24Maggio 2010 - Anno 3 - Numero 24
energia tradizionalepag. 11
ambiente sostenibilepag. 59
energia alternativapag. 37
Con manager e tecnologieil posto letto in ospedalenon è più fonte di sprechi
L’Italia ritorna al nuclearetra dubbi, ripensamentie opportunità di mercato
La nuova frontieracontro l’inquinamentoè il patto dei sindaci
Non diffidate del carbone pulitoImprese in difesa degli investimenti
CONVERSIONE DEGLI IMPIANTI
Provincia che vai, regola che troviTroppi ostacoli sulla via del biogas
AGROENERGIA
Quante soluzioni per le aziendeche usano le nuove piattaforme Ict
RENDIMENTI&CONSUMI
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28/29/30 maggio 2010
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5
Storia di copertina:
37 L’Italia risale sul treno del nuclearema il percorso è tutto da decidere
38 Queste le regole di tre nostri vicinidi casa e del primo produttoredel mondo
42 Per chi supererà il processodi qualificazione l’indotto è un tesorodi oltre 10 miliardi
43 Sulle tecnologie abbiamo le cartein regola
45 Le centrali di casa nostra in“decommissioning” e quellenel giardino dei vicini europei
46 Gli ex nemici dell’atomo ci ripensano.Così cresce il partito dei “convertiti”
47 Il parere di Sergio Ulgiati, membrodel comitato scientifico del Wwf
maggio 2010
energia tradizionale
energia alternativa
Storia di copertina:11 Cogenerazione ed Energy manager.
Ricette contro gli sprechi in ospedale
13 Il mio compito principale è il risparmio.Il mio dovere è l’efficienza del servizio
Tante incombenze: e il poteredecisionale?
15 Tecnologie e ritorno degli investimenti,ma al primo punto gli impianti a norma
16 A Udine la nuova centrale della Misericordia fornirà energia a scuole e condomini
17 I motori a tutto gas adatti agli ospedali.Alto coefficiente d’utilizzo e accise ridotte
18 C’è un lago nella contea di Nottinghamdove pesca risorse il King’s Mill Hospital
21 Il parere di Cefriel: «La prima regola del vero risparmio nasce dalla gestionedei consumi»
Focus24 Italia all’avanguardia sul carbone pulito.
«Ora lasciateci convertire gli impianti»
Tabarelli (Nomisma): «Meno consumi,ma attenti a non fare confusionecon il risparmio da povertà»
25 De Vita (Unione Petrolifera): «Con il ventodell’Est un eccesso di capacitàproduttiva»
News&Mercati26 Gelsia si fa più libera ed efficiente.
In tema di gas cerca alleanze
27 Il primo luglio via libera ufficiale a Iren.Nasce la seconda maxi Utility italiana
Esperienze&Carriere28 Una miscela di risparmi nelle cappe
di Faber. Così calano i consumi, ma non la qualità
30 Indagine Ibm: addio chiavi in mano,i clienti luce&gas vogliono il controllodelle loro spese
Con McKinnon&Clarke la bollettaJohnsonDiversey cala di 40mila euro
ConsiagReti offre continuità e sicurezzae riceve in cambio incentivi
Normative&Direttive31 Le certificazioni sulla via dell’efficienza
diventano quasi obblighi di legge
Il primato di M&It Consulting
Arriva il marchio sui casalinghi
32 Con Icim edifici sostenibili per tutta la vita
Tecnologie&Soluzioni33 Una soluzione utile di nome e di fatto
per gestire le Utilities
PinEnergy e PinEco sentinelledell’efficienza
Eon non usa più carta
35 I consumi di casa tenuti sotto controllograzie ai pannelli intelligenti
Geze: il software che apre e chiudele finestre
5 Sommario 9 Energy map
Il parere di Andrea Poggio, vice direttoregenerale Legambiente
Focus49 Il biogas è una risorsa per lavoro
e ambiente ostacolato da burocraziae scarso credito
20 milioni per migliorare e innovare
51 Dalle palme indonesiane materiaprima per l’energia
53 Il biogas italiano viaggia a tre velocità
La diffidenza del Nord-Est
La filiera siciliana ai nastri di partenza
News&Mercati54 Il business verde incomincia dai distretti
e cerca nelle Regioni i partner ideali
Il go to market di NextPowerDevelopment
55 Commerciale, residenziale e grandiparchi. Sunpower trova alleatisulle vie di sviluppo
Tecnologie&Soluzioni56 Sbocciati cento fiori di loto fotovoltaici
sulle acque di un bacinoa uso irriguo
57 Sott’acqua e in trincea la resistenzadella famiglia Windlink
Leggeri e robusti i pannelli di HeliosTechnology
Hyundai punta sul mercato italiano
Basta un vento leggero per darele ali a Teseo
7
Economia&Finanza
75 Il dividendo Enel legato alla redditività e gli effetti positivi della “cura Conti”
Predictions
76 Stop in Puglia agli impianti di rinnovabili. Non è sufficiente il ricorso alla sola Dia
Storia di copertina:
59 Con il patto delle città sostenibilil’Europa tenta il rilancio di Kyoto
60 A Brescia primato dell’impegnoambientale. Il Sud ora ha solograndi potenzialità
62 Il futuro? Non dipende solo dalle leggima dall’impegno delle Amministrazioni
Architetture sostenibili, recupero di lineedi trasporto, tecnologie rinnovabili,raccolta differenziata. Quanti esempid’eccellenza da ammirare viaggiandoda Nord a Sud del Belpaese
65 L’indice di Siemens promuoveCopenhagen
Non c’è futuro senza sostenibilità
66 Dall’Europa alla Cina tanti progettiper città efficienti ed ecosostenibili
Focus68 La Commissione europea sostiene
i progetti Ict per l’efficienza
Il premio Energy Star e il regolamento Ecolabel
69 Nokia dà l’addio alle vecchie cabine radioe miniaturizza gli apparecchi di Tlc
70 Quanto si scalda l’armadio stradale:un’idea "cinese" lo può raffreddare
71 Wep è la sentinella che controlla gli edifici e consente alti rendimenti e bassi consumi
Tecnologie&Soluzioni72 Meno fanghi e acqua subito disponibile.
Siemens depura con le membrane
Qualià Doc nell’impianto pilotadi Fino Mornasco
73 Un software controlla l’impianto idricoperché non sia fonte di sprechi
ambiente sostenibile
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Agenda
79 Solarexpo: istruzioni per l’uso
Turnover
80 Nuove nomine e cambi di poltrone
La posta del lettore
81 Commenti e opinioni giunti in redazione
Libri
78 Piccioli (Pi): Alla scoperta del lato bello della discarica
Carugate (Mi): Il regolamento che nasce dalla collaborazione
Salerno: L’eccellenza ottenuta nel tempo dell’emergenza rifiuti
Municipi: Dalla decadenza ai modelli della Città Compatta
Veduta di Brescia, città al primo posto nell'indice Città Clima
Impianti e siti regione per regioneLe novità segnalate da Energia24
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CAMPO A GASLuogo installazione: al largo della costa marchigianaTecnologia: piattaforma offshore a gasPotenziale produttivo: a regime la produzione dovrebbe arrivare a circa 1,2 milioni di metri cubi al giorno (7.500 barili di olio equivalente)Stato progetto: iniziatoProgetto sviluppato da EniEventuali note: il giacimento, chiamato “Annamaria B”, si trova a 60 km dalla costa, a una profondità di circa 60 metri; è già operativa la piattaforma gemella “Annamaria A”
PARCHI EOLICILuogo installazione: provincia di FoggiaTecnologia: generatori eoliciPotenziale produttivo: i due impianti coinvolti nel progetto avranno una potenza complessiva di 52 MW e produrranno a regime circa 120 GWh di energia elettricaStato progetto: in corsoProgetto sviluppato da Fortore Wind insieme a istituti finanziari coordinati da CentrobancaEventuali note: il contratto in project financing ammonta a 98 milioni di euro e finanzierà i due parchi di Biccari I (12 MW) e Rocchetta 3 (40 MW)
ELETTRODOTTILuogo installazione: SiciliaTecnologia: tre elettrodotti per l’alta tensionePotenziale produttivo: il progetto prevede una potenza di 380 kW peril primo elettrodottoStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da Enel e TernaEventuali note: l’investimento per il primo elettrodotto, che collega Villafranca Tirrena (Me) a Scilla (Rc),è di circa 510 milioni di euro
CENTRALE TERMOELETTRICALuogo installazione: Colleferro (Roma)Tecnologia: centrale termoelettrica di cogenerazione Potenziale produttivo: la potenza è di circa 40 MW e produrrà circa 300 GWh elettrici e 110 GWh termici all’annoStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da Seci Energia (Gruppo Maccaferri) e Avio (Cinven e Finmeccanica), che hanno costituito la società Termica ColleferroEventuali note: questo impianto dovrebbe sostituire quello attualmente in funzione nel comprensorio industriale Avio
IMPIANTO FOTOVOLTAICOLuogo installazione: provincia di RovigoTecnologia: impianto solare fotovoltaicoPotenziale produttivo: la potenza installata è di circa 72 MWsu una superficie di 850.000 metri quadriStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da SunEdison in partnership con Isolux Corsán e Banco Santander (investitore)Eventuali note: attraverso questo impianto si eviterà, secondo le stime dell’azienda, l’emissione in atmosfera di 41.000 tonnellate di CO2. L’energia prodotta in un anno potrà soddisfare il fabbisogno elettrico di 17mila famiglie
IMPIANTI FOTOVOLTAICILuogo installazione: Cerami (En), Licata (Ag), Caltanissetta, Calamonaci (Ag), Mussomeli (Cl) e Cammarata (Ag)Tecnologia: sistemi solari a inclinazione fissa per i terreni in pendenza e irregolarie a inseguimento per le altre areePotenziale produttivo: su un’area di 63 ettari saranno installati 7 impianti per un totale di 16,5 MWStato progetto: in partenzaProgetto sviluppato da SunPower e Sol.In.Build, una controllata di VeronagestEventuali note: per la costruzione si prevedono circa 50 nuovi posti di lavoro
Per E.ON il futuro dell’energia sarà sempre più verde, non solo per quanto
riguarda la produzione di energia elettrica, ma anche per l’energia consumata dai nostri clienti. Il trend è confermato anche da una recente ricerca Eurisko, la quale dimostra che l’utilizzo dell’energia elettrica verde è nell’ordine dell’11% in Italia ed è in costante crescita. E ancora, in base a questo studio il tema della fornitura verde con certifi cazione tramite attestato Eco e altri strumenti di comunicazione si rivela un argomento centrale per le Pmi: il 14% degli intervistati si dichiara molto interessato e il 29% abbastanza interessato.
Per rispondere alla crescente sensibilità delle imprese nei confronti dell’ambiente, E.ON Energia ha sviluppato un portafoglio di prodotti eco che consente di abbinare alla tipologia di off erta più rispondente alla proprie esigenze, l’energia verde certifi cata R.E.C.S (Renewable Energy Certifi cate System). Il R.E.C.S. è un prestigioso sistema internazionale che promuove l’impiego di fonti rinnovabili per la produzione di energia.
La nostra vicinanza con le aziende di cui siamo fornitori, l’ascolto delle loro esigenze e il costante aggiornamento tramite ricerche come quelle Eurisko, ci hanno consentito di perfezionare la nostra off erta e di mettere a punto una serie di servizi a valore aggiunto che incontrano proprio tale esigenza di pubblicizzazione. Pertanto, in linea con il posizionamento “E.ON Energia. Aspettatevi di più” abbiamo ideato per i nostri “clienti verdi” un esclusivo kit di comunicazione per aiutare le imprese a documentare ai propri stakeholders l’impegno profuso nei confronti dell’ambiente.
Il valore di questo portafolio di prodotti verdi risiede nella possibilità di comunicare la propria scelta ecosostenibile tramite il label “100% Energia pulita E.ON”, etichetta eco sviluppata da E.ON Energia proprio per dare al cliente la possibilità di comunicare all’esterno il messaggio: “questa azienda ha scelto: 100% energia pulita E.ON”. L’eco-label di E.ON può essere infatti applicata su ogni tipo di materiale di comunicazione nei confronti dei propri clienti, come ad esempio vetrofanie, cartelli da banco, sito web, brochure o sul prodotto stesso.
Si tratta di un servizio esclusivo che permette di conciliare i vantaggi di una fornitura energetica E.ON Energia con il rispetto per l’ambiente. È una soluzione in grado di creare valore per le Pmi, come strumento utile a distinguere i propri prodotti e servizi e a posizionarsi in maniera eco rispetto ai competitors. Infatti, l’utilizzo dell’etichetta “100% energia pulita E.ON” è caratteristico e contribuisce a potenziare l’immagine e la comunicazione delle aziende nostre clienti che scelgono di farne uso.
Il comportamento sostenibile e il Marketing Verde diventano temi sempre più importanti. Imprese leader nel proprio settore già usano questi strumenti per essere più competitive e off rire un servizio effi cace ai loro clienti. Alcuni nostri clienti con brand noti già si avvalgono del label per i propri prodotti: Acqua Lete e Acqua Prata appongono “100% energia pulita E.ON” su circa 400 milioni di litri di acqua già in distribuzione, “100% energia pulita E.ON” è anche visibile in circa 100 negozi Feltrinelli.
Questo è solo uno degli strumenti innovativi della strategia di Marketing di E.ON, che si propone nei confronti dei propri clienti come un vero e proprio partner energetico, attento agli aspetti ecosostenibili. “100% energia pulita E.ON” ci consente di sviluppare un rapporto particolare con il cliente, condividendo i successi delle aziende che da tempo hanno intrapreso il cammino dell’ecosostenibilità e incoraggiando i nostri clienti che non lo hanno ancora fatto a muovere i primi passi in questa direzione.
LA DOMANDADEL LETTORE
Come risponde E.ON alla crescente attenzione dei clienti verso il tema dell’ecosostenibilità?
L’ESPERTO RISPONDE
Nicole SchirnerDirettore Marketing E.ON Italia
www.eon-energia.com
11
STORIA DI COPERTINA
Cogenerazione ed Energy managerRicette contro gli sprechi in ospedaleUn posto letto arriva a costi pari al consumo di una famiglia di tre persone in appartamento. La fiducia nelle nuove tecnologie per costruire impianti efficienti. Fare i conti con salute e decoro: l’esempio del Policlinico Gemelli di Roma
Gli ospedali sono strutture
molto energivore, non solo
per il bisogno di riscaldamento e
climatizzazione, ma anche per la
necessità di soddisfare esigenze
tecnologiche e funzionali; la pro-
duzione di acqua calda sanitaria;
la sterilizzazione dei materiali di
medicazione; il trattamento dei
rifiuti; la pulizia e l’alimentazio-
ne delle apparecchiature.
Secondo Ises Italia, associazio-
ne tecnico-scientifica non profit
per la promozione dell’utilizzo
delle fonti energetiche rinnova-
bili, il consumo medio per posto
letto ospedaliero per la sola
energia termica è pari a quello di
una famiglia di tre persone che
abiti in un appartamento di 90
metri quadri.
Chiaramente le esigenze che un
ospedale ha in più di quelle di
un’abitazione non giustificano
pienamente questo divario per-
ciò c’è un margine piuttosto
grande d’intervento per ridurre i
energia tradizionale
storia di copertina 5/2010
12
Grandi divoratori d’energia
Fonte: Ises
consumi. Sempre secondo Ises, i
margini del risparmio energetico
sarebbero dell’ordine del 15 per
cento con semplici interventi
tecnologici e gestionali sui siste-
mi di produzione del calore e su-
gli edifici.
Tra questi uno dei più importan-
ti è la realizzazione di impianti di
cogenerazione, spesso unita-
mente a una rete di teleriscalda-
mento, scelta molto incoraggiata
dall’Unione europea ovunque
ciò sia possibile per migliorare
l’efficienza energetica e la quali-
tà dell’aria a livello locale. Infat-
ti, la cogenerazione rappresenta
un metodo per la produzione di
elettricità e calore assai più effi-
ciente rispetto a quello basato su
sistemi elettrici e termici distinti,
portando a sostanziali risparmi
economici sui costi energetici.
Producendo energia con mag-
giore efficienza, si abbattono i
consumi dei combustibili fossili
che emettono gas a effetto ser-
ra. Questo scenario evidenzia la
necessità di un attento controllo
dei consumi energetici che si tra-
duce, per le strutture maggiori,
nella opportunità di nominare
un responsabile a tempo pieno.
Dato che la legge prevede la no-
mina di un Energy manager negli
enti pubblici con un consumo
energetico di 1.000 Tep, corri-
spondenti a circa 1,2 milioni di
m3 di gas naturale o a 4,5 milioni
di kWh, ci dovrebbe essere un
Energy manager in tutti gli ospe-
dali con più di 300 posti letto,
che in Italia sono all’incirca 800.
Invece a fine 2007 gli Energy ma-
nager presso gli ospedali risulta-
vano solo 200. E purtroppo in tre
anni la situazione non è miglio-
rata.
La destinazione d’uso dell’energia termica in ospedale
Luciano Barelli
Riscaldamento,climatizzazione,ventilazione
Lavanderia
Perdite
Sterilizzazione
Acqua caldasanitaria
Cucina
Ripartizione tipica della destinazione d’uso dell’energia termica in un ospedale.Il riscaldamento degli ambienti costituisce la voce prevalente Fonte: Enea
IMPIEGHI DELL’ENERGIA ELETTRICA E MECCANICA
IMPIEGHI DELL’ENERGIA TERMICA
Sollevamento, condizionamento, depurazione, conservazione sistemi computerizzati, pompaggio,sicurezza, ventilazione, comunicazione, combustione, strumentazione diagnostica
e monitoraggio illuminazione, apparecchiature mediche
Ventilazione, climatizzazione, riscaldamento, acqua calda sanitaria,lavanderia, cucina, fisioterapia, apparecchiature mediche, sterilizzazione
In una struttura ospedaliera l’energia elettrica,termica, meccanica non deve mai mancare
Deve essere sempre e comunque assicuratala sua erogazione, sia come quantità, sia come qualità almeno per i servizi considerati vitali
13
storia di copertina 5/2010
L’INTERVISTA: CARLO PESARO, ENERGY MANAGER POLICLINICO GEMELLI
Il mio compito principale è il risparmioIl mio dovere è l’efficienza del servizioDal controllo dei costi ai contratti, dagli impianti agli aspetti normativi. Il delicato ruolo di chi fa i conti non solo col denaro, ma anche con la salute altrui
La trigenerazione del Policlinico
Universitario Agostino Gemelli
di Roma (una struttura di 1.500
posti letto che appartiene alla Fa-
coltà di Medicina e chirurgia
dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Roma), risale al 2003 e
produce 5,2 MW elettrici e 8 MW
termici. Ce ne parla Carlo Pesaro
che dallo scorso anno ricopre il
ruolo di Energy manager, dopo es-
sere stato al fianco del precedente
responsabile dal 2003.
«Quello in produzione presso il
nostro ospedale è un impianto di
trigenerazione alimentato a gas
naturale che si è affiancato alla
centrale termica tradizionale in
produzione dal 1995 e che forni-
sce il 50% della energia termica e
frigorifera richieste, distribuite ri-
spettivamente da un sistema di
teleriscaldamento e da una rete di
distribuzione di acqua refrigerata.
Produce inoltre energia elettrica
per circa il 60% del consumo tota-
le che, però, viene totalmente ce-
duta sul mercato libero all’Acea
Distribuzione, tranne in caso di
blackout com’è stato nel settem-
bre del 2003 quando è stata con-
sumata all’interno. Contando an-
che i risparmi dovuti alle accise e
all’Iva ridotte secondo le agevola-
zioni di legge si è ottenuto un ri-
sparmio sul costo dell’energia elet-
Tante incombenze: e il potere decisionale?A tutte queste incombenze corrisponde un vero potere decisionale? La risposta di Pesaro è sostanzialmente positiva, anche se il manager non ha responsabilità operative perché la gestione è affidata a Cofely e Siram, le due aziende del consorzio che ha costruito l’impianto. L’Energy manager del Gemelli si ritiene soddisfatto della sua capacità di influenzare le moda-lità di funzionamento degli impianti, in particolare sull’ottimizzazione della politica di produzione dell’energia termica, scegliendo di produrre energia termica con il cogeneratore oppure in modo tradizionale, in base alla remunerazione del kWh nella Borsa del mercato elettrico e del costo del gas metano. Pesaro aggiunge, tuttavia, di ritenere che la sua sia una situazione più favorevole rispetto alla media degli ospedali italiani sia per la sensibilità del management agli aspetti energetici che per l’assenza di pressioni di tipo politico.
trica del 35%. In totale l’impianto
(realizzato da Cofatech, Siram e
Aster - ndr) è stato ammortizzato
in quattro anni».
I compiti di un Energy manager
di un ospedale come il Gemelli,
sono molteplici. Quali possono
ritenersi un dovere?
Il mio primo compito ritengo esse-
re la razionalizzazione e il rispar-
mio dei consumi energetici, tenen-
do, però, conto delle peculiari
esigenze di una struttura ospeda-
liera. In altre parole, devo tenere
sempre presente che la necessità
di assicurare buone condizioni am-
bientali è una priorità assoluta.
Un’altra importante leva nelle
mani dell’Energy manager per
il controllo dei costi è la gestio-
ne dei contratti di fornitura, sia
di energia che di acqua, che
vanno costantemente monito-
rati per verificarne la conve-
nienza...
Sì, è importante decidere quando
rinnovare i contratti e in che ore del
giorno produrre l’energia elettrica
che viene venduta sul mercato libe-
ro. Bisogna, poi, tenere sotto con-
trollo i consumi effettivi sia di ener-
Carlo Pesaro
15
storia di copertina 5/2010
gia che di acqua con il duplice sco-
po sia di verificare il buon funziona-
mento degli impianti allertando la
manutenzione in caso di consumi
anomali che potrebbero indicare
dei malfunzionamenti, sia per con-
trollare le fatture emesse dai forni-
tori con dati di consumo reali.
Non mancano le mansioni bu-
rocratico - amministrative
Un buon Energy manager deve te-
nersi costantemente aggiornato
sulle norme e sulle leggi di questo
settore in modo da sfruttare al me-
glio le incentivazioni e deve curare
gli aspetti di sicurezza del lavoro
nella centrale attuando tutte le
normative anti infortunistiche.
L’Ospedale Gemelli è dotato di
impianti all’avanguardia: che
cosa si deve fare per affrontare
il problema del risparmio ener-
getico nel caso di un ospedale
con impianti obsoleti?
Io credo che innanzitutto bisogna
valutare accuratamente le esigen-
ze della struttura e le alternative di
approvvigionamento di energia
primaria e di acqua. Successiva-
mente si dovrà scegliere la tipolo-
gia della centrale e qui le best
practice consigliano la cogenera-
zione o ancor meglio la trigenera-
zione. Poi si passa a disegnare le
reti di distribuzione. Solo quando
l’infrastruttura sarà stata aggior-
nata varrà la pena di mirare alla
lotta contro gli sprechi perché i ri-
sparmi che ne derivano sono mol-
to inferiori a quelli che si possono
ottenere dall’ammodernamento
dell’infrastruttura.
La formazione ottimale
di un Energy manager
Giusto per riassumere, e come si
deduce dalle risposte di Pesaro, i
compiti di un Energy manager so-
no sia tecnici che amministrativi e
gestionali e richiederebbero, per
essere svolti nel modo migliore, un
background accademico sia inge-
gneristico che finanziario, com’è
proprio il caso del nostro interlo-
cutore.
a cura di Luciano Barelli
Sergio Tomasino
LE ESCO NELLA SANITÀ/IL CASO DI COFELY
Tecnologie e ritorno degli investimentima al primo punto gli impianti a normaL’impiego delle Rinnovabili dipende dal territorio e dalla facilità degli approvvigionamenti indispensabili al buon funzionamento del nosocomio
La Sanità da tempo ha suscitato
un vivo interesse nelle Esco che
operano in Italia, com’è il caso di
Cofely, risultato della fusione di Co-
fatech, Gruppo Gdf (Gas de Fran-
ce) e di Elyo, Gruppo Suez, realiz-
zata lo scorso dicembre che ha por-
tato alla creazione di una delle tre
aziende del settore che, in Italia, su-
perano il miliardo di euro di fattura-
to, con 50 sedi distribuite sul territo-
rio, un patrimonio di 2mila clienti e
la gestione di 30 centrali di cogene-
razione (già operative o in costruzio-
ne) per un totale di 500 MW elettri-
ci. Come spiega il direttore generale
aggiunto Sergio Tomasino, «l’of-
ferta consiste essenzialmente in ser-
vizi di efficientamento e tecnologici
spesso abbinati a servizi di facility
management, indirizzati soprattutto
verso la Pubblica amministrazione,
che genera il 55% del suo giro d’af-
fari, con al secondo posto, ma ben
distaccato al 25%, il settore indu-
striale».
Ma, nella Sanità - grande comparto
energivoro - si annidano ancora
molti sprechi e varie inefficienze,
impianti non a norma, là dove la for-
nitura di energia elettrica è letteral-
mente vitale, basti pensare alle sale
operatorie.
storia di copertina 5/2010
16
Sergio La Mura
I COSTRUTTORI DI IMPIANTI/IL CASO DI SIRAM
A Udine la nuova centrale della Misericordia fornirà energia anche a scuole e condominiLa società opera dal Nord al Sud ed è forte di un’esperienza centenaria. Il direttore della ricerca, Sergio La Mura, spiega le caratteristiche tecniche dell’appalto
560 strutture per un totale di quasi
70mila posti letto. Sono questi i
numeri gestiti da Siram, società fonda-
ta nel lontano 1912 che in anni più
recenti si è indirizzata alla gestione in-
tegrata di ogni forma di energia. Tra le
referenze ospedaliere il Cardarelli di
Napoli, l’Umberto I di Roma, il Policli-
nico di Milano e quello di Bari.
Sergio La Mura, direttore della ricer-
ca, sottolinea come si possa ottenere
efficientamento e risparmi da diversi
fattori, come l’aggiornamento tecno-
logico degli impianti e il loro livello di
manutenzione: «Dove gli impianti so-
no vecchi e obsoleti e la conduzione
lascia a desiderare, com’è il caso degli
ospedali dove non è raro trovare im-
pianti di 20 anni in cattive condizioni,
ci si può aspettare un ritorno in tempi
rapidi. Se gli impianti sono obsoleti,
può essere necessario un intervento di
manutenzione straordinaria, che può
arrivare fino al rifacimento totale con
la necessità di fare investimenti che
possono essere anche cospicui». Pia-
nificare, quindi, è un po’ come preve-
nire. È il caso del Policlinico di Bari,
dove Siram ha realizzato un impianto
di trigenerazione con interventi dal
costo complessivo di 10 milioni di euro
che hanno portato un aumento
dell’efficienza energetica del 14% e
una riduzione di anidride carbonica
del 33%. Il ritorno dell’investimento è
previsto in circa sette anni.
Siram, che ha appena avviato il cantie-
re per il rinnovo completo dell’ospeda-
le di Venezia (commessa dal valore di
47 milioni di euro), a gennaio ha vinto
un appalto per la costruzione e la ge-
Perciò il primo obiettivo di un tipico
intervento di Cofely è aumentare
l’efficienza degli impianti allinean-
doli nel contempo alle disposizioni
di legge. Il secondo passo è la presa
in carico della gestione per un certo
numero di anni assicurando un co-
sto fisso di fornitura.
Rientro dopo almeno
otto anni
«Le tecnologie di cogenerazione o
trigenerazione permettono di co-
struire impianti con un ritorno
dell’investimento dell’ordine di cin-
que o sei anni indipendentemente
dalla collocazione geografica dell’im-
pianto - dichiara Tomasino -. A ciò si
può aggiungere l’impiego di energie
da fonti rinnovabili se disponibili sul
territorio in adeguata misura e con
facilità di approvvigionamento. Di-
scorso diverso per le tecnologie sola-
ri, fotovoltaico o termico che siano,
perché in questo caso il rendimento
è legato al grado di irraggiamento
solare di cui può beneficiare l’im-
pianto, tanto che in Italia il loro im-
piego è giustificato solo al Sud, e al
livello delle incentivazioni di legge.
Tutto considerato gli impianti solari
hanno un ritorno dell’investimento
in tempi superiori agli otto anni an-
che nelle zone più favorevoli. Perciò
questa è una specie di ciliegina sulla
torta che si può mettere oppure no a
complemento delle centrali di coge-
nerazione secondo criteri di opportu-
nità politica o ambientali, visto che
questi impianti non emettono anidri-
de carbonica, più che per vere ragio-
ni industriali». In ogni caso, tutto ciò
sta a dimostrare che consumare me-
no energia, e conseguentemente
produrre meno anidride carbonica,
non solo è possibile, ma è anche eco-
nomicamente conveniente.
lu.ba.
17
storia di copertina 5/2010
stione di una centrale tecnologica, di
un impianto di cogenerazione e di un
centro servizi e laboratori per l’Azien-
da Ospedaliera Universitaria Santa
Maria della Misericordia di Udine dove
la centrale tecnologica sarà costituita
da un sistema termico da 74,5 MWt,
una centrale frigorifera da 30 MWf e
una centrale di cogenerazione che as-
somma 9,7 MWe a 9 MWt. L’energia
prodotta da tali impianti, oltre a copri-
re l’intero fabbisogno energetico del
complesso ospedaliero, potrà anche
fornire 31.600 MWht a 39 utenze
esterne e cedere oltre 20.000 MWh di
energia elettrica alla rete pubblica, ot-
tenendo la defiscalizzazione di tutta la
fornitura di metano. Il complesso uti-
lizzerà tre motori alimentati a metano
e 2 motori alimentati a olio vegetale
che, essendo considerato fonte rinno-
vabile, permetterà di ottenere i relativi
Certificati Verdi e una riduzione annua
di 12.800 tonnellate di anidride carbo-
nica. Una rete di teleriscaldamento
fornirà calore ad altre 34 grandi uten-
ze, oltre ai 5 edifici del complesso
ospedaliero. In questo modo, sarà
possibile eliminare le caldaie di ben 17
istituti scolastici e 16 condomini, otte-
nendo una forte riduzione delle emis-
sioni in atmosfera dei principali inqui-
nanti (monossido di carbonio, ossido
di azoto, polveri sottili e biossido di
zolfo) e dunque un miglioramento
dell’aria cittadina. lu.ba.
GLI IMPIANTI DI COGENERAZIONE
I motori a tutto gas adatti agli ospedaliAlto coefficiente d’utilizzo e accise ridotteLe capacità di adattamento e la robustezza del propulsore di Jenbacher del Gruppo Ge favoriscono l’impiego in strutture operative a ciclo continuo
Ospedali a tutto gas, basta che sia
“alternativo”. È quanto succede
se la scelta di un nosocomio cade sui
motori Jenbacher, che vengono utiliz-
zati in gruppi elettrogeni autonomi e
impianti di cogenerazione per la pro-
duzione di energia. Fin qui tutto nor-
male tranne il fatto che la capacità di
Jenbacher Gruppo Ge è quella di ac-
cettare di essere alimentati, senza mo-
difiche strutturali, ma solo con una
regolazione, con gas di ogni tipo, ossia
non solo metano, ma anche biogas,
biogas da discarica, gas da miniera,
gas da fognatura, gas da depuratori
delle acque o da scarti di lavorazione
del legno e altri scarti industriali.
Questi gas, vista la loro diversa prove-
nienza, devono essere analizzati ed
eventualmente purificati secondo le
specifiche di Jenbacher che può arri-
vare anche a fornire e installare le ap-
parecchiature complementari neces-
sarie, comunque di produttori terzi,
come pure il sistema di filtraggio dei
fumi per l’eliminazione degli inqui-
nanti. Il risultato è un gruppo di po-
tenza a basse emissioni, alimentato
con gas altrimenti inutilizzati e perciò
molto economico quanto ai costi di
gestione.
Il gas utilizzato dipende dalla colloca-
zione geografica dell’impianto: men-
tre il metano lo si trova dappertutto, e
pertanto è l’alimentazione di riferi-
mento, gli altri gas sono particolari dei
luoghi di produzione: le miniere per il
grisou, le discariche per il biogas da
discarica e così via.
L’impiego tipico dei motori Jenbacher
è negli impianti di cogenerazione, do-
ve si raggiungono efficienze dell’ordi-
ne del 90%, un valore particolarmen-
te buono se paragonato all’efficienza
media di apparecchiature consimili
sul mercato. In particolare, questi
motori trovano una collocazione otti-
male negli ospedali. Il perché ce lo
spiega Mario Artoni, amministrato-
Mario Artoni
Nel settore industriale motori come quellidi Jenbacher sono giustificati nelle aziende come le farmaceutiche, chimiche, tessili, alimentari ossia quelle che hanno un consumo energetico non troppo importante. Nel caso delle raffinerie o delle acciaierie, invece, dove le potenze in gioco sono dell’ordine delle decine di MW, si impiegano i motori a turbina visto che sono prodotteda un’altra divisione di Ge.
storia di copertina 5/2010
18
APPLICAZIONI ALTERNATIVE
C’è un lago nella contea di Nottinghamdove pesca le risorse il King’s Mill HospitalScambio termico assicurato da piastre poste sott’acqua collegate a pompe di calore. Faro fotovoltaico dalla Germania per il San Carlo Borromeo di Milano
Attingere dalle acque di un lago
l’energia necessaria per riscalda-
re e climatizzare (rispettivamente 5 e
5,4 MWt). È quanto avviene al King’s
Mill Hospital operativo nella cittadina
di Sutton in Ashfield nel Notting-
hamshire (Regno Unito).
Si tratta di una variante della soluzione
a pompa di calore, che più comune-
mente attinge all’energia degli strati
sotterranei, giustificata dall’essere
l’ospedale a soli 800 metri da un lago
di 165.000 mq di superficie. In questo
caso lo scambio termico è assicurato
non da sonde nel terreno, ma da 140
piastre Slim Jim, prodotte dalla società
britannica Aweb Supply e imple-
mentate da Geothermal Internatio-
nal che le ha immerse a una profondi-
tà di un metro e mezzo circa, per una
superficie di scambio termico di 1.512
mq. Queste piastre sono collegate,
mediante tubazioni in polietilene po-
ste nel terreno a una profondità di
re delegato di Jenbacher Gas Engines:
«In Italia gli ospedali sono un settore
dove Jenbacher vanta una presenza
particolarmente significativa, con 40
installazioni. La molla è la possibilità
di risparmio sulla voce energia che è
una componente importante dei bi-
lanci delle aziende ospedaliere. Il ri-
torno dell’investimento in motori co-
me i nostri è più o meno rapido a se-
conda del coefficiente di utilizzo e gli
ospedali, che sono operativi 365 gior-
ni all’anno e 24 ore al giorno, hanno
un coefficiente di utilizzo molto alto.
Inoltre godono di accise ridotte
nell’acquisto del gas metano. Infine,
si ottiene anche una sensibile riduzio-
ne dell’emissione dell’anidride carbo-
nica, ma questo fattore, da solo, non
sarebbe sufficiente a giustificare l’in-
vestimento».
La giustificazione economica della co-
generazione fino a che punto dipende
dagli incentivi?
«In linea di massima è indipendente,
anche se gli incentivi si possono rive-
lare significativi in settori specifici co-
me le aziende agricole - risponde Ar-
toni -. In generale si dimensiona la
potenza dell’impianto per coprire il
fabbisogno medio di energia elettrica
e di calore, utilizzando generatori au-
siliari per coprire i picchi. Infatti, in
questi casi, non è conveniente pro-
durre un eccesso di energia elettrica
da vendere sul mercato perché le ta-
riffe non sono convenienti, contraria-
mente a ciò che accade per le produ-
zioni dei pannelli solari».
ma.ga.
circa un metro, a 42 pompe di calore
della WaterFurnace International
di Fort Wayne, Illinois, che sfruttano la
differenza di temperatura con l’acqua
del lago per assicurare al 100% sia il
riscaldamento che la refrigerazione
dell’ospedale.
L’aver evitato costose trivellazioni ha
permesso un notevole risparmio sui
costi di realizzazione dell’impianto, ha
dichiarato l’installatore che vanta la
realizzazione di 2mila impianti geoter-
I motori utilizzati da Jenbacher nei gruppi elettrogeni sono alimentati con ogni tipo di gas
storia di copertina 5/2010
mici per decine di MW in tutto il Regno
Unito. Altri vantaggi dichiarati: un bas-
sissimo livello di emissioni di CO2 ri-
spetto ai tradizionali sistemi e costi
molto bassi sia di gestione sia di manu-
tenzione.
Ma sugli ospedali ben ci stanno anche
le installazioni di fotovoltaico. Tanto
più se sono state assegnate da una
sorta di “premio”. È successo all’Ospe-
dale San Carlo Borromeo di Milano
che ha ricevuto in dono un impianto
fototermico attraverso il progetto
“Leuchtturm” (faro, in tedesco), pro-
mosso dalla Camera di commercio
Italo-germanica, realizzato dall’ Agen-
zia tedesca per l’energia e sponsoriz-
zato dal ministero federale tedesco
dell’Economia e della tecnologia.
L’impianto è composto da tre multi-
collettori della Solarhybrid, che han-
no la particolarità di essere ibridi, ossia
di essere in grado di trasformare
l’energia solare sia in energia elettrica
che termica in parallelo. A regime po-
trà produrre 2.526 kWh di energia
elettrica e 13.876 kWh di energia ter-
mica, il che ridurrà l’utilizzo di gas na-
turale e produrrà energia elettrica
ecologica destinata a essere immessa
nella rete elettrica risparmiando sulla
bolletta e riducendo l’emissione in at-
mosfera di 5,5 tonnellate di CO2 an-
nuali. Il rendimento energetico dell’im-
pianto sarà visualizzato su un display
collocato all’ingresso dell’ospedale,
insieme ai dati relativi alla quantità di
emissioni di CO2 evitate.
lu.ba.
Un’immagine del King’s Mill Hospital che attinge energia dalle acque di un vicino lago
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in 22 paesi
21
storia di copertina 5/2010
Il progetto nasce nel 2009
dall’esigenza di una struttura
ospedaliera di nuova realizzazio-
ne di valutare se fossero possibi-
li risparmi sul costo della bolletta
energetica e se l’introduzione di
fonti di energia alternativa
avrebbe comportato risparmi in-
teressanti.
L’obiettivo era in generale quello
di ottimizzare i costi mantenen-
do comunque un profilo di con-
sumo confacente alle esigenze
dell’ospedale, legato quindi alle
funzioni tipicamente di building
(illuminazione, riscaldamento,
condizionamento), agli apparati
ospedalieri (Tac, Medicina nucle-
are) e alle infrastrutture Ict.
Le varie fasi del progetto di valu-
tazione energetica hanno com-
preso: un’analisi della struttura
dei costi energetici per valutare
eventuali criticità; una valutazio-
ne sulle modalità di approvvigio-
namento utilizzate e sulla possi-
bilità di ottimizzare il contratto
in essere (per esempio, modifi-
candolo se molti consumi posso-
no essere effettuati in fasce ora-
rie a minore costo); l’individua-
zione di possibili aree di inter-
vento (per esempio, sistemi di
illuminazione basati sulla pre-
senza o uno spostamento fisico
dei condizionatori per ottenere
una migliore efficienza termica);
una “What If Analysis” per simu-
lare possibili riduzioni dei costi
associate a modifiche dei com-
portamenti.
«L’esperienza ha dimostrato che
spesso bastano semplici accorgi-
menti per migliorare il profilo di
consumo energetico in una
grande organizzazione - ha com-
mentato Glauco Bigini, mana-
ger Cefriel - e che molto lavoro
va fatto sulla User Awareness, in
quanto spesso a una maggiore
consapevolezza e alla creazione
di una cultura comune sul tema
del risparmio energetico sono
associabili i maggiori risparmi.
È stato, inoltre, valutato che
l’impatto dell’Ict sulla struttura
dei costi energetici era molto
basso (intorno al 2%), come av-
viene tipicamente quando si
considerano organizzazioni in
cui l’Ict non fa parte del core bu-
siness, e che l’ambito in cui avve-
nivano i maggiori consumi era
quello del condizionamento del-
le temperature».
Al termine del lavoro, la propo-
sta di ricorso a fonti di energia
alternative ha mostrato una par-
ticolare propensione (peraltro
tipica) del cliente a considerare
soluzioni “ovvie” e molto ben
pubblicizzate come il fotovoltai-
co. In realtà, l’analisi aveva mo-
strato come la maggior voce di
costo e consumo fosse legata
alla gestione delle temperature.
Per ottimizzare questo aspetto,
l’aggiunta di una nuova fonte di
energia elettrica non avrebbe
rappresentato la soluzione adat-
ta. Nel caso specifico, il ricorso,
invece, a tecniche di raffredda-
mento dell’acqua con pompa
geotermica avrebbe consentito
una riduzione sostanziale dei
consumi legati all’impianto di
condizionamento, a costi di rea-
lizzazione inferiori.
La scelta di una particolare fonte
energetica rinnovabile, spesso, è
dettata più da “percezioni” sui
consumi che non dalla realtà dei
fatti. Questo progetto e il meto-
do seguito hanno, invece, mo-
strato come solo un’analisi accu-
rata possa consentire di veicolare
al meglio gli investimenti per
l’efficienza energetica.
Diego Ragazzi(manager Green Ict Cefriel)
IL PARERE DI GLAUCO BIGINI (MANAGER CEFRIEL)
La prima regola del vero risparmionasce dalla gestione dei consumi
Glauco Bigini
focus
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5/201024
IL BILANCIO DI ASSOCARBONI
Italia all’avanguardia sul carbone pulito«Ora lasciateci convertire gli impianti»Le imprese sollecitano il Governo a favorire l’innalzamento della quota nel mix energetico. I rilevanti investimenti per catturare e stoccare il biossido di carbonio
Paradosso: in Italia si usa an-
cora troppo poco carbone
per produrre energia e c’è anco-
ra troppa dipendenza dall’estero
per gli approvvigionamenti ener-
getici: il 92,8% dell’energia uti-
lizzata in Italia viene importata.
Il carbone incide solo per il 12%
sul mix energetico italiano, a
fronte del 33% europeo. A livel-
lo mondiale l’Italia pesa solo per
lo 0,5% sul consumo totale di
carbone (la Germania pesa per il
2,4%). Le importazioni di carbo-
ne da vapore, secondo Assocar-
boni, nel 2009 si sono attestate
nell’ordine delle 15,75 milioni di
tonnellate (in calo rispetto al
2008) e sono drammaticamente
crollate quelle di carbone side-
rurgico (meno 35%) a causa del-
la diminuzione della produzione
dell’industria siderurgica. Resta-
no stabili quelle di petcoke (2,6
milioni di tonnellate).
Prendiamo a esempio
la centrale di Civitavecchia
«Eppure in Italia siamo all’avan-
guardia per ciò che riguarda le
tecnologie relative al carbone
pulito e nella tecnologia Ccs
(cattura e stoccaggio di biossido
di carbonio - ndr) - sottolinea
Andrea Clavarino, presidente
di Assocarboni -. Basta vedere la
centrale di Civitavecchia, un con-
centrato di tecnologie all’avan-
guardia. Sul fronte del mix ener-
getico siamo rimasti veramente
indietro: abbiamo sostituito il
petrolio col gas, che oggi incide
per il 70% nel nostro mix ener-
getico (nel mondo per il 17% -
ndr). Basterebbe che i governi ci
lasciassero riconvertire in tempi
Tabarelli (Nomisma): «Meno consumi, ma attentia non fare confusione con il risparmio da povertà»
«Grazie alla crisi è diminuita in Italia la dipendenza dal gas, da quello
soprattutto proveniente dalla Russia, ma è un effetto della diminuzione
dei consumi, effetto della crisi e quindi attenzione a non confondere
la riduzione dei consumi consapevole con un risparmio dovuto alla
povertà - avverte Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia -.
Attenzione anche all’appiattimento dell’intensità elettrica, che
indicherebbe, in una situazione economica non critica, un aumento
dell’efficienza energetica nel medio-lungo periodo. In questo momento,
invece, l’appiattimento dell’intensità elettrica prende origine da un calo
dei consumi e della produzione. E questo è pericoloso in un Paese come
l’Italia dove l’industria ha un’alta vocazione esportatrice: le esportazioni
servono a far entrare valuta, che contrasta il debito pubblico». Tabarelli
ha anche evidenziato come il problema ambientale non è ridurre le
emissioni di CO2, ma garantire la qualità dell’aria nella Pianura padana,
ad alta concentrazione industriale e che chiede più energia di altre zone
d’Italia. «Le centrali
elettriche, grazie alle
tecnologie e ai nuovi filtri,
incidono solo per l’1%
sulle emissioni di Pm10,
avendo ridotto del 90%
la produzione di agenti
inquinanti. È inutile
demonizzarle, anzi serve
più elettricità e lavorare
su altri elementi, come il
riscaldamento degli edifici:
si potrebbe sostituire
le caldaie con le pompe
di calore per esempio».
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focus 5/201024
Agnese Ananasso
rapidi gli impianti e che si por-
tasse il carbone dal 12 al 16%
nel mix energetico nei prossimi
quattro anni. L’impianto di Porto
Tolle, la cui riconversione ha ri-
chiesto 1,6 miliardi di euro di
investimento, genererebbe mille
posti di lavoro diretto, più due-
mila per l’indotto; la centrale a
carbone di Vado Ligure, in cui
sono stati investiti 800 milioni di
euro, potrebbe creare altri cento
posti di lavoro diretto.
Con le nostre tecnologie siamo
in grado di far raggiungere alle
nostre centrali il 46% di efficien-
za energetica, ben oltre l’attuale
35%, grazie anche alle migliori
caldaie esistenti. Lasciateci fare
dunque».
Tecnologie che sono nelle mani
delle aziende di grandi dimensio-
ni, che possono permettersi
grandi investimenti e grandi im-
pianti, in tutti i settori energeti-
ci, dall’eolico al nucleare. Im-
pianti che realizzano economie
di scala e che sono più efficienti
delle reti di piccoli impianti spar-
si sul territorio.
Ma anche le grandi aziende han-
De Vita (Unione Petrolifera): «Con il vento dell’Est un eccesso di capacità produttiva»
A livello globale il settore del carbone dimostra di non risentire della crisi economica, tant’è che la produzione mondiale di carbone, secondo As-socarboni, è salita nel 2009 a sei miliardi di tonnellate, facendo registra-re un incremento del 2,5% rispetto al 2008. «Ma attenzione - avverte Pasquale De Vita, presidente Unione Petrolifera - occorre analizzare come questa domanda sia distribuita a livello mondiale». La Cina ha im-portato nel 2009 126 milioni di tonnellate di carbone (+211% sul 2008 - ndr), l’India 59 milioni di tonnellate, il 28% rispetto al 2008 e, paralle-lamente, ha incrementato la produzione interna di carbo-ne del 7,8%. La Cina diven-ta così il primo importatore netto di carbone. «Stanno cambiando le aree ad alta produzione industriale, le economie dell’Est stanno crescendo velocemente e si rischia di fare previsioni del tutto inadeguate. Si sta an-dando verso un eccesso di capacità produttiva e il qua-dro che si sta prefigurando non è affatto transitorio ma strutturale».
no bisogno di avere garanzie, di
veder tutelati i propri investimen-
ti. Un problema sollevato da
Klaus Schäfer, amministratore
delegato di Eon: «Accettare la sfi-
da di dimezzare le emissioni di
Il carbone, dove e quanto (dati 2009 e confronto con 2008 espressi in tonnellate)
Fonte: Assocarboni
Nel mondo 6 miliardi (+2,5%)
Cina import 126 milioni (+211%)
export 22,4 milioni (-50,7%)
India import 59 milioni (+28%)
Europa import 195 milioni (-17%)
CO2 entro il 2030 vuol dire cam-
biare il proprio portfolio tecnolo-
gico: le tecnologie per la riduzio-
ne delle emissioni costano care e
chi paga questo cambiamento?
Noi abbiamo scelto di investire
nella tecnologia Ccs, nella post
combustione, già in fase di speri-
mentazione in Olanda e Regno
Unito.
Questa tecnologia, che va speri-
mentata soprattutto in grandi
centrali, richiede investimenti
che vanno dai 6 ai 10 miliardi di
euro, investimenti che vanno fi-
nanziati. E noi operatori dobbia-
mo avere la garanzia del consen-
so non solo politico ma soprat-
tutto pubblico, della stabilità
delle leggi e del supporto agli in-
vestimenti».
news&mercati
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5/201024
Nadia Tadioli
MULTIUTILITY
Gelsia si fa più libera ed efficiente In tema di gas cerca alleanzeLa società che raggruppa le municipalizzate della Brianza separa le attività di mercato da quelle a concessione. Le minori spese destinate all’innovazione
Un gruppo più snello ed efficien-
te per affrontare le sfide della
liberalizzazione. È questa l’ultima
mossa di Gelsia, la società multiutility
nata dal raggruppamento delle mu-
nicipalizzate dei comuni della Brian-
za, capitanato da Seregno. Per essere
più efficiente nei diversi business (gas
che rappresenta il 68% del fatturato,
elettricità 18% e ambiente 9,7%) è
stato avviato un processo di raziona-
lizzazione della struttura, separando
le attività a libero mercato da quelle
soggette a concessione. Le società
del Gruppo passeranno da cinque a
tre, in particolare è prevista l’incorpo-
razione di Gelsia Energia e di Gelsia
Calore in Gelsia srl e successivamente
il conferimento degli asset di cogene-
razione e teleriscaldamento a Gelsia
Reti. Questo significherà ridurre i
consigli di amministrazione da 5 a 3
con un risparmio calcolato in circa
600 milioni di euro. «Si rafforza così
la capogruppo - spiega Dario Ghez-
zi, presidente di Gelsia -, mentre si
semplifica la gestione, liberando ri-
sorse da dedicare agli investimenti. Il
piano industriale 2010- 2012 è stato
sviluppato con l’obiettivo di prepara-
re il Gruppo ad affrontare le gare per
il rinnovo delle concessioni della di-
stribuzione di gas e per la scelta del
socio privato del servizio di igiene
ambientale». Per migliorare la sua
presenza nel mercato del gas, Gelsia
intende consolidare e rendere più
efficiente la struttura per aumentare
la presenza territoriale. Già oggi co-
munque copre il 60% del territorio
con una rete di 1.500 chilometri e il
business presenta una buona margi-
nalità. L’obiettivo è quello di poten-
ziare il servizio in termini di qualità e
innovazione tecnica ed espandere la
presenza nel mercato fidelizzando gli
attuali clienti ed estendendo l’attività
a livello regionale. Il Gruppo punta
così a diversificare le fonti di ricavo
(elettricità, gestione calore, teleriscal-
damento) e a sviluppare la termova-
lorizzazione dei rifiuti anche attraver-
so l’aggregazione ad altri partner.
Anche per l’igiene urbana l’intenzio-
ne è potenziare la presenza territoria-
le cercando un partner privato. Il
Gruppo è anche interessato a svilup-
pare iniziative nel mercato dell’ener-
gia da fonti rinnovabili, condividen-
dole con altri operatori del settore.
«Non possiamo fermarci - ha spiega-
to Giacinto Mariani, sindaco di Se-
regno -, l’evoluzione del contesto
competitivo pone alle aziende locali
nuove sfide di crescita: per questo
dobbiamo pensare a nuovi partner».
È questa l’incognita che dovrà essere
sciolta nei prossimi mesi per confer-
mare il valore di un Gruppo con buo-
ne performance economiche: nel
2009 il margine operativo lordo è
stato di poco superiore ai 20 milioni
di euro, mentre il margine operativo
netto di 11 milioni. Il piano presenta-
to mostra una gestione finanziaria
che nei tre anni considerati genera
una liquidità di oltre 30 milioni di eu-
ro, coprendo integralmente il fabbi-
sogno finanziario del Gruppo.
Al centro Giacinto Mariani, sindaco di Seregno, alla sua destra Dario Ghezzi, presidente Gelsia
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news&mercati 5/201024
LA FUSIONE TRA IRIDE ED ENÌA
Il primo luglio via libera ufficiale a IrenNasce la seconda maxi Utility italianaOltre 80 i Comuni soci di controllo di Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Un giro d’affari tra i 3,5 e 4 miliardi di euro. La forza nel teleriscaldamento
Dopo un travaglio durato oltre
un anno e mezzo, il primo
luglio nascerà ufficialmente Iren,
la seconda maxi Utility italiana
(dopo A2a) generata dalla fusio-
ne della ligure-piemontese Iride e
dell’emiliana Enìa.
Oltre 80 i Comuni soci di control-
lo della nuova entità (con un pat-
to di sindacato al 51%), che avrà
sede a Reggio Emilia e genererà
un giro d’affari compreso fra 3,5
e 4 miliardi di euro e una capita-
lizzazione di oltre 1.800 milioni.
Sarà presieduta da Roberto Baz-
zano (attuale presidente di Iride),
avrà per vice presidente Andrea
Allodi (attuale presidente di Enìa)
e come amministratore delegato
ritroveremo Roberto Garbati
(attuale amministratore delegato
di Iride). Infine, la carica di diret-
tore generale sarà ricoperta da
Andrea Viero (attuale ammini-
stratore delegato di Enìa).
Iren opererà in Piemonte, Liguria
ed Emilia Romagna e potrà conta-
re su un portafoglio di 1,7 milioni
di clienti serviti nel settore ener-
getico e oltre 2,3 milioni nel ciclo
idrico e ambientale.
Il raggio d’azione comprenderà i
settori dell’energia elettrica, com-
prese le rinnovabili, del gas,
dell’acqua, dell’ambiente, del te-
leriscaldamento cui dovrebbe co-
prire un posto di rilevanza nazio-
nale. Tra le partecipazioni societa-
rie di Iren spiccano il 15% di Del-
mi (che insieme a Edf controlla il
Gruppo Edison) e il 10% di Edi-
power.
Bilancio Enìa
Intanto, il background economico
di Enìa lo si trova nel recente bi-
lancio 2009 appena approvato. È
da notare che i ricavi sono stati di
chiarati in diminuzione per effet-
to della riorganizzazione delle at-
tività di Gruppo che, lo scorso
anno, ha trasferito dalla control-
lata Enìa Energia alla collegata
Sinergie Italiane le attività di
trading (con fatturato pari a circa
310 milioni di euro).
L’operazione ha pesato soprattut-
to in area gas dove i ricavi si sono
attestati in diminuzione del 43,5
per cento.
Contrazione anche per il settore
teleriscaldamento i cui numeri
evidenziano ricavi per 72,6 milio-
ni di euro, a fronte degli 83,7 mi-
lioni dell’esercizio 2008 (-13,3%),
per effetto dell’aumento del co-
sto delle materie prime e nono-
stante i maggiori quantitativi di
calore venduto: 543,7 GWh ter-
mici rispetto ai 496,5 GWh del
2008 in forza dello sviluppo dei
volumi abitativi teleriscaldati e
all’estensione del servizio nella
città di Piacenza.
Cresce, in sostanza, solo il settore
idrico che ha generato ricavi per
163,3 milioni di euro, con un in-
cremento del 9,1% rispetto ai
149,7 milioni di euro dell’eserci-
zio precedente.
Bilancio Enìa 2009
Ricavi consolidati a 999,7 milioni di euro
esperienze&carriere
28
5/201024
STRATEGIE D’IMPRESA
Una miscela di risparmi nelle cappe di FaberCosì calano i consumi, ma non la qualitàI risultati del progetto realizzato in collaborazione con Beghelli. L’innovazione come modello di business: lo spiega il managing director Stefano Socci
Una media di 18.000 kWh ri-
sparmiati ogni mese, pari al
quotidiano dispendio energetico
globale di 2.200 abitazioni. È que-
sto il risultato che lo stabilimento
Berbentina di Faber, azienda mar-
chigiana attiva nella produzione di
cappe aspiranti, ha ottenuto in
collaborazione con il progetto “Un
Mondo di Luce a costo zero” pro-
posto da Beghelli.
800 nuovi apparecchi hanno rin-
novato il vecchio impianto di illu-
minazione dello stabilimento di
Sassoferrato, in provincia di An-
cona, da cui nascono le cappe
più tecnologiche e innovative
dell’intera produzione. L’impian-
to - fa notare la Beghelli - si ripa-
ga con il risparmio energetico
che esso produce (calcolato at-
torno al 50% dei costi che veni-
vano sostenuti prima). In che mo-
do si ottiene tutto ciò? Grazie a
un dispositivo elettronico brevet-
tato in grado di misurare con
precisione il consumo di ogni sin-
golo apparecchio installato.
Ma a quanto pare l’argomento
“efficienza energetica” è da anni
uno degli aspetti più sentiti e svi-
luppati all’interno di Faber.
Energia24 ha raggiunto Stefano
Socci, managing director di Fa-
ber, per capire come questa
azienda interpreta il tema “ri-
sparmio e ottimizzazione energe-
tica” a iniziare dall’organizzazio-
ne aziendale che «fa capo al di-
partimento Qualità e si avvale del
pieno contributo di altre funzioni
e di consulenti esterni per pro-
getti mirati».
Con questo team, ormai da anni
Faber monitora i consumi di ener-
gia, acqua, gas e la produzione
di rifiuti «con l’obiettivo - rac-
conta Socci - di ridurli».
Con quali risultati?
Dal 2006 al 2009 abbiamo otte-
nuto una riduzione media del
20%, in linea anche con la certi-
ficazione Iso 14001 da noi otte-
nuta a fine 2002. Interveniamo
sia sui processi interni, sia sul
prodotto grazie ai forti e continui
investimenti effettuati nella Ri-
cerca e sviluppo, vero motore
della crescita Faber nei quasi 60
anni di vita dell’azienda. Da que-
sto punto di vista anche l’intro-
duzione massiccia delle tecniche
6 sigma ha dato un contributo
rilevante al miglioramento dei
consumi energetici con progetti
mirati al contenimento degli
scarti e dei consumi.
E nel tempo, quali soluzioni
tecniche avete adottato?
Faber sta lavorando sia sui pro-
cessi interni con l’acquisto di
nuovi macchinari, con l’utilizzo
di illuminazione a basso consu-
mo energetico negli ambienti
produttivi, sia sul prodotto cappa
(che è il nostro core business).
Negli ultimi due anni, abbiamo
introdotto motorizzazioni più ef-
ficienti con un risparmio che cal-
coliamo vada dal 20 al 70% dei
consumi energetici; illuminazio-
ne Led con un faretto da noi bre-
vettato che permette di ridurre i
consumi del 90% e l’uso più clas-
sico sulle cappe di lampade Pl e
alogene a basso consumo.
In ogni nostra iniziativa la ridu-
Stefano Socci
29
esperienze&carriere 5/201024
Camilla Galli Macricè
zione dei consumi energetici è
una priorità. Così nello sviluppo
di un prodotto unico come la
cappa Klima che unisce le presta-
zioni di una cappa con quelle di
un condizionatore, abbiamo sta-
bilito in via prioritaria con il no-
stro partner Olimpia Splendid
(azienda che opera nel mondo
dei condizionatori - ndr) che uno
dei parametri fondamentali do-
vesse essere il raggiungimento
della classe A.
Anche il design definito dallo
studio King e Miranda è pensa-
to per far “respirare” bene la
cappa Klima e coopera al rag-
giungimento di tale obiettivo.
Quindi oggi ci possiamo “vanta-
re” non solo di avere un prodotto
tecnologicamente unico, ma an-
che all’avanguardia in termini di
rispetto ambientale. Inoltre stia-
mo lavorando attivamente ad al-
tre soluzioni per il risparmio
energetico, inteso come bilancio
complessivo dell’energia consu-
mata in una casa.
Come si muove la filiera cui
siete collegati? È all’erta o vi-
ve in maniera passiva il tema
del risparmio energetico e del
non inquinamento?
Il panorama è abbastanza varie-
gato, ma vediamo che l’attenzio-
ne al risparmio energetico (anche
per una questione di costi) sta
crescendo molto e riceviamo
molte proposte e idee anche dal
mondo esterno per l’abbattimen-
to di consumi energetici così co-
me per la riduzione dei rifiuti.
Credete che l’efficienza ener-
getica sia anche un buon ar-
gomento di marketing ovvero
che risparmiare energia sia un
tema che interessa anche al
vostro cliente?
Faber vende in tutto il mondo e
quindi stiamo su mercati caratte-
rizzati da clienti con sensibilità
molto diverse. È però evidente
che si sta affermando in alcune
aree un’attenzione più marcata
“Un mondo di luce a costo zero” è la soluzione che dà luce allo stabilimento Faber
da parte del cliente finale e della
catena di distribuzione ai temi
del risparmio energetico. Esempi
sono le costruzioni con certifica-
to energetico, in Europa e negli
Stati Uniti, che impongono ai
produttori norme sempre più
avanzate. Questa situazione ri-
chiede una competizione sempre
più accentuata sui temi dell’in-
novazione tecnologica e quindi
avvantaggia un’azienda come
Faber che ha fatto da sempre
della Ricerca e sviluppo l’asse
portante del proprio modello di
business.
Gli addetti ai lavori si incontrano agli
Il prossimo appuntamento è previsto per giovedì 17 giugnocon un focus sulla professione degli Energy manager
Per saperne di più e partecipare scrivi a: [email protected]
Sponsor dell’iniziativa
esperienze&carriere
30
5/201024
Ben 40mila euro all’anno sull’ap-
provvigionamento di gas e ener-
gia. È questo il risparmio dichiarato
da McKinnon&Clarke nei confronti
della filiale italiana della JohnsonDi-
versey, il colosso nella fornitura di
prodotti per l’igiene e la pulizia.
Lo scenario italiano contraddistinto
da condizioni di mercato sfavorevoli
e da formule dei listini dell’energia
particolarmente complessi hanno
rappresentato una sfida per il team di
McKinnon&Clarke chiamati a ripiani-
ficare l’approvvigionamento delle ri-
Con McKinnon&Clarke la bolletta JohnsonDiversey cala di 40mila euro
PIANIFICAZIONE
Iclienti luce&gas si fanno sempre più sofisticati e
vogliono avere un maggiore controllo sulla spesa
energetica e sull’impatto ambientale. Una recente
indagine condotta da Ibm ha rivelato che oltre il 90%
degli intervistati, provenienti da varie parti del mon-
do, desidererebbe avere gli strumenti per gestire il
proprio utilizzo dell’energia.
Questi cambiamenti dimostrano che i consumatori
chiedono di più dalla loro relazione con i fornitori di
elettricità. «È ora di rivedere i modelli di business che
hanno stimolato la crescita e il successo per il settore
dell’energia e delle Utilities negli ultimi cinquant’an-
ni. Gli elementi generatori di valore saranno molto
diversi nel prossimo decennio - spiega Michael Va-
locchi, global energy & Utilities leader per Ibm -. In
questo nuovo ambiente, le Utilities che sono dispo-
ste a ripensare al loro modello di business fonda-
mentale si troveranno in una posizione migliore per
trarre vantaggio dai prodotti emergenti, dalle tec-
nologie e dai servizi a disposizione dei loro consu-
matori». Insomma, tutto cambia e devono cambiare
anche i fornitori di energia.
Le direzioni? Reti intelligenti, generazione distribu-
ita e tecnologie di accumulo.
Per il terzo anno consecutivo ConsiagReti riceve incen-
tivi (quest’anno pari a 322mila euro) al termine delle
verifiche dell’Aeeg sui dati di sicurezza e continuità del
servizio di distribuzione del gas (nel caso di ConsiagReti
oltre 1.400 Km di rete gestita). Per gli utenti si tratta di
un’ulteriore e certificata garanzia della sicurezza degli im-
pianti di distribuzione che, se realizzati e gestiti nel rispet-
to delle normative, rigorose in questo settore, evitano
pericolose dispersioni e fughe di gas. Il sistema messo a
punto dall’Autorità prevede, infatti, due diverse compo-
nenti: la prima premia la riduzione delle dispersioni di gas,
la seconda prevede un incentivo collegato al grado e al
controllo di odorizzazione del gas. Due aspetti fondamen-
tali in termini di sicurezza: il gas naturale, infatti, è di per
sé privo di odore ed è quindi necessario aggiungere appo-
site sostanze per conferirgli un odore caratteristico che
consenta di individuarne facilmente la presenza ed evitare
così eventuali esplosioni o intossicazioni.
Addio chiavi in mano, i clienti luce&gas vogliono il controllo delle loro spese
ConsiagReti offre continuità e sicurezza e riceve in cambio incentivi
INDAGINE IBM
DISTRIBUZIONE DEL GAS
sorse e a garantire un risparmio a li-
vello di costi e di consumi - di energia
elettrica e gas - anche nell’ottica di
preservare l’ambiente.
Costi elettricità*
Costo 2009 142,242.47
Costo 2010 122,727.24
Percentuale di risparmio: 13,72%
*escluso oneri, imposte e tasse
Costi gas*
Costo ott. 2008 - sett. 2009 65,252.33
Costo ott. 2009 - sett. 2010 61,578.42
Percentuale di risparmio: 5,6%
31
normative&direttive 5/201024
REGOLE COMUNITARIE
Le certificazioni sulla via dell’efficienza diventano quasi obblighi di leggeI sistemi di gestione ambientale si arricchiscono della norma Uni Cei En 16001 che completa la 14001. Il ruolo strategico delle direttive nella riduzione dei consumi
Volontaria ma non troppo, così
Antonio Panvini, segretario
del Gruppo Uni/Cti, ha definito la
Uni Cei En 16001, la norma tecnica
sull’efficienza dell’uso dell’energia
e sui servizi energetici. «È volonta-
ria perché è una norma e non una
legge - ha spiegato Panvini -, ma
diventa cogente in quanto è lo stru-
mento tecnico che permette di
concretizzare la legislazione nazio-
nale ed europea, in particolare la
direttiva n. 2006/32/Ce recepita dal
decreto legislativo 115 del 2008».
D’altra parte questa certificazione
è solo un tassello di una rete di
norme europee per l’efficienza
energetica. Prima fra tutte la Uni
Cei 11339/2009 per gli Energy
Il primato di M&It Consulting
M&It Consulting, una società di consulenza che si occupa di management e Information technology, è la prima azienda in Italiae una delle prime in Europa a essersi aggiudicata la certificazione energetica. A rilasciarla è stata Bsi, l’ente di normazione internazionale che fra i primi si è mosso per far conoscere e promuovere la En 16001. Il percorso ha previsto l’introduzione di misure infrastrutturali su uffici e impianti o apparecchiature e la sensibilizzazione del management e del personale. È stata definita una politica energetica, attraverso l’analisi dei consumi, la definizione di misure di miglioramento delle performance energetiche, lo sviluppo e l’attuazione di un piano di monitoraggio.
manager, mentre nella tarda pri-
mavera dovrebbe essere approva-
ta anche la Uni Cei 11352 sulle
società fornitrici di servizi energe-
tici, le Esco, che andrebbe ad af-
fiancarsi alla En 15900 sui servizi
di efficienza energetica e sulla
prossima norma sugli Energy au-
dit. Infine, la 16001 rappresenta il
complemento energetico alla
14001, sui sistemi di gestione am-
bientale. Sono, infatti, due prov-
vedimenti speculari e studiati in
modo che possano integrarsi per-
fettamente.
La certificazione si ottiene attra-
verso un percorso che parte
dall’identificazione dei consumi
energetici di un’azienda e che sta-
bilisce degli obiettivi misurabili,
dopo avere stilato una politica
energetica precisa e aver deciso
quali provvedimenti adottare. Oc-
corre nominare dei responsabili
energetici, gli Energy manager, e
coinvolgere tutto il personale nel
raggiungimento degli obiettivi.
Un percorso non semplice che può
essere utile affrontare con la con-
Arriva il marchio sui casalinghi
Un nuovo marchio darà ai consumatori la possibilità di verificare che i prodotti acquistati siano stati testati e rispondano alle direttive vigenti sull’efficienza energetica. Apparirà su prodotti per la casa come elet-trodomestici, sistemi di riscaldamento e di refrigerazione, condiziona-tori, prodotti hi-tech e d’illuminazione. L’Energy efficiency certification (Eec) sarà rilasciato da Underwriters Laboratories, società interna-zionale che opera nella certificazione di sicurezza di prodotto, e assi-curerà la conformità dei prodotti agli standard Energy Star, Natural Resources Canada (NrCan) e California Energy Commission (Cec). Le aziende certificate saranno pubblicate sul sito www.ulenvironment.com, perché i consumatori possano controllare la veridicità del marchio Eec sui prodotti acquistati. L’azienda offre anche l’Environmental claims validation (Ecv), per verificare le prestazioni ambientali dichia-rate dal produttore, e il programma “Sustainable product certifica-tion”, che attesta la conformità dei prodotti alle norme tecniche di ecocompatibilità.
normative&direttive
32
5/201024
Nadia Tadioli
sulenza di un ente certificatore
esperto nella materia.
«Il bello di questa norma è che si
promuove da sola - ha sottolinea-
to Sandro Picchiolutto, coordi-
natore Gi Energy Audit Cti -. Il
risparmio energetico è importante
e remunerativo per qualsiasi azien-
da, oltre a essere una buona carta
da giocarsi in termini di marketing,
mentre le aziende con un impatto
ambientale sensibile potranno fa-
cilmente dimostrare di soddisfare
gli obblighi di legge. Altro aspetto
interessante è che ogni azienda
può definire autonomamente i ri-
sultati da raggiungere, che non
devono essere necessariamente
molto ambiziosi, anche se non
possono essere solo di facciata.
Ciò nonostante così come è stato
fatto in altri Paesi un sistema di
incentivi può aiutare a superare
l’inerzia iniziale». Potrebbero es-
sere incentivi a costo zero per lo
Stato, come è successo in Olanda
dove chi è entrato nel gioco ha po-
tuto garantire all’intera azienda
un’estrema semplificazione degli
adempimenti burocratici. Uni, che
dialoga con i ministeri dello Svi-
luppo economico e della Semplifi-
cazione, dice di aver avuto rassicu-
razione sul fatto cheche la 16001
sia ritenuta strategica, per rag-
giungere gli obiettivi posti dalla
direttiva europea 20-20-20 e per
colmare un vuoto di dati sul con-
sumo energetico in Italia. Ci si
possono aspettare quindi incentivi
diversi dal semplice snellimento
burocratico. Un ruolo importante
potranno averlo le Regioni: la
Lombardia, per esempio, che at-
traverso il Cestec (Centro per lo
sviluppo tecnologico, l’energia e
la competitività) ha già promesso
finanziamenti e l’Emilia Romagna
che, essendo già partita con le
aziende legate all’Aper, l’Associa-
zione produttori energia da fonti
rinnovabili, può con la 16001 con-
tinuare su questa strada.
Se è l’edificio a dover ottenere la certificazione, allora
ci si può rifare allo schema “Edificio sostenibile”
proposto da Icim che valuta gli elementi che rendono
possibile la sostenibilità lungo il ciclo di vita dell’edificio.
Alla base la misurazione di quei parametri come illumi-
nazione, climatizzazione, accessibilità e fruibilità degli
ambienti, rumore indoor e outdoor, che garantiscono
un corretto bilanciamento tra le esigenze dell’ambiente,
la sostenibilità economica e la qualità di vita di chi utiliz-
za l’edificio. A partire dal 1° gennaio 2019 la direttiva
2002/91/Ce prevede che sia consentita la costruzione
dei soli edifici a emissioni zero, ovvero edifici in grado di
produrre energia solo da fonti rinnovabili. Gli interventi
legislativi hanno puntato sul miglioramento della quali-
tà dell’edilizia residenziale con l’utilizzo di tecniche e
materiali che consentono un risparmio energetico e
l’uso di fonti rinnovabili. Lo schema di certificazione
“Edificio sostenibile” di Icim anticipa il recepimento del-
la modifica alla direttiva, ma si propone di integrare gli
aspetti energetici in una visione più ampia basata su
valori e criteri di sostenibilità che pongono al centro il
benessere dell’uomo.
CERTIFICAZIONI
Con Icim edifici sostenibili per tutta la vita
La posta dei lettori di è a vostra disposizione
Scrivete pareri, inoltrate quesiti, prendete posizione: la redazione vi risponderà e pubblicherà le lettere
più interessanti nelle pagine dedicate
Via email: [email protected] Via posta: redazione Energia24, via Patecchio 2 - 20141 Milano
33
tecnologie&soluzioni 5/201024
Monitorare via Web i consumi
di energia elettrica di qual-
siasi utenza notificando picchi,
eventuali anomalie e inefficienze
dell’impianto. È quanto promette
di fare la soluzione di Hyphen
Italia che propone PinEnergy. A
monte si parte da qualsiasi gene-
ratore: solare, eolico, tradiziona-
le... Da queste misurazioni vengo-
no rilevati i costi legati al consumo
dell’energia e generati report
sull’efficienza elettrica dell’instal-
lazione.
La soluzione suggerisce anche co-
me ottimizzare i processi produtti-
vi attraverso la riduzione dei picchi
di consumo e dei costi energetici.
Infine PinEnergy stima anche la
quantità di CO2 emessa nell’am-
biente e pertanto può valutare,
sostiene il produttore, l’impatto
Senza carta è meglio. Lo dice
una Utility come Eon che si è
trovata, con la liberalizzazione del
mercato energetico, a gestire deci-
ne di migliaia di contratti. «Affidar-
si soltanto alla carta e al fattore
manuale diventava via via insoste-
nibile, sia da un punto di vista eco-
nomico che da un punto di vista di
impiego di risorse tecnologiche
adeguate - spiega Gianluigi De
Vecchi, direttore sales business &
residential di Eon Energia -. Si è
pertanto deciso, tramite gara, di
selezionare e poi affidare a un
outsourcer specializzato la gestione
dei contratti di energia elettrica».
La scelta è ricaduta sulle soluzioni
Idm Group, che ora gestisce tutta
la documentazione relativa alla
contrattualizzazione dei clienti bu-
siness e residenziali.
ambientale della struttura fornen-
do tutti gli elementi per una ge-
stione dei consumi in chiave non
solo economica, ma anche etica.
Se, invece, è la raccolta differen-
ziata a dover essere tenuta sotto
stretta osservazione, Hypen pro-
pone PinEco. La soluzione si basa
sull’utilizzo di modelli strategici e
operativi e supporta le Ammini-
strazioni responsabili del recupe-
ro dei rifiuti urbani in tutte le fasi
del processo, a partire dalla scelta
dei siti fino all’emissione della
bolletta all’utente in funzione dei
suoi conferimenti effettivi, pas-
sando per tutte le operazioni in-
termedie come il monitoraggio
delle isole, la gestione dei piani
logistici di raccolta e la rilevazione
di dati statistici sui conferimenti
eseguiti. lu.ba.
PinEnergy e PinEco sentinelle dell’efficienza Eon non usa più carta
MISURATORI DI CONSUMI CASE STUDY
Delle prime 10 Utilities italiane, 9 sono già clienti. È con
questo carnet che l’italianissima e-utile, società che
sviluppa servizi e soluzioni applicative all’interno del Grup-
po Siemens, si può permettere crescite anno su anno del
20% (giro di affari del 2009 pari a 42 milioni di euro). Il
segreto: una serie di soluzioni sviluppate proprio in conco-
mitanza con la liberalizzazione del mercato dell’energia.
Tra gli esempi anche la soluzione per la telegestione di
oltre 2 milioni di contatori elettrici, sulla base di sistemi Sap
che elaborano oltre 50mila fatture in un’ora e operazioni
di outsourcing che Giuseppe Di Franco, recentemente
nominato amministratore delegato, giudica in grado di
ridurre del 30% i costi It. Sviluppate in Italia con l’intelli-
genza di 300 collaboratori, le soluzioni e-utile coprono
l’intera catena del valore delle Utilities: generazione, tra-
sporto e distribuzione, metering e retail sia di luce che di
gas. E ora questo sapere è pronto per essere esportato
all’estero. «Ci è stato affidato un gruppo di lavoro che ha
competenza su Belgio, Spagna, Portogallo e Svizzera»
racconta Di Franco. C’è da credere che la localizzazione
avrà vita facile; difficile semmai è trovare all’estero le
“complicazioni burocratiche” cui le Utilities italiane devo-
no adattarsi. «Ciò nonostante - replica Di Franco - proprio
la meticolosità delle procedure italiane ha fatto sì che svi-
luppassimo soluzioni fiore all’occhiello come quelle di te-
lemetering». Rifiuti e gestione dell’acqua sono due setto-
ri ai quali e-utile sta ora guardando con attenzione. Con
qualche credenziale già nella manica come nel caso di
Ecodeco, da un paio di anni nel perimetro A2a.
m.c.cer.
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tecnologie&soluzioni 5/201024
Quel software che apre e chiude le finestre
La filiale italiana della tedesca Geze, società che produce serramenti e relativi sistemi di automazione, ha messo a punto un sistema di controllo dell’apertura delle finestre per l’areazione degli edifici che promette di abbattere sensibilmente le inutili dispersioni termiche verso l’esterno e conseguentemente di risparmiare sui consumi energetici. Si tratta di un software battezzato Gez.e(Geze energy zero emission) che può funzionare con tutti i sistemidi automazione della casa e permette di ottimizzare il tempodi apertura/chiusura delle ante attraverso la scelta di radar unidirezionali che riducono il tempo di ogni ciclo del 30%.Anche se applicabile a qualsiasi edificio, il target è rappresentato dai grandi e molto frequentati complessi pubblici come,per esempio, gli ospedali.
Tutto sotto controllo. O almeno i
consumi energetici. Lo garanti-
scono diversi strumenti ora reperibi-
li sul mercato che si presentano per
lo più come dei pannelli informativi
multifunzione grazie ai quali gli
utenti possono tenersi aggiornati
sui propri consumi energetici e sui
relativi costi. Spesso questi disposi-
tivi sono in grado di connettersi via
Internet o attraverso i cellulari. Fun-
ziona in modalità wireless il pannel-
lo proposto da Ge che si connette
attraverso ZigBee o Wi-Fi e si colle-
ga a contatori intelligenti, elettro-
domestici e termostati presenti
nell’abitazione per raccogliere le in-
formazioni necessarie, gestire le
modalità di utilizzo e fornire in tem-
po reale i dati che permettono agli
utenti di effettuare le scelte miglio-
ri in tema di energia. Il sistema si
presenta come una classica cornice
da tavolo, potendo quindi essere
posizionato praticamente ovunque
all’interno della casa. Le funzionali-
tà integrate nel pannello dipendono
dalla selezione di applicazioni com-
piuta da ciascuna Utility. Il sistema,
inoltre, può essere programmato
per controllare gli elettrodomestici
intelligenti, i termostati e i dispositi-
vi di riscaldamento e raffreddamen-
to reagendo immediatamente alle
modifiche inerenti prezzo e doman-
da. Il pannello diventerà così una
SMART GRID
I consumi di casa tenuti sotto controllo grazie ai pannelli intelligenti La domotica monitora le informazioni che consentiranno all’utente di sceglieregli orari d’uso più corretti. Collegamenti via Web o in modalità wireless
sorta di consulente energetico, for-
nendo dati sull’andamento e sug-
gerimenti per un consumo ottimale
dell’energia.
La domotica che va su
Internet
Anche Telecom Italia e BTicino
stanno lavorando per potere effet-
tuare, attraverso uno smartphone,
un palmare o un personal compu-
ter, il controllo da remoto delle
funzioni di illuminazione, di sicu-
rezza e comfort del proprio am-
biente domestico, ottimizzando
ancora una volta anche i consumi
energetici.
Con una casa connessa a Internet e
MyHome si potrà controllare diret-
tamente dal portale BTicino My Ho-
me Web funzioni domotiche di
comfort - risparmio (gestione di lu-
ci, tapparelle, temperatura e musi-
ca), videocontrollo (visualizzazione
degli ambienti) e di sicurezza (atti-
vazione e disattivazione dell’im-
pianto antifurto, ricezione e notifi-
che su eventi di allarme), che po-
tranno anche essere attivate o di-
sattivate da remoto.
La domotica intelligente non si
collega solo a Internet, ma va an-
che di radiofrequenza. È quello
che Vimar propone con By-me per
gestire con una centralina senza
fili le funzioni del sistema domoti-
co: videocitofonia, scenari, auto-
mazioni, antintrusione, clima, con-
trollo carichi, comunicazione da
remoto. Utile, soprattutto, là dove
non è possibile intervenire con
opere murarie.
37
STORIA DI COPERTINA
L’Italia risale sul treno del nuclearema il percorso è tutto da decidereLegge Sviluppo e decreti attuativi sono stati i primi atti formali dell’itinerarioper la scelta dei siti e la gestione. Nel nostro Paese cresce il partito dei convertiti, ma ancora in tanti dicono “no”. Il confronto con Usa, Germania, Francia e Spagna
energia alternativa
L’Italia, con la legge Sviluppo del
2009 e il successivo decreto del
febbraio 2010, sta risalendo sul treno
del nucleare. Ma ancora molti sono i
punti da risolvere che riguardano l’inte-
ra struttura su cui il settore del nucleare
dovrà svilupparsi, dalla formazione dei
criteri per la scelta dei siti per costruirvi
le centrali nucleari alle procedure auto-
rizzative, dalle norme per la gestione
del ciclo di vita del combustibile fino
alla procedura di decommissioning (di-
smissione delle centrali). Priorità assolu-
ta è l’istituzione dell’Agenzia per la sicu-
rezza nucleare, una struttura efficiente,
non ridondante e snella nelle fasi deci-
sionali. Come fare per creare - da zero
- una struttura del genere, armonizzan-
do le scelte in una strategia energetica
nazionale condivisa e continua, al di
sopra delle fazioni politiche? Prenden-
do spunto, per esempio, da Paesi che
hanno già una storia di nucleare alle
spalle e che possono essere di esempio
al nostro Paese, pur considerando la
diversa situazione socio-economico-
politica. Questi argomenti sono stati
affrontati a Roma in un incontro che ha
riunito gli operatori coinvolti in questa
“avventura” e che ha visto la presenta-
zione di uno studio, realizzato da Ac-
centure e Safe - con la collaborazione
dello studio legale Putti - che mette a
confronto l’infrastruttura per la produ-
zione e gestione dell’energia nucleare
di quattro Paesi - Germania, Stati Uniti,
Spagna e Francia - e ne trae possibili
modelli di sviluppo per il sistema ener-
getico nucleare italiano.
PAESI NUMERO REATTORI TOTALE MW(e)ARGENTINA 1 692BULGARIA 2 1.906CINA + TAIWAN 23 23.520FINLANDIA 1 1.600FRANCIA 1 1.600INDIA 4 2.506IRAN 1 915GIAPPONE 1 1.325COREA 6 6.520PAKISTAN 1 300RUSSIA 8 5.944SLOVACCHIA 2 810UCRAINA 2 1.900USA 1 1.165
TOTALE 54 50.703
Le centrali in costruzione nel mondo
Fonte: Iaea/Pris aggiornata all’aprile 2010
storia di copertina
38
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IL NUCLEARE DEGLI ALTRI
Queste le regole di tre nostri vicini di casae del primo produttore del mondo
Germania Attualmente in Germania sono attivi 17 reattori, per un totale di 20,5 GW di capacità nucleare installata, che nel 2008 hanno generato circa 141 TWh di energia elettrica (il 29% circa della produzione totale di energia elettrica). L’età media del parco nucleare è di 26,9 anni. Nel 1959 è stato sancito l’Atomic Energy Act che affida il potere legislativo in materia nu-cleare sia ai Lander che allo Stato federale, in un clima di collaborazione. Nel 2002, attraverso il Phasing-out Act sono stati stabiliti i termini massi-mi di vita di un impianto (nel 2022 chiuderanno gli impianti esistenti), nuove norme per la gestione dei rifiuti nucleari e sono salite a quota 2,5 miliardi di euro le garanzie finanziarie agli operatori. Ultimo provvedimen-to in ordine di tempo, quello del settembre del 2009 che prevede la pos-sibilità di prolungare la vita media dell’impianto a 32 anni o al raggiungi-mento della soglia produttiva. Un provvedimento, questo, volto a favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili. Per ciò che riguarda l’autorizzazione unica alla costruzione e all’esercizio i Lander sono le autorità competenti a rilasciarla, coadiuvati da comitati tecnici, mentre le autorità federali fanno da supervisor e danno parere ultimo, con l’aiuto della Rsk, ossia l’agenzia nazionale.Gli operatori - privati o pubblici - si occupano della costruzione e dell’eser-cizio degli impianti e anche dello stoccaggio dei rifiuti (previa utilizzazione rilasciata dai Lander con supervisione federale), per cui non è stato ancora definito un sito specifico. La dismissione è finanziata da Lander e Stati Federali per le facilities pubbliche o dagli operatori stessi che attingono da un fondo privato.
SpagnaIn Spagna la potenza installata nucleare è di 7,5 GW, per un totale di otto reattori, che hanno prodotto 56,4 TWh di energia elettrica nel 2008 (18,3% del totale) ed è già stata avviata la procedura per fare crescere del 13% la loro capacità di potenza.La vita media del parco nucleare è di 25,7 anni. La Spagna ha avviato il programma nucleare nel 1964 e negli anni 80, dopo la moratoria per la costruzione di nuove centrali, ha ritrattato la sua posizione ritirando la moratoria e aprendosi alle rinnovabili, impegnandosi anche nella gestione del decommissioning e delle scorie, istituendo, a tale scopo, la compagnia statale Enresa, che opera supportata dall’agenzia nazionale, ossia il Con-siglio di sicurezza nucleare. La gestione dei rifiuti viene finanziata da un fondo alimentato dagli operatori. Per il rilascio delle autorizzazioni occorre una prequalifica per ogni fase del ciclo di vita dell’impianto, con audizioni pubbliche da parte del ministero dell’Ambiente per la scelta del sito. Il ministero dell’Industria, del turismo e del commercio - col supporto del Consiglio di sicurezza nucleare - rilascia le autorizzazioni per la costruzione e la gestione degli impianti a operato-ri che si riuniscono in consorzi. Quello che emerge è un confronto costan-te con il territorio e le specificità locali.
Capacità nucleare installata: 20 ,5 GW
REATTORI NUCLEARI
Attivi: 17 reattori che hanno generato 140,9 TWh nel 2008 (circa il 28,8% della produzione totale di elettricità)
Autorizzati/In costruzione: nessuno
Dismessi: 19 impianti (6,33 GW)
Tecnologie reattori nucleari attivi: 11 Pwr e 6 Bwr, tutti costruiti da Siemens-Kwu
Taglia media dei reattori: 1,21 GW
Età media parco nucleare: 26,9 anni
Capacità nucleare installata: 7,5 GW
REATTORI NUCLEARI
Attivi: 8 reattori che hanno generato 56,4 TWh nel 2008 (circa il 18,3% della produzione totale di elettricità)
Autorizzati/In costruzione: possibili upgrade degli 8 reattori esistenti (aumento del 13% della loro capacità di generazione)
Dismessi: 2 impianti (0,65 GW)
Tecnologie reattori nucleari attivi: 6 Pwr (5 Westinghouse e 1 Kwu), 2 Bwr (Ge)
Taglia media dei reattori: 0,94 GW
Età media parco nucleare: 25,7 anni
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storia di copertina 5/201024
FranciaLa Francia si pone, dopo gli Usa, come leader indiscusso a livello mondiale per la produzione di energia nucleare, con i suoi 59 reattori attivi (418,3 TWh di potenza generata nel 2008, pari al 76,2% della produzione totale di elettri-cità) e 63,3 GW di potenza installata. La vita media del parco nucleare è piuttosto bassa: solo 23,6 anni, un elemento forse dovuto al fatto che l’Agen-zia nazionale per la sicurezza nucleare incoraggia lo smantellamento dell’im-pianto. Dal 1969 ha avviato una intensa attività di sviluppo del nucleare (nel 2001 ha ufficializzato la politica che mette il nucleare al centro del mix ener-getico) che l’ha vista sempre all’avanguardia anche in tema tecnologico, tant’è che ha già pianificato, entro il 2020 la messa in opera del generatore di IV generazione e nel 2015 deciderà se avviare la produzione di 40 reattori Epr (III generazione). Per poter ottenere l’autorizzazione per la costruzione ed esercizio dell’impianto (unica per le due fasi) è prevista un’inchiesta pubblica e viene rilasciata su decreto governativo dietro parere dell’Agenzia nazionale della sicurezza e ogni dieci anni è sottoposta a rinnovo, sempre su parere dell’Agenzia. Gli impianti, gestiti dal colosso EdF, vengono standardizzati per classi di potenza. La gestione dei rifiuti è a carico dell’agenzia nazionale An-dra e le spese sono coperte dalla tariffa elettrica (si applica una tassa di 0,14 centesimi di euro per kWh). Il decommissioning è a carico dell’operatore.
UsaGli Stati Uniti sono i primi produttori al mondo di energia elettrica: 104 reattori per 100 GW di potenza installata. Nel 2008 i reattori hanno pro-dotto 809 TWh di energia elettrica, il 19,7% del totale. Sono stati auto-rizzati altri 17 impianti e altri 17 sono in fase autorizzativa. La vita media del parco nucleare è di 29 anni. Gli Usa hanno avviato dal 1954 una po-litica energetica che ha sempre di più messo al centro del mix energetico il nucleare (ufficializzata la posizione dal 2001). Tutti gli aspetti regolato-ri e legislativi degli impianti nucleari sono stati delegati dal 1974 alla Nuclear regulatory commission (Nrc) che quindi ha pieno potere sulle norme che regolano la costruzione e gestione di reattori, le installazioni per il trattamento dei combustibili, la gestione delle scorie radioattive. Rilascia, quindi, previa certificazione del design e della tecnologia dei reattori e permesso per il sito, una sola autorizzazione per costruzione e gestione degli impianti. La concessione va rinnovata dopo 20 anni. Gli operatori coinvolti nella costruzione e gestione sono tutelati finanziaria-mente sia nel caso di ritardi nella costruzione, sia, in certi casi, con un fi-nanziamento che copre per metà i costi di costruzione. Lo stoccaggio delle scorie avviene in prima battuta da parte dell’operatore e in seconda, nella fase di smaltimento definitivo, dal dipartimento dell’Energia (Doe). Anche per la fase di decommissioning è previsto un fondo a supporto degli operatori che dismettono l’impianto (il fondo è alimentato dagli operatori stessi). Da notare come tutte le fasi si svolgano sotto la super-visione dell’Nrc.
Ma come si potrebbe impostare
la politica nucleare, prendendo
spunto dalle esperienze estere?
Lo Studio suggerisce che per ren-
dere snella ed efficiente la proce-
dura autorizzativa potrebbe esse-
re adottato il modello Usa, con
un’unica autorizzazione per co-
struzione ed esercizio degli im-
pianti, previo permesso relativo al
sito. L’autorizzazione andrebbe
rinnovata dopo un certo numero
di anni, ancora da definire. Come
da definire anche la vita massima
di un impianto. Per ciò che riguar-
da le scorie potrebbe essere preso
in considerazione il modello Usa
con stoccaggio in due fasi: lo
stoccaggio temporaneo a carico
degli operatori mentre quello de-
finitivo, previa autorizzazione,
sotto la responsabilità di Sogin
(Società gestione impianti elettro-
nucleari), che si fa carico anche
Capacità nucleare installata: 63,3 GW
REATTORI NUCLEARI
Attivi: 59 reattori che hanno generato 418,3 TWh nel 2008 (circa il 76,2% della produzione totale di elettricità)
Autorizzati/In costruzione: Epr Flamanville-3 (1.620 MW), e Penly-3 (1.620 MW)
Dismessi: 11 impianti (4,09 GW)
Tecnologie reattori nucleari attivi: Pwr (Areva Np ) di 3 tipi: 900 Mwe,1.300 MWe e1.450 MWe N4
Taglia media dei reattori: 1,07 GW
Età media parco nucleare: 23,62 anni
Capacità nucleare installata: 100,7 GW
REATTORI NUCLEARI
Attivi: 104 reattori che hanno generato 809 TWh nel 2008 (circa il 19,7% della produzione totale di elettricità)
Autorizzati/In costruzione: 34 nuovi reattori (autorizzati alla costruzione 17 impianti)
Dismessi: 28 impianti (10,31 GW )
Tecnologie reattori nucleari attivi: Pwr, Bwr (principalmente Westinghouse,Ge, Babcock & Wilcox)
Taglia media dei reattori: 0,97 GW
Età media parco nucleare: 29 anni
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storia di copertina 5/201024
Agnese Ananasso(ha collaborato Chiara Scalco)
della fase di decommissioning.
Ancora valido il modello Usa per
la tutela finanziaria degli operato-
ri in caso di ritardo nella costru-
zione. Potrebbero essere previste
anche delle misure compensative
per le popolazioni residenti in
prossimità del sito certificato.
In questo quadro risulta centrale
e fondamentale il ruolo dell’Agen-
zia nazionale per la sicurezza nu-
cleare, che deve avere funzioni
regolatorie, di garanzia, supervi-
sione, sanzionatorie, autorizzati-
ve. Deve essere, quindi, l’organo
che tutela cittadini, ambiente, la-
voratori e aziende. Senza la sua
formazione non si può neanche
pensare di iniziare il cammino sul-
la strada del nucleare. Ma perché
ancora in Italia non si è provvedu-
to a istituirla? Se ne parla tanto
ma ancora non si è deciso nulla in
merito. A definire le linee guida
solo il disegno di legge 1195.
«Per costituire l’Agenzia occorre
un coordinamento tra i vari mini-
steri - spiega Stefano Saglia,
sottosegretario al ministero dello
Sviluppo economico -. Non dob-
biamo creare una struttura ridon-
dante e costosa ma snella nel
processo decisionale e che non
gravi sul bilancio dello Stato. Ora
il ministro del Tesoro è in una fa-
se di riflessione proprio sul tema
dei costi e questi si possono con-
tenere studiando di concerto la
sua composizione. Come modello
di riferimento abbiamo in mente
sicuramente quello francese e
americano. Serve tempo perché il
tema nucleare è complesso, ma è
anche un’opportunità per far cre-
scere la nostra industria, sia in
termini di offerta di nuovi posti di
lavoro, sia in termini di riduzione
dei costi che le nostre Pmi devono
sostenere per pagare la bolletta
elettrica. Non dimentichiamo, in-
fatti, che le nostre imprese paga-
no mediamente l’elettricità il
18% in più rispetto alle aziende
di Francia e Germania.
Costi che le rendono meno com-
petitive e talvolta le vedono co-
strette a chiudere. Le ricadute
positive del nucleare sono per
l’80% sul sistema industriale ita-
liano. Abbiamo avviato un pro-
cesso irreversibile che, però, ha
bisogno di consapevolezza, colla-
borazione e interoperabilità tra
gli attori e soprattutto garanzie di
sicurezza e qualità».
Claudio Scajola
L’iter previsto dalla legge Sviluppo
Fonte: Elaborazione Safe Accenture
L’obiettivo per l’Italia è, secondoil ministro Scajola, arrivare al 25% dell’energia prodotta da fonte nucleare, 25% dalle rinnovabilie 50% da fonti fossili
Legge 23 luglio 2009 n. 99entrata in vigore il 15/08/09 set-09 ott-09 nov-09 dic-09 mag-10 ott-10gen-10 giu-10 nov-10feb-10 lug-10 dic-10mar-10 ago-10 gen-11apr-10 set-10 feb-11
Governo - Emanazionedei decreti attuativiGoverno - Disposizioni correttiveed integrative
DPCM - Statuto Agenzia
DPCM - Regolamento Agenzia
CIPE - Delibera su tipologiedi impiantoCIPE - Delibera su criteriper consorzi
DPR - Nomina Collegio AgenziaDPCM - Nomina Presidente AgenziaDPCM - Individuazione sede e compensi componenti AgenziaDM MATTM - Risorse ISPRADM MSE - Risorse ENEADM MEF - Risorse fin.
tempistica prevista dalla leggetempistica non prevista dalla legge
storia di copertina
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Camilla Galli Macricè
L’ANALISI DI CONFINDUSTRIA
Per chi supererà il processo di qualificazionel’indotto è un tesoro di oltre 10 miliardiIl 20% degli investimenti in una centrale riguarda installazioni elettromeccaniche. Gli effetti sull’occupazione illustrati da Claudio Andrea Gemme, presidente Anie
Quello del nucleare in Italia è
un ritorno con premesse in-
dustriali “storiche” cui si aggiunge
una motivazione di business che il
comparto si dice pronto, anzi
prontissimo a ricavalcare.
Energia24 ne ha parlato con Clau-
dio Andrea Gemme, presidente
dell’Associazione Energia aderen-
te a Confindustria Anie, che recen-
temente ha costituito una vera e
propria “task force nucleare”. La
stessa che valuta «investimenti nel
settore per un valore economico
compreso fra i 18 e i 20 miliardi di
euro, di cui oltre la metà dovrebbe
avere ripercussioni sull’indotto ita-
liano. In media - calcola ancora
Gemme a capo di questa task for-
ce - il 20% dell’investimento per la
costruzione di una singola centrale
riguarda le installazioni elettro-
meccaniche. Considerato che le
aziende che vorranno ritagliarsi un
ruolo attivo nel progetto dovranno
superare un processo di qualifica-
zione alquanto rigoroso, Anie ha
avviato un dialogo con i commit-
tenti per dare effettività al proget-
to partendo proprio dai requisiti
legati alla qualificazione».
La macchina industriale è pron-
ta quindi a rimettersi in moto,
malgrado lo stop voluto dagli
italiani con il referendum…
In Italia fin dai primi anni Sessanta
era presente un patrimonio indu-
striale di eccellenza tecnologica
nel settore. Patrimonio tecnologi-
co che trova particolare espressio-
ne nell’industria elettromeccanica
rappresentata in Anie.
Il know how delle imprese fornitri-
ci di tecnologie per il nucleare atti-
ve nel territorio nazionale non è
andato perduto dopo il referen-
dum abrogativo, ma si è consoli-
dato grazie al presidio dei fornito-
ri italiani sui siti nucleari realizzati
all’estero.
Quali sono le ricadute stimate
sull’occupazione con l’avvio
del programma nucleare in
Italia?
L’industria elettromeccanica ita-
liana che Anie rappresenta - area
in cui è inquadrabile il comparto
delle tecnologie afferenti il nucle-
are - è un settore che in Italia ha
realizzato nel 2008 un giro d’af-
fari pari a 9 miliardi di euro, im-
piegando un totale di circa 68mi-
la addetti. Il comparto annovera
tutte quelle tecnologie che sono
destinate alle infrastrutture di re-
te elettrica (dalla produzione elet-
trica, alla trasmissione e distribu-
zione).
Stimiamo che l’attuazione com-
pleta del programma per il riavvio
del nucleare nel nostro Paese
possa attivare nei settori Anie un
incremento occupazionale pari a
circa 10mila unità nel prossimo
decennio, ovvero un incremento
al 2020 del 16% rispetto agli at-
tuali livelli occupazionali. Questa
stima fa riferimento al potenziale
occupazionale sull’intera filiera,
dalle attività di progettazione alla
manifattura e al service (installa-
zione e manutenzione) della co-
siddetta “componente elettrica”
relativa all’impianto nucleare.
L’impatto sull’occupazione di un
ritorno al nucleare per i settori
Anie si unirebbe a ricadute posi-
tive sullo sviluppo dell’intero Si-
stema Paese.
Claudio Andrea Gemme
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storia di copertina 5/201024
IL PARERE DEGLI ADDETTI AI LAVORI
Sulle tecnologie abbiamo le carte in regola
Giovanni Lelli, commissario Enea: «Noi faremo parte dell’Agenzia come valutatori superpartes delle tecnologie sviluppate, le metteremo a punto e le valuteremo. Tecnologie che già esistono nella nostra industria, ma che finora sono state utilizzate in altri settori. È necessario da una parte la liberalizzazione del mercato del nucleare per favorire la concorrenza e farlo crescere, ma anche che certi attori restino pubblici, proprio perché sia garantito un controlloe un giudizio super partes: è il caso di Sogin, per esempio, che dovrà occuparsi dello stoccaggio dei rifiuti. In questo quadro rimane fondamentale un sistema di comunicazione costante con i cittadini, che devono essere ben informati su un tema come il nucleare che necessita di un’informazione corretta e oggettiva. Credo anche si stia spendendo troppo per gli incentivi nelle rinnovabili, incentivi che spesso non
servono ad alimentare circoli virtuosi, ma si fermano appena dopo l’assegnazione di un bando, diventando così investimenti dispersie improduttivi».
Francesco Mazzuca, commissario Sogin: «Soginha un’esperienza di 11 anni nel campo del decommissioning e continuerà a portare avanti il suo ruolo nella ricerca di tecnologiedi punta anche nell’ambito del nucleare, da quelle per la messain sicurezza di impianti e siti produttivi a quelle di sviluppodi reattori di quarta generazione.
Ma per ora la priorità numero uno è l’istituzione dell’Agenzia, senza la quale non si possono definirené le modalità per la creazione degli impianti, né tantomeno per il decommissioning».
Francesco Giorgianni, direttore affari istituzionali dell’Enel: «Credo sia impossibile copiare i modelli esteri: vanno calati nel nostro contesto nazionale. In Italia sono previsti 4 reattori per tre siti ed Enel ed EdF si impegnano a realizzare la metà del parco nucleare italiano, per cui c’è spazio per gli altri operatori. Vanno ancora ben definiti i costi dei reattori di terza generazione (Epr), mentre per ciò che riguarda lo standard del design verrà preso a modello quello della centrale di Flamanville in Francia, con le opportune modifiche adatte al nostro contesto geografico. Globalmente non siamo in ritardo sulle tempistiche schedulate. Credo che 36 mesi siano necessari per definire il quadro del nucleare, mi spaventa quello che potrebbe succedere nel frattempo. Noi metteremo
a disposizione i nostri ingegneri nucleari che vantano già esperienze all’estero (Francia, Slovacchia, Spagna) e che mediamente hanno 31 anni. Ne stiamo assumendo altri 60 circa. Rispetto alla Germania, partendo noi da zero, non corriamo il rischio di ritrovarci con competenze troppo frammentarie».
Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare: «L’Italia ha tutte le carte per entrare a pieno titolo nel nucleare perché possiede le tecnologie adatte per non rimanere indietro sulla scena internazionale. Deve solo capire il contesto di mercato, fare sistema, mettendo insieme le competenze
esistenti, che per il momento sono state convogliate in altri settori o nei mercati esteri. Basti pensare ad aziende d’eccellenza come la Mangiarotti, che ha fornito agli Stati Uniti i generatori di vapore. L’Italia non parte da zero nel nucleare, deve solo individuare quali sono le sue punte di eccellenza, valorizzarle e recuperare il terreno perso».
Marco Peruzzi, business unit efficienza energetica e sviluppo sostenibile di Edison: «Potremmo costituire il secondo consorzio per il nucleare, partecipando allo sviluppo di questa industria secondo le nostre modalità e le nostre caratteristiche strategiche. Secondo noi il nucleare sostituirà i vecchi impianti a carbone e a gas.Il nucleare e i nuovi impianti a gas soddisferanno la quasi totalità della domanda energetica del nostro Paese. Occorrerebbe un maggiore sforzo da parte delle istituzioni per definire modalità e criteri di sviluppo, con strumenti e documenti di riferimento (vedi Libro bianco)».
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storia di copertina 5/201024
LA MAPPA
Le centrali di casa nostra in “decommissioning”e quelle nel giardino dei vicini europei
Dove verranno costruite le nuove centrali?Lo dice il decreto del 23 marzo
Il D.lgs n.31 del 15 febbraio 2010, entrato in vigore il 23 marzo 2010, disciplina i parametri da tenere in considerazione per la scelta delle aree idonee alla localizzazione degli impianti nucleari. L’articolo 8 definisce i criteri a cui fare riferimento:a) popolazione e fattori socio-economici; b) idrologia e risorse idriche; c) fattori meteorologici; d) biodiversità; e) geofisica e geologia; f) valore paesaggistico; g) valore architettonico-storico; h) accessibilità; i) sismo-tettonica; l) distanza da aree abitate e da infrastrutture di trasporto; m) strategicità dell’area per il sistema energetico e caratteristiche della rete elettrica; n) rischi potenziali indotti da attività umane nel territoriocircostante.
I siti poi saranno obbligatoriamente sottoposti a procedura di Valutazione ambientale strategica.
13 impianti attivinel raggio di 200 Km
In Europa il 35% dell’energia elettrica consumata proviene dal nucleare e sono 197 le centrali atti-ve. Nella sola Francia ve ne sono 59 per una po-tenza di quasi 170.000 Mw. Il dato del 2009 è tuttavia suscettibile di revisione poiché 13 centra-li sono in costruzione (per ulteriori 11.800 MW) e alcune delle esistenti hanno iniziato la lunga fase di smantellamento.La stessa Francia guida la classifica di utilizzo: quasi l’80% delle necessità elettriche viene dall’atomo. È seguita dalla Russia che ha 31 im-pianti per 21.700 MW (7 in corso di realizzazio-ne). Al terzo posto la Germania con 17 impianti e 20.000 MW, seguita dal Regno Unito, con 19 impianti e 10.200 MW.Quali e quante sono quelle più vicine ai nostri confini? Il criterio utilizzato dall’Anpa, l’Agenzia nazionale per la protezione ambientale, ne indi-vidua 13 in un raggio non superiore ai 200 chilo-metri dai confini italiani e che hanno un rilevante interesse ai fini di incidenti sulla popolazione e per gli ecosistemi, sia pure protetti dalla barriera alpina. Per essi sono state fatte valutazioni di ri-schio ed esiste un piano nazionale d’emergenza. Si tratta di criteri soggetti a variazioni che dipen-dono da eventualità non ponderabili oggi, quali la direzione dei venti e la quantità e qualità del materiale liberato.In forza di queste valutazioni le province più inte-ressate, sulla carta, sono Cuneo, Torino, Aosta, Varese, Sondrio, Bolzano, Udine e Trieste.
Trino VercelleseCaorso(Piacenza)
Borgo Sabotino(Latina)
Garigliano, comunedi Sessa Aurunca (Caserta)
Saint-Alban
Fessenheim
Burgey
Muenleberg
Grundemmingen
Isar
Beznau
Goesgen
Leibstadt
Krsko
Phenix
Tricast
Cruas
FRANCIA
SVIZZERA
GERMANIA
SLOVENIA
Centrali in Italia
Bloccate dal referendum dell’87 le quattro centrali nucleari in Italia sono in stato di decommissioning, ovveroin fase di dismissione
storia di copertina
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LE POLEMICHE SULL’ENERGIA ATOMICA
Gli ex nemici dell’atomo ci ripensanoCosì cresce il partito dei “convertiti”L’ex presidente di Legambiente Chicco Testa capofila di una nuova corrente che rivede le precedenti posizioni. La ragione? Oggi le centrali sono più sicure
Nessuna fonte energetica come il
nucleare divide tanto favorevoli e
contrari: gli uni accusano gli altri di es-
sere miopi e antiscientifici, gli altri di
voler contaminare l’ambiente con un
tipo di produzione elettrica obsoleto e
dannoso per flora, fauna, donne e
bambini. Ogni tanto, però, qualche
temerario si azzarda a passare da una
fila all’altra dello schieramento, susci-
tando le ire degli ex amici e svariate
accuse di tradimento. Nei giorni scorsi
ha fatto molto scalpore la visita in Italia
di Patrick Moore, ex nemico dell’ato-
mo e già co-fondatore di Green-
peace, ora diventato un convinto so-
stenitore dell’energia nucleare: «Le
fonti rinnovabili salveranno il pianeta?
Un giorno lontano forse sì - ha dichia-
rato l’ecologista -. Ma a salvarci oggi,
dall’inquinamento, ma anche dall’ef-
fetto devastante di una disponibilità di
gas e petrolio che si sta asciugando,
può essere solo l’energia nucleare.
Che ha costi comunque competitivi, è
ormai assolutamente sicura e ostaco-
larla rappresenta per gli ambientalisti
un clamoroso errore».
Secondo Moore il nucleare civile sarà
ancora più miracoloso in futuro
«quando il problema delle scorie, già
oggi di portata ridotta, non esisterà
più, perché le scorie di oggi potranno
essere riutilizzate praticamente all’in-
finito nelle centrali di prossima gene-
razione». L’atomo potrebbe avvan-
taggiare in particolare l’Italia «che ha
tante coste e tanto mare e dunque è
nella situazione ideale per risolvere
l’unico vincolo del nucleare, rappre-
sentato dal raffreddamento». Ma l’ex
fondatore di Greenpeace non è l’uni-
co ambientalista ad aver cambiato
opinione su questo tema: secondo un
recente articolo di Ida Bozzi pubblica-
to dal Corriere della Sera, anche il ce-
lebre scrittore britannico Ian Mc
Ewan si sarebbe convertito al nuclea-
re civile. La svolta sarebbe stata deter-
minata dal fallimento del vertice di
Copenaghen, che ha convinto l’auto-
re a riscrivere in fretta e furia alcuni
punti del suo ultimo romanzo “So-
lar”. In Italia ha fatto scalpore la presa
di posizione di Chicco Testa, attuale
managing director di Rothschild Ita-
lia ed ex presidente di Legambiente,
nonché tra i promotori del referen-
dum abrogazionista del 1987: Testa
ha più volte dichiarato che la decisio-
ne di spegnere le centrali scaturita dal
voto popolare fu “un errore” e si è
detto sostanzialmente favorevole al
piano governativo di ritorno all’ener-
gia atomica. In Italia esiste addirittura
un movimento ecologista (legato cul-
turalmente al centrodestra) che ap-
poggia dichiaratamente questa fonte
di produzione energetica: si tratta del
movimento Fare Ambiente, il cui co-
ordinatore siciliano, Nicolò Nicolosi,
ha dichiarato alcuni mesi fa: «Le cau-
tele sul nucleare sono importanti, ma
oggi siamo arrivati a un punto tale di
sicurezza degli impianti che il ritorno
all’utilizzo di questa forma di produ-
zione di energia è sempre più conve-
niente, poiché i benefici economici
per la popolazione sono davvero rile-
vanti».
A sinistra, invece, c’è stata una parzia-
le retromarcia in senso opposto
dell’attuale segretario del Partito De-
mocratico, Pierluigi Bersani, che nel
settembre 2007, da responsabile del-
lo Sviluppo economico, dichiarava:
«Credo che non si debba rinunciare
alla ricerca sul nucleare anche se non
è la risposta immediata. È importante
non perdere un altro treno tecnologi-
co che avrà ricadute in un paio di de-
cenni». La posizione antiatomo del
leader Pd espressa nella campagna
elettorale attualmente in corso è deci-
samente più netta: «Occorre usare gli
strumenti della ragionevolezza per
Chicco Testa
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storia di copertina 5/201024
Gianluigi Torchiani
smascherare le tante falsità che ven-
gono dette in proposito dal Governo.
Prima fra tutte che il nucleare costa
meno di altre fonti energetiche».
Su blog e forum di Internet il recente
annuncio pro nucleare è costato sva-
riate accuse di tradimento al presiden-
te americano Obama: in effetti, se si
va a leggere l’originario programma
energetico del numero uno della Casa
Bianca, l’enfasi era posta esclusiva-
mente su rinnovabili ed efficienza,
con qualche concessione allo sviluppo
del gas naturale e del carbone pulito.
Nel 2009 il nuovo congresso demo-
cratico aveva anche bocciato le richie-
ste repubblicane di finanziamenti per
50 miliardi di dollari di fondi per pre-
stiti a tasso agevolato a favore dell’ato-
mo. «Il nucleare - dichiara, invece, ora
il presidente Usa - rimane la maggiore
fonte d’energia che non produce
emissioni inquinanti. Una centrale
atomica a parità di energia prodotta,
in un anno, è capace di ridurre l’inqui-
namento di 16 milioni di tonnellate
rispetto al carbone. Praticamente è
come togliere dalla strada 3,5 milioni
di macchine». In Europa, nel 2009 la
Svezia ha rinnegato l’addio al nuclea-
re stabilito in un referendum del 1980,
mentre in Germania la Merkel sem-
bra decisa a rispettare la dismissione
entro il 2030 stabilita nel 1998 dal
Governo Schröder.
Il parere di Sergio Ulgiati*, membro del comitato scientifico del Wwf Italia
Il nostro Paese consuma 315 TWh (miliardi di kWh) di elettricità l’anno, prevalentemente da fonti fossili, parial 36% dei consumi totali di energia. Le quattro centrali nucleari previste dal Governo fornirebbero in teoria56 TWh, pari al 17% dei consumi elettrici e a un misero 6,5% dei consumi totali, a fronte di una spesa di circa 20-25 miliardi di euro (esclusi i costi del combustibile, dello smantellamento a fine vita e dello smaltimento finale delle scorie radioattive). Il nucleare non è idoneo alla realtà del nostro Paese, articolata su un tessuto di piccolae media impresa. Per garantire tale sviluppo, non c’è bisogno di una grande offerta energetica centralizzata, bensì di un sistema di produzione elettrica decentrato e basato su fonti rinnovabili. Per quanto poi riguardala sbandierata indipendenza dalle importazioni, l’Italia importerà dall’estero anche il combustibile per le centrali
nucleari. Investire in risparmio energetico e fonti rinnovabili costerebbe meno e darebbe al Paese più indipendenza energetica e più occupazione del nucleare. Già oggi il prezzo del kWh solare risulta competitivo con il nucleare (intorno ai 12-15 cent€/kWh), senza bisogno di devastare il territorio con centrali nucleari e impiantidi ritrattamento. Infine, fatto non trascurabile, i vantaggi si vedrebbero in pochi anni, mentre i tempi del nucleare si contano in decine di anni.
*(docente di analisi del ciclo di vita dell’università Parthenope di Napoli)
Il parere di Andrea Poggio, vice direttore generale LegambienteSiamo contrari al nucleare in Italia perché se ne può fare a meno. Con serenità e stando meglio. Per le seguenti ragioni:1) non si è trovata soluzione allo stoccaggio definitivo delle scorie: quando studiavo ingegneria mi si spiegava chegli Stati Uniti avevano individuato una località nel Montana. Oggi, 30 anni dopo, Barack Obama ha cancellato quella soluzione.2) Il nucleare è poco utile per sostituire le energie fossili: anche costruendo mille nuovi reattori nel mondo sostituirà solo il 5% delle fonti energetiche al 2050 (dati Iea e Ipcc).3) I reattori nucleari di oggi sono cari e rischiano di tenere alti i prezzi dell’elettricità anche per i prossimi decenni,
mentre le fonti rinnovabili stanno scendendo molto rapidamente di prezzo: eolico e solare sono dimezzati in tre anni.4) Nel 2008, per la prima volta, gli investimenti privati nelle rinnovabili nel mondo (145 miliardi di dollari) hanno superato quelli nelle energie fossili.Il nucleare cala nel mondo in potenza installata e energia prodotta dal 2007.5) Rinnovabili e nucleare costringono a ingenti investimenti nelle reti distributive: ma le prime verso il libero mercato, le seconde verso la salvaguardia di oligopoli.
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focus 5/201024
AGROENERGIA
Il biogas è risorsa per lavoro e ambienteostacolato da burocrazia e scarso creditoLe difficoltà che frenano le buone prospettive di sviluppo del comparto generano il 30% di costi aggiuntivi. Gli impianti d’eccellenza e i progetti pilota
Sono 125 gli impianti installati
nel 2009 per un totale di 71
MW di potenza. Si presenta così il
biogas italiano (fonte: Consorzio
Italiano Biogas e Gassificazione
- Energia KWerde).
Buone sono anche le prospettive
di crescita calcolate sulla base dei
219 impianti che dovrebbero en-
trare in funzione quest’anno e dei
277 del 2011.
Va da sé che le aziende che ruota-
no attorno a questo business pun-
tano a una “mano d’opera” esper-
ta: alla Mostra convegno di Agro-
energia si parlava di un settore che
nei prossimi anni coinvolgerà altri
3.500 lavoratori per lo più destina-
ti a seguire gli impianti.
Ciò non toglie, lamentano gli ad-
detti, che permangono sul com-
parto incertezze soprattutto di
natura normativa. «Questi limiti -
si legge in una nota diffusa duran-
te la fiera di Tortona - insieme a
sperequazioni in materia di auto-
rizzazione da Provincia a Provincia
e uniti alla difficoltà di accesso al
credito, comportano per gli opera-
tori costi aggiuntivi stimabili in un
30 per cento».
Ma c’è fiducia. Anche a fronte dei
riconoscimenti. Come quello della
Cee che si è spesa affermando co-
me il biogas sia “risorsa energetica
fondamentale per lo sviluppo rura-
le e ambientale”.
Microrganismi attivi
Il biogas è un biocombustibile gas-
soso ottenuto dalla fermentazione
in assenza di ossigeno (digestione
anaerobica) di materiali residui di
origine organica, animale o vegeta-
le. L’intero processo avviene in am-
bienti a temperatura controllata, a
opera di microrganismi attivi che
convertono la materia prima in bio-
gas, costituito per il 50-70% da me-
tano e per la restante parte da CO2
e altri componenti. Il biogas così
prodotto può essere impiegato per
ricavare energia termica ed elettri-
ca, anche in modo combinato gra-
zie a impianti di cogenerazione.
Liquami e letami degli allevamenti
zootecnici, acque reflue dell’agroin-
dustria, bucce di pomodoro, vinac-
20 milioni per migliorare e innovareSolo due mesi di apertura per il bando di Enama, Ente nazionale
per la meccanizzazione agricola, pubblicato nel mese di febbraio
con scadenza ravvicinata al 2 aprile 2010: 20 milioni di euro sono stati
erogati per la realizzazione, il completamento o il miglioramento
di impianti per la produzione di energia da biomasse e biogas
derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali. Con un
occhio di riguardo all’innovazione e alle installazioni che possano
fungere da impianti dimostrativi pilota per altri imprenditori
intenzionati a investire nel settore. La realizzazione e il collaudo
funzionale degli impianti da parte dei beneficiari devono essere
portati a termine entro il 15 settembre 2010, con eventuale proroga
al 15 settembre 2012 solo nei casi in cui sia fatta una richiesta scritta
unitamente a una relazione dello stato di attuazione dei lavori.
Il cogeneratore di Al.be.ro. in costruzione a Grazzano Visconti (Pc)
Per informazioni: tel. 02 4587.010 www.ilsole24ore.com
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focus 5/201024
Alice Cappelli
ce, sanse di oliva, panelli oleosi,
scarti di macellazione, paglia, frut-
ta, colletti di bietola, foraggi di
scarsa qualità, colza, girasole, cere-
ali… la lista dei prodotti utilizzabili
negli impianti a biogas è davvero
lunga. Spesso questi materiali sono
gli scarti di aziende agricole e zoo-
tecniche che devono occuparsi del
loro smaltimento. Ora c’è la possi-
bilità di trasformare in risorsa le so-
stanze residuali. Con il biogas, in-
fatti, i reflui di allevamento si fanno
materia prima, gratuita e sempre
disponibile, per la produzione di
energia rinnovabile e pulita: detto
in sintesi, i sottoprodotti dell’attivi-
tà zootecnica diventano calore ed
elettricità, che l’azienda può deci-
dere di riutilizzare a uso interno, se
opta per il modello dell’autonomia
energetica, oppure vendere in tut-
to o in parte ai gestori della rete,
usufruendo anche dei Certificati
verdi. Senza dimenticare che il ma-
teriale ricavato - reflui più stabili e
inodori - può essere cosparso sui
terreni come concime a elevato
potere fertilizzante.
I progetti pilota
Diversi sono gli esempi di impianti
installati o in progetto: è il caso,
per esempio, di quello realizzato
da Sebigas (del Gruppo Indu-
striale Maccaferri) e Ab Energy
in collaborazione con Fiper. Inau-
gurato recentemente a Villa di Ti-
rano (So) è in grado, secondo i
calcoli dell’azienda, di produrre in
un anno 3 milioni e 780.000 kWh
elettrici e 800.000 kWh di energia
termica. Allo scopo è stata istituita
una società “a progetto” alla qua-
le partecipano la cooperativa agri-
cola Biovalt, Tcvvv, Aem, Coldi-
retti e Banca Intesa: l’obiettivo è
quello di creare una filiera agroe-
nergetica tra i piccoli allevatori e
gli agricoltori della zona.
È in costruzione, invece, il coge-
neratore a biogas di Al.be.ro, la
società agricola di Grazzano Vi-
sconti, in provincia di Piacenza,
che, insieme ad Astrim, ha scelto
di produrre energia elettrica sfrut-
tando le biomasse e le deiezioni
animali generate in azienda; que-
ste ammontano a circa 26.000
tonnellate l’anno e grazie alla di-
gestione anaerobica diverranno
biogas, composto per il 55% da
metano (Ch4) e per il restante
45% da anidride carbonica (CO2),
che successivamente sarà trasfor-
mato in energia elettrica. La po-
tenza stimata si aggira sugli 8 mi-
lioni di kWh annui, con un motore
Jenbacher abbinato a un alterna-
tore. Il 70% del calore ottenuto
Dalle palme indonesiane materia prima per l’energia
L’azienda bolognese Sib Siber punta molto su un’altra tipologia di bio-massa combustibile: il Pks (Palm kernell shell), gusci derivanti dal frutto della palma da olio proveniente principalmente dall’Indonesia. Attraverso un generatore di calore il Pks viene bruciato a temperature tra i 700 e i 900 gradi, in una camera composta da materiale refrattario e isolante. Il calore che ne deriva può essere usato per il riscaldamento dell’aria di processo, per l’essiccazione o per la produzione di energia termica.
sarà recuperato per mantenere co-
stante la temperatura della massa
biologica in fermentazione.
Anche EnviTec ha in progetto di-
verse realizzazioni: l’azienda ha,
infatti, ricevuto commesse per 18
milioni di euro relative alla costru-
zione di impianti a biogas in diver-
se zone d’Italia. Vicino a Bologna
installerà due impianti alimentati
da mais energetico con una poten-
za elettrica allacciata di 1 MW cia-
scuno. Sempre di grandezza pari a
1 MW saranno realizzati centrali
anche nella zona di Novara, utiliz-
zando liquame suino, sterco secco
di pollo e scarti cotti dell’industria
alimentare; a Latina, dove si sfrut-
teranno liquami bovini, insilato di
triticale e di mais; a Foggia, in cui
si useranno scarti orticoli, insilato
di triticale e liquami bovini.
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focus 5/201024
DISTRETTI
Il biogas italiano viaggia a tre velocità
La filiera siciliana ai nastri di partenzaAnche la Sicilia si dice pronta a diventare “l’isola dell’agroenergia” dopo la sperimentazione portata avanti dal progetto Fi.Sic.A. (Filiera siciliana per l’agroenergia). Ce ne parla Bernardo Messina,dirigente ricercatore del Consorzio di ricerca Gian Pietro Ballatore: «L’obiettivo del progetto, realizzato in collaborazione con l’assessorato Agricoltura e foreste della Regione Sicilia, è stato quello di definire le condizioni di fattibilità per l’introduzione di una filiera agroenergetica sul nostro territorio. Abbiamo individuato alcune colture a destinazione energetica, in particolare brassica carinata e le specie oleoginose, in grado di essere materia prima per impianti di produzione energetica o di biocarburanti. La sperimentazione ha dato risultati positivi, ora non resta che sviluppare la filiera, che deve essere principalmente corta, per permettere lo sfruttamento energetico delle biomasse in loco». «Le potenzialità, quindi, ci sono - afferma Domenico Santacolomba, responsabile dell’Osservatorio regionale dell’energia -: diversi sono gli impianti che abbiamo
autorizzato, molti altri sono in via di approvazione. La società Ecoil, inoltre, sta realizzando una centrale a Priolo, in provincia di Siracusa, per la produzione di biodiesel da olio vegetale grezzo quale colza, soia, brassica carinata e girasole».
chi.sca.
Gli impianti in funzione nel distretto energetico del Nord Ovest
La diffidenza del Nord EstIl Veneto, regione a forte concentrazionedi aziende agricole, conosce poco il biogas come energia alternativa. Questa presa di coscienza
deriva dalle indagini effettuate dalla Fondazione Nord Est, che ha svolto un’analisi per misurare l’accettazione di nuovi impianti a biogas in quattro territori veneti, registrando perplessità tra la popolazione. Ecco allora che la Fondazione ha deciso di aderire a Biogas Accepted, insiemead altri 5 Paesi (Austria, Ungheria, Polonia, Spagna e Slovacchia). Il progetto di ricerca punta alla promozione del biogas quale fonte energetica alternativa tra cittadini, autorità politiche e istituzioni sia venete che su scala nazionale e internazionale. Lo scopo è quello di inserire le amministrazioni comunali in un percorso di informazione, predisponendo un protocollo che contenga tuttele informazioni da conoscere quando si decidedi realizzare un impianto a biogas.
Sono diverse le tipologie di impianti e le tecnologie utilizzate. L’area del Nord Ovest si distingue per una buona gestione delle risor-se energetiche del settore agricolo: con lo scopo di sviluppare un rapporto armonioso tra tecnologia, popolazione e ambiente
news&mercati
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5/201024
MERCATO FOTOVOLTAICO
Il business verde incomincia dai distrettie cerca nelle Regioni i partner idealiUno schema di sviluppo di filiera che ha come protagoniste le Pubbliche amministrazioni e le imprese. Le proposte mirate dei fornitori di tecnologie
Una cosa è certa: in tema di
energia ogni Regione sceglie
da sé la propria strategia e la ten-
denza sarà sempre di più quella di
raggiungere il prima possibile
l’autonomia. Prima di tutto pro-
duttiva, poi fiscale. Ma il settore
stimola altre peculiarità a partire
dal fatto che, per esempio, le tec-
nologie rinnovabili godono di rea-
zioni politiche bipartisan. Da non
sottovalutare anche il fatto che
l’energia “verde” produce cassa
e, il tema, si sa, non lascia mai in-
sensibile la Pubblica amministra-
zione. Saranno sempre più attenti
i Governatori ai MW? Crediamo di
sì e i segnali post voto regionali lo
evidenziano. Nel frattempo notia-
mo anche che i fornitori di tecno-
logie, sempre più incubatori di
idee, si muovono con proposte e
iniziative mirate al target pubbli-
co. NextPower Development
Italia ne è un esempio. Alle spalle
una merchant bank inglese (la
NextEnergy Capital) che non
esclude, comunque, il ricorso a in-
vestitori terzi locali.
Michael Bonte-Friedheim, co-
founding partner di NextEnergy
Capital, segue con cura i passag-
gi tipici da financial advisory (tra i
credit anche il lavoro di advisor
per Enerqos - ndr), mentre ope-
rativi sul territorio sono Stefano
Sommadossi, presidente della
divisione development, e Chri-
stian Rossi, amministratore e re-
sponsabile dello sviluppo del bu-
siness.
Giusto di territorio si parla. Anzi,
meglio di distretti. Partendo dalle
Regioni e una volta individuata
una forte economia locale, soprat-
tutto agricola, NextEnergy applica
uno schema di sviluppo di filiera
che ha come protagonisti in cate-
na Pal - industria - imprenditori.
«Noi forniamo il progetto e la tec-
nologia (tipicamente fotovoltaico,
biomassa, eolico, ma l’azienda svi-
luppa anche bio carburanti per
aerei - ndr)». Gli attori locali ci
mettono la volontà di cambiare
modello energetico. «Consideria-
mo la Sicilia, dove abbiamo cinque
poli di studio tra i quali quello di
Caltagirone, una delle Regioni che
meglio si adattano a questo no-
stro modello operativo - spiega
Sommadossi -, ma ci stiamo muo-
vendo anche in Lazio e Piemonte».
È Bonte-Friedheim a parlare di
obiettivi italiani in termini di po-
tenza: «In Italia abbiamo già 18
MW autorizzati e altri 100 MW
sono in via di autorizzazione. In
tre anni il nostro obiettivo è di
raggiungere i 400 MW».
M.Cristina Ceresa
Stefano Sommadossi
Il go to market di NextPower Development
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news&mercati 5/201024
MERCATO FOTOVOLTAICO
Commerciale, residenziale e grandi parchiSunpower trova alleati sulle vie di sviluppoL’acquisizione di Sunray garantisce maggior controllo sul mercato, garanzie di fatturato e capacità progettuale. I progetti per Montalto di Castro e in Puglia
Il mercato fotovoltaico, da un anno
a questa parte, è stato caratteriz-
zato da una drastica riduzione dei
costi: Sunpower, per far fronte a
questa crisi, ha deciso di puntare
sulla capacità produttiva, aumen-
tandola e incrementando le collabo-
razioni con i più importanti player
del settore. L’ultimo accordo è stato
fatto con Sunray: «Non si tratta di
una fusione - spiega Gian Luca
Bandini, general manager di Sun-
power Italy -, ma di un’acquisizione
allo scopo di integrarci verticalmen-
te per avere maggior controllo sul
mercato; una garanzia di fatturato;
e per poter soddisfare le esigenze
dei clienti che non hanno la capacità
effettiva di portare avanti progetti».
Questa strategia di sviluppo è inizia-
ta nel 2007 con l’acquisizione di
PowerLight, system integrator
americana. «Sostiene il manager -
che non siamo più solo produttori,
ma anche Epc contractor e project
developer. Operiamo, infatti, se-
guendo tre linee precise di sviluppo:
commerciale, residenziale e grandi
parchi. Per l’area commerciale
l’azienda ha creato una divisione
che gestisce circa 200 partner su
tutto il territorio italiano, aziende
indipendenti che comprano e utiliz-
zano i prodotti Sunpower; grazie a
questa rete di dealer è possibile por-
tare avanti anche il discorso legato
al residenziale, occuparsi quindi de-
gli impianti più piccoli, fino a 1 MW
di potenza; infine, in veste di Epc
contractor, seguiamo l’installazione
dei grandi parchi solari. Acquisendo
Sunray abbiamo preso in carico una
pipeline di grandi progetti fotovol-
taici per oltre 1.200 MW da installa-
re principalmente in Europa e in
Medio Oriente».
Il progetto che ha dato il via alla col-
laborazione tra queste due società è
quello relativo alla centrale di Mon-
talto di Castro: attualmente sono
già stati installati 24 MW fotovoltai-
ci utili per il fabbisogno elettrico di
circa 13mila abitazioni, ma «l’obiet-
tivo - afferma Bandini - è quello di
creare diversi parchi solari per rag-
giungere la potenza totale di 100
MW. È, inoltre, in costruzione un
centro educativo di formazione de-
dicato prevalentemente agli installa-
tori, che tratterà argomenti legati
alla tecnologia fotovoltaica e alle
modalità di montaggio e allaccia-
mento degli impianti».
Diversi altri progetti sono in fase di
autorizzazione e realizzazione, so-
prattutto al Sud: in Puglia la società
sta installando per conto di K6 due
centrali da 1 MW ciascuna a Casa-
massima e Conversano. In Sicilia,
inoltre, sono previsti per conto di
Sol.In.Build 16,5 MW distribuiti in
7 impianti su un’area di 63 ettari.
Per aumentare la produttività è in
fase di costruzione un nuovo stabili-
mento in Malaysia, che permetterà
a Sunpower di raggiungere 1 GW di
produzione annuale. «La scelta di
delocalizzare in Oriente è dettata
dal basso costo della manodopera
rispetto agli stipendi italiani ed euro-
pei. Contando che nel reparto pro-
duzione lavorano circa 3.500 dipen-
denti sui 5mila totali, il ragionamen-
to è senza dubbio di carattere eco-
nomico» sottolinea il manager.
Molto importante infine la speri-
mentazione tecnologica delle celle
fotovoltaiche: «Stiamo lavorando
molto sul fronte dell’efficienza ener-
getica dei nostri pannelli - conclude
Bandini -: prevediamo per l’anno
prossimo una percentuale di effi-
cienza del 23,4% per le nuove celle;
attualmente è di circa 19,2% per il
pannello da 315 watt».
Chiara Scalco
Gian Luca Bandini
tecnologie&soluzioni
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5/201024
IL PROGETTO
Sbocciati cento fiori di loto fotovoltaicisulle acque di un bacino a uso irriguoL’impianto è realizzato da Daiet in collaborazione con il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Romagna Occidentale. I pannelli montati su una struttura galleggiante
Sullo specchio d’acqua del ba-
cino idrico artificiale presso la
centrale di pompaggio a uso irri-
guo “Santerno-Senio 2,“ in loca-
lità Solarolo (Ra), è stato realizza-
to il primo impianto fotovoltaico
galleggiante d’Europa. Lo ha pro-
gettato Daiet, in collaborazione
con il Consorzio di bonifica
dell’Emilia Romagna Occidentale.
La potenza è di circa 20 kWp ed è
costituito da più di cento moduli
monocristallini da 180 W ciascu-
no, montati su una struttura me-
tallica agganciata a un ulteriore
complesso modulare galleggian-
te, in materiale plastico delle di-
mensioni di mezzo metro circa,
per una superficie totale occupata
di 320 mq circa.
Nella progettazione dell’impianto
galleggiante si sono considerate
eventuali ripercussioni derivanti
da depositi temporanei di neve
sulla superficie dei moduli e un
plausibile moto ondoso del baci-
no di 40-50 cm. Lo svuotamento
cui i bacini idrici artificiali possono
essere soggetti non determina al-
cuna criticità per l’impianto, che
andrebbe ad adagiarsi dolcemen-
te sul fondo. I pannelli fotovoltai-
ci sono stati disposti secondo un
angolo di tilt prossimo a 0° privi-
legiando, così, l’armonizzazione
con l’ambiente circostante a sca-
pito di un minore rendimento del-
lo stesso, valutato in una perdita
fra il 7 e l’8%. Tale scelta è stata
compensata da una maggiore fa-
cilità negli interventi di manuten-
zione e dalla possibilità di non
avere condizionamenti di orienta-
mento rispetto al Sud.
Radianti e rinfrescanti
La struttura dell’impianto è mo-
dulare e quindi dimensionabile
secondo le particolari esigenze
dell’utenza, fino a raggiungere
taglie considerevolmente grandi.
La particolare collocazione per-
mette di usufruire di due impor-
tanti benefici ovvero la riflessione
della radiazione incidente la su-
perficie del bacino e il raffredda-
mento continuo dei moduli. L’im-
pianto è stato incorniciato con
una struttura di forma ellittica,
che conferisce la parvenza di fo-
glia di loto, adempiendo alla fun-
zione di compensare eventuali
fluttuazioni dell’impianto in caso
di un moto ondoso rilevante e di
rappresentare un sistema antica-
duta durante gli interventi di ma-
nutenzione. I dati sulla capacità
produttiva rendono quanto mai
realistico l’ambizioso obiettivo di
Daiet di disseminare foglie di loto
fotovoltaiche su quanti più spec-
chi d’acqua possibile, consenten-
do di risparmiare i preziosi terreni
agricoli locali.
I pannelli fotovoltaici formano un fiore di loto
57
tecnologie&soluzioni 5/201024
ma.ga.
Una nuova serie di moduli è stata
creata da Helios Technology,
del Gruppo Kerself: si chiama H3a
214-235 p e comprende celle realiz-
zate in silicio policristallino. Prodotti
in Italia e garantiti per 25 anni, i mo-
duli sono di dimensioni compatte e
sembrerebbero agevolare l’installa-
zione anche in zone ridotte, occu-
pando un’area di soli 1,63 mq. Il
peso è di 18,7 kg l’uno e il vetro an-
teriore ha uno spessore di 3,2 milli-
metri, resistente agli agenti atmosfe-
rici e alla grandine. La cornice è in
alluminio anodizzato. Le potenze
erogate sono comprese tra i 214 e i
235 chilowatt di picco.
Apochi mesi dalla nascita della
divisione Green Power business
unit, Hyundai punta sul mercato ita-
liano prevedendo una pipeline di 20
MW di pannelli installati entro il
2010. La proposta, per general con-
tractor e grandi installatori, com-
prende un nuovo modulo della Sg-
series composto da 60 celle di silicio
policristallino da 6 pollici incapsulate
in serie tra un vetro temprato a basso
contenuto di ferro e uno strato di
eva. Le condizioni di garanzia offerte
da Hyundai coprono 5 anni sui difet-
ti di fabbricazione, il 90% della po-
tenza in uscita per 10 anni e l’80%
della potenza in uscita per 25 anni.
Èprodotta da Teseo la nuova tur-
bina eolica, presentata recente-
mente alla Hannover Messe, costi-
tuita da tre pale in alluminio che,
seguendo un asse di rotazione oriz-
zontale, sono collegate all’albero di
un compressore d’aria e poste sulla
cima di un’incastellatura in allumi-
nio. Il generatore, realizzato in allu-
minio riciclabile al 90%, è in grado
di funzionare anche con un vento
leggero e immagazzina nei serbatoi
l’energia elettrica sotto forma di
aria compressa. Il diametro esterno
della turbina è di 4 metri e il com-
pressore è composto da due cilindri
contrapposti.
Leggeri e robusti i pannelli di Helios Technology
Hyundai punta sul mercato italiano
Basta un vento leggero per dare le ali a Teseo
MODULI FOTOVOLTAICI MODULI FOTOVOLTAICI/2 TURBINA EOLICA
Nexans ha ideato una gamma
di soluzioni di cablaggio per il
settore eolico. Battezzata Windlink,
comprende cavi industriali, condut-
tori in rame, alluminio e fibra otti-
ca, oltre a componenti per la comu-
nicazione. I cavi proposti resistono
alla torsione, alle variazioni di tem-
peratura, all’abrasione, alle vibra-
zioni, all’invecchiamento e al con-
tatto con l’olio e i liquidi di raffred-
damento. Il Gruppo francese ha
sviluppato isolanti in grado di sop-
portare almeno 2mila cicli di torsio-
ne alla temperatura di -40°: in que-
sto modo i cavi possono assorbire
le forze dovute alla continua rota-
zione della navicella per seguire il
vento. Sono due le tipologie di cavi
per le infrastrutture eoliche: quelli
sottomarini ad alta tensione, per
collegare le centrali offshore alle
reti di energia sulla terraferma e i
cavi a media tensione monofase e
trifase adatti all’interramento diret-
to in trincea per l’interconnessione
degli aerogeneratori di terra.
Sott’acqua e in trincea la resistenza della famiglia Windlink
CAVI EOLICI
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59
ambiente sostenibileSTORIA DI COPERTINA
Con il Patto delle città sostenibilil’Europa tenta il rilancio di KyotoIn Italia sono oltre 300 le amministrazioni che hanno aderito al piano di azione per ridurre le emissioni inquinanti. Qualcosa si muove anche se la strada è lunga e grandi le differenze Nord e Sud, come dimostra un rapporto di Legambiente
Tredici Comuni marchigiani sono
stati appena coinvolti nel proget-
to CitySec ideato da Svim, Società di
sviluppo della Regione Marche: An-
cona, Fabriano, Jesi, Senigallia, Osi-
mo, Pesaro, Urbino, Fano, Macerata,
Civitanova Marche, Fermo, Ascoli Pi-
ceno e San Benedetto del Tronto an-
dranno a formare una Sec (Sustaina-
ble energy community) che, coinvol-
gendo gli attori locali con iniziative
sostenibili, si impegnerà per far ade-
rire le città al Patto dei sindaci, elabo-
rando piani di azione per l’efficienza
energetica e lo sviluppo delle Rinno-
vabili. Il Covenant of Majors (Patto dei
sindaci) è stato lanciato nel 2008 dal-
la Commissione europea per riunire
le amministrazioni cittadine di tutta
Europa in un’iniziativa, su base volon-
taria, che le impegni a predisporre un
piano di azione per ridurre le emissio-
ni di CO2 con misure e criteri ancora
più rigorosi rispetto agli standard del
Protocollo di Kyoto (-20%). Sono
molte le città europee che hanno
aderito, ma anche in Italia il meccani-
smo si sta mettendo in moto e più di
300 Comuni e Province hanno firma-
to il Patto. Segno che qualcosa sta
cambiando, ma c’è ancora molto da
fare. Un altro aspetto fondamentale
è che le maggiori spinte all’innovazio-
ne sostenibile arrivano spesso dalle
amministrazioni locali. Lo conferma
anche Althesys, che nel rapporto
annuale Irex (Italian renewables in-
dex) fa notare che in Italia gli investi-
menti nelle energie rinnovabili nel
2009 hanno superato quelli nelle fon-
ti fossili. A partire proprio dalle picco-
le realtà che puntano all’adozione di
tecnologie alternative pulite per mi-
gliorare la vivibilità.
a cura di Chiara Scalco
In tem
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ittà verdi
vedi recen
sion
i libri p
ag. 78
storia di copertina
60
5/2010
IL RAPPORTO INDICE CITTÀ CLIMA
A Brescia primato dell’impegno ambientale Il Sud per ora ha solo grandi potenzialitàLa ricerca ha messo a confronto i 103 capoluoghi italiani sulle politiche per trasporti, efficienza energetica, rinnovabili, gestione dei rifiuti e aree verdi
Se guardiamo all’Indice Città Clima
2010, elaborato da Legambien-
te, in collaborazione con l’istituto di
ricerche Ambiente Italia, Brescia è la
città che, con 189mila abitanti, vanta
il migliore rendimento per quanto ri-
guarda l’impegno climatico. «Sicura-
mente i fattori che hanno contribuito
alla buona valutazione di Brescia sono
il trasporto pubblico cittadino, alimen-
tato a metano e biocarburanti, e
l’estesa rete di teleriscaldamento. An-
che il verde pubblico è ben distribuito»
spiega Lorenzo Bono, ricercatore
dell’istituto Ambiente Italia. Il rappor-
to ha messo a confronto i 103 capo-
luoghi di provincia italiani in merito
alle politiche energetiche e alla ridu-
zione delle emissioni di gas serra e la
situazione, anche se in via di migliora-
mento, non è delle più rosee, pur con
qualche eccezione.
«Il quadro che emerge - si legge nel
Rapporto - è quello di un profondo
divario tra alcune Regioni del Nord,
che hanno intrapreso strategie com-
plessive in favore della sostenibilità, e
le molte aree del Sud che vantano
grandi potenzialità, ma che nella stra-
grande maggioranza dei casi sono
carenti dal punto di vista delle politiche
e di una pianificazione ambientale».
L’Indice ha tenuto conto dei principali
Città Clima 2010: la classifica generale
Font
e: Le
gam
bien
te/A
mbi
ente
Ital
ia
Il punteggio finale di questa classifica è stato ottenuto tenendo conto delle graduatorie effettuate per singolo settore: trasporti, rinnovabili, consumi elettrici, consumi di carburante, teleriscaldamento. Nella pagina seguente abbiamo inserito come esempio le prime 10 posizioni delle classifiche relative a trasporto pubblico e rinnovabili
61
storia di copertina 5/2010
Trasporto pubblico: le città più virtuose
ambiti su cui le città possono interveni-
re nella lotta ai cambiamenti climatici.
«Gli indicatori utilizzati - spiega Bono -
sono: i consumi elettrici domestici,
quelli di carburante, le aree verdi su
territorio comunale, il solare termico e
il fotovoltaico installati su edifici pubbli-
ci, le Rinnovabili su territorio comunale,
il teleriscaldamento, il trasporto pubbli-
co e la raccolta differenziata». Si può
affermare che le prime città sono qua-
si tutte del Nord Italia e i capoluoghi
lombardi, a eccezione di Como
(100esima), si trovano tutti nelle prime
20 posizioni. Il Sud Italia, invece, occu-
pa maggiormente gli ultimi posti.
«Un aspetto importante che dobbia-
mo notare è che le ultime cinque città
si trovano in coda perché i dati relati-
vi non erano sufficienti per una com-
pleta classificazione. Questo può
spiegare in parte il caso effettivamen-
te strano della provincia settentriona-
le di Como, per la quale mancavano i
dati su trasporto pubblico, verde ur-
bano, teleriscaldamento e impianti
solari» fa notare lo studioso. Diventa
importante quindi l’aspetto della co-
municazione: le amministrazioni co-
munali devono essere in grado di
trasmettere e, se vogliamo, “pubbli-
cizzare” le buone azioni che perse-
guono in materia di ambiente soste-
nibile. È essenziale lo spirito di emula-
zione, soprattutto quando essere
Green fa stare meglio la popolazione.
Comunicare agevolmente le informa-
zioni diventa quasi un obbligo, per
non rimanere indietro.
Rinnovabili: le città più virtuose
L’indagine de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vitaLe province del Nord sono sicuramente le più attive. Questo è confermato anche dalla tradizionale e notissima indagine sulla qualità della vita, più approfondita e condotta in base a parametri non solo di carattere ambientale, stilata da Il Sole 24 Ore alla fine di ogni anno. Prendendo in esame sei macrosettori (tenore di vita, affari e lavoro, ordine pubblico, servizi e ambiente, popolazione e tempo libero), sono state prodotte sei graduatorie confluite in una classifica generale delle città italiane, sul cui podio troviamo Trieste, Belluno e Sondrio. Ovviamente le posizioni non coincidono, anche perché l’indagine è differente e si basa su altri indicatori, ma se guardiamo alla voce “servizi e ambiente” possiamo confermare che nel dicembre 2009 le metropoli settentrionali sono meno in difficoltà, con Trieste prima, seguita da Varese e Genova.
Font
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storia di copertina
62
5/2010
GLI SCENARI
Il futuro? Non dipende solo dalle leggima dall’impegno delle AmministrazioniLa sfida della sostenibilità è nella battaglia contro la dispersione urbanae i troppi spostamenti e nel recupero delle città. Il decalogo delle buone pratiche
Prendiamo un Comune medio
italiano con una popolazione di
70mila abitanti e un consumo ener-
getico annuale di circa 125.000
Tep: si stima che il Comune in que-
stione produca ogni anno circa
358.000 tonnellate di CO2. Quali
sono le misure da adottare per ri-
durre le emissioni inquinanti? Nello
scenario A il Comune si limita ad
applicare la normativa vigente volu-
ta dal Protocollo di Kyoto e la ridu-
zione della CO2 prodotta è di circa il
9,6%, mentre nello scenario B l’am-
ministrazione locale svolge un ruolo
più attivo, adottando politiche più
vincolanti in tutti i settori chiave so-
pra citati: i risultati ottenuti sono del
-25% in termini di emissioni. Que-
sto obiettivo, secondo Legambien-
te, è conseguibile attraverso stru-
menti già in dotazione alle ammini-
strazioni comunali, quindi non con
misure in fase di sperimentazione
tecnologica.
Ecco allora che diventa fondamen-
tale il ruolo del settore edilizio:
«L’industria delle costruzioni è
troppo energivora e deve essere
rinnovata - afferma Luigi Colom-
bo, presidente di Ance Lombar-
dia -. La fase che la società con-
temporanea sta vivendo necessita
di un sistema produttivo che sappia
fare della sostenibilità una nuova
idea di business e le nuove tecnolo-
gie verdi sono un substrato su cui si
svilupperà, inoltre, un buon merca-
to del lavoro. Dobbiamo cogliere
questa sfida e integrare gli edifici
con l’ambiente che ci circonda».
«La sfida della sostenibilità si vince
in città - afferma Andrea Poggio,
vice direttore generale di Legam-
biente -. Da qualche anno la fuga
dalla città è sentita come la risposta
possibile ai problemi ambientali.
La soluzione, invece, deve essere
BOLZANONuova linea ferroviaria recuperata dopo l’abbandono del 1990. Aggiunte nuove fermate. Collega Malles a Merano e trasporta circa 2 milionidi passeggeri all’anno
UDINEEfficienza energetica per gli edifici nuovi. Orientamento lungo la direttrice Est-Ovest, illuminazione naturale, solare termico e fotovoltaico da 1 kW per autoconsumo
BERGAMORiqualificazione del “Tram delle valli”: tramvia extraurbana collegata alle linee di trasporto su gomma, alla stazione ferroviaria del centro cittàe alle piste ciclabili
Architetture sostenibili, recupero di linee di trasporto, rinnovabili, raccolta differenziata.
63
storia di copertina 5/2010
l’opposto: è nella città densa che
dobbiamo trovare le forze per
emergere, non nella dispersione
urbana, che causa troppi sposta-
menti (periferia/centro, campa-
gna/centro) aumentando l’inqui-
namento atmosferico. Questo
criterio rappresenta un punto di
rottura con quella parte di am-
bientalismo che non è più attuale.
La sfida si vince con il ricorso alla
tecnologia, con l’istituzione di
servizi al cittadino, per rendere le
metropoli interessanti e desidera-
bili. Prendendo esempio dalle
scelte di Stoccolma e Amburgo
dobbiamo puntare proprio sulle
infrastrutture. E le infrastrutture
sono le città, non le autostrade.
Gli impegni al 2020 dovrebbero
essere raddoppiati. Non è ragio-
nevole, per esempio, che si arrivi
al 2020 con edifici in classe B,
quando l’Ue richiede standard vi-
cini a quelli della casa passiva».
Due scenari di riduzione delle emissioni di CO2 nel 2020
L’esempio proposto da Legambiente prende in considerazione un Comune medio italiano con una popolazione di 70mila abitanti e un consumo energetico annuale di 125.000 Tep. Nello scenario A il Comune applica la normativa vigente (-9,6%). Nello scenario B con misure più restrittive il taglio è del 25% Fonte: Legambiente/Ambiente Italia
REGGIO EMILIAApprovati vincoli per il verde in città. Previsti nel regolamento edilizio incentivi per architetture sostenibilie realizzazione di verde pensile perpiù del 50% della copertura
SALERNORaccolta differenziata migliorata: si è passati da una percentuale del 15 al 72%, grazie al metodo porta a porta che ha portato al graduale abbandono dei cassonetti (vedi anche libro pag. 78)
LECCEDal 2008 la città è completamente autosufficiente grazie alle energie rinnovabili: sono stati installati 6 MW fotovoltaici e 36 MW eolici, che producono 72 milioni di kWh annui
Quanti esempi d’eccellenza da ammirare viaggiando da Nord a Sud nel Belpaese
Ance Lombardia e Legambiente hanno stilato un “decalogo” delle buone praticheper costruire “sostenibile”:
1. ricostruire le nostre cittàriutilizzando e sostituendoil vecchio
2. sfruttare i nuovi vuoti urbani
3. addensare in corrispondenzadei nodi
4. sperimentare nuove soluzionitecnologiche
5. progettare in maniera integrata
6. ricercare economie di scala
7. innovare i processi aziendali
8. usare materiali a basso impatto
9. contribuire all’evoluzionedel mercato
10. educare alla qualità
Fonte: Legambiente/Ambiente Italia
323.600ton.
358.000ton.
269.000ton.
(valori espressi in tonnellate di CO2 prodotte)
[ L’energia che nasce dalla Terraha la sua voce ]
Terra e Vita è una pubblicazione de
[ Bioenergie e agricoltura ]Il supplemento periodico a Terra e Vita,
il settimanaledell’agricoltura,da sempre accanto
agli imprenditoriagricoli italiani
Ogni due mesi in allegato aTerra e Vita una finestra sull’ampia e
sempre più diversificata tematica delleenergie alternative che hanno origine in agricoltura e che
rappresentano una fonte di reddito per gli agricoltori.
Dalla filiera legno a quella delle colture fino al biogas,il supplemento offre sperimentazioni, applicazioni operative
in ambito pubblico e in azienda agricola e le esperienze degliagricoltori che fanno già parte di questa nuova importante realtà.
www.terraevita.it www.agricoltura24.com
Pagina Bioenergia per Energia 24 2009.qxd 21/10/2009 12.29 Pagina 1
65
storia di copertina 5/2010
LE GRANDI CAPITALI
L’indice di Siemens promuove CopenhagenNella graduatoria delle città europee, predisposta dall’Economist Intelligent Unit, Roma è al 14° posto
Diamo uno sguardo alle città
europee, esaminando la clas-
sifica stilata dall’Economist Intelli-
gent Unit (Eiu) per conto di Sie-
mens. L’European Green City In-
dex, così è stato battezzato, valuta
le performance ambientali di 30
città europee. L’obiettivo è quello
di dare a politici, amministratori e
tecnici una visione del buon livello
raggiunto da alcune città per sti-
molare il miglioramento delle pra-
tiche adottate e azioni di riduzio-
ne dell’impatto ambientale. Le
realtà urbane sono state valutate
in base a otto categorie: emissioni
di CO2, energia, edifici, trasporti,
acqua, rifiuti, qualità dell’aria e
governance ambientale. Sono,
inoltre, stati utilizzati 30 indicato-
ri individuali suddivisi in 16 di tipo
quantitativo che misurano le at-
tuali performance e 14 qualitativi
che stimano l’aspirazione delle
amministrazioni a ridurre l’impat-
to sull’ambiente.
ECOPOLIS
Non c’è futuro senza sostenibilità
Itermini città e sostenibile sono in
contraddizione tra loro: una cosa
costruita con cemento e mattoni può
non sembrare sostenibile. Ma la città
è una serie di manufatti, persone, ha-
bitat. È un importante contesto di re-
lazioni. Allora in quest’ottica le due
parole possono essere accostate».
Esordisce così Giuseppe Tripaldi,
responsabile scientifico di Ecopolis,
evento dedicato all’ambiente urbano
e alle tecnologie per gestire al meglio
le città. Anche quest’anno si è svolto
a Roma nel mese di aprile, sotto for-
ma di forum di approfondimento in
grado di toccare tre diversi aspetti del
vivere cittadino: il livello urbanistico-
architettonico, la parte economica e il
tessuto sociale. Con un focus sulla
“città che mangia” e su quella “del
futuro”, sono state affrontate le te-
matiche delle modalità di gestione dei
flussi di cibo sul territorio urbano e del
mutamento delle metropoli in relazio-
ne agli interventi necessari per ade-
guarsi ai nuovi standard di sostenibili-
tà. «L’impostazione di fondo di que-
sta manifestazione è il tentativo di
tracciare un’equivalenza tra futuro e
sostenibilità» ricorda Tripaldi.
Numero Città Punteggio
1 Copenhagen 87,31
2 Stoccolma 86,65
3 Oslo 83,98
4 Vienna 83,34
5 Amsterdam 83,03
6 Zurigo 82,31
7 Helsinki 79,29
8 Berlino 79,01
9 Bruxelles 78,01
10 Parigi 73,21
11 Londra 71,56
12 Madrid 67,08
13 Vilnius 62,77
14 Roma 62,58
15 Riga 59,57
Numero Città Punteggio
16 Varsavia 59,04
17 Budapest 57,55
18 Lisbona 57,25
19 Lubiana 56,39
20 Bratislava 56,09
21 Dublino 53,98
22 Atene 53,09
23 Tallinn 52,98
24 Praga 49,78
25 Istanbul 45,20
26 Zagabria 42,36
27 Belgrado 40,03
28 Bucarest 39,14
29 Sofia 36,85
30 Kiev 32,33
La classifica dell’European Green City Index
Fatto 100 il valore massimo ideale il punteggio viene calcolato sulla basedi otto categorie: emissione di CO2, energia, edifici, trasporti, acqua, rifiuti,aria e governance ambientale Fonte: Siemens
storia di copertina
66
5/2010
LA NUOVA URBANIZZAZIONE
Dall’Europa alla Cina tanti progetti per città
HANNOVER (Germania)Il distretto ecologico di Kronsberg, composto da 3.000 unità abitative, ha ridotto del 75% l’emissione di CO2 grazie a efficienza energetica, reti di teleriscaldamento e due impianti eolici. Anche la produzione di rifiuti è stata ridotta del 30% e vengono recuperate e riutilizzate le acque.
SALISBURGO (Austria)È stato elaborato un piano per il controllo dell’illuminazione pubblica e il miglioramento dell’efficienza energetica. Con un sistemadi accensione e spegnimento programmato sono stati ridotti i costi totali. Sono state utilizzate lampade ai vapori di mercurio e bruciatori al sodio a risparmio energetico.
BUDAPEST (Ungheria)Il Rec, il Centro regionale ambientale che promuove lo sviluppo sostenibile, ha aperto nel 2008 un centro congressi che punta all’eliminazione completa delle emissioni. Questo è possibile grazie all’uso di sistemi automatizzati di efficienza energeticae utilizzo di energia solare.
CAOFEIDIAN (Cina)Il progetto prevede l’esperimento di ecocity per questo nuovo centro vicino alla città di Tangshan, in uno dei distretti portuali industriali del Nord cinese. Il master plan prevede l’applicazione di tecnologie peril risparmio dell’acqua, trasporto verdee riciclaggio dei materiali.
SARAGOZZA (Spagna)Progetto di architettura bioclimatica nella periferia a Sud della città per edilizia residenziale pubblica, servizi, terziario e attrezzature sportive, su una superficie di 243,2 ettari. Raccolta dei rifiuti attraversoun sistema basato su rete di condotte sotterranee pneumatiche.
COPENHAGEN (Danimarca)Nel quartiere di Nordhavnen sono in fase di recupero le aree portuali dismesse. Il progetto prevede la creazione di una zona residenziale in cui sarà data priorità al trasporto collettivo e alle biciclette. Ci sarà ampio spazio perle energie rinnovabili e per recuperoed efficienza nell’uso delle risorse.
Viaggio ideale per segnalare le esperienze verdi di diverse città che si stanno impegnan-do nella lotta ai cambiamenti climatici por-
tando avanti politiche per ridurre le emissioni inquinanti e l’impatto ambientale. Dal riciclo dei rifiuti al recupero delle aree dismesse,
67
storia di copertina 5/2010
efficienti ed ecosostenibili
LINZ (Austria)L’utilizzo dell’energia solare è l’elemento caratteristico del nuovo piano della città, chiamato, infatti, Solar City. È stata inoltre ridotta l’impermeabilizzazione e massimizzatala separazione tra le acque di scarico e quelle piovane da recuperare. Sono stati creati giardini, parchi pubblici, piste pedonali e ciclabili.
MALMÖ (Svezia)La zona siderurgica e navale è stata riqualificata creando il quartiere residenziale di Augustenborg, basato su vie pedonali/ciclabili e car sharing. Ottima è la rete di mezzi pubblici, alimentati a gas naturalee biogas metano prodotto dal riutilizzodegli scarti organici.
EDIMBURGO (Regno Unito)Il quartiere Slateford Green è formato da 251 unità abitative sorte nella zona dismessa della ferrovia. Non ci sono posti auto privati.Solo il 12% delle famiglie possiede l’auto.Il nucleo è servito da mezzi pubblici,car sharing e i servizi sono accessibili facilmente a piedi.
AMSTERDAM (Olanda)Per ridurre le emissioni del 40% (dal livello 1990) entro il 2025, trasformandosi in una smart city, Amsterdam punta su: energie rinnovabili, ricariche auto elettriche, pannelli solari sopra le fermate dei bus, raccolta dei rifiuti elettrica e smart meter nelle case per conoscere i consumi e ridurli.
STOCCOLMA (Svezia)Obiettivi rigorosi per la città svedese che prevede di liberarsi dei combustibili fossili entro il 2050. Mobilità a energia rinnovabile, piste ciclabili, teleriscaldamento, riduzione dei rifiuti e aumento della raccolta e del riciclo, sfruttamento del biogas, aree verdi, depurazione acque e riduzione dei consumi.
AMBURGO (Germania)Ha ridotto le emissioni di CO2 del 15% rispetto al 1990, con risparmi annuali di circa 46.000 MWh. I risultati sono stati raggiunti con controllo del traffico, utilizzo di fonti alternative, efficienza energetica. È stato pianificato il territorio creando “foglie” verdi che si diramano dal centro. Recupero della zona portuale dismessa.
dall’installazione del solare alle tecnologie contro gli sprechi, dall’utilizzo di automobili elettriche a quello di lampadine intelligenti,
il racconto di uno sviluppo possibile. La reda-zione di Energia24 ha raccolto alcuni esempi urbani interessanti e, si spera, replicabili.
68
focus 5/2010
GLI OBIETTIVI DI RIDUZIONE
La Commissione europea sostiene i progetti Ict per l’efficienzaI finanziamenti per edifici a generazione autonoma e per le Smart Grid. L’attenzione alle compartecipazioni pubblico privato su lavori multidisciplinari
Il tema dell’efficienza energetica
annesso alle buone pratiche sup-
portate della tecnologia informati-
ca è uno dei fattori chiave su cui
punta da tempo la Commissione
europea anche per ridurre le emis-
sioni di gas serra del 20% entro il
2020. Le indicazioni negli anni si
fanno sempre più precise a comin-
ciare dalla possibilità di avere meto-
dologie comuni per misurare le
performance energetiche, soprat-
tutto in caso di sistemi complessi.
Questo dovrebbe promuovere an-
che la trasparenza e un reale pro-
gresso nell’adozione delle Ict per
l’efficienza energetica.
Per promuovere lo sviluppo di solu-
zioni innovative Ict4Ee (acronimo di
Ict for energy effi-
ciency), la stessa
Commissione, all’in-
terno del settimo
programma quadro
di ricerca (Fp7, per il
periodo 2007-2013),
supporta progetti
per lo sviluppo di edi-
fici energy-positive
(generano autonomamente l’ener-
gia richiesta all’interno e vendono
eventuali surplus di energia), oltre
che sviluppi in ambito Smart energy
grid (reti che fanno uso di tecnologie
Ict per la gestione e distribuzione di
energia da fonti rinnovabili e per la
riduzione delle perdite nella produ-
zione e nella distribuzione).
In aggiunta, all’interno del program-
ma Ict Pps (Ict Policy support pro-
gram), l’Unione europea supporta
finanziariamente gli enti pubblici
che testano e convalidano soluzioni
innovative Ict-based per l’efficienza
energetica negli edifici pubblici.
All’interno del Programma per la
competitività e l’innovazione, ambi-
ti di ricerca promossi sono quelli re-
lativi a reti di elettricità (Smart grid),
edifici, trasporti, ricerca su sistemi di
illuminazione a stato solido.
Altre forme di investimento promos-
se sempre dalla Commissione sono
quelle che vedono una comparteci-
pazione pubblica e privata, su pro-
getti cross sector, di larga scala o
multidisciplinari: per esempio, nel
Financial Recovery Plan di novembre
2008 sono raccomandate partner-
ship di tipo pubblico privato per at-
tività R&D nei settori dell’edilizia,
dell’automobile e dell’industria.
Il premio Energy Star e il regolamento Ecolabel
Diverse normative europee si sono poste come obiettivo la riduzione dei consumi energetici per i prodotti Ict. Nel caso della direttiva EuP (Ener-
gy Using Product), vengono fissati alcuni requisiti di minima per quanto riguarda aspetti legati all’alimentazione dei prodotti Ict. Il regolamento per il programma Energy Star, oltre ad assegnare un premio (l’Energy Star) al prodotto più efficiente dal punto di vista energetico, fissa criteri di efficien-za energetica per acquisti di prodotti Ict da parte di enti pubblici.Un’altra misura è quella del regolamento Ecolabel, che si pone come obiet-tivo il miglioramento dei processi che riguardano i prodotti Ict lungo l’inte-ro ciclo di vita (dalla produzione all’utilizzo, allo smaltimento), includendo anche aspetti di efficienza energetica. L’Action Plan per i consumi sosteni-bili e le politiche industriali sostenibili mette a disposizione un framework di azioni più ampie, in cui rientrano anche le misure citate prima. Infine, alcune norme europee si occupano in particolare dell’impatto ambientale dei prodotti Ict a fine vita. a cura di Diego Ragazzi
(Green Ict manager di Cefriel)
Sede della Comunità europea
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focus 5/2010
I CONSUMI DELLE AZIENDE ICT
Nokia dà l’addio alle vecchie cabine radioe miniaturizza gli apparecchi di TlcI progetti di Nsn per ridurre il carbon footprint di due milioni di tonnellate l’anno.Proposta Energy solutions con la nuova piattaforma Flexi Multimode Base Station
Iconsumi energetici sono da tempo
nel mirino della Commissione euro-
pea che lo scorso ottobre ha puntato
l’indice sulle aziende di Ict (Informa-
tion and communication technology)
raccomandando - non prescrivendo -
obiettivi più stringenti, sulla base del-
la constatazione che queste aziende
da un lato sono molto energivore,
visto che sono responsabili del 7%
dell’energia consumata e del 2%
dell’anidride carbonica prodotta in
Europa, ma dall’altro hanno la capa-
cità di contribuire per il 15% al rag-
giungimento degli obiettivi del 2020.
Così, la Commissione raccomanda
che le compagnie si accordino su di
una metodologia di misura condivisa
entro quest’anno e che entro il 2011
mettano a punto delle pratiche virtuo-
se per aumentare la loro efficienza
energetica del 20% entro il 2015, os-
sia 5 anni prima delle altre aziende.
Tra le realtà che hanno risposto posi-
tivamente a queste raccomandazioni
c’è Nokia Siemens Networks (Nsn)
che, da brava cittadina europea co-
me si è impegnata a essere, ha piani-
ficato di ridurre, entro il 2012 e ri-
spetto ai valori del 2007, il carbon
footprint globale dell’azienda del
28% e il consumo energetico dei
propri uffici del 6%, e di aumentare
del 50%, entro il 2010, il consumo di
energia elettrica da fonti rinnovabili,
il tutto corrispondente a una riduzio-
ne delle emissioni di CO2 di circa due
milioni di tonnellate l’anno.
Gli eventuali costi aggiuntivi non
spaventano Nsn: «Sappiamo da in-
dagini di mercato, come quella con-
dotta dal Boston Consulting
Group, che i consumatori italiani
sono al 59% disposti a spendere fi-
no al 10% in più per un prodotto più
rispettoso dell’ambiente - commen-
ta Alessandro Di Salvo, head of
sales South Europe -. Inoltre non
dobbiamo far finta di non sapere che
oggi a qualsiasi azienda fa gioco po-
ter dimostrare quanto è Green!»
Verso il mercato, la proposta di Nsn
si chiama Energy solutions, un insie-
me di prodotti e servizi destinati alle
società di telecomunicazione mobile
che ha il suo cuore nella piattaforma
Flexi Multimode Base Station e che
viene presentata da Nokia Siemens
Networks come una vera e propria
rivoluzione. Tutto parte da una osser-
vazione: «Il 65% dei consumi elettri-
ci degli operatori di telefonia mobile
vengono dai siti radio, ossia dalle an-
tenne. Ci siamo, quindi, impegnati a
ridurre questi consumi puntando sul-
la miniaturizzazione della nostra of-
ferta per le apparecchiature di tele-
comunicazione ossia la piattaforma
Flexi Multimode Base Station. Grazie
a questa piattaforma non è più ne-
cessario installare tre o quattro cabi-
net di 60x60 centimetri, alti 180 cm,
ma tipicamente solo quattro unità di
ridotte dimensioni, riciclabili al 95%,
pesanti ciascuna una ventina di chili
e occupanti una superficie di circa un
quinto rispetto alle installazioni tradi-
zionali. Il prossimo passo sarà con-
densare tutto in uno o due moduli da
collocare nell’antenna stessa rispar-
miando, perciò, la costruzione delle
cabine che attualmente contengono
tutti i componenti».
Per le loro ridotte dimensioni questi
moduli hanno consumi di circa la me-
tà della generazione precedente e
possono essere alimentati da fonti
energetiche alternative come i pan-
nelli fotovoltaici, o piccoli generatori
eolici, quelli che si cominciano a vede-
re negli agriturismo, per intenderci.
Luciano Barelli
Alessandro Di Salvo
focus 5/2010
70
L’imperativo del momento è rispar-
miare energia. Anche nei modi
più impensabili, nelle apparecchiatu-
re più strane. Un bell’esempio lo offre
Huawei che ha trovato un modo in-
novativo per raffreddare gli armadi
stradali che contengono le cosiddette
Optical network unit (Onu) che sono
quelle apparecchiature che collegano
le reti in fibra provenienti dalle cen-
trali con i cablaggi in rame diretti ver-
so gli utenti finali. Queste Onu consu-
mano energia - attorno ai 700 Watt
- e perciò vanno raffreddate. Tradi-
zionalmente ciò avviene con un co-
mune condizionatore che consuma
sui 200 kWh all’anno.
Per dissipare il calore Huawei ha in-
ventato un sistema che ha sperimen-
tato presso la propria sede centrale a
Shenzhen in Cina e poi replicato per
la prima volta a Torino per Telecom
Italia. Esso sfrutta il differenziale ter-
mico con l’immediato sottosuolo gra-
zie alla tecnologia heat pipe. Si tratta
di tubi in alluminio sigillati che con-
tengono un liquido che vaporizza
facilmente che collegano l’apparec-
chiatura da raffreddare con una sor-
gente fredda, nel caso specifico il
terreno un metro e mezzo sotto gli
armadi: il liquido vaporizza nel punto
più caldo e condensa nel punto più
freddo, trasferendo così calore.
Il sistema realizzato a Torino consuma
52 kWh all’anno contro i 200 kWh di
SISTEMI DI CONDIZIONAMENTO
Quanto si scalda l’armadio stradaleUn’idea “cinese” lo può raffreddareLa soluzione Huawei sfrutta le sorgenti fredde del sottosuolo e preserva le retiin fibra e rame. La tecnologia heat pipe replicata in Italia per Telecom
un sistema tradizionale. Telecom Ita-
lia ha in piano di installare su tutto il
territorio nazionale 10mila armadi: se
il sistema Huawei fosse utilizzato per
la totalità degli armadi, il risparmio
arriverebbe a circa 1.560 MWh.
«Il nostro sistema è molto innovativo
- commenta Paolo Gemma, Europe-
an senior marketing manager di Hua-
wei -. Innanzitutto consuma un quar-
to dell’energia necessaria alle appa-
recchiature tradizionali perché ha
un’efficienza superiore di oltre cinque
volte a quella di un comune condizio-
natore. Poi è molto silenzioso perché
ci sono poche parti in movimento.
Tutto ciò a fronte di un costo totale
che è certamente superiore a quello
di apparecchiature tradizionali spe-
cialmente a causa della componente
di installazione. Tutto considerato,
anche se non abbiamo dati precisi
perché siamo ancora in fase di speri-
mentazione, si può pensare di arriva-
re in pareggio prima di due anni. Se si
considera che le apparecchiature di
questo tipo hanno una vita media su-
periore ai dieci anni, il beneficio in
termini economici è evidente».
lu.ba.
La stazione verde tra i monti della Cina
Tra le montagne dell’area Great Meisha nella provincia di Shenzhen, nella Cina continentale meridionale, il nodo di apparati di
telecomunicazioni e soluzioni di rete Zte Corporation ha realizzato per la rete 3G ”green” di China Unicom una base station alimentata a energia eolica e solare, perciò ecocompatibile e totalmente indipendente dalla fornitura di energia convenzionale. Inoltre, la funzionalità di controllo remoto della base station non richiede alcun supporto on site, il che aiuta China Unicom a ridurre ulteriormente i costi e raggiungere un Tco (Total cost of ownership) particolarmente basso. Questa soluzione integrata a energia eolica e solare può essere installata in diversi contesti ambientali: la possibilità di variare le proporzioni dell’alimentazione tra energia eolica e solare permette di realizzare configurazioni flessibili per adattarsi alle diverse condizioni esterne in cui gli operatori si trovano a operare. La soluzione è caratterizzata da un’elevata efficienza nella conversione energetica, aumentando le prestazioni in termini di stabilità e affidabilità. Il sistema, inoltre, non produce emissioni nocive, rumore e inquinamento, contribuendo a proteggere l’ambiente. Zte, che è molto impegnata nella difesa dell’ambiente tanto da dedicare ingenti risorse allo sviluppo di prodotti ecocompatibili, ha realizzato il 21,5% della rete 3G ”Green” di China Unicom, diventandone così uno dei tre principali fornitori.
71
focus 5/201024
lu.ba.
SOLUZIONI WEB BASED
Wep è la sentinella che controlla gli edificie consente alti rendimenti e bassi consumiLa piattaforma realizzata da Wind con Alcatel Lucent analizza i parametri di comfort interno e li mette in relazione con l’esterno
Si chiama Wep, che sta per Wind
Energy Platform, la soluzione rea-
lizzata da Wind in collaborazione con
Alcatel Lucent per monitorare, otti-
mizzare e ridurre i consumi all’interno
di edifici civili e industriali. Si tratta in
pratica di un’applicazione Web ba-
sed, modulabile a misura di cliente
che raccoglie, analizza e correla i dati
ricavati da varie sorgenti, anche in
modalità wireless, o da altre piatta-
forme di tipo Building management
system eventualmente già presenti
presso il cliente.
«La nostra soluzione, a differenza di
altre presenti sul mercato, oltre a im-
magazzinare ed elaborare i parame-
tri tipici per il comfort ambientale
quali temperatura, umidità, lumino-
sità, permette di correlare ai dati mi-
surati i parametri qualitativi e speci-
fici esterni all’edificio, ovvero le con-
dizioni meteo del sito - precisa il di-
rettore della divisione Corporate
della filiale italiana di Wind, Pierpa-
olo Festino -. La soluzione Wep,
infatti, integra un simulatore termo-
dinamico che, opportunamente
configurato con dati strutturali stati-
ci di occupazione dell’edificio e para-
metri dinamici esterni all’edificio
consente all’Energy manager di otte-
nere il massimo di performance degli
impianti e di efficientamento della
spesa energetica».
Come sottolinea Festino, Wep con-
sente sia il monitoring che il control-
lo, includendo il tal senso anche l’at-
tuazione di azioni correttive scaturite
dalle analisi del sistema. La scelta se
operare in maniera automatica o
manuale è lasciata in ogni caso al
cliente.
La soluzione è stata ingegnerizzata
in Italia da Alcatel Lucent, partner
tecnologico di Wind, utilizzando an-
che componenti sviluppati all’estero.
La piattaforma di integrazione su cui
è basato l’applicativo per la gestione
e il controllo dei consumi energetici
è stata, infatti, creata in Belgio e ha
al suo attivo numerose referenze
nella gestione degli edifici in ambito
industriale, finance, Pubblica ammi-
nistrazione, Grande distribuzione e
servizi.
Sui costi Wind non si sbilancia: «Le
componenti di prezzo sono l’instal-
Pierpaolo Festino
lazione e il software, ma entrambi
sono determinati in funzione del nu-
mero e della tipologia di sonde in-
stallate, quindi in funzione delle di-
mensioni degli uffici o del numero di
impianti tecnologici da monitorare
- sottolinea Festino -. I servizi di in-
stallazione possono variare dalla
semplice installazione delle sonde a
un’analisi preliminare dello stato dei
singoli apparati. Inoltre il servizio
può essere fornito in modalità ho-
sted, con il software installato presso
una server farm Wind con accesso
riservato al solo cliente o managed,
ossia con il software fornito su licen-
za e installato su di un server a casa
del cliente. Le due alternative hanno
prezzi differenti. Infine, le sonde
possono essere fornite sia in vendita
che in noleggio».
72
tecnologie&soluzioni 5/2010
Il tema dell’acqua è diventato stra-
tegico. Rappresenta un asse por-
tante anche per Siemens, che si oc-
cupa di sviluppare tecnologie inno-
vative sia per il mercato municipale
che per quello industriale.
«L’Italia è un Paese potenzialmente
ricco di acqua potabile, anche se le
perdite sono consistenti e spesso la
risorsa è mal distribuita - afferma
Giuliano Busetto, responsabile del
settore Industry di Siemens Italia -.
Ma il problema principale, che si
presenta soprattutto per aziende
che consumano elevate quantità di
acqua come le cartiere o le acciaie-
rie, è ormai quello della disponibili-
tà. Insomma: l’acqua c’è e costa
anche poco. Però non è possibile
prelevarne all’infinito e le quantità
iniziano a essere regolamentate. Ec-
co perché diventa necessario pensa-
re alla depurazione per consentirne
il riutilizzo».
Siemens offre soluzioni per l’intero
ciclo dell’acqua, perciò ha creato un
centro di trattamento fanghi e de-
purazione acque reflue a Casteggio
(Pv). Una delle tecnologie forse più
innovative di Siemens è rappresen-
tata dalle membrane, dette anche
Mbr: la soluzione si è evoluta rispet-
to ai primi esperimenti, con minori
fasi di depurazione, un ingombro
ridotto, bassa torpidità dell’effluen-
te finale, riutilizzo delle acque e
TECNOLOGIE INTEGRATE
Meno fanghi e acqua subito disponibileSiemens depura con le membraneLe soluzioni dell’azienda sull’intero ciclo consentono di abbattere i costi di smaltimento e di recuperare materiale di scarto per nuove finalità energetiche
maggiore rimozione per sostanza
organica, solida o per microrgani-
smi. Con questa alternativa si evita-
no i grandi vasconi, impattanti alla
vista, ma anche causa dei cattivi
odori. L’acqua che ne deriva, inoltre,
è immediatamente disponibile.
«Cerchiamo di ottenere soluzioni in
grado di diminuire la quantità di
fango ricavato dalla depurazione -
spiega Gimmi Trombetta, respon-
sabile soluzioni tecnologiche per la
divisione Industry -. I costi di smalti-
mento del fango sono al terzo posto
per un’azienda che lo ha come scar-
to, dopo gli stipendi e la gestione
elettrica. Le nostre soluzioni tentano
di far risparmiare anche in questa
direzione, diminuendo la quantità di
fango e riutilizzando quello secco
rimasto come pellet per ricavare
nuovamente energia». Certo per
un’azienda l’importante è che il bu-
siness plan stia in piedi. Questo si-
gnifica che la leva maggiore per in-
stallare un impianto del genere deve
essere sì il minor inquinamento, ma
anche il risparmio e il ritorno dell’in-
vestimento: «Essere ambientalisti
deve convenire» afferma Gimmi
Trombetta. La soluzione potrebbe
essere l’integrazione di diverse tec-
nologie: al fianco di impianti di de-
purazione e desalinizzazione, per
esempio, si dovrebbero installare
pannelli fotovoltaici per produrre
l’energia necessaria ai macchinari o
centrali cogenerative per riutilizzare
gli scarti dei processi e sfruttare il
calore prodotto che altrimenti sa-
rebbe disperso.
Chiara Scalco
Qualità Doc nell’impianto pilota di Fino MornascoPresso il Politecnico di Milano è attivo un gruppo di ricerca chedagli anni Sessanta si occupa della protezione delle acque, del loro trattamento, recupero e riutilizzo. Si chiama Grta (Gruppo di ricerca trattamento delle acque) e ha sperimentato in collaborazione con Siemens un impianto pilota presso Lariana Depur a Fino Mornasco (Co). I reflui che arrivano all’impianto sono prevalentemente di natura tessile e vengono trattati con un impianto che combina il trattamento biologico aerobico a colonie batteriche sospese con una membrana di ultrafiltrazione. «L’azione sinergica di depurazione consente di ottenere una produzione di acqua di qualità superiore - spiega Costantino Nurizzo, professore del Grta -. L’impatto ambientale è ridotto al minimo e sono diminuiti anche i consumi all’interno della stessa industria, poiché viene naturale riutilizzare l’acqua nello stesso stabilimento».
73
tecnologie&soluzioni 5/201024
PROGETTO ABB ITALIA
Un software controlla l’impianto idrico perché non sia fonte di sprechiLa crescita del consumo sollecita lo sviluppo di piattaforme per monitorare con efficacia l’utilizzo. L’esempio del sistema irriguo nel Canal de Zujar in Spagna
Che tanta energia nasca dall’ac-
qua è cosa saputa; diversa è,
invece, la consapevolezza che anche
l’acqua, nel suo ciclo integrato, ab-
bia bisogno di tanta energia. Secon-
do una valutazione resa nota da Abb
si calcola che circa il 20% dell’ener-
gia mondiale sia utilizzata per il
pompaggio dell’acqua e che la spesa
elettrica oscilli tra il 40% e il 60% dei
costi complessivi di gestione degli
impianti di potabilizzazione, pom-
paggio e depurazione. Per non par-
lare delle procedure di dissalazione:
qui l’energia rappresenta circa il
20% del costo sostenuto. Va da sé
che, a fronte di queste percentuali,
fare efficienza significa abbattere
sprechi su più fronti. Necessario in-
tervenire, dunque, anche perché si
stima che entro il 2020 una combina-
zione di fattori, quali aumento della
popolazione, industrializzazione e in-
cremento nella produzione alimenta-
re, potrebbe portare a una crescita
del 40% del consumo dell’acqua, cui
si contrapporrà una minore disponi-
bilità di risorsa dovuta, probabilmen-
te anche, ai cambiamenti climatici.
Acquedotti e rete urbana
Uno studio Istat rileva che, nel 2008,
le perdite negli acquedotti italiani so-
no state circa il 47% dell’acqua im-
messa. Non ce lo possiamo più per-
mettere e forse il primo passo potreb-
be essere quello di procedere con un
monitoraggio reale via software.
Tra studi di laboratorio e verifiche sul
campo, Abb si è fatta è promotrice di
un progetto inglese di ricerca con
l’obiettivo di sviluppare una piattafor-
ma che, integrando strumentazione
in campo, sistemi di controllo/supervi-
sione e software specifici di gestione
della rete, consenta l’implementazio-
ne di funzionalità avanzate per la ridu-
zione degli sprechi e dei consumi
energetici.
Tanto si può fare anche nell’ottimizza-
re l’irrigazione e Giuseppe Fraddan-
no, marketing and development ma-
nager di Abb Italia, porta come esem-
pio illuminato l’applicazione imple-
Camilla Galli Macricè
mentata in Spagna dove è stato realiz-
zato un sistema di controllo irriguo nel
Canal de Zujar basato su quasi 10mila
idranti/valvole wireless telecontrollate
che hanno portato a un risparmio di
acqua pari a 47 Hm3/anno, di energia
pari al 30%, incremento di produttivi-
tà pari al 25 per cento.
«Irrigare di notte potrebbe essere uti-
le anche per il minor costo di acqua
ed energia e perché avviene minor
evaporazione» suggerisce Fraddan-
no, segno che, oltre alla tecnologia,
deve scattare in tutti noi il buon senso
e qualche piccola antica astuzia (in
fondo i “vecchi” dicevano sempre di
non bagnare le piante con il sole).
Vero è che anche nell’agricoltura il
passaggio progressivo da tariffe “a
ettaro” a tariffe basate sul consumo
effettivo di acqua servirà per sensibi-
lizzare gli utenti a un uso migliore
della risorsa.
Giuseppe Fraddanno
DepurazioneImpianti
civili
Impianti chiaviin mano
Sistemiingegnerizzati
Prodotti
DepurazioneImpianti
industriali
DistribuzioneReti urbaneed irrigue
TrasportoImpianti dipompaggio
ProduzioneImpianti di
dissalazione
L’approccio Abb al ciclo integrato dell’acqua
Fonte: Abb Italia
BUONO D’ORDINE✁
Cognome________________________________________________________________________
Nome____________________________________________________________________________
Professione _______________________________________________________________________
Società __________________________________________________________________________
Via ______________________________________________________________________n° _____
CAP __________ Città ________________________________________________Prov. ________
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è la rivista che affronta i temi dell’approvvigionamentoenergetico, dell’uso effi ciente dell’energia e della protezione dell’ambiente.Informa sulle evoluzioni del mercato, analizza i diversi scenari, intervista i protagonisti e presenta agli operatori del settore i progressi delle tecnologie.
Energia24 è lo strumento di lavoro indispensabile per i manager delle piccole e medie imprese e il punto di riferimento per i protagonisti del settore: fornitori, distributori, istituzioni
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di Guido Plutino
NOVITÀ NEL BILANCIO 2009
Il dividendo Enel legato alla redditivitàe gli effetti positivi della “cura Conti”
Le novità del bilancio Enel 2009
vanno oltre i numeri, che pure so-
no di rilievo. Ciò per almeno due mo-
tivi: perché si vedono i primi effetti di
quella che è stata chiamata “cura
Conti”, e perché Enel espone, nel Pia-
no industriale 2010-2014, obiettivi
qualificanti come lo sviluppo dell’Ebit
da (o margine operativo lordo) e una
sostanziosa riduzione dell’indebita-
mento. Tornando ai risultati di perio-
do, merita di essere esaminato il pun-
to relativo al dividendo perché segna
una discontinuità di metodo con il
passato. Anche in questo caso ciò non
deriva tanto dalla sua quantità (0,25
euro per azione, comprensivi dell’ac-
conto di 0,10 euro già distribuito a
novembre 2009), che pure di questi
tempi non è irrilevante (nonostante
l’accoglienza sfavorevole degli anali-
sti), quanto per il cambiamento dei
meccanismi di conteggio. In sintesi, si
può dire infatti che il titolo Enel perde
la sua “somiglianza” con i bond per
diventare azione pura a tutti gli effetti.
In Piazza Affari, infatti, Enel (insieme a
Eni) era considerato il titolo più vicino
alle obbligazioni, proprio per il flusso
praticamente costante dei dividendi
versati negli ultimi esercizi agli azioni-
sti (oltre che per una minore volatilità
dei corsi rispetto alla media). Da
quest’anno finisce, però, la tradizione
dei “cedoloni” da staccare in qualun-
que condizione, facendo ricorso agli
utili di periodo, ma eventualmente
attingendo anche alle riserve. D’ora in
poi il dividendo sarà determinato in
percentuale fissa della redditività: il
60% dell’utile netto realizzato (atteso
a 4 miliardi nel 2010, a 4,1 nel 2011 e
a 5,4 nel 2014). I vantaggi per l’azien-
da sono indubbi, anzitutto in termini
di stabilità e ottimizzazione dei flussi
di cassa. Lo si capisce ancora meglio
se si allarga l’inquadratura ad altri in-
dicatori fondamentali. In particolare
all’indebitamento netto, che nel 2009
ha superato i 50,8 miliardi di euro,
con una crescita di oltre 900 milioni
sulla distanza dei 12 mesi. L’incre-
mento risente in primo luogo dell’ac-
quisizione del 25,01% di Endesa.
Tuttavia, già dal marzo 2009 sono sta-
te avviate contromisure sotto forma di
un piano di dismissioni da 10 miliardi
di euro da effettuare nel biennio
2009-2010. Le risorse così ottenute
saranno integralmente destinate alla
riduzione dell’esposizione debitoria.
Nel 2009 sono state portate a termine
cessioni per 3,9 miliardi, mentre per il
2010 l’impegno confermato è quello
di realizzare altri sette miliardi attra-
verso la dismissione della rete elettrica
ad alta tensione in Spagna, la cessione
di una quota di Enel Green Power e
la vendita di altri asset ritenuti non
strategici. La riduzione dell’indebita-
mento e la crescita parallela dell’Ebit-
da (previsto a 16 miliardi a fine 2010)
consentirà al Gruppo di mantenere il
rating “A”. Enel è dunque riuscita a
tenere a bada la grande crisi, ma i suoi
effetti si fanno ugualmente sentire.
L’impegno nel nucleare è infatti con-
fermato («Enel sarà la prima azienda
a costruire una centrale in Italia» ha
spiegato l’amministratore delegato
Fulvio Conti), ma l’impegno non si
tradurrà in pratica prima del 2015. Del
resto, lo sforzo finanziario richiesto
(tra i 20 e i 25 miliardi per realizzare 4
centrali) mal si concilia con un quadro
generale ancora incerto.
2009 2008 VariazioneRicavi 64.035 61.184 +4,7%Ebitda (Margine operativo lordo) 16.044 14.318 +12,1%Ebit (Risultato operativo) 10.755 9.541 +12,7%Risultato netto del Gruppo 5.395 5.293 +1,9%Indebit. fin. netto al 31/12 50.870 49.967 +1,8%
2009 2008 VariazioneRicavi 706 734 -3,8%Ebitda (Margine operativo lordo) (27) (61) +55,7%Ebit (Risultato operativo) (36) (76) +52,6%Oneri finanziari netti e proventi da partecipazioni 3.200 2.719 +17,7%Utile dell’esercizio 3.460 2.744 +26,1%Indebitamento finanziarionetto al 31 dicembre 11.964 8.654 +38,2%
Principali dati economico-finanziari consolidati del Gruppo Enel (in milioni di euro)
Risultati 2009 della Capogruppo Enel Spa (in milioni di euro)
76
Con la sentenza n.119 del 26 mar-
zo 2010 la Corte Costituzionale
ha affermato l’esclusività della com-
petenza amministrativa statale a ele-
vare la soglia per l’effettuazione degli
interventi di installazione di impianti di
produzione di energia elettrica da
fonti rinnovabili, tramite denuncia di
inizio attività (Dia). Va considerato che
l’art.12 del D. Lgs. n. 387 del 2003,
nel disciplinare le procedure abilitative
alla costruzione e all’esercizio di im-
pianti alimentati con fonti rinnovabili,
ha previsto, di regola (comma 3),
un’autorizzazione unica, rilasciata
dalla Regione o da altro soggetto isti-
tuzionale delegato dalla Regione (la
Provincia), nel rispetto delle normative
vigenti in materia di tutela dell’am-
biente, di tutela del paesaggio e del
patrimonio storico artistico. Fanno ec-
cezione (comma 5, periodi primo e
secondo) gli impianti con una capaci-
tà di generazione inferiore alle soglie
indicate dalla tabella A allegata al me-
desimo decreto legislativo, ai quali si
applica la disciplina della Dia. La Re-
gione Puglia, con l’art.3 della legge n.
31 del 2008 ha esteso la denuncia di
inizio di attività a numerosi tipi di im-
pianti di produzione di energia elettri-
ca da fonti rinnovabili, tenendo conto
della collocazione e delle caratteristi-
che di essi.
Nel promuovere giudizio di legittimità
costituzionale su vari punti della men-
zionata legge regionale, il Governo ha
impugnato anche l’art. 3 per lesione
del principio fondamentale di cui
all’art.12, comma 5, del menzionato
decreto legislativo, che, al terzo perio-
do, sancisce che maggiori soglie di
capacità di generazione e caratteristi-
che dei siti di installazione per i quali si
procede con la medesima disciplina
della denuncia di inizio attività, posso-
no essere individuate solo con decreto
del ministro dello Sviluppo economi-
co, di concerto con il ministro dell’Am-
biente e della tutela del territorio e del
mare, d’intesa con la Conferenza uni-
ficata di cui all’articolo 8 del decreto
legislativo 28 agosto 1997 n.281 e
successive modificazioni. Ha resistito
la Regione Puglia osservando che la
normativa regionale doveva essere let-
ta alla stregua del favor che la discipli-
na comunitaria riserva alle fonti ener-
getiche rinnovabili ed evidenziando
che la previsione della Dia nel caso de-
gli impianti presi in considerazione
non costituiva obbligo assoluto e inde-
fettibile, né “rappresentava l’unica
modalità” di avvio del procedimento.
In quest’ottica, il decreto interministe-
riale cui fa riferimento il comma 5
dell’art.12, quale strumento per con-
cordare soglie maggiori per gli impian-
ti da avviare tramite Dia, costituirebbe
un mero strumento che nulla aggiun-
gerebbe al principio ispiratore della
legge nazionale, che ben potrebbe
essere osservato con altri strumenti,
particolarmente ove sia in gioco un
interesse peculiare della Regione. La
Corte ha ritenuto fondata la questione
di legittimità costituzionale e, di con-
seguenza, ha annullato la norma re-
gionale, in quanto contrastante con la
norma di principio statale che riserva al
decreto interministeriale, di intesa con
la Conferenza unificata, l’individuazio-
ne delle maggiori soglie di capacità di
generazione e caratteristiche dei siti di
installazione per i quali si procede con
la disciplina della Dia. A tale conclusio-
ne la Corte è pervenuta riconoscendo
nel quinto comma dell’art. 12 l’eserci-
zio della legislazione di principio dello
Stato in materia di produzione, tra-
sporto e distribuzione nazionale
dell’energia, per via della chiamata in
sussidiarietà dello Stato, per esigenze
di uniformità di funzioni amministrati-
ve relative ai problemi energetici di li-
vello nazionale. La pronuncia è con-
forme all’orientamento giurispruden-
ziale delineato, in particolare, con la
sentenza n.383 del 14 ottobre 2005,
relativa allo scrutinio di legittimità co-
stituzionale del decreto legge 29 ago-
sto 2003 n. 239, quale convertito, con
LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Stop in Puglia agli impianti di rinnovabiliNon è sufficiente il ricorso alla sola DiaLa legislazione di principio dello Stato annulla la legge regionale 31 che estendeva la denuncia di inizio attività. Problemi per chi investe se manca certezza del diritto
77
modificazioni, nella legge 27 ottobre
2003 n. 290, nonché di numerose di-
sposizioni della legge 23 agosto 2004
n. 239. Osservava al riguardo la Corte
Costituzionale che in tutte queste
norme, ricadenti nell’area della pro-
duzione, trasporto e distribuzione
nazionale dell’energia (art.117, com-
ma 3, Cost.) appartenente alla com-
petenza legislativa regionale di tipo
concorrente, il legislatore statale ave-
va disposto la chiamata in sussidiarie-
tà (art . 118, comma 1, Cost.) di una
buona parte delle funzioni ammini-
strative concernenti il settore energe-
tico con l’attribuzione di rilevanti re-
sponsabilità a organi statali e quindi
con la parallela disciplina legislativa,
da parte dello Stato, di settori che di
norma dovrebbero essere di compe-
tenza regionale. L’attribuzione dei
maggiori poteri amministrativi a orga-
ni statali non poneva alcun problema
dal punto di vista della ragionevolezza
della chiamata in sussidiarietà, doven-
dosi ritenere evidentemente detti or-
gani gli unici in grado di valutare com-
plessivamente del fabbisogno nazio-
nale di energia e quindi idonei a ope-
rare in modo adeguato per ridurre
eventuali situazioni di gravi carenze a
livello nazionale (...). Pertanto, il pre-
supposto normativo (regionale) per
cui le Dia fossero considerate un vali-
do strumento abilitativo alla costru-
zione di impianti al di sotto di 1 mega-
watt viene meno e i privati che vorran-
no realizzare impianti fotovoltaici do-
vranno ricorrere al ben più difficoltoso
procedimento di autorizzazione uni-
ca. Considerato quanto sopra la ne-
cessità di evitare che l’impatto della
decisione si riverberi anche su altre
Regioni che abbiano escogitato pro-
cedure autorizzative non conformi ai
principi costituzionali rende non più
dilazionabile l’approvazione, da parte
della Conferenza unificata, ai sensi del
comma 10 dell’art.12, delle linee gui-
da per lo svolgimento “armonizzato”
del procedimento per il rilascio dell’au-
torizzazione unica. La conseguenza di
ulteriori ritardi e la mancanza di cer-
tezza del diritto faranno venir meno i
presupposti di investimento in uno dei
settori chiave del nostro Paese e che il
Governo ha volutamente considerato
come priorità.
A cura di Eugenio Tranchino
Watson Farley & Williams
24
78
Municipi/Dalla decadenza ai modelli della Città Compatta
No, così non si può più andare avanti. Le città non possono più svilupparsi secondo una concezione auto-centrica che tanto
ha contribuito all’inquinamento. Cadono altresì i modelli della lot-tizzazione suburbana, la cosiddetta “villettopoli” che non pemette al commercio diffuso d’insediarsi e di offrire quindi una risposta quotidiana ai bisogni degli abitanti. Mostrano i loro limiti anche le tipologie di centri urbani dominati dalle alte torri che fagocitano energia e generano sprechi incommensurabili. Quali vie sono allora percorribili per le città del terzo millennio? Una soluzione è la Città Compatta, risultato di una federazione organica di eco-quartieri misti. Quali risultati abbia ottenuto tale modello in termini di mi-gliori performance in materia di trasporto e consumo del territorio rispetto alle città monocentriche, lo dimostra questo volume della collana che affianca la rivista di architettura e urbanistica “A&C International”, corredato da efficaci immagini.
Gabriele TagliaventiAlessandro BucciLa guida delle eco-città efficientiAlinea editrice191 pagine28,00 euro
a cura di Laura Marinoni Marabelli
Salerno/L’eccellenza ottenutanel tempo dell’emergenza rifiuti
Che sia una città della Campania, per di più un capoluogo di oltre 150mila abitanti, a raggiungere il primato italiano nella raccolta
differenziata (72%) pare un traguardo ideale che fa riferimento a un lontano futuro. Così non è e ciò dimostra che i confini dell’efficienza e dello sviluppo dell’ambiente in direzione ecosostenibile non sono tracciati dalla geografia e limitati dai punti cardinali, ma determinati dall’impegno degli uomini. Legittimo quindi l’orgoglio dell’Ammini-strazione che racconta come si è arrivati a conseguire questi risultati d’eccellenza in appena 18 mesi dall’introduzione del servizio porta a porta. Un rigoroso piano industriale stilato dal Conai e corroborato dall’impegno di amministratori e cittadini sono i cardini di un inter-vento che si è rivelato tanto più efficace quanto più ottenuto attraver-so una logica di collaborazione. Per ricevere gratuitamente una copia del libro inviare un fax al Conai al numero 02 54122696, indicando i dati del richiedente e l’indirizzo cui spedire il volume.
Fabio CostarellaPasquale LeporeSalerno, l’eccellenza nell’emergenza183 pagine
Piccioli (Pi)/Alla scoperta del lato bello della discarica
Dal letame nascono i fiori, cantava De Andrè. Più prosaicamente dalla discarica di un piccolo comune in provincia di Pisa è nata
l’idea che ha unito la popolazione e i suoi amministratori, gli uni e gli altri parte attiva e dirigente di un processo né imposto, né subito. La lezione di Piccioli, poco più di 4.800 abitanti, è un miracolo se si pensa alle recenti battaglie sui rifiuti. Come sia avvenuto, lo raccon-ta in questo libro Nadio Delai, sociologo, noto al grande pubblico per avere ricoperto la carica di direttore di Rai Uno “nel periodo dei professori”. L’oscuro e tanto repellente oggetto è stato trasformato in un vero e proprio impianto industriale, caratterizzato da elevati livelli di sicurezza e da consistenti e crescenti risultati economici. In ogni contrada, nota Innocenzo Cipolletta nella sua introduzione, si può trovare una via da percorrere, anche se non è facile. Si chiama via della democrazia, nota anche come strada del fare.
a cura di Nadio DelaiRifiuti&sviluppoIl caso virtuoso del Sistema PiccioliFranco Angeli editore173 pagine18,00 euro
Carugate (Mi)/Il regolamento che nasce dalla collaborazione
Il segreto di un successo nasce talvolta dalla normalità, da scelte corrette e coerenti. In definitiva il segreto è di non avere segreti.
Una dimostrazione in tal senso viene dal comune di Carugate. Il piccolo centro dell’hinterland milanese, con il suo regolamento edi-lizio, ha dato l’avvio a un nuovo modo di governare la sostenibilità del territorio, con regole prima impensabili, la più nota delle quali prevede il solare termico obbligatorio, ma soprattutto con un ap-proccio nuovo che vede l’ente locale quale promotore di un cam-biamento che coinvolge tutti gli attori del processo edilizio, dai cittadini alle imprese, dai progettisti alle aziende. Quindi regole severe e da rispettare, ma supportate da scelte tecnologiche fattibi-li ed economicamente convenienti. Una convenienza non promessa a parole, ma dimostrata sul campo e che tocca tutti gli attori del progetto e si trasforma in bisogno collettivo.
Giuliano Dall’OAnnalisa GalanteEfficienza energeticae Rinnovabili nel regolamentoedilizio comunaleEdizioni Ambiente389 pagine34,00 euro
I COMUNI ESEMPIO DI EFFICIENZA E RISPETTO AMBIENTALE
24
79
a cura di Laura Marinoni Marabelli
MANIFESTAZIONI
Solarexpo: istruzioni per l’usoIl salone delle energie rinnovabili torna di scena in questi giorni a Verona
La Fiera di Verona ospita dal 5 al 7
maggio due manifestazioni com-
plementari: Solarexpo e Greenbuilding.
La prima, mostra internazionale su
energie rinnovabili e generazione distri-
buita, è dedicata alla sostenibilità ener-
getica e alla Green economy. Quest’edi-
zione, l’undicesima, propone alcuni
technology focus, incentrati su temati-
che energetiche di particolare attualità,
tra cui Polygen, su cogenerazione di-
stribuita e trigenerazione, Pv supply
chain, area in cui si trovano le tecnolo-
gie dedicate alla filiera del fotovoltaico,
Csp (Concentrating solar power), dedi-
cato ai concentratori solari, Bioenergy,
su biomasse, biogas e biocarburanti,
ed Ecomove, sui mezzi di trasporto in-
novativi e a basso impatto ambientale.
Spazio anche al Green Jobs Center,
una sezione riservata all’incontro tra la
domanda e l’offerta di lavoro nel setto-
re delle Rinnovabili. La novità di
quest’anno è Solarch, un’area in cui, a
detta dell’organizzazione, viene dato
risalto alle tecnologie più innovative e
ai migliori progetti internazionali di de-
sign solare e di integrazione architetto-
nica di fotovoltaico e di solare termico.
Ampio è il programma di seminari e
convegni, tra cui l’Italian Pv summit,
previsto per il 3 e il 4 maggio, pensato
per aggiornare gli operatori del settore
sui temi della nuova economia. Il calen-
dario di tutti gli appuntamenti è sul sito
www.solarexpo.com.
Anche la quarta edizione di Greenbuil-
ding, mostra convegno internazionale
su efficienza energetica e architettura
sostenibile, presenta quattro technolo-
gy focus dedicati a: luce e domotica,
architettura in legno, geotermia e soft-
ware professionali. L’edizione di
quest’anno ripropone lo showroom Il-
luminazioni, un appuntamento che è
diventato annuale. I siti di riferimento
dei due saloni sono www.solarexpo.
com e www.greenbuildingexpo.eu.
La formazioneSegnaliamo alcuni corsi previsti nell’ambito della fiera e i riferimenti di chi li organizza
5 maggioMinieolico: progettazione,autorizzazione e realizzazione di un impiantoIses Italia - tel. 06 77073610Geotermia e pompe di caloreGeotermia.org - tel. 800.984.326
5-6-7 maggio 2010Impianti solari termici di grandi dimensioni & solar coolingAmbiente Italia - tel. 06 44340129Progettazione e installazionedi sistemi solari fotovoltaiciKyoto Club - tel. 06 485539
6-7 maggio 2010Fotovoltaico: nuove tecnologiee opportunità d’impresaIses Italia - tel. 06 77073610
SALONI
Solare termico e fotovoltaico
Fotovoltaico e tecnologie rinnovabili
Salone Greenbuilding
TECHNOLOGY FOCUSBioenergiaMacchinari, materiali e componenti per fotovoltaicoCsp - concentratori solariPolygen - cogenerazione distribuita e trigenerazioneSolarch - architettura solare
ESPOSIZIONE ALL’APERTOImpianti fotovoltaici a inseguimento solareInverter per parchi solariImpianti fotovoltaici residenziali a inseguimento solareEcomove - mobilità sostenibileMinieolicoCsp - concentratori solari
Com
e m
uovers
i tr
a i p
adig
lioni
80
a cura di Laura Marinoni Marabelli
Cambi di poltrona in Edison: Gio-
vanni Brianza (nella foto sot-
to) è il nuovo direttore merger, ac-
quisition e divestment della filiale
italiana, ruolo che gli affida la re-
sponsabilità
delle opera-
zioni di fu-
sione, acqui-
sizioni e di-
sinvestimen-
ti a supporto
degli obietti-
Giancarlo Cremonesi, presi-
dente di Confservizi, nonché
presidente dal 2008 di Acea, multiu-
tility attiva nei settori energetici, idri-
ci e ambientali, è stato nominato
vi di consolidamento e sviluppo
dell’azienda in Italia e all’estero. La
seconda nomina riguarda Marco Ta-
gliapietra (nella foto a destra), in
arrivo da Techint: la sua nuova posi-
zione è quella di direttore pianifica-
zione e controllo. Tagliapietra ha la-
vorato in Fiat Auto, nel Gruppo Pirel-
li e in Kraft Foods Italia.
Entrambi i manager daranno conto
del loro operato al chief financial of-
ficer Marco Andreasi.
Intanto, nel consiglio di amministra-
consigliere del Cnel, il Consiglio na-
zionale dell’economia e del lavoro.
Cremonesi è stato scelto per sostitu-
ire il dimissionario Raffaele Morese.
Il Cnel ha un Consiglio composto da
zione di Edison è entrato Henri Pro-
glio, già presidente del gruppo Edf,
che viene nominato nuovo presi-
dente di Transalpina di Energia, la
holding controllata da Edf e Delmi,
che controlla
il 61,3% di
Edison. Il
manager su-
bentra al di-
missionario
Pierre Ga-
donneix.
121 consiglieri la cui nomina dura
cinque anni.
Total cambia il vertice
della propria sede ita-
liana e chiama Philippe
Nelis per il ruolo di diret-
tore generale e ammini-
stratore delegato. Il mana-
ger ha alle spalle numero-
se esperienze in aziende
del settore petrolifero. La
nomina di Nelis avviene in
concomitanza al recente
annuncio dell’accordo tra
Total ed Erg per la costitu-
zione di TotalErg. In que-
sto contesto Nelis avrà la
responsabilità di sviluppa-
re attività per migliorare la
qualità dei servizi, caratte-
rizzati dall’attenzione alla
soddisfazione del cliente,
con un occhio di riguardo
a sicurezza e ambiente.
Paolo Mosa è stato
scelto dal Consiglio di
amministrazione di Ital-
gas (Snam Rete Gas)
quale nuovo amministra-
tore delegato. La carriera
del manager si è sviluppa-
ta in Snam, poi Snam Re-
te Gas, fino a portarlo a
ricoprire il ruolo di diret-
tore sviluppo e commer-
ciale con l’incarico di
mantenere i rapporti con
l’Autorità per l’energia
elettrica e il gas. In que-
sta posizione Mosa riceve
il testimone da Domenico
Elefante, che lascia Ital-
gas per assumere altri in-
carichi in ambito Eni.
Nuovi direttori merger e pianificazione e una new entry nel Cda
Giancarlo Cremonesi diventa consigliere
EDISON
CNEL
Paolo Mosa amministratore delegto
ITALGAS
Con Nelis cambio al vertice
TOTAL
81
Scrivete a [email protected]
Quando si puòricorrerealla conciliazione
Ho letto il vostro interessante arti-
colo sulle conciliazioni. Mi sapete
dire in caso di bisogno a chi rivol-
germi e per quale controversia?
Lettera firmata
Risponde la redazione
Si può ricorrere in conciliazione in
caso di:
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I Certificati bianchida riconoscereagli associati Fiper
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-
Walter Righini
presidente Fiper
24
82
A A2a - 27, 33
Ab Energy - 51
Abb Italia - 73
Accenture - 37
Acea - 13, 80
Aeeg - 30
Aem - 51
Al.be.ro - 51
Alcatel Lucent - 71
Alinea editrice - 78
Althesys - 59
Ambiente Italia - 60
Ance Lombardia - 62
Andra - 39
Anie - 42
Anpa - 45
Ansaldo Nucleare - 43
Aper - 32
Assocarboni - 24
Aster - 13
Astrim - 51
Autorità per l’energia elettricae il gas - 80
Aweb Supply - 18
B Banca Intesa - 51
Beghelli - 28
Biogas Accepted - 53
Biovalt - 51
Boston Consulting Group - 69
Bsi - 31
BTicino - 35
C Cefriel - 21
Cestec - 32
Cnel - 80
Cofatech - 13, 15
Cofely - 13, 15
Coldiretti - 51
Conai - 78
Confindustria - 42
Confservizi - 80
ConsiagReti - 30
Consorzio di ricerca Gian PietroBallatore - 53
Consorzio Italiano Biogase Gassificazione - 49
D Daiet - 56
Delmi - 27
E e-utile - 38
Ecodeco - 33
Ecoil - 53
Ecopolis - 65
Edf - 27, 39, 43, 80
Edipower - 27
Edison - 27, 43, 80
Edizioni Ambiente - 78
Elyo - 15
Enama - 49
Endesa - 75
Enea - 12, 43
Enel - 43, 75
Enel Green Power - 75
Enerqos - 54
Eni - 75
Enìa - 27
Enresa - 38
EnviTec - 51
Eon - 25, 33
Erg - 80
F Faber - 28
Fare Ambiente - 46
Fiper - 51
Fondazione Nord Est - 53
Franco Angeli editore - 78
G Gdf - 15
Geothermal International - 18
Geze - 35
Gi Energy Audit Cti - 32
Greenbuilding - 79
Greenpeace - 46
Grta - 72
Gruppo Maccaferri - 51
Gruppo Kerself - 57
Gruppo Uni/Cti - 31
H Helios Technology - 57
Huawei - 70
Hypen Italia - 33
Hyundai - 57
I Ibm - 30
Icim - 32
Idm Group - 33
Iea - 47
Ipcc - 47
Iren - 27
Iride - 27
Ises Italia - 11
Istat - 73
Italgas - 80
J Jenbacher Gruppo Ge - 17, 51
JohnsonDiversey - 30
K K6 - 55
L Lariana Depur - 72
Legambiente - 46, 47, 59, 60, 62
MM&It Consulting - 31
Mangiarotti - 43
McKinnon&Clarke - 30
N Ncr - 39
Nexans - 57
NextEnergy Capital - 54
NextPower Development Italia - 54
Nokia - 69
Nomisma - 24
O Olimpia Splendid - 29
Osservatorio regionaledell’energia - 53
P Politecnico di Milano - 72
PowerLight - 55
R Rothschild Italia - 46
Rsk - 38
S Safe - 37
Sebigas - 51
Sib Siber - 51
Siemens - 33, 65, 72
Sinergie italiane - 27
Siram - 13, 16
Snam Rete Gas - 80
Sogin - 39, 43
Sol.In.Build - 55
Solarexpo - 79
Solarhybrid - 20
Studio legale Putti - 37
Suez - 15
Sunpower - 55
Sunray - 55
Swim - 59
T Tcvvv - 51
Telecom - 35, 70
Teseo - 57
Total - 80
Transalpina di Energia - 80
U Underwriters Laboratories - 31
Unione Petrolifera - 25
V Vimar - 35
WWaterFurnace International - 18
Wind - 71
Wwf Italia - 47
Z Zte Corporation - 70
Ne abbiamo parlato a pagina:
Anno III - Maggio 2010 - n.24via G. Patecchio 2 - 20141 Milano
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24
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• Industry e catene del valore • Tariffe e contratti di fornitura di energia elettrica e gas 1° Project-Work: la stesura dei contratti di acquisto• Energy Trading & Risk Management 2° Project-Work: organizzazione di una gara di fornitura di energia elettrica• L’acquisto di Gas • L’ottimizzazione del consumo energetico in azienda • Fonti alternative3° Project-Work: i costi della generazione da fonti alternative
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G_768-09_Ansaldo Nucleare A4 ITA_AW:pagina nucleare 09 08/04/10 15:20 Pagina 1