COLLABORATORI DI MARIA Foglio di collegamento del movimento Collaboratori di Maria Regina della Pace –C.M.O.P.
Comunità della Sardegna Maggio 2011 VII anno
..
"Cari figli, come la natura dà i colori più belli dell'anno, così
anch'io vi invito a testimoniare con la vostra vita e ad aiutare
gli altri ad avvicinarsi al mio Cuore Immacolato perché la
fiamma dell'amore verso l'Altissimo germogli nei loro cuori.
Io sono con voi e prego incessantemente per voi perché la
vostra vita sia il riflesso del paradiso qui sulla terra. Grazie
per aver risposto alla mia chiamata".
Da questo tutti sapranno che
siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".
(Gv 13, 35)
Atto di affidamento al Cuore Immacolato
di Maria
La potenza di questa consacrazione dura per tutti i tempi e
abbraccia tutti gli uomini, i popoli e le nazioni, e supera ogni
male, che lo spirito delle tenebre è capace di ridestare nel
cuore dell'uomo e nelle sua storia e che, di fatto, ha ridestato
nei nostri tempi.[…]
Oh, Cuore Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del
male, che così facilmente si radica nei cuori degli stessi
uomini d'oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già
grava sulla nostra contemporaneità e sembra chiudere le vie
verso il futuro!
Dalla fame e dalla guerra, liberaci!
Dalla guerra nucleare, da un'autodistruzione incalcolabile, da
ogni genere di guerra, liberaci! Dai peccati contro la
vita dell'uomo sin dai suoi albori, liberaci!
Dall'odio e dall'avvilimento della dignità dei figli di Dio,
liberaci!
Da ogni genere di ingiustizia nella vita sociale, nazionale e
internazionale, liberaci! Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci!
Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! liberaci!
Accogli, o Madre di Cristo, questo grido carico della
sofferenza di tutti gli uomini! Carico della sofferenza di
intere società! Si riveli, ancora una volta, nella storia del
mondo, l'infinita potenza dell'Amore misericordioso! Che
esso fermi il male! Trasformi le coscienze! Nel Tuo Cuore
Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza!
(Giovanni Paolo II 25 marzo 1984)
1 Maggio 2011 Giovanni Paolo II Beato ! ! !
Consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria significa
avvicinarci, mediante l'intercessione della Madre, alla stessa
Sorgente della Vita, scaturita sul Golgota.
Questa Sorgente ininterrottamente zampilla con la redenzione e
con la grazia.
(Giovanni Paolo II - Fatima 13 maggio 1982)
Messaggio della Madonna
del 25 Aprile 2011
1 Maggio: Festa della Divina Misericordia
"Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e
la Divinità del tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore
Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero; per
la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del
mondo intero" (Diario, 476 - ed. it. p. 193). Di noi e del
mondo intero... Quanto bisogno della misericordia di
Dio ha il mondo di oggi! In tutti i continenti, dal
profondo della sofferenza umana, sembra alzarsi
l’invocazione della misericordia. Dove dominano l’odio
e la sete di vendetta, dove la guerra porta il dolore e la
morte degli innocenti occorre la grazia della
misericordia a placare le menti e i cuori, e a far scaturire
la pace. Dove viene meno il rispetto per la vita e la
dignità dell’uomo, occorre l’amore misericordioso di
Dio, alla cui luce si manifesta l’inesprimibile valore di
ogni essere umano. Occorre la misericordia per far sì che
ogni ingiustizia nel mondo trovi il suo termine nello
splendore della verità.
Perciò oggi, in questo Santuario, voglio solennemente
affidare il mondo alla Divina Misericordia. Lo faccio
con il desiderio ardente che il messaggio dell’amore
misericordioso di Dio, qui proclamato mediante Santa
Faustina, giunga a tutti gli abitanti della terra e ne
riempia i cuori di speranza. Tale messaggio si diffonda
da questo luogo nell'intera nostra amata Patria e nel
mondo. Si compia la salda promessa del Signore Gesù:
da qui deve uscire "la scintilla che preparerà il mondo
alla sua ultima venuta" (cfr Diario, 1732 - ed. it. p. 568).
Bisogna accendere questa scintilla della grazia di Dio.
Bisogna trasmettere al mondo questo fuoco della
misericordia. Nella misericordia di Dio il mondo troverà
la pace, e l’uomo la felicità!
Affido questo compito a voi, carissimi Fratelli e Sorelle,
alla Chiesa che è in Cracovia e in Polonia, e a tutti i
devoti della Divina Misericordia che qui giungeranno dalla
Polonia e dal mondo intero. Siate testimoni della
misericordia!
Dio, Padre misericordioso,
che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo,
e l’hai riversato su di noi nello Spirito Santo,
Consolatore, Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo.
Chinati su di noi peccatori,
risana la nostra debolezza,
sconfiggi ogni male,
fa' che tutti gli abitanti della terra
sperimentino la tua misericordia, affinché in Te, Dio Uno e Trino,
trovino sempre la fonte della speranza.
Eterno Padre,
per la dolorosa Passione e la Risurrezione del tuo Figlio,
abbi misericordia di noi e del mondo intero!
Amen. (Giovanni Paolo II - 17 agosto 2002 )
O Trinità Santa,
ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa il papa Giovanni
Paolo II e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della
tua paternità, la gloria della Croce di Cristo e lo splendore
dello Spirito d’amore.
Egli, confidando totalmente nella tua infinita misericordia
e nella materna intercessione di Maria ci ha dato
un’immagine viva di Gesù Buon Pastore,
e ci ha indicato la santità come misura alta della vita cristiana
ordinaria quale strada per raggiungere la comunione eterna
con te. Concedici, per sua intercessione, secondo la tua
volontà, la grazia che imploriamo, nella speranza che egli sia
presto annoverato nel numero dei tuoi santi.
Amen
Stampato in proprio – Resp. M. Caterina Muggianu
tel. 070 270683 3204435990 [email protected]
PADRE SALVATORE VICO Vorrei scriverlo sui muri: Viva la gioia
Salvatore Vico naque a La Maddalena (Sassari) il 12 agosto
1896 da Giovanni Maria e Giacomina Luccioni. Quinto di sei
fratelli. Fu battezzato il 16 agosto dallo zio, paroco di La
Maddalena: Antonio Vico. La sua famiglia era di principi
solidi, onesta e rispettata e di condizioni economiche discrete.
Il padre era addetto alle poste e consegnava personalmente la
pensione statale a Giuseppe Garibaldi quando questi risiedeva
nella vicina isola di Caprera. Abitavano in una decorosa
palazzina in via Garibaldi 16. Una sorella, Maria Maddalena, si
consacrò tra le Figlie della Carità. La sorella Marianna seguì il
fratello aiutandolo nel ministero. La famiglia aveva un solido
appoggio nello zio parroco don Antonio, tanto impegnato a
coinvolgere la popolazione nella vita di fede. La prima
formazione umana, religiosa e intellettuale la ebbe in famiglia e in parrocchia dove ricevette la Cresima e la Prima
Comunione. Frequentò gli studi superiori prima a Tempio poi a Sassari. Qui maturò la sua vocazione di diventare sacerdote
come lo zio ed entrò nel seminario Tridentino di Sassari, dove intraprese gli studi teologici tra varie difficoltà di salute..
Importante fu la conoscenza con Padre Luigi Maria Carta, dei Frati Minori Conventuali di Oristano, dove soleva ritirarsi
durante il breve periodo di servizio militare. La figura ascetica e premurosa di Padre Carta e il fascino della sua spiritualità
francescana influenzarono moltissimo il giovane seminarista, soprattutto nel suo desiderio di missione che già nutriva da
tempo, per la Cina. Il giovane chierico nutriva una fede robusta e un cuore docile e obbediente e queste qualità destavano
ammirazione e fiducia soprattutto nei suoi superiori. Alla fine degli studi, nel giugno del 1918, senza essere ancora ordinato
sacerdote, è inviato dal Vescovo di Ampurias e Tempio, Mons. Sanna, a lavorare nel Seminario di Tempio da poco riaperto.
Gli fu affidato l’incarico della formazione dei chierici e la cura dei poveri. Questi incarichi, che il giovane chierico svolse con
dedizione, segnarono la sua vocazione. All’epoca Tempio era dominata da una forte presenza anticlericale e massonica. La
Santa Sede spingeva verso una maggiore apertura sociale della Chiesa che, al tempo, era strutturata su vecchie istituzioni e
gruppi, spesso di stampo medioevale. La sensibilità del Vescovo vide nel giovane Vico un valido collaboratore per la
pastorale con forte attenzione al sociale, che intendeva avviare. In lui vedeva la figura del prete ben preparato sul piano
intellettuale e dottrinale ma anche sensibile e attento verso quelle persone semplici del mondo rurale degli “ stazzi” fino ad
allora ignorate anche dal clero “nobiliare”. Su di lui si puntava per una rinascita cristiana del territorio. Padre Vico fu ordinato
sacerdote il 19 aprile del 1919 nella cattedrale di Tempio Pausania, dalle mani del Vescovo Mons. Sanna, con grandi
festeggiamenti a Tempio e nella città natale di La Maddalena.
Da sacerdote profuse ancor di più il suo impegno nella formazione solida e motivata dei futuri sacerdoti che indirizzava verso
l’evangelizzazione del territorio, dove le Logge Massoniche, approfittava della scontentezza della povera gente, per
allontanarla dalla vita cristiana. Grande ammiratore di Padre Manzella, predicatore famoso e grande evangelizzatore, Padre
Vico andava maturando sempre più l’idea di associare alla predicazione del messaggio evangelico le opere di carità per venire
incontro alla povera gente del territorio, oppressa dalle conseguenze della guerra mondiale da malattie e dall’ignoranza. Pur
restando, quindi, un bravissimo oratore, sensibile e colto teologicamente fu anche un Pastore attento ai bisogni dei suoi figli.
Profuse così grande impegno nella fondazione di istituzioni caritative di tipo sociale, culturale e spirituale, sempre in sintonia
con il suo amato Vescovo.
Nel 1922 vinse il concorso come parroco della Cattedrale di Tempio, la prima parrocchia della diocesi e la resse fino al 1930
l’anno in cui rinunciò per dedicarsi alle opere di assistenza e di fondatore. Aveva infatti intrapreso tante attività.
Consapevole dell’urgenza di coinvolgere i laici nella vita di fede si impegnò moltissimo negli ambienti associativi Cattolici.
Era direttore del Centro dell’Apostolato della Preghiera fondato nel 1924; Assistente ecclesiastico dell’Associazione
Magistrale Insegnanti Cattolici “Gio Maria Dettori”
Il suo amore per i poveri, alimentato dalla spiritualità vincenziana (la sorella era suora vincenziana ) e dall’amicizia con Padre
Manzella gli fece toccare con mano le necessità di tanti bambini orfani che allora erano senza protezione. Per questo prese in
affittò una casa e con l’aiuto di alcune “mammine” accolse gli orfani e diede inizio all’orfanotrofio di “San Francesco” che
divenne un’opera di pubblica utilità. Il suo slancio missionario lo portò ad avvicinare il mondo dei pastori che allora erano
molto numerosi negli stazzi della Gallura, campagne arricchite da bellezze naturali eppure tanto segnate dalla desolazione
economica, culturale e religiosa. “Fra gli altri – scrive – ho avvicinato cinque fratelli tutti adulti, nessuno aveva ancora fatto la
Prima Comunione e non sapeva farsi il segno di Croce”. Per evangelizzare le popolazioni delle campagne fondò l’8 dicembre
1925, la Congregazione delle Missionarie Figlie di Gesù Crocefisso, donne pienamente votate all’evangelizzazione,
all’assistenza dei poveri, all’educazione dei fanciulli. La Congregazione divenne di diritto pontificio, riconosciuta nella Chiesa
universale, nel 1957. Con l’aiuto di una settantina di suore Padre Vico poté aprire altri orfanotrofi a Sassari e in diversi centri
della Sardegna. Si interessò dei disabili aprendo per loro una casa a Tempio, a Santa Teresa, a Sassari e in altri centri.
Fondò diverse case per anziani, allora non erano numerose come lo sono oggi. Le molteplici opere assistenziali si
susseguirono prima in Sardegna, poi nel continente, e più tardi nel terzo Mondo. Padre Vico ricevette benemerenze e
riconoscimenti in particolare per l’educazione della gioventù bisognosa.
Quando negli anni sessanta la presenza dei pastori nelle campagne cominciò a diminuire aprì alle sue suore gli orizzonti del
mondo inviandole come missionarie in una delle zone più povere del Brasile e in Africa, nella zona tanto travagliata del
Congo. A lui si deve anche la costruzione a Tempio del Santuario di Gesù Sommo ed Eterno Sacerdote destinato alla
preghiera per i sacerdoti segno del suo amore a Cristo e al sacerdozio e che lui infondeva nella sua Congregazione.
La paternità spirituale di Padre Vico, nei confronti delle Figlie di Gesù Crocifisso e di tutto il popolo che beneficò, poteva
considerarsi unica in quel tempo. Egli era pienamente consapevole della chiamata all’esercizio di tale paternità come
vocazione e realizzazione del disegno di Dio per la sua vita. Egli, negli occhi di tanta povera gente sofferente, vedeva Cristo.
Racconta don Pietro Scanu: “ Un giorno venne Padre e, forse ispirato dallo Spirito Santo, mi fece una carezza e mi disse:
“Che bel Gesù”. Forse in quella carezza mi ha trasmesso un po’ di forza , il dono del Signore”.
La spiritualità di Padre Vico era ben fondata e coltivata fin da giovane seminarista. Sin da allora abbracciava la vita da
“consacrato” con grande entusiasmo e fede. Portava sempre con sé un elenco fitto di scelte spirituali: Si era iscritto a tante
associazioni di devozione come: Guardia d’onore del Sacro Cuore, professando l’atto eroico di carità. Successivamente era
entrato tra gli Schiavi di Maria. Aveva adottato il cingolo di San Tommaso. Si era iscritto alla Pia Unione del Transito di San
Giuseppe per gli agonizzanti.
La devozione mariana e quella per il Sacro Cuore saranno i pilastri che sosterranno la sua vita spirituale. Il dono del
Sacerdozio, inoltre, restò sempre oggetto di riflessione e di gratitudine a Dio. Viveva il suo sacerdozio con totale dedizione,
secondo l’ideale apostolico che lo aveva richiamato sin da giovane. Era sempre molto attento all’esempio che dava. Scriveva:
“ Lavorando per gli altri come debbo essere geloso di custodire la grazia della mia anima, perché quel lavoro ne accresca la
gloria nel servizio di Dio.” Amava tanto il suo sacerdozio ma soprattutto l’Eucaristia. “ Trattenere Gesù con noi e farlo
regnare in noi”. Con questa espressione Padre Vico spiegava, nel 1958, il significato che attribuiva all’Eucaristia, quel
“Miracolo quotidiano” un dono fatto a tutti gli uomini, ma avvertito da lui come una particolare responsabilità conferita ai
sacerdoti. “ I sacerdoti per l’Eucaristia, l’Eucaristia per le anime, quindi, i sacerdoti per l’Eucaristia e per le anime. Ai
sacerdoti Gesù consegna se stesso nella potenza eucaristica e consegna il suo corpo mistico che sono le anime dei fedeli”
(Tempio, 16 marzo 1958).
Altro pilastro della sua vita spirituale era la devozione alla Madonna. Maria fu per Padre Vico, innanzitutto la donna del
Magnificat, “Colei che apre il cuore alla riconoscenza verso Dio che ha operato le meraviglie dell’Incarnazione…” In
occasione della collocazione di una statua dell’Immacolata nella cripta del Santuario dedicato a Gesù Sommo ed Eterno
Sacerdote, così predicava: “ che meraviglia pensare Maria quale Ostensorio di Gesù. L’Immolata nell’amore immacolato che
dona al mondo l’Immolato, Vittima sulla Croce ed annientato poi nell’annichilimento dell’Ostia”. Proprio nell’ideale della
Immacolata Concezione, Padre Vico rinveniva il modello dell’atteggiamento spirituale da far abbracciare alle sue suore. : “
Immacolate con Maria Immacolata, agnelle immacolate con Gesù, figlio di Maria, ostie immacolate con Gesù Ostia! L’ideale
della purezza vissuta nella massima delicatezza , vi rende possibile la generosità del sacrificio perché agnelle immacolate vi
lasciate sacrificare sull’altare, come ostie immacolate, per essere con Maria e con Gesù, gloria e salvezza del mondo”
(Insegnamenti del fondatore).
Padre Salvatore Vico ha vissuto il suo sacerdozio e il suo apostolato esprimendo un grande amore per la Chiesa: “Siamo nella
Chiesa e per la Chiesa, a servizio delle anime, per servire, non per star bene e ricevere amore, ma per dar grazia, traboccanti di
grazia per gli altri.”
Per il Padre, la chiamata alla carità derivava dall’adesione al Vangelo e solo da questo movente poteva essere giustificata, per
non essere una semplice filantropia assistenziale.
“ Ogni apostolo – scriveva nel 1966- deve essere ordinato dalla Chiesa: ed ecco l’amore alla Chiesa che riconosce e benedice
l’umile nostra collaborazione all’avvento del Regno di Cristo”
Padre Vico coltivò sempre il grande sogno della missione in Cina. Avviò il progetto di mandarvi le Missionarie Figlie di
Gesù Crocifisso ma, proprio quando tutto sembrava pronto, il sogno cinese di Padre Vico tramontava sotto i colpi
dell’opposizione ideologica portata dal regime comunista di Mao. Il lavoro preparatorio di questo progetto però non fu perso
perché sarebbe servito, in seguito, per le nuove iniziative di missione in Brasile e in Africa.
Negli ultimi anni della sua vita, Padre Vico, visse molto sobriamente, completamente distaccato dalle sue istituzioni che aveva
fatto in modo che fossero autonome. Separò persino la sua casa dalla Casa Madre delle sue religiose, adattandosi ad uscire
all’aperto anche per recarsi nel Santuario.
L’ultima opera promossa da Padre Vico è l’edificazione della chiesa di Aratena, antico stazzo gallurese, impegnandovi tutte le
sue risorse ed energie e affidando il resto alla Provvidenza. “ Sono veramente felice quando in tasca e in nessun tiretto o
Banca, non ho mille lire, quando mi spoglio di tutto la Provvidenza mi recupera – in lotta io do- Essa mi da, poi, tutto
assieme” .
Con l’età, pian piano viene meno anche la salute. Ma il progressivo abbandono delle forze non scalfì la fede profonda che
Padre Vico nutriva da sempre. Cercò di esercitare fino all’ultimo il suo ministero sacerdotale, celebrando la messa, seduto
nello studio della sua abitazione, confessando, ascoltando, consigliando e confortando chi si rivolgeva a lui nelle difficoltà.
Distribuiva copie di Bibbia, scriveva lettere spirituali.
Il sentimento di gioia che sempre aveva accompagnato Padre Vico divenne preponderante nelle espressioni degli ultimi anni.
Scriveva nel periodico della Congregazione “ Crescere Insieme” : Siate anime gioiose! Vorrei scriverlo anche sui muri, Viva
la gioia, frutto dell’amore. Dite a Gesù: “ Io sento, Signore, la gioia di appartenerti”.
Il 10 novembre 1991, Padre Vico dopo aver celebrato, come sempre, la S. Messa nel suo studio, torna alla Casa del Padre.
(Maria Caterina Muggianu fonti: “ Salvatore Vico – Chiesa e missione nella Sardegna del novecento – di Paolo Gheda – ed.
Città Nuova)