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Collabo_WikiP

Date post: 03-Dec-2015
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Storia
75
Collaborazionismo in Francia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Page 1: Collabo_WikiP

Collaborazionismo in

Francia

Da Wikipedia,

l'enciclopedia libera.

Page 2: Collabo_WikiP

Fucilazione a

Grenoble di sei

giovani

collaborazionisti

(22.09.1944)

Il termine

collaborazionismo

deriva dalle parole di

un discorso

Page 3: Collabo_WikiP

pronunciato da

Philippe Pétain il

quale, in un discorso

alla radio del 30

ottobre 1940, invitò i

francesi a collaborare

con i tedeschi.

Indice [nascondi]

1 La collaborazione

Page 4: Collabo_WikiP

2 I partigiani francesi

della collaborazione

2.1 Collaborazionismo

politico

2.2 Collaborazionismo

intellettuale

2.3 Fiancheggiatori

del regime

3 I partiti

collaborazionisti

Page 5: Collabo_WikiP

4 La stampa

collaborazionista

5 Note

6 Bibliografia

7 Voci correlate

La

collaborazione[modific

a | modifica

wikitesto]

Page 6: Collabo_WikiP

La collaborazione fu

lanciata dopo

l'incontro tra Pétain

ed Hitler a

Montoire-sur-le-Loir,

il 24 ottobre 1940,

con la famosa stretta

di mano di Montoire.

Il Governo di Vichy

diventò il principale

Page 7: Collabo_WikiP

attore del

collaborazionismo

quando il suo

vicepresidente,

l'ammiraglio Darlan,

firmò con

l'ambasciatore Otto

Abetz i tre protocolli

di Parigi del 28

maggio 1941. Questi

Page 8: Collabo_WikiP

testi, che istituirono

una collaborazione

militare tra le forze

armate tedesche e

francesi in

Siria-Libano, a Biserta

ed in Tunisia, furono

approvati

personalmente da

Pétain nel suo

Page 9: Collabo_WikiP

telegramma del 15

maggio 1941 al

generale Dentz, alto

commissario in Siria.

Le disposizioni furono

applicate totalmente

in Siria e Libano e

parzialmente in Africa

del Nord, con la

consegna al nemico di

Page 10: Collabo_WikiP

pezzi di artiglieria

pesante e di

munizioni, che furono

in seguito usati contro

i soldati francesi a Bir

Hakeim e poi durante

la campagna di

Tunisia.

Page 11: Collabo_WikiP

La famosa stretta di

mano di Montoire

Lo Stato francese in

seguito accordò,

ricambiando diverse

concessioni tra cui il

rimpatrio dei

prigionieri di guerra, il

suo appoggio al

regime nazista.

Page 12: Collabo_WikiP

Questo anche

attraverso

l'espulsione e la

spoliazione dei beni,

associata alla

deportazione di

stranieri (130.000) e

di Francesi ebrei

(70.000)[1]. L'obbligo

di portare la stella

Page 13: Collabo_WikiP

gialla non venne mai

istituito nella zona

sotto il controllo di

Vichy, né vennero

emanate leggi

repressive o

discriminanti nei

confronti delle

minoranze. Il regime

fu però responsabile

Page 14: Collabo_WikiP

della "retata del

velodromo invernale"

a Parigi, eseguita

dalla polizia parigina,

in cui furono arrestati

12.884 ebrei, tra cui

4.051 bambini e

5.802 donne. Le

persone arrestate

furono radunate in

Page 15: Collabo_WikiP

campi di detenzione,

tra cui quello di

Drancy, dove la

sorveglianza era

eseguita dalla

gendarmeria

francese.[senza

fonte]

Page 16: Collabo_WikiP

Per meglio

comprendere la stima

di cui godeva il

governo di Pétain tra i

francesi basti pensare

che quando gli inglesi

occuparono il Libano,

solo 6.000 soldati su

31.000 accettarono di

aderire alla "Francia

Page 17: Collabo_WikiP

libera" di De Gaulle,

mentre gli altri

rientrarono in

Francia.[2]

Eppure, benché

Pétain e Darlan siano

stati largamente

responsabili del

collaborazionismo,

Page 18: Collabo_WikiP

alcuni osservatori

degli avvenimenti di

tale epoca esitano a

classificarli tra i

collaborazionisti.

Philippe Pétain era

certo, all'inizio, un

"reazionario" e

presentava poche

affinità con il

Page 19: Collabo_WikiP

nazionalsocialismo,

sebbene durante il

suo processo nel

dopoguerra affermò

che egli cercò di

ottenere il recupero

più rapido possibile

dei prigionieri di

guerra francesi.

Inoltre approfittò

Page 20: Collabo_WikiP

della sconfitta

francese (forse

dovuta in parte anche

alle sue cattive scelte

strategiche, quando

presidiò il Consiglio

superiore di guerra)

per condurre in porto

i suoi progetti di

Rivoluzione nazionale.

Page 21: Collabo_WikiP

Le accuse si sono

dunque

principalmente

indirizzate su Pierre

Laval, che portava

avanti una

collaborazione

profonda, giudicando

preferibile che la

Francia fosse al fianco

Page 22: Collabo_WikiP

della Germania alla

conclusione della

guerra

ineluttabilmente

vittoriosa per

quest'ultima.

« Io mi auguro la

vittoria della

Germania perché,

Page 23: Collabo_WikiP

senza di essa, il

bolscevismo domani

si insedierà

dappertutto »

(Pierre Laval)

Già prima della fine

della guerra i

collaborazionisti

francesi subirono

arresti ed

Page 24: Collabo_WikiP

incarcerazioni,

seguite da giudizi

sommari ed

esecuzioni capitali,

solitamente emesse

direttamente dai

partigiani che li

avevano catturati. Il

semplice

intrattenimento di

Page 25: Collabo_WikiP

una relazione con un

militare tedesco

prevedeva per le

donne il taglio dei

capelli a zero ed il

pubblico ludibrio.[3]

Dopo la caduta del

Governo di Vichy,

alcuni collaboratori

Page 26: Collabo_WikiP

dei nazisti furono

perseguitati. Alcune

stime dicono che circa

la metà delle sanzioni

avvenne in forma di

esecuzione sommaria,

altre sono

estremamente più

tragiche. Nelle

Memorie De Gaulle

Page 27: Collabo_WikiP

afferma che 10.842

collaborazionisti sono

stati giustiziati senza

aver avuto un

regolare processo.

Solo 779 sono stati i

collaborazionisti

giudicati in tribunali

regolari.[4] Gli altri

furono giustiziati ma,

Page 28: Collabo_WikiP

poiché i giudici

chiamati a

pronunciarsi avevano

tutti, tranne uno,

prestato giuramento a

Philippe Pétain, molti

degli imputati

sfuggirono alle

sanzioni. Una legge di

amnistia nell'agosto

Page 29: Collabo_WikiP

1953 pose fine

all'epurazione

(Commission

d'épuration), ad

eccezione dei

colpevoli di «crimini

contro l'umanità».

I partigiani francesi

della

Page 30: Collabo_WikiP

collaborazione[modific

a | modifica

wikitesto]

Collaborazionismo

politico[modifica |

modifica wikitesto]

L'agitazione portata

dai « collaboratori »

più in vista, la cui

collaborazione è

Page 31: Collabo_WikiP

iniziata nella maggior

parte dei casi a Parigi

occupata, provenienti

da posizioni politiche

varie, fece

dimenticare l'azione

paziente e risoluta del

governo di Vichy in

materia di

collaborazione:

Page 32: Collabo_WikiP

Jacques Doriot, già

comunista, divenne il

capo del Partito

Popolare Francese

(partito fascista

populista)

Marcel Déat, già

socialista,

inizialmente vicino a

Page 33: Collabo_WikiP

Jean Jaurès, divenne

capo del RNP

neo-socialista

Gaston Bergery,

deputato

radical-socialista

Philippe Henriot,

propagandista

d'estrema destra

Page 34: Collabo_WikiP

Marcel Bucard,

propagandista

d'estrema destra

Jean-Marie

Clamamus, primo

senatore comunista

francese e sindaco di

Bobigny

Marcel Capron,

deputato, sindaco

Page 35: Collabo_WikiP

comunista

d'Alfortville,

André Pascal,

deputato comunista di

Parigi,

Joseph Darnand, capo

della Milice française,

di provenienza di

estrema destra

Page 36: Collabo_WikiP

Fernand de Brinon,

rappresentante del

governo di Vichy

presso le autorità

tedesche a Parigi;

inizialmente vicino al

radicale Édouard

Daladier

Page 37: Collabo_WikiP

Collaborazionismo

intellettuale[modifica

| modifica wikitesto]

Tra i collaborazionisti

sono da annoverare

diverse decine di

scrittori e giornalisti

rinomati, a volte

remunerati dalla «

Propagandastaffel »

Page 38: Collabo_WikiP

tedesca, che

finanziava le loro

pubblicazioni:

Jacques

Benoist-Méchin,

storico

Henri Béraud,

giornalista e scrittore

Page 39: Collabo_WikiP

Abel Bonnard,

accademico

Georges Albertini,

giornalista e

segretario generale

del RNP

Robert Brasillach,

giornalista e scrittore

Charles Spinasse,

deputato socialista e

Page 40: Collabo_WikiP

fondatore del

settimanale

collaborazionista Le

Rouge et le Bleu

Louis-Ferdinand

Céline, scrittore

Paul Chack, scrittore

e ufficiale di Marina

Jacques Chardonne,

romanziere

Page 41: Collabo_WikiP

Alphonse de

Chateaubriant,

scrittore

Pierre Drieu La

Rochelle, scrittore

Abel Hermant,

accademico

Georges Montandon,

etnologo

Page 42: Collabo_WikiP

Lucien Rebatet,

romanziere

Charles Maurras,

aveva trascorso la

vita a combattere il

pericolo tedesco e ad

accusare i suoi

avversari di essersi

venduti alla

Germania, a

Page 43: Collabo_WikiP

occupazione

avvenuta, sul suo

giornale (l'Action

française), inizia gli

attacchi agli

oppositori esterni

(come Charles de

Gaulle) o interni

(come i partigiani

catturati nella

Page 44: Collabo_WikiP

battaglia del plateau

des Glières),

definendoli come dei

mostri senza patria.

Maurice Sachs,

scrittore, ebreo,

collaborazionista.

Fiancheggiatori del

regime[modifica |

modifica wikitesto]

Page 45: Collabo_WikiP

Altri, pur non essendo

assimilabili a dei

collaborazionisti,

sostennero (almeno

per uncerto periodo),

il governo di Vichy:

Hubert Beuve-Méry,

futuro fondatore del

quotidiano Le Monde;

Page 46: Collabo_WikiP

Thierry Maulnier,

futuro accademico;

François Mitterrand,

funzionario di Vichy e

decorato con l'ordine

della francisca

(francisque) prima di

unirsi alla resistenza.

Un caso a parte è

quello di Jean

Page 47: Collabo_WikiP

Giraudoux in quanto

dovrebbe essere

ascritto tra gli

antisemiti precoci

divenuti resistenti

tardivi dato che

sottobanco passava

informazioni alla

resistenza.

Page 48: Collabo_WikiP

Alcuni uomini dello

spettacolo (ad

esempio Sacha

Guitry) furono tacciati

di collaborazionismo

perché, durante

l'occupazione

avevano continuato

ad esercitare il loro

mestiere (che

Page 49: Collabo_WikiP

notoriamente implica

delle relazioni

pubbliche). Altri

artisti infatti (come ad

es. Ray Ventura), pur

di non

compommettersi con

il regime, decisero di

emigrare.

Page 50: Collabo_WikiP

I partiti

collaborazionisti[modi

fica | modifica

wikitesto]

I due "grandi" partiti:

Partito Popolare

Francese (PPF).

Page 51: Collabo_WikiP

Raggruppamento

Nazional Popolare

(RNP).

I partiti "medi" :

Partito Francista o

Francismo di Marcel

Bucard.

Partito Operaio e

Contadino Francese

Page 52: Collabo_WikiP

(POPF), che

raggruppava l'ala

collaborazionista del

PCF (molti sindaci e

deputati, pochi

militanti).

Lega dei Pensatori

Francesi (LPF), il

movimento più

stupefacente,

Page 53: Collabo_WikiP

costituito da sinceri

intellettuali

repubblicani,

compresi i

franco-massoni e

qualche celebrità di

sinistra, ma favorevoli

alla Collaborazione

tale da ottenere dalla

Germania il permesso

Page 54: Collabo_WikiP

per la Francia di

ristabilire la

Repubblica.

Mouvement social

révolutionnaire di

Eugène Deloncle

(prima leader de la

Cagoule).

Partito Nazionalista

Bretone per

Page 55: Collabo_WikiP

l'indipendenza dalla

Francia della

Bretagna pro-nazista.

ecc.

I piccoli gruppi

filonazisti francesi

Fronte Francese di

Jean Boissel

Page 56: Collabo_WikiP

"Semaforo" di Marcel

Delaunay

Partito Francese per il

Collettivismo

Francese di Pierre

Clémenti).

Giovani della Nuova

Europa di Marc Augier

detto Saint-Loup

Page 57: Collabo_WikiP

Lingua francese di

Pierre Costantini

Comitato

Francia-Germania di

Georges Scapini

(proveniente

dall'estrema destra).

Circolo Collaborazione

di Alphonse de

Chateaubriant

Page 58: Collabo_WikiP

Brezona staccatosi dal

Partito Nazionalista

Bretone che si rifà al

nazional-socialismo; e

in questo movimento,

Galv, apertamente

pro-nazista e formato

dai redattori della

rivista Arvor, Stur

d'Olier Mordrel, e il

Page 59: Collabo_WikiP

Bezen Perrot formato

da una parte del

Partito Nazionalista

Bretone.

La stampa

collaborazionista[mod

ifica | modifica

wikitesto]

La grande

maggioranza della

Page 60: Collabo_WikiP

stampa francese sotto

l'occupazione

sosteneva la politica

collaborazionista e

antisemita di Pétain.

Una parte di questa

stampa era nelle mani

dei tedeschi, che

finanziavano alcune

pubblicazioni, specie,

Page 61: Collabo_WikiP

ma non solo,

attraverso le Éditions

du Pont.

Note[modifica |

modifica wikitesto]

^ Asher Cohen,

Persécutions et

sauvetages, Cerf,

1993

Page 62: Collabo_WikiP

^ Pietro Lugaro,

capitolo III L'epopea

della Croce di Lorena

- Paragrafo Il

problema del medio

oriente in De Gaulle,

Edizione speciale per

la collana I

protagonisti di

Famiglia Cristiana,

Page 63: Collabo_WikiP

Famiglia Cristiana,

2002, p. 83.

«Il generale riparte

allora per Beirut,

dove installa la

propria

amministrazione. Nel

frattempo seimila

uomini di Vichy

passano sotto la

Page 64: Collabo_WikiP

Croce di Lorena,

mentre

venticinquemila

scelgono di rientrare

in Francia.».

^ Pierre Giolitto,

Histoire de la Milice,

Perrin, Paris, 2002.

^ [ Pietro Lugaro,

capitolo V Un paese

Page 65: Collabo_WikiP

finalmente libero -

Paragrafo Il Generale

si dimette in De

Gaulle, Edizione

speciale per la collana

I protagonisti di

Famiglia Cristiana,

Famiglia Cristiana,

2002, p. 132.

Page 66: Collabo_WikiP

«Durante la febbre

della Liberazione, de

Gaulle fa tutto il

possibile per imporre

giudizi legali alle

forme di giustizia

sommaria: nelle

Memorie sarà lui

stesso a rivelare che

10.842

Page 67: Collabo_WikiP

collaborazionisti sono

stati giustiziati senza

processo regolare e

779 dopo giudizi in

tribunale. Cifre

superiori circa

l'epurazione

sommaria sono state

fornite da altre

fonti.».

Page 68: Collabo_WikiP

Bibliografia[modifica |

modifica wikitesto]

Christophe Belser, La

Collaboration en

Loire-inférieure

1940-1944, Geste

éditions, 2 vol., 2005.

ISBN 2-84561-210-9

et 2-84561-211-7

Page 69: Collabo_WikiP

(recensione

dell'opera)

Ahlrich Meyer, Täter

im Verhör. Die

'Endlösung der

Judenfrage' in

Frankreich

1940-1944.'

Wissenschaftliche

Buchgesellschaft,

Page 70: Collabo_WikiP

Darmstadt. 2005.

ISBN 3-534-17564-6,

471 Pages. (allm)

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Collaborateurs

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1976. ISBN

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collaboration

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Jean-Marc Berlière,

avec Laurent

Chabrun, Les policiers

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l'occupation d'après

les archives inédites

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2001, ISBN

2-262-01626-7

Hervé Lamarre,

L'Affaire de la Section

Spéciale, 2 vol.,

Fayard, Folio, 1973.

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1940-1944, Seuil,

Points Histoire, 1973.

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1987, ISBN

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Moreno Marchi, I duri

di Parigi, 1997,

edizioni Settimo

Sigillo

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l'holocauste, Robert

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