;'llviedicina del Lavoro
Cluster di casi di mesotelioma maligno della pleura in unoleifìcio
A. PETAZZI, FRANCESC-\ GAUDIELLO, ZULEJKA C-\)JTI*, C-\ROLINA lVIE;\SI*
Servizio Prevenzione e Sicurezza negli .-\mbiemi di Lavoro (SPreSA.L), .-\SL Provincia di ~Iilano 1* Registro ?vlesoteliomi della Lombardia, Dipartimento di :Vledicina del Lavoro, Clinica del Lavoro "L. Devoto", Università degli Studidi :Milano
KEYWORDS
Asbestos, pleural mesothelioma, oil miti
SUMMARY
«Cluster cases oJ malignant pleural mesothelioma in an oil Jactory». Bac~OTound: The traditional occupational
hazards of the productive cyde of oils are attributable to chemicals (use of solvents, pesticides and otha agents),
dusts, labour accidents (trauma, ignition, explosion), noise, manuallifting, ·work organization and hot-wet micro
dimate. The latest risk is due to the use of high temperatures (from 50 up to 250°C) during the processes of extra c
tion 'with solvent and rejining. lVo cases are reported in literature of asbestos related disease in subjects who ·worked
in oil Jactories. Nevertheless the structure and organization of the workplace, which is similar to that of sugar
rejineries, where cases of malignant mesothelioma ha·ve been described (moreover in workers employed in running
and maintenance of the plants), led to the assumption that even in oil factories asbestos for the insulation of pipes
and boilers could be present. Objectives: To describe 3 cases of lvJalignant j'l/Jesothelioma that occurred in workers
of the same oil factory. Nlethods: Since this occupational sector is not conventionally known for asbestos exposure
the Local Health Unit and the Lombardy j1;Jesothelioma Registry decided to investigate this industriai plant.
Results: Following examination of the archives of the Local Health Unit and inspection of the plant, an environ
mental asbestos contamination (pipes and boilers) was found. The 3 cases were dejined as occupational disease and
the required legai procedures 'iL'ereinitiated. This underlines the importance of dose cooperation with Local Health
Units of occupational medicine and the RegionallvJesothelioma Registry in the study and acknowledgment of cases
which would other·wise not have been recognized, with consequent loss of precious inJormation.
RIASSUNTO
Vengono descritti 3 casi di mesotelioma maligno (j1;Jj1;J)pleurico riscontrati in tempi successivi dal Registro j'l/Jesote
liomi della Lombardia (RiVIL) e dal Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPreSAL) della
ASL Provincia di lVIilano 1 in soggetti che non ave·vano avuto altre fonti di esposizione extra-proftssionale e pro
jèssionale ad asbesto se non quella comune di aver operato, s·volgendo diverse mansioni, nello stesso oleijicio. Essendo
quest'ultimo un settore pl'oduttivo non convenzionalmente noto per la possibilità di esposizione ad amianto ciò ha
destato qualche interrogativo negli operatori del RivJL e dello SPreSAL che hanno portato allo svolgimento di
un'indagine nello stabilimento in cui i 3pazienti a·vevano lavorato. Dalla 'valutazione dei documenti presenti nel-
Pervenuto il 4.4.2005 - Accettato il 3.5.2005
Corrispondenza: Dr.ssa Carolina Mensi, Registro Mesoteliomi Lombardia, Dipartimento di Medicina del Lavoro, Clinica del La
voro "L. Devoto", Università degli Studi di j\lilano, Via San Barnaba 8,20122 .Milano - E-mail: Carolina.:[email protected]
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1\IESOTELIOllL\. ilLA,lIG:\O 1:\ OLEIFICIO 441
l'archivio del Dipartimento di Pre'venzione e dagli elementi acquisiti in seguito all'esecuzione di un sopmlluogo, è
emersa la presenza di contaminazione ambientale amiantifem nell'azienda citata. I casi sono stati dunque rivalu
tati alla luce delle nuove conoscenze emerse e sono state espletate le opportune procedure medico-legali. Ciò a sottolineare l'importanza della stretta collabomzione tm le unità territoriali di Medicina del Lavoro ed il Rl\.1L nello
studio e riconoscimento di casi "sentinella" che riman-ebbero altrimenti misconosciuti determinando così la perdita dipreziose irifònnazioni.
INTRODUZIONE
L'estrazione degli oli e dei grassi dalle materie
prime viene effettuata con sistemi meccanici (me
todo utilizzato quasi esclusi\'amente per l'olio d'oli
va) o con solvente (per le altre oleaginose, in particolare semi). All'operazione di estrazione succede
quella di raffinazione (costituita dalle fasi di de
gommazione, neutralizzazione, decolorazione, deo
dorazione e demargarinazione) che, con l'eliminazione delle sostanze indesiderabili, consente un mi
glioramento delle caratteristiche merceologiche deiprodotti finiti.
Tradizionalmente i rischi professionali relativi a
questo ciclo produttivo sono riconducibili a quello
chimico (utilizzo di solventi ed altri agenti; fumi
gazione da insetticidi e fungicidi nei silos dei semi),alle polveri, agli infortuni (traumi, accensione,
esplosione), al rumore, alla movimentazione dei ca
richi, all' organizzazione del lavoro, al microclima
caldo-umido. C2!Jest'ultimo è dovuto in particolare
all'utilizzo di elevate temperature nel processo di
estrazione con solvente, durante la fase di recuperodel solvente e durante la raffinazione nelle fasi di
neutralizzazione (processi a temperature tra i 50 e i90°C), decolorazione (100T), deodorazione (230250°C) e demargarinazione (1).
In letteratura nessun caso di patologia asbestoconelata è riportata in tale settore, tuttavia la
struttura e l'organizzazione dell'ambiente di lavoro
descritta è simile a quella degli zuccherifici, settorelavorativo in cui risultano descritti numerosi casi
di mesotelioma maligno (1'1'11\'1)professionale soprattutto fra gli addetti alla conduzione e ma
nutenzione di impianti ( ..+. 6-8). È noto infatti
l'utilizzo massivo negli zuccheritÌci, localizzati in
Italia soprattutto in Emilia Romagna, di amiantoper l'isolamento di impianti rermoidraulici e ctldaie.
L'utilizzo di elevate temperature nei processi so
pra descritti fa ipotizzare anche negli oleifici la pre
senza di caldaie e tubazioni coibentate probabilmente con amlanto.
Anche nelle "Linee guida per la rilevazione e ladefinizione dei casi di MM e la trasmissione delle
informazioni all'ISPESL da parte dei Centri Ope
rativi Regionali" (5) viene suggerito infatti di indagare, durante la raccolta dell'anamnesi lavorativa in
operatori dell'industria alimentare (oleifici, indu
strie conserviere, casearie e mangimifici), l'eventua
le presenza di caldaie e condotte per fluidi caldicoibentate e di filtri in amianto.
Per entrambi i cicli produttivi si può supporre
quindi un rischio professionale da amianto riconducibile alla dispersione di fibre dalle coibentazioni
degli impianti soprattutto per gli addetti alla manutenzione degli stessi.
Sono di seguito descritti tre casi di MM della
pleura occorsi in lavoratori operanti in uno stesso
impianto di produzione di oli vegetali (colza e semi
di lino) e gli elementi presi in considerazione pergiungere alla ricostruzione del nesso di causalità
professionale.
DESCRIZIONE DEI CASI
Caso 1
Paziente di anni 71 di sesso maschile, residente
in provincia di 1\/Iilano, non fumatore, cardiopaticoe diabetico.
La storia clinica inizia nel novembre 1999 con
comp;n,a di W"c srizzo,a per,istL·me. Dopo circa
un mese ricO\'ero per dispnea e toracoalgia destra,in tale occasione riscol1tro ~tlh TC toLlCC di "multi
ple placchc pleurichL' dcsuL', i'pco'Simcnro della
plcllr~l diffuso, \'crS~1111Ciltl)pleuric'o di discrcta cn-
Iii
1'I: T \111 1,:\'(;;,1 \H()inT()i,:1
titi", Si segn,lbno llcgati,-irà di TC enceÙlo cd ;lddome e scintigrafìa ossea.
Alla fine di gennaio 2000 nuovo ricowro per persistenza della sintomatologia; viene sottoposto a videotoracoscopia che ha evidenziato quadro di "diffuse mammellonature pleuriche di grosso calibro,esteso a tutta la supertìcie pleurica sia viscerale cheparietale". L'indagine citologica ed istologica sucampioni di pleura parietale ha portato alla diagnosi, confermata alla dimissione, di mesotelioma mali
gno epiteliodide (con immunoistochimica coerente).Un ricovero successivo (ottobre 2000) ha portato
al riscontro alla TC del torace di "marcato incre
mento del diffuso ispessimento pleurico mammellonato da riferire alla nota patologia" ed a livello addominale "comparsa di versamento ascitico" e "diffusa aumentata densità del grasso peritoneale associato ad un ispessimento dei foglietti mesenteriali".
Per quanto riguarda la storia professionale il paziente ha lavorato: dal 1951 al 1983 come magazziniere addetto alla pesatura della merce e portinaiopresso un Oleificio della provincia di lvIilano; e dal1983 al 1987 come addetto ad un essiccatoio di
granaglie (controllo silos e pesatura della merce)presso un'altra ditta.
Non sono emerse esposizioni extra-professionaliad amianto né pregressi traumi toracici, pleuriti oradioterapia.
Caso 2
Paziente di anni 71 di sesso maschile, residente
in provincia di lVIilano, ex-fumatore.La storia clinica inizia nell' agosto del 1996 con
un ricovero per comparsa di versamento pleuricosinistro. L'esame TC del torace evidenzia "pleuriteneoplastica a sinistra con irregolari ispessimenti siadella pleura parietale che mediastinica; appare particolarmente coinvolta la pleura in regione diaframmatica dove l'opacità delle neoformazioni siconfonde sia con il parenchima polmonare collassato sia con il diaframma stesso"_
L'esame bioptico della pleura parietale ha portato alla diagnosi istologica di mesotelioma ghiandolare.
Per quanto riguarda la storia professionale il paziente ha iniziato a lavorare nel 1940 operando per
i mesI 111 una offìcina mccclI1ic,l, poi per 2 annicome apprendista meccanico in un'industria tessile,in seguito come operaio in una azienda di costruzioni meccaniche, dopodichè ha svolto il serviziomilitare. Nel 1948 è stato assunto presso il già citato Oleificio dove ha lavorato fino al 1970 come
adetto alla manutenzione di impianti e macchinari(squadra di 6 persone) e dal 1970 al 1978 comeportiere della stessa azienda.
Non sono emerse esposizioni extra-professionaliad amianto.
~esto caso è stato segnalato al Registro NIeso"
teliomi Lombardia (Ri'vIL), che non lo ha gestitodirettamente dal momento che il caso risale al 1996
e risulta quindi prevalente (il RlvIL raccoglie i casiincidenti dal 1 gennaio 2000), dal personale dellaASL Provincia di Milano 1con la richiesta di verificare se avessimo altri casi di NINI in ex-lavoratoridella stessa azienda.
Caso 3
Paziente di anni 70 di sesso maschile, residente
in provincia di :Milano, non fumatore, non risulta-no notizie circa l'anamnesi patologica remota. '
La storia clinica inizia nell' ottobre 2003 con
comparsa di dispnea e di versamento pleurico. Ilpaziente viene allora sottoposto ad esame TC deltorace che riscontra "presenza di versamento pleurico di discrete dimensioni a destra. Non rilevabili
enhancement patologici ad eccezione a livello dellescansioni passanti in sede del piano della biforcazione tracheale ove posteriormente sembra di apprezzare tenue enhancement della parete pleurica".Si segnalano inoltre negatività di TC encefalo edaddome e di scintigrafia ossea, mentre l'esame citologico del liquido pleurico ha dimostrato un quadrocitologico sospetto per CTNI da mesotelioma.
Alla fine di ottobre nuovo ricovero in occasione
del quale ha eseguito videotoracoscopia che ha dimostrato che "la pleura presenta placche diffuse diispessimento di colorito biancastro" la cui diagnosiistologica ha portato al riscontro di mesoteliomamaligno fibroso (immunoistochimica coerente).
Secondo quanto riferito dai familiari del paziente, già deceduto al momento del colloquio anamne-
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stico, egli aveva lavorato dal 1946 al 1954 comecontadino stagionale in una azienda agricola inprovincia di Milano, poi dal 1954 al 1981 ha lavorato, come turnista addetto agli impianti produttivi,presso lo stesso Oleificio citato in precedenza, edinfme dal 1981 al 2003 come agricoltore in propno.
Non sono emerse esposizioni extra-professionaliad amianto né pregressi traumi toracici o pleuriti.
Nessuno degli intervistati ha saputo descriverecon precisione l'ambiente di lavoro o riferire presenza di amianto negli impianti e/o nelle struttureedilizie.
DISCUSSIONE
Le scarse conoscenze o notizie inerenti un setto
re lavorativo o una precisa azienda non permettonotalvolta, in presenza di un caso classificato dal punto di vista clinico come mesotelioma certo o probabile (5), l'assegnazione di un livello di certezza all'esposizione professionale ad amianto. Così è accaduto per esempio per il primo caso descritto di unex lavoratore di un Oleificio della provincia di l'vIilano. Il caso era stato \'alutato e classifIcato come
MM pleurico certo con esposizione ad amianto"ignota", cioè l'incompletezza o l'insufficienza delleinformazioni raccolte e il livello delle conoscenze
non consentivano di assegnare una categoria diespOSIZIOne.
All'incirca nello stesso periodo, durante un colloquio con gli operatori della ASL Provincia diMilano 1, è emersa la gestione da parte dei colleghidi un altro caso di JV1M pleurico (diagnosi nel1996) anch'esso ex lavoratore dello stesso Oleificio.
L'insolita presenza di 2 casi in un settore produttivo non notoriamente conosciuto per la possibilitàdi esposizione ad amiamo ha destato qualche interrogativo e riflessione negli operatori dei due diversiservizi, inducendo l'effettuazione di approfondimenti circa il ciclo produttivo e l'ambiente di lavoro dello stabilimento in cui i 2 soggetti ;].w\-ano lavorato.
Ne è così risultato che il ciclo produttivo dell"aziencb, gi:l ~mi\-~!nc! primi anni dd '')00 con Lmi\'it~ldj cstr:lzi{)ile di 0110 eli colza e SprC111jrur:l di
semi di lino ed in seguito (1955-65) ampliata conl'introduzione di nuove lavorazioni (produzione dioli ad uso industriale), prevedeva trattamenti meccanici, termici ed estrazioni al solvente.
Al tempo della chiusura dell'attività (1981) l'analisi delle aree di produzione aveva dimostrato:nel reparto lavorazione oli industriali, presenza dicaldaie a doppia camicia (produzione di oli noncommestibili); nell'opificio denaturazione presenzadi serbatoi e tubazioni coibentati con amiamo; nel
la raffmeria tubazioni e cilindri con agitatori coibentati con amiamo; nel reparto insaccamento fari
ne presenza di una piccola caldaia con condottecoibentate con amiamo; e nel deposito oli raffmatied in una zona adiacente l'edificio la presenza dimacerie, condotte e tubi coibentati con amianto, lastre in fibrocemento,
Nel 1994 nel sito industriale dismesso era stato
effettuato un sopralluogo da parte di tecnici dell'allora USSL territoriale e sono stati raccolti campioni di materiale da coibentazione provenienti da tubazioni. L'analisi (l'vlOCF e diffrattometrica) dei
campioni, con la specifica richiesta di ricerca dimateriale amiantifero, accertava la presenza diamianto di tipo anfibolo (amosite), in percentualevariabile dal 9 al 18% a seconda del campione, e
presenza di altro materiale non fibroso.Nel corso di questa indagine inoltre è stata rac
colta la testimonianza di un lavoratore che ha operato (dal 1946 al 1952) presso l'azienda e dalleinformazioni fornite è risultato che la costruzione
degli impianti comportava l'utilizzo di materialeisolante (definito dall'operatore "lana di roccia")
per la coibentazione dei \'ari componenti degli impianti; che i lavori di manutenzione erano frequentie consistevano nella rimozione del manto coibentante e la sostituzione con nuovo materiale. Il ma
teriale scartato veni\'a ammassato in un angolo del
reparto e, quando raggiungeva un certo quantitativo, trasportato da un operaio fino alla discarica piùVIona.
Gli operatori della ASL Provincia di IvIilano 1dai dati che si sono potuti reperire hanno quindiipotizzaro che negli ~ll11biemiprodutti\'i dcll'oJcifìcio indagato vi sia stata negli anni una contaminazione diffusa di tìbrc ,hmianto rilasciatc dai nnlc
rialc di coihcnuzionc' l!cilizzaw per il ri\'cs!1mc!1W
di umtenirori c lìi c'ondotre e tubazioni, ,i~lndk
fasi di manutenzione che durante il ciclo produttivo per rilascio di tìbre dal materÙle coibentante perle vibrazioni degli impianti,
L'esposizione, sebbene a "basse dosi") a tìbre di
asbesto si è dimostrata dunque anche in questo caso, come nel passato ma come anche recentemente
confermato (2, 3, 9), capace di dar luogo allo sviluppo, nei rari soggetti suscettibili, di .i'dM.
Contemporaneamente all'esito delle indaginisvolte dal SPreSAL è giunto all'attenzione delRìvIL il terzo caso di MlVI in ex dipendente dell'Oleificio oggetto di questo rapporto.
Tutti i casi sono stati quindi classificati come ad
esposizione profèssionale certa e sono state espletate le relative e opportune procedure medico-legali.
CONCLUSIONI
Il verificarsi anche solo di un singolo caso dilVIlVIè considerato un evento "sentinella" in :Medicina del Lavoro dal momento che l'associazione tra
questa malattia ed esposizione ad amianto è bendocumentata.
Il riscontro quindi di un cluster di casi di tale patologia in una stessa azienda, appartenente ad unsettore produttivo non riconosciuto comunemente
tra quelli con potenziale espositivo ad asbesto, hafatto insorgere dubbi in coloro che sono deputatialla raccolta anamnestica ed alla diagnosi eziologicadei casi in oggetto.
Lo studio del ciclo produttivo, molto comunenel nostro paese, ma forse non sufficientemente in
dagato per la problematica dell'esposizione a fibredi asbesto, unitamente alla valutazione del materia
le presente in archivio presso lo SPreSAL dellaASL Provincia di Milano 1 ed all'esecuzione di un
sopralluogo, ha portato a documentare in modocircostanziato la contaminazione ambientale daami anta nell'azienda citata.
I casi sono stati dunque rivalutati alla luce dellenuove conoscenze emerse con la corretta classifica
zione eziologica e sono state espletate le opportuneprocedure medico-legali.
\...~-----~-_._---~------------_._----_.
Dall'esperienza sopra descritta emerge l'importanza della stretta collaborazione tra le unità territoriali di l\Jedicina del Lavoro ed ill"{JvIL nella ri
costruzione anamnestica e nel porre il nesso di causalità tra patologia osservata ed attività lavorativasvolta. In tal modo si riescono a far emergere malattie professionali che rimarrebbero altrimenti misconosciute. Emerge altresì l'importanza della istituzione di una "anagrafe" di tutte le aziende pressocui hanno lavorato i soggetti affetti da lVIM, anchedi quelle per le quali la valutazione anamnesticanon ha permesso di evidenziare un rischio amianto.
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