Campanile le sue anti col cadenazzo, e chiave per tenerlo serrato». Questa prescrizione conferma che l’accesso al campanile avveniva di-rettamente dall’esterno; infatti, come si dirà parlando della chiesa, esso in origine doveva essere staccato dal muro della chiesa stessa, e solo con la costruzione della cappella di San Carlo si era venuto ad addos-sare. Le prescrizioni vescovili proseguivano: «Quelle figure che sono alli lati dell’Altare maggiore si cancellino con far imbianchire tutto il Choro, per esser malfatte, né si facci altra pittura o altra opera in Chie-sa se non è approvato prima da noi, sotto pena di rifar del suo alla Chiesa quello che si sarà speso, anzi con quei danari che andassero ri-trovarsi nelle mani degl’agenti della Chiesa ordiniamo che si facci la sacrestia dalla parte dell’Epistola, ove già è stata principiata». Segno che precedentemente la sacrestia era sul lato opposto, a nord, ed era in costruzione la nuova a sud.

Dagli atti preparatori di una nuova visita pastorale prevista per il 1643, della quale non abbiamo altra notizia, si apprende, poi, che Ci-vello aveva 202 anime, contro le 160 del 1631.

Don Nicolao morì nel 1644.

Don MARCO ANTONIO MAINONI (1644-1679)

La domenica 9 ottobre 1644, il parroco di Lucino, don Basilio Ru-sca, presiedette la cerimonia di immissione in possesso della parroc-chia di don Marco Antonio Mainoni, che era stato nominato il 30 set-tembre. Alcuni anni dopo, e precisamente nel 1649, alla parrocchia di Civello fu sottoposto anche Luisago. La piccola comunità, infatti, ave-va chiesto ed ottenuto dal vescovo Lazzaro Carafino, venuto a Civello in visita pastorale il 17 ottobre di quell’anno, di staccarsi da Fino e di essere unita a Civello: pubblichiamo in appendice il testo dell’atto di

Page 59: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

58

separazione. Da tempo, di fatto, era il parroco di Civello ad assicurare l’assistenza spirituale agli abitanti di Luisago.

œNon abbiamo reperito presso l’Archivio Storico della Diocesi gli atti di quella visita, ma ce ne ha lasciato traccia lo stesso parroco don Marc’Antonio, che per ricordare il fatto lasciò scritta una relazione su quella memorabile giornata. Il vescovo, non solo aveva celebrato la messa, ma aveva anche partecipato alla processione, che si usava in paese alla terza domenica del mese, portando personalmente il Santis-simo Sacramento, assistito dal prevosto di Fino, Carlo Raimondi, e dal prevosto di San Sisto in Como, Gian Pietro Casati.

Alla conclusione della visita, questi furono i decreti vescovili, tra-scritti dal parroco nei suoi registri: «Hanno mostrato il Curato d’esser veramente ecclesiastico, et li parochiani pietosi et devoti verso la loro Chiesa, in haverla fatta trovar ben tenuta, con il coro provisto di taber-nacolo vistoso, et ben inteso, sedili del choro decenti, et la nuova sa-grestia capace, et ben provista de paramenti, et il popolo ben instruito nella dottrina christiana con somma nostra contentezza, che perciò non si fanno per hora altri decreti, giovandoci credere, che subbito potran-no, siano per indorare il tabernacolo».

Don Marc’Antonio riporta nel suo registro anche i decreti fatti per San Martino di Luisago, che fanno riferimento alla separazione da Fi-no, per l’unione con Civello: «Concedessimo volontieri all’instanze fatteci per parte degli huomini di Luisago alla dimembranza della pre-positura di Fino per la distanza et scommodo, incorporandoli alla pa-rochiale di Civello, come più vicina per lor maggior commodo; resta perciò, che essi siano solleciti in frequentar là e sentire la messa e ve-nire ad imparare la dottrina christiana, giacché il curato fà anche in questo ben le parti sue e giacché hanno cominciato a restaurare la loro chiesa procurino di perfezzionarla quanto prima».

Il lungo periodo di permanenza di don Marc’Antonio fu fecondo di opere, così che anche localmente si registra quel fervore di iniziative, che caratterizzò quei decenni un po’ dovunque. Si colloca in quest’epoca la costruzione della nuova sacrestia (già pensata da don Nicolao) e la costruzione della cappella della Madonna, quindi della volta della navata, a suo tempo soffittata quand’era parroco-sostituto don Pietro Turconi. Ne diamo più ampia relazione nel capitoletto dedi-cato alla chiesa.

Nel libro dei conti compilato da don Mainoni, conservato

Page 60: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

59

nell’archivio parrocchiale, si trovano preziose annotazioni, che ci informano anche su tutti i modi con cui la chiesa si finanziava: ven-dita di «telette» di lino, «lisca che si taglia in Caneda... posta al in-canto...», vendita delle uova, eccetera. Troviamo notizie, altresì, sulle opere d’arte acquisite, tra cui spiccava il tabernacolo, com-missionato nel 1648, costato 350 lire, opera di intaglio dello sculto-re comasco Giovanni Gaffuri, specialista in opere del genere. Esso fu poi venduto nel 1786, quando si realizzò l’altare attuale. Pubbli-chiamo in appendice il testo integrale di alcune delle «memorie» di don Marc’Antonio, riportando, invece, qui, una relazione comples-siva sulle opere da lui promosse.

Non è senza un pizzico di orgoglio, o comunque di soddisfazio-ne, che egli, nel redigere l’inventario in preparazione della prima visita pastorale di mons. Ambrogio Torriani (che fu a Civello due volte: il 25 ottobre 1669 e il 1 giugno 1676), così scriveva: «La Chiesa parochiale intitolata alli Santi Cosmo et Damiano ridotta dal antica alla nova forma, come si vede, da me Marc’Antonio curato di questa cura, con tre cappelle, cioè la maggiore et due altre laterali, una delle quali che è alla banda del Evangelo intitolata alla Beata Vergine Maria et Santo Antonio di Padova, lavorata con stucco et pittura, et questa ancora fatta fabricare da me curato sudetto con e-rigervi la Compagnia della Cintura, come nella bolla appare». Pur-troppo non si è trovata, almeno per ora, la «bolla» con l’atto di ere-zione della Confraternita. Altrove il parroco scrive: «... Et a questo altare ad honore della Beata Vergine Maria si è eretta la Compagnia della Cintura, ed ogni quarta dominica del mese, la maggior parte del comune si confessa, et si communica, et il dopo pranzo il curato, o altro sacerdote, finito il vespero avanti al altar maggiore, fà un raggionamento al popolo, che concorre da cure vicini, et puoi finito s’inizia la processione con canto delle lettanie della Beata Vergine et in fine si dà la Benedittione con il Santissimo». Dunque, questa celebrazione mensile richiamava a Civello anche i fedeli delle par-rocchie vicine. Ma proseguiamo la lettura della relazione allegata agli atti della visita pastorale.

«L’altra capella già anticamente fabricata è intitolata a San Carlo da Signori Mugiasca; ogni anno in tal giorno si fa la festa con far cele-brar alcune messe in honore di questo santo con l’indulgenza».

«Nella cappella maggiore vi è un tabernacolo con molti intaglii et

Page 61: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

60

figure di rilevo, parte tutte addorate (= indorate), et parte di carnagio-ne, come anche il medesimo tabernacolo, parte è addorato et parte di-pinto».

Segue poi la descrizione degli arredi dell’altar maggiore, tra cui spiccano «Doi busti di santi addorati che si mettono dalle bande del ta-bernacolo. Doi reliquiari che sono dentro alle nicette del medesimo ta-bernacolo. Un padiglione di tela argentina che cuopre il tabernaco-lo...».

Ed ancora: «Nella cappella della Beata Vergine Maria una anco-na dove vi è dipinto sopra la Beata Vergine Maria con il Figlio in braccio, al piè di questa a man dritta S. Agostino, a man sinistra S. An-tonio di Padova».

«Una nizza lavorata d’intaglio addorata et dipinta de varii colori con dentro una figura di rilevo della Beata Vergine Maria con una corona d’argento in testa et un manto di cendali color celeste lavo-rato di stelle d’argento, con un pizzo atorno di argento fino.... Un quadro della Concettione della Beata Vergine Maria cavo nel muro a man sinistra».

«Nella capella di S. Carlo una ancona con l’immagine della Bea-ta Vergine Maria et S. Carlo in ginocchio che fa l’oratione ad una pittura del Santo Chiodo, che rappresenta quello che è in Milano nel Duomo».

«Una nizza d’intaglio addorata et colorita di varii colori dove vi è dentro una arca piena di reliquie tutte autentiche lavorata con grande artificio tutta adorata, et con suoi vetri».

«Un campanile dopo questa capella di S. Carlo con sopra due cam-pane, una di peso di sedeci ruppi et l’altra de dieci». E così veniamo a sapere che le due campane pesavano l’una circa 130 chilogrammi, l’altra circa 90 (secondo l’equivalenza del rubbo, che era un’antica u-nità di peso, pari a chilogrammi 8,169826). Ma, soprattutto, appuriamo che le cappelle laterali erano invertite, rispetto a quelle attuali: a nord quella della Madonna, a sud quella di San Carlo.

L’inventario continua, elencando un ricco corredo di paramenti e suppellettili varie, a dimostrazione della cura attenta del parroco verso le cose della chiesa. Dai registri dei conti siamo informati che don Mainoni rinnovò anche gli arredi, tra cui i banchi di noce per il pre-sbiterio (da identificare probabilmente con le due panche ora nel vano delle finestre in sacrestia) e l’archivio, pure di noce, per la sacrestia.

Page 62: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

61

E nel contempo abbiamo appreso che nel 1661 era stata costituita la Compagnia dei Cinturati di sant’Agostino e di santa Monica, ossia la Confraternita della Cintura, che veniva ad aggiungersi a quella del Santissimo Sacramento, già fondata nel 1597, ma che ebbe i suoi «chiari di luna», essendosi rifondata nel 1647: un po’ era attiva, un po’ si eclissava.

Il vescovo Torriani, in visita, tuttavia osservava che, benché si te-nesse regolarmente la dottrina cristiana, in parrocchia non si era costi-tuita la Società della Dottrina Cristiana, e ne prescriveva l’erezione: anche questa avrebbe avuto vita alterna.

In quel momento la parrocchia aveva 313 anime, di cui 204 di comunione. Nel conto erano compresi gli abitanti di Luisago, dove vi-vevano 6 famiglie, contro le 34 di Civello, cui se ne aggiungevano 1 a Ronco e 2 a Brugo.

Un altro particolare significativo ci è stato suggerito dall’inven-tario di don Marc’Antonio: la presenza di un bel reliquiario con va-rie reliquie autentiche, di cui pure il vescovo parla negli atti della vi-sita. L’urnetta-reliquiario ancora si conserva, anche se le reliquie ivi poste sono state sostituite con altre. Il culto delle reliquie era allora in auge: spesso, chi aveva relazioni con prelati romani si faceva manda-re perfino interi corpi di martiri, tratti dalle catacombe. Anche le cappelle private amavano dotarsi di reliquie. Don Marc’Antonio non poteva lasciare la sua chiesa priva del vanto e decoro di un certo nu-mero di reliquie.

Così nel 1665, quando era vacante la sede episcopale per la morte del vescovo Carafino, il parroco di Civello si era recato il 13 giugno presso il vicario generale reggente, il canonico Francesco Theo, per far autenticare una reliquia, pervenutagli in donazione dal nobile Camillo Mugiasca, che l’aveva a sua volta portata da Roma. Si trattava della reliquia di san Leone martire, che don Marc’Antonio fece collocare in una capsula con altre, che ottenne dal cancelliere vescovile Gian An-gelo Magatti, e che erano dei santi Feliciano, Felice e Gervaso martiri, e delle undicimila Vergini di sant’Orsola.

Evidentemente don Marc’Antonio deve essersi raccomandato al cancelliere vescovile (da cui ne passavano molte in occasione delle autenticazioni), per averne altre. Ed in effetti quando il 16 ottobre 1665 si presentò in Curia tal fra Domenico Maria da Parma, dome-nicano, procuratore di fra Vincenzo da Sondrio, inquisitore a Rimi-

Page 63: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

62

ni, con diverse reliquie da far autenticare, destinate alle chiese di Sant’Abondio di Rezzonico (che era dei domenicani) e di San Gia-como di Bellagio, il cancelliere si ricordò di chiederne anche per la chiesa parrocchiale di Civello, ed ottenne reliquie di sant’Abondio e di san Colombo martiri, portate con altre da Roma. Le donò, quindi, a don Marc’Antonio.

Egli ci ha lasciato, inoltre, la documentazione delle feste e delle devozioni in uso a Civello al suo tempo; oltre che di tutte le altre usan-ze praticate. Ne diamo notizia tra i documenti in appendice.

Frattanto, non abbiamo ancora detto nulla sulla sua persona. Egli era figlio di Giuseppe e di Silvia Marchesi, ed era nato intorno al 1613 a Como. Aveva un fratello e una sorella coniugati, con un nugolo di nipoti. Aveva studiato prima nel Collegio dei Gesuiti, poi presso il ca-nonico Benzi (lo stesso che avrebbe poi fondato un Seminario, dotato con beni in parte situati a Civello). Dopo l’ordinazione sacerdotale, ri-cevuta in Duomo il 6 giugno 1637, aveva ottenuto la cappellanìa di Sant’Angelo in San Giacomo, quindi la cappellanìa di Santo Stefano in Duomo. Rinunciò a questa seconda quando nel 1644 fu nominato par-roco di Civello; mentre affidò la cappellanìa in San Giacomo a un so-stituto. Proprio tramite il curato di San Giacomo, don Gian Pietro Ma-gni, il parroco di Civello avrebbe contattato lo scultore Gaffuri per il tabernacolo di cui si è detto.

Don Marc’Antonio esercitò il ministero fino alla primavera del 1679, quando ebbe esito la pratica di rinuncia inoltrata nel 1678. Già nel 1665 troviamo che con lui c’era il «curato di Bema, cioè prete Si-mone Dubino, coagiutore del signor curato di Civello». Abbiamo poi accertato che, per ragioni di salute, dal 1676, pur mantenendo la titola-rità, si era fatto sostituire nella cura d’anime da più di un vice-parroco (don Domenico Stampa, don Filippo Porro), in particolare da don Francesco Paolo Perti, che poi gli sarebbe subentrato.

Nel 1675 era avvenuto un cambio di titolare per la cappellanìa Rusca: a Gian Battista Rusca (che evidentemente era successo a Franchino) seguì Francesco Maria, egualmente rampollo della fa-miglia.

Durante il ministero del Mainoni, nel 1652, Civello con tutti gli al-tri paesi della pieve di Fino e delle pievi di Uggiate e di Zezio, rischiò di essere venduto a un feudatario. Ma gli abitanti dei nostri paesi, co-me si è potuto ampiamente illustrare nel volume storico su Villa Guar-

Page 64: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

63

dia, pagarono un riscatto per mantenere la loro libertà comunale. Nel volume (pag. 121) è pubblicato l’elenco dei capifamiglia, tra i quali è pure segnato all’ultimo posto «il curato di Civello Marc’Antonio Mai-none».

Altro fatto memorabile: nel 1655, il 13 giugno, cadde un fulmine sul campanile ed uccise un ragazzo quattordicenne, Giovanni Casari-co di Battista, che stava sonando le campane. È sempre don Marc’Antonio che ce ne dà una dettagliata relazione, riportata tra i do-cumenti in appendice.

Don PAOLO FRANCESCO PERTI (1679-1694)

L’11 giugno 1679 prendeva possesso come titolare della parroc-chia di Civello don Gian Paolo Francesco Perti (che ordinariamente si firma col solo nome di Paolo, ovvero Paolo Francesco), nativo di Rovenna, dopo un lungo iter della pratica di nomina, seguita alla ri-nuncia di don Marc’Antonio. Per la verità, la bolla di conferimento della chiesa di Civello era partita da Roma a metà ottobre del 1678; ma le procedure esecutive si protrassero in sede locale fino al 23 maggio 1679, cui seguì la placitazione governativa il 31 maggio; e finalmente la presa di possesso, la seconda domenica di giugno, fe-sta di san Barnaba.

Il nuovo parroco aveva 28 anni, tre fratelli, e due sorelle; era figlio di Carlo e di Anna Perti. Aveva compiuto gli studi umanistici a Bolo-gna, quindi aveva studiato teologia morale sotto il rettore dei Gesuiti a Como. Era stato ordinato sacerdote il 21 dicembre 1675, «festa di san Tomaso Apostolo», si legge nella sua scheda personale. Si confessava ogni tre o quattro giorni dal parroco di Maccio, predicava tutte le do-meniche, insegnava catechismo regolarmente, andava a trovare i mala-ti (se gravi, tutti i giorni), non aveva abitudini profane come darsi al gioco o alla caccia. Gli faceva da perpetua una donna di Civello, An-gela Bosetti.

Il 23 giugno 1685 ricevette in visita pastorale il vescovo mons. Carlo Ciceri. Dagli atti di quella visita apprendiamo alcune notizie di contorno, rispetto a quanto già sappiamo. Per esempio, che nella cap-pella dell’altare maggiore era eretta la Confraternita del Santissimo Sacramento (e la davamo fondata nel 1597), che il vescovo Carafino aveva ricostituita il 24 ottobre 1647: i confratelli portavano una cappa

Page 65: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

64

bianca, con lo scapolare rosso. Come già sappiamo, vi era anche la Confraternita dei Cinturati dal 1661 e quella della Dottrina Cristiana dal 1672.

Qualche particolare nuovo si apprende sulla chiesa: si dice che era consacrata e che la festa della dedicazione, in base ad una anno-tazione sul messale, doveva celebrarsi il 17 maggio, anche se ormai se ne trascurava la commemorazione da parecchi anni. Al posto del vestibolo, tra la facciata della chiesa e le case dei Cernezzi, che sta-vano di fronte, vi era una tettoia intermedia, che nascondeva il pro-spetto della chiesa stessa: a nulla erano valsi gli ordini di abbatterla susseguitisi dai tempi della visita apostolica di mons. Bonomi, av-venuta nel 1578. Si può ipotizzare che tale struttura sia stata co-munque mantenuta, perché serviva anche come «coperto» per le riunioni dell’assemblea comunale dei capifamiglia, svolgendo le funzioni di «broletto rustico» locale. Altrove (a San Martino di Al-biolo o a Santo Stefano di Pedrinate) ne vediamo ancora il simile, addossato alla fiancata di quelle chiese. La sua presenza, ancora quasi un secolo dopo, sarebbe stata, peraltro, provvidenziale a far riparare da un acquazzone il notaio, che nel 1768 venne a Civello per verbalizzare la presa di possesso del conte Mugiasca (per procu-ra), nominato feudatario del paese. Sarebbe stato finalmente demoli-to, insieme con la vecchia casaccia di proprietà dei Cernezzi, che stava di fronte alla chiesa, nel 1811.

Il parroco Perti doveva arrangiarsi da solo a governare la chiesa, come del resto sembra avesse sempre fatto il predecessore, giacché tra i conti del Mainoni si trovano annotate le spese trattenute da lui «per tener conto della lampada et sonar l’Ave Maria». Ma il vescovo, tra le ordinazioni prescrisse: «Non si può comportare che il Curato facci l’officio del Custode e campanaro, troppo indecente al grado sacer-dotale. Pertanto deputi il Curato fra un mese persona idonea di sua so-disfazione che servi, sotto pena a Noi arbitraria». Le famiglie della parrocchia erano 52, gli abitanti 370.

Don FRANCESCO PERTI senior (1688-1694) Nel luglio 1688, autorizzato dalla Curia, don Paolo Francesco

scambiò la parrocchia di Civello con quella di Casnate dove era titola-re lo zio don Francesco, di 65 anni, che venne a succedergli come par-

Page 66: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

65

roco di Civello. L’anziano sacerdote era nato a Rovenna nel 1632, a-veva studiato a Como e a Bologna, dove i fratelli lavoravano in edili-zia. Ordinato sacerdote il 23 dicembre 1645, era stato nominato parro-co di Casnate il 17 settembre 1652. Perciò aveva svolto là il suo mini-stero per quasi 36 anni.

A Civello, in pratica «tenne caldo il posto» per un altro omonimo nipote, don Francesco junior. Quando nel 1694 (egli aveva 71 anni) fu ordinato sacerdote il nipote, egli rinunciò alla cura d’anime a favore dello stesso. Almeno da maggio troviamo che è don Francesco junior a firmare i registri parrocchiali come titolare. Lo zio, tuttavia, non ab-bandonò Civello, ma gli rimase accanto, come si rileva dalla relazione fatta nel 1697 in previsione della visita pastorale, di cui si dirà. Don FRANCESCO PERTI junior (1694-1703)

È possibile seguire passo passo l’attività di don Francesco junior, almeno dal punto di vista della cura della chiesa.

Anche nell’Archivio Storico della Diocesi c’è una sua relazione autografa, senza data, ma collocabile intorno al settembre 1697, con cui risponde in 20 punti presumibilmente a un questionario prepara-torio della visita pastorale: da un anno era arrivato il nuovo vescovo mons. Francesco Bonesana. Elementi di corollario possiamo ag-giungere a quello, che sappiamo già sulla vita parrocchiale di Civel-lo in quel tempo, stralciando qualche riga dalla risposta n. 17, rela-tiva alle confraternite. A proposito della «Confraternita dei Centura-ti della B.V. di consolatione» egli scrive: «... Li Confratelli sono trentadue, e li Officiali due, cioè Priore, e Sotto Priore. L’elettione si fà in Sacrestia, dando chiasched’uno la sua voce al Curato avanti à due Prottetori, e dura il loro officio un’anno. Si procura di fare os-servare la loro Regola, adempire al loro officio et oblighi, che sono ogni Festa dire il Rosario, intervenire con la cappa alla Processione che si fà ogni quarta Dominica doppo il pranzo, confessarsi e com-municarsi in detta Dominica. Intervengono alle Processioni, e Roga-tioni, né per la Dio gratia, vi sono liti, né controversie di gran rilie-vo». Dal resto, al n. 20, il parroco scriveva con riferimento all’intera parrocchia: «Per la Dio gratia non vi sono né abusi né scandali pregiudiciali al culto divino».

Una delle risposte, invece, ci suscita parecchie perplessità. Al pun-

Page 67: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

66

to n. 14, evidentemente rispondendo a una domanda che chiedeva se in parrocchia vi fossero altri sacerdoti, don Francesco riferiva: «Altri Sa-cerdoti non ve ne sono, se non l’antecessore al Curato diocesano d’età d’anni settantacinque senz’alcun’obligo...».

I registri d’archivio di quegli anni annotano con puntualità le entrate; nonché le spese sostenute per la manutenzione ordinaria e straordinaria della chiesa e degli arredi, per le campane, ecc.. Nel 1699 fece costruire fuori dalla chiesa, «distante cinquanta passi» (come preciserà il vescovo Mugiasca), un ossario per i morti, con un costo di oltre 260 lire, come appare dal documento, che pubbli-chiamo in appendice. Il frontespizio di tale ossario è tuttora (1993) quasi integro, inglobato nel muro di recinzione della «corte dei Martinelli», mentre la cappelletta che ne formava il corpo è stata demolita circa una cinquantina d’anni fa.

Dalle note di don Francesco iunior ci vengono informazioni, che provocheranno anche qualche sorpresa nei civellesi, abituati a far risa-lire al 1791 l’origine dell’annuale pellegrinaggio votivo alla Madonna del Monte Carmelo. Ebbene, una prima volta, le spese per quella pro-cessione compaiono nel 1702, vale a dire 89 anni prima! Pure curiosa è l’annotazione tra le spese fatte nel 1696: «A dì 11 (novembre) speso in far sparare li mortari soldi 14»; dunque, all’ottava di San Carlo, si usava sparare i mortaretti. Nell’ottobre del 1702 si acquistò una cam-pana nuova (così, che in tutto divennero tre), trovandosi un acconto al «campanatto» di 350 lire, e nel gennaio 1703 un pagamento di 14 lire al «ferraro Santino di Maccio per li ferri delle campane».

Il 14 settembre 1702 don Francesco aveva ricevuto in visita pa-storale mons. Francesco Bonesana, che trovò praticamente quasi tutto in ordine. Le sue prescrizioni, infatti, si limitarono alle se-guenti: «Si vesta il fondo del Santuario (= tabernacolo) di seta bianca. La Comunione Pasquale si faccia per il longo della Chiesa con le banche, e tovaglie prescritte. Si rinovi il Sacramento ogni ot-to giorni all’estate, ogni quindeci all’inverno. Si diano agli atti della visita i documenti della repositione delle Sacre Reliquie, e l’inventario de redditi, beni, ragioni e pesi con la loro sodisfattione del beneficio eretto in questa Parochiale. S’apra nella Chiesa il se-polcro per li Sacerdoti, e quello per li fanciulli minori di sette anni. Si proveda il libro de Cresimati, e vi si descrivano alla forma del Rituale Romano tutti li Confirmati».

Page 68: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

67

Nessuno dei vescovi precedenti aveva mai prescritto il sepolcro per i sacerdoti. Ed una traumatica notizia ci coglie l’8 maggio 1703: don Francesco, confessato dal parroco di Montano, dopo aver ricevuto l’e-strema unzione ed il santo Viatico dall’anziano zio, muore a 36 anni. Viene sepolto nella chiesa di Civello: chissà se in un sepolcro nuovo, dove non era mai stato posto nessuno?

Toccò allo zio don Francesco senior celebrare i funerali del ni-pote e dare l’assistenza spirituale ai fedeli già suoi nei mesi, che in-tercorsero prima dell’arrivo di un nuovo parroco.

L’ultimo battesimo fu da lui impartito il 14 settembre; la setti-mana dopo, il giorno 20, l’atto successivo è già del nuovo pastore. Nulla sappiamo più, per ora, di don Francesco senior, che forse rientrò a Rovenna, paese natìo (bisognerebbe vedere tra i registri dei morti di quella parrocchia), ovvero fu accolto da don Paolo Francesco a Casnate. La morte precoce del nipote, se presagita da don Francesco senior, potrebbe spiegare tutto quello che abbiamo visto più sopra, compreso il «passaggio» della parrocchia in quel modo. Alla fine, pur nel dolore, può essere che don Francesco se-nior sia andato via più tranquillo.

Don ERCOLE STAMPA (1703-1706)

Nato il 31 ottobre 1677 a Casasco Intelvi da Gian Pietro e Maria Ferradini. Rimase a Civello solo tre anni, dal 1703 al 1706. Tra le spese da lui effettuate nel 1704 si registrano 200 lire, a conto di un residuo debito di 300 lire che la chiesa aveva per la campana nuova. Visto che 350 lire erano già state pagate da don Francesco Perti, si desume che essa era costata ben 650 lire. Altre spese nel marzo del 1706 si fecero in acquisto di paramenti. In maggio don Ercole fu tra-sferito alla parrocchia di Cerano Intelvi.

Da maggio ad agosto del 1706 assiste spiritualmente la comunità, come vice-parroco, don Abondio Livo. Quindi, sotto la data del 15 set-tembre, troviamo l’atto di «apprensione» del beneficio parrocchiale rimasto vacante, ossia la presa in custodia dei beni, effettuata da don Marco Antonio Sambenedetto, canonico di Mandello, che registrò an-che il reddito annuo della chiesa: 14 moggia di frumento e segale, 2 moggia di miglio, 8 brente di vino.

Page 69: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

68

Don SALVINO SALVINI (1706-1710) Dallo stesso mese di settembre, comincia a registrare gli atti il

nuovo rettore curato, don Salvino Salvini, che aveva assunto la cura d’anime prima di essere immesso nel beneficio temporale, per il quale ottenne il placet governativo il 20 maggio 1707. Fu breve anche il pe-riodo di permanenza di questo parroco, che fu a Civello solo fino al luglio 1710. Era nato a Gemonio il 13 agosto 1674, da Giovanni Batti-sta e Giacomina Arioli. E non appena si rese libera la parrocchia nel paese natale, chiese ed ottenne di ritornarvi come pastore. Non abbia-mo, per ora, notizie significative per la vita religiosa locale da segnala-re in quegli anni. Durante la vacanza l’assistenza spirituale fu data da don Bernardo Fontana. Don FRANCO ANTONIO ORELLI (1710-1742)

Nominato con bolla pontificia parroco di Civello, in successione a don Salvino, ebbe il placito governativo il 7 ottobre 1710 don Franco Antonio Orelli. Egli pure era originario della Valcuvia, e coetaneo del predecessore, essendo nato ad Azzio da Stefano e da Giacomina Ma-relli, il 18 luglio 1674. Era stato battezzato il giorno dopo nella chiesa collegiata di San Lorenzo a Cuvio dal prevosto Antonio Curti.

La vita parrocchiale di Civello scorreva normale, ormai consolidata su un preciso modello organizzativo. Sappiamo che in quel periodo la cappellanìa Rusca era andata a Lodovico Rusca, giacché le pratiche di esenzione inoltrate nel 1729, in occasione del nuovo censimento ge-nerale, lo danno come titolare del beneficio. Don Franco Antonio resse la parrocchia per quasi 32 anni.

Negli anni del suo ministero molte furono le novità «storiche»: nel 1713 lo Stato di Milano era passato dal dominio spagnolo a quello au-striaco. Nel 1718 era cominciata la nuova misura generale per la for-mazione del catasto, ordinato da Carlo VI, poi compiuto al tempo di Maria Teresa. Negli atti preparatori, tra l’altro, si legge che la comuni-tà di Civello «ha l’obligho dell’mantenimento della Chiesa per para-menti, cera et oglio per non haver niente de proprio»; e tra le spese comunali per l’anno 1718 vi erano 57 lire «per la Messa dell’sabato che si pagha all’signor Curato», lire 24 «per il sacrista et obligho di sonare le campane», lire 11 «per andare alla Madona del Sacro Monte

Page 70: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

69

per indoranza»: dunque, continuava la secolare tradizione dell’andata al Sacro Monte, con onere a carico del comune.

Don Franco Antonio scomparve nel gennaio 1742. Durante il pe-riodo di vacanza la cura d’anime fu affidata a don Saverio Zambra, almeno fino all’agosto. Troviamo, poi, registrata la presenza in parroc-chia anche di don Giuseppe de Vincenzi e di don Santino Pizzala.

Don GIAN BATTISTA TESSA (1742-1746)

Originario di Molina, dov’era nato il 25 luglio 1709 da Domenico e Angela Casazza, fu nominato parroco di Civello nel maggio 1742; ma, stando ai registri parrocchiali in cui compaiono i sacerdoti sopra citati, il suo ingresso dovette avvenire in autunno. Rimase a reggere la chiesa locale solo fino al settembre 1746, quando fu promosso arciprete di Dongo. In attesa della nomina di un nuovo pastore, fece da «economo spirituale», come si diceva allora, don Gian Antonio Livo, parroco di Maccio, fino alla metà di ottobre circa, dopo la quale troviamo già pre-sente a Civello il nuovo pastore.

Era in corso già dal 1740 la guerra di successione austriaca, e come tutti i paesi anche «la stessa comunità di Civello ha sofferto di spesa per l’anno 1745 per carri e bovi mandati al campo per sua rata lire 124.11.6 inoltre ad altre condotte de bagagli militari...».

Ciononostante, ed a maggior ragione, anche in quegli anni e in quelli successivi, pur col nuovo parroco, troviamo regolarmente segna-lata la processione al Monte Carmelo di Appiano e l’andata al Sacro Monte di Varese.

Nel 1745 don Gian Battista aveva anche provveduto all’acquisto di sei candelieri di rame argentato e quattro vasi, per lire 162: sono pro-babilmente tra quelli tuttora in uso in sacrestia e sugli altari laterali. Nel 1746 aveva effettuato opere di manutenzione straordinaria al cam-panile.

Don CARLO MOSSI (1746-1763)

Già nel corso dell’ottobre 1746 (in data 19 è registrato un battesi-mo impartito dal nuovo parroco) fece il suo ingresso a Civello don Carlo Mossi, originario di Blevio, dov’era nato il 20 marzo 1702 da Giovanni e Marta Ceppi.

Page 71: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

70

Nel 1747 fu ordinato sacerdote un civellese, don Francesco An-tonio Pellegrini, che rimase a risiedere in paese. Dal 1749 fu approvato come coadiutore del parroco, specialmente nell’insegnamento della dottrina cristiana, oltre che nell’amministrazione dei sacramenti. In se-guito avrebbe assunto funzioni di cappellano a Caccivio.

In quello stesso anno, forse anche in vista della prima messa di don Francesco Antonio, in maggio si era fatta fare da tal Andrea Monti la «rizzata» davanti alla chiesa; mentre negli anni successivi (tra il 1748 e il 1753) si trovano spese per arredi della sacrestia; in particolare più di 130 lire escono nel 1753 per il «vestaro» fatto da mastro Carlo Fasola, falegname: si ha motivo di credere che il mo-bile, di cui si parla, sia quello tuttora esistente nella sacrestia (sicu-ramente almeno una parte di esso). Tra le altre spese figurano quelle per rinnovare completamente il castello delle campane, con l’intervento del fabbro Bernaschina di Maccio. È probabile che quei lavori siano stati necessari in seguito alla rifusione e ingrandimento delle tre campane esistenti, in modo da «concertarle», come si dirà meglio nell’apposito capitoletto.

Il 7 maggio 1749, durante la visita pastorale effettuata da mons. Agostino Neuroni alla pieve di Fino, venne inviato come visitatore a Civello il canonico penitenziere don Sebastiano Canevali. Per l’occasione don Carlo preparò l’inventario dei beni immobili e mobili della chiesa, che pubblichiamo nell’appendice di documenti. Esso do-vrebbe essere aggiornato con gli acquisti successivi fatti da don Carlo, tra cui alcuni paramenti costosi (piviale e pianeta verdi a fiori bianchi comprati nel 1759 per lire 253).

Nel 1751 toccò al parroco Mossi reimbastire le pratiche di esen-zione fiscale per i beni della chiesa, in occasione del varo del cata-sto iniziato da Carlo VI e finalmente concluso da Maria Teresa d’Austria. A firma di don Carlo Mossi nei fascicoli governativi si trova anche la notifica delle rendite, che la parrocchia traeva da circa 37 pertiche e mezza di terreni. Esse ammontavano a 165 lire e 5 soldi, dati da 4 moggia e 3 staia di frumento; altrettanta segale; 8 centenara di foglia di gelso; una brenta di vino, un paio di capponi e 2 paia di pollastri.

I parrocchiani pagavano di primizia «Formento moggia 1, stara 4,» del valore di lire 27; «Segale moggia 3, stara 6» del valore di li-re 45; «Miglio moggia 2» del valore di lire 16; «Vino brente 6» del

Page 72: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

71

valore di lire 36; «Danaro lire 24», per un totale di lire 144. Dal medesimo documento si apprende che per la festa patronale si spen-devano 36 lire per il pranzo di 12 sacerdoti, che presenziavano per l’occasione.

Analoga pratica per il beneficio Rusca ci fa conoscere il nuovo cappellano: un altro Francesco Maria Rusca.

Don Carlo rimase a Civello fino alla morte, avvenuta nei primi me-si del 1763. La cura d’anime, nel periodo di vacanza della parrocchia, fu assunta dal vice-parroco don Giuseppe Bettoldi; alcuni atti portano la firma di don Filippo Venini.

Don GIAN BATTISTA RAPA (1763-1767)

Il nuovo parroco, nominato nel maggio 1763, era un giovane sa-cerdote vallintelvese non ancora ventottenne, don G. Battista Rapa, na-to a Ramponio il 12 agosto 1735 da Gaetano Lucio e da Maria Madda-lena della Torre. Fu battezzato con i nomi di Giovanni Battista Anto-nio Saverio. Padrino fu uno zio prete, don Pietro Giuseppe.

Prima che arrivasse in parrocchia, ci si era dati da fare per restau-rare la casa parrocchiale. La sua permanenza a Civello (i primi atti di battesimo redatti da lui sono del mese di luglio 1763), come si vedrà ancora spesso per vari giovani preti, non durò molto: nell’ottobre 1767 andava come prevosto a Cuvio. A supplire, intanto, venne a Civello il coadiutore di Maccio, don Giuseppe Botta.

Tra le informazioni, che ci vengono dalle note di don Gian Batti-sta, segnaliamo che nel 1765, oltre al solito pellegrinaggio al Monte Carmelo e al Sacro Monte di Varese, si cominciano a registrare altre due processioni, che tornano negli anni successivi, e si ripeteranno nelle annotazioni dei successori: l’una a Como al Santo Crocifisso (non segnalata regolarmente tutti gli anni), e l’altra alla Madonna di Grandate.

Don PIETRO SALVIONI (1768-1792) Veramente don Pietro Salvioni aveva concorso per andare a Bre-

gnano, ma gli venne conferita la cura di Civello. Era nato a Como, nel-la parrocchia di San Giacomo, il 15 maggio 1740 da G. Antonio e da Teresa Terragni.

Page 73: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

72

Appena arrivato a Civello, trovò in discussione il problema dell’ampliamento della chiesa: cosa che indusse gli abitanti ad accet-tare come feudatari i Mugiasca, per avere i mezzi finanziari occorrenti. Se ne parla ampiamente nel volume su Villa Guardia, in un apposito capitolo (pag. 239).

Possiamo, qui, aggiungere solamente che l’esigenza di un amplia-mento era stata evidenziata anche in occasione della prima visita pa-storale del nuovo vescovo, mons. Gian Battista Mugiasca, effettuata (partendo dal palazzo di Mosino) il 26 agosto 1768. Negli atti (che tra-duciamo dal latino) si legge: «Questa chiesa, antica e angusta, si trova nel medesimo stato in cui fu trovata nell’anno 1749», durante la visita ordinata da mons. Neuroni. «Il popolo ed i benefattori estimati hanno in mente di ricostruirne una nuova, ma la povertà della gente e le vicis-situdini dei tempi ostacolano questo intendimento».

La pia intenzione si concretizzò, tuttavia, abbastanza presto, an-che se gli interventi sulla chiesa si trascinarono poi per decenni, con vari parroci. Su progetto di Antonio Donegana si fece un primo cor-poso lotto di opere, che riguardò il coro e le cappelle laterali, oltre che la sacrestia e la casa parrocchiale, su cui relazioniamo in apposito capitoletto dedicato alla chiesa: la nuova fabbrica fu intrapresa nel 1774 ed i lavori si protrassero fino al 1778. Quindi, nel 1786, si pose mano alla costruzione degli altari, dovuti al marmista Monzini. Più tardi (solo nel 1823) si sarebbe intervenuti sulla navata. Si veda, in proposito, nel volume su Villa Guardia anche la relazione sui progetti del Cantoni (pag. 254).

Frattanto, dagli atti della prima visita del Mugiasca, apprendiamo anche che in chiesa, sotto il pavimento, i sepolcreti erano due (uno per gli uomini e uno per le donne), come già risultava da altri atti precedenti, come ad esempio da quelli di mons. Ciceri del 1685, che aveva prescritto di farne, entro un anno, uno anche per i bambini. E-videntemente, non si era ottemperato, se quasi un secolo dopo mons. Mugiasca ripeté analoga disposizione, oltre la raccomandazione di mettere in ordine le ossa, che si conservavano nell’ossario, che c’era fuori dalla chiesa, «distante cinquanta passi». E il sepolcro per i sa-cerdoti? Beh, visto cos’era successo dopo la prescrizione del 1702 era forse meglio ignorare il problema e non «menar gramo», come si diceva dalle nostre parti.

Le confraternite erano ridotte ad una sola. C’era solo quella della

Page 74: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

73

Madonna della Cintura, i cui aderenti avevano la solita divisa: cappa bianca con scapolare rosso.

Le famiglie, stando alla relazione del parroco, erano 55 (comprese evidentemente quelle di Luisago) «tutte rustiche», le anime 463 «d’indole e costumi non cattivi, rozzamente instrutte per la maggior parte»; mentre i bambini avevano «la coltura nella Dottrina Cristiana e da loro Parenti». C’era in parrocchia una sola ostetrica, residente a Luisago, «sufficientemente instrutta» per dare il battesimo nei casi di necessità.

Una seconda visita pastorale di mons. Mugiasca si ebbe il 27 lu-glio 1777 (quando le anime della parrocchia erano 467, compreso Luisago); ed una terza visita seguì il 24 giugno 1784.

Forse in previsione della visita, nonostante incombessero altre spe-se per la chiesa, furono acquistati «un pluviale e due pianete solenni, con cordone d’oro», per un costo di ben lire 500.

Nello stesso anno, con la soppressione del capitolo di Fino, venne-ro istituite alcune vicarìe, tra cui quelle di Maccio e di Luisago. Il par-roco di Civello avrebbe così potuto contare su un vicario: ma non fiori-rono solo rose; nel senso che non mancarono le spine.

Innanzitutto don Pietro dovette faticare a farsi riconoscere una certa somma dovuta per celebrazioni di messe negli anni precedenti, visto che già dal 1779 mons. Mugiasca aveva caricato l’elemosina per la messa settimanale a Luisago sulla rendita di un canonicato fi-nese. Il vescovo, infatti, conosceva bene la situazione locale, essendo egli stesso un po’ civellese, in quanto fratello del conte Giacomo, pa-drone di Mosino. Era stato proprio mons. Mugiasca a scegliere Si-mone Cantoni come architetto per il nuovo palazzo; architetto poi in-caricato anche di redigere i progetti per completare l’ampliamento della chiesa parrocchiale.

Poi le cose di Luisago sembrarono avviarsi tranquille. Il primo vi-cario fu tal Antonio Zambra, originario di Careno, morto nel 1790. Una certa tensione si venne a creare con il nuovo vicario, don Gio-vanni Baserga, brunatese, che a causa della malattia del parroco di Ci-vello, risiedeva preferibilmente nel nostro paese. La gente di Luisago si lamentava: non voleva salire a Civello per doversi confessare; so-prattutto, c’erano difficoltà ad accordarsi per l’orario di celebrazione delle messe. Seguirono esposti alla Curia, con accuse e contraccuse.

Page 75: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

74

Nel 1791 la tradizione colloca un voto alla Madonna del Carme-lo di Appiano, per ottenere la liberazione da un’epidemia del be-stiame, puntualmente ottenuta. Ma, come detto, non fu questo l’ini-zio della 1devozione alla Madonna del Carmelo, dove è documenta-to che si andava processionalmente, o in maggio o in giugno, alme-no dal 1702.

In quello stesso 1791, per la sua malferma salute, don Pietro de-cise di rinunciare alla parrocchia. Abbiamo trovato negli archivi governativi di Milano la pratica, contenente fra l’altro la sua do-manda di esonero, in data 8 agosto 1791, in cui sono descritte le sue condizioni.

«Il Sacerdote Pietro Salvioni già da 24 anni Parroco Titolare della Parrocchia di Civello, Pieve di Fino Comasco, nell’età d’anni 51 tro-vasi già da quattro anni sorpreso da tormentosa malatia di podagra e di asma convulso, per cui è impossibilitato a continuare nell’Uffizio Par-rochiale, né a giudizio de Medici può lusingarsi di guarigione, anzi nello stato presente è bene spesso inabilitato a poter celebrare la S. Messa. In tali circostanze di cose umilmente ricorre alla Sovrana Be-neficenza implorando il congruo alimentare assegno, ed il permesso di poter liberamente dimettere la Parrochia... ».

Le autorità pubbliche ebbero difficoltà a reperire fondi per un co-adiutore, e lo stesso don Pietro si dichiarò disposto a concorrere in proprio alle spese, così da avere presto un aiuto. Nei registri parroc-chiali troviamo gli atti firmati dal vicario don Giovanni Baserga, che oltre alla vicaria di Luisago, come detto, dovette seguire la parroc-chia di Civello.

Negli uffici governativi la pratica restava aperta. Intanto, veniva meno anche don Giovanni Baserga: in primavera era andato parroco a Pianello. Finalmente nel giugno 1792 si dispose il pagamento sul Fon-do di Religione del sacerdote novello G. Battista Cattaneo, da destina-re alla parrocchia di Civello. Nel frattempo la malattia di don Pietro peggiorava al punto che lo portò a morte già il 12 settembre 1792, all’età di 52 anni.

Nei registri dell’archivio locale troviamo in questi mesi come vice-parroco don Giuseppe Botta di Maccio, ma anche un don An-tonio Rossi, cappellano sussidiario, già messo qui a sue spese dallo stesso don Pietro prima dell’assegnazione di don Cattaneo; segno che non poteva avvalersi del nuovo vicario (il terzo), già cappella-

Page 76: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

75

no di Cadorago, nominato su Luisago il 13 maggio, costituito il 22 agosto: don Martino Panighini, da Brenta, di 29 anni. Dovremo ri-parlare di lui.

E la cappellanìa Rusca? Era passata nel frattempo da Francesco Maria Rusca (ancora titolare nel 1777) ad Alessandro Rusca, morto a 54 anni, nel 1786. Il 30 dicembre il patrono Angelo Maria Rusca, fu Ottavio, abitante a Turano Lodigiano, nominò come successore An-tonio Brambilla, ancora chierico nel Seminario Generale di Pavia (voluto da Giuseppe II, con accentramento dei seminari lombardi). Avrebbe mantenuto la titolarità della cappellanìa di Civello fino al 1839, anno della sua morte: perciò, per un po’ non abbiamo esigenza di aggiornamenti.

Don GIAN BATTISTA CORBELLINI (1793-1799)

Nuovo parroco titolare fu nominato don Gian Battista Corbellini, che firma gli atti dal 1793. Era da poco arrivato a Civello, quando si dovette occupare della rifondazione della Confraternita del San-tissimo Sacramento. Le antiche confraternite erano state soppresse dal Governo. Per poter continuare ad esistere bisognava che ade-guassero i loro statuti alle nuove norme di legge, che imponevano, tra l’altro, di aggiungere al loro nome quello di Confraternita della Carità Cristiana. Con ciò, tra i fini sociali, si dovevano prevedere forme di solidarietà tra gli aderenti: se un confratello si ammalava, ad esempio, gli altri compagni alla domenica dovevano provvedere ad eseguire i lavori nella sua campagna (tagliare il fieno, ecc.). In-somma, le confraternite anticiparono di alcuni decenni quelle che, poi, sarebbero state le società di mutuo soccorso tra gli operai e i contadini.

Don Corbellini rimase a Civello per sei anni circa, durante i quali non si segnalano novità per il progresso della fabbrica della chiesa. E come si sarebbe potuto con tutto quel po’ po’ di sconvolgimenti, che dalla Francia investirono anche lo Stato di Milano, occupato nel 1796 da Napoleone, che si fece rapinatore di tutto quel che poteva? Anche su questo punto si rinvia a quanto già scritto nella storia di Villa Guardia.

Tuttavia nel 1798, con una spesa di ben 660 lire, si acquistò «un paramento in terzo, cioè pianeta e tonicelle, broccato d’argento ed o-

Page 77: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

76

ro», che costituiva, tra gli altri arredi e paramenti, una delle preziosità di cui la chiesa di Civello poteva vantarsi, come si legge ancora nell’opuscolo scritto da don Marino Canclini nel 1911, in occasione della inaugurazione della bandiera del Circolo Popolare Cattolico. At-tualmente è rimasta solo la pianeta e due ritagli inseriti in un piviale, che ne documentano la decantata meraviglia.

Nel 1799 don Gian Battista Corbellini lasciò il nostro paese, per assumere l’arcipretura di San Giorgio in Borgo Vico.

Don MICHELE PINI (1800-1803) Era parroco di Barna, in pieve di Menaggio, quando lo raggiunse

la nomina per Civello il 15 gennaio 1800. Non abbiamo notizie si-gnificative per quel tempo, se non che furono anni travagliati dall’occupazione francese dello Stato di Milano, trasformato dal 1797 in Repubblica Cisalpina, che ebbe alterne vicende, come ab-biamo illustrato nel volume storico sul comune di Villa Guardia. Don Michele lasciò la parrocchia di Civello per assumere l’arcipretura di Mandello nel 1803. Questa volta, economo spiritua-le fu il vicario di Luisago, don Martino Panighini, cui si affiancò anche un don Casoretti.

Ci piace segnalare che, nonostante la lontananza da Civello, don Michele non si dimenticò del tutto di quella chiesa, che lo aveva avuto pastore, sia pure per brevi anni. Quando nel 1832, per iniziativa di don Antonio Noseda, si pose mano all’impianto dell’organo anche «l’Arci-prete Pini già Curato di Civello» mandò 6 lire: tra le 665 canne del va-lore complessivo di lire 2.215, possiamo dire che due furono donate da lui con un bel gesto di affetto.

Don FRANCESCO MARANESI (1803-1809)

In successione a don Michele fu nominato il 21 settembre 1803 don Francesco (o Franco) Maranesi, proveniente dalla parrocchia di Gera, sul Lago di Como. In attesa del nuovo curato si provvide a fare le ripa-razioni alla casa secondo la perizia di tal Giovanni Nolfi (figlio del più famoso padre, l’architetto Antonio Nolfi, di cui si parla nel capitolo dedicato alla chiesa). Don Francesco prese possesso della chiesa e del beneficio la domenica 27 novembre.

Page 78: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

77

In quegli anni si continuava a macinare l’idea di completare l’ampliamento della chiesa. Dev’essere che il disegno precedente del Donegana, del quale si era realizzato il primo lotto, sia andato perduto, o sia stato troppo difficile o costoso da realizzare, giacché il conte Giacomo Mugiasca affidò l’incarico di redigere un nuovo progetto all’architetto Simone Cantoni, che aveva disegnato pure il nuovo pa-lazzo di Mosino. Frattanto tra il 1806 ed il 1808 fu risistemato il cimi-tero, che era ormai diroccato e si otturarono nel 1809 i sepolcri, che c’erano nella chiesa.

Nello stesso anno 1809 don Francesco Maranesi lasciò Civello, per trasferirsi, come arciprete, a Uggiate. Don LORENZO MORANDI (1809-1829)

Il 15 maggio 1809 il vicario generale Claudio Riva emise la bolla di nomina del nuovo parroco di Civello, don Lorenzo Morandi, origi-nario di Stazzona (sopra Dongo), già parroco di Livo, che assunse la cura delle anime. Ma prima di poter entrare in possesso delle tempora-lità della parrocchia, ossia del beneficio, vi fu una lunga pratica (ritar-data anche dalla scarsa puntualità del predecessore don Franco a «met-tere a posto le carte»), che si concluse il 26 ottobre, dopo che don Lo-renzo aveva anche prestato il giuramento prescritto dal governo del Regno Italico: «Io giuro, e prometto sui Santi Evangelii ubbidienza al-le Costituzioni, e fedeltà al Re. Similmente prometto che non terrò al-cuna intelligenza, non interverrò in alcun consiglio, e non prenderò parte in alcuna unione sospetta o dentro, o fuori del Regno, che sia pregiudizievole alla pubblica tranquillità, e manifesterò al Governo ciò che io sappia trattarsi nella mia Parocchia, o altrove in pregiudizio del-lo Stato».

Nell’archivio Mugiasca, ora presso l’Archivio di Stato di Como, nel Fondo Ospedale Sant’Anna, sono parecchie le attestazioni a sua firma, allegate alla documentazione relativa alla assegnazione della dote a ragazze civellesi, in base ad un legato di beneficenza istituito dai Mugiasca.

Nel 1811 si ampliò la piazza (a spese del conte Giacomo Mugiasca, a favore del comune) con l’abbattimento della casaccia che sorgeva a soli tre metri dalla porta della chiesa.

Toccò a don Lorenzo cominciare la tenuta dell’anagrafe civile, in

Page 79: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

78

base alle leggi del Regno Lombardo Veneto, dopo la Restaurazione del 1815. Infatti, i comuni non avevano l’ufficio dello stato civile, anche perché non disponevano di strutture né logistiche né operative. Solo al tempo di Napoleone si era cominciato ad introdurre la registrazione ci-vile delle nascite, dei matrimoni e dei morti; ma praticamente questo si riusciva a fare solo nelle città. Nei nostri paesi tale prassi si normalizzò solo dal 1816, appoggiandosi appunto ai parroci, che divennero così ufficiali di stato civile. Anche a Civello, nell’archivio parrocchiale, ol-tre ai libri «canonici» dei battesimi, cresime, matrimoni e morti, si conservano i registri degli atti di nascita, di matrimonio e di morte (ne diamo conto nelle informazioni sull’archivio stesso) compilati agli ef-fetti civili. Sono documenti interessanti, non solo per la ricostruzione degli «alberi genealogici» delle famiglie, ma soprattutto perché negli atti di matrimonio, ad esempio, sono indicate le professioni; negli atti di morte sono indicate le cause del decesso. Pertanto vi sono elementi utili per uno studio sulla popolazione di Civello nel secolo scorso, con riferimento ai mestieri esercitati, alla mortalità infantile, alle malattie più frequenti, alla media della vita...

Don Lorenzo, a differenza di diversi suoi predecessori immediati e non, piuttosto «fugaci», prestò il suo servizio a Civello per un venten-nio, restando in parrocchia fino alla morte.

Fu durante il suo ministero che, dopo una lunga pausa, si riuscì a proseguire e completare l’ampliamento della chiesa, anche se tra i vari progetti approntati dal Cantoni, si diede la preferenza a quello più eco-nomico, che conservava il campanile esistente, rispetto ad ipotesi di modifica più radicale della struttura precedente.

I lavori, diretti dal capomastro Santino Monti, detto Beregazzo (già costruttore del palazzo di Mosino, perciò abituato a interpretare e tra-durre in opera i disegni del Cantoni), si svolsero dal 1823 al 1826. La nuova chiesa era stata anche decorata con pitture da quattro pittori: Ca-tenazzi, Tarchini, Sabbati e Campagrio, così che poteva dirsi finalmen-te finita. Ed il 27 maggio 1827 mons. Gian Battista Castelnuovo, ve-scovo di Como, la consacrò.

Dopo tante energie dispiegate, a 59 anni, don Lorenzo Morandi chiudeva la sua giornata terrena il 19 luglio 1829, ricoverato nell’Ospedale Fatebenefratelli a Milano, dove fu sepolto nel cimitero detto della Mojazza. Durante il periodo di vacanza della parrocchia, il vescovo delegò come vicario spirituale il sacerdote Carlo Ferrario.

Page 80: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

79

Don ANTONIO NOSEDA (1829-1852) Il 9 dicembre 1829 il parroco di Pigra (dove si trovava dal 1816) eb-

be la nomina per Civello, dove i primi atti firmati da lui compaiono agli inizi del 1830. Era don Antonio Noseda, 40 anni, nativo di Civiglio.

Anch’egli volle «mettere una ciliegina sulla torta», e quasi subito dopo il suo arrivo a Civello pensò di dotare la chiesa dell’organo: cosa che gli riuscì di fare nel 1832-33 (il primo organista fu Pietro Corti). Di questa e delle altre sue opere di «rifinitura» della chiesa, con porte e cantoria (1831), parafulmine (1843), campane nuove (1845), oro-logio (1847), parliamo a parte. Vi troveremo anche qualche episodio un po’ spiritoso, giacché dalle carte archivistiche emerge un carattere abbastanza brioso di questo parroco, che si dilettava talvolta di ricalca-re scherzosamente qualche testo poetico con parodìe.

Nonostante questo suo carattere (o, forse, proprio per questo) fra il 1833 e il 1835 ebbe una lunga partita di «braccio di ferro» con il vicario di Luisago, don Martino Panighini, che non si dimostrava disponibile a coadiuvare il parroco. Questo, peraltro, si lamentava di non avere mai avuto la collaborazione di don Martino, nemmeno come «silenziere» dei bambini durante le lezioni di catechismo in quaresima, tanto più che erano «in numero grandissimo compresi anche quelli di Luisago». Don Martino adduceva «cento, e mille scuse, ed in particolare l’essere avvanzato in età» (era arrivato a Luisago nel 1792!), ma don Antonio faceva osservare che «per gio-care alle boccie, per andar a Como Varese a Cuvio, ed a piedi, non prova difficoltà».

Frattanto, proprio nel periodo di incomprensione tra i due sacer-doti, provvidenzialmente si inseriva nella vita religiosa civellese una nuova fondazione. In esecuzione di un testamento (in data 26 ottobre 1819) di tale Stefano Ronchetti di Como, fu istituita una cappellanìa nella chiesa di Civello, con messa quotidiana. Con istromento del 6 ottobre 1837 il patrono Francesco Velzi nominò cappellano il sacer-dote Antonio Tagliabue. Il vescovo Romanò, tuttavia, nell’approvare la destinazione delle eccedenti entrate della cappellanìa Ronchetti alla Fabbriceria di Civello per riparazioni alla chiesa, il 22 agosto 1839 apponeva nuove condizioni, tra cui l’obbligo per il cappellano di risiedere a Civello, di celebrare la messa festiva in ora concordata con il parroco, quindi nei giorni solenni e festivi assistere alle fun-zioni parrocchiali e adoperarsi insieme ed a richiesta del parroco al

Page 81: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

80

bene spirituale di quella popolazione, ascoltando le confessioni, am-ministrando gli altri sacramenti, insegnando nei dì festivi e nella Quaresima il Catechismo ai fanciulli e supplendo in caso di legittimo impedimento il parroco medesimo. Insomma, il «cappellano Ron-chetti» diventava di fatto un vicario coadiutore vero e proprio, stan-te la «latitanza» di don Panighini.

Tale impegno non dovette entusiasmare il neo-cappellano Ta-gliabue (vi fu, anzi, l’opposizione all’atto del vescovo, che modifi-cava la fondazione), che appena si liberò la cappellanìa Rusca, a seguito della morte di don Antonio Brambilla (già parroco a Lucino dal 1797), avvenuta nel 1839, l’ottenne per sé dai patroni Rusca (a-bitanti a Melegnano e a San Zenone), che lo nominarono nel 1840. Teoricamente avrebbe dovuto rinunciare alla cappellanìa Ronchetti, ma i registri delle messe attestano che egli continuò ad adempiere a quel legato; pertanto svolse senz’altro anche le funzioni di coadiu-tore. Morì nel 1856.

Nel frattempo il difficile rapporto tra il parroco di Civello e il vica-rio di Luisago poté risolversi solo con la morte di quest’ultimo. Il 27 luglio 1841, in occasione della nomina del successore di don Martino Panighini, che fu don Gaetano Casnati, il parroco don Antonio si pre-munì facendo accettare al nuovo vicario un disciplinare ben preciso e dettagliato, sottoscritto anche dal vescovo Carlo Romanò. Lo pubbli-chiamo tra i documenti in appendice.

Nel 1840, il 10 settembre, lo stesso vescovo Romanò era stato a Civello in visita pastorale.

Don Antonio Noseda morì a Civiglio il 13 aprile 1853. Legava alla Fabbriceria della chiesa di Civello un lascito di 100 lire, con l’obbligo di devolvere l’interesse al parroco pro-tempore, per la celebrazione dell’anniversario della sua morte con ufficio, messa e benedizione. Il 16 aprile il vescovo Romanò nominava come economo spirituale il vi-cario di Luisago, don Gaetano Casnati.

Don GIAN ANTONIO CLERICI (1853-1875)

Era vicario a Gravedona quando, avendo concorso per Civello, gli arrivò la nomina il 27 settembre 1853.

Nel 1856, quando morì don Antonio Tagliabue, tentò di subentrare nella cappellanìa Rusca il citato vicario di Luisago, don Gaetano Ca-

Page 82: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

81

snati; ma alla fine i patroni assegnarono la titolarità a don Gian Anto-nio Clerici: dopo 360 anni (fino alla fine del 1496 l’aveva avuta fra David Borsieri, il primo parroco; poi ancora don Luigi Rusca aveva cumulato i due incarichi tra il 1500 e il 1502) la cappellanìa Rusca ri-confluiva nella persona del parroco di Civello.

Ma la fondazione stessa era arrivata ormai al suo capolinea: nel 1868 il beneficio fu soppresso dal Governo ed i beni furono alienati. Li comprò un Riva Luigi di Luisago, che non intese più adempiere agli antichi obblighi di far celebrare una messa settimanale, dichiarando «non esser lui tenuto a nulla, avendo comprati i fondi... liberi da qual-siasi peso». Finiva così, un po’ meschinamente, un’istituzione secola-re, dal cui ceppo era stata gemmata ed era poi cresciuta rigogliosa la parrocchia autonoma di Civello.

Anche la cappellanìa Ronchetti, che da don Tagliabue era passata a don Antonio Curti (gravedonese, come ricorda la lapide sepolcrale posta nel cimitero di Civello) dopo la sua morte, avvenuta il 28 no-vembre 1866, rimase vacante; e quando nel 1868 i patroni nominarono il successore nella persona del sacerdote Domenico Vanini, non fu concessa l’autorizzazione ad immetterlo in possesso; quindi nel 1870 il beneficio fu soppresso dal Governo, che ne incamerò i beni, lasciando però alla Fabbriceria, la quale aveva intentato una causa, un certificato del Debito Pubblico, che fruttava un interesse lordo a quel tempo di 550 lire. Il legato continuò, per il momento, ad essere adempiuto dai sacerdoti locali.

Durante il ministero di don Gian Antonio, già si trova affittato alla chiesa da parte dell’ing. Truffini il locale contiguo, ad uso oratorio (vi troveremo, agli inizi del nostro secolo, anche una scuola domenicale di lavoro femminile), che nel 1917 sarebbe pervenuto in proprietà alla «Veneranda Fabbriceria», per donazione della nobile signora Paolina De Fogolari, vedova Bianchi. Tra le spese correnti figura il compenso all’organista, che è sempre Pietro Corti.

Don Gian Antonio Clerici morì nel 1875. La lapide sepolcrale, posta nel cimitero, lo ricorda così: «Parroco di Civello per anni 22 / uomo di gran cuore e di gran senno / strenuo difensore delle cattoliche verità / vigile pastore delle anime / astro delle più belle virtù / che dopo longhis-sima malattia / con ammirabile pazienza sofferta / ricevuti tutti i conforti religiosi / e la benedizione del S. Padre Pio IX / cui amava tenerissima-mente / rendeva la sua anima a Dio / il 22 aprile 1875 in età d’anni 63».

Page 83: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

82

Don GIAN BATTISTA CONFORTOLA (1875-1904)

Fu nominato il 1 settembre 1875, quando si trovava parroco ad Al-baredo, in Valtellina. Era stato ordinato sacerdote il 21 maggio 1853; aveva cominciato il suo ministero ad Ambria, prima di passare ad Al-baredo nel 1856.

Il 27 agosto 1876 già riceveva in visita pastorale il vescovo mons. Pietro Carsana. La popolazione della parrocchia si componeva a quel tempo di 1.112 anime. Nella sua relazione al vescovo, il nuovo parro-co segnalava: «Non consta che vi sieno adunanze anticattoliche, né diffusione di libri e giornali cattivi, né superstizioni, v’è però qualche individuo, sgraziatamente anche influente, di condotta atea».

«Grande è la frequenza ai Sacramenti per parte delle donne, ma non è così degli uomini. Il numero complessivo degli obbligati alla Comunione pasquale è di circa 670. I fanciulli si ammettono ai Sa-cramenti 3 o 4 volte all’anno e quando si presentano. Non vi sono infermi cronici, a cui si debba nella propria casa amministrare i Sa-cramenti...».

Il 31 maggio di quel 1876 a Balerna, nel romitorio presso la chiesa di Sant’Antonio, di cui per 39 anni era stato «custode infati-cabile», moriva all’età di 71 anni, Daniele Ortelli da Civello, terzia-rio francescano. A 32 anni aveva scelto la vita eremitica di servizio presso la chiesa dedicata appunto a Sant’Antonio di Padova: la la-pide commemorativa lo ricorda ancora come «uomo tutto del Signo-re», che «a tutti fu caro». La fotografia posta sulla lapide lo ha im-mortalato, appoggiato con la destra a un bastone, mentre con il braccio sinistro porta un secchio per la questua delle offerte (pas-sando di casa in casa), che gli hanno permesso di promuovere opere di straordinaria manutenzione e di decoro della chiesa affidatagli. Era nato a Civello il 29 gennaio 1805 da Agostino e da Maria Bo-setti. Nel 1832 le carte d’archivio ce lo presentano come un giovane zelante, che si impegnò a raccogliere i fondi per l’organo, come ri-cordiamo a parte.

Intorno al 1880 tal Bianchi Francesco erigeva la cappellina nella campagna di Brugo, che poi divenne meta delle processioni rogaziona-li. Con scrittura privata in data 12 agosto 1884 egli lasciava la somma di lire 200, con il legato, tra l’altro, di provvedere agli eventuali restau-ri della cappellina stessa.

Page 84: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

83

Nel 1881 il vescovo mons. Carsana dettò nuove regole per l’a-dempimento del legato Ronchetti. La celebrazione delle messe era assegnata, con frequente turnazione, a vari sacerdoti diocesani, che ne divenivano così «economi spirituali». L’intendimento era di dare loro qualche sussidio, essendo privi di parrocchia, in quanto impe-gnati in Curia, o in Seminario e in altri compiti. Così scopriamo tra coloro, che celebrarono le messe del legato in quegli anni, alcuni «bei nomi», che meritano di essere evidenziati: nel 1880-83 si alterna a tal don Carlo Guggiari il famoso storico don Santo Monti; nel 1888 en-tra in scena don Luigi Guanella, che oggi veneriamo come beato; nel 1891 don Emilio Poletti, nel 1895-97 don Tommaso Trussoni: nel 1912, questi due sacerdoti della nostra diocesi, sarebbero stati consa-crati vescovi,il primo nominato vescovo di Bagnorea, il secondo in-viato arcivescovo di Cosenza. Osserviamo, per inciso che mons. Trussoni era di Fraciscio, come don Guanella: fu questa, dunque, la «via della Provvidenza» per cui le suore guanelliane si insediarono in quella diocesi, così che ora (1993) vi si trova la civellese suor Franca Vendramin.

Altri sacerdoti compaiono nei registri del legato Ronchetti: don Giuseppe Cattaneo, don Agostino Bianchi, don Pietro Antoni, don Fi-lippo Colombo, don Pietro Uboldi... Poi, mons. Valfré de Bonzo, se-condo la relazione che accompagna gli atti della visita pastorale del 28 settembre 1902, consentì che la rendita andasse a sopperire alla ce-lebrazione della messa binata nella chiesa parrocchiale nei giorni di precetto, che a quel tempo veniva celebrata dall’economo spirituale don Vittorio Bai, cui sarebbe seguito come coadiutore don Rinaldo Cairoli (che troviamo citato nel 1906).

Nel 1888, il 20 novembre, moriva il vecchio vicario di Luisago, don Gaetano Casnati e la vicarìa restava vacante per un certo tempo. Solamente il 23 marzo 1893 mons. Andrea Ferrari (che nel 1894 sa-rebbe divenuto cardinale e arcivescovo di Milano, ora venerato come beato), assentiva a nominare come suo successore il settantenne don Nicola Cornaro, che aveva rinunciato alla parrocchia di Roncaglia in Valtellina. Ma non abbiamo potuto finora riscontrare, tra le carte, l’effettiva presa di possesso della vicarìa.

Il vescovo era stato informato dell’esigenza di avere il vicario, in occasione della visita pastorale a Civello il 17 novembre 1892. Dalla relazione predisposta dal parroco per la circostanza, apprendiamo che

Page 85: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

84

gli abitanti erano 1.175, di cui 240 a Luisago, 74 a Brugo, 40 al Bel-vedere, 41 a Ronconcello, 23 a Villa Guardia. I confratelli del SS. Sa-cramento erano 120, le consorelle 200; ma ancora non si era fatta «l’istituzione delle SS. 40 ore».

Il parroco segnalava altresì come «l’abuso principale sarebbe quel-lo di alcuni parrocchiani, i quali, imitando il mal vezzo dei Signori, che credono di santificare i giorni festivi coll’assistere ad una Messa, si trattengono nelle osterie intenti al gioco specialmente nel tempo del-la spiegazione del Catechismo; abuso da anni ed anni combattuto, ma non del tutto estirpato».

Già da allora don Gian Battista faceva presente al vescovo come l’istituzione di un Asilo Infantile fosse «da anni desiderata e caldeggia-ta dallo scrivente, ma fin’ora non potuta per mancanza del locale e di mezzi effettuare». Erano gli anni dell’industrializzazione, che emargi-nava gli anziani, i disadattati ed handicappati; erano perciò gli anni del beato Luigi Guanella, di san Giovanni Bosco... A Gaggino era parroco un giovane prete: quel don Giovanni Maspero, che si era recato presso don Bosco, per apprendere l’organizzazione dell’Oratorio; si era fatto promotore di corsi professionali; aveva fondato l’Asilo Infantile, chie-dendo le suore a Don Guanella (che non le concesse per ragioni logi-stiche). Don Maspero comunicava le sue esperienze ai confratelli e si faceva promotore di tante iniziative.

In questo stesso clima, don Gian Battista Confortola sentiva forte-mente l’impegno sociale, con il quale accompagnò la sua azione pasto-rale, pure intensa: basti dire che per ben due volte, nel 1886 e nel 1895 indisse le Sante Missioni e che promosse la fondazione di nuovi so-dalizi religiosi, quali le Confraternite di S. Luigi per i fanciulli e di S. Dorotea per le fanciulle, i Terziari Francescani, la Pia Opera dell’Adorazione Riparatrice, la Compagnia della Sacra Famiglia...

Nel 1890 a Civello era sorta la Società di Mutuo Soccorso ed I-struzione «La Torre» tra gli operai, di stampo socialista. Su di essa, nel 1911, don Canclini avrebbe scritto «che in origine e anche ora a parole si proclama neutrale, ma la cui neutralità vorremmo meglio constatare alla stregua dei fatti». Sorse anche la Società Mutua Assi-curatrice contro la mortalità del bestiame, che evidentemente interes-sava i contadini.

La fede e la costanza di don Gian Battista gli permisero di far giungere in porto il progetto dell’Asilo Infantile. Dopo aver acquistato

Page 86: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

85

nel 1899 il terreno necessario dai fratelli Pozzi (pubblichiamo tra i do-cumenti l’atto di vendita del terreno destinato all’erigendo asilo), portò avanti la costruzione dell’edificio, che fu finalmente pronto nel 1903; anche se presto entrò in crisi, per la scomparsa del parroco, avvenuta il 16 luglio 1904. Avrebbe ripreso a funzionare qualche tempo dopo con gestione diretta dell’amministrazione comunale prima, e poi affidato alla Congregazione di Carità.

Tra le altre opere significative promosse durante il ministero di don Confortola va ricordata anche la facciata della chiesa realizza-ta nel 1893, secondo lo studio progettuale predisposto già dal 1879 dall’ing. Santo Truffini. Non abbiamo finora trovato in archivio molta documentazione su quei lavori, se non la nota delle spese per i ponteggi forniti dal capomastro Carlo Ortelli di «Villaguardia di Maccio».

Due anni prima che il parroco morisse, il 28 settembre 1902, c’era stata la visita pastorale di mons. Teodoro Valfré di Bonzo. Dalla rela-zione per quella visita si desume che la parrocchia aveva una popola-zione di 1.254 persone, di cui 250 a Luisago, 80 a Brugo, 45 al Bel-vedere, 47 a Ronconcello, 24 a Villa Guardia.

Don Gian Battista Confortola fu sepolto a Civello. Sulla sua lapi-de sepolcrale si legge: «Pace / al pio zelante integerrimo / sac. Giam-battista Confortola / nativo di Furva nel Bormiese / parroco 3 anni ad Ambria 19 ad Albaredo / ben 29 in questo Comune / dove con illu-minata carità / eresse l’Asilo Infantile / promosse il culto divino / agl’indigenti fu padre amoroso / il 16 luglio 1904 / rapido morbo lo spense / benedetto dal S. Padre Pio X / dall’Angelo della Diocesi / compianto da tutti».

Nel primo periodo di vacanza della parrocchia, l’assistenza spiri-tuale fu assicurata da don Luigi Grassi, vicario di Luisago, al quale la popolazione si era affezionata in modo tenace, quasi morboso, al punto che quando, a seguito di concorso, fu nominato il nuovo parroco, vi fu una ribellione generale, di cui diciamo di seguito.

Don MARINO CANCLINI (1905-1918) Nato a Piatta nel 1873, sacerdote dal 1895, era parroco di Arigna.

Quando con bolla di Pio X del 17 dicembre 1904 fu nominato parroco di Civello, la popolazione manifestò un forte disappunto. Il 16 agosto,

Page 87: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

86

infatti, il sindaco di Civello, commendator Michele Clavenna, si era fatto latore al vescovo di una petizione per la promozione a parroco del vicario di Luisago, don Luigi Grassi. Furono, perciò, inviate lettere al vescovo Teodoro Valfré de Bonzo. Addirittura si scrisse contempora-neamente, il 29 dicembre, al nuovo parroco nominato, protestando e invitandolo esplicitamente a rinunciare: «... Noi ci facciamo dovere avvisare il M.R. che noi tutti protestiamo di certi abusi, e che niuno s’impegnerà venirla a ricevere, e nel frattempo Le si annuncia che la Chiesa rimarrà deserta, fintantoché l’Autorità Ecclesiastica avrà prov-veduto nel caso attuale. Ascolti una parola d’un amico, nemico del ma-le: tralasci di venire, che troverà il di Lei tornaconto, e non andrà in-contro a dispiaceri non cercati. “A buon intenditor, poche parole ba-stano.” Col massimo ossequio»!

Né i tentativi del sindaco di ricondurre il popolo alla ragione, né gli interventi del vescovo valsero a placare gli animi, che per mesi e mesi si mantennero esasperati. Intanto l’autorità ecclesiastica, giu-stamente, non volle cedere: tolto, comunque, don Grassi, la parroc-chia fu affidata a don Antonio Romanò, come delegato vescovile. Don Marino rinviò la sua venuta a Civello, anche su desiderio della Questura, che per timore di disordini gradiva un periodo di decanta-zione ed un’entrata in sordina, magari durante la stagione dei lavori in campagna, quando la gente era indaffarata per i problemi suoi e aveva meno tempo di imbastire discussioni. Ad una assemblea in dicembre, presieduta dal sindaco Michele Clavenna (che in seguito si sarebbe dimesso proprio per queste vicende), avevano partecipato circa 140 capifamiglia!

La popolazione continuava a oltranza lo «sciopero», disertando la chiesa. Alcuni civellesi, pellegrini a Roma nel mese di luglio, scrissero addirittura al Papa, come testimonia una cartolina (che è riprodotta nel volume su Villa Guardia, a pag. 344). Ancora il 13 agosto 1905 si ri-fiutò il sacerdote (don Romanò) a un funerale, andando tuttavia a «in-volare» una croce dalla chiesa. Chi si recava alle funzioni era conside-rato un crumiro.

In questo clima, sabato 19 agosto 1905, col treno delle 16,54 don Marino Canclini arrivava alla stazione di Civello, mettendo piede per la prima volta sul suolo della sua parrocchia. Le autorità comunali, preavvertite da don Romanò, andarono a salutarlo. E da allora comin-ciò il disgelo.

Page 88: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

87

Già in settembre, su iniziativa di don Antonio Moletta (a Civello era venuta una famiglia Moletta, ricordata da don Canclini come benefattrice della chiesa) e del chierico Giuseppe Pizzala, ci si mos-se per «intrapprendere una santa e nobile missione di restaurazione» dopo «le tristi vicende che hanno funestato questo paese di Civello, riducendolo in condizioni morali, pressoché disastrose» che «non ponno a meno di seriamente e dolorosamente far breccia nell’animo dei Buoni». Si organizzò una pesca di beneficenza per l’8 di otto-bre, in vista di: celebrare la festa parrocchiale, solennizzare l’ingresso del M. R. Parroco e di procurare un benefico e valido aiu-to all’Asilo Infantile, «il che s’impone con urgenza, onde effettuare la riapertura pel nuovo anno». «È similmente pio desiderio di muni-re la Confraternita maschile di S. Luigi di un vessillo, da benedirsi in tale giorno, il quale sarà onorato dall’intervento di musiche e so-cietà, munite delle proprie insegne».

La vita sociale e religiosa riprendeva con tutte le intenzioni di chiudere la dolorosa parentesi. Nell’ottobre 1905, dunque, don Marino fece il suo ingresso ufficiale in parrocchia (anche se gli atti di Curia di consegna del beneficio si perfezionarono solo il 7 settembre 1906). Tra i documenti in appendice, ne pubblichiamo alcuni relativi a questa in-quietante pagina della storia religiosa civellese.

Quando il 30 aprile 1911 veniva a Civello in visita pastorale il ve-scovo Alfonso Archi, trovava una comunità religiosa viva: degli 855 abitanti civellesi (17 temporaneamente all’estero, 60 emigrati in modo permanente) cui si agiungevano i 345 abitanti di Luisago, 105 erano i Confratelli del Santissimo Sacramento, 200 le Consorelle, 45 i Confra-telli di S. Luigi, 87 le Figlie di Maria. Vi era inoltre l’Associazione della Dottrina Cristiana (eretta nel 1906) con 70 iscritti, la Confraterni-ta del Carmelo con 150 iscritti; quindi gruppi aderenti all’Apostolato della Preghiera, alla Santa Infanzia, ecc..

Per la verità erano anni difficili per le associazioni cattoliche e per la vita religiosa in generale. Ciononostante, a Civello nel 1908 si erano tenute le Missioni, dopo tredici anni che non si facevano più. Da tre anni si erano istituite le Quarantore, che erano rimaste tra i pii desideri del compianto don Confortola. Il mese di maggio era solennizzato con «Rosario, Discorso e Benedizione» tutte le se-re; così le mattine d’ottobre. Ogni sera un «buon uomo» recitava in chiesa il rosario; in quaresima si praticava la Via Crucis; il venerdì

Page 89: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

88

si suonava la campana alle tre; si celebrava la novena dello Spirito Santo secondo le prescrizioni pontificie. E con l’aiuto del vicario (che suonava l’organo) furono insegnati la Messa e il Vespro in canto gregoriano secondo l’edizione di Solesmes.

Non fa meraviglia se, su questo terreno così preparato già da don Confortola, erano sbocciate diverse vocazioni sacerdotali: nel 1907 veniva ordinato sacerdote don Augusto Tettamanti, nel 1908 don Giu-seppe Pizzala (che avevamo trovato nei mesi «bollenti» della nomina di don Marino), nel 1911 don Bartolomeo Pellegrini. Ne diamo una brevissima scheda, a parte, dedicata ai sacerdoti e religiosi civellesi, nel presente volume.

L’impegno di don Marino non restava dentro la sacrestia, ma ri-dondava in un forte impegno per la presenza dei cattolici nella vita so-ciale: l’eredità di don Confortola era passata in buone mani ed era messa a frutto. Al parroco faceva capo l’Asilo Infantile, che aveva ri-preso la sua attività, amministrato dalla Congregazione di Carità. E don Luigi Guanella, che pure, come abbiamo visto, aveva avuto un suo legame con Civello, avrebbe concesso per l’assistenza ai bambini le «Figlie della Provvidenza», cui ancora la storica istituzione è affidata. Don Marino Canclini ne era il direttore.

Ma, «sgraziatamente il Municipio è ancora in buona parte in mano dei popolari, dai quali il povero parroco non può aspettarsi che noie e dispiaceri». Così annotava don Marino il 20 novembre 1910 nel rispondere al questionario in preparazione della visita pa-storale.

Forse anche per questo l’attenzione del parroco si volse al mondo operaio e contadino, con una forte tensione morale e con l’iniziativa concreta. Erano gli anni in cui i cattolici, ispirandosi alla dottrina so-ciale della Chiesa, che aveva il suo cardine nella famosa enciclica Rerum novarum di Leone XIII, andavano organizzando le «Leghe del lavoro», che associavano gli operai, che si riconoscevano negli ideali cristiani. A Como ispiratori del movimento cattolico erano Abbondio Martinelli e Achille Grandi. Il 28 aprile 1910 si era tenuta la prima as-semblea generale dei soci della «Federazione del lavoro di Como e Circondario». Vi parteciparono anche i rappresentanti della «Lega del lavoro di Civello, Maccio e limitrofi», che aveva avuto l’adesione di 150 soci, per lo più tessitori. Ed il 20 agosto 1911, con una solenne fe-sta, aperta alle 4,30 del mattino con una «salve di cannoncini», si inau-

Page 90: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

89

Panorama di Civello (1911).

Gruppo di soci fondatori del Circolo Popolare Cattolico con il parroco Marino Canclini. (Dall’opuscolo «Civello», 1911).

Page 91: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

90

gurava con la benedizione la bandiera del Circolo Popolare Cattolico, con la partecipazione di autorità religiose e civili, e di vari corpi musi-cali. Il discorso inaugurale veniva tenuto dall’avvocato Filippo Meda e del dottor Cappellini, che erano i massimi dirigenti del Movimento Cattolico milanese. In appendice pubblichiamo «Il saluto alla nuova Bandiera» pronunciato da don Marino Canclini ed uno stralcio di quanto egli ebbe a scrivere nell’opuscolo stampato per quella memo-rabile circostanza.

La vitalità comunitaria (già nei primi anni del secolo, intorno al 1903, era sorta la Cooperativa di consumo) si manifestava anche con altre iniziative di indubbio valore sociale, come la fondazione nel 1908 della Società Cooperativa Edificatrice che nel 1910 realizzava la «Ca-sa del Popolo», ampliata nel 1913. E, ricalcando l’esempio di Giovan-nina Ferrari, che a Como aveva fondato le Scuole Operaie Femminili «Studio e Lavoro» di ispirazione cattolica, anche a Civello, nei locali attigui alla chiesa, fu aperta una «Scuola festiva di lavoro» sotto la di-rezione della signora De Fogolari Paolina ved. Bianchi.

E seguirono gli anni di guerra, che segnarono la vita di Civello con gli stenti, oltre che con il dolore per i figli caduti: 22 giovani combat-tenti non tornarono più. Nel 1917, con atto in data 31 maggio, la citata signora Paolina De Fogolari, donava alla chiesa il locale ad uso orato-rio, che già da molti decenni era stato affittato per quello scopo, come accennato parlando del parroco don Gian Antonio Clerici.

E mentre finalmente tornava la pace (pur gravida di nuovi e diversi problemi) nel 1918 don Marino Canclini lasciò Civello, per assumere l’arcipretura di Isola Comacina.

Don ANTONIO SEVESO (1919-1964)

Da Viconago, in Val Marchirolo in provincia di Varese, dov’era parroco, fu chiamato a Civello con nomina del 10 marzo 1919. L’ingresso in parrocchia avveniva il 29 maggio, accompagnato dal prevosto di Fino, mons. Giuseppe Cattaneo; mentre la presa di posses-so del beneficio temporale avvenne il 17 ottobre, giorno del suo tren-tanovesimo compleanno. Era nato, infatti, a Cermenate il 17 ottobre 1880, ordinato sacerdote il 12 luglio 1903. Il suo ministero era comin-ciato come vicario coadiutore a Fino, prima di passare parroco a Vico-nago nel 1911.

Page 92: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

91

È il sacerdote che, certamente, più di tutti i predecessori ha la-sciato il segno della sua presenza a Civello, avendo speso qui ben 45 (meno 10 giorni) dei 61 anni della sua vita sacerdotale. Grazie alle note di cronistoria da lui stese, è possibile ricostruire, passo passo, gli avvenimenti più significativi di quel lungo periodo, in cui nel nostro Paese è stata vissuta l’esperienza di una dittatura, la tra-gedia di una guerra, la speranza e la fatica della ricostruzione. La vita religiosa della comunità di Civello, quale emerge dalle scarne note di don Antonio, sembra il filo conduttore della stessa speranza, ancorata alla fede, che ha accompagnato tanti gesti quotidiani, ha nutrito tanti entusiasmi, ha alleviato tante sofferenze in una sequen-za di momenti non solo rituali, ma vissuti con intima partecipazio-ne, sentiti come salvifici nel cammino «in questa valle di lacrime»; momenti di testimonianza della carità, nella condivisione delle gioie, nella compassione dei dolori, nella solidarietà nel bisogno, nella dimensione comunitaria.

Sono molte le tracce di quel cammino, tuttora visibili in tanti aspet-ti esteriori; simboli, tuttavia, di una certa spiritualità: alcuni vivi, altri sui quali si va stendendo lentamente la patina del tempo, anche per i numerosi mutamenti intervenuti nella vita parrocchiale con le riforme conciliari e con le nuove esigenze. Ne diamo rapidi accenni, cercando di far intravedere, sotto le immagini visive, quanto esse rappresentano del modo di sentire la religione e di vivere l’esperienza cattolica in quegli anni.

Era l’era del fascismo: quel regime si affidava molto all’immagine esteriore, alle parate in piazza, alle divise, ai gagliardetti; era quello il «linguaggio» dell’epoca. Ebbene, anche la «resistenza» a quella ideo-logia da parte cattolica, pur senza proclami di guerra, si giocava paral-lelamente, ma intensivamente, con analoghe armi, ma con qualche «fi-nezza» in più sul piano culturale e spirituale, per contrastare la «misti-ca fascista».

Le armi dei cattolici erano la formazione religiosa attraverso as-sociazioni, finalizzate non solo a promuovere pratiche devozionali, ma anche e soprattutto a diffondere la conoscenza e l’interiorizza-zione della dottrina cristiana. Essa a quel tempo aveva una forte va-lenza sociale, dovendo contrastare l’ideologia laicista di destra ed il materialismo marxista di sinistra, che minacciava in particolare le co-scienze degli operai e contadini, che erano la grande maggioranza

Page 93: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

92

della nostra gente. Ecco, allora, che l’attenzione pastorale mirava a mantenere vive le associazioni devozionali (Congregazione di San Luigi, Figlie di Maria, ecc.) già radicate nelle nostre comunità, e vi innestava anche le nuove associazioni formative dal punto di vista dottrinale, come l’Azione Cattolica, operante su quattro «punti car-dinali»: unione uomini, unione donne, gioventù maschile e gioventù femminile. E se il «Duce» inventava i «figli della lupa» o i «balilla», niente paura. Senza far finta di niente si inventavano le «fiamme bianche, rosse e verdi» e le «beniamine» o gli «aspiranti», che anda-vano «a dottrina» per imparare il catechismo, o «all’adunanza» per addestrarsi a interpretare e vivere i fatti quotidiani secondo il Vange-lo e la dottrina sociale della Chiesa. Non era necessario dichiararsi antifascisti; né sarebbe stato possibile, pena la chiusura dei circoli cattolici. Bastava spargere abbondanti messaggi alternativi, come an-ticorpi immunizzanti dentro le coscienze, rimanendo ciascuno sul suo. Non per niente, più di una volta, quando gli effetti immunizzanti ridondavano in piazza, il Fascismo entrava in collisione con la Chie-sa, e lo scontro frontale avveniva mettendo in mezzo l’Azione Catto-lica.

Tra le note di don Antonio, appare significativa questa: «1930 - marzo. Si può finalmente erigere la tanto auspicata Sezione donne di A. Cattolica con presidente la Signora Carla Pizzala e segretaria la Signora Carnini Maria Enrica». Ma, spesso, Civello fu centro per manifestazioni anche di plaga (come si diceva allora, con riferimen-to alla zona) per le associazioni di Azione Cattolica. Così, ad esem-pio, il 27 luglio di quello stesso anno 1930, a Civello si svolgeva il Convegno di plaga dei Giovani Cattolici della pieve di Fino e nel maggio 1937 il «Congressino Aspiranti e Beniamine delle sezioni di Civello, Maccio, Montano, Lucino e Cassina Rizzardi». Il 6 giugno «per la giornata di ritiro delle Aspiranti maggiori... si inaugurava il nuovo Altare nella cappella di S. Giovanni Bosco al Teatro». Nel 1938, mons. Macchi, in visita pastorale benediceva la cappella e l’altare di S. Giovanni Bosco e le bandiere della Gioventù Femmini-le, dei Giovani e degli Uomini di Azione Cattolica. Papa e Azione Cattolica erano il binomio di una «resistenza» incruenta, che si leg-geva anche negli inni in voga allora (in contrapposizione a quelli fascisti): «Noi vogliam Dio, Vergin Maria» (che aveva ascendenze anteriori) e «Bianco Padre, che da Roma...».

Page 94: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

93

Fatta questa premessa, possiamo capire meglio tutto quello che «si vede» di quegli anni, e che fa parte della controscenografia per immagini e per simboli, che si manifestavano in bandiere, statue, gonfaloni, processioni, beatificazioni o canonizzazioni di certi santi, come don Bosco o Teresa del Bambin Gesù, le cui immagini sareb-bero andate a soppiantare i dipinti ottocenteschi sulle volte della chiesa di Civello.

Si forma in questi anni il corredo di statue, che ora sono collocate nella cappellina accanto: San Luigi e Sant’Agnese(1922), il Sacro Cuore (1927) con consacrazione della parrocchia al Sacro Cuore di Gesù. Per devozione privata sono donate, invece, nel 1924 la statua di Sant’Antonio, da parte della signora Videmari (posta nella cappella di San Carlo); nel 1926 quella di Maria Bambina, da parte della signora Enrica Maria Turcatti (posta nella cappella della Madonna); infine nel 1944 quella di Santa Rita, donata dalla signora Lietti e collocata nella cappella dell’Immacolata.

Nel 1924 si tengono le Missioni, predicate da due padri Cappuc-cini dal 15 al 23 marzo. Esse si ripeteranno dall’11 al 19 aprile 1934; dal 10 al 19 marzo 1946; dal 21 al 31 marzo 1957. Ma l’attività di formazione (tridui, ritiri spirituali e santi esercizi, predi-cazione straordinaria quaresimale o in occasione delle Quarantore o altre circostanze speciali, ecc.) ricorrono con un’intensità straordi-naria, insieme con tanti nomi di preti, noti per pietà e per cultura, chiamati a Civello per spiegare la parola di Dio e profondere la dot-trina cristiana. Sono sacerdoti di varie «generazioni» e «titoli» (al-cuni erano ed altri sarebbero diventati monsignori o canonici o pro-fessori, ma qui non possiamo attagliare i titoli di ciascuno sulle da-te), come poteva contattarne il parroco di Civello: don Giovanni Baserga, don Giulio Bernasconi, don Evaristo Peccedi, don Enrico dell’Acqua, don Andrea Bernasconi, don Angelo Sassi, don Egidio Induni, don Michele Molinari, don Pierino Fantoni, don Clemente Gaddi (poi vescovo di Nicosia e arcivescovo di Bergamo), don Vin-cenzo e don Angelo Monti, don Aldo Magnoni, don Martino Ciap-poni, don Angelo Dolcini, don Eugenio Fontana, don Silvio Riva, don Giovanni Padovese, don Virgilio Bianchi, don Eliseo Ruffini, don Mario Frigerio e molti altri degli anziani o dei più giovani, tra cui, spesso, il civellese padre Giuseppe Negretti.

Tappe significative sono segnate dal Giubileo straordinario del

Page 95: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

94

1933 e dall’Anno Santo 1950 (con pellegrinaggio a Roma), che vide il primo novembre la solenne proclamazione del Dogma dell’Assunzione di Maria da parte di Pio XII.

Nelle note di don Antonio un posto fisso ed un’attenzione partico-lare hanno le devozioni proprie di Civello, specialmente quelle della Madonna del Carmelo e del Bambino. Nel 1941, il vescovo mons. Macchi, presente a Civello per la terza visita pastorale, partecipò alla processione del Bambino. Curioso rilevare come nel 1960, egli scri-veva: «Per la prima volta dopo 41 anni il 10 Gennaio la festa del no-stro Bambino, avemmo una fosca giornata di nevischio e d’acqua, con immenso cruccio della nostra gioventù, e specie dei coscritti dell’anna-ta...». La festa della Madonna della Cintura è sempre solennizzata: nel 1951 vi partecipa mons. Peruzzo, vescovo di Agrigento, e predica il civellese mons. Pellegrini, che celebra la messa cantata e tiene un’av-vincente omelia, nel quarantesimo della sua ordinazione sacerdotale.

Altre memorabili celebrazioni segnano la vita parrocchiale di Ci-vello, in occasione dell’ordinazione sacerdotale di padre Giuseppe Negretti (1939) o delle ricorrenze anniversarie della vita sacerdotale di don Antonio o di altri sacerdoti (come gli ex-vicari di Luisago don Rizieri Giudici o don Giacomo Forcari). Momenti di intensa religio-sità e partecipazione traspaiono da quanto scrive don Antonio nel 1963: «In quest’anno due nuovi avvenimenti vivamente interessava-no ed entusiasmavano a festa la nostra Parrocchia: il 29 Giugno la prima Santa Messa del novello nostro Sacerdote Don Costante Mar-tinelli e il 25 Agosto il 60œ1oœ2 di Sacra Ordinazione del Parroco D. Antonio Seveso. La quasi totalità della popolazione vi prendeva vivissima parte e religiosamente colla partecipazione ai S. Sacramen-ti, alle S. Messe e processione solenne; e materialmente addobbando festosamente tutte le vie del paese, e presenziando a sera al tratteni-mento in teatro, e più concorrendo colle loro offerte all’acquisto dell’impianto elettronico delle nostre campane, a gloria di Dio sem-pre e a ricordo perenne di tali indimenticabili date. Laus Deo». Sono queste le ultime righe con cui si chiude la cronaca parrocchiale stesa da don Antonio Seveso; le uniche scritte per il 1963, quasi che il suo cuore, fisicamente stanco, volesse ripiegarsi a meditare su questo fat-to: un novello sacerdote di Civello era come un ultimo germoglio confortante, gemmato sul suo lungo ministero per alimentare la spe-ranza, prima di concludere la corsa in questo mondo.

Page 96: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

95

Incastonate tra le cronache «spirituali» non mancano le memorie delle cose concrete realizzate, per il decoro della chiesa, per le opere parrocchiali; ovvero di fatti che hanno toccato la comunità. Ne diamo un telegrafico elenco, stralciando dalle note di don Antonio.

«1925. Aprile. Veniva provveduto per il falegname Avoguadro all’ingrandimento della cantoria, portandola parallela sino alle due prime lesene... ». «Giugno. Il Vicario Don Rizzieri Giudici è promosso alla parrocchia di Drezzo... ». Suo successore fu don Giacomo Forcari. «Settembre. Nella casa parocchiale viene rinnovato il pavimento della cucina... i sotterranei sono felicemente adattati a sala da pranzo, to-gliendo il disturbo che si dava alla Chiesa, quando nelle feste si usava della sala superiore... ».

«1926. Aprile. Si acquistano 6 candelieri e Croce per l’Altare Maggiore nelle solennità; erano già di appartenenza della Chiesa di S. Maria Segreta in Milano. Sono pagati L. 1800». Seguono lavori al tetto della chiesa, ripresi nel 1931, e riparazioni al castello delle campane.

Nel 1927 si ripara la cupola del campanile e si rinnova la croce; nel 1928 viene rifatto il pavimento della chiesa in piastrelle di grani-glia dalla ditta Bernasconi di Como, con una spesa totale di lire 5.190. Nel 1934 si rinnova il tabernacolo, «la porticina del medesimo in bronzo è fattura della Ditta Saldarini di Fino». Nel 1935 il vicario di Luisago, don Giacomo Forcari va parroco a Naggio.

Nel 1939 si pone mano alla nuova decorazione della chiesa, ad opera dei pittori Fedele Martinelli di Bizzarone, e Cocquio di Ligurno. Ma si lavora anche al battistero e all’altare maggiore, all’organo. Ne parliamo ampiamente nei capitoletti sulla chiesa e sull’organo.

Nel febbraio 1941 «si acquistarono dalla Ditta Obletter di Ortisei in Val Gardena due Angeli reggi-lampada intagliati su nostro disegno, decorati uso bronzo, collocati sulle balaustre del coro: l’uno tiene ac-cesa la lampada del SS. Sacramento, l’altro una lampada votiva per i nostri soldati». E in quel clima di apprensione per la guerra, che ancora avrebbe chiesto il sacrificio della vita a vari giovani di Civello, il 24 agosto, nella festa della Madonna della Cintura, la messa veniva cele-brata con un nuovo calice, opera dei fratelli Borghi di Malnate, offerto dalle madri e dalle spose dei soldati.

Ma la guerra chiedeva di sacrificare anche le campane della chiesa, requisite dal Governo. Il 17 ottobre 1942 (era il compleanno di don

Page 97: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

96

Antonio) venivano abbassate dalla Ditta Ottolina di Seregno le due maggiori, quasi centenarie.

Tra le note cronachistiche di don Antonio Seveso negli anni di guerra, merita di essere riportata la seguente, che riferisce di un epi-sodio accaduto il 25 dicembre 1944: «Nel giorno di Natale un fatto che ebbe quasi del miracoloso, durante la Messa solenne delle 5, mentre il Parroco distribuiva la S. Comunione agli uomini ed ai fanciulli all’altare, un pezzo di intonaco, di un certo peso, forse per le scosse dei bombardamenti vicini, si staccava dalla volta e pas-sando sul capo del Parroco e le Sacre specie, andava ad infrangersi sulla predella senza nessuno ferire o toccare anche solo. I Vesperi furono interrotti per le detonazioni, che si ripercuotevano paurosa-mente nella Chiesa, per lo scoppio della polveriera di Cesano. Un vetro del finestrino, che dà nella Chiesa, nel corridoio superiore del-la casa, si infrangeva, cadendo in Cappella della Madonna sulla te-sta della madre del Parroco, senza però arrecarle alcun danno. Il no-stro Natale di guerra».

E finalmente nella primavera del 1945 la guerra cessava. Nelle note di don Antonio si registra l’entusiasmo della gente di Civello, con la partecipazione il 13 maggio al pellegrinaggio alla Madonna del Car-melo, con la solennissima festa dell’Addolorata celebrata il 30 settem-bre a Luisago, voluta dai reduci dalla prigionia e dalla guerra, che nel pomeriggio portarono il simulacro della Vergine, per la prima volta dopo il 1924. L’8 dicembre iniziava a Luisago il suo ministero come vicario don Lorenzo Pozzi, di Fino.

Tra gli eventi del dopoguerra spicca, il 16 agosto 1947 la solenne cerimonia di incoronazione della Madonna per mano di mons. Leone Ossola, vescovo di Novara (il primo agosto era defunto mons. Ales-sandro Macchi, vescovo di Como). La corona, realizzata con l’oro do-nato alla chiesa dai devoti, era opera dei fratelli Borghi. La celebrazio-ne si era articolata su tre giorni, la cui conclusione così è descritta da don Antonio: «Né vogliamo tacere del ritrovarsi in quelle sere di tutta la nostra gente, come di una sola famiglia, sul sagrato per godere dell’illuminazione, dei fuochi d’artificio, dei concerti ed anche per un ultimo saluto alla Madonna, che dalla nostra Chiesa, aperta fino a tarda ora, tra i suoi addobbi e le sue luci pareva maternamente sorridere ai suoi figli festanti».

Il 1949 è contrassegnato da due episodi salienti: il passaggio della

Page 98: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

97

La «Madonna Pellegrina» a Civello nel luglio 1949.

Celebrazioni per il centenario dell’apparizione di Lourdes. In primo piano il chierico Costante Martinelli; dietro la Madonna padre Giuseppe Negretti.

Page 99: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

98

Il vescovo mons. Felice Bonomini in visita a Civello il 21 settembre 1963.

Don Antonio Seveso festeggiato nel sessantesimo di sacerdozio (1963).

Page 100: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

99

Madonna Pellegrina il 3 luglio, e l’arrivo delle nuove campane di Luisago e di Civello in agosto, consacrate il giorno 21 dal vescovo mons. Felice Bonomini. «Per la prima volta le nostre suonavano so-lennemente a distesa dall’alto del campanile rintonacato per la festa della nostra Madonna della Cintura».

Nel 1952 si registrano corposi interventi di riassetto alla casa par-rocchiale. La cronaca di quell’anno si chiude così: «A titolo di novità segniamo che uno dei nostri giovani di A. C., Viganò Ruggero di Fran-cesco, a 24 anni, primo nella storia della Parrocchia, il 29 Settembre vestiva l’abito dei Cappuccini di S. Francesco».

Nel 1953 il vicario don Lorenzo Pozzi lasciava Luisago, per an-dare a reggere la parrocchia di Manera. Gli subentrava don Gian Piero Bernasconi, originario di Cagno, che iniziava il suo ministero «subito dopo queste solennità», ossia dopo la festa per il cinquante-simo di sacerdozio di don Antonio Seveso, celebrato nei giorni 15, 16 e 17 agosto.

1954: anno dell’Immacolata (centenario della proclamazione del dogma). Nel cortile dell’Asilo la Ditta Poletti di Alzate costruisce una grotta di Lourdes; mentre nel 1956 si rimette a nuovo la cappella della Madonna in chiesa.

Ma la vita della Chiesa locale, che ruota attorno alla parrocchia guidata da un presbitero, trova il suo riferimento nel vescovo, che ac-costa i fedeli specialmente nella «visita pastorale». Numerose furono le visite pastorali dei nostri vescovi, durante il ministero di don Anto-nio Seveso. Ci limitiamo a registrarne le date: - 1928, 21 novembre: visita pastorale di mons. Adolfo Luigi Pagani. - 1933, 2 aprile: prima visita pastorale di mons. Alessandro Macchi. - 1938, 3 aprile: seconda visita pastorale di mons. Alessandro Mac-chi. - 1941, 18-19 gennaio: terza visita pastorale di mons. Alessandro Macchi. - 1944, 18 maggio: quarta visita pastorale di mons. Alessandro Mac-chi. - 1952, 2 novembre: prima visita pastorale di mons. Felice Bonomini. - 1958, 18 maggio: seconda visita pastorale di mons. Felice Bonomi-ni. - 1963, 21 settembre: terza visita pastorale di mons. Felice Bonomini.

Dopo tanti anni di servizio a Dio e alla Chiesa, don Antonio Seve-

Page 101: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

100

so, si spegneva il 19 maggio 1964, all’età di 84 anni. In novembre sa-rebbe stato inaugurato il monumento sulla sua tomba, a perenne ricor-do. In quello stesso anno la vicarìa di Luisago veniva costituita come parrocchia autonoma, dopo 315 anni di unione con la «cura» di Ci-vello. Primo parroco veniva promosso il vicario don Gian Pietro Ber-nasconi.

Don GUIDO FONTANA (1964-....)

È toccato a don Guido Fontana il compito non facile di raccogliere l’eredità spirituale di don Antonio Seveso, e di tracciare il cammino della comunità parrocchiale di Civello sui nuovi percorsi, annunciati dal Concilio Vaticano II.

Don Guido, nato a Montemezzo il 9 febbraio 1922, ordinato sacer-dote da mons. Bonomini il 27 giugno 1948, ha iniziato il suo ministero come «canonico», ossia come vicario coadiutore, a Teglio. Nel 1954 era promosso prevosto di Laino Intelvi, dove è rimasto dieci anni. Il 26 luglio 1964 faceva il suo ingresso come parroco di Civello, accompa-gnato dal prevosto di Fino, mons. Antonio Binda.

Per cominciare il dialogo con i fedeli, ha dato avvio alla pubblica-zione del bollettino parrocchiale, con un inserto su «La buona paro-la», e poi, man mano, con gli altri fogli informativi come «Il fermen-to», redatti localmente con la collaborazione di tutti i gruppi parroc-chiali, per «Costruire insieme», come propone il titolo assunto ulti-mamente dal bollettino.

L’azione pastorale di don Guido si è mossa, in questi ventinove anni di ministero nella comunità di Civello, lungo i binari tracciati dal Concilio, e in fedele esecuzione delle direttive dei vescovi: istituzione del Consiglio Pastorale Parrocchiale (1970, primo presidente dottor Giuseppe Subini), dentro il quale ha proposto, discusso e condiviso i programmi della vita ecclesiale locale; attuazione della riforma litur-gica, con gli opportuni interventi di adattamento della chiesa (1971); pastorale della famiglia, per i giovani, per gli anziani...

Sempre nella fase di attuazione del Concilio, il parroco di Civel-lo si fa promotore dell’istituzione del Consiglio Pastorale per la Zo-na «Bassa Comasca» (1980), di cui resta delegato presbiterale fino al novembre 1982, quando la parrocchia di Civello passa alla Zona Prealpi.

Page 102: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

101

Frattanto si tengono vive in parrocchia le iniziative di forma-zione con ritiri spirituali specializzati per i giovani, le giovani, gli uomini, le donne. Prendono corpo e si sviluppano, con esperienze via via aggiornate, le attività di animazione e formazione per i ra-gazzi ed i giovani (campi estivi o invernali in località diverse, Grest); mentre va maturando nella comunità la sensibilità per i nuovi problemi sociali, che caratterizzano la vita odierna: sono le cosiddette «nuove povertà», che bussano al cuore dei cristiani, e che vedono a Civello momenti di attenzione e di impegno delle persone, con la partecipazione a gruppi di volontari (come, ad esempio, il «Gruppo Carità»), che operano a favore degli handicappati, dei ma-lati di mente, delle vittime della fame o della guerra, in sintonia con le iniziative zonali o diocesane. E per tonificare lo spirito comunita-rio ecco iniziative di animazione culturale (attività cinematografica e teatrale presso il Salone Pellegrini) e ricreativa sociale, che coin-volgono l’intera popolazione, come il «Palio dei Borghi» che ebbe la sua prima edizione nel 1980; per non parlare delle iniziative mi-nori come il concorso presepi ed altre.

In un futuro prossimo, per una formazione più aderente alle speci-fiche esigenze, secondo lo stato di vita, si va prospettando un rilancio dell’Azione Cattolica, con la istituzione di gruppi giovanili e di gruppi dei genitori, anche in attuazione delle linee pastorali tracciate dal ve-scovo mons. Alessandro Maggiolini.

La vita religiosa, che puntualmente è cadenzata pure sul fedele at-taccamento alle tradizioni (festa del Bambino, Madonna del Carmelo, Madonna della Cintura, che dal 1969 si posticipa all’ultima domenica di settembre, per celebrare contestualmente anche la festa dei Santi Pa-troni) si anima di momenti straordinari, come le Sante Missioni, che si tengono dal 10 al 24 marzo 1968 (predicate dai Passionisti), anno del ventesimo di ordinazione sacerdotale del parroco; quindi dal 25 a-prile al 9 maggio 1976 (predicate dai Cappuccini) e si ripetono dal 12 al 26 ottobre 1986 (predicate ancora dai Passionisti).

I vescovi si susseguono nelle visite pastorali alla comunità: mons. Felice Bonomini compie il 7 giugno 1969 la sua quarta ed ultima visi-ta; mons. Teresio Ferraroni fa la sua prima visita pastorale il 24 feb-braio 1975, cui ne segue un’altra in data 19 gennaio 1980. Ma frequen-ti sono le loro presenze a Civello, in occasione dell’amministrazione della Cresima, per condividere con la comunità alcuni momenti solen-

Page 103: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

102

ni (inaugurazione del Centro Parrocchiale, ecc.), che segnano le tappe di un cammino insieme, nella crescita morale della famiglia parroc-chiale. In altre occasioni la cresima è impartita dai vicari episcopali, tra i quali è bello ricordare mons. Franco Festorazzi, ora arcivescovo di Ancona-Osimo.

Tra le esperienze memorabili va ascritto nel 1978 il pellegrinag-gio in Terra Santa, guidato dal parroco. Ma anche Lourdes e Fatima sono mete di più di un pellegrinaggio; come pure ci si spinge fino in Polonia a pregare la Madonna di Chestokowa, tanto cara al papa Giovanni Paolo II; mentre si pensa di andare ad Ars, sulle orme del «santo curato» Giovanni Maria Vienney. Altre occasioni danno motivo di ricarica spirituale, come il venticinquesimo di messa di don Costante Martinelli, che coincide nel 1988 con il quarantesimo di don Guido e la professione perpetua di suor Franca Vendramin; e nel 1989 il cinquantesimo di padre Giuseppe Negretti. Frattanto, nel contesto delle celebrazioni per il cinquecentesimo della parrocchia, si vanno preparando i festeggiamenti per il quarantesimo di profes-sione di fra Michele Viganò, cappuccino, che viene a coincidere, al-tresì, con il trentesimo di ordinazione di don Costante ed il quaran-tacinquesimo del parroco: sembra un gioco di numeri, che tuttavia costituisce una catena, quasi un «rosario» su cui è cadenzata la vita, e medita la comunità ecclesiale di Civello.

Ma per coordinare tanto fervore, per coagulare e consolidare lo spirito di «comunione e comunità» necessitano anche spazi fisici, che a Civello mancano, o sono, comunque, insufficienti. Così pren-dono corpo, e pian piano si affinano e si ampliano, i progetti di si-stemazione del Centro Parrocchiale, che, con l’acquisizione di a-ree e l’esecuzione di imponenti opere, rende visibilmente più grande il cuore della chiesa di Civello, che è cresciuto gemmandosi pro-gressivamente dall’antico «Zoc», per uscire a captare aria, sole, e voglia di stare insieme pregando e operando. Nel 1972 (dopo un tri-duo di preparazione concluso con l’intervento del prof. don Dante Lafranconi, ora vescovo di Savona), il 21 maggio, il vescovo mons. Teresio Ferraroni inaugurava il nuovo Centro Parrocchiale; che an-cora si ampliava, nel 1990-91 per ricavare una sala giochi per ra-gazzi e giovani, e per dare una sede al gruppo dei pensionati. L’inaugurazione avveniva il 23 maggio 1992 alla presenza del ve-scovo mons. Alessandro Maggiolini.

Page 104: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

103

L’ingresso in parrocchia di don Guido Fontana (26 luglio 1964). A destra don Bruno Ricca, parroco di Lucino; a sinistra don Clelio Stucchi, parroco di Lurate.

Don Guido Fontana festeggiato nel venticinquesimo di sacerdozio (1973).

Page 105: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

104

Il vescovo mons. Teresio Ferraroni visita il Centro Parrocchiale dopo l’inaugurazione (21 maggio 1972). Lo accompagnano don Guido Fontana, don Giampiero Bernasconi e Pierluigi Isella.

Il vescovo mons. Alessandro Maggiolini il 23 maggio 1992 si accinge a benedire le nuove sale del Centro Parrocchiale.

Page 106: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

105

Dopo che già dal 1979 si era formato il Gruppo Sportivo «Ottaga», (primo presidente Pietro Pedroni), dal 1986 si è costituita la sezione aderente all’ANSPI (Associazione Nazionale San Paolo Italia), così da far assumere veste giuridica all’attività dell’Oratorio e Centro Parroc-chiale. I soci del Centro Ottaga, che gestiscono gli impianti sportivi (tennis, ecc.), con prestazioni volontarie, nel 1982 hanno realizzato an-che due campi per il gioco delle bocce, come parte di un progetto del 1980, eseguito dall’Impresa Botta, che prevedeva due campi da tennis (di cui uno costruito), ed un campo per il calcio, oltre ad un locale per ristoro e servizi.

Pure la parrocchia, in applicazione delle nuove norme concordata-rie, dal 1988 ha assunto personalità giuridica, con la ragione sociale di «Parrocchia Santi Cosma e Damiano».

Tra le opere promosse dal parroco don Guido, sono da segnala-re quelle riferite alla chiesa (riscaldamento, rifacimento del tetto e riparazioni al campanile, rifacimento della facciata, restauro dei quadri, ampliamento della cantoria, riassetto dei confessionali, ecc.) di cui si dà relazione nel capitoletto sulla stessa chiesa par-rocchiale. Altri interventi sono in programma, tra cui la posa di un nuovo pavimento ed il restauro della porta, con apposizione di pannelli artistici in metallo, che saranno realizzati dallo scultore Severino Trinca.

In occasione della celebrazione solenne del cinquecentesimo anno di fondazione della parrocchia sono state organizzate manifestazioni in tutto l’arco del mese di maggio 1993. Anche il presente volume ha preso le mosse dall’evento celebrativo, ed ha costituito l’occasione per tentare una ricerca storica approfondita sulle vicende della chiesa loca-le; ricerca, che, pur nei suoi limiti, non è stata infeconda: si può ascri-vere anche questa tra le «opere» volute da don Guido.

Ma, sulla scìa di una lunga tradizione di sensibilità sociale, ispirata dalla fede cristiana, che caratterizza Civello, don Guido Fontana ha vo-luto esprimere il suo affetto alla comunità e manifestare il suo cuore sacerdotale con un gesto pregnante di carità: ha acquistato con i propri mezzi il vecchio compendio immobiliare, che si trova all’ingresso del piazzale della chiesa, destinandolo a fini sociali, per corrispondere ai bisogni più tipici del nostro tempo.

Uno dei due edifici è stato ristrutturato, per ricavarvi alcuni al-loggi per anziani: prima ad essere accolta fu la signorina Tettamanti

Page 107: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

106

Luigia, morta il 29 settembre 1992, dopo un anno di permanenza. Col 1993 sono tre i nuclei familiari che vi trovano ospitalità: i coniugi Ferrari, il signor Maianti ed i coniugi Rastrelli. Il secondo edificio, destinato all’accoglienza di coppie, o ragazzi e ragazze in difficol-tà, sarà gestito con la collaborazione dei volontari operanti in parroc-chia e del Centro Aiuto alla Vita, la cui attività assistenziale sarà co-ordinata dai coniugi Sangiani. Tra le antiche, tipiche corti di Civello, risorge come «corte della vita» quest’angolo del paese, sulla via che porta alla chiesa. Affinché la famiglia parrocchiale sia coinvolta in quest’opera, che deve sentire ed amare come propria della comunità, don Guido ha fondato un legato per la celebrazione di una messa in perpetuo nel mese di dicembre per i benefattori, di cui sarà tenuto l’elenco speciale in archivio.

Un segno imperituro di speranza, lasciato come dono del quaranta-cinquesimo di sacerdozio dal pastore ai suoi fedeli, affinché la carità annunciata dal Vangelo continui a riscaldare e ad illuminare la comu-nità di Civello.

Un secondo legato è stato costituito da don Guido, per la celebra-zione nel mese di maggio di una messa in suffragio di tutti i parroci e sacerdoti di Civello defunti.

Registriamo un’ultima manifestazione, in ordine cronologico, di devozione alla comunità e alla chiesa di Civello: l’atto di donazione, in corso di perfezionamento giuridico, da parte degli eredi Pellegrini (tramite l’esecutore testamentario di mons. Bartolomeo Pellegrini, os-sia il nipote don Giovanni Fontana), della cappella sepolcrale di fami-glia sita nel cimitero locale, per destinarla a cappella dei parroci, «in Christo ressurrecturis».

Sembra una gara di generosità «fuori dal tempo». Eppure, sulla medesima onda, a Civello si è scritta una pagina di storia lunga cin-quecento anni di parrocchia, ed altri secoli ancora all’indietro, fino al 1260 e oltre. Perché «fuori dal tempo» è il riferimento di tutte le gene-razioni, che qui si sono succedute dall’era cristiana: la Resurrezione di Gesù.

Page 108: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

107

Parroci di Civello Davide Borsieri (1493-1495). Giovanni Della Torre (1495-1499). Luigi Rusca (1500-1502). G. Antonio Marinoni (1503-1537). G. Maria Della Torre (1537-1553). Ludovico Amireri (1553-1559; 1562-1563). Muzio Rusca (1561-1562). Bernardino Caprani (1564-1592). Pietro Turconi (1592-1607). G. Battista Natta (1607-1623). Luigi Mossi (1623-1630). Nicolao Gugi (1631-1644). M. Antonio Mainoni (1644-1678). Paolo Francesco Perti (1679-1688). Francesco Perti senior (1688-1694) Francesco Perti junior (1694-1703). Ercole Stampa (1703-1706). Salvino Salvini (1706-1710). F. Antonio Orelli (1710-1742). G. Battista Tessa (1742-1746). Carlo Mossi (1746-1763). G. Battista Rapa (1763-1767). Pietro Salvioni (1768-1792). G. Battista Corbellini (1793-1799). Michele Pini (1800-1803). Francesco Maranesi (1803-1809). Lorenzo Morandi (1809-1829). Antonio Noseda (1830-1852). G. Antonio Clerici (1853-1875). G. Battista Confortola (1875-1904). Marino Canclini (1905-1918). Antonio Seveso (1919-1964). Guido Fontana (1964-.....).

Page 109: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

108

Visita apostolica (1578) e visite pastorali (1581-1980) alla parrocchia di Civello

Il vescovo è il Pastore della Chiesa locale, e la visita pastorale costituisce il momento più qualificante del rapporto tra il vescovo e i suoi fedeli. Pubbli-chiamo l’elenco delle visite pastorali, di cui abbiamo documentazione, effettuate dai vescovi dopo il Concilio di Trento. In qualche caso (1749) il vescovo non presenziò personalmente, ma inviò un suo convisitatore.

1578, 25 settembre: visita apostolica di mons. Francesco Bonomi. 1581, ... ottobre: visita pastorale di mons. Gian Antonio Volpi. 1584, 28 novembre: visita pastorale di mons. Gian Antonio Volpi. 1592, 21 luglio: visita pastorale di mons. Feliciano Ninguarda. 1597, 19 giugno: visita pastorale di mons. Filippo Archinti. 1622, 6 settembre: visita pastorale di mons. Aurelio Archinti. 1631, 12 ottobre: visita pastorale di mons. Lazzaro Carafino. 1640, ..........: visita pastorale di mons. Lazzaro Carafino. 1647, 17 ottobre: visita pastorale di mons. Lazzaro Carafino. 1669, 25 ottobre: visita pastorale di mons. Ambrogio Torriani. 1676, 1 giugno: visita pastorale di mons. Ambrogio Torriani. 1685, 23 giugno: visita pastorale di mons. Carlo Ciceri. 1702, 14 settembre: visita pastorale di mons. Francesco Bonesana. 1749, 7 maggio: visita pastorale di mons. Agostino Neuroni. 1768, 26 agosto: visita pastorale di mons. Gian Battista Mugiasca. 1777, 27 luglio: visita pastorale di mons. Gian Battista Mugiasca. 1784, 24 giugno: visita pastorale di mons. Gian Battista Mugiasca. 1840, 10 settembre: visita pastorale di mons. Carlo Romanò. 1876, 27 agosto: visita pastorale di mons. Pietro Carsana. 1892, 17 novembre: visita pastorale di mons. Andrea Ferrari. 1902, 28 settembre: visita pastorale di mons. Teodoro Valfré de Bonzo. 1911, 30 aprile: visita pastorale di mons. Alfonso Archi. 1928, 21 novembre: visita pastorale di mons. Adolfo Luigi Pagani. 1933, 2 aprile: visita pastorale di mons. Alessandro Macchi. 1938, 3 aprile: visita pastorale di mons. Alessandro Macchi. 1941, 18-19 gennaio: visita pastorale di mons. Alessandro Macchi. 1944, 18 maggio: visita pastorale di mons. Alessandro Macchi. 1952, 2 novembre: visita pastorale di mons. Felice Bonomini. 1958, 18 maggio: visita pastorale di mons. Felice Bonomini. 1963, 21 settembre: visita pastorale di mons. Felice Bonomini. 1969, 7 giugno: visita pastorale di mons. Felice Bonomini. 1975, 24 febbraio: visita pastorale di mons. Teresio Ferraroni. 1980, 19 gennaio: visita pastorale di mons. Teresio Ferraroni.

Page 110: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

109

Sacerdoti, religiosi e religiose originari di Civello

Diamo qui un elenco dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose originari di Civello, per quanto siamo riusciti a ricostruire. Ci scu-siamo, per eventuali, involontarie omissioni. SACERDOTI

Don Franchino Rusca. È ricordato da documenti del 1513 come «pre-te di Civello». Apparteneva ovviamente alla nobile famiglia Rusca.

Don Francesco Pellegrini, ordinato sacerdote (probabilmente a Mi-lano) nel 1747. Fu cappellano a Caccivio e coadiutore a Civello.

Don Augusto Tettamanti, nato a Civello il 7 aprile 1884, fu ordina-to sacerdote nel 1907. Fu vicario a Teglio, titolare del beneficio di S. Maria, passato a San Giacomo nel 1914. Nel 1927 fu promosso arci-prete vicario foraneo per la vicarìa di Teglio; quindi dal 1938 arciprete di Mazzo fino alla morte avvenuta nel 1956.

Don Giuseppe Pizzala, nato a Civello il 21 novembre 1882, ordinato sacerdote nel 1908. Parroco di Ponna Superiore dal 1910 al 1929, fu pro-mosso arciprete di Nesso, dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1951.

Don Bartolomeo Pellegrini, nato a Civello il 25 giugno 1888, ordi-nato sacerdote nel 1911, proseguì gli studi laureandosi in diritto cano-nico e civile presso l’Università di Friburgo (Svizzera). Insignito del titolo di monsignore, fu avvocato del Tribunale della Sacra Rota fino alla morte avvenuta a Roma il 4 giugno 1967. È sepolto a Civello.

Padre Giuseppe Negretti, nato il 7 settembre 1914, entrato nel Se-minario dei Chierici Regolari Somaschi nel 1923, fece la professione solenne il 1 ottobre 1935 e fu ordinato sacerdote il 4 marzo 1939. Lau-reato in matematica e fisica nel 1944, dal 1945 insegnante presso il Collegio Gallio in Como.

Don Costante Martinelli, nato il 4 marzo 1938, ordinato il 23 giu-gno 1963, fu vicario a Uggiate fino al 1970, quindi parroco di Somag-gia fino al 1989. Dal 1990 è parroco di Bernate.

Page 111: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

110

RELIGIOSI

Fra Daniele Ortelli. Nato a Civello nel 1805, a 32 anni vestì l’abito francescano, facendosi eremita custode della chiesa di Sant’Antonio a Balerna, presso la quale morì e fu sepolto nel 1876.

Fra Michele Viganò, al secolo Ruggero, nato a Civello il 19 aprile 1928, entrò nel convento dei Cappuccini di Lovere il 29 settembre 1952. Ha fatto professione solenne nel 1953 a Milano. Si trova nel convento di Casalpusterlengo. RELIGIOSE

Suor Cecilia Butti, nata a Civello il 23 settembre 1917, entrata tra le Figlie di Santa Maria della Provvidenza in Lora, emise i primi voti il 21 giugno 1941 ed i voti perpetui il 21 giugno 1946. Deceduta a Ge-nova il 27 agosto 1987.

Suor Natalina Robustelli, nata a Montano Lucino il 23 dicembre 1919, domiciliata a Civello dal 1921. Entrata tra le Figlie di Santa Maria della Provvidenza l’8 dicembre 1941, ha fatto la professione religiosa nel 1944, tre giorni prima del decesso avvenuto il 23 settembre 1944.

Suor Franca Vendramin, nata a Civello il 30 settembre 1955, dopo la professione religiosa fatta il 15 agosto 1983, tra le Figlie di Santa Maria della Provvidenza, ha emesso i voti perpetui nel 1988. Si trova ora a Cosenza.

Suor Zefferina Robustelli, al secolo Maddalena. Anche se non è nata a Civello, ma a Grosotto, il 10 giugno 1879, ella era sorella di Giuseppe, Edoardo e Pietro Robustelli, ed è sepolta a Civello. Entrata nell’Istituto Santa Croce di Sondrio, si è dedicata all’assistenza dei bambini e dei giovani abbandonati in istituti svizzeri. È morta a Locar-no il 21 febbraio 1975.

Suor Antonietta Pizzala, nata nel 1889, morta a Torino intorno al 1975. Apparteneva alla Congregazione delle Figlie della Carità (Suore di S. Vincenzo de’ Paoli, popolarmente chiamate «suore cappellone» per via della loro divisa storica).

Suor Rosa Arrighi, nata nel 1893, morta a 88 anni il 15 aprile 1981 a Firenze. Anch’essa appartenente alla Congregazione delle Figlie del-la Carità, era stata madre superiora per 40 anni a Lavagna.

Page 112: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

111

Le tradizioni devozionali antiche

Sembra opportuno ricapitolare in qualche paginetta riassuntiva il richiamo delle antiche tradizioni devozionali praticate a Civello. Ne abbiamo parlato, in verità, nelle note di presentazione delle vicende religiose locali, che hanno accompagnato l’attività pastorale dei parroci. L’accenno tra quelle righe serviva ad evidenziare come «il testimone» sia stato passato fedelmente nei secoli dall’uno all’altro dei sacerdoti: anzi, quando qualcuno ha trascurato il rispetto della tradizione (ricordate don Gian Maria della Torre nel 1548?), è stato rimproverato dai civellesi, che sono stati vigili custodi del loro pa-trimonio di memorie.

Qui si vorrebbe comporre un quadro d’insieme di tali pratiche de-vozionali, ed aggiungere qualche tentativo di interpretazione.

La processione al Sacro Monte di Varese Il culto di Santa Maria sul Monte di Varese è quello che ha la

più antica documentazione, tra quelli praticati a Civello. Se ne par-la, come già detto, dal 1548. Gli abitanti del nostro paese usavano recarsi al Sacro Monte tutti gli anni, in processione con la croce. A colui che portava la croce stessa, veniva dato un compenso. Anche il curato era tenuto a partecipare (come conferma la rimostranza nei confronti di don Giovanni Maria della Torre nel 1548) e gli si riconosceva un compenso, che nel secolo XVIII troviamo registra-to tra le spese del bilancio comunale, presentato a corredo degli at-ti istruttori preparati in occasione del nuovo catasto (nel 1718 e nel 1750).

Notizie dettagliate ci dà anche don Marco Antonio Mainoni, parro-co dal 1644 al 1679, il quale scrive che «per andare a S. Maria del

Page 113: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

112

Monte danno per elemosina quelli di Civello lire sei, et quelli di Lui-sago soldi trenta, et il Curato è obligato di queste farsi le spese, et dir la messa». Dunque si trattava di un pellegrinaggio vero e proprio, con celebrazione della messa nella chiesa di Santa Maria.

Un manoscritto cinquecentesco del Sacro Monte di Varese (si veda G. Leopoldo, Antichi pellegrinaggi a Santa Maria del Monte di Vare-se, in «Rivista della Società Storica Varesina», X, Varese 1971) elenca i paesi che andavano per devozione al Sacro Monte: praticamente una vasta plaga dell’Alta Lombardia, comprendente l’intera provincia di Varese, gran parte della provincia di Como (fino a Lecco e alla Val Menaggio), una dozzina di paesi della provincia di Milano ed una tren-tina di paesi ora del Canton Ticino. Nell’elenco figura anche Civello, e risulta che i fedeli della nostra parrocchia portavano in offerta un cero votivo. In effetti, tra le spese annotate capita di trovare un «cilostro» offerto a Santa Maria del Monte.

Ma quali ragioni portavano tanta gente alla Madonna del Monte? Va detto che l’origine di questa chiesa viene fatta risalire a sant’Ambrogio, che l’avrebbe fondata nel 382. C’è anche chi motiva tale fondazione con l’intento di celebrare il trionfo sull’eresia ariana. Considerato che erano solo due anni, da quando la fede cristiana era stata riconosciuta come religione ufficiale dell’Impero, si capisce co-me questa potesse essere allora la prima chiesa matrice nella regione a nord di Milano. A Como, a quel tempo, non era ancora presente un ve-scovo e non vi era nessuna chiesa.

È documentato che nel secolo X Santa Maria del Monte conti-nuava ad essere la chiesa battesimale per tutta la pieve di Varese: i catecumeni andavano lassù a ricevere il sacramento, che li rendeva cristiani.

Da queste brevi considerazioni si può evidenziare l’alto valore, che assumeva tra le popolazioni locali questo tempio dedicato alla Madon-na: là era la radice prima della loro fede. Sembra difficile intravedere altre motivazioni. Eventuali voti successivi non escludono, infatti, la preesistenza di tale devozione, che nel tempo si era espressa anche con donazioni. L’area in cui la chiesa riscuoteva affitti o decime era vastis-sima, come attestano documenti del secolo XII, pertanto risalenti ad epoca per la quale non si ricordano pestilenze o avvenimenti, che ab-biano dato luogo a voti comunitari.

Come abbiamo ricordato nelle note sui parroci, a Civello si ha do-

Page 114: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

113

cumentazione regolare di tale pellegrinaggio dal secolo XVI fin verso la fine del secolo XVIII. Poi se ne perde traccia.

È possibile che la caduta della tradizione sia dovuta ad avvenimenti di guerra (specialmente al tempo della Rivoluzione francese), ovvero, più tardi, a motivazioni politiche, camuffate da ragioni di ordine pub-blico. In età risorgimentale dal governo austriaco furono introdotte pe-santi restrizioni al culto pubblico: si pensava che nelle processioni su lunghi percorsi (specialmente tra Italia e Svizzera) potessero infiltrarsi cospiratori politici, magari travestiti da confratelli, che sotto la cappa potevano nascondere propaganda proibita. Poi, nel secondo Ottocento, nuove limitazioni furono dettate dallo spirito anticlericale del governo italiano dell’epoca.

Per altri paesi si ha documentazione, già in epoca precedente, di sostituzione di tale pellegrinaggio con un altro. Ad esempio, quei di Ronago (già nel 1140 è attestato che versavano ogni anno 12 denari al-la Madonna del Monte), nel 1759 sostituirono la processione rogazio-nale, che si faceva al Sacro Monte «come si pratticava anticamente», con l’andata alla «Madonna di Albiolo». Tale notizia attesta che la mo-tivazione era quella delle «rogazioni». Probabilmente la cosa valeva anche per Civello, visto che il pellegrinaggio processionale avveniva in maggio (ordinariamente il primo venerdì di quel mese).

La cosa può essere in certo modo suffragata anche dal fatto che la partecipazione era generale, come attesta la prescrizione del vescovo Filippo Archinti fatta nel 1600 (dopo la visita del 1597) che il curato badasse che gli uomini andassero separati dalle donne. Per la verità, lo stesso vescovo fa riferimento a quella processione come fatta «per il voto pubblico». Ma una simile dizione, che interviene a grande distan-za dall’origine della devozione, non necessariamente si deve intendere come indicativa di un voto specifico, di cui si avesse contezza.

Il pellegrinaggio alla Madonna del Monte Carmelo

Non altrettanto antica appare la documentazione del pellegrinaggio al Monte Carmelo, sempre collocato in maggio, talora in giugno. No-nostante la chiesetta appianese affondi le sue origini fino al 1492 (anno della scoperta dell’America), nelle relazioni dei parroci allegate agli atti delle visite pastorali più antiche non si cita tale devozione. Tutta-via, essa non è nemmeno risalente al 1791, come si è sempre pensato;

Page 115: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

114

anche se si può senz’altro ammettere, sulla base della tradizione orale, che in quell’anno vi sia stata una ragione in più per tener fede a quell’atto devozionale: si parla di un’epidemia di animali, cessata mi-racolosamente dopo la processione.

In verità la prima documentazione di tale pratica devozionale, che abbiamo trovata nei registri parrocchiali, risale al 1702. Tra le spese di quell’anno, il parroco don Francesco Perti, fa due annotazioni sull’argomento: «Adì detto (5 giugno) comprato libbre 2:5.2 cera per andare al Monte Carimello lire 3:16», quindi: «Adì 23 detto (giugno) dato al Curato per la processione del Monte Carimel lire 3». L’acquisto specifico di cera è sufficiente a farci concludere che si trat-tava della prima andata? Potrebbe anche essere. Ma non è possibile af-fermarlo con sicurezza.

È probabile che l’inserimento di questa nuova devozione nella sto-ria religiosa di Civello vada motivato col fatto che nel 1686 (i Padri Carmelitani erano andati via nel 1652) da parte del priore generale dei Carmelitani era stata concessa al prevosto di Appiano la facoltà di ri-cevere le adesioni alla Confraternita, e di imporre l’abito ai fedeli con partecipazione di tutti i beni spirituali dell’Ordine, ed anche di imparti-re l’indulgenza plenaria in articulo mortis. Pertanto ad Appiano e nei dintorni si diffuse la devozione alla Madonna del Carmelo e la Confra-ternita del Carmine, esistente nella chiesetta, ebbe nuovo impulso con adesioni dai fedeli di molti paesi del circondario.

Negli atti del visitatore canonico Sebastiano Canevali, nel corso della visita pastorale del vescovo Neuroni alla pieve di Fino nel 1749, addirittura si scambia l’altare della Madonna della Cintura e la relativa Confraternita, come della Madonne «de Monte Carme-lo»: si tratta di un errore evidente; forse spiegabile col fatto che la visita avvenne il 7 maggio; probabilmente in coincidenza con i pre-parativi della processione ad Appiano, per cui facilmente può esser nata qualche confusione. O forse, come avviene peraltro tuttora, alla statua della Madonna era applicato l’abitino del Carmelo, al posto della cintura, che è il simbolo distintivo proprio della Madonna del-la Consolazione... così che il canonico visitatore la descrisse come Madonna del Carmelo.

Delle antiche devozioni, che prevedevano processioni fuori dal pa-ese, questa è l’unica sopravvissuta e tuttora praticata con grande parte-cipazione.

Page 116: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

115

Nel volumetto La collina delle preghiere, (testo di Dino de Maio, fotografie di Gerardo Bonomo), edito nel 1992 in occasione del quinto centenario della chiesa del Carmelo in Appiano, da cui abbiamo attinto alcune utili indicazioni, si ricorda in diversi punti anche la devozione dei civellesi. Nell’archivio parrocchiale di Civello, poi, esiste una let-tera del prevosto di Appiano, che ringrazia gli abitanti del nostro paese per avere provveduto nel 1933 a far dipingere la chiesa del Monte Carmelo, con decorazioni molto apprezzate.

Il pellegrinaggio al Crocifisso di Como

Tra le devozioni tradizionali antiche di Civello, bisogna citare il pellegrinaggio al Santissimo Crocifisso di Como, di cui è rimasta vaga memoria. Esso appare documentato regolarmente per tutta la seconda metà del secolo XVIII.

Il culto del Crocifisso aveva nella nostra zona una particolare mo-tivazione: il Crocifisso era considerato il protettore della coltura del baco da seta; attività importante e vitale nella storia economica dei se-coli passati, quando la materia prima per le tessiture seriche veniva prodotta in luogo.

La ragione di questa associazione Crocifisso-baco da seta sta in una pura e semplice corrispondenza, per non dire coincidenza: dopo il periodo di incubazione delle uova di baco (tra fine marzo e fine aprile) la schiusa con la nascita delle larve avveniva attorno al 3-4 maggio: il 3 era la festa dell’Invenzione della Santa Croce. Seguiva il periodo di crescita e sviluppo del baco da seta fino alla chiusura nel bozzolo e al-la stagione della vendita, che andava a finire entro la seconda festa del-la Croce, quella dell’Esaltazione, ossia il 14 settembre. Ai parroci si pagava un’offerta speciale per la recita quotidiana, in questo periodo, del «Passio», ossia del brano evangelico, che racconta la passione di Gesù.

Anche a Civello, tra le carte antiche, risulta, già dal tempo di don Marco Antonio Mainoni (1644-1679), sempre molto preciso: «Per dire il passio ogni massaro è obligato dare al Curato una soldata di lino, li pigionanti mezza».

Appare superfluo ricordare (e gli anziani, quelli «veramente anzia-ni», possono darne conferma) che le «gallette», ossia i bozzoli di seta, costituivano una delle poche fonti di guadagno, che restava ai contadi-

Page 117: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

116

ni affittuari, dopo che avevano versato la parte dovuta al padrone. Quanta foglia di gelso si doveva raccogliere per far crescere i bachi! E quale attenzione per non dare la foglia bagnata, perché se no i «cava-lée» prendevano il «calcinett»...

In tutta questa complessa stagione, che creava apprensione ed im-pegno, una mano del Cielo non guastava, e si sperava di averla dal Crocifisso, visto e considerato che il baco nasceva, cresceva e lavorava nei mesi che stavano tra due feste di Santa Croce. Ed in ogni corte c’era sempre un’immagine sacra della Madonna o del Signore, cui ac-cendere moccoli e portare fiori freschi di campo; ed in ogni «bigatèra», che si rispettasse, era appesa un’immagine del Crocifisso di Como, portata a casa il «giovedì santo» (ché allora la processione si faceva il giovedì e non il venerdì, come avviene da circa trentacinque anni per volontà di mons. Bonomini).

In quei giorni, anticamente si andava a Como, anche per com-prare lo «scartozzello» con la semenza dei bachi, che si passava sul Crocifisso esposto al bacio dei fedeli, prima di portarlo a casa ad incubare sotto il materasso, al caldo naturale. Poi, quando dopo l’unità d’Italia si istituì il Comizio Agrario, e in seguito nacquero i consorzi, gli acquisti si facevano là. Allora, si portava da Como solo un’immaginetta del Crocifisso da mettere sulle tavole dei bachi. E si imparò a prevenire la «conciniglia del gelso», che faceva ammalare i filugelli, trattando le piante, prima che mettessero le foglie, con Cresolio, ossia una miscela di olio pesante di catrame emulsionata con soda Solvay. Su altri aspetti della coltura del baco, si veda an-che quanto ha scritto Luigi Majocchi nel volume storico su Villa Guardia (pag. 435-400).

Quanto detto spiega come mai la processione al Crocifisso di Co-mo si collocasse in agosto-settembre, momento conclusivo di una buo-na raccolta di bozzoli: festa del ringraziamento per la seta. E con l’evoluzione dei tempi, che ha fatto scomparire l’allevamento locale del baco da seta, sono cadute anche le pratiche devozionali specifiche, com’era appunto l’andata al Crocifisso.

La festa del Bambino

Una delle feste religiose tradizionali più radicate nella comunità di Civello è senza dubbio la festa del «Bambino». Abbiamo visto come

Page 118: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

117

nel 1941 vi abbia partecipato, nonostante il freddo, anche mons. Ales-sandro Macchi, che si trovava in parrocchia per la visita pastorale. È usanza che a portare la statuetta del Bambino siano i coscritti di leva dell’anno. Don Antonio Seveso registrò il dispiacere dei giovani della classe 1940, per la sospensione della processione a causa del maltem-po nel 1960.

Ma a quando possiamo far risalire l’origine di questa celebrazione? Crediamo che non sia sbagliato far discendere questa festa tradi-

zionale da una delle processioni già ricordate nelle relazioni allegate agli atti della visita pastorale di mons. Filippo Archinti del 1597: in tali carte, tra le devozioni locali, si parlava di tre processioni, oltre a quella al Sacro Monte: una il mercoledì dopo l’Epifania, un’altra dopo la Pa-squa ed una terza dopo la Pentecoste.

Ebbene, vi sono buoni motivi per pensare che la processione del Bambino sia da far discendere da quella, che seguiva alla festa dell’Epifania. Ancora don Paolo Francesco Perti scriveva nel 1685 che a Civello si celebravano «tre feste de S. Maggi per devotione».

Vale la pena di osservare che in molti dei paesi della zona (Casna-te, Capiago, Breccia, Cadorago....) si facevano, ed in qualcuno ancora

La processione del Bambino.

Page 119: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

118

si fa, una particolare solennizzazione della festa dei Magi. In altri paesi si celebra (a Gironico e a Drezzo, ad esempio) o si celebrava (a Mac-cio) in gennaio la festa del Bambino con altrettanta devozione di Ci-vello. Come mai?

Crediamo che la «radice» di tanta solennizzazione vada ricercata nel Medio Evo. Nel 1164 l’arcivescovo di Colonia, Rainaldo di Das-sel, cancelliere al seguito di Federico Barbarossa in Lombardia, aveva portato via dalla basilica di Sant’Eustorgio in Milano le presunte reli-quie dei Santi Re Magi, per trasferirle nella sua città, dove tuttora si venerano in duomo. Durante quel trasferimento si fece una prima tap-pa a Grandate, dove sul luogo in cui posarono le reliquie dei Magi sor-se la chiesa della «Pausa dei Santi» (ovvero di San Pos), che divenne la prima parrocchiale di quel paese.

Un fatto così eccezionale (e a quel tempo non si ponevano dubbi sull’autenticità o meno delle reliquie) diede un impulso particolare al culto dei Magi nel nostro territorio: non si può trascurare il fatto che Ci-vello confina immediatamente con Grandate! Pertanto, si può ben capire come in questa terra, toccata dalle reliquie dei Magi, si potessero solen-nizzare i giorni dopo l’Epifania addirittura con «tre feste de S. Maggi»!

Ma il Bambino cosa c’entra? Appare abbastanza naturale, credia-mo, che la festa dei Magi possa essersi evoluta con preminente culto del Bambino, che è Colui che i Magi avevano cercato e adorato a Bet-lemme. La celebrazione dell’Epifania, nei nostri paesi, è sempre stata vista come la conclusione delle feste natalizie, con esposizione del Bambino non più nel presepio, ma come il Redentore, che si manifesta al mondo.

A far evolvere la tradizione in tale senso, poi, e a rinforzarla, ha senz’altro contribuito il diffondersi dal secolo scorso dell’Opera della Santa Infanzia, emanazione dell’Opera della Propagazione della Fede, presente anche a Civello dagli inizi del secolo, privilegiata con indul-genza plenaria da Natale alla festa della Presentazione di Gesù Cristo al Tempio (2 febbraio).

La devozione alla Madonna della Cintura. Da collegarsi all’intendimento di godere dei privilegi spirituali

previsti per i «cinturati» è l’istituzione a Civello nel 1661 della Con-fraternita della Cintura, dopo l’erezione della cappella della Madonna.

Page 120: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

119

In piazza della chiesa il giorno dell’incoronazione della Madonna della Cintura (16 agosto 1947).

È noto che la devozione della Madonna della Cintura è una delle

più antiche, che si rifà a santa Monica, madre di sant’Agostino. Ella, rimasta vedova, desiderosa di imitare la Madonna, la pregò di farle co-noscere come si vestiva nei giorni della sua vedovanza, specialmente dopo l’Ascensione di Gesù al cielo. La Vergine le apparve vestita di un lungo abito, semplice e dimesso, con una cintura di pelle, che scen-deva fin quasi a terra, fissata da una fibbia sul lato sinistro. Quindi, slacciandosi la cintura, la porse a santa Monica, raccomandandole di portarla costantemente e di diffonderne la pratica, assicurando con ciò la sua protezione a tutti quelli che l’avrebbero imitata. Tra i primi a ve-stire la cintura vi fu lo stesso sant’Agostino. Un affresco appianese del secolo XIV, ora strappato e passato a Milano, rappresenta appunto sant’Agostino che riceve la cintura dalla madre, santa Monica.

Tale pratica fu diffusa soprattutto dall’Ordine degli Agostiniani. Nel secolo XV la regola agostiniana ebbe un rinnovato impulso in tutta la nostra regione, con la fondazione di molte case religiose. Anche le monache «ambrosiane» del Sacro Monte di Varese osservavano la re-gola agostiniana: forse anch’esse poterono essere un veicolo per la dif-fusione del culto della Madonna della Cintura, che si instaurò a Civel-

Page 121: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

120

lo. Ma va precisato che gli statuti delle Confraternite della Cintura pe-riferiche, facevano riferimento a quelli dell’Arciconfraternita istituita presso la chiesa di San Giacomo a Bologna, eretta presso l’altare della Madonna della Consolazione, che là si venera (in fondo alla chiesa, appena dentro l’ingresso, a destra). Quella chiesa è tuttora tenuta dai Padri agostiniani: non è escluso che nelle carte bolognesi, se si sono conservate, si trovino tracce sulla fondazione civellese, con quegli atti che ci mancano.

I registri della Confraternita, che cominciano dal 1661, elencano nel tempo molti aderenti anche dai paesi vicini. Già il nostro don Mai-noni, che si era fatto promotore della Confraternita, testimonia come alla processione civellese della quarta domenica di ogni mese parteci-passero anche i fedeli delle parrocchie vicine.

A sottolineare l’importanza, che si dava alle indulgenze ed agli altri benefici spirituali previsti per i confratelli, esiste in archivio parroc-chiale una lettera indirizzata da Roma al parroco don Pietro Salvioni, dal cui testo si evince che egli aveva scritto alla Santa Sede per avere la facoltà di impartire la benedizione papale, senz’altro in occasione della festa della Madonna della Cintura, giacché si fa espresso riferi-mento alla facoltà concessa al procuratore generale degli Agostiniani e ad una precedente facoltà già concessa al parroco di Civello.

«Al molto reverendo signore don Pietro Salvioni, Curato di Civel-lo. Roma, 18 marzo 1772. Con mio dispiacere devo significare a Vo-stra Signoria Illustrissima che non è possibile ottenere da Sua Santità la facoltà al Suo Parroco di Civello di potere dare la Benedizione Pa-pale neppure una volta l’anno, e molto meno nelle Feste indicate né la Concessione trasmessami che le ritorno (segno che il parroco ave-va incluso la pergamena pronta da firmare), poiché tale facoltà è ri-stretta presentemente ai soli Vescovi, e per due volte l’anno solamen-te. Il Procuratore Generale delli Agostiniani della Congregazione di Lombardia, che la concesse al Parroco suddetto, aveva un rescritto dal Papa Benedetto 13°(1724-1730) ma tali rescritti furono rivocati dal Papa Benedetto 14° (1740-1758), che però la supplico restare persuasa dell’impossibilità di servirla come pur troppo bramarei». (Non c’è firma).

Sono, anche questi, piccoli squarci, che illuminano il nostro passa-to ed aiutano a capire e ad interpretare lo spirito, su cui si fondano le tradizioni religiose locali.

Page 122: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

121

La chiesa dei Santi Cosma e Damiano: storia di un edificio e di un comparto urbanistico

Già nel capitolo sulle origini si è accennato ad una possibile fon-dazione della chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Civello, che po-trebbe risalire all’età longobardica (secoli VII-VIII). Ma, evidente-mente, per confermare questa ipotesi, bisognerebbe avere a disposi-zione elementi di natura archeologica, visto che mancano documenti di qualsiasi altro tipo.

Il complesso architettonico che noi vediamo, non privo di interesse, dovrebbe essere studiato con opportuni saggi ed analisi dei materiali di sostrato, per verificare la presenza di indizi, che possano suggerire dati significativi.

D’altra parte, un sondaggio mirato non appare del tutto semplice, tenuto conto dei molteplici interventi, che si sono sovrapposti nei seco-li, senza peraltro essere stati accompagnati da documentazione analiti-ca, che ne precisasse l’esatta portata.

Cerchiamo, pertanto, in modo sintetico, di ricostruire idealmente l’evoluzione dell’architettura della chiesa, per quanto è desumibile dal-le carte archivistiche, da quando esse sono disponibili. Vi abbiamo in parte accennato nel riferire sulle visite pastorali, nel capitolo dedicato ai parroci. Qui riprendiamo alcune delle stesse informazioni, finaliz-zandole alla ricostruzione delle vicende subite dalla struttura; partendo dall’edificio tardo-medievale (che si è sempre creduto eretto nel 1260, ma sui limiti di questa interpretazione già si è discusso), sopravvissuto fino al secolo XVIII.

Ciò non esclude, teoricamente, l’esistenza eventuale di una prece-dente cappella, di dimensioni più piccole, rispondente alla tipologia di un luogo di culto annesso ad una torre o postazione militare, di età tar-

Page 123: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

122

do-romana o barbarica, che presumibilmente occupava quel poggio dominante la campagna circostante, di cui il «castello» dei Rusca po-trebbe essere uno sviluppo successivo.

Un saggio sotto il pavimento dell’attuale chiesa, se le «intrusioni» avvenute nei secoli passati non hanno sconvolto in modo irreparabile la fisionomia originaria del comparto, potrebbe eventualmente far e-mergere qualche indizio.

La chiesa d’età medievale e moderna, citata in numerosi documenti del secolo XV e descritta nei primi atti delle visite pastorali postriden-tine a partire dalla seconda metà del secolo XVI, potrebbe dunque, ipoteticamente essere la seconda. E ciò si suppone in base alle dimen-sioni, che davano una larghezza interna dell’aula accertata di circa me-tri 6 (l’unica sicura in base ai disegni del Cantoni), una lunghezza pro-babile di circa metri 11-12, più altri metri 3 circa di profondità del co-ro: una capienza abbastanza ampia, da «chiesa parrocchiale», per quei tempi, che corrisponde a quelle che possiamo considerare le propor-zioni tipiche delle chiese di un paese come il nostro. Più o meno hanno misure simili (qualcuna leggermente superiore) le chiese già parroc-chiali o vice-parrocchiali di Santa Maria a Drezzo e a Binago, di San Giorgio a Cagno, di San Martino ad Albiolo, di Santo Stefano a Pedri-nate, per citare alcuni esempi locali di edifici rimasti abbastanza inte-gri, che presentano caratteristiche senz’altro prossime a quella, che doveva essere la nostra.

La situazione nel secolo XVI La chiesa di Civello, come dicono le prime visite pastorali, si

presentava come una semplice aula rettangolare, con in testa la cap-pella maggiore. Non è chiaro se quest’ultima sia stata absidata o ret-tangolare: mons. Ninguarda, che di solito dà descrizioni precise, parla di «una sola nave, in fronte della quale vi è sotto una volta ben pinta un’altare non consacrato». Non accenna, come fa per altre chiese, ad una «niccia», ma parla solo di una «volta». Tuttavia, mons. Filippo Archinti, negli atti del 1597, sempre parlando della cappella maggiore, si esprime dicendo: «adest nicia depicta», il che indurrebbe a pensare che il coro fosse absidato. Ma, nel 1631, mons. Carafino, parla di «sacellum maius fornicatum et dealba-tum», ossia di cappella maggiore a volta e imbiancata, rilanciando

Page 124: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

123

in qualche modo il dubbio se vi sia stata un’abside semicircolare con catino, o piuttosto una cappella ribassata, rispetto al soffitto della navata, coperta a volta, chiusa in fondo da una parete diritta. Il che sembrerebbe confermato da quel muro lineare sottostante al pa-vimento della crociera, che si vede nei sotterranei, che parrebbe es-sere il piede della parete di fondo dell’antica chiesa. Ed in effetti, posto che il corpo della chiesa sia stato integrato con quello del «ca-stello», appare del tutto verosimile che la parete orientale della chiesetta sia stata allineata con i muri perimetrali, perciò senza u-n’abside semicircolare. Questa è l’ipotesi principale, che qui si a-vanza, anche se una parola definitiva potrà essere detta solo dopo un’indagine di scavo, supposto che le strutture originarie non siano già state manomesse in passato.

Solo il coro, come detto, era coperto con volta; la navata era con tetto a vista, tanto che il visitatore apostolico Bonomi prescrisse di fare il «tavolato», ossia il soffitto. Sul lato nord vi era la sacrestia, su quello sud il campanile, che i primi visitatori trovarono in cattive condizioni. In questa e in diverse visite successive fu ordinato di fa-re le ante per chiudere l’accesso alla torre: esso, infatti, doveva es-sere staccato dalla chiesa, con accesso dall’esterno, forse a una certa altezza dal piano terra, se si sta alla tipologia di altre torri antiche. Mons. Volpi (che nel 1581 aveva ordinato di dipingere la facciata) nel 1584 insisté sull’urgenza di restaurare il campanile, consentendo di differire l’imbiancatura delle pareti e la costruzione del soffitto, che fu tuttavia realizzato prima del 1592, quando troviamo mons. Ninguarda che scrive: «La chiesa è soffittata bene». Ma il pavimen-to doveva essere al limite dell’usura, se cinque anni dopo mons. Fi-lippo Archinti ordinava: «Si facci il pavimento, o d’astrico, o di pianelle». E di pianelle fu fatto, come conferma mons. Carafino, che nel 1631 ci segnala un pavimento «lateritium», ossia in cotto. Egli aggiunge che sul campanile c’erano due campane; mentre la casa parrocchiale era contigua alla chiesa, come l’aveva già osservata mons. Archinti nel 1597.

La facciata doveva essere senz’altro «a capanna», ed i civellesi, dopo la visita di mons. Volpi effettuata nell’ottobre 1581, si erano im-pegnati a dipingerla entro la primavera del 1582. Essa aveva un «oc-chio», ossia una finestra circolare, ma la parte bassa era seminascosta da un portico, che copriva lo spazio di soli tre metri che la separava

Page 125: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

124

dalla casa rustica, che c’era di fronte, almeno dalla porta in là, verso nord. Tale portico, addirittura, era su due piani e sopra era usato come fienile: così apparve a mons. Bonomi nel 1578. Ed in seguito, se anche il fienile fu dismesso, il portico anteriore (che faceva presumibilmente anche da «coperto» per l’assemblea comunale) rimase fino agli inizi del secolo XIX, quando si pose mano ai lavori di rifacimento della na-vata, di cui diremo più avanti. Pertanto, su questo punto particolare, ormai acquisito, non ci soffermeremo più.

Nell’area libera annessa alla chiesa (probabilmente davanti alla ca-sa parrocchiale, senz’altro più piccola e arretrata dell’attuale, o nella striscia di terra corrispondente alla zona ora alberata) vi era un cimite-ro ormai in disuso, in mezzo al quale c’era una pianta di fico, che il vescovo ordinò di rimuovere. Le modifiche del secolo XVII

Una prima serie di interventi abbastanza corposi, comunque signi-ficativi, si ebbe nel corso del secolo XVII, all’incirca tra il 1630 e il 1660.

Mons. Carafino, in visita il 12 ottobre 1631, ci fa sapere che il si-gnor Baldassarre Mugiasca aveva eretto, presso il campanile, una cap-pella dedicata a san Carlo: probabilmente, aggiungiamo noi, per un vo-to, avendo scampato la peste del 1630, come fa pensare la dedicazione. Grazie ai rilievi di Simone Cantoni, incaricato nel 1806 di progettare l’ultimo ampliamento, si evidenzia che si trattava di un rientro per la profondità di due braccia (metri 1,20 circa) e per la lunghezza presu-mibile di sei braccia (circa metri 3,60). Si osserva anche che la parete di fondo della cappella veniva in tal modo ad addossarsi al campanile: ciò fa congetturare che esso, in origine, poteva essere distanziato al-meno un metro dalla chiesa, anche se non si può escludere che fosse eventualmente raccordato con un contrafforte.

Sull’altare vi era il quadro descritto da don Marc’Antonio Mainoni, rappresentante «l’immagine della Beata Vergine Maria et S. Carlo in ginocchio che fa l’oratione ad una pittura del Santo Chiodo, che rap-presenta quello che è in Milano nel Duomo». Tuttora si conserva in casa parrocchiale un vecchio quadro, raffigurante san Carlo inginoc-chiato in preghiera: ma si deve escludere che possa essere un ritaglio di quello che c’era in chiesa.

Page 126: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

125

Nonostante mons. Carafino segnalava i lavori per la nuova sacre-stia verso il lato dell’epistola (ossia a sud) come iniziati nel 1640, di fatto don Marc’Antonio ci informa: «A dì 18 Maggio 1645 si cominciò la fabrica della sacrestia et si sono spesi l’infrascritti denari...» che a vario titolo comportavano una somma di 695 lire. I lavori si protrasse-ro per tre anni, fino al 1648. Il rendiconto analitico suggerisce una se-rie di altre informazioni (ad esempio, sul costo dei coppi e della calci-na, sul vino bevuto dai muratori, ecc.).

Ma la serie di interventi sulla chiesa e sugli altari, ci è illustrata da un’altra delle preziose pagine di don Marc’Antonio Mainoni. Leggia-mone uno stralcio.

«Adì 20 Agosto 1648. Memoria come il suddetto giorno fu messo in opera il tabernacolo fatto da mastro Giovanni Gafuri intagliatore, et fu accordato il prezzo dal molto reverendo signore Giovanni Pietro Magno, curato di Santo Giacomo in Como, come appare d’una scrittu-ra dal istesso fatta, me presente Marc’Antonio Mainone, curato di Ci-vello, et il suddetto mastro Giovanni con il numero delle figure che sopra detto tabernacolo si dovevano mettere, conforme al dissegno fat-to a questo effetto fare, et il prezzo che si dovea pagare, quali furono lire 350».

Segue la specifica di come furono reperiti i soldi: «A spese di chi fu fatto: prima de denari della chiesa per tanta segla (= segale), et for-mento venduto il suddetto hanno come appare alla partita de crediti li-re 75.

Dalla cassetta in chiesa per il baldachino lire 34:-- Per filo et stoppa venduta lire 19:-- Per tanta seta come appare alla partita lire 235:-- Da Pietro Paravicino per il Rosario lire 255:-- Da Battista Rovello, elemosina lire 35:10 Et il resto d’altri denari d’elemosina». In seguito, ai lati del tabernacolo, furono aggiunte altre statuette

pregiate e nelle nicchiette dello stesso alcuni reliquiari; dunque la chie-sa parrocchiale si andava arricchendo di opere artistiche, dovute a quel Giovanni Gaffuri, che ha lasciato suoi lavori in diverse altre chie-se. Di lui possiamo ammirare, ad esempio, l’altare maggiore della col-legiata di Mendrisio, eseguito nel 1669 in collaborazione con un Primo Lezzani, mendrisiense.

Page 127: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

126

Ma, oltre alle opere di abbellimento dell’altare, don Marc’Anto-nio proseguiva gli interventi sulla struttura della chiesa. Egli annota che nel 1659 si «finì l’involta della chiesa et si sono spese lire cin-quecento cinquanta, parte di elemosina della chiesa et il restante spe-se di me Marco Antonio Mainone, curato di questa chiesa». In altre annotazioni dell’anno prima, ossia del 1658, compaiono specifiche precise, che documentano l’effettiva consistenza dei lavori: «Alli ca-ratori per condur calcina lire 15; alli manovali dietro l’involta lire 13; una chiave per l’involta lire 26; un altro ferro per metter la chiave lire 4:10; cara due calcina lire 19; assi per far ponti lire 9; travi per li ponti lire 4; giesso per stabilir l’involta lire 3:9; assi per li sceltri (= scheletri, armatura) del’involta lire 10;... Et innoltre lire 8 a manova-ri lire 8; et più per altri assi per ponti lire 7». Nel 1659 il parroco ri-prende la registrazione di spese «per stabilire la chiesa con cornicio-ne, et pitture a spese del curato», mentre arriva anche «un carro di coppi et quadrelli» per cinque lire, evidentemente per l’aggiustamen-to del tetto dopo i lavori di voltatura.

L’attivo parroco non si fermava. «Memoria come l’anno 1661 si diede principio al altare della Beata Vergine Maria et si perfettionò come si vede con meraviglia di chi lo mira, mentre questa povera chie-sa non ha niente d’entrata, e pure si sono fatti tanti miglioramenti, et si sono spesi compreso la stuccatura lire quatro cento come appare alla partita delle spese... ». «L’ancona di detta capella è legato lasciato dal quondam signor Baldassar Mugiasca (il medesimo che aveva fatto fare la cappella di S. Carlo) et la signora Merenza Stampa sua moglie lo fece fare et costa lire 50. Ad ogni modo detti signori Mugiasca non hanno nissun possesso di questa capella abbenché habbino dato anco il sito di farla fabricare, et terra, perché è stata fatta tutta de elemosine et solo il curato et homini del comune ne sono padroni...».

Ricordiamo, comunque, che questa cappella era a nord, realizzata in modo perfettamente simmetrico a quella di San Carlo, che stava di fronte, come si desume con certezza dai disegni fatti dal Cantoni agli inizi del secolo XIX. Pertanto, le due cappelle antiche erano invertite rispetto alle attuali: a sinistra entrando quella della Madonna, a destra quella di San Carlo.

Altre «memorie» del parroco ci informano del rinnovo degli arredi, tra cui i banchi di noce per il presbiterio (forse da identificare con le cassepanche ora nei vani delle finestre in sacrestia), l’«archivio di no-

Page 128: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

127

ce» in sacrestia (forse quello basso ora contro la parete sud); oltre alle suppellettili sacre, tra le quali il reliquiario e la cartagloria, di cui si pubblica la foto in questo volume.

Ma, dato significativo per la storia del comparto urbanistico, don Marc’Antonio ci informa che nel 1649, con la mediazione del vescovo mons. Carafino, egli si era fatto assegnare in godimento dal solito si-gnor Baldassarre Mugiasca il terreno sotto la casa parrocchiale, per fa-re il giardino: terreno, che il parroco sistemò «con farli fare le mura-glie come di presente si vedono, farli portar della terra mentre era un luogo quasi deserto con due o tre piedi di vite, sì che fatto il conto, ri-dotto alla perfettione come si usa, mi costa scudi quaranta et più, e dal hora in qua l’ho sempre goduto pacificamente, senza altro incontro delli heredi di detto signor Baldassare».

Negli ultimi decenni del secolo XVII, ed anche nella prima metà del XVIII, non si segnalano interventi di grande rilievo sulle strutture, quand’anche di straordinaria manutenzione, con riguardo per lo più al tetto della chiesa, al campanile, alla sacrestia e alla casa parrocchiale. Basti quanto abbiamo ricordato nella presentazione dei parroci e della loro attività.

L’ampliamento settecentesco

Già nel parlare del periodo, in cui fu parroco don Pietro Salvioni, abbiamo accennato ai lavori di ampliamento della chiesa, vivamente desiderati dalla popolazione, che per raggiungere lo scopo aveva accet-tato di farsi infeudare dai Mugiasca; questi si erano impegnati a con-tribuire (come di fatto contribuirono) alla realizzazione dell’opera. Il primo lotto di lavori non si limitò alla chiesa, sulla quale si intervenne tra il 1774 e il 1776; ma coinvolse la sacrestia e la casa parrocchiale, che furono praticamente rifatte nel 1778.

Non sappiamo, almeno per ora, quale progetto complessivo sia sta-to ideato per il rifacimento della chiesa, non essendosi trovato il dise-gno, che pure era stato fatto; abbiamo solo da vedere la parte che è sta-ta realizzata, ossia il coro e le due cappelle laterali, con una pianta tri-lobata.

Tuttavia, vi sono buoni indizi per immaginare quale poteva essere il progetto originario, dal momento che abbiamo scoperto l’autore ed il suo ambiente. Nelle note sulle spese per la chiesa, infatti, don Pietro

Page 129: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

128

Salvioni, registra nel 1773: «A dì 30 (dicembre) pagati al signor Inge-gnere per il disegno della Chiesa lire 9:6». Chi era l’ingegnere? Nel 1774 una prima risposta svela il nome, ma in un contesto insufficiente a identificare la persona citata come il progettista: «Per assi di pescia al signor Donegana brazza 10 lire 32:7:6». Finalmente, sotto la data dell’11 marzo 1776, ci viene la sospirata notizia, che inseguivamo: «Al signor Donegani capo mastro per disegno, visite, provisioni d’ogni al-tra operazione per la fabbrica della chiesa lire 130».

Ed ancora entra in scena nel 1778, durante la costruzione della sa-crestia e della casa parrocchiale, insieme con un altro capomastro: «Pagasi al sig. Antonio Nolfi per una visita lire 8:5»; e più sotto: «Al signor Donegana per n. 5 visite lire 25».

Queste annotazioni ci permettono di identificare il progettista in Antonio Donegana, uno dei capomastri più attivi nella Como di quegli anni, spesso insieme con il medesimo Antonio Nolfi, che in-terviene con una visita al cantiere di Civello. Quest’ultimo era il progettista, oltre che di varie opere civili, anche della chiesa del Crocifisso e di San Bartolomeo in Como, nonché della parrocchiale di Ronago: tutte da poco finite o ancora in fase di realizzazione, quando si pose mano alla nuova fabbrica della chiesa di Civello. In-sieme, i due capomastri, contemporaneamente alla chiesa di Civel-lo, stavano costruendo il palazzo Giovio a Como (ora sede del Mu-seo Civico) e la «Villa Giovia» di Breccia, poi finita su disegno successivo (1790) del Cantoni, come sarebbe avvenuto per la nostra chiesa. Ed ancora insieme lavoravano all’ospedale Sant’Anna, che si trovava a Como, nell’attuale Via Cadorna, ora sede del Conserva-torio. (Si veda V. Caprara, Documenti d’arte settecentesca nell’Ar-chivio Giovio, in «Periodico della Società Storica Comense», L, Como 1983; e S. Della Torre - L. Martinelli - M. Dubini, La storia, gli spazi, le funzioni. Il recupero dell’ex ospedale Sant’Anna in Como, Como 1988).

La porzione di chiesa «trilobata» proposta e realizzata a Civello dal Donegana, ricalca abbastanza da vicino, sia pure in versione ridotta come a Ronago, il progetto della chiesa del Crocifisso, che il Nolfi a-veva fatto nel 1761. Ma si tratta evidentemente di pura somiglianza sti-listica, tenuto conto che la tipologia architettonica scelta era quella ri-corrente allora. Infatti, c’è da ritenere che il Donegana fosse abbastan-za autonomo nella sua creatività: aveva lavorato anche in Duomo, per

Page 130: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

129

Page 131: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

130

il quale ha disegnato l’altare del Crocifisso; ed esistono suoi disegni (non eseguiti) per l’altar maggiore, oltre che per una variante da appor-tare alla cupola, che aveva problemi di infiltrazioni d’acqua (Si veda lo studio di F.Frigerio, La Cupola della Cattedrale di Como e le sue vi-cende, Como, 1935).

Dall’impostazione della parte eseguita del progetto, sembra doversi intuire l’intenzione di realizzare una chiesa a «croce greca» (come del resto è inscritta nel disegno del Nolfi per il Crocifisso, e com’era stata realizzata dallo stesso a Ronago), che almeno idealmente avrebbe do-vuto fare da conduttore nello sviluppo della navata.

Quanto all’esecuzione, tutto porta a credere che la struttura trilo-bata del coro e dei coretti laterali sia stata elevata attorno alla prece-dente chiesa, poi demolita fino all’innesto della navata nel corpo di nuova costruzione; là dove poi il Cantoni si inserì con più di un’idea progettuale.

Va, comunque, osservato, che l’impianto delle nuova fabbrica è stato impostato con soluzioni tecniche, che meritano apprezzamen-to: basta visitare la parte sotterranea, dove si trova una pseudo-cripta, che crea un rispettabile volume tecnico funzionalmente ben integrato (il cosiddetto «Zoc», anche se questo nome in origine do-veva essere quello della «fossa» più interna ed antica, poi esteso a tutto il comparto), per ammirare l’imponenza e la solidità della struttura del basamento, necessario per reggere il nuovo coro. An-che l’alzata del muro del coretto della Madonna poggia con risega su un piede poderoso. Forse sarebbe stata più semplice una soluzio-ne come quella scelta dal Nolfi a Ronago, dove per la cappella maggiore si è rinunciato ad una struttura absidale; ma ne è risultata una mole un po’ «tarchiata». A Civello la soluzione dell’abside ton-da adottata dal Donegana, conferisce al prospetto orientale della chiesa un senso di leggerezza e snellezza, indubbiamente apprezza-bili, che si armonizzano con l’ambiente e nobilitano il «poggio ae-reo», che domina la piana sottostante.

Il complesso intervento comportò una spesa di di lire 7.746 soldi 13 denari 3, di cui lire 3.750 soldi 4 spesi nel 1774, il resto nel 1775, dedotta una piccola somma di lire 166 e mezza scivolata nel 1776.

Casa Mugiasca, in ragione del feudo, contribuì nel 1774 con tre versamenti, rispettivamente di lire 1.200, 992 e 262 per un totale di lire 2.454, oltre che con la donazione di legname d’opera (pioppo e rove-

Page 132: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

131

re). Il vescovo Mugiasca, da parte sua, offrì lire 38:2:6 nel 1774 e ben lire 875 nel 1775 per fabbricare la sacrestia e la casa parrocchiale, su cui torneremo. E poi aveva dato ancora in offerta lire 16:12:6.

Anche le altre famiglie aristocratiche e gli enti religiosi non si era-no tirati indietro, almeno per passare il legname: così la Casa Ruscona di Gironico diede 6 cantili (ovvero cantari, unità di peso equivalenti ciascuno a circa kg. 115) di pino; Casa Erba (Odescalchi) diede 6 pioppe; il Seminario Benzi diede anch’esso legname, come ne diedero i Cernezzi, le monache di Sant’Anna (proprietarie di parte di Mosino), don Francesco Rusca, e Gian Antonio Peregrino.

Per chi voglia soddisfare la curiosità, don Pietro Salvioni ha an-che annotato i nomi dei manovali e muratori, dei carradori che han-no fatto le «vetture» per il trasporto dei materiali, ossia la sabbia, i sassi, i mattoni, il gesso e la polvere di marmo per stuccare. Ricor-rono così: Gian Battista Fogliani, Pietro Bancora, Giovanni Arrigo, tal Marzetta e Francesco Corti di Ronconcello, manovali; France-sco Porro, Paolo Leoni, Gaetano Tettamanti, Antonio Mornaghini, Paolo Gianoli, Antonio Figini, Giorgio Caprani, Giovanni Corti, Bartolomeo Novaglia, muratori; Natale Bancora citato come vettu-rino, ma anche come falegname. Compare il nome anche di fale-gnami come: Agostino Sanrocco, Carlo Corti di Mosino, Carlo An-tonio Cattaneo ed un Trentini, per squadrature del legname; sicché dobbiamo considerarne qualcuno più probabilmente come carpen-tiere. I «quadrelli», ossia i mattoni e gli altri pezzi in laterizio (coc-ciame) furono forniti dal «fornasaro di Bernasca», che era a quel tempo un Giovanni Canonica; il ferro fu fornito da Alessandro Boldrini; ma si nomina come fabbro anche un Domenico Berna-schina. Ed il curato non mancò di passare un «rifresco pagato a maestri di muro in festa».

Per le condizioni del sottosuolo, si dovette già allora ricorrere alle mine per far saltare la roccia sul crinale dietro la chiesa, per cui si tro-vano nelle note di spesa i costi, ora per «polvere fina da minar sassi», ora per «polvere grossa»: sicché il cantiere della chiesa di Civello, nel silenzio che a quel tempo dominava nell’aria, dovette avere forte riso-nanza nei dintorni...

Terminate le opere murarie della chiesa, prima di passare alle ri-finiture, ovvero subito dopo il loro compimento, c’è da pensare che si sia provveduto a demolire quella parte della vecchia chiesa, che era

Page 133: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

132

stata «incapsulata» nella nuova. Le rifiniture si fecero con stabilitura a gesso e tinteggiatura; quest’ultima ad opera di David Ronchetti; mentre il già ricordato Boldrini sistemò le finestre in ferro e vetro. Non abbiamo il nome degli stuccatori, che lavorarono evidentemente alle lesene e al cornicione; anche se gli attuali capitelli, come si dirà, si applicarono dopo il completamento ottocentesco. I gradini di mar-mo furono invece forniti da un famoso marmista di Como, Antonio Monzini, di cui dovremo riparlare. La chiesa era, dunque, divenuta agibile, secondo il nuovo assetto del coro e delle cappelle, accostate alla vecchia navata, che doveva risultare più bassa; pertanto si prov-vide, presumibilmente, a fare un tamponamento provvisorio tra il corpo della navata e l’arcone di innesto nella crociera, che regge la volta della tazza.

Dopo una breve pausa, come accennato, si passò alla costruzione della nuova sacrestia (l’attuale) e casa parrocchiale. Già abbiamo visto che il vescovo Mugiasca aveva dato un cospicuo contributo da destina-re allo scopo nel 1775; ma le opere furono eseguite nel 1778. A lavora-re vi troviamo alcune facce nuove, oltre ad alcune già conosciute in occasione dei lavori per la chiesa. Così entra in scena «mastro Giaco-mo Fitta, solino di Malnate», il signor Silva (lo scalpellino Michele Silva, pure impegnato nel palazzo Giovio di Como, probabilmente di Morbio o dintorni) per 14 scossi e 15 scalini, oltre ai muratori France-sco d’Appiano, Giovanni d’Olgiate e Francesco Badia. Il costo com-plessivo di questo lotto ammontò a lire 3.532 e denari 3.

Dopo tanto impegno di risorse, la comunità si permise una prima pausa fino al 1786, quando furono messi in opera i nuovi altari, per i quali si può ritenere che i disegni siano stati pure forniti dal Donegana. Evidentemente anche il marmista, Antonio Monzini, che era uno tra i più famosi e ricercati a quell’epoca, si era preso il suo tempo per rea-lizzare i preziosi manufatti, che ancora oggi noi ammiriamo, e che co-starono complessivamente, con le altre opere marmoree di rifinitura, lire 4.175, soldi 3, denari 9; di cui lire 2.000 per comprare i marmi che servirono per i tre altari, le balaustre ed i pavimenti.

Questa volta l’assistenza muraria venne assicurata da un nuovo ca-pomastro, tal Giuseppe Scotti. Continuava a fornire i mattoni Giovanni Canonica di Bernasca; come falegname assisteva Antonio Maria Ber-nasconi, come fabbro Pietro Corti; manovali: Agostino Arrigo, Pietro Coira, Antonio Corti, e Giuseppe Bricola; muratori: Giovanni Corti,

Page 134: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

133

Paolo Monti e Antonio Peregrino. Nel 1787 entra in scena con due mensole di sarizzo il già noto Silva. Le opere di sistemazione si svol-sero, infatti, tra il 1786 e il 1787, mentre un piccolo strascico di paga-menti andò sul 1788.

Tanto gli altari, quanto le balaustre laterali (quella centrale potreb-be essere forse «riciclata» da altra chiesa) si presentano come lavori marmorei di gran pregio (non abbiamo qui lo spazio per un’analisi det-tagliata dei marmi), come del resto tutte le opere eseguite dal Monzini (aveva il suo laboratorio in Borgo Vico a Como), che sono presenti in molte chiese, a cominciare da quella di Maccio, per arrivare a Coldre-rio, a Castel San Pietro, a Tremona nel Canton Ticino. Alcune parti sono state indorate, ma don Pietro Salvioni non ci ha lasciato il nome dell’indoratore, come ha omesso quello dello stuccatore. Né sappiamo a chi debba essere attribuito il bellissimo paliotto in scagliola dell’alta-re maggiore. Ipoteticamente si può rischiarne l’attribuzione al vallin-telvese Francesco Solari.

«Maledetta miseria! », vien da esclamare, quando si pensa che per scalare il prezzo dei nuovi altari, il Monzini si comprò e portò via il tabernacolo ed il gradino superiore dell’altare, intagliati dal Gaffuri, risalenti al 1648. Sarebbe bello che, presto o tardi, se ne rintracciasse il percorso, per andare a riscoprire quel piccolo tesoro, davanti al quale, in adorazione del Santissimo Sacramento, si erano inginocchiate tante generazioni di fedeli di Civello.

Un episodio a sé, ma non meno importante, è rappresentato dalle pale d’altare e dagli altri dipinti su tela, presenti a Civello. Nelle note del parroco Salvioni sulle spese sostenute nel 1787 troviamo, purtrop-po, solo un cenno: «Al signor Brambilla pittore per aggiustare il qua-dro lire 3». Sembra evidente che ci si riferisca ad un ritocco di restau-ro, apportato alla pala dell’altare maggiore, rappresentante la Madonna con i Santi Cosma e Damiano. Esso doveva essere già presente, visto che l’ancona marmorea è stata realizzata su misura per incorniciarlo. Si tratta, in effetti, di un quadro secentesco, di cui per ora non cono-sciamo l’autore. Essa è stata restaurata nel 1989 da Rossella Bernasco-ni di Varese, con il contributo dell’Amministrazione Provinciale di Como. Quanto al «signor Brambilla pittore», è pure frequentemente citato tra le carte Giovio, dalle quali si apprende anche il nome di bat-tesimo, Ignazio, in quanto ha lavorato per quella famiglia soprattutto nel palazzo di Como.

Page 135: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

134

Opera di artista più prestigioso sembra essere la pala dell’altare di San Carlo, rappresentante la Madonna con Bambino e San Carlo. Per il commento di questo dipinto (e degli altri qui citati) si rimanda a quanto ha scritto Luigi Majocchi nel volume storico su Villa Guardia, pubblicato nel 1990. Egli, garbatamente, ma non senza avvincenti ar-gomentazioni, insinua un’attribuzione a Carlo Innocenzo Carloni di questo bel quadro, pure restaurato nel 1989.

Quanto alla statua della Madonna, sull’ancona dell’altare della cap-pella sud, è di acquisto recente, collocabile al tempo di don Confortola o di don Canclini. La precedente immagine della Vergine, nella nic-chia chiusa da vetri, non ci è nota, anche se sappiamo che era del tipo vestito di «un manto di cendali color celeste lavorato di stelle d’argen-to... », come la descriveva nel secolo XVII il parroco Mainoni.

Un discorso a sé, invece, va fatto per le due grandi tele collocate sulle pareti laterali del presbiterio, pervenute a Civello dal monastero comasco di San Lorenzo, come ha potuto dimostrare Daniele Pe-scarmona (Si veda, Due nuovi dipinti di Camillo Procaccini e del Ce-rano, in «Bollettino d’Arte» n. 54, 1989, pp. 137-138; e Appunti di storia e di cronaca sulla pittura di soggetto religioso attorno a Como e alla prima metà del Seicento, in «Il Seicento a Como», Como 1989, pp.23-72).

Si tratta di due pale d’altare, qui felicemente intruse, che conferi-scono alla chiesa di Civello prestigio e dignità non comuni. L’una, sul-la parete sud del presbiterio, rappresenta Cristo Giudice con i Santi Lorenzo ed Eustachio e le Sante Cecilia ed Agnese, ed è dovuta al pen-nello di Gian Battista Crespi, detto il Cerano (1575-1633); l’altra, sulla parete nord, raffigura la Madonna con Bambino e i Santi Ambrogio e Agostino, Lucia e Caterina, ed è opera di Camillo Procaccini (1551-1629). Anche questi due dipinti sono stati restaurati dalla Bernasconi nel 1989. (Foto a pagg. 146 e 147).

Non si è ancora potuto accertare per quale via da San Lorenzo siano arrivate alla chiesa di Civello. Ve ne possono essere diverse, soprattutto passando, se non dal vescovo o dalla sua famiglia, dalle altre famiglie patrizie (Cernezzi, Erba-Odescalchi, Rusca...) che con quel monastero avessero qualche legame e che, per vincoli pure con Civello, colsero l’occasione per rendersi benemerite con la comuni-tà locale.

Fino al 1939 aveva collocazione in chiesa anche lo Sposalizio mi-

Page 136: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

135

stico di Santa Caterina, anonimo (sec. XVII-XVIII), che ora si trova nell’atrio della casa parrocchiale. È probabile che possa avere occupa-to uno dei lunotti, ora affrescati, sopra i confessionali, facendo pendant con una o più delle altre tele minori, che, tolte dalla chiesa, sono mi-grate nel corridoio tra la sacrestia e la chiesa stessa e nell’atrio della casa. Citiamo, per completezza, oltre al San Carlo già ricordato, un Sant’Antonio da Padova, di mediocre qualità, un Ecce Homo, di di-screta fattura, un San Gerolamo, ed in sacrestia un Martirio di Sant’A-gata, di qualche pregio, con una bella cornice barocca intagliata. Infine Cristo morto (copia dal Mantegna) donato nel 1866 dal prof. Antonio Odescalchi.

Il completamento ottocentesco

Preliminare al completamento della ristrutturazione della chiesa era lo sgombero della piazza dai rustici, che ancora asfissiavano lo spazio antistante. E sebbene già dal 1806 il conte Mugiasca aveva affidato al-l’architetto Cantoni il progetto di ampliamento della navata, ancora nel 1811 si doveva affrontare il problema della piazza esterna, che era co-munale. Fu ancora il conte Giacomo Mugiasca ad affrontare il proble-ma, impegnandosi in prima persona per addossarsi gli oneri conse-guenti. Ma lasciamo a lui, in quel momento assessore anziano del co-mune «concentrato» di Civello (ricordiamo che anche Maccio e Luisa-go erano stati sottoposti a Civello in base ad un decreto del 1805, di fatto eseguito con un altro decreto entrato in vigore nel 1810), il com-pito di spiegare qual era la situazione.

«Visto che la Piazza del Comune Capo Luogo di Civello troppo angusta nell’ingresso resta altresì occupata da una casaccia d’affitto, la quale protendendosi da tre lati sù d’esso Piazzale, va ad ingombrare la porta d’ingresso della Chiesa Parrocchiale di cui è distante sole Brac-cia cinque (circa tre metri), rendendone non solo deforme l’aspetto, ma ben anco malsano l’uso alla numerosa popolazione coll’impedire la necessaria ventilazione dell’aria».

«Visto che al primo diffetto può ripararsi col levare un piccolo ru-stico e muro di ragione del sottoscritto, ed al secondo colla demolizio-ne di essa Casa altronde staccata da qualsiasi altro possesso, e di niun comodo al proprietario fuori di quello di percepire il tenue affitto di circa L. 60 milanesi all’anno».

Page 137: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

136

«Visto che dal Comune suddetto attualmente aggravato da mol-te spese non potrebbersi assumere quelle per l’anzidetta opera, il sottoscritto oltre la cessione gratuita dell’indicata area occorrente per il più comodo e regolare ingresso alla Piazza, si offre di corri-spondere del proprio in perpetuo l’annuo canone sù detta Casa, che risulterà da regolare Perizia, e nel modo che si crederà convenien-te, trovandosi detta Casa nel compendio dei Beni de’ Signori Cer-nezzi abitanti in Spagna, posti sotto sequestro, ed amministrati dal Regio Demanio, rimanendo così a carico del Comune le sole spese della demolizione, ed adattamento del Piazzale, ed a suo vantaggio i materiali».

«Accettatasi l’offerta, e pervenuta la superiore approvazione del-l’opera, il sottoscritto si farà un dovere di passare nelle vie regolari alla stipulazione delle assunte obbligazioni».

Il Consiglio Comunale nella seduta dell’11 settembre approvò con sette voti favorevoli, uno contrario e con l’ovvia astensione del Mu-giasca. La casa del Cernezzi, conte di Parcent, fu comprata per 661 lire, secondo le perizie che se ne fecero; quindi fu demolita. Con essa scomparve, evidentemente (se non era già stato demolito prima), an-che il famoso portico. E la piazza poté diventare ariosa, quale si può constatare.

Nel frattempo, in applicazione delle leggi, su perizia del capoma-stro Santino Monti, detto Beregazzo, che ritroveremo, era già stato as-sestato e rimesso in uso nel settembre 1808 il cimitero, che era ormai tutto diroccato. Pertanto nel 1809 si otturarono i sepolcri, che erano sotto il pavimento della chiesa parrocchiale.

La situazione logistica, dunque, sembrava pronta per disporsi a completare l’ampliamento della chiesa, mentre il Cantoni da un pen-siero all’altro, aveva maturato almeno tre progetti alternativi, di diver-sa entità sia in termini architettonici, sia, di conseguenza, in termini fi-nanziari.

Quattro disegni originali (di cui tre con la sola pianta, ed uno con un particolare del prospetto interno di un lato della navata) sono con-servati presso l’Archivio Storico Cantonale di Bellinzona. Da essi, si vede che gli ultimi due prevedevano una spaziosa navata coperta da una grande tazza, piuttosto slanciata. Per ampliare al massimo la ca-pienza, sui fianchi si prevedevano due vani fornicati, costituenti due navatelle, comunicanti con le cappelle laterali mediante uno stretto an-

Page 138: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

137

dito, ed aperte verso l’esterno con due porticine laterali. Le pareti e-sterne venivano così ad allinearsi praticamente alla larghezza delle cappelle esistenti. Secondo il progetto più elaborato, dall’andito verso le cappelle, attraverso scalette nello spessore dei piloni, si accedeva a due amboni simmetrici prospicienti la navata. La proposta dell’archi-tettura d’ornato prevedeva due opzioni: o lesene o colonne (come del resto nel progetto del Nolfi per il Crocifisso) da addossare ai piloni portanti della crociera. (Foto a pag. 148).

Anche per il campanile si proponevano, soluzioni alternative: nel primo e nel secondo progetto il mantenimento dell’attuale; nel terzo disegno la costruzione di uno nuovo, innestato sull’angolo an-teriore nord di quella navatella, di poco arretrato rispetto al corpo della facciata. Quest’ultima era prominente in corrispondenza della navata centrale, in modo da creare quasi un atrio sotto la cantoria, con il battistero sulla sinistra (che va, tuttavia, interpretato come la destra di chi esce, secondo il versetto: Vidi aquam egredientem de templo a latere dextro). All’esterno era previsto un piccolo pronao antistante il portale dell’entrata maggiore. Nel primo e secondo progetto, esso appare solo accennato, ridotto a un semplice fronte-spizio neoclassico costituito da un timpano sorretto da semicolonne, integrato con gli altri elementi aggettanti, più o meno ricchi nelle diverse versioni.

Quando, finalmente, nel 1823 ci si sentì pronti a dar corso ai la-vori, si scelse il primo progetto, meno grandioso, che prevedeva il semplice allargamento della navata, sopralzata ed armonizzata ar-chitettonicamente con il corpo trilobato esistente, mantenendo il campanile al suo posto. In verità, anche se è il più umile, esso appa-re come il più proporzionato e meno dispersivo, rispetto alla foca-lizzazione dell’altare maggiore. Anzi, sembrerebbe legittimo imma-ginare che l’idea originaria del Donegana, non sia stata molto diver-sa; quasi che il Cantoni abbia dapprima cercato di sviluppare una integrazione filologica della lacuna, determinata dalla probabile perdita del progetto originario, non apparendo verosimilmente giu-stificabile in altro modo il nuovo incarico. Del resto, non si può e-scludere del tutto che il Cantoni possa aver visto il disegno del Do-negana, in altri tempi, prima che fosse smarrito. A meno che la nuova commissione sia derivata da una scelta alternativa, con ac-cantonamento voluto del progetto primitivo.

Page 139: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

138

A dirigere i lavori troviamo l’ormai noto Santino Monti, detto Be-regazzo, che dai taccuini del Cantoni (che era morto nel 1818 e non poté vedere l’opera da lui progettata) sappiamo era il capomastro dei Mugiasca, che aveva già eseguito i progetti dell’architetto a Mosino. Si lavorò per quasi tre anni, fino ai primi mesi del 1826, con un impegno finanziario di lire 12.583 soldi 15, denari 4.

Dalla rendicontazione tenuta da don Lorenzo Morandi, veniamo a conoscere anche questa volta tutte le persone che diedero la loro opera; ne citiamo alcune. Muratori o manovali: Paolo Colombo di Cadorago; Carlo Giuseppe Mistò, Giuseppe Ronaghi e Mosé Larghi di Binago; Giuseppe e Michele Monti e Carlo Aliverti di Fino; Car-lo Bernasconi di Maccio; Santino Monti (omonimo del capomastro civellese) e Francesco e Luigi Carugo di Portichetto; inoltre Pasqua-le Corti detto Balino, Giuseppe e Gaetano Vago, Giuseppe Bricola, Vincenzo Arigo di Luisago, Piffanio (Epifanio) Colombo, Ponziano Bianchi, Cosmo Cappelletti, Pasquale Balarino detto Filipetto, An-tonio Balarino di Luisago, Giuseppe Monti detto Beregazzo, Gio-vanni Maria Taborelli detto il Lia, Domenico Bianchi detto il Gallo, Domenico Bosetti, Francesco e Giosué Arigo, Angelo Bianchi detto il Villa, Antonio Maria Auguadro, Antonio Turconi, Antonio Maria Grisoni, un Gottardi detto Magnano... Questa volta i laterizi furono forniti dai fornaciai di Beregazzo (Paolo Bollini), di Portichetto (non si dice il nome) e di Gironico al Monte (Lucca Bernasconi, che vendette «pianelle n. 350 a lire 39 al milla»). I trasporti di materia-le venivano fatti dal «cavalante» di Bulgorello. Ci fu bisogno anco-ra di minare i sassi: operazione fatta da Giuseppe Carugo della Bri-cola (ossia di Portichetto).

Altro materiale speciale fu acquistato da vari fornitori: da Pietro Ortelli le «piode di Moltrasio», da un Galli di Saltrio le lastre e la posa del pavimento, che dunque fu fatto in pietra di Saltrio; tal Noseda «giessatto» fornì ovviamente il gesso, mentre la calce fu data dal «cal-cinatto» Casimiro Lanfranconi. Legname fu fornito da un Tarelli e da un Valsecchi, mentre un Antonio Gatti vendette i travetti per il tetto. Come falegname lavorò Gian Battista Peregrino, come fabbro Angelo Corti, pure di Civello; i vetri furono forniti dai fratelli Frassi; le opere da imbianchino furono eseguite da Antonio Bancora, che lavorava an-che come manovale.

Attorno a tutti questi ruotavano anche l’«oste di Civello» a fornire

Page 140: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

139

vino (oltre qualche brenta dalla cantina del parroco) e il «pristinaro Galli» a fornire pane, da accompagnare con formaggio o altro compa-natico per ristoro di tutti, specialmente degli artisti e artigiani specia-lizzati forestieri.

Le novità più importanti, infatti, per la storia della chiesa, che ci vengono dalle note di don Lorenzo Morandi, riguardano appunto le opere d’arte, di cui, purtroppo, quelle pittoriche sono andate perdute completamente.

Già dal luglio 1824, infatti, troviamo impegnati in chiesa vari pittori: un Cadenazzi, che lavorava isolatamente; mentre altri tre lavoravano, sembra, in équipe: un Tarchini, un Baldassarre Sabbati ed un Campagrio, che dipinsero certamente la tazza centrale, ese-guita entro l’autunno 1824. Quali di questi siano da considerare i decoratori, quali i figuristi non si desume dalle note d’archivio; ma si potrà chiarirlo solo con una ricerca esterna su questi nomi. Sembra in ogni caso che l’artista qui denominato Cadenazzi sia da identificare con il noto pittore figurista di Mendrisio, Francesco Catenazzi (di cui esistono diverse sue opere nel borgo natìo e nei dintorni), o tutt’al più con il figlio di lui, Augusto. Purtroppo, di quei dipinti, nulla è rimasto, dopo le ridipinture del 1939, di cui si dirà più avanti.

Né ci è dato sapere il nome del «marmolino» che nel settembre 1825 sistemò il battistero nella nuova posizione.

Siamo, invece, più fortunati nell’informazione sui lavori in stucco, che sappiamo essere stati eseguiti da un Maderno, al quale risultano due pagamenti nel 1824: uno in settembre per 7 capitelli, ed uno in no-vembre per 12 capitelli. In base al numero, sembrerebbe che siano stati eseguiti tutti in quella circostanza; pertanto si dovrebbe poter conclu-dere che anche quelli delle cappelle laterali e della maggiore rispec-chiano il disegno dato dal Cantoni. Pensiamo di non andare lontani dal vero, identificando lo stuccatore citato con Flaminio Maderno, ticinese di Capolago, del quale si conoscono opere di stucco eseguite nel 1802 nella chiesa di Sagno: una chiesa «gemellabile» con quella di Civello, visto che aveva un tabernacolo secentesco del Gaffuri, poi alienato; fu rifatta su progetto del Cantoni, stuccata dal Maderno, ed ha un altare attribuito al Monzini!

Nella primavera del 1826, con la posa del pavimento, la chiesa era praticamente finita; e l’anno dopo, il 27 maggio 1827, mons. Carlo Ca-

Page 141: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

140

stelnuovo, vescovo di Como, la consacrava. Negli anni seguenti troviamo, con il parroco Antonio Noseda, suc-

cesso nel 1830 a don Lorenzo Morandi (che era morto nel luglio 1829), una serie di interventi di rifinitura e completamento, con la do-tazione di banchi (1831), realizzati e forniti da Pasquale Belloni, fu Ambrogio, di Lurate Abate per 540 lire milanesi; la posa e realizzazio-ne della porta principale e delle portine della cappella della Madonna; quindi la costruzione della cantoria, disegnata e messa in opera dal «falegname di Grandate» nel 1832.

Nel 1833 si realizzò l’organo dal prestigioso organaro fra Damia-no Damiani di Bergamo; nel 1841 il pittore Onorato Andina di Arge-gno dipingeva il Battesimo di Cristo nel battistero (del medesimo pit-tore è il dipinto nel battistero della chiesa del Crocifisso in Como); nel 1843 si dotò il campanile di un parafulmine; nel 1845 si fusero cinque nuove campane da parte del fonditore Michele Comerio di Milano; infine nel 1847 si collocò l’orologio fornito da Tobia Peduz-zi. Ma su questi quattro episodi della vita della chiesa aggiungiamo alcune paginette a parte.

Già al tempo del parroco Gian Antonio Clerici troviamo affittato dai signori Truffini un locale come oratorio, ossia la cappellina conti-gua. Anche questo locale, dunque, entra presto a far parte del compen-dio immobiliare annesso alla chiesa, per gli usi della parrocchia (dot-trina e riunioni delle associazioni religiose). Nel 1917, con atto in data 31 maggio, la signora Paolina De Fogolari, fu Giuseppe, vedova di Bianchi Carlo, faceva «donazione assoluta irrevocabile alla Veneranda Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di Civello» dello stesso locale ad uso oratorio.

Ma la storia della chiesa non è ancora finita: la facciata era rima-sta per il momento al rustico. Nel 1879, al tempo del parroco Gian Battista Confortola, l’ing. Santo Truffini predispose un progetto, che fu poi realizzato nel 1893, con una soluzione «economica»: solamen-te la fascia inferiore fu realizzata con l’inserto di lesene in granito di Baveno, grazie al contributo della signora A. Gatti Mosca; mentre la parte superiore fino al fastigio aveva lesene aggettanti in muratura. Ai vertici esterni furono poste due statue in marmo di Carrara, rap-presentanti i Santi Cosma e Damiano; sopra la porta un rilievo con la figura dell’Immacolata: per ora non siamo riusciti a individuarne la paternità artistica.

Page 142: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

141

Gli interventi nel secolo XX L’evoluzione del complesso chiesa-casa ed opere parrocchiali con-

tinua in questo nostro secolo XX. Ne diamo una sintesi rapida. Dobbiamo, anzitutto, rammaricarci che la cultura degli anni venti

non avesse tutta la sensibilità e l’attenzione, che oggi si avrebbe rispetto agli organi; così che non si può sapere quanto dell’originario, pregevo-lissimo strumento realizzato dal Damiani si sia effettivamente salvato, dopo il rifacimento operato dalla ditta Nasoni e Gandini di Varese nel 1920. Per fortuna abbiamo scovato i documenti del 1832-33, che ci permettono di sapere l’esatta configurazione dell’opera di fra Damiano: consolazione piuttosto magra; comunque utile, almeno sul piano della documentazione storica. Ne parliamo in apposito capitoletto.

Nel 1925 si fa un primo ingrandimento della cantoria, portandola fino alle due lesene. Si iniziano riparazioni al tetto della chiesa (prose-guite nel 1931), ed al castello delle campane. Quindi nel 1927 si rifà la cupoletta del campanile e si rinnova la croce. Frattanto la chiesa si va riempiendo di statue, come ricordato nelle pagine dedicate a don An-tonio Seveso.

Nel 1928 viene rifatto dalla Ditta Bernasconi di Como il pavimento della chiesa, con la posa delle piastrelle di graniglia con una spesa di lire 5.190; mentre il pittore G. Pozzi decora la sacrestia. Nel 1934 si rinnova il tabernacolo: la porticina viene eseguita dalla ditta Saldarini di Fino (l’indoratura interna verrà effettuata nel 1958 ad opera di un artigiano di Cagno, Somaini).

Nel 1939 si inseriva un nuovo importante episodio nella storia della chiesa di Civello: il rifacimento delle decorazioni pittoriche. Esso è così descritto da don Antonio Seveso, nella sua cronistoria della parrocchia: «1939. Maggio. Si iniziano i lavori per la decora-zione e la pittura della Chiesa. Vi lavorano il professor Martinelli (Fedele, di Bizzarone) nella parte decorativa, e come figurista il pro-fessor Cocquio di Ligurno. Tutti i quadri che la ingombravano sono allineati nel corridoio che va dalla casa alla sagrestia; le statue collo-cate nell’oratorio dell’Immacolata; e la Chiesa si presenta rinnovata nelle semplici e graziose sue linee, quasi animata dai 4 evangelisti, dai santi che popolano la prima cupola (S. Giovanni Bosco, S. Teresa del Bambin Gesù, la Beata Gabrini (Cabrini) e il Santo Curato d’Ars) e più dai due affreschi sopra i confessionali, l’uno che segna la pote-stà di Pietro ad assolvere: “Quocumque solveris...” e l’altro la gran-

Page 143: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

142

de misericordia nel perdonare “Remittuntur ei peccata multa...”. Le linee, le tinte, i chiaroscuri del Martinelli sono di una nitidezza, di una semplicità ed evidenza così singolare, che onorano l’artista e fan-no la Chiesa una delle sue opere più ben riuscita. Vi concorrono nel Battistero, nella Via Crucis, nel rivestimento del coro e nelle diverse porte il mobiliere Paolo Verga di Cantù e i falegnami Arrighi e Tet-tamanti del posto, il fabbro Luigi De Paoli pure del posto, e l’elettricista Bianchi Galliano».

«L’Organo è riveduto dalla Ditta Gandini di Varese, l’Altare Mag-giore dotato di una mensa in un sol pezzo di marmo. In complesso l’o-pera si può dire “ben riuscita”».

Purtroppo non è rimasta nessuna documentazione sullo stato delle precedenti decorazioni della volta. Anche se, probabilmente, erano ir-recuperabili, dobbiamo in qualche modo rimpiangere che nulla si sia conservato (giacché forse poco c’era da conservare), né finora abbia-mo rintracciato immagini fotografiche, che permettano di capire quello che poteva essere rimasto dei dipinti originari ottocenteschi. Almeno il Catenazzi, per quanto se ne conosce dalle opere di Mendrisio, non era pittore da strapazzo; certamente superiore al «figurista» Cocquio. Delle pitture del secolo XIX è sopravvissuto solo il Battesimo di Cri-sto dell’Andina, realizzato nel 1841 per il battistero; ma allo stato at-tuale è gravemente compromesso nella sua conservazione, ed andrebbe restaurato. Le decorazioni del Martinelli sono state ripulite e rinfresca-te nel 1966 dal pittore G. Pozzi.

Risale al 1948 il rifacimento del piede del battistero, realizzato in marmo, mantenendo la vasca originaria in pietra di Saltrio, cui si so-vrappone un «coperchio in legno intarsiato»; mentre nel 1950 viene rinnovato il frontespizio alle basi delle lesene del coro in marmo di Verona.

Anche il complesso della casa parrocchiale, ha subito una prima corposa ristrutturazione voluta da don Antonio Seveso nel 1925, che realizzò la nuova sala da pranzo, con annessa cucina, nella parte bassa, prospiciente a quel tempo l’orto-giardino del parroco. Ulteriori inter-venti si fecero in più riprese nel 1942, nel 1952 e nel 1955.

Con il parroco don Guido Fontana proseguono interventi importan-ti sulla chiesa e soprattutto sul compendio immobiliare contiguo.

Nel 1964, per Natale, si inaugura l’impianto di riscaldamento cen-trale, sia per la chiesa sia per la casa parrocchiale, che sarà rinnovato

Page 144: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

143

nel 1987, quando la sistemazione della centrale darà modo di sovrap-porre la veranda ed il garage, come nuovi volumi aggiunti al nucleo della vecchia casa.

Nel 1971 si eseguono le modifiche al presbiterio, in attuazione del-la riforma liturgica: si demolisce la balaustra, che viene riutilizzata in parte come supporto agli amboni e alla mensa del nuovo altare (realiz-zato per la celebrazione della messa con il sacerdote rivolto verso l’as-semblea); i due angeli che vi erano posati, sono collocati presso il ta-bernacolo. Si rimuove il pulpito: ricordo dei tempi in cui non esisteva-no mezzi di amplificazione della voce per chi predicava: il primo im-pianto amplificatore, della ditta Lesa, è stato acquistato nel 1962.

Altri interventi all’interno della chiesa riguardano l’ampliamento della cantoria (1983), su disegno dell’architetto Piero Clerici, con ope-re di sostegno realizzate dall’Impresa Botta, fornitura e posa del para-mento in legno da parte della Falegnameria Arrighi e Tettamanti. Nel 1992 si modificano anche i confessionali, in stile neoclassico (forse già disegnati dal Cantoni), con il ben riuscito inserimento delle porte.

Ma i più corposi interventi si riferiscono all’esterno della chiesa; a partire dal rifacimento del tetto nel 1976. Per dare luce all’interno, nel 1978 si apre l’occhio sulla facciata e la finestra sul lato nord della na-vata. Mentre sono in corso i lavori, si decide di por mano alla facciata, mantenendosi fedeli al progetto ottocentesco del Truffini.

Così, nel 1979 nel secondo ordine, vale a dire nella parte alta, si in-seriscono gli elementi aggettanti tutti in granito «bianco Montorfano» della Val Masino, fornito e messo in opera dalla Ditta Paolo Viganò di Ardenno. Si rimuove altresì la vecchia intonacatura, per sostituirla in parte con rivestimento in lastre granitiche. Le due statue, che erano po-ste come pinnacoli agli angoli esterni del fastigio, vengono sottratte al-l’azione corrosiva degli agenti atmosferici, per essere collocate nelle nicchie incavate nella fascia inferiore della facciata; mentre l’immagine in rilievo dell’Immacolata, che stava sopra il portale, viene collocata all’ingresso della casa parrocchiale.

Nel contesto degli interventi, voluti da don Guido Fontana, con l’intesa e la collaborazione del Consiglio Parrocchiale Pastorale, va in-serito anche il restauro del campanile, effettuato nel 1988; mentre nel 1985 si è rifatto l’impianto elettronico di regolazione delle campane, dopo che nel 1970 era stato sostituito l’antico orologio meccanico (ormai un «pezzo da museo» tuttora depositato nel campanile) con

Page 145: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

144

quello attuale, avendo aggiunto un quadrante: impianti eseguiti dalla ditta De Antoni di Chiari (Brescia).

Tra le opere in programma per la chiesa, si prevede il rifacimento del pavimento e il restauro dell’organo; nonché l’inserimento sulla porta di pannelli in bronzo, scolpiti dall’artista di origine civellese, che ora vive in Canada, Severino Trinca: un omaggio filiale alla chiesa del paese natìo.

Un’altra serie di lavori viene a modificare la fisionomia del com-plesso delle opere parrocchiali. Si deve ancora all’iniziativa di don Guido Fontana l’attuale sistemazione del nuovo Centro Parrocchiale, con l’appoggio ed il concorso di tutta la popolazione.

Il complesso delle opere è stato eseguito in due fasi: un primo pro-getto del geometra Guido Peduzzi è stato realizzato dall’Impresa Botta nel 1970-71. Quell’intervento recuperava i locali sotto la casa parroc-chiale (già usati come sala da pranzo e cucina da don Seveso) ed il co-siddetto «Zoc», per adattarli a luogo di incontro. Frattanto, con la ven-dita di un terreno del beneficio parrocchiale, si potevano acquistare le aree necessarie per la costruzione degli impianti sportivi (campo da tennis e per il calcio). Il centro veniva integrato con gli spazi superiori, anche mediante la costruzione della nuova scala di accesso dalla piaz-za. Nel 1990-91 è stato compiuto un ampliamento, su progetto dell’ar-chitetto Piero Clerici, eseguito dall’Impresa Ghilotti: sul fronte della struttura esistente sono state incorporate una sala giochi per i ragazzi e giovani ed una sala per il gruppo dei pensionati. La copertura piana del corpo aggiunto ha altresì dato respiro alla casa parrocchiale, che viene a godere di un’ampia superficie terrazzata, dalla quale si dominano gli impianti esterni, oltre al panorama aperto verso la pianura.

Non si può, infine, sottacere il più recente atto compiuto da don Guido. Egli ha acquistato personalmente e donato alla Parrocchia il compendio immobiliare contiguo all’ingresso della piazza: uno dei due edifici è stato ristrutturato per realizzare alloggi per anziani; l’altro sa-rà invece finalizzato all’accoglienza di coppie o di ragazzi e ragazze in difficoltà, anche temporaneamente. Si viene così a integrare con le o-pere parrocchiali una corte storica recuperata e fatta rivivere, come proiezione concreta della solidarietà cristiana sui nuovi versanti del bi-sogno sociale.

Page 146: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

145

Madonna con i Santi Cosma e Damiano (sec. XVII). Pala dell’altare maggiore.

Page 147: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

146

G. B. Crespi detto il Cerano (1575-1633), Cristo Giudice con i Santi Lorenzo ed Eu-stachio e le Sante Cecilia ed Agnese.

Page 148: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

147

Camillo Procaccini (1551-1629), Madonna con Bambino ed i Santi Ambrogio e Ago-stino, Lucia e Caterina.

Page 149: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

148

Tre disegni di Simone Cantoni per la chiesa di Civello. Sopra: i due progetti non e-seguiti. Sotto: prospetto della navata interna (parete sud). Si noti il disegno dei capi-telli (eseguito dallo stuccatore Maderno). (Bellinzona, Archivio Storico Cantonale).

Page 150: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

149

Il progetto di Simone Cantoni eseguito nel 1823-26, in ampliamento della chiesa di Civello. La parte «trilobata» già costruita (1774-75) era stata progettata da Antonio Donegana. (Bellinzona, Archivio Storico Cantonale).

Page 151: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

150

Sopra: veduta della chiesa e sacrestia com’erano (fino al 1970); nella pagina a destra: la chiesa e il Centro Parrocchiale come sono ora. Sotto: la facciata della chiesa com’era fino al 1979; a destra: com’è.

Page 152: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

151

Page 153: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

152

L’ancona dell’altare di San Carlo: marmista Antonio Monzini (su disegno del Done-gana?); pala attribuita a Carlo Innocenzo Carloni (1686-1775).

Page 154: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

153

Arredi e paramenti sacri

Ci sembra utile presentare qui un campionario degli arredi e para-menti sacri, che appartengono alla chiesa di Civello. Si tratta di un pa-trimonio formatosi lungo i secoli (dal XV al XX secolo) con l’apporto dei diversi sacerdoti, attingendo alle risorse, che derivavano alla chiesa dalla vendita del lino, del vino o delle granaglie offerte dai fedeli, ov-vero dagli interessi di un capitale depositato a favore della chiesa per antico lascito dei Mugiasca.

Una delle sorprese più belle ed emozionanti è stato il riconosci-mento della bellissima croce astile in argento ed in rame sbalzato e ce-sellato (che ha avuto una doratura in epoca non definibile, ma senz’altro antica), risalente agli ultimi decenni del secolo XV. Sembra di poter ipotizzare che essa sia stata acquistata in occasione della «promozione» della chiesa a parrocchiale. Tutte le generazioni dei par-rocchiani di Civello, a cominciare dai primi, l’hanno contemplata, e pertanto assume nell’occasione del cinquecentesimo un significato as-solutamente unico, che la pone al centro del nostro interesse. Per que-sto è stata riprodotta anche nella copertina di questo volume.

Sul davanti troviamo il Crocifisso, di fattura quattrocentesca,con una stupenda aureola cesellata d’argento dorato, inchiodato su una crocetta pure d’argento, con il cartello YNRI scritto in caratteri gotici. Sul lobo all’estremità superiore dell’asta è sbalzata la figura di un An-gelo, a quella inferiore Santa Maria Maddalena; sul lobo sinistro del braccio, alla destra del Cristo, troviamo la figura della Madonna; su quello destro San Giovanni Evangelista.

Sul retro, al centro vi è la figura del Cristo Giudice, in giro i simbo-li dei quattro Evangelisti. Le lamelle che ricoprono l’intera croce sono finemente lavorate. La croce è raccordata ad un globo, quasi comple-tamente liscio, mosso da una fascia mediana «equatoriale», leggermen-te lavorata.

Quanto agli altri oggetti, ci limitiamo a presentarne l’immagine.

Page 155: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

154

Figura 1 - Croce astile (sec. XV): recto. Figura 2 - Croce astile: verso. Figura 3 - Crocifisso del secolo XVII-XVIII. Figura 4 - Croce processionale dei Confratelli e ceroferario per «cilostro» del secolo XVII-XVIII. Figura 5 - A sinistra: pisside donata dai fedeli nel 1946 per ringraziamento del ritor-no dei reduci e a memoria dei caduti in guerra. Al centro: ostensorio donato nel 1931, in occasione della chiusura dei Santi Esercizi alle Madri cristiane e a ricordo del «mese di maggio». Furono offerti 504 grammi d’oro e 1640 grammi d’argento.

Page 156: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

155

A destra: calice donato dalle madri e dalle spose dei soldati nel 1941, per implorare protezione e salvezza. Sono tutti opera dei fratelli Borghi di Malnate. Figura 6 - Reliquiari di diversa epoca. A sinistra un «papa» del secolo XIX, al centro urnetta in legno (anno 1665), a destra reliquiario del secolo XVIII. Figura 7 - Ai lati due croci d’altare in rame argentato (secolo XVIII). Al centro una cartagloria in legno intagliato (secolo XVII-XVIII). Figura 8 - Cartagloria in legno dipinto (secolo XVII), acquistata dal parroco Mainoni (1644-1679). Le preghiere «secrete» sono su una stampa del 1581 di tal Remondini di Bassano.

Page 157: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

156

Figura 9 - Candelabri di diversa misura e fattura del secolo XVIII. Quello in centro appartiene a una serie di «6 candelieri di rame argentato», proba-bilmente da identificare con quella comprata nel maggio 1745 da don Gian Battista Tessa. Figura 10 - Uno dei sei candelabri acquistati con una croce per l’altare maggiore nel 1926 da don Antonio Seveso, al prezzo di lire 1.800. Provengono dalla chiesa di San-ta Maria Segreta in Milano e sono assegnabili al secolo XIX. Figura 11 - Statua di Gesù Bambino (sec. XIX-XX). Figura 12 - Statua della Madonna della Cintura (sec. XIX-XX).

Page 158: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

157

Figura 13 - Pianeta in broccato d’oro e d’argento. Faceva parte di un paramento in terzo, completo di piviale e tunicelle, acquistato nel 1798 dal parroco Gian Battista Corbellini per 660 lire. Figura 14 - Altra pianeta in broccato risalente al secolo XVIII. Potrebbe essere, con quella della figura seguente, una delle «due pianete solenni»acquistate dal parroco don Pietro Salvioni nel 1784. Figura 15 - Pianeta in broccato del secolo XVIII. Figura 16 - Piviale «giardino» del secolo XVIII. Figura 17 - Piviale acquisito nel 1935 dalla Ditta Magistretti, per completare il «para-to in terzo solenne».

Page 159: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

158

L’altare parato per una celebrazione liturgica. Si nota il paliotto in scagliola del sec. XVIII.

Page 160: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

159

Tra suoni, canti e... saette Le campane

La storia di una chiesa è anche storia di campane, di parafulmini, di orologi e di organi. Ed anche la chiesa di Civello non si sottrae alla re-gola.

Quanto alle campane, già abbiamo avuto occasione di registrare che nel secolo XVII ve n’erano due, una di 130 chilogrammi, l’altra di 90 circa. E la mancanza di un parafulmini (Beniamino Fancklin non era ancora nato), aveva fatto in quel 13 giugno 1655 la sua giovane vit-tima. Nel 1702 si era aggiunta una campana nuova, di cui non cono-sciamo il peso.

Vi fu, tuttavia, nel corso del secolo una rifusione con ingrandi-mento di quelle tre campane, probabilmente anche per armonizzarne il suono. Non abbiamo rintracciato per ora notizia specifica di quando ciò sia avvenuto; ma possiamo considerare come possibili tracce indicative di quella operazione le note di spesa registrate dal parroco Carlo Mossi nel 1753, che segnalano pagamenti per quelli che hanno «fatto il tellaro, ruote, e sceppi delle campane», nonché «al ferraro Bernaschina di Maccio come di sua lista per ferri e fattu-ra per le campane», oltre al fattore di Mosino «per assi di noce che hanno inservito per le campane»: una serie di interventi che alludo-no a qualcosa in più dell’ordinaria manutenzione. Che, in ogni caso, vi sia stata una sostituzione delle campane antiche lo desumiamo dal fatto che nel 1845 don Antonio Noseda, in occasione della commessa al fonditore di cinque nuove campane, «diede dentro», per essere rifuse con le nuove, le tre campane vecchie, del peso ri-spettivamente di kg. 216, kg. 163,50 e kg. 115; perciò diverse dalle prime, di cui due pesavano rispettivamente 130 e 90 chilogrammi, come già detto.

Il fonditore era tal Michele Comerio, di Milano, che fornì un con-

Page 161: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

160

certo del peso complessivo di 3.018 chilogrammi e mezzo. Il peso del-le singole campane era rispettivamente di chilogrammi: 1.040, 722, 520, 428,50 e 308.

Il costo fu di lire milanesi 11.345, il cui pagamento, dopo un pri-mo acconto di 9 mila lire, si trascinò per diversi anni, fino al 1849, con vertenze legali con gli eredi del fonditore (purtroppo, egli nel frattempo era defunto), i quali pretendevano gli interessi sulle somme dilazionate.

Ma come mai erano sorte incomprensioni? La storia, piuttosto cu-riosa, ce la racconta il parroco Noseda in una lettera indirizzata proba-bilmente al legale dei creditori o a quello della Fabbriceria (nella mi-nuta non abbiamo trovato il nome del destinatario).

«Stimatissimo Signore, la Fabbriceria ed il Curato di Civello aveano fatto il contratto col Comerio per le campane, che in tutto, compreso il castello etc. etc. importava 9 mila lire di Milano. Già fatti i mastri, ossia le forme per fonderle, nacque una gara fra i ter-rieri del vicino paese: dovette star sotto, dovrete star sopra... Due individui si presero l’assonto di venire a Milano dal Comerio, fece-ro sospendere la fondazione, indi ritornati brigarono, ed ebbero altri riscaldati dell’istessa ambizione di volerle più grosse del vicino comune. Venne pure in seguito da me il Comerio prendendo infor-mazione di questi due, giacché sapeva che la chiesa e la Fabbriceria non volevano e non potevano spendere di più delle 9 mila. Li dissi schiettamente che uno passava per galant’uomo, Giuseppe Arighi, ma non è possidente, e l’altro, Giovanni Bosetti, era poco tempo che dimorava in Parrocchia, ed era possidente, ma non poteva di-sporre, od ipotecare niente per dodeci anni, per pagar prima i debiti inerenti all’eredità».

«Il buon Comerio portò seco una scrittura, si contentò della gran stima dei due, e forse anche da qualche altro, e le campane si ingrossi-rono. Rimasto in casa mia il solo Comerio, mi interpellò di nuovo se mi sarei adoperato per il da più. Li dissi di sì come l’ho fatto ed il farò ancora, e mi ringraziò nell’ultima sua, sempre che non pretendesse l’interesse; e godutone un bicchiere si congedammo».

«Dica pure agli eredi, che prendano il mio parere e se l’accettano, che sarà il meglio, consegnino al presentarsi del signor Carlo Maggi di Como quella tal scrittura d’obbligazione dei due su-detti, che io anticiperò l’importo, e lo farò tenere per mezzo dello

Page 162: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

161

stesso Signore che sarà conosciuto, perché è possidente di Marnate. Già vedono che la Fabbriceria non ci entra, e ciò in riscontro a quanto ad Essa fu scritto».

«Con ogni stima mi dico Civello 27 luglio 1849 devotissimo servidore Noseda Antonio Cu-

rato». La cosa, comunque, andò a chiudersi; e quelle campane suona-

rono a Civello, in concerto, fino al 1942. Ma lasciamo a don Anto-nio Seveso la parola, per raccontare quel che avvenne: «Fra l’ammirazione e la costernazione della gente il 17 Ottobre dalla Dit-ta Ottolina di Seregno venivano abbassate dal campanile due delle nostre campane, le maggiori. Erano quasi centenarie, fuse dalla Dit-ta Michele Comerio nel 1845. Il Campanone, che suonato per l’ultima volta per i tocchi dell’agonìa di un morente (Francesco Mo-retti) piangeva quasi anche la sua agonìa, portava impresse l’effigie del SS. Crocifisso e dei Santi Cosma e Damiano, colle parole «Noi salutiamo il dì o nasca o muoia». L’altra aveva impressa l’immagine di S. Ambrogio e di S. Giorgio e la dicitura «Il nostro suono nunzio di gioia e di dolore». E veramente l’ultimo loro suono fu nunzio del dolore di loro fine; dolore ch’era nell’animo e sul vol-to di tutta la popolazione presente, che a denti stretti sussurrava «Campann a terra, perdù la guerra». Le tre campane rimaste sulla torre colla loro voce esile e sottile di tonalità minore (da mi bemolle a sol minore) sembrano chiamare sempre le sorelle perdute».

Solamente nel 1949, in agosto, arrivarono le nuove campane, con-certate in re bemolle maggiore: cinque per la parrocchia e tre per la chiesa filiale di Luisago, fuse dalla Ditta Bianchi di Varese, trasportate dalla Ditta Pedretti. Il 21 agosto furono consacrate dal vescovo mons. Felice Bonomini: era la sua prima venuta a Civello, in una circostanza, che annunciava la ricostruzione materiale e morale dopo la guerra, quasi a consacrare la speranza... «Per la prima volta – scrive don An-tonio Seveso – le nostre suonavano solennemente a distesa dall’alto del campanile rintonacato per la festa della nostra Madonna della Cin-tura», che quell’anno cadeva il 28 agosto.

Gli interventi successivi, oltre alle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria del castello e generale, hanno riguardato gli strumenti di regolazione, con l’istallazione di un primo impianto elettronico nel 1963, rinnovato nel 1985.

Page 163: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

162

Le nuove campane di Civello e di Luisago, il giorno della consacrazione (21 agosto 1949). Il primo parafulmini

Non furono mai molti, nei secoli, i morti sotto i fulmini; che tutta-via sempre hanno preoccupato la nostra buona gente. Nelle processioni rogazionali una delle invocazioni era appunto: «A fulgure et tempesta-te libera nos, Domine», Signore, liberaci dal fulmine e dalla tempesta, che minacciava altresì la campagna. A Civello, poi, era rimasta memo-ria del ragazzo morto proprio mentre suonava le campane, durante un temporale, perché così si usava per «rompere le nuvole».

Sicché, quando fu finita la chiesa, don Antonio Noseda, adeguan-dosi ai tempi, pensò che era bene proteggere la chiesa ed il campanile dalle saette, installando un parafulmine. In un primo tempo si illuse che la posa dell’impianto potesse avvenire appoggiandosi alla genero-sità di un signorotto locale: nientemeno che il marchese Giorgio Rai-mondi (il futuro suocero di Garibaldi), che oltre ad essere proprietario di Gironico al Monte, aveva da non molti anni ereditato la villa di Mo-sino (passata nel 1826 dai Mugiasca alla signora Giuseppa Porro, ma-dre del marchese).

Page 164: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

163

È curiosa la solleticazione che il parroco gli fece, con questa proposta, datata 15 settembre 1839: «Il Comune di Civello, ed in specie la Chiesa, vennero più volte a ricordo d’uomini a essere per-cossi dal fulmine, e noi dobbiamo tutti gli anni temere che abbia a replicarsi così funesto accidente. Io, sapendo per prova quanto Ella ottimo Signor Marchese ami questa popolazione, e cerchi sempre di giovarle, ho intenzione di munire il campanile, tosto che sarà col-laudato, e la Chiesa di una buona spranga Francliniana, ed a conser-varne memoria del segnalato beneficio porre in luogo cospicuo la seguente lapida».

MDCCCXXXIX

LA CHIESA DI CIVELLO PRESERVATA DAL FULMINE

SIA ONORE A FRANCKLIN

E AL MARCHESE GIORGIO RAIMONDI

Ci voleva una certa «faccia di tolla» per fare una simile richiesta; ma si vede che il bisogno non permetteva di valutare attentamente la congruità dell’approccio dal punto di vista della diplomazia. In effetti sul retro di quel foglio, don Noseda annota: «Il Signor Marchese era intenzionato di far mettere il parafulmine. Il bisogno urgeva; fu posto da un altro perché tirava avanti; ma regalò invece un calice d’argento».

Il «tirare avanti» aveva protratto la cosa fino al maggio 1843, quando il parafulmine fu istallato dal «macchinista» Onofrio Pantale-one Regazzoni con una spesa di oltre 195 lire Ma chi era l’ «altro» che pagò? Visto come andavano le cose, fu lo stesso parroco. Infatti, sotto il conto, troviamo la noticina: «Il tutto speso dal Parroco Noseda». Quanto al calice d’argento regalato dal marchese Giorgio Raimondi, è identificabile con quello, che ordinariamente ancora si usa, sul quale sono incise le iniziali del donatore GR. Gli orologi

All’iniziativa del medesimo curato Noseda dobbiamo anche l’istallazione di un orologio meccanico, avvenuta nel 1847, ad opera di tal Tobia Peduzzi di Como, con un costo di 400 lire.

Page 165: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

164

Un nuovo orologio da torre, sembra a spese del Comune, fu istalla-to nel 1909 con un costo di 854,80 lire, fornito dall’orologiaio Cesare Fontana di Milano. Il «pezzo da museo», ormai dismesso, si trova an-cora sul campanile. Le sue funzioni sono state assunte dal nuovo oro-logio elettronico (con aggiunta anche di un quadrante), impiantato nel 1970 dalla ditta De Antoni di Chiari (Brescia). L’organo

Torniamo a parlare del parroco Antonio Noseda, per andare a recu-perare un altro tassello della storia della nostra chiesa; ed è quello rela-tivo all’organo.

Nell’archivio parrocchiale, tra varie carte sciolte, ne abbiamo trovato ancora di curiose, come lo sono frequentemente quelle di mano di don Noseda; ma qualcuna dell’organaro non lo è di meno. Innanzitutto un foglietto spezzato, tipo vecchia carta da macellaio gialla, non firmato, ma che appare di mano di fra Damiano Damiani (l’organaro) dice: «Riporto al presio del organo li ho fatto lesame che di meno di lire austriache di tre milla e cinque cento io non pos-so farlo e non ho niente di utile. Son sicuro che loro non averà il piaciere che loperario abiano a rimeterli della mia scarsella. Hio li dico che lo faciano stimare quello che può valere di un fabricatore dorgani son sicuro che dimandara un galantomo ed io di quello che dira li lasiaro una somma di meno». Italiano commovente di un buon frate bergamasco!

Il parroco, che doveva essersi trovato in casa questo messaggio, scherzosamente annotava sul retro: «Di chi è questo figlio? Rispose una donna, è figlio d’un mio figlio fratello di mio marito». Evidente-mente giocava sulla parola dialettale «fiöö», dai tanti significati, che tradotta dava quel gioco di parole.

E l’organo? Beh, qualcuno doveva avere parlato a don Antonio di un tal fra Damiano organaro, pertanto lo aveva richiesto, o comunque, essendo corsa voce che a Civello volevano un organo, lo stesso frate si era presentato a offrirlo. È difficile districare la dinamica delle trattati-ve messe in tavola: oltre al citato foglietto «da macellaio», troviamo solamente la seguente lettera, indirizzata a non si sa esattamente chi. Leggiamola, pur con qualche difficoltà di interpretare una minuta, con parecchie correzioni.

Page 166: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

165

«Pregiatissimo Amico, mi trovai in Chiasso e sentii quell’organo, e non mi spiacque; esternai come feci con lei il mio desiderio. Pochi giorni fa mi capitò in casa a dir vero un buon ga-lant’uomo a quel che si vede, con una distinta d’un organo nuovo; e sentendo che il prezzo era di L. 3000 il licenziai, giacché non sono al caso; tuttoché non mi aiutassero i benefattori, e dissi, come lo fa-rò di fatti, che era disposto a dargli una buona anticipata. Dopo qualche refezione volle andare nella cantoria, prese le misure, disse che subito spediva il dissegno della cassa, ed in seguito l’organo a novo. Le mie proteste furono vane poiché lo vuol spedire; intende che sia peritato anche da suoi nemici qualor ne fossero al mondo: così si espresse e poi dona ancor lire 200 dalla perizia alla Chiesa; tutte belle cose ma per la mia impotenza a tale somma non bastava-no. Insistì ancora che lo voleva mandare e dicendo che si affidava alla cortesia dei benefattori aspetto l’esito».

«Ciò è quanto le posso dire, in riguardo di quanto mi scrisse nel mandarmi i biglietti pasquali, mi dico qual sono servidore ed amico. Civello li 16 aprile 1832».

Un’annotazione aggiunta dice: «Questa lettera la spedii al Frate Damiano, che può servirli di contratto, affidato alla quale spedì l’organo». Quale lettera? La troviamo sul retro, impostata con lo stile di quella al marchese Raimondi per il parafulmine!... Insomma, sem-bra un vizio, quello di don Antonio, di solleticare la vanagloria degli altri, promettendo lapidi commemorative, per scalare il prezzo: «Che bel incontro, che divina combinazione per noi, per la Chiesa di Civel-lo, l’aver due Damiani, che garreggiano ad onorarla. Il primo è in Cielo, da noi venerato nella nostra Chiesa che è propriamente dedica-ta a S. Damiano, il secondo in terra che vi fu destinato da Lui, onde compiere coll’opera e coi mezzi a quanto ci abbisognava. Le protesto che l’organo avvrà sulla facciata a caratteri cubitali la seguente iscri-zione ad onor dei due Damiani, cioè del Titolare del Fabbricatore e Benefattore».

«L’anno 1832 l’umile frate Damiano Damiani di Bergamo fornì l’organo a questa Chiesa di S. Damiano di Civello».

Ed in effetti lo strumento fu realizzato, con il concorso di tanti par-rocchiani, che si impegnarono a versare il loro contributo: i loro nomi, con accanto anche la corte in cui abitavano (Parasciola, Pedrinella, Fe-negrò, Martinetti, Brugo, Belvedere...) e la cifra per cui si impegnava-

Page 167: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

166

no appaiono su un foglio conservato in archivio, scritto probabilmente da Daniele Ortelli (quello che si sarebbe fatto eremita a Balerna), che tra l’altro aveva raccolto una somma di lire 13:10 tra i giovani, oltre ad aver dato 3 lire e 9 soldi di proprio. Anche l’ex-parroco Pini, arciprete di Mandello, mandò 6 lire.

Fra Damiano rimase con due altri uomini per 21 giorni a montare l’organo, che fu collaudato il 14 ottobre 1833, su richiesta di fra Da-miano, da un altro fabbricatore d’organi, tal Giuseppe Lotterio. Dall’atto di collaudo desumiamo la stima in lire austriache 3.862, an-che se don Antonio Noseda aggiunge una postilla: «L’Ostinelli che pur voleva mettervi una zampa, ed è contrario al Damiani, dice che non può valere che 3.200 dopo aver fatto critica da nemico aperto». Ma, soprattutto, grazie al collaudo stesso, veniamo a conoscere l’esatta configurazione dello strumento realizzato dal Damiani, con il valore stimato dei vari componenti. È un documento, che merita di essere trascritto per intero, per la parte conservata, giacché un angolo del foglio è strappato. Solo dove è ricostruibile a senso completiamo la lacuna con le parole tra parentesi, nella speranza di non discostarci molto dal vero.

«Con scrittura 10 corrente Ottobre 1833 speditami (da) Padre fra Damiano Damiani fabbricatore d’Or(gani) mi venne ordinato portarmi nella Chiesa Parroc(hiale di Civello) unitamente il signor Paolo Ra-vazzini qual Procurato(re dello stesso) spedito onde fare eseguire l’e-same di perizia dell’Organo (fatto per detta ch)iesa nell’anno 1831 (in realtà era il 1832) del prenominato fra Damiano, onde darle a giudizio di equità il prezzo, e valore de materiali, ripartitamente registro per re-gistro, e canne, non che i materiali componente in complesso l’Organo costrutto di nuovo, e posto in opera nella Chiesa Parrochiale di Civello che qui a piedi ne faccio la più esata minuta rilevata da me sottoscritto sul luogo questo giorno 14 Ottobre 1833». «Organo d’otto piedi. Primo Principale Basso di facciata di stagno valore fino di canne N. 25 L. 60 Austriache. 2. Principale Soprano ” 25 ” 5 3. Principale Soprano 2° ” 25 ” 45 4. Ottava Basso ” 25 ” 50 5. Ottava Soprano ” 25 ” 35 6. Quinta Decima ” 50 ” 75

Page 168: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

167

7. Decima Nona ” 50 ” 75 8. Vigesima Seconda ” 50 ” 65 9. Vigesima Sesta ” 50 ” 60 10. Vigesima Nona ” 50 ” 60 11. Bassi Ottusi di legno ” 12 ” 200 12. Ottave Unite ” 12 ” 100 13. Violoncello Basso ” 21 ” 150 14. Ottavino Soprano ” 25 ” 50 15. Viola Basso ” 25 ” 100 16. Flutta Soprano ” 25 ” 120 17. Cornetto a 3 ordini ” 75 ” 90 18. Flauto in Dodicesima ” 50 ” 100 19. Voce Umana ” 25 ” 45 20. Tromboni di legno ” 12 ” 100 21. Timpani C.D.G.A. ” 8 ” 90 Canne 665 L. 2.115 Nota dei materiali e valore. Primo Summiero Avvento armato di Ottone di noce con setti di ferro e capace per tutte le sunnominate canne L.600 (2. Cr)ibio di cartone che contiene tutte le descritte canne ” 30 (3. Summ)iero dei Bassi ed Ottave di noce armato di Ottone ” 50 64. Summiero dei Timpani di noce armato idem ” 40 65. Summiero dei Tromboni idem ” 30 66. Tutti li Summieri anno le loro cattenazature e tutto compreso ” 60 67. Testatura di ebano de tasti N. 50 ” 75 68. Pedagliera di noce de pedali N. 18 ” 12 69. Registratura con tiratutto e cattenazatura ” 50 10. N. 3 Mantici impellati dopiamente con bocchette condotti di vento e ruote ” 500 11. Spese per la mano d’opera a porre in opera il detto Organo nonché altri occorribili non escluso il mantenimento a tal uopo ” 300 L. 3.862 Austriache

«L’Organo fu da me pienamente eseminato perfettamente in tutte le sue parti e lo ritrovai fabbricato secondo il modo della costruzione

Page 169: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

168

usata del su nominato fabbricatore, dichiarando colla presente mia pe-rizia che fu fabbricato perfettamente in tutte le sue parti, tranne qual-che mancamento sull’accordatura stante già da due anni che lo stesso trovassi in opera, cosa però che non distrugge l’intrinsico valore dei materiali d’ottima qualità e sula perfezione della soledità della fabbri-cazione e su di ciò mi dichiaro pronto sostennere davanti qualsiasi giudizio la presente mia dichiarazione fata in duplo, una da consegnar-si al molto reverendo signor Curato di Civello, come ordina il mandato 10 corrente Ottobre 1833 e l’altra nella mano del di lui procuratore quale ne sborsa all’Atto l’importo della presente perizia collaudo ed in fede Giuseppe Lotterio fabbricatore d’Organi».

E un mese dopo fra Damiano accusava ricevuta del saldo: «Adì 16 novembre 1833 Bergamo. Testifico di avere riceputo il saldo del orga-no fatto e messo in opera nella veneranda chiesa parochiale di Civello tutta lintiera somma, mediante che sia consegniato al medesimo signor Giacomo Bernasconi oste in Borgho Vigho numero ciento Bavere ef-fettive; doveva questa somma riceverle dal Reverendissimo Signor Pa-rocho di Civello ed in fede Fra Damiano Damiani Fabricatore d’orga-ni». Insomma, in lingua il nostro fra Damiano restava bergamasco.

Per suonare l’organo ci voleva anche un organista. Il primo fu tal Pie-tro Corti, che troviamo dagli anni ’30 al 1875 almeno. Poi gli subentrò Arrighi Fioravante. Quindi troviamo anche un vicario, don Rinaldo Cairo-li, che suona l’organo e insegna i canti gregoriani al tempo di don Marino Canclini, che nel 1910 aveva impiantato un nuovo organo a doppia tastie-ra: tutti predecessori dell’attuale organista, Lino Taborelli.

Abbiamo ricordato, parlando dell’evoluzione della chiesa, la ri-strutturazione dell’organo operata dalla ditta Nasoni e Gandini di Va-rese nel 1920, più volte citata da don Antonio Seveso negli anni suc-cessivi per gli interventi di manutenzione. La configurazione dello strumento, a prima vista, è stata radicalmente cambiata, anche se non sappiamo se possa essersi salvato del materiale originario. Uno studio preciso potrà essere fatto solo da uno specialista in materia. Ma, pro-babilmente, il vecchio organo fu venduto in blocco a qualche altra chiesa e, se così fosse, sarebbe bello poterlo rintracciare e riconoscere, giacché ne abbiamo ricostruito i «connotati».

Qui ci limitiamo a riportare l’assetto dell’attuale strumento, come si desume da una scheda elaborata dalla Soprintendenza ai Beni Cultu-rali, che ha incluso l’organo di Civello tra i beni da salvaguardare.

Page 170: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

169

La cantoria e l’organo della chiesa di Civello.

Page 171: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

170

«Disposizione fonica. 1° manuale. Quintadecima 2’ - Duodecima 2,1/2 - Ottava 4’ - Principale 8’ - Principale 16’ - (Registro oscillante, manca targhetta) - Flautino 2’ - Flauto 4’ - Tromba 8’ Ripieno (5 file, a pedaletto). 2° manuale. Viola 4’ - Celeste 8’ - Bordone 8’ - Eolina 8’ - Gamba 8’. Pedale Basso 8’ - Contrabbasso 16’ - Cello 8’. Accessori (inseribili mediante pedaletti ad incastro) Unione due organi (I/II) Unione tasto al pedale (I/Ped) Espressione Combinazioni fisse (inseribili mediante pedaletti ad incastro) Concerto viol. (Organo Espressivo) Crescendo (Organo Espressivo) Mezzo forte (Grand’Organo) Forte (Grand’Organo) Fortissimo (Grand’Organo) Ripieno (Grand’Organo)

L’organo è stato costruito dalla ditta Nasoni e Gandini di Varese nel 1920». In realtà l’anno di costruzione fu il 1910.

Già abbiamo ricordato nel capitolo sull’evoluzione della chiesa gli interventi, che hanno riguardato la cantoria, eretta nel 1832, ampliata una prima volta nel 1925 e poi nel 1983.

Accanto all’organo, per l’accompagnamento dei canti, si è aggiunta una pianola, acquistata nel 1982. Ma è nei programmi del parroco don Guido Fontana di restaurare l’organo, che necessita di una revisione generale. Allo scopo già si sono presi contatti con la ditta Mascioni di Cuvio.

Page 172: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

171

L’archivio parrocchiale

L’archivio parrocchiale costituisce una fonte fondamentale per la storia della comunità locale, non solo dal punto di vista religioso. Le notizie, che vi si possono reperire, con riferimento alla popolazione, contengono una serie di informazioni utili a ricostruire la storia loca-le, anche dal punto di vista sociologico: l’indicazione delle professio-ni, delle cause di morte, delle corti del paese in cui erano distribuiti gli abitanti e dei loro padroni sono notizie essenziali a chi voglia rico-struire l’identità della comunità di Civello.

Diamo qui l’elenco dei registri conservati nell’archivio parroc-chiale (per la parte storica), e l’indicazione di alcune materie docu-mentate dalle carte sciolte (da ordinare) più significative. LIBRI RIGUARDANTI LA POPOLAZIONE REGISTRI DEI BATTESIMI Liber baptizatorum (con fogli sciolti allegati) (1631-1644). È il registro più antico conservato, che contiene la registrazione dei battesimi impar-titi da don Nicolao Gugi dal 5 febbraio 1631 al 17 giugno 1644. Libro de battezati (1644-1679) et morti (1644-1678). Contiene anche un atto di battesimo in data 11 novembre 1702. Liber baptizatorum (1769-1737). Liber baptizatorum ab anno 1737 usque ad 1802. Liber baptizatorum ab anno 1802 usque ad dimidium 1850. Liber baptizatorum (1850-1877). Liber baptizatorum 1878-1910 escluso. Registro dei battezzati (1910-1942). Battesimi 1943-1979. Battesimi 1979-.... REGISTRI DELLE CRESIME E DELLE COMUNIONI. Liber confirmatorum (1768-1875). Liber confirmatorum (1876-1895).

Page 173: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

172

Liber confirmatorum (1896-1917). Registro dei Cresimati dall’anno 1938 al..... Elenco degli ammessi alla Prima Comunione (1920-.....). REGISTRO DEI MATRIMONI Liber matrimoniorum (1631-1644). Contiene gli atti di matrimonio redatti da don Nicolao Gugi dal 13 maggio 1631 all’11 maggio 1644. Liber matrimoniorum et status animarum (1644-1678). In copertina è stato scritto 1631 (posteriormente), ma contiene gli atti di matrimo-nio redatti da don Marco Antonio Mainoni dal 26 novembre 1644 al 9 settembre 1676; quindi atti dei viceparroci Domenico Stampa, e Paolo Perti fino al febbraio 1679. Dopo tale data, fino al 5 febbraio 1680 lo stesso Perti si firma come rettore titolare. In fondo, con scrittura di Francesco Perti e dello zio un elenco di 10 iscritti alla Compagnia della Centura in data 25 dicembre 1702. Liber matrimoniorum (1679-1768). Liber matrimoniorum (1769-1873). Liber matrimoniorum ab anno 1874 usque ad 1907. Liber matrimoniorum (1907-1935). Matrimoni (1936-1964). Matrimoni 1965-.... REGISTRI DEI MORTI Liber mortuorum (1679-1774). Liber defunctorum (1774-1865). Liber mortuorum (1865-1904). Defunti 1905-1982. Defunti 1982-.... STATUS ANIMARUM. Liber status animarum (1831-1857) con fascicoli relativi anche agli anni 1855, 1863, 1867. Status animarum (1876-1906). Status animarum (1907-1936). Sono interessanti perché distribuiti per nuclei familiari, con indicazione dei padroni, ecc. ATTI DI NASCITA, MATRIMONIO, MORTE PER CONTO DEL-L’ANAGRAFE CIVILE Libro degli atti di nascita dal 1816 al 1840 esclusivo (anagrafe civile).

Page 174: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

173

Con rubrica a parte. Libro degli atti di nascita dal 1840 al 1858 esclusivo (anagrafe civile). Con rubrica a parte. Libro degli atti di nascita dal 1858 al 1872 (con rubrica in fondo). Atti di matrimonio (1815-1872). Con due rubriche (1816-1864). Sono interessanti anche per l’indicazione delle professioni dei nubendi. Libro degli atti di morte dal 1816 al 1862 (anagrafe civile). Libro degli atti di morte dal 1862 al 1875 (anagrafe civile). Con carte sciolte: certificati di morte, sepeliatur, ecc.. Sono interessanti anche per l’indicazione della cause di morte (con riferimento alle malattie, ecc.). Si trova an-che un libro degli atti di morte vuoto (anagrafe civile). LIBRI RIGUARDANTI L’AMMINISTRAZIONE Conti della Chiesa (1632-1705). Libro de crediti et spese della chiesa (1644-1703). Contiene memorie sui lavori fatti fare da Marco Antonio Mainoni, oltre i conti an-nuali di Francesco Perti e Paolo. Registro dei conti dal 1726 al 1786 (in realtà al 1802). Nelle pagine in fondo accorpa le spese per la costruzione delle tre cappelle attuali, della sacrestia e della casa parrocchiale tra il 1774 e il 1779. Nota delle Primitie e Fitti della Cura di Civello (libretto del 1762 con nota del 1773). Libro de Conti della Chiesa di Civello (1772-1796). Spese della Chiesa (1813-1862). Libro appartenente alla spesa della Fabbrica della Chiesa Parochiale di Civello (1823-1852). Contiene i dati relativi alle spese per l’ampliamento effettuato tra il 1823 e il 1826, in esecuzione del progetto di Simone Cantoni. Offerte per le spese dell’organo, filatura ecc. (1832-1853). Registro delle primizie (Redditi Parrocchia) (1859-1874). Registro del ricavo della Filatura del lino dell’offerta delle galette (1862-1865). Libro Cassa della Chiesa Parrocchiale di Civello (Fabbriceria), (1865-1897). Registro ad uso della Fabbricer<i>a di Civello (1906-1919). Registro cassa dall’anno 1898 all’anno 1952. Cassa dei Morti (1763-1851). Conti della Cassa dei Morti (1860-1864). Cassa dei Morti (1905-1957).

Page 175: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

174

Cassa morti (1965-....). Conti dei canestri (1957-1989). Due libri cassa degli ultimi anni. LIBRI RIGUARDANTI LE ASSOCIAZIONI PARROCCHIALI Istituzione della Compagnia della Cintura (1661) Contiene elenchi confratelli anche successivi senza data. Libro per gli Centurati (1753-1891) Registro dei Terziari di S. Francesco (1883-1913) Bilancio attivo e passivo della Compagnia di S. Dorotea (1889-1902). Contiene elenco iscritte. Compagnia Figlie di Maria (1921). Compagnia di S. Luigi Gonzaga (1906-1913) Registro della Confraternita del SS.mo Sacramento (1907-1912). Di-stinti per corte. Pia Opera della S. Infanzia (1915) e Confraternita del Carmelo (1907-1913). Registro Figlie di Maria (1917). LEGATI E LASCITI. DIARI MESSE Libro legati (compilato da don Marino Canclini). Legati (1965-....). Libro Cassa del Legato Ronchetti (1880-1907). Libretto con adempimento legati (Pellegrini, Noseda, Turconi) (1851-1876). Diario S. Messe (1928-1944). Diario S. Messe (1937-1968). Diario S. Messe del Legato Ronchetti (1840-1853) (In copertina: Vacchetta prescritta con Circolare Governativa....). CARTE SCIOLTE

Esistono varie carte sciolte (in parte da ordinare), che contengono documentazione di spese, fatture, lettere ecc. relativamente ad argo-menti vari. Meritano segnalazione alcune carte relative alla manuten-zione degli arredi e della chiesa e casa parrocchiale in generale, alla costruzione dell’organo, all’impianto del parafulmine, delle campane, dell’orologio; oltre ad inventari, ecc.

Page 176: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

175

Documenti

Alcuni documenti relativi alla storia religiosa di Civello già sono stati riportati nel volume «Villa Guardia, la nostra storia nella Sto-ria», pubblicato a cura del Comune nel 1990. Si veda nel capitolo Momenti di vita parrocchiale nei secoli XVI e XVII (pagine 153-174), in particolare l’inventario dei beni redatto nel 1636; quindi nel capi-tolo Il catasto settecentesco (pagine 193-222), la rendita della parroc-chia intorno al 1760. Inoltre alcune vicende che accompagnarono l’ampliamento della chiesa sono illustrate nei capitoli: Civello si dà in feudo ai Mugiasca (pagine 239-248), La famiglia Mugiasca e Villa Guardia (pagine 249-256), con corredo di ampi stralci di documenti. Qui si trascrivono altri documenti, che in qualche modo aggiornano alcuni dei precedenti e suffragano le notizie esposte nella trattazione storica.

Si avverte che la grafia (maiuscole, minuscole, accenti...) e la pun-teggiatura usata non corrispondono sempre a quelle presenti nei do-cumenti. Infatti, è consentito dalle regole di trascrizione adottare for-me più attuali, per rendere meglio comprensibili i testi, che vengono, comunque, rispettati pienamente nel loro contenuto. La nomina del primo parroco Data l’importanza storica dell’atto, si trascrive uno degli atti preliminari alla nomi-na del primo parroco, fra David Borsieri, nel testo latino, seguito dalla traduzione. La qualità del documento (una imbreviatura notarile stesa in fretta con una grafia assai minuta, con segni abbreviativi sovrapposti e spesso corretti, non sempre ricon-ducibili ai soliti delle formule correnti), ne rende non solo difficile, ma praticamente impossibile la lettura integrale. Pertanto siamo costretti a lasciare delle lacune; tut-tavia, limitatamente a qualche parola, così che non viene inficiata la sostanza del contenuto. (Archivio di Stato di Como, Fondo notarile, Orchi Paolo, cartella 129)

Page 177: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

176

«MCCCCLXXXXmo tercio, indictione undecima, indictione undecima (ripetuto), die merchurii vigesimonono mensis maii. Convocata et congregata vicinantia vicinorum et hominum comunis de Clivadello, plebis Fini, diocesis Cumane, patronorum (can-cellato per poi correggere: cosa non senza significato!) parochianorum ac patrono-rum et advocatorum ecclesie Sanctorum Cosme et Damiani de Clivadello predicto, in domo episcopali Cumana pro infrascriptis solemniter peragendis. In quaquidem con-vocatione etc. affuerunt et sunt Togninus de Urio filius quondam Georgii, Stephanus de Galiis filius quondam Antonii pro se et nomine Iohannis et Vanini fratrum suorum pro quibus promissit de rato etc., Zaninus de Paravesino filius quondam Simonis, Antonius de Boninis de Sacho, filius Iacobi, Georgius de Mazinis filius quondam Tognini, Bernardinus de Reguis filius Michaelis, Antonius de Quarsano filius quon-dam Donati, Marchus de Paravesino filius Dominici, Franciscus de Paravesino pro Dominico, Bernardinus de Bernaschonibus filius Petroli dicti Gobi, Bernardinus de Villa filius quondam Simonis, Damianus de Mazinis filius quondam Petroli, Filippus de Cayrolis filius Antonii, omnes habitatores comunis predicti de Clivadello, qui fue-runt et sunt due partes trium partium ac maior et sanior pars dicti comunis ut asserunt etc. .... et quilibet eorum pro se et suis et quibuslibet nominibus et nomine dicti co-munis et aliorum dicti comunis his adherentium et adherere volentium pro absentibus de rato ....... promisserunt etc ...... circa eorum et dicti comunis procurationis et sindi-catus occasione.... fecerunt et faciunt etc. suos et dicti comunis et hominum et cuiu-slibet eorum tam simul quam separatim certos missos nuntios sindicos et procurato-res et quicquid melius dici etc. dominos Franciscum de Rochis et Gasparinum de Rippa, ambos cives et habitatores civitatis Cumarum, et utrumque eorum in solidum, ita quod uterque eorum...

Specialiter ad, sindicario et procuratorio nominibus ut supra, nominandum seu eli-gendum personam idoneam et sufficientem in beneficialem et rectorem dicte eccle-sie, si ipsa ecclesia vacaret aut vacare continget ... etc ........ dictamque nominationem seu electionem sic fiendam et eius decretum presentandum et inthimandum illi per-sone, quae nominari seu eligi continget, et ab eadem petendum et requirendum quo-minus ipsi nominationi seu electioni sic fiende et eius decretui consentire vellit.... et ipso habito consensu presentandum et inthimandum ipsam nominationem seu elec-tionem et eius decretum ac consensum ... ... personam nominandam, postquam no-minata fuerit, reverendissimo domino domino episcopo Cumano seu eius domino vicario et omni cuicumque alio, prout expediens fuerit et ab eisdem .....eorum peten-dum et requirendum nominationem et electionem hanc confirmari laudari et approba-ri, dictamque personam sic nominandam et presentandam institui et perfici in perpe-tuum beneficialem et rectorem dicte ecclesie, et curam animarum dicte ecclesie sup-positarum eidem committi, et alia fieri in premissis expedientia et opportuna.

Item fecerunt et constituerunt et faciunt et constituunt suprascriptos dominos Franci-scum et Gasparem, necnon dominos Francischum Ruscam, Andream Ambrosium et Paulum de Laporta, Andream de Olzate, Petrum de Muralto, Bartholomeum de Greppis, Iohannem Antonium de Baliachis, Bernardinum de Salicibus, Augustinum de Vachanis, Aluisium de Besutio et Abondium de Madiis, omnes causidicos Cuma-rum, et quemlibet eorum in solidum, ita quod unusquispe eorum etc. Et quicquid u-

Page 178: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

177

nus eorum inceperit etc. ad omnes ipsorum ... et cuiuslibet eorum tam simul quam separatim premissorum et quavis alia causa et occasione... Actum in domo episcopali Cumana, presentibus ibidem pro testibus domino Alexan-dro et Benedicto fratribus de Rippa filiis Iohannis Aluisii et Benedicto de Zobiis filio ser Aluisii .....» «1493, undicesima indizione, il giorno mercoledì ventinove del mese di maggio. Convocata e congregata l’assemblea degli abitanti ed uomini del comune di Civello, pieve di Fino, diocesi di Como, dei parrocchiani e patroni ed avvocati della chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Civello predetto, nel palazzo vescovile di Como, per trattare solennemente le seguenti cose. Ed in questa convocazione ecc. furono e sono presenti Tognino da Urio fu Giorgio, Stefano Galli fu Antonio per suo conto ed a nome di Giovanni e Vanino, suoi fratelli, per i quali ha promesso ratifica ecc., Zani-no Parravicini di Simone, Antonio Bonino Sacchi, di Giacomo, Giorgio Mazzini fu Tognino, Bernardino Arrigo fu Michele, Antonio da Quarzano fu Donato, Matteo Parravicini di Domenico, Francesco Parravicini al posto di Domenico, Bernardino Bernasconi di Petrolo detto Gobbo, Bernardino Villa fu Simone, Domenico Mazzini fu Petrolo, Filippo Cairoli fu Antonio, tutti abitanti del predetto comune di Civello, che furono e sono i due terzi e la maggioranza qualificata di detto comune, come hanno asserito; tutti e ciascuno di loro per sé ed a nome di chiunque altro del detto comune che dia la sua adesione a queste cose o che voglia aderire, al posto degli assenti con promessa di far ratificare... per conto loro e di detto comune in merito alla procura o sindacato loro e del comune... costituirono e costituiscono come certi messi, portavoce, sindaci e procuratori e quanto di meglio si possa dire, loro e del detto comune ed uomini e di ciascuno di loro, tanto insieme come separatamente, i signori Francesco Rocchi e Gasparino Riva, ambedue cittadini ed abitanti della città di Como, e ciascuno di loro in solido, così che... Con l’incarico speciale ed a nome sindacale e procuratorio come sopra, di nominare o eleggere una persona idonea e capace come beneficiale e rettore della detta chie-sa, se la chiesa stessa fosse vacante o venisse ad essere vacante... ecc.. e di presenta-re ed intimare la detta nomina o elezione ed il suo decreto a quella persona cui toc-cherà di essere nominata od eletta e di domandare e chiedere alla medesima che vo-glia acconsentire alla stessa nomina o elezione che è da farsi.... e dopo averne avuto il consenso di presentare ed intimare la stessa nomina o elezione ed il suo decreto e consenso .... e la persona da nominarsi, dopo che sarà stata nominata, al reverendis-simo monsignor vescovo di Como o al suo vicario o a chiunque altro sarà necessario e di domandare e chiedere ai medesimi che questa nomina o elezione venga confer-mata, collaudata e approvata e che la detta persona da nominarsi e presentarsi in tal modo venga costituita e perfezionata come perpetuo beneficiale e rettore della detta chiesa e che alla medesima sia affidata la cura delle anime soggette alla stessa chiesa e che si facciano tutte le cose necessarie ed opportune in questi casi. Inoltre fecero e costituirono e fanno e costituiscono i soprascritti signori Francesco e Ga-sparino nonché i signori Francesco Rusca, Andrea, Ambrogio e Paolo della Porta, Andrea Olgiati, Pietro Muralto, Bartolomeo Greppi, Giovanni Antonio de Bagliac-

Page 179: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

178

ca, Bernardino Salice, Agostino Vaccani, Luigi Besozzi e Abondio Maggi, tutti cau-sidici di Como e ciascuno di loro in solido, così che tutti ecc. E qualsiasi cosa uno di loro intraprenderà verso tutti... e ciascuno di loro tanto insieme quanto separata-mente per il caso in questione o per qualsiasi altra causa e circostanza... Fatto nel palazzo vescovile di Como, presenti ivi come testimoni il signor Alessandro e Benedetto fratelli Riva figlio di Gianluigi e Benedetto Giovio figlio di ser Luigi...» I decreti della visita apostolica del 1578 Pubblichiamo la versione in italiano dei decreti per la chiesa di Civello, emanati da mons. Francesco Bonomi, vescovo di Vercelli, visitatore apostolico della diocesi di Como nel 1578. Si tratta della prima visita seguita al Concilio di Trento. (Archivio Storico della Diocesi di Como, Visite pastorali, III). «Per la chiesa de Santi Cosmo et Damiano di Civello. Procurano (per procurino) gli uomini di proveder d’un tabernacolo grande di legno per conservar il Santissimo Sacramento, tutto dorato di fuori, et dentro fodrato con seta, et due padiglioncini per coprirlo. Si proveda d’una pisside grande per le communioni. D’un’altra pisside picciola per gli infermi. D’un tabernacolo portatile. Si eriga la Compagnia del Sacramento. Si compri un baldachino con due lanterne per le processioni. D’una continenza, d’un velo piccolo per la pisside, et d’un piviale di seta. Fra due mesi si faccia un battistero nuovo col vase doppio secondo la forma de’ no-stri decreti generali. I vasi degli olii sacri del battesmo si tenghino separati da quello per gli infermi. Fra tre mesi si faccia un confessionale. L’altare con la bradella si riduca alla forma. Al choro si facciano i cancelli. Si proveda d’un’altra pietra sacra. D’una tavoletta delle secrete delle nuove. Di sei tovaglie per l’altare. D’una tela verde per coprirlo. Si faccia quanto prima il tavolato alla chiesa. Si imbianchino i muri. Alla porta del campanile si facciano le ante, provedendo anco ad esso campanile, do-ve minaccia ruina. Il vase per l’acqua benedetta si riponga sopra una colonnetta. La sacrestia si accomodi alla forma. Si provedi de paramenti doppii de tutti i colori. Di borse, et cossini. Di due corporali. Di XII purificatori. D’una baciletta d’ottone. Di sei faccioletti.

Page 180: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

179

D’un messal nuovo Romano. Di due ceroferarii. D’un secchiellino con l’aspersorio. Si tagli quel fico, ch’è nel cemitero. Fra due mesi si getti a terra in ogni modo quel solaro, dove si tiene il fieno, col porti-co, da quali viene occupata la facciata della chiesa. Si faccia anco gettar a terra la casa, ch’è attaccata alla chiesa. Il patrone di quella casa cerchi altra strada per condurvi le bestie. La facciata si dipinga». Un fulmine cade sul campanile il 13 giugno 1655 Tra gli scritti del parroco don Marco Antonio Mainoni, si trova questa «memoria», che merita di essere letta nella sua versione originale, che precisa, tra l’altro, la data. Infatti questo episodio era entrato nella storiografia ottocentesca come avvenuto nel 1629. È una bella occasione per ascoltare quel parroco, così co-me egli si esprimeva. In questa nota non compare il nome del ragazzo, che però sia-mo riusciti a identificare consultando il registro dei morti: si trattava di Giovanni Casarico, figlio di Battista, quattordicenne. (Archivio Parrocchiale di Civello, Libro de crediti...). «Memoria come l’anno 1655 adì 13 giugno, giorno di S. Antonio di Padova, cascò la saeta sopra il campanile della chiesa di S.S. Cosmo et Damiano, et gettò a basso la campana grossa con fracassamento et rottura del medemo campanile, et entrò per la camera della casa parochiale, fracassando la muraglia, et puoi nel saletto, et uscì con rottura della muraglia. Entrando in chiesa, fracassò un artabanco, facendolo in mille pezzi, et appoggiato a questo facendo oratione Pietro Paravicino, sindico di questa chiesa, insieme con mezzo l’artabanco adosso lo portò di peso in mezzo alla chiesa et si tenea per morto; ma con l’aggiutto, prima di Dio e puoi di S. Antonio, restò sola-mente dal mezzo in giù abbruggiato, et si risanò. Altri in chiesa restorono tramortiti , ma un figlio, che entro al campanile sonava per il mal tempo, restò morto, senza tro-varvi offesa alcuna et dopo d’esser scorsa per chiesa la saeta a vista di molte persone con suo gran terrore passò la muraglia del altare di S. Carlo, et uscì per il granaro so-pra la sacristia, et ivi finì li suoi fracassamenti. Che, fatto il conto, passò da sei o set-te muraglie, et si stima che, se fosse stato in tempo di vespero, mentre in Dominica venne la folla di questo santo, ne volean restar morti una dozzina; ma perché il curato devoto di questo Santo anticipò l’hora del vespero più di due hore per andare a S. Francesco a Como a sentire il vespero, che musicalmente ad honore di questo gran Santo, ogni hanno si canta con concorso di tutta la città, non poté far quel male che haverebbe fatto se tutti fossero stati in chiesa, come è solito al tempo del vespero; sì che per questa gratia il curato a fatto devotione ogni hanno in tal giorno ad honor di S. Antonio di Padova, far celebrare alcune messe nella medema chiesa di S.S. Cosmo et D. con intervento di tutta la terra a sentir le messa che in questa mattina si diranno

Page 181: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

180

senza che nissuno vadi a lavorare, et a maggior gloria di questo Santo ogni quarta dominica del mese si canta messa et la maggior parte si confessano, et communica-no. Essorto al mio successore a mantenere questa devotione che le sarà da N.S. ri-munerato et da S. Antonio protetto». Altre «memorie» di don Marc’Antonio Mainoni (Archivio Parrocchiale di Civello, Libro de crediti...). Nota del entrata della Cura di Civello et del terreno di detta Chiesa. Pertiche trentatrè in circa di terreno, e s’affitta stara uno formento et stara uno segla per pertica con l’appenditii de capponi et polastri. Il vignolo hora lavorato da Carlo S. Pietro paga stara 3 formento et stara tre segla, et la metà del vino. Li massari della cura, che sono tredeci computati li massari di Brugo pagano ogni massaro di primitia eccetuati li massari del signor Giovanni Antonio Rusca, che pa-gano solo meza primitia: formento stara uno, segla stara due et mezo, miglio stara uno et mezzo, vino meza brenta per ogni massaro. Li pigionanti pagano ogni anno in calende d’agosto lire 1 per uno. Per la quistoria (= questua) paga il comune in calende di agosto lire 24. Per dire il Passio pagano li massari una soldata (= mezza dozzina) di lino et li pigio-nanti meza soldata, parimente quelli di Luisago sono 24 soldate. Per li devodati (feste votive) pagano lire 7, il curato è obligato dir messa et vespero. Per andare a Santa Maria al Monte danno al curato lire 6 et quelli di Luisago soldi trenta, et il curato di questi si fa la spesa. Per la messa della capella di S.S. Cosmo et Damiano, hora posseduta dal molto reve-rendo signor Giovanni Battista Rusca, paga con la manutensione lire 40. Per la messa del sabbato che fa celebrare il comune paga lire 36. Per la messa et offitio che si dice il lunedì a hora di giorno lire 60. Per la messa che fanno celebrare li homini di Luisago computati li venerdì di maggio pagano al curato lire 42. Per la messa che fa celebrare Luigi Coria per devotione lire 30. Per dare la beneditione la Quaresima dozzine 4 ova. L’offerta che si fa nel cantar messa resta al curato in tutte le feste principali fuori per l’anno; la terza et quarta dominica resta alla chiesa, o almeno la quarta dominica. La piana del signor Paolo nela vignola paga mezo staro di formento et mezo staro di segla hora lavorata da Vicenzo Coria (sovrascritto: Pietro Arigo detto Casletto). Il Campo di Portei paga di primitia mezo staro di formento et mezo di segla et un sta-ro di vino. Il terreno del signor Paolo Rovello paga quartine due di formento, quartine quatro di segla, quartine due di miglio. Il terreno del signor Baldassar Mugiasca lavorato da Pietro Paravicino paga quartine due formento, quartine 4 segla, et due miglio.

Page 182: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

181

Per li mortorii se sono boni massari, mettendo però il curato la cera al corpo, et al settimo, et sua paga doppia lire 16 incirca. Se sono figlioli piccioli danno lire 3 et il curato li mette la cera. Per li sposalitii danno soldi trentacinque per la messa, et per le candele, et un paro de fazoletti et una gallina. Lo primo che partoriscon dopo l’olii santi novi (= dopo il sabato santo, quando si portavano dalla pieve gli oli consacrati dal vescovo il giovedì santo), danno il ca-pretto o agnello. Un’altra nota presenta alcune varianti. Stralciamo solo le notizie, che aggiungono qualche precisazione a quanto già visto sopra. Per dire il Passio li massari tanto di Civello, come di Luisago et Brugo pagano una soldata di lino per ogni massaro, et li pigionanti mezza, et quelli che non seminano la linosa pagano l’equivalente. Per le feste de 3 maggio et devodati pagano in tutte lire sette. Per andare a Santa Maria al Monte pagano quelli di Civello lire 6, quelli di Luisago soldi trenta, et quelli di Brugo soldi quindeci. Per li battesimi danno un fazoletto, et soldi cinque. Erezione della Confraternita della Cintura. L’anno 1661 adì 25 settembre fu instituita nella chiesa parochiale di S.S. Cosmo et Damiano del luogo di Civello la Compagnia della Cintura con tutti quei privileggi, et indulgenze, che gode la religione augustiniana, come dalla Bolla si raccoglie, essen-do io infrascripto quel anno rettore di questa chiesa, et a questo effetto feci fabricare l’altare della Beata Vergine Maria, et di Santo Antonio di Padova, et ogni quarta do-minica di ciaschedun mese si fa la processione il dopo pranso con non puoco concor-so de descritti in questa Compagnia, il tutto ad honore, et gloria di Sua Divina Mae-stà. Io prete Marco Antonio Mainone, curato di questa chiesa ho instituito questa Com-pagnia come anco quella del Santissimo Sacramento sotto il governo di Monsignor Illustrissimo Lazaro Carafino, Vescovo di Como. Priore di questa Compagnia Vincenzo Coria Sotto priore Tomaso Bianco Sindici Pietro Paravicino, Christoforo Cartoso Consiglieri Pietro Paravicino, Angelo S. Vittore. Adì 18 maggio 1676 con l’occasione, che si è fatto il confallone per portar nelle pro-cessioni la terza et quarta dominica del mese, si sono fatti li officiali della Compa-gnia della Cintura a voci. Qual ordine si terrà ogni anno in fare li medemi offitiali nel giorno della Pentecoste et perché il più delle volte molti non intervenivano con le cappe alle processioni si è fatto questa lege avertendo tutti che chi mancherà senza causa urgente, pagherà soldi cinque per volta et mancando più di due volte senza causa si escluderà dalla Compagnia et se li venderà la cappa a nome della chiesa. Li ofitiali sono l’infrascripti: Priore Pietro Paravicino

Page 183: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

182

Sotto priore Pietro Arigo Procuratore il signor Antonio Rusca Sindici Vicenzo Coria Angelo S. Vittore Sacrista Giovanni Terzago. Vita religiosa di Civello nel secolo XVII (Archivio Storico della Diocesi di Como, Visite pastorali, LXVI). Dalle relazioni, che don Paolo Francesco Perti ha preparato per la visita pastorale di mons. Carlo Ciceri nel 1685, si stralciano le seguenti notizie. «Nota delle messe d’obligo et devotioni che si dicono in questa chiesa di S.S. Co-smo et Damiano, pieve di Fino. Le dominichi si celebrano le messe per il comune di Civello Il lunedì si celebra la messa con l’offitio de morti per devotione Il martedì et mercordì sono di libertà (nel senso che non vi sono applicazioni specifi-che precostituite della messa) Il giovedì si celebra per il titolare per il beneficio de signori Rusca Il venerdì si va alla chiesa di Luisago per devotione del comune (di Luisago) Il sabbato si celebra per devotione di questo comune di Civello». «Nota delle feste et processioni, che si fanno in questo comune di Civello, si’ di devotione come di obligo. Il giorno di S.S. Cosmo et Damiano titolare di questa chiesa Il giorno di S. Carlo con la dominica susseguente con indulgenza plenaria Tre feste de S. Maggi per devotione Due feste de Devodati (= per voto) doppo la S. Pasqua di Resurrezione et Pentecoste Il giorno di S. Defendente (2 gennaio) per devotione Processione tutte le terze dominiche ad honore del Santissimo Sacramento Tutte le quarte dominiche la Compagnia della Centura Il giorno di S. Marco per obligo I tre giorni delle Rogationi per obligo Il giorno del Ascensione per devotione Il primo venerdì di maggio si va a S. Maria al Monte». «In questa chiesa non vi è niente d’entrata e tutto quello (che) si fà per beneficio di questa il tutto si fà d’elemosina qual si raccoglie da’ Sindici a suo tempo come sa-rebbe nel tempo della raccolta del grano un anno con l’altro. Formento stara 8 Segale stara 10

Page 184: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

183

Fave stara 8 Miglio stara 10 Lino dozzine 24 Ovi dozzine 70 Filo di stoppa libre 7 Carlone stara 6 In questa chiesa vi è un beneficio che è iuspatronato de signori Rusca et di rendita di moggia dieci, cioè cinque di formento et cinque di segale, et lo gode di presente il molto reverendo signore Giovanni Battista Rusca con obligo d’una messa la settima-na, quale la celebra il curato di Civello; vi è ancora sopra questo beneficio una casa da massaro qual è affitta lire quaranta». «Sotto il governo di questa cura vi è un oratorio o chiesa nella terra di Luisago qui vicina, dimembrata dalla prepositura di Fino dalla felice memoria di monsignor La-zaro Carafino per la lonta(na)nza di quella et di questa chiesa; ne è il Padrone il si-gnor Alessandro Erba (Odescalchi) et vi ha fatto molti miglioramenti et è il titolo di S. Martino, et questa chiesa non ha niente d’entrata». Atto di separazione della chiesa di Luisago da Fino e sua annessione alla parrocchia di Civello Abbiamo desunto questo documento da una trascrizione (che sembra non del tutto precisa) effettuata dal parroco di Civello, don Paolo Francesco Perti, che si trova allegata agli atti della visita pastorale di mons. Carlo Ciceri (1685). Il testo origina-le è in latino, ma riteniamo opportuno renderlo comprensibile a tutti, perciò lo pre-sentiamo tradotto in italiano. «Nel nome di Signore, amen. Nell’anno dalla sua natività 1649, terza indizione, il giorno di domenica 17 del mese di ottobre. Dinanzi all’illustrissimo e reverendissimo monsignor Lazzaro Carafino, per grazia di Dio e della Sede Apostolica vescovo della Santa Chiesa Comense, conte, presente, in occasione della visita pastorale, nella sala della Casa Parocchiale del luogo di Civel-lo, pieve di Fino, diocesi di Como. Comparve e compare l’illustrissimo signore Giovanni Cernezzi del fu signor Pietro, cittadino abitante a Como, parrocchia di San Sisto, in qualità di messo, nunzio e pro-curatore degli uomini ed abitanti del luogo di Luisago, pieve di Fino suddetto, in ba-se all’atto di delega e procura rogato dal reverendo signore Giovanni Battista Perti, prevosto di San Donnino di Como, notaio apostolico oggi, poco fa davanti a lui. Ed al medesimo illustrissimo e reverendissimo mons. vescovo con quella riverenza che convenne e conviene presentò e presenta il predetto istromento del seguente tenore». «In nome del Signore, amen. Nell’anno dalla sua natività 1649, indizione terza, nel giorno di domenica 17 del mese di ottobre. Convocati e congregati gli uomini ed abi-tanti della vicinanza del luogo di Luisago, pieve di Fino, diocesi di Como nella piaz-za davanti alla porta della chiesa di San Martino del medesimo luogo, dove sono so-liti riunirsi per la trattazione dei problemi spirituali della detta vicinanza, premesso il

Page 185: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

184

suono della campana, come si usa, su ordine di Giovanni Mioni fu... console del det-to luogo di Luisago. A tale riunione parteciparono e partecipano i sottoscritti: il predetto Giovanni Mioni fu.... console, e con lui e presso di lui Andrea Vertemati fu Alessandro, Battista Arrighi fu Andrea Antonio Terzaghi fu Francesco Antonio Negretti fu Francesco Giovanni Bianchi fu Andrea Bernardino Negretti fu Gian Maria Tutti abitanti del detto luogo di Luisago, che insieme furono e sono più dei due terzi di tutti gli uomini vicini del detto luogo, anzi rappresentano tutta intera la predetta vicinanza e che promisero e promettono per conto degli altri assenti ed infermi, se ve ne sono, la ratifica formale. Volendo prendere una decisione, per quanto sta a loro, a favore loro e della detta comunità circa il bene spirituale, di loro volontà incaricarono ed incaricano come messo, nunzio e procuratore loro e della detta loro vicinanza.... l’illustre signore Gio-vanni Cernezzi fu signor Gian Pietro, cittadino e abitante di Como, parrocchia di San Sisto, presente, e che si assume l’onere del presente mandato, che durerà finché sa-ranno andate a compimento le cose sottoscritte. Specificamente ed espressamente di presentarsi a nome loro e della detta vicinanza e per conto loro davanti all’illustrissimo e reverendissimo mons. vescovo di Como, e di domandare e chiedere a lui con la dovuta riverenza, che, tenuto conto della distan-za intorno alle due miglia o circa del luogo predetto di Luisago dalla chiesa collegia-ta e matrice di Santo Stefano di Fino predetto, a cui sono direttamente soggetti come parrocchia; per la qual distanza piuttosto spesso gli abitanti dello stesso luogo subi-scono danno nelle cose spirituali, ed i medesimi abitanti attuali e futuri vengono a mancare dell’assistenza religiosa, voglia e si degni di smembrarli, esimerli e liberarli insieme con la loro chiesa di San Martino predetta dalla stessa chiesa matrice e col-legiata di Santo Stefano di Fino ed unirli, assoggettare e incorporare con la chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano del predetto Civello e al suo curato attuale e che ci sarà nel tempo, in quanto più vicina e più comoda. Inoltre di offrire alla medesima chiesa matrice, e al suo prevosto attuale o che vi sarà in seguito nel tempo, ogni anno in segno dell’antica soggezione quelle cose che all’illustrissimo e reverendissimo mons. vescovo parranno opportune in proporzione alle possibilità degli stessi abitanti, e con le condizioni loro accette già esposte al si-gnor provicario, escluso tuttavia l’aumento della primizia, perché mai in alcun tempo gli stessi abitanti del luogo di Luisago potrebbero sotto qualsiasi pretesto o titolo es-sere gravati del pagamento di qualche primizia, e non diversamente... Inoltre di giurare sulla loro coscienza, come hanno giurato di ratificare formalmente tutte le predette cose. Dando garanzia ecc. promettendo ecc. e in generale ecc. E su quanto premesso ecc.. Fatto, come sopra detto, presenti ivi come testimoni Bernardino Boleda fu Stefano e Gian Antonio Negretti fu Giorgio, ambedue di Civello noti.

Page 186: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

185

Sottoscritto col segno di tabellionato: Io Giovanni Battista Perti, prevosto di San Donnino di Como, pubblico notaio per apostolica autorità, richiesto sulle predette cose ho scritto e per fede ho sottoscritto. Poi (Giovanni Cernezzi), domandando e chiedendo umilmente a nome dei detti .... al medesimo illustrissimo e reverendissimo monsignor vescovo, che voglia e si degni, in base al contenuto di quell’istromento, addivenire alla richiesta separazione ed u-nione, come detto nell’istromento di procura, quindi esimere e smembrare gli attuali e futuri abitanti del detto luogo di Luisago e la loro chiesa, costruita da loro in quel luogo, dedicata a San Martino, dalla chiesa collegiata matrice, unendoli in perpetuo e incorporandoli alla chiesa ed al curato di Civello attuale e che ci sarà nel tempo, tut-tavia nello stato loro e di essa così com’è quanto al pagamento della primizia, senza cambiamenti o aumenti, e non diversamente.... Offrendo, come offrì ed offre, in nome della procura sopraddetta, nei confronti di detta chiesa matrice di Santo Stefano di Fino in segno dell’antica soggezione di pre-stare quegli ossequi che l’illustrissimo e reverendissimo mons. vescovo predetto dirà di prestare, e con le altre condizioni che piaceranno al medesimo illustrissimo mons. vescovo. E l’illustrissimo e reverendissimo mons. vescovo, visto l’istromento di delega e pro-cura di cui sopra, avendo constatato di persona tanto nella presente come nelle passa-te visite la verità delle cose esposte e la necessità delle cose richieste, ed avuto il pa-rere ed il consenso del perillustre e molto reverendo signore Carlo Raimondi attuale prevosto di Fino e del reverendo Marc’Antonio Mainoni attuale curato di Civello presenti ed assenzienti alle cose predette. Avuta altresì sull’argomento una matura e diligente riflessione, accondiscendendo volentieri a quelle cose per cui cresce il culto divino e si provvede salutarmente al vantaggio spirituale delle anime, benignamente, come sempre, disposto ad accettare la domanda e richiesta posta in quei termini, sedendosi sulla sedia posta ivi, dopo a-ver invocato il nome di Cristo, con la sua autorità ordinaria e altrimenti con tutte le migliori modalità ecc., in considerazione della distanza e del disagio di cui sopra, ora e per i tempi futuri in perpetuo esentò, separò e smembrò ed esenta ecc. la predetta chiesa di San Martino del luogo di Luisago predetto, con gli abitanti e le anime del medesimo luogo presenti e future dalla chiesa collegiata matrice di Santo Stefano di Fino predetto, e la unì, assoggettò ed incorporò ed unisce ecc. alla chiesa parrocchia-le dei Santi Cosma e Damiano di Civello predetto, in quanto più vicina e comoda, nello stato in cui si trovano gli abitanti presenti e futuri, quanto al pagamento della primizia, senza cambiamento o aumento. Tuttavia con le seguenti condizioni: Primo: che la presente separazione ed unione non possano avere il loro effetto se non dal primo gennaio 1650 prossimo futuro. Secondo: che gli uomini ed abitanti del luogo predetto di Luisago siano tenuti cia-scun anno in perpetuo nella festa di Santo Stefano, in segno dell’antica soggezione, dare e consegnare al molto reverendo signor prevosto di Fino attuale e che ci sarà nel tempo un cero del peso di tre libbre. Terzo: che in occasione di funerali di defunti, tanto di bambini quanto di adulti, che capiterà di fare nel detto luogo di Luisago, qualora i predetti abitanti vogliano invita-re un altro sacerdote oltre il reverendo curato agli stessi funerali, in tal caso lo stesso

Page 187: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

186

molto reverendo signor prevosto di Fino attuale o che ci sarà nel tempo, abbia la pre-cedenza su tutti gli altri, e se lui andrà siano tenuti a dargli una doppia porzione e tanta cera quanta si darà al reverendo curato del detto luogo di Civello; e che il si-gnor prevosto in tal caso abbia la precedenza sopra lo stesso signor curato, e porti la stola, tuttavia il reverendo curato porti egualmente la stola, e faccia lui l’ufficio fu-nebre ovvero la funzione. Quarto: che gli emolumenti, tanto di cera quanto delle altre cose che si prendono da tali funerali, siano divisi in parti uguali tra gli stessi molto reverendo prevosto e reve-rendo curato, dedotte prima le spese della cera che sarà stata consumata, e dedotto il compenso ovvero l’elemosina dovuta loro dagli eredi del defunto; ma questo avven-ga solamente vita durante del detto molto reverendo prevosto attuale, perché così. Rispetto poi all’elemosina per la recita della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, si dovrà perseverare da parte degli abitanti di Luisago predetto a dare secondo il soli-to alla chiesa matrice. E tutte queste cose ecc. Rinunciando al ricorso ecc. E generalmente ecc. Ed il signor Giovanni Cernezzi procuratore ecc. sulla coscienza dei detti suoi .... toc-cate (le sacre scritture) ecc. ed il detto molto reverendo signor prevosto ed il reveren-do signor curato, alla maniera dei sacerdoti, posta la mano sul petto, giurarono ecc. di ratificare le cose predette formalmente. Delle quali cose... Fatto come sopra, presenti ivi come testimoni il molto reverendo signore Giovanni Battista Perti prevosto di San Donnino di Como, il perillustre signor Baldassarre Mugiasca del fu nobile signor Guido, cittadino di Como, e l’illustre signor Tiburzio Micherio cittadino di Tortona, prefetto di camera del reverendissimo mons. vescovo predetto, noti». La costruzione dell’Ossario Nel 1699 fu costruito l’Ossario, di cui ancora si vede il frontespizio, con la finestra tamponata, nel muro di cinta della Corte dei Martinelli. Il parroco Francesco Perti ci ha lasciato un dettagliato rendiconto della spesa, che si rese necessaria. (Archivio Parrocchiale di Civello, Libro de crediti... ). Spesa in fare l’Ossario dei Morti. Per un carro di calzina tolto alla Fornace L. 12:10:-- Per far rompere il sasso dal scarpelino Domenico Gelpio da Scegnano dalla Val d’Intelvi L. 1:10:-- Dato al scarpelino a dì 25 luglio a conto della sua fattura L. 9:--:-- Dato al Bosetto per tanto pane L. 6:10:-- Di più per li carradori in pane L. 2:10:-- A dì 9 agosto dato al scarpelino a conto L. 7:--:--

Page 188: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

187

A dì 20 detto tolto fuori della cassetta per tanto pane per li carradori L. 6:--:-- A dì 31 agosto in carra due coppi e due quadrelli tolti da Pietro Penzella detto il Bontoc dal Ciaré L. 19: 2:6 A dì detto in pane per li carradori L. 1:10:-- A dì 13 agosto (errore per settembre?) 1699 dato al scarpellino L. 2:--:-- A dì 20 settembre speso in pane per li carradori di quindici carra L. 3:-4:-- A dì 14 ottobre 1699 dato al ferraro di Maccio il Santini a conto della ferrata L. 49:--:-- A dì 16 dato al scarpellino in due volte L. 5:--:-- A dì detto speso in pane per li carradori L. 4:--:-- A dì 21 ottobre dato al Manscino un staro di formento per tante giornate L. 3:--:-- A dì 9 novembre dato alli maestri da muro per il casino stara 6 segla L. 19:--:-- A dì 30 novembre finito di pagare il ferraro della croce e della ferrata L. 18:--:-- Per la croce e candeglieri L. 14:--:-- Alli maestri da muro L. 18:--:-- L 200:16:6 In vino in due volte L. 28:--:-- In assi, tondini, chiodi et altro L. 15:19:-- L. 244:15:6 Inventari del 1749 (Archivio Storico della Diocesi di Como, Visite pastorali, CV). Allegati agli atti della visita pastorale del 1749, si trovano due inventari firmati da don Carlo Mossi. «Inventario de beni stabili ed intrata della cura di Civello. Una casa di abitazione unita alla Chiesa, consistente in una Cantina, Cucina, Sala e tre camere. Una pezza di terra arativa nel territorio di Civello, dove si dice al campo in mezzo alla campagna. Coerenza Sig.r Francesco Maria Rusca verso mattina; a mezzo giorno Sig.r Antonio Maria Mugiasca, da nisun’ora li Sig.ri Fratelli Mugiasca; verso sera la strada p. 10:10 Una pezza di terra arativa nello stesso teritorio dove si dice al campo in mezzo di campagna. Coerenza Sig.r Francesco Maria Rusca, Sig.r Antonio Maria Mugiasca, il Sig.r Rusca sopradetto e strada p. 5:12

Page 189: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

188

Item una pezza di terra arativa nello stesso territorio dove si dice alla Bulgherasca. Coerenza strada, Sig.r Antonio Maria Mugiasca, e da due parti Sig.r Francesco Maria Rusca p. 2:12 Item una pezza di terra arativa dove si dice in fondo campagna. Coerenza dalle prime due parti Sig.r Antonio Maria Mugiasca, Sig.r Francesco Maria Rusca e strada p. 5:19 Item una pezza di terra arativa dove si dice il campo in fondo de prati. Coerenza Sig.r Cesare Giovio, Sig.r Francesco Maria Rusca e lo stesso Sig.r Cesare Giovio p. 9:2 Item una pezza di terra arativa e vignata dove si dice al Vignolo. Coerenza strada dalle prime due parti, dall’altre due il Sig.r Antonio Maria Mugiasca p. 3:3 Come pure ha il jus d’esigere le primizie dalle infrascritte Possessioni. La possesione degli eredi dell’Ill.mo Sig.r D. Giacomo Mugiasca ora lavorata da Paolo Leone paga di primizia formento stara 2, segala stara 3 e mezzo, miglio stara 2 e mezzo, vino stara 3. La possesione degli eredi di S.E. Cernezzi il Sig.r Conte di Present ora lavorata da Antonio Fagetto paga formento stara 1, segale stara 2 e mezzo, miglio stara uno e mezzo, vino stara tre. La possesione delle R.de Madri Monache di S. Anna di Como ora lavorata da Gio-vanni Angelo Fogliano paga formento mezzo staro, segale stara uno, ed un quartaro, miglio stara uno quartaro uno, vino stara tre. La possesione del Sig.r Francesco Maria Rusca ora lavorata da Giovanni Seregno pa-ga formento stara uno, segala stara due e mezzo, miglio stara uno e mezzo, vino stara tre. La possesione degli eredi dell’Ill.mo Sig.r D. Giacomo Mugiasca ora lavorata da Giovanni Monti paga formento stara uno, segala stara due e mezzo, miglia stara uno e mezzo, vino stara tre. La possesione degli eredi di S.E. Sig.r Conte di Present ora lavorata da Giusepe Bianchi paga formento stara uno, segala stara due e mezzo, miglio stara uno e mez-zo, vino stara tre. La possessione degli eredi dell’Ill.mo Sig.r D. Giacomo Mugiasca ora lavorata da Cri-stoforo Taborelli paga formento stara uno, segala stara due e mezzo, miglio stara uno e mezzo, vino stara tre. La possesione del Seminario Benzi ora lavorata da Pietro Antonio Bosetti paga for-mento stara uno, segala stara due e mezzo, miglio stara uno e mezzo, vino stara tre. La possesione degli eredi dell’Ill.mo Sig.r D. Giacomo Mugiasca ora lavorata da Gia-como Ortello paga formento stara uno, segala stara due e mezzo, miglio stara uno e mezzo, vino stara tre. La possesione de RR. PP. Gesuiti di Como ora lavorata da Giovanni Tettamanzio paga formento mezzo staro, segala stara uno quartaro uno, miglio quartari tre, vino stara uno e mezzo. La possesione degli eredi dell’Ill.mo Sig.r D. Giacomo Mugiasca ora lavorata da San-tino Taborelli paga formento stara uno, segala stara due e mezzo, miglio stara uno e mezzo, vino stara tre. La possesione del Luogo Pio in Brugo ora lavorata da Carlo Giuseppe Novati paga formento stara uno e mezzo, segala stara due, miglio stara uno e mezzo, vino stara tre.

Page 190: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

189

La possesione di Ronconcello de RR. PP. Gesuiti di Como ora lavorata da Pietro Tettamanzio paga formento mezzo staro, segala stara uno ed un quartaro, miglio quartari tre, vino stara uno e mezzo. Come pure ha il jus d’esigere da ciascun Pigionante stara 1 per ciascun anno. Io Prete Carlo Mossi Curato di Civello». «Inventario de Mobili ed Arredi Sacri che si ritrovano nella Sagristia e Chiesa Parrochiale di Civello. La Chiesa di Civello eretta sotto il patrocinio de SS. Cosmo e Damiano, nella quale evvi parimente eretta una confraternita sotto il titolo della B. Vergine della Cintura, non ha che tre Altari con li seguenti beni tutti mobili. Un vestaro grande per li paramenti feriali Un altro più piccolo per li solenni Un inginochiatoio di noce Pianete n. 12 di diversi colori tra le quali una è di ricamo, con tre altre solenni Piviali n. 3 uno solenne di Giardino, gli altri due feriali Continenze n. 3 una di ricamo, le alte feriali Camici rizzi n. 3 Camici sogli n. 6 Cotte rizze n. 2 Cotte solie n. 7 Cordoni n. 3 Amitti n. 10 Fazzoletti 11 Tovaglie n. 34 Corporali n. 12 Purificatori n. 50 Missali di vivo n. 2, n. 3 di morto Cuscini n. 3, e due lettorini Calici n. 2 d’argento con un altro d’ottone e sue patene Un Ostensorio d’argento Due Pissidi con suoi veli, una delle quali è d’argento con un’altra più piccola d’ottone Un’Ombrella di drappo fiorato che serve nel portare agli infermi il Santo Viatico Due Crocifissi di legno grandi per le processioni, con suoi veli Un Baldachino grande per le processioni Quatro altri Baldachini piccoli che servono per l’altar maggiore, uno de quale è di rame inargentato Sei Candeglieri di rame inargentato con 4 vasi e fiori Una lampada di rame inargentato Dieci candeglieri grandi con sua croce di legno inargentato con otto vasi e fiori Altri 4 mezzani di legno parimenti inargentato Sei altri piccoli con 4 vasetti e fiori, di legno parimente inargentato Dodici candiglieri d’ottone

Page 191: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

190

Dodici altri di legno senza alcun fornimento Lampadi n. 3 d’ottone con un’altra di legno inargentato Torriboli n. 2 di rame con sue navicelle, uno de quali è inargentato Croce grande d’argento per le processioni, con un’altra simile d’ottone Due altre croci d’ottone con 4 altre di legno Quatro corpi di favorelle, uno de quali è di legno nero con fornitura d’argento Sei Angeli di legno coloriti che servono di braciuoli da riporvisi sopra le candele Due Paviglioni uno di seta, l’altro di tarlisetto Palii n. 6 tutti feriali Un sitellino con suo aspersorio d’ottone Tre vasi per gli olei santi d’argento Una sedia di corame ornata Rituali Due campanelli Uno stendardo antico Una cassetta di Reliquie Una statuina di legno con sua nicetta Tre quadri grandi e 4 piccoli. La qual Chiesa tiene L. 1200 depositate in casa degli Ill.mi Sig.ri Mugiasca. Evvi ancora una capellania in detta Chiesa di Giure patronato di Casa Rusca ora pos-seduta dal Sig.r Francesco Maria Rusca con l’obligo di 52 messe annue. Ritrovasi ancora un Oratorio situato nel luogo di Luisago con il titolo di S. Martino il quale ha gli infrascritti Mobili. Due Pali Tre Tovaglie Quatro Candeglieri di legno con suoi vasi e fiori Una Croce d’ottone Il quadro dell’altare Calice con piede d’ottone, coppa e patena d’argento Quatro Pianete di diversi colori con suoi veli, borse, stole e manipoli Un Camice Due Amitti Purificatori Due Missali de vivo e morto Suo lettorino e cuscino Io Prete Carlo Mossi Curato di Civello». I doveri del vicario di Luisago (Archivio Storico della Diocesi di Como, Fondo Istituzioni canoniche, fascicolo Ci-vello). N. 1106 Como 27 Luglio 1841.

Page 192: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

191

Per evitare quei lamenti, che diedero luogo al carteggio 16 Maggio 1835 N. 689, che è negli atti, in ordine al modo di regolare nei suoi doveri, e rapporti tra il Parr.° di Civello, ed il Vicario di Luisago, si è stabilito 1.° Il Vicario di Luisago nei giorni di Festa celebrerà la Messa nell’Oratorio dell’Ad-dolorata subito dopo l’Ave Maria matutina, così che il Sagrista, dato il segno dell’A-ve suonerà subito la Messa con tre segni successivi, ed un quarto d’ora dopo il terzo escirà la S. Messa 2.° Dopo d’aver celebrato ascolterà le Confessioni nell’istesso Oratorio e distribuirà la S. Comunione nell’Oratorio (escluso il tempo della quindena Pasquale, nel quale non farà la Comunione, se non a poveri vecchi, od infermicci non capaci di recarsi alla Parr.a previo avviso però, e licenza del proprio Parr.°) dopo di che se avrà tempo anderà alla Parr.1a per ascoltare altre Confessioni, quando ve ne siano da udirsi, e nella terza e quarta Domeniche assisterà alla Messa Parocchiale, servendo il Parroco nella qualità di sacro ministro. 3.° Quando piaccia al Parroco di lasciare per alcuna volta che il Vicario spieghi il Vangelo, o la Dottrina, sia in chiesa sia dal pulpito, il Vicario dovrà prestarsi gratui-tamente. 4.° Il Vicario è tenuto visitare gli infermi, assistere ai moribondi, amministrare ad essi i Sacramenti della Penitenza, Eucaristia ed Estrema Unzione di concerto col Par-roco, epperò non può assentarsi dalla residenza senza giusta causa, e senza previo avviso al Parr.° stesso. 5. Qualunque funzione, da celebrarsi nell’Oratorio dell’Addolorata p. es. dar benedi-zione coll’Augusto Sacramento, cantar Messa e simile non si potrà fare dal Vicario senza licenza del Parr.°; avuta poi la licenza di dare la benedizione o di altro fare, come sopra, se la intenderanno fra di essi per gli emolumenti, e per i compensi da farsi anche all’Oratorio. 6. Il Parroco celebrerà la sua Messa nei giorni Festivi, due ore dopo la Messa del Vi-cario, lasciando in arbitrio del Parr.° di posticipare questo lasso di tempo, non di ab-breviarlo. 7. A tutti e due, al Parr.° cioè e Vicario si dichiara che questo appuntamento non de-roga menomamente a tutti gli altri doveri che essi hanno, come collaboratori nella vigna del Signore; a loro si raccomanda l’attività, l’esattezza e soprattutto la pace e la scambievole carità vincolo di perfezione, acciò il popolo edificato dal buon esempio, e guidato colla parola e presidiato coi Sacramenti arrivi a quel punto, per il quale de-vono lavorare i Sacerdoti della Chiesa. Io Parroco Noseda Antonio accetto, e mi obbligo a quanto prescrivono questi articoli di appontamento. Io Gaetano Casnati Vicario di Luisago accetto, e mi obbligo a quanto prescrivono questi articoli di appontamento. + Carlo vescovo Luigi Meini Pro-Cancell.e Ves.le Nel fascicolo sono contenuti altri articoli sui doveri dei vicari in generale. Sono gli stessi pubblicati nel volume storico su Villa Guardia, alle pagine 260-261.

Page 193: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

192

Una questione sul passaggio nel corridoio della casa parrocchiale (Archivio Parrocchiale di Civello, Carte sciolte). Esiste un carteggio intercorso tra il Comune e il parroco don Gian Battista Confor-tola, con allegate dichiarazioni a firma dei parrocchiani, per una questione sorta sul passaggio nel corridoio della casa parrocchiale, per l’accesso alla chiesa durante le funzioni. Dalla seguente risposta del parroco si ricostruisce tutto il motivo del con-tendere. Onorevolissimo Signor Sindaco Civello. Inerentemente alla pregiata sua Nota 18 co-rente mese N. 15, colla quale richiede un memoriale, in cui sieno esposti i provvedi-menti, che vagliano mantenere l’ordine, durante le Funzioni parrocchiali, per riguar-do al passo d’ingresso per la porta della casa parrocchiale per accedere al corridoio attiguo alla Chiesa, lo scrivente Parroco non saprebbe suggerirne altri da quelli di già praticati da’ suoi antecessori. Giusta informazioni assunte in proposito da fonte sicura lo scrivente rilevò, che la detta porta si apriva al Terzo segno delle Funzioni parrocchiali (nei dì festivi) e ri-maneva aperta fino al così detto segnetto, che annunzia al popolo il cominciar delle medesime; subito dopo si chiudeva, come pure l’altra porta intermedia, che divide dal corridoio anzi detto il piccolo atrio, che sta fra la porta della scala, che mette ai locali superiori e l’altra, che chiude la scala, che conduce agl’inferiori. Nei primi anni lo scrivente, ignaro di questa pratica, e non sospettando neppure che lasciando libero l’atrio in discorso durante le sacre Funzioni alcuni ne avessero ad abusare per commettere disordini, non pensò mai di chiuderlo, come sopra. Ma pur-troppo si ebbero a deplorare disordini di doppia natura. Il dispensino dei commestibi-li si attirò molto l’attenzione di taluni: la ramiera, che difendeva la finestrella della porta venne strappata; si sostituirono traversini di legno affrancati con chiodi, ma ogni Festa venivano divelti; furono più volte rimessi, ma inutilmente. Applicatavi poscia dal fabbro ferraio una soda inferriata, non si potendo questa così agevolmente frangere, si pensò allo spediente di aprire addirittura la portina con falsa chiave e con grimaldelli, e fu trovata aperta per ben tre Feste consecutive. Omettendo qui gl’inzozzamenti di scritture e figuracce alle pareti dell’atrio con mati-ta e carbone, lo scrivente passa all’altra maniera di disordini ancor più gravi, che è lo scandalo, lamentato da tutto il popolo, dato da alcuni, che, durante le sacre Funzioni si fermavano in crocchio nel piccolo atrio a chiaccherare, far chiasso, fumare, distur-bando il raccoglimento degli altri fedeli, che intendevano al culto divino, di maniera che mentre il Parroco si adoperava in Chiesa ad edificare e promuovere il bene, que-sto veniva in gran parte distrutto da tali disturbatori, specialmente nei fanciulli, che vedendo nei più adulti lo sprezzo della Religione e della maestà del culto divino, ve-nivano funestamente tratti ad imitarne il triste esempio, con indicibile crepacuore non solo del Pastore, ma eziandio dei rispettivi genitori. Sicché lo scrivente per ovviare a tanto male, spinto dal grave dovere di coscienza, non già da desiderio di liberarsi da una servitù, nella Domenica 18 Dicembre prossi-mo passato dal pergamo fece avvertito il popolo dei suesposti disordini, di già per altro ad esso pur troppo noti, e che avrebbe tenuta chiusa la porta della casa parroc-

Page 194: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

193

chiale. A tale annunzio non si udì un minimo bisbiglio, che significasse disapprova-zione; il popolo era convinto di tale necessità dal suo istesso buon senso morale. In seguito per 5 o 6 Feste la porta diffatto restò chiusa; e nessuno fece prova, o molestia per entrare per la stessa, né giunger lamento in proposito. Quando poi il Parroco scri-vente ebbe sentore, che alcuno sosteneva, che ne correvano delle lagnanze, per accer-tarsene promosse una soscrizione dei Capi-Famiglia, per conoscerne la volontà, i quali (benche non richiesti tutti) in numero maggiore di ottanta diedero la propria spontanea adesione per la totale chiusura della porta in discorso, compresi pure N. 6 Consiglieri comunali. Ora poi lo scrivente, mentre avversa i disordini ama pure la pace con tutti, per tutti contentare, si dichiara disposto ad adottare il temperramento più sopra specificato, e di già, come si disse, praticato negli anni de’ suoi predecessori; il quale temperamen-to, mentre serve a togliere i lamentati inconvenienti, non defrauda in nulla il popolo del diritto d’ingresso ed uscita per la porta della casa parrocchiale, giacché, come parlano gl’Istromenti di possesso dei Parrochi, il piccolo atrio non deve servire, che per entrare ed uscire, e ne prova l’antica porta, che lo divide dal corridoio adiacente alla Chiesa. Per facilitare poi l’uscita occorre, che tale porta intermedia si possa apri-re dalla parte, che guarda il corridoio istesso, mediante chiave, che sia tenuta da un uomo di fiducia, stante nel corridoio, o nella vicina capella; e così anche all’evenienza di un bisogno qualunque, ognuno possa sortire, quando non gli piaccia servirsi della porta del campanile. Ciò tutto esposto in base alla pura verità, il sottoscritto non osa neppur dubitare ch’Ella, Onorevolissimo Signor Sindaco, non sia per approvare il temperamento, di cui sopra, temendo far torto al suo distinto zelo e premura per l’ordine pubblico pel bene di questa buona popolazione, di cui Ella è meritamente costituita Rappresentan-te e Reggitore civile. Ed in questa certezza lo scrivente gode firmarsi Di Lei Onore-volissimo Signore Umilissimo Servo Sac. G.B. Confortola Parroco. Civello 20 Gen-naio 1882. Atto di acquisto del terreno per la costruzione dell’Asilo Infantile (Copia in: Archivio Storico della Diocesi di Como, Fondo Parrocchie, fascicolo Ci-vello). Civello, li quindici 15 Giugno millenovencentodue 1902. Riconosciuta l’utilità di erigere nel Comune di Civello un locale ad uso Asilo Infanti-le, si raccolsero offerte private, e colle stesse e col concorso dei terrieri di Civello, si iniziò la costruzione di apposito fabbricato sopra l’appezzamento di terreno in mappa di Civello al Numero cento otto lettera b, N. 108b di Centesimi di pertica metrica set-tantuno P. 0.71, pari ad Are 7.0, colla rendita di Austriache lire cinque e Centesimi ottantaquattro, 1au2 5.84, pari ad Italiane 5.04, di ragione di Mansueto. Luigi ed An-tonio fratelli Pozzi fu Giovanni che promisero di venderlo per il prezzo di Italiane lire trecento lire 300 sempre che fosse adibito ad esclusivo uso di Asilo Infantile.

Page 195: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

194

L’intendimento degli oblatori fu però sempre di passare l’Amministrazione e la Di-rezione alla Congregazione di Carità di Civello, onde, appena siano raccolti i fondi necessari possa far funzionare l’erigendo istituto a mezzo di persone da essa delega-te, compreso il Parroco pro tempore di Civello che ne fu il promotore. Volendosi in oggi fa constare della vendita del suddetto appezzamento di terreno. I sottoscritti Mansueto, Luigi ed Antonio fratelli Pozzi del fu Giovanni, possidenti, nati a Lucino, domiciliati in Civello Mand.° di Como, di loro spontanea volontà, ed in conformità della promessa già fatta, di cui sopra si fa cenno. Hanno dichiarato e dichiarano di ritenere venduto fino dal giorno ventinove 29 Mag-gio milleottocentonovantanove 1899. All’erigendo Asilo Infantile di Civello, pel quale stipula, accetta ed acquista il pure sottoscritto Parroco pro tempore di Civello Sacerdote Giovanni Battista Confortola del fu Pietro, nato in Bormio, domiciliato in Civello, nella sua qualità di promotore ed in rappresentanza degli oblatori per l’erezione dell’Asilo anzidetto, non potendo ancora per la legge sulle Opere Pie intervenire la vera rappresentante, la Congrega-zione di Carità di Civello. Il terreno in mappa di Civello Mand.° di Como al Numero centootto lettera b, N 108 b Prato di Centesimi di pertica metrica settantuno, P. 0.71, pari ad Are 7.10, colla rendita di Austriache lire cinque e centesimi ottantaquattro 1au2 5.84, pari ad Ital. 5.04. Confinano: a Levante proprietà dei venditori in mappa al N. 109; a Mezzodì strada comunale che mette a Luisago; a Ponente proprietà della Sig.a Luigia Negretti mari-tata Rho in mappa al N. 107; a Tramontana la rimanente porzione del N. 108 distinta colla lettera a di ragione dei venditori fratelli Pozzi. Per il prezzo di Italiane lire trecento 300. Che i venditori confessano di avere fino dal suddetto giorno ventinove 29 Maggio milleottocentonovantanove ricevute dal sottoscritto Paroco pro tempore di Civello Sacerdote don Giovanni Battista Confortola, che ebbe a darle e pagarle con valute legali provenienti dalle offerte raccolte per lo scopo sopradetto e quindi essi venditori nel rilasciare analoga quietanza e discarico, dichiarano di non avere altro a pretende-re e conseguire a causa ed in dipendenza della fatta vendita ed autorizzano la voltura catastale del terreno stesso a testa dell’erigendo Asilo Infantile di Civello, e l’analoga trascrizione nei libri presso la Conservazione delle Ipoteche in Como della presente scrittura, rinunciando a qualunque diritto di ipoteca legale sul ripetuto immobile. I venditori garantiscono la proprietà, provenienza e libertà ipotecaria del suddescritto terreno in loro pervenuto per vendita dalla dal sig. Ing. Santo Truffini q1m2. Santo con istromento 11 Novembre 1899 N. 810, rogato D. Gaetano Maspero, trascritto a detta Conservazione con nota 10 Gennaio millenovecento 1900 N. 79=51. Le spese, tasse e bolli della presente scrittura, annesse e dipendenti si ritengono a ca-rico dell’erigendo Asilo Infantile di Civello e da soddisfarsi con offerte che vanno a raccogliersi sia per questo scopo, che per ultimare il fabbricato onde aprirvi il tanto desiderato ed utile Asilo Infantile. Per ogni conseguente effetto, il sottoscritto Sacerdote don Giovanni Battista Confor-tola, Parroco di Civello, si impegna di perseverare nella commendevole opera intra-presa di raccogliere i fondi necessari, ed in accordo colla Congregazione di Carità di Civello di continuarne la gestione, di ultimare la costruzione del fabbricato, e con-

Page 196: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

195

sentendone i mezzi di iniziare il funzionamento dell’Asilo a nome e per conto della suddetta Congregazione di Carità, fin quando questa sia in grado di assumerne l’eser-cizio. Letta, confermata e sottoscritta alla presenza dei pure firmati testi e Notaio. Firmati: Pozzi Mansueto Pozzi Luigi Pozzi Antonio Sac. Confortola Giambattista N. 2402 Regnando Sua Maestà Vittorio Emanuele 3° per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia L’anno millenovecentodue 1902 il giorno quindici 15 Giugno In Civello nella casa Parrocchiale posta sulla Piazza Castello al Comunale N. 1 Certifico io Notaio di avere piena conoscenza dei signori Mansueto, Luigi ed Anto-nio fratelli Pozzi del fu Giovanni, possidenti, nati in Lucino, domiciliati in Civello e del M. R. Sacerdote don Giovanni Battista Confortola del fu Pietro, nato in Bormio, Parroco di Civello qui domiciliato e che i medesimi previa lettura fatta in presenza dei testimoni hanno firmato la premessa scrittura di vendita alla presenza mia e dei testi noti ed idonei M. R. Sacerdote don Luigi Grassi di Giacomo nato a Cermenate, domiciliato in Luisago ed Angelo Arighi fu Francesco, contadino, nato e domiciliato in Civello. Firmati: Grassi don Luigi teste Arrighi Angelo teste D.r Emilio Camozzi fu Ing. Giovanni Battista Notaio residente in Como. Alcuni documenti sulla contestata nomina di don Marino Canclini (Archivio Comunale, Civello, Culto; Archivio Storico della Diocesi di Como, Fondo Istituzioni canoniche, fascicolo Civello). Dopo aver inviato al vescovo il 4 agosto 1904, tramite il Sindaco Michele Clavenna, una sottoscrizione con cui chiedevano la promozione a parroco del vicario di Luisa-go, don Luigi Grassi, saputo della nomina di don Canclini, il 29 dicembre 1904 i parrocchiani scrivono al vescovo mons. Teodoro Valfré di Bonzo e al parroco nomi-nato don Marino Canclini le seguenti lettere. Si noti la diversità di tono tra le due: ossequiosa e «pelosa» quella al vescovo, abbastanza velenosa quella a don Canclini, di cui si storpia anche il cognome. Mons.r Conte Valfré De Bonzo. Como. A’ piedi di Monsignore, imploriamo grazia, che concessa, apporterà di certo una fede sicura nella popolazione di Civello orbata del proprio Pastore.

Page 197: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

196

Non un sentimento intimo incita alla petizione che presentiamo a Monsignore, ma un senso di devozione che tutti indistintamente portiamo al ff. di Parroco D. Luigi Gras-si, ci spinge ad implorare la di Lei longanimità. Fidenti che Mons. vorrà accondiscendere a permettere che l’attuale abbia a coprire la carica di pastore nella nostra Parrocchia, riverenti ed ossequiosi attendiamo con si-curtà l’esito della nostra umilissima domanda. I Fabbricieri di quì ànno lagnanze pel tratto non troppo lusinghiero avuto dal segreta-rio di codesta Curia Vescovile. A’ piedi di V. E. con profonda venerazione ff. I Parrocchiani di Civello Civello 29 Dicembre 1904 Molto R.do Don Marino Canclino, Il giro didattico ecclesiastico sembra mantenere ancora un certo modo d’accomodar le facende, che alla popolazione di Civello non va troppo a genio. Noi ebbimo sentore che il M. R. venne nominato Parroco del nostro Comune, ma ne siamo spiacentissimi doverle manifestare il nostro malcontento per questa sorpresa, avendo noi tutti d’accordo divisato di riconoscere per nostro Pastore l’attuale D. Lui-gi Grassi. Non vorremmo si dubitasse d’un’intesa: no, questa non esiste, epperciò raccomandiamo tralasciare qualsiasi argomentazione in proposito. Noi ci facciamo dovere avvisare il M. R. che noi tutti protestiamo di certi abusi, e che niuno s’impegnerà venirla a ricevere e nel frattempo Le si annuncia che la Chie-sa rimarrà deserta, fintantoché l’Autorità Ecclesiastica avrà provveduto nel caso at-tuale. Ascolti una parola d’un amico, nemico del male: tralasci di venire, che troverà il di Lei tornaconto, e non andrà incontro a dispiaceri non cercati. «A buon intenditor, poche parole bastano». Col massimo ossequio. ff. I Parrocchiani di Civello tutti indistintamente Da Civello 29 Dicembre 1904 Risposta del vescovo e lettera del sindaco al medesimo, con cui si relaziona su un’assemblea comunale. (Su carta intestata del Vescovado di Como). Protocollo n. 11204 Oggetto: Nomina del Parroco. Ill.mo Sig. Comm. Cravenna Sindaco di Civello Como, addì 30 Dicembre 1904.

Page 198: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

197

Egr. Sig. Sindaco. Ebbi jeri una seconda lettera a firma «i parrocchiani di Civello» nella quale essi in-stano per la nomina di D. Luigi Grassi a Parroco di Civello. Non comprendo perché da cotesti parocchiani, che ho sempre creduto ossequienti ed affezionati al proprio Vescovo, ora si insista nel far opposizione al disposto della Suprema Autorità Eccle-siastica, il Sommo Pontefice, a cui è dovere di ogni buon cattolico prestare il massi-mo ossequio e la più perfetta obbedienza. Non è a questo modo che si attirano le be-nedizioni di Dio sul paese. E poi cosa che mi sorprende e mi reca proprio dolore il vedere come i miei buoni fi-gli di Civello facciano insistentemente pressione a me, perché, pur di assecondare il loro desiderio mi presti a commettere una ingiustizia, una violazione delle leggi ec-clesiastiche e per di più una insubordinazione al Romano Pontefice. Gravissima ingiustizia infatti sarebbe la mia, qualora dovessi obbligare a recedere dal suo diritto chi l’ha legittimamente acquisito. Il M. Rever.do D. Canclini, avendo vinto il concorso e conseguito quindi a tutta ragione dalla S. Sede la Parrocchia di Civello, ora è nel pieno e legittimo diritto di essere il Parroco di Civello: impedirglielo sareb-be una soperchieria, alla quale la coscienza d’ogni onesto uomo si deve ribellare. Sarebbe ancora una violazione delle leggi canoniche ed ecclesiastiche perché queste stabiliscono rigorosamente le norme dei concorsi ai Benefici vacanti, ed è dovere di ogni Vescovo attenervisi scrupolosamente. E finalmente sarebbe un esigere da me che mi prestassi a contravvenire alla volontà del Sommo Pontefice, e questo nol farò mai: come Vescovo sento il sacro dovere di precedere gli altri nella venerazione e nell’obbedienza al Vicario di G.C. Di conseguenza mi rivolgo a Lei, Sig. Sindaco, come alla prima Autorità Civile del paese perché nella sua saggezza, prudenza, equità e giustizia, compreso delle mie gravissime ragioni suesposte, coll’aiuto dei Sigg. Consiglieri Comunali, s’adoperi a tutt’uomo e nel miglior modo possibile per far comprendere alla popolazione di Ci-vello, alla quale ho sempre portato affetto paterno e della quale ricordo sempre con riconoscenza le filiali dimostrazioni di affetto e di ossequio datemi in passato, che mi sarebbe davvero un sommo dispiacere persistendo nell’opposizione attuale, che cer-tamente non fa onore e potrebbe forse essere causa di serie conseguenze e dispiace-voli. L’esempio di altri paesi che tennero fronte all’autorità ecclesiastica in simile circostanza e che non tardarono poi a pentirsi seriamente, insegni. Molto mi riprometto dai buoni officii di V.a S.a e dal valido appoggio che Le preste-ranno in queste difficoltà gli Egregi Consiglieri ai quali pure mi appello perché ve-dano di persuadere la popolazione a non persistere nella opposizione. Nella fiducia di avere una Sua lettera che mi assicuri e confermi quanto spero, Le esprimo fin d’ora tutta la mia riconoscenza. Con distinta osservanza Di V.S. Ill.ma + Teodoro Vescovo

Page 199: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

198

Eccellenza, Come Le dissi mercoledì scorso, ieri tenni nella Sala Comunale una conferenza ai padri di famiglia e v’intervennero dal 120 a 140 persone. Parlai da prima senza veste di rappresentanza comunale mostrando a tutti che non ostante il desiderio di S. E. di assecondare le aspirazioni del paese, altri doveri di amministrazione e di giustizia ponevano la Curia nella necessità di tener conto di requisiti prevalenti di altri sacer-doti che avevano già fatto il loro tirocinio. Raccomandai di tener conto che nella vita sociale se vi sono delle contrarietà è pur dovere di subirle con animo calmo e di aver riguardo anche ai diritti altrui. Tutte le mie considerazioni, e furono abbastanza svi-luppate, non ebbero l’assentimento che sperava di ottenere ed è perciò che vista l’in-fruttuosità delle mie parole, assunsi la veste del Sindaco, facendo loro osservare che ove avesse a perdurare tale agitazione, oltre pregiudicare la posizione del Sacerdote Grassi, avrebbero dato luogo a provvedimenti che non vorrei promuovere e lasciava tutta la responsabilità ai padri di famiglia dei disordini che avessero a seguire. Ebbi da taluni l’assicurazione che non vi daranno causa, ma non Le nascondo che in generale e nelle donne in particolar modo, l’agitazione è assai accentuata, poiché sentii affermare che verranno chiuse Chiesa e case al nuovo Parroco e che devesi a me se il Grassi non ha conseguito la nomina. Intanto sento il dovere di assicurare S. E. che il Grassi, mentre attende lodevolmente alle Sue funzioni, evita ogni possibile contatto colla popolazione, e deplorandone sempre gli atti e le eccitazioni si studia di dissuaderla dal resistere al provvedimento dell’Autorità Ecclesiastica. Io mi sono proposto di non più parlarne e questa sera ho consigliato il Grassi di far altrettanto ritenendo il mezzo migliore per conseguire lo scopo. Per quanto spiacevole sia la motivazione di questa mia, mi è tuttavolta grata l’occa-sione per affermare a S. E. i sensi del più profondo rispetto mio e di mia signora e ripetermi Devotissimo Suo Michele Clavenna Civello il 31-12-04 Il saluto alla nuova Bandiera Testo del discorso di don Marino Canclini, preparato in occasione dell’inaugurazione della bandiera del Circolo Popolare Cattolico, avvenuta il 20 agosto 1911. Un discorso per vari aspetti «profetico» e ancora carico di attualità. «Presentandovi, o egregi signori, il Vessillo che sta per ricevere la benedizione di Dio, m’è caro salutarlo a nome di tutti quegli amici cortesi che sono per venire colle loro Bandiere a fargli ambita corona. Non è però questa seta trapunta ch’io ora saluto, né il lavoro – per quanto accurato di mani esperte e gentili – ma io saluto l’ideale che da questo Vessillo mi parla, e che in

Page 200: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

199

lui avete come voluto incarnare, affinché, come vi è sempre presente al pensiero, così vi brilli spesso anche all’occhio. Poiché l’uomo, o amici, non solo ha bisogno di un ideale, ma sente anche imperiosa la necessità di amarlo, di farlo amare, di simboleggiarlo in qualche segno, per render-lo in certo modo vivente. Egli lo vuol stampato non solo nell’animo suo, ma lo vuole portare in alto e sventolarlo davanti agli sguardi di tutti, affinché lo zeffiro sulle sue ali ne porti a tratti il pensiero, e lo renda così caro ed amato. Or questo ideale noi l’abbiamo appunto affidato a questo Vessillo, che ne deve essere l’espressione ed il simbolo. Dunque il nostro riverente saluto a questo segno di fratellanza e solidarietà cristiana: di quella fratellanza che deve unire tutti gli uomini come figli di un medesimo padre; di quella fratellanza che deve manifestarsi più nelle opere che nelle altisonanti paro-le. Il mondo oggi vive di apparenza, e mentre proclama la fratellanza, l’ha forse mai così calpestata: la società stride sui suoi cardini sotto l’incubo della questione socia-le: le fazioni si determinano, i partiti si accaneggiano, e gli animi sono purtroppo di-visi. Son dunque questi i frutti portati dalla fratellanza proclamata nella grande rivo-luzione francese, e rievocata a ogni tratto dai sedicenti redentori moderni? Oh! sì so-no questi, e non ponno esser diversi: poiché se la fratellanza non ha la sua base in Dio, che ci comanda di amare e d’aiutare i nostri fratelli; se essa è un sentimento pu-ramente umano, non può resistere all’urto dell’egoismo e delle altre passioni: sarà sempre una parola vuota di senso, diventerà vieppiù un’utopia, un inganno. Oppure, diciamo, sarà quella fratellanza malvagia, che lega assieme alcuni con giuramenti terribili a fine di aiutarsi a vicenda non nel fare il bene agli altri, ma nel fare il pro-prio interesse a scapito altrui; nell’imporsi a tutti, nell’accaparrare per sé tutti i posti, entro cui poter rosicchiare, e dominare così sugli altri. Ma non è di questa fratellanza che ci parla il nostro Vessillo, sibbene di quella che spinge l’uomo a sacrificare sé stesso per riuscire a far del bene agli altri. La fratellan-za giudaica e massonica vuol riunire tutte le ricchezze e gli onori in mano di pochi, affinché da una parte vi siano i gaudenti e dall’altra i tapini: da una parte i padroni e dall’altra gli schiavi, e così si ritorni press’a poco a quei tempi pagani, nei quali po-chi ricchi sfondolati, potenti, dominavano sulla massa quali semidei terreni. È inutile dissimulare, o signori: è a questo concetto pagano della vita, cui si ispira il rumoroso laicismo moderno, che noi dobbiamo gagliardamente resistere: oh sì è que-sto tentativo insano che noi dobbiamo tutti e sempre combattere, onde far trionfare la vera fratellanza genuina e sincera, quale ci venne predicata da Cristo. E perciò io scorgo in questo Vessillo anche un segnacolo di guerra e come tale lo sa-luto e lo bacio. La guerra, piacere o meno, è una necessità, un dovere fin che vi sarà il bene ed il male; e la lotta per il bene, per il trionfo della verità e giustizia non deve-si certamente sfuggire, ma sostenersi come un vanto e una gloria. Io non parlo della lotta di classe poiché questa è esclusa dal nostro programma e noi la riproviamo in forza de’ nostri stessi principii: io non parlo della lotta contro la pro-prietà, poiché questa è sacra per noi, perché ha il suo fondamento nel diritto naturale che ha ogni uomo di acquistare co’ suoi sudori e risparmi: ma io posso ben parlare della lotta contro il capitalismo in quanto esso appresenta l’ingordigia dell’umano

Page 201: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

200

egoismo, la violazione dell’ordine sociale, il trionfo della concezione materialista della vita, concezione che si oppone direttamente alla fede in Dio, alla sua provvi-denza, alla giustizia, alla carità.

Esortazione ad acquistare la «buona stampa» (Dall’opuscolo «Civello», 1911).

Sì, o amici: è proprio contro questa concezione materialistica della vita, da cui in fondo in fondo deriva tutta la questione sociale, che noi dobbiamo combattere; con-

Page 202: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

201

cezione tale, che fa riporre l’unico fine dell’uomo nel denaro, e per esso gli fa dimen-ticare Dio ed i doveri verso di Lui, i diritti e bisogni del prossimo, la società ed il be-ne comune. Gesù Cristo stesso l’ha detto: non potestis servire Deo et mammonae: non potete servire nel contempo a Dio e al denaro. Ed è proprio contro questa tendenza la quale va sempre più facendosi strada, che noi dobbiamo coraggiosamente combattere, la tendenza di quelli che vivono pressoché unicamente per arrricchire e scialarla, facendosi un idolo del denaro, e calpestando gli altri vogliono vivere per godere, e quindi cercano di sfruttare il prossimo pur di raggiungere il loro basso ideale. È qui, o signori, dove sta il vero pericolo sociale, il nemico della vera libertà, della sincera eguaglianza, della fraternità ben intesa. Perciò io ti risaluto, o novella Bandiera, poiché tu sollevi il mio sguardo sopra l’uma-no egoismo, e col simbolo della Croce che porti, mi trasporti in alto a contemplare il divino ideale. Dai frutti si conosce l’albero: ora quali sono i frutti apportati dai tanti decantati principï di certe teorie moderne? Tutti constatare lo possono: nel campo politico l’anarchia e la rivoluzione; nel campo sociale la cupidigia di denari e piaceri; nel campo economico l’accaneggiarsi della lotta di classe. Ebbene contro queste teo-rie sventolando il nostro benedetto Vessillo, faremo opera di luce, di pace e di vero bene pel popolo. E questo è il voto più caldo e sincero ch’io affido al nuovo Vessillo. Se noi vogliamo il trionfo dei nostri ideali, non dobbiamo tanto combattere il pro-gramma mal’ispirato di altri, quanto dobbiamo svolgere il nostro: dobbiamo propa-garlo, diffonderlo, farlo amare, mostrarne a tutti la bellezza e i vantaggi. Come i pri-mi cristiani noi dobbiamo sopratutto affermarci nell’ambito del campo sociale, e conquistare così al cristianesimo la simpatia e gli affetti del popolo. È con questi sentimenti ch’io saluto questa bella Bandiera del Circolo popolare Cat-tolico: esso ognora e sempre contribuisca a far ricordare il nostro programma: Per Dio e per il popolo. Ed ora sventola per lungo tempo, o caro Vessillo, sotto il nostro bel cielo, alle arie balsamiche delle nostre colline: sventola e di’ a tutti: siate a vicenda fratelli, aiutate-vi, amatevi: combattete il male da forti: l’esercizio della virtù e del bene sia ora il vo-stro vanto: sarà poi un giorno la vostra corona. Cercate innanzi tutto il regno di Dio e la sua giustizia: amate la pace, ma non quella pace ch’è voluta dall’ignavia e dall’apatia di molti, bensì quella pace che al suo nascere fu apportata da Cristo, pace che non è frutto di una vita scioperata e scorretta, ma che è frutto soltanto della virtù, la quale ha per norma la verità del Vangelo, e per fondamento la giustizia, quale fu concepita e intimata da Cristo. Sì, sì pace ci sussurri all’orecchio perché in cima ai nostri pensieri sta il desiderio di godere la pace; e non noi solamente, ma ancora gli altri; gli individui e così le famiglie; pace qui in terra e pace perfetta in Cielo». A queste parole sembra opportuno aggiungere uno stralcio dello scritto che accom-pagna l’opuscolo celebrativo di quella giornata del 1911. Dopo una rassegna stori-ca e descrittiva del paese, ecco un’esortazione finale di don Maino Canclini:

Page 203: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

202

«... Ritorni... in paese la pace fra proprietari e coloni: sempre umani i primi e veri pa-dri verso i lor dipendenti: deferenti questi verso di quelli, attivi nella coltivazione dei fondi, e onesti sempre nell’osservare i patti ottenuti: rientri la concordia, se possibile, fra i cittadini, e si schivi ogni divergenza che isterilisce il cuore: bando a tutto quello che può offuscare il costume e crescere le generazioni ad una vita spregiudicata, vol-gare; che si osteggino quelle teorie così deleterie e funeste, le quali in fondo, sotto il pretesto economico, mirano a seminare il materialismo più abbietto, e a rinserrare l’esistenza dell’uomo entro i confini del tempo. Ora la concezione materialistica della vita, frutto delle teorie moderne, riduce i lega-mi della solidarietà umana entro la cerchia quanto mai ristretta delle competizioni materiali, economiche: e tende perciò a spogliare il lavoratore di quella nobiltà che splende nelle sue facoltà dello spirito, facendone così un violento ed un debole: il cattolicismo invece sviluppando il senso di solidarietà, oltrecché nell’ordine econo-mico, anche in quello intellettuale e morale, lo eleva nei campi della serena ragione, nella quale sta la forza invincibile che regna sul mondo, e colla quale può, meglio che con la violenza, tutelare i suoi interessi di classe. Ed è appunto per questo che auguro al nostro paese ogni materiale incremento, però accompagnato da ogni progresso morale: a che infatti varrebbe il progredimento ma-teriale, ove di pari passo non procedesse la necessaria elevazione dello spirito? La grande questione sociale non è solo questione di ventre, ma è ben più una questione morale. È necessario, dunque elevare le menti, e migliorare costantemente gli animi, se si vuol avviare davvero la società verso un’era di verace benessere: e a questo sco-po il vediamo, il sentiamo (e ce lo dissero i più illustri pensatori e statisti) mirabil-mente conduce la pratica sincera della legge sovrana del Divino Maestro: questa leg-ge fu la pratica e il vanto dei nostri buoni antenati: si faccia dunque in modo da tutti «di proceder sull’orma, che il padre stampò». Consiglio Pastorale Parrocchiale Prima elezione: 10 maggio 1970. Votanti: 527. Componenti eletti: Bosetti Anna, Bosetti Cesare, Bosetti Rosa Nena, Butti Sandro, Cattaneo Ludovica, Cattaneo Osvaldo, Cornaggia Giuseppe, Fustoia Carmen, Isella Pier Luigi, Martinelli Umberto, Mastroianni Ferdinando, Montanari Cecilia, Prada Mario, Robustelli Pierino, Tagliabue Luigi, Tettamanti Fiorenzo, Viganò Primo. Membri di diritto: Il parroco don Guido Fontana, presidente, e una suora. Presidente (rappresentante laico): Subini Giuseppe. Seconda elezione: 31 marzo 1974. Votanti: 433. Componenti eletti: Bianchi Milena, Butti Sandro, Cattaneo Osvaldo, Comi Ambro-gio, Isella Pier Luigi, Largaiolli Flavio, Martinelli Ottavio, Bosetti Nena, Prada Ma-rio, Peverelli Pierino, Robustelli Anna Maria, Sala Maria in Trinca, Subini Giuseppe,

Page 204: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

203

Tagliabue Luigi, Tagliabue Michele, Vendramin Franca, Viganò Franco, Viganò Ubaldo. Membri di diritto: Il parroco don Guido Fontana, presidente, e una suora per i reli-giosi. Presidente (rappresentante laico): Subini Giuseppe. Terza elezione: 26 marzo 1978. Votanti: 236. Componenti eletti: Bellotti Gianni, Bosetti Cesare, Bosetti Nena, Briccola Rosi, Butti Sandro, Calderazzo Francesca, Ferloni Luisa, Isella Gian Carlo, Isella Pier Luigi, Martinelli Gisella, Martinelli Ottavio, Pedroni Annunciata, Pozzi Viano, Prada Ma-rio, Robustelli Riccardo, Sampietro Cesare, Tagliabue Luigi, Traversa Gea, Vaghi Fabrizio, Viganò Franco. Membri di diritto: Il parroco don Guido Fontana, presidente, e una suora. Presidente (rappresentante laico): Martinelli Ottavio. Quarta elezione: 28 marzo 1982. Votanti: 276. Componenti eletti: Bellotti Gianni, Bosetti Cesare, Bosetti Nena, Butti Sandro, Cai-roni Attilio, Catelli Enrica, De Piazza Stefano, Isella Gian Carlo, Martinelli Gisella, Martinelli Ottavio, Pozzi Viano, Robustelli Riccardo, Sala Fausto, Sampietro Cesare, Tagliabue Luigi, Tettamanti Giuseppe, Traversa Gea, Vaghi Fabrizio, Vendramin Flavio, Calderazzo Francesca. Membri di diritto: Il parroco don Guido Fontana, presidente, e una suora. Presidente (rappresentante laico): Bosetti Cesare. Quinta elezione: 31 maggio 1987. Votanti: 240. Componenti eletti: Bianchi Massimo, Bosetti Cesare, Caironi Attilio, Calderazzo Francesca, Caprari Pierino, De Piazza Stefano, Gilardi Maruska, Largaiolli Flavio, Lezzeni G. Battista, Pozzi Viano, Rini Lucio, Robustelli Riccardo, Rossi Auro, Sala Fausto, Sala Martino, Sampietro Cesare, Tagliabue Luigi, Tettamanti Giuseppe, Ti-roni Marinella, Trinca Carla, Vaghi Fabrizio, Vendramin Flavio. Membri di diritto: Il parroco don Guido Fontana, presidente e una suora. Presidente (rappresentante laico): Vaghi Fabrizio. Sesta elezione: 1 novembre 1992. Votanti: 244. Componenti eletti: Bianchi Pietro, Bianchi Pierangelo, Bosetti Cesare, Caccia An-nunciata, Caironi Marco, Dario Claudio, De Piazza Stefano, Fanti Ezio, Fustoia Carmen, Greco Adriano, Martinelli Fiorenza, Rossi Auro, Sala Martino, Sampietro Cesare, Taborelli Rino, Tagliabue Luigi, Tettamanti Vittorio, Trinca Carla, Vaghi Fabrizio, Vendramin Flavio, Zulli Elena. Membri di diritto: Il parroco don Guido Fontana, presidente e una suora. Presidente (rappresentante laico): Vaghi Fabrizio.

Page 205: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe
Page 206: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

205

Indice Lettera di S. E. mons. Alessandro Maggiolini, vescovo di Como…………………………………………………….. 7 Cinquecento anni di Chiesa in Civello (di don Guido Fontana, parroco)…………………………………….. 9 Premessa……………………………………………………………. 11 Fonti archivistiche e bibliografiche………………………………….13 Civello, terra cristiana………………………………………………..15 L’organizzazione ecclesiastica antica ……………………………….19 Il cammino verso l’autonomia parrocchiale…………………………23 La serie dei parroci di Civello……………………………………….39 Elenco dei parroci…………………………………………………..107 Visite apostolica (1578) e pastorali (1581-1980) alla parrocchia di Civello…………………………………………...108 Sacerdoti, religiosi e religiose originari di Civello…………………109 Le tradizioni devozionali antiche…………………………………...111 La chiesa dei Santi Cosma e Damiano: storia di un edificio e di un comparto urbanistico………………………...121 Arredi e paramenti sacri ……………………………………………153 Tra suoni, canti e... saette…………………………………………...159 L’archivio parrocchiale …………………………………………….171 Documenti ………………………………………………………….175

Page 207: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

Finito di stampare nel mese di maggio 1993

dalla New Press COMO – Via Cosenz, 8

Tel. 27.54.47 – 27.32.81

Page 208: Civello bozza - Comune di Villa Guardia · armeria «sironi» arrighi e tettamanti falegnami ... cose cosi’ di anna caspani crinos industria farmacobiologica s.p.a. decoratori giuseppe

Recommended