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Con Giulia & Angela ricapitoliamo
Le tecniche di comunicazione
La Comunicazionea“Un tempo, neppure troppo lontano, si diceva comunicare con …
mentre oggi si dice semplicemente e con stupefacente disinvoltura comunicare a … e non sembra sia necessario attendersi risposta”
(Ferrarotti - sociologo)
Con il termine “comunicazione” si intende principalmente “far conoscere”.
La comunicazione viene fatta da un soggetto che vuole rendere noto un messaggio.
Colui che riceve il messaggio, attraverso sistemi di “comunicazione”viene indotto a pensare o ad agire, c
ioè fare qualcosa per reagire al messaggio che ha ricevuto.
Come si comunica
?Oltre alla comunicazione verbale,
si trasmettono messaggi, è in modo più consistente, anche
non verbalmente:
gesti sguardi
tono di voce silenzi
collocazione nello spazio trasmissione di sensazioni, respiro
odori
Comprendere i segnali non
verbali
Chi possiede questa capacità in buona misura gode di relazioni
più soddisfacenti ha più fascino
Più autorevolezza È popolare e si conosce bene
amici e conoscenti lo descrivono come caloroso, amichevole,
aperto, protettivo, costruttivo e responsabile
Chi impara a decodificare anche i segnali non verbali
di una relazione ha il vantaggio di: poter registrare eventuali variazioni nella relazione in corso,
soprattutto i segnali di deterioramento,
e porvi rimedio prima che la situazione degeneri;
poter verificare e controllare le informazioni che sta
registrando, dato che è facile fraintendere i segnali non verbali.
Proprio per questo motivo, comprendere il significato di tali messaggi involontari diventa un grosso vantaggio a livello
interpersonale; capire chi abbiamo di fronte, quali siano le sue intenzioni, se quello che dice coincide con quello che pensa e così
via, senza che l’interlocutore se ne - accorga, consente di anticipare le sue mosse, trovare gli
argomenti per coinvolgerlo o convincerlo.
La scuola di Palo Alto
La scuola di Palo Alto ha studiato a lungo la comunicazione,
la sua influenza sulle persone e gli effetti che ha sul comportamento
La loro teoria è riassunta nel libro- sulla comunicazione Pragmatica della comunicazione umana,
in esso Watzlawick, Beavin e Jackson
hanno identificato 5 proprietà fondamentali della
comunicazione,
noti come i 5 assiomi della ComunicazionePERCHÉ È UTILE CONOSCERE QUESTI CINQUE ASSIOMI?
Perché aiutano a comprendere meglio le dinamiche che avvengono quando le persone comunicano tra loro, in modo da ottenere due
importanti risultati:1) formulare una comunicazione efficace;
2) evitare i fraintendimenti e le incongruenze.
Il I° assioma ?non si può non comunicare. la comunicazione è comportamento, e poiché non esiste un non-comportamento, risulta impossibile non comunicare. la comunicazione è tutto ciò che facciamo in presenza d’altri e prescinde dall’intenzionalitàNon comunichiamo solo attraverso le parole, ma anche e soprattutto attraverso il nostro comportamento. Quando comunichiamo il risultato può essere triplice:1. comunicare ciò che vogliamo2. comunicare ciò che non vogliamo3. comunicare ciò di cui non siamo consapevoli
Una possibile applicazione pratica: sarebbe opportuno non pensare più che una persona non stia comunicando,
ma chiedersi sempre cosa sta comunicando anche con il silenzio o anche quando non è fisicamente presente mentre ci aspettavamo che lo fosse.
Non si può non comunicare. la comunicazione è comportamento, e poiché non esiste un non-comportamento, risulta impossibile non
comunicare. la comunicazione è tutto ciò che facciamo in presenza d’altri e prescinde dall’intenzionalità
Il II° assioma?All’interno di ogni scambio comunicativo vanno distinti due livelli
Ogni comunicazione ha un aspetto di contenutoed uno di relazione, di modo
che il secondo classifica il primo
Il primo è il livello del contenuto,che riguarda le cose che diciamo;
il secondo è il livello della relazione, che riguarda il modo in cui le diciamo e che dà indicazioni sul tipo di relazione che si instaura
proprio con quello scambio.
Queste due frasi contengono messaggi diversi seppure uguali a livello contenutistico: “Fai subito questo lavoro” “Vorrei che tu facessi subito questo lavoro perché….”
Nel primo caso abbiamo indicazione di una relazione di dominio-sottomissione, mentre nel secondo una relazione di partecipazione-collaborazione, per cui ne deriveranno risonanze emotive e risposte comportamentali diverse.
È quindi fondamentale ai fini dell’efficacia della comunicazione che vi sia equilibrio tra i due livelli.
Il III° assioma?
il modo di interpretare una comunicazione dipende da come viene punteggiata la sequenza degli scambi verbali. In quest’ottica la comunicazione si configura come un processo circolare in cui i soggetti coinvolti punteggiano la
sequenza in modo che sembri che l’uno o l’altro abbia iniziativa o che si trovi in posizione di dipendenza, stabilendo tra di loro ben precisi modelli di scambio. Diventa, dunque, evidente che la punteggiatura organizza gli
eventi comportamentali, diventando vitale per le interazioni in corso.
Un’indicazione di possibile applicazione pratica: per risolvere una disfunzionalità, occorre saper ascoltare il punto di vista dell’altro e
ricercare un’integrazione delle diverse punteggiature
la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti. la comunicazione è
un circolo ininterrotto di eventi comunicativi: un cerchio non ha né inizio, né fine, ma gli esseri umani mentre forniscono informazioni danno anche delle priorità, ossia dei punti d’inizio arbitrari: questa
è una delle ragioni che sta alla base di numerosi conflitti
Il IV° assioma?La comunicazione analogica si basa sulla somiglianza (analogia) tra la comunicazione e l’oggetto
della comunicazione (semantica o comunicazione di significato): rientra in essa tutta la comunicazione non verbale e l’uso di immagini.
La comunicazione numerica riguarda invece l’uso delle parole, e in generale di segni arbitrari organizzati da
una sintassi logica, cioè di segni usati convenzionalmente per designare qualcosa.Il linguaggio numerico ha una sintassi logica assai più complessa e di estrema efficacia, ma manca di una semantica
adeguata nel settore della relazione, mentre il linguaggio analogico ha la semantica ma non ha alcuna sintassi adeguata per definire la natura della relazione.
La comunicazione verbale (numerica) necessita del supporto del messaggio non verbale per evitare possibili fraintendimenti. Il linguaggio non verbale contiene elementi analogici che si trasmettono attraverso la postura, la gestualità,
il tono della voce, la mimica e che corrispondono, in parte, a universali del comportamento umano, in parte a codici culturalmente definiti.
È utile ascoltare il livello non verbale e riconoscere se trasmettiamo messaggi rispettosi della cultura del ricevente in una posizione paritaria.
Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico (verbale), sia con quello analogico (paraverbale e non verbale).
Il V° assioma ?Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari,
a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza. La relazione simmetrica presuppone un rapporto paritetico tra i
comunicanti; quella complementare un rapportonon paritetico del tipo one-up, one-down
tutte le interazioni tra comunicanti possono essere di due tipi: simmetriche o complementari
L’interazione simmetrica quando gli
interlocutori, rispetto a quella comunicazione, si considerano di pari livello, sullo stesso piano
L’interazione complementare si ha invece
quando gli interlocutori non si considerano sullo stesso piano, bensì risulta evidente da quella
comunicazione che uno dei due ha una posizione superiore e l’altro subordinata
Essere consapevoli del tipo di relazione che si vuole instaurare permette di essere chiari nel messaggio che si invia e di evitare sgradevoli conflitti
di ruolo o lotte di potere
Il feedbackIl feedback è la risposta del destinatario a quanto comunicato dall’emittente del messaggio
È efficace quando:
riguarda specifici comportamenti è basato su fatti è tempestivo
è controllabile da chi lo riceve è fatto con intento costruttivo
è diretto
Non è efficace quando:
riguarda la persona in quanto tale è basato su impressioni è distante dagli eventi
è fuori dalla portata di chi lo riceve è fatto con intento punitivo
è indiretto
Che cosa ci spinge a comportarci in modo rischioso?
Come possiamo, in qualità di superiori o addetti alla sicurezza, contrastare un simile comportamento?
1 Ricordare ai collaboratori, attraverso esempi concreti, che il pericolo è sempre in
agguato e spingerli a fare questa riflessione: «Poteva capitare anche a me. Ho proprio avuto fortuna. D’ora in poi lavorerò in modo sicuro!» Sarà perciò utile informare tutti i dipendenti sugli infortuni, i danni alle cose o i guasti che si sono verificati in azienda.
2 Limitare le prescrizioni al minimo indispensabile e, soprattutto, spiegare
chiaramente il perché di una data norma. La cosa peggiore che si possa fare è tollerare che si contravvenga alle prescrizioni: in tal modo perdiamo completamente credibilità
3 Eliminare i pericoli.
Rendere sicuri con accorgimenti tecnici la merce accatastata, le macchine utensili e le zone di pericolo.
Attuare corsi di istruzione e di addestramento.
Cosa posso fare concretamente?
IL CONTESTO
spiegare, dimostrare e mettere in pratica
i comportamenti corretti informare ad intervalli regolari
sull’andamento infortunistico in azienda
analizzare e divulgare le cause che hanno
provocato un’interruzione del lavoro, un danno alle cose, un infortunio o un quasi infortunio
spiegare le conseguenze concrete di un
infortunio: costi, sofferenze e danni permanenti
discutere insieme ai collaboratori gli
infortuni reali e quelli potenziali
attuare una «caccia al pericolo» (ossia: quali
sono i rischi, dove si nascondono)
"Non si può non comunicare":
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