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7 Agli albori della Roma cristiana Da San Giovanni in Laterano a Santa Croce in Gerusalemme Itinerari romani Comune di Roma Turismo
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7 Agli albori della Roma cristianaDa San Giovanni in Laterano a Santa Croce in Gerusalemme

Itinerari romani

Comune di RomaTurismo

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Roma per teCollana di informazioni del Comune di Roma

Realizzazione a cura: Cosmofilm spa - Elio de Rosa editoreTesti: Alberto Tagliaferri, Valerio Varriale

(Associazione Culturale Mirabilia Urbis)Coordinamento editoriale: Emanuela BosiProgetto grafico e impaginazione: Marco C. Mastrolorenzi

Foto: C. De Santis: pag. 2, 3, 16, 19, 21, 23, 24, 25 in alto, 27, 30, 31, 32, 33 in basso, 34, 35in alto, 36 in alto a sinistra, 37 in alto, 38 in basso; Musei Vaticani: pag. 22 in alto; Pri-mangeli/ Soriani fcv: pag. 25 in basso; 26; P. Soriani: copertina, pag. 10, 11, 12, 13, 14,15, 17, 18, 20, 28, 29, 33 in alto, 35 in basso, 38 in alto; Spazio Visivo: pag. 37 in basso;E. Vagni: pag. 22 in basso.

In copertina, la Loggia delle Benedizioni della basilica di S. Giovanni in LateranoIn questa pagina, il Sepolcro di Eurisace

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• Il Laterano 81. San Giovanni in Laterano 92. Passeggiando, passeggiando... 183. Santa Croce in Gerusalemme 294. Passeggiando, passeggiando... 34

7 Agli albori della Roma cristianaDa San Giovanni in Laterano a Santa Croce in Gerusalemme

Itinerari romani

S. Croce in Gerusalemme, particolare della Croce in ferro con gli Angeli

Comune di RomaTurismo

Stampa: GRAFICAPONTINA- Pomezia - ord. n. 6821 del 17-3-08 (c. 30.000)

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Il complesso del Laterano, con l’edificio della Scala Santa, il Palazzo Lateranense, l’Obeli-sco di Thutmosi III, la Loggia delle Benedizioni e il Battistero in un’incisione ottocentescadi L. Rossini.

La basilica di S. Croce in Gerusalemme in un’incisione del XVIII secolo di G. Vasi

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Presentazione

Agli albori della Roma cristiana

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Itinerari romani costituiscono una serie di percorsi per chi desi-deri approfondire la conoscenza della Città.Agli itinerari del grande Rinascimento romano già realizzati - Cara-

vaggio, Raffaello, Michelangelo e a quelli dell’arte barocca delle archi-tetture di Bernini e Borromini si aggiungono, ora, altri percorsi apposita-mente studiati per accompagnare e agevolare il visitatore alla scoperta“metro per metro” di una Città d’arte così sintetizzata.

In tal modo in un unicum - distinto è rappresentata e “letta” la città inun mosaico che si ricompone e si scompone secondo le esigenze del visi-tatore, che potrà scegliere tra La Roma Monumentale (via dei Fori Impe-riali e Colosseo), Il Colle della poesia (l’Aventino e dintorni), Tra boschi eacquedotti (il Celio), Agli albori della Roma Cristiana (San Giovanni in La-terano e Santa Croce in Gerusalemme), da La Suburra (Rione Monti eSanta Maria Maggiore) a Quasi un set cinematografico (via Veneto e din-torni), ecc.

Un’impresa difficile, pur tuttavia felicemente riuscita, anche sul pianodell’immagine della tradizione e dell’identità culturale della nostra Cittàe che, con semplicità rispetta i contenuti scientifici del patrimonio stori-cizzato, con una narrazione che unisce l’impostazione grafica con la li-nea editoriale dei contenuti.

Un sistema di comunicazione efficace per la comprensione del più va-sto e incredibile patrimonio storico-artistico di Roma, che permette alturista di individuare, immediatamente, il significato principale dell’iti-nerario prescelto permettendogli, nel contempo, l’immediata colloca-zione della propria posizione logistica in rapporto all’area che si deside-ra visitare.

I percorsi così condensati e raccolti possono ben rappresentare unsimbolico “taccuino d’artista” e apparire agli occhi del visitatore comeuna grande vetrata - a più specchi - sul cui sfondo vi è un orizzonte cul-turale che non potrebbe essere più romano, suggestivo e ricco di valorimai tramontati.

Roma ti aspetta!

L’Ufficio Turismodel Comune di Roma

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Legenda1. San Giovanni in Laterano2. Passeggiando, passeggiando...3. Santa Croce in Gerusalemme4. Passeggiando, passeggiando...

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La pianta

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Il complesso del Laterano costi-tuisce uno dei luoghi più signifi-cativi e centrali nella storia di Ro-

ma e della Chiesa, da quando nel313, con l’Editto di Milano, Costan-tino assicurò libertà di culto ai cri-stiani dell’impero. Per esprimere ul-teriormente la sua riconoscenza alDio che gli aveva propiziato la vitto-ria contro il rivale Massenzio, l’im-peratore donò a papa Milziade unaresidenza sull’estremità orientaledel Celio, l’aedes Lateranorum, e ac-canto ad essa, al posto della casermadegli equites singulares, la guardia acavallo che aveva combattuto perMassenzio, fece costruire un gran-dioso edificio sacro, il primo ufficial-mente destinato al culto cristiano: labasilica del SS. Salvatore al Latera-no. La zona, presso le mura ed estre-mamente periferica, era adatta a evi-tare attriti con i pagani che occupa-vano con i loro templi le zone cen-trali della città. Qui, nel palazzo rea-lizzato accanto alla basilica, il papadecise di fissare la propria residen-za, che non cambiò mai per circa unmillennio; qui, alle spalle della pri-ma basilica, trovò collocazione il pri-mo battistero della storia cristiana,che divenne il modello per tutti gliedifici destinati al battesimo; qui,ancora, si realizzò uno dei più im-portanti ospedali della città, quellodel SS. Salvatore; qui, infine, si trovauno dei luoghi più importanti della

spiritualità cristiana, il Sancta Sancto-rum, scrigno di preziose reliquie eimmagini miracolose e coronamen-to dell’altrettanto sacra Scala Santa. Oggi l’area è suddivisa in due grandipiazze: la prima è piazza S. Giovanniin Laterano, alle spalle della basilica,che ha come fulcro il grande Obeli-sco Lateranense, a cui fanno coronail grande Palazzo Lateranense, ere-de dell’antico Patriarchìo residenzadei papi, la Loggia delle Benedizionidi Sisto V, il Battistero e gli edificidell’antico Ospedale del SS. Salvato-re: la seconda è piazza di Porta S.Giovanni, sulla quale si staglia lagrandiosa settecentesca facciata del-la basilica, il prospetto posterioredel Palazzo Lateranense e l’edificiodella Scala Santa, con il retrostanteTriclinio Leoniano, mentre sul latoopposto corre la cinta delle MuraAureliane. Oggi, per un curioso de-stino, questa piazza così densa dipresenze sacre è divenuta una sortadi “polo laico” della città, che ha vi-sto i funerali di Togliatti e di Berlin-guer e che accoglie periodicamentei discorsi dei rappresentanti deimaggiori sindacati nazionali e glioceanici raduni in occasione del“concertone” del primo maggio. La-terano, dunque, specchio di unacittà che nel corso della sua storia sa-cra e profana ha mutato volto millevolte, senza mai dimenticare né rin-negare le sue antiche radici.

…Inizia lapasseggiata...

Il Laterano

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Agli albori della Roma cristiana

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La sua esatta intitolazione è San-tissimo Salvatore e Santi Gio-vanni Battista ed Evangelista in

Laterano; si affaccia sulla piazza diPorta S. Giovanni ed è la cattedraledella città, in quanto sede della cat-tedra del vescovo di Roma, cioè ilpapa. La tradizione ci dice che fu lostesso imperatore Costantino a sta-bilirne la costruzione, subito dopoaver proclamato l’Editto di Milano,nel 313. L’imperatore si vantava,nel testo della Donazione di Co-stantino, di aver personalmente«portato sulle spalle, per le sue fon-damenta, dodici cofane di terra se-condo il numero dei dodici aposto-li». La tipologia edilizia più utile alleesigenze della comunità cristianarisultava essere quella delle basili-che pagane, le grandi aule rettan-golari utilizzate fino a quel momen-to per processi e riunioni pubbliche.L’imponente costruzione, detta Ca-put Ecclesiarum, “Madre e capo ditutte le chiese”, venne ultimata insei anni e fu inaugurata nel 318:era una grande aula rettangolaredivisa in navate, con copertura a ca-priate, simile alla coeva S. Pietro;l’aspetto era fastoso, con colonnedi marmo verde, lampadari d’oro el’altare d’argento. Fu collegata al-l’adiacente Palazzo Apostolico, conil quale costituì il Patriarchìo, la resi-denza del patriarca di Roma, ovveroil papa; tutto intorno sorsero il bat-tistero, una serie di cappelle, cortili,aule, archi, triclini, dove il pontefi-

ce, durante le solennità religiose,riuniva il clero e le rappresentanzedel popolo. Questo complesso uni-co e compatto, senza soluzione dicontinuità, tra la basilica e il resto,costituì un vero e proprio borgo,nel quale si svolse tutta la storiapontificia del Medioevo, fino all’e-silio avignonese.All’inizio la basilica venne dedicata alCristo Salvatore e solo con papaGregorio Magno (590-604) la dedi-ca fu estesa ai due S. Giovanni, Batti-sta ed Evangelista. La basilica vennericostruita una prima volta nel 910da papa Sergio III, che vi fu sepolto;da allora l’edificio divenne una sortadi grande mausoleo, poiché vi furo-no sepolti in seguito altri sette papi:Giovanni XI (931-35), Agapito II(946-55), Giovanni XII (955-64), Sil-vestro II (999-1003), Sergio IV (1009-12), Alessandro III (1159-81) e Inno-cenzo III (1198-1216).Nell’antica basilica si teneva l’inve-stitura pontificia, con una solennecerimonia; essa si svolgeva subitodopo l’elezione del nuovo papa, co-me “presa di possesso” della Chiesadi Roma e della cattedrale dellacittà. La cerimonia dell’investiturapontificia fu interrotta quando, nel1304, i papi abbandonarono Romae trasferirono la loro sede ad Avi-gnone. La medievale cerimonia del-l’investitura pontificia venne ripresacon il ritorno dei papi a Roma, masolo col significato di presa di pos-sesso della basilica da parte del pa-

1 - San Giovanni in Laterano

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pa in qualità di vescovo di Roma, inquanto sia l’elezione che la consa-crazione pontificia si svolgevano or-mai a S. Pietro. Dal XV secolo, quan-do la residenza pontificia si trasferìin Vaticano, la “presa di possesso”assunse una forma spettacolare esfarzosa, infatti essa si svolgeva conun pittoresco corteo, nel quale il pa-pa procedeva a cavallo da S. Pietro aS. Giovanni, con il seguito dellaGuardia Svizzera e della GuardiaNobile, di cardinali e monsignori,rappresentanti della nobiltà e delpopolo in vettura o anche a piedi.Oggi il pontefice neoeletto vi si recain automobile e la cerimonia ha as-sunto un carattere molto più sobrio.Nel 1300 Giotto fu chiamato ad af-frescare la “loggia del Giubileo”,dalla quale papa Bonifacio VIII

proclamò il primo della se-rie degli Anni Santi. Nel1308 la basilica ven-ne gravementedanneggiata daun violento in-cendio; a se-guito di unsecondo in-cendio nel1361, chetra l’altrodanneggiògravementel’affrescogiottesco, sidecise di com-piere una com-pleta gradualericostruzione delcomplesso, sal-vando l’anticaabside con i mo-saici duecente-

schi di Jacopo Torriti e Jacopo daCamerino, lo splendido chiostro co-struito dai Vassalletto tra il 1215 e il1232 e la facciata in laterizio fattaerigere da Alessandro III (1159-81),che avevano resistito a terremoti eincendi. Nel XV secolo, Martino V(1417-31) venne sepolto in basilica,alla base dell’altare papale, entro ilrecinto della confessione; quindil’interno venne decorato daglisplendidi affreschi di Gentile da Fa-briano e Pisanello. Alla fine del se-colo successivo, Sisto V (1585-90)realizzò la nuova Loggia delle Bene-dizioni sulla testata del transetto de-stro, e Clemente VIII (1592-1605) fe-ce ridecorare il transetto. L’ultima ri-strutturazione radicale della basilicasi deve a Innocenzo X (1644-55),

che commissionò a FrancescoBorromini il nuovo dise-

gno a cinque navate.Borromini concepì

una vera e propriatrasformazione,in una prospet-tiva di un ba-rocco tantoarticolato emaestosoquanto no-bilmente pri-vo di enfasi,con i grandipilastri al po-

sto delle co-lonne, le ampie

e severe edicoledegli apostoli,trasformando laspazialità dellanavata paleocri-stiana in un am-pio salone, a

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10 Stemma araldico di Sisto V Peretti sulla facciatalaterale del Palazzo Apostolico Lateranense

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precedere il ciborio gotico e l’absidecon i mosaici. Infine venne cambiata anche la fac-ciata, tra il 1732 e il 1735, ad operadi Alessandro Galilei, che provvide

anche alla costruzione della Cappel-la Corsini, nella quale papa Clemen-te XII (1730-40) ebbe la sua tomba.Gli ultimi lavori furono realizzati daLeone XIII (1878-1903), che fece ri-

Agli albori della Roma cristiana

11S. Giovanni in Laterano, facciata

S. Giovanni in Laterano, iscrizione sulla facciata

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costruire il presbiterio e l’abside co-stantiniana ad opera di FrancescoVespignani, su disegno delpadre Virginio; si tratta diun “autentico falso”, checontrasta con i precedentiinterventi realizzati sullabasilica.La grandiosa, solennefacciata della basilicaè caratterizzata da ri-ferimenti all’architet-tura romana negli ele-menti architettonicifondamentali – paraste,semicolonne, trabeazione,timpano – e da citazionirinascimentali e baroc-che nelle finestree negli in-gressi. Alcentro si sta-glia il profilodi un tempioclassico pog-giante sudue coppie

di gigantesche colonne. Le iscrizionialla base delle colonne ri-cordano che questa è labasilica lateranense, ma-

dre e capo di tut-te le chiese di Ro-ma e del mondo.

All’interno del timpano èun’antica immagine inmosaico del Cristo e so-pra la balconata che co-rona l’edificio domina-no le statue del Cristo,

dei due S. Giovanni edei dottori della Chie-sa greca e latina, ad

indicare che Roma eredi-ta e detiene tutta la tra-dizione teologica cri-

stiana.Il portico,anch’essodel Galilei,ha una voltaa botte ri-bassata e or-nata di lacu-

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12Statua del Cristo sulla balconata

Timpano con il mosaico del Cristo

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nari, con al centro lo stemma diClemente XII. Le porte sono sovra-state da altorilievi con le Storiedella vita di Giovanni Battista, diartisti coevi del Galilei. La portacentrale della basilica è particolar-mente rilevante perché i suoi duebattenti, montati qui nel 1660, so-no quelli provenienti dalla Curia delForo Romano. Furono qui trasferitida papa Alessandro VII, Chigi, i cuiemblemi si trovano sulle cornici,aggiunte ai battenti per adattarli al-le dimensioni dell’attuale apertura.L’ultima porta a destra è la PortaSanta e viene aperta solo negli an-ni giubilari. In fondo all’atrio, sullasinistra, è collocata la colossale sta-tua di Costantino, del IV secolod.C., proveniente dalle sue termedel Quirinale.L’interno, lungo 130 metri e divisoin cinque navate, ha l’aspetto con-feritogli dal Borromini, che pro-gettò le grandi nicchie della navatamediana contenenti le statue deidodici apostoli e le raffinatissimenavate minori con le cappelle, col-locandovi i monumenti funebrismontati dalla chiesa più antica.Notevole è il soffitto della navatacentrale, in grandi lacunari lignei,disegnato forse da Pirro Ligorio eornato dagli stemmi dei papi che lofecero realizzare e lo restaurarono:Pio IV, Medici (1562), Pio V, Ghislie-ri (1567), e Pio VI, Braschi (1775). Ilpavimento cosmatesco fu rima-neggiato durante i lavori del Borro-mini e reca la colonna dello stem-ma di Martino V. Le edicole, con lecolonne di verde antico sormonta-te da un timpano con la colombapamphiliana, appaiono comegrandi porte da cui si affacciano gli

apostoli, sei per lato, con ai duevertici S. Paolo e S. Pietro. Al di so-pra sono stucchi con Scene delVecchio e del Nuovo Testamen-to, disegnati da Alessandro Algar-di, sormontati da figure di Profetientro ovali. Nella navata estrema didestra è un affresco raffigurante laMadonna col Bambino, attribui-bile all’ambito di Melozzo da Forlì.La prima cappella a destra è quellaOrsini, seguita dalla cappella Torlo-nia, di architettura neoclassica, or-nata da una Deposizione in rilievodi P. Tenerani; segue la cappellaMassimo, su architettura di Giaco-mo Della Porta (1570) con dipinti

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La Porta Santa

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di Girolamo Siciolante e del Cava-lier d’Arpino. All’esterno si trovauna splendida statuetta di S. Gia-como, opera quattrocentesca diAndrea Bregno. Al quinto pilastrodella navata intermedia destra èl’interessante tomba del cardina-le Ranuccio Farnese, opera delVignola; tornando verso l’ingresso,è il busto di papa Sergio IV(1012), seguito dal sepolcro diAlessandro III, morto nel 1181,voluto nel XVII secolo da AlessandroVII, Chigi, senese, per omaggiare ilsuo conterraneo. Segue la tombadi un altro papa, Silvestro II, del1909, che ricorda il pontefice cheincoronò s. Stefano re d’Ungheria.Addossato al primo pilastro della

navata troviamo il preziosissimoframmento dell’affresco di Giottocon la raffigurazione di BonifacioVIII che proclama l’Anno Santodel 1300, unico superstite dell’o-pera del grande maestro a S. Gio-vanni. Nella navata estrema sinistrasi apre un’altra cappella gentilizia,quella Corsini, con architettura diA. Galilei. Segue il monumento se-polcrale di Clemente XII, in cui lecolonne e l’urna di porfido del se-polcro sono provenienti dall’atriodel Pantheon; la bronzea statuadel papa è di G.B. Maini; sull’ulti-mo pilastro si trova il sepolcro delcardinale Gerolamo Casanate(1707), che fondò una delle più im-portanti biblioteche d’Italia, quella

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La statua di Costantino nel portico

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nei pressi della chiesa di S. Ignazioche da lui prese il nome di Casana-tense.Il transetto è stato completamenterinnovato alla fine del Cinquecentoda Giacomo Della Porta e affrescatoda molti artisti, coordinati dal Cava-lier d’Arpino; esso costituisce unodei più significativi repertori dellapittura manierista romana e gli af-freschi rappresentano Storie di Co-stantino e Santi. Alla testata deltransetto di destra, l’organo (1598)è sorretto da due colonne di giallo

antico; sulla testata opposta, ilgrandioso altare del Sacramentoè ornato da quattro antiche colonnedi bronzo e coronato da timpano.Nel transetto destro si trova l’otto-centesca tomba di Innocenzo III(1198-1216) e, al centro della cro-ce, si staglia l’alto tabernacolo ogi-vale eretto da Giovanni di Stefano ecommissionato da Urbano V nel1367, grazie alle generose offertericevute dal re di Francia Carlo V, ri-cordato sullo stesso tabernacolocon i gigli del suo stemma; è ornato

L’abside e il ciborio

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sui quattro lati da dodici riquadri af-frescati, attribuiti a Barna da Siena(1367-68), e reca agli angoli ottostatue trecentesche di Santi e diVirtù. All’interno del tabernacolo,dietro una griglia di metallo, vi sonodue busti reliquiari d’argento conte-nenti le reliquie delle teste degliapostoli Pietro e Paolo; i reliquiarisono moderni perché gli originali,medievali, si dovettero fondere perpagare il gravoso tributo che Napo-leone aveva imposto all’Italia e alpapa con il trattato di Tolentino.Sotto il baldacchino si trova l’altarepapale, ottocentesco, che racchiu-de quello più antico, ligneo. Qui soloil papa può celebrare la messa. Allabase, entro il recinto della confessio-ne. simile a quella della basilica di S.Pietro, si trova il sepolcro di Marti-no V, Colonna, morto nel 1431, raf-

finata opera di S. Ghini (1443).Il presbiterio e l’abside furono ri-costruiti sotto Leone XIII, imitandole forme originarie, e questa opera-zione architettonica di Francesco eVirginio Vespignani portò alla di-struzione del raro deambulatoriogotico di Niccolò IV (1288-92). Ilmosaico del catino absidale, ope-ra di Jacopo Torriti (1291), provienedall’antica abside e rappresenta inalto Cristo circondato da angelie in basso Croce gemmata tra laMadonna e santi. A lato del pre-sbiterio, si trova la tomba di Leo-ne XIII, il papa della famosa encicli-ca Rerum Novarum. Dal fondo della navata estrema si-nistra si accede al prezioso chio-stro, capolavoro cosmatesco dellafamiglia dei Vassalletto (1215-32),con arcatelle poggianti su coppie

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16La Loggia delle Benedizioni; sulla sinistra il Palazzo Lateranense

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di colonnine ora cilindriche, oratortili, ora intrecciate, ornate dadelicati rilievi o da lucenti mosaici.Splendida la trabeazione, con fre-gio a mosaico e cornice intagliata.Ai lati dei passaggi, stanno leonistilofori; al centro del chiostro, gra-zioso puteale del IX secolo. Sotto iportici si trovano frammenti del-l’antica basilica, fra i quali la sta-tua giacente di Riccardo degliAnnibaldi, di Arnolfo di Cambio

(1276). Dalla testata del transettosi esce dalla basilica su piazza di S.Giovanni in Laterano attraverso laLoggia delle Benedizioni, realiz-zata nel 1586 da Domenico Fonta-na per volere di Sisto V, nel quadrodei lavori di sistemazione dellapiazza voluti dal pontefice; la log-gia è decorata all’interno da affre-schi di pittori tardo-manieristi ed èaffiancata da due campanili ge-melli a trifore, del XIII secolo.

Agli albori della Roma cristiana

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Particolare della Loggia delle Benedizioni

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Sulla destradella loggia,scendendo

verso via Amba Ara-dam, si incontra sulla sini-stra il Battistero Lateranense, det-to in origine S. Giovanni in Fonte,edificato da Costantino su una vil-la romana del I secolo d.C. e su unedificio termale del II secolo. IlBattistero, a pianta ottagonale, fuprofondamente modificato sottoil papato di Sisto III (432-440); neisecoli successivi avvennero altretrasformazioni e nel 1540 la cupo-la fu sostituita da un tiburio; nelXVII secolo l’edificio venne nuova-mente restaurato. L’attuale in-gresso immette nell’interno, chenella sua struttura a piantaottagonale fissa il mo-dello per que-sto tipodi

edifici; un anello diotto colonne diporfido con capitel-

li corinzi sostiene unarchitrave, su cui poggia-

no altre otto colonne più piccolee di marmo bianco. Sull’architra-ve corre un’iscrizione di Sisto IIIche ricorda la potenza salvificadel Battesimo. Al centro è siste-mata una vasca di basalto verde,destinata al battesimo per immer-sione, con copertura bronzea se-centesca. Sul tamburo, affreschicon Storie del Battista, copie daoriginali di Andrea Sacchi; allepareti Storie di Costantino, affre-schi secenteschi di artisti (da no-tare la Distruzione degli idoli di

Carlo Maratta). Intorno siaprono quattro antiche

cappelle: la Cap-pella di S.

Rufina

2. Passeggiando,passeggiando...

Il Battistero Lateranense

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o dei Ss. Cipriano e Giustina, cor-rispondente all’antico nartecedel Battistero, del quale si vedonodue imponenti colonne di porfi-do e le marmoree riquadraturedei portali; la Cappella di S. Ve-nanzio, eretta da Giovanni IV nel640, con mosaici del VII secolonell’abside e nell’arco trionfale;la Cappella di S. Giovanni Evan-gelista, realizzata da papa Ilario(461-68) con i battenti bronzeidel 1196 e volta con mosaici del Vsecolo; la Cappella del Battista,anche questa eretta da papa Ila-rio, con antichi battenti bronzei.Uscendo dal Battistero, sull’altrolato della piazza prospettano lestrutture dell’Ospedale di S. Gio-vanni in Laterano, in origine det-to del Salvatore, fondato dallaCompagnia del SS. Salvatore adSancta Sanctorum nel 1348, poiampliato nel 1462 da Everso degliAnguillara. La ricostruzione delcomplesso si ebbe nel Seicento;l’ospedale degli uomini fu realiz-

zato su progetto di Giacomo Molanel 1634-40 e l’edificio ebbe an-che una funzione di quinta pro-spettica verso la piazza; l’ospedaledelle donne, il cui prospetto coro-nato da timpano si staglia sulla de-stra, fu edificato tra il 1655 e il1656 da Giovanni Antonio DeRossi. L’ospedale ha sviluppato lesue moderne strutture sulla retro-stante via dell’Amba Aradam. Uscendo dal Battistero di nuovosulla piazza, al centro si staglia lamole dell’Obelisco Lateranense,il più alto e il più antico a Roma;alto 47 metri, compreso il basa-mento, esso fu innalzato nel XV se-colo a.C. dai faraoni Thutmosi IIIe Thutmosi IV davanti al grandeTempio di Ammon a Tebe; nel357 d.C. venne trasportato a Ro-ma da Costanzo II e collocato nelCirco Massimo, da dove venneprelevato nel 1587 per ordine diSisto V, per essere trasferito daDomenico Fontana a piazza di S.Giovanni in Laterano. Pochi anni

Il Palazzo Lateranense

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più tardi gli fu collocata accantouna fontana, in origine sormonta-ta da una statua di S. GiovanniEvangelista.Volgendo ora lo sguardo verso laLoggia delle Benedizioni dellabasilica, addossato sulla sinistra sierge il Palazzo Lateranense, eret-to da Domenico Fontana in stiletardo-rinascimentale per ordinedi Sisto V, in sostituzione dell’anti-co Patriarchìo medievale. Il nuo-vo palazzo venne concepito comedimora estiva del papa e sancì ildefinitivo spostamento della resi-

denza pontificiadal Laterano alVaticano. Da allo-ra il Palazzo Late-ranense fu tra-sformato in ospe-dale, ospizio, ar-chivio e, con Gre-gorio XVI (1838),Museo Gregoria-no Profano, poitrasferito in Vati-cano. In seguitoai Patti Latera-nensi, firmati nel-le sue sale l’11febbraio 1929, ilpalazzo gode del-l’extraterritoria-lità e ospita dal1967 il Vicariatodi Roma. Al suointerno accoglie,al piano nobile, ilMuseo StoricoVaticano, a cui siaccede dall’atriodella basilica; lasua visita permet-

te la visione delle splendide saledell’appartamento papale, affre-scate da pittori tardo-manieristi,tra cui la solenne Sala della Conci-liazione, nella quale vennero fir-mati i Patti Lateranensi.Di fronte al prospetto nord delpalazzo, attraversando la strada alsemaforo, si raggiunge l’edificiodella Scala Santa, detto anche delSancta Sanctorum, fatto costruireda Sisto V nel 1589 per conservarel’antica cappella di S. Lorenzo,originariamente cappella privatadei pontefici, il Sancta Sanctorum

Ingresso del prospetto principale del Palazzo Lateranense

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appunto, che si trovava al primopiano del Patriarchìo, quando fudecisa la demolizione di quest’ul-timo. La facciata esterna è porti-cata nella parte inferiore, con cin-que arcate sostenute da pilastri.Al di sopra si ripete la stessa solu-zione, con cinque finestre separa-te da lesene. Il nome di Sisto V e ladata, 1589, sono iscritti sull’archi-trave. Per accedere alla cappella,venne riutilizzata la scala d’onoredel palazzo, ritenuta dalla tradi-zione quella che Gesù avrebbe sa-lito nel Pretorio di Pilato a Geru-salemme, da cui l’appellativo diScala Santa; essa è costituita da 28scalini di marmo che i fedeli, perdevozione, salgono in ginocchio;consumati dai devoti nel corsodei secoli, sono ora ricoperti datavole di noce. In cima alla Scala

Santa, visibile attraverso una gra-ta, si trova la splendida cappelladel Sancta Sanctorum, sistemata daNiccolò III (1277-80). Le pareti in-terne sono movimentate da co-lonnine tortili sostenenti archigoticheggianti trilobati, opera diun artista cosmatesco, come purealla stessa scuola è attribuibile ilbellissimo pavimento; gli affre-schi delle lunette e della volta so-no dell’epoca di Niccolò III e raffi-gurano i Simboli degli Evangelistie Storie di santi. Dello stesso pe-riodo è il mosaico nella volta delpresbiterio, con il Cristo Panto-crator in un tondo retto da angeli;i santi dentro le edicole ogivali so-no opera di Giannicola di Paolo.Al di sopra dell’altare, una gran-de iscrizione dice che Non est in to-to sanctior orbe locus (“Non vi è in

Edificio della Scala Santa, facciata

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tutto il mondo un luogo più san-to”); sull’altare, racchiusa in unateca d’argento con sportelli e ric-camente decorata, è conservatauna tela su cui, dipinta a tempera,

è l’immagine “acheropi-ta” (“non dipinta da ma-no umana”) del “Cristo”,datata al V-VI secolo e piùvolte restaurata. Questaimmagine, ritenuta mi-racolosa, veniva portatain processione dai ponte-fici per scongiuraregrandi calamità. L’edificio addossato allaScala Santa e rivolto ver-so piazza di Porta S. Gio-vanni è il cosiddetto Tri-clinio Leoniano, il gran-de nicchione decoratocon mosaici che costitui-sce una parziale rico-struzione dell’antica sa-la da pranzo del Patriar-chìo, eretta da papaLeone III alla fine dell’-

VIII secolo. L’attuale edificio èopera di Ferdinando Fuga, risaleal 1743 e fu voluto da BenedettoXIV. Di fondamentale importan-za è il mosaico sui due lati del ca-

Edificio della Scala Santa,veduta della Scala centrale dall’atrio

L’edificio del Santuario della Scala Santa e l’edicola del Triclinio Leoniano

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tino, a simboleggiare il primatodel potere spirituale della Chiesasu quello temporale, del quale ilpapa è intermediario tra Dio el’imperatore; il mosaico infatti fuvoluto da Leone III in occasionedell’istituzione del Sacro Roma-no Impero. A sinistra si raffiguraCristo che, seduto, consegna apapa Silvestro le chiavi, simbolodel potere religioso, e a Costanti-no il vessillo, insegna del poterepolitico; a destra S. Pietro, sedu-to, consegna il pallio a Leone III eil vessillo a Carlo Magno.Portandosi dall’edificio della Sca-la Santa di nuovo su piazza di S.Giovanni in Laterano, si può com-piere una breve deviazione dall’i-tinerario principale, imboccando

sulla destra via Merulana, iniziataalla fine del XVI secolo da Grego-rio XIII e terminata da Sisto V, im-portante arteria realizzata perunire le basiliche di S. Maria Mag-giore e di S. Giovanni in Latera-no; dopo l’unità d’Italia divenneuno degli assi portanti del nuovoquartiere Esquilino. Percorren-dola sul lato destro, si imbocchi adestra via Aleardi, che conduce alCasino Massimo, già parte dellascomparsa Villa Giustiniani, poiMassimo Lancellotti; al suo inter-no (ingresso a via Boiardo, 16, vi-sitabile su richiesta) si trovano gliaffreschi con scene tratte dall’Or-lando Furioso, dalla Gerusalem-me Liberata e dalla Divina Com-media, databili agli anni Venti del-

Il Triclinio Leoniano

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l’Ottocento, la testimonianza piùimportante dell’attività dei pittoridel gruppo dei Nazareni a Roma(J. Schnorr von Caroesfeld, J.F.Overbeck, J.A. Koch, P. Veit).Adiacente al Casino, con ingressosu via Tasso, 145, è il Museo Stori-co della Liberazione di Roma,che occupa l’edificio già sede delcomando delle SS, adibito nel

1944 a carcere per i detenuti poli-tici, che raccoglie oggetti e testi-monianze relativi all’occupazio-ne tedesca di Roma del 1943-44.Tornati su via Merulana, la si per-corra sul lato sinistro fino all’an-golo con via Labicana, dove si er-ge la chiesa dei Ss. Marcellino ePietro, oggi ad un livello inferiorerispetto al piano stradale. La chie-

Il monumento a S. Francesco

Il catino absidale del Triclinio Leoniano

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sa si presenta nell’aspetto dovutoai rifacimenti settecenteschi volu-ti da Benedetto XIV; la strutturaconsta di un basamento cubicosormontato da una singolare cu-pola a gradoni, di ispirazione bor-rominiana.Si torni sui propri passi su via Me-rulana e, sboccati di nuovo su

piazza di S. Giovanni in Laterano,la si attraversi sulla sinistra per ri-portarsi davanti alla facciata dellabasilica lateranense.Sulla piazza di Porta S. Giovanni,davanti alla porta che le dà il no-me, si trova il monumento a S.Francesco, raffigurato con i suoiprimi seguaci, opera di Giuseppe

Porta S. Giovanni

Porta Asinaria con le torri

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Tonnini, eretto nel 1927. Porta S.Giovanni si apre lungo il perime-tro delle Mura Aureliane, ma ven-

ne in realtà aper-ta nel 1574 da Ja-copo del Ducaper Gregorio XIII;si presenta conun robusto pro-spetto esterno,decorato da para-ste classicheg-gianti. Alla sua si-nistra, guardan-dola dall’esterno,si erge l’anticaPorta Asinaria;essa prende il no-me dalla via ro-mana che da quisi dipartiva. Inorigine era unadelle tante porteminori delle Mu-ra Aureliane edera priva di torri,ma l’imperatore

Onorio nel 401-402 la fortificò; nel 1574 la portavenne chiusa in occasione dell’a-

Porta Asinaria, prospetto interno

Tratto delle Mura Aureliane a viale Carlo Felice

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pertura di Porta S. Giovanni e furiaperta solo nel 1954.Rientrando in piazza di Porta S.Giovanni, e oltrepassato il monu-mento a S. Francesco, si imbocchisulla destra viale Carlo Felice, cheoffre sulla destra la vista su unodei tratti meglio conservati delleMura Aureliane. Qui, situato al-l’interno di una delle torri dellemura, precisamente la quarta, è ilpiccolo oratorio di S. Margherita,al quale si accede mediante unpassaggio posto a livello dei giar-dini. L’interno, di dimensioni ri-dotte, conserva alcuni affreschipiuttosto danneggiati databili alXIV secolo. Proseguendo lungo il viale e oltre-passato il moderno arco che siapre nelle mura troviamo, allasommità di una breve scalinata,l’oratorio di S. Maria del BuonAiuto; esso fu fatto costruire, pervolontà di Sisto IV, nel 1476. Lapiccola costruzione, con semplicefacciata, in cui si apre una portacon architrave in travertino conuna finestra, è coperta da un tetto

a capanna ed è sormontata da unpiccolo campanile. All’interno èconservato un affresco raffiguran-te la Madonna con il Bambino, at-tribuito ad Antoniazzo Romano,proveniente, come ricorda anchel’iscrizione posta al di sopra del-l’ingresso, da un’edicola nel trat-to di strada fra le chiese di S. Gio-vanni e S. Croce in Gerusalemme.Il soffitto, con volte a crociera, èsostenuto da pilastri a pianta otta-gonale con capitelli corinzi. Proseguendo lungo il perimetrodelle mura, incontriamo oltre uncancello le vestigia dell’Anfitea-tro Castrense (visitabile su richie-sta). Questa struttura faceva par-te del Palazzo Sessoriano, o Sesso-rium, denominazione verosimil-mente derivata da sedes, col signi-ficato di “soggiorno”, “residen-za”, che indicava la grande villaimperiale estesa nel suo nucleoprincipale tra la zona di PortaMaggiore e quella di S. Croce inGerusalemme. La realizzazionedel grande complesso, che com-prendeva il palazzo imperiale,

L’oratorio di S. Maria del Buon Aiuto

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l’anfiteatro e un circo, fu avviatada Settimio Severo e continuatada Caracalla e da Elagabalo neiprimi due decenni del III secolod.C. ma dopo la morte di Elaga-balo la struttura cadde in disuso.Circa un secolo più tardi venneristrutturata da Costantino perfarne la residenza della madre,Elena. L’anfiteatro si trovava nel-le immediate vicinanze dell’aulapalaziale, alla quale era collegatomediante un corridoio coperto.L’appellativo di “castrense” po-trebbe derivare dall’uso che nefecero i cavalieri della vicina ca-serma della guardia imperiale acavallo (Castra equitum singula-rium). Di pianta quasi circolare,con i due assi di m 88 e 75,80, eracostruito tutto in laterizio, tranne

pochi elementi in travertino, ave-va due ordini di arcate tra pilastrie un terzo ordine costituito da unmuro nel quale si aprivano fine-stre e in cui erano inserite dellemensole per l’appoggio dei paliche reggevano il velarium, il gran-de telo che riparava gli spettatoridal sole, come al Colosseo. I rile-vanti avanzi che si conservano,soprattutto dalla parte del vialeCastrense, riguardano l’anelloesterno, che ebbe il livello infe-riore abbassato di circa due metrie le arcate murate quando l’anfi-teatro fu inglobato nelle MuraAureliane.A sinistra delle strutture dell’anfi-teatro, sulla piazza omonima, sierge la basilica di S. Croce in Ge-rusalemme.

L’Anfiteatro Castrense

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La chiesa sorse sull’area occupa-ta da un’aula dell’antico palaz-zo imperiale del Sessorium. L’e-

dificio sacro, compreso fra le settebasiliche romane meta dei pellegri-ni, deve il nome dalla presenza alsuo interno di alcuni frammenti del-la Croce di Cristo che Elena, madredell’imperatore Costantino, avevaportato a Roma al ritorno dal suoviaggio a Gerusalemme nel 326; la

fondazione della chiesa dovrebberisalire ad alcuni decenni dopo que-st’evento. L’aula rettangolare fu di-visa nelle attuali tre navate sotto ilpontificato di papa Lucio II (1144-45), quando venne anche realizzatoil transetto, il nartece, il bel campa-nile in laterizio e un chiostro. Nuovilavori furono effettuati nel XV e nelXVI secolo, ma la sistemazione defi-nitiva avvenne nel Settecento, sotto

3 - Santa Croce in Gerusalemme

S. Croce in Gerusalemme, facciata

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Benedetto XIV, che affidò agli archi-tetti Domenico Gregorini e PietroPassalacqua la costruzione dellanuova facciata, la sostituzione delnartece con un atrio ellittico e la tra-sformazione della navata centrale.La facciata è uno dei capolavori delcosiddetto “barocchetto” romano,con le linee concavo-convesse di de-rivazione borrominiana, scandita dafasci di lesene corinzie con ampie fi-nestre poste al di sopra degli accessiminori e grande ovale al di sopra delpassaggio centrale, sormontato daun arco a tutto sesto su colonne.Nel fregio si legge la dedica fattarealizzare da Benedetto XIV e, sul fa-stigio, si stagliano le statue dei

quattro Evangelisti, di S. Elenacon la Croce, a sinistra, e di Co-stantino, a destra, in abiti militari.Al centro, sopraelevata, è la Croce,in ferro, con angeli in adorazione.Sulla destra si innalza il campanileromanico, del tempo di papa LucioII. L’atrio, ellittico, ha una piccolacupola sostenuta da pilastri affian-cati da colonne in granito prove-niente dall’antico nartece. L’inter-no è diviso in tre navate da otto co-lonne originarie e da sei pilastri,quattro dei quali racchiudono al-trettante colonne antiche. Alla ri-strutturazione settecentesca sonoda attribuire le paraste, gli stucchidorati, il soffitto ligneo con lo stem-ma pontificio e le lunette aperte alposto delle finestre; sulla volta è latela con La Vergine che presentaS. Elena e Costantino alla Trinità,di Corrado Giaquinto (1744). Il pa-vimento, cosmatesco, è stato re-staurato nel 1933. Ai lati dell’in-gresso centrale sono due acqua-santiere marmoree del XV secolo.Nel presbiterio si innalza il ciboriosettecentesco, ornato da angeli inbronzo dorato, posto sulle colonnedell’antico, risalente al 1148. Sottol’altare maggiore è situata l’urna inbasalto con i corpi dei Ss. Cesareo eAnastasio, mentre la volta è ornatadall’Apparizione della Croce, delGiaquinto. Al centro dell’abside è ilbel sepolcro del cardinale Fran-cesco Quiñones, opera di JacopoSansovino (1536), ornato dalle sta-tue di Salomone, a sinistra, e Da-vid, a destra. Al di sopra si eleva iltabernacolo in marmo e bronzodorato, di Carlo Maderno, affianca-to da angeli. Alle pareti, altri due af-freschi del Giaquinto, raffiguranti Il

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S. Elena con la Croce

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serpente di bronzo e Mosè fascaturire l’acqua dalla rupe; traquest’ultimo e il tabernacolo, se-polcro del cardinale BernardinoCarvajal (1523). Gli affreschi del ca-tino absidale rappresentano il Rin-venimento della Croce da partedi S. Elena, la Glorificazione dellaCroce da parte di Eraclio e Cristobenedicente, attribuiti ad Anto-niazzo Romano (fine XV secolo). Dauna cordonata quattrocentesca siscende nella fastosa Cappella di S.Elena, di origine costantiniana;un’iscrizione su maioliche lungo imuri della cordonata narra la storiadella basilica, della cappella e dei la-vori realizzati dal cardinale Carvajal.La cappella è situata parallelamenteal transetto e giunge fino a metàdell’abside; sotto il pavimento, se-condo la tradizione, s. Elena avevafatto spargere la terra da lei preleva-ta dal Santo Sepolcro, da cui la l’ap-pellativo della chiesa “in Gerusalem-me”. La volta era ornata in origine

da un mosaico del tempo dell’impe-ratore Valentiniano III (430 ca.), e ilmirabile rifacimento attuale è attri-buito o a Melozzo da Forlì (1484 ca.)o a Baldassarre Peruzzi (1510 ca.);agli episodi relativi alla “Croce”, al

L’atrio

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31La cupola dell’atrio

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centro è Cristo benedicente con iquattro Evangelisti; negli spazi tragli ovali, Ritrovamento della veraCroce, Adorazione e Divisionedella Croce da parte di S. Elena,Processione di Eraclio verso Ge-rusalemme; nei sottarchi, Santi eSimboli della Passione. Sull’altare,statua romana proveniente daOstia, copia della Giunone Farnese,trasformata in S. Elena con il rifaci-mento della testa e delle braccia el’aggiunta della croce. Le pareti so-no affrescate da Figure allegori-che di Nicolò Circignani, detto il Po-marancio (1590 ca.). Attraverso unbreve corridoio si passa nella Cap-pella Gregoriana, realizzata nel1520 dal cardinal Carvajal. All’in-gresso è un cippo marmoreo, pro-babile base di una statua di S. Elena,dedicata da Giulio Massimiliano pri-ma della morte di Costantino e rin-venuta durante il pontificato di SistoV nel vicino convento. Sulla volta èraffigurata la Liberazione delle

anime del Purgatorio, di F. Nappie G. Nanni (fine Cinquecento-primametà del Seicento). Sull’altare dedi-cato a S. Gregorio è un rilievo sei-centesco marmoreo raffigurante laPietà. Per un’altra cordonata si saledi nuovo al presbiterio, da dove siaccede alla Cappella delle Reli-quie, inaugurata nel 1930 e com-pletata nel 1952 dall’architetto Flo-restano Di Fausto; le vetrate policro-me sono state realizzate su disegnodel Picchiarini; i mosaici sono operadel Mezzana; la cappella contieneoggetti provenienti dalla Cappelladi S. Elena, tra i quali le reliquie del-la Santa Croce: tre frammenti di le-gno in un prezioso reliquiario, operadi G. Valadier, un chiodo e una partedel Titolo della Croce. Uscendo dallacappella, si passa nella navata sini-stra; al terzo altare, S. Silvestro eCostantino, di L. Garzi (1675); alprimo, Incredulità di S. Tommaso,di G. Passeri (1675 ca.). Nella navatadestra, al secondo altare, S. Bernar-

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L’interno

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do conduce l’antipapa Vittore IVa umiliarsi davanti a Innocenzo II,di C. Maratta (1660-65); al terzo al-tare, Visione della madre di S. Ro-berto, di R. Vanni (XVII secolo).Accanto alla basilica sorge il con-vento, fondato da papa BenedettoVII (974-983), parte del quale insistesulle strutture dell’Anfiteatro Ca-

strense. Il convento fu ampliato nelCinquecento dal cardinale Carvajale nel 1743 da Benedetto XIV. Note-vole è il salone della BibliotecaSessoriana, opera di S. Cipriani(1724), con volta affrescata da G.P.Pannini. Qui si conserva anche ilmonumento a Benedetto XIV, del1743, di Carlo Marchionni.

Veduta dell’unico braccio superstite del portico quattrocentesco

Il convento di S. Croce in Gerusalemme

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L’area sulla si-nistra dellachiesa, già

utilizzata come orto evigna del monastero, fuespropriata dallo Stato italianodopo il 1870 e, dopo essere stataoccupata dalla Caserma Principedi Piemonte, è oggi adibita ad usomuseale e accoglie tre diverse isti-tuzioni: al n. 7 della piazza, il Mu-seo Storico dei Granatieri di Sar-degna, che ripercorre la storia e leimprese dei “bianchi alamari”dal1659 al 1945; le 15 sale del museoraccolgono armi, fotografie ingran parte risalenti al primo con-flitto mondiale, medaglie, ban-diere, oggetti personali apparte-nuti ai militari e numerosi altri ci-meli storici. Vi è inoltre il Sacra-rio, sulle cui pareti sono incisi acaratteri d’oro i nomi degli oltre8500 caduti di tutte le guerre. Al n. 9 si trova il Museo Storicodella Fanteria, inaugurato nel1959, che documenta, in un itine-rario cronologico, l’evoluzione

dell’Arma dalle ori-gini ai giorni no-stri, attraverso il Ri-

sorgimento, le guer-re d’Indipendenza, l’epo-

ca delle conquiste coloniali e deiconflitti mondiali, le imprese diparacadutisti e lagunari. Va segna-lata, per gli appassionati, un’im-portante collezione di armi di va-rio genere e, tra le curiosità, la ri-costruzione, a grandezza natura-le, di una trincea della primaguerra mondiale. La superficieespositiva si articola in 35 sale, 5gallerie e androni suddivisi sui trepiani di un edificio liberty circon-dato da un grande parco, nel qua-le si trovano il monumento eque-stre a Vittorio Emanuele II e le ro-vine del cosiddetto Tempio di Ve-nere e Cupido, dell’età di Massen-zio. Il museo, strutturato in tresettori portanti – armi, bandiere euniformi – dispone di una biblio-teca, un archivio storico e un sa-crario. Il centro multimediale al-l’ingresso fornisce informazioni

4. Passeggiando,passeggiando...7°

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Il Museo Storico dei Granatieri di Sardegna

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sulla collezio-ne, sulla storiadella Fanteriae sulle saleespositive.Al n. 9/A è si-tuato il MuseoNazionale de-gli StrumentiMusicali, aper-to nel 1974 nel-la ex CasermaPrincipe di Pie-monte, checonserva unapreziosa rac-colta di stru-menti di tutte leepoche. Il nucleo principale è co-stituito dalla vastissima collezioneappartenuta al celebre tenoreEvangelista Gor-ga, acquisi-ta

dallo Stato nel1949. Successi-vamente si so-no aggiunti nu-merosi pezzi,alcuni dei qualidi straordina-rio pregio, co-me l’arpa rea-lizzata per la fa-miglia Barberi-ni a inizio Sei-cento e il pia-noforte del1722, uno deitre esemplarituttora esisten-

ti tra quelli rea-lizzati da Bartolomeo Cristofori,riconosciuto come il suo invento-re. Allestito in 18 sale al primo pia-no, il museo accoglie circa 840strumenti secondo un criterio inparte cronologico e in parte tipo-logico. Vi sono esposti interessantistrumenti di musica popolare ecolta, militari e devozionali, picco-

Il monumento ai Granatieri di Sardegna

Il cosiddetto Tempio di Venere e Cupido

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li organi da processione e oggettida noi poco conosciuti che testi-moniano la ricca tradizione musi-cale extraeuropea. Reperti ar-cheologici greci e romani come fi-schietti in terracotta, campanelli osonagli si alternano a capolavoridi scultura, pittura e decorazionequali preziose arpe, organi e clavi-cembali. Tra le curiosità spiccanouna mandola/mandolino doubleface, forse usato nell’Ottocento dasuonatori ambulanti, un cembalopieghevole da viaggio del Sette-cento, due esemplari ottocente-schi di arpa eolia, antico strumen-to “stregato” – e per questo messo

al bando nel Medioevo – le cuicorde, percosse dal vento, emetto-no suoni particolari. Da segnala-re, per il suo valore, il più anticoclavicembalo tedesco conosciuto,costruito nel 1537 da Hans Mül-ler.Lasciata la piazza, si prosegua per

Il Museo Nazionaledegli Strumenti Musicali

Arpa Barberini

Clavicembalo di Hans Müller

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Agli albori della Roma cristiana

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via Eleniana, lungo la quale tro-viamo i resti della cisterna delleTerme Eleniane, che facevano an-ch’esse parte della residenza im-periale del Sessorium, ed erano di-sposte più a nord e ornate dagrandi giardini.Via Eleniana sbocca in piazza diPorta Maggiore, dominata dal-l’imponente mole di Porta Mag-giore, detta in origine Praenestina,poiché da essa passava la via omo-nima, diretta a Praeneste, l’odier-na Palestrina. La porta, cosiddet-ta perché conduce alla basilica diS. Maria Maggiore, era una portadoppia: Praenestina e Labicana,dai nomi delle due strade che neuscivano biforcandosi (la ViaPraenestina a nord e la Via Labica-na a sud). In realtà si trattava diun ingresso monumentale allacittà realizzato nel 52 d.C. dal-l’imperatore Claudio, servendosi

delle arcate del suo

acquedotto che scavalcavano ledue strade, che venne trasforma-to in porta con la costruzione del-la cinta di Aureliano. Il grandiosoprospetto, in opera quadrata ditravertino, è formato da duegrandi fornici tra pilastri ornatida edicole aperte, inquadrate dasemicolonne corinzie sostenentitimpani triangolari e poggianti su

un alto basamentoche

La cisterna delle Terme Eleniane

Porta Maggiore

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7°It

iner

ario

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nell’edicola centrale è attraversa-to da un arco. Il prospetto è sor-montato da un altissimo attico,tripartito da cornici in aggetto eattraversato dagli spechi degli Ac-quedotti dell’Aqua Claudia edell’Anio Novus, che qui conflui-vano; sull’attico sono ancora oggiben leggibili, ripetute sulle duefacciate, l’iscrizione di Claudio(in alto) che celebra la costruzio-ne e quelle sottostanti relative adue successivi restauri, di Vespa-siano nel 71 e di Tito nell’81 d.C.Tra i due archi diventati porte, altempo di Aureliano fu costruitauna torre rotonda, che inglobò alsuo interno l’antistante Sepolcrodi Eurisace; quest’ultimo, rinve-nuto quando la torre fu demolita,nel 1838, è un monumento tardo-repubblicano, che accoglieva icorpi del fornaio Eurisace e disua moglie Atinia e che riproduce

nella sua struttura le parti più ca-ratteristiche di un forno (sacchi ebocche di doli); sul fregio sonoscene della lavorazione e dellavendita del pane.

Porta Maggiore, gli spechi dell’Acque-dotto Claudio, in basso, e dell’AnioNovus, in alto

Il Sepolcro di Eurisace

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Piazza di San Giovanni in Laterano:16 - 81 - 85 - 87 - 117 - 218 - 571 - 650 -665 - 714 - 850 - 870 - Metro A

Piazza di Porta San Giovanni:3 - 16 - 81 - 85 - 87 - 360 - 571 - 650 -810 - 850 - Metro A

Piazza di Porta Maggiore:3 - 5 - 14 - 19 - 105 - 649

Legenda:I numeri in neretto indicano i capolinea (es. 70)quelli sottolineati indicano i tram (es. 3)quelli in verde le linee solo feriali (es. 30)quelli in rosso le linee solo festive (es. 130)

Come arrivare a…

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Punti Informazione Turistica

Tutti i giorni ore 9.30-19.30

• Castel Sant’Angelo - Piazza Pia

• Santa Maria Maggiore - Via dell’Olmata

• Piazza Sonnino

• Via Nazionale - altezza Palazzo delle Esposizioni

• Piazza Cinque Lune

• Via Minghetti

• Visitor Centre - Via dei Fori Imperiali | Tutti i giorni ore 9.30-18.30

• Fiumicino Aeroporto Leonardo Da VinciArrivi Internazionali - Terminal C | Tutti i giorni ore 9.00-19.00

• Stazione Termini - Via Giolitti, 34Interno Edificio F / Binario 34 | Tutti i giorni ore 8.00-21.00

• Aeroporto “G.B. Pastine” di Roma (Ciampino)

• Lungomare P. Toscanelli - Piazza A. Marzio (Ostia Lido)

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