2015-2016
LABORATORIO LINGUISTICO PER LA PRIMA INFANZIA
Comunic-attori in erba
C’ERA UNA VOLTA…
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PREMESSA
Il linguaggio consiste nella competenza ad associare suoni e significati mediante regole grammaticali, che variano con il mutare delle lingue specifiche. Anche i pappagalli imparano a pronunciare parole, ma non possiedono il linguaggio, gli scimpanzé possono imparare a comunicare, ma non utilizzano le due funzioni del linguaggio, vale a dire quella comunicativa e quella simbolica (sostituzione dell’oggetto con la parola). Apprendere a parlare è una delle imprese più complicate che la specie umana riesca a compiere, un’impresa che la psicologia, la linguistica, le neuroscienze, ancora non riescono a spiegare efficacemente pur avendo compiuto un grande sforzo per descriverne le principali tappe. Questo perché per imparare a parlare bisogna utilizzare più funzioni (motoria, nella componente fonoarticolatoria, sensoriale/percettiva, nelle componenti uditive e visive, respiratoria, in particolare in relazione all’emissione e al controllo della voce, attentiva, emotiva e operativa, nel momento di trasposizione del proprio pensiero in parole all’interno delle relazioni) ed è necessario servirsene in modo integrato. Fra i due e i tre anni di età si assiste ad una rapida estensione del vocabolario del bambino, mentre l'apprendimento del linguaggio si organizza in base a un sistema vincolato. Si tratta di vincoli cognitivi di tipo innato; tra essi i principali sono:
-‐ principio della mutua esclusività (limitare le possibili interpretazioni di una parola);
-‐ principio dell'attribuzione rapida del significato (indispensabile per l'ampliamento del lessico);
-‐ vincolo dell'oggetto integro (il nome rappresenta tutto l'oggetto e non solo una parte);
-‐ vincolo tassonomico (tendenza ad assegnare un nome ad un'intera categoria). Inizialmente le parole o hanno valore polifunzionale e polisemico oppure sono utilizzate in modo ristrettivo (ipogeneralizzazione). Il bambino inizia a gradire molto anche la narrazione di storie da parte dell’adulto. Si rafforza, infine, il gioco del "cos'è questo?", importante non solo per la funzione cognitivo-‐linguistica, ma anche per quella affettiva e relazionale. Attività linguistiche mirate eseguite in questa fascia d’età possono diventare molto significative per evitare l’insorgenza di problematiche e per lo sviluppo di un
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linguaggio adeguato, funzionale alla strutturazione, in un secondo momento, di abilità di letto-‐scrittura corrette. Sotto la guida delle educatrici, i bambini dell’ultimo anno del nido effettueranno un laboratorio linguistico di prevenzione e sviluppo, volto alla costruzione e al mantenimento delle abilità necessarie, in futuro, per essere comunicatori efficaci. Per le attività si utilizzerà la fiaba guida di “Cappuccetto Rosso” dei fratelli Grimm. La fiaba consente al bambino di affrontare la vita perché gli offre la possibilità di esplorare il mondo nella sua realtà. Essa è, inoltre, uno strumento utile e prezioso che rappresenta i diversi aspetti della vita: dai più piacevoli a quelli più difficili. La narrazione fiabesca permette di comprendere ed esprimere il proprio mondo interiore: le emozioni, le paure, i bisogni... e anche la realtà esterna. Infine, la fiaba dà la possibilità di rassicurare il bambino sull’opportunità di ricevere aiuto esterno quando ne ha bisogno, sull’esistenza di persone disponibili ad accompagnarlo e sulla certezza di possedere dentro di sé le risorse per superare gli ostacoli. La narrazione sarà il filo rosso del laboratorio, ma il lavoro con i bambini, andrà ad attuarsi sfruttando le valenze di tutte le modalità comunicative: parole (verbale), suoni (musicale) e immagini (iconica). Si cercherà, appunto, di guidare i bambini sulla strada per diventare comunicatori efficaci di sé, utilizzando in maniera significativa tutte le potenzialità espressive a nostra disposizione: sonora, gestuale, iconica/rappresentativa. Saranno coinvolti, dunque, più linguaggi espressivi, di cui si intrecceranno gli obiettivi al fine di lavorare alla costruzione di personalità armoniche e integrali. Da ultimo, ma non meno importante, il laboratorio sarà un’occasione di formazione/autoformazione e condivisione per le educatrici e i genitori, un’opportunità per offrire ai bambini un aiuto allo sviluppo nella sua fondamentale componente linguistica. Potrebbero, inoltre, essere previsti, all’inizio di ciascun incontro laboratoriale, spazi di rilassamento: momenti utili a scaricare le tensioni e a raggiungere la distensione necessaria allo svolgimento delle attività. Tali spazi sono propedeutici alla costruzione di apprendimenti significativi.
RESPONSABILI LABORATORIO
• Coordinatrice asilo nido. • Educatrice di riferimento bambini ultimo anno del nido.
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AREE DI ESPERIENZA COINVOLTE
• Corporea (articolazione e respirazione). • Linguistica (fonologica, lessicale, di comprensione e produzione del messaggio
verbale, pragmatica). • Intellettiva (attentiva, creativa, logica, simbolica, musicale, temporale,
spaziale, mnestica). • Cognitiva (di formulazione ed esecuzione di sequenze coordinate di azioni). • Affettivo-‐emotiva (motivazione, interesse, senso di sé, scurezza-‐insicurezza,
benessere-‐malessere).
OBIETTIVI GENERALI
• Migliorare le abilità fino-‐motorie degli organi fonoarticolatori (bocca, lingua, guancia, labbra, velo del palato) e la respirazione in vista delle funzioni che essi avranno per un’adeguata comunicazione verbale (linguaggio) e non verbale (soffi, fischi, schiocchi, …).
• Stimolare l’attenzione e la discriminazione uditiva di rumori, suoni, versi, pause, silenzi e la percezione della durata degli stessi -‐ riduzione delle difficoltà di comprensione di informazioni e consegne.
• Suscitare le capacità uditive di ascolto delle proprie caratteristiche vocali per evitare di abusarne -‐ insegnamento dell’espressione di sé moderata, senza urla.
• Mantenere intorno al bambino un ambiente tranquillo, non eccessivamente rumoroso, in cui imparare a comunicare verbalmente senza dover urlare, cioè senza “stressare” le corde vocali -‐ prevenzione di raucedine e afonia.
• Avviare il bambino, grazie a giochi di manipolazione delle parole (costruzione/distruzione di suoni), alla strutturazione della capacità di analisi e riflessione linguistica -‐ accezione fonologica e morfologica della comunicazione e prevenzione di disturbi del linguaggio e della letto-‐scrittura.
• Ridurre gradualmente il vincolo cognitivo della generalizzazione linguistica, guidando il bambino a dare progressivamente un nome ad ogni oggetto appartenente ad una categoria e ad ogni parte dell’oggetto -‐ accezione semantica della comunicazione.
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• Iniziare ad esercitare le abilità di ascolto, di attenzione e di rispetto dei turni di parola -‐ accezione relazionale, pragmatica della comunicazione.
• acquisire, in forma ludico-‐educativa, la capacità di utilizzare, in misura proporzionata all’età, gli elementi del paraverbale (tono, timbro, volume, inflessione della voce), essenziali per raggiungere la capacità di comunicare in modo efficace.
• Guadagnare competenze relative a linguaggi paralleli a quello verbale (corporeo, musicale, iconico/rappresentativo), al fine della costruzione di personalità armoniche e integrate.
• Sviluppare abilità sociali di autocontrollo e presa di coscienza di sé e degli altri. • Incrementare autonomie, autostima e tolleranza di piccole frustrazioni.
DESTINATARI
• Bambini ultimo anno del nido. • Educatrici. • Genitori.
FINALITÀ
• Promuovere l’adeguata acquisizione delle capacità comunicative (verbali e para-‐verbali), al fine di prevenire l’insorgenza di disturbi del linguaggio e, successivamente, di disturbi della letto-‐scrittura.
METODOLOGIA/ATTIVITÀ
• Attività individuali guidate e lavori a coppie e in piccolo gruppo relativi alla realizzazione degli obiettivi linguistici prefissati.
• Lettura di fiabe in forma vicariale, individuale, animata, a più voci. • Drammatizzazione delle letture effettuate, recitazione guidata di semplicissimi
“copioni”, anche utilizzando un “teatrino delle marionette”. • Attività ludico-‐educative di “costruzione e de-‐costruzione” della fiaba
attraverso produzioni artistiche, il canto, la musica, il movimento. • Manipolazione di materiali di cancelleria e di recupero/riciclo al fine della
costruzione di oggetti sonori o di produzioni grafico/pittoriche/plastiche.
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DURATA:
Annuale, per un totale indicativo di 20 incontri laboratoriali, suddivisi in blocchi di 4. In ogni blocco di incontri verrà affrontata una tematica linguistica con gli annessi comunicativi verbali e paraverbali. Nell’ultimo blocco di incontri, le abilità raggiunte dai bambini verranno messe in comune per costruire una semplice drammatizzazione della fiaba di “Cappuccetto Rosso” da presentare alle famiglie in occasione della festa della mamma.
Il progetto prevede anche momenti di formazione/autoformazione e confronto delle educatrici e di condivisione con le famiglie.
A seguire viene presentata la scansione contenutistica del laboratorio in relazione alle attività in previsione. Tale scansione è, naturalmente, data l’età dei bambini coinvolti e le eventuali necessità emergenti, passibile di modifiche e adattamenti in itinere.
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SCANSIONE ATTIVITÀ
IL LINGUAGGIO RACCONTA E CI RACCONTA Temi teorici di riflessione e formazione per le educatrici e di condivisione con le famiglie:
• cosa significa comunicare -‐ i principali modelli di riferimento; • le principali componenti del linguaggio (fonologia, morfologia, sintassi,
semantica, pragmatica); • teorie sull’origine e lo sviluppo del linguaggio; • tappe di sviluppo del linguaggio e della comunicazione; • neurofisiologia e fisiopatologia del linguaggio; • capacità cognitive necessarie allo sviluppo del linguaggio; • indici predittivi di uno sviluppo adeguato del linguaggio e di deficit del
linguaggio; • patologie del linguaggio e della comunicazione; • analisi pedagogica dello sviluppo del linguaggio.
Blocchi di incontri con i bambini:
• le storie fanno rumore -‐ esplorare i rumori che ci circondano -‐ nel bosco con “Cappuccetto Rosso” (attività linguistiche relative);
• ogni storia ha le sue voci -‐ scoprire e controllare le possibilità della voce umana -‐ i personaggi della storia di “Cappuccetto Rosso” (attività linguistiche relative);
• diamo colore alla storia -‐ indagare i colori le altezze e l’intensità delle voci della natura, degli animali, dei personaggi della fiaba guida (attività linguistiche relative);
• lasciare la propria impronta nel tempo della storia -‐ riconoscere il ritmo e la durata di rumori, suoni e parole nella narrazione e riprodurre tali elementi con scelte di timbro e di sonorità (attività linguistiche relative);
• recitiamo la storia -‐ mettere in scena la drammatizzazione della fiaba ascoltata, analizzata e ricostruita (messa in comune degli obiettivi linguistici raggiunti).
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RISORSE UMANE E MATERIALI:
Risorse interne:
• educatrice guida del laboratorio; • coordinatrice dell’asilo nido; • altre educatrici di supporto.
Risorse esterne:
• consulente esterno per la formazione linguistica e la realizzazione delle attività.
Materiali:
• materiale di cancelleria (matite, biro, gomme temperini, fogli bianchi, …); • cartelloni, matite colorate, pastelli a cera, pennarelli, tempere, pennelli; • materiale di recupero/riciclo; • …, da definirsi in itinere, in base all’occorrenza.
COSTI
• Badget di partenza. • Da definirsi in base alle esigenze.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Da definirsi in base alla strutturazione delle attività.