+ All Categories
Home > Documents > Conoscere con i sensi - Università di Bologna - AMS...

Conoscere con i sensi - Università di Bologna - AMS...

Date post: 17-Feb-2019
Category:
Upload: ngoanh
View: 215 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
5
Margherita Venturi CONOSCERE ATTRAVERSO I SENSI Indicazioni nazionali: Caratteristiche proprie di un oggetto e delle parti che lo compongono I primi confronti fra gli oggetti (forma, colore, durezza, peso, etc.) Identificazione di alcuni materiali Obiettivi generali: Definire con termini appropriati oggetti di diverso tipo Esplorare il mondo attraversi i sensi Raggruppare per somiglianze Elencare le caratteristiche di oggetti Obiettivi cognitivi specifici: Capire l’importanza di usare i sensi per esplorare il mondo Imparare ad usare i vocaboli più appropriati per descrivere un oggetto Sviluppare la capacità di fare ipotesi Sviluppare la capacità di comunicare Materiale didattico: Oggetti vari raccolti dai bambini; una scatola di cartone; forbici; un pezzo di stoffa nera; nastro adesivo; una calzamaglia elastica ma non deformabile INTRODUZIONE Questa Uda ha lo scopo di porre in un contesto razionale le prime domande che i bambini si pongono nel cammino cognitivo del mondo che li circonda: che cosa è? A cosa serve? Come è? Di che cosa è fatto? L’itinerario didattico proposto, oltre ad avere un carattere fortemente interdisciplinare offrendo molti spunti di collegamento con altre discipline quali italiano, matematica, biologia e storia, rappresenta un passo essenziale per l’acquisizione del concetto di materiale. ITINERARIO DIDATTICO I parte L’insegnante chiede a ciascun bambino di portare a scuola alcuni oggetti di uso comune, possibilmente di piccole dimensioni; raccolti in un unico grande mucchio questi oggetti costituiranno una sorta di “patrimonio comune” della classe.
Transcript

Margherita Venturi

CONOSCERE ATTRAVERSO I SENSI

Indicazioni nazionali: Caratteristiche proprie di un oggetto e delle parti che lo compongono I primi confronti fra gli oggetti (forma, colore, durezza, peso, etc.) Identificazione di alcuni materiali Obiettivi generali: Definire con termini appropriati oggetti di diverso tipo Esplorare il mondo attraversi i sensi Raggruppare per somiglianze Elencare le caratteristiche di oggetti

Obiettivi cognitivi specifici: Capire l’importanza di usare i sensi per esplorare il mondo Imparare ad usare i vocaboli più appropriati per descrivere un oggetto Sviluppare la capacità di fare ipotesi Sviluppare la capacità di comunicare Materiale didattico: Oggetti vari raccolti dai bambini; una scatola di cartone; forbici; un pezzo di stoffa nera; nastro adesivo; una calzamaglia elastica ma non deformabile

INTRODUZIONE Questa Uda ha lo scopo di porre in un contesto razionale le prime domande che i bambini si pongono nel cammino cognitivo del mondo che li circonda: che cosa è? A cosa serve? Come è? Di che cosa è fatto? L’itinerario didattico proposto, oltre ad avere un carattere fortemente interdisciplinare offrendo molti spunti di collegamento con altre discipline quali italiano, matematica, biologia e storia, rappresenta un passo essenziale per l’acquisizione del concetto di materiale.

ITINERARIO DIDATTICO I parte L’insegnante chiede a ciascun bambino di portare a scuola alcuni oggetti di uso comune, possibilmente di piccole dimensioni; raccolti in un unico grande mucchio questi oggetti costituiranno una sorta di “patrimonio comune” della classe.

Prima fase: cosa è e a cosa serve. L’insegnante preleva i vari oggetti dal mucchio e chiede ai bambini di identificarli (nome e uso) raggruppando assieme gli oggetti che hanno la stessa funzione. In questa fase i bambini imparano ad associare ad ogni oggetto il nome appropriato, trovando anche sinonimi, e la funzione specifica. È importante stimolare i bambini ad osservare con attenzione gli oggetti che appartengono ai vari gruppi per evidenziare che quelli preposti ad uno specifico uso hanno, nella maggioranza dei casi, una forma abbastanza simile, mentre possono essere diversi, ad esempio, per colore e/o dimensione. Seconda fase: toccare per conoscere. L’insegnante preleva gli oggetti dai vari mucchietti appena costituiti e chiede ai bambini di descrivere le sensazioni provate nel toccarli. In questa fase i bambini imparano ad associare ad ogni specifica sensazione tattile l’aggettivo più appropriato arrivando anche a comprendere che alcuni termini esprimono caratteristiche opposte (ad esempio, liscio-ruvido, morbido-duro) e che alcune sensazioni sono oggettive mentre altre, in particolare caldo o freddo, sono altamente soggettive. Successivamente si può chiedere ai bambini di trovare fra gli oggetti che appartengono ad uno stesso mucchietto quelli che presentano una specifica caratteristica, ad esempio lo stesso colore, e di raccoglierli assieme. Si può poi chiedere di scegliere fra questi ultimi quelli che sono lisci e infine quelli che oltre ad avere lo stesso colore ed essere lisci sono anche morbidi. Questo lavoro è didatticamente molto utile perché permette di dimostrare in modo semplice che aumentando i requisiti che devono essere soddisfatti contemporaneamente diminuisce il numero degli oggetti selezionati e perché si collega al concetto dei sottoinsiemi che i bambini ritroveranno in altre discipline come, ad esempio, matematica e biologia. Verifica formativa: la scatola delle sorprese. Dopo aver praticato in una scatola di cartone un buco laterale (sufficientemente grande da far entrare la mano di un bambino) e averlo coperto con un pezzetto di stoffa nera, attaccato per un lembo con il nastro adesivo, l’insegnante divide la classe in gruppi, ciascuno dei quali sceglie un capo, e mette nella scatola, senza essere visto, uno degli oggetti già analizzati collegialmente con i bambini. Il capo di un gruppo viene quindi invitato a introdurre la mano nella scatola e a descrivere ai compagni di squadra le sensazioni provate toccando l’oggetto nascosto, per riuscire ad individuarlo con il loro aiuto. Una volta formulata un’ipotesi che soddisfa tutti i componenti del gruppo, l’insegnante toglie l’oggetto dalla scatola per verificare la correttezza dell’ipotesi. Dopo aver introdotto un nuovo oggetto nella scatola, la prova viene ripetuta dal capo di un altro gruppo e così via per dar modo a tutti i gruppi di partecipare. Vince la gara la squadra che ha individuato correttamente l’oggetto (in caso di parità si può procedere con uno spareggio). Con questo gioco, semplice e coinvolgente, i bambini imparano a valorizzare il senso del tatto, sono spinti a ricordare alcuni termini precedentemente imparati e sono stimolati, per vincere la gara, a spiegare ad altri le loro sensazioni nella maniera più chiara possibile. Terza fase: quanto pesa. Sfruttando la tradizione della calza appesa alla vigilia dell’Epifania e il ricordo, senza dubbio molto chiaro nella mente dei bambini, che la calza ritrovata la mattina è tanto più lunga quanto più la Befana è stata prodiga di doni, si può introdurre il concetto di “più pesante di” usando una calzamaglia che deve essere facilmente allungabile, ma non deformabile. L’esperimento, semplice e divertente, viene condotto dall’insegnante che tenendo il mano la calzamaglia chiede ai bambini di introdurre due oggetti uno per gamba e di osservare i relativi allungamenti: la gamba più lunga contiene l’oggetto più pesante, mentre se gli allungamenti sono uguali gli oggetti hanno lo stesso peso. In questo modo i bambini comprendono che per avere un confronto oggettivo fra due pesi occorre uno “strumento” e che volume e peso sono due grandezze non direttamente correlabili (oggetti voluminosi possono infatti essere molto più leggeri di oggetti piccoli). Verifica formativa: la calza “bilancia”. Per fissare i concetti di “più pesante di” e di “pesante come”, l’insegnante chiede ai bambini di far allungare una gamba della calzamaglia più o meno rispetto all’altra o di far allungare le due gambe della stessa entità introducendo oggetti diversi dalle due parti.

II parte Prima fase: di che cosa è fatto. L’insegnante chiede ai bambini di suddividere gli oggetti raccolti in classe e messi nuovamente in un unico mucchio, in base al materiale di cui sono fatti (legno, metallo, vetro, plastica, etc.). Con molta probabilità ci saranno oggetti che i bambini non sapranno collocare in nessun gruppo, o perché il materiale di cui sono fatti è difficilmente identificabile, o perché sono formati da più materiali. Questi problemi dovranno essere risolti attraverso una discussione collettiva guidata dall’insegnante; in particolare nel secondo caso, di notevole interesse dal momento che permette di introdurre il concetto di materiale composito, i bambini vanno stimolati ad osservare accuratamente gli oggetti e a fare previsioni sul numero e sul tipo dei materiali costituenti. La verifica delle ipotesi può essere effettuata sezionando, quando possibile e in ogni caso con l’aiuto dell’insegnante, gli oggetti formati di più materiali. Una volta suddivisi gli oggetti in base al materiale di cui sono fatti, è importante far riflettere i bambini sulle diverse dimensioni dei nuovi mucchietti ottenuti (quello costituito dagli oggetti di materiale plastico risulterà quasi certamente il più grande). Avendo sufficiente tempo e se i bambini dimostrano interesse all’argomento, non è difficile prospettare ciò che si sarebbe ottenuto se ad effettuare questo tipo di suddivisione fossero stati studenti vissuti in epoche diverse, ad esempio, al tempo dell’antico Egitto, dell’antica Roma o durante il Medio Evo. Seconda fase: scoprire le caratteristiche dei materiali. Con l’aiuto di semplici “strumenti” (un cucchiaino di metallo, una chiave, una calamita e una lente di ingrandimento) l’insegnante aiuta i bambini ad esplorare alcune caratteristiche dei vari materiali. Ad esempio, usando la chiave si può dimostrare che certi materiali si rigano, mentre altri sono particolarmente resistenti e anche che la risposta può essere diversa per uno stesso tipo di materiale (legno duro e legno tenero); analogamente con la calamita è facile mettere in evidenza che non tutti i metalli sono uguali. Colpendo poi con il cucchiaino i vari oggetti si può far notare che il suono ottenuto nel caso degli oggetti di metallo è completamente diverso da quello emesso da oggetti di plastica o di legno e, ancora, usando la lente di ingrandimento si può far osservare che alcuni materiali sono porosi, mentre altri non lo sono. Per attrarre i bambini si possono anche fare in classe due semplici esperimenti uno che riguarda la preparazione di un materiale di cui tanto si parla oggi, il silicone, e un altro, forse ancora più di effetto, che consiste nel far scomparire una grande quantità di polistirolo espanso in un piccolissimo volume di acetone (vedi le due schede allegate qui di seguito).

IL SILICONE

L’esperienza vuole mostrare come attraverso una reazione chimica relativamente semplice si possa produrre un materiale di larghissimo consumo: il silicone. In un bicchiere versare 20 ml di acqua di vetro (nome commerciale di una soluzione acquosa molto concentrata di silicato di sodio) e aggiungere 4 ml alcol etilico (si può usare anche quello per alimenti). Entrambi i materiali sono in forma liquida e sono trasparenti. Quando, però, i due liquidi vengono mescolati con una bacchetta di vetro si forma un agglomerato solido di colore biancastro, malleabile, con proprietà elastiche che è, appunto, il silicone. La reazione chimica che è avvenuta prende il nome di polimerizzazione

Un polimero è una molecola molto grande formata dall’unione di tante unità più piccole, dette monomeri. Il termine polimero derivainfatti dalle parole greche poly, che significa molto, e méros, chesignifica parte.

Il polistirene, conosciuto con il nomecomune di polistirolo, è un polimeroottenuto per polimerizzazione dellostirene, un idrocarburo aromatico chesi ottiene dalla lavorazione del petrolio.

È facile dimostrare che il polistirolo espanso è composto principalmente da aria, osservando cosa succede sciogliendolo in un solvente come l’acetone: l’ariaabbandona il polimero e il volume del materiale si riduce fino quasi a scomparire!

La reazione con cui i monomeri si uniscono a dare il polimero è dettapolimerizzazione.

Il polistirolo è una plastica dura ed incolore, resistente e molto pocoflessibile. Il polistirene viene utilizzato, per esempio, per fabbricarele custodie dei CD o per le posate ed i bicchieri “usa e getta”.

Il polistirolo espanso si ottiene invece insufflando del gas nelmateriale durante la reazione di polimerizzazione. Si ottiene così un materiale schiumoso che una volta induritosi contiene il 95% di aria e solo il 5% di polistirene! Il polistirolo espanso viene comunementeusato negli imballaggi e come materiale isolante in campo edilizio.


Recommended