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Comunicare in pubblico per il pubblico

Date post: 11-Apr-2017
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Comunicare in pubblico, per il pubblico
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Comunicare in pubblico, per il pubblico

Cosa vi preoccupa maggiormente?

Questo?

Questo?

Questo?

«Tutti i grandi oratori sono stati pessimi oratori»

R. W. Emerson - filosofo

Chi è per voi un grande oratore?

Dall’informazione alla comunicazione, dalla comunicazione allo storytelling

L’inefficacia di un discorso è sovente insita nella confusione degli obiettivi

Di base, dev’esserci sempre un obiettivo, oppure è una semplice chiacchierata

EMITTENTE(chi comunica)

CANALE(mezzo scelto)

MESSAGGIO(Ciò che si intende

comunicare)

DESTINATARIO(pubblici a cui ci si

rivolge)

CONTESTO(sfondo entro cui

avviene il processo)

CODICE(linguaggio scelto per

comunicare)

Informazione

Dare forma ad una realtà “oggettiva”, data per scontata

Non è prevista alcuna forma di costruzione o negoziazione dei significati

L’emittente è il soggetto attivo e si rivolge a soggetti passivi

Non ci sono scambi di ruoli

Non è prevista alcuna forma di ascolto o feedback

L’informazione ha bisogno delle 5 w+ 1h perché deve (dovrebbe) essere:

Chiara

Inequivocabile

Completa

Accattivante

Un telegiornale e mezz’ora di intervento in una conferenza non prevedono feedback, ma gli obiettivi sono totalmente diversi

Lo schema delle 5 w + 1H

• Cosa?

• Dove?

• Quando?

• Chi?

• Perché?

• Come?

• È efficace quando si racconta un fatto, non quando si descrive un fenomeno complesso

Comunicazione

“mettere in comune”, condividere

innescare uno scambio di informazioni calibrate sull’interlocutore

stabilire un contatto empatico con il destinatario della comunicazione

Ascoltare

Oltre alle componenti dell’info…

Deve trarre vantaggio dall’ascolto

Ascolto attivo

•Domande

•Feedback o Strokes

•Parafrasi

«Il più grande problema della comunicazione è l’illusione che sia stata fatta».Daniel Davenport

Dalla comunicazione allo storytelling

Perché la storia?

oPerché ha potere sull’identità e sullapercezione delle cose e, se è costruitabene, diventa tradizione e storia socialeche veicola il sensemaking di soggetti egruppi.

oOgni organizzazione è una comunitàdiscorsiva che configura e riconfigura lapropria realtà percepita attraverso leproprie storie

Perché la storia?

oPerché la memoria è un dispositivo chefunziona su vettori narrativi, attraversoun sistema di ancoraggi e sequenzecollegate alla stimolazione sensoriale.

o La memoria arricchisce la realtà diulteriori significati, di mini raccontipersonali, che condizionano la maggiorparte dei comportamenti presenti efuturi.

Una storia si ricorda facilmente perché è al tempo stesso un processo cognitivo ed emozionale, quindi attiva entrambi gli emisferi del cervello e li fa lavorare in sintonia.

La carica emotiva generata da una storia libera ossitocina che facilita il rilascio di neurotrasmettitori associati a sensazioni di gratificazione piacere e benessere.

La narrazione efficace presenta determinati elementi ed è sempre inserita in un «format» che il pubblico ha bisogno di riconoscere

EROE - OBIETTIVO OSTACOLI E CRISI RISORSE E AIUTI

MOTIVAZIONI SORPRESE E COPI DI SCENA

Il meta-copione dell’eroe

LA VITTORIA

Da «chiacchiere e distintivo» a «chiacchiere

distintive»

Come si «crea significato?»

• Evidenziazione di un terreno/scenario condiviso

• Processi di identificazione con un personaggio

• Valorizzazione dei contributi (coinvolgimento e partecipazione)

• Sollecitazione di link tra esperienze pregresse e situazione attuale

Come si «crea significato?»

• Dare voce ai timori (non far sentire le persone sole con le loro dietrologie)

• Giocare su più livelli informativi (dati, esempi, emozioni)

• Sollecitazione dei valori e delle credenze profonde

Verbale:

Parole, contenuti..

7%

Para Verbale:Tono di voce, ritmo,volume..

38%

Non Verbale:Prossemica, postura del corpo, espressioni..

55%

I livelli espressivi

Albert Mehrabian, con le pinze

Il «come» pesa più del «cosa»

Questo non vuol dire che il cosa non conti, vuol dire che sottovalutare il come penalizzerà il cosa al punto da farlo sparire

Contenuti ed enfasi

Ogni speech va preparato con cura e, soprattutto,

interiorizzato.

«Normalmente impiego tre settimane a preparare un buon discorso improvvisato».Mark Twain

Preparazione: il mind mapping

la scaletta per raccontare fenomeni complessi

• Il concetto-chiave (è l’equivalente del titolo efficace in scrittura)

• Lo scenario e l’analisi dell’andamento

• Le interrelazioni

• La tesi sostenuta

• Focus sulle soluzioni proposte e sul futuro

Accorgimenti strutturali

• Procedere dal noto verso l’ignoto: partire da numeri risaputi o fatti noti

• Procedere dal semplice verso il complesso: aiuta anche il processo decisionale

• Procedere dal condiviso al discutibile: evitare una frizione iniziale

L’esecuzione è composta di 3 macro momenti

•Decollo

•Volo

•Atterraggio

Il decollo

In questo momento, più che mai, occorre calarsi nella testa degli ascoltatori e dar loro ciò che vogliono o evitare ciò che temono

Catturare l’attenzione

La struttura del discorso e i «tramite»

Decollo (o attacco)

•Aneddoti, esempi, racconti, metafore, domande, analogie, citazioni, dati, “rottura di schema”, provocazione, spiazzamento, ecc.

La curva dell’attenzione cala dopo 20 minuti circa

La struttura del discorso e i «tramite»

Volo (o corpo)

• Mantenere la rotta – lavorare sulla congruenza

• Il pubblico non ricorderà mai tutto ciò che dirai, scegli i punti salienti e insisti su quelli

La struttura del discorso e i «tramite»

Atterraggio (o chiusura)

• Va segnalato

• Può essere composto di: breve riassunto, invito all’azione, citazione, domanda, presa di impegno, ecc.

I comportamenti no

• Le premesse (infinite)

• «spero di non annoiarvi…» (perché lo pensi??!)

• Escursus storico piazzato all’inizio

• Esagerata captatio benevolentiae

• «se ci fosse altro tempo…» (non hai calcolato bene i tempi)

I principi della persuasione applicati al public speaking

Robert Cialdini docet

• Reciprocità

• Consistenza (impegno)

• Meccanismo della riprova sociale

• Scarsità

• Piacevolezza

• Autorevolezza (o credibilità della fonte)

Accorgimenti

• Dare una sensazione di concretezza (eliminare parti introduttive o interlocutorie)

• Se è possibile, alzarsi in piedi

• Cercare di guardare subito tutti (dividete un grande uditorio in settori)

• Scegliere un abbigliamento adeguato

Gestire le criticità

Le obiezioni? Sono utili e naturali

Si tratta di un riflesso impiegato per:

• Resistere all’invasione del proprio “territorio”

• Assimilare lentamente i cambiamenti

• Darsi importanza

• Ottenere informazioni più precise e complete

Quando rispondere all’obiezione

• Prima che vengano fatte (il partecipante non la sente come “sua” e non è stimolato a difenderla)

•Appena effettuate (in generale, è bene rispondere immediatamente all’obiezione per evitare che monopolizzi l’attenzione)

•Mai ( a volte l’obiezione è abbastanza debole e, se non le viene data importanza, cadrà da sola durante la lezione)

• Metodo delle domande – efficace soprattutto con obiezioni pretestuose – costringe l’interlocutore a valutare analiticamente e razionalmente la propria obiezione

• “cosa intende esattamente per?”

• “Nello specifico, quale parte di quello che ho detto la lascia perplesso?”

• “In relazione a cosa afferma questo?”

• “Può aiutarmi a capire meglio quanto ha appena detto?”

Gestire le obiezioni

Gestire le obiezioni

• Metodo riflessivo – si riformula all’interlocutore la sintesi della sua obiezione sotto forma di domanda

• “Certo. Lei si sta chiedendo …”

• Il concetto può essere così esasperato, minimizzato, esteso, dettagliato, circoscritto..

• “.. Quindi, se ho capito bene, lei non ha mai concluso una cosa buona in tutta la sua vita..”

Gestire le obiezioni

• Metodo della testimonianza – una persona, o categoria di persone, fa da “testimonial” per superare l’obiezione

• “La pensavo così finché io stesso non ho verificato che il mio pensiero era incompleto … e poi mi sono trovato meglio..”

Gestire le obiezioni

• Metodo boomerang – si ritorce l’obiezione a nostro vantaggio

• “Questa formazione non mi serve”

• “Infatti l’idea era quella di farla partecipare perché potesse esprimere le sue perplessità, la cosa potrebbe essere anche utile ai suoi colleghi”

• “Credo sia un modo stupido di procedere”

• “In effetti, quella della stupidità è una tentazione che spesso abbiamo, proviamo a verificare se è effettivamente così, oppure non lo sapremo mai”

Gestire le obiezioni

• Metodo della compensazione – se non se ne può fare a meno, si ammette la veridicità dell’obiezione compensando, però, con numerosi vantaggi più rilevanti

• “Sotto alcuni aspetti quello che dice è vero, ed è anche vero che …”

• Usare espressioni che attribuiscono responsabilità a terze persone

• “Temo che l’abbiano informata male”

• “E’ un peccato che abbiano cercato di disorientarla così …!”

Gestire le obiezioni

Oddio, c’ho l’anZia…Dal distress all’eustress

Una giusta quantità di stress è indispensabile durante una qualsiasi performance

Lo stress si può evitare? No!

Un evento è stressante nella misura in cui lo viviamo come tale.Ma siamo in grado di ristrutturare il «frame» di riferimento

Ridurre lo stress negativo

• Prendere confidenza col luogo dello speech

• Arrivare prima e provare tutti i supporti

• Essere preparati

• Aver creato la propria cassetta degli attrezzi

• Aver elaborato il piano B (e pure quello C)

• Essere coscienti di non dover prendere le obiezioni sul personale

• Viverlo come un ottimo modo per continuare a imparare e restare vivi

Ora andate e publicspeakkate

Grazie a tutti!


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