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Compendio di Economia politica  · Compendio di 4 Economia politica Capitolo 2 Il comportamento dei...

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www.moduli.maggioli.it Vincenzo Di Vita Compendio di Economia politica Microeconomia e Macroeconomia per esami e concorsi pubblici Tutti gli argomenti oggetto delle prove d’esame
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Vincenzo Di Vita

Compendio di

Economia politicaMicroeconomia e Macroeconomia per esami e concorsi pubblici

Tutti gli argomenti oggetto delle prove d’esame

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Finito di stampare nel mese di marzo 2011dalla Litografia Titanlito s.a.

Dogana (Repubblica di San Marino)

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Parte I

Microeconomia:

lo studio del comportamento dei consumatori

e delle imprese

Capitolo 1

Il comportamento dei consumatori: domanda individuale

e domanda di mercato

1.1 Principi della teoria del consumo ........................................

1.2 Nozione di utilità .................................................................

1.3 Scelta di consumo nel caso di un solo bene ........................

1.4 Pendenza negativa della curva di domanda ........................

1.5 Effetto reddito ed effetto sostituzione ................................

1.6 Scelta nel caso di più beni ...................................................

1.7 Domanda di mercato ...........................................................

1.8 Effetti della variazione del reddito ......................................

1.9 Effetti sulla domanda del bene della variazione dei prezzi di

altri beni ..............................................................................

1.10 Elasticità ..............................................................................

1.11 L’elasticità della domanda rispetto al reddito e l’elasticità

incrociata .............................................................................

APPENDICE MATEMATICA

Dimostrazione geometrica della condizione di scelta del Consu-

matore ............................................................................................

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Indice generale

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Compendio di

Economia politica4

Capitolo 2

Il comportamento dei produttori dei beni e dei servizi: le imprese e la

tecnologia di produzione

2.1 Le imprese e gli imprenditori ..............................................

2.2 Il processo di produzione delle imprese .............................

2.3 Il profitto aziendale .............................................................

2.4 La funzione di produzione: rendimenti di scala e produttivi-

tà dei fattori .........................................................................

2.4.1 Rendimenti di scala e produttività dei fattori ............

2.4.2 La legge della produttività marginale decrescente ...

2.5 Breve e lungo periodo .........................................................

2.6 Scelta della quantità del fattore produttivo da utilizzare nel

breve periodo ......................................................................

2.7 Scelta delle quantità di inputs da utilizzare nel lungo pe-

riodo ....................................................................................

2.8 Coefficienti tecnici fissi ........................................................

APPENDICE MATEMATICA

Dimostrazione geometrica della condizione di scelta dell’impresa

Capitolo 3

Costi di produzione dell’impresa

3.1 Costi di produzione .............................................................

3.2 Breve e lungo periodo .........................................................

3.3 Costo marginale e costo medio ...........................................

3.3.1 L’andamento del costo medio nel breve periodo ......

3.3.2 Andamento dei costi medi nel lungo periodo ...........

APPENDICE MATEMATICA

Costi totali, costi medi e costi marginali di produzione .................

Capitolo 4

La massimizzazione del profitto aziendale e le forme di mercato

4.1 La massimizzazione del profitto aziendale ..........................

4.2 Le forme di mercato ............................................................

4.3 La concorrenza perfetta ......................................................

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Indice

generale 5

4.3.1 Equilibrio di breve periodo dell’impresa concorren-

ziale ............................................................................

4.3.2 Curva di offerta di breve periodo di un’impresa con-

correnziale .................................................................

4.3.3 La curva di offerta dell’industria del breve periodo ...

4.3.4 Determinazione del prezzo di equilibrio ...................

4.3.5 Processo di aggiustamento verso l’equilibrio ............

4.3.6 Gli effetti degli spostamenti delle curve di domanda

e di offerta .................................................................

4.4 La curva di offerta dell’industria nel lungo periodo ............

APPENDICE MATEMATICA

Condizione di massimo profitto dell’impresa concorrenziale nel

breve periodo .................................................................................

Capitolo 5

Il monopolio

5.1 Il monopolio ........................................................................

5.2 Equilibrio del monopolista ..................................................

5.3 Confronto tra monopolio e concorrenza .............................

5.4 Mercati contendibili e monopolio naturale ........................

5.5 Discriminazione dei prezzi ...................................................

5.6 Concorrenza monopolistica .................................................

APPENDICE MATEMATICA

Condizione di massimo profitto dell’impresa monopolista nel bre-

ve periodo .......................................................................................

Capitolo 6

Le forme di mercato oligopolistiche

6.1 Le forme di mercato oligopolistiche: caratteristiche gene-

rali ........................................................................................

6.2 Oligopolio collusivo: il cartello ............................................

6.3 Oligopolio non collusivo ......................................................

6.3.1 Oligopolio non collusivo con imprese simili ..............

6.3.2 Oligopolio non collusivo con impresa leader: il mo-

dello di Stackelberg ....................................................

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Compendio di

Economia politica6

6.3.3 La teoria della curva di domanda ad angolo ..............

6.4 Il modello di Bain, Sylos Labini e Modigliani .......................

APPENDICE MATEMATICA

Oligopolio: i duopoli di Cournot e Stackelberg e la teoria dei giochi

applicata ai modelli oligopolistici ...................................................

Parte II

Macroeconomia:

lo studio delle grandezze economiche aggregate

Capitolo 1

La produzione di beni e servizi in un sistema economico

1.1 La definizione di prodotto interno lordo .............................

1.2 Le regole di determinazione del PIL ....................................

1.3 La destinazione del PIL ........................................................

1.4 Il passaggio dal PIL al reddito disponibile dei residenti ......

1.5 Identità della contabilità nazionale .....................................

1.6 Il Pil reale e il Pil nominale ..................................................

1.7 Il Ciclo economico e la relazione di Okun ............................

Capitolo 2

L’andamento della produzione nel lungo periodo

2.1 I modelli classici dell’economia ...........................................

2.2 Le fluttuazioni economiche .................................................

2.3 La teoria classica del mercato del lavoro e del mercato dei

beni ......................................................................................

2.4 I fattori di crescita del PIL reale: l’equazione della contabili-

tà della crescita....................................................................

2.5 La teoria neoclassica della crescita economica: il modello

di Robert Solow ...................................................................

2.5.1 Le ipotesi di base .......................................................

2.5.2 Il progresso tecnologico .............................................

2.6 La teoria della crescita endogena ........................................

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Indice

generale 7

Capitolo 3

L’andamento della disoccupazione nel lungo periodo

3.1 La disoccupazione ...............................................................

3.2 La disoccupazione di disequilibrio ......................................

Capitolo 4

Il tasso di inflazione nel lungo periodo

4.1 Moneta e inflazione ............................................................

4.2 La moneta ............................................................................

4.3 Il moltiplicatore della moneta .............................................

4.4 La teoria quantitativa della moneta ....................................

4.5 Neutralità della moneta ......................................................

APPENDICE MATEMATICA

La formula del moltiplicatore .........................................................

Capitolo 5

L’andamento dell’economia del breve periodo

5.1 Il breve periodo ...................................................................

5.2 La critica keynesiana alla teoria neoclassica .......................

5.3 La teoria keynesiana del reddito e dell’occupazione ..........

5.4 Il meccanismo del moltiplicatore ........................................

5.5 La politica fiscale di stabilizzazione della produzione aggre-

gata ......................................................................................

Capitolo 6

Il ruolo del mercato monetario nella determinazione della produzione

nazionale: il modello IS-LM

6.1 Il ruolo del tasso di interesse nella determinazione della

spesa in beni capitali ...........................................................

6.2 L’equilibrio sul mercato dei beni in presenza di domanda di

beni capitali dipendente dal tasso di interesse: la curva IS ..

6.3 Il mercato della moneta ......................................................

6.3.1 La domanda di moneta ..............................................

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Compendio di

Economia politica8

6.3.2 L’offerta di moneta .....................................................

6.3.3 L’equilibrio sul mercato monetario: la curva LM ........

6.4 L’equilibrio macroeconomico generale di breve periodo ...

6.5 Le politiche economiche nel modello IS-LM .......................

6.5.1 Politica monetaria ......................................................

6.5.2 La politica fiscale ........................................................

6.5.3 Politiche economiche: conclusioni ............................

APPENDICE MATEMATICA

Determinazione delle curve IS e LM e dell’equilibrio .....................

Capitolo 7

L’equilibrio interno ed esterno del mercato reale

7.1 La bilancia dei pagamenti ....................................................

7.2 Il tasso di cambio .................................................................

7.2.1 Determinazione del tasso di cambio ..........................

7.2.2 Fattori che modificano il tasso di cambio di mercato

7.3 Tasso di cambio e bilancia dei pagamenti ...........................

7.4 Regime dei cambi ................................................................

7.5 Il modello di Mundell-Fleming ............................................

7.5.1 Il modello Mundell-Fleming in regime di cambi fissi ..

7.5.2 Il modello Mundell-Fleming in regime di cambi flessi-

bili ..............................................................................

7.6 Le politiche economiche di stabilizzazione del PIL ..............

7.6.1 L’inefficacia della politica monetaria in cambi fissi ...

7.6.2 Le politiche di sostegno della produzione e del reddi-

to nazionale in regime di cambi flessibilI ..................

7.6.3 L’inefficacia della politica fiscale in regime di cambi

flessibili con perfetta mobilità dei capitali ed in picco-

le economie ...............................................................

Capitolo 8

Il modello di domanda e di offerta aggregata con prezzi variabili

8.1 La relazione tra prezzi e spesa aggregata: la funzione di do-

manda aggregata .................................................................

8.2 La relazione tra prezzi e produzione aggregata: la funzione

di offerta aggregata .............................................................

8.3 I modelli basati sulla rigidità dei salari e prezzi nel breve

periodo ................................................................................

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Indice

generale 9

8.4 I modelli basati sull’errore di previsione degli agenti econo-

mici ......................................................................................

8.5 Il modello basato sulla relazione di Phillips ........................

8.6 Il ruolo delle aspettative nel modello di domanda ed offer-

ta aggregata con prezzi variabili ..........................................

8.6.1 Equilibrio di breve e di lungo periodo nel caso di cur-

va di offerta con aspettative di prezzo adattive.........

8.6.2 Il modello di domanda ed offerta aggregata con prez-

zi variabili ed aspettative razionali ............................

APPENDICE MATEMATICA

Derivazione della curva di offerta dalla relazione di Phillips ..........

Capitolo 9

Inflazione e disoccupazione: il trade off

9.1 La curva di Phillips relativa al tasso di inflazione ................

9.1.1 Aspettative adattive e inflazione ereditata dal pas-

sato ............................................................................

9.1.2 Disoccupazione ciclica ...............................................

9.1.3 Dinamica dei costi di produzione ..............................

9.2 Le politiche per il controllo dell’inflazione ..........................

9.3 La curva di Phillips di lungo periodo ...................................

9.4 La relazione di Phillips con aspettative razionali .................

9.5 Isteresi .................................................................................

APPENDICE MATEMATICA

Derivazione della relazione di Phillips tra disoccupazione e tasso di

inflazione ........................................................................................

Capitolo 10

Deficit del bilancio e debito pubblico

10.1 Il saldo di bilancio pubblico .................................................

10.2 Il finanziamento del deficit di bilancio ................................

10.3 L’equivalenza ricardiana ......................................................

10.4 Il finanziamento del deficit pubblico con la creazione di mo-

neta: la teoria di Wallace e Sargent ....................................

10.5 Le determinanti del rapporto debito pubblico-PIL ..............

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li.itParte I

Microeconomia:

lo studio del comportamento

dei consumatori e delle imprese

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Capitolo 1

Il comportamento dei consumatori:

domanda individuale e domanda

di mercato

Percorso di lettura

La domanda di un bene è la quantità che si desidera acquistare. La

teoria del consumo ha lo scopo di individuare i principi che guidano

i consumatori nelle loro scelte di acquisto. I consumatori sono gli

individui che prendono decisioni circa quali e quanti beni acquistare.

Stabilire cosa un consumatore vuole comprare è un problema com-

plesso che può essere oggetto di discipline diverse come la psicolo-

gia, la sociologia ed, appunto, l’economia.

A differenza delle altre scienze sociali, la teoria microeconomica

del consumo si propone, in primo luogo, di individuare il criterio

che guida i consumatori quando, sulla base dei loro gusti e dati i

prezzi dei prodotti, distribuiscono il loro reddito nell’acquisto dei

diversi beni ed, in secondo luogo, di prevedere in che modo le va-

riazione dei prezzi e del reddito modificano tale ripartizione.

1.1 Principi della teoria del consumo

Definiamo consumatore qualunque soggetto che, avendo a dispo-

sizione un dato reddito o disponibilità di denaro per la spesa, prende

decisioni riguardo quali e quanti beni acquistare. Nell’analisi del com-

portamento dei consumatori, la microeconomia ha elaborato alcuni

assunti di fondo o principi non dimostrabili ma basati sull’osservazione

empirica. Tali principi prendono il nome di assiomi della teoria del con-

sumo.

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Parte I

Microeconomia14

Il primo assioma, definito principio di razionalità, sostiene che il con-

sumatore è razionale cioè non farà scelte incoerenti, cioè in contraddi-

zione tra loro: se un individuo preferisce oggi una Ferrari ad un’utilitaria,

non potrà cambiare idea in futuro invertendo l’ordine di preferenza.

Il secondo assioma è definito principio di completezza. Nel mondo

reale esistono beni diversissimi ed esistono infinite possibilità di combi-

narli tra loro. Definiamo tali combinazioni panieri di consumo. Ad esem-

pio, la combinazione di beni composta da un caffè ed una brioche è un

paniere di consumo, lo stesso dicasi per il paniere costituito da un cap-

puccino ed una fetta di torta. Naturalmente un paniere può essere com-

posto anche da un solo bene: ad esempio, una tazza di tè è una combi-

nazione di consumo. Secondo il principio di completezza, ciascun consu-

matore è in grado di stabilire un ordine di preferenza tra tutti i possibili

panieri di beni esistenti in natura, cioè è sempre in grado di dire se prefe-

risce una combinazione rispetto ad un’altra e, quindi, di classificare tutti

i possibili panieri dal più preferito al meno gradito sulla base dei suoi

gusti. In microeconomia i panieri sono sinteticamente indicati con lette-

ra maiuscola; il paniere composto da un caffè ed una brioche potrà esse-

re indicato con la lettera A, mentre il paniere composto da un cappucci-

no ed una fetta di torta dalla lettera B; infine, indichiamo con la lettera C

il paniere composto da una sola tazza di tè.

Il terzo assioma è il principio di ottimizzazione. Il consumatore spen-

de il suo reddito per acquistare quella combinazione di beni che gli dà la

massima soddisfazione o utilità. Ad esempio, se sappiamo che il consu-

matore preferisce il paniere A = (1 caffè; 1 brioche) alla combinazione

B = (1 cappuccino, 1 fetta di torta) e C = (1 tazza di tè, 0 di altri beni) e

tutti e tre costano 3 euro, secondo il principio di ottimizzazione, siamo

sicuri che, avendo a disposizione una somma non superiore a 3 euro,

egli la spenderà per comprare il paniere A e non B o C.

Secondo il quarto assioma, principio di non sazietà, dati due paniere

che si differenziano solo per la quantità di un bene, ad esempio il panie-

re D = (1 caffè, 1 brioche, 1 spremuta d’arancia) ed E = (1 caffè, 2 brioche,

1 spremuta d’arancia), il consumatore preferirà sempre il paniere con la

maggior quantità di beni e, cioè, il paniere E.

Secondo l’ultimo assioma, principio di transitività, è possibile conosce-

re i gusti di un consumatore mediante confronti anche indiretti tra i panieri

scelti: se tra la combinazione A e quella B, il soggetto sceglie A e, tra il pa-

niere B e C, sceglie B, possiamo essere certi che per lui A è preferito a C.

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Capitolo 1

Il comportamento dei consumatori 15

1.2 Nozione di utilità

L’utilità totale è la soddisfazione che un individuo trae quando acqui-

sta e fa uso di una data quantità di un bene o di un insieme di beni.

L’utilità marginale è il piacere che l’individuo trae dal consumo dell’ulti-

ma unità di un bene.

Per chiarire la differenza tra l’utilità totale e utilità marginale si consi-

deri la tabella 1.1: il consumatore deve scegliere quante mele comprare.

Nella seconda colonna sono riportati i valori dell’utilità che egli attribui-

sce a ciascuna successiva mela: il consumo della prima mela gli arreca un

grado di soddisfazione pari a 5, dalla seconda mela trae un benessere

pari a 4 e così via fino alla sesta mela il cui consumo non gli dà alcun

piacere. Tali valori sono le utilità marginali. L’utilità totale indica, invece,

la soddisfazione ricavata dal consumo di tutte le mele: l’utilità totale di

una mela è 5, l’utilità totale di due mele è 9 così via. Si noti che l’utilità

totale del consumo di un dato quantitativo di mele è la somma delle

utilità marginali derivanti dal consumo di ciascuna mela. L’utilità totale

del consumo di sei mele è 15.

Tabella 1.1 – Utilità marginale e utilità totale nel caso del consumo di un solo bene

Quantità di mele acquistate Utilità marginale Utilità totale

1a mela 5 5

2a mela 4 4

3a mela 3 3

4a mela 2 2

5a mela 1 1

6a mela 0 15

7a mela -1 14

8a mela -2 12

La tabella 1.2 evidenzia la relazione tra utilità marginale ed utilità to-

tale nel caso del consumo di un paniere di beni; l’individuo può scegliere

di consumare una data combinazione dei due beni, mele ed arance.

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Parte I

Microeconomia16

Per ogni possibile combinazione dei due panieri, l’utilità totale del

consumatore è la somma delle utilità totali associate al consumo dei due

beni. Ad esempio, se l’individuo sceglie di comprare tre mele e due aran-

ce, l’utilità totale è 25 pari alla somma tra 12, utilità totale di tre mele, e

13, utilità totale di due arance.

Le tabelle mostrano una caratteristica importante dell’utilità margi-

nale: quanto più un individuo compra quantità di un bene tanto minore

è la soddisfazione che esso ritrae per ciascuna successiva unità (l’utilità

marginale della prima mela è più alta della seconda, l’utilità marginale

della seconda è maggiore della terza e così via). In altre parole l’utilità

marginale o aggiuntiva diminuisce se l’individuo consuma quantità sem-

pre maggiori di un determinato bene. Perché avviene ciò? L’ipotesi della

decrescenza dell’utilità marginale, confermata nella realtà per la quasi

totalità dei beni, è conseguente alla constatazione empirica che ciascun

individuo, in situazione di scarsità, apprezza molto il consumo di un bene

ma quando comincia a disporne di quantità più elevate la soddisfazione

che trae dalle successive dosi è via via inferiore. Un individuo gradirà

molto più il primo caffè della mattina del decimo caffè preso in tarda

serata.

Quantità Utilità Utilità Quantità Utilità Utilità

di mele marginale totale di arance marginale totale delle

acquistate delle mele delle mele acquistate delle arance arance

1a mela 5 5 1a arancia 7 7

2a mela 4 9 2a arancia 6 13

3a mela 3 12 3a arancia 5 18

4a mela 2 14 4a arancia 4 22

5a mela 1 15 5a arancia 3 25

6a mela 0 15 6a arancia 2 27

7a mela -1 14 7a arancia 1 28

8a mela -3 11 8a arancia 0 28

Tabella 1.2 – Utilità marginale e utilità totale nel caso del consumo di un paniere di

beni

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Capitolo 1

Il comportamento dei consumatori 17

In alcuni casi, il successivo consumo di un bene potrebbe danneggia-

re anziché arrecare piacere: nella tabella 1.2 l’utilità marginale della set-

tima mela è negativa ad indicare che l’individuo è così sazio che per lui il

consumo di tale ulteriore unità è un ‘male’.

È evidente, pertanto, che un individuo domanda le successive unità di

un bene che gli arrecano un beneficio ossia in relazione alle quali l’utilità

marginale è positiva mentre non acquisterà le unità per le quali l’utilità

marginale è negativa perché tali dosi del bene sono considerate nocive.

1.3 Scelta di consumo nel caso di un solo bene

È possibile esprimere in termini monetari il benessere che un indivi-

duo trae dal consumare successive unità di un bene. Ad esempio, potre-

mo chiedere all’individuo quanto sarebbe disposto a pagare per consu-

mare una mela in più: in tal modo, l’utilità marginale è espressa in termi-

ni di denaro. Adottando questa convenzione, le tabelle 1.1 e 1.2 riporta-

no i valori numerici delle utilità marginali espressi in termini di denaro:

per la prima mela il consumatore sarebbe disposto a pagare 5 euro, per

la seconda 4 euro e così via. L’utilità totale indica il valore monetario

complessivo che l’individuo attribuisce al consumo di una data quantità

del bene: il consumo di 6 mele gli dà un benessere complessivo valutato

15 euro o, detto in altri termini, sarebbe disposto a pagare fino a 15 euro

per acquistare tale paniere.

Tale modo di esprimere l’utilità marginale è definita anche prezzo di

riserva: il prezzo di riserva è il prezzo che il consumatore è al massimo

disposto a pagare per acquistare una dose aggiuntiva di un bene e riflet-

te il valore monetario del beneficio marginale connesso al consumo di

tale dose.

Espressa in questo modo, la nozione di utilità marginale o prezzo di

riserva permette di derivare la curva di domanda individuale che espri-

me la relazione tra prezzo di ciascun bene e quantità domandata di quel

bene. Da altro punto di vista, la curva di domanda indica anche il prezzo

massimo (presso di riserva) che il soggetto esaminato è disposto a paga-

re per acquistare un’unità addizionale del bene. Nella figura 1.1 è rap-

presentata la curva di domanda di mele.

L’utilizzo dell’utilità espressa in termini monetari o del prezzo di riser-

va permette di individuare la seconda importante conclusione della teo-

ria del consumo: nella scelta di un singolo bene un consumatore acqui-

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Parte I

Microeconomia18

sterà quelle unità per le quali il prezzo di riserva o utilità marginale espres-

sa in termini monetari è maggiore o uguale al prezzo richiesto dal vendi-

tore.

Nella tabella 1.3 sono riproposti i valori dell’utilità marginale e i prez-

zi chiesti dal venditore per ciascuna mela. Si assume che ogni mela costi

1 euro. La conclusione è immediata: l’individuo compra cinque mele poi-

ché per ciascuna di esse il prezzo che è disposto a pagare (utilità margi-

nale in termini monetari o prezzo di riserva) è maggiore del prezzo unita-

rio mentre non acquisterà la sesta mela perché il beneficio derivante dal

consumo di tale unità è minore del prezzo di acquisto.

Tabella 1.3 – Utilità marginale e utilità totale nel caso del consumo di un solo bene

Quantità Utilità Prezzo Utilità Utilitàdi mele marginale unitario marginale totale nettaacquistate in termini netta in o Surplus

monetari termini netto

monetari

1a mela 5 E 1 E 4 E 4 E

2a mela 4 E 1 E 3 E 7 E

3a mela 3 E 1 E 2 E 9 E

4a mela 2 E 1 E 1 E 10 E

5a mela 1 E 1 E 0 E 10 E

6a mela 0 E 1 E -1 E 9 E

7a mela -1 E 1 E -2 E 7 E

8a mela -2 E 1 E -3 E 4 E

Nella figura 1.1 la scelta del consumatore è la combinazione compo-

sta da 5 mele.

Nella tabella sono riportate altre due colonne di valori: il beneficio

marginale netto, differenza tra utilità marginale in termini monetari e

prezzo unitario, esprime il beneficio netto che il consumatore trae da

ciascuna dose addizionale; il beneficio totale netto o surplus netto espri-

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me l’utile totale al netto della spesa sostenuta per ciascuno livello di

consumo.

L’esempio chiarisce che in corrispondenza della scelta del consumato-

re il surplus netto o beneficio totale netto è massimo. Fino a cinque mele

l’utilità totale aumenta mentre dopo cinque mele comincia a decrescere

poiché i benefici marginali netti di tali successive unità sono negativi.

Nella figura 1.1 il surplus netto è rappresentato dall’area evidenziata.

La curva di domanda della figura 1.1 si riferisce al caso di un bene

consumabile in quantità discrete (una mela, due mele, tre mele, etc.)

ma nella realtà esistono beni che possono essere acquistati in quantità

continue come ad esempio la benzina o il cemento cioè beni che posso-

no essere venduti anche per frazioni dell’unità di misura. In questo caso

la curva di domanda individuale ha la forma descritta nella figura 1.2: se

il prezzo unitario del bene è p* la quantità domandata dal soggetto è q*

ed il surplus netto o beneficio netto è rappresentato graficamente dal-

l’area tratteggiata sotto la curva di domanda delimitata dalla curva di

domanda stessa e dal prezzo di mercato.

Figura 1.1 – Curva di domanda di mele

2 E

3 E

4 E

5 E

1 E

1 2 3 4 5

- 1 E

- 2 E

Prezzo mele = 1 E

6 7 8

mele

EP

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1.4 Pendenza negativa della curva di domanda

La pendenza negativa della curva di domanda individuale discende

dall’ipotesi di decrescenza dell’utilità marginale: all’aumentare delle dosi

addizionali del bene, il beneficio marginale del consumatore tende a ri-

dursi per cui i prezzi che esso è disposto a pagare per disporre di tali

successive unità tendono ad essere progressivamente minori. In altre

parole, ogni consumatore è disposto a domandare successive unità del

bene a condizione che il prezzo unitario da pagare sia via via più basso.

Tale caratteristica della curva di domanda è nota come legge di doman-

da: la quantità domandata di un bene dipende dal prezzo unitario del

bene stesso e varia in direzione inversa ad esso. Un consumatore do-

manda maggiori quantità di un bene se il prezzo dello stesso si riduce.

1.5 Effetto reddito ed effetto sostituzione

La teoria dell’utilità marginale decrescente spiega la legge di doman-

da secondo cui la domanda di un bene dipende negativamente dal prez-

zo del bene stesso: ‘negativamente’ significa che se il prezzo aumenta la

Figura 1.2 – Curva di domanda di bene acquistabile in quantità divisibili

E

P

P*

q* q

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quantità domandata diminuisce. Gli effetti che la variazione del prezzo

ha sulla domanda del consumatore sono di due tipi: l’effetto reddito e

l’effetto di sostituzione.

Iniziamo dal primo: se il prezzo del bene aumenta ed il reddito mone-

tario del soggetto non varia, il potere di acquisto del consumatore si

riduce. Se il prezzo delle mele raddoppia è come se il reddito del consu-

matore si fosse dimezzato. Ciò induce il soggetto a comprare meno beni

e, quindi, anche una minore quantità del bene il cui prezzo è aumentato.

Tale effetto è denominato effetto reddito ad indicare l’impatto che le

variazioni del prezzo hanno sul potere di acquisto dei consumatori.

In secondo luogo, se il prezzo del bene aumenta ed i prezzi degli altri

beni non variano, il consumatore è indotto a sostituire il bene il cui prez-

zo è aumentato con gli altri il cui prezzo è rimasto costante. Ad esempio,

se il prezzo delle mele aumenta e quello delle arance non varia l’indivi-

duo tende a sostituire le arance con le mele. Tale effetto è denominato

di sostituzione ad indicare l’impatto che le variazioni del prezzo hanno

sulle scelte del consumatore nella sostituzione tra beni.

1.6 Scelta nel caso di più beni

L’obiettivo di ogni individuo è scegliere quella combinazioni di beni o

paniere che gli consente di massimizzare la propria utilità. Si consideri la

tabella 1.2 dove sono riportate le utilità marginali derivanti dal consumo

delle mele e delle arance. Supponiamo, inizialmente, che i prezzi unitari

delle mele e delle arance siano uguali e pari ad 1 euro e supponiamo che

il reddito del consumatore sia 6 euro. Quale combinazioni tra i due beni

consente di massimizzare l’utilità del soggetto? Per rispondere ragionia-

mo unità per unità: per il soggetto, l’utilità marginale della prima mela è

5 mentre quella della prima arancia è 7. Poiché la soddisfazione derivan-

te dal consumo della prima arancia è superiore al benessere conseguen-

te al consumo della prima mela, il nostro individuo comprerà certamen-

te l’arancia. Continuando nell’analisi unità per unità, il soggetto compre-

rà ancora una seconda arancia anziché una mela poiché il beneficio mar-

ginale della seconda arancia (6) continua ad essere superiore a quello

della prima mela (5). A questo punto, il consumatore è indifferente tra

l’acquisto di una terza arancia e l’acquisto della prima mela, avendo en-

trambi i beni lo stesso livello di utilità marginale: pertanto, egli doman-

derà entrambi.

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Lo stesso dicasi per le successive unità, quarta arancia e seconda mela,

che egli acquisterà avendo entrambi pari utilità marginale. Avendo spe-

so tutto il suo reddito nell’acquisto di due mele e quattro arance, il sog-

getto si fermerà.

Possiamo concludere che, in presenza di beni che hanno uguale prez-

zo unitario, il consumatore valuta l’utilità marginale dei beni e sceglie

quelle unità che conferiscono un beneficio marginale superiore.

Definiamo equilibrio del consumatore la situazione nella quale l’in-

dividuo non effettua altre scelte perché è soddisfatto di quello che ha

comprato. L’esempio dimostra che l’equilibrio del consumatore si verifi-

ca quando l’individuo compra quella combinazione dei due beni le cui

utilità marginali delle ultime unità scelte sono uguali: in questo caso, in-

fatti, non ci sono beni preferiti rispetto ad altri ed il soggetto non effet-

tua altre scelte.

E se i beni presentano prezzi differenti? In questo caso il consuma-

tore sceglie i prodotti che presentano il più elevato rapporto utilità mar-

ginale-prezzo unitario e l’equilibrio del consumatore si verifica quando

sceglie beni che presentano uguali valori del rapporto utilità margina-

le-prezzo:

=����������� ��������

������ ������

� �

� �

Questa è la condizione essenziale per ottenere la massima soddisfa-

zione o utilità. Per quale ragione questa condizione è necessaria? Il rap-

porto tra utilità marginale e prezzo del bene, definito utilità marginale

ponderata, indica il beneficio che il consumatore riceve quando spende

un euro nell’acquisto dell’ultima dose del bene. In altri termini, l’utilità

marginale ponderata delle arance indica il benessere ricevuto dal sog-

getto per l’ultimo euro speso nell’acquisto di tale frutto.

Se in relazione alla combinazione scelta dal soggetto, l’utilità margi-

nale ponderata del primo bene è maggiore dell’utilità marginale ponde-

rata del secondo bene, il soggetto non sta massimizzando la sua utilità

perché potrebbe accrescere ulteriormente il suo benessere risparmian-

do un euro nell’acquisto del secondo bene e spendendolo per l’acquisto

del primo che gli conferisce un beneficio superiore. L’unica combinazio-

ne che gli dà il massimo benessere, e scelta la quale non modificherà le

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su decisioni (per l’appunto di equilibrio), è quella in corrispondenza della

quale le utilità marginali ponderate dei beni che la compongono sono

uguali tra loro; tale paniere non è migliorabile sotto l’aspetto del benes-

sere del consumatore.

1.7 Domanda di mercato

La curva di domanda del consumatore o curva di domanda individua-

le esprime la relazione tra prezzo del bene e quantità acquistata dall’in-

dividuo.

La curva di domanda di mercato esprime la relazione tra prezzo del

bene e quantità domandata da tutti i consumatori di quel prodotto.

La curva di domanda di mercato di un bene si ottiene sommando, per

ciascun possibile livello di prezzo, le quantità richieste dai consumatori.

Si consideri la figura 1.3: per semplicità supponiamo che il mercato sia

composto solo da due consumatori. Per ciascuno livello di prezzo, ad

esempio p’, la domanda del mercato è pari alla somma delle quantità

chieste da ciascuno dei soggetti. Ripetendo il procedimento per ogni al-

tro livello del prezzo si costruisce la curva di domanda del mercato.

Figura 1.3 – Costruzione della curva di domanda di mercato

P

Individuo 1

Q

Individuo 1 Mercato = Individuo 1 + Individuo 2

P’

Q’= q1’ + q’

2q

2q’2

q1

q’1


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