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LA SCUOLA DURANTE IL FASCISMO Come per altri regimi totalitari, anche per il Fascismo la scuola rappresentò un valido strumento per inculcare nei giovani l'ideologia fascista. A tal proposito, nel 1930, fu introdotto nelle scuola un testo unico che aveva uguale contenuto in tutte le scuole d'Italia e dove, naturalmente, veniva dato ampio spazio a ciò che il regime giudicava importante. In quegli anni furono anche inserite nuove materie d'insegnamento come la cultura militare; inoltre venne data sempre più importanza all'educazione fisica. Tutto era finalizzato ad educare i giovani così come li voleva il regime fascista: forti fisicamente, disciplinati e pronti alla guerra. Oltre che nelle materie scolastiche, il fascismo cercava di imporsi agli studenti con tutti i mezzi che aveva a disposizione: ad esempio le copertine dei quaderni spesso riportavano figure celebrative dell'ideologia fascista, dalla guerra in Etiopia allo sviluppo dell'aviazione militare, dalle grandi opere messe in atto dal governo all'autarchia di cui Mussolini si fece sostenitore. Nel 1926 venne istituita per i ragazzi l'Opera Nazionale Balilla che aveva carattere parascolastico e paramilitare: con essa si intendeva "dare l'assistenza e l'educazione fisica e morale, ai giovani dagli 8 ai 18 anni. Impartire l'educazione religiosa, spirituale e culturale, lo sport, l'educazione militare e professionale." In sostanza trasmettere i valori del fascismo per il futuro dell'Italia. L'ONB fu divisa per età e sesso: I ragazzi furono ripartiti nel Figli della Lupa (6-8 anni), Balilla (9-10 anni), Balilla moschettiere (11-13 anni) e Avanguardisti (14-18 anni) Le ragazze furono ripartite nel Figlie della Lupa (6-8 anni), Piccole italiane (9-13 anni) e Giovani italiane (14-17 anni). I giovani dell'Opera Nazionale Balilla doverono portare una camicia nera, un fazzoletto azzurro, i pantaloni grigioverde, un fascia nera e un fez.
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Page 1: file · Web viewA tal proposito, nel 1930, fu introdotto nelle scuola un testo unico che aveva uguale contenuto in tutte le scuole d'Italia e dove, naturalmente,

LA SCUOLA DURANTE IL FASCISMOCome per altri regimi totalitari, anche per il Fascismo la scuola rappresentò un valido strumento per inculcare nei giovani l'ideologia fascista.

A tal proposito, nel 1930, fu introdotto nelle scuola un testo unico che aveva uguale contenuto in tutte le scuole d'Italia e dove, naturalmente, veniva dato ampio spazio a ciò che il regime giudicava importante. In quegli anni furono anche inserite nuove materie d'insegnamento come la cultura militare; inoltre venne data sempre più importanza all'educazione fisica. Tutto era finalizzato ad educare i giovani così come li voleva il regime fascista: forti fisicamente, disciplinati e pronti alla guerra.

Oltre che nelle materie scolastiche, il fascismo cercava di imporsi agli studenti con tutti i mezzi che aveva a disposizione: ad esempio le copertine dei quaderni spesso riportavano figure celebrative dell'ideologia fascista, dalla guerra in Etiopia allo sviluppo dell'aviazione militare, dalle grandi opere messe in atto dal governo all'autarchia di cui Mussolini si fece sostenitore.

Nel 1926 venne istituita per i ragazzi l'Opera Nazionale Balilla che aveva carattere parascolastico e paramilitare: con essa si intendeva "dare l'assistenza e l'educazione fisica e morale, ai giovani dagli 8 ai 18 anni. Impartire l'educazione religiosa, spirituale e culturale, lo sport, l'educazione militare e professionale." In sostanza trasmettere i valori del fascismo per il futuro dell'Italia.

L'ONB fu divisa per età e sesso:

I ragazzi furono ripartiti nel Figli della Lupa (6-8 anni), Balilla (9-10 anni), Balilla moschettiere (11-13 anni) e Avanguardisti (14-18 anni)

Le ragazze furono ripartite nel Figlie della Lupa (6-8 anni), Piccole italiane (9-13 anni) e Giovani italiane (14-17 anni).

I giovani dell'Opera Nazionale Balilla doverono portare una camicia nera, un fazzoletto azzurro, i pantaloni grigioverde, un fascia nera e un fez.

AULA SCOLASTICA TRA OTTOCENTO E NOVECENTONei secoli passati ogni città aveva una sua scuola, ma è solo nell’Ottocento che l’edificio scolastico e l’aula, considerati come lo spazio privilegiato dell’azione didattica, acquisirono un peso rilevante. È evidente come la costruzione di scuole e l’istituzione di luoghi espressamente strutturati in vista dell’educazione dei giovani assunse un significato civile.

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Nell’Italia del XIX sec. divenne una distinzione molto notevole tra ambiente della prima alfabetizzazione e luoghi della catechesi, tra spazi di aggregazione d’ispirazione laica e parrocchie, conventi e luoghi pii. Il processo si svolse in tempi molto lunghi; in una prima fase la valutazione economica suggerì, per ragioni tecniche e pratiche di trasformare gli stabili degli istituti religiosi in edifici scolastici, solo in un secondo momento questi sorsero in forma autonoma e indipendente. Le scuole erano costruite in città. Il cuore dell’attività scolastica era l’aula, da non confondersi con la classe. Gli studenti, secondo la legge Casati, erano inseriti in classi uniformi quanto a conoscenze culturali, non costituite sulla base dell’età. In una medesima aula vi potevano essere, così, bambini appartenenti a diverse età con il rischio di disparità sul piano dello sviluppo psicologico. La scuola “simultanea”, quella nella quale un solo insegnante istruiva una classe di allievi, ebbe un importante carattere sociale. In aula l' elemento fondamentale era la cattedra, posta sopra una pedana, la predella, che permetteva all’insegnante di controllare gli alunni, solitamente numerosi, e incutere quel senso d’autorità e di timore necessario per lo svolgimento delle lezioni. Sopra di essa il temuto registro di classe, il calamaio portapenna, il tampone per asciugare l’inchiostro, il campanello e l’immancabile righello o bacchetta che, all’occorrenza, poteva avere un uso diverso sulle mani degli alunni. Alle spalle del maestro, appesi al muro sotto l’immancabile crocefisso, stavano durante il periodo fascista i ritratti del Re e del Papa. Sulle pareti ai lati dei ritratti c’erano solitamente da una parte la carta geografica del proprio paese e dall’altra il cartellone con la descrizione dei pesi e delle misure. Spesso gli scolari venivano accomodati su banchi a gradoni, per garantire la migliore visuale del luogo in cui il maestro "celebrava la lezione". La corretta collocazione dei tavoli degli alunni era molto importante anche per sorvegliare l’aula: la distribuzione a file rialzate permetteva infatti al maestro, seduto in cattedra, di vedere con un colpo d’occhio tutti gli scolari. Inoltre, gli stessi scolari, opportunamente seduti avrebbero controllato agevolmente il lavoro del maestro e osservato quanto proposto alla lavagna. Molto importante erano le condizioni di riscaldamento e di illuminazione dell’ambiente. Le scuole cittadine erano provviste di grandissime stufe. Si trattava di impianti molto vecchi, in grado di produrre calore solo dopo un elevato carico di legna, molte amministrazioni comunali adottarono allora stufe moderne in grado di riscaldare sufficientemente le aule con un modesto consumo di legna . L’uso della carbonella, sostitutiva della legna, era considerato dagli insegnanti di grave danno. Il braciere distraeva il maestro nel corso della lezione costringendolo a prestare attenzione agli alunni, addetti alla frequente alimentazione del fuoco. Inoltre, il gas della combustione produceva in molti alunni un mal di capo, ove restavano ammalati per più giorni per questo si poteva dimostrare che era dannoso alla salute riscaldare troppo una stanza scolastica. L’illuminazione dell’aula, era molto scarsa considerando che l'orario scolastico, distribuito in antimeridiano e meridiano, comportavo lo svolgersi delle lezioni con gradi di luminosità non ottimali. Per questo uno degli interventi di manutenzione più frequenti era la pulizia dei vetri non solo per l'igiene ma anche per una miglior visibilità. Le classi, a quel tempo avevano alle pareti oltre alla tavola nera (lavagna) essenziale per la didattica simultanea, ormai adottata in tutte le scuole poi avevano le tabelle dell’alfabeto e delle sillabe, riprodotte in forma analoga sulle pagine scritte degli abbecedari.

Molti dati materiali forniscono, quindi, un’indicazione delle pratiche didattiche attorno alla metà dell’Ottocento. L’insegnante della scuola comunale, a differenza del precettore, utilizzava il metodo simultaneo, che gli consentiva di rapportarsi con molti di alunni. L’autorità del maestro era ribadita dalla distanza psicologica, ma anche fisica che egli stabiliva in classe. L’aula, specie nei comuni rurali, era anche il luogo di vita del maestro o della

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maestra, poiché questi erano soliti restare nella scuola a pranzo, per evitare di percorrere più volte la strada che li separava dal luogo di lavoro. La costruzione di una scuola comportava conoscenze ingegneristiche e architettoniche, tuttavia i comuni non sempre potevano disporre di consulenti e maestranze preparate allo scopo. Così, mentre in stati europei come Francia, Belgio, Germania, Austria esistevano norme uniformi, in Italia si costruivano scuole senza principi costanti. A soccorso di questa condizione di disordine intervennero una serie di provvedimenti, tutti varati all’inizio del XX sec. Gli uffici ministeriali, sotto la direzione di Corradini, stabilirono alcuni criteri per la realizzazione delle scuole: condizioni generali per la costruzione di un edificio; scelta e preparazione del terreno; fondazioni; esposizione; ampiezza dell’edificio e dei locali più o meno necessari; dimensione dell’aula scolastica; illuminazione, pavimento, soffitti, pareti, ventilazione, riscaldamento; latrine, lavabi, bagni, acqua potabile; vestiboli,spogliatoi, scale altri locali. In questo modo l’aula scolastica diveniva l’alleata essenziale della pedagogia scientifica

AULA IN FORMAI ragazzi passano sui banchi da quattro a otto ore al giorno per almeno dieci anni per cui le aule scolastiche dovrebbero essere a prova di incidenti, inquinamento , allergie ed altro; insomma dovrebbero essere confortevoli e a misura di studente.

Tutti gli studenti desidererebbero frequentare una scuola perfetta che risponda ai requisiti prima enunciati, ma spesso ci sentiamo rispondere che una scuola perfetta non esiste e non poche sono le problematiche che i responsabili devono affrontare all’inizio di ogni anno scolastico per mancanza di aule o per le dimensioni ridotte delle stesse spesso anche fatiscenti.

La scuola perfetta, a misura di studente, invece esiste. La ricetta per costruirla l'hanno messa nero su bianco gli esperti della Sip, la Società italiana di Pediatria su richiesta degli amministratori dell'Aquila, che dopo il terremoto dell'aprile 2009, dovendo ricostruire interi edifici, sono partiti dalle norme già in vigore e poi le hanno integrate con suggerimenti e indirizzi basati sul fatto che l'ambiente può avere effetti anche sul comportamento e sul rendimento scolastico".

Le sollecitazioni ambientali stimolano non solo vista, udito, tatto e odorato, ma anche recettori meno specifici collocati nella pelle e nella bocca. A lungo termine, se l'ambiente non è "sano", possono nascere irritabilità, depressione, cefalea, e perfino effetti secondari come assenteismo o conflittualità con i compagni di scuola. La buona qualità dell'ambiente-scuola è fondamentale dato che riguarda ragazzi che trascorrono sui banchi da 4 a 8 ore al giorno per almeno dieci anni.

Gli studiosi sono partiti dai colori necessari a creare un luogo il più idoneo possibile allo studio. Un esempio: ridipingere di un colore diverso dalle altre la parete che sta dietro la scrivania del professore, in modo che attiri gli occhi e l'attenzione dell’alunno.

E se è vero che la temperatura deve restare intorno ai 20 gradi, è vero anche che

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occorre evitare che il calore si concentri a terra. Quanto ai rumori, servono infissi capaci di filtrare quelli esterni, ma anche rivestimenti assorbenti a prova di urla nell'intervallo.

Le altezze e le grandezze scoordinate di banchi e sedie provocano scoliosi e disattenzione. Guai anche a dimenticare i contenitori per la raccolta differenziata di carta, lattine e avanzi della merenda; essi insegnano più di qualsiasi opuscolo o libro in biblioteca.

QR-CodeQR is the trademark for a type of matrix barcode first designed for the automotive industry in Japan. A barcode is a machine-readable optical label that contains information about the item to which it is attached. A QR code uses four standardized encoding modes to efficiently store data; extensions may also be used.

The QR Code system has become popular outside the automotive industry due to its fast readability and greater storage capacity compared to standard UPC barcodes. Applications include product tracking, item identification, time tracking, document management, general marketing, and much more.

A QR code consists of black modules arranged in a square grid on a white background, which can be read by an imaging device and processed using Reed–Solomon error correction until the image can be appropriately interpreted. The required data is then extracted from patterns present in both horizontal and vertical components of the image.

HistoryThe QR code system was invented in 1994 by Denso Wave. Its purpose was to track vehicles during manufacture; it was designed to allow high-speed component scanning.

Although initially used for tracking parts in vehicle manufacturing, QR codes now are used in a much broader context, including both commercial tracking applications and convenience-oriented applications aimed at mobile-phone users. QR codes may be used to display text to the user, to add a vCard contact to the user's device, to open a Uniform Resource Identifier (URI), or to compose an e-mail or text message. Users can generate and print their own QR codes for others to scan and use by visiting one of several paid and free QR code generating sites or apps. The technology has since become one of the most-used types of two-dimensional barcode.

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MACRONUTRIENTII macronutrienti sono princìpi alimentari che devono essere introdotti in grandi quantità, poiché rappresentano la più importante fonte energetica per l'organismo. Appartengono a questa categoria i carboidrati (o glucidi), i grassi (più correttamente lipidi) e le proteine (o protidi). Qualche autore fa rientrare nel gruppo dei macronutrienti anche l'alcol etilico; in realtà, nonostante l'elevato potere calorico, questa sostanza non può essere considerata tale, in quanto superflua ai fini metabolici e priva di qualsiasi valore nutritivo. Più sensata l'attribuzione dell'aggettivo "macronutriente" all'acqua, che tuttavia, avendo un potere calorico nullo, andrebbe semplicemente considerata un alimento.Qualunque sia il piano nutrizionale intrapreso, i tre macronutrienti devono sempre figurare in quantità percentualmente e qualitativamente corrette.Nella dieta di un astemio, i macronutrienti ricoprono nel loro insieme il 100% dell'apporto calorico complessivo e, a grandi linee, circa il 90% del peso alimentare a secco. In riferimento ai soli carboidrati, un individuo adulto ne consuma un centinaio di chili all'anno.Tutti e tre i macronutrienti forniscono energia all'organismo, ma in quantità diverse e con modalità biochimiche differenti.Le proteine, che hanno una funzione principalmente plastica, forniscono all'organismo i materiali per la crescita, il mantenimento e la ricostruzione delle strutture cellulari. Il loro potere calorico è di 4 Kcal per grammo. Anche i carboidrati - che forniscono energia direttamente disponibile - hanno un potere calorico di 4 Kcal per grammo. I lipidi, invece, liberano la propria energia più lentamente, ma la contengono in concentrazioni più che doppie (9 Kcal per grammo); per questo, risultano particolarmente importanti durante il riposo e il digiuno.

LA PIRAMIDE ALIMENTARELa piramide alimentare indica in modo semplice e immediato in che propoporzione consumare i vari gruppi di alimenti ogni giorno.Alla base della piramide ci sono gli alimenti fondamentali per la nostra dieta, che vanno assunti con più frequenza; verso l’alto è importante ridurre proporzionalmente gli alimenti indicati.

Alla base della piramide ci sono gli alimenti che dobbiamo consumare abbondantemente tutti i giorni: pane, pasta, frutta e verdura

Al vertice della piramide ci sono gli alimenti che è meglio limitare: dolci e grassi.

Gli alimenti alla base della piramide, infatti, sono quelli fondamentali per la nostra dieta ed il cui apporto giornaliero non deve mai mancare; man mano che saliamo la piramide è necessario limitare gradualmente gli alimenti in questione fino al vertice dove abbiamo grassi, condimenti e dolci il cui utilizzo dovrebbe essere davvero ristretto, specialmente nelle quantità.

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CO2

Il CO2 è un gas, chiamato Anidride Carbonica. L’anidride carbonica, detta anche diossido di carbonio, a pressione atmosferica e a temperatura ambiente è un gas incolore, di odore pungente e sapore debolmente acidulo, è più pesante dell’aria (circa 1,5 volte) e tende a stratificarsi al suolo

LA MOLECOLA DI CO2

Come dice la formula è fatta da Carbonio e Ossigeno. Il Carbonio ha configurazione elettronica 1 2 2 mentre L’Ossigeno ha configurazione 1 2 2 Questo significa che il Carbonio ha 4 elettroni spaiati e quindi può formare 2 legami. I due Atomi si legano formando legami covalenti polari perché la differenza di elettronegatività è uguale a 1. Il Carbonio forma 2 doppi legami con ciascun Ossigeno.

L'anidride carbonica È principalmente reperibile in forma gassosa, Può essere solida solo quando si trova a temperatura inferiore a -78 gradi C. L'anidride carbonica liquida esiste principalmente quando l'anidride carbonica è dissolta in acqua. L'anidride carbonica è solubile in acqua solo quando la pressione è mantenuta. A seguito di perdite di pressione tende a fuoriuscire nell'aria, lasciando una massa di bolle d'aria nell'acqua.

CALCOLO DELL’ANIDRIDE CARBONICA DELLA NOSTRA AULA

Calcolo il volume di prodotta da 15 allievi che rimangono nella nostra aula per 6 ore a porte chiuse, SAPENDO CHE IL IN 1H L’ESSERE UMANO EMETTE 20L DI CALCOLIAMO:

Vaula= 6m • 4m • 2,75m = 66

Volume prodotto= 6h • 0,020• 15P =1,8

Percentuale del volume di rispetto al volume dell’aula: 1,8 /60 • 100 =3%

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LA CORRENTE ELETTRICANell'atomo i protoni hanno una carica elettrica di segno positivo e gli elettroni di segno negativo. Questi ultimi inoltre non sfuggono alle loro orbite ellittiche a causa dell'attrazione su di essi esercitata dai protoni, che essendo in numero pari a quello degli elettroni fanno si che l'atomo, in condizioni normali, sia in equilibrio elettrico. L’elettricità quindi non é altro che la “colla” che tiene insieme l’atomo e poiché tutta la materia esistente é composta di atomi tutti i corpi dell’Universo possiedono elettricità. Tuttavia ogni atomo si presenta elettricamente neutro, poiché il numero dei protoni (+) è uguale al numero del elettroni (-). Un atomo di rame è costituito da un nucleo contenente 29 protoni (+) e 29 neutroni (=), circondato da un guscio di 29 elettroni (-). Nel suo insieme l’atomo è neutro. Esistono comunque vari tipi di elettricità: la statica, cioè quella concentrata sulla superficie dei corpi sottoposti a strofinio, la dinamica, cioè quella che attraversa i corpi ed in particolare i conduttori elettrici, e la vibrante, cioè quella che, mediante rapide vibrazioni di speciali conduttori, produce onde elettromagnetiche che si propagano nello spazio.

La corrente elettrica e' un movimento continuo di cariche elettriche elementari, cioè un flusso ordinato di elettroni, che ha luogo all'interno di alcuni materiali. I materiali, proprio perchè permettono agli elettroni liberi di spostarsi da un atomo ad un altro e alle cariche di distribuirsi lungo tutto il corpo e alla corrente di attraversarli, vengono definiti conduttori. Altri materiali, attraverso i quali la corrente non riesce a passare perché gli elettroni si muovono con lentezza e di conseguenza le cariche tendono a rimanere localizzate dove sono state prodotte, vengono definiti isolanti.

I materiali possono essere così suddivisi:

• buoni conduttori sono i metalli (ad esempio il rame, l'argento e l'alluminio,

• che vengono usati per costruire i cavi elettrici), i gas ionizzati (come quelli

• presenti all’interno dei tubi fluorescenti), le soluzioni elettrolitiche (acqua e

• sale) ed i tessuti organici, vale a dire il nostro corpo (purtroppo anche noi

• siamo dei conduttori!);

• conduttori meno buoni, isolanti deboli sono il legno e la carta;

• buoni isolanti come le ceramiche, il vetro, il marmo, la porcellana;

• isolanti buonissimi come l’ambra, la gomma.

Da cosa dipende il diverso comportamento delle cariche nei conduttori e negli

isolanti?

Le cariche elettriche non presentano sempre una distribuzione uniforme: negli isolanti

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sono generalmente distribuite sia sulla superficie sia all’interno, nei conduttori si distribuiscono tutte sulla superficie esterna. Se un conduttore è cavo, le cariche si distribuiscono tutte sulla superficie esterna. Se la superficie esterna di un conduttore è regolare, esse si distribuiscono in modo uniforme; se la forma è irregolare, si addensano soprattutto sugli spigoli e sulle punte.

PRODOTTO FINALE Emanuela Romagnuolo IICTg


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