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A cura della Coldiretti di Reggio Emilia
vetrine adeguate per il parmigiano
reggiano
l'italia e gli italiani nel tempo della crisi
ultimo il seguito della direttiva nitrati
A cura della Coldiretti di Reggio Emilia
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R.
Il coltivatore NUMERO 05 - OttObRE/NOvEMbRE 2011
3Il coltivatore
AA chi interessa realmente l’agricoltura ita-
liana, mi chiedo, riflettendo sulle situazioni
che Coldiretti ha denunciato di recente al
Forum di Cernobbio. La risposta è difficile
da dare perché non la si trova in modo ov-
vio. L’Unione Europea, lo Stato, le istituzioni,
il sistema agroalimentare dovrebbero essere
i principali soggetti interessati, attenti e atti-
vi nel costruire valore per l’agricoltura italia-
na. Ma appunto la risposta non era ovvia. In realtà l’Unione Europea risente
della storica assenza del nostro paese nei momenti decisionali importanti ed
ha consolidato l’abitudine ad agevolare altri tipi di agricoltura. La proposta di
riforma della Politica agricola varata dalla Commissione Europea infatti pre-
mia chi ha tanta terra ma non ci fa agricoltura. Vengono definiti agricoltori
attivi solo in base alla quantità di aiuti che ricevono, premiando così le rendite
e le dimensioni e non certo il lavoro e gli investimenti. Per questo spostamen-
to di interesse ci sono in gioco circa 6 miliardi di fondi comunitari all’anno.
E lo Stato italiano non si dimostra comunque molto più attento alla nostra
agricoltura, infatti promuove le vendite all’estero di prodotti alimentari che
nulla hanno a che vedere con l’agricoltura italiana. Ha altresì dato vita a Si-
mest, una società per azioni controllata dal Ministero dello Sviluppo Econo-
mico con la partecipazione di privati che finanzia direttamente o indiretta-
mente prodotti alimentari che fanno concorrenza sleale alle tipicità italiane,
ovvero del loro stesso Stato. Il giro di affari dell’Italian sounding si stima superi
i 60 miliardi di euro l’anno sottraendo una corrispondente quota di mercato
al vero made in Italy.
Ma le istituzioni, le amministrazioni pubbliche e gli enti forse nutrono mag-
giore interesse? In effetti gestiscono oltre 300mila ettari di terreni agricoli per
un valore stimato di oltre 6 miliardi di euro ma purtroppo in assoluto disin-
teresse all’attività agricola.
La cessione di questi terreni, individuati con il censimento, toglierebbe alle
amministrazioni il compito improprio di coltivare la terra e renderebbe di-
sponibili risorse per lo sviluppo, valorizzando la terra e generando nuova oc-
cupazione. E sulle grandi strutture agroalimentari di trasformazione l’atten-
zione verso il produttore agricolo scende ulteriormente aggiungendo costi di
lavorazione, inefficienze e intermediazioni ai costi di produzione.
Quindi chi rimane insieme a noi a dare valore all’agricoltura? I consumatori
e la società. Resta alta, nonostante la crisi, l’attenzione per le produzioni ad
elevato contenuto salutistico, identitario e ambientale. A dimostrarlo è la cre-
scita degli acquisti diretti dal produttore che hanno raggiunto il valore di 3
miliardi di euro.
editoriale
Chi da valore all'agricoltura italiana?
Il Coltivatore ReggianoN° 05 - Ottobre/Novembre 2011
Proprietario: Federazione Provinciale Coldiretti
Direttore responsabile: Giovanni Pasquali
Autorizzazione del Tribunale
Di Reggio Emilia n. 82 del 8.05.1954
Redazione e amministrazione:
via Nicolò Copernico 28/a -42124 Reggio Emilia
Redazione: Sabrina Campani
Pubblicità, impaginazione e stampa:
Kaiti expansion s.r.l.
via Caduti delle Reggiane 1/G, Reggio Emilia
tel. 0522.924196 - fax 0522.232317
[email protected] - kaiti.it
Stampatore: Nuova Grafica scarl - 41012 Carpi (MO)
03 Chi da valore all'agricoltura italiana?
04 Vetrine adeguate per il Parmigiano Reggiano
06 L'Italia e gli italianinel tempo della crisi
08 Successi sui mercati. Nessun riscontro per i produttori
11 Arriva Elena Comitinial patronato
12 Ecco cosa cambiaper le pensioni
13 Agriturismi e imprendi-trici fanno i conti
14 Posta elettronica certificata per la società
15 Massima sicurezza? Meglio la consulenza
16 Vino buono e mercati frizzanti
17 Il seguito della direttiva nitrati
19 In dono un alveareper il Papa
20 Gite e soggiornoinvernali: si parte!
21 Notizie Flash
4 Il coltivatore
T«Trovare nuovi sbocchi commerciali oppure ri-
durre la produzione, una legge di mercato ne-
cessaria e sempre attuale. È questo che occorre
applicare anche nel settore del Parmigiano Reg-
giano – commenta il presidente della Coldiretti
di Reggio Emilia Marino Zani. Negli ultimi sette
mesi del 2011 il prodotto principe della nostra
agricoltura ha avuto un aumento di produzione
del 6%, calcolato in 109 mila forme in più rispet-
to allo stesso periodo del 2010».
Il consumo pro capite in Italia di Parmigiano
Reggiano è di 1,47 chili rispetto ai 23 chilogram-
mi di formaggi generici.
«Ci sono ancora margini di crescita importanti.
Esistono delle locomotive commerciali alle quali
è opportuno e strategico agganciare il nostro va-
gone a grana gialla se sono in grado di trainarne
una grande quantità che possa incidere positi-
Vetrine adeguate per il
Parmigiano Reggiano180 MILA FoRME In PIù RISPEtto AL 2010 dA CoLLoCARE SUI MERCAtI. SboCCHI ContI-nUAtIVI E StRAtEgICI
vamente sulla produzione “eccedente” che ogni
anno aumenta».
L’esperienza cinese delle Olimpiadi di Pechino ha
generato contatti importanti nei riguardi della
ristorazione, della distribuzione e dell’informa-
zione in un paese che attualmente ha un consu-
mo pro capite di formaggio pari a 30 grammi ma
nettamente in crescita in questi ultimi anni con
previsioni assolutamente ottimistiche. La Cina
si presenta dunque come un mercato in espan-
sione con un primo obiettivo possibile, come
riferito dal Consorzio, di 370 tonnellate nel 2015
(quasi 10.000 forme) che prelude però a nume-
ri ben più consistenti per giungere, su stima del
Consorzio, a oltre 16.700 tonnellate nel 2025.
Sono numerosi anche gli ambiti in cui il Parmigia-
no Reggiano può entrare come prodotto di alto
pregio in rappresentanza dell’aspetto gastrono-
primo piano
“Matrimoni di convenienza o
marginidi crescita?
5Il coltivatore
mico dell’apprezzato italian style, associandosi
alle marche esclusive di alto impatto qualitativo
che rappresentano il nostro paese nel mondo.
Deve occupare gli spazi che gli spettano di dirit-
to spodestando dai mercati i falsi che lo imitano
e lo screditano. È necessario considerare molto
attentamente le conseguenze dell’associare il
Parmigiano Reggiano a tipologie alimentari,
magari più fruite ma meno qualificanti sotto il
profilo dell’immagine e della qualità, considera-
te universalmente portatrici di junk food (cibo
spazzatura) o detto alla reggiana "pocci". Da de-
cenni i nutrizionisti definiscono in questo modo
quegli alimenti ad alto contenuto calorico ma
di scarso valore nutrizionale prodotti di bassa
qualità, ricchi di conservanti, coloranti e sostan-
ze chimiche, molti dei quali commercializzati da
multinazionali attraverso le catene dei fast food.
Sono alimenti imputati di favorire patologie
come obesità, carie, diabete, colesterolo e car-
diopatie. Quanti vantaggi può ricevere il Re dei
Formaggi da un matrimonio di convenienza con
una catena di fast food?
Se il ritorno è la diffusione del nome, il canale
scelto non è dei migliori poiché il cibo proposto
dai fast food tende comunque ad essere associa-
to al junk food, nonostante la catena si impegni a
migliorare la propria immagine utilizzando nomi
di prestigio e prodotti dop e igp; per quanto
inoltre il nome del Parmigiano Reggiano com-
paia solo in alcuni periodi dell’anno in concomi-
tanza con la promozione del panino. Se d’altro
canto l’obiettivo è incrementare le vendite del
prodotto basta considerare quanto Parmigiano
Reggiano viene utilizzato in ogni panino per fare
una stima delle quantità utilizzate, cioè poco.
«Abbiamo premiato al nostro appuntamento
annuale Ascoltare 2011 - riferisce Zani - il cuo-
co migliore del mondo, Massimo Bottura, che
celebra nella sua cucina il Re dei formaggi, con
sapiente maestria culinaria per farne vetrina a
stimatori di tutto il mondo esaltando le singole
peculiarità di ogni stagionatura, alcune pensate
ad hoc proprio da una latteria reggiana, unendo
tradizione e avanguardia».
Certamente tra ristoranti d’elite e fast food il
divario è grande e molti sono gli ambiti da sco-
prire e sui quali investire. Cucinare bene, con in-
gredienti selezionati, non costa necessariamente
molto di più dell’alimentazione industrializzata
ed omologata che utilizza il tipico solo come
nome e richiamo ma che è spesso priva dell’uso
di veri prodotti tipici.
E intanto la cultura della “roba sana, coltivata
come si deve” conquista anche la storia di coper-
tina di Topolino. “Zio Paperone e la campagna
in città” rappresenta un importante riconosci-
mento alla Filiera agricola italiana di Coldiretti. I
fumetti hanno il duplice ruolo di specchio della
società e contemporaneamente concorrono alla
sua formazione. Topolino, in particolare, attinge
dalla realtà a cui si rivolge e ne riflette i tratti che
la caratterizzano. Oggetto di ricerche e di corsi di
studi universitari i fumetti rispecchiano ciò che
un popolo è fino ad influenzarne i comporta-
menti. Buon auspicio quindi per il futuro della
Filiera agricola italiana se i creatori di Topolino,
cercando di raggiungere il maggior pubblico
possibile, hanno pensato che il chilometro zero
rifletta il modo di pensare attuale.
primo piano
6 Il coltivatore
primo piano
SSe ben l’89 per cento degli italiani ritiene che
la situazione economica del Paese sia negativa
e un 49 per cento dichiara di riuscire a paga-
re appena le spese senza permettersi ulteriori
lussi, oltre la metà, il 53 per cento, giudica po-
sitivamente il bilancio della propria famiglia e
un 42 per cento afferma di vivere serenamen-
te senza particolari affanni. È quanto emerge
dalla presentazione dei risultati della prima
indagine su “Gli italiani e l’alimentazione nel
tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg
e presentata nel corso del Forum Internazio-
nale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, or-
ganizzato dalla Coldiretti a Cernobbio.
In ogni caso per effetto della crisi il 57 per cen-
to degli italiani ha ridotto lo spreco di cibo.
«Una sensibilità recuperata nei confronti del
cibo e del suo valore in un momento in cui
la globalizzazione lo ha reso una merce qual-
siasi – ha affermato il presidente della Coldi-
retti reggiana Marino Zani. Ridurre lo spreco
di cibo è sicuramente una tendenza positiva
per un Paese dove viene perso cibo per oltre
dieci milioni di tonnellate a causa degli sprechi
dal campo alla tavola per un valore annuale di
ben 37 miliardi di euro in grado di garantire
L'Italia e gli italiani nel tempo della crisidAL FoRUM IntERnAzIonALE dI CERnobbIo ARRIVA L’IndAgInE Swg/CoLdIREttI SULLE AbI-tUdInI dI ACQUISto
l’alimentazione per ben 44 milioni di persone».
Tra coloro che hanno ridotto lo spreco il 47 per
cento lo ha fatto facendo la spesa in modo più
oculato, il 31 per cento riducendo le dosi ac-
quistate, il 24 per cento utilizzando quello che
avanza per il pasto successivo e il 18 per cento
guardando con più attenzione alla data di sca-
denza.
E quindi più attenzione alla spesa e più tempo
per farla con una netta inversione di tendenza
rispetto agli anni passati. Il 55 per cento degli
italiani dedica più tempo alla spesa e il 72 per
cento dichiara di prestare una maggiore atten-
zione rispetto al passato.
Se è dunque naturale che in tempo di crisi ben
il 61 per cento confronti con più attenzione i
prezzi e il 59 per cento guardi alle offerte 3 x 2, è
interessante verificare che ben il 43 per cento si
accerta della qualità dei prodotti e una percen-
tuale analoga verifica la provenienza. Tengono
infatti gli acquisti di alta qualità. Quasi un italia-
no su tre (29 per cento) acquista regolarmente
prodotti a denominazione di origine, il 14 per
cento quelli biologici e il 15 per cento diretta-
mente dal produttore.
Le percentuali degli italiani che acquistano pro-
“IN NUMERIspesa più oculata 47%
riduzioni dosi acquistate 31%
recupero avanzi 24%attenzione data di
scadenza 18%
7Il coltivatore
primo piano
Dalle patate blu al peperone nero fino al basi-
lico rosso, la spesa degli italiani cambia anche
colore e garantisce in modo del tutto natura-
le nuove ed esclusive proprietà salutistiche e
nutrizionali. A Cernobbio si è svolta la prima
esposizione nazionale sulla rivoluzione croma-
tica avvenuta sulla tavola degli italiani.
Oggi è possibile garantirsi, in maniera del tut-
to naturale, alimenti con esclusive proprietà
salutistiche e nutrizionali, legate proprio al
loro differente ed insolito colore. È possibi-
le rispondere alle nuove esigenze di mercato
senza ricorrere a metodi innaturali come la
manipolazione genetica. Dal peperone nero
dal particolarissimo color notte e dalla forma
quadrata, molto ricco di capsicina, vitami-
ne e antiossidanti alle patate blu del Trenti-
noche grazie alla loro polpa blu mare sono
ricchissime di antociani che migliorano la
vista e prevengono il deposito di colesterolo
sui vasi sanguigni e risultano di grande effet-
to se trasformate in un divertente purè blu.
E ancora alla carota bianca dal calor latte e
sapore dolciastro, considerata un reperto di
archeologia orticola a quella viola dal colore
scuro, quasi nero, che ha un contenuto di an-
tociani 28 volte maggiore di quelli contenuti
nelle carote arancioni, importantissimi per
contrastare l’azione dei radicali liberi e quin-
di l’invecchiamento. Dal basilico rosso che,
E la spesa cambia anche il coloregrazie alle piccole foglie purpuree, ha notevoli
proprietà antistress ed è un potente stimolante
e risulta ottimo per aromatizzare pesce e ver-
dure o trasformato in un pesto un po’ incon-
sueto alle spiritose coste di bieta colorate che
con le loro sfumature gialle, rosse, arancioni e
fucsia che durante la cottura non perdono la
colorazione possono rallegrare anche i piatti
più monotoni. Non mancano poi il cavolfiore
viola dalle notevoli proprietà antiossidanti, uti-
lissimo per contrastare l’invecchiamento cellu-
lare, il pomodorino giallo coltivato a Paviache,
poco più grosso di una ciliegia, è saporitissimo
e dolcissimo e grazie al suo giallo intenso risulta
ricchissimo di vitamina c utile per rafforzare le
difese del sistema immunitario. Strana ma di si-
curo effetto è la melanzana rossa della Basilica-
ta piccola e tondeggiante come un pomodoro,
di colore arancio tendente al rosso, ricchissima
di licopene e antocianine che prevengono le
malattie cardiovascolari e limitano lo sviluppo
dei tumori e quella bianca che non avendo i
pigmenti color viola tipici dell’ortaggio può
essere tranquillamente mangiata con la buccia
che risulta poco coriacea, più morbida e quindi
più digeribile.
In una “mostra arcobaleno” non può certo
mancare il riso venere dal colore viola scuro,
quasi nero e dal profumo di pane appena sfor-
nato che contiene amidi altamente digeribili.
dotti a denominazione, bio o dagli agricoltori
tengono rispetto allo scorso anno, a conferma
del fatto che "la crisi non incide sul bisogno di
sicurezza alimentare dei cittadini che conti-
nuano ad esprimere un forte interesse per le
produzioni ad elevato contenuto salutistico,
identitario e ambientale". Si assiste però ad
una polarizzazione. Chi ha disponibilità di red-
dito ed è un consumatore attento alla qualità
e alla tipicità consolida i propri stili mentre chi
si trova in difficoltà è spesso costretto a rinun-
ciare. Gli acquisti diretti dal produttore sono
aumentati raggiungendo il valore di 3 miliardi
di euro e interessano più di 60mila imprese
agricole oltre a mille mercati degli agricoltori e
alle botteghe di Campagna Amica. «Un risul-
tato che mette in evidenza una tendenza alla
ricerca del miglior rapporto prezzo qualità per
l’alimentazione davanti alla vastità dell’offerta
sugli scaffali – precisa Zani».
La consapevolezza dell’importanza dell’ali-
mentazione risulta evidente.
8 Il coltivatore
L'L’ortofrutta sorpassa il vino e diventa la pri-
ma voce dell’export agroalimentare naziona-
le nel 2011. È quanto emerge da una analisi
della Coldiretti in occasione dell’incontro su
“Una filiera agricola per l’ortofrutta italiana”,
presentata in occasione del Macfrut di Cese-
na, che evidenzia la storica conquista del pri-
mato sulla base dei dati Istat relativi ai primi
sei mesi del 2011.
Il valore delle esportazioni di frutta e verdura
è risultato pari a 2,028 miliardi di euro su-
periore di qualche migliaio di euro a quello
del vino che, seppur in crescita, si ferma a
2,025 miliardi di euro, nel semestre. Ottimo
risultato nonostante la psicosi ingiustificata
nei consumi determinata dal batterio killer
Escherichia coli in Germania.
Le performance sui mercati esteri sono state
accompagnate a livello nazionale da un au-
mento degli acquisti familiari di frutta del 6,4
per cento in valore (ma un calo in quantità
del 2,7 per cento).
I riscontri positivi sul mercato non si sono
trasferiti ai produttori italiani per i quali il
2011 è stato uno degli anni peggiori.
I motivi di queste difficoltà strutturali sono
stati spiegati dallo studio presentato all’in-
contro della Coldiretti dall’economista Gian
Successi sui mercati. Nessun riscontro per i produttoribUonE PERFoRMAnCE dELL’ExPoRt PER L’oRtoFRUttA ItALIAnA MA I PRodUttoRI HAnno SUbIto CRoLLI dEI PAgAMEntI
Luca Bagnara che ha evidenziato come sul
mercato comunitario delle pesche e nettarine
l’Italia, con il 39 per cento della produzione, e
la Spagna (26 per cento) sono i principali pla-
yers insieme a Grecia (20 per cento) e Francia
(8 per cento). Se Italia e Spagna hanno pres-
soché gli stessi costi di produzione all’impre-
sa agricola (appena 0,05 centesimi al chilo di
differenza), il costo della lavorazione dopo la
raccolta è per l’Italia pari a 0,40 euro al chi-
lo, quasi il doppio dei 0,25 euro al chilo dei
concorrenti spagnoli. Le ragioni - riferisce la
Coldiretti - vanno ricercate nella maggiore
rigidità degli investimenti con una sottoutiliz-
zazione delle immobilizzazioni dovuta anche
a una mancanza di pianificazione e qualifica-
zione dell’offerta. Per semplificare, dall’analisi
emergono troppi frigoriferi mezzi vuoti, basso
valore aggiunto e scarsa programmazione. L’
eccessiva concentrazione dell’offerta naziona-
le nei mesi di luglio e agosto ha favorito l’in-
vasione del mercato comunitario e nazionale
da parte della Spagna a giugno con le varietà
precoci. La cattiva utilizzazione dei fondi pub-
blici destinati al settore dall’Unione Europea
attraverso i piani operativi è stata denuncia-
ta dall’analisi presentata dal vicepresidente
dell’Unaproa Antonio Schiavelli secondo il
primo piano
“sUllE tavolE dEglI
straNIERI 75% kiwi italiano
50% mele e 40% uva Made in
Italy
9Il coltivatore
primo piano
quale appena il 5 per cento delle risorse viene
destinato direttamente alle imprese agricole.
“Bisogna ristrutturare il sistema di filiera per-
ché il sistema non può più sopportare un
costo per la concentrazione e distribuzione
dell’ ortofrutta che è quasi il doppio del-
la Spagna”, ha affermato il presidente della
Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che
“bisogna rafforzare il potere contrattuale nei
confronti della distribuzione commerciale
perché non c’è dubbio che su questo punto il
sistema dell’offerta organizzata, anche quella
dei grandi numeri, ha completamente fallito
l’obiettivo per cui è nata”.
A causa delle inefficienze e delle eccessive
intermediazioni nel passaggio della frutta
dall’azienda agricola al carrello della spesa i
prezzi almeno triplicano (+200 per cento)
ma possono anche quadruplicare (+294 per
cento) per la filiera lunga (presenza di 3 o 4
intermediari tra produttore e distributore
finale), secondo l’ultima indagine dell’Anti-
trust sul settore ortofrutticolo. Si sta allargan-
do senza giustificazioni la forbice dei prezzi
della frutta e verdura fresca tra produzione
e consumo. Una situazione che danneggia i
consumatori che potrebbero acquistare mag-
giori quantità e a condizioni più vantaggiose,
ma anche gli agricoltori costretti a lavorare in
perdita.
Il risultato è che oggi gli acquisti di frutta e
verdura delle famiglie italiane sono passa-
ti da 450 chili a famiglia all’anno del 2000 ai
350 chili del 2010, con una riduzione di ben
100 chili annui (–22 per cento), nonostante la
spesa per acquistarla sia addirittura aumenta-
ta. In tutto il 2010 le famiglie italiane hanno
acquistato 8,3 milioni di tonnellate di orto-
frutta fresca per una spesa complessiva di 13
miliardi, di cui circa 4,5 milioni di tonnellate
per gli acquisti di frutta e 3,8 milioni di ton-
nellate per quelli degli ortaggi.
11Il coltivatore
A
Epaca
A 34 anni arriva al Patronato Epaca di
Reggio Emilia Elena Comitini, originaria di
Ragusa ma residente a Piacenza dagli anni
dell’università. Laureata in giurisprudenza,
con abilitazione avvocato, fa parte da sette
anni del mondo Coldiretti e da circa due si
occupa di materia previdenziale.
A chi si rivolge l’attività del Patronato
Epaca?
I nostri interlocutori sono i cittadini in ge-
nere. Nello specifico tutti coloro che han-
no necessità di assistenza in materia socia-
le, previdenziale ed infortunistica.
Quali servizi siete in grado di garantire?
Pensioni e previdenza, infortuni e malattie
professionali, sicurezza sociale e servizi, im-
migrazione sono tutte tematiche alle quali
siamo in grado di rispondere prontamente.
Offriamo comunque informazioni, consu-
lenze e servizi in materia di risparmio pre-
videnziale, diritto di famiglia e successione,
mercato del lavoro, assistenza sanitaria,
prestazioni sociali legate al reddito, anche
facilitando l’accesso ai dati ed ai servizi del-
la pubblica amministrazione”.
Ma esattamente che cos’è un patronato
e cos’è Epaca?
Un patronato è un ente riconosciuto dallo
Stato che ha il compito di assistere i citta-
dini per il conseguimento delle prestazioni
previste da leggi o regolamenti. Svolge tu-
tela gratuita per la difesa dei diritti delle
persone e concorre ad assicurare a tutti i
cittadini i diritti sanciti dalla Costituzione e
dall’ordinamento in materia di previdenza e
assistenza sociale. Epaca (Ente di Patrocinio
e Assistenza per i Cittadini e l’Agricoltura)
nello specifico è il Patronato costituito dal-
la Confederazione Nazionale Coldiretti, ri-
conosciuto dallo Stato sin dal 1954.
Come ti appare il lavoro nella nostra pro-
vincia?
È con grande piacere che mi trovo a iniziare
questa esperienza reggiana. Il positivo clima
di lavoro che ho trovato rende piacevole il
mio lavoro. Già da oggi sono a completa
disposizione del pubblico per ogni chiari-
mento o per sciogliere dubbi in materia di
patronato e assistenza. Sicura della collabo-
razione dei colleghi, spero d’incontrare pre-
sto tutti i soci reggiani con molti dei quali
ho già avuto un primo colloquio grazie
all’obbligatorietà delle pratiche per il ticket.
Ad Elena Comitini vanno i migliori auguri
per l’inizio di questo nuovo rapporto di la-
voro.
Arriva Elena Comitinial PatronatonUoVo RESPonSAbILE EPACA CoLdIREttI REggIo EMILIA
Epaca
PEcco cosa cambiaper le pensioni LE noVItà PREVIdEnzIALI dEL doPo MAnoVRA FISCALE
Elena Comitini
Pensioni delle donne verso i 65 anni dal 2014.
Pensione con 40 anni di contributi, indipen-
dentemente dall’età anagrafica, ma con un
ulteriore posticipo del pensionamento. Salvi
il servizio militare e gli anni di università ri-
scattati. Sono alcune delle principali novità
sulle pensioni contenute nella manovra eco-
nomica recentemente adottata dal Governo.
Pensione delle donne
La prima modifica riguarda l’età per la pen-
sione di vecchiaia delle lavoratrici del settore
privato, dipendenti e autonome, attualmen-
te fissata a 60 anni.
Dal 2014, infatti, inizierà un percorso che
gradualmente porterà l’età pensionabile del-
le donne a 65 anni, così come per gli uomini.
Per le dipendenti pubbliche, invece, i 65 anni
sono necessari già dal prossimo 1° gennaio,
per effetto della manovra finanziaria dello
scorso anno.
Aspettativa di vita
Viene anticipato al 2013 il nuovo sistema che
comporta la modifica degli attuali requisiti
di età previsti per la pensione, in funzione
dell’incremento dell’aspettativa di vita rileva-
ta dall’Istat (cfr. ns articolo del 13/09/2010).
L’adeguamento riguarderà anche l’età di 65
anni per avere diritto all’assegno sociale.
In sede di prima attuazione, l’incremento
dell’età non potrà comunque superare i 3
mesi. Nessun adeguamento, quindi, per le
pensioni di anzianità liquidate con 40 anni di
contributi, indipendentemente dall’età ana-
grafica, per i quali tuttavia viene introdotto
un posticipo della decorrenza del pensiona-
mento.
40 anni di contributi
Dal 2011 sia per le pensioni di vecchiaia che
di anzianità, anche con 40 anni di contributi,
è stata introdotta un’unica finestra di uscita,
di un anno per i lavoratori dipendenti e di
diciotto mesi per i lavoratori autonomi. Ora
una nuova disposizione introduce un ulterio-
re slittamento della finestra pensionistica per
i soggetti che accedono al pensionamento
con 40 anni di contributi, indipendentemen-
te dall’età anagrafica con un posticipo ulte-
riore della decorrenza pensionistica pari a: un
mese per i soggetti che maturino i requisiti
nel 2012; due mesi per chi li raggiunge nel
2013 e di tre mesi per chi arriva al requisito
contributivo dei 40 anni nel 2014.
Rivalutazione delle pensioni
Per il biennio 2012-2013, la riforma prevede
per le pensioni di importo superiore a cinque
volte il trattamento minimo Inps (circa 2.337
euro mensili) una rivalutazione del 70% solo
sul limite di fascia fino a tre volte il minimo e
nessuna perequazione per la fascia di pensio-
ne restante.
Nessuna modifica per i titolari di pensioni
di importo non superiore a 3 volte il tratta-
mento minimo (circa 1.402 euro mensili) che
continueranno a godere come finora di una
rivalutazione automatica del 100% dell'indice
Istat.
Per una consulenza personalizzata la Coldi-
retti raccomanda di rivolgersi al Patronato
Epaca: gli operatori Epaca forniranno gratu-
itamente tutta l’assistenza necessaria, verifi-
cando il raggiungimento dei requisiti previsti
dalla normativa vigente e la relativa decorren-
za e predisponendo tutta la documentazione
che deve essere inviata all’Inps.
12 Il coltivatore
NAgriturismi e imprenditrici
fanno i contiCREdItAgRI, donnE IMPRESA E tERRAnoStRA MIgLIoRARE L’ACCESSo AL CREdIto
Nuove opportunità di finanziamento dedica-
te alle imprenditrici agricole e agli agriturismi.
L’iniziativa è di CreditAgri Italia, il confidi della
Coldiretti, unitamente a Coldiretti Donne Im-
presa, l’associazione che raggruppa le donne
che operano nel settore agricolo, e Terrano-
stra, l’associazione che unisce le aziende agri-
turistiche di Coldiretti.
I finanziamenti dedicati alle imprenditrici, che
rientrano nell’ambito degli accordi con il Grup-
po Banco Popolare, potranno essere rimbor-
sati con rate trimestrali, semestrali o annuali
posticipate e non potranno essere concessi
per l’acquisto di immobili, di beni usati o spese
non fatturate. L’importo massimo finanziabi-
le è pari a 30.000 euro (il minimo è di 10.000
euro) e può riguardare anche investimenti per
ristrutturazione dei locali, impianti, macchina-
ri ed attrezzature, arredi e mezzi di trasporto,
oltre che per sistemi informatici integrati per
l’automazione, comunicazione e impianti au-
tomatizzati. La durata dei finanziamenti sarà
compresa tra i 36 e i 60 mesi, oltre al perio-
do di 6 mesi di preammortamento, durante
il quale si restituirà solo la quota di interessi e
non la parte di capitale.
I prodotti dedicati agli agriturismi, ugualmente
interessanti, sono stati pensati sulla base delle
principali necessità espresse dagli imprenditori
agricoli che operano nel settore.
Il pacchetto di prodotti consente di finanzia-
re fino al 100% delle necessità economiche
dell’impresa agrituristica, consentendo finan-
ziamenti destinati alla ristrutturazione e alla
manutenzione degli edifici, l’acquisto di mobili
ed arredi ed attrezzature per la ristorazione,
nonché tutti i costi sostenuti per l’avvio di at-
tività ricreative, agricampeggi e prodotti de-
stinati all’operatività quotidiana come POS e
conti correnti dedicati.
L’aspetto più importane ed incoraggiante è
dato dalla chiara percezione che il credito defi-
nito da questa gamma di prodotti finanziari sia
legato soprattutto ai progetti di sviluppo delle
singole imprese, basando il riconoscimento del
merito creditizio sulle garanzie patrimoniali
che debbono comunque sussistere ma senza
mai tralasciare il progetto imprenditoriale.
Morena Pioli
Credito
13Il coltivatore
14 Il coltivatore
Carlo Fornili
APosta elettronicacertificata per le società oRA AnCHE LE SoCIEtà AgRICoLE HAnno L’obbLIgo dELLA PEC
Anche le società del settore agricolo devono
dotarsi di Posta Elettronica Certificata dal 28
novembre 2011.
Si tratta di una forma comunicativa telema-
tica certa che va a sostituirsi alle tradizionali
Raccomandate con Ricevuta di Ritorno ed il
cui recepimento fa fede ai fini legali. Così ad
esempio tutti gli atti degli enti pubblici, no-
tifiche, intimazioni denunce, comunicazioni
dell’Autorità Giudiziaria verranno trasmessi
non più con postini, messi comunali o ufficiali
giudiziari ma unicamente tramite Pec. Occor-
re ovviamente avere un computer ed un ac-
cesso internet. Occorre predisporre una pra-
tica presso la Camera di Commercio. Gestire
una Pec è certamente un passo avanti verso
la semplificazione e la velocità di comunica-
zione ed è altrettanto un’operazione delicata
e di responsabilità. In ambito legale, infatti,
le scadenze ed i termini per eventuali ricorsi,
memorie ed agevolazioni bonarie tempestive
partiranno dall’invio telematico tramite Pec e
da tale invio decorreranno i termini per ricorsi,
osservazioni e difese in genere.
In attesa di estenderlo a tutti i possessori di
partita iva per ora l’obbligo è dovuto alle sole
imprese societarie. Per facilitare il compito il si-
stema Coldiretti tramite convenzione con Info-
cert permette alle aziende agricole nostre as-
sociate di mettersi in regola spendendo il meno
possibile e semplificando gli adempimenti bu-
rocratici. Per coloro sprovvisti di computer o
che preferiscano non avere l’incombenza della
gestione, Impresa Verde Reggio Emilia ha pre-
disposto un apposito servizio.
Per ulteriori chiarimenti i nostri Uffici Zona
sono a disposizione anche per un controllo di
Pec già attivate negli anni scorsi che, se poco
utilizzata, potrebbe esser scaduta o cancellata
dal sistema informatico nazionale.
Fiscale
15Il coltivatore
SMassima sicurezza?Meglio la consulenza!ConSULEnzA PER LA VALUtAzIonE dEI RISCHI EntRo IL 15 dICEMbRE 2011
Sono ormai due anni che è in vigore il nuovo
D. Lgs. 81/08 sulla sicurezza dei lavoratori che
ha sostituito il D.lgs. 626/94. I principali adem-
pimenti relativi all’applicazione nelle aziende
agricole rimangono l’utilizzo di attrezzature di
lavoro, macchine e impianti a norma e l’ado-
zione dei dispositivi di protezione individuale
usati conformemente alle disposizioni.
Queste disposizioni riguardano indistinta-
mente tutte le aziende con o senza dipendenti.
Le aziende con dipendenti inoltre hanno l’ob-
bligo anche di nominare il Responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP),
di frequentare dei relativi corsi di formazione,
di valutazione dei rischi e di tenere in azienda
il registro infortuni con annotate le assenze di
almeno un giorno escluso quello dell’evento.
La Coldiretti di Reggio Emilia, insieme ad Im-
presa Verde Emilia Romagna, ha organizzato,
all’interno del Catalogo Verde della Regione
Emilia Romagna, vari contratti di consulenza
da parte di tecnici esperti. Per usufruire del
servizio di consulenza, in parte finanziato, oc-
corre fare la domanda entro il 15 dicembre
2011, data di chiusura della terza e ultima gra-
duatoria di quest’anno. L’adeguamento diven-
ta sempre più urgente anche perché il SPSAL
dell’AUSL di Reggio Emilia prosegue i controlli
nell’ambito del suo lavoro di vigilanza nelle
aziende agricole.
Le aziende interessate ad una consulenza ge-
nerale sulla sicurezza sul lavoro ma anche sul
pacchetto igiene, HACCP, sicurezza alimentare
e sulla condizionalità potranno scegliere una
proposta adeguata all’interno del catalogo ver-
de.
Gli uffici della Coldiretti sono a disposizione
per qualsiasi chiarimento, per ulteriori infor-
mazioni e per compilare e protocollare le do-
mande relative al Catalogo Verde.
Agostino Verona
Opportunita'
16 Il coltivatore
Economico
LVino buono e
mercati frizzantiUnA VEndEMMIA RICCA dI QUALItà E Con bUonI AUSPICI FUtURI
La bella stagione appena trascorsa ha
portato tra i filari uve ricche e succose. La
vendemmia 2011 ha regalato una buona
qualità, colore e gusto. Una vendemmia
contenuta dal punto di vista quantitativo
ma buona da quello qualitativo.
La produzione di uva nella nostra provincia
si è attesta su un meno 10,5 per centro, con
un valore assoluto di 1,2 milioni di quintali,
ma la remunerazione ai produttori sembra
promettere buoni prezzi comunque remu-
nerativi rispetto ai costi di produzione. Le
liquidazioni dalle cantine sociali si atteste-
ranno intorno ad un più 7-10 euro al quin-
tale rispetto allo scorso anno.
L’andamento climatico è stato favorevole
ad una buona maturazione delle uve con
buoni gradi zuccherini che porta con se
una prospettiva di un buon Lambrusco.
Uno dei vini che attualmente trova un ot-
timo riscontro commerciale all’estero e la
soddisfazione dei consumatori italiani.
Intanto nei primi mesi dell’anno il vino
italiano ha registrato un trend assoluta-
mente in crescita nelle esportazioni, un 12
per centro nei paesi dell’Unione Europea e
del 21 per cento negli Stati Uniti che sono i
punti di riferimento storici.
Straordinarie però sono soprattutto le per-
formance sui mercati emergenti come la
Russia che registra un balzo del 44 per cen-
to e la Cina dove le spedizioni di vino Made
in Italy sono più che raddoppiate (+126 per
cento) e la domanda si è fatta economica-
mente consistente.
«È anche per migliorare la massa critica e
affacciarci su questi mercati emergenti –
commenta il presidente della Coldiretti
Marino Zani – che una fusione delle canti-
ne locali sarebbe auspicabile. Il progetto di
aggregazione delle cantine di Arceto, Cor-
reggio, Prato e San Martino in Rio portereb-
be un notevole potere contrattuale all’An-
cellotta e al Lambrusco con conseguenti
vantaggi competitivi sui mercati interni ed
esteri, nuovi e storici. Un’opportunità che
agirebbe sul prezzo di vendita aumentan-
dolo e sui costi di lavorazione ottimizzan-
doli, migliorando così la retribuzione dei
produttori».
Angelo Cabassi
17Il coltivatore
SSono oltre un migliaio gli allevamenti reggia-
ni coinvolti dalla direttiva nitrati e sono circa
trecento le aziende collocate nella fascia a sud
della via Emilia a cui è già stato chiesto di soste-
nere importanti sforzi economici per appor-
tare gli adeguamenti richiesti dalla precedente
direttiva nitrati. La richiesta italiana di rivedere
i parametri di applicazione della Direttiva Ni-
trati è stata accolta dal Comitato nitrati della
Commissione Europea. A determinate e di-
verse condizioni, dunque, il superamento del
limite massimo di 170 chili di azoto per ettaro
di origine organica, fino ad un limite di 250
chili è ora consentito nelle zone vulnerabili per
le aziende che ne vogliono usufruire. Una delle
condizioni più rilevanti per queste aziende è
che almeno il 70 per cento della superficie col-
tivata sia a colture a lunga crescita e ad elevato
assorbimento di azoto.
L’avvio della collaborazione tra Ministero delle
Politiche Agricole e l’ISPRA (Istituto superiore
per la protezione e la ricerca ambientale), apre
la strada all’aggiornamento necessario delle
zone vulnerabili e ad una revisione degli adem-
pimenti previsti a carico delle imprese agricole.
Una esigenza per distribuire il peso dei vincoli
Il seguito della direttiva nitratizonE VULnERAbILI E gEStIonE dEgLI EFFLUEntI dI ALLEVAMEnto PER LE StALLE REggIAnE, PASSo AVAntI?
in misura proporzionale tra le diverse fonti di
inquinamento a partire dalla depurazione civi-
le e agli inquinamenti industriali responsabili, in
prevalenza dell’impatto ambientale dell’azoto.
I numerosi adempimenti a carico delle imprese
zootecniche in zona vulnerabile hanno contri-
buito a compromettere, in questi ultimi anni,
le aspettative di reddito degli allevatori tenuti
all’osservanza di una serie di vincoli che, oltre
ad apparire onerosi ed eccessivi, sono risulta-
ti in larga parte insufficienti nel contrastare i
problemi di inquinamento. Nel frattempo, in
combinato con la deroga sulla direttiva nitrati,
la Regione Emilia Romagna ha emanato un Re-
golamento che stabilisce norme e indicazioni
obbligatorie per tutte le aziende zootecniche,
a partire dal 1 novembre 2012. Tra gli aspetti
più rilevanti l’adeguamento della capacità di
stoccaggio delle vasche entro il 1 febbraio 2012
e l’obbligo della copertura delle nuove vasche,
la difficoltà a ricevere deroghe per lo spandi-
mento nel periodo, specifiche operative per i
terreni con pendenza superiore al 10 per cento,
per le distanze dai centri abitati e dalle abita-
zioni per spandimento e accumulo dei letami
in campo ed anche per i tempi di permanenza.
Ambiente
Agostino Verona
UUna delegazione della Coldiretti reggiana si
è unità ad agricoltori provenienti da tutta
Italia per celebrare la Giornata della Salva-
guardia del Creato a Castel Gandolfo. Miglia-
ia di agricoltori hanno partecipato alla Santa
Messa nella parrocchia antistante la residen-
za del papa Benedetto XVI ed hanno assistito
all’Angelus.
Nell’occasione il Presidente di Coldiretti Ser-
gio Marini ha donato al Santo Padre un vero
e proprio alveare composta di otto arnie con
mezzo milione di api al lavoro per l’impolli-
nazione e la produzione di miele per la “fat-
toria pontificia”.
Un dono profondamente simbolico perché
le api sono delle vere sentinelle dell'equilibrio
naturale globale tanto che la loro scomparsa
avrebbe conseguenze disastrose per la salute
e l'ambiente. L'alimentazione infatti dipende
per oltre un terzo da coltivazioni impollinate
attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio
le api concorrono per l'80 per cento.
“Nel quotidiano lavoro di chi coltiva la terra
è facile riconoscere quel rispetto e quell’a-
more di chi sa che la salvaguardia del creato
è il più giusto investimento sul nostro futuro
In dono un alveare per il PapanELLA gIoRnAtA PER LA SALVAgUARdIA dEL CREAto L’IMPEgno dI CHI CoLtIVA LA tERRA
– dichiara Sergio Marini.”
Un’opera quotidiana di denuncia delle mille
ipocrisie del nostro tempo.
Come ha ricorda Marino Zani, anche in oc-
casione della Giornata mondiale dell’alimen-
tazione “le attività agricole di molti Paesi
sono messe in discussione dalla insostenibile
volatilità dei prezzi fortemente condizionata
dai movimenti di capitali che si spostano dai
mercati finanziari a quelli dei metalli prezio-
si fino alle materie prime come grano, mais
e soia”. Questi sono gli effetti drammatici
di una globalizzazione senza regole che ha
drammaticamente legittimato la derubrica-
zione del tema cibo fino a farlo considerare
una merce qualsiasi con effetti che vanno
dalla speculazione sulle materie prime al fur-
to di milioni di ettari di terre fertili a danno
dei Paesi più poveri, con il fenomeno del land
grabbing.
Un dono profondamente simbolico perche' le api sono
delle vere sentinelledell'equilibrio naturale
19Il coltivatore
Eventi
20 Il coltivatore
Vacanze
L'Gite e soggiorni invernali: si parte!L’Associazione Pensionati della Coldiret-
ti di Reggio Emilia organizza anche per il
prossimo autunno-invero alcuni momenti
per stare in compagnia rispondendo alle
esigenze di tutti. Una gita di un giorno per
ha poco tempo da trascorrere fuori casa,
una bel soggiorno ad Alassio per chi desi-
dera “svernare” in un clima più mite, una
crociera per chi vuole regalarsi un momen-
to indimenticabile. Le attività dell’Asso-
ciazione pensioanti sono aperte a tutti gli
interessati di tutte le età.
Le prossime attività
Gita invernale
Giovedì 15 dicembre 2011 per festeggiare
insieme l’arrivo delle festività natalizie.
Visita al Borgo di San Marino illuminato
per le feste, un gustoso pranzo di pesce in
riviera adriatica e visita ai mercatini e prese-
pi di sabbia di Rimini.
Costo 70 euro a persona, con un minimo 35
partecipanti.
Soggiorno invernale
Dal 20 gennaio al 3 febbraio 2012 – Alassio,
hotel Mediterraneè.
L’albergo è situato direttamente sul mare,
nel centro del golfo di Alassio in posizione
soleggiata e tranquilla.
Il costo del soggiorno in pensione completa
e del viaggio è 830 euro a persona. C’è la
possibilità di estendere il soggiorno fino al
17 febbraio.
Crociera
Dal 10 al 18 febbraio 2012 – Crociera in
Oriente di 8 giorni con volo aereo
Per ogni informazione e chiarimento sulle
proposte indicate, con organizzazione tec-
nica Nuova Planetario Gruppi, è possibile
contattare la segreteria dell’Associazione
Pensionati Coldiretti Reggio Emilia 0522
936000 – 936009 -936004 o presso gli uffici
zona Coldiretti.
21Il coltivatore
notizie Flash
TCampagna di Tesseramento TERRANOSTRA 2011Terranostra è l’associazione per l’agritu-
rismo, l’ambiente e il territorio costituita
da Coldiretti per promuovere, sostenere e
diffondere l’esercizio dell’agriturismo e la
valorizzazione dell’ambiente rurale.
Terranostra è oggi un importante punto di
riferimento.
Terranostra offre risalto e promozione alle
aziende agrituristiche associate attraverso:
• il portale www.terranostra.it (per chi an-
cora non l’avesse fatto è possibile chiedere
la scheda d’inserimento dell’azienda all’in-
dirizzo [email protected]);
• appositi accordi con enti, istituzioni, grup-
pi di acquisto;
• a breve sarà disponibile anche un sistema
di prenotazioni.
Associarsi a Terranostra vuol dire entrare a
far parte di una organizzazione che sostiene
i suoi soci sotto molteplici punti di vista ed
offre competenze, esperienza e promozio-
ne, oltre all’appoggio del maggior sindacato
agricolo italiano: Coldiretti.
ARiciclaggio residui legnosi da estirpoAd oggi, dove permane il divieto di bruciare
residui legnosi da estirpi di vigneti o frutteti,
le aziende agricole si trovano in difficoltà.
Nella ricerca di soluzioni per far fronte in
modo ottimale a questa difficoltà delle
aziende agricole, Coldiretti ha ricevuto una
proposta da un'azienda che ricicla i residui,
anche contenenti filo di ferro, ma il più pos-
sibile esenti da foglie, terra e sassi dopo aver
fatto un sopralluogo e definito un preven-
tivo dei costi in base alla casistiche incon-
trate. Il ritiro del materiale viene effettuato
con camion e rimorchio (da 70 mc per circa
15-18 tonn.) provvisto di ragno.
Per usufruire di questo servizio si consiglia di
contattare gli uffici di Coldiretti per prende-
re accordi.
notizie Flash
22 Il coltivatore
INuove coordinate per il pagamento canoni pozzi 2012Il canone pozzi in concessione preferenziale
per l’anno 2012 deve essere pagato anticipa-
tamente entro il 31 dicembre 2011.
Se entro tale data la Regione Emilia Roma-
gna non dovesse dare nuove disposizioni in
merito, si consiglia di pagare le tariffe dello
scorso anno, ovvero 7,70 euro per i pozzi ad
uso irriguo e 152,00 euro per quelli ad uso
zootecnico. L’eventuale differenza dei ca-
noni che verranno stabiliti sarà sommata al
canone del prossimo anno.
Si comunica inoltre che le coordinate ban-
carie per effettuare il pagamento sono cam-
biate, sebbene chi lo avesse già effettuato
con le vecchie coordinate non è in errore se
la causale è corretta.
Nuove riferimenti pagamento canoni:
• tramite bonifico intestato a “TESORERIA
DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA” pres-
so Bancoposta: IBAN: IT 58 C 07601 02400
000023204563
• tramite bollettino sul c/c postale n.
23204563 intestato a Regione Emilia Roma-
gna - Canoni di concessione utilizzo dema-
nio idrico, Via Aldo Moro n. 52 – Bologna -
causale versamento: “Canone di concessione
d.a.p. (derivazione acque pubbliche) – anno
____ - STB RE – pratica n. _______”.
ICertificato di malattia telematicoI certificati medici cartacei per le assenze dei
dipendenti sono spariti dal 13 settembre
2011. Il lavoratore non è più obbligato, in-
fatti, a recapitare o trasmettere al datore di
lavoro l’attestato di malattia. L’obbligo è as-
solto con l’inoltro telematico effettuato dal
medico il quale in via telematica trasmette
all’INPS la certificazione attestante lo stato
di malattia del dipendente.
Il medico deve rilasciare al lavoratore, al mo-
mento della visita il numero di protocollo
identificativo “idcertificato” il quale deve
essere comunicato al datore di lavoro me-
diante comunicazione scritta a mezzo fax,
mail certificata o raccomandata a/r, entro
tre giorni dall’inizio dell’evento.