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CONOSCENZE DI BASE PER L’APICOLTURA
PRIMA LEZIONE ROVERETO - mercoledì 4/03/2015
PAOLO FONTANAFondazione Edmund Mach,Centro
Trasferimento Tecnologico
Una SOLIDA CONOSCENZA TEORICA della biologia delle api Serve come e più di molti anni di esperienza
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La SALUTE e il BENESSERE delle api vanno sempre messe al primo postoè il primo problema
VALORE ECOLOGICO ED AGRONOMICO DELL’ APICOLTURA
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L'IMPOLLINAZIONE È IL PROCESSO MEDIANTE IL QUALE IL POLLINE VIENE TRASFERITO TRA LE PIANTE , CONSENTENDO COSÌ LA FECONDAZIONE E LA RIPRODUZIONE SESSUALE
L'impollinazione delle colture alimentari è ampiamente riconosciuta quale servizio chiave per l'ecosistema , ma fino a oggi non era ancora stata misurata l'entità della nostra dipendenza dall'impollinazione animale su scala globale.
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UNO SU TRE BOCCONI DI CIBO È STATO PRODOTTO GRAZIE ALL'IMPOLLINAZIONE
I ricercatori hanno scoperto che, delle 115 colture analizzate, 87 dipendono dall'impollinazione animale e 28 no.
Delle 87 colture dipendenti dall'impollinazione, 13 si basano interamente sull'impollinazione animale, 30 mostrano una dipendenza elevata e 27 moderata.
L’APE MELLIFERA È UN
INSETTO “SELVATICO”
IN TUTTA EUROPA. È
RESPONSABILE
DELL’IMPOLLINAZIONE
DI MOLTISSIME SPECIE
VEGETALI DELLA
COSIDDETTA FLORA
SPONTANEA
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L’ape mellifera è un insetto autoctono in Africa, gran parte dell’Europa e Medio Oriente.
È un formidabile impollinatore ed è senza eguali
Le api degli apicoltori hanno convissuto per millen ni con le colonie selvatiche
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PRIMA DELLA VARROA C’ERANO SIA ALVEARI SELVATICI CHE ALVEARI GESTITI DAGLI APICOLTORI
TRA API MELLIFERE “SELVATICHE” E QUELLE GESTITE DAGLI APICOLTORI C’ERA SCAMBIO GENETICO
La Varroa al suo arrivo ha fatto strage delle colon ie degli apicoltori ma anche di quelle selvatiche
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Oggi le uniche api presenti nel territorio sono que lle gestite dagli apicoltori che sono meno sparse nell’ambiente
LE UNICHE API MELLIFERE SONO QUELLE DEGLI APICOLTORI : LA FLORA SPONTANEA NE RISENTE
NON C’È PIÙ SCAMBIO GENETICO CON API SOTTOPOSTE A SELEZIONE NATURALE: IMPOVERIMENTO GENETICO
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GLI APICOLTORI HANNO L’ONORE E L’ONERE DI GESTORE QUESTO INSETTO CHIAVE PER GLI ECOSISTEMI
L’APE
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metamorfosi completametamorfosi incompleta
LE API HANNO QUESTO TIPO DI METAMORFOSI
ETEROMETABOLI OLOMETABOLI
Imenotteri: i parenti delle api
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DIFFERENZE TRA VESPE ED API
Favi in cera Colonie durevoli Scorte di miele e polline riproduzione per sciamatura
Favi in cellulosa, fango etc. Colonie annuali No scorte riproduzione da regine nuove
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NID
I DI H
ALIC
TU
S
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NID
I DI M
EG
AC
HILE
13
14
NID
I DI O
SM
IA
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CICLO BIOLOGICO DEI BOMBI
BIOLOGICO DI HALICTUS
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• COLONIE PERENNI
• DECINE DI MIGLIAIA DI API (OLTRE 50.000 IN PRIMVERA ESTATE)
• VASTO RAGGIO DI AZIONE (FINO A 3 KM)
• COSTANZA FIORALE (UN’APE BOTTINA LO STESSO FIORE DURANTE UNA USCITA)
• ADATTABILITÀ S MOLTISSIMI CLIMI E AMBIENTI (ESCLUSI QUELLI ARTICI)
QUESTI SONO I PUNTI DI FORZA DELL’APE MELLIFERA CHE NE FANNO UN ORGANISMO INDISPENSABILE PER LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ VEGETALE E PER LASOPRAVVIVENZA DEGLI ECOSISTEMI IN GENERALE
PERCHÉ L’APE MELLIFERA È COSÌ IMPORTNATE?
Le Vere Api: il genere Apis
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A Apis mellifera Linnaeus B Apis koschevnikovi Enderlein C Apis nigrocincta Smith D Apis cerana Fabricius
E Apis dorsata Fabricius F Apis florea Fabricius G Apis andreniformis
Arancio : Apis mellifera; Giallo : A. cerana s.l., Verde : A. florea, Viola : A. dorsata s.l., Rosso : A. andreniformis.R
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Apis mellifera
Apis cerana
Apis nuluensis
Apis indica
Apis nigrocincta
Apis koschevnikovi
Apis dorsata
Apis laboriosa
Apis breviligula
Apis florea
Apis andreiniformis
Apis
Megapis
Micrapis
Nidificano in preferenza entro cavità.
Favi multipli
Nidificano sempre all’aperto
Un solo favo
CARATTERISTICHE COMUNI ALLE DIVERSE SPECIE DI APIS
• Sono insetti sociali
• Le società sono durevoli
• La divisione in caste prevede: ape regina (femmina), fuchi (maschi) e api operaie (femmine).
• Hanno complesse modalità di comunicazione (feromoni, danze, suoni)
• La fecondazione dell’ape regine vergine avviene duranti voli di fecondazione lontano dalla colonia.
• I favi sono costruiti di cera .
• Raccolgono nettare, melata, polline e propoli .
• Immagazzinano scorte di miele e polline .
• Le colonie si riproducono mediante sciamatura .
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Ape nana: A
pis florea
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A. Florea Nest
Ape gigante: Apis dorsata
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A. Dorsada Nests
Ape indiana: Apis cerana
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Ape mellifera: Apis mellifera
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L’ape melliferaL’ape melliferaL’ape domestica
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L’APE MELLIFERA VIENE SPESSO DETTA APE DOMESTICA
Anche se viene allevata dall’uomo ormai da diversi millenni questo insetto, per le sue particolarità biologiche rimane un organismo “selvatico”.
I MOTIVI PRINCIPALI DI QUESTA “SELVATICITÀ SONO”:
• Le api sono organismi sociali in cui l’unità biologica non è la singola ape ma la colonia: si tratta di un superorg anismo.
• La fecondazione dell’unico individuo fertile, l’ape re gina, avviene al di fuori dell’alveare , con maschi provenienti da un’ampia area e quindi fuori dal controllo dell’uomo.
• La vera riproduzione delle api , cioè la moltiplicazione del superorganismo alveare è la sciamatura , un altro fenomeno non facilmente controllabile.
1. CAPO 2. SPIRACOLO 3. ALI4a. ZAMPA ANTERIORE 4b. ZAMPA MEDIANA 4c. ZAMPA PSTERIORE 5. TORACE6. ADDOME 7. STREGGHIA 8. PRESSA POLLINE
ANATOMIA DELL’APE MELLIFERA
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UNA CARATTERISTICA FONDAMENTALE DELLE API È AVERE IL CORPO COPERTO DI PELURIA
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UNA PELURIA PIUMATA
FONDAMENTALE NELLA RACCOLTA DEL POLLINE
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CA
PO
OC
ELLI
CA
PO
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ANTENNA
TARSO
2 PAIA DI ALI
ALA ANTERIORE
ALA POSTERIORE
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ZAMPA ANTERIORE ZAMPA POSTERIORE
PUNGIGLIONE
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GH
IAN
DO
LE D
ELLA C
ER
A
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LE API SONO INSETTI SOCIALI E SONO DIVISI IN CASTE
CASTE
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OP
ER
IA
RE
GIN
A
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FUCO
CICLI NATURALI DELL’APE MELLIFERA
Possiamo distinguere due distinti cicli .
• Ciclo biologico dei singoli individui
• Ciclo biologico del superorganismo alveare
UOVO LARVA PREPUPA PUPA ADULTO
CICLO BIOLOGICO DELL’APE OPERAIA
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UOVO LARVA PREPUPA PUPA ADULTO
CICLO BIOLOGICO DELL’APE OPERAIA
UOVOGIORNO 1
GIORNO 3
GIORNO 2
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CICLO BIOLOGICO DELLE DIVERSE CASTE
MA LE API VIVONO IN COLONIE FORMANDO DEI SUPERORGANISMI CHE HANNO UNA LORO BIOLOGIA
COMPLESSIVA ED UNA LORO RIPRODUZIONE
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IL SUPERORGANISMO ALVEARE
API + FAVI = SUPERORGANISMO
1 APE REGINA
MIGLIAIA DI API OPERAIE
CENTINAIA DI FUCHI
AMBIENTE PER LA COLONIA: COVATA, SCORTE E COMUNICAZIONE
LA COESIONE DI DECINE DI MIGLIAIA DI INDIVIDUI SI FONDA SU UN COMPLESSO DI LEGAMI GENETICI E COMPORTAMENTALI
• I LEGAMI DI PARENTELA SONO FONDAMENTALI
• LA COMUNICAZIONE TRA I DIVERSI INDIVIDUI E CASTE NON SOLO GARANTISCE LA COESIONE DELLA COLONIA, MA IN OGNI ISTANTE NE EVIDENZIA LE ESIGENZE E NE TRACCIA LO SVILUPPO
• LA RIPRODUZIONE DEL SUPERORGANISMO È UN PROCESSO COMPLESSO E COLLETTIVO
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USCITA DELLO SCIAME
RADUNO TEMPORANEO
INSEDIAMENTO NUOVA COLONIA
LA SCIAMATURA: LA RIPORDUZIONE DEL SUPERORGANISMO
SCIAMATURA
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SCIAME IN VOLO
RADUNO TEMPORANEO
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INSEDIAMENTO DELLA NUOVA COLONIA
COSA AVVIENE NELLA COLONIA CON LA SCIAMATURA
La regina inizia a deporre molta covata maschile più di un mese prima.
Due settimane prima della sciamatura la regina depone uova nei cupolini reali .
Alcuni giorni prima la vecchia regina ferma la formazione delle uova negli ovari per alleggerirsi e poter nuovamente volare.
Quando le nuove regine nelle cellette reali sono formate la vecchia regina abbandona la coloniaseguita da un grande numero di api, che prelevano scorte di miele.
Dopo l’uscita dello sciame e della vecchia regina le nuove regine nascono . La prima nata subito elimina quelle ancora nelle celle reali e se ne sono nate p iù di una lottano tra loro: ne resta solo una .
Dopo 4-7 giorni l’unica regina vergine rimasta iniz ia i voli di fecondazione .
Dopo altri 4-7 giorni la nuova regina inizia a deporrele uova.
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COSA AVVIENE NELLA NUOVA COLONIA FORMATASI CON LA SCIAMATURA
Lo sciame si raduna a poca distanza dalla colonia originaria e si appende ad un ramo di un albero.
Dopo 1-3 giorni lo sciame si trasferisce in un luogo definitivo , in genere dentro una cavità.
Lo sciame inizia la costruzione dei nuovi favi .
Quando il primo favo è sufficientemente formato le api iniziano a immagazzinare il miele ed il polline e la vecchia regina inizia a deporre le uova.
In molti casi, dopo un breve periodo di deposizione, la vecchia regina può essere soppressa dalla nuova colonia e vengono allevate nuove regine.
COLONIA ORIGINARIA
SCIAMATURA
NUOVACOLONIA
Riduzione della popolazione di api adulte
Assenza di covata giovane per circa 2 settimane
Presenza iniziale solo di api adulte
Costruzione di nuovi favi
Assenza di covata giovane per circa una settimana.
In caso di sostituzione della vecchia regina ulteriore asenza di covata per 25 giorni circa
COSA AVVIENE NELLA NUOVA COLONIA FORMATASI CON LA SCIAMATURA
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CON LA SCIAMATURA VANTAGGI E SVANTAGGI VENGONO SUDDIVISI TRA LA VECCHIA E LA NUOVA COLONIA
COLONIA ORIGINARIA
NUOVACOLONIA
VANTAGGI SVANTAGGI
Sito sicuro e riparato
Favi costruiti
Scorte abbondanti
Perdita della nuova regina nei voli di fecondazione
Favi vecchi, contaminati da spore
Presenza sia di api adulte che stadi giovanili
Regina feconda
Nuovi favi di cera vergine
Presenza iniziale solo di api adulte
Possibile perdita della regina durante la sciamatura
Sciame esposto al clima
Scorte ridotte
SIGNIFICATO DELLA SCIAMATURA
Normalmente la sciamatura ha una funzione riprodutt iva:
• Riproduzione della colonia
• Diffusione della specie nel territorio
In questo caso la sciamatura avviene in un momento in cui c’è una grande abbondanza di risorse alimentari per le api, seguit o da un lungo periodo di clima favorevole.
La sciamatura può inoltre essere una strategia di d ifesa della colonia:
• In caso di incendio le api possono abbandonare il loro sito e fuggire a l sicuro.
• In caso di attacchi da parte di formiche e altri predatori.
• In caso di forti infestazioni da parassiti, ad esempio la Varroa
Queste sciamature sono dette anomale , perché non avvengono in un determinato periodo e perché non comportano la divi sione della colonia ma il suo trasferimento in toto.
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VALORE SANITARIO DELLA SCIAMATURAAnche la vera sciamatura a scopo riproduttivo provoca nelle colonie coinvolte,
sia quella originaria che quella di nuova formazion e, delle condizioni atipiche che hanno certamente una influenza sul loro stato sanitario .
• In entrambe le colonie si ha una interruzione nella presenza di covata giovane , recettiva ad alcune malattie e parassiti specific i (ad esempio peste).
• Nella colonia originaria si ha una riduzione dell’affollamento , situazione spesso scatenante per alcune patologie (in particol are virosi)
• La nuova colonia è costituita solo da api adulte in un periodo in cui la varroa è maggiormente presente nella covata.
• La nuova colonia deve costruire ex novo i propri favi che avranno una concentrazione di spore patogene molto bassa.
La sciamatura non è solo la modalità di riproduzion e della colonia, ma è soprattutto un modo di rigenerarsi. Infatti le nuov e colonie hanno maggiori chance di sopravvivenza, mentre le colonie originar ie nel corso di alcuni anni sono destinate a soccombere, proprio per l’inv ecchiamento dei favi e per problemi sanitari.
Le modalità di comunicazione delle api sono a tutt'oggi oggetto di studio, ma molto è stato chiarito. Le ap i hanno una comunicazione di tipo semiochimico , mediante i feromoni , e una di tipo fisico : le cosiddette " danze", che le api attuano per comunicare un ben determinato messaggio alle compagne..
LA COMUNICAZIONE NELLE API
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SEGNALI CHIMICI
SEGNALI VISIVI
SEGNALI ACUSTICI
SEGNALI VIBRAZIONALI
LA COMUNICAZIONE NEL SUPERORGANISMO ALVEARE
Feromoni Odori Sapori
Danze Posture
Ronzii Canto delle regine
Danze
Feromone di allarmeCi sono due principali ormoni di allarme presenti n elle api operaie.Il primo è rilasciato dalla ghiandola di Koschevnikov , situata presso il pungiglione ed è una miscela di 4 0 composti circa, tutte molto volatili. Il feromone è rilasciato quando le api pungono e richiama altre a pi a concentrarsi sul luogo di emissione del feromone ed attuare comportamenti difensivi. Il fumo può mascherare questo feromone.L’altro ormone è rilasciato dalle ghiandole mandibolari . Ha un effetto deterrente e repellente verso altri o rganismi. E sembra aumentare con l’età delle api. E’ molto pr esente nelle bottinatrici e potrebbe anche servire da marc atura per altre bottinatrici.
COMUNICAZIONE: I FEROMONI DELLE API
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Feromone di riconoscimento della covataPreviene le operaie dal produrre covata nelle colon ie dove questa è presente. Sia le larve che le pupe emetton o il feromone che inibisce lo sviluppo degli ovari nelle operaie e stimola la nutrizione e la cura della covata.Feromone dei fuchiEmesso dai fuchi, promuove l’aggregazione di questi al fine di costituire arene di fecondozione per regine vergini.Feromone della ghiandola di DufourLa ghiandola di Dufour sbocca nella parete dorsale della vagina. Il secreto di questa ghiandola sembra venga rilasciato sulle uova alla deposizione. Permette al le operaie di distinguere le uova deposte dalla regina da quelle eventualmente deposte da altre operaie. Nell e colonie prive di regina le uova deposte da api fuca iole sembrano avere questo ormone e quindi vengono accettate.
Feromone di marcatura delle uovaHa un effetto simile a quello prodotto dalle ghiand ole di Dufour.Feromone improntaÈ lasciato dalle api quando camminano e migliora il messaggio del feromone di Nassonov nella ricerca de l nettare. Nelle regine questo feromone, emesso dai t arsi, è depositato sui favi: riduce la produzione di celle reali ed il suo effetto cala con l’età della regina.Feromone di bottinaturaÈ rilasciato dalle bottinatrici anziane per rallent are la maturazione delle api nutrici. Fa in modo che nella colonia ci sia equilibrio tra nutrici e bottinatrici.Feromone di Nasonov È prodotto dalle operaie ed è usato per l’orientame nto ed il riconoscimento della propria colonia.
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GHIANDOLA DI NASONOV
FEROMONI DELLA REGINA
Feromone della ghiandola mandibolare (QMP)Il QMP, è uno dei feromoni più importanti. Promuove I comportamenti sociali, la cura dell’alveare, la sciamatura, il comportamento riproduttivo e soprattutto l’inibizione dello sviluppo degli ovari nelle api operaie.
Feromone del seguito della regina (QRP)Questo feromone fa si che la regina sia sempre segu ita strettamente da un certo numero di api.
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COMUNICAZIONE: LE DANZE DELLE API
Karl von Frisch Premio Nobel 1973
La scoperta delle danze si deve a Karl von Frisch. Egli si era accorto della presenza di una qualche forma di comunicazione con il seguente esperimento : metteva una soluzione zuccherina nei pressi dell'alveare , e delicatamente marchiava il torace della prima ape ad accorgersene . Quando, a distanza di un certo tempo, le api affluivano numerose , regolarmente l'ape marchiata mancava . Frisch, dopo aver ripetuto l'esperimento più volte ottenendone il medesimo risultato, giunse alla conclusione obbligata che l'ape doveva aver comunicato alle compagne la posizione esatta della fonte di cibo. Si mise quindi al lavoro per scoprire la modalità con cui le api si passavano l'informazione. A tal fine si servì di una speciale arnia sperimentale di vetro, grazie alla quale scoprì una serie di tipi di danze.
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OLTRE 100 m ENTRO 100 m
DANZA DELL’ADDOME
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LE DANZE DELLE APILe api indicano le fonti di cibo o altri luoghi
“utili” mediante speciali movimenti detti danze.
La prima è la danza circolare, più generica e la
seconda è la danza dell’addome, un sistema
preciso per dare indicazioni rappresentando
l’angolo tra il sole e la fonte di cibo rispetto
all’alveare. Durante le danze le api offrono
anche goccioline di cibo alle sorelle.
LA DANZE DELL’ADDOME È COMPOSTA DI MOVIMENTI DEAMBULATORI , CON IL CARATTERISTICO
ANDAMENTO A “OTTO” MA NELLA PARTE CENTRALE, DELLO SCONDINZOLAMENTO, LE API SCUOTONO
RAPIDAMENTE L’ADDOME TRASMETTENDO, ATTRAVERSO LE ZAMPE, UNA VIBRAZIONE AL FAVO,
CHE SI TRASMETTE ANCHE AI FAVI VICINI.
PER QUESTO LE DANZE VENGONO SVOLTE IN PORZIONI DEL FAVO SPECIALI, PARTICOLARMENTE
PROPOLIZZATE
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Trofallassi : scambio di cibo e comunicazione
POSSIAMO IMMAGINARE L’ALVEARE COME UN CONDOMINIO IN CUI TUTTI GLI INQUILINI DI OGNI STANZA,
IN OGNI MOMENTO, SENTONO IN CONTEMPORANEA TUTTO QUANTO AVVIENE IN OGNI STANZA E
APPARTAMENTO
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L’APE OPERAIA
La regina depone l’uovo nella celletta
Le operaie nutrono la larva
Le operaie chiudono la celletta larva
La larva si trasforma in pupa
L’ape adulta esce dalla celletta
La larva si sviluppa
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Nell'arco della loro vita, le api operaie compiono diversi compiti secondo la loro età, fino ai 21 giorni non escono dall'alve are e realizzano differenti funzioni:
PULITRICI: si occupano di mantenere puliti i favi e tutto l' alveare NUTRICI: cominciano a produrre le loro ghiandole ipofaring ee produttrici di pappa realePRODUTTRICI DELLA CERA : sviluppano le ghiandole produttrici di cera e costruiscono i favi IMMAGAZZINATRICI : sono quelle che ricevono il cibo dalle bottinatri ci e lo collocano nei favi GUARDIANE: sorvegliano la porticina di ingresso dell'alveare affinché non entrino operaie di altri alveari VENTILATRICI: generano una corrente d'aria per deidratare il ne ttare
Dopo i 21 giorni si atrofizzano le ghiandole cerigene e per questo escono dall'alveare divenendo BOTTINATRICI compiendo le se guenti funzioni:
raccoglitrici di nettare. raccoglitrici di polline. raccoglitrici di propoli. raccoglitrici di acqua.
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DENTRO LA COLONIA NELL’AMBIENTE
I VARI COMPITI DELL’APE OPERAIA SI SUSSEGUONO IN MO DO DI OTTENERE DUE RISULTATI:
1) ALLENARE L’APE GRADUALMENTE
2) SFRUTTARE LE SECREZIONI DELL’APE PRIMA DEI RISCHI DELLA VITA ALL’ESTERNO.
FUCO
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IL FUCO E’ UNA MACCHINA VOLANTE
OCCHI, ALI E GENITALI
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Il fuco , chiamato anche pecchione, è il maschio dell'apedomestica. Nasce da uova non fecondate di ape reginafeconda o vergine o dalle uova deposte da api fucaiole. Ilsuo corpo è grosso e coperto di peli; la ligula è corta percui non può bottinare, ma solo assorbire il miele dai favie deve essere nutrito di polline dalle operaie; nonpossiede pungiglione.
l'immagine del fuco inoperoso ed ozioso, è stata del tuttosuperata da recenti ricerche: collabora all'allevamentodelle larve, scaldando la covata con il calore prodotto dalproprio corpo, liberando quindi delle operaie per altremansioni. Non è in grado di bottinare, ma opera latrofallassi (lo scambio del nettare da un insetto all'altro )concorrendo come le operaie a questa importantefunzione
• DEPONE LE UOVA (APPARATO GENITALE DELL’ALVEARE
• MANTIENE LA COESIONE DELL’ALVEARE (FEROMONE REALE)
• PORTA I CARATTERI GENETICI (MADRE DI TUTTE LE API)
L'APE REGINA
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L'APE REGINA è un individuo adulto, fertile, femminiledella colonia d'api; è normalmente la madre di tutte le apipresenti nell'alveare. La regina si sviluppa da una larvaselezionata dalle api operaie e nutrita con pappa reale alfine di renderla sessualmente matura. In situazioniordinarie, all'interno della famiglia d'api è, quindi, l'u nicoindividuo fertile.
IL SEGRETO DELLO SVILUPPO DELL’APE REGINA È NELL’ALIMENTAZIONE, TUTTA A BASE DI PAPPA REALE
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COMBATTIMENTO TRA DUE REGINE: NE RESTERÀ SOLTANTO U NA
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UN PO’ DI GENETICA DELLE API
Tutte le api operaie ed i fuchi in una colonia stab ilizzata sono figlie e figli di un solo individuo, l’ape reg ina
REGINA FUCO
FU
CO
RE
GIN
A
OP
ER
AIA
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REGINA FUCO
FUCO OPERAIE
APLOIDE
APLOIDE
DIPLOIDE
DIPLOIDE
Le operaie, la maggior parte degli individui, hanno un patrimonio genetico per metà proveniente dalla regina e per metà da uno dei fuchi con cui la regina si è accoppiata
I fuchi, presenti solo per pochi mesi, hanno un patrimonio genetico che proviene solo dalla regina.
L’ape regina ha un patrimonio genetico che deriva dalla sua regina madre e da
uno dei fuchi con cui la madre si è fecondata
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ALL’INTERNO DELLA COLONIA LA VARIABILITÀ GENETICA NON È ELEVATA …. LE API HANNO RISOLTO
QUESTO PROBLEMA COME MOLTE SPECIE CHE HANNO UN TASSO DI RIPRODUZIONE MOLTO ELEVATO….
1) L’ACCOPPIAMENTO DELLE REGINE AVVIENE IN VOLO E LONTANO DAL PROPRIO ALVEARE
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2) LA REGINA COMPIE DIVERSI VOLI NUZIALI E SI FECONDA CON MOLTI MASCHI
NELLA STAGIONE RIPRODUTTIVA I FUCHI DI TUTTE LE COLONIE ESCONO OGNI GIORNO IN VOLO…
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E SI RADUNANO IN AREE COMUNI IN ATTESA DI REGINE VERGINI
LE REGINE VERGINI SI PORTANO NELLE AREE DI FECONDAZIONE DOVE TROVANO FUCHI DI TUTTE LE
COLONIE
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LE REGINE VERGINI SI ACCOPPIANO CON MOLTI DI LORO PRODUCENDO UN RIMESCOLAMENTO GENETICO
+ +
+
IL FAVO DI CERA: LA QUARTA CASTA
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LA CERA È IL MOTIVO DEL SUCCESSO EVOLUTIVO DELLE API
• Viene secreta (prodotta) dalle api.
• È un materiale plastico ed estremamente malleabile.
• Ha un punto di fusione di circa 60°
• È impermeabile
L’OPERCOLATURA (CHIUSURA) DELLE CELLETTE DI MIELE NE GARANTISCE LA CONSERVAZIONE
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LA CERA D’API
Diversamente da quanto accade per altri tipi di imenotteri che costruiscono i loro nidi con materiali raccolti in natura (per esempio, sostanze cellulosiche o fango), le api provvedono loro stesse a produrre la cera con la quale edificano le strutture interne dell'al veare, i favi.
La cera viene prodotta da ghiandole ceripare localizza te nella parte ventrale dell'addome delle api operaie.
Appena secreta si presenta sotto forma di minuscole scaglietteincolori .
Le operaie costruttrici (12 – 17 gg di età) provvedono a plasmare con le mandibole il materiale per arrivare alla forma volu ta.
In termini di economia metabolica la secrezione di cera è un processo dispendioso: per ogni grammo di cera prodotto ne sono consumati 7-10 di miele .
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• Esteri di acidi cerosi 70%
• Esteri sterolici 1%
• Acidi grassi liberi 14%
• Alcoli liberi 1-2%
• Idrocarburi 12,5 -16%
• Acqua 1-2%
• Altre sostanze 1-5%
La cera è una sostanza insolubile in acqua.Fonde a 62° -65°C e si rapprende a 60°C.
COMPOSIZIONE DELLA CERA D’API
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LA INCREDIBILE GEOMETRIA DEL FAVO
LA CELLA ESAGONALE
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Quale di queste due immagini è corretta?
Solo la soluzione di destra permette lo scarico del peso tra tutte le cellette del favo
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I FAVI SONO COSTITUITI DA DUE LATI AFFINACATI PER BILANCIARE IN MODO PERFETTO IL PESO
LE CELLETTE DEI DUE LATI DEL FAVO NON SONO TRA LORO PARALLELLE E ORIZZONTALI
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La incredibile geometria delle cellette
LE DIMENSIONI E L’INCLINAZIONE DELLE CELLETTE E LA DENSITÀ E TENSIONE SUPERFICIALE DEL MIELE IN
MATURAZIONE SONO COMBINATE IN MODO CHE LE CELLETTE NON TAPPATE TRATTENGANO IL MIELE
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CELLETTE ORIZZONTALI NON TRATTERREBBERO IL MIELE FINO ALL’OPERCOLATURA (CHIUSURA)
IL FAVO: la costruzione
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LA COSTRUZIONE DEL FAVO È UN LAVORO DI GRUPPO
LA CERA VIENE MODELLATA DALLE API FORMANDO IL COSID DETTO GLOMERE CERIGENO, AD UNA TEMPERATURA DI CIRCA 35°
LA COSTRUZIONE DEL FAVO DA UN FOGLIO CEREO È UN LAVORO INDIVIDUALE
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LA FORMA NATURALE DEL FAVO
L’ALVEARE “NATURALE”
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CHE DIMENSIONI HANNO LE CELLETTE E COME SONO ORGANIZZATI I FAVI?
In natura i favi da covata femminile contengono cir ca 415-425 cellette per dm 2 mentre quelli da covata maschile ne
contengono circa 350 per dm 2
IN UN FAVO NATURALE COSTRUITO DALLE API LE CELLETTE SONO DI VARIE DIMENSIONI
CELLETTE DA MIELE PIÙ GRANDI
CELLETTE DA COVATA
FEMMINILE PIÙ PICCOLE
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IN NATURA LE API TENDONO A COSTRUIRE I FAVI CON DIREZIONE NORD-SUD
E CON ENTRATE IN DIREZIONE SUD
N S
ENTRATA
QUALE È LA DISTANZA TRA I FAVI? ANCHE QUESTA È VARIABILE
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L’ALIMENTAZIONE DELLE API
• Miele • Polline• Acqua• Pappa reale• Propoli
• Succhi di frutta• Polpa di frutta• Altri alimenti….
RACCOLTI DALLE API NELL’AMBIENTE
SECRETA DALLE API
RACCOLTA DALLE API NELL’AMBIENTE
RACCOLTI DALLE API NELL’AMBIENTE
ALIMENTI E NUTRIZIONE
NETTARE
MELATA
SUCCHI ZUCCHERINI
POLLINE
ACQUA
GELATINA REALE
MIELE
PANE D’API
FONTE DI CARBOIDRATI
ALIMENTO GIOVANI LARVE E REGINA
FONTE DI PROTEINE
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ALIMENTI E NUTRIZIONE
NETTARE
MELATA
SUCCHI ZUCCHERINI
POLLINE
ACQUA
GELATINA REALE
MIELE
PANE D’API
FONTE DI CARBOIDRATI
ALIMENTO GIOVANI LARVE E REGINA
FONTE DI PROTEINE
NON È PROPRIO COSÌ SEMPLICE
Il miele viene prodotto dalle api (Apis mellifera ) a partire da:• nettare dei fiori• melata
Dunque soluzioni zuccherine bottinate, cioè raccolte dalle api operaie, e trasportate nell’alveare.
Occasionalmente le api possono raccogliere altri liquidi zuccherini da frutta o sostanze alimentari varie comunque di origine zuccherina.
COS’È IL MIELE
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Il miele viene ottenuto dalle api sia attraverso pr ocessi
all’interno dell’ape bottinatrice che mediante pass aggi da
ape ad ape (TROFALLASSI).
Le api operano la trasformazione degli zuccheri complessi
in semplici ad opera di enzimi (invertasi e glucosio
ossidasi) e la diminuzione del contenuto in acqua
DA NETTARE A MIELE
Esposizione all’aria
disidratazione
Fino a 17-18% acqua:
il miele viene sigillato
PRODUZIONE E STOCCAGGIO DEL MIELE
La bottinatrice trasferisce il nettare ad un’ape di
casa: trofallassi
L’ape di casa deposita goccioline di nettare sul soffitto
delle cellette dove inizia ad asciugarsi
Nei due giorni successivi altre api di casa ventilano i favi con nettare
riducendo l’umidità dall’80 al 19 %
In fine le api ceraiole opercolano le cellette dove il nettare asciugato
diviene miele
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COMPOSIZIONE DEL MIELE
ZUCCHERI 75-77%si tratta essenzialmente di zuccheri semplici: il glucosio e il fruttosio , ma ci sono anche zuccheri complessi come il saccarosio
ACQUA 16-19%il contenuto è variabile in relazione al grado di maturazione
ALTRE SOSTANZE 6-8 %acidi 0,1-1%, sali minerali 0,003-1%, sostanze azotate (proteine e aminoacidi) 0,3%, enzimi (diastasi ed invertasi), vitamine (B, C, PP, K, P)
• IL POLLINE PRESENTE NEL MIELE DERIVA PRINCIPALMENTE DALLE PIANTE CHE DA CUI LE API HANNO RACCOLTO IL NETTARE, (IL POLLINE ARRIVA DIRETTAMENTE NEL NETTAR IO) ARRICCHIMENTO PRIMARIO.
• LA QUANTITÀ DI POLLINE PRESENTE ALL’INTERNO DEL MIE LE DIPENDE DALLA PIANTA NETTARIFERA CHE LE API HANNO BOTTINATO. CI SONO ALCUNE PIANTE CHE PRODUCONO MOLT O POLLINE AD ESEMPIO IL CASTAGNO, EUCALIPTO, ALTRE CH E NE PRODUCONO POCO ESEMPIO ACACIA, TIGLIO.
• VI È POI UN ARRICCHIMENTO SECONDARIO CHE DERIVA DA POLLINE DI PIANTE NETTARIFERE (TRASLOCAZIONE DEL MI ELE ALL’INTERNO DELL’ALVEARE)
IL MIELE CONTIENE SEMPRE POLLINE
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LA RACCOLTA DEL POLLINE
LA PELURIA DELLE API È PIUMATA E QUESTO È
FONDAMENTALE NELLA RACCOLTA DEL POLLINE
LE API RACCOLGONO IL POLLINE COME NUTRIMENTO PROTEICO PER LA COLONIA MA SOPRATTUTTO PER LE LARVE .
NON RACCOLGONO SOLO IL POLLINE DI PIANTE ENTOMOGAME MA ANCHE QUELLO DI PIANTE ANEMOGAME.
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L’APE VOLA DI FIORE IN FIORE E, DURANTE IL VOLO, RIPULISCE IL CORPO DAL POLLINE
Con le zampe anteriori , provviste di pettini e incavi, prelevano ilpolline dal capo e dal collo .
Dalle zampe anteriori viene passato al secondo paio di zampe e poi aquelle posteriori dove con una serie di movimenti e grazie ad unaserie di pettini e spazzole viene fatto accumulare nella ces tella, dovesi accumula attorno ad un grosso pelo (che funge da palo delpagliaio).
Il polline aderente al torace ed all’addome viene raccolto dalle zampeintermedie, e poi alle zampe posteriori .
Con questa serie di spazzolature si forma quindi una pallina del pesodi 7,5 mg. Una volta arrivata nell’alveare l’ape stacca la pa llina con lezampe intermedie e la deposita in una celletta dove viene arr icchitacon miele e secreti salivari.
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RACCOLTA DEL POLLINE
Secondo molti testi recenti le api portano il polline raccolto dalle zampe anteriori alla bocca per essere amalgamato con un po’ di nettare e lo passano al secondo paio di zampe. Il polline aderente al torace viene raccolto dalle zampe intermedie, stratificato e amalgamato nella pallina.La pallina viene quindi agganciata nelle zampe posteriori che ripuliscono l’addome. Si forma quindi una pallina del peso di 7,5 mg che viene modellata all’interno della cestella del polline dove è sostenuta da un pelo.
Questa spiegazione non è compatibile con la struttura delle zampe delle api e con le caratteristiche del polline
UNA SPIEGAZIONE POCO CHIARA
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Il polline è considerato da molti l' alimento più perfetto sulla terra in termini di gamma completa di sostanze nutrienti.
Ogni granello di polline è una unità biologica che contiene tutto ciò che è necessario alla vita .
COMPOSIZIONE MEDIA per 100 g:
• Acqua 18 - 30 g • Proteine 15 - 25 g • Grassi 1 - 20 g • Zuccheri 15 - 30 g
• Vitamine : vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, D, E, PP, K (praticamente tutte le vitamine conosciute, anche s e la B12 è presente in basse percentuali),• Sali minerali (calcio, manganese, fosforo, ferro, sodio, potassio , aluminio, magnesio, rame), • Enzimi e coenzimi , acido pantotenico, acido nicotinico, tiamina, riboflavina, acido ascorbico (Vitamina C), pigmenti , xantofilla, carotene, e steroli.
COMPOSIZIONE DEL POLLINE
LONGEVITÀ DELLE API ADULTE IN BASE ALLA DIETA DI ALLEVAMENTO ED ALL’INFEZIONE DA NOSEMA
NOSEMA
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IL PANE D’API
Il polline portato all'interno dell'alveare viene stoc cato nelle cellette.
Viene arricchito con miele e secreti salivari e subisce un processo di conservazione paragonabile a quello del foraggio insilato ( fermentazione lattica ).
Questi passaggi rendono la composizione del pane di polline idonea all'alimentazione delle api ; in questa forma il polline è difficilmente estraibile dai favi.
IL MICROBIOTA DELLE API
Il microbiota (detta in passato “Flora intestinale”) èl’insieme dei micro-organismi simbionti (batteri be nigni) che popolano il tratto gastro-intestinale delle api , cioè la stessa parte anatomica in cui albergano e si moltip licano alcuni patogeni. Il microbiota può essere considerato una prima linea di difesa dell’organismo dell’ape , precedente alla risposta immunitaria, e capace di propiziare quest’ultima.
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Nel pane d’api sono stati rinvenuti, oltre a diversi patogeni e elementi capaci di indurre il deterioram ento dell’alimento, anche batteri benefici come Lactobacillus kunkeei , Acetobacteraceae e molti gruppi diversi di Actinobacteria .
QUESTI BATTERI HANNO UN RUOLO NELLA RISPOSTA IMMUNITARIA DELL’ALVEARE, COMPORTANDO
L’INIBIZIONE DI SPORE PATOGENE E GARANTENDO LA CONSERVAZIONE DEL PANE D’API.
Vi è dunque una relazione notevole e diretta tra la composizione del microbiota delle api e la trasmiss ione di sostanze nutrizionali dall’esterno.
OGNI COLONIA SEMBRA AVERE UN PROPRIO MICROBIOTA CARATTERISTICO
IL PANE D’API È UN SISTEMA VIVENTE
LA TROFALLASSI PERMETTE ALLA COLONIA LO SCAMBIO NON SOLO DI ALIMENTI MA ANCHE DEL MICROBIATA
TIPICO DELLA COLONIA
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La raccolta operata dall’apicoltore si basa sulla catt ura del polline , prima di queste trasformazioni e arricchimenti, mediante particolari dispositivi (trappole)posti all'entrata dell'alveare.
RACCOLTA DEL POLLINE DA PARTE DELL’APICOLTORE
LE API E L’ACQUA
LE API HANNO BISOGNO DI ACQUA PER:
• VIVERE
• RAFFRESCARE L’ALVERAE
In genere le api devono estrarre molta acqua dal ne ttare per trasformarlo in miele ma per nutrirsene devo re nderlo
nuovamente più diluito.
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LA GELATINA REALE
GELATINA REALE
LA GELATINA REALE È IL NUTRIMENTO DELLE LARVE (FEMM INILI) FINO A TRE GIORNI DI ETÀ
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LE LARVE ALIMENTATE CON LA GELATINA REALE ANCHE NEI GIORNI SUCCESSIVI DIVENTANO API REGINE
LA GELATINA REALE È IL NUTRIMENTO DELLA REGINA PER TUTTA LA VITA
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È secreta solo dalle api operaie nutrici quindi nel loro periodo di vita compreso tra il 5º e 14º giorno di vita .
È una secrezione prodotta dalle ghiandole ipofaringee e m andibolaridelle api nutrici e viene utilizzata dalle api come nutrimento per le larve (fino a tre giorni di età) e per l' ape regina (per tutta la vita) .
Le ghiandole ipofaringee e mandibolari sono presenti nella parte superiore davanti alla testa e nel torace.
GHIANDOLE IPOFARINGEE GHIANDOLE MANDIBOLARI
LA GELATINA REALE
CAPO DELL’APE DI PROFILO
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La gelatina reale contiene in media:
Lipidi: 4, 5%
Glucidi: 14, 5% ; in gran parte si tratta di glucosio e fruttosio (monosaccaridi), e, in proporzioni assai minori, di saccarosio, maltosio, erlosio, trealosio e melibiosio
Proteine: 13% (amminoacidi allo stato libero o combinati)
Acqua : circa il 66%.
Contiene anche vitamine (la GELATINA reale è il prodotto più ricco di vitamina B5 che si conosca in natura), oligoelementi , acetilcolina(fino a 1 mg/g), fattori antibiotici particolarmente attivi contro l'Amoeba proteus e l'escherichia coli B (più nota s otto il nome di colibacillo).
COMPOSIZIONE DELLA GELATINA REALE
JÜRGEN TAUTZ, ricercatore dell'Università di Würzburg, in Germania.
Presenta un'interpretazione sul comportamento delle api tutta basata sulle più recenti scoperte scientifiche del BEEgroup tedesco.
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• Un’ape può visitare fino a 3.000 fiori in un giorno suddivisi in 3-10 uscite .
• Un singolo fiore di ciliegio può produrre fino a 30 mg di nettare al giorno.
• Un singolo fiore di melo può produrre soli 2 mg di nettare al giorno.
• Solo il 15 % delle bottinatrici trasporta contemporaneam ente nettare e polline .
• Peso di una ape: 90 mg
• Nettare trasportato in una uscita: 20-40 mg
LA RACCOLTA DEL NETTARE
Da: Jürgen Tautz , Il Ronzio delle Api
PRODUZIONE TEORICA DI MIELE
•Nettare trasportato in una uscita: 20-40 mg
•Numero di voli giornalieri: da 3 a 10
•Periodi di bottinatura di un’ape: 10-20 giorni
•Numero di bottinatrici impiegate da una colonia in un anno: da 100.000 a 200.000
•1 kg di nettare diviene mediamente 0,5 kg di miele
PRODUZIONE MINIMA DI MIELE20 mg x 3 voli x 10 giorni x 100.000 api = 60 kg di nettare
= 30 kg di miele
PRODUZIONE MASSIMA40 mg x 10 voli x 20 giorni x 200.000 api = 1.600 kg di nettare
= 800 kg di miele
Da: Jürgen Tautz , Il Ronzio delle Api
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• Un’ape può riportare all’alveare dopo un’uscita fino a 15 mg di polline.
• Una colonia di medie dimensioni raccoglie circa 20-30 kg di polline l’anno.
Da: Jürgen Tautz , Il Ronzio delle Api
RACCOLTA DI POLLINE
PAPPA REALE
Durante l’estate l’ ape regina depone da 1.000 a 2.000 uova al giorno . Circa 1-2 uova al minuto.
L’ incremento di peso delle larve è sorprendente: in 5 giorni aumentano di 1.000 volte il loro peso .
Durante lo stadio larvale un’ape consuma circa 25 mg (25 mircolitri) di pappa reale.
Con una produzione complessiva di 200.000 api per colonia la quantità di pappa reale consumata arriva a 5 litri l’anno .
Da: Jürgen Tautz , Il Ronzio delle Api
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AUTOSUFFICENZA ALIMENTARE DELLE API E PRODUZIONI APISTICHE
Le api sono in grado di raccoglie enormi quantitati vi di miele e polline.
L’apicoltore deve prelevare il surplus della coloni a ma non l’essenziale.
L’alimentazione artificiale deve essere l’eccezione e non la regola
MIELE + PANE DI POLLINE ZUCCHERO + POLLINE=
MIG
LIA
IA D
I AP
I
PICCO DEPOSIZIONE
UOVA
LE VECCHIE API MUOIONO E
NASCONO LE API INVERNALI
SCIAMATURA
SVILUPPO DEMOGRAFICO DI UNA COLONIA DI API SANA
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PO
PO
LAZI
ON
E IN
MIG
LIA
IA
COVATA
SVILUPPO DEMOGRAFICO DI UNA COLONIA DI API SANA
API ADULTE
PICCO DEL FLUSSO
NETTARIFERO
PRODUZIONE
RIPRESA PRIMAVERILE IN CARNICA, MELLIFERA E LIGUSTICA
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• L’Ape mellifera è solo una delle 6-11 specie del gene re Apis , le vere api, ma tra queste specie è quella a più ampia distribuzione geografica.
• Questa grande distribuzione geografica ha portato alla suddivisione della specie Apis mellifera in tante sottospecie dette erroneamente razze.
• Queste sottospecie si sono caratterizzate in seguito all’ adattamento alle locali condizioni climatiche ed alle diverse situazioni floristiche.
• Le diverse sottospecie di ape mellifera sono dunque diverse per caratteristiche esteriori ma ancor di più per le pr eferenze ecologiche e comportamentali.
• Le sottospecie europee derivano da due distinte linee genetiche , una penetrata in Europa dalla penisola iberica ed u na da quella balcanica.
L’APE MELLIFERA È UN INSETTO ORIGINARIAMENTE DIFFUS O IN GRAN PARTE DELL’EUROPA, IN TUTTA L’AFRICA E IL MEDI O
ORIENTE.
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Apis mellifera mellifera: ape tedesca
Apis mellifera ligustica: ape italiana
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Apis mellifera carnica: ape carnica
Indice cubitaleApis mellifera
melliferaApis mellifera
ligusticaApis mellifera
carnicaApis melliferacaucasica
operaia - media 1.7 2.3 2.7 2.0
operaia - min 1.3 2.0 [2.2] 2.4 1.7
operaia - max 2.1 2.7 [2.8] 3.0 2.3
fuco - media 1.3 1.8 2.0 -
fuco - min 1.0 1.6 1.8 -
fuco - max 1.5 2.0 2.3 -
INDICE CUBITALE di Apis mellifera mellifera , ligustica , carnicae caucasica
100
The Honeybee Genome Sequencing ConsortiumNature 443, 931-949(26 October 2006)
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ME
LLIFE
RA
Le api e l’uomo
102
Pittura rupestre, Rodesia
L’UOMO E LE API: LA NASCITA DELL’APICOLTURA
Fin dalla preistoria l’uomo ha sfruttato la produzi one di miele e cera delle api, depredando gli alveari selvatici mediante l’ut ilizzo del fumo.
Spagna 6000 AC
Cuevas de la Araña
103
Sud A
frica
104
L’apicoltura potrebbe essere nata quasi casualmente, per l’abitudine dell’ape mellifera di nidificare entro cavità….
Le api potrebbero aver scelto qualche manufatto umano come loro ricovero e poi…..
105
GIÀ CON LA CIVILTÀ EGIZIA L’UOMO É DIVENTATO APICOL TORE
ARNIE O BUGNI VILLICI
106
L’UOMO È DIVENTATO APICOLTORE SFRUTTANDO PROPRIO LE CARATTERISTICHE BIOLOGICHE DELL’APE MELLIFERA
• L’ape mellifera nidifica entro cavità
• L’ape mellifera si riproduce per sciamatura
• Le colonie formatesi dagli sciami sono destinate a prosperare nella stagione seguente
• Le colonie originarie sono destinate a deperire
L’APICOLTORE ANTICO DUNQUE SI LIMITAVA A:
• Catturare gli sciami cui veniva fornita una cavità artificiale (bugno villico)
• Sfruttare le colonie originarie mediante l’apicidio per l’ottenimento del miele e della cera
In alcune realtà il miele e la cera non erano otten uti mediante soppressione della colonia (apicidio) ma con la cas trazione dei favi, cioè con la sola rimozione delle porzioni di favo contenente miele.
107
Attrezzi per la castratura dei favi negli alveari villici
APICIDIO
108
AR
NIE
O B
UG
NI V
ILLICI
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L’APICOLTORE NEL PASSATO NON INTERFERIVA CON LA NATURALE BIOLOGIA DELLE API
Non agiva all’interno della colonia, ma assecondava e sfruttava il naturale sviluppo degli alveari.
La soppressione delle colonie vecchie e la preparazione delle colonie produttive per la stagione seguente a partire da sciami, garantiva colonie sane e forti.
Con questa gestione degli alveari le problematiche sanitarie delle api erano alquanto ridotte.
L’ARNIA RAZIONALE
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1500 -1600 AD• In 1586, Luis Méndez de Torres fu il primo a
descrivere l’ape regina che è femmina e depone le uova.
• 1609 Charles Butler identified che la regina è femmina e che I fuci sono maschi.
• In 1637, Richard Remnant scoprì che le operaie sono femmine.
Francis Huber• Costruì la prima arnia a favi mobili, 1789• Osservò le api grazie al suo aiutante• Scopri la fecondazione della regina e il ruolo
dei fuchi
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Johann Dzierzon• Scopri la
partenogenesi delle regine 1835.
• Scoprì la pappa reale e il suo ruolo nel ciclo di sviluppo della regina:1854.
Arnie a favo mobile: Top Bar Hive
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CON LA SCOPERTA DELLO SPAZIO D’APE E QUINDI DELL’ARNIA RAZIONALE
HA AVUTO INIZIO L’APICOLTURA MODERNA
A metà dell’800 il Reverendo Lorenzo Lorraine Langstroth , scoprì il concetto di spazio d’ape, partendo da osservazioni fatte da antichi autori greci.
Fino al XVII secolo Dopo il XIX secolo
Rev. Lorenzo Lorraine Langstroth(25 December 1810 - October 6, 1895)
1853: The Hive and the Honey Bee
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SPAZIO D’APE : è esattamente lo spazio che permette ad un’ape di passare facilmente tra due strutture ( 7.5 mm +/-1.5 mm per l’ape mellifera, un po’ meno per l’ape cerana, less for the eastern hive bee). Se lo spazio è maggiore viene ostruito con cera, se minore, tappato con propoli.
SPAZIO LARGO, CHIUSO
CON CERA
SPAZIO STRETTO, CHIUSO
CON PROPOLI
SPAZIO D’APE, NON
CHIUSO
Lo spazio d’ape
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APICOLTURA MODERNA = ARNIA RAZIONALE
ARNIA VILLICA
ARNIA RAZIONALE
L’adozione all’arnia razionale fu rapido ma l’uso di bugni villici durò in Europa fino al secolo scorso ed è ancora in uso in alcune regioni.
PASSAGGIO DALL’ARNIA VILLICA A QUELLA RAZIONALE
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IL FAVO MOBILEIl concetto di spazio d’ape permise la costruzione di arnie a favi mobili. In
questo modo fu possibile indagare a fondo la biologia delle api e scoprire tutti quegli aspetti che sono alla base dell’apicoltura moderna
L’APICOLTORE MODERNO CONOSCE A FONDO LA BIOLOGIA DELLE API
Ostacola la sciamatura naturale.
Trasferisce favi da una colonia all’altra.
Riutilizza per lungo tempo i favi.
Cerca di ridurre al minimo l’assenza di covata nelle colonie.
Mantiene sempre colonie molto popolose.
Con questa gestione degli alveari le problematiche
sanitarie delle api sembrano essere aumentate…..
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PAOLO FONTANA
Fondazione Edmund Mach Centro Trasferimento Tecnologico
GRAZIE
DELL’ATTENZIONE
http://www.fmach.it/register/register/2