Date post: | 31-Mar-2016 |
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6 • COOLTO 01
n.012012
26. CORRISPONDENZE FAMOSEGli epistolari più interessanti
di sempre
30. DIARI D’AUTORE L’arte di scriverli e il piacere
di leggerli
magazine
WORLD
PEOPLE
18. CALLIGRAFIALe regole di bellezza che
governano la forma delle lettere.
42. NATASCIA PANEIl retrogusto di un mestiere
squisitamente agrodolce
22. SUPPORTI DA SCRITTURALa scrittura, per esistere,
necessita di un supporto.
14. STRUMENTI DI SCRITTURALe forme più antiche di
scrittura
PEOPLE
EVENT
IN PUNTA DI PENNA - a pag. 38Se intendiamo intraprendere un viaggio all’interno dell’universo della
scrittura non possiamo certo esimerci dall’affidarci ad un principio di
eccellenza che si è distinto nel corso degli anni all’interno di questo settore
e che ha da sempre sede nel capoluogo di regione piemontese.
34. OGGETTI D’ARTE, MODA E... PASSIONEil simbolo della nuova
indipendenza...
COOLTO 01 • 7
LANZAROTE a pag. 62Il desiderio di fermare
il tempo e permettere
ai visitatori di cogliere
l’essenza primordiale del
luogo. Lanzarote è stata
nominata dall’Unesco “ri-
serva della biosfera”.
68. FASHION TIMEMaglioni e piume
72. LOOK MAKERUno styling impeccabile
74. BEAUTYAnti-età: formule green code
76. COOL&&FOODTracce di cucina
78. COACHINGScrittura terapeutica
80. TENNIS WORLDRitorno al muro
82. GOLF WORLDOcchio alla scrittura
84. APPUNTI DI STILEProspettive emozionali
86. AUTOClasse M
88. MOTOVersys 1000
90. NAUTICARiva Iseo
94. HOUSE HUNTERClasse energetica
96. DESIGN
RUBRICHE
SANREMO - a pag. 46Spalanca per la sessantaduesima
volta le sue porte all’evento
musicale per eccellenza:
il Festival della Canzone.
54. BIT 2012Borsa Internazionale del Turismo
58. TRIS D’AMOREUna terra a forma di arco, pro-
prio come quello di Cupido.
E tante frecce da scagliare per
colpire gli innamorati. Così è la
Liguria, che a San Valentino di-
venta la meta perfetta per chi ha
voglia di sentir battere il cuore.
EVENT
8 • COOLTO 01
magazine
direttore responsabile:Ilio Masprone
direttore editoriale:Daniele Smaltini
coordinamento di redazione:Maria Greco
impaginazione:Eleonora Zarauti
hanno collaborato a questo numero:Alessandra Luti, Alessandro Buosi,
Aurora Minardi, Chiara Avidano, Cristina Rosso, Desirèe, Edoardo Meoli,
Elena Panzica, Eleonora Zarauti, Emanuela Bernascone, Enrica Dolza,
Francesca Simonetti, Lele e Marco, Luciano Capella,Luigi Bertino, Marco Todaro, Mario Villani,
Michele Guzzon, Paola Gamberutti, Tamara Gavina,Valentina Fracchia, Luciano Capella
grafica & adv:[email protected]
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proprietà e redazione:PUNTO ZERO Edizionitel/fax: 011.7807531
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Aut. Trib.di Torino n.13 del 26/03/2009 - Iscrizione R.O.C. 17970
ISSN 2239-4087
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SLAVA’S SNOWSHOWa pag. 100Teatrale ma al tempo stesso
semplice, coinvolgente ed
illuminante. Lo spettacolo
raccoglie le gag e gli sketch
più famosi del repertorio
di Slava Polunin.
in copertinaEccellenza della Scrittura, seduzione e passione
110. ASTROLOGIACosa ci dicono le stelle?
106. LIBRIUltime novità in libreria
104. MUSICAMadonna, la popstar più in-
fluente degli ultimi 30 anni, sul
popolare social network, ha sve-
lato che la prossima raccolta di
brani inediti si intitolerà M.D.N.A.
108. ANIMALIchi cerca trova!
102. CINEMAHugo vs Oskar
98. ARTEMade in Benin
10 • COOLTO 01
Chiara Avidano“Mi piace scrivere perché è la miglioroccasione per riflettere, crescere espesso ridere di gusto. Scrivere mentreil gatto ronfa acciambellato, una tortacuoce nel forno e per la sera ti aspettaun invito in un ristorante gourmand!”
Eleonora Zarauti"La curiosità è il primo scalino verso lacreatività." Credo che nella vita bisognaessere curiosi, bisogna saper ascoltareper capire. Solo così ci si arricchisce e si cresceveramente.
Paola Gamberutti“Dal Liceo Artistico a laurea in Sociolo-gia. Venticinque anni anagrafici e di-ciannove dichiarati: la coerenza non èla mia peculiarità, ma la passione sì! È in tutto ciò che faccio”.
Tamara Gavina - Personal Coach“...lavoro con le persone, per far loro identificare che cosa ci sia realmente dietro il proprio desiderio di cambia-mento”.
Anna Agosto - Personal Shopper“Dopo un percorso professionale ini-ziato a Parigi e passato da Milano, hodeciso di portare questa nuova attivitàqui nella mia città, Torino, per far con-vergere tutte le mie conoscenze acqui-site nel settore Glamour!”
Cristina Rosso“Un intuito brillante ed uno spirito friz-zante animano il mio piglio multimediale,espressione di un'esigenza istintiva espontanea. Il cuore della notizia mi attraequanto la necessità di riportarla nel modopiù coerente e fedele possibile”.
Maria Greco“Per quanto si possa pensare al propriofuturo, capitano delle variabili improvviseche possono dare svolte inaspettate allanostra vita... disegnando tratti e colori aiquali non avremmo mai pensato!”
Ilio Masprone“Giramondo sin dalla giovane età, dopo numerose esperienze in ambito artistico approdo al giornalismo. La passione per la “carta stampata” mi renderà la vita allucinante e affascinante al tempostesso.”
Mario VillaniLaureato in economia, dirige strutture ricettive da molti anni e si occupa diconsulenza e formazione nel settore delturismo. Innamorato delle cose “belle”ama condividerle, raccontandole ai pro-pri lettori.
Daniele Smaltini“Le grandi idee nascono dai sogni...se c’è la volontà, perchè non sognare!Una continua sfida tra desideri e raziona-lità, in un mondo in cui cercare di cre-scere!”
Enrica DolzaLaureata in Storia dell’Arte presso l’Uni-versità di Salamanca. Alla passione per ildesign, l’arredamento d’interni e l’artecontemporanea unisco il volontariato nel-l’Associazione LiberiTutti, che si occupadi cani e gatti provenienti dalla Sardegna.
Isabella Puma Studio “Editoria, Comunicazione multime-diale e Giornalismo”. Vivo “di corsa” divi-dendomi tra vari interessi; sonocomunicativa, solare e un po’ curiosa.Amo viaggiare e dedicarmi alla vita che...amo “mordere”! Per me “Volere è potere”.
Valentina Fracchia - House Hunter“Una laurea in architettura come punto dipartenza. Una passione senza fine per lecase, che siano in città, al mare o in mon-tagna, unita a quella per “le cose belle”...come le scarpe!”
Marco Todaro - Consulente d’immagine“La bellezza è un patrimonio universale.Chi conosce la materia deve mettere a di-sposizione tutto ciò che sà, per avere unmondo sempre più bello! Sono convintoche bisogna essere generosi e condivi-dere la propria conoscenza”.
Luigi Bertino - Tennis Coach FIT“Ho dedicato la vita alla mia passione,facendo sì che questa diventasse la miaprofessione. La comunicazione nellosport fa parte dell’insegnamento; scrivoe mi prodigo come relatore in numerosisimposi internazionali”.
Elena Panzica"Il mondo è un libro, e chi non viaggialegge solo una pagina" (Sant'Agostino). Inquesto accostamento ritrovo entrambe lemie passioni. Se viaggiare è un'esperienzameravigliosa, leggere di viaggio può esserepreludio all'inizio di una nuova avventura.
www.cooltomagazine. it
facce... da
COOLTO 01 • 11
Ben ritrovati!
Buon San Valentino a tutti gli innamorati e a tutti quelli
che ancora vivono di emozioni! Com’è pieno di sfuma-
ture il mondo delle relazioni umane. Com’è costellato
di complicità, di indifferenza, di odio e... di incompren-
sione! Ma è così difficile comprendersi e capirsi?
Teoricamente no... praticamente sì! Troppi fattori in-
fluenzano il nostro essere ed il nostro rapportarsi con gli altri: comunicare senza
imporre le nostre idee; creare nuove dimensionie dove poter entrare in contatto;
ma è una sensazione impagabile il crescere anche attraverso l’esperienza di vita
delle persone con le quali ci rapportiamo, solo imparando ad ascoltare. Ma per
meritare qualcosa di più dal mondo che ci circonda bisogna essere predisposti
a ricevere. Abbattere i muri della presunzione e dell’ “io” sopra ogni cosa.
Consapevoli del nostro essere e non schiavi del nostro apparire!
Daniele Smaltini
EDITORIALE
StrumentidiScritturaStrumentidiScrittura
WORLDdi Cristina Rosso
14 • COOLTO 01
COOLTO 01 • 15
SSe si pensa alle forme più antiche di scrittura
occorre guardare a quelle in principio sviluppatesi
all’interno della "mezzaluna fertile" del medio
Oriente sfruttando argilla fresca su cui l’individuo
tracciava i segni ma soprattutto uno stilo di legno
o canna utile ad incidere la materia naturale.
La civiltà sumerica, riconducibile al periodo tra
il 3500 ed il 2000 a.C., diede vita alla forma
di scrittura identificata come “cuneiforme”.
I geroglifici dell'antico Egitto, a partire dal 3000
a.C., con immagini stilizzate della realtà da sem-
plici ideogrammi si trasformarono in alfabeto vero
e proprio, in cui a ciascun simbolo corrispondeva
un suono: gli egizi erano soliti scriverli con can-
nucce tagliate dalla pianta di papiro che fungeva
da pennello e inchiostri a base di polveri di car-
bone o di ossido di manganese, resi fluidi dalla mi-
stura di latte, resine, cera d’api, bianco d’uovo
ed acqua. Greci e romani invece adottarono stili
metallici per imprimere i caratteri su tavolette
cerate o steli di graminacee, papiri e pergamene,
sfruttando inchiostri vegetali.
L'alfabeto greco in particolare, in uso tra l’800 ed
il 500 a.C., costituì la premessa diretta del nostro
– le sue prime due lettere infatti determinano il ter-
mine stesso "alfabeto" (α = alfa e β = beta) - e gli
strumenti di cui si avvalevano erano bastoncini ap-
puntiti, cannucce tagliate, pennelli ed inchiostri al
carbone. La nascita della scrittura moderna va però
forse attribuita ai romani, che conquistarono
la Grecia nel primo secolo a.C., ne acquisirono
l’alfabeto modificando la forma delle lettere e cre-
andone uno proprio che tuttora utilizziamo: sfrut-
tavano carta di papiro e pergamena, cannucce
ed inchiostri, scalpelli per la pietra e stiletti me-
tallici per tavolette di legno ricoperte di cera
o piombo, appuntiti da un lato per scrivere e piatte
dall’altro per cancellare, ripianando la superficie.
Nel Medioevo poi prese piede in via definitiva
la scrittura ad inchiostro ad opera dei monaci
amanuensi che si servivano di penne d’oca,
la cui duttilità era legata alla scelta di un angolo
di taglio opportuno del calamo: queste ultime però
peccavano in termini di usura dovendo sovente
temperarle per ripristinarne l'efficienza; si pensò
allora di ovviare a questo disguido tagliando
la penna in più parti in modo da fissarvi specifiche
canne di metallo.
La metodologia manuale però si affermò solo
intorno al 1700 con la creazione di pennini
più resistenti e flessibili e dei presupposti
per le prime forme di calligrafia ad imitazione dei
caratteri di stampa. Un passo significativo fu
segnato dal brevetto del 1830 di Perry i cui tagli
e forature nei pennini d'acciaio ne esaltarono
l'elasticità: l’unico neo della montatura in canne
di legno o d'avorio era legato alla caduta di mac-
chie d'inchiostro nel trasferimento dal calamaio
al foglio. La soluzione fu presentata da uno stilo,
cavo all'interno, da riempire di inchiostro: la com-
mercializzazione arrivò presto anche a seguito
dell’invenzione di Foelsch nel 1809 di un mecca-
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nismo che legava cannuccia e capsula con pennino
il quale diede avvio alla produzione delle penne
stilografiche: il successo fu decretato soprattutto
dalla facilità di riempimento della riserva dell'in-
chiostro che ne colava opportunamente una pic-
cola quantità sul pennino per effetto della fluidità
e velocità di scrittura.
Nel 1938 l’ungherese Biró, con la creazione
della biro appunto, agevolò il deposito d’inchio-
stro contenuto in una cannula di plastica sul foglio
attraverso una minuscola sfera rotante collocata
all'estremità della penna. Tale tipologia costituisce
forse attualmente lo strumento di scrittura
più comune e diffuso al mondo perché il massiccio
impiego della plastica come materia prima con-
sentì la fabbricazione di penne a basso costo - mo-
tivo di grande popolarità
delle stilografiche all'in-
domani della prima
guerra mondiale e,
dopo la seconda, pro-
prio della penna a
sfera - .
Negli ultimi 50 anni
comunque si sono
succeduti tanti altri
modelli di penne,
tra cui i pennarelli ed
i tratto-pen, in cui
l’inchiostro viene de-
positato per mezzo
di una punta di feltro
più o meno rigida e
definita nel rilascio del colore, la stilografica di
precisione applicazione dal minuscolo cilindro
cavo al posto del tradizionale pennino, ideale per
il disegno geometrico, le stilografiche a sfera,
dalla discreta scorrevolezza ma da utilizzare e get-
tare una volta terminato l'inchiostro contenuto
nel serbatoio non ricaricabile.
Addirittura occorre menzionare un tipo particolare
di penna studiata per i voli spaziali e la mancanza
di forza di gravità, che ne renderebbe impossibile
il funzionamento, grazie ad un gas in pressione
e ad una seconda sfera per spingere l’inchiostro
su quella di scrittura. Nel frattempo però
era apparsa anche la macchina da scrivere
ed infine i computer: ormai la riflessione d’obbligo
è volta al futuro ed al destino degli strumenti
calligrafici, relegati ad un ruolo
progressivamente marginale
rispetto all'utilizzo imperante
dei programmi di
videoscrittura.
Rimane sempre e
comunque innega-
bile che il ricorso
alla scrittura
m a n u a l e
p e r m a r r à
inevitabilmente
nel tempo quale
risorsa insosti-
tuibile di primo
ed immediato
impiego.
WORLD
WORLDdi Enrica Dolza
CalligrafiaSignifica porre attenzione alle regole dibellezza e di armonia che governano
la forma delle lettere.
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COOLTO 01 • 19
II meno giovani tra i lettori ricorderanno ancora
l’emozione provata quando, a scuola, poterono
tracciare le prime lettere con il pennino, dopo
giorni e giorni di lungo ed estenuante allenamento
con la matita… pagine di puntini ed aste disposti in
file regolari prima di poter finalmente usare
la tanto agognata penna. Cominciava allora il rito
della scelta del pennino (quello a Tour Eiffel era
bellissimo!), il tuffo nell’inchiostro, le cancellature,
le macchie, il passaggio dell’unghia sul foglio
per evitare aloni, i buchi… ansie e ricordi ormai
lontani nel tempo. Quei lunghi esercizi avvicina-
vano con lentezza e pazienza alla difficile pratica
della calligrafia , anzi la “bella calligrafia” come
veniva tautologicamente definita a scuola.
La scrittura era quindi una tecnica che si appren-
deva con tutto il suo carico di regole e codici: ogni
lettera era tracciata seguendo percorsi precisi
e stabiliti, gli spazi erano organizzati in modo
rigoroso . Nulla era lasciato al caso o all’improvvi-
sazione. Poi venne il tempo della biro e agli allievi
venne lasciata completa libertà di espressione,
senza vincoli né schemi, ma ahimè anche senza
guida come testimoniano i poco eleganti scara-
bocchi che spesso sono diventate le nostre scrit-
ture. La video scrittura ha poi ripristinato l’antica
ricerca della forma (guardate quanti font avete
a disposizione sul vostro computer) e dell’impagi-
natura, anche se in una globalizzazione anonima
ed uniforme. Ecco quindi che per i nostalgici del
bel segno lo studio e la pratica della calligrafia pos-
sono fornire motivo di gioia e riflessione.
La calligrafia occidentale deriva dalle forme
alfabetiche greche e latine ed in particolare dalla
“Capitalis Monumentalis” romana, considerata
per secoli un capolavoro di eleganza ed equilibrio
formale. Accanto a questa forma maggiore ne esi-
steva un’altra detta rustica destinata a monumenti
di minor importanza.
Per i manoscritti entrarono progressivamente
in uso altri tipi di capitale: onciale, semi-onciale,
corsiva. Con il Medio Evo ed il disgregarsi
dell’unità imperiale si diffusero diverse scritture
corsive fino all’affermarsi, per un editto del 789
di Carlo Magno, della cosiddetta Carolina.
Dal 1300 circa si afferma una nuova forma,
decisamente più allungata e spigolosa ma ricca
di eleganti svolazzi, la Gotica. Il rimando all’omo-
nima architettura con le sue forme verticali
è d’obbligo. In Italia durante l’Umanesimo,
la scrittura go-
tica, ritenuta
troppo an-
g o l o s a ,
v e n n e
soppian-
tata da
una forma
più raffi-
nata ed
armonica
che si
evolse nel
tempo fino a di-
ventare un corsivo incli-
nato verso destra
chiamato Cancelleresca Romana, perché in uso
presso la Cancelleria Papale. Intorno alla metà
del Quattrocento, con l'invenzione della stampa
a caratteri mobili dovuta a Gutenberg, iniziò
un lento ma inesorabile declino della calligrafia
che si accentuò ancor più con l'avvento della
macchina da scrivere (1867).
Verso la fine del XVII sec. compare un nuovo stile
detto Corsivo Inglese, molto inclinato ed elegante
che diventerà presto la scrittura più usata
sia in ambito commerciale, sia come base per
l’istruzione scolastica, anche dopo l’introduzione
del pennino in metallo al posto della piuma d’oca.
La calligrafia, ormai liberata come la pittura
dall'importante bisogno di rappresentare la realtà,
visto che tale compito venne affidato alla fotogra-
fia, non ha più certamente bisogno di rappresen-
tare solo testo e parole ma può spaziare come vera
espressione d'arte tra i tanti segni ed esempi che
ci vengono dagli splendidi modelli del passato.
Oggi la pratica calligrafica si avvicina maggior-
mente all’espressione artistica, attraverso l’uso
di strumenti diversi (dai classici pennini, ai calami
di bambù, ai pennelli, alle automatic pens, cola
pens, penne d’oca, pennarelli, tiralinee, etc),
con colori ad olio e acrilici, inchiostri , mallo
di noce e tutto quanto la fantasia possa suggerire.
Viene considerata un’arte elitaria e utilizzata
in occasioni speciali come partecipazioni di nozze,
stemmi famigliari, diplomi di laurea, attestati
onorifici o pergamene...
Si può rilevare che in questi ultimi decenni i calli-
grafi hanno studiato e ridefinito la forma delle let-
tere, e la calligrafia è diventata una forma d'arte
a tutti gli effetti; ora tocca alla nostra società non
relegarla ad un ruolo marginale nel novero delle
arti minori o peggio ancora farla cadere nell'oblio.
E per chi volesse provare a cimentarsi con l’antica
pratica degli amanuensi l’offerta di corsi è ampia
e diversificata, basta solo cercare!
WORLD
P
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L
WORLDdi Cristina Rosso
Supporti daLa scrittura, per esistere, necessita di un supporto
che può essere costituito da materiale naturale, bio-
logico, minerale o artificiale: gli uomini inizialmente
ricorsero alle foglie di palma, al tronco degli alberi,
ai ciottoli, alle scaglie di marmo e quindi giunsero
poi a realizzarne di propri avendone compreso l’im-
portanza del linguaggio dei segni per il progresso
tecnologico e artistico. La preistoria viene così de-
finita per la mancanza di testimonianze scritte pre-
gresse per cui i primi retaggi della presenza
dell’uomo e della sua esigenza di trasmettere il pro-
prio pensiero in modo duraturo vanno ricercati nei
disegni e nei simboli tracciati sulle pareti delle ca-
verne risalenti al 3000 a.C. circa. Le superfici di
scrittura privilegiate erano fogli di papiro, pietra in-
cisa con scalpelli, tavolette di legno, terracotta o ar-
gilla su cui si dipingeva con pennelli dall’estremità
schiacciata e sfrangiata e colori di origine minerale
o vegetale. I greci e i latini usarono tavolette di
legno imbiancate o cerate, fogli di papiro e perga-
mena. Il materiale più usato fu il papiro, tra le so-
stanze vegetali quella più idonea a ricevere la
scrittura. Dal suo stelo si ricavavano fogli sottili es-
siccati al sole poi arrotolati formando così il volu-
men intorno a un bastoncino di legno o avorio detto
umbiculus che aveva pomelli sporgenti. Nel Me-
dioevo la pergamena sostituì il papiro: prodotta
tramite conciatura di pelli di animali, poteva essere
22 • COOLTO 01
COOLTO 01 • 23
usata su entrambi i lati. I testi che vi si riportavano
erano copiati a mano e le istituzioni ecclesiastiche,
che detenevano il monopolio della cultura, se ne oc-
cupavano in modo esclusivo. La necessità di ri-
creare in serie medesimi segni o immagini portò
all'invenzione della stampa, favorita dall'introdu-
zione della carta - scoperta dai cinesi all'inizio del II
secolo d.C. -. La prima cartiera italiana è quella di
Fabriano nel 1276 (i cui artigiani divennero famosi
inventando la filigrana quale marchio distintivo di
fabbrica). La materia prima della carta erano gli
stracci sminuzzati e lasciati macerare in acqua sa-
ponata in modo da ottenere un impasto steso su un
telaio per disegnarvi al centro la filigrana e lasciato
asciugare. La stampa, cioè la riproduzione di un
testo o figura eseguita con mezzi meccanici, si af-
fermò in Europa a partire dal 1440 grazie a Guten-
berg ed alla sua tecnica usata per incidere i metalli:
inventò i caratteri mobili che, combinati tra loro,
formavano parole, frasi e pagine intere attingendo
dal funzionamento del torchio da vino; stretta una
vite con una barra di legno una tavola scendeva
comprimendo il foglio di carta contro i caratteri.
Con la diffusione e la produzione dei libri a stampa,
la carta era sempre più richiesta e gli stracci non
bastavano a soddisfare il mercato così nel 1700 si
cominciò a produrla dal legno e nel XIX secolo fu
costituita dalla cellulosa, componente tutt’oggi uti-
a scrittura
lizzato e solo parzialmente
sostituito da materiali ricicla-
bili. L’era moderna portò alla
nascita di strumenti per una
scrittura ordinata e sempre
leggibile adatta anche ai cie-
chi. Nel 1713 Mill depositò il
brevetto per una macchina
dattilografica, ne seguì una a
caratteri tipografici di Turri
(1808), il tachigrafo di Conti
di Cilavegna (1823), quindi
Ravizza ideò il cembalo scri-
vano nel 1837, dotato di leve
sospese battenti dal basso verso l'alto in un unico
punto centrale di impressione e movimento del car-
rello portacarta a ogni battuta di tasto.
In seguito la Underwood del 1898 consentì di vi-
sualizzare il risultato del proprio lavoro mentre que-
sto procedeva, scoprendone gli eventuali errori -
non a battitura ultimata come prima -. La prima
macchina da scrivere italiana fu del 1911 ad opera
di Olivetti ma poi la ricerca di sempre maggiore ve-
locità in dattilografia portò alla Selectric dell'Ibm
(1960) ed alla rapidità del motore elettrico e di im-
pressione. Da allora con l'ingresso delle tecnologie
informatiche nel mondo della comunicazione
è cambiato il modo di rapportarsi alla scrittura
proprio perché è stata concepita una nuova forma
di testo. Si è passati, infatti, da quello fisico (segni
posti su una superficie materiale) all’elettronico
e virtuale del computer (informazioni immagazzi-
nate sotto forma di codici digitali), migrando così
dal "tattile" al "digitale" o dal testo all'ipertesto
(organizzazione di dati in modalità non-lineari ma
reticolari). Mentre il libro
a stampa è caratterizzato
da stabilità spaziale, uni-
tarietà, delimitando i con-
tenuti all’interno di
confini precisi ma che per
l’ingombro fisico com-
porta difficoltà di archi-
viazione e consultazione a
distanza, l'ipertesto invece
presenta una maggiore di-
namicità, fluidità, fram-
mentando i testo
offrendone una commi-
stione fruibile e pertanto una soluzione più snella al
possibile stoccaggio delle informazioni ed alla si-
curezza della loro relativa conservazione. Certo il
libro rappresenta uno strumento "mono-mediale",
l'ipertesto invece in sé riunisce la convergenza di
media diversi in una stessa struttura di veicolazione
dei contenuti. La crisi della carta stampata e del-
l’editoria è stata determinata da tale evoluzione,
causata da un progressivo spostamento dell’inte-
resse collettivo verso gli strumenti informatici quali
computer, ed in ultimo tablet ed Ipad. In realtà una
fruizione frammentaria ampia ma piuttosto disper-
siva delle informazioni porterà mai all’approfondi-
mento che un aulico ma affidabile testo può ancora
garantirci? Persino le strutture didattiche stanno
convergendo verso l’adozione di supporti elettro-
nici per l’istruzione: sta crollando l’ultimo baluardo
dell’umanesimo? L’ultima parola rimane ai lettori
ma con le tentazioni degli e-book che riassumono
anche migliaia di testi in un ridottissimo spazio di
memoria resistere sarà arduo.
WORLD
24 • COOLTO 01
Gli epistolari più interessanti di sempre!
WORLDdi Enrica Dolza
Corrispondenzefamose
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COOLTO 01 • 27
LLa corrispondenza privata ancora più del diario, ci
permette di sbirciare e curiosare tra i pensieri intimi
di qualcuno. Negli anni sono state rese note e pub-
blicate lettere confidenziali di tantissimi personaggi
importanti, talvolta sono anche state raggruppate
in base al tema; per esempio le lettere d’amore più
belle di tutti i tempi o le toccanti lettere dei soldati
che scrivevano dal fronte. È anche interessante leg-
gere l’intero epistolario di un certo personaggio,
dalla gioventù fino alla vecchiaia, per vedere come
il pensiero nell’arco di una vita cambia e matura.
Molte lettere sono diventate famosissime e sono en-
trate di diritto a far parte della Letteratura, una
di queste è sicuramente “La lettre du Voyant”
scritta da un appassionato e appena sedicenne
Arthur Rimbaud e indirizzata al suo amico Paul
Demeny il 15 Maggio del 1871. La lettera costituisce
un elemento fondamentale nell’opera e nel pensiero
del poeta, ma non solo, viene considerata un vero
e proprio manifesto delle correnti simboliste e sur-
realiste. La missiva è un urlo trionfante e feroce,
con cui Rimbaud investe il poeta della funzione
di Profeta, di Veggente, che ha la missione di gui-
dare gli uomini sulla strada dell’Avvenire.
Il poeta deve la propria lucidità soprannaturale alla
capacità di coltivare sistematicamente le sensazioni,
allo sregolamento di tutti i sensi, e diventa veggente
attraverso la malattia, la droga, e il delirio. Sono con-
cetti che si rifanno ai Paradisi Artificiali di Baude-
laire, di qualche anno prima, ma in qualche modo
vengono ampiamente superati. Il sedicenne Rim-
baud, all’apice della sua rabbia di adolescente
ribelle, descrive il veggente non solo come il navi-
gatore di un moderno irrazionalismo, ma anche
come un ricercatore di quell’Io universale, non ter-
ritoriale, che accomuna tutte le persone: l’Io che “è
un altro” (e qui Rimbaud sembra riscrivere, come fa-
ceva spesso, il “Je suis l’autre” di Gérard de Nerval).
“Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente.
Il Poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso
e ragionato sregolamento di tutti i sensi. Tutte le
forme d’amore, di sofferenza, di pazzia; cerca egli
stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non conser-
varne che la quintessenza. Ineffabile tortura nella
quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza
sovrumana, nella quale diventa fra tutti il grande
infermo, il grande criminale, il grande maledetto, –
e il sommo Sapiente! – Egli giunge infatti all’ignoto!
Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più
di qualsiasi altro! Egli giunge all’ignoto, e quan-
d’anche, sbigottito, finisse col perdere l’intelligenza
delle proprie visioni, le avrebbe pur viste! Che crepi
nel suo balzo attraverso le cose inaudite e innomi-
nabili: verranno altri orribili lavoratori; comince-
ranno dagli orizzonti sui quali l’altro si è abbattuto!”
Interessantissima è anche la corrispondenza privata
del pittore Amedeo Modigliani (1888-1920).
Lunghe confidenze pervase da slanci dannunziani
e nietzscheani, brevi lettere inviate al suo mecenate
parigino, righe asciutte e commoventi indirizzate
alla madre e messaggi allegri e disperati mandati
ai suoi amici. Questi scritti, nella loro essenzialità,
nella loro assoluta assenza di retorica, disegnano
un ritratto dell’artista più autentico di tante testi-
monianze romanzate. Famoso è l’aforisma tratto
da una lettera indirizzata al suo amico Paul Alexan-
dre nel Maggio del 1931:
“Adultatore e amico,
la felicità è un angelo dal volto grave.
Niente sonetti.
Il resuscitato.
Ti scriverò presto.”
Insolito e curioso trio è quello di Vincent Van Gogh,
Theo Van Gogh e Paul Gauguin. Tra Vincent e Gau-
guin non vi fu soltanto uno scambio di lettere ami-
chevoli, attraverso di esse e accanto a esse, si ebbe
infatti un’avventura umana esteticamente, spiritual-
mente, emotivamente intensa, alla quale partecipò,
in modo attivo e discreto, anche Theo, e che indusse
i due pittori a confrontare le loro concezioni artisti-
che, e poi la loro visione del mondo; a tentare,
in un’esperienza rara, di dividere lo stesso tetto
e la stessa vita.
La corrispondenza racconta la storia di un’amicizia
tramandataci dai protagonisti stessi, come pure una
testimonianza straziante delle traversie che, un se-
colo fa, dovettero affrontare due miserabili la cui
arte e il cui esempio ancora ci illuminano.
Sulla loro convivenza ad Arles scrive Vincent a Theo:
“Passiamo le giornate a lavorare, lavorare sempre,
la sera siamo stremati e andiamo al caffè per
poi coricarci di buon’ora. Ecco la nostra vita”. ,
Nel 1903, poco prima di morire, Gauguin ricorderà
in una lettera alla moglie Mette: “In ogni paese
m’occorre un periodo d’incubazione, devo ogni volta
imparare l’odore delle piante, degli alberi, di tutta
28 • COOLTO 01
WORLD
la natura, insomma: tanto varia e capricciosa,
essa non vuole mai lasciarsi scoprire né darsi.
Impiegai dunque alcune settimane per cogliere
distintamente l’aspro sapore di Arles e dintorni.
Ciò non toglie che si lavorasse sodo, soprattutto
Vincent. All’interno di due esseri, lui e io, uno un
vero vulcano e l’altro non meno focoso, si stava
preparando in qualche modo una lotta.”
In una delle sue ultime missive al caro amico
Charles Morice Gauguin riassume tutto il suo
pensiero:
“Gli artisti hanno perduto tutta la loro selvati-
chezza, non hanno più istinto, si potrebbe dire non
hanno più immaginazione, si sono perduti in tutti
i sentieri per trovare elementi produttori che essi
non avevano la forza di creare.
Per questo non bisogna consigliare a tutti la soli-
tudine, perché bisogna avere la forza per soppor-
tare e per agire da soli. Tutto quello che ho
imparato da altri mi ha disturbato.”
Se siete curiosi di leggere altre lettere non avete
che l’imbarazzo della scelta!
L’arte di scriverli e il piacere di leggerli!
WORLDdi Enrica Dolza
Diarid’autore30 • COOLTO 01
COOLTO 01 • 31
LChi non ha mai tenuto un diario? Di solito si regalano
alle ragazzine in età preadolescenziale, quei diari tut-
ti rosa con dei lucchetti di plastica che dovrebbero te-
nere nascosti i pensieri più intimi da genitori impiccioni.
Oggi quasi più nessuno tiene un diario vero e proprio,
qualcuno usa il pc; tristi e anonimi file word salvati
in qualche cartella un po’ nascosta… Eppure dopo i film
di Bridget Jones c’era stato un breve ritorno al vecchio
diario cartaceo. Generalmente si comprano sotto
Natale, come propositi per l’anno nuovo, ma in realtà
molto spesso vengono usate solo le prime dieci
pagine e finiscono poi buttati e dimenticati in qualche
cassetto. Si potrebbe dire che il diario al giorno
d’oggi è diventato pubblico e tecnologico.
Usiamo Facebook, Twitter, i blog per postare pensie-
ri, foto, aforismi e renderli noti al mondo. Vogliamo che
qualcuno li commenti, che qualcuno li ritwitti, voglia-
mo sempre più followers o ci accontentiamo anche solo
del Mi piace di Facebook. Si può quindi affermare che
l’essenza stessa del diario viene violata, la privacy,
la segretezza, il mistero si sono sgretolati in favore
del pubblico, dell’esibizione, dello sconcerto.
Non c’è da stupirsi quindi se qualche nostalgico annega
la disperazione di trovarsi a vivere in un momento così
vuoto, stupido e insensato nella lettura dei cosiddet-
ti diari d’autore. Sono diari privati e personali scritti
dai più grandi scrittori, pensatori, filosofi, artisti,
musicisti di tutti i tempi. In essi si ritrova l’autenticità
del pensiero, che era volto a un puro ragionamento
intimo senza voler stupire o impressionare nessuno.
Il piacere del lettore è duplice: da un lato la sensazio-
ne di stare violando l’intimità di una persona ormai de-
ceduta, dall’altro il godimento nel leggere qualcosa di
interessante, di originale, di intelligente... Molto diari
ci raccontano dei veri e propri flussi di coscienza qua-
si incomprensibili, altre volte sono dei diari di viaggio,
altre ancora sono diari di bordo, o di guerra.
Altro fattore importante è il tempo, alcuni personaggi
sono più prolissi di altri. Qualcuno scrive tantissimo e
qualcuno un po’ più di rado, ci saranno quindi diari lun-
ghissimi che raccontano un breve periodo di vita del-
l’interessato e altri che raccolgono decenni di vita.
Ce ne sono per tutti i gusti, ma uno dei migliori in as-
soluto è quello, o meglio quelli, di Sylvia Plath (pub-
blicati da Adelphi) la grandissima poetessa americana
morta suicida a Londra nel 1963. Innanzi tutto l’autri-
ce cominciò a tenere un diario sin da quando era bam-
bina e lo tenne senza interruzione fino alla morte;
subito dopo le poesie, questo costituisce la sua opera
più importante. Il diario, nel suo caso, aveva il ruolo
di tracciare la rotta dell’esistenza, stimolare la memo-
ria, testimoniare una vita interiore, e forse, scacciare
il dubbio di non esistere affatto. Ad un certo punto
la Plath lo chiama “Litania di sogni, di indicazioni e im-
perativi” e più precisamente, il suo “mar dei Sargassi”,
un vero e proprio deposito dell’immaginazione
da cui estrarre il materiale inconscio. Interessante
è leggere le sue impressioni sui diari di un’altra gran-
de donna: Virginia Woolf.
“ Cominciavo a chiedermi se non stavo diventando trop-
po felicemente, pesantemente pratica: invece di studiare
Locke, per esempio, o di scrivere, mi metto a fare una
torta di mele, studio Il piacere della cucina, leggen-
domelo come fosse un romanzo eccezionale. Cavolo, mi
sono detta. Troverai rifugio nella vita domestica e sof-
focherai cadendo a testa in giù nella terrina con l’im-
pasto per i biscotti. E in questo stesso momento apro
il diario benedetto di Virginia Woolf, comprato sabato
con Ted insieme ad una quantità di suoi romanzi. Lei
supera la depressione per i no di “Harper’s” (nientemeno!
Proprio non riesco a credere che anche i grandi siano
stati rifiutati) tirando a lucido la cucina. E prepara mer-
luzzo e salsicce. Dio la benedica. Sento che in qualche
modo la mia vita è legata a lei.”
Quest’empatia diciamo che potrebbe avvenire anche con
una lettrice dei diari si Sylvia Plath, forse non avrebbe
WORLD
mai immaginato che anche i suoi scritti sarebbero
diventati di conforto e di ispirazione per un sacco
di altre donne. Altro imperdibile diario è quello di
Charles Baudelaire. Imprescindibile per apprezzare
e capire appieno la sua poesia. Nei suoi diari egli mo-
stra un’altra faccia: quella del dandy raffinato e rea-
zionario, talvolta cinico nei confronti dei sentimenti amo-
rosi, quasi crudele nella catalogazione delle tipologie
femminili. Poeta dolente e terribile, pervaso dal sen-
so dell’orrore nei confronti del peccato e al contempo
attratto da esso coincide con l’uomo che ha bisogno
di scavare in se stesso per mettere a nudo i propri vizi
e guardare in faccia lo strazio della sua anima con-
dannata alla necessità di una perpetua suddivisione
di sé. In realtà Baudelaire non scrisse mai i “Diari inti-
mi” (Mondadori), non almeno come progetto di diario,
essi furono invece pubblicati postumi raccogliendo
degli appunti che egli aveva lasciato.
“Credo d’aver già scritto nelle mie note che l’amore so-
miglia assai a una tortura o a un’operazione chirurgica.
Ma questa idea può essere sviluppata nella maniera più
amara. Quand’anche i due amanti fossero invaghiti
e gravidi al massimo di desideri reciproci, uno dei due
sarà sempre più calmo o meno posseduto dell’altro.
Quello, o quella, è il chirurgo, o il boia; l’altro, è il sot-
tomesso, la vittima. Non sentite quei sospiri, preludi
d’una tragedia del disonore, quei gemiti, quelle grida,
quei rantoli? Chi non li ha proferiti, chi non li ha irre-
sistibilmente estorti? E che trovate voi di peggio nella
domanda posta da aguzzini accurati?
Quegli occhi di sonnambulo rivoltati, quelle membra in
cui i muscoli sprizzano e si irrigidiscono come sotto l’ef-
fetto d’una pila galvanica, l’ebbrezza, il delirio, l’oppio,
nelle loro reazioni più furiose, non ve ne daranno cer-
to esempi così orribili, così curiosi.
E il volto umano, che Ovidio riteneva creato per riflet-
tere gli astri, ecco che non parla più che un’espressio-
ne di folle ferocia, o si rilassa in una specie di morte.
Giacché, di certo, io crederei di fare un sacrilegio
applicando la parola estasi a questa specie di
decomposizione.”
Forse la lettura di grandi pensatori del passato può
aiutarci, guidarci e sostenerci in quest’epoca così
vuota e triste.
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WORLDdi Mario Villani • [email protected]
Oggetti d’arte, moda e...
passioneT
Tra le migliaia di notizie riportate nel 2011 dal
Daily Mail, ne ricordiamo una: quella della
chiusura della Godrej and Boyce di
Mumbai. Questo nome può non dir
molto ai più ma la notizia è davvero
importante, perchè segna la fine di
un’avventura durata oltre cento-
cinquant’anni. La Godrej and Boy-
ce era l’ultima fabbrica al mondo
produttrice di macchine per scri-
vere. Questo prodotto, ormai su-
perato in Occidente da oltre ven-
t’anni , era fino a poco tempo fa,
di uso comune negli uffi-
ci pubblici e nei
Tribunali del
grande
34 • COOLTO 01
colosso indiano. Moltissime cose erano peró cambiate da quan-
do, nei lontani anni cinquanta l’allora primo ministro Jawaharlal
Nehru descrisse la macchina per scrivere come “il simbolo della
nuova indipendenza industriale dell'India”. L’inizio del nuovo
secolo aveva inesorabilmente segnato una nuova era, quella dei
computer e dei moderni sistemi di scrittura più adeguati e con-
formi a quelli usati nel resto del mondo. La storia delle macchine
da scrivere inizia nel 1846, inventata dal signor Giuseppe Ravizza,
avvocato novarese mosso dal nobile intento di consentire l'utilizzo,
ed il piacere, della scrittura alle persone non vedenti. Da allora que-
sto strumento è entrato con prepotenza negli studi e nei pensa-
toi dei più grandi giornalisti e scrittori del mondo, e se inizialmente
veniva guardato con sospettoso distacco dai fedelissimi del ma-
noscritto, col tempo è riuscito a diventarne l'inseparabile ed in-
dispensabile alleato. Moltissimi, sono ancora oggi gli appassionati
di questo ormai superato strumento di scrittura: Guido Ceronetti
scrive ancora oggi con la sua “Monika”, una macchina tedesca
ormai quarantenne che non cambierebbe per nessun computer
al mondo e Sebastiano Vassalli gli dà manforte dall’alto delle sue
quattro Olivetti di cui non saprebbe mai fare a meno. Impropo-
nibile ed inconcepibile per lui scrivere romanzi al computer!
Per la costruzione delle sue articolate storie sono necessari i tem-
pi “lunghi” di una prima stesura a mano e di una successiva e pa-
ziente ricopiatura con la macchina da scrivere. Per non parlare del-
lo scrittore Henry James, così innamorato del ticchettìo della sua
Remington, da pretendere che ci si mettesse a lavorare al cap-
pezzale del suo letto di morte, in modo che il suono meccanico
degli amati tasti accompagnasse il suo saluto al mondo!
La scrittura è sempre stata per l’uomo non solo una necessità,
ma soprattutto un sinonimo di potere: già nell’antichità la figura
dello “scriba” era effigiata tra le personalità importanti, perchè pos-
sedere la scrittura equivaleva a possedere il potere tout-court,
e gli strumenti che hanno seguito l’uomo in quest’arte sono di-
ventati essi stessi simboli di bellezza, raffinatezza e prestigio.
Non dobbiamo dimenticare che, se sono molti i raffinati intellet-
tuali che non hanno voluto cedere al fascino del candido e magi-
co quadratino virtuale, sono altrettanti ad aver scelto di concedere
le proprie confidenze e la propria fantasia soltanto alla seducen-
te danza di un docile pennino su un ruvido foglio di carta.
I devoti amanti della scrittura a mano, e dello strumento princi-
pale di questa antichissima arte: la penna stilografica sono,
a dispetto del progresso e dei feroci e modernissimi concorren-
ti, tantissimi, fedelissimi ed incorruttibili! Un esempio famoso
è quello dello scrittore Franco Cordelli, che abbandonata anche
la macchina da scrivere, nel 2009 si è avventurato nella stesura
“a penna” del suo ultimo romanzo “La marea umana”. La leggenda
vuole che la nascita della penna stilografica sia dovuta ad una mac-
chia, e racconta che intorno al 1884 il signor Lewis Edson
WORLD
Waterman rischiò di rovinare un contratto di assicura-
zione a causa di una penna dispettosa. La correzione
di questo “difetto” lo portò a perfezionare una penna con
“serbatoio” che potesse regolare la fuoriuscita dell’in-
chiostro. In realtà, sembra che un primo esempio di pen-
na con serbatoio risalga addirittura al decimo secolo gra-
zie a Al-Mu’izz li-Din Allah, Sultano d’Egitto che ne sug-
gerì la fabbricazione. Inoltre, anche tra gli innumerevoli
progetti del nostro geniale Leonardo Da Vinci sono sta-
ti trovati dei disegni che spiegano come realizzare una
penna a serbatoio di inchiostro! Insomma, anche se ci
sono dubbi sull’effettiva origine di questo strumento,
certamente non ce ne sono sull’importanza delle gran-
di Aziende che della penna stilografica sono riuscite
a fare un vero capolavoro! Un esempio per tutte, un bel-
lissimo esempio, è rappresentato dalla lunghissima e raf-
finata storia delle penne Montblanc. Impossibile non ri-
conoscere l'inconfondibile e candido cappello innevato
che taglia il severo nero corvino delle penne più famo-
se al mondo! Quel simbolo, la bianca stella a sei pun-
te, che oggi firma numerosi altri oggetti indissolubilmente
legati al mondo della bellezza e della moda, si deve
al designer Wilhelm Dziambor, che intuì immediatamente
le potenzialità ed il potere di un marchio ben definito.
A dimostrazione del grande ed eterno amore che lega
il mondo della scrittura a questi straordinari strumen-
ti, nasce nel 1992 in edizione limitata, la Writers
Edition: ogni anno Montblanc ha deciso di rendere omag-
gio ad un grande scrittore di fama mondiale, creando
uno strumento che per forma, design colore ne inter-
preti in qualche modo la vita, lo spirito e l’opera.
Altre grandi case di produzione di penne hanno segnato
in modo indelebile con le loro “creature” la moda, lo sti-
le, i comportamenti e persino la storia della società nei
due secoli appena trascorsi. Vale la pena ricordare
almeno le più famose come la Ideal della Waterman;
la Lucky Curve della Parker utilizzata dai militari
americani durante la guerra ispano-americana e anco-
ra la Conklin; la Shaeffer; la Pelikan amatissima da tut-
ti gli studenti della mia generazione e le italianissime
e famose nel mondo: Aurora, del designer Marcello
Nizzoli; la Omas e la Montegrappa. Insomma, ancora oggi
per riuscire a dare una “forma fisica” fruibile e leggibi-
le a noi, devoti ed avidi lettori, per molti scrittori nulla
è più seducente del suono che il movimento graffiante
e deciso di un pennino traccia sulla carta, il suo rumo-
re è per gli amanti della scrittura, affascinate come
una musica e seducente come una danza.
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38 • COOLTO 01
COOL PEOPLEdi Cristina Rosso
S
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Se intendiamo intraprendere un viaggio all’interno del-
l’universo della scrittura non possiamo certo esimerci
dall’affidarci ad un principio di eccellenza che si è di-
stinto nel corso degli anni all’interno di questo settore
e che ha da sempre sede nel capoluogo di regione pie-
montese. Dal 1932 Musso Stilografiche, sito a Torino
in via Lagrange, costituisce un essenziale punto di ri-
ferimento per la scrittura di classe, accompagnata da tut-
ti i marchi che si sono resi preziosi protagonisti nella sto-
ria delle penne stilografiche. Si tratta di case che han-
no saputo infondere passione, cura per i dettagli ed at-
tenzione al design delle forme - a monte dello studio dei
sistemi di precisione - e conseguentemente alla creazione
di accessori di culto nel corso degli anni, destinati a co-
loro i quali intendono acquistare uno dei pregevoli stru-
menti per scrittura per farne un dono, per uso proprio
o anche per collezione. Con la stessa pertinenza che con-
nota la consulenza nella scelta di questi preziosi oggetti
viene offerta l’assistenza tecnica prestata presso il cen-
tro riparazioni annesso al punto vendita perché, come
tutti gli apparati meccanici, anche gli strumenti per scrit-
tura necessitano di manutenzione per garantire una resa
ottimale: trattasi di una semplice revisione, di un ri-
condizionamento o di una sostituzione di parti dan-
neggiate o usurate. Per meglio approfondire e sonda-
re la conduzione di questo mestiere abbiamo quindi ap-
profittato della disponibilità di Davide Venturello,
attuale titolare dell’attività, al fine di attingere e carpi-
re i segreti di uno degli esercizi commerciali più longevi
della città e per far sì che ci accompagnasse, illumi-
nandoci, attraverso questo brillante percorso intrapre-
so ormai otto decadi fa dal suo fondatore, il signor
Musso appunto.
Quest’anno “Musso Stilografiche” festeggia gli 80 anni
di attività: da quando è stata avviata come sono an-
date modificandosi le esigenze del cliente? Prima le
penne stilografiche rappresentavano uno strumento
di lavoro, oggi invece sono state riconvertite in ogget-
to da collezione piuttosto; è stato necessario puntare al-
lora ad un nuovo mercato che prima si affacciava ai
liberi professionisti, i quali scrivevano molto e doveva-
no effettuare una scelta oculata, un investimento che
garantisse qualità, performanza e durabilità (si parla
di prodotti che durano anche 20 anni mai lamentando
un disservizio). Oggi le case lavorano per rendere le pen-
ne stilografiche un accessorio: ora si punta sul design.
Prima si ravvisavano differenze nette tra i prodotti di
una casa e di un’altra, tendenzialmente basate sulla fun-
zionalità, ora invece la qualità generalizzata di prodotti
di alto standard è indiscussa e si gioca a creare interesse
attorno ad un accessorio che cessa di essere uno stru-
mento di lavoro ma nasce quale elemento di distinzio-
ne in termini di gusto, estetica e stile. Si fa strada per-
ciò la penna a sfera, la biro o il roller - molto scorrevo-
li e rapidi nella resa -, oggi tra le più gettonate.
La tecnica di costruzione delle stilografiche infatti ha
punta di penna
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COOL PEOPLE
dovuto tenere il passo con i ritmi moderni e se la vita
media di una linea prima si aggirava intorno ai 12-13
anni, ora è di 3-4 anni a causa dei frequenti restyling
che subisce legati puramente design.
Garantire un servizio di qualità all’utente anche in ter-
mini di aftersale oltre alla rivendita di marchi tra i più
prestigiosi sul mercato può costituire il valore ag-
giunto che manca a molte aziende le quali invece ri-
schiano di soccombere a causa della crisi?
Caratteristica fondamentale e primo requisito nella
scelta dei prodotti e dei marchi prestigiosi e storici del-
la scrittura è la garanzia di un’assistenza efficiente
che garantisca un servizio post vendita in grado di
soddisfare le richieste dei clienti per distinguersi:
il rapporto con le case dev’essere diretto.
L’assistenza, la cura e la riparazione di questi stru-
menti possono contribuire allora ad offrire un ser-
vizio completo e sempre più raro che vi distingue
e probabilmente vi premia in qualità di rivenditori?
Sono cambiate le politiche di assistenza a causa della
burocrazia e delle difficoltà di gestione di un magazzi-
no in quanto i pezzi di ricambio comportano dei costi
ormai sempre più alti per le aziende; la Musso stessa
comunque ne detiene uno proprio in loco perché
soddisfare il cliente rappresenta in prima istanza la cosa
più importante, garantendo allo stesso tempo così
una buona credibilità presso le case grazie all’ampia
conoscenza del mercato che l’attività vanta rispetto
ad altri rivenditori anche relativamente ai pezzi
di ricambio di cui approvvigionarsi, dalla sapienza
nel ricercarli a quella nel sostituirli.
La vostra unicità in cosa si potrebbe riassumere: la
tradizione artigianale al passo con l’innovazione?
Sì perché comunque tutti ancora utilizziamo uno stru-
mento per scrivere pertanto il mondo della produzione
stilografica si è evoluto e indirizzato verso dei refil
realizzati in versioni che garantiscano fluidità, scorre-
volezza e varie gradazioni di micromine, sempre
rimanendo fedeli all’artigianalità che costituisce
l’anima di un oggetto da cui non si può prescindere.
La qualità non passa mai di moda…forse è per que-
sto che risultate ambasciatori dell’eccellenza in
questo settore non solo riconosciuta in Italia ma
anche all’estero? Le aziende straniere si interfacciano
con noi perché all’interno di un panorama variegato rap-
presentiamo una sicurezza da cui attingere per
approcciarsi alla clientela; anche il made in Italy da
esportazione è ben venduto ed apprezzato laddove
invece noi italiani spesso risultiamo esterofili e non
accogliamo con altrettanto entusiasmo un prodotto
di pregio di nostra produzione internazionalmente ri-
conosciuto. Anche se nell’ultimo periodo, probabil-
mente grazie ai festeggiamenti dei 150 anni dall’Unità
d’Italia ci si sta rimpossessando di un barlume di
patriottismo. A testimonianza di questo e del servizio
personalizzato promosso da Musso per i propri clienti
infatti è stato offerto un prodotto di qualità esclusivo in
collaborazione con Buosi attraverso un’iniziativa che
rilancia l’eccellenza italiana grazie alle penne create
ad hoc per festeggiare il centocinquantesimo.
P
COOL PEOPLEdi Paola Gamberutti
E poi arriva chi, come Lei, ammanta il retrogusto
di un mestiere squisitamente agrodolce
Scrittura...che professione!
Passione che travolge per rasserenare. Croce e de-
lizia per l’ego vanitoso tra umilianti delusioni e suc-
cessi trionfali. Impeto artistico e attività che richiede
costanza e dedizione. Sfogo ribelle o accondiscen-
dente celebrazione. Comunicazione che informa,
giullare che allieta, memoria che rimane. Tutto ciò,
e molto altro ancora, è la scrittura che si fa pro-
fessione. Teoria che si
concretizza,
n a s c e
dalla parte più profonda e interiore di sé e sfocia
nella materialità e nella socialità diventando leggi-
bilmente pubblica con quel nero che conquista
il bianco. Ma visto che la scrittura non è bianco
e nero, ma intrinseche sfumature, abbiamo rivolto
alcune domande a chi di scrittura vive.
Risponderà per noi, con la serena quiete che
comunicano le persone che amano ciò che fanno
e credono in ciò che dicono, Natascia Pane,
fondatrice e titolare dell’agenzia letteraria inter-
nazionale Contrappunto. (E per chi non fos-
se interessato alla scrittura, sostituire il ver-
bo scrivere con il verbo vivere.)
Chi è Natascia Pane? Sono una Literary
Manager: da dieci anni gestisco la carrie-
ra editoriale di chi della parola ha fatto
la propria vita, i miei scrittori italiani
e stranieri. Alleno il talento degli auto-
ri che mi sono accanto, e di chiunque
entri nella mia orbita, per l’affermazione
della propria individualità e, soprattutto,
della propria creatività.
Sono Parola, Musica e Energia. Sono una
Talent Coach.
Cos’è il talento? Nella scrittura esiste?
Il talento è carattere, personalità, auto-
stima e creatività. È il potere di plasmare
42 • COOLTO 01
COOLTO 01 • 43
la realtà per renderla terreno fertile alla realizza-
zione dei nostri desideri. Il talento nella scrittura
esiste nel momento in cui nasce la consapevolezza
del potere creatore della parola, la responsabilità
nell’utilizzo di una parola sempre positiva, effica-
ce, portatrice di vita, in un romanzo come, allo stes-
so modo, nella nostra quotidianità.
Cos’è la parola e qual è il suo potere? La parola
è suono, soffio vitale, veicolo di energia. Può demolire
così come costruire, può potenziare così come
distruggere per sempre.
Parole e realtà: cos’è Matrix? Matrix è una trama
di azioni e reazioni che le nostre parole producono
in ogni momento nella realtà che ci circonda. È il flus-
so di onde nel quale possiamo decidere di immer-
gerci, assaporandone la verità profonda.
L’alternativa è negarne l’esistenza.
La motivazione può essere paragonata a un vet-
tore perché dotata di direzione (verso che orien-
ta i nostri comportamenti) e forza (energia che
li attiva). Tu cosa ne pensi? Mi piace vedere
la motivazione come una forza che ci avvolge,
che a tratti spinge e a tratti trascina, con la dolcezza
e la determinazione proprie delle azioni che lasciano
un segno. È la scintilla che accende il fuoco della
nostra passione, ed è allo stesso modo il carburante
che permette a questo fuoco di non spegnersi mai.
Non da ultimo, è alla radice di quell’ineluttabile istin-
to di sopravvivenza che permette di far rinascere dal-
le ceneri l’Araba Fenice, quando abbiamo la tenta-
zione di mollare, certi di aver toccato il fondo,
scoprendo poi che il fondo è solo un nuovo pavimento
dal quale ripartire.
Chi è il Talent Coach? Ma soprattutto, lo si può
diventare di se stessi? Il miglior Talent Coach
che potremo mai desiderare, quello che ci ricorda
la nostra unicità, che ci spinge a valorizzare
i nostri punti di forza, che ci premia per i traguar-
di raggiunti e non ci permette di abbatterci nei
momenti di difficoltà, è dentro di noi.
Come possiamo trovarlo? È la sfida di ogni gior-
no: mi piace pensare di saper trovare il giusto
stimolo, sempre diverso (un guardarsi dentro,
o un guardare fuori, quando non un cercare attor-
no) grazie al quale far riconoscere a ogni persona
che lavora con me la sua stessa immagine come
riflessa in uno specchio: quell’immagine, uguale
a noi ma ‘altro’ da noi, ci permette di dialogare
con il nostro Talent Coach interiore.
La scrivania, il luogo per eccellenza su cui si scri-
ve o lavora, come può essere organizzata per as-
sicurarsi uno spazio “positivo”? La cura verso
lo spazio nel quale viviamo, e a maggior ragione
per quello nel quale creiamo, parte dalla perfetta
integrazione di noi stessi in quel sottile e delicato
equilibrio fra spazio, dimensioni e valori che
appoggiamo sul nostro ‘piano di lavoro’.
Idealmente, ma anche praticamente, è indispensa-
bile assaporare e sperimentare come cambia
il nostro rapporto con lo spazio e le energie mutando
la posizione del nostro corpo nella stanza nella
quale creiamo, mutando la direzione della luce,
la posizione degli oggetti dello spazio e di fronte
a noi. Il Feng Shui è prezioso per me in questo viag-
gio tra pesi e contrappesi, tra pieni e vuoti, anche
sulla mia personale scrivania.
Un consiglio per chi si vuole avvicinare alla
scrittura?
Innamoratevi! La scrittura è un atto d’amore.
46 • COOLTO 01
COOL EVENTdi Ilio Masprone
Sanremo
S
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Sanremo, la Città dei Fiori, spalanca per la sessanta-
duesima volta le sue porte all’evento musicale per ec-
cellenza: il Festival della Canzone. Padrona di casa Rai
Uno, rete ammiraglia della Rai che l’anno scorso ha
fatto vedere il Festival a12 milioni di spettatori di media
serale nelle cinque lunghe notti. Anche quest’anno
si tratta di una competizione tra canzoni “inedite” in-
terpretate da 14 grandi artisti individuati secondo cri-
teri di contemporaneità, fama e valore riconosciuti;
mentre una competizione con canzoni “edite” prese tra
canzoni famose della musica italiana, conosciute nel
mondo in versioni internazionali e interpretate dagli
stessi 14 artisti in coppia con cantanti ospiti interna-
zionali, si svolgerà nel corso della quarta serata di gio-
vedì 16 febbraio quale tributo alla “canzone” dal titolo
ridondante “Viva l’Italia”. Poi ci sarà la finale dell’ine-
dita competizione web SanremoSocial con canzoni ori-
ginali presentate e interpretate da 8 artisti giovani.
Per la sezione Artisti, nelle prime quattro serate, la sud-
divisione delle “canzoni-artisti”, l’ordine di esecuzione
in ciascuna delle serate e/o i relativi criteri saranno de-
terminati dall’organizzazione; mentre per la sezione
SanremoSocial, nella seconda e terza serata, gli abbi-
namenti delle “canzoni-artisti”, nelle varie sessioni
ad eliminazione diretta, saranno i risultati dei voti del
“popolo della rete su Facebook”; nella quarta serata per
la sezione SanremoSocial, e nella quinta ed ultima
serata per la sezione Artisti, sarà il sorteggio a deter-
minare l’ordine di esecuzione delle “canzoni-artisti”.
Per la seconda volta a presentare il Festival di Sanremo,
Gianni Morandi che l’anno scorso ha ottenuto un
grande successo personale; quest’anno si avvarrà della
collaborazione della modella Ivana Mrazova, 19 anni,
della Repubblica Ceca. Ma la novità di questa 62a edi-
zione è la presenza sul palco del bravo attore di ci-
nema, teatro e tv, il lucano Rocco Papaleo, ottimo
interprete del film “Basilicata Coast to Coast.”
Una scelta azzardata quest’ultima di Papaleo, da parte
di Morandi, ma che sicuramente susciterà molta curio-
sità e ironia visto il personaggio; altra scelta difficile
la presenza del supermolleggiato Adriano Celentano
che si autogestirà in tutte le serate alle quali deciderà
di partecipare. Previste per una sera anche le due
co-presentatrici dell'anno scorso Belen Rodriguez
e la ex di George Cloney, Elisabetta Canalis, ma poi
anche la nuotatrice Federica Pellegrini, mentre tra
i Big stranieri Madonna pare la più probabile. Come
volevasi dimostrare, i rumors della vigilia sono stati
in gran parte confermati, per cui i nomi snocciolati
durante le settimane passate non hanno minimamente
sorpreso chi aveva seguito negli ultimi tempi l’evolversi
degli eventi che riguardavano l’ufficializzazione degli
artisti ammessi a Sanremo. Dunque, dal 14 fino al
18 febbraio si alterneranno sul palco dell’Ariston il so-
lito mix fatto di inestinguibili dinosauri della musica
di casa nostra alla Matia Bazar, a giovani reduci dai vari
talent show di Raiset (Emma, Noemi, Pierdavide
Carone), interessanti voci pop-rock in cerca di nuova vi-
sibilità dopo un po’ di tempo lontani dai riflettori
(Samuele Bersani, Marlene Kuntz), figli ‘illustri’ (Irene
Fornaciari) e, dulcis in fundo, qualche bel nome della
tradizione cantautorale italiana come Eugenio Finardi
e persino Lucio Dalla, che canterà in coppia con Carone.
Ed eccoli dunque i nomi dei 14 cantanti individuati,
come recita pomposamente il regolamento, “secondo
criteri di contemporaneità, fama e valore riconosciuti‘.
Arisa – “La notte”: la (finta) svampita Rosalba Pippa
in arte Arisa torna a Sanremo fresca dei recenti trionfi
televisivi di Victor Victoria e X Factor 5. L’interprete di
Sincerità (nel suo piccolo uno dei cult della storia re-
cente del Festival) è per la terza volta in gara all’Ariston.
Chiara Civello – “Al posto del mondo”. Chiara chi?
Gianni Morandi e i suoi sodali estraggono dal cilindro
un’interprete jazz piuttosto apprezzata nel suo am-
biente, ma del tutto sconosciuta al grande pubblico.
36 anni, romana, ha all’attivo tre album cantati per lo
più in inglese e influenzati dai ritmi della bossa nova.
Dolcenera – “Ci vediamo a casa”. Quarta partecipazione
al Festival di Sanremo per Emanuela Trane a.k.a. Dol-
cenera. Sono passati ben nove anni dalla vittoria del
2003 nella sezione Nuove Proposte con ‘Siamo tutti
là fuori’ e da allora la cantante salentina, che ha colle-
zionato pure l’exploit nel reality Music Farm, si è con-
fermata come una delle voci pop più apprezzate, anche
dal punto di vista puramente commerciale.
Emma Marrone – “Non è l’inferno”. Se nel 2011 aveva
fatto da guest star ai Modà per il brano Arriverà, que-
st’anno la bella Emma fa tutto da sola con un pezzo,
scritto dallo stesso Kekko Silvestre della rock band mi-
lanese, dai forti contenuti sociali. Staremo a vedere…
Eugenio Finardi – “E tu lo chiami Dio”. Il raffinato
cantautore milanese, alla soglia dei 60 anni, si concede
per la terza volta alla platea sanremese dopo le
apparizioni del 1985 con ‘Vorrei svegliarti’ e del
1999 con ‘Amami Lara’.
Francesco Renga – “La tua bellezza”. L’ex leader dei
COOL EVENT
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Timoria torna a Sanremo dopo il trionfo del 2005
con ‘Angelo’ ed anche in questa occasione è stato già
inserito nel ristretto novero dei favoriti: d’altronde
se uno dal talento di Renga si degna di partecipare al
Festival, non lo fa solo per un’anonima comparsata.
Gigi D’Alessio e Loredana Berté – “Respirare”.
La prima strana coppia nella lista dei cantanti in gara:
il nazionalpopolare Gigi D’Alessio con la stravagante
icona rock della musica italiana Loredana Berté.
Un improbabile duo che, tra la sorpresa generale,
potrebbe tirar fuori dal cilindro un pezzo accattivante.
Li aspettiamo con ansia…
Irene Fornaciari – “Il mio grande mistero”. Sono lontani
i tempi del gran rifiuto di Pippo Baudo che all’epoca
fece andare su tutte le furie papà Zucchero. La giuno-
nica Irene è infatti diventata una presenza quasi fissa
del Festival di Sanremo e quella di quest’anno è la sua
prima partecipazione come solista nella sezione Big,
dopo esserci già stata nel 2010 insieme ai Nomadi
e nel 2011 come ospite di Davide Van de Sfroos.
Marlene Kuntz – “Canzone per un figlio”. Dopo il
successo degli anni ’90, nello scorso decennio la rock
band di Cristiano Godano ha un po’ segnato il passo e,
allora, cosa c’è di meglio di un’opportuna apparizione
sul seguitissimo palco di Sanremo per rinverdire
fama e popolarità?
Matia Bazar – “Sei tu”. Sono stati l’unica sorpresa
della lista ufficiale dei cantanti in gara a Sanremo,
visto che le previsioni indicavano al loro posto Toto
Cutugno. Per i Matia Bazar, nelle varie formazioni
(da quella storica con Antonella Ruggiero e Carlo Mar-
rale alle più recenti), si tratta della 12a presenza
al Festival, dove hanno vinto per ben due volte e scritto
alcune delle pagine più belle della kermesse canora.
Oggi alla voce c’è la splendida Silvia Mezzanotte.
Nina Zilli – “Per sempre”. Siamo tutti curiosi di riascol-
tare l’ammaliante voce di Nina Zilli che nel 2010,
con ‘L’uomo che amava le donne’, ha saputo racco-
gliere così tanti consensi sia di pubblico che di critica.
Anche lei rientra già tra i favoriti dei bookmaker.
Noemi – “Sono solo parole”. A 30 anni la rossa (anzi, ex
rossa, visto che si annuncia un rivoluzionario cambio di
look) Veronica Scopelliti in arte Noemi cerca la defini-
tiva consacrazione e, perché no, la vittoria finale al Fe-
stival di Sanremo, peraltro già sfiorata due anni fa ai
tempi del singolone ‘Per tutta la vita’ (disco di platino).
Pierdavide Carone e Lucio Dalla – “Nanì”. L’altra cop-
pia improvvisata di Sanremo 2012: il giovane cantau-
tore Pierdavide Carone, probabilmente uno dei migliori
prodotti in assoluto della scuola di Amici, e l’eterno
cantastorie Lucio Dalla. Cosa produrrà questa inedita
collaborazione? La curiosità è tanta.
COOL EVENT
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Samuele Bersani – “Un pallone”. Dopo 12 anni (era il
2000 e il brano dell’epoca, Replay, ottenne il Premio
della Critica) Samuele Bersani torna a calcare il palco
dell’Ariston, una presenza che sicuramente soddisferà
gli appassionati della musica italiana di qualità.
E questo è tutto, ricordiamo che tutti i cantanti in gara
oltre alla solita competizione di brani inediti, concor-
reranno anche nella serata tributo Viva l’Italia! (giovedì
16) interpretando brani famosi della musica italiana
insieme a un’eterogenea e sorprendente lista di
cantanti ospiti stranieri di grande fama.
Tutto qua e non è poca cosa! Dopo il successo di cri-
tica e pubblico dell’anno scorso, anche quest’anno
il Festival apre con l’anteprima del premio speciale
“Dietrolequinte”: un’esclusiva che nessun’altra manife-
stazione italiana, ma anche europea, può vantare.
Il riconoscimento viene dato a cinque personaggi
che hanno il merito di lavorare, appunto, dietro
le quinte non solo del Festival, ma della musica
più in generale. E così l’evento sanremese riapre
le porte a quest’inedita iniziativa accolta con grande
favore non solo dal pubblico presente, ma soprattutto
dagli oltre settanta giornalisti che hanno partecipato
al 1° Gran Gala del Festival che si è tenuto nei Saloni
del Royal Hotel Sanremo la sera prima dell’inizio della
grande parata televisiva. Sono stati 200 gli invitati
ad honorem che l’anno scorso hanno avuto il piacere
di assistere alla premiazione dei cinque personaggi
premiati da una Giuria speciale che faceva capo
al Presidente Mario Luzzato Fegiz del Corriere della
Sera, Marinella Venegoni de La Stampa (quest’anno Pre-
sidente di Giuria), a Dario Salvatori (critico musicale
di Rai Uno) ad Angela Calvini de L’Avvenire e Mario
Giordano de Il Giornale. I premiati della prima edizione
furono: Simona Ercolani (capo degli autori del Festival),
Mario Maffucci (ex dirigente Rai, per 20 anni respon-
sabile del progetto Festival, oggi Presidente del Pre-
mio), Vincenzo Mollica, Inviato Speciale di Rai Uno,
Gaetano Castelli, storico scenografo dell’evento sanre-
mese, e non soltanto, e Walter Vacchino il cultural-ti-
tolare del popolare Teatro Ariston.
Per questa seconda edizione, di lunedì 13 febbraio,
i cinque candidati sono: Caterina Caselli (discografica);
il giornalista Mario Luzzatto Fegiz, il direttore d’orche-
stra Peppe Vessicchio, il grande autore scomparso
recentemente Giancarlo Bigazzi e l'organizzatore Lucio
Presta. La giuria di questa seconda tornata, oltre Mari-
nella Venegoni, ancora Dario Salvatori, Massimo Ber-
nardini (Rai Uno) e Marco Molendini de Il Messaggero
e Vincenzo Mollica (TG1). La guest star della serata,
il cantautore piemontese Giorgio Conte; presenta
la serata il giornalista del TG1 Leonardo Metalli,
curatore anche della rubrica musicale TG Note. Segre-
tario Generale del Premio, il collega Fausto Taverniti,
della sede Rai della Basilicata, mentre il curatore e idea-
tore del Premio, nemmeno a dirlo il nostro Ilio Ma-
sprone, nostro direttore. Il Dinner Gala si tiene al Royal
Hotel Sanremo esclusivamente su inviti personali.
COOL EVENT
Un nuovo concept, la continua indagine sul campo,
un team rinnovato e la volontà di andare oltre. Ecco la
ricetta di BIT 2012, la Borsa Internazionale del Tu-
rismo che si terrà da giovedì 16 a domenica 19 feb-
braio 2012 a fieramilano. Orizzonte sempre più
internazionale, focus su temi formativi strategici, più
opportunità di business mirato: sono queste le princi-
pali caratteristiche di una manifestazione che si pro-
pone a operatori e pubblico con una formula del tutto
nuova, ricca e coinvolgente. “New Bit, New Business”:
l’headline che caratterizza la 32esima edizione di Bit
sintetizza il principale punto di svolta della manife-
stazione. Bit 2012 rimette al centro gli operatori, gli
agenti di viaggio, e le loro esigenze, per garantire l’ap-
profondimento e la concretizzazione di ogni tipo
di business possibile: ci sarà più tempo dunque per
pianificare gli incontri, per illustrare le proposte, per
riflettere su idee che nascono dalla condivisione e dal
confronto diretto. Questo sarà possibile grazie alla
grande novità dell’area Tourism Collection, dedicata
da quest’anno esclusivamente agli operatori, che sarà
aperta dal 16 al 18 febbraio (ultimo giorno chiusura
COOL EVENTdi Daniele Smaltini
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anticipata alle 16.30). Si propone come l’ambiente più
congeniale per lo scambio tra operatori e ogni figura
professionale che ruota attorno al mondo del turismo.
Le “classiche” aree Italy e The World dedicate rispetti-
vamente alle regioni del Bel Paese e alle destinazioni
internazionali saranno aperte dal 16 al 19 febbraio agli
operatori (dalle 9.30 alle 18.30), e nel weekend anche
al pubblico dei viaggiatori. A completare l’offerta
anche l’area Bit Technology, dedicata al mondo delle
tecnologie per il turismo online e offline, CRS, HRS
e tour operator online. Bit proporrà un fitto calendario
di occasioni per gli operatori: in particolare, il 17 e 18
febbraio a Bit BuyItaly, cuore delle vendite del prodotto
Italia, si incontreranno 2000 seller selezionati con 500
top buyer internazionali esclusivi, scelti direttamente
da Bit e provenienti da oltre 50 Paesi per scoprire
insieme le nuove opportunità offerte dall’incoming tu-
ristico in Italia: un fenomeno che interessa trasversal-
mente settori che vanno dai trasporti al real estate,
dalla ricettività al tour operating. Il workshop Bit Buy-
Club dedicherà un’intera giornata, il 16 febbraio, agli
operatori dell’associazionismo europeo che guidano
con competenza e passione i propri associati alle
scelte migliori. Oltre 200 seller nazionali e interna-
zionali selezionati tra TO, agenzie di viaggio e con-
sorzi di commercializzazione incontreranno 100 buyer
nazionali e internazionali e club di interesse prove-
nienti da 11 Paesi. Inoltre, Bit offrirà agli espositori oc-
casioni di contatto privilegiato consentendo loro
di invitare i migliori top client del centro e sud Italia
in collaborazione con Bit. Per rendere veramente unica
e fruttuosa la permanenza in manifestazione anche
per gli stessi espositori, Bit metterà a disposizione nu-
merose facilities, tra le quali la prenotazione di una
camera doppia inclusa nella tassa di iscrizione.
In questo modo venire a fare affari a Bit sarà comodo
e conveniente per tutti. Ma le occasioni di incontro
e di business non si esauriscono in manifestazione.
Bit mette infatti a disposizione numerosi strumenti
di contatto e matching online tra gli operatori, prima
tra tutte l’innovativa community attiva tutto l’anno che
ospiterà informazioni e filmati multimediali per ren-
dere ancora più potente e performante la conoscenza
tra gli operatori e i businessmaker prima e dopo il mo-
mento espositivo. Inoltre, tutti gli operatori che si pre-
registreranno potranno usufruire di un’agenda di
incontri pre-manifestazione, per cominciare subito
a conoscere e far conoscere prodotti e offerte.
La presenza di Bit sui principali social network, poi,
completa e amplia ulteriormente e su scala mondiale
i contatti possibili con protagonisti e i temi della
manifestazione. Sempre nel segno della comunica-
zione, la Borsa Internazionale del Turismo ha affidato
a Expansion la campagna pubblicitaria per Bit 2012
per rendere sempre più ampia la visibilità al pubblico
nazionale e internazionale del suo mondo. Si con-
ferma, infatti la particolare attenzione al mondo dei
media, sensibili al tema delle vacanze e dei viaggi, che
Bit in questi anni ha stimolato a raccontare le tendenze
e le novità di più grande impatto. Nell’ultima edizione
hanno parlato di Bit oltre 3.300 articoli di giornale
e 170 servizi televisivi e la forte mediaticità della ma-
nifestazione è quantificata dal valore attuale del suo
brand: 2 milioni e mezzo di Euro, ulteriore testimo-
nianza dell’imprescindibilità di questo appuntamento
per tutti gli operatori. www.bit.fieramilano.it
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WEEKEND DI COOLTOdi Edoardo Meoli
Foto: Archivio Agenzia “In Liguria”
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Tris d’AmoreTris d’Amore
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Una terra a forma di arco, proprio come quello di Cu-
pido. E tante frecce da scagliare per colpire gli innamorati.
Così è la Liguria, regione di incanto, che a San Valen-
tino diventa la meta perfetta per chi ha voglia di sentir
battere il cuore. Non c’è nulla di più romantico che guar-
darsi negli occhi, far schioccare un bacio nella capitale
della Liguria d’Amare. Terra d’amare per tradizione e an-
che per ragioni naturali. Il mare e le montagne che si tuf-
fano nel Mediterraneo, le spiagge, i tramonti rosseggianti,
il verde perpetuo degli oliveti punteggiato dal giallo del-
le mimose, i roseti che sbocciano in ogni stagione, i gab-
biani che, come scriveva Eugenio Montale «hanno atteso
invano le briciole di pane che io gettavo sul tuo balco-
ne perché tu sentissi anche chiusa nel sonno le loro stri-
da» (La belle dame sans merci). Tra gli appuntamenti
fissi, che attirano ogni anno migliaia di coppie di inna-
morati, la riviera di ponente offre una grande festa agli
Innamorati presso il celebre muretto di Alassio.
Camogli organizza da oltre trent’anni la settimana di
San Valentino, mentre la via forse più frequentata al mon-
do dagli Innamorati è quelle dell’Amore, nelle Cinque
Terre, tra Riomaggiore e Manarola, luogo d’incanto
rinato dopo l’alluvione dello scorso autunno. Entrando
nel dettaglio, Camogli celebra la Festa di San Valentino
da venerdì 10 a martedì 14 febbraio. Il borgo marina-
ro, che già di per sé fa battere il cuore (impossibile dire
di no davanti a un tramonto sul porticciolo) si riempie
di totem affissi lungo le vie, le piazze, le piazzette e gli
slarghi con le più belle frasi d’amore di famosi film, can-
zoni, poesie. Il pubblico, se vorrà, potrà scrivere la sua
frase d’amore, comunque sia, e lasciarla al tendone del-
le feste. Quest’anno è in programma anche un concorso
fotografico sul tema dell’amore. Poi, nelle serate di feb-
braio, i ristorantini del borgo offriranno menù a tema,
con prezzo fisso (naturalmente alla coppia). Gli alber-
ghi promuovono pernottamenti romantici. Alassio, a San
Valentino premia gli innamorati capaci di scrivere pa-
role romantiche. Unica città in Italia che può fregiarsi del
marchio di “città degli innamorati”, Alassio festeggia San
Valentino con “Le più belle lettere d’amore” e il 14 feb-
braio l’appuntamento per tutti gli innamorati è davan-
ti al celebre “Muretto”, dove si premieranno gli scritti più
appassionati del concorso. Le lettere dovranno giungere
ad Alassio entro il 4 febbraio 2011. Le missive d’amo-
re potranno essere recapitate direttamente nella buca
posta accanto alla famosa piastrella degli innamorati di
Peynet ad Alassio, potranno essere inviate via e-mail,
all’indirizzo [email protected] ,
oppure spedite via posta (Comune di Alassio, piazza Pac-
cini, 28 – 17021 Alassio o Galleria d’Arte Berrino, via Ca-
vour, 10 – 17021 Alassio). Il concorso è nato 36 anni
fa, da un’idea del pittore alassino Mario Berrino. Erano
gli anni in cui il “Muretto”, di fronte al caffè Roma, era
il luogo d’incontro dei giovani, il luogo dove si trovavano
e s’innamoravano. Ad esso venivano affidate scritte
e messaggi d’amore. Ed è così che è nata l’idea di col-
locare una cassetta della posta per raccogliere tutti i mes-
saggi e le lettere. Nelle Cinque Terre, niente lettere ma
la voglia di camminare in uno degli angoli più belli del
mondo, non a caso patrimonio dell’Umanità per Une-
sco: il sentiero della via dell’Amore. Un luogo fantasti-
co, una strada che si inerpica sulle scogliere, a picco sul
mare. Riaperto e in perfette condizioni, dopo i danni che
le Cinque Terre avevano subito lo scorso autunno.
Il sentiero unisce Riomaggiore a Manarola. Era il percorso
pedonale, scavato nella roccia tra il 1926 e il 1928, usa-
to dai ferrovieri per spostarsi tra le Stazioni di Rio-
maggiore e Manarola. Oggi è una piacevole, romanti-
ca passeggiata, alla portata di tutti. Sul percorso, nei
pressi di Manarola, si trova il Bar dell’Amore, un pun-
to di ristoro molto suggestivo, con balconata a picco sul
mare. Dalla strada principale di Manarola si passa per
la stazione ferroviaria percorrendo la galleria pedona-
le, e si sale una corta scalinata che porta al passaggio
ricavato sul muro di sostegno della ferrovia. Qui comincia
il tratto più famoso del sentiero azzurro, la “Via del-
l’Amore”, una passeggiata pedonale intagliata nella
roccia e aperta sul mare.
WEEKEND DI COOLTO
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TRAVELdi Elena Panzica
Lanzarote, isola
appartenente all’arcipelago delle
Canarie, rappresenta il risultato di un felice espe-
rimento, dell’espressione di una personalità arti-
stica ma al contempo piena di determinazione,
che ha saputo tradurre in realtà un sogno, un’aspi-
razione: il desiderio di fermare il tempo e permet-
tere ai visitatori di cogliere l’essenza primordiale
del luogo. È infatti soprattutto grazie al lavoro
di César Manrique, personaggio eclettico che ha
visto i suoi natali proprio sull’isola nel 1920,
se Lanzarote è stata nominata “riserva della bio-
sfera” dall’Unesco e se ad oggi conserva immutato
il suo carisma. César Manrique, morto nel 1992
in un incidente stradale (un vero paradosso consi-
derando la sua avversione per il traffico automobi-
listico), è stato un artista poliedrico, pittore, scul-
tore, architetto, disegnatore urbanistico e paesag-
gistico ma anche un uomo dai forti valori legati alla
tradizione, grazie ai quali ha intrapreso un cam-
mino ecologista e di conservazione del patrimonio
artistico naturale dell’isola. La sua principale
missione è stata quella di fare capire ai suoi com-
paesani che bisognava innanzitutto rispettare
l’architettura tradizionale dell’isola, evitando di
alterarne l’immagine con nuove costruzioni mo-
derne o con grandi cartelli pubblicitari, che infatti
qui sono banditi. La maggior parte dei punti di
interesse culturale ed artistico a Lanzarote
Lanzarote
un sognodivenutorealtà
COOLTO 01 • 63
si possono ricondurre a quest’uomo. Assoluta-
mente da visitare La Fundacion César Manrique,
costruita sulla piattaforma lavica nata da un’eru-
zione, nata nell’edificio che è stato per molti anni
la sua abitazione. Oggi è un museo ed un esempio
unico di integrazione totale fra opera umana e am-
biente. Una casa fatta di locali luminosi dove il con-
fine tra interno ed esterno diventa impercettibile,
un susseguirsi di luoghi inaspettati che accompa-
gnano la morfologia del terreno: linee rotondeg-
gianti e sinuose, bianco brillante, specchi di acqua
che appaiono improvvisi a bilanciare il
deserto che circonda l’abitazione. Altra creatura
architettonica di César - la sua prima - e altro luogo
degno di una visita è Los Jameos dos Aguas,
ricavato da un complesso sistema di grotte vulca-
niche naturali, reso accessibile dall’intervento
di questo geniale architetto. Parte di questa opera
è la laguna sotterranea in cui filtra acqua di mare,
un luogo talmente particolare da essere diventato
l’habitat di una specie unica al mondo di granchi
Foto di: Gernot Keller
ciechi albini. Un altro modo di vivere Los Jameos
è quello di assistere ad una performance musicale
nell’Auditorium ricavato all’interno delle grotte,
un’esperienza acustica decisamente inusuale.
Poco distante, sempre parte dello stesso sistema
di grotte, La Cueva de Los Verdes, un’oasi di pace
nel ventre della terra, dove trovare riparo dal sole
che qui batte implacabile, soprattutto nelle ore
centrali del giorno. È molto difficile separare le bel-
lezze naturali dell’isola dall’opera di Manrique,
in quanto le due cose si fondono inesorabilmente
dando vita e corpo alla sua filosofia e al suo sogno
di far conoscere Lanzarote facendola diventare
“uno de los lugares más hermosos del planeta”,
uno dei luoghi più belli del pianeta. Oggi possiamo
dire che le sue speranze non sono andate infrante.
L’isola riserva molte sorprese al visitatore, consi-
derando quanto la natura qui sia stata poco gene-
rosa per quanto riguarda verde e alberi, che sono
vera una rarità . L’impressione è un po’ quella
di essere atterrati su Marte, circondati da colline
color ocra e da distese laviche grigio-nere.
Eppure, tutto qui richiama invece fortemente Madre
Natura, tutto è intenso, caldo, penetrante. I colori
schizzano fuori dalla tavola, dal quadro vivente
di quest’isola, come il blu intenso del cielo solcato
da velocissime nuvole, spazzate da un vento
che soffia quasi costantemente. La terra è dura,
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TRAVEL
in molte aree di pietra, lava solidificatasi durante
il ripetersi di eruzioni fino a formare una crosta
perenne dove nessuna vegetazione riesce a met-
tere radice. Il Parco Nazionale del Timanfaya,
costituito da dune di lava a perdita d’occhio, lascia
però senza fiato, e divertente è anche l’esperienza
di un pasto consumato nel ristorante del Parco.
Di per sé, un locale senza pretese di stampo turi-
stico ma con una originale e saporita sorpresa:
carni, pesce e verdure vengono cucinati all’esterno,
sopra una grata posizionata all’apice di un cono
vulcanico e quindi cotti grazie ai vapori dovuti
al sobbollire perenne della lava sottostante.
Per qualche momento si avrà l’impressione di
essere tornati all’età della pietra e ci si aspetterà
di vedere sbucare da un momento all’altro un ca-
vernicolo dotato di clava. Altro fenomeno naturale
è la Laguna Verde, una striscia di acqua dal colore
verde brillante, attribuibile alla presenza di un’alta
concentrazione di minerali, posizionata in una
striscia di litorale dalla sabbia nera e praticamente
confinante con il blu del mare, un vero turbinio
di colori. Uno spettacolo per chi non soffre di
vertigini è il Mirador del Rio: all’estremo nord
dell’isola, si accede ad un punto panoramico
in cima ad un altissimo promontorio,
un edificio di cristallo (sempre rea-
lizzato da Manrique)
480 metri sopra il livello del mare. Da qui, lo
sguardo spazia sull’orizzonte, senza ostacoli, men-
tre volgendo gli occhi verso il basso si può ammi-
rare la costa dell’isola La Graciosa.
Ma non finisce qui, si può ancora decidere di visi-
tare Haria, paese incastonato in una valle insolita-
mente verde, oppure il Giardino dei Cactus
o Teguise, con il suo colorato mercato artigianale
o ancora La Santa, mecca per gli sportivi e gli
amanti del surf di tutto il mondo. Se ancora rimarrà
tempo, o semplicemente se per voi vacanza
coincide con relax, sole e mare, Lanzarote saprà
comunque accontentare anche queste esigenze,
mettendo a disposizione dei visitatori bellissime
spiagge e zone adatte a passeggiare, a fare un po’
di shopping e a divertirsi la sera, come Puerto del
Carmen oppure Arrecife, la capitale.
A Playa Blanca, a sud dell’isola, dopo una sosta
ad ammirare le vaste saline, sarà d’obbligo
dirigersi verso le meravigliose spiagge di Playa
Dorada e Playa Papagayo. Insomma, davvero
un’isola per tutti, dove perdersi nel silenzio
delle distese laviche oppure concedersi una
giornata su un’animata spiaggia, lambita da
un mare dalle acque cristalline anche se, per
dirla tutta, un po’ freddine.
Ma un difetto si dovrà pure trovare in mezzo
a tanta bellezza!
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FASHION TIMEdi Maria Greco
2 31
5 64
Maglioni & Piume
COOLTO 01 • 69
01 Alexander McQueen | 02 Sportmax | 03 Versace | 04 N°21 | 05 Aquilano Rimondi | 06 Dries Van Noten |
07 Valentino | 08 Yves Saint Laurent | 09 Hermès | 10 Rodarte | 11 Céline | 12 N°21
8 9
11 1210
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Pull parade. Fatti ai ferri, jacquard o lavorati al laser si rinnovano del tutto. Prendendo anche il posto di T-shirt e giacche.
COLLEZIONI AUTUNNO_INVERNO 2011/12
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FASHION TIME
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01 Jil Sander | 02 D&G | 03 Sonia Rykiel | 04 Dior05 Sportmax | 06 Missoni | 07 Emilio Pucci | 08 C’N’C Costume National
Piume in stile gigno nero, candide, colorate, stampate o a righe sono la vera “variabile impazzita” della stagione. Per prendere il volo...
COLLEZIONI AUTUNNO_INVERNO 2011/12
72 • COOLTO 01
Amici del bello, è ora di approfondi-
menti. Dobbiamo sapere che per
ottenere uno styling perfetto
e, soprattutto, quello da noi deside-
rato, è indispensabile conoscere
bene quali tecniche e strumenti
sono oggi a disposizione nel mondo
dell’hair. Chiedere semplicemente
al vostro acconciatore “farei la piega
liscia” potrebbe essere limitativo,
immaginiamo quanti altri aggettivi
possiamo abbinare alla parola
“lisci”: gonfi, piatti, con un pò di vo-
lume alla radice, con le punte verso
l’esterno oppure verso l’interno.
Lo stesso vale per i capelli mossi:
quanto mossi e quale cornice
intorno al viso, il ciuffo piatto op-
pure alto, e cosi via. Da questo ba-
nale esempio capiamo bene come
può variare la riuscita del nostro sty-
ling. Il risultato sarà più vicino al no-
stro desiderio, in base a quante
indicazioni chiare abbiamo dato
al nostro parrucchiere di fiducia.
Ricordiamoci che, il più delle volte,
le insoddisfazioni nascono solo
da un’errata comunicazione. L’evo-
luzione dell’acconciature offre oggi
svariate possibilità di risultato, gra-
zie agli strumenti di lavoro sempre
più specifici, ai prodotti più perfor-
manti, a tecniche sempre più pre-
cise, e grazie agli stessi acconciatori
che fanno continui aggiornamenti
anche in giro per il mondo; pos-
siamo vantare oggi una grande
capacità di gestire i capelli come
meglio si vuole. Se pensiamo che
solo qualche anno fà la piastra ser-
viva esclusivamente per lisciare
i capelli, mentre oggi si riescono
a fare, con lo stesso strumento,
boccoli, onde e ricci, il tutto sempre
più velocemente, senza tralasciare
la durata, la lucidità e la struttura
dell’acconciatura. Quando utilizzate
gli stumenti a caldo, proteggete
sempre i capelli con prodotti termo-
protettivi (Termo Glide o Iron In
della linea Design Pulse Matrix),
e utilizzate piastre solo di alta qua-
lità (personalmente vi segnalo
la gamma GHD, che può essere
usata tranquillamente anche tutti
i giorni). Già adesso e nelle stagioni
a venire, per fare fede alla tendenza,
vengono proposte pettinature mor-
bide, un pò più voluminose e con
delicati movimenti che contornano
il viso; questo stile, molto amato
e suggerito dagli stessi personaggi
tv, che sfoggiano sempre pettina-
ture innovative, ha generato una
rivisitazione dei metodi classici/tra-
dizionali dell’acconciatura, portando
nuovamente in vita i ben amati
bigodi, ovviamente più avanzati,
eleganti, colorati e divertenti,
ma con lo scopo di sempre.
L’asciugatura diffusa, offre tutta una
serie di vantaggi a favore della fibra
capillare, trattandola docilmente
e garantendone prestazioni in
termini di durata decisamente
più efficaci; i tempi di styling si
allungano, ma è un pò come far cuo-
cere un buon sugo a fuoco lento:
tutt’altro gusto!
LOOK MAKERdi Marco Todaro • [email protected] • www.officinadellostile.net
Tecniche e strumentiper uno stylingiimmppeeccccaabbiillee!!
Foto di: Davide Muroni
1_Acido Ialuronico Crema Viso di L’erbolario: L'Acido Ialuronicoorchestra questa fresca e piacevole formulazione e svolge qui la suatriplice azione: idrata e tonifica la pelle; leviga e minimizza i segnidel tempo; aumenta la compattezza e l'elasticità cutanee.
2_Crème Précieuse di L’Occitane en Provence: Racchiude nellaformula il segreto di longevità di Immortelle, il fiore che nasce sullerive del Mediterraneo e non muore mai. Corregge le rughe e rassodala pelle rendendola più liscia, compatta e giovane.
3_Time to Revitalize Extreme Night Treatment di Ahava: Proteggela pelle dall’invecchiamento con ingredienti naturali che sopravvivonoe prosperano in condizioni estreme - minerali attivi del Mar Mortoed estratti di bacche, muschi, licheni dell’Himalaya.
4_Rosa Artica Youth Regenerating Cream di Kiehl’s: Rivitalizzal’attività cellulare con l’estratto attivo di Rosa Arctica dei MontiRodopi, in Bulgaria, una pianta antica. Sulla pelle ha sia un effettoprotettivo che un effetto stimolante della vitalità cellulare.
5_Acido Ialuronico di Planter’s: Un trattamento anti età particolar-mente indicato per le pelli sensibili. Contiene attivi vegetali di rusco,calendula, mimosa, vitamina E, un’alta concentrazione di acidoialuronico e filtri solari.
6_Life Radiance Crème Double Éclat di Decléor: Combatte il colo-rito grigio e spento e rivitalizza la pelle. Doppia formulazione:una ricca crema nutriente e un gel fresco che si miscelano sul palmodella mano.
7_Riso Venere Crema Viso di Bottega Verde: Trae ispirazionedall’antica tradizione cinese. Una texture vellutata che previenel’invecchiamento foto indotto e l’ossidazione cellulare grazie agliestratti di riso venere
8_Trattamento Intensivo 04 di Dr.Hauschka: Un vero elisir dibellezza. Si usa mattina e sera in singoli cicli di 28 giorni, checorrispondono al ciclo di rigenerazione cutanea. Tormalina blue ambra per rivitalizzare, oro per rigenerare, giglio bianco e alteaper preservare l’idratazione, foglie di ginkgo biloba e di ulivo perrinforzare la pelle.
9_Milaya Anti-Età Rivitalizzante di Galénic: È una crema anti-etàricca che rassoda la pelle con l’estratto di Moringa (pianta equatorialedalle numerose virtù) e previene la formazione di macchie scurecon la vitamina B3.
10_Balsamo Delizia Rassodante di Sanoflore: È efficace come il re-tinolo e delicato come un fiore l’olio essenziale 100% biologico di ge-ranio rosato. Ridona materia alla pelle e lavora in sinergia con gli oliessenziali di rosa mosqueta, rigenerante, e di limone, elasticizzante.
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BEAUTYdi Aurora Minardi
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Anti-età:formule Green code
74 • COOLTO 01
76 • COOLTO 01
Nelle parole di uno dei più famosi
pasticceri della storia una grande
verità: cucina e letteratura, cucina
e scrittura sono vasi comunicanti,
la cucina vive anche di lettere, come
le lettere vivono anche di cucina.
Lo insegna la storia, lo raccontano
i ricettari dei cuochi più o meno fa-
mosi, ne parlano i romanzi, i rac-
conti intrisi di ricette, profumi
e gusti: la cucina e il suo mondo
ruotano intorno alla carta stampata,
alla necessità di tracciare e lasciare
segno indelebile di usi, innovazioni,
capacità personali. E la carta stam-
pata, come l’immaginario di autori
e scrittori, spesso si nutre del
mondo culinario, dei suoi aromi che
tanto sanno insaporire le pagine
e tanto sanno ingolosire i lettori.
Sulle righe di libri di cucina e ricet-
tari più o meno noti possiamo attra-
versare la storia della gastronomia
umana: dalle ricette di pesce tra-
mandate da Archestrato di Gela (IV
secolo a.C.), al De Re Coquinaria
di Apicio, che narra l'arte del cuoco
romano dedito a contraffare gli ali-
menti. Il Medioevo inneggia alla
carne, con una netta evoluzione
verso il 1300 come documentano
i ricettari trecenteschi italiani e fran-
cesi (primo fra tutti il Viandier
di Taillevent): non si rinuncia alle
carni, al gusto agrodolce e alle spe-
zie, ma si comincia a valorizzare le
verdure, con preparazioni popolari,
come minestre, torte senza sfoglia,
frittelle. Nel famoso Libro de arte
coquinaria di Maestro Martino da
Como (XV secolo) e nel De honesta
voluptate del suo dotto allievo Bar-
tolomeo Platina, troviamo prova
di come gli ambienti umanistici
sposino questa tendenza ‘leggera’
e la sostengano per motivi dietetici
e medici. Nel Rinascimento però
si torna alla cucina artificiosa, con-
sacrata a camuffare i sapori naturali
dei cibi con cotture ripetute, salse
complicate a base di aceto, acqua
di rose, spezie e zucchero.
Ma è l'epoca dei Lumi francesi nel
primo ‘700 che avvia una riforma
fondamentale: nel giro di 50 anni
si determina la nascita della cuisine
moderne o cucina borghese.
È il gusto che muta: nasce una cu-
cina raffinata e sobria che scopre
gli alimenti freschi, i confini netti
dei sapori, le verdure, le erbe aro-
matiche e le salse delicate.
Il libro anonimo edito a Torino nel
1766 “Il Cuoco piemontese perfe-
zionato a Parigi” (e ristampato a To-
rino, Venezia e Milano per più
di sessant’anni) è il primo manuale
italiano di cucina moderna e fa
da spartiacque tra la trattatistica
gastronomica di vecchio e nuovo
genere. Debitori alla Francia sono
tutti i ricettari italiani dell’ultimo 700
e del primo 800, dal Cuoco galante
del napoletano Vincenzo Corrado
(1773) all’Apicio moderno di Fran-
cesco Leonardi (1790), fino alla
Nuovissima cucina economica
di Vincenzo Agnoletti (1814).
Ma dobbiamo aspettare il 1891 per-
ché veda la luce una delle bibbie
della gastronomia moderna: “La
scienza in cucina e l’arte di man-
giar bene” di Pellegrino Artusi,
un’opera che con le sue 790 ricette,
riesce ancor oggi, in tempi in cui
i segreti di Pulcinella della cucina
corrono sul web, tra foodblogger
e forum gastronomici, ad essere
un valido supporto.
COOL & FOODdi Chiara Avidano
Traccedi cucina
"Quando non vi sarà più cucina nel mondo, non vi saranno più lettere, intelligenza, relazioni sociali."
L’Art de la cuisine francaise au XIX siecle.
78 • COOLTO 01
COACHINGdi Tamara Gavina • [email protected] • tamaragavina.com
Verba volant, scripta manent.
Proverbio latino tratto da un di-
scorso al Senato romano di Caio
Titus, per sensibilizzare tutti sul-
l’importanza della scrittura.
Le parole hanno valore e peso ma
rischiano col tempo di essere
dimenticate o modificate; lo scritto
resta. Qual’è la necessità di scri-
vere? Scriviamo per non dimenti-
care, scriviamo per trasmettere.
Lo scrivere è l’atto con cui trasfe-
riamo un’idea o un sentimento
attraverso segni grafici convenzio-
nali. Mi vengono in mente le
grandi pareti delle tombe egi-
zie, incise ed intrise della sto-
ria del personaggio defunto
e di tutto quello che aveva
fatto in vita. Mi viene in
mente l’autobiografia di
ognuno di noi, mi viene in
mente uno spartito.
La scrittura non è una
caratteristica naturale del-
l’uomo, come il linguag-
gio. L’uomo prima parla
e solo successivamente
traccia segni. Essa, si ac-
quisisce e si affina col
tempo. L’uomo inizia col
disegno sulle pareti o
sulle tavole per raccon-
tare un’idea in generale
e poi con la scrittura che definisce
il contesto specifico, quando sco-
pre che le parole hanno un
suono… Scrivere è importante,
è indispensabile per il nostro cer-
vello. La grafia sviluppa l’intelletto
e l’elasticità mentale, favorisce la
memorizzazione procedurale per
un processo di ritorno di informa-
zione al cervello. Sono allarmata
dalle recenti notizie provenienti
d’oltre oceano, dove si sta affer-
mando l’opzione di scelta (da parte
dei genitori), di far iniziare il pro-
prio figlio a scrivere con la mano o
col pc. L’uso della tastiera è veloce
(basta ricordare l’avvento delle
macchine da scrivere), ma deve es-
sere parallelo a quello della scrit-
tura con la mano. Inoltre, usando
il computer, gli errori vengono
corretti simultaneamente, pertanto
non si acquisisce consapevolezza
degli stessi e quindi la successiva
correzione necessaria. Scrivere è
terapeutico. Scrivendo raccon-
tiamo e tiriamo fuori noi
stessi; con la firma poi, sug-
gelliamo la nostra persona-
lità. Firmiamo per
convalidare il contenuto pre-
cedente scritto. Con la firma
comunichiamo chi siamo,
l’appartenenza ad una fami-
glia, lasciamo la nostra im-
pronta, ci assumiamo la
responsabilità. La firma è la
relazione tra “l’io sociale”
quello che vogliamo far
sapere al mondo e “l’io
profondo” , la relazione
con noi stessi.
“La firma è l’autoritratto
di chi scrive, la ns. auto-
biografia in sintesi.” (Max
Pulver)
scritturaterapeutica
80 • COOLTO 01
Ricerche effettuate in tutto il mondo
rivelano che circa il 90% dei cam-
pioni di tennis hanno effettuato
il loro periodo di formazione tecnica
esercitandosi al muro. Negli anni
sessanta e settanta i muri di allena-
mento si trovavano un po’ ovunque;
non esisteva infatti circolo, seppur
piccolo, che non possedesse un
muro con cui potersi esercitare da
soli. Oggi la maggior parte dei muri
sono stati smantellati in favore
di campi da minitennis, parchi gio-
chi, campi da beach volley e là dove
esistono ancora sono in completo
degrado e abbandonati da tutti;
i tennisti di oggi non sono più di-
sposti a passare mezz’ora al muro
e nel caso in cui non abbiano
un compagno o un maestro con cui
giocare preferiscono starsene al bar
oppure andare in palestra. Il motivo
di questo abbandono del muro può
essere imputato a diverse ragioni:
1. È troppo noioso; oggi la gente
deve essere intrattenuta;
2. Costringe il giocatore a colpire
troppo forte;
3. È troppo rumoroso;
4. Non è affatto divertente;
Credo che per rivalutare il muro sia
tuttavia importante mettere in evi-
denza le grandi potenzialità che
questo mezzo di allenamento conti-
nua a mantenere. Infatti i muri svi-
luppano diverse abilità tecniche
come i colpi fondamentali e speciali
e alcune qualità fisico-motorie come
la risposta visiva, il gioco di gambe,
la coordinazione occhio-mano, e la
capacità di reazione. Il giocatore che
si allena con il muro può colpire più
palle in 15 minuti di lavoro che du-
rante un match di tre set. Il detto
“se vuoi migliorare il tuo tennis,
gioca con qualcuno migliore di te”
trova un’ottima applicazione con
il muro. Giocando al muro infatti
si colpiscono il doppio di palline ad
una velocità doppia rispetto a quella
normale di gioco. Questo stimola
fortemente il sistema nervoso, mi-
gliorando i tempi di anticipazione
e di reazione del giocatore. Quando
ritornerete sul campo da tennis
dopo 15 minuti di esercizi al muro,
noterete che la palla vi sembrerà più
lenta e il tempo a vostra disposi-
zione per colpire risulterà maggiore.
Il muro dunque rimane uno degli
strumenti più efficaci per migliorare
i propri colpi. Dove trovate infatti un
compagno di gioco che abbia voglia
di lavorare su quello che voi deside-
rate, quando volete voi e quanto vo-
lete voi ? Inoltre il muro non sbaglia
mai ed è possibile simulare dei veri
e propri palleggi e scambi, alle-
nando tutti i colpi del tennis. Il muro
può essere utilizzato da giocatori di
ogni livello e di ogni stile di gioco:
il principiante può lavorare sul con-
trollo della palla, il giocatore inter-
medio può lavorare sullo sviluppo
di nuovi colpi, e il giocatore esperto
può lavorare sul perfezionamento
dei colpi speciali. Sia il giocatore re-
golarista da fondocampo, che quello
di pressione, sia il giocatore di rete
che quello a tutto campo possono
esercitare il proprio stile di gioco
allenandosi al muro. Non mi resta
quindi che consigliarvi di dedicare
un po’ di tempo alla settimana
(15-20 minuti sono sufficienti) ad
allenarvi con il compagno perfetto:
“il Muro”. Buon divertimento a tutti!
TENNIS WORLDdi Luigi Bertino
Ritorno al muroRivalutiamo il nostro migliorcompagno di allenamento
82 • COOLTO 01
OSi può pensare che la scrittura
non faccia parte del gioco golf,
in realtà è importantissima perché
al termine di ogni giro ciascun
giocatore ha un documento chia-
mato “score”, dove vengono ri-
portati i suoi risultati e quelli del
giocatore che ha dovuto “marcare”
per tutta la durata del match.
Per “marcare” non si intende altro
che contare i colpi fatti dal pro-
prio avversario ad ogni buca,
inserendoli nella carta punteggio
(score), in modo tale che al ter-
mine della partita i giocatori
si confrontino tra loro per appu-
rare che i risultati ad ogni buca
siano confermati da entrambi.
Questo avviene facendo girare
gli scores tra i tre o quattro gio-
catori che solitamente compon-
gono la partita. Ovviamente nel
golf sono presenti degli arbitri
lungo il percorso ma, come si
intuisce facilmente, in un’area
di circa 60 ettari spesso boschiva
e con degli avvallamenti, gli arbi-
tri non hanno la visione totale
di tutti i giocatori, ma interven-
gono la maggior parte delle volte
quando si verificano situazioni
di gioco particolari, dove il loro
aiuto è fondamentale per prose-
guire la partita. Partiamo quindi
dal presupposto che il golf è gio-
cato da “gentlemen”, da sempre
infatti i giocatori si controllano
tra loro, senza l’intervento di
GOLF WORLDdi Lele e Marco – [email protected] - www.multigolf.it
Occhio allascrittura! estranei; ciò nonostante la scrit-
tura diventa determinante una
volta consegnata la carta punteg-
gio, quando arbitri e segretari
controllano gli scores, prima
di emettere il risultato definitivo
dei giocatori. In questo caso la ca-
sistica di errori è maggiore e in
alcuni casi, a grandi livelli, è ri-
sultata drammatica, se si può
usare un aggettivo così forte nello
sport. Da ricordare l’argentino Ro-
bert De Vicenzo, durante il Ma-
ster di Augusta del 1968, che
scrisse 4 anziché 3 ad una buca,
addirittura peggiorando il risul-
tato, e venne squalificato dalla
competizione. Un altro errore di
scrittura costò la vittoria al nostro
campione torinese Francesco Mo-
linari, nell’Irish Open del 2009,
quando controfirmò il suo score,
scrivendo tre risultati non nell’or-
dine esatto delle buche, non alte-
rando quindi il punteggio totale,
ma solamente la sequenza, anche
in questo caso la scrittura errata
nelle caselle dello score gli costò
la vittoria. Per chiudere il colom-
biano Camilo Villegas, nel 2010,
sul circuito americano, non si ac-
corse di una penalità scrivendo
un risultato inferiore di 2 colpi
che gli costarono un buon piaz-
zamento. Tornando invece alle
gare dilettantistiche di tutti i
giorni, la squalifica più ricorrente
è per la mancata firma sullo score
da parte di uno dei due giocatori,
infatti se per caso lo score
non viene firmato da entrambi
i giocatori perde la sua validità,
facendo nnullare il giro e squalifi-
cando così il giocatore.
84 • COOLTO 01
APPUNTI DI STILEdi Alessandro Buosi
I diamanti accompagnano da sem-
pre l’uomo e la sua vanità. Fin dai
tempi antichi erano utilizzati come
oggetti identificativi del proprio
rango sociale ed offerti alle divinità
o donati a dignitari o re. Le sue ca-
ratteristiche di estrema durezza
e l’unicità della rifrazione della luce
hanno reso il diamante la pietra più
ambita. La storia dell’uomo è ricca
di gioielli magnifici e i più importanti
sono sempre abbinati ai diamanti.
Oggi come ieri il diamante rappre-
senta un messaggio non verbale
ricco di significati: comunicare
un impegno d’amore o focalizzare
un momento importante come la
nascita di un figlio o una ricorrenza
significativa. Il diamante ha sempre
mantenuto alto il proprio pregio
ed è questo che ha aumentato il va-
lore simbolico di una pietra, altresì
incolore. In realtà in natura esistono
anche diamanti colorati, i cosiddetti
Fancy Color Diamond, che sono
tuttavia estremamente rari e per-
tanto molto costosi. Oggi un dia-
mante, oltre ad entrare nel
patrimonio emotivo di una famiglia,
è senz’altro anche un modo per con-
servare un valore nel tempo.
La commercializzazione dei dia-
manti viene vista molto spesso pro-
prio nella direzione di mantenere
un valore monetario, che nel tempo
si perpetua ed si accresce.
I diamanti possono essere montati
su gioielli classici e senza tempo,
che vanno ad esaltare la loro natu-
rale bellezza, la quale da sempre fa
luccicare gli occhi delle donne. Così
nell’immaginario collettivo il dia-
mante è identificato con il solitario,
con un décolleté diamond o punto
luce, con orecchini che in modo
semplice incorniciano il viso di qua-
lunque donna, dandole natural-
mente luce e bellezza infinita.
Il diamante è anche il partner ideale
per testimoniare quanto l’uomo rie-
sce a creare con le proprie mani
e da qui l’incredibile patrimonio ar-
tistico, rappresentato dall’arte orafa,
che vede l’Italia come uno dei mag-
giori produttori di veri e propri ca-
polavori d’arte. Inoltre il diamante
è in perfetto equilibrio tra le parole
sogno e patrimonio. Infatti una
parte dei diamanti disponibile sul
mercato viene vista come bene rifu-
gio, per un investimento capace nel
tempo di aumentare sempre di più
il proprio valore. Anche in questo
caso è utile potersi affidare a pro-
fessionisti seri e competenti, capaci
di illustrare in modo corretto quanto
il diamante può essere importante.
emozionaliTra valore affettivo, bene rifugio e investimento sicuro
AUTOdi Luciano Capella
«L'obiettivo con la Classe M è
sempre stato coniugare il comfort
e l'eleganza di una berlina con le
doti fuoristradistiche e il valore emo-
zionale di un SUV», chiarisce il
Dr. Thomas Weber, responsabile
della Divisione Ricerca del Gruppo
e responsabile Sviluppo di Merce-
des-Benz Cars. Il fatto poi che la
nuova Classe M sia tanto efficiente
in materia di consumi quanto le par-
simoniose berline con la Stella rende
questa 4x4 ancora più desiderabile.
I consumi particolarmente ridotti
e lo straordinario bilancio ambien-
tale della nuova Classe M sono da
ricondurre all'impiego dei motori
diesel BlueTEC e alla nuova genera-
zione di motori a benzina BlueDI-
RECT, alla cui base ci sono
l’iniezione diretta di benzina di terza
generazione, con combustione
a getto guidato e nuovi iniettori pie-
zoelettrici con pressione di iniezione
di 200 bar, l’accensione multipla
“Multi Spark Ignition” e un innova-
tivo procedimento di combustione a
carica stratificata. Grazie a un lavoro
di precisione a tutto campo, gli in-
gegneri responsabili dello sviluppo
del Mercedes Technology Center
sono riusciti a incrementare sensi-
bilmente il comfort vibrazionale
e acustico, che influisce in misura
notevole sulla sensazione di benes-
sere a bordo, favorendo così la si-
curezza legata alle condizioni
psicofisiche del guidatore, in parti-
colare nei lunghi viaggi. La cellula di
sicurezza indeformabile della Classe
M rappresenta, in combinazione con
le zone di deformazione anteriori
e posteriori, una solida base per i si-
stemi di protezione dei passeggeri.
Fino a nove airbag, che vengono op-
portunamente attivati a seconda
della tipologia dell’incidente e della
relativa gravità, possono ridurre le
Classe MClasse M
86 • COOLTO 01
sollecitazioni a carico degli occu-
panti. La nuova generazione della
Classe M rivela sin dal primo
sguardo la propria identità per il ca-
ratteristico design della carrozzeria
con l'inconfondibile forma dei mon-
tanti posteriori. Design, impatto
estetico di grande prestigio ed ec-
cellente comfort di comando si fon-
dono per dare vita ad un'immagine
di forte presenza. Il frontale è domi-
nato dalla mascherina del radiatore,
la cui forma possente e sicura di sé
sottolinea il carattere tipico di que-
sto modello. Il profilo slanciato della
fiancata richiama esteticamente la
vocazione stradale della vettura, le
cui proporzioni compatte sono defi-
nite dal passo lungo e dagli sbalzi
ridotti. Il montante posteriore, che
caratterizza questa Serie, è ispirato
alle precedenti generazioni della
Classe M, permettendo alla vettura
di distinguersi nettamente dalla con-
correnza. Il design degli interni co-
niuga l'autentica vocazione SUV
della Classe M con l’elevato comfort
tipico di una prestigiosa berlina Mer-
cedes-Benz. Le forme espressive
della parte superiore della consolle,
infatti, esprimono la potenza di un
SUV, mentre il profilo discendente
della plancia sul lato passeggero tra-
smette una straordinaria sensazione
di spaziosità, sottolineando così le
eccezionali doti di comfort sui lun-
ghi percorsi di questa vettura.
Gli interni spaziosi e luminosi of-
frono una libertà di movimento
all’altezza dei gomiti decisamente
superiore rispetto al modello prece-
dente e, di conseguenza, anche
un’abitabilità maggiore. I sedili della
nuova Classe M sono progettati per
assicurare un comfort elevato sui
lunghi viaggi e il massimo sostegno
laterale. Tutti i principali parametri
possono essere regolati elettrica-
mente. Ribaltando in avanti en-
trambi gli schienali e anche il piano
di seduta, si crea un vano di carico
piatto con un volume di 2010 litri
fino al cielo, che costituisce il mi-
glior valore in questo segmento.
COOLTO 01 • 87
MOTOdi Michele Guzzon
Di crossover negli ultimi tempi ne sbucano da ogni dove e come ti giri ne viene presentata
una, ma da Akashi era arrivata solo la Versys 650 e niente più. Non che la piccola sia da
mettere in un angolo, anzi, ma nella fascia alta del listino mancava una proposta moderna
e concreta con il marchio Kawasaki sul serbatoio. Continuare sulla strada dei due
cilindri paralleli poteva sembrare logico, ma la scommessa di ficcare il
quattro cilindri della Z 1000 nelle sottane di una crossover, o
endurona stradale che dir si voglia, è stata una
bella scommessa.
Versys 1000
88 • COOLTO 01
Solida e consistente, la Versys 1000 è il primo esem-
pio di Kawasaki tuttofare di grossa cilindrata. Svilup-
pata almeno esteticamente seguendo un filo logico
con la sorella minore, la mille naturalmente accoglie
pilota e passeggero in maniera regale. Il primo si tro-
verà decisamente a proprio agio una volta in sella,
mentre il secondo potrà godere di una sella ampia
e ottimamente imbottita, oltre che su comode mani-
glie a cui aggrapparsi. Le pedane sono basse quel
tanto da consentire di viaggiare per ore senza risen-
tire di alcun affaticamento, mentre l'ampio manubrio,
oltre ad offrire un braccio di leva di tutto riguardo
nelle manovre, in movimento e da fermo, è perfetto
dal punto di vista ergonomico. Le misure e gli in-
gombri non proprio contenuti, rimarcati anche da
un peso di 239 kg in ordine di marcia, hanno per-
messo di dissimulare senza particolari problemi la
presenza del quattro cilindri da 1043 cc della Z 1000
all'interno del telaio a doppio trave in alluminio.
Il motore, viste le caratteristiche di utilizzo ben di-
verse da quelle di una naked sportiva, è stato oggetto
di varie modifiche. In particolare è stata rivista la testa,
modificati gli alberi a camme e i corpi farfallati. É pos-
sibile scegliere tra due diverse mappature del motore,
Full e Low, semplicemente chiudendo il gas ed agendo
per mezzo di un comodo pulsante sul manubrio.
La prima garantisce 118 CV a 9.000 giri /min, mentre
la seconda arriva al 75% della potenza massima.
Di tutto riguardo la coppia massima, 10,4 Kgm a 7.700
giri. Su questa Kawasaki Versys 1000 si è abbondato
con l'elettronica, oltre alle suddette mappature, i tec-
nici di Akashi hanno dotato la loro crossover di un
avanzato sistema di controllo della trazione, denomi-
nato KTRC, con tre diversi livelli di intervento. Elettro-
nica anche per l'impianto frenante. Al comportamento
della coppia di dischi a margherita semiflottanti da 300
mm anteriori ed al singolo da 250 mm, sempre a mar-
gherita sovraintende un sistema antibloccaggio ABS
Bosch, che già avevamo conosciuto e apprezzato
in precedenza, avendolo testato sempre sulla ZX 10-R.
Disponibile in due colorazioni, Pearl Stardust White
e Metallic Magnesium Gray, la Versys 1000 è venduta
a 11.990 €, ma volendo si può incrementare il prezzo
di listino con una serie di optional più o meno utili.
Tra i “più” metterei le manopole riscaldate, i paramani
e il set di borse (bauletto da 47 lt e borse laterali da
35 lt), mentre tra i “meno” annoveriamo lo scarico
Akrapovic e il parabrezza nero.
COOLTO 01 • 89
90 • COOLTO 01
NAUTICAdi Michele Guzzon
RivaISEO
Il nuovo “gioiello”, perfetto connubiotra storia e innovazione.
COOLTO 01 • 91
Riva Iseo, un runabout di 27
piedi, destinato a diventare
un vero e proprio must per gli
amanti del lago, del mare ma
soprattutto del design, è perfetto
per chi vuole impreziosire il pro-
prio yacht con un tender esclu-
sivo e che non passerà mai
inosservato. Il nuovo Riva Iseo,
per le dimensioni e i criteri con
cui è stato disegnato, rappre-
senta un'importante novità per
il celebre brand nautico. Frutto
della collaborazione tra Officina
Italiana Design, lo studio che
progetta in esclusiva tutte le im-
barcazioni della gamma Riva,
l'AYT - Advanced Yacht Techno-
logy, il centro di ricerca e pro-
gettazione navale del Gruppo
Ferretti e il team di architetti
e designer del Centro Stile Fer-
rettigroup, il nuovo modello è
pensato come una barca che
l'armatore può "vivere" ovunque
desideri; proprio per questo, a
corredo dell'imbarcazione nella
sua versione standard, è stato
personalizzato un trailer, che
permetterà all'armatore un tra-
sporto agevole al traino della
propria vettura. In soli 27 piedi
l'armatore trova tutta la perfe-
zione e lo stile che hanno reso
Riva una vera e propria icona
di glamour ed eleganza senza
tempo. La morbidezza e pulizia
delle forme, uno studio accurato
degli spazi, l'attenzione unica
e distintiva per i dettagli e l'uso
dei materiali più sofisticati sono
le caratteristiche che rendono
il nuovo Riva Iseo il nobile erede
di una storia secolare fatta di
eccellenza e artigianalità.
Un legame con il passato testi-
moniato anche dall'ampio uti-
lizzo del mogano, emblema del
92 • COOLTO 01
marchio Riva, lavorato ad arte e,
come da tradizione, verniciato
con venti mani di cui dieci a pen-
nello e dieci a spruzzo. Il pregio
del nuovo modello Riva è accen-
tuato anche dagli allestimenti:
in versione optional, infatti, Riva
Iseo sarà disponibile con prendi-
sole, divani, cruscotto e sedile
di guida firmati Poltrona Frau.
Riva Iseo, una barca innovativa
e adatta a gite in acque ad alto
valore ambientale, avrà anche
una versione con motore ibrido
con possibilità di funzionamento
ZEM (Zero Emission Mode),
modalità in cui il Gruppo Ferretti
è pioniere e particolarmente
adatta all'utilizzo nei laghi anche
laddove la normale navigazione
è interdetta.
La versione 'Hybrid Propulsion
ZEM', con propulsione ibrida
e a Zero Emissioni, sarà comun-
que veloce, adottando in combi-
nazione a quella elettrica, una
propulsione diesel ad alta po-
tenza. Non solo: Riva Iseo
è dotato di propulsione a piede
poppiero, che lo rende molto
reattivo e ne favorisce la guida;
inoltre, per facilitare le manovre
e l'ormeggio, Iseo può essere
equipaggiato con un'elica a prua
da 3 hp. Proprio per la facile
manovrabilità e per le sue dimen-
sioni, Riva Iseo è ideale anche
come tender di grandi yacht.
Innovativo ed elegante, è in grado
di garantire comfort anche in
caso di maltempo; oltre al bimini
elettroidraulico, infatti, Iseo è
stato progettato con una capote
impermeabile di stile automobili-
stico che in navigazione
garantisce riparo anche da
acqua e vento.
Riva Iseo risponde inoltre alla
crescente domanda di infotain-
ment a bordo: è infatti la prima
imbarcazione nel suo genere
dotata di infotainment e carto-
grafia GPS basati sulla piatta-
forma iPAD Apple.
Il software, appositamente
sviluppato per Riva Iseo, permet-
terà inoltre alcune funzionalità in-
teressanti, quali la lettura
dell'owner's manual, i dati meteo
e altre informazioni, oltre alla
possibilità di ascoltare radio e
TV in streaming oppure le proprie
playlist in alta fedeltà.
NAUTICA
94 • COOLTO 01
PERSONAL HOUSE HUNTERdi Valentina Fracchia
[email protected] • lacasasumisura.blogspot.com
Questa volta voglio parlarvi di
un tema molto presente e di-
scusso negli ultimi giorni: la
"certificazione energetica".
Come senz'altro saprete da gen-
naio 2012 è obbligatorio indicare
l'EPgl in tutti gli annunci pubbli-
citari di vendita di immobili.
Vediamo di spiegare in breve
cosa significa e a cosa serve.
L'EPgl e' l'indice di prestazione
energetica globale, un valore
che indica lo stato dell'immobile
in termini di consumi energetici
per soddisfare il fabbisogno di
produzione di acqua calda sani-
taria, riscaldamento, climatizza-
zione estiva e illuminazione
artificiale. Ci si avvale di una
scala da A (basso consumo) a G
(alto consumo), come quella uti-
lizzata per gli elettrodomestici,
per rendere piu ̀ intuitiva la classe
energetica di appartenenza del-
l’immobile. Detto questo pas-
siamo alle domande successive:
perche ́ farla? A cosa serve?
L’Attestato di Certificazione
Energetica degli edifici (ACE),
con l’attribuzione delle citate
classi prestazionali, e ̀ uno stru-
mento utile per chi acquista casa
poiche ́ fornisce una serie di in-
formazioni di natura tecnica
ed economica importanti per
valutare se l'immobile che ci ap-
prestiamo ad acquistare e ̀ un
buon investimento o ci fara ̀ inve-
stire piu ̀ del previsto per renderlo
caldo e accogliente. L’EPgl e l’ACE
consentono un approccio piu ̀ cri-
tico nella scelta dell’abitazione
attraverso una maggiore conside-
razione degli aspetti riguardanti
il risparmio energetico.
Il patrimonio costruito dell’Italia
ha notevole consistenza ed e ̀ ca-
ratterizzato da vari tipi di de-
grado con conseguenze negative
sulle caratteristiche energetiche.
La maggior parte degli edifici
per esempio sono dotati di isola-
mento insignificante o inesistente
e questo incide sui consumi per
il riscaldamento poiche ́ il calore
prodotto viene disperso attra-
verso le pareti perimetrali del-
l’edificio. Senza dimenticare
le dispersioni attraverso infissi
e ponti termici. Riqualificare ener-
geticamente un edificio esistente
permette all’utenza di ottenere
vantaggi economici (si abbassano
i consumi per il riscaldamento),
conseguire un miglior comfort
e benessere ma anche di aumen-
tare il valore dell’immobile in
caso di vendita. Credo che per chi
acquisti oggi un immobile l’ACE
sia uno strumento molto utile se
non lo si lascia semplicemente
allegato all’Atto. E credo altret-
tanto sia giusto incentivare i pro-
prietari di casa in modo che lo
vedano non come una spesa
obbligata “da dover sostenere”
ma come strumento per rendere
le nostre abitazioni piu ̀ conforte-
voli e soprattutto limitare i con-
sumi e le produzioni di sostanze
inquinanti.
La stimaimmobiliare e la classe energetica
DESIGNdi Eleonora Zarauti
Mi credereste se vi dicessi che un
piccolo pezzetto di piombo ha rivo-
luzionato la storia dell’uomo?
Se poi aggiungessi che si tratta del
carattere tipografico, mi prendere-
ste per pazza. Piccoli parallelepipedi
fusi in metallo, con alle estremità su-
periori lettere dell’alfabeto, segni
di punteggiatura e numeri in rilievo.
I primi caratteri mobili usati erano di
legno, ma per ragioni di resistenza,
Gutenberg, inventore della stampa
a caratteri mobili, sostituì il metallo
al legno, incidendoli manualmente.
La prima opera stampata con i ca-
ratteri mobili fu una Bibbia latina,
rimasta celebre con il nome di Bib-
bia delle quarantadue righe.
I primi caratteri imitarono nella
forma le lettere dell’alfabeto gotico,
e solo dopo il trasporto delle prime
tipografie in Italia, si incominciarono
a fondere i caratteri romani. Tutta-
via per molto tempo l’ambizione
massima dei fonditori di caratteri
fu quella di imitare le lettere dei co-
dici e del corsivo manoscritto non
limitandosi ai caratteri, ma esten-
dendosi al gusto dell’impagina-
zione. In poche parole, per i caratteri
avvenne quello che, qualche secolo
dopo, doveva avvenire per la ferro-
via, e per l’automobile, i cui primi
modelli imitavano la forma delle car-
rozze e delle berline. I primi carat-
teri in piombo venivano fusi uno alla
volta versando il metallo nella ma-
trice per mezzo di un cucchiaio.
L’impossibilità di imprimere una
pressione al metallo fuso, faceva
si che i caratteri risultassero molto
imperfetti. Oggi la fusione dei
caratteri avviene in stabilimenti spe-
ciali, mediante fonditrici perfezio-
nate, di cui le prime risalgono al
1838. Purtroppo o per fortuna non
si è ancora trovato una macchina
che inventi i caratteri, che devono
ancora essere pensati e disegnati
a mano dall’uomo. Come abbiamo
già accennato, il carattere è un pa-
rallelepipedo di metallo con un sim-
bolo grafico in rilievo. La superficie
in rilievo si chiama occhio del carat-
tere, e la sua relativa altezza viene
definita profondità d’occhio. In pro-
porzione all’occhio, i caratteri va-
riano come corpo, cioè lo spessore
del suo fusto, misurato tramite il
punto, l’unità di misura tipografica.
I fonditori che precedettero Fournier
e Didot non conoscevano la legge
dei punti tipografici, di conseguenza
ognuno usava una propria unità di
misura. La creazione di “corpi siste-
matici” (corpi fusi su punti pari) ha
facilitato tutte le intese relative alla
funzione e all’impiego dei caratteri.
Il francese Fertel, inventore di uno
dei primi tipometri (regolo misura-
tore dei caratteri) pensò di dare una
base sistematica al corpo dei carat-
teri. Il tipometro fu poi perfezionato
da Pietro Simon, Fournier e in se-
guito da Didot. Fournier scelse il più
basso carattere del tempo, lo divise
in sei parti e ogni sesta parte chiamò
“punto tipografico”. Continuando
a esaminare il carattere, croce e de-
lizia di chi si occupa dell’arte della
stampa, su uno dei lati del fusticino
96 • COOLTO 01
troviamo una piccola scanalatura
detta “tacca”, che indica il giusto
senso con cui il compositore deve
prendere la lettera dallo scomparti-
mento della cassa tipografica, e por-
tarla nella dirittura voluta sul
compositoio. Nei caratteri italiani, la
tacca è fatta dalla parte del piede
dell’occhio della lettera. Per alcuni
tipi abbiamo delle tacche supple-
mentari che servono a differenziare
caratteri di famiglie affini, o tipi che
potrebbero confondersi. Non ci
resta ora che esaminare le ultime tre
caratteristiche del carattere, ossia la
spalla, l’allineamento e l’avvicina-
mento. Le spalle sono la parte la-
sciata libera dall’occhio di un
carattere, sia alla testa che al piede;
naturalmente quei segni tipografici
che occupano tutto il piano supe-
riore del parallelepipedo, per esem-
pio la Q, non hanno spalla, mentre
la lettera g ha spalla in testa e la let-
tera h sotto ai piedi. Le spalle dei ca-
ratteri sono indispensabili per
l’allineamento, l’operazione tecnica
eseguita dal tipografo compositore
che permette di eguagliare, nella
stessa riga, caratteri differenti per
occhio, forma e corpo. Deve essere
una delle prime cure di chi deve ve-
rificare l’altezza, la forza di corpo,
l’avvicinamento delle lettere e l’alli-
neamento esatto. Oggi però tutte le
fonderie praticano l’allineamento si-
stematico dei caratteri, con grande
risparmio di tempo e di materiale.
L’avvicinamento è l’operazione che
ha la precedenza sull’allineamento,
cioè la distanza che intercorre tra
l’occhio di due lettere consecutive.
Nicolò Brusa, Francesco Carletto, Matteo Pont. Tre giovani
graphic designer, con una passione in comune: la tipo-
grafia. Portata avanti al punto da creare una linea di abbi-
gliamento realizzata interamente con tecniche di stampa
tipografiche tradizionali. LETTERdRESS. Caratteri mobili
di piombo e legno, inchiostri tipografici e tirabozze.
Diverse linee di t shirt, che sembrano prendere vita dal
passato, mantenendo una connotazione attuale e con-
temporanea. Perfette nella loro imperfezione, gli errori di-
ventano valori aggiunti, le sbavature sono più belle che
mai. Un ritorno nostalgico al passato, all’artigianalità, al
grezzo. “Come progettisti grafici siamo consapevoli che il
computer è uno strumento indispensabile per il nostro la-
voro. Strumento fantastico, sconfinato, ottimo problem sol-
ver che permette un'ampia varietà di soluzioni. Eppure non
è l'unico. Un po' per nostalgia, un po' per voglia di impa-
rare, ci siamo approcciati a metodi più analogici, recupe-
rando dal passato il vasto sapere che risiede in Torino a
proposito delle arti tipografiche”. A questo punto non vi
resta che visitare il loro sito letterdress.it
COOLTO 01 • 97
98 • COOLTO 01
Il 3 febbraio la Mirafiori Galerie
ha ripreso la sua programmazione
espositiva con un’attesissima mo-
stra di fotografia in bianco e nero
di Paola Mongelli in collaborazione
con la VisionQuest di Genova, che
racconta il percorso umano e stili-
stico della fotografa durante il suo
soggiorno in Benin, alla ricerca delle
sue tradizioni con un’attenzione
particolare alle danze tribali. Paola
ha avuto il privilegio di condividere
momenti di quotidianità con la
gente del posto e di entrare vera-
mente in connessione con la loro
cultura: “Di continuo il mio sguardo
era rapito dalla grazia e dalla bel-
lezza delle figure: i bambini, gli
adulti, i vecchi, la forza dei loro
sguardi, il mistero della loro pelle,
così luminosa e scura ad un tempo.
Le scene di vita e i ritratti spontanei
che ho scattato durante il mio sog-
giorno - nelle case, lungo le strade,
al mercato, sulla spiaggia - testimo-
niano l’emozione di questo incontro
cercando di preservarne il segreto.
Queste immagini sono un modo di
ringraziare ciò che si è offerto al mio
sguardo ed ha profondamente ar-
ricchito la mia vita”. Le 25 immagini
in mostra sono pezzi unici perché
arricchiti da un sapiente lavoro di
post-produzione in camera oscura.
Ad un primo fugace sguardo pos-
sono sembrare “soltanto” belle im-
magini, ma non si può fare a meno
di venir catturati dalla morbidezza
delle forme, dall’intensità della luce,
dalla rarefazione dell’aria…
Il curatore Egi Volterrani le illustra
molto bene raccontandoci che
“un'artificiosità molto particolare ca-
ratterizza con sensibili effetti emo-
zionali le stampe fotografiche di
Paola Mongelli, ma non è la prima
osservazione che si fa di fronte alle
sue immagini. Queste, infatti, pur
apparendo uniformate da quell'arti-
ficio che si tarda a scoprire come de-
terminante, si presentano per molti
aspetti eclettiche e tra loro eteroge-
nee, anche se, magari con qualche
ironia, dell'Africa ripropongono
spesso soggetti anche consueti e ste-
reotipi.” È un gioco - o un artificio-
molto sottile - quello messo in atto
da Paola Mongelli: i soggetti di una
bellezza straziante e gli scatti pun-
tuali catturano l’occhio di noi spet-
tatori, che non può fare a meno
di continuare ad ammirare il quadro
felicemente composto cogliendo la
morbidezza delle linee e il contrasto
quasi barocco della luce. Ma a que-
sto punto non è più il nostro
sguardo che si posa su quelle im-
magini, ma lo sguardo di Paola Mon-
gelli; è la sua esperienza che ci
parla, sentiamo e vediamo nelle im-
magini la sua gratitudine per l’espe-
rienza vissuta e fatta propria.
È il miracolo della fotografia, citando
Henry Cartier-Bresson: ”Fotografare
è porre sulla stessa linea di mira la
mente, gli occhi ed il cuore. E' un
modo di vivere". Miracolo compiuto!
Fino al 4 marzo presso Mirafiori
Galerie - Mirafiori Motor Village
Piazza Cattaneo, Torino
Ingresso libero
www.mirafiorimotorvillage.it
ARTEdi Emanuela Bernascone
TEATROdi Francesca Simonetti
Lo spettacolo raccoglie le gag
e gli sketch più famosi del reper-
torio di Slava Polunin.
Definito dal Times come "un clas-
sico del teatro del XX secolo"
nasce dai sogni e dalle fiabe,
unisce tragedia e commedia, as-
surdità, spontaneità, tenerezza.
Un "work in progress" in continua
evoluzione di idee, innovazioni
ed invenzioni. Lo spettatore viene
catapultato in un mondo fatto
di poesia, in una scenografia
fatata fatta di bolle di sapone
iridescenti, cristalli di neve
e strani personaggi con i cappelli
a falde larghe e lunghi e goffi
cappotti. Il personaggio più
famoso di Slava è Asisyai, com-
movente ed ironico clown in tuta
da lavoro gialla e soffici pantofole
rosse. Ispirato principalmente
dalla tristezza poetica dei clown
di Leonid Engibarov, dalla raffi-
nata filosofia della pantomima
di Marcel Marceau e dalla comica
amarezza dei grandi film di
Charlie Chaplin. I grandi maestri
dell'arte che come dice Slava
"trasmettono la vita in modo più
forte". Slava Polunin è nato in una
piccola città russa, lontano dai
grandi centri urbani.
L' infanzia la trascorre in mezzo
alle foreste, ai campi e ai fiumi;
un mondo incontaminato che
ha sviluppato le sue capacità di
inventare cose e storie sempre
nuove. Abita in un vecchio mulino
giallo alla periferia di Parigi dove
"crea" e poi a Londra, dove
"lavora" e a Mosca. Parla solo il
russo. "Non imparo la lingua del
Paese, imparo l'Anima. Per essere
vicino alle persone devi parlare
delle cose che sono importanti
per loro". Così lo snowshow cam-
bia a seconda degli spettatori.
Racconta che quando ha iniziato
a creare quest'arte, aveva chiara
una cosa: che fosse comprensi-
bile ad una nonna come a un gio-
vane punk, in Africa come in
Indonesia. Dal 7 all’11 marzo
presso il Teatro Colosseo.
www.teatrocolosseo.it
www.slavasnowshow.it
Slava’s SnowShowTeatrale ma al tempo stesso semplice, coinvolgente ed illuminante.
PARADISO AMAROMatt King è un proprietarioterriero hawaiano. Padre assente e maritoindifferente, più deditoal lavoro che alla famiglia,dovrà rimettere indiscussione la sua vitaquando la moglie Elizabeth, dopo un incidentenautico, entrerà in coma irreversibile. Diventerà cosìun padre presente e un marito cosciente: recupereràil rapporto con le figlie e, dopo aver scoperto chela moglie aveva una relazione extraconiugale, siimbarcherà in un viaggio per conoscere il suo rivale.
QUALCOSA DISTRAORDINARIO1988, Barrow, in Alaska.Tre balene grigie restanointrappolate sotto ilghiaccio del Circolo PolareArtico. Grazie alla tenacia diun reporter locale e di unavolontaria di Greenpeace, i tentativi di salvataggiodanno vita a un’impresa monumentale seguita daimedia di tutto il mondo. Una storia vera che divenneun evento globale per testimoniare che quandoin ognuno ci sono speranza e coraggio, si conquistail potere di fare qualcosa di straordinario.
STAR WARS – EPISODIO I:LA MINACCIA FANTASMAQui-Gon Jinn e Obi-WanKenobi vengono inviatidal Cancelliere dellaRepubblica Galattica anegoziare un accordo conla Federazione deiMercanti. L’azione diplomatica fallisce e per salvarsi idue Jedi giungono segretamente a Naboo dalla ReginaAmidala. Il loro viaggio li porterà sul pianeta diTatooine dove incontreranno Anakin Skywalker. Saràlui il Prescelto che porterà equilibrio nella Forza eordine su tutta la galassia?
UN GIORNO QUESTODOLORE TI SARÀ UTILEJames sarebbe felice sefosse sempre breakfast:ancora sintonizzato suisuoi sogni, impreparatoa tuffarsi nella realtà.Ma se la realtà si estendeoltre l’ora della colazione, l’ambita felicità svanisce.Profondo e complesso, solitario e disorientato. Una madre collezionista d’arte e di divorzi. Un padrededito agli interventi estetici e alle donne. Unico faroin questa nebbia è Nanette: la nonna che lo esortaa coltivare le sue passioni e ottenere ciò che vuole.
COOLTO
CONSIGLIA
È proprio come uno di quei fili da pe-
sca, tanto sottili da essere invisibili
quanto forti da diventare strumenti di
caccia, il legame tra due film che ar-
rivano nelle sale cinematografiche
per farci passare un febbraio all’in-
segna della commozione. Ed è così
che agli estremi di quel filo si collo-
cano “Hugo Cabret 3D” nato dalla
penna di Brian Selznick e dalla regia
di Martin Scorsese, e “Molto forte,
incredibilmente vicino” con Jona-
than Safran Foer che romanza e Ste-
phen Daldry che dirige. E quel filo
sono loro: i protagonisti e le storie
che attorno gli si legano. Hugo Ca-
bret, che al primo film citato dà volto
e nome, ha dodici anni e vive nella
Parigi degli anni ‘30. Oskar Schell,
protagonista della seconda pellicola
menzionata, ne ha nove e vive nella
New York del 2001. Si tratta di due
ragazzini speciali e curiosi, dotati
di creatività e ingegno. Le loro gio-
vani vite lanciate verso un futuro
fuori dal comune vengono segnate
da un tragico evento: la perdita del
padre. Se quello di Hugo perde la
vita in un rovinoso incendio, quello di
Oskar rimane vittima dell’attentato
alle Torri Gemelle dell’11 settembre.
Un trauma che, invece di gettarli al
tappeto, li porta a trasformare quel
dolore in ricerca aggrappandosi alle
uniche cose che gli rimangono: una
serratura e una chiave. Hugo rice-
vette infatti dal padre un prodigioso
automa.
Per ripararlo e appagare la sua spe-
ranza di trovarvi un suo messaggio,
gli serve una chiave che apra la ser-
ratura del marchingegno. Oskar
ha invece ritrovato tra gli oggetti per-
sonali del padre una chiave e la sua
missione sarà scoprire quale serra-
tura apre e cosa vi si cela dietro.
Entrambi i protagonisti inizieranno
così la propria personale odissea.
Sulla strada di Hugo compariranno
un’eccentrica ragazzina detentrice
della misteriosa chiave e dunque
di un enigmatico legame con il suo
passato, e l’anziano gestore di un
particolare negozio di giocattoli.
Oskar sarà invece sorretto dall’af-
fetto della madre ma, in questa
sua missione solitaria per le strade
di New York, si imbatterà in alcuni
personaggi tra cui svetterà il nonno
ritrovato. Non importa dove ci si trovi
e in quale periodo si viva, per tutti gli
smarriti Hugo e Oskar del mondo
e del cinema, ciò che conta è ritro-
vare la strada di casa e quel legame
affettivo che sarà la base della loro
futura identità di uomini.
Due film, due giovani protagonisti,due viaggi enigmatici con un’unica meta
102 • COOLTO 01
Hugovs
Oskar
CINEMAdi Paola Gamberutti
sv
COOLTO 01 • 103
104 • COOLTO 01
Dopo settimane di supposizioni
e rumors, ha voluto mettere a tacere
tutti e con un post su Facebook ha
annunciato il titolo del prossimo at-
tesissimo album. Madonna, la pop-
star più influente degli ultimi 30
anni, sul popolare social network,
ha svelato che la prossima raccolta
di brani inediti si intitolerà M.D.N.A.
Inutile dire che in pochissimo tempo
il post è stato inondato da apprez-
zamenti, 16 mila i «mi piace» in due
ore. Un titolo singolare per il seguito
di Hard Candy che nel 2008 aveva
lasciato un po' di amaro in bocca
ai seguaci della cantante italo-ame-
ricana. Così si è rimboccata le mani-
che e, dopo un tour trionfale e un
greatest hits, ha richiamato a corte
William Orbit, produttore del capo-
lavoro del '98 Ray of light. Oltre
al creatore di Frozen, all'album
ha collaborato sicuramente anche
Martin Solveig, che firma il primo
singolo. Lunga e ricca di smentite
è poi la lista degli autori e produt-
tori che sarebbero stati coinvolti
nel progetto. Già si sprecano le sup-
posizioni sul significato del titolo
scelto: secondo alcuni sarebbe
un acronimo che verrebbe svelato
con l'uscita nei negozi, secondo altri
potrebbe significare «dna madon-
naro», secondo altri ancora po-
trebbe semplicemente trattarsi del
nome d'arte di Veronica Ciccone
senza le vocali. Ora mancano trac-
klist, copertina e data di uscita,
anche se sembra certo che il pro-
getto discografico arrivi nei negozi a
Marzo del 2012, giusto in tempo
per ribadire che la regina è ancora
la cantante di Like Virgin alla faccia
di tutte le belle e brutte copie uscite
negli ultimi anni.
Intanto i fan si godono due delle
canzoni che faranno parte dell'al-
bum: Masterpiece e Give me all your
luving. La prima, una struggente
e ispirata ballata nominata ai Golden
Globe, è il brano di chiusura del
nuovo film da regista della Material
Girl, intitolato W.E. e incentrato sulla
storia d'amore tra Wallis Simpson
e Edoardo VIII d'Inghilterra.
La pellicola è in uscita in tutto il
mondo nelle prossime settimane
dopo l'anteprima mondiale allo
scorso Festival di Venezia. La se-
conda sarebbe invece una demo del
primo singolo, il cui leak è costato
qualche ora di carcere ad un fan.
Madonna si sarebbe infuriata perchè
avrebbe dovuto presentare il pezzo
in anteprima al prossimo Super Bowl
il 5 febbraio, per poi passarlo alle
radio nelle ore successive.
La versione che già spadroneggia
negli iPod dei fan più incalliti non sa-
rebbe però quella definitiva. Infatti
la canzone prevede la partecipa-
zione di due stelle dell'hip-hop ame-
ricano: MIA e Nicky Minaj che
faranno da spalla alla Queen of Pop
il prossimo 5 febbraio nell'esibi-
zione che dovrebbe essere impre-
ziosita anche dalla perfomance
di artisti del Cirque du Soleil.
MUSICAdi Daniele Smaltini
M.D.M.A
106 • COOLTO 01
LIBRIdi Alessandra Luti
IL VANGELO DELL’ASSASSINA di Amanda Lind - Longanesi
Manca ormai poco a Natale e fa freddo. La pioggia che cade sul
giardino della sua villa di Stoccolma non fa che incupire i pensieri
di Francy. Che noia, l’inverno. Dovrebbe essere un periodo felice,
per lei, ma un pensiero ossessivo la angoscia, costringendola a tor-
mentarsi le mani, appoggiate sul pancione di otto mesi. Il fatto è che
non è facile fare la mamma, la moglie e la manager. Specialmente
se il tuo primo figlio è in crisi adolescenziale precoce e sembra
preferire la compagnia della baby-sitter alla tua. Ancor meno se il
tuo quasi perfetto marito sembra fare altrettanto...
L'ISTINTO DEL PREDATORE di James Patterson - Longanesi
Georgetown. Una bellissima villa a tre piani in stile coloniale, vicini
e curiosi in vestaglia, radunati sul marciapiede. Dalle facce scure
e gli sguardi vitrei dei tecnici che emergono dall’interno, Alex Cross
ha già intuito che si troverà davanti uno spettacolo raccapricciante,
ma non immagina nemmeno quanto. Cinque persone, un’intera
famiglia massacrata e Cross conosceva bene una delle vittime, Ellie,
ex compagna di università e suo primo amore. Unico indizio, il libro
che la donna stava scrivendo sulla situazione sociopolitica dell’Africa
centrale. Chi si nasconde dietro la mano che ha ucciso Ellie?
LE LUCI DEL MATTINO di Fabio Volo - Mondadori
Elena non è soddisfatta della sua vita. Il suo matrimonio
si trascina stancamente, senza passione né curiosità.
Suo marito è diventato ormai come un fratello: "Non viviamo in-
sieme, insieme ammazziamo il tempo. Abbiamo stupidamente
pensato che due infelicità unite potessero dar vita a una
felicità". È diventata moglie prima di diventare donna. Finché
un giorno sente che qualcosa inizia a scricchiolare. La passione
e il desiderio si affacciano nella sua quotidianità, costringen-
dola a mettersi in discussione.
SWITCHED. IL SEGRETO DEL REGNO PERDUTO
di Amanda Hocking - Fazi Editore
Wendy Everly ha diciassette anni e un carattere insolitamente diffi-
cile. Vive con il fratello e la zia in una piccola cittadina di provincia.
La madre è ricoverata in una clinica psichiatrica, da quando ha ten-
tato di ucciderla il giorno del suo sesto compleanno. È stato allora
che Wendy le ha sentito pronunciare per la prima volta un'accusa ter-
ribile: di avere in qualche modo preso, alla nascita, il posto del suo
vero figlio. Wendy ha scoperto di possedere un potere oscuro che
le permette di influenzare le decisioni altrui, un potere segreto che
non può rivelare a nessuno e di cui lei non può ricordare l'origine.
108 • COOLTO 01
ANIMALIdi Enrica Dolza
Tutti i nostri cani vengono affidati vaccinati, micro-
chippati, svermati e le femmine adulte sterilizzate.
Anche le spese del viaggio dalla Sardegna al conti-
nente è a nostro carico, per cui qualsiasi contributo
volontario (in denaro o in cibo) da parte dei nuovi
genitori adottivi sarà molto gradito!
Si effettuano controlli pre e post affido e si richiede
firma del modulo di adozione.
Contattare Bianca dopo le 17:00 al 380.3130298
oppure scrivere a [email protected]
Seguici all’indirizzo: www.associazioneliberitutti.it
Siamo anche su facebook.
Sesso: FEtà: 1/2 anni
Taglia: media sui 15 kg
Carattere: dolce, coccolona e vivace
Questa bellissima cangolina ha partorito da poco
due meravigliosi cuccioli: Greta ed Eric. Di carat-
tere è molto dolce e docile. Ci sarà qualcuno che
vorrà adottare lei una volta che avrà finito di ac-
cudire i suoi piccoli? È meravigliosa, un incrocio
con un cane da caccia davvero molto dolce.
Richiesta sterilizzazione.
La bacheca degli annunci a cura dell’Associazione LiberiTutti Torino
chicercatrova!
La dolcissima Maya una volta aveva una casa, poi all'im-
provviso è stata portata in canile. Doveva starci per poco
tempo, e invece il padrone è sparito e lei è qui ormai da più
di un anno! È davvero dolce ed è già abituata a stare in casa.
Non ha problemi con altri cani o con i gatt. Sa andare al
guinzaglio ed è molto educata in casa, è solo molto esube-
rante e coccolona. Adora il contatto umano e le passeggiate!
È già sterilizzata e si trova al rifugio Bau di Alpignano.Sesso: FEtà: 3 anniCarattere: dolcissima e abituata a starein casaTaglia: media
COOLTO 01 • 109
Sesso: FEtà: meno di un anno
Taglia: medio grande sui 30 kg
Carattere: dolce ma deciso
Questa meraviglia di pastore tedesco a pelo corto è stata
trovata in giro per Ossi (Sassari). Appena qualcuno le ha
aperto la porta di casa lei si è intrufolata dentro! Non aspet-
tava altro! Chissà cos'avrà passato povera piccola!
È una bellissima femmina di pastore tedesco molto giovane, sicu-
ramente sotto l'anno. Cerchiamo qualcuno che sia in grado di pren-
dersi cura di lei e di educarla! Richiesta la sterilizzazione.
Arriverà a Torino a inizio febbraio.
Nocciolino è il figlio di Nocciolina e fratello di Sophie.
Questi cagnolini avevano una pseudo padrona ma il ma-
rito non le permetteva di tenerli in casa, per cui i piccoli
giravano per il paese così Nocciolina un giorno è stata in-
vestita. Il piccolo Nocciolino era andato in adozione
lì in Sardegna ma ora cerca di nuovo casa. È una taglia
medio contenuta. Va d'accordo con tutti e non ha
problemi con altri cani o gatti.
Greta ed Eric sono i figli della dolcissima Ariel. Greta è quella
tutta nera con le zampette bianche. Non sappiamo ancora
bene la taglia perchè sono molto piccini, ma Ariel
è una specie di cane da caccia di taglia media.
Sono entrambi dolcissimi e cerchiamo un'adozione
diretta in casa, senza farli passare per un altro
canile. Si trovano ancora in Sardegna ma arrive-
ranno a Torino a inizio febbraio. Si richiede steriliz-
zazione obbligatoria al sesto mese.
Verranno affidati svermati, microchippati e con il
primo vaccino da richiamare.
Sesso: MEtà: 8/9 mesi
Carattere: timido ma molto dolce
Taglia: medio piccola, sotto i 10 kg
Sesso: FEtà: 1 dicembre 2011
Taglia: media sui 20 kg da adulti
Carattere: dolce
ariete dal 21/3 al 20/4Nuovi incontri, romantiche atmosfere, sintonie misteriose e istantanee. Siete pronti ad amare generosamente,come sempre. Sono decisamente in pole-position le capacità relazionali, che permetteranno a tutti gli Arietiaffabili e scattanti di fare la differenza in ogni tipo di colloquio o trattativa.
toro dal 21/4 al 20/5Venere sarà tentatrice, brillante e sensuale. Sono ottime le ultime due settimane di febbraio per tuttii Toro che lavorano nell'ambito dell'assistenza, ma anche per le professioni creative e quelle relativealla comunicazione. Per quanto riguarda il denaro sì alle spese per viaggi e istruzione.
gemelli dal 21/5 al 21/6Una Venere bollente riscalderà il vostro carattere cerebrale, con notevoli aggiunte di entusiasmo e di audacia:sì alla socialità più aperta e brillante, in mezzo a tante scintille potreste trovare un tesoro. Controllatel'emotività, che potrebbe essere d'ostacolo qualora desideriate ottenere miglioramenti sul lavoro.
cancro dal 22/6 al 22/7Il partner potrebbe manifestare atteggiamenti distaccati, ma Mercurio positivo risolverà le contese grazieal dialogo. Lo stato generale delle finanze non sarà fonte di particolari preoccupazioni. Con la debitaeccezione dei Cancro di prima decade, il denaro sarà investito in speculazioni intelligenti, in corsipreparazione, che renderanno più prezioso il vostro curriculum.
leone dal 23/7 al 23/8Nonostante la temperatura esterna, il mese sarà bollente. Se potete permettervelo regalatevi assolutamenteun momentaneo espatrio verso lidi più caldi. Diversamente, non avrete comunque problemi a catalizzarel'attenzione di qualche spasimante molto passionale. Sul lavoro sarete estremamente intuitivi.
vergine dal 24/8 al 22/9Il mese di febbraio sarà probabilmente fuori fuoco, con il partner che sembrerà vivere in un mondoparallelo, o con una ridottissima disponibilità all'ascolto da parte vostra. Venere metterà in risalto un tipodi eros più cerebrale o complicato, o porterà alla ribalta questioni irrisolte.
bilancia dal 23/9 al 22/10In amore Venere vi metterà in difficoltà, trasformandovi da amorevoli creature in implacabili giustizieri.La professione, questo mese, dovrebbe seguire un andamento piuttosto regolare. La situazionefinanziaria è ottima, con possibilità di recupero di liquidità e un desiderio di far fruttare eventuali capitali.
scorpione dal 23/10 al 22/11In amore i primi dieci giorni del mese saranno in linea col vostro stile, percettivo e passionale. Dopo sarete piùdiretti ed esigenti. Il lavoro, dopo il 15 di febbraio, andrà meglio rispetto ai primi giorni del mese e gli astrivalorizzeranno il vostro operato. La situazione finanziaria sarà dispersiva e nervosa, con spese extra per la casa.
sagittario dal 23/11 al 21/12I sentimenti partono con qualche incomprensione, per poi trasformarsi in un oceano di entusiasmo. Questomese potrete realizzare momenti di felicità molto vicini alla vostra eroica concezione dell'amore. Sul lavoroeccellenti possibilità di contatti/contratti e grande fermento progettuale, soprattutto per chi lavora in team.
capricorno dal 22/12 al 20/1In amore avete la tendenza all'essenzialità, che potrebbe ferire la sensibilità di chi vi ama, oppure, saràproprio l'oggetto del vostro desiderio a barricarsi in difensiva. Ascoltate di più. Sul lavoro febbraio vipermetterà di applicarvi con costanza a uno o più progetti, curandone la struttura e gli aspetti comunicativi.
acquario dal 21/1 al 19/2Siete circondati da un'allure brillante e siete provvisti di un'invidiabile comunicativa. Non correrete il rischiodi sprofondare in un'annoiata solitudine. Sono molto favoriti gli imprenditori, i commercianti, i liberiprofessionisti, che potranno contare su eccellenti capacità persuasive e su una mentalità elastica e brillante.
pesci dal 20/2 al 20/3In amore prendete qualche iniziativa, siate più audaci, in particolare se avete captato una certa tendenzadel partner ad essere troppo abitudinario o discontinuo negli slanci. Il lavoro girerà bene e senza nessunostacolo che rallenti in maniera sostanziale la continua ricerca di possibili soluzioni.
ASTROLOGIAa cura di Desirèe
oro
scopo
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