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cu lt u r a e co u n se lin g
sede territoriale di Brindisi
A CURA della Dott.ssa Concetta C. Brandi
Psicologo clinico e di comunità – Psicoterapeuta individuale e di
gruppo – Counselor Professionista Tel. 338-9084390
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COME DEFINIRE LA PERSONALITA’
IL CONCETTO DI PERSONALITA’ proposto dall’OSM (1994): “con personalità
si intende una modalità strutturata di pensiero, sentimento e comportamento
che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto e che risulta da fattori costituzionali, dello sviluppo e dell’esperienza sociale”. La
formazione della personalità risulta dalla combinazione della componente biologica (fattori costituzionali), di quella evolutiva e di quella ambientale.
I fattori costituzionali sono ereditati geneticamente e determinano le differenze individuali riguardo alle modalità con cui la persona risponde all’ambiente; è
ciò che comunemente si definisce “temperamento” a questo sono correlati i tratti di personalità, che possono essere definiti come disposizioni
relativamente stabili risultanti dall’interazione tra fattori costituzionali e l’apprendimento derivante dall’esperienza. Nel corso dello sviluppo, le
esperienze vissute determinano dei cambiamenti adattivi, soprattutto nei primi anni di vita, durante i quali si strutturano e rinforzano i comportamenti che
risultano più vantaggiosi. “Durante i primi anni di vita, il bambino mostra una vasta gamma di
comportamenti. Anche se naturalmente orientati dalla disposizione
costituzionale, i modi in cui il bambino entra in contatto con l’ambiente, manifesta i propri bisogni o esprime gli affetti sono piuttosto imprevedibili e
mutevoli. Col passare del tempo, e grazie all’influenza esercitata dalle risposte ambientali, tali modi diventano sempre più strutturati, specifici e selettivi. Si
può quindi dire che l’apprendimento sociale., lo sviluppo psicobiologico e il contesto psicoaffettivo contribuiscono a formare una serie di tratti
profondamente impressi e difficilmente modificabili…tali tratti andranno a costituire lo stile individuale” (Lingiardi, 1996).
Le teorie della personalità che si sono sviluppate nel tempo sono diverse:
- le teorie tipologiche sono finalizzate a classificare gli individui sulla base di caratteristiche ben definite: abbiamo così i tipi somatici
(qualora si assuma come indizio rilevante la costituzione morfologica), il tipo longilineo, atletico, picnico; tipi fisiologici (qualora si assuma come
indizio la risposta neurovegetativa o l’equilibrio ormonale: Friedman e
Rosenman distinguono tra personalità di tipo A e di tipo B. Gli A sono contraddistinti da competitività, impazienza, rigidità, rapidità nell’eloquio,
nei movimenti, ecc; i tipi B sono contraddistinti da caratteristiche opposte. Gli A sono soggetti a rischio di patologia cardiovascolare con
incidenza sei volte superiore al tipo B. E tipi psicologici (qualora si assuma come indizio la risposta comportamentale), Jung (1923) distinse
tra estroverso e introverso. La maggior parte delle persone è ambiversa, né estroversa né introversa, oppure l’uno e l’altro in circostanze diverse
(Hilgard, 1962). - Le teorie psicodinamiche si focalizzano sulla dimensione intrapsichica
e attribuiscono una valenza significativa alle esperienze affettive e relazionali precoci;
- Le teorie dei tratti distinguono le varie personalità sulla base della diversa rilevanza di specifici tratti che la caratterizzano (egocentrismo-
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maturità emotiva; cordialità- timidezza; stabilità- instabilità; dominanza-
sottomissione).
Al di là delle definizioni e dei modelli, la tendenza attuale privilegia un
approccio integrato, che studia il concetto di personalità tenendo presente i diversi fattori coinvolti: biologici, psicologci e sociali.
Per quanto riguarda la dimensione psicologica, le 3 componenti – quella cognitiva (pensieri, fantasie, e idee), quella affettiva (emozioni, sentimenti e
umore) e quella comportamentale-sociale (azioni, comportamenti verbali e non, rapporti interpersonali) – sono tra loro interdipendenti e il loro reciproco
influenzamento porta a definire il nostro peculiare modo di essere, di sentire e di agire.
Un diverso sistema di descrizione e classificazione dei tipi di personalità sia
normale che patologica è stato proposto da Cloninger (1988); si tratta di un modello multidimensionale basato su 4 dimensioni del temperamento
(ereditabili che si manifestano precocemente) e tre dimensioni del carattere (che maturano nel tempo e influenzano il funzionamento personale e sociale).
Le dimensioni del temperamento sono le seguenti:
1. ricerca della novità (tendenza ereditabile all’estroversione o all’eccitamento in risposta a stimoli di novità e conseguente ricerca di
situazioni nuove). 2. evitamento del danno (modalità di comportamento tesa ad evitare
ogni situazione che possa determinare punizione o frustrazione); 3. dipendenza dalla ricompensa (tendenza a rispondere prontamente a
segnali di approvazione sociale); 4. persistenza.
Le dimensioni del carattere attengono alla “concezione di sé” della persona,
che può identificarsi come: 1. individuo autonomo (dimensione di autodirezionalità);
2. parte integrante dell’umanità (dimensione cooperatività); 3. parte integrane di un sistema universale (dimensione di
autotrascendenza).
Secondo il modello di Cloninger, queste dimensioni interagiscono in diversa
misura determinando un’ampia visione delle risposte individuali in differenti situazioni.
Nel modello Multidimensionale proposto da Millon (1997) i tratti di personalità,
sono il risultato di predisposizioni ereditate biologicamente e di fattori che derivano dall’esperienza, determinano la struttura psichica individuale, data
dall’interazione di tre polarità: piacere/dolore, attività/passività, Sé/oggetto. La distinzione tra patologia e normalità può essere fatta sulla base
dei seguenti elementi: - rigidità nell’adattamento alle richieste dell’ambiente;
- ripetitività che innesca circoli viziosi; - scarsa resistenza alle situazioni di stress.
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Secondo il DSM-IV il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, IV Ed., i tratti di personalità sono modi costanti di percepire, rapportarsi e
pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi, che si manifestano
in un ampio spettro di contesti sociali e personali. Soltanto quando i tratti di personalità sono rigidi e non adattivi e causano una
compromissione funzionale significativa o una sofferenza soggettiva, essi costituiscono Disturbi di Personalità.
I criteri diagnostici per i DISTURBI DI PERSONALITA’:
Caratteristiche collegate a cultura, età e genere
I disturbi di personalità che compaiono nell’infanzia spesso non persistono immodificati fino alla vita adulta. Per diagnosticare un disturbo di personalità in
un individuo sotto i 18 anni di età, le caratteristiche devono essere state presenti per almeno un anno. L’unica eccezione è rappresentata dal disturbo
Antisociale di Personalità, che non può essere diagnosticato in individui al di sotto dei 18 anni.
Il su menzionato disturbo è più frequentemente diagnosticato negli uomini. Altri per es. l’Istrionico, il Borderline e il Dipendente, più frequentemente nelle
donne.
A. un modello abituale di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo.
Questo modello si manifesta in due o più delle aree seguenti:
1. cognitività (cioè modi di percepire e interpretare se stessi, gli altri, e gli avvenimenti)
2. affettività (cioè, la varietà, intensità, labilità e adeguatezza della risposta emotiva)
3. funzionamento interpersonale
4. controllo degli impulsi
B. il modello abituale risulta inflessibile e pervasivo in una varietà di situazioni personali e sociali.
C. Il modello abituale determina disagio clinicamente significativo e compromissione del funzionamento sociale lavorativo e di altre
importanti aree. D. Il modello è stabile e di lunga durata e l’esordio può essere fatto risalire
almeno all’adolescenza o alla prima età adulta. E. Il modello abituale non risulta meglio giustificato come manifestazione o
conseguenza di un altro disturbo mentale. F. Il modello non risulta collegato agli effetti fisiologici diretti di una
sostanza (droga, farmaci) o di una condizione medica generale (per es trauma cranico)
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Nel DSM-IV i disturbi di Personalità sono raccolti in tre gruppi in base ad
analogie descrittive. Gli individui frequentemente presentano una concomitanza di disturbi di personalità appartenenti a gruppi diversi.
► Il gruppo A include i disturbi di personalità Paranoide, Schizoide e Schizotipico.
Gli individui con questi disturbi spesso appaiono strani, bizzarri ed eccentrici.
Il disturbo Paranoide è un quadro clinico caratterizzato da sfiducia e sospettosità nei confronti
degli altri, le cui intenzioni sono interpretate malevolmente, difficoltà nelle relazioni
interpersonali e rifiuto dell’intimità.
Il disturbo Schizoide è un quadro clinico caratterizzato da distacco dalle relazioni sociali e da
una gamma ristretta di espressività emotiva.
Il disturbo Schizotipico è un quadro clinico caratterizzato da disagio acuto nelle relazioni strette,
distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità nel comportamento
►Il gruppo C include include i disturbi di personalità Evitante, Dipendente e Ossessivo-
Compulsivo. Gli individui con questi disturbi appaiono ansiosi, timorosi o paurosi.
Il disturbo evitante è un quadro caratterizzato da inibizione, sentimenti di inadeguatezza e
ipersensibilità ai giudizi negativi e alle critiche.
Il disturbo dipendente è un quadro caratterizzato da comportamento sottomesso correlato a
un eccessivo bisogno di essere accuditi e protetti
Il disturbo ossessivo-compulsivo è un quadro caratterizzato da preoccupazione per l’ordine,
perfezionismo ed esigenze di controllo personale e interpersonale.
►Il gruppo B include i disturbi di personalità Antisociale, Borderline, Istrionico e
Narcisistico. Gli individui con questi disturbi appaiono amplificativi, drammatici, emotivi o
imprevedibili.
Il disturbo narcisistico è un quadro caratterizzato da grandiosità, costante bisogno di ammirazione,
mancanza di empatia.
Il disturbo antisociale è un quadro caratterizzato da indifferenza patologica e violazione dei diritti
degli altri.
Il disturbo istrionico è un quadro caratterizzato da emotività eccessiva e da costante ricerca di
attenzione.
Il disturbo borderline è un quadrino caratterizzato da instabilità nelle relazioni interpersonali,
nell’immagine di sé e nello sviluppo degli affetti, spesso da marcata impulsività.
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Secondo la teoria cognitiva, particolari convinzioni e atteggiamenti, che
portano il soggetto ad adottare determinate strategie comportamentali,
possono essere messi in relazione ai disturbi di personalità. (Beck,1993)
Convinzioni/atteggiamenti
di base
Strategie
(comportamenti manifesti)
Disturbi di
personalità
Sono indifeso Attaccamento Dipendente
Potrebbero ferirmi Esitamento Evitante
Gli altri sono potenziali
nemici
Diffidenza Paranoie
Io sono speciale Auto-esaltazione Narcisistico
Devo fare impressione Teatralità Istrionico
Sbagliare è male. non devo sbagliare
Perfezionismo Osssessivo-compulsivo
La gente è li per essere
colpita
Attacco Antisociale
Ho bisogno di molto spazio isolamento schizoide
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Classificazione cognitiva dei disturbi di personalità (Clarkin,
Lenzenweger, 1997)
Disturbi di personalità
Visione di sé Visione degli altri
Pensieri caratteristici
Strategie principali
Evitante Vulnerabile alla critica e al rifiuto. Privo di competenze sociali incapace
Critici svalutanti superiori
È terribile essere rifiutati. Se la gente mi conoscesse mi rifiuterebbe. Non tollera sentimenti
spiacevoli
Evita situazioni in cui può essere valutato. Evita sentimenti o pensieri spiacevoli.
Dipendente Debole, bisognoso, indifeso, incapace
Idealizzati capaci di dare nutrimento
sostegno, competenti
Ha bisogno degli altri per
sopravvivere, per essere felice
Persegue relazioni di dipendenza
Ossessivo-compulsivo
Responsabile fidato pedante competente
Irresponsabili, superficiali, incompetenti, troppo tolleranti con se stessi
So quale è la cosa migliore da fare. I dettagli sono essenziali. La grente dovrebbe fare meglio,
mettercela tutta.
Applicare le regole perfezionismo. Giudica, controlla.
Paranoie Sempre nel giusto, innocente, nobile d’animo vulnerabile
Interferenti, maligni, discriminanti, con finoi aggressivi
I fini degli altri sono quanto meno sospetti. E’ meglio stare in guardia,
diffidare
Circospetto. Ceca sempre moventi nascosti. Accusa e contrattacca.
Antisociale Un tipo solitario autonomo forte
Vulnerabili sfruttatori
Autorizzato a infrangere le
regole. Gli altri vengono trattati come zimbelli e
sono degli imbranati. Gli altri tendono a sfruttarti.
Attacca deruba imbroglia manipola
usa gli altri
Narcisistico Speciale, unico. Per lui valgono
regole speciali. Superiore
Inferiori ammiratori
Sono speciale e valgono regole
speciali. Sono al di là delle regole. sono migliore degli altri.
Non rispetta le regole
manipolativo competitivo
Istrionico Attraente elegante Si lasciano
sedurre, ricettivi, ammiratori
Gli altri esistono
per servirmi e ammirarmi. Non
hanno diritto di negarmi ciò che mi spetta. Basta che io segua le mie sensazioni
Si serve di un
fascino teatrale. Capricci e crisi di
pianto. Gesti suicidari
schizoide Autosufficiente solitario
intrusivi Gli altri non sono gratificanti. Le relazioni sono intricate e poco interessanti
State alla larga
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Proponiamo l’uso di una terminologia più creativa nella definizione dei
tratti:
DRAMMATICI
- BORDERLINE =
ECCITABILI - NARCISISTI = AUDACI
- ISTRIONICI = VIVACI - ANTISOCIALI =
COMBATTIVI
ECCENTRICI
- PARANOICI = SCETTICI - SCHIZOIDE = RISERVATI
- SCHIZOTIPICI = FANTASIOSI
PAUROSI
- EVITANTI = CAUTI - OSSESSIVO-COMPULSIVI =
DILIGENTI - DIPENDENTI = OBBEDIENTI
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CRITERI DIAGNOSTICI PER DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITA’
A. diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri che iniziano nella
prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti come indicato da
quattro o più dei seguenti elementi: 1) sospetta, senza base sufficiente, di essere sfruttato, danneggiato o
ingannato; 2) dubita senza giustificazione della lealtà o affidabilità di amici o colleghi;
3) è riluttante a confidarsi con gli altri a causa di un timore ingiustificato che le informazioni possano essere usate contro di lui;
4) scorge significati nascosti umilianti o minacciosi in rimproveri o in altri eventi benevoli;
5) porta constantemente rancore, non perdona gli insulti, le ingiurie o le offese;
6) percepisce attacchi al proprio ruolo o reputazione non evidenti agli altri, ed è pronto a reagire con rabbia o contrattaccare;
7) sospetta in modo ricorrente senza giustificazione della fedeltà del coniuge o del partner sessuale.
B. Non si manifesta esclusivamente durante il decorso della schizofrenia, di un
disturbo dell’umore con manifestazioni psicotiche, o di un altro disturbo psicotico, e non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica
generale.
CRITERI DIAGNOSTICI PER DISTURBO SCHIZOIDE DI PERSONALITA’:
A: una modalità pervasiva di distacco dalle relazioni sociali ed una gamma ristretta di espressioni emotive, in contesti interpersonali, che iniziano nella
prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti come indicato da quattro o più dei seguenti elementi:
1) non desidera ne prova piacere nelle relazioni strette, incluso il far parte di una famiglia;
2) quasi sempre scegli attività solitarie;
3)dimostra poco o nessun interesse per l’esperienze sessuali con un’altra persona;
4) prova piacere in poche o nessuna attività; 5) non ha amici stretti o confidenti;
6)sembra indifferente alle lodi o alle critiche degli altri; 7) mostra freddezza emotiva, distacco o affettività appiattita.
B. Non si manifesta esclusivamente durante il decorso della schizofrenia, di un disturbo dell’umore con manifestazioni psicotiche, di un altro disturbo psicotico,
o di un altro disturbo pervasivo dello sviluppo e non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale.
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CRITERI DIAGNOSTICI PER DISTURBO SCHIZOTIPICO DI PERSONALITA’:
A. Una modalità pervasiva di relazioni sociali ed interpersonali deficitarie,
evidenziate da disagio acuto e ridotta capacità riguardanti le relazioni strette, e da distorsioni cognitive e percettive ed eccentricità del
comportamento, che compaiono nella prima età adulta, e sono presenti in una varietà di contesti, come indicato da cinque o più dei seguenti
elementi: 1) idee di riferimento ( escludendo i deliri di riferimento);
2) credenze strane o pensiero magico, che influenzano il comportamento, e sono in contrasto con le norme subculturali (per es,
superstizioni, credere nella chiaroveggenza, nella telepatia o nel “sesto senso”);
3) esperienze percettive insolite, incluse illusioni corporee;
4)pensiero e linguaggio strani ( per es, vago, circostanziato, metaforico, stereotipato);
5)sospettosità o ideazione paranoide; 6)affettività inaproppiata o coartata;
7)comportamenti o aspetti strani, eccentrici, o peculiari; 8) nessun amico stretto o confidente, eccetto i parenti di primo grado;
9)eccessiva ansia sociale, che non diminuisce con l’aumento della familiarità, e tende ad essere associata con preoccupazioni paranoidi.
B. Non si manifesta esclusivamente durante il decorso della schizofrenia, di un
disturbo dell’umore con manifestazioni psicotiche, di un altro disturbo psicotico o di un disturbo pervasivo dello sviluppo.
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CRITERI DIAGNOSTICI PER DISTURBO ANTISOCIALE DI
PERSONALITA:
A. un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri,
che si manifesta fin dall’età di 15 anni come indicato da tre o più dei seguenti elementi:
1) incapacità di conformarsi alle norme sociali perciò che concerne il comportamento legale, come indicato dal ripetersi di condotte suscettibili
di arresto; 2) disonestà come indicato dal mentire, usare falsi nomi, truffare gli altri
ripetutamente, per profitto o per piacere personale; 3)impulsività o incapacità di pianificare;
4) irritabilità e aggresività; 5) inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri;
6) irresponsabilità abituale come indicato dalla ripetuta capacita di sostenere un’attività lavorativa continuativa o di far fronte ad obbligi
finanziari;
7) mancanza di rimorso come indicato dall’essere indifferenti o dal razionalizzare dopo aver danneggiato maltrattato o derubato un altro.
B. l’individuo a almeno 18 anni; C. Presenza di un disturbo della condotta con esordio prima dei 15 anni di età;
D. il comportamento antisociale non si manifesta esclusivamente durante il decorso della schizofrenia o di un episodio maniacale
DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’ (B)
CRITERI DIAGNOSTICI:
A. un quadro pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia che compare entro la prima età adulta ed è presente in una
varietà di contesti come indicato da cinque o più dei seguenti elementi: 1) Ha un senso grandioso di importanza (per es. esagera risultati e talenti);
2) è assorbito da fantasie di illimitati successi, potere, fascino, bellezza e amore ideale;
3) crede di essere “speciale” e unico e di dover frequentare e poter essere capito solo da altre persone speciali o di classe elevata;
4) richiede eccessiva ammirazione; 5) a la sensazione che tutto gli sia dovuto;
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6) approfitta degli altri per i propri scopi;
7) Manca di empatia; 8) È spesso invidioso degli altri, o crede che gli altri gli invidiano;
9) mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi
Prevalenza
Le stime variano dal 2% al 16% nella popolazione clinica, a meno dell’1% nella popolazione generale.
Caratteristiche
Individuiamo due tipi di disturbi:
NARCISSISTA INCONSAPEVOLE N. IPERVIGILE
Non ha consapevolezza della reazione
degli altri
È fortemente sensibile alle reazioni
degli altri
Arrogante e aggressivo È inibito e schivo
È concentrato su se stesso Dirige l’attenzione più verso gli altri
che verso se stesso
Ha bisogno di essere al centro
dell’attenzione
Evita di essere al centro
dell’attenzione
È trasmittente ma non ricevente Ascolta gli altri con molta attenzione per evidenziare mancanza d rispetto o
critiche
È apparentemente impermeabile
all’idea di avere sentimenti di essere
ferito dagli altri
Si sente ferito con facilità, prova
sentimenti di vergogna o umiliazione.
Ha una discreta capacità di sentire ed individuare le sue emozioni, che tuttavia
tende a percepire e a descrivere in maniera selettiva e mirata, in modo che possano andare a vantaggio e mai a detrimento del mantenimento
dell’immagine grandiosa che ha di sé. Così i suoi difetti e limiti spesso diventano delle qualità sovrabbondanti: è troppo generoso, sensibile,
perspicace. L’obiettivo del mantenimento dell’immagine che ha di sé lo porta spesso a relazionarsi mantenendo una distanza di “sicurezza” rispetto al
coinvolgimento e spesso la sensazione che suscita negli altri è che si “ponga al di sopra”, con atteggiamenti di arroganza e presunzione, che fanno sentire le
persone intorno a disagio e poco propensi ad avvicinarsi più di tanto, anche se
conquistate dal fascino e dal savoir faire che questo individuo emana. Questi pazienti mal tollerano la critica e i rapporti che stabiliscono sono
piuttosto superficiali e soprattutto ristretti all’area dell’apparire. Poiché sono spesso delusi dagli altri, la loro rete di sostegno personale è piuttosto scarsa e
nelle relazioni sentimentali il legame che dura è spesso con persone dipendenti, disposte a rinunciare alla loro capacità critica purchè non si spezzi
la relazione.
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In genere le altre persone non sono molto tenute in considerazione dal
narcisista nei sentimenti e nei diritti: aspetto questo che si manifesta in una mancanza di empatia sempre percepibile.
Alcuni tratti di questa personalità sono rintracciabili anche nel disturbo di
personalità borderline e di quella istrionica, tanto che a volte risulta difficile fare una diagnosi differenziale. Rispetto all’istrionico che è connotato da
maggiore attività e concentrazione sugli altri, il narcisista è quasi sempre ripiegato su se stesso e si aspetta di essere apprezzato ed ammirato solo per il
fatto di essere presente. Si riscontrano più patologie narcisistiche tra gli uomini che tra le donne.
Quanto alla differenziazione con la personalità borderline, entrambi manifestano un aspetto bipolare, che si evidenzia nella tendenza a distruggere
ciò che hanno idealizzato ed adorato. Mentre però il narcisista tende a distinguersi in fretta da ciò che lo delude, il borderline ha la percezione che sia
andata in pezzi una speranza infantile di amore incondizionato.
IL DISTURBO ISTRIONICO DI PERSONALITA’ (B)
CRITERI DIAGNOSTICI:
A: un quadro pervasivo di emotività eccessiva e di ricerca di attenzione, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà do contesti,
come indicato da cinque o più dei seguenti elementi: 1) è a disagio in situazioni nelle quali non è al centro dell’attenzione;
2) l’ interazione con gli altri è spesso caratterizzata da comportamento sessualmente seducente o provocante;
3)manifesta un’ espressione delle emozioni rapidamente mutevole e superficiale;
4) costantemente utilizza l’aspetto fisico per attirare l’attenzione su di sé; 5) lo stile dell’eloquio è eccessivamente inpressionistico e privo di dettagli;
6) mostra autodrammatizzazione,teatralità ed espressione esagerata delle
emozioni; 7) è suggestionabile;
8) considera le relazioni più intime di quanto non lo siano realmente.
Prevalenza
Dati sulla popolazione generale suggeriscono una prevalenza del disturbo di circa il 2-3%. Percentuali del 10-15% sono state riportate in ambienti relativi
alla salute mentale ambulatoriali o di ricovero quando viene utilizzata una valutazione strutturata.
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Le caratteristiche È un disturbo che, nella maggior parte dei casi, viene diagnosticato nelle
donne. Tuttavia è stato possibile verificare l’esistenza di uomini istrionici, il cui comportamento manifesto indica un’esagerazione dei tratti femminili.
L’auto percezione: pieno di vita e molto socievole e colora esageratamente le sue emozioni per adeguarsi a questa immagine di sé.
L’azione si presenta caratterizzata da impulsività, affettazione, teatralità, che il paziente vede come la manifestazione della sua gioia di vivere e non piuttosto
per quello che è: una manovra mirante a catturare tutte le attenzioni di cui ha bisogno per riempire il suo vuoto.
Il sistema di sostegno interpersonale: il suo essere capace di farsi gregario, la sua socievolezza e vivacità, gli garantiscono un buon numero di
persone che ruotano intorno alla sua vita. Tuttavia la maggior parte di queste relazioni è piuttosto superficiale dal punto di vista qualitativo e spesso il
sostegno interpersonale reciproco non diventa possibile.
Nell’ambito relazionale è più centrato sugli altri che su se steso e fa tutto quello che può per catturare l’attenzione che gli è indispensabile per la
sua sopravvivenza emotiva. Ricerca attivamente l’attenzione e fa ciò che immagina si aspettano da lui. Il mondo emotivo di questo soggetto è colmo di
drammaticità e di emozioni superficiali ed effimere. È impulsivo ed impetuoso e le sue splendide emozioni spesso sono solo fuochi di paglia che ben presto si
spengono senza che ne rimanga troppa memoria. L’aspetto esteriore è molto curato, formale ed adeguato all’ambiente. Pone
molta attenzione a non uscire fuori dalle norme culturali dell’ambiente in cui vive.
La voce è energica ma ben modulata. Il tatto e il movimento sono sempre erotizzati e soprattutto attraverso queste
funzioni di contatto l’istrionico esprime la sua sensualità. Il cliente istrionico si avvicina alla consultazione del counselor solo
quando non riesce più a ricevere la sollecitudine e l’attenzione sulle quali
poggia la sua autostima, perché fino a quando potrà averle, evitando il contatto pieno, non sentirà di averne bisogno. La mancanza di attenzioni
accentuano l’ansia o i disturbi dell’umore, cui gli istrionici sono particolarmente vulnerabili.
IL DISTURBO EVITANTE DI PERSONALITA’ (C)
CRITERI DIAGNOSTICI:
A. Un quadro pervasivo di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza, e ipersensibilità al giudizio negativo che compare entro la prima età adulta ed è
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presente in una varietà di contesti come indicato da quattro o più dei seguenti
elementi: 1) evita attività lavorative che indicano un significativo contatto interpersonale,
poiché teme di essere criticato, disapprovato, o rifiutato.
2) è riluttante nell’entrare in relazione con persone,a meno che non sia certo di piacere;
3)è inibito nelle relazioni intime per il timore di essere umiliato o ridicolizzato; 4)si preoccupa di essere criticato o rifiutato in situazioni sociali;
5) è inibito in situazioni interpersonali nuove per sentimentio di inadeguatezza; 6) si vede come socialmente inetto,personalmente non attraente o inferiore
agli altri.; 7)è insolitamente riluttante ad assumere rischi personali o ad ingaggiarsi in
qualsiasi nuova attività, poiché questo può rivelarsi imbarazzante.
Prevalenza Nella popolazione generale è tra lo 0.5% e l’1.0%. il disturbo è stato riportato
come presente in circa il 10 % dei pazienti ambulatoriali.
Le caratteristiche
Sembra essere estremamente sensibile alla possibilità di essere respinto e cerca di evitare tale eventualità tenendosi a distanza dalle relazioni.
Il soggetto vive con un’aspettativa del rifiuto interpersonale. Sembra esserci in superficie una paura di essere rifiutato, di fallire nonché un’eccessiva timidezza
in diversi contesti. Si evidenzia spesso un comportamento di tipo sottomesso nei confronti degli
altri e un eccessivo bisogno di legame. Presente una tendenza generale a reprimere i sentimenti. Le emozioni
prevalenti sono: paura, vergogna, sensi di colpa.
La paura a rivelare aspetti di se stessi che li possono rendere vulnerabili. La colpa per preoccupazioni rispetto alla punizione per aver violato alcune regole
interne; la vergogna è più correlata a una valutazione di sé come inadeguato, non corrispondente a uno standard interno.
DISTURBO DIPENDENTE DI PERSONALITA’ (C )
CRITERI DIAGNOSTICI:
A. Una situazione pervasiva ed eccessiva di necessità di essere accuditi, che
determina comportamento sottomesso e dipendente e timore della separazione che compare nella prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti
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come indicato da cinque o più dei seguenti elementi:
1)ha difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza richiedere un’eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni;
2) ha bisogno che altri si assumano le responsabilità per la maggior parte dei
settori della sua vita; 3) ha difficoltà ad iniziare progetti o a fare cose autonomamente;
5) può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli;
6)si sente a disagio o indifeso quando è solo per timori esagerati di essere incapaci di provvedere a se stesso;
7) quando termina una relazione stretta, ricerca urgentemente un’altra relazione come fonte di accudimento e di supporto;
8) si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato a provvedere a se stesso;
Prevalenza È tra i disturbi di personalità più frequentemente riportati nelle cliniche per la
salute mentale.
Le caratteristiche
E’ prevalente una estrema dipendenza, tale che i soggetti con disturbo, non sono in grado di prendere decisioni da soli, hanno sempre bisogno di
rassicurazioni e non sono in grado di funzionare bene senza che qualcuno altro si prenda cura di loro; esprimo con difficoltà il dissenso per paura di perdere il
supporto. Pertanto permettono passivamente che gli altri dirigano la loro vita e non avanzano richieste per timore di compromettere queste relazioni
considerate protettive, come delle ancore di salvezza. Tali caratteristiche non rendono il soggetto in grado di prendersi cura di se stesso senza che ci sia
qualcun altro a farlo. Sembra esserci una predisposizione alla depressione ed in particolare, una
tendenza ad ammalarsi in generale. Si considera inadeguato e indifeso, e pertanto si potrebbe percepire come
incapace di affrontare il mondo e la vita con proprie forze.
Gli individui dipendenti ricercano in genere una o pochissime relazioni strette soprattutto con qualcuno che sembra in grado di affondare la vita, che li
protegga e che si prenda cura di loro. Nel caso in cui la relazione con l’altro significativo finisse, potrebbe esserci una
sorta di sentimento di disgregazione con tendenza alla depressione e l’unica alternativa sarebbe trovare quasi immediatamente una sorta di rimpiazzo, una
figura affiliativa nuova con cui ristabilire un legame appunto dipendente. Oltre il 50% delle personalità dipendenti riceve anche una diagnosi di disturbo
borderline. In comune c’è la tematica dell’abbandono; si notano tuttavia differenti modalità relazionali che nella personalità dipendente, sono
caratterizzate da sottomissione e adesività mentre nel borderline si riscontrano rabbia e manipolazione.
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Sembrerebbe che sono cresciuti in famiglie in cui i genitori hanno comunicato
che l’indipendenza è pregna di pericoli. Sono comuni madri iper-coinvolte e molto intrusive.
IL DISTURBO DELLA PERSONALITA’ OSSESSIVO-COMPULSIVO (C)
CRITERI DIAGNOSTICI:
A: Un quadro pervasivo di preoccupazione per l’ordine, perfezionismo e controllo mentale e interpersonale, a spese di flessibilità, apertura ed
efficienza, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti come indicato da quattro o più dei seguenti elementi:
1) attenzione per i dettagli, le regole, le liste, l’ordine, l’organizzazione o gli schemi, al punto che va perduto lo scopo principale dell’attività;
2)mostra un perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti; 3) eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività fino all’esclusione
dell’attività di svago e delle amicizie;
4) esageratamente coscienzioso, scrupoloso, inflessibile in tema di moralità etica e valori;
5) incapacità di gettare oggetti consumati o di nessun valore anche quando non hanno significato affettivo;
6) è riluttante a delegare compiti o a lavorare con altri; 7) adotta una modalità di spesa improntata all’avarizia;
8) manifesta rigidità e testardaggine.
Prevalenza Studi sistematici suggeriscono stime della prevalenza del disturbo di circa l’1%
nei campioni comunitari, e di circa il 3-10% tra gli individui che si presentano alle cliniche per la salute mentale.
Le caratteristiche Quelle più rappresentative sono il forte gusto dell’ordine, la testardaggine e la
parsimonia. Poiché risulta spesso un disturbo socio-sintonico, è difficile che la consultazione del counselor avvenga per il disturbo in sé. Spesso lo stress, il
surmenage, le difficoltà relazionali e familiari, portano il cliente a chiede l’aiuto. L’auto percezione simbolica dell’ossessivo-compulsivo lo fa definire
come una persona coscienziosa, disciplinata prudente e leale. In virtù di queste caratteristiche sono più premiati che puniti dall’ambiente.
I sistemi di sostegno sono connotati da una rete sociale piuttosto formale da un sistema cognitivo rigido che non sopporta il cambiamento, il
caos, l’imprevisto. Il suo sistema biologico rivela spesso tensione (soprattutto alla testa e alla schiena) e difficoltà di espressione dell’eccitazione.
Il mondo emotivo è ristretto e poco espresso. Si manifesta soprattutto a livello di un’intelligenza cognitiva e razionale, anche se piuttosto inibita
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nell’azione. Nelle funzioni di contatto è conformista, convenzionale nel
linguaggio, poco capace di una comunicazione umoristica e metaforica e di muoversi con disinvoltura.
E’ affranto dall’idea di aver realizzato poche cose nella vita, sensazione che lo
porta alla depressione, introducendolo così in un circolo vizioso in cui l’idea di essere poco efficace lo fa essere ancora più lento.
IL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’ (B)
CRITERI DIAGNOSTICI:
A. Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali,
dell’immagine di sé e dell’umore e una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti, come indicato da cinque o più dei
seguenti elementi: 1)sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono;
2)un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate
dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione; 3) alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente
instabili; 4) impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il
soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostenze, guida spericolata, abbuffate;
5)ricorrenti minacce, gesti , comportamenti suicidari o automutilanti; 6) instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore;
7) sentimenti cronici di vuoto; 8) rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia;
9) ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
Caratteristiche legate a cultura, età e genere
Gli adolescenti e i giovani adulti con problemi di identità (specie se accompagnato dall’uso di sostanze) possono manifestare transitoriamente
comportamenti che danno ingannevolmente l’impressione di un Disturbo Borderline di personalità. Tali situazioni sono caratterizzate da instabilità
emotiva, dilemmi “esistenziali”, scelte ansiogene, conflitti sull’orientamento sessuale e pressioni sociali contrastanti per decidere a proposito della carriera.
Il disturbo Borderline di Personalità viene diagnosticato prevalentemente (75%) in femmine.
Prevalenza
Viene stimata in circa il 2% della popolazione generale, circa il 10% tra gli individui osservati in cliniche ambulatoriali per malattie mentali e il 20 % tra i
pazienti psichiatrici ricoverati. Varia tra il 30% e il 60% tra le popolazioni cliniche con Disturbi di Personalità.
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Decorso Vi è una variabilità considerevole nel decorso del disturbo.
Le caratteristiche
È uno dei disturbi diagnosticati in percentuale maggiore tra i disturbi di personalità.
Le persone che manifestano questo tipo di disturbo mostrano in modo più
eclatante la loro sofferenza, soprattutto nel modo di interesse e mantenere le relazioni. In molte occasioni il loro tormento è piuttosto elevato, molto
spettacolare e straziante, e chi è a contatto con loro non può fare a meno di essere coinvolto in questa sofferenza, rimanendone spesso schiacciato. A volte
il disturbo Borderline è parallelo e coincide con i disturbi dell’umore e quando sono soddisfatti i criteri possono essere soddisfatti entrambi.
I disturbi borderline possono emergere a seguito degli effetti diretti che ha la condizione medica sul sistema nervoso generale e di sintomi che si sviluppano
in associazione all’assunzione di sostanze (es. assunzione di cocaina).
Differenze tra il d. Borderline e altri disturbi di personalità
Nel confronto con il disturbo istrionico, che pure è caratterizzato da
una spasmodica ricerca di attenzione, comportamento manipolativo ed emotività velocemente variabile, il borderline si distingue per l’autodistruttività,
la rabbia che viene manifestata nella rottura delle relazioni strette ed i sentimenti costanti di vuoto profondo e solitudine.
Nel caso del narcisismo se ci possono essere delle reazioni di rabbia per stimoli relativamente importanti, tuttavia c’è una maggiore stabilità
dell’immagine di sé, nonché una relativa assenza di auto-distruttività, impulsività e timori di abbandono.
Il soggetto dipendente ha gli stessi timori del borderline: però
quest’ultimo reagisce all’abbandono con sentimenti di vuoto emotivo, rabbia e richieste imperative, il dipendente mette in atto reazioni in cui aumenta
concessioni e la sottomissione, mentre ricerca indiscriminatamente una relazione sostitutiva che gli offra accudimento e supporto. Il tipo di relazione
che instaura il borderline è caratterizzato da instabilità e intensità, cosa che non accade con il dipendente.
Nel confronto con il disturbo ossessivo-compulsivo, i rituali che nel borderline servono come stabilizzatori dell’umore, nell’ossessivo-compulsivo
appaiono essere la caratteristica distintiva della patologia, per il resto sono chiaramente differenti.
Le caratteristiche più evidenti si collegano all’instabilità, che è cronica
nella prima età adulta: gli episodi che la connotano dichiarano una grave incapacità di controllo affettivo ed impulsivo.
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Compromissione del comportamento e rischio di suicidio sono maggiori nei
primi anni della giovinezza, per poi diminuire con il tempo e scomparire del tutto con l’avanzare dell’età. Dai 30 agli oltre 40 anni questi individui
raggiungono una maggiore stabilità lavorativa che nelle relazioni
interpersonali. Il sentimento che prova nei confronti delle proprie sensazioni ed esperienze
interne è di incertezza, immaturità e confusione tali, da indurlo a non poter fare affidamento sulle proprie sensazioni ed a non accettare la scissione tra i
sentimenti che prova verso se stesso e verso gli altri. L’umore ha connotati di bipolarità e le azioni, vista la debole capacità di
controllo pulsionale ed affettivo, sono precipitose e repentine. Il passaggio all’azione avviene senza filtri, gli acting-out sono numerosi e spesso il
comportamento si manifesta violento o auto-punitivo, a seconda delle circostanze e la disposizione della persona al momento.
I borderline hanno una fantasia ed un bisogno compulsivo di essere presi in cura ed accuditi.
La rete sociale del borderline è inadeguata ed incostante, visti i suoi atteggiamenti paradossali e soggetti a cambiamenti repentini di contenuto
emotivo. Spesso capita che le persone con le quali questo individuo è in
relazione intima, siano ferite dai suoi comportamenti senza comprendere bene cosa accade.
Nelle donne la rete interpersonale è costituita soprattutto da relazioni eterosessuali intense e instabili, mentre negli uomini che manifestano una
tendenza più bassa a ricercare la gratificazione, sembrerebbe formata soprattutto da relazioni istituzionali.
Anche il sistema di sostegno cognitivo del borderline è piuttosto instabile e la sua esperienza cognitiva può essere difficilmente utilizzata come appoggio
terapeutico, a causa della sua tendenza ad essere molto volubile e bizzarra. Nel quadro clinico del borderline si manifestano le polarità che riguardano il
piacere e il dolore, l’attenzione rivolta a sé e quella rivolta all’ambiente, la passività e l’attività. Così i borderline possono sentire un dolore insopportabile
ed un piacere senza limiti, avere tali voltafaccia nei confronti degli altri da non sapere più a chi stanno cercando di piacere e chi vogliono ferire; possono
essere iperattivi ed agitati tanto quanto, immediatamente dopo, noiosi ed
apatici. Anche nel sentire e nell’esprimere gli umori, i borderline passano rapidamente da una polarità all’altra e nella maggior parte dei casi sono in
dissonanza con la realtà esterna: c’è un percorso ciclico che va da stati normali alla depressione, quindi all’accettazione o a periodi di apatia interrotti da
momento di collera, forte ansia o euforia. Sotto stress l’accelerazione con cui pronunciano le frasi (possono manifestare odio ed amore in una stessa frase) e
la rapidità con la quale cambiano le loro cognizioni, costringono spesso questi individui a correggere ciò che hanno appena detto.
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BIBLIOGRAFIA
- CANESTRARI, PSICOLOGIA GENERALE E DELLO SVILUPPO, VOL. II,
ED. CLUEB;
- GABBARD, AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION, DSM-IV, ED MASSON;
- GIUSTI-CHIACCIO, OSSESSIONI E COMPULSIONI, SOVERA ED.;
- GIUSTI –ROSA, PSICOTERAPIE DELLA GESTALT, ASPIC ED.
SCIENTIFICHE.