+ All Categories
Home > Documents > Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 ... · scuole d’obbligo ... tutelare...

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 ... · scuole d’obbligo ... tutelare...

Date post: 17-Feb-2019
Category:
Upload: leduong
View: 213 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
23
Transcript

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

DISCLAIMER Le RIFLESSIONI E PROPOSTE contenute in questo documento sono state raccolte nel rispetto della privacy dei partecipanti per essere sottoposte all'attenzione della commissione Cultura del Parlamento europeo, impegnata ad adottare entro il 2015 la Relazione di Iniziativa: "Il ruolo del dialogo interculturale, della diversità culturale e dell'educazione nel promuovere i valori fondamentali dell'Unione europea". Tutti i contributi sono espressi a titolo personale dai partecipanti e non rappresentano in alcun modo la posizione ufficiale del Parlamento europeo né delle organizzazioni che hanno collaborato alla realizzazione dell’incontro.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

LA DISCUSSIONE 1. IL PATRIMONIO CULTURALE E SCIENTIFICO COME ELEMENTO “UNIFICANTE” PER LA

COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ EUROPEA E PER L’INTEGRAZIONE 2. COME FAVORIRE L’UTILIZZO DELLA MEDIAZIONE PROFESSIONALE COME METODO PER

FACILITARE IL DIALOGO INTERCULTURALE E LA TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI? 3. LA SCUOLA È L’AMBITO (SCUOLA, CULTURA E CONFRONTO TRA GLI STUDENTI) 4. APPROFONDIMENTO E CONOSCENZA PER CAMBIO MENTALITÀ E FORMAZIONE ALLA

RELAZIONE INTERCULTURALE 5. COME SUPERARE IL DIVARIO TRA RICCHI SEMPRE PIÙ RICCHI E POVERI SEMPRE PIÙ

POVERI CHE IMPEDISCE LA PARTECIPAZIONE CULTURALE DI UN’AMPIA FETTA DI POPOLAZIONE. ECONOMIE DI PACE, ECONOMIA DEL DONO

6. IL RISPETTO DELLA DIGNITÀ E DEI DIRITTI UMANI 7. ISTITUIRE UNA STRUTTURA EUROPEA PERMANENTE SUL MODELLO DELLA NOSTRA

AREA3 VALIDAZIONE TECNOLOGIE VERDI 8. IL DENOMINATORE COMUNE DELLE RELIGIONI ESISTENTI IN EUROPA 9. SVILUPPO E PROMOZIONE DELLE CITTA MONDIALI INTERCULTURALI 10. LA STORIA… E IL FUTURO DELL’EUROPA… 11. OGGI L’ONU HA SENSO ANCORA DI ESISTERE AI FINI DI COOPERAZIONE TRA LE

NAZIONI COME PORTATORE DI PACE, VISTA LA PROBLEMATICA ATTUALE DELL’EMIGRAZIONE?

12. CHE IL PARLAMENTO EUROPEO PRENDA UN’INIZIATIVA PER:

• INTRODURRE L’INSEGNAMENTO DEI DIRITTI UMANI E FONDAMENTALI NELLE SCUOLE D’OBBLIGO (DALLE ELEMENTARI ALLE SCUOLE SUPERIORI, INCLUSO) – E L’INSEGNAMENTO DELLE LETTERATURE PER L’INFANZIA E LA GIOVENTÙ (ANCHE PER RIDARE IL DIRITTO ALLA FANTASIA ALL’INFANZIA)

• CHE NELLE SCUOLE SI INSEGNI LA MEMORIA STORICA DEGLI STATI E POPOLI EUROPEI PER PRESERVARE L’IDENTITÀ CULTURALE EUROPEA E CHE VI SI INSEGNI COME SI È ARRIVATI ALLA NASCITA DELLA CEE-E POI UE

13. COORDINATE INDISPENSABILI PER UNA SCUOLA INTERCULTURALE:

GLOBALIZZAZIONE, PLURALITÀ/INDIVIDUALITÀ, INTENZIONALITÀ, INDISPENSABILE, RESPONSABILITÀ

14. INFORMAZIONE – COMUNICAZIONE “SPAZIO CULTURA EUROPA”

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

15. RELIGIONI E EUROPA 16. TUTELARE LA CRESCITA E IL RISPETTO DEI VALORI DELLA FAMIGLIA COME CELLULA

DI UNA SOCIETÀ DI PACE, MULTICULTURALE E INTERRELIGIOSA 17. QUAL È LA PROPOSTA DELL'EUROPA ALLE RELIGIONI 18. "MUTUA PIACEVOLEZZA" 19. DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA/TEATRO COME STRUMENTO PER COINVOLGERE I

CITTADINI EUROPEI/ADVOCACY 20. VOLONTARIATO DIGITALE: INTEGRAZIONE ATTRAVERSO LA DIFFUSIONE DELLE

CONOSCENZE DIGITALI 21. L’EUROPA PRONTA ALLA DOMANDA: COSTRUIRE UN EUROPA DI TUTTE LE CULTURE?

IL PUNTO CENTRALE ERA IL PUNTO INTERROGATIVO “?” • IDENTITÀ CULTURALE DI OGNI PAESE EUROPEO • LA POLITICA IN ITALIA TRA CREDIBILITÀ E PARTECIPAZIONE • RACCONTI STORICI SU L’ACCETTAZIONE DELL’ALTRO • LE GUERRE NEL MEDIO ORIENTE TRA SOFFERENZE E PROBLEMI

22. LA COSTRUZIONE DEL MODELLO INTERCULTURALE CHE TENGA CONTO DELLE

IDENTITÀ IN PARTICOLARE ALLA LUCE DELLA SECONDA GENERAZIONE DI CITTADINI DI ORIGINE STRANIERA

23. STRUMENTI DI INTEGRAZIONE OLTRE LA SUSSISTENZA 24. COME SOSTENERE LA FORMAZIONE DELL’UOMO PLANETARIO: QUALE SCUOLA, QUALE

DOCENTE, QUALI CONTENUTI?

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

1. IL PATRIMONIO CULTURALE E SCIENTIFICO COME ELEMENTO “UNIFICANTE” PER LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ EUROPEA E PER L’INTEGRAZIONE Si è partiti dal Patrimonio culturale e scientifico inteso come bene comune e valore “universale” e pertanto “unificante” per persone con diverse provenienze. Infatti un bene culturale può essere un valido strumento per:

- Comunicare al di là della lingua - Contaminare le diverse culture e storie - Unificare come “testimonianza” di passato comune

Stesso possiamo dire di tutte le discipline artistiche comprese in “Europa Creativa”. L’abbattimento dei resti di “Palmira” testimonia quanto il patrimonio culturale possa rappresentare il valore democratico e di rappresentazione di una identità. E’ importante pertanto da parte dell’UE incrementare il sostegno finanziario alla tutela e valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Nonostante i diversi documenti e raccomandazioni della Commissione Europea su questo tema, l’Italia non riesce ad applicare concretamente le indicazioni sull’importanza delle istituzioni culturali come ambienti di apprendimento lungo tutto l’arco della vita i cui contenuti dovrebbero essere integrati con quelli formali in ambito scolastico. L’utilizzo, infatti del materiale museale all’interno di percorsi educativi e di formazione potrebbe agevolare l’integrazione delle diverse culture. Ci sembra pertanto fondamentale e si propone: • La costituzione di un luogo “europeo” per la condivisione di best practicies sui temi

indicati a partire dalle scuole e dai luoghi di cultura che dovrebbero maggiormente colloquiare tra loro.

• Questo luogo potrebbe integrare le piattaforme tecnologiche per la condivisione già previste. Si chiede pertanto la definizione di un metodo che possa aiutare gli stati membri a veicolare le buone prassi nei sistemi di istruzione e di cultura.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

2. COME FAVORIRE L’UTILIZZO DELLA MEDIAZIONE PROFESSIONALE COME METODO PER FACILITARE IL DIALOGO INTERCULTURALE E LA TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI? Abbiamo parlato ed identificato in primis degli innumerevoli ostacoli che si frappongono allo sviluppo della cultura della mediazione e alla conoscenza del metodo. Detti ostacoli in sintesi sono:

1) Mancanza di un percorso universitario specifico in materia di mediazione: mancano corsi di laurea “generale” in mediazione con eventuali settori di specializzazione. Attualmente il mediatore non è un professionista “specifico” e riconosciuto (nonostante la legislazione europea si sia sempre dimostrata favorevole allo sviluppo dello strumento).

2) Manca una formazione uniforme rispetto alla metodologia utilizzata in ciascun settore di applicazione. In alcuni settori manca un codice deontologico in tutela del professionista e di coloro che usufruiscono del servizio.

3) Manca l’inserimento della “professione mediatore” nella Consulta Europea (Direttiva 55/2013) e il riconoscimento, in Italia, del MIUR.

4) In Italia deve ancora essere completato il percorso individuato dalla Legge 4/2014.

5) I siti istituzionali di informazione sullo strumento mediazione sono carenti anche da un punto di vista meramente linguistico.

6) C’è ancora sovrapposizione nell’opinione pubblica tra ruolo del mediatore e ruoli di altri professionisti.

7) C’è uno scollamento “scuola-lavoro” (i pochi mediatori che si formano in materia difficilmente trovano collocazione lavorativa, sebbene ce ne sia bisogno).

8) Mancano associazioni referenti di settore per le istituzioni. 9) La modalità di informazione dei mass-media favorisce l’escalation dei conflitti

invece che la loro gestione costruttiva e pacifica. Per favorire la conoscenza del metodo mediazione, che a nostro dire sarebbe utilissimo per gestire costruttivamente la conflittualità in una società ormai decisamente multiculturale, proponiamo:

1) Riconoscimento a livello europeo e nazionale della “professione mediatore “ (“superamento” dei punti 1, 2, 3 e 4 sopra).

2) Campagna di comunicazione pubblica (top-down) che sappia mettere in risalto l’utilità del metodo per favorire la domanda (per esempio nelle Asl/ospedali, nelle scuole, nei centri di accoglienza, nei tribunali).

3) Lancio di campagna di comunicazione bottom-up con gli obiettivi di cui al punto 1 a mezzo di: social network, petizioni on line (change.org), video ecc.

4) Educazione scolastica alla interculturalità e alla mediazione, anche da un punto di vista di dialogo intercultuale e religioso.

5) Finanziamento, da parte delle istituzioni europee, di servizi di mediazione in tutti i settori (civile, penale, sanitario, scolastico, familiare): è comprovato che quando l’utente finale deve sostenere il costo del servizio spesso vi rinuncia perché non conosce e ben comprende il valore dell’intervento proposto.

6) Formazione dei giornalisti ad una modalità comunicativa costruttiva e non violenta (es. Peace Journalism).

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

3. LA SCUOLA È L’AMBITO (SCUOLA, CULTURA E CONFRONTO TRA GLI STUDENTI) Proponiamo la costituzione di un tavolo di consultazione all’interno della commissione cultura del Parlamento Europeo composto da studenti che rappresenteranno il sistema scolastico del proprio paese di appartenenza. Questo tavolo verrà convocato con il fine di essere a sostegno della Commissione Cultura stessa. Al suo interno è stato ipotizzato di indicare delle linee giuda che ciascun paese potrà adottare al proprio sistema scolastico nella maniera ritenuta più consona. Attraverso la scuola si costruirà un Europa unita e non più frammentata.

4. APPROFONDIMENTO E CONOSCENZA PER CAMBIO MENTALITÀ E FORMAZIONE ALLA RELAZIONE INTERCULTURALE Cosa significa intercultura? Un percorso lungo, intenzionale, graduale e complesso, che necessita di educazione e formazione per arrivare al cambio e trasformazione di mentalità da multiculturale a interculturale attraverso metodologie efficaci che lavorino sul vissuto personale e sulla propria identità, partendo dall’incontro scontro e arrivando all’armonia interculturale. Molto importante lo scambio di buone prassi a livello locale ed europeo. Soggetti strategici sono i giovani che diventano stimolo anche per gli adulti per i quali sono da identificare strategie di coinvolgimento. Possibili occasioni possono essere identificate in eventi di spettacolo dal vivo che diffondano l’incontro riuscito tra diverse culture, laboratori condivisi interculturali e intergenerazionali, momenti di socializzazione e di esperienze in luoghi deputati. Proponiamo • Educazione e formazione permanente intergenerazionale e rivolta a tutti i soggetti

coinvolti nella relazione interculturale. • Investimenti per la formazione diventano fondamentali. • Regolamentazione e formazione sui linguaggi istituzionali e mediatici, che trattano la

tematica anche attraverso la creazione di nuove espressioni linguistiche inclusive di ogni percorso personale e culturale.

• Favorire l apertura di spazi per condividere e diffondere buone prassi e far vivere esperienze interculturali e intergenerazionali.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

5. COME SUPERARE IL DIVARIO TRA RICCHI SEMPRE PIÙ RICCHI E POVERI SEMPRE PIÙ POVERI CHE IMPEDISCE LA PARTECIPAZIONE CULTURALE DI UN’AMPIA FETTA DI POPOLAZIONE. ECONOMIE DI PACE, ECONOMIA DEL DONO Premessa: una società nella quale il divario economico aumenta sempre di più rischia di autodistruggersi ed è comunque povera dal punto di vista innovativo e culturale. La proposta è il superamento del modello culturale ed economico dominante in Europa che mette al centro lo sfruttamento delle risorse umane e naturali in maniera indiscriminata e la logica del profitto individuale. Come fare? • Trarre ispirazione da altri modelli culturali sia antichi che moderni tipo le società

matriarcali (Moso, Kohesan, Minangkabau), la sharing economy, la riconversione ecologica e la condivisione delle conoscenze. Come riferimento le teorie e le ricerche di Genevieve Vaughan, Elionor Ostrom, Carla Ravaioli, Margaret Mead.

• Garantire la disponibilità economica a tutta la popolazione istituendo un reddito minimo di cittadinanza per favorire la partecipazione e l’apporto creativo di tutti in ambienti ad alto fermento innovativo/culturale tipo i Fablab

• Tutela dei beni comuni, del welfare e lotta alla povertà

6. IL RISPETTO DELLA DIGNITÀ E DEI DIRITTI UMANI C’è mancanza del rispetto dei Valori e della Dignità umana, questo è un problema MONDIALE. La famiglia è succube della società, i ragazzi ricevono influenze più forti dall’ambiente che non dalla famiglia. La famiglia è scomparsa perché i genitori non hanno più tempo di curarsi dei figli, i genitori divorziano, il bambino ricatta i genitori imponendo la propria volontà, rovesciamento dei ruoli. Il Parlamento Europeo non tutela la famiglia, impone programmi educativi nelle scuole materne e primarie non idonei a bambini di quell’età, proponendo una sessualizzazione precoce e nozioni distorte dei valori familiari. Oggi i MEDIA ci condizionano senza che ce ne accorgiamo, i telegiornali non informano ma formano e dirigono le nostre opinioni, dando una visione spesso solo negativa delle situazioni invece di mettere in luce anche soluzioni ed iniziative positive. C’è stato un disegno per togliere la dignità alla persona umana, c’è stata una mercificazione delle persone che sono pedine di un potere economico, per fare di noi dei consumatori. I diritti della Donna sono spesso non tutelati e riconosciuti in tante parti del Mondo, in Africa il sistema impone l’infibulazione. Difficoltà nel formare una consapevolezza

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

femminile per poter mettere in atto delle azioni che possano contrastare questo processo di mercificazione della persona e perdita della propria dignità. Riscoprire la Vera Storia dell’Africa e delle Donne. History Herstory Le Donne sono state discriminate nelle religioni e nella storia, è necessario rivedere la storia con un’altra ottica. Esperienza di Medico: Non c’è spazio per accogliere la sofferenza e il disagio umano, addirittura si devono imparare tecniche per rispettare i tempi, a scapito della cura vera per la persona. Bisogna rimettere al centro di qualsiasi dibattito e azione il valore della Dignità della Persona e il rispetto dei diritti umani che ne consegue. Riconoscere la necessità di Valori Umani Comuni non solo Economici Importante creare una rete tra le organizzazioni positive e costruttive. Il Dialogo tra le religioni è fondamentale per realizzare il bene comune. PROPOSTA: 10 Dicembre GIORNATA per il riconoscimento del RISPETTO DELLA DIGNITÀ UMANA.

7. ISTITUIRE UNA STRUTTURA EUROPEA PERMANENTE SUL MODELLO DELLA NOSTRA AREA3 VALIDAZIONE TECNOLOGIE VERDI AREA3: nasce a Rieti l’ATI per le Tecnologie Innovative Dalla collaborazione tra N&B Electronic e il CIRPS (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile) nasce “Area3 Validazione Tecnologie Verdi - Associazione Temporanea d’Impresa" che punta a rivoluzionare il mondo dell’energia e della sostenibilità ambientale. Le attività di Area3 VTV - ATI sono finalizzate alla ricerca, alla messa a punto, al trasferimento delle conoscenze scientifiche in particolare di soluzioni tecnologiche avanzate, metodi di lavoro, organizzazione o vita sociale in grado di consentire lo sviluppo sostenibile. Attraverso attività e progetti di ricerca, didattica e intervento diretto sul territorio, applica e diffonde i principi internazionalmente riconosciuti come necessari per la realizzazione di uno sviluppo sociale, economico e tecnologico capace di garantire l’aumento e la condivisione del benessere senza penalizzare l’ambiente, né alcun gruppo sociale, area geografica o le generazioni future. Il Centro di Ricerca Area3 Validazione Tecnologie Verdi per lo Sviluppo sostenibile è stato costituito per iniziativa congiunta di tre lungimiranti soggetti che hanno condiviso le loro alte Competenze essendo Titolati e Rappresentativi per gli Istituti o Dipartimenti che oggi Loro dirigono.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

Capogruppo e rappresentante di AREA3 sarà la N&B Electronic mentre l’organo di riferimento sarà il Consiglio Direttivo, costituito da un rappresentante per ciascuna della Parti. Tra i settori strategici di interesse della neonata AREA3 figurano, AREA3 nei prossimi giorni avvierà le prime attività di validazione di Tecnologie Innovative già nella disponibilità dell’ATI, verranno condotte seguendo "Protocolli Europei, severe prove di valutazione finalizzate a dare valore alle Tecnologie Innovative" alla presenza di ricercatori e potenziali partner commerciali e industriali accreditati. Contestualmente verrà dato impulso ad una serie di nuove attività di ricerca e sviluppo su ulteriori Tecnologie Innovative già studio della Direzione Sviluppo Processi Area3 VTV - ATI Area3 VTV – ATI, con sede a Rieti in Via della Chimica 3 Nucleo Industriale 8. IL DENOMINATORE COMUNE DELLE RELIGIONI ESISTENTI IN EUROPA Il gruppo sulla tematica del “Denominatore Comune delle Religioni esistenti in Europa” si è pian pianino rilevato un gruppo crescente di discussione accesa, al quale hanno partecipato dei rappresentanti di diverse realtà religiose (religioni monoteistiche) e laiche. Nel corso della discussioni la maggior parte dei partecipanti ha fatto presente l’importanza della salvaguardia della propria identità religiosa, oppure laica. Allo stesso tempo è emerso l’assoluta importanza del dialogo interreligioso, dal quale dovrebbe nascere il dialogo “inter- giuridico”. Come fattore essenziale si è rivelato che i DIRITTI CIVILI E CULTURALI DELLA CITTADINANZA devono comunque essere sovrani agli interessi delle singole comunità religiose o laiche.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

9. SVILUPPO E PROMOZIONE DELLE CITTA MONDIALI INTERCULTURALI Per costruire un'Europa di tutte le culture e necessario attivare un processo civile ed istituzionale che sposti l'interesse e la cultura sui temi del progresso umano e della pacifica convivenza civile. Allo scopo e stato prodotto un documento ufficiale da parte del Consiglio d'Europa, Programma Citta Interculturali a seguito dell'evento promosso dal medesimo sulla "fede nelle citta interculturali" che promuove iniziative dedicate alla promozione del programma europeo, con la specificità della costituzione di una identità collettiva volta allo sviluppo sociale e culturale di prossimità in ambito urbano. Costruendo modelli di citta vivibili in cui l'intera comunità si attiva per un solo e unico scopo: il progresso umano e la pacifica convivenza civile, costituendo le Citta Mondiali Interculturali. 10. LA STORIA… E IL FUTURO DELL’EUROPA…

• Per costruire o ricostruire l’Europa del futuro, ci chiederebbe di riconoscere il passato e la storia recente…!!.

• Le politiche e pratiche dei paesi europei nei paesi del terzo mondo, o in via di sviluppo, iniziando dalla prima guerra mondiale e poi la seconda … hanno causato situazioni e percorsi di una tragedia duratura per anni …. Con cui sono nati diversi regimi dittatoriali, guerre interne e esterni … cioè hanno bloccato lo sviluppo eco-sociale e culturale… e ci sono tanti e vari esempi… e l’Iraq un esempio significativo in questo senso…

• E per questo motivo anche era uscito fuori e continua di presentarsi il fenomeno dell’immigrazione…. Voglio dire che uno dei motivi storici del fenomeno sarebbe la storia del colonialismo europeo e dei paesi occidentale… causa del ritardo economico e politico e le guerre civile in vari titoli e nomi….

• Arriviamo a dire che un’Europa del futuro dovrebbe assumere le responsabilità… e avrebbe il dovere, oltra che della necessità, di creare una politica unitaria unica in confronto del fenomeno che sta cambiando come motivi e modi… politica di accoglienze, di inclusione socio- culturale e di integrazione nel senso più ampio…

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

11. OGGI L’ONU HA SENSO ANCORA DI ESISTERE AI FINI DI COOPERAZIONE TRA LE NAZIONI COME PORTATORE DI PACE, VISTA LA PROBLEMATICA ATTUALE DELL’EMIGRAZIONE? Premesso che ci sia la necessità di dar vita ad una Europa Politica oltre che economica, ci si chiede se, per le prese di posizione recenti, in Libia ed in Siria, l’ONU debba ancora esistere. Altra domanda, da porsi, è quella che, non avendo mosso un dito, oltre al fatto di evidenziare la questione umanitaria per i morti in mare, l’ONU sta svolgendo il vero ruolo di portatore di pace nel mondo? Di cosa ha ancora necessità l’ONU per far rispettare i diritti umani? Ecco perché c’è la necessità di avere una UE politica che decida non solo di pescare i morti in mare, perché attualmente manca l’Europa, manca una unione europea.

12. CHE IL PARLAMENTO EUROPEO PRENDA UN’INIZIATIVA PER:

A. INTRODURRE L’INSEGNAMENTO DEI DIRITTI UMANI E FONDAMENTALI NELLE SCUOLE D’OBBLIGO (DALLE ELEMENTARI ALLE SCUOLE SUPERIORI, INCLUSO) – E L’INSEGNAMENTO DELLE LETTERATURE PER L’INFANZIA E LA GIOVENTÙ (ANCHE PER RIDARE IL DIRITTO ALLA FANTASIA ALL’INFANZIA) B. CHE NELLE SCUOLE SI INSEGNI LA MEMORIA STORICA DEGLI STATI E POPOLI EUROPEI PER PRESERVARE L’IDENTITÀ CULTURALE EUROPEA E CHE VI SI INSEGNI COME SI È ARRIVATI ALLA NASCITA DELLA CEE-E POI UE.

A. Non mancano precursori (v. il Cilindro di Ciro, la magna carta, la Costituzione degli USA, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino ecc.), ma il concetto di diritto umano – quale attributo naturale e inalienabile di ogni persona umana - ha assunto una diffusione a livello mondiale dopo gli orrori del genocidio nazista e della seconda guerra mondiale. Da qui, nel ’45 la Carta delle N.U., nel ’48 la Dichiarazione universale dei diritti umani, nel ’66 i due Patti l’uno sui diritti civili e politici, e l’altro sui diritti economici sociali e culturali. L’articolazione internazionale del sistema di tutela dei diritti umani non ha solo una componente internazionale (centrata sulle N.U.) ma ha anche una componente regionale (inter-americana, africana, europea – v. Cedu e Carta sociale – e relativi protocolli - del Consiglio d’Europa, e la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue – ecc.). Non mancano frizioni – peraltro superabili! - tra il mondo islamico e il corpus di diritti umani oggi in vigore (v. possibilità di pene corporali, la libertà religiosa e la libertà di cambiare religione, il diritto di libertà di espressione, il principio di non discriminazione in particolare tra uomo e donna ecc.): secondo alcuni studiosi della cultura islamica superabili, ponendo l’accento su determinati passaggi del Corano, piuttosto che su altri.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

L’insegnamento dei Diritti umani e fondamentali nelle scuole (dalle elementari alle superiori, incluso) può contribuire alla formazione di una cittadinanza attiva e, si spera, al Dialogo inter-religioso, inter-culturale ecc. / a una migliore conoscenza dell’altro / e al rispetto dei Diritti umani. Il dibattito si è concentrato più sui diritti umani che sull’insegnamento delle Letterature per l’infanzia: tutti si son detti favorevoli alla loro introduzione nelle scuole. B. Molti interventi hanno sottolineato l’opportunità – dinanzi al dilagare di nazional-populismi, e dinanzi al timore di questa diversità che avanza, soprattutto ora con l’esodo biblico di migranti e di rifugiati – di rafforzare la conoscenza dell’identità europea.

13.COORDINATE INDISPENSABILI PER UNA SCUOLA INTERCULTURALE: GLOBALIZZAZIONE, PLURALITÀ/INDIVIDUALITÀ, INTENZIONALITÀ, INDISPENSABILE, RESPONSABILITÀ La scuola deve avere consapevolezza di essere uno degli attori di percorso di cittadinanza interculturale: non può agire come “monade”, dovrebbe costruire un ambiente di apprendimento efficace ed allargato. È importante che sviluppi un progetto educativo, organizzato in modo interculturale, con metodologie interculturali e solo alla fine, affronti contenuti interculturali Il progetto educativo va costituito con tutte le componenti della scuola in modo da aiutare una continuità educativa fra scuola, famiglia e comunità; deve tenere conto delle differenze culturali che vi afferiscono e valorizzarle come elemento di ricchezza per la formazione degli alunni ma anche degli adulti e dei membri della comunità. Dovrebbe essere un esempio di democrazia partecipata. L’organizzazione interculturale della scuola dovrebbe essere rispettosa dell’alterità, basata su criteri di flessibilità che tengano in considerazione le differenze di vissuto, di preparazione, di capacità dei singoli alunni (no classi chiuse, no classi per età); la possibilità di utilizzare tutti gli spazi fisici disponibili per responsabilizzare gli studenti sui singoli percorsi, valorizzare la trasversalità di contenuti La metodologia dovrebbe essere mirata a sollecitare domande, a chiarire dubbi, a dare uguale dignità a punti di vista differenti e non esclusivamente a trasmettere conoscenze, come ancora spesso avviene, nonostante la normativa sostenga la focalizzazione sui singoli alunni e non sul “programma”. La formazione a tutti i livelli è un elemento determinante.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

14. INFORMAZIONE – COMUNICAZIONE : “SPAZIO EUROPA CULTURA” Integrare i siti istituzionali o creare ex novo un portale di informazione “Guida delle Culture” nelle tre lingue ufficiali ed esteso poi alle altre lingue. Questo portale-guida raccoglie informazioni base sui paesi EU con integrazioni su usi, costumi e religioni in aggiornamento quotidiano. La piattaforma può essere associabile ad un’app. Telegiornale europeo “Spazio Europa” o “TG EU” con informazioni contestualizzate nelle lingue ufficiali con sottotitoli nelle altre lingue. 15. RELIGIONI E EUROPA Laicità dell'Europa e rispetto dei Diritti Fondamentali prevede il rispetto della dignità e della libertà d'espressione del pluralismo religioso. Una Laicità inclusiva non dovrebbe mai permettere il sentimento o una politica di esclusivismo confessionale, né una politica anticonfessionale (contro le religioni), né una politica a-confessionale (intesa in modo estremo come radicale indifferenza alle identità e alle esigenze dei cittadini di differenti comunità religiose). Occorre inoltre non confondere lo slancio giusto di ricercare ciò che è comune alle diverse culture e religioni con una artificiosa riduzione delle identità e delle sensibilità dei vari credenti e cittadini con un minimo comun denominatore che escluda le specifiche caratteristiche di ogni persona e di ogni comunità e confessione religiosa. La vera sfida, oltre a riconoscere ciò che ci unisce, consiste anche nell'imparare a rispettare le differenze e le sensibilità che ogni autentico rappresentante religioso e cittadino europeo vive. Infine, è decisamente opportuno non associare una identità religiosa ad una cultura straniera (musulmani=immigrati), e tantomeno seguire le esigenze di una comunità religiosa europea con il condizionamento di un problema o di una emergenza (musulmani=terroristi). La libertà religiosa è un diritto in Europa che deve essere salvaguardato senza pretesti per eccezioni e discriminazioni. Il ruolo di autorità religiose europee sensibili al dialogo interreligioso e capaci di sviluppare una relazione con le Istituzioni laiche può rappresentare una mediazione di grande valore per l'orientamento di soluzioni interdisciplinari per l'Europa.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

16. TUTELARE LA CRESCITA E IL RISPETTO DEI VALORI DELLA FAMIGLIA COME CELLULA DI UNA SOCIETÀ DI PACE, MULTICULTURALE E INTERRELIGIOSA E’ NECESSARIO INVESTIRE SULLA FAMIGLIA: Mettere a disposizione una rete di supporto psicologico ai problemi della famiglia (uxoricidio, omicidio, genitori che uccidono i figli, suicidio per problemi economici). Una famiglia sana è la base per una società civile e di benessere per tutti. La società tutela i bisogni dell’individuo e non abbastanza quelli della famiglia, non ci sono sufficienti aiuti e convenzioni per le famiglie, ambedue i genitori devono lavorare e non possono curarsi dei figli. Le famiglie a volte non si rivolgono alle strutture sociali per chiedere aiuto, perché altrimenti gli viene tolta la tutela dei figli. FORMAZIONE del personale ASSISTENTI SOCIALI. Anche nei conflitti tra genitori di culture diverse devono essere tutelati i diritti dei bambini. Proporre corsi di lingua ai genitori stranieri per integrarsi e comunicare con i figli. Proporre programmi educativi nelle scuole al rispetto dei diritti umani e dell’accettazione dell’altro. Apertura alle tradizioni delle famiglie di culture diverse a patto che rispettino i diritti umani (NO INFIBULAZIONE E IMPOSIZIONE del proprio CREDO e TRADIZIONE ai figli, SI a trasmettere i VALORI e le MOTIVAZIONI del PROPRIO CREDO) TUTELARE i Diritti dei Padri Separati a frequentare i propri figli… RIVALUTARE la figura dei NONNI e i loro diritti di frequentare i nipoti soprattutto nei casi di genitori divorziati, quando se il Padre non ha diritti, di conseguenza anche i nonni non ne hanno. Nella separazione la figura dei NONNI diventa ancora più importante per i nipoti come figura di riferimento. Nella famiglia i figli imparano naturalmente dai genitori, formano il loro carattere, ed imparano ad amare, è necessario quindi considerare l’importante ruolo della famiglia nella formazione dei futuri cittadini del Mondo, e proteggere la famiglia come SCUOLA D’AMORE, in visione della realizzazione di una SOCIETA’ SANA. Senza famiglie, non c’è futuro.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

17. QUAL È LA PROPOSTA DELL'EUROPA ALLE RELIGIONI Nel gruppo abbiamo discusso di libertà religiosa - in particolare, delle difficoltà che incontra l'associazionismo religioso appartenente alle confessioni/gruppi di minoranza - e della distanza tra confessioni e istituzioni a livello europeo e nazionale. La disciplina giuridica italiana in materia di libertà religiosa risente degli anni risalendo al 1929 e risulta quanto mai opportuna una nuova legge sulla libertà religiosa. La religione è disciplinata dalla normativa dei singoli Stati. Peraltro, a livello europeo, si intravedono spazi di costruzione di una disciplina comune, che può essere favorita da strumenti come le linee guida, orientate verso il riconoscimento della libertà religiosa. Indispensabile è la collaborazione degli Stati in tale direzione. Ad oggi il gruppo di esperti, costituito in Europa sulla base del modello statunitense, rappresenta solo un primo passo verso la promozione della libertà religiosa che rispetti l'identità religiosa dei gruppi e dei singoli. Si auspica che il documento che produrrà la Commissione Cultura del Parlamento Europeo includa le problematiche legate a questi temi. Si invoca altresì maggior collaborazione delle istituzioni europee e nazionali con il mondo universitario, che si trova a volte delegato a ruolo di supplente all'inerzia dei legislatori. 18. "MUTUA PIACEVOLEZZA" Si propone un videodocumento (documentario) annuale che racconti le potenzialità della diversità europea ed elenchi le metodologie in grado di far cooperare le diversità portando sviluppo e benessere. [Forse anche una serie di piccole clip su un canale youtube] Si propone di integrare tutte le idee nate in questa e nelle future sessioni di Open Space Technology nel documento annuale, come ad esempio l'economia partecipativa o la richiesta dell'istituzione di un ente di formazione e ufficializzazione del mestiere del mediatore. Ma soprattutto raccontare gli equivoci della diversità e di quanto codici diversi come dire ciao e arrivederci con una mano in luoghi diversi si dice in modo opposto, cin cin in cinese significa membro maschile, kangaroo vuol dire cosa vuoi etc. La discussione elenca un numero incredibile di equivoci tra culture molto divertenti che fanno ridere tutti: sono diverse-divertenti Diversità di incomprensioni: in Albania, Serbia, Montenegro, Croazia e in alcuni altri luoghi scuotere la testa può voler dire si invece di no in Finlandia catso merda vuol dire guarda il mare in Ungheria italiano si dice olaforzag per gli stranieri una giornata di pioggia è una bella giornata

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

in Sardegna si ordina per n+1 perché un piatto va a un possibile ospite in alcuni luoghi il naso non si soffia, si tira su, oppure non si fa rumore, o non si usa il fazzoletto, e queste ultime due sono scene disgustose in arabo le cose sono "presso di me", non sono "mie", non c'è il verbo avere "tutto è in prestito da dio", la "libertà" indica "volgarità" e i "kamikaze" sono criminali perché il suicidio è vietato dal corano nell'islam l'amore viene dopo il matrimonio, nasce col tempo, il velo nel corano non esiste, bisogna coprire solo le cosce quando si urina fuori casa e il seno per quei popoli in cui il seno era mostrato in alcune lingue africane non si dice "io vado a Roma" ma "io sono tra quelli che vanno a Roma" oppure si parla con il senso del gruppo come per gli italiani la coppia: "noi viviamo in zona sud a Roma" guardarsi negli occhi significa interesse sessuale prossemiche diverse, etc.. non basta il dialogo ma serve lo scambio diversità sui diritti delle donne ma chi decide quali sono i diritti fondamentali? (vedi libertà) Agape, Rondine associazioni = seminari residenziali a tema (7 giorni nello stesso posto con ruoli condivisi), ragazzi in conflitto con provenienza diversa = i bisogni sono comuni, l'arte è comune = vivendo insieme ci si trasforma e si esperisce la diversità Anche scambiare le ricette è integrazione culturale! Arti! L'arte è comune! Noi esseri umani siamo curiosi, vogliamo sempre sapere le cose degli altri, le persone sono interculturali, ma sono state limitate da qualcuno che gli ha detto chi fa diverso sbaglia! musica porta all'estasi nei sufi, ma alcuni fondamentalisti dicono che porta al diavolo diversità == divertente stessa radice se a me piace la fragola e a te la banana non ti attacco né ti meno se a te piace Gesù invece di Maometto non serve lo stesso aggredire, perché prima avevamo fame di cibo e poi fame di spirito I bisogni sono li stessi, tutti vogliono cibo, riparo, musica, sorrisi, feste tradizionali, colori Lo sbaglio è vedere le cose come giusto o sbagliato, meglio vedere di cosa si ha bisogno La diversità è anche dagli strumenti musicali, in alcune culture non è la musica classica la musica del prestigio La bimba Noa ha interrotto ad esempio il dialogo perché ha avuto bisogno di essere allattata Tutti poi siamo stati attenti alla sua sicurezza quando la mamma parlava

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

Lingua comune è il bisogno è importante anche il diritto di poter dire "non mi piace", come "non mi piace la fragola" Non mangiare animali grandi per rispettare tutte le culture Non violent communication Open Space Technology bilancio partecipato blockchain commons economia partecipativa etc 19. A. DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA; B. TEATRO COME STRUMENTO PER COINVOLGERE I CITTADINI EUROPEI; C. ADVOCACY

a. Implementare canali informativi (giornali, TV, radio) sull’esistenza ed il funzionamento degli istituti di democrazia diretta a livello europeo per incrementare la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell’Unione europea.

b. Teatro legislativo: metodo per simulare problematiche reali e successivamente

sviluppare proposte legislative sui temi messi in scena così creando una rete tra stakeholders e policy-makers.

c. Una volta promosse attività di dibattito e proposte legislative sui temi dell’agenda europea, risulta necessario dare un seguito istituzionale alle istanze proposte mediante campagne di advocacy e lobbying. È importante che queste istanze siano inserite all’interno di un quadro normativo chiaro ed informato ai principi di trasparenza e a tutela dei cittadini.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

20. VOLONTARIATO DIGITALE: INTEGRAZIONE ATTRAVERSO LA DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE DIGITALI Fablab: officina e comunità dell’artigianato digitale, fatta di strumenti e persone. Queste ultime sono volontari qualificati che offrono e mettono a disposizione il loro know-how tecnico ai creativi digitali. I Fablab sono nati negli USA nel 2002 e si sono diffusi a livello mondiale (sono oltre 560), in particolare in Europa (circa 270) e recentemente anche in Italia (oltre 40 dal 2011), parallelamente al movimento dei Makers e delle Start-Up. Sono collegati tramite un network, accreditato dalla Fablab Foundation, attraverso il quale condividono esperienze, know-how, formazione ed eventi. Il Fablab è una palestra di skills dove ognuno può imparare, condividere idee e generare progetti innovativi che coniugano artigianato digitale con quello tradizionale. In questi primi anni i Fablab hanno reso possibile personalizzare prodotti artigianali ad un costo contenuto grazie ai volontari e al loro equipaggiamento standard tecnologico. Ne abbiamo fatta di strada da quando si stampavano grafiche su magliette: oggi si possono realizzare mobili personalizzati. I Fablab come comunità aperta possono essere di grande aiuto nell’integrazione e nella formazione di quanti cercano in Europa la loro forma di espressione e possibilità di realizzarsi. In particolare le nuove culture possono costituire un bacino di idee e creatività che grazie all’interazione con i volontari digitali e la collaborazione degli imprenditori locali si concretizzi in nuovi prodotti nel mercato digitale, tuttora in espansione, e, in generale, in nuove opportunità nel mercato occupazionale europeo. Tale idea strategica è in linea con gli obiettivi dei programmi europei:

- Europa Creativa: valorizzare il mix delle culture in un’ottica innovativa; - Erasmus plus: facilitare la circolazione di persone e idee valorizzando in primis il

network europeo dei FabLab, e, indirettamente, il network mondiale; - Horizon 2020: sviluppare nuovi prodotti ad alto livello tecnologico favorendo

l’integrazione e l’occupazione dei “nuovi europei”. Per perseguire tali obiettivi si propone:

- di far riconoscere istituzionalmente dalla UE i FabLab come organismi di sviluppo e integrazione locale;

- di promuovere i FabLab a livello locale ed europeo, come network; - di facilitare il coordinamento con l’imprenditoria al fine di una maggiore

collaborazione nella ricerca e formazione del personale.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

21. SI E’ DISCUSSO DI:

1. L’EUROPA PRONTA ALLA DOMANDA: COSTRUIRE UN EUROPA DI TUTTE LE CULTURE? IL PUNTO CENTRALE ERA IL PUNTO INTERROGATIVO “?”

2. IDENTITÀ CULTURALE DI OGNI PAESE EUROPEO. 3. LA POLITICA IN ITALIA TRA CREDIBILITÀ E PARTECIPAZIONE. 4. RACCONTI STORICI SU L’ACCETTAZIONE DELL’ALTRO. 5. LE GUERRE NEL MEDIO ORIENTE TRA SOFFERENZE E PROBLEMI.

Una volta per girare in Europa avevamo bisogno di un passaporto con il visto stampato, oggi noi europee possiamo andare ovunque in Europa senza questo obbligo. Perché non abbattiamo le frontiere tra le diverse culture nel mondo? Abbiam discusso dell’identità dell’altro che giunge nel nostro paese: chi è? Perché mi fa paura? I nostri dibattiti debbono essere sempre superficiale (le donne musulmane coprano la testa e il viso), meglio discutere del rapporto che posso stabilire con la donna musulmana in quanto donna, persona. La parola integrazione non risponde all’accoglienza: dov’è è scritto che l’altro dovrebbe fare parte della mia cultura e non mantenere la sua convivendo insieme. La posto dell’integrazione bisogna parlare di convivenza. in che modo? Il ruolo delle comunicazione; Tv, giornale, network. 22. LA COSTRUZIONE DEL MODELLO INTERCULTURALE CHE TENGA CONTO DELLE IDENTITÀ IN PARTICOLARE ALLA LUCE DELLA SECONDA GENERAZIONE DI CITTADINI DI ORIGINE STRANIERA Ci siamo interrogati su alcuni temi e parole: identità nella sua eccezione di identità europea ci siamo riconosciuti in quanto dichiarato dai documenti ufficiali come: spazio dei diritti e della pace, ma benché sia una dimensione importante non esaurisce il concetto di identità europea che si presenta come un concetto fluido, e che potremmo declinare come identità individuale, di comunità religiosa, quindi l’identità si presenta come un concetto che presenta varie sfaccettature. Identità rispetto alla cultura. Il gruppo ha discusso molto su cosa consiste la cultura se si possa parlare di una cultura europea o no! Si è pervenuti alla conclusione che mentre possiamo, in quanto europei costruire un bagaglio di conoscenze proprie di un patrimonio cultuale europeo allo stesso modo non possiamo parlare di una cultura europea ma di CULTURE.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

Identità rispetto al diritto. Il diritto può fornire un valido contributo perché può fornire un quadro in cui le identità diverse siano rispettate ma non è sufficiente, in particolare non si può prescindere dalla, ma neanche ricondurla alla, dimensione religiose, per questo il gruppo a condiviso che non si possa in Europa dar vita a un modello anti - religioso o a- religioso quindi ne contro le religioni e l’aspetto spirituale ne relegarlo a una dimensione puramente privata. L’identità non può essere usata come una forma di rivendicazione, il gruppo respinge questo uso. Europa. L’Europa si propone come un modello aperto, attrattivo e che presenta valori importanti ai quali molti migranti fanno riferimento e che li spinge a migrare verso il nostro continente: ascolto, stato di diritto, libertà personali rispetto dei diritti fondamentali, ma bisogna evitare l’eurocentrismo, quindi considerare e guardare alla complessità geografica e al pluricentrismo della produzione culturale, filosofica e del diritto…. Modello europeo è un modello aperto dove si esercita una continua contaminazione culturale e dove la laicità deve contribuire ad abbattere muri per costruire un ambito interculturale e di dialogo, una laicità NO laicismo, in particolare il gruppo ha espresso la sua contrarietà al modello francese ma anche a quello tedesco. Il primo perché non rispetta le identità plurime e il secondo perché confonde i piani giungendo di fatto a concepire le comunità e le identità religiose come un tutt’uno (esperienza della comunità turca\ musulmana per cui si è identificato la comunità turca con la religione arrivando a concludere degli accordi con la Turchia regolando l’ambito religioso). Ciò che invece deve essere adottato è un concetto di laicità inclusiva che rispetti le differenze e unisca le diversità, l’Italia su questo potrebbe insegnare molto con il sistema degli accordi tra comunità religiose e istituzioni statuali. Infine la costituzione italiana e i padri fondatori quali il pensiero Lapiriano possono aiutare molto nella costruzione e nell’evoluzione del modello europeo dove invece, rispetto alle decisioni della corte europea sembra prevalere il modello francese. Formazione interculturale: la formazione deve partire dal vissuto di ognuno, dalla determinazione della propria identità per costruire un processo di riconoscimento dell’altro e dell’altrui identità, attraverso l’elaborazione dello shock culturale che ognuno di noi ha provato nell’incontro con l’altro, questo principio condiviso dalla maggioranza ha però evidenziato un elemento di criticità, di cui si deve tener conto, che il proprio vissuto sia il frutto di paure, forme di discriminazioni di cui si è sofferto poiché ciò determina rabbia, quindi in questi casi anche il proprio vissuto deve essere riletto e rielaborato. Proposte:

• maggiore unità politica e maggiore ruolo delle istituzioni europee. • Creazione di una commissione alla presenza delle diverse fedi presenti in Europa

come luogo di confronto su cui costruire e saldare principi europei. • Sul tema dell’introduzione delle radici giudaico cristiane nella costituzione non si

è raggiunto l’unanimità anche se prevaleva il principio di non includerlo nella costituzione se ciò rappresenta un ostacolo alla costruzione e il rafforzamento dell’unione Europea, bensì si è ritenuto più importante che l’Europa faccia propria un principio di laicità che non neghi o escluda le religioni.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

23. STRUMENTI DI INTEGRAZIONE OLTRE LA SUSSISTENZA

• Rivedere il concetto di integrazione inteso come rapporto tra “due persone alla pari” che condividono il benessere comune; con riferimento al fenomeno delle migrazioni attuali ripensare all’immigrato come una risorsa piuttosto che un peso. Coloro che arrivano sulle nostre coste sono Uomini come noi, con la sola differenza che noi siamo nati nella parte “fortunata” del mondo.

• Necessità di un modello di integrazione graduale volto ad evitare l’imposizione di nostri modelli: tra l’accoglienza nel campo profughi e l’integrazione “ad alti livelli” non c’è un percorso graduale;

• L’accoglienza di persone straniere potrebbe costituire una fonte non indifferente di risorse economiche.

Cosa proponiamo:

• Conoscenza dei fondi europei destinati ad attività inclini a promuovere l’integrazione interculturale. Dal nostro dibattito è emerso che è necessario ottimizzare la fruizione di tali fondi ovvero rendere maggiormente trasparenti e accessibili i bandi di gara a tutti i soggetti interessati.

• ottimizzare la gestione dei fondi da parte del singolo soggetto che li riceve nel rispetto dei termini previsti e per le finalità per cui sono stati stanziati.

• Rendere maggiormente trasparenti le modalità tramite le quali i fondi vengono assegnati dall’Europa e gestiti dai soggetti che li ricevono ed implementare l’efficienza dei controlli durante l’iter di assegnazione degli stessi e la rispondenza dei risultati da raggiungere.

• Semplificare i requisiti di selezione richiesti per l’accesso ai fondi dal team di lavoro per la realizzazione del progetto finalizzato all’integrazione culturale.

• Integrare nei curricula scolastici alcune ore di insegnamento finalizzate al dialogo interculturale e interreligioso.

• Creazione di un osservatorio interculturale locale (cittadino) che raccolga la voce dei cittadini affinché le iniziative degli stessi arrivino alle istituzioni eruopee.

Come costruire un'Europa di tutte le culture? – Roma, 24 settembre 2015

24. COME SOSTENERE LA FORMAZIONE DELL’UOMO PLANETARIO: QUALE SCUOLA, QUALE DOCENTE, QUALI CONTENUTI? L’uomo planetario è un dato di realtà di cui acquisire consapevolezza per passare dalla multiculturalità all’interculturalità come scelta personale e sociale. La globalizzazione è occasione preziosa per comprendere che siamo tutti uniti da un unico destino (Indicazioni nazionali 2012). Alle domande sono seguite alcune riflessioni di fondo. Quale scuola?

- Ogni scuola, indipendentemente dalla presenza di alunni stranieri, ha la responsabilità di elaborare un curricolo interculturale;

- La proposta formativa deve essere orientata sempre alla formazione di mentalità aperte alla diversità e di apprezzamento delle diverse culture.

Sarebbe importante lavorare nell’ottica della formazione permanente con particolare cura per quella degli adulti troppo spesso condizionati da pregiudizi e stereotipi difficili da destrutturare. Quale docente? A tale riguardo sarebbe opportuno:

- diffondere il profilo dell’insegnante europeo delineato nei documenti del Parlamento europeo;

- prevedere nella formazione iniziale e in servizio degli specifici laboratori interculturali anche in riferimento alla didattica delle discipline.

Quali contenuti? In merito a questo aspetto è emersa l’esigenza di riconsiderare la radice interculturali dei saperi come ambito di promozione della cultura dell’interscambio. Ogni sapere, scientifico o umanistico è frutto di un meticciamento (Es. Sistema numerico...) Ogni sapere, secondo il gruppo dovrebbe essere considerato un “Dono” interculturale. L’integrazione dei saperi è punto di forza nella formazione dell’uomo planetario impegnato in un processo complesso, graduale e intenzionale di miglioramento di sè e del mondo attraverso il confronto e la gestione positiva dei conflitti.


Recommended