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COMUNE DI COMACCHIO · partecipano all'odierna seduta consiliare senza il diritto di voto ......

Date post: 24-Feb-2019
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Reg. delib. n° 75 VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE Adunanza straordinaria. Seduta di prima convocazione. In data 10/08/2012 alle ore 21.00. Ai sensi dell’art. 39 – 1° Comma – del D.Lgs. 18/08/2000 n. 267, si è convocato il Consiglio Comunale nella Residenza Municipale, oggi 10/08/2012 alle ore 21.00 in adunanza straordinaria di prima convocazione, previo invio di invito scritto a domicilio. Fatto l’appello nominale risultano: Presenti Assenti 1) FABBRI MARCO Sindaco 1 2) BELLINI ROBERTO 1 3) RIGHETTI ALBERTO 1 4) BOSIC ALESSIO 1 5) MODONESI MICHELE 1 6) TADDEI ALESSIO 1 7) BELLOTTI ROBERT 1 8) CALDERONE MARIANO ENRICO 1 9) FARINELLI ARIANNA 1 10) SENNI SAMUELE 1 11) MORESE CONSIGLIA 1 12) PIEROTTI ALESSANDO 1 13) MEZZOGORI FRANCO 1 14) MICHETTI DAVIDE 1 15) BELLINI GABRIELE 1 16) DI MUNNO ANTONIO 1 17) CAVALLARI FABIO 1 Totale n° 14 3 Assiste il Sig. DOTT.SSA GIUSEPPINA PASCALE - Segretario Generale - . Il Sig. SIG. ROBERT BELLOTTI - Presidente Consiglio – assume la presidenza e, riconosciutane la legalità, dichiara aperta la seduta, designando scrutatori i tre Consiglieri: MICHELE MODONESI - SAMUELE SENNI - ALESSANDRO PIEROTTI. OGGETTO: LINEE DI INDIRIZZO IN MERITO ALLA RIORGANIZZAZIONE SOCIO-SANITARIA PROVINCIALE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA STRUTTURA OSPEDALIERA SAN CAMILLO. COMUNE DI COMACCHIO Provincia di Ferrara
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Reg. delib. n° 75

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Adunanza straordinaria. Seduta di prima convocazione.

In data 10/08/2012 alle ore 21.00.

Ai sensi dell’art. 39 – 1° Comma – del D.Lgs. 18/08/2000 n. 267, si è convocato il Consiglio Comunale nella Residenza

Municipale, oggi 10/08/2012 alle ore 21.00 in adunanza straordinaria di prima convocazione, previo invio di invito

scritto a domicilio.

Fatto l’appello nominale risultano:

Presenti Assenti

1) FABBRI MARCO Sindaco 1

2) BELLINI ROBERTO 1

3) RIGHETTI ALBERTO 1

4) BOSIC ALESSIO 1

5) MODONESI MICHELE 1

6) TADDEI ALESSIO 1

7) BELLOTTI ROBERT 1

8) CALDERONE MARIANO ENRICO 1

9) FARINELLI ARIANNA 1

10) SENNI SAMUELE 1

11) MORESE CONSIGLIA 1

12) PIEROTTI ALESSANDO 1

13) MEZZOGORI FRANCO 1

14) MICHETTI DAVIDE 1

15) BELLINI GABRIELE 1

16) DI MUNNO ANTONIO 1

17) CAVALLARI FABIO 1

Totale n° 14 3

Assiste il Sig. DOTT.SSA GIUSEPPINA PASCALE - Segretario Generale - .

Il Sig. SIG. ROBERT BELLOTTI - Presidente Consiglio – assume la presidenza e, riconosciutane la legalità, dichiara

aperta la seduta, designando scrutatori i tre Consiglieri:

MICHELE MODONESI - SAMUELE SENNI - ALESSANDRO PIEROTTI.

OGGETTO:

LINEE DI INDIRIZZO IN MERITO ALLA RIORGANIZZAZIONE SOCIO-SANITARIA

PROVINCIALE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA STRUTTURA OSPEDALIERA

SAN CAMILLO.

COMUNE DI COMACCHIO Provincia di Ferrara

Letto e sottoscritto

IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO COMUNALE

SIG. ROBERT BELLOTTI DOTT.SSA GIUSEPPINA PASCALE

Questa deliberazione viene pubblicata all’albo pretorio per 15 giorni consecutivi dal …………………….…, art. 124

D.Lgs. 267/00.

Dalla Sede Comunale, addì

IL DIRIGENTE SETTORE II

DOTT.SSA FERNANDA VALLARIO

Esecutiva per decorrenza del termine (10 giorni)

dall’inizio della pubblicazione, art. 134 – 3°

comma, D.Lgs. 267/00.

Il ………………………………….

IL DIRIGENTE SETTORE II

_______________________

La presente deliberazione viene dichiarata

immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134

- 4° comma – del D.Lgs. 267/2000.

Il 10/08/2012

IL SEGRETARIO COMUNALE

DOTT.SSA GIUSEPPINA PASCALE

COMUNE DI COMACCHIO deliberazione n. 75 del 10.08.2012

- 1 -

Gli Assessori signori: Denis Fantinuoli, Alice Carli, Sara

Bellotti, Stefano Parmiani, Sergio Provasi presenti in aula,

partecipano all'odierna seduta consiliare senza il diritto di voto

e senza essere conteggiati ai fini della validità della riunione.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Uditi gli interventi di cui all’allegato 1 agli atti della

presente deliberazione;

Premesso che:

– la Sanità Ferrarese sta affrontando un’importante ed

indispensabile fase di riorganizzazione, su precise linee guida

quali:

• orientare tutto il sistema, interno ed esterno alla ricerca

dell'appropriatezza delle cure ed alla sostenibilità delle

decisioni;

• cercare il massimo recupero di efficienza organizzativa e

gestionale possibile, per superare le criticità, ove

presenti, derivanti dall'utilizzo improprio delle risorse;

• sviluppare le potenzialità e le sinergie comuni alla

unificazione dei servizi in ambito provinciale;

• concentrare sforzi ed attenzione sul fronte dell'innovazione

e del miglioramento, sviluppando e consolidando i servizi per

target di popolazione, selezionati secondo criteri di

priorità;

– l'apertura del nuovo ospedale di Cona ha modificato l'assetto

provinciale della Sanità Ferrarese;

Richiamata la deliberazione C.P. n. 51 del 10.05.2012 ad

oggetto "Riorganizzazione socio-sanitaria provinciale in riferi-

mento alla struttura ospedaliera San Camillo" con cui il Consiglio

Provinciale di Ferrara ha dato mandato alla Presidente della

Provincia nella sua qualità di Presidente della C.T.S.S. di

monitorare l'evoluzione degli eventi legali al San Camillo,

impegnandola altresì a richiamare il Presidente della Regione per

onorare gli accordi sottoscritti nel 2001 e nel 2006;

Considerato:

– che negli ultimi mesi, in concomitanza con il Commissariamento

dell'Ente, l'Azienda USL ha proposto alla Conferenza Territo-

COMUNE DI COMACCHIO deliberazione n. 75 del 10.08.2012

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riale Sociale e Sanitaria una nuova programmazione per il

triennio 2012-2014;

– che nel corso della C.T.S.S. del 27.02.2012, in assenza di

un'Amministrazione Comunale, nonostante il Commissario

Prefettizio avesse consegnato un documento sottoscritto da vari

partiti e organismi della società civile con cui si chiedeva di

attendere la nuova Amministrazione prima di operare delle scelte

inerenti la programmazione del San Camillo, la C.T.S.S. e

l'Azienda USL hanno comunque deciso di approvare la nuova

programmazione per il triennio 2012-2014, che ha significato la

cessazione di alcuni servizi, tra cui la degenza chirurgico

ordinaria, il day-surgery e l'endoscopia;

– che nel corso della stessa C.T.S.S. è stato previsto altresì lo

spostamento delle funzioni di Igiene Pubblica dalla sede di via

Fattibello all'Ospedale di Comacchio;

– che, a seguito del sisma verificatosi nella nostra Provincia,

nonostante i servizi tecnici comunali (ufficio deputato a

dichiarare l'inagibilità degli immobili) non avessero dichiarato

inagibili i locali di via Fattibello, l'Azienda USL ha proposto

al Sindaco di Comacchio di trasferire i servizi erogati nella

predetta sede all'interno dell'Ospedale San Camillo;

– che la zona individuata dall'USL per ospitare tali servizi

coincideva con il modulo di Residenza Sanitaria Assistenziale

(RSA), precedentemente allestito e mai divenuto operativo e

destinato ad ospitare n. 15 posti letto;

– che il Sindaco di Comacchio, interpellato in proposito

dall'Azienda USL, conscio che questo trasferimento avrebbe di

fatto smantellato il modulo di Residenza Sanitaria ivi presente,

ha espresso un proprio parere NON VINCOLANTE di tipo negativo,

proponendo soluzioni alternative come quella delle Ex-Scuole di

Volania, impegnandosi altresì per valutare eventuali interventi

strutturali;

– che l'Azienda USL ha rifiutato ogni soluzione alternativa,

decidendo di trasferire i servizi a Migliarino, notizia appresa

in anteprima dall'Amministrazione Comunale dalle testate

giornalistiche locali;

– che il D.L. 6 luglio 2012 n. 95 "Disposizioni urgenti per la

revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai

cittadini c.d. "spending review" all'art. 15 c. 13 lett. c)

prevede quanto segue:

"le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano

adottano, entro il 30 novembre 2012, provvedimenti di riduzione

dello standard dei posti letto ospedalieri accreditati ed

effettivamente a carico del servizio sanitario regionale, ad un

COMUNE DI COMACCHIO deliberazione n. 75 del 10.08.2012

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livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti,

comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la

riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie, adeguando

coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri

pubblici ed assumendo come riferimento un tasso di

ospedalizzazione pari a 160 per mille abitanti di cui il 25 per

cento riferito a ricoveri diurni. La riduzione dei posti letto è

a carico dei presidi ospedalieri pubblici per una quota non

inferiore al 40 per cento del totale dei posti letto da ridurre

ed è conseguita esclusivamente attraverso la soppressione di

unità operative complesse. Nelle singole regioni, fino ad

avvenuta realizzazione del processo di riduzione dei posti letto

e delle corrispondenti unità operative complesse, è sospeso il

conferimento o il rinnovo di incarichi ai sensi dell’articolo

15-septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e

successive modificazioni. Nell’ambito del processo di riduzione,

le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano operano

una verifica, sotto il profilo assistenziale e gestionale, della

funzionalità delle piccole strutture ospedaliere pubbliche,

anche se funzionalmente e amministrativamente facenti parte di

presidi ospedalieri articolati in più sedi, e promuovono

l’ulteriore passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno

e dal ricovero diurno all’assistenza in regime ambulatoriale,

favorendo l’assistenza residenziale e domiciliare. Entro il 28

febbraio 2013, con regolamento approvato ai sensi dell’articolo

1, comma 169, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, previa

intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra

lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e

Bolzano, sono fissati gli standard qualitativi,

strutturali, tecnologici e quantitativi relativi

all’assistenza ospedaliera";

– che le Regioni dovranno adottare, entro il 30.11.2012, i

provvedimenti di riduzione dello standard dei posti letto;

Ravvisato che le decisioni prese in merito alla

riorganizzazione del San Camillo sono state assunte non tenendo

conto degli accordi sottoscritti dal Presidente della Regione nel

2001 e nel 2006;

Accertato che le preoccupazioni della Comunità Comacchiese in

relazione alla struttura ospedaliera del San Camillo sono oggi

ancor più accese, viste le difficoltose fasi di confronto e di

necessaria sintesi gestionale ed operativa;

Ritenuto che per un Comune come quello di Comacchio, per il

quale il turismo è una delle sue maggiori risorse, i servizi

sanitari primari e quelli complementari sono fondamentali per

mantenere e difendere la dignità del territorio e renderlo

appetibile al mercato turistico;

COMUNE DI COMACCHIO deliberazione n. 75 del 10.08.2012

- 4 -

Considerato che, in relazione alla struttura ospedaliera del

San Camillo, il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco

Errani, nel corso della recente campagna elettorale, ha rilasciato

dichiarazioni ufficiali ricordando gli impegni presi e che di

seguito riportiamo:

"Nessuno sta lavorando alla chiusura dell'Ospedale S. Camillo";

"Il funzionamento dell'Ospedale viene confermato anche

nell'invarianza del numero di posti letto";

“Il ritorno alla normalità amministrativa e un Governo di quel

Comune pienamente legittimato dal voto, consentiranno di attivare

relazioni utili a migliorare ulteriormente il lavoro fin qui

prodotto (...)";

Visto il parere favorevole del Responsabile del Servizio

interessato in ordine alla regolarità tecnica e dato atto che non

ricorrono presupposti per il parere di regolarità contabile;

Visto l’art. 134 – comma 4 – del D.Lgs. n. 267/2000;

A voti unanimi, resi nei modi di legge dai n. 14 Consiglieri

presenti e votanti;

DELIBERA

– di impegnare il Sindaco del Comune di Comacchio, nella sua

qualità di membro della C.T.S.S., a monitorare l'evoluzione

degli eventi e a richiamare il Presidente della Regione ad

onorare gli accordi sottoscritti nel 2001 e 2006, tenendo

comunque conto delle minori risorse pubbliche allocate alla

Sanità e ai Piani della Salute ad opera dei Governi nazionali

succedutisi dal 2001 ad oggi e dell'evoluzione dei bisogni

sanitari della popolazione e del sistema sanitario nel suo

complesso;

– di dare mandato alla Commissione Speciale Sanità Comunale di

prendere contatti con l'Azienda USL, al fine di concordare un

sopralluogo ricognitivo, per valutare la possibilità di

ricollocare i servizi precedentemente erogati in via Fattibello

all'interno del San Camillo, in locali liberi e/o già adibiti a

funzioni amministrative, diversi da quelli destinati ad ospitare

la RSA;

– di chiedere al Presidente della Regione Emilia-Romagna di

convocare quanto prima un tavolo di discussione aperto a tutte

le forze politiche e agli organismi della società civile, al

fine di dare spiegazioni in merito alle decisioni assunte negli

ultimi mesi in C.T.S.S. che appaiono in contrasto con gli

COMUNE DI COMACCHIO deliberazione n. 75 del 10.08.2012

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accordi sottoscritti nel 2001 e nel 2006, oltre a relazionare in

merito ai possibili effetti del D.L. n. 95/2012 (cd "Spending

Review) sull'Ospedale di Comacchio;

– di trasmettere copia del presente atto al Presidente della

Regione Emilia-Romagna, al Presidente della Provincia di Ferrara

e Direttore Generale dell'Azienda USL.

La proposta del Presidente di rendere la presente deliberazione

immediatamente eseguibile, stante l'urgenza, viene approvata

all’unanimità dai n. 14 Consiglieri presenti e votanti.

S19/sf/GP/cmc

- 1 -

allegato 1)

Il Consiglio Comunale inizia alle ore 21.00 con l'appello

svolto dal Segretario Generale. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Buonasera a tutti. Cominciamo con l’appello.

DOTT.SSA GIUSEPPINA PASCALE – Vice Segretario Generale:

Fabbri Marco, Bellini Roberto, Righetti Alberto, Bosic

Alessio, Modonesi Michele, Taddei Alessio, Bellotti Robert, Calderone Mariano Enrico, Farinelli Arianna, Senni Samuele, Morese Consiglia, Pierotti Alessandro, Mezzogori Franco, Michetti Davide, Bellini Gabriele, Di Munno Antonio, Cavallari Fabio. Assenti: Bosic Alessio, Farinelli Arianna, Cavallari

Fabio. Presenti: n. 14 Consiglieri compreso il Sindaco.

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Nomino gli scrutatori:

– Modonesi Michele - Consigliere Movimento 5 Stelle – Samuele Senni – Consigliere Movimento 5 Stelle – Pierotti Alessandro – Consigliere L’Onda

Vorrei informare tutti che la seduta viene trasmessa in streaming su Internet, quindi, la si può vedere tranquillamente anche da casa.

Vi preghiamo di effettuare interventi di massimo dieci

minuti, in modo da poter intervenire tutti quanti e chiedo, gentilmente al pubblico di non intervenire in alcun modo perché, purtroppo, da regolamento non è possibile.

Passo la parola al Sindaco. Scusate, in base all’art. 12, comma 5, abbiamo, da

Regolamento del Consiglio Comunale, sentita la Conferenza dei Capigruppo e il Sindaco e anche la Commissione

- 2 -

Consiliare Sanità, abbiamo ritenuto di ammettere le persone che dirà adesso il Sindaco a questa seduta del Consiglio Straordinario Comunale. MARCO FABBRI – Sindaco:

Buonasera a tutti. Prima di iniziare, per poi lasciare

la parola a tutti, volevo dire che i due Assessori mancanti sono assenti perché sono impegnati in un altro evento, in un’altra situazione e, quindi, poi, nel breve ci raggiungeranno.

Come accennava il Presidente del Consiglio, abbiamo ritenuto - vista la materia, comunque, che tra le altre cose, è molto sentita anche da tutti noi comacchiesi e da tutta la popolazione – di convocare questo Consiglio Straordinario aperto, diciamo, a tutte quelle figure, a tutti quei personaggi che potessero, comunque, dare un contributo, vista la materia specialistica.

Quindi, abbiamo invitato:

– il Direttore Generale dell’Azienda A.S.L. - il dott. Paolo Saltari, che in quest’occasione ha delegato il dott. Marabini, che è qui con noi e che naturalmente ringraziamo per essere qui partecipe oggi;

– il Direttore del Distretto Sud-Est, Sandro Guerra, che

purtroppo, dato anche il periodo, comunque, di ferie - poi spiegheremo anche il perché di una convocazione a ridosso del Ferragosto – il dott. Sandro Guerra che è sostituito dal dott. Manfredini, che è il Direttore del Distretto Ovest, che, quindi, ringraziamo;

– per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna, era stato

invitato l’Assessore alla Sanità, il dott. Carlo Lusenti, che non vedo qui presente;

– per quanto riguarda la Provincia di Ferrara, come membro

della Commissione Territoriale Socio-Sanitaria, avevamo invitato la Presidente Marcella Zappaterra che, in data 8 agosto, ha comunicato, quindi formalmente, che a causa del breve preavviso – perché, effettivamente, il preavviso non è stato poi così lungo – a causa di altri impegni precedentemente assunti, questa sera non potrà essere qui;

– abbiamo invitato il Direttore Sanitario del San Camillo

- il dott. Antonio Di Giorgio, che è sostituito, credo, dai colleghi (noi non abbiamo avuto una comunicazione

- 3 -

formale, per lo meno, quindi, magari, poi, saranno i colleghi a dirlo);

– abbiamo allargato, poi, a tutti i membri della

Commissione Speciale Sanità la partecipazione qui, questa sera;

– in rappresentanza della Consulta Popolare c’è il

sig. Manrico Mezzogori, che vedo presente (ma, magari, man mano che chiamo le persone, se alzano la mano di modo che le possa individuare in sala..) – per quanto riguarda il Tribunale dei Diritti del Malato,

abbiamo invitato la sig.ra Tiziana Gelli, che è presente, e il prof. Giovanni Gelli, entrambi presenti;

– per quanto riguarda l’Associazione A.S.P.I., abbiamo

invitato il membro, che è Vasco Stravaganti, che - mi dicevano poco fa - è probabilmente sostituito poi da… ecco, se si vuole accomodare… va bene;

– per quanto riguarda la Croce Rossa Italiana, abbiamo

invitato sia il sig. Perelli che il sig. Luigi De Biagi, che è presente;

– per quanto riguarda i rappresentanti dei Medici di base,

abbiamo invitato il dott. Enrico Bellotti, che vedo presente in sala;

– e, per quanto riguarda l’A.V.I.S., che è l’ultimo

componente di questa Commissione Sanità, abbiamo invitato il sig. Santino Purini, che è presente.

Bene. Io, prima di lasciare la parola al Presidente

del Consiglio per aprire questa discussione volevo un attimino motivare il perché, a livello di Consiglio Comunale, in maniera senza dubbio unitaria, a livello di Capigruppo, si è deciso di convocare questo Consiglio Comunale Straordinario. Siamo, come dicevo prima, in piena estate, il 10 di agosto molto vicino alle ferie, molti di voi, anzi, tutti noi, insomma, a quanto pare, non siamo in ferie, però in questo periodo si sono, comunque, verificate – in questo periodo, parlo da, per lo meno, nell’ultimo anno, negli ultimi sette, otto mesi – una serie di questioni che, in un qualche modo, sono andate a incidere sul… [segnale assente]

…dei vari Comuni, quindi, i Sindaci oltre ai vertici dell’Azienda A.S.L. e alla Presidente, che è sempre, comunque, la Presidente della Provincia, la dott.ssa Marcella Zappaterra, e, in quell’occasione, il 27

- 4 -

febbraio, noi vi ricordo che eravamo in pieno Commissa-riamento, quindi, partecipò la dott.ssa Niglio e sono state, poi, prese tutta una serie di decisioni molto importanti per quanto riguarda il nostro territorio, i nostri servizi, tra cui, tra le altre cose, anche il trasferimento – per lo meno, sulla carta così è scritto – di tutti i servizi che fino a qualche settimana fa, qualche mese fa, erano ospitati all’interno di via Fattibello, per intenderci, lo stabile dove tuttora esercita il Giudice di Pace, e tutta un’altra serie di cose, insomma.

Alla luce di… come tutti saprete, dell’evoluzione, anche, legata all’igiene pubblica che è stata trasferita dopo un paio di settimane dal nostro insediamento, motivandola, a mio avviso, in maniera pretestuosa perché, comunque, quell’immobile ha delle carenze strutturali da tempo, però, non da oggi, diciamo che il trasferimento è stato, un attimino, addebitato a questo terremoto che ha colpito l’Emilia, però, per fortuna, altre zone e non la nostra e, quindi, mi pareva opportuno o, meglio, ci pareva opportuno, in maniera unitaria, convocare questo Consiglio per parlare degli accordi già vigenti, quello del 2001 e quello del 2006, e iniziare, un attimino, a ragionare sul futuro dell’ospedale San Camillo e di tutti, comunque, i servizi socio-assistenziali che sono presenti sul territorio.

Quindi, io, per il momento, mi fermo dopodiché,

insomma, avremo modo di sentire la voce di tutti. Grazie.

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Dichiaro aperto il dibattito. Chi vuole intervenire? Prego prof. Gelli.

DOTT. GIOVANNI GELLI - Cittadinanza Attiva - Tribunale del

Malato

Intervengo per, un po’, rompere il clima di attesa di questo Consiglio Comunale che dovrebbe riguardare come tema il San Camillo, il nostro ospedale, alla luce degli accordi 2001 e 2006 ma alla luce anche delle ipotesi di cosiddetta riorganizzazione adottate, ipotesi rese poi esecutive dall’Azienda Sanitaria Locale.

Ecco, io intervengo come Cittadinanza Attiva - Tribunale del Malato e vorrei porre le questioni soprattutto dal punto di vista dell’utenza.

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Allora, l’utenza non è, da parte dell’Azienda, sufficientemente informata di quello che succede al San Camillo. Basta andare a vedere il portale web dell’A.S.L. per rendersi conto che questo portale non è assolutamente aggiornato. Poi si mettono in atto delle azioni, come quella dello spostamento di posti letto, senza avvertire minimamente l’utenza che in data tal dei tali avverrà questo spostamento. Si adottano misure di chiusura dei reparti o, meglio, dimezzamento dell’attività di reparti di medicina e di lungodegenza, dichiarati sulla stampa mesi prima ma, al momento in cui si prendono delle azioni esecutive, non c’è un cartello, non c’è un’indicazione che spieghi: “Da questo giorno a questo giorno i reparti saranno chiusi e concentrati tutti al quarto piano”. Ho dovuto intervenire personalmente perché venisse posta, almeno, questa informativa all’utenza.

Nel portale web si dichiara che i reparti di medicina, di chirurgia, il day-surgery chirurgico, fan tutta una serie di azioni e poi, nella pratica quotidiana invece queste azioni non vengono compiute. Cioè, io desidererei - e parlo soprattutto portando le esigenze dell’utenza – che, quando vengono modulati, rimodulati determinati servizi, i cittadini e gli utenti siano adeguatamente informati. E pongo la questione ufficialmente, gli accordi del 2001 siglati dagli allora Capigruppo di questo Consi-glio Comunale, siglati dal Presidente della Provincia, siglati dal Presidente della Regione, dall’Assessore regionale alla Sanità, non ricordo bene se c’era anche la sua firma.., comunque, siglati dal Presidente della Regione Emilia-Romagna, fatti propri dall’A.S.L., dall’Azienda, tramite la Conferenza Territoriale – ripeto -, questi accordi, che gli utenti conoscono, sono validi o non sono validi? Cioè, queste azioni di chiarezza e di trasparenza a mio avviso, nei confronti dei cittadini che sono utenti (ma sono anche contribuenti) devono essere rese trasparenti. E mi riferisco anche all’ultima delibera che ho assunto dal portale dell’Azienda, l’Albo Pretorio on-line, delibera n. 226/2012, che parla della riorganiz-zazione del Dipartimento di Chirurgia di tutta l’Azienda, quindi, comprendendo anche l’ospedale del Delta, l’ospedale San Camillo, l’ospedale di Argenta. In questa delibera, che riorganizza, presa nel 26 luglio di quest’anno, non si capiscono quali sono le motivazioni addotte per arrivare a questa decisione di riorganizza-zione che prevede la scomparsa, presso l’ospedale di Comacchio, del modulo operativo di Chirurgia Ortopedica Ambulatoriale e del day-surgery e la sua trasformazione in modulo operativo di Ortogeriatria e sviluppo delle tecniche chirurgiche assistenziali nel paziente anziano. Allora, cosa comporta tutto questo? Ma, soprattutto, quali sono i motivi reali addotti per questa riorganizzazione?

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Riorganizzazione che non è a costo zero, perché nell’ultima parte della delibera si dà atto che, si dice in questa delibera, che l’”onere aggiuntivo è compreso a carico dei fondi aziendali”. Ma, allora, c’è un onere aggiuntivo! Questa riorganizzazione non è a costo zero e, coi tempi che corrono, bisogna anche stare attenti a queste situazioni. Ma – dico - in tutto questo, si è fatta un’analisi dei costi sostenuti dai singoli ospedali? Dal San Camillo? Dal Delta? Da Argenta? Si è fatta questa analisi e si sono prese le opportune deduzioni in merito? Ora, di tutto questo, nella delibera che viene pubblicata non c’è traccia, quindi non si capisce quali siano le reali motivazioni, tranne un generico “Sì dà atto che il presente provvedimento risponde ai principi di legittimità – e me lo auguro – di opportunità e convenienza” ma, mi domando, per chi? Per gli utenti? Per i contribuenti? Per chi è questa convenienza? Per cui è vero che ci sarebbero molte altre cose da dire ma, tenendo conto che il mio intervento si caratterizza soprattutto per le esigenze di trasparenza e di chiarezza - che l’Azienda deve garantire agli utenti e contribuenti -, io ritengo che queste decisioni, assunte dall’Azienda, non tengano conto di tutto il lavoro prodotto in questi anni dalla Commissione di Monitoraggio, che aveva sempre operato affinché i servizi resi dall’ospedale San Camillo fossero erogati in regime di efficienza, di funzionalità e di economicità.

Allora, con tutto questo, il lavoro prodotto dalla Commissione di Monitoraggio, che senso ha avuto? Cioè, mi pare - e concludo - che con queste operazioni siamo ritornati indietro ad un modo di gestire non assolutamente basato sulla chiarezza, sulla trasparenza, sul rispetto degli utenti e dei contribuenti.

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Grazie prof. Gelli. Chi vuol prendere la parola? Passo la parola al

Sindaco. MARCO FABBRI – Sindaco:

Soltanto per focalizzarmi su alcuni concetti che sono stati espressi dal prof. Gelli. Devo dire che, coi nostri occhi - perché, a livello di Commissione Speciale Sanità, siamo stati tutti in visita al San Camillo - abbiamo potuto constatare che, comunque, alcuni servizi, effettivamente, sono cessati. Mi riferisco alla degenza chirurgica ordinaria, al day-surgery e all’endoscopia, per esempio, che rispetto - per l’appunto - agli accordi che

- 7 -

lei citava poco fa, effettivamente, ad oggi, sembrerebbero essere smantellati. In Commissione, tra l’altro, si è parlato di tante cose, come questa, cioè il mancato coinvolgimento e la trasparenza perché, al pari, citando un esempio di questi giorni delle Poste, molto spesso vengono prese delle decisioni sopra la testa di tante persone, senza tener conto di peculiarità e specificità di un dato territorio. E quindi, ecco, anche alla luce - dicevo prima - del decreto della spending review - che comunque, in un qualche modo, entro il 30 di novembre, su questo, la Regione si dovrà, in un qualche modo, esprimere - chiedo, magari, anche ai rappresentanti dell’Azienda A.S.L. se abbiamo qualche input – ecco - in tal senso.

Ribadisco il concetto espresso nel precedente

intervento, cioè, relativamente ai locali di via Fattibello, nel senso che il metro, il metodo è stato, secondo me, non trasparente, come si diceva poco fa, nel senso che comunque una struttura che – ripeto - ha delle problematiche strutturali già da tempo, è stata, tra virgolette, abbandonata non prendendo in considerazione tutta una serie di soluzioni alternative presenti sul territorio come - mi ripeto - l’ex-scuola di Vaccolino, per trasferire poi tutti i servizi a Migliarino. Su questo, tra l’altro, in Commissione ci siamo confrontati, in maniera abbastanza unitaria, anzi, togliendo l’“abbastanza”, ma all’unanimità e tutti i presenti hanno stabilito, in un qualche modo, di valutare un percorso, condiviso insieme all’Azienda A.S.L., per cercare comunque di riportare qui a Comacchio dei servizi che sono indispensabili.

Lo abbiamo fatto a 360° perché, a quanto pare, per quanto riguarda gli edifici diversi da quello che è il San Camillo, non abbiamo avuto una grossa disponibilità, per lo meno dal sisma ad oggi, e quindi a livello, poi, anche, di Commissione, un concetto tradotto, anche questa sera è: si è stabilito, insomma, di valutare, insieme all’Azienda A.S.L., di riportare qui a Comacchio, in locali diversi da quelli della R.S.A. (perché comunque anche sull’R.S.A. c’è un grosso punto interrogativo: quale sarà il futuro di quell’R.S.A. su cui, insomma, dal punto di vista, diciamo, degli allestimenti, è finito, è perfetto ma, ad oggi, insomma, non ha ancora visto un futuro, nonostante gli oltre 10 milioni di euro che sono stati spesi nel recente e, quindi, non più tardi di due o tre anni fa?)... Quindi, si è concordato, a livello di Capigruppo, di intraprendere un percorso con l’Azienda A.S.L., per vedere se, all’interno del San Camillo, ci siano dei locali diversi dalla R.S.A. e già adibiti, magari a funzioni amministrative - o comunque vuoti - che possano, diciamo, riportare quei servizi a Comacchio, perché, alla luce di

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tutto quello che sta succedendo, anche a livello nazionale – insomma - perdere dei pezzi è qualcosa da valutare attentamente. Quindi, io concludo qui per il momento e lascerei la parola ai colleghi. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Prego sig. Mezzogori.

MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

Chiedo scusa ma avrò bisogno un po’ più di qualche secondo per organizzare il mio intervento. Sono abituato da sempre a non girare intorno alle questioni, ma a dare il nome alle cose con il loro vero nome. Ci troviamo di fronte ad una situazione che, praticamente, rimarca un po’ la situazione dell’anno 2002, anche se con caratteri diversi, ma la metodologia è sempre la stessa. È evidente che tutta l’operazione svuotamento dell’ospedale San Camillo, che non si può chiamare apertura perché è veramente disgustoso leggere o pensare che non è una chiusura (sì, la chiusura dell’immobile sicuramente non c’è, ma lo svuotamento delle funzioni specialistiche del San Camillo è ovvio, che anche un bambino della scuola materna capisce che praticamente è la chiusura dello stabilimento ospedaliero).. Quindi, non giriamo attorno a queste frasi e vediamo di essere onesti almeno moralmente per dare il senso alle cose: che cosa è intervenuto per cui dal Basso Ferrarese sia partita, nell’ottobre dell’anno scorso, l’operazione svuotamento, considerando che nella Conferenza Territoriale socio-sanitaria, nel giugno di quello stesso anno, nei documenti A.S.L. di previsione del conto economico 2011, 2012 e 2013, non si parlava, in alcun modo di quest’operazione? E’ evidente quindi che qualche cosa è intervenuto da ottobre ai giorni nostri. È intervenuto il fatto che è stato spostato il dott. Nola, Direttore Sanitario di Cento, a Valle Oppio, ed è stata spostata la Direttrice Sanitaria da Valle Oppio a Cento. Non si capisce bene questo arroccamento di tipo scacchistico ma una domanda la si pone, vuol dire che, allora, la dott.ssa A. Grotti non era all’altezza di fare la Direttrice Sanitaria di Valle Oppio, oppure potremmo stabilire che il dott. Nola, già Direttore Sanitario di Comacchio negli anni 2000, è stato considerato come una sorta di commissario politico di tipo brezneviano (“Mandiamo te a sistemare le situazioni”). Ecco, io credo che dovremmo lavorare e operare, in futuro, per far ricredere al dott. Nola di non essere un commissario politico. Quindi, questo è successo: che con questo arroccamento di tipo scacchistico è iniziata tutta

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l’operazione svuotamento ospedale San Camillo. Quindi è quello che io ho considerato e ho anche dichiarato pubblicamente: un’operazione di tipo golpistico sanitario. Le ragioni, che son state addotte, sono di due tipi, fondamentalmente, che leggiamo in tutta la pappardella, i sette, otto chili di documenti che continuamente l’Azienda produce e che, a prova dei fatti, nessuno legge e studia.

La questione delle risorse economiche. Ecco: una volta costruita un’atmosfera delle risorse economiche, ecco che poi molti politici cedono e cadono e si arriva alla capitolazione. Siccome c’è la situazione economica... senza andare a vedere, poi, come questa situazione economica, questa scarsità di risorse economiche, veramente influisce su quel fatto.

L’altra novità che perviene dall’ultima replica

dell’Assessore Regionale Lusenti al Consigliere Regionale Favia e, alcuni mesi fa, anche al Consigliere Regionale Sconciaforni di Rifondazione, è la teoria - che veramente, ha del paradossale – che si è proceduto a svuotare il day-surgery, la chirurgia generale e l’endoscopia digestiva perché Valle Oppio possiede il reparto di rianimazione. È una novità nel panorama sanitario di questa Regione insomma, perché fino a poco tempo fa si parlava di scarsità di risorse finanziarie. Ora, è possibile smentire, ad esempio, che la scarsità di risorse finanziarie sia la causa primaria per cui si è proceduto a svuotare il San Camillo di Comacchio perché - ce lo dice la stessa Azienda U.S.L., nel documento distribuito alla Conferenza Territoriale socio-sanitaria ed anche al Consiglio Provinciale ce lo spiega, ecco (perché io sono abituato sempre a far derivare le mie convinzioni dallo studio dei fatti e dei documenti, non dalle chiacchiere di piazza) – nel documento distribuito alla Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria del 6 febbraio di quest’anno e, poi, successivamente, in Consiglio Provinciale, la stessa Azienda U.S.L. ci dice che: “Questo tipo di programmazione sugli ospedali non consentiranno sostanzia-li recuperi economici, ma rappresentano una necessaria revisione del sistema provinciale propedeutico all’avvio del percorso di sviluppo integrato già deciso nel 1990”. Questa è la motivazione. Quindi, facciamola finita con sta storia del recupero di risorse finanziarie. Non corrispon-de a verità.

È una menzogna a livello di corridoi per creare una sovrastruttura. Del resto, come ci dice nell’ultima pappardella, duecentocinquanta pagine, distribuite nell’ultima Conferenza Socio-Sanitaria, il Bilancio economico ci spiega che il day-surgery costa, all’ospedale San Camillo, 15.000 euro, la chirurgia costa 250.000 euro,

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ne produce 600.000 di valore della produzione. Il day-surgery a Comacchio viene svuotato pur sapendo che il costo del day-surgery a Comacchio è inferiore del 40% rispetto al day-surgery di Valle Oppio.

L’endoscopia digestiva, reparto nuovo di zecca, con

attrezzature nuove, addirittura, è stato spostato. Le ragioni, quindi, non sono di carattere economico. Il sig. Lusenti, che dovrebbe rappresentare il massimo

della Sanità Regionale - ma mi sono fatto una convinzione di ferro in merito – risponde così al Consigliere Regionale Favia circa la motivazione per cui si è provveduto al trasferimento dei cinque posti letto di chirurgia generale, del day-surgery e dell’endoscopia digestiva – e questa è la chicca: “Il trasferimento dei cinque posti di chirurgia, day-surgery, endoscopia da Comacchio al Delta, trasferimento dettato da criteri di sicurezza per i pazienti in quanto l’ospedale del Delta è dotato di un reparto di rianimazione”. Ora, dal 2001, tecnici, fior di tecnici regionale dell’Azienda A.S.L., hanno in trattativa serrata con i rappresentanti della Comunità di Comacchio, sia essi politici che dei comitati dei cittadini, hanno concordato un accordo. Allora, vien da pensare che l’accordo che hanno sottoscritto questi signori fosse un accordo che, dal punto di vista tecnico, fosse, veramente, al di fuori delle norme vigenti. Se ce l’han dato, questo day-surgery, quando all’ospedale del Delta lo avevano eliminato, nel corso dei lavori, noi abbiamo optato per il day-surgery perché non esisteva al Delta, quindi, abbiamo optato per una differenziazione, rispetto alle attività ospedaliere erogabili al Delta. Ma se il massimo cittadino responsabile della Sanità Regionale ci dice questa cosa perché suggerita dai papabili dell’Azienda A.S.L. di Ferrara, allora due sono le cose: o alla massima carica regionale sanitaria abbiamo un incompetente oppure alla massima carica regionale abbiamo un bugiardo. Perché è facilmente smentibile il sig. Lusenti. Costoro è da diverso tempo che pensano che i cittadini, oggi, in epoca moderna, siano rinchiusi in una sorta di lager o di gulag dove l’informazione non è possibile che arrivi. Il sig. Lusenti, che è Assessore Regionale, dimostra, con questa risposta, di essere un borioso, di considerare i cittadini, nonché gli Amministratori Regionali, come degli sciocchi e degli idioti, perché è possibile smentire questa farsa, questa buffonata, perché da undici anni il day-surgery si è fatto a Comacchio, è molto remunerativo, molto produttivo, salvo che, nel corso degli anni, è stato continuamente sabotato.

Conosciamo tutti le alterne vicende dei contratti a

termine non firmati, non sottoscritti, delle chiusure. È

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stata una vita tribolata in questi undici anni. E tuttavia, dovrebbe spiegare il sig. Lusenti per quale ragione, in questa Regione, a Cattolica poi si pratica la chirurgia polispecialistica e il day-surgery, senza rianimazione e senza U.T.I.C.- Forse che a Cattolica, dove opera il luminare internazionale, dott. Porcellini, chirurgo di fama internazionale, sulla spalla, sulla mano, sul gomito, operano senza la sicurezza del paziente? Va da sé che questa è un’affermazione bugiarda ed è una falsificazione della realtà. Pensano che a Comacchio ancora portiamo gli zoccoli di legno. Questa è un po’ la questione del sig. Lusenti. E questa è la risposta data da…

Non è neanche questa la verità. Come ho già esposto, innumerevoli sono gli ospedali in questa Regione e quindi, la logica ne consegue che in questa Regione la normativa regionale sia applicabile dappertutto e non in alcune Province sì e in altre no. Quindi la rianimazione è ininfluente, anche perché anche la chirurgia ambulatoriale può presentare dei pericoli a questo punto, visto che spesso e volentieri leggiamo sulla stampa quante sono le persone che, per delle singole sciocchezze, lasciano questa terra. Quindi è una menzogna, è una falsità tecnicamente non corretta perché, come ho dimostrato, chiunque può andare sul sito internet del Cervesi di Cattolica e vedere che abbiamo di fronte un ospedale con 111 posti letto per acuti, dove ci sono 33 posti letto di chirurgia polispecialistica, dove esiste addirittura la risonanza magnetica, dove addirittura esiste la TAC col contrasto, che ci è sempre stata negata in questi anni, con la menata che non c’era il medico, il dottore. L’anestesista è un medico e serve per questo. Quindi, i fatti confermano che Lusenti racconta delle balle. Lo svuotamento del San Camillo, peraltro, non corrisponde neanche alle procedure di trattative regionali esperite fino adesso. Nel 2001 abbiamo siglato un accordo regionale alla presenza del sig. Errani, è stato riformulato nel 2006, con la modifica del punto nascita. In questa vicenda, di questi ultimi tempi, invece, è stato attuato un golpe sanitario, con il sig. Ponzio Pilato-Errani, che se n’è lavato le mani, dando il via libera alle cosche e alle lobby presenti sul territorio ferrarese. Perché la questione… ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Sig. Mezzogori, mi dispiace, ma il suo tempo è finito.

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MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

…dello svuotamento del San Camillo è stata decisa all’interno del Basso Ferrarese, così come la truffa ai danni dello Stato è stata organizzata all’interno del Basso Ferrarese…

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Deve chiudere, sig. Mezzogori, mi dispiace.

MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

…Questa è la questione. Noi cittadini di Comacchio non possiamo accettare quest’ennesimo golpe senza che non guardiamo negli occhi il sig. Errani e il sig. Lusenti, alias neo-Bissoni, perché questo è un esproprio e vorrei, anche, ricordare al sig. Bellini… ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Sig. Mezzogori, mi dispiace, ma il Regolamento parla

chiaro. MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

Certo. Mi fermo qui. Mi fermo qui.

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Lei ha parlato tredici minuti, ormai, dei dieci che

aveva a disposizione. MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

Voglio ricordare al sig. Bellini che gli accordi che

abbiamo sottoscritto hanno un valore legale e giuridico. Non è un valore morale e gli accordi sono superati da altri accordi, non perché lo decide qualcuno, o qualche gruppetto ben individuabile all’interno del Basso Ferrarese. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Sig. Mezzogori, la invito ad uscire, mi dispiace.

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MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

Per finire, la Consulta ha diritto, perché le pacche

le abbiamo prese noi a Comacchio…

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Sig. Mezzogori, basta. Basta. Grazie.

Qualcuno vuole intervenire? Passo la parola al Sindaco.

MARCO FABBRI – Sindaco:

Onde evitare che diventi un monologo, insomma,

inviterei tutti, comprese anche le Forze di opposizione e i Rappresentanti dell’Azienda A.S.L. a intervenire, replicando ai quesiti che erano stati fatti, rispetto, anche, comunque, a quello che sta accadendo in questi giorni, cioè quel decreto della spendine review che porterà comunque delle conseguenze sul territorio regionale. Quindi, capire esattamente cosa sta accadendo. Grazie. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Prego Consigliere Di Munno.

ANTONIO DI MUNNO – Consigliere P.D.L. – IL FARO:

Grazie sig. Presidente. I documenti a cui ha fatto

riferimento Manrico Mezzogori credo che siano eloquenti a dimostrare che le motivazioni addotte dall’Azienda Sanitaria, in ordine agli spostamenti e allo svuotamento del San Camillo, siano del tutto false e del tutto immotivate. Soprattutto immotivate in ordine alla redditività dei servizi che il San Camillo ha sempre offerto. Detto questo, non mi voglio addentrare più di tanto in questo aspetto se non per aggiungere, forse al Sindaco è sfuggito di far riferimento al fatto, che lo spostamento dei servizi di igiene pubblica erano già stati predeterminati nell’autunno del 2011, quindi non nella Conferenza socio-sanitaria cui c’è stata la votazione del febbraio 2012.

Quindi, un piano predeterminato, un piano sicuramente scellerato, un gioco di scacchi dove le Forze politiche che hanno governato questo territorio per oltre

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settant’anni hanno stabilito che il San Camillo deve essere chiuso, e queste Forze hanno stabilito che, anche, tutto doveva essere rivolto nell’ospedale di Valle Oppio. Mai una scelta più infelice di questo genere, quando si voleva privare un territorio, che rappresenta il 90% delle presenze turistiche di tutta la Provincia, di un servizio essenziale e fondamentale. Nessuno lo riuscirà mai a capire, nessuno soprattutto lo potrà mai accettare, perché è una scelta irrazionale, al di fuori di ogni logica. Come altre scelte che sono state fatte sul territorio, cui poi farò riferimento dopo. Ed oggi ci troviamo in un ospedale di Valle Oppio con alcuni reparti che hanno i coefficienti di valutazione - in ordine ai servizi espletati - che sono negativi, e ci troviamo dopo vent’anni un super Polo ospedaliero, che oggi potremmo chiamare tranquillamente, Cona Tom-Tom, perché oggi ci viene annunciato che è talmente mastodontico, è talmente enorme, che ci vuole il satellitare per viaggiarci dentro. E quindi è facile prevedere anche che tra un po’, forse, avremmo lo stesso ospedale di Valle Oppio che verrà, ancora una volta, assorbito da un’altra sovrastruttura che è stata istituita. Questo l’abbiamo capito tutti quanti, non per logiche di servizio ai cittadini, ma per logiche, completamente diverse, di scacchiera politica della Provincia di Ferrara. Questa è la verità.

Scelte, come al solito, che la Provincia di Ferrara fa, spesso e volentieri, a scapito del territorio comacchiese, e in questo ordine mi piace poi anche citare quella che viene ventilata tanto, il grande vantaggio per il territorio, che è la famosa idrovia, che in realtà non lo è, non porterà dei vantaggi economici al territorio, così com’è stata ventilata, ma è servita soltanto per fare delle altre operazioni in città di Ferrara. Detto questo, credo che, così - anche per chiudere e rispettare i tempi assegnatimi - che sia importante a questo punto che i Rappresentanti della Regione dicano chiaramente che gli accordi del 2001 e del 2006 sono disattesi e che, piuttosto, si proceda per altre scelte.

Comacchio, il turismo, l’industria turistica han bisogno di uno ospedale efficiente. Allora, a questo punto, piuttosto si proceda alla cessione di un ramo di azienda per un ospedale vero e proprio. Di un San Camillo a mezzo servizio, anzi, a poco servizio, così com’è adesso, il territorio e l’industria turistica non ne han bisogno.

Detto questo, poi - e concludo, sig. Sindaco - per dire questo: visto che, poi, a questo punto, questa è la considerazione che la Provincia di Ferrara ha sempre avuto nei confronti di questo territorio, forse – lo dico

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provocatoriamente, ma qualche d’uno l’ha già fatto prima di me –, visto che si sta parlando di aggregazione di province in tema di spending review, chiedo se non sia il caso che il Comune di Comacchio indìca un referendum per dire a quale Provincia vuole appartenere. Grazie. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Qualcuno vuole intervenire? Prego dott. Marabini, mi sembra. Vero?

DOTT. MAURO MARABINI – Azienda A.S.L.:

Sì. Grazie. Credo di essere stato, più volte,

sollecitato dal Sindaco ma più che una replica, non so, è un’analisi, anche, ovviamente, di alcuni altri dati. Sulle cose che sono state dette, insomma, io non mi sento di smentirle, nel senso che in nessuno modo, perché, sicuramente, si va verso una… credo… anche io, insomma, ho… per chi mi conosce, già da tempo non dico una cosa per un’altra, quindi, credo che effettivamente si parli di soppressione di ospedali, di superamento di ospedali. È inutile nascondersi dietro un dito. Si tratta di vedere che cosa effettivamente possiamo conservare oggi o, eventualmente, speriamo di sviluppare oggi in un contesto che è indiscutibile, insomma. La situazione di oggi, purtroppo, non è più quella del 2000. Non abbiamo… cioè, oltre alla gravità generale c’è da aggiungere una diversa autonomia che ha il Paese, di conseguenza la Regione, la Provincia, l’A.S.L. e i Comuni. Cioè abbiamo, si può dire, sempre di più le mani legate ma, semplicemente, in altro modo, siamo sempre meno autonomi rispetto ai nostri predecessori. Certe decisioni non vengono più assunte, come dire, a livello locale né, mi verrebbe da dire, addirittura, regionale. Chiaro che su certe decisioni, che effettivamente non sono condivisibili, si può discutere a che livello e quante volte sono state discusse. Il problema forse è meglio porlo se questi luoghi di discussione siano più o meno legittimi, autorevoli e capaci, perché se io penso anche alle ultime decisioni della Conferenza del 27 febbraio, hanno prima e dopo almeno una ventina di incontri e di verifiche o di - diciamo, in qualche modo - limature istituzionali, non informali, formali. Voi pensate che la Conferenza è preceduta, ad ottobre del 2011, dai Comitati di Distretto e c’era la precedente Amministrazione presente, di tutti, poi, i Sindaci, insomma, di tutti i Comuni. Che questi due Organi, il Comitato di Distretto e la Conferenza, sono stati accompagnati, prima e dopo, da incontri sindacali dove partecipano la bellezza di trentatré rappresentanti

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ciascuno, e gli incontri sindacali sono stati, sia per il Comitato che per la Conferenza, tre ogni volta. Quindi, tre per tre fa nove, nove più nove fa diciotto. Tutto questo poi non nasce, come vi dicevo qui, insomma, tra i tre ponti di Comacchio, i tre ponti di Ravenna, ma nasce da una verifica regionale del settembre 2011.

Bene. Dopodiché, se questi vari passaggi siano stati sufficienti o insufficienti, autorevoli o capaci, io su questo ovviamente non posso esprimere giudizi ma, insomma, ci sono stati. Sul fatto del valore degli accordi e delle leggi, insomma, è chiaro che, purtroppo, dobbiamo renderci conto anche noi che quanto è stato fatto - seppur tentando di fare il massimo, credo - da parte della nostra Provincia, nel febbraio 2012, è ampiamente superato dagli eventi. Le leggi vanno avanti e, più delle leggi forse van veloci i mercati, ma questo chiaramente non guarda tanto in faccia l’efficienza della nostra realtà. Non gliene può fregà de’ meno, insomma, in qualche modo. Non gli può importare che noi siamo, più o meno, bravi.

Purtroppo le cose vanno avanti e, quindi, è probabile che entro l’anno, o entro i primi del prossimo anno, avvenga veramente una profonda rivisitazione della rete ospedaliera, ma di qualunque altro servizio della nostra realtà. Perché come sapete la legge - lo sapete (penso che tutti leggano i giornali, abbiano avuto modo di leggerla, anche come è stata approvata, la legge che si citava prima, cosiddetta della spending review) - prevede che, entro il 31 dicembre, le Regioni adottino provvedimenti di riduzione dei posti letto e di quant’altro e tutta una serie di altri servizi. Ora, questo non c’è dubbio che sarà un discorso di carattere generale, di indirizzo. Spero che avremo la possibilità di discuterne, di articolarlo anche nelle singole strutture, però, è chiaro che è un vincolo molto forte che cambia completamente la situazione precedente, gli accordi precedenti. E questo è quello che ci aspetta, è inutile nasconderlo.

L’altra considerazione che mi sentirei di fare è riferita ai dati sulla questione di confronto, magari con altre situazioni analoghe in Emilia-Romagna. Io devo dire che, insomma, conoscendo un po’ in giro quello che succede per la Romagna, anch’io mi pongo questi problemi e me li pongo spesso. Ma, insomma, è possibile che una cosa che funzioni a Piacenza non debba funzionare anche a Cesena o a Ferrara? Sì, però purtroppo noi dobbiamo essere veramente, almeno al nostro interno (poi, cercheremo di difenderci come possiamo ma, almeno..).. dobbiamo essere ben consci di quello che è la realtà. E confrontandosi con Rimini il confronto è veramente impietoso. Rimini è una Provincia che ormai ha una numerosità di popolazione pari

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alla nostra, pari alla Provincia di Ferrara. Ha pochi meno abitati. Ha 325 – 330.000 abitanti contro i 360.000.

L’A.S.L. di Rimini, negli ultimi tre anni, ha ricevuto un ripiano pari a zero euro, la Provincia di Ferrara ha ricevuto un ripiano pari a 40 milioni di euro annui.

Quello che ci viene detto è: “Siamo stanchi di

mantenervi”. Questo è quello che ci dicono a livello provinciale. A questo punto dobbiamo renderci conto di questa cosa. Poi ne parliamo. Evidentemente la situazione, anche, come dire, territoriale, anzi, sicuramente quella territoriale, giustifica ampiamente queste differenze a mio modo di vedere. Rimini ha una superficie estremamente limitata. Direi che il Comune di Comacchio è quasi grande come… adesso, non voglio esagerare ma, insomma, è quasi grande come tutta la Provincia di Rimini. Se ci mettiamo Goro e Gorino, insomma, siamo lì lì. E quindi la superficie certamente non ci facilita. Così come la realtà socio-economica. Il nostro è un problema fondamental-mente economico, ma è già stato detto. Io credo che.. voglio dire, è stato già anticipato, più o meno, tutto, e, quindi, non faccio altro che ribadire le cose, cercando di essere un attimino più spietato nei nostri confronti, cioè, nel senso di guardare in faccia la realtà senza illudermi. Insomma, questo era un accenno che mi sentivo di fare perché, effettivamente, abbiamo delle difficoltà oggettive nell’utilizzare il finanziamento sanitario come un aiuto, giusto, alla popolazione, ma in un momento in cui si deve tagliare si fa fatica a pensare che non saremo soggetti ad una limitazione di risorse. Noi saremo soggetti. È già stato detto quello che ha comportato la Conferenza di febbraio, è già stato citato quello che ha comportato per l’ospedale di Comacchio. Certamente, come penso si può vedere dai documenti, dai fatti e dai giornali, la cosa ha riguardato tutta la Provincia, gli ospedali del Delta e di Cento compresi, l’ospedale di Cona compreso, cioè, in questo momento, anche il nuovo ospedale è soggetto ad una contrazione, non è l’unico Comacchio piuttosto che Cento o Argenta. Poi sapete che Bondeno oggi, dal terremoto, non c’è più; non c’è più neanche il poliambulatorio, non c’è più nulla se non è rimasta una sede di ambulatorio, una medicina di gruppo e l’ambulanza. Di Copparo credo che siate altrettanto al corrente e di quelli che sono stati i sacrifici, in qualche modo, il contenimento delle attività, a Portomaggiore come a Cento, credo che basti che apriate i giornali. Tutto questo, ovviamente, non soddisfa nessuno, perché poi alla fine, come si è già detto, le persone che hanno bisogno non è che siano contente se quello che sta vicino sta peggio, ovviamente, no? Questo non è possibile, però, è anche vero che si sta cercando non di andare avanti con la logica di

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ripartizione. o comunque di dispersione delle cose, ma di cercare di raggiungere quella massa critica sufficiente per potere avere una maggiore, non tanto efficienza ma, in qualche modo, possibilità di continuità, perché qui, ormai, non siamo più alla ricerca dell’efficienza, siamo alla ricerca del mantenimento. perché i medici al Pronto Soccorso non li troviamo più, c’è poco da fare, una volta ce n’erano in abbondanza e adesso non ce ne sono più, ma è solo un esempio. E non c’è più concesso di assumere. Non possiamo più assumere, per cui… ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Dott. Marabini la prego di concludere.

DOTT. MAURO MARABINI – Azienda A.S.L.:

Sì. Io su questa vicenda, appunto, di questa cosa che

accennavo – magari - mi riserverei, se eventualmente necessario, un successivo incontro.

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Qualcuno vuole intervenire? Prego sig. Mezzogori.

MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

Io avrei sperato che il dott. Marabini ci spiegasse il

perché, non perché Rimini è un’A.S.L. virtuosa, ci spiegasse il perché viene spostato il day-surgery, chirurgia, endoscopia a Valle Oppio perché, a dire del sig. Lusenti, c’è una rianimazione e perché a Cattolica, che è un ospedale efficiente, dove si opera a manetta, non c’è la rianimazione. Devo pensare che in questa nazione ci siano diverse regioni dove la normativa regionale viene applicata in una provincia ed in altre province no? Era questo il senso del mio discorso – ecco - tutto sommato. Le ragioni della scarsità di risorse: non siamo degli sciocchi, viviamo su questo pianeta ed è chiaro che abbiamo ben presente questo tipo di problema, ma ho dimostrato anche che, sulla base dei vostri documenti, non è un problema economico - lo dite voi stesso -, riguarda il completamento di una programmazione, decisa nel 1990 dai vecchi Comitati di gestione nelle segreterie politiche. Ed è il metodo che avete adottato anche adesso, perché lei mi racconta che avete avuto incontri coi sindacati, sì, ma non avete avuto incontri con la Comunità di Comacchio in un percorso di confronto e di

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condivisione, come da dodici anni si faceva. Ed è sospetta quindi la fretta con la quale è stato approvata, in camera caritatis, sollecitata prima dai partiti, perché l’operazione viene sollecitata, mi rendo conto che a qualcuno può dar fastidio ma, viene sollecitata dai politici, dal 2008, dall’Assessore Comunale di Ferrara Cuccuru/Cuccureddu, da Calvano, Presidente provinciale del PD, già nel 2010 sui giornali.

È da allora che parte l’operazione. Dobbiamo dire la verità sulle cose: è Cona il problema. Cona va a disturbare Argenta, Valle Oppio e Cento. Quindi, per poter ripianare quelle piccole perdite di Valle Oppio, Argenta e Cento, allora avete deciso - perché i Comuni potentati hanno più influenza nelle segreterie politiche -, avete deciso, in contrasto con i vostri stessi accordi, di svuotare gli ospedali periferici, come se in questi ospedali, in questi territori non ci fossero dei cittadini.

Finisco. Non è questione economica per lo svuotamento dell’ospedale. I Bilanci che voi avete dato l’anno scorso, in giugno dell’anno scorso, alla Conferenza Territoriale di previsione ‘11, ‘12 e ‘13, rispetto ai Bilanci che avete fatto approvare - addirittura avete fatto approvare – il 23 di luglio, il Bilancio di previsione del 2012. E dove siamo, in Kenya? Io pensavo che i Bilanci di previsione fossero approvati alla fine del 2011 rispetto al 2012: siamo ormai a fine 2012 e venite a far approvare il Bilancio di previsione del 2012? Ecco la differenza tra i Bilanci di previsione, che lei dice sempre che cambiano continuamente - e forse è anche vero - rispetto ai Bilanci che avete approvato pochi giorni di fa: c’è un leggero di scostamento di 500.000 euro nei Bilanci di previsione 2011, 2012, 2013. Il 2011 è chiuso con 5 milioni di perdita di esercizio. Ma in questa U.S.L.… ma lo sa lei che noi abbiamo chiuso l’esercizio del 2007 con una perdita di 50 milioni di rosso, profondo rosso? Lei lo sa? E lo sa che nel 2004 abbiamo fatto un buco di Bilancio di 25 – 30 milioni? E lei lo sa che l’U.S.L., nel 1996, aveva un deficit di Bilancio di 76 miliardi, pari a 30 milioni di euro? Quindi, voglio dire, è stata la prassi in questi anni, in questi ultimi dieci, quindici anni.

Ma non è mai successo che, in virtù di questo, ci venissero a svuotare l’ospedale, dove abbiamo investito non 9 milioni di euro, circa 14 milioni di euro, perché vanno presi anche gli arredi e le attrezzature, la camera mortuaria. Ci sono quasi 14 milioni di euro e adesso, con questo tipo di riorganizzazione, volete trasformare il San Camillo di Comacchio in un magazzino. Non è un ospedale, è un magazzino.

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Applausi del pubblico

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Silenzio in sala. Silenzio in sala. Dovrei fare uscire

il pubblico.

MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

Chiudo con questa questione della spending review perché insomma, noi non dobbiamo correre dietro agli slogan che di volta in volta ci vengono propinati dai mass media e quant’altro. La spending review stabilisce.. - anche perché il sig. Balduzzi (il Ministro che si chiude in scrivania, poi traccia coi righelli: “Dobbiamo recuperare 7 miliardi”) ha cambiato idea il giorno dopo, quando da Rimini gli han detto: “Vieni qua a presentarti, se hai il coraggio. Vieni qua a chiuderci gli ospedali”. Così gli han risposto a Rimini. Ma il problema è questo, del nuovo indice di percentuale per mille, cioè, dell’indice di posti letto per mille. Non si può, quindi, dire: “Tagliamo gli ospedali da 80 o 100…” ma il sig. Ministro ha detto: “Dobbiamo ridurre dal 4‰ i posti letto per abitanti al 3,7‰”.

Ora, vorrei dire al dott. Marabini che, per quanto

riguarda la spending review, noi, in Provincia di Ferrara, abbiamo la bellezza di 1.400 posti letto, anzi, noi ne abbiamo, praticamente… ecco, se applichiamo il 3,7‰ posti letto per abitanti, nel nostro distretto, noi siamo inferiori come posti letto. Tenga bene a mente, registrato, lo tenga bene a mente. Per quanto riguarda, invece, il Centro-Nord, abbiamo una eccedenza di posti letto, nel distretto dove c’è più densità abitativa, e quindi una minor dispersione erogativa - perché voi avete questi concetti: la dispersione erogativa. Ma lei lo sa che nel Distretto Sud-Est abbiamo 1.330 Kmq, ovvero sia 500 kmq in più del Distretto Nord con Ferrara e Copparo? È evidente che non è una dispersione, è un fatto oggettivo, territoriale. E non è che possiamo chiudere perché abbiamo Argenta, ma abbiamo 1.330 Kmq di superficie, superiore al Centro-Nord di 500 Kmq, e quindi è inevitabile che vi sia una dispersione erogativa. Ma non è un fatto di cattiva amministrazione sanitaria. Mentre invece nel Distretto Centro-Nord abbiamo un’eccedenza di posti letto, ma nessuno ha il coraggio di dirlo perché si va a toccare qualche “capataz” della politica di Ferrara. Abbiamo un esubero di posti letto, di 280 posti letto applicando il 3,7‰ del sig. Ministro Balduzzi. Questi sono i numeri,

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quindi, smettiamo di correre dietro alle fantasie che ci vengono, guardiamo però i documenti e impariamo a studiare sui documenti e non sulle chiacchiere di qualcuno.

Quindi, il Distretto Sud-Est ha un numero inferiore di

posti letto, anche rispetto al 3,7, il che vuol dire che eravamo già in anticipo, già da anni, rispetto al sig. Balduzzi. Quindi da noi non si tagliano posti, perché ne siamo inferiori al nuovo indice. Questa è la verità. Superiore invece è il Centro-Nord, che ha una superiorità, pur avendo una minore dispersione erogativa delle prestazioni ospedaliere, perché la popolazione del Centro-Nord che ha 178.000 abitanti è concentrata in un numero di superficie di Kmq molto inferiore rispetto alla nostra. Questo è il fatto. E se volessimo andare anche più oltre, Copparo ha un numero di posti letto inferiore rispetto all’indice stabilito da Balduzzi ed anche Cento ed anche il Distretto Sud-Est. Il problema è Ferrara, il problema è Cona, questo è il punto, che ha un’eccedenza di posti letto di almeno 200 posti letto rispetto all’indice stabilito dal sig. Balduzzi, la nuova mente sanitaria d’Italia. Questo è il punto. Quindi, i costi, poi, li ho già elencati.

Vorrei che questo documento, che voi avete distribuito

nell’ultima Conferenza socio-sanitaria, cioè il Bilancio di esercizio 2011, si possa dare da distribuire ai signori Consiglieri con la speranza che magari lo possono sfogliare. Qui, per la prima volta, abbiamo i costi degli ospedali, i costi dei servizi. Non come ha detto Lusenti alla Nuova Ferrara, recentemente, che l’ospedale di Comacchio costa dai dieci ai venti milioni. Lui va a spanna. È Cona che è costato: 30 milioni, quest’anno, nel bilancio regionale, da dare a Cona, per sovvenzionare Cona. Trenta milioni di euro riversati dalla sig.ra Regione a soccorrere Cona. Ed altri quindici buttati dentro dall’U.S.L. di Ferrara a soccorrere Cona. Questa è la verità che va detta ai signori Calvano e alla Zappaterra. Cona sarà una succhia-soldi. Quindi, vorrei che il sig. Sindaco distribuisse ai Consiglieri Comunali questo documentino che per la prima volta… l’ospedale di Comacchio costa 7.800.000 euro all’anno, non 20 milioni come ha dichiarato il sig. Lusenti.

Lui è abituato ad andare a spanne, per forza capisce poco di Sanità. Noi costiamo così, però, bisogna vedere il valore della produzione che produce l’ospedale di Comacchio, che sicuramente è notevolmente superiore a quella di Valle Oppio. Valle Oppio ci costa 50 milioni di euro all’anno, questo è il punto, e Cona ce ne costa 270 milioni all’anno.

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ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Prego Dottore.

DOTT. MAURO MARABINI – Azienda A.S.L.:

Dunque, come sempre accade tra me e Manrico, c’è una

sostanziale conver… dove vai? No, scusa un attimo, volevo solo dire che sui numeri ci troviamo sicuramente, perché i numeri che son stati detti sono perfettamente esatti. C’è una piccola imperfezione sui posti letto complessivi, perché la nostra Provincia ha 1.807 posti letto, calcolati dal Ministero. MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

interviene fuori microfono

DOTT. MAURO MARABINI – Azienda A.S.L.:

No. Ma non è che lo diciamo noi. Questi sono quelli

che risultano allo Stato, perché purtroppo lo Stato i conti li fa utilizzando i posti letto pubblici, privati, sommando day-hospital, day-surgery, quindi – insomma - considerano 1.807. Comunque, a parte questo, sui valori di produzione sono esattamente…

MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

interviene fuori microfono

DOTT. MAURO MARABINI – Azienda A.S.L.:

Sì, appunto. Però, complessivamente, per abitanti,

bisogna toglierne quattrocento, insomma. Vabbè, comunque – insomma - non è tanto quello il problema. Il problema, invece, è: qual è l’unità di misura che intende adottare lo Stato e la Regione? Perché è vero che se uno fa il conto su un Comune, su un Distretto, su una U.S.L., su una Provincia, su una Regione, sullo Stato le cose cambiano fortemente. Ad esempio a livello regionale i reggiani dicono: “Ma perché dobbiamo chiudere noi, che la nostra Provincia ha meno di 3,7 e la Provincia di Bologna ne ha 5,8? Allora qual è l’unità di misura giusta? Noi, ancora, non lo sappiamo.

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MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

interviene fuori microfono

DOTT. MAURO MARABINI – Azienda A.S.L.:

Non lo so. Comunque, c’è sempre qualcuno, c’è sempre

un livello sovraordinato, cioè c’è un livello sovraordinato al Comune che è il Distretto, nel senso di calcolo, ci può essere la Provincia, ci può essere la Regione. No, dico questo perché, in effetti, Bologna può avercela con Roma, perché Roma - come sapete - ha un disavanzo enorme. Ferrara sicuramente ha qualcosa da dire nei confronti di Bologna, l’ospedale di Valle Oppio nei confronti di Cona e via via così. Insomma, voi capite che questo non… però i numeri sono quelli, sono quelli, non è… è inutile. L’importante, però, è capire come ci verrano applicati.

Interruzione da parte del pubblico

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Silenzio. Silenzio o devo farla allontanare, signora,

mi dispiace. Non si può intervenire. Mi dispiace, signora.

DOTT. MAURO MARABINI – Azienda A.S.L.:

Era stato chiesto, anche per il discorso delle

chirurgie. Noi, allora.. la Regione non ha ancora, perché la legge non… diciamo, prevede ancora altri passaggi, ma sicuramente è già intervenuta sulle chirurgie generali, cioè, in tutte le Province, in tutte le U.S.L., tende, cioè, ci richiede di concentrare la chirurgia generale, non l’ortopedia – diciamo - di Cattolica; stiam parlando delle chirurgie generali, questa è un’indicazione che è già passata, nel nostro territorio è difficile immaginare che si possa mettere insieme Cento con Lagosanto, distano cento chilometri e quindi di qui è difficile immaginare che ne faremo solo una. E quindi questo è – diciamo - il risultato. Però l’indicazione regionale sarebbe quella di avere, per ogni provincia, delle chirurgie ordinarie che avessero un numero di interventi sufficiente a garantire un’adeguata preparazione dei medici e delle strutture. Non è una questione di normative, perché - ecco, questo, forse, non è corretto - è stato detto che non è… non so, non è legittimo, non è… non c’entrano le normative. Qui stiamo parlando di programmazione e la programmazione è questa, insomma. Si sta tendendo verso questo fatto, cioè quello di ridurre il numero delle chirurgie generali e portarle (la nostra è una popolazione, come dicevamo, di 360.000 abitanti complessivi) ad avere una a Ferrara e, teoricamente, ce ne dovrebbe essere solo un’altra. Credo

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che noi, ragionevolmente, possiamo immaginarne due, ma insomma, non più di due. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Prego, prof. Gelli. DOTT. GIOVANNI GELLI - Cittadinanza Attiva - Tribunale del

Malato

Io capisco che il discorso è ampio, però quello che traspare dalle delibere dell’A.S.L. non è quello che viene detto qui a voce. Cioè le motivazioni come si dicono a voce, in quest’aula, si dovrebbero riportare anche nelle delibere regionali. Se sono quelle le vere motivazioni. Soprattutto, quando le motivazioni sono tecniche dovrebbero essere riferite nelle delibere. Ora, la delibera del Direttore Generale, che riorganizza il Dipartimento di chirurgia, non mi sembra che contenga tutte le indicazioni che il dott. Marabini ha detto quest’oggi. Se quelle sono le reali motivazioni, allora, questa delibera è carentissima di motivazioni. Cioè, dobbiamo capire la spending review: da che parte si deve incominciare questa spending review? Non si deve incominciare forse analizzando i costi e vedendo di tagliare laddove le inefficienze e il non rispetto dei parametri sono evidenti? Da dove si deve incominciare a tagliare per fare economicità e coniugare l’economicità, cioè l’uso corretto delle risorse, in modo efficiente? Si deve incominciare a tagliare laddove c’è inefficienza. E mi sembra invece che ci sia una carenza, un’assunzione di decisioni assolutamente carente in questo punto di vista. Gli accordi 2001 e 2006, si è dichiarato qui, a parole, che sono superati. Mi sembra di aver capito così.

Intervento fuori microfono

Ah! No, non è così. Sono superati perché le leggi

vanno avanti e bisogna guardare la realtà. Allora, se queste sono le reali intenzioni e motivazioni dell’Azienda che è formata da fior fior di Dirigenti, lautamente retribuiti coi soldi dei contribuenti, allora si deve dichiarare, si deve fare un atto che dica quello che lei, dott. Marabini, ha detto questa sera, se questa è la verità. Se invece non è questa la verità e gli accordi rimangono validi, allora si doveva, fin dall’ottobre del 2011, dal settembre del 2011, ed anche prima, venire nelle Commissioni di monitoraggio della funzionalità del San Camillo e discutere lì delle questioni, come si è sempre fatto gli anni precedenti, trovando soluzioni che

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coniugassero, fin d’allora, l’efficienza con l’economi-cità. E invece si è voluta mettere nell’angolo la Commissione di monitoraggio. Poi, per quanto riguarda l’endoscopia digestiva e il day-surgery, già Mezzogori l’ha dichiarato prima: ma lo sapete che l’endoscopia diagnostica, eccetera, digestiva, gastroenterologia, se non c’era il San Camillo non sarebbe venuta in questo territorio? Se non ci fosse stata la Commissione di monitoraggio non sarebbe venuta una funzione del genere nel territorio e allora trasferire tutto al Delta da dà l’idea di uno scippo, perché se non ci fosse stato il San Camillo e la Commissione di monitoraggio, questo servizio non sarebbe mai arrivato nel nostro territorio. Allora si ha la sensazione di essere scippati di tutta l’attività che è stata fatta in questi undici anni, attività volta a rispettare quei criteri di economicità e di spending review che oggi vengo declamati, ma che nel nostro Comune, nel nostro territorio, sono stati portati avanti, in questi anni. Allora noi siamo in anticipo sui tempi.

Poi, quanto costano queste strutture? Cioè, è possibile…? Io auguro, veramente, che il documento… sono di – magari - di indicazione contraria di quello che pensa la maggioranza, ma io aspetto che questa spending review diventi esecutiva, perché tutte le aziende pubbliche devono mettere in rete i dati che possano essere elaborati da tutti i cittadini che si collegano. Io aspetto quest’evento per poter cominciare a fare un po’ di conti seriamente. Cosa che non emerge con quella trasparenza, quella chiarezza che dovrebbe essere sui conti della nostra Azienda A.S.L., integrata con Sant’Anna, con Cona.

Quindi, abbiamo due Aziende. Alcuni servizi saranno svolti in modo integrato. Ma abbiamo due Aziende! Due Direttori Generali! Abbiamo raddoppiato il settore dirigenziale, tutti i Dirigenti in questa nostra A.S.L., anche se non in modo chiaro, ma i dati si possono leggere da internet. Quando il Ministro Brunetta ha imposto che venisse fatto un elenco completo, e messo in rete, della situazione dirigenziale delle nostre aziende, degli Enti Pubblici, e allora risultava, qualche anno fa, che i Dirigenti dell’Azienda di Ferrara erano superiori, avevano il primato di Dirigenti in tutta la Regione. Ma è possibile? Allora, non si dovrà fare una spending review anche in questo senso? Ma quanti Dirigenti abbiamo? Per non avere delle risposte tecnicamente esaurienti, alla fine. Io mi auguro veramente che da questo incontro si possa trarre una conclusione: che la Commissione di monitoraggio e gli accordi del San Camillo sono perfettamente in linea con la spending review di cui oggi si parla, anche a sproposito. E quindi siamo in linea con gli eventi e richiediamo il rispetto da parte anche del

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dott. Saltari, che purtroppo non ho ancora avuto modo di vedere, ma penso sia un compito -e chiudo Presidente -, sia compito di qualsiasi Dirigente che gestisce un servizio pubblico, anche per tutti i cittadini del territorio che si possa anche confrontare con la Comunità di Comacchio ed anche con le categorie, le associazioni degli utenti, non soltanto coi Sindacati. Perché quando si parla di Sindacati si considerano degli elementi interessati, ma interni all’Azienda, ma non c’è un confronto anche con le Associazioni che rappresentano gli utenti e i contribuenti e questo nel settembre – ottobre del 2011 non è stato fatto.

Quindi, concludo. Mi auguro che questa riunione non

sia soltanto discorsiva, ma si concluda anche con un voto, in modo da dare all’Azienda un messaggio: che il Comune di Comacchio riconosce la validità degli accordi del 2001 e del 2006, riconosce la validità della Commissione di monitoraggio del San Camillo e invita l’Azienda U.S.L. a rispettare gli accordi, in maniera tale che i cittadini, gli utenti e i contribuenti possano avere le idee chiare e trasparenti, in base ai criteri… questi sono, veramente, i criteri previsti dalla legge, chiarezza e trasparenza, non questa opportunità e convenienza. Ma opportuno per chi? E conveniente per chi? Non è chiarito, ed è molto dubbio tutto questo. Quindi, io chiedo al Presidente del Consiglio Comunale di non chiudere la seduta e limitarsi ad un momento soltanto espressivo, ma di ribadire la validità degli accordi sottoscritti dalla Comunità nel 2001 e nel 2006 e richiamando l’Azienda al rispetto di questi accordi. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Grazie Professore. Qualcuno vuole intervenire? Consigliere Di Munno.

ANTONIO DI MUNNO – Consigliere P.D.L. – IL FARO:

Semplicemente per fare una domanda al dott. Marabini,

che, in realtà, avevo già espresso nel mio intervento, che è questa: se risulta qualche istanza di Azienda privata che abbia chiesto in affitto la gestione del San Camillo e, a fronte di un’eventuale richiesta di questo genere, qual è il pensiero dell’Azienda tenuto conto, appunto, dei criteri di spending review che sono stati ampiamente espressi da me e da altri colleghi. Grazie

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ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Grazie Consigliere. Consigliere Bellini.

GABRIELE BELLINI – Consigliere P.D.:

Grazie sig. Presidente. Allora: è sicuramente questo

un tema molto complesso e molto articolato. Io vi dico, molto sinceramente: si fa molta fatica, per chi, come me – insomma - non è che da molto tempo si confronta con queste tematiche, effettivamente, capire, in maniera abbastanza chiara, quello che sta succedendo. Però, da un lato tranquillizzo il prof. Gelli, perché comunque questa sera, sicuramente una delibera la votiamo, perché una bozza di delibera ce l’abbiamo, quindi non il Presidente del Consiglio, ma credo che il Consiglio Comunale, tutti insieme, così come è stato fatto in Commissione Sanitaria e anche nella Conferenza dei Capigruppo, credo che questa sera, insomma, c’è l’orientamento. Per cui io credo che tutto il Consiglio Comunale darà mandato a questa Amministrazione - visto che adesso abbiamo, anche un Sindaco che è insediato ufficialmente - di portare avanti, appunto, i punti a cui lei faceva riferimento. Quindi credo che, da questo punto di vista, possiamo essere tutti quanti tranquilli. Al di là dei toni e dei modi utilizzati, mi sento, anche, di condividere quanto affermato, poco fa, da Manrico Mezzogori e, peraltro, non smentito dal dott. Marabini. E, anche su questo mi preme di dire una cosa. Dott. Marabini, mi scuserà, però io già, anche questa sera… mi scuserà del fatto che io non sono un tecnico e quindi capisco poco, lo ammetto, di queste cose qua; però, già come le dissi lo scorso anno, in Commissione Sanitaria, io faccio fatica sempre a capire quando lei dà delle spiegazioni, non perché credo lei si esprima in un cattivo italiano, che non sia corretto, però ho sempre l’impressine – glielo confesso molto tranquillamente – che lei tenda a girare un po’ intorno ai problemi, a non dare delle risposte in maniera diretta. E comunque la risposta che alla fine io riesco a capire, da profano, è quella di dire: “Purtroppo, signori, la situazione è questa: ci sono dei tagli, tutti quanti dobbiamo fare sacrifici, io non posso fare altro che dirvi queste cose qua”, che mi sembra francamente una risposta insufficiente. Mi scusi, ma – cioè - io faccio veramente fatica, da cittadino comacchiese, anche ad accettare un tipo di risposta di questo tipo. Vorrei, insomma, delle risposte un pochino più circostanziate, anche rispetto alle sollecitazioni che le sono state fatte in passato, che le sono state fatte anche questa sera.

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Poi vorrei anche cercare di dare un contributo alla discussione di questa sera, perché poi i temi sono due - anche se poi, in realtà, sono strettamente legati. Io ho letto sia la delibera che la risposta dell’Assessore Regionale Lusenti all’interrogazione del Consigliere Favia e, sinceramente, come già ho detto anche nella precedente Capigruppo, sulla questione degli Uffici dell’A.S.L. in via Tre Ponti, anche lì, sinceramente, si fa un po’ fatica a capire qual è la ratio che l’ha determinata. Ossia, al di là del fatto che - come diceva prima il collega Di Munno - questa decisione è stata presa nell’ottobre scorso, nella Commissione socio-sanitaria provinciale, ho l’impressione - abbiamo avuto l’impressione tutti quanti -che sia stato sicuramente preso a pretesto l’evento sismico per poter chiudere, comunque quegli uffici.

Appunto, leggendo questo documento si legge che,

insomma, sono stati chiusi gli uffici di via Fattibello per inidoneità e non per inagibilità - poi, dopo, insomma… Io l’agibilità capisco che cos’è, visto che è determinata anche da una legge dello Stato; della inidoneità mi sfugge invece un pochino di più il concetto. E vorrei - anche questo - che, se possibile, mi venisse data una risposta. Cioè, capire, appunto, quale è il criterio per il quale è stato fatta questa chiusura. Al di là - ci tengo a precisarlo - degli errori o delle valutazioni superficiali che possano eventualmente essere state fatte sia dai tecnici del Comune di Comacchio (gli unici, per legge, che sono, per così dire, abilitati a dichiarare, insieme alla Protezione Civile e ai Vigili del Fuoco, l’inagibilità di un edificio e non certamente i tecnici dell’U.S.L., questo a norma di legge) e per il fatto che mi risulta anche che la tanto decantata struttura di Migliarino, a cui fate riferimento voi per quanto riguarda il discorso dell’accessibilità che Comacchio non ha – cosa vera, peraltro –, però mi risulta che gli Uffici di Migliarino non garantiscano la necessaria accessibilità agli uffici, ovvero sia - la traduco in maniera un pochino più comprensibile - anche quelli non sono dotati di scale antincendio, mi risulta.

Quindi, anche qui, mi sfugge la logica per la quale si

chiude a Comacchio, si porta tutto a Migliarino, adducendo come scusa il fatto che ci sono delle lesioni (che sono trent’anni che ci sono, non sono lesioni dovute all’evento sismico ma sono dovute a cedimenti differenziali del terreno). Questo lo dico perché ho parlato anche coi tecnici del Comune, me l’hanno spiegato bene. E appunto per il fatto che anche gli uffici di Migliarino sembrano (a quanto ne so, poi, eventualmente, gradirei anche essere smentito) non avere i necessari requisiti riguardo all’agibilità.

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Poi, io credo che, al di là delle cose che si sono dette questa sera (come dicevo prima, condivido), io penso che noi dovremmo cercare finalmente di voltare pagina, di guardare avanti, di cercare di trovare una soluzione a questo complesso sistema – diciamo - di problemi, perché credo che a Comacchio sia assolutamente necessario che ci siano qua gli uffici dell’U.S.L., sia quello di Igiene Pubblica, Sanità, Veterinaria, perché – insomma - qui abbiamo tutta una serie di attività importanti su questo territorio, importanti su questo territorio come numeri non perché lo diciamo noi, perché lo vogliamo ribadire, piantare la bandierina e rivendicare l’orgoglio comacchiese. Perché lo dicono i numeri, fondamentalmente.

Qui, in questo territorio, assieme alla città di Ferrara, c’è il maggior numero di partite IVA, ci sono tutta una serie di attività, legate al turismo (come, ad esempio, la ristorazione), che richiedono la presenza di un ufficio che sia efficiente. Ora io attendo di poter effettuare quel famoso sopralluogo di cui abbiamo parlato, già a suo tempo, in Capigruppo, quindi di avere la possibilità di vedere, di verificare (non conoscendo, ahimè, bene la struttura ospedaliera di Comacchio, come la conosce Manrico, come la conosce Gelli, come la conoscono molti altri) se, come diceva prima il Sindaco, ci sono dei locali adatti per poter ospitare – appunto - queste sedici persone che lavorano all’interno degli dell’A.S.L., e quindi io credo che, da questo punto di vista, si possa da una parte – diciamo - salvare la R.S.A. (poi dopo ci torno, magari, se ho tempo per poter concludere) e dall’altra parte avere un ufficio che sia utile, appunto, e un servizio per tutti quanti su questo territorio.

Sulla questione - e chiudo – della R.S.A., io l’ho detto in Commissione, lo ribadisco questa sera: il senso del mio intervento sul giornale, caro Mezzogori (mi rivolgo a lei e le rispondo), non è legato al fatto che io voglia polemizzare o voglia giocare con lei ai soldatini o a chi è più bello o a chi è più bravo fra i due, non mi interessa, non è questo lo scopo. Io vorrei cercare di dare un contributo, per quanto possibile, mi creda, penso anche senza paraocchi, mi conceda almeno questo. E, quindi io dico: gli accordi del 2001 e del 2006 sono il Vangelo? Devono essere, per forza, rispettati? Mi spiego meglio.

Se la R.S.A., oggi, non è più un’opzione praticabile,

è possibile poter aprire un dibattito, un confronto tra l’Amministrazione di Comacchio, in questo caso il Sindaco – credo - e la Regione, l’Azienda U.S.L., eccetera, per trovare una soluzione alternativa? Cioè, voglio dire, un altro tipo di specialistica che possa consentire all’ospedale di Comacchio, poi, di funzionare corret-

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tamente ed avere una propria funzionalità? Io credo che questo è il tema, al di là dei discorsi fatti, anche delle polemiche che ci sono state, sul quale noi dovremmo interrogarci, se effettivamente vogliamo andare avanti. Se, invece, vogliamo continuamente guardare a quello che è stato nel passato, gli errori fatti, credo che però non sia di grosso beneficio per la cittadinanza di Comacchio.

Io credo che sicuramente l’ospedale di Cona aggraverà una situazione che ha già delle grosse pecche, perché credo che - come ho già detto, come ho già scritto - l’ospedale di Cona non sia altro che una struttura molto grande, forse più grande rispetto a quelle che erano le previsioni. Questa la mia opinione da profano: ho l’impressione anche che funzionerà come un buco nero, cioè, tenderà a, diciamo, assorbire le risorse del resto della Provincia. Ecco, se questo è il senso… - [intervento fuori microfono]

sì, sì, mi sembra che la spending review spesso e volentieri venga usata come scusa, ho quest’impressione – se questo è il senso dell’operazione che sta per essere portata avanti, io sinceramente sono assolutamente in disaccordo con quest’idea, l’ho già espressa, anche, in tempi non sospetti, cioè, nell’aprile del 2010, pubblicamente, con due articoli sui giornali, e io credo che su quello, per quanto mi riguarda, la mia opinione rimane quella, rimane invariata, indipendentemente questo - lo dico ufficialmente - da chi io rappresento in quest’aula.

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Grazie Consigliere. Prego sig. Mezzogori.

MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

La R.S.A., che siamo stati criticati per oltranzismo,

è l’ultimo punto che è rimasto del piano di dismissione organizzato dall’A.S.L. Per noi era la linea del Piave, diversamente, diventava una Caporetto. Ecco perché. In attesa che, poi, il Consiglio Comunale Straordinario discutesse. Penso che l’esame di tutta la documentazione, e anche l’ultimo intervento del sig. Lusenti a Favia, lo dimostri, insomma. Cioè, non c’è nessuno che ci dica per quale ragione la R.S.A., che fino al 2010 è stata inaugurata da Errani e da tutto l’enclave della nomenclatura possibile e immaginabile, nessuno ci ha spiegato che l’R.S.A. non era più idonea a farla a

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Comacchio. Ecco, diversamente - voglio dire - ci dovremmo spiegare, non abbiamo mai ritenuto che gli accordi fossero una bibita, tant’è vero, e la dimostrazione pratica è che, nel 2006, è stato rifirmato un nuovo accordo. Quindi, nel corso del tempo e della pratica, nel processo di condivisione e di confronto, abbiamo rinunciato al punto nascita, optando per il modulo di oncologia. Quindi, nessuno ci può venire a dire che, per noi, gli accordi sono Bibbia. Si tratta però di un confronto di condivisione e di confronto che non c’è stato, dall’ottobre dell’anno scorso ad oggi. Troppa fretta c’è stata nell’approvare con i blitz o con Conferenze territoriali pilotate. Quindi la R.S.A. per noi.. intanto, nessuno ha dimostrato.., anzi, ci viene detto che, oggi, c’è una nuova normativa che accorpa la R.S.A. con le case protette. Non vorrei che la casa protetta di Comacchio venisse data in gestione all’A.S.L. di Codigoro perché ci sono questo tipo di operazioni. All’interno del Distretto Sud-Est esistono diverse R.S.A. e c’è anche quella di Codigoro. Non vorrei che tutta questa operazione di smantellare.. che, fino a poco tempo fa, anche il dott. Foglietta (che ricordo, non era un Pinco Pallino qualsiasi è stato governatore della Sanità Provinciale per sei anni) nella sua conferenza stampa in questa aula consigliare ha dichiarato ancora valida l’R.S.A. a Comacchio. Quindi, non sono io che me lo invento, sono loro che me lo dicono. Quindi, fino a che non mi si dimostra che per sovvenute normative o perché ci sono problematiche economiche… ma non abbiamo ancora avuto il confronto. Disponibilissimi a rivedere un nuovo accordo, però non che lo decidono i capataz del Basso Ferrarese, come han deciso la truffa ai danni dello Stato rappresentata da Valle Oppio. Perché Comacchio sarà sempre in minoranza quando loro votano, perché son già accordati: è un fatto storico per noi.

Quindi, come dice il dott. Marabini, le dico: noi

aspettiamo un confronto, però chiediamo un’apertura di confronto con la Regione, perché è con la Regione che noi abbiamo avuto un confronto, nel 2001 - quattro mesi di trattativa - e nel 2006. Quindi, perché? Perché in questa Provincia noi sappiamo bene quelli che sono i rapporti esistenti in danno degli interessi generali, sempre e comunque del Comune di Comacchio, come ricordava anche Bellini. Quindi noi chiediamo un confronto: dove rimodulare, eventualmente - sempre se verrà dimostrato con fatti non con chiacchiere - dove rimodulare un nuovo accordo. Questa è la prassi che abbiamo seguito dal 2000 sino adesso e non quello che è accaduto dall’ottobre dell’anno scorso fino ai giorni nostri. Questo è il punto.

Quindi, l’R.S.A.: fino adesso non esiste una cosa per cui è dimostrabile, anche perché si poteva fare a meno,

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allora, di spendere 400 mila euro per fare il nuovo piano della R.S.A., perché ce l’han detto i Dirigenti della Sanità. Quindi io, come rappresentante della nostra Associazione, chiedo che il Consiglio, così come anche è stato detto in sede di Commissione Sanitaria, chiedo che l’Amministrazione o il Consiglio possa votare e deliberare di rivolgere, in primis al sig. Errani e al sig. Lusenti, la possibilità di un confronto e non demandare il destino del San Camillo semplicemente a operazioni di carattere politico all’interno di questa Provincia. Perché è quello che è successo nel 2000. E’ successo questo. Abbiamo rotto una prassi negletta e organizzata nelle segreterie dei partiti, perché i cittadini di Comacchio hanno detto: “La democrazia: se la politica demanda i suoi principi ispiratori, allora i cittadini devono prendersi in mano il loro destino e il loro futuro, anche, a volte, la democrazia si deve difendere scendendo in piazza, quando i politici se ne scappano e firmano rese incondizionate”. Applausi dal pubblico.

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Grazie. Silenzio in sala. Qualcun altro vuole intervenire? Consigliere Pierotti,

prego.

ALESSANDRO PIEROTTI – Consigliere L’ONDA:

Io vorrei esprimere un parere sulle varie posizioni

che sono state espresse nel corso di questa serata anche perché, come dire, quegli accordi del 2001 mi videro presente, li sottoscrissi, e quindi -come dire - il modo attraverso i quali si è arrivato a questi accordi non è privo di importanza nella discussione che noi stiamo facendo questa sera.

Io apprezzo il dott. Marabini per essere venuto

all’interno del Consiglio Comunale a dare - come dire - delle spiegazioni e delle motivazioni, ma credo che qui questa sera manchi un interlocutore assolutamente necessario ai fin della discussione, che è la Regione Emilia-Romagna ed è, non la Regione in persona di, ma è la Regione in persona del Presidente, che tra l’altro è ancora quello che all’epoca era Presidente della Regione Emilia-Romagna. Perché noi non dobbiamo dimenticare come si è arrivati a sottoscrivere gli accordi del 2001.

La riflessione, che stavo facendo ascoltando l’intervento di Manrico Mezzogori prima, era questa: con a

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delibera e l’accelerazione che si è avuta fine 2011, sotto la bandiera dei tagli, perché bisogna razionalizzare la spesa, spending review, crisi, e quant’altro, è né più né meno (chiamiamo le cose con il loro nome e cognome) che il compimento, con l’atto ultimo, di un progetto partito ancora prima che il Parlamento nel 1988-89 - non ricordo con precisione - approvasse le linee guida sui finanziamenti alle Strutture Sanitarie. Non la dobbiamo dimenticare questa cosa, perché quel progetto, che aveva tutt’altri fini che non quelli di dare un buon servizio all’interno della Provincia di Ferrara (ma esclusivamente quello di – e mi assumo la responsabilità di quello che dico perché tanto l’abbiamo scritto in esposti e in ricorsi di tutti i tipi – di finanziare un sistema, diciamo così) oggi arriva a compimento con l’ultimazione dell’ospedale di Cona. E quel progetto sapeva inizialmente che tutti gli ospedaletti, chiamiamoli così, avrebbero dovuto pagare un tributo di sangue a questa causa.

Comacchio ne ha pagato uno in più perché qui, da

cinquant’anni, si sconta la logica dei sette voti contro uno, perché questo poi è quello che è successo, perché sarebbe bastato seguire in maniera razionale e con un po’ di logica il percorso per capire che fare un ospedale a Valle Oppio è una delle scelte più scellerate che la politica abbia adottato nella Provincia di Ferrara negli ultimi cinquant’anni; perché non c’è una ragione, che è una, che possa essere portata a sostegno di una decisione di quel tipo, di quella natura. Ciò è tanto vero, e arrivo al senso del tutto - scusatemi la premessa ma era doveroso farla – ciò è tanto vero, che a seguito di tutti gli eventi del 2000 e del 2001 (che non furono, come dire delle cose estemporanee, del Sindaco, dei Consiglieri Comunali, ma di una popolazione che si è spaccata, che si è riunita, che ha litigato, che ha creato una sorta di ribellione popolare rispetto alle decisioni della politica) – dicevo - ciò è tanto vero che il Presidente della Regione espropriò la decisione all’U.S.L. e arrivò a sottoscrivere personalmente questi accordi. Allora, se noi dimentichiamo questo passaggio, dimentichiamo il presuppo-sto fondamentale che ci fa capire come potrà, eventualmente, finire il film.

Errani, con la mediazione, l’intervento del Presidente della Provincia, e i Capigruppo, il Sindaco di allora, sottoscrissero un accordo. Non va più bene questo accordo? Benissimo. Nel 2006 mi sembra che la Comunità, rappresentata dalla Consulta, dalla Commissione Sanitaria, dal Consiglio Comunale - chi c’era c’era, non mi interessa, voglio dire - ha ragionato, ha riflettuto, ed è arrivata a maturare una decisione, di comune soddisfazione.

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Ora, quindi, il tema non è prendere atto di quello che elegantemente il dott. Marabini cerca di dire e non dire, ovvero che la situazione è cambiata, che la situazione non consente di, alcuni rami vanno tagliati… ora, al di là di tutte le motivazioni, di tutte le ragioni che sia il dott. Gelli che Manrico Mezzogori hanno portato in maniera, anche dettagliata e, secondo me, ragionevole, io pongo il problema come problema di metodo e come problema politico. Perché non si capisce la ragione per la quale, se è vero come è vero, che per dieci anni ogni tassello che è stato spostato ha presupposto un ragionamento, una riflessione, una condivisione, ora tutto debba avvenire – tra l’altro anche in modo grave – senza il coinvolgimento degli organismi che per dieci anni, come dire, hanno rappresentato, anche più della stessa Amministrazione Comunale, la popolazione di Comacchio e gli interessi della nostra collettività. Quindi, c’è un problema di metodo che è rilevantissimo, ma c’è un problema di legittimazione passiva.

Io, guardi Dottore, la ringrazio, a nome del mio

Gruppo e a titolo personale, per essere stato qui - come dire - a venirci a dire anche delle cose pesanti, però, io credo - e qui mi rivolgo al Sindaco - che l’interlocutore suo, sig. Sindaco, è il Presidente della Regione, che si deve chiudere Comacchio lo deve dire lui. Come ha sottoscritto quell’accordo nel 2001 e quindi, assumendosi una responsabilità politica, anche in termini economici e di collocazione delle rispettive voci sui vari modi, allo stesso modo lui si deve assumere la responsabilità di venire a dire che quegli accordi non sono più attuabili. Di venire a dire che quei 14 milioni di euro sono stati buttati fuori dalla finestra. Dopodiché, una volta che l’ha detto, ma lo deve dire lui perché io non mi accontento della risposta dell’U.S.L. o della risposta… non mi è sufficiente.

La mia mediazione, la nostra mediazione, la mediazione

di Comacchio è avvenuta in termini politici, non tecnici, e si è adattata la soluzione tecnica a quella che era la volontà e la decisione sul piano politico. Ma quella decisione politica è stata presa perché c’erano delle motivazioni. Perché si è voluto tornare, in parte, indietro rispetto alle cazzate che si erano fatte nel ’89 e nel 90, perché, altrimenti non si tornava indietro e l’ospedale sarebbe stato chiuso. Se c’è stata la volontà e la forza di tornare indietro, di sottoscrivere un accordo e - tutto sommato - di mantenerlo effettivo per dieci anni (e mi sembra di poter dire, anche, di darvi attuazione, attraverso dei capitoli di spesa importanti e rilevanti) vuol dire che c’era la convinzione anche non di dare il contentino a qualcuno, ma di fare qualche cosa che avesse

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un senso logico. Bene, questa cosa non ha più senso? Ci sono i tagli, c’è la crisi, c’è tutto? Io credo, sig. Sindaco… chiedo, non credo, di poter dire che attraverso il voto di questa delibera – e il mio voto sarà favorevole – diamo mandato a lei non tanto per andare a incontrare Saltari o chi per lui, ma quanto per chiedere incontri ufficiali alla Regione e chiedere conto alla Regione e di quello che è il futuro della struttura ospedale San Camillo di Comacchio e, soprattutto, del metodo che è stato disatteso in maniera assolutamente scorretta. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Grazie Consigliere. Qualcuno vuole intervenire? Dott. Marabini, voleva intervenire?

DOTT. MAURO MARABINI – Azienda A.S.L.:

Son state fatte due domande. Ora, è chiaro che se io

avessi delle risposte… diciamo… no, non vorrei, come dire, rispondere direttamente alla domanda del dott. Bellini, ma – insomma - se avessi delle risposte dirette, circostanziate, probabilmente non sarei qui, che, con quello che c’è di così complicato oggi nel mondo e nella Sanità… io posso soltanto, in qualche modo… sì, esaminare le cose, ma dare delle risposte è qualcosa di più, forse che… al di sopra di me. Ma, in ogni caso, però, le definizioni si possono dare ed è chiaro che… è vero… cosa vuol dire “agibilità”? Nella legge italiana è un atto che rilascia il Sindaco, così come l’inagibilità, per cui non è corretto usare il termine, che spesso in questo periodo di terremoti è stato utilizzato, “quel tal edificio è inagibile” perché quel termine vuol dire che l’Autorità Sanitaria locale ha fatto un atto proprio di inagibilità. Però questo non toglie che molti edifici siano inutilizzabili a prescindere dall’atto, da questo tipo di atto, per altre ragioni ed è vero altrettanto che spetta agli uffici tecnici comunali fare delle verifiche. Infatti, io non so… - oddio… onestamente, veramente, questo non lo so -, chi abbia mosso questa verifica, ma sicuramente la verifica è stata fatta a suo tempo, il 23 maggio, dagli uffici tecnici del Comune che hanno sollevato il problema, insomma. Dopodiché è chiaro che, insomma, altri tecnici, altri ingegneri, hanno rincarato la dose, poi succede come spesso succede… io mi trovo spesso a fianco ai Sindaci perché in un mondo, come quello di oggi, dove nessuno si prende responsabilità, alla fine la responsabilità ricade sull’ultimo, che è il Sindaco o, nel caso, il Direttore Sanitario o il Direttore

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dell’A.S.L. - Per cui ci sono persone che scrivono che il quadro fessurativo è visionato in data odierna e risulta peggiorato rispetto a quello visionato nel sopralluogo precedente. E, allora, gli si dice: “Benissimo, allora, me lo metti per iscritto, allora me lo sanzioni”. Beh, insomma, credo che sia ampiamente conosciuto come sono andate le cose. Vabbè.

Sulla questione della gestione privata, allora, i sette milioni e otto, che si diceva, di fatturato, no?, lo diceva prima anche Mezzogori, cioè il valore della produzione del nostro ospedale è attorno agli 8 milioni di euro che è una cifra simile, anzi esattamente uguale, a quella ad esempio della Salus, della Quisisana, di Ferrara, insomma, di una casa di cura. Quindi, di per sé, sarebbe un volume di produzione sufficiente a costituire una società privata. Il problema è che, è ovvio che qualsiasi privato, singolo insomma, o grandi società multinazionali, come la Villa Maria, come… sarebbe interessato ad acquisire una simile cosa, ma il problema è che quei soldi lì sono del pubblico, cioè, sono… in qualche modo vengono messi in campo dalla Regione, e la Regione, nei confronti dei vari gestori, ovviamente, ha dei limiti ben precisi. Nella fattispecie… purtroppo, si dimentica spesso che, nella Sanità, se noi acquistiamo una macchina per un milione di euro, poi quella macchina - che magari la possiamo spalmare, in termini di quota di ammortamento, in dieci anni, quindi, circa, centoventimila, centotrentamila euro all’anno - costa, per farla funzionare, non centotrentamila euro, ma un milione di euro all’anno. E quando si parla di produzione, quella che noi valorizziamo, in termini di produzione, in realtà, per l’ente regionale, che agisce come ente assicurativo, è puramente un costo, perché nessuno glieli dà i soldi. Sono i soldi pubblici dell’Erario che deve mettere a fronte di questi.

Torniamo ai sette milioni e otto. Per cui, in realtà,

noi non siamo in un qualunque mercato dove uno produce, vende delle macchine e guadagna. Qui non si guadagna nulla. Qui l’unico, se stiamo nell’ambito del Pubblico, sono le nostre tasse. Quindi, più produciamo, più, ovviamente, dobbiamo metterci soldi nostri a copertura. Quindi, si tratta di vedere questi otto milioni - sette milioni e otto - che si diceva, chi li incassa. Perché chi li spende è certo: è la Regione, o per lo meno sono le nostre tasse. Adesso bisogna vedere come vengono ripartite ma sono le nostre. Chi li guadagna? Vediamo.

Dunque, c’era un’altra cosa, mi sembra che fosse in sospeso… era… sì, il discorso dei metodi di confronto e della validità degli accordi. Io, ovviamente… è una

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valutazione del tutto politica, sul piano personale, sapete che non mi sono mai sottratto, quindi non ho nessunissima difficoltà, per quello che posso fare e dare,naturalmente, premesso che, come è già stato più volte sottolineato, occorre un’indicazione diversa su cosa dobbiamo portarci a casa. Poi, dopodiché, gestiamo insieme tutto quello che ci viene concesso. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Grazie Dottore. Passo la parola al Sindaco.

MARCO FABBRI – Sindaco:

Sì. Dunque, una precisazione proprio in merito a

quanto detto dal dott. Marabini a proposito della presunta inagibilità. Siccome, si era detto anche nel precedente intervento, che potrebbero essere stati fatti degli errori dai tecnici del Comune, io ci tengo a sottolineare, con carte alla mano (ma non per difendere l’operato dei miei dipendenti, sottoposti, chiamateli come vi pare), perché uno dei grossi errori di chi ci ha amministrato e ci sta amministrando tuttora in Italia è proprio quello di non saper riconoscere i propri errori. In questo caso degli errori non ne sono stati fatti, nel senso che il tutto parte dall’Azienda A.S.L., che il giorno 24 maggio (quindi esattamente il giorno dopo rispetto al nostro insedia-mento - che ci siamo insediati il giorno 23 -) scrive una nota, una relazione tecnica sullo stato dell’immobile in cui, tra le altre cose, si dice che l’immobile è stato monitorato dai tecnici di questo dipartimento in quanto presentava, già in precedenza, alcune lievi lesioni strutturali, ritenendolo, comunque, idoneo al prosieguo delle attività sanitarie. A seguito del protrarsi delle scosse sismiche e, in particolare, quella della notte di mercoledì 23 maggio, si è riscontrato l’ulteriore progredire dello stato fessurativo di alcune pareti e solai. A questo, i nostri tecnici che avevano già fatto un sopralluogo, precedentemente, perché la prima scossa, comunque, se… a memoria… era quella del 20, a questo, i nostri tecnici hanno fatto un ulteriore sopralluogo.

I nostri tecnici sono quelli deputati a dichiarare

inagibile la struttura. E quello che vanno a dire, tra le altre cose, è: “Il quadro fessurativo delle tramezze dell’immobile è presente da anni e non sembra peggiorato a causa del sisma”. Allora, siccome i nostri tecnici sono a Comacchio e i loro immobili li visitano periodicamente, li conoscono molto di più - li tengono monitorati - che un tecnico che arriva da Ferrara o non so da dove. Quindi

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questa è una grossa bufala. E mi fa piacere anche che il Consigliere Bellini abbia compreso effettivamente che questo è soltanto stato un pretesto, perché all’indomani di questa decisione ci aveva – diciamo - un attimino attaccato sui giornali, dicendo – insomma - addossandoci la colpa di questa cosa. Però, insomma… fa piacere che anche lui, con documenti alla mano.. (perché all’epoca non aveva i documenti, poi, sottomano, poi, magari, aveva ancora… eravamo a pochi giorni dalla fine della Campagna elettorale, quindi, magari, era ancora in quel clima).

Detto questo, quindi, quell’immobile - che risultava

agibile - aveva però delle problematiche che ha tuttora e di cui abbiamo parlato anche prima. Quindi, quando noi abbiamo anche proposto le scuole di Volania, tra le altre cose, ci hanno più o meno chiesto di realizzare una serie di opere analoghe a quelle di via Fattibello. Cioè: su via Fattibello, per esempio, ci avevano chiesto di realizzare i servizi igienici per i disabili. Cosa giustissima, cosa prevista dalla normativa, ma sappiamo tutti che i disabili facevano le visite a piano terra, perché lì non c’è un montacarichi che li potesse poi portare sopra. Ci hanno chiesto una scala di sicurezza. Giustamente prevista, ma scusate un attimo: se erano anni che l’Azienda A.S.L. era lì, qual è il nesso tra il terremoto e quello che era successo fino al giorno prima?

Seconda cosa. Adesso, mi spiace parlare delle persone

che non sono qui, però, il dott. Saltari e il dott. Guerra, non più di due settimane fa, mi hanno sottoposto alla firma un documento che serviva per richiedere un rimborso spese, a causa terremoto, per il trasloco che i facchini hanno fatto qui. Ripeto, sempre le solite cose, come… sono un po’ logorroico forse, però… MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

intervento fuori microfono

MARCO FABBRI – Sindaco:

Non lo ricordo precisamente perché ho risposto in malo

modo a quella cosa, quindi… sì, mi pare 500 o 600 euro. Quindi, quello che voglio sottolineare - e mi trovo in

accordo con i colleghi, coi Consiglieri, con l’avvocato Pierotti, per l’intervento che ha fatto: è proprio un problema di metodo. Cioè, lo stesso fatto che io, come Sindaco, come Primo Cittadino, abbia appreso del trasferimento a Migliarino dai giornali è ancora più

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assurdo. Tra le altre cose, a me è stato chiesto un parere per trasferire quei servizi all’interno dell’ospedale, più precisamente, dove si trova la R.S.A.; un parere che però non è vincolante, perché l’Azienda A.S.L. comunque ha un’autonomia per farlo e, io difendo la mia scelta che ho fatto, non mi ricordo… in data fine maggio, perché ritengo che - per tutti i motivi che ci siamo detti prima (cioè, per i grossi investimenti che sono stati fatti lì), fosse inopportuno che venisse smantellato un intero settore in cui ci sono degli arredi nuovi e vi invito tutti a venire a fare un giro con noi, inutilizzati. Quindi – ok - ci sono degli accordi, possiamo ridiscuterli, però effettivamente il soggetto che manca qui, oggi, è il Presidente, o comunque un suo Assessore Delegato, della Regione.

Detto questo, effettivamente, come chiedeva poi il prof. Gelli, noi abbiamo un documento con cui proporremo poi al Consiglio di deliberare una serie di cose, tra cui l’impegno del Sindaco a monitorare, come membro della Conferenza Territoriale socio-sanitaria, l’evoluzione degli eventi, anche alla luce di questa spending review, tenuto conto di quegli accordi del 2001 e del 2006 che, comunque finché - come diceva il Consigliere Pierotti poco fa - chi li ha sottoscritti (che è ancora lì, in quella posizione, che è ancora il nostro Presidente Regionale) non viene qui e ce lo dice che quegli accordi non sono più validi.

Oltre a questo, riprendo quanto detto dal Consigliere Bellini. Comunque, tutti quei servizi che sono stati trasferiti a Migliarino, diamo mandato alla Commissione Speciale Sanità, per prendere contatti con l’Azienda A.S.L. per valutare e fare un sopralluogo, per ricollocare gli stessi in locali diversi dall’R.S.A. o, comunque, liberi o adibiti a funzioni amministrativa.

A proposito di tutti quei milioni di euro spesi, abbiamo condiviso, anche nel corso dell’ultimo sopralluogo che attaccato all’ospedale c’è la ex farmacia che sarebbe, a nostro avviso, con qualche investimento - ma visti i milioni di euro che fioccano di qua e di là - sarebbe il locale più idoneo, per esempio. E, naturalmente, chiederemo anche al Presidente della Regione di convocarci, aprire un Tavolo di Coordinamento in cui discutere, naturalmente, aperto a tutti. Io mi prendo l’impegno di farlo personalmente. Chiaramente, ogni passo che farò, lo farò insieme a tutti i Capigruppo, a tutti gli altri esponenti del Consiglio, perché su questa cosa dobbiamo essere uniti e andare tutti in una stessa direzione. Grazie.

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SERGIO PROVASI – Assessore:

Buonasera. Normalmente gli Assessori non intervengono

nel corso di una discussione di un Consiglio Ordinario ma, questa sera stiamo in un Consiglio Straordinario e non riesco ovviamente a tacere. Premesso che io ho la delega al Turismo e, quindi, non alla Sanità, vi intratterrò molto brevemente su alcuni argomenti che sono un po’ turistici e, per altro verso, politici.

Innanzitutto, vorrei dire che noi abbiamo sul tavolo,

come Comune di Comacchio, alcuni argomenti di carattere ricettivo che potrebbero rilanciare il nostro Comune o comunque fargli tenere il mercato con possibili sviluppi occupazionali – non è una promessa, è una possibilità – che naturalmente vedono coinvolti imprenditori e privati.

Abbiamo parlato più volte che il turismo è l’unica

nostra possibilità di uscire da una crisi che non è latente, è la nostra vera industria, è la filiera che ci vede tutti compresi. Non c’è nessuno che si può sottrarre a questo mercato. Il richiamo che ha fatto il Consigliere Di Munno è quanto mai opportuno. Il problema è che ci dobbiamo organizzare e dobbiamo vendere meglio il nostro prodotto. In pratica veniamo obbligati a vendere un prodotto turistico che dovrà essere di qualità, ma dovremo spiegare a chi verrà qui che forse un giorno non ci sarà un ospedale e quindi dovremo chiedergli di venire in fretta, perché sarà illogico chiedere a degli italiani, ma soprattutto a degli stranieri, che stanno diventando il nostro mercato di riferimento, di venire qui in vacanza.

Io faccio fatica a spiegare ad una persona che abita in un paese civile che qui probabilmente, strade e traffico permettendo, dovrà metterci un bel po’ a curarsi una ferita o una piccola frattura. Faccio veramente fatica a pensare in che maniera i nostri imprenditori, ma anche commercianti, potranno avere un po’ di serenità nel fare investimenti, se mancherà un servizio essenziale. La Sanità ci vede tutti coinvolti, perché purtroppo, almeno una volta, qualcuno anche più, dobbiamo ricorrere alle cure dell’ospedale. Quindi, quando andiamo a mettere tutte le icone dei servizi che offriamo, dovremo ricordarci di togliere quelle dell’ospedale, se le cose andranno così come ho sentito questa sera. In maniera velata o meno, questo è un handicap che noi non ci possiamo permettere.

La chiudo qui perché altrimenti mi viene il caldo e dovrei essere ricoverato all’ospedale di Cona. Dico

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un’altra cosa che non è di minore importanza. Ovviamente passo nella parte politica. Noi siamo un movimento che, insieme ad altre liste civiche, prende la stragrande maggioranza di questo Consiglio Comunale, siamo 14 contro 2, il fatto che i movimenti o le liste civiche abbiano successo è derivato proprio da fenomeni come quelli della Sanità, che per finanziare un sistema, il sistema dei Partiti, passa sopra a tutte le nostre teste.

Evidentemente, gli utenti non sono cittadini, ma sono numeri, persona da spremere. Non è un discorso demagogico: la nostra vittoria non è frutto di un merito intrinseco che abbiamo avuto noi, è la mancanza di un’assoluta prospettiva che deriva da scelte suicide fatte, per esempio, sul nostro territorio. Io non so in quale altro paese si decide di costruire gli ospedali a quindici chilometri dal centro cittadino.

Io – guardate - per lavoro ho girato il mondo. Allora, alcune volte mi sono fatto male, sono andato in ospedali improbabili, ma nessuno mi ha richiesto più di 10 - 15 minuti per arrivarci. Allora facciamo una cosa: diciamo che abbiamo sbagliato, anzi hanno sbagliato, la programmazione per – come diceva, giustamente, l’avvocato Pierotti – finanziare un sistema. E diciamo che questo non dovrà più accadere. Io non so dalle altre parti, a Comacchio non dovrà più accadere. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

Grazie Assessore. Qualcuno vuol prendere la parola? Passiamo, quindi, alla delibera di questa sera.

PUNTO N. 1 all'O.d.G.: “Linee di indirizzo in merito alla riorganizzazione Socio-Sanitaria provinciale con particolare riferimento alla

struttura ospedaliera del San Camillo”. (Viene quindi lettura della proposta di deliberazione) Dichiaro aperto il dibattito. Qualcuno vuole dire qualcosa? Prego sig. Mezzogori.

MANRICO MEZZOGORI – Consulta Popolare San Camillo:

È opportuno precisare che si dà mandato al Sindaco,

anche, di inoltrare richiesta specifica alla Regione di un

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incontro. Non è chiaro… cioè, inviare la delibera alla Regione…

ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:

È già… forse l’è sfuggito, è già nella delibera. Mettiamo ai voti la delibera di questa sera:

Favorevoli: all’unanimità Votiamo per l’immediata eseguibilità della delibera: Favorevoli: all’unanimità. Il Consiglio è chiuso. Grazie a chi è intervenuto.


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