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COMUNIONE e MISSIONE - diocesitn.it · Monsignor Tonino Bello scrive: ... del suo catechista Paolo...

Date post: 15-Feb-2019
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SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIA a cura del CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO 443 2017 COMUNIONE e MISSIONE Comunione e Missione - redazione: via S.G. Bosco 7/1, 38122 Trento - direttore: Giuseppe Caldera - direttore responsabile: Agostino Valentini - ccp 13870381 - registrazione - presso il tribunale di Trento n. 178. n. 4 aprile 2017 - periodico mensile dell’opera diocesana per la pastorale missionaria di Trento - anno XLVI - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe percue - Tassa riscossa Trento. CONTIENE IR APRILE
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SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIAa cura del CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO44

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COMUNIONEe MISSIONE

Comunione e Missione - redazione: via S.G. Bosco 7/1, 38122 Trento - direttore: Giuseppe Caldera - direttore responsabile: Agostino Valentini - ccp 13870381 - registrazione - presso il tribunale di Trento n. 178.

n. 4 aprile 2017 - periodico mensile dell’opera diocesana per la pastorale missionaria di Trento - anno XLVI - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe percue - Tassa riscossa Trento. CONTIENE IRA P R I L E

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SOMMARIO

In copertina

Il fascicolo è espressione del gruppo “COMU-NIONE E MISSIONE” del Centro Missionario Diocesano - via s. Giovanni Bosco 7/1, 38122 Trento - tel. 0461.891270, fax 0461.891277

Il gruppo è composto da:

francesca bridi - tatiana brusco - giuseppe cal-dera - adelmo calliari - gianni damolin - laure edine - mariano prandi - edna graciete semedo - renata juszczyk - gianluigi lutteri - france-sco moser - ada pezzè - manuela rossi - moni-ca signorati - loredana valentini - leonora zefi

composizione centro missionario diocesanostampa nuove arti grafiche, trento

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Lettera del direttoreC’è posto per la speranza?

Cammino ComuneFormazione: per essere missionari

Voci della migrazioneImmigrati, una presenza fondamentale

10 Missionari@mente• Vera gioia

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La pagina dei ragazzi

16 Libri e DVDDiari di guerra e di pace:un missionario comboniano trentino in nord Uganda (1996-2004)

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Lettura orante della Bibbia11

360 gradi

17 ACCRI“Gocce di vita” in Kenya

22 Stop & Go

19 Eventi

23 Saperne di piùDiritti umani: indice di rischio 2016

d. Costantino Malcotti, Ciad

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LETTERA DEL DIRETTORE

don Beppino Caldera

C’è posto per la speranza?

Carissimi,Gesù risorge, ma come trova la gente oggi? In un mondo di

rassegnati alle più tristi realtà, ai riarmamenti, alle previsioni più ca-tastrofiche, c‘è ancora posto per la speranza portata dalla Pasqua?Oggi Gesù sfida il mondo, perché l’uomo è di Dio che vuole salvarlo in Gesù Cristo.Il conformismo porta tutti a fare festa a Pasqua, ma, per fortuna, ci sono molti che credono alla Pasqua. Monsignor Tonino Bello scrive: Sembra quasi che il Signore, il vener-dì santo, abbia usato la sua croce come una trivella, per scavare un pozzo artesiano, dal quale possa scaturire la pace. È il suo annuncio pasquale: Pace a voi! come se volesse dire: Adesso questa pace por-tatela al mondo, incanalatela, portatela fino alle estreme periferie della terra.Gesù ha fatto la sua parte, ora tocca a noi, testimoni del suo amore come forza vincente nel mondo. Ma la gente ci crederà? O ci guar-derà come è successo alle donne che annunciavano il Risorto: sem-brava che vaneggiassero. Poco importa.Sappiamo di avere a che fare con la vittoria di Gesù sulla morte. Vediamo la tristezza stampata sul volto di tanti fratelli perseguitati, di tanti malati, di tanti preoccupati per il lavoro e il futuro delle loro famiglie. Gesù è fra noi da risorto, per camminare a fianco di chi ne ha più bisogno. Siamo chiamati a ricordare la forza del Risorto a chi si sente preso dalla morte.La Quaresima, nella nostra diocesi, ha un netto taglio missionario. Con il Pane per amor di Dio ci impegniamo a dare a ciascuno dei nostri missionari un segno tangibile di partecipazione alla loro carità verso i più poveri. Terminata la celebrazione della Quaresima inizia a

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giungere ai nostri missionari il nostro Pane e loro vedranno la gioia di tante persone che si sentiranno amate anche senza essere cono-sciute.Ma ci aspetta un grande momento della nostra storia missionaria: la celebrazione della beatificazione di padre Mario Borzaga e del suo catechista Paolo il 30 aprile in Duomo. In lui e in tutti i missionari martiri vediamo il coraggio di affrontare anche il martirio per la causa dell’evangelizzazione dei popoli. È bello che in que-sti giorni molte catechiste chiedano aiuto per far conoscere padre Mario ai ragazzi nel loro cammino di fede. Non sono solo le parole che servono nell’educazione cristiana, ma la concretezza di persone che hanno dato così grande testimonianza della fede, quali i martiri. Come Gesù, anche i martiri sono “incarnati” nell’umanità che hanno amato e servito. Padre Mario ha coltivato fin da piccolo la vocazione alla vita consacrata. È stato nella quotidianità della famiglia, della parrocchia, del seminario che ha accolto la chiamata di Gesù. La sua disponibilità alla grazia di Dio ha permesso a Dio stesso di portarlo alla grande meta della missione in Laos e del sacrificio della propria vita.Il martirio, come la morte di Gesù in croce, non è una sconfitta, ma apre la strada alla crescita della fede in tanti fratelli. Già la Veglia dei missionari martiri del 24 marzo è stata l’occasione di vedere rinno-vato in loro il sacrificio della Croce e insieme la vittoria della risur-rezione. Voi siete testimoni dice Gesù ai suoi discepoli: oggi siamo noi i testi-moni della risurrezione e incaricati a proclamare, con il coraggio dei martiri la vittoria della vita sulla morte. Impariamo dai martiri a non temere il caro prezzo da pagare per tenere accesa nel mondo la luce della speranza. La vittoria di Gesù è l’unica che può trasformare il mondo.Lasciamoci sorreggere dai missionari martiri per trasformare la no-stra Chiesa in Chiesa missionaria, che non bada a se stessa, ma si lancia sempre più nell’evangelizzazione, al servizio di tutti gli uomi-ni, per far regnare la pace paquale.

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CAMMINO COMUNE

Formazione:per essere missionari

Il gruppo missionario di Smarano e Sfruz ha iniziato il suo cammino

nell’autunno del 2003 con il nuovo parroco don Carlo Daz. Per il primo

incontro, aperto a tutti, fu invitato don Mariano Manzana, ora Ve-scovo in Brasile, che ci raccontò la vita di missione e cosa vuol dire essere missionari.Partimmo alla grande con incontri settimanali: si iniziava con una preghiera e poi si passava alla lettura del Vangelo della domenica successiva. Dopo un momento di silenzio veniva fatta una riflessio-ne dove ognuno era libero di esprimere i suoi pensieri e le sue idee.Abbiamo poi deciso di partecipare alle assemblee missionarie per essere informati e formati su vari problemi e progetti delle missioni.D’estate si faceva una festa paesana per la raccolta di fondi coinvol-gendo molte persone giovani e meno giovani.Oggi, in collaborazione con le catechiste, coinvolgiamo i ragazzi per i Cantori della stella e, l’anno scorso, li abbiamo accompagnati a visitare il Centro Missionario Diocesano. Prepariamo anche alcune celebrazioni missionarie che sono abbastanza partecipate.Nel 2009 ci siamo uniti al gruppo decanale di Taio e al gruppo mis-sionario di Coredo per degli incontri mensili.Lungo il cammino ci siamo accorti che anche noi dobbiamo formar-ci per capire cos’è la missione, da dove nasce e che scopo ha.Programmato un incontro con don Daniele, nostro assistente, un sabato mattina ci siamo trovati e dato una risposta a più domande; le risposte sono state tante e diverse, molto belle e tutte hanno centrato l’obiettivo, poi abbiamo concluso la mattinata con una pre-

Continua il viaggio con i gruppi missionari per cono-scere la nostra storia.

Gruppo missionario Smarano e Sfruz

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ghiera al Santissimo.Sabato 14 febbraio un altro incontro, con p. Bortolotti, dei padri Conventuali, all’oratorio di Coredo.Ci ha parlato della sua esperienza in missione, che comporta il vivere vicino alla gente diversa da noi nella vita quotidiana e con religioni diverse. Il vivere la missione chiede l’entusiasmo di vivere Gesù.L’incontro è terminato con un momento di condivisione di dolci e tè e con una preghiera personale.

SMARANO

SFRUZ

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Immigrati, una presenza fondamentale

Vincenzo Passerini

VOCI DELLA MIGRAZIONE

Se guardiamo all’immigrazione per quello che è e non ci lascia-mo prendere dalla psicosi collettiva, una verità ci si apre davanti,

chiara e indiscutibile: noi abbiamo bisogno dei 48.500 immigrati re-golari presenti in Trentino, così come gli immigrati hanno bisogno di noi. Non è questione di opinione, è la realtà delle cose. La società trentina – alla pari di quella italiana - non può più fare a meno degli immigrati: essi ne sono diventati una colonna portante. Vuol dire che se domattina gli immigrati se ne andassero la nostra società non starebbe più in piedi. Il Trentino si fermerebbe. Molte scuole dovrebbero chiudere e parecchie centinaia di inse-gnanti e di dipendenti si troverebbero senza lavoro se dovessero mancare i diecimila alunni con cittadinanza non italiana. Più di cinquemila anziani o persone non autosufficienti rimarrebbero senza assistenza, perché le Rsa non sarebbero in grado di accoglierli e le famiglie non ce la farebbero da sole se le assistenti familiari, o badanti, di punto in bianco decidessero di tornarsene in Ucraina o negli altri paesi dell’Est Europa.Le mele della Val di Non resterebbero sui rami se i settemila lavo-ratori stagionali stranieri che le raccolgono, trovassero le frontiere chiuse e dovessero rimanere a casa. Molti alberghi e ristoranti si troverebbero senza personale, le pulizie di centinaia di uffici da fare, migliaia di consegne a domicilio bloc-cate nei magazzini se sparissero i lavoratori stranieri.Questa verità ce la ricorda ancora una volta il Rapporto 2016 sull’im-migrazione in Trentino presentato nei giorni scorsi dal Cinformi, il Centro informativo per l’immigrazione della Provincia. Degli immi-grati non possiamo più fare a meno. Loro hanno bisogno di noi, noi di loro.

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Se domani mattina gli immigrati se ne andassero, verrebbero a mancare più di 800 nuovi nati ogni anno e il crollo demografico diventerebbe drammatico. Ci accorgeremmo finalmente che il vero problema del Trentino non è quello dei punti nascita, che tanto ac-calora l’opinione pubblica, ma quello delle nascite. Basta leggere anche le cronache dei resoconti demografici dei nostri paesi e delle nostre valli pubblicate sui giornali locali: la popolazione diminuisce o è in stallo, l’andamento demografico è salvato dagli immigrati, che però tendono a calare, i paesi invecchiano rapidamente e per molti siamo di fronte a un processo continuo di spopolamento. Quelli che hanno a cuore la sopravvivenza di tanti nostri paesi dovrebbero te-nersi cari gli immigrati. Verrà il giorno che andranno a cercarli, come già sta succedendo in tanti paesi del resto d’Italia.Lo studioso delle migrazioni, Corrado Bonifazi, ci ricorda che nei vent’anni tra il ’91 e il 2011 i tre milioni e 650.000 stranieri che sono arrivati in Italia hanno sostanzialmente occupato il vuoto lasciato dal calo di 3 milioni e 200 mila di italiani in età lavorativa, risultato del continuo calo delle nascite che si è verificato dai primi anni Settanta in poi. La realtà smonta i pregiudizi.In Trentino ci sono 48.500 immigrati. Non aumentano, non c’è nes-suna invasione, sono su per giù quanti erano nel 2012. Diminuisco-no leggermente rispetto agli ultimi anni, sia perché un certo numero di loro ha ottenuto la cittadinanza italiana dopo dieci anni di perma-nenza, sia perché ne arrivano meno. Sono in maggioranza europei, il 65,9% di loro, mentre il 16,5% sono africani, l’11,9 asiatici, il 5,7 provengono dalle Americhe. Sono per lo più bene integrati, anche se non mancano i problemi per una parte di loro. A volte c’è dell’isolamento, voluto o subìto. A volte c’è razzismo. A volte qualcuno di loro finisce nel giro del-le organizzazioni criminali. Ma la stragrande maggioranza di questi 48.500 immigrati sono persone oneste, più o meno come i trentini. Questo 9% della popolazione è diventato ormai una componen-te normale della nostra società. Non rubano il lavoro agli italiani, neanche in anni di crisi. Li troviamo spesso a fare i lavori più fati-cosi, più precari, quelli stagionali, quelli meno pagati. Quelli che gli italiani e i trentini preferiscono non fare. Prima i nostri? È già nei fatti. Dati ufficiali nazionali ci ricordano che mentre la retribuzione

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mensile media di un lavoratore italiano è di 1.365 euro, quella di un lavoratore straniero è di 965 euro, il 30% in meno; e che i lavoratori poveri stranieri (che hanno cioè una retribuzione inferiore a 2/3 del salario medio calcolato su base oraria) sono il 41,7% del totale degli occupati stranieri, a fronte del 14,9% degli italiani (fonte: Rapporto Immigrazione 2015 di Caritas e Migrantes). Il tasso di disoccupazio-ne tra gli stranieri in Trentino (17,5%) è il triplo di quello degli italiani (5,6). In quanto alla casa, nel 2015 in Trentino su 1.971 domande di alloggio pubblico presentate da cittadini comunitari ne sono state accolte 188, mentre su 1.443 domande presentate da extracomuni-tari ne sono state accolte 28. Solo 28. La realtà è l’opposto di quello che racconta la propaganda.E infine. A fronte di questi quasi cinquantamila immigrati, ci sono 1.500 ri-fugiati, richiedenti asilo. Come è possibile che mentre si accolgono normalmente in tutti i comuni del Trentino quasi cinquantamila im-migrati, davanti a 1.500 migranti profughi si alzino barriere e si fo-mentino paure? Tutti possono capire che questo è irrazionale. Non solo, ma che questo è immorale e incivile, perché tra migranti questi 1.500 sono i più deboli, i più bisognosi di aiuto.

Tratti dell’articolo pubblicato su “L’Adige”, 28 febbraio 2017

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Vera gioiaMISSION@RIAMENTE

sr. Luciana Welponer-Rep. Centrafricana

Carissimi,vorrei entrare nelle vostre case, nei vostri cuori, insieme ai nostri

piccoli che voi tanto generosamente sostenete per dirvi GRAZIE. I bimbi accolti sono, la maggior parte, ancora piccoli, e questo per-mette loro di essere veramente contenti nel cuore per piccoli gesti di amore e di solidarietà in loro favore. Sono desiderosi di imparare accanto agli educatori e alle suore che condividono con loro la vita quotidiana sia nella scuola che nei giochi e sia quando mangiano e dormono. Chi arriva al nostro Centro è accolto con gioia grande sia dai piccoli che dai più grandicelli.Sembra che essi non si rendano conto dei grossissimi problemi che sono sorti in questi ultimi anni a causa della guerra durata troppo a lungo e che speriamo finita, anche se fuori della capitale non ci sono ancora segnali sicuri di ripresa della pace.Speriamo nel dono della Pace per questo paese sfinito dalla guerra, per le famiglie più povere e per la società e soprattutto per questi nostri e “vostri piccoli” che hanno il diritto di trovare su questa terra le condizioni minime per crescere nella fraternità.Grazie di cuore, chiediamo per voi e per le vostre famiglie quella benedizione e quella pace a cui tutti aspiriamo, che in parte dipende anche dal vostro impegno quoti-diano e senz’altro possesso di un cuore abituato a guardare ai senza nome, ai piccoli, ai poveri della terra.

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d. Francesco Moser

Lettura orante della BibbiaMISERICORDIA È...

Riuniti in nome del Vangelo

La Pasqua che celebriamo ogni settimana, è uno spiraglio luminoso di vita. Siamo invitati a credere nella vita. Entriamo nella Bibbia per riflet-tere sulla vita, su come nutrire la vita. La Bibbia è sì Parola di Dio, ma è anche un libro che racconta di umanità... scritto da Dio. Ci racconta la vita come Dio l’ha pensata…

Preghiera

I famosi 3 passi del cammino quaresimale: la preghiera, una parola non indifferente, la penitenza, cioè cambiare di vita, elemosina/digiuno: cioè libertà verso il consumo, l’apparire, il dominio. Insieme preghiamo: Fa’ che io sia sempre pronto a venire a Te con le mani pulite e occhi dritti, così che quando la vita svanisce, come la luce al tramonto, il mio spirito possa venire a Te senza vergogna.Fa’ che le mie mani rispettino ciò che Tu hai creato e le mie orecchie siano acute nell’udire la Tua voce. (Yellow Lark)

LA PAROLA SI FA VITA

La Pasqua ci propone di attuare nel tempo che ci viene donato, la vita, questa meravigliosa avventura (e difficile) in cui tutti siamo immersi. Dio mise il suo soffio vitale nell’uomo perché prendesse vita. Bisogna decidersi a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate. (Papa Francesco)

LETTURA

Gv 14,6-16: Lascio a voi la forza creatrice dello Spirito, lo Spirito Consolatore che vi guiderà...

RIFLETTERE

Cosa ci chiede la vita? Quale priorità ci stiamo dando? Quale spiritualità ispira le nostre scelte? Comprendiamo chi sono gli altri oggi per noi?

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LA VITA SI CONFRONTA CON LA PAROLA

Una maestra può cambiarti la vita. Nei giorni in cui Donald Trump, pre-sidente eletto dalla minoranza degli americani, mette in chiaro come intende affrontare il fatto che al mondo i popoli si spostano, prevalen-temente spinti dal bisogno e dal desiderio di dare ai propri figli una vita migliore di quella che gli è toccata in sorte nel luogo dove sono nati, è con gioia che leggiamo la lettera di Patrizia, una maestra del nostro tempo. Dice che la sua scuola sarà intitolata a Simonetta Salacone. Lei anche era una maestra. Simonetta è morta a 73 anni, pochi giorni fa. Per un periodo aveva diretto la scuola intitolata a Ikbal Masih, un bambino pachistano venduto dal padre a 4 anni per pagare un debito, schiavo al telaio, morto a 12 anni nel giorno di Pasqua, ucciso in una sparatoria. Si-monetta era di quelle persone che fanno l’Italia. Immensamente miglio-re di chi la governa...Simonetta era donna del fare, ruzzolando anche da altezze scoscese. Era la sua stessa umanità ad agire, dando accoglienza ai bisogni di chi le capitava di incontrare. Si portava a casa, proprio a casa, chi non aveva rifugio e portava nella mente la loro necessità. Nella sua scuola, bambini rom e stranieri insieme alle loro famiglie erano accolti nel rispetto delle loro origini... Malattia e salute, sofferenza e gioco, cultu-ra popolare e incontri con dotti sapienti, tutto si mischiava perché in lei le idee prendevano forma... È l’eroina che tutte da bambine sognavamo di essere...averla incontrata ha cambiato la nostra vita.

SCEGLIERE L’IMPEGNO PER AGIRE

Accogliere la sfida di amare senza considerare l’altro una proprietà o mano d’opera a buon mercato o una minaccia.

PREGHIERA FINALE E BENEDIZIONE

Abbiamo bisogno di luce per vedere e andare avanti. (Christian Albini, teologo laico morto a 43 anni).

Preghiamo insieme il Padre Nostro...

Benedire la vita: Io sono l’Angelo della realtà, intravisto un istante sulla soglia. Non ho ala di cenere nè di oro stinto, nè tepore di aureola mi riscalda. Non mi seguono stelle in corteo, in me racchiudo l’essere e il conoscere. Sono uno come voi e ciò che sono e so, per me come per voi, è la stessa cosa. Eppure io sono l’Angelo necessario della terra, poiché chi vede me vede di nuovo.

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la pagina dei ragazziC iao ragazzi,

come anticipato il mese scor-so, in questa puntata voglio rac-

contarvi la vita di un missionario trentino riconosciuto beato da Papa Francesco lo scorso dicembre e che il 30 aprile verrà celebrato (leggete fe-steggiato) nella nostra diocesi: sto par-lando di p. Mario Borzaga. Assieme a lui verrà festeggiato anche il suo giovane ca-techista di appena 19 anni che è stato ucciso perché difendeva p. Mario. Sapete, ho conosciuto p. Mario attraverso il suo diario e i racconti di sua sorella Lucia.

P. Mario è nato a Trento il 27 agosto 1932 in una casa vicino all’ospe-dale e la sua famiglia era composta da papà, mamma, due fratelli e una sorella. È sempre stato un ragazzo vivace, pronto allo scherzo, amava andare in bicicletta, suonare il pianoforte, fare il chierichetto e aveva un amico speciale: lui diceva di aver dato la mano a Gesù e non avergliela più lasciata. A 11 anni sentì il desiderio di diventare sacerdote e così, dopo aver convinto i genitori, iniziò il suo percor-so di preparazione e discernimento. Nel diario scrive È stata una delle più grandi grazie della mia vita. In terza liceo sentì forte la chiamata a far conoscere Gesù a chi ancora non lo conosce e così dopo aver finito gli studi entrò nella Congregazione dei Missio-nari Oblati di Maria Immacolata. Sapeva che con loro aveva la possibilità di diventare missionario nel mondo poiché avevano delle case nei cinque continenti, anche al Polo Nord. Celebrò la sua prima Messa nel Duomo di Trento il 28 aprile 1957 e poi chie-se al padre superiore della sua congregazione di lasciarlo andare in missione. Fu inviato, assieme ad alcuni amici, in Laos, uno stato che si trova vicino alla Thailandia. Lì dovette imparare subito la lin-gua, molto diversa dalla nostra, per poter stringere amicizia con la gente, parlare di Gesù, curare le persone ammalate, fare catechesi. Dopo poco tempo fu trasferito in un’altra zona del Laos e anche

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Vi ho detto che p. Mario ha scritto un diario. Volete scoprire come lo ha intitolato?

qui dovette imparare la lingua che era completamente differente dalla precedente. Un giorno fu chiamato ad andare a visitare alcuni villaggi lontani, nella foresta. Aveva un po’ paura ma decise di parti-re assieme al suo catechista Paolo Thoj Xjoon per portare la Parola di Dio. Era il 25 aprile 1960. Da quel viaggio non fece più ritorno. Alcuni pensarono si fosse perso nella foresta, altri che fosse caduto nelle mani dei guerriglieri. Solo dopo 40 anni si venne a sapere che cosa era successo: p. Mario e Paolo erano stati catturati e uccisi dai guerriglieri.

P. Mario è sempre stato una persona normale, la sorella dice che è un beato senza aureola perché non ha fatto niente di eccezionale, è rimasto fedele a Gesù in ogni momento della sua vita e ha cerca-to di farlo conoscere. Proprio per questa sua coerenza, per questo amore per Gesù oggi p. Mario ci viene presentato come una figura che possiamo imitare. Come vi dicevo verrà festeggiato il 29 e 30 aprile. Perché non mettete nella vostra agenda la possibilità di venire a Trento per la celebrazio-ne eucaristica in Duomo domenica 30 aprile alle ore 15.00 e poi per lo spettacolo musicale alle ore 17.30 presso l’Arcivescovile? Pensateci, io vi aspetto.

Soluzione: Diario di un uomo felice.

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ASIA/FILIPPINE - La Chiesa filippina non è “contro Duterte”

C’è un solco tra l’amministrazione del Presidente Rodrigo Duterte e la Chiesa cattolica nelle Filippine. I fedeli vedono moltiplicarsi i pronun-ciamenti di Duterte contro la Chiesa e contro i preti mentre, d’altro canto, i messaggi dei Vescovi deplorano il regno del terrore avviato nel presente, come si afferma nella Lettera pastorale della Conferenza episcopale, titolata Il Signore non gode della morte del malvagio, dif-fusa e letta in tutte le chiese della nazione. Penso che la Chiesa e Duterte si confrontino per il medesimo obiettivo, la giustizia e la pace sociale, ma il governo intende raggiungerlo in modalità per la Chiesa inaccettabili, nota James Anthony Perez, presi-dente dell’associazione cattolica Filipinos for Life.Tra le questioni cruciali che dividono governo e Chiesa vi sono la cam-pagna di lotta alla droga, con la lunga scia di esecuzioni extragiudi-ziali; il ripristino della pena di morte; l’abbassamento dell’età per la responsabilità penale a 9 anni. Duterte incarna il desiderio della gente comune che vuole giustizia e sicurezza. La Chiesa non è certo contro questi obiettivi, ma ricorda al popolo che prosperità e giustizia si ot-tengono attraverso il riconoscimento della sacralità della vita umana prima di tutto, non tramite la sua negazione, spiega Perez.P. Jerome Secillano, portavoce della Conferenza episcopale delle Filip-pine, rimarca che La Chiesa non può concordare sulla direzione presa dal governo per affrontare alcuni dei problemi più critici che affliggono il nostro paese. Secillano ribadisce: La Chiesa nelle Filippine non ha nulla di personale contro Duterte. La Chiesa è semplicemente critica su questioni relative ai diritti umani, alla giustizia, al rispetto della vita, allo stato di diritto, che ritiene punti di estrema importanza. La Chiesa ha a cuore le que-stioni che riguardano il benes-sere della gente e il bene co-mune della nazione.

(da Agenzia Fides)

360 GRADI

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LIBRI E DVD

Diari di guerra e di paceLaure Edine

i datiTITOLO: Diari di guerra e di pace: un missionario comboniano trentino in nord Uganda (1996-2004)AUTORE: Brother Elio Croce EDITORE: Trento: Curcu & GenoveseANNO: 2016

Chi è Elio Croce? Nel Nord Uganda tutti lo conoscono. Elio, Brother Elio, fratello

comboniano di Moena, nel 1971 lascia i mon-ti, i verdi declivi e le nevi del suo Trentino per trapiantarsi al sole dell’Equatore, in mezzo all’erba elefante della savana ugandese. (…) Elio è, semplicemente un mito. In quaranta-cinque e passa anni d’Africa, prima come re-sponsabile tecnico dell’Ospedale di Kitgum, poi dal 1985 dell’Ospedale di Lacor, Elio ha condiviso tutte le vicende del popolo Acholi. Per loro e con loro, ha costruito padiglioni ospedalieri, scavato pozzi, impiantato atti-

vità tecniche e agricole. Ha spartito con gli Acholi i tremendi decenni della guerriglia. Ha seppellito i loro morti.È con queste parole che Dominique Corti, figlia dei famosi medici Piero e Lucille Corti de Lacor Hospital, introduce i Diari di guerra e di pace di Elio. Il volume, pubblicato qualche mese fa dall’editrice trentina Curcu & Genovese, presenta per la prima volta in maniera integrale i diari

del missionario che co-prono il periodo degli eventi locali da giugno 1996 a dicembre 2004.

Ricordiamo che nel 2003 Elio Croce aveva scritto Più forte di Ebola: diario dell'epidemia in Uganda.

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ACCRI

Sara Moratto“Gocce di vita” in Kenya

Perché Arc en Ciel?Nel 1972 il vescovo

gesuita francese di N’Dja-mena, Paul-Pierre-Yves Dalmais, fonda, in accordo con il Governo locale, la ra-dio diocesana Arc en Ciel, fortemente voluta da lar-ghe fasce di popolazione cattolica della capitale, ma anche da semplici cittadini alla ricerca di fonti di infor-mazione alternativa.Il palinsesto radiofonico

avrebbe previsto, infatti, un’estesa programmazione giornaliera su tematiche che vanno anche al di là dell’ambito religioso (salute, educazione, società) e si sarebbe rivolto in particolare ai giovani con un messaggio umanizzante e capace di rispondere alle innumere-voli sfide sociali, economiche, culturali e religiose di N’Djamena e di tutto il Paese.

I risultatiUno dei risultati maggiori raggiunti dal Progetto è di aver ridato voce alla Radio Arc en Ciel dopo un periodo di silenzio legato a difficoltà economiche ed organizzative, restituendole - grazie all’in-faticabile lavoro di padre Luigi - il ruolo di protagonista all’interno della comunità locale tutta. Parallelamente, un altro fattore di eccellenza è l’aver ridato vitalità alla comunità cattolica. Con la formazione realizzata per i giornalisti si sono ristabiliti i contatti con le altre radio cattoliche nazionali, sti-

Dal 2013 al 2016, grazie ad un contributo provinciale, l’ACCRI - assieme ad altri gruppi locali tra cui Caminho Aberto di Levico - ha sostenuto il Progetto Arc en Ciel promosso da padre Luigi Moser nella capitale del Ciad, N’Djamena. In questi tre anni di collabora-zione la nostra Associazione si è attivata so-prattutto per la ristrutturazione e la messa in sicurezza dei locali che ospitano la Radio diocesana. Per il momento il nostro impegno è conclu-so, ma torniamo volentieri sul Progetto, rac-contandone qualche aspetto significativo ed interessante.

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molando il dialogo tra le stesse in favore di uno scambio reciproco e di una programmazione comune e di qualità. A N’Djamena, con la formazione dei direttori di cori e orchestrine delle parrocchie locali, si è arricchito il livello e le capacità di questi ultimi a beneficio delle comunità e della popolazione locale. Il grande patrimonio di video e audio recuperato dall’archivio della Radio, rappresenta un valore aggiunto e un’importante risorsa, anche economica, per la stessa.

Rinnovamento della struttura; adeguamento della strumentazio-ne radio e TV del Centro RTV Présence.Le prime attività hanno riguardato i lavori di ristrutturazione e mes-sa in sicurezza della struttura del Centro RTV Présence che ospita an-che gli uffici della sede della Radio Arc en Ciel. La situazione iniziale della struttura del Centro, costruito 20 anni fa, era molto precaria ed ha richiesto un lungo lavoro di risanamento e pulizia. È stata rifatta l’installazione elettrica, rinnovato l’intonaco interno ed esterno e la pavimentazione; sono state sanate le crepe e sistemate le porte e le finestre. Sono stati acquistati ed installati gli split.Il passo successivo è stato l’adeguamento delle apparecchiature ra-dio e TV alle esigenze attuali per dare avvio alle attività di diffusione della Radio Arc en Ciel. Sono state recuperate le attrezzature funzio-nanti già presenti nel Centro ed è stato acquistato il materiale infor-matico ed elettrico necessario. A dicembre 2013 è stato installato un generatore di corrente da 14 KW, fondamentale per integrare l’apporto della rete elettrica nazionale e garantire l’afflusso minimo per poter trasmettere in maniera regolare.Nel passato dicembre, infine, sono stati installati i pannelli solari e gli altri materiali necessari ad assicurare l’alimentazione elettrica del-la Radio, rendendola completamente autonoma dal punto di vista energetico: in questo modo è garantita la trasmissione dei program-mi secondo il palinsesto previsto ed il generatore e la linea elettrica della società nazionale ciadiana fungono solo da riserva.

Buon proseguimento pa-dre Luigi, che l’arcobaleno della vostra Radio conti-nui ad incitare le persone a guardare in alto.

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APPUNTAMENTI DEI GRUPPI MISSIONARI (decanali o interparrocchiali)

Borgo Oratorio Borgo, giovedì 13 aprile - ore 20.30

Cembra/Lavis Cembra Oratorio, lunedì 10 aprile - ore 20.15

Cles Oratorio, martedì 18 aprile - ore 15.00

Lomaso Cares, martedì 18 aprile - ore 20.30

EVENTI

DOMENICHE DI ANIMAZIONE E FORMAZIONE MISSIONARIA per i gruppi missionari

Rovereto/Nomi Destra Adige Canonica Nomi, mercoledì 12 aprile - ore 20.30

Tione Oratorio, venerdì 14 aprile - ore 20.30

Trento Centro Missionario, mercoledì 05 aprile - ore 17.00

Val di Sole Ossana, mercoledì 12 aprile - ore 20.00

02 APRILE a MOENA(Oratorio)

Ritrovo ore 14.00 Messa ore 18.00Fassa, Fiemme

FESTA DEI POPOLI 2017sabato 20 e domenica 21 maggio a TrentoSi ricorda ai gruppi missionari che il materiale per il VASO della FORTU-NA si raccoglie al Centro Missiona-rio entro lunedì 08 maggio.

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Beatificazione p. Mario e catechista Paolo

Trento il 29 e 30 aprile 2017

Programma:

SABATO 29 aprile 2017ore 20.30 - Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Veglia di preghiera per la festosa memoria dei nuovi Beati e Martiri Mario Borzaga, sacerdote e missionario OMI, e del suo catechista Paolo

DOMENICA 30 aprile 2017ore 10.30 - Cappella del Collegio Arcivescovile, via Endrici, 23Ho incontrato un uomo felice - Incontro sulla figura del Beato Mario con testimonianze e filmato

ore 15.00 - in CattedraleSanta Messa di ringraziamento al Signore e alla Chiesa per il dono dei nuovi Beati presieduta dall’Arcivescovo Lauro Tisi

ore 17.30 - Aula Magna del Collegio ArcivescovileNoi missionari siamo fatti così - Spettacolo musicale

p. Mario BorzagaPaolo Thoj Xyooj

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Messe di Pasqua

S. Messa in lingua polacca16 aprile ore 16.00 nella chiesa dello Sposalizio

S. Messa della comunità ucraina 13 aprile, 14 aprile e 15 aprile Triduo pasquale dalle 14.00 alle 17.00 nella chiesa di S. Giuseppe16 aprile ore 11.30 nella chiesa di S. Giuseppe

S. Messa in lingua portoghese17 aprile ore 11.00 parrocchia S. Pietro, chiesa di S. Anna

S. Messa in lingua spagnola17 aprile ore 15.00 nella chiesa di Cristo Re

S. Messa della comunità Ortodossa rumena15 aprile ore 23.00 Santa Messa di Risurrezione del Signore nella chiesa di San Marco16 aprile ore 10.00 Santa Liturgia di Pasqua nella chiesa di San Marco17 aprile ore 10.00 S. Messa nella chiesa di San Marco

lunedì 01 maggio 2017Santuario Montagnaga di Pinè

Pellegrinaggio dei popoli

Iscrizioni presso il Centro Missionario (fino ad esaurimento posti)

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STOP & GO

ARR

IVI

dall’UGANDA

FILIPPI mons. Giuseppevescovo, di Baselga del Bondone

RIENTRATIdal MOZAMBICO

FESTI p. Lodovico cappuccino, di Savignano di Pomarolo

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SAPERNE DI PIÙ

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