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~Come un metronomo · 2018. 6. 2. · gno con il maestro Andr s Schiff al pianoforte, per il ci-clo...

Date post: 29-Jan-2021
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Corriere Fiorentino Martedì 29 Maggio 2018 FI 13 così tante da costringere il viaggiatore a tenere la testa al- l’insù. Una sosta sull’Arno e poi verso Por Santa Maria e Pa- lazzo Vecchio («Non dimenti- cherò mai il brivido che mi scosse quando, nel cortile di Palazzo Vecchio, del tutto ina- spettato, i miei occhi furono attratti da una lapide»). Da piazza Signoria a piazza San Firenze il percorso è breve, ideale per proseguire verso via del Proconsolo fino a piazza del Duomo e piazza San Gio- vanni. Ma anche un passaggio da via de’ Cerchi, da piazza de’ Cimatori o dalla Casa di Dante, ma specialmente da via del Corso a mangiare uno dei sei giornalieri bomboloni alla crema (nei primi anni fioren- tini tanta era la fame e poche erano le risorse economiche, che quello era l’unico pasto dall’alba al tramonto), per fi- nire a via Calzaiuoli e via degli Speziali prima di arrivare a piazza del Duomo e piazza San Giovanni. E ancora prendere Borgo SS. Apostoli, via Torna- buoni, via Strozzi, via Roma, qualche volta deviando lonta- no verso Borgo de’ Greci al- l’Arco di San Pierino (altro luogo buono per i bombolo- ni), oppure verso via de’ Lam- berti e via dell’Oche e via dei Tavolini, e convergere come sempre a piazza San Giovanni, da cui una linea retta si dipar- te con via Cavour, da dove si devia in via degli Alfani e si ar- riva alfine all’amato Conserva- torio. Lo scandire regolare dei passi — e del tempo — lo por- tano qua e là, fra le possibili varianti del giornaliero per- corso di 6000 passi, prima di arrivare a piazza San Giovanni dove, come un’epifania, com- pare sulla facciata della Mise- ricordia la lapide della pre- ghiera da lui più amata, quella in cui Dante celebra le parole di san Bernardo per dare ini- zio al XXXIII canto del Paradi- so. Terzine fatte di ossimori in quella che è forse la preghiera più bella che mai uomo abbia scritto: «Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio». Al pomeriggio, invece, o sul far della sera, c’è un percorso più breve attorno a casa, da ri- petere più volte per comporre l’ora esatta della passeggiata, che dalla casa di via Romana arriva alla chiesa di San Felice in Piazza e dunque a via Mag- gio, giù per via di Santo Spiri- to fino alla straduzza di via de’ Coverelli che s’affaccia sull’in- canto di Lungarno Guicciardi- ni, da dove per piazza Fresco- baldi si torna a casa. E si rico- mincia. *Presidente del Centro Studi Luigi Dallapiccola © RIPRODUZIONE RISERVATA Culture Yoko Ono al Centro Pecci di Prato per il progetto «Dream» Undici cartelli di «rigenerazione urbana» disegnati da vari artisti Yoko Ono invita i pratesi a sognare di più. C’è anche lei, l’artista giapponese vedova di John Lennon, tra i protagonisti delle «azioni di rigenerazione urbana e sociale» di Prato curati dal Centro Pecci e Fondazione Bonotto. Dal primo giugno in varie zone della città inizieranno a comparire undici cartelli del progetto «Dream» di Yoko Ono, che lei stessa presenterà nell’area del Macrolotto zero, la chinatown pratese. Uno di questi sarà esposto anche al Centro Pecci. Le scritte sono un invito ad abitanti e passanti a sognare e immaginare nuove chiavi di lettura della realtà. Le installazioni fanno parte del progetto «Rigenerazione Pop» finanziato dalla Regione. La storia Il Maggio gli ha dedicato un vero e proprio festival (il clou l’opera del 19 giugno) Il compositore tutti i giorni andava in Conservatorio lungo vari percorsi, che lo ispiravano... Dallapiccola in 6.000 passi Luigi Dallapiccola e sullo sfondo il Palagio di Parte Guelfa Come un metronomo Ogni giorno contava le sue falcate con calcoli utili a costruire la serie dodecafonica che in quel periodo gli occupava la mente per i suoi brani I percorsi che tutti i giorni faceva Luigi Dallapiccola per raggiungere il Conservatorio dalla sua casa di via Romana di Mario Ruffini* Ogni giorno Luigi Dallapic- cola faceva dalla sua casa di via Romana una passeggiata di 6000 passi per Firenze, di un’ora esatta, contando metri- camente ognuno di quei passi o con i versi di Dante, o con calcoli utili a costruire la serie dodecafonica che in quel peri- odo gli occupava la mente per il brano in corso d’opera. Passi che in totale solitudine scandi- vano il ritmo dei suoi pensieri come un metronomo in- teriore: regola e di- sciplina, nella mu- sica come nella vi- ta. Possedeva una mente musico-ma- tematica che aveva qualcosa di mania- cale. Un’esattezza che ritroviamo an- che nelle sue com- posizioni: Volo di notte , per esem- pio, «si compone di mille battute e dura un’ora»; Parole di San Paolo di cento battute. È sempre la ma- tematica di Bach la stella pola- re, con le note che compongo- no il suo nome — Sib-La-Do- Si — e fanno da invisibile tra- ma a molte delle composizioni dallapiccoliane. Quei 6000 passi sono conse- guenza della spasmodica ve- nerazione del numero e di una ferrea costanza nella vita. La scoperta di Firenze, spe- cie nei primi anni, è una ini- ziazione alla storia e alla bel- lezza della città. «Nel maggio del 1922 — avevo 18 anni — ar- rivai a Firenze. Per noi Dante non era soltanto Il Poeta: era un simbolo». Un culto che lo segue nel trasferimento dal- l’Istria, con le epigrafi dante- sche poste sui palazzi fiorenti- ni lo guidano alla scoperta della sua nuova città: Dante era primo nel suo quotidiano commercio con la parola. La riflessione sul sommo poeta era incessante: Dallapiccola si chiedeva per esempio se il su- premo «Iri da Iri» (Paradiso, XXXIII, 118) non fosse passibi- le di un’interpretazione con- trappuntistica. Dante, a cui tutto tende, imprescindibile e solida radice della propria ita- lianità: una fortezza culturale che il composi- tore aveva impa- rato ad amare grazie a suo pa- dre, e che ora ri- trova a Firenze, dove arriva an- che grazie a quel preciso richia- mo. Al mattino, dalla casa di via Romana 34 in direzione del Conservatorio di Musica, cioè piazza San Mar- co, i passi lo conducono dap- prima nella sua chiesa di San Fe- lice in piazza per una sosta sotto la Croce giotte- sca, dove immancabilmente il suo dubbio teologico fa capo- lino con le parole di Goethe: «Ist’s möglich?» (È possibi- le?), poi costeggiando Palazzo Pitti e il suo bugnato. Quindi, dopo aver percorso via Guic- ciardini, l’arrivo a Ponte Vec- chio dove al centro, sotto le ar- cate, trova la sua prima lapide dantesca. Chissà se, ferman- dosi a quella lapide non abbia qualche volta ripetuto «How life begins», come aveva escla- mato a Trieste scoprendo il Trattato di Armonia di Arnold Schönberg. Da questo punto, ogni gior- no un percorso diverso, di vol- ta in volta mutato a seconda delle tante lapidi dantesche da osservare sulle case-torri che costellano il centro della città, E Mehta non sarà sul podio. Al suo posto Jurovski Il maestro, in convalescenza, non dirigerà «Il Prigioniero». Ha ancora bisogno di un periodo di riposo Da sapere La prima de «Il Prigioniero» di Luigi Dallapiccola è in programma al Maggio il 19 giugno (repliche 21 e 23) Zubin Mehta non potrà dirigere l’opera al suo posto ci sarà Mikahil Jurovski Il maestro Zubin Mehta Sarà il maestro russo Mikhail Jurowski a sostituire Zubin Mehta sul podio del- l’Orchestra del Maggio dal 19 giugno per l’opera Il Prigio- niero di Lugi Dallapiccola e i Quattro pezzi sacri di Giusep- pe Verdi. Il maestro Mehta ha già dovuto assentarsi dai pal- coscenici per motivi di salute in quattro concerti ravvicinati ad aprile scorso, sempre so- stituito da Jurowski in due oc- casioni e poi dal pianista e di- rettore Vladimir Ashkenazy in altre due date fiorentine oltre che per la recente tournée a Barcellona. Sicuramente non sarà in te- atro per dirigere l’attesa mes- sinscena dell’opera di Dalla- piccola, momento clou del fe- stival «Dallapiccola torna in città» ideato da Mario Ruffini all’interno dello stesso festival del Maggio Musicale Fiorenti- no. Ed è ancora incerta la sua presenza per le altre date in programma nelle prossime settimane nel cartellone del Festival: quella che lo dovreb- be vedere al fianco del percus- sionista Simone Bruno del 22 giugno, per eseguire gli Spe- aking Drums, quattro poemi per percussioni soliste e or- chestra di Peter Eötvös su ver- si di Sándor Weöres e Jayade- va, e quelle del 28 e del 30 giu- gno con il maestro András Schiff al pianoforte, per il ci- clo dedicato a Dmitrij So- stakovic. La storica bacchetta del Maggio Musicale, che da oltre trent’anni guida e dà lustro al- l’orchestra fiorentina in tutto il mondo, ha bisogno di ripo- so e necessita di alcuni mesi di convalescenza tranquilla e priva di stress, ma cionono- stante non sono mancate di- scussioni e polemiche a se- guito di una fotografia che po- che settimane fa lo ritraeva di- magrito e invecchiato. Tra marzo e aprile ha dovuto pri- ma annullare le esibizioni previste a Milano, Palermo e Monaco, poi anche le date di tanta da Zubin Mehta, lo at- tende alla fine di questo peri- odo di cure e riposo. Come ricorda sempre il suo storico primo violino oggi in pensio- ne, Yehezkel Yerushalmi: «Ognuno di noi è una parte di lui e da lui ha preso qualcosa. Chi il movimento di una ma- no, chi un’occhiata, quel suo volerci sempre tenere gli oc- chi negli occhi, chi un gesto. Se ci guardi tutti insieme, vedi lui. Come fossimo pezzi di un puzzle. La somma dell’orche- stra del Maggio è una molti- plicazione del maestro Mehta». E.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA Firenze per il ciclo Cajkovskij- Stravinskij. La «sua» orchestra, ora passata nelle mani del nuovo direttore principale Fabio Lui- si, ma creata, plasmata, for- giata a partire dagli anni Ot- Continuano gli appuntamenti della rassegna «Luigi Dallapiccola torna in città», iniziativa del Centro Studi che porta il suo nome e del Teatro del Maggio Musicale. Un vero e proprio festival, fatto di concerti, incontri, conversazioni con il coinvolgimento delle principali istituzioni cittadine. Il clou a giugno con la messa in scena de «Il prigioniero» al Maggio. Pubblichiamo un intervento del presidente del Centro Studi Mario Ruffini che racconta la passeggiata che ogni giorno il maestro faceva in città. 1 via dei Tornabuoni via Calzaiuoli via del Proconsolo Santa Maria Novella Ponte Vecchio DUOMO piazza della Repubblica piazza della Signoria L’Ego via Romana piazza Santa Croce via Ricasoli Conservatorio Cherubini via Por Santa Maria Borgo dei Greci piazza S. Giovanni Inizio e fine percorso Percorsi alternativi 2 3 1
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  • Corriere Fiorentino Martedì 29 Maggio 2018 FI13

    così tante da costringere ilviaggiatore a tenere la testa al-l’insù. Una sosta sull’Arno epoi verso Por Santa Maria e Pa-lazzo Vecchio («Non dimenti-cherò mai il brivido che miscosse quando, nel cortile diPalazzo Vecchio, del tutto ina-spettato, i miei occhi furonoattratti da una lapide»). Dapiazza Signoria a piazza SanFirenze il percorso è breve,

    ideale per proseguire verso viadel Proconsolo fino a piazzadel Duomo e piazza San Gio-vanni. Ma anche un passaggioda via de’ Cerchi, da piazza de’Cimatori o dalla Casa di Dante,ma specialmente da via delCorso a mangiare uno dei seigiornalieri bomboloni allacrema (nei primi anni fioren-tini tanta era la fame e pocheerano le risorse economiche,che quello era l’unico pastodall’alba al tramonto), per fi-nire a via Calzaiuoli e via degliSpeziali prima di arrivare apiazza del Duomo e piazza SanGiovanni. E ancora prendereBorgo SS. Apostoli, via Torna-buoni, via Strozzi, via Roma,qualche volta deviando lonta-no verso Borgo de’ Greci al-l’Arco di San Pierino (altroluogo buono per i bombolo-ni), oppure verso via de’ Lam-berti e via dell’Oche e via dei Tavolini, e convergere comesempre a piazza San Giovanni,da cui una linea retta si dipar-te con via Cavour, da dove sidevia in via degli Alfani e si ar-riva alfine all’amato Conserva-torio.

    Lo scandire regolare deipassi — e del tempo — lo por-tano qua e là, fra le possibilivarianti del giornaliero per-corso di 6000 passi, prima di arrivare a piazza San Giovannidove, come un’epifania, com-pare sulla facciata della Mise-ricordia la lapide della pre-ghiera da lui più amata, quellain cui Dante celebra le paroledi san Bernardo per dare ini-zio al XXXIII canto del Paradi-so. Terzine fatte di ossimori inquella che è forse la preghierapiù bella che mai uomo abbiascritto: «Vergine Madre, figliadel tuo figlio, umile e alta piùche creatura, termine fissod’etterno consiglio».

    Al pomeriggio, invece, o sulfar della sera, c’è un percorsopiù breve attorno a casa, da ri-petere più volte per comporrel’ora esatta della passeggiata,che dalla casa di via Romanaarriva alla chiesa di San Felicein Piazza e dunque a via Mag-gio, giù per via di Santo Spiri-to fino alla straduzza di via de’Coverelli che s’affaccia sull’in-canto di Lungarno Guicciardi-ni, da dove per piazza Fresco-baldi si torna a casa. E si rico-mincia.

    *Presidente del Centro Studi Luigi Dallapiccola

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Culture Yoko Ono al Centro Pecci di Prato per il progetto «Dream»Undici cartelli di «rigenerazione urbana» disegnati da vari artisti Yoko Ono invita i pratesi a sognare di più. C’è anche lei, l’artista giapponese vedova di John Lennon, tra i protagonisti delle «azioni di rigenerazione urbana e sociale» di Prato curati dal Centro Pecci e Fondazione Bonotto. Dal primo giugno in varie zone della città inizieranno a comparire undici cartelli del progetto «Dream» di

    Yoko Ono, che lei stessa presenterà nell’area del Macrolotto zero, la chinatown pratese. Uno di questi sarà esposto anche al Centro Pecci. Le scritte sono un invito ad abitanti e passanti a sognare e immaginare nuove chiavi di lettura della realtà. Le installazioni fanno parte del progetto «Rigenerazione Pop» finanziato dalla Regione.

    La storia Il Maggio gli ha dedicato un vero e proprio festival (il clou l’opera del 19 giugno) Il compositore tutti i giorni andava in Conservatorio lungo vari percorsi, che lo ispiravano...

    Dallapiccola in 6.000 passi

    Luigi Dallapiccola e sullo sfondo il Palagio di Parte Guelfa

    Come un metronomoOgni giorno contava le sue falcate con calcoli utili a costruire la serie dodecafonica che in quel periodo gli occupava la mente per i suoi brani

    I percorsi che tutti i giorni faceva Luigi Dallapiccola per raggiungere il Conservatorio dalla sua casa di via Romana

    di Mario Ruffini*

    Ogni giorno Luigi Dallapic-cola faceva dalla sua casa di viaRomana una passeggiata di6000 passi per Firenze, diun’ora esatta, contando metri-camente ognuno di quei passio con i versi di Dante, o concalcoli utili a costruire la seriedodecafonica che in quel peri-odo gli occupava lamente per il branoin corso d’opera.Passi che in totalesolitudine scandi-vano il ritmo deisuoi pensieri comeun metronomo in-teriore: regola e di-sciplina, nella mu-sica come nella vi-ta.

    Possedeva unamente musico-ma-tematica che avevaqualcosa di mania-cale. Un’esattezzache ritroviamo an-che nelle sue com-posizioni: Volo dinotte, per esem-pio, «si componed i m i l l e b a t t u te e d u r aun’ora»; Parole di San Paolo dicento battute. È sempre la ma-tematica di Bach la stella pola-re, con le note che compongo-no il suo nome — Sib-La-Do-Si — e fanno da invisibile tra-m a a m o l t e d e l l ecomposizioni dallapiccoliane.Quei 6000 passi sono conse-guenza della spasmodica ve-nerazione del numero e di

    una ferrea costanza nella vita. La scoperta di Firenze, spe-

    cie nei primi anni, è una ini-ziazione alla storia e alla bel-lezza della città. «Nel maggiodel 1922 — avevo 18 anni — ar-rivai a Firenze. Per noi Dantenon era soltanto Il Poeta: eraun simbolo». Un culto che losegue nel trasferimento dal-l’Istria, con le epigrafi dante-sche poste sui palazzi fiorenti-ni lo guidano alla scopertadella sua nuova città: Danteera primo nel suo quotidianocommercio con la parola. Lariflessione sul sommo poetaera incessante: Dallapiccola sichiedeva per esempio se il su-premo «Iri da Iri» (Paradiso,XXXIII, 118) non fosse passibi-le di un’interpretazione con-trappuntistica. Dante, a cuitutto tende, imprescindibile esolida radice della propria ita-lianità: una fortezza culturale

    che il composi-tore aveva impa-rato ad amaregrazie a suo pa-dre, e che ora ri-trova a Firenze,dove arriva an-che grazie a quelpreciso richia-mo.

    Al mattino,dalla casa di viaRomana 34 indirezione delConservatorio diM u s i c a , c i o èpiazza San Mar-co , i p a s s i l oconducono dap-prima nella suachiesa di San Fe-lice in piazza per

    una sosta sotto la Croce giotte-sca, dove immancabilmente ilsuo dubbio teologico fa capo-lino con le parole di Goethe:«Ist’s möglich?» (È possibi-le?), poi costeggiando PalazzoPitti e il suo bugnato. Quindi,dopo aver percorso via Guic-ciardini, l’arrivo a Ponte Vec-chio dove al centro, sotto le ar-cate, trova la sua prima lapidedantesca. Chissà se, ferman-

    dosi a quella lapide non abbiaqualche volta ripetuto «Howlife begins», come aveva escla-mato a Trieste scoprendo ilTrattato di Armonia di ArnoldSchönberg.

    Da questo punto, ogni gior-no un percorso diverso, di vol-ta in volta mutato a secondadelle tante lapidi dantesche daosservare sulle case-torri checostellano il centro della città,

    E Mehta non sarà sul podio. Al suo posto Jurovski Il maestro, in convalescenza, non dirigerà «Il Prigioniero». Ha ancora bisogno di un periodo di riposo

    Da sapere

    La prima de «Il Prigioniero» di Luigi Dallapiccola è in programma al Maggio il 19 giugno (repliche 21 e 23)

    Zubin Mehta non potrà dirigere l’opera al suo posto ci sarà Mikahil Jurovski

    Il maestroZubin Mehta

    S a r à i l m a e s t ro r u s s oMikhail Jurowski a sostituireZubin Mehta sul podio del-l’Orchestra del Maggio dal 19giugno per l’opera Il Prigio-niero di Lugi Dallapiccola e iQuattro pezzi sacri di Giusep-pe Verdi. Il maestro Mehta hagià dovuto assentarsi dai pal-coscenici per motivi di salutein quattro concerti ravvicinatiad aprile scorso, sempre so-stituito da Jurowski in due oc-casioni e poi dal pianista e di-rettore Vladimir Ashkenazy inaltre due date fiorentine oltreche per la recente tournée aBarcellona.

    Sicuramente non sarà in te-atro per dirigere l’attesa mes-

    sinscena dell’opera di Dalla-piccola, momento clou del fe-stival «Dallapiccola torna incittà» ideato da Mario Ruffiniall’interno dello stesso festivaldel Maggio Musicale Fiorenti-no. Ed è ancora incerta la suapresenza per le altre date inprogramma nelle prossimesettimane nel cartellone delFestival: quella che lo dovreb-be vedere al fianco del percus-sionista Simone Bruno del 22giugno, per eseguire gli Spe-aking Drums, quattro poemiper percussioni soliste e or-chestra di Peter Eötvös su ver-si di Sándor Weöres e Jayade-va, e quelle del 28 e del 30 giu-gno con il maestro András

    Schiff al pianoforte, per il ci-clo dedicato a Dmitrij So-stakovic.

    La storica bacchetta delMaggio Musicale, che da oltretrent’anni guida e dà lustro al-l’orchestra fiorentina in tutto il mondo, ha bisogno di ripo-so e necessita di alcuni mesidi convalescenza tranquilla e priva di stress, ma cionono-stante non sono mancate di-scussioni e polemiche a se-guito di una fotografia che po-che settimane fa lo ritraeva di-magrito e invecchiato. Tramarzo e aprile ha dovuto pri-ma annullare le esibizionipreviste a Milano, Palermo eMonaco, poi anche le date di

    tanta da Zubin Mehta, lo at-tende alla fine di questo peri-odo di cure e riposo. Come ricorda sempre il suo storicoprimo violino oggi in pensio-ne, Yehezkel Yerushalmi:«Ognuno di noi è una parte dilui e da lui ha preso qualcosa.Chi il movimento di una ma-no, chi un’occhiata, quel suovolerci sempre tenere gli oc-chi negli occhi, chi un gesto.Se ci guardi tutti insieme, vedilui. Come fossimo pezzi di unpuzzle. La somma dell’orche-stra del Maggio è una molti-p l i ca z i o n e d e l m a e s t roMehta».

    E.S.© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Firenze per il ciclo Cajkovskij-Stravinskij.

    La «sua» orchestra, orapassata nelle mani del nuovodirettore principale Fabio Lui-si, ma creata, plasmata, for-giata a partire dagli anni Ot-

    Continuano gli appuntamenti della rassegna «Luigi Dallapiccola torna in città», iniziativa del Centro Studi che porta il suo nome e del Teatro del Maggio Musicale. Un vero e proprio festival, fatto di concerti, incontri, conversazioni con il coinvolgimento delle principali istituzioni cittadine. Il clou a giugno con la messa in scena de «Il prigioniero» al Maggio. Pubblichiamo un intervento del presidente del Centro Studi Mario Ruffini che racconta la passeggiata che ogni giorno il maestro faceva in città.

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    via deiTornabuoni via

    Calzaiuoli

    via delProconsolo

    SantaMariaNovella

    PonteVecchio

    DUOMO

    piazzadella

    Repubblica

    piazzadella

    Signoria

    L’Eg

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    via Romana

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    ConservatorioCherubini

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    Borgodei Greci

    piazzaS. Giovanni

    Inizio e fine percorso Percorsi alternativi

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