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Cop. ACI 4-03€¦ · L’ACI ha da sempre caldeg-giato la legge sulla patente a punti,...

Date post: 11-Aug-2020
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IN QUESTO NUMERO Interviste: Chiamparino e Sestero sulle giornate chiuse al traffico e i parcheggi sotto piazza San Carlo e piazza Vittorio Teatro Stabile: gli sconti per i Soci Auto: tutte le novità da Francoforte Tesori: i gioielli dei Savoia Poste Italiane - Spedizione in a.p.-45% - Art. 2 comma 20/B legge 662/96 - D.C./D.C.I. Torino www.acitorino.it Ac news 1,00 euro Ottobre 2003 - n. 4 Il Marocco in moto 3000 chilometri di avventura Il parcheggio sotto la piazza In anteprima il progetto Il Marocco in moto 3000 chilometri di avventura PATENTE Ecco come ti facciamo recuperare i punti PATENTE Ecco come ti facciamo recuperare i punti Il parcheggio sotto la piazza In anteprima il progetto Piazza San Carlo Piazza San Carlo
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IN QUESTO NUMERO

Interviste: Chiamparino e Sestero sulle giornate chiuse al traffico e i parcheggi sotto piazza San Carlo e piazza VittorioTeatro Stabile: gli sconti per i Soci Auto: tutte le novità da Francoforte Tesori: i gioielli dei Savoia

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Ac news1,00 euro Ottobre 2003 - n. 4

Il Maroccoin moto

3000 chilometridi avventura

Il parcheggio sotto la piazza

In anteprima il progetto

Il Maroccoin moto

3000 chilometridi avventura

PATENTEEcco cometi facciamorecuperare

i punti

PATENTEEcco cometi facciamorecuperare

i punti

Il parcheggio sotto la piazza

In anteprima il progetto

Piazza San CarloPiazza San Carlo

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In questo numero

27 PIERO BIANCO

• Lo show italianoa Francoforte

31 GIANNI ROGLIATTI

• L’auto ibrida:soluzione futura

32 EDOARDO MASSUCCI

• Quei giorniin cui facemmo Pocher

35 MASSIMO BOCCALETTI

• Le vele di Torino:pubblicità su ruote

39 GIUSEPPE TRUCCHI

• L’età e lo sport:la ginnastica giusta

45 RENATO SCAGIOLA

• Un weekend“morenico”

52 MARIA LUISA TIBONE

• I gioiellidelle regine

56 MAURIZIO TERNAVASIO

• Maria Bria: la ragazzinache salvò il Trio Lescano

58 ANNA MASERA

• Tutte le bufaledi Internet

60 EDOARDO ARPAIA

• Un autunnodi Hi-tech

62 EDOARDO BALLONE

• Le crêpes: i segretidel piatto francese più popolare

5 PIERGIORGIO RE

• Sosta vietata:non basterebbe la multa?

6 NOTIZIE ACI

• Patente: ecco cometi faremo recuperare i punti

11 NOTIZIE ACI

• Serviziper i soci

19 ROBERTO VALENTINI

• Sestierestorico 2003:vince Canè su Lancia Fulvia HF 1600

22 LUCIANO BORGHESAN

• Il parcheggiosotto la piazza

ADALBERTO LUCCA, DIRETTORE RESPONSABILE

PIERO SORIA, IDEAZIONE E COORDINAMENTONOTIZIARIO PER I SOCI dell’Automobile Club di Torino (autorizzazione del tribunale di Torino 3592 del 2/12/1985).Pubblicazione di informazione. Abbonamento riservato ai Soci. Editrice: Edit-Data S. Francesco s.r.l., via Giolitti 15 -tel. 57.79.287/8/9 - Direzione, Redazione: via Giolitti 15 - tel. 57.79.213 - Composizione, Stampa:G. Canale & C. S.p.A. - Torino - Pubblicità: All-Media, corso Siracusa 152 - tel. (011) 311.90.90.

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Ac news1,00 euro Ottobre 2003 - n. 4

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blici. È vero che la nuova leggeha costretto l’automobilista aessere più osservante delle re-gole di circolazione. A Torino,ad esempio, si registrano menoattraversamenti con il semafororosso, infrazione gravissima chepuò causare incidenti anchemortali. Ma per i parcheggi insosta vietata, come per altre si-tuazioni che si verificano pre-valentemente in città, dovreb-bero bastare pesanti sanzioni dicarattere pecuniario. Fino ad ar-rivare a forme più severe chepossono contemplare anche ilfermo macchina. Due soluzionisufficienti a scoraggiare anche ipiù indisciplinati.

Di questi tempi Torino e lasua viabilità sono in crisi. Il

traffico è notevolmente peg-giorato, anche a causa dei nu-merosi cantieri contempora-neamente aperti, che restrin-gono il numero di strade pra-ticabili e convogliano i flussidella circolazione su poche di-rettrici già affollate. Ne derivail crearsi di ulteriori difficoltàdalle quali – parcheggi com-presi – l’automobilista non sacome districarsi. Ecco perchéper il parcheggio vietato, pur-ché non limiti la libertà altrui,potrebbe essere sufficiente lamulta e non la decurtazione dipunti dalla patente. È soltantouno degli aspetti che, se ri-considerati, sfronderebbe erenderebbe più snella la nuo-va legge. �

I ndubbiamente la riforma del Codicedella Strada ha avuto effetti positivi,con buoni riflessi sulla riduzione del

numero di incidenti e vite salvate. Sul ri-sultato ottenuto hanno sicuramente in-fluito l’effetto annuncio provocato dal-la massiccia campagna mediatica lan-ciata da giornali e televisioni, che han-no dedicato molto spazio alle novità,

l’effetto deterren-te che il timore diperdere punti sullapatente ha avutoanche sugli auto-mobilisti più scri-teriati, il gran-de numero di con-trolli che si sonopotuti effettuaregrazie al pesanteschieramento delle forze di Po-lizia di Stato e Carabinieri di-sposte su autostrade e strade,grazie alla concomitanza con ilperiodo estivo.

L’ACI ha da sempre caldeg-giato la legge sulla patente apunti, evidentemente l’unicosistema per ottenere dagli au-tomobilisti una condotta diguida più educata e maggioreattenzione. Fatte le leggi, bi-sogna però cercare di miglio-rarle. Le innumerevoli fram-mentazioni (codicilli e commanon si contano quasi) di cui èricca questa nuova regolamen-tazione fanno invece di unalegge – che dovrebbe esserechiara e perciò di facile ap-prendimento – un documentocon numerose complicazionie, perciò, di difficile interpre-tazione: sia per l’utente, sia pergli stessi organi preposti alcontrollo.

Alcuni comma sollevano poiperplessità: ad esempio quellidella penalizzazione commina-ta a chi parcheggia in modoscorretto la propria vettura o achi invade le corsie di scorri-mento riservate ai mezzi pub-

IL PRESIDENTE

diPiergiorgio

Re

La riformadel Codice

della Stradaed i cantieri

di Torino

SOSTA VIETATANon basterebbe

la multa?

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superstrade servendosi delle apposite corsie e dando la precedenza aiveicoli circolanti sulle corsie di scorrimento

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Marocco in moto

1° - Milano/MarrakechArrivo a Marrakech, trasferimento e sistemazionein hotel.

2° - Marrakech/Casablanca/ShkiratVisita della città, dei suoi monumenti storici, dellasua immensa medina, della piazza Jamel Fna,della Moschea di Hassan II, costruita in soli 6anni con l’impiego di 5.000 uomini, il suo piazzalepuò contenere fino a 100.000 fedeli, interamentecostruita con marmi di Carrara, pavimentoriscaldato e tetto apribile elettricamente.Ritiro delle moto nel pomeriggio e partenza.

Km 2693°- Shkirat/TangeriÈ probabilmente la più bella delle città costiere,con una bella e lunghissima insenatura sabbiosa,addossata a verdi colline ed una bianchissimamedina.

Km 2594° - Tangeri/FesInizio del Tour che attraverso una parte del Rif citrasferirà a Fes per la visita della città.Tra le città imperiali (Meknes, Casablanca eMarrakech) è la più caratteristica specie per ilquartiere dei conciatori.

Km 3195° - Fes/MerzougaLungo la valle dello Ziz, valicando alcuni passi a

2000 mt sull’Atlante si raggiunge Merzouga,dove avremo il primo impatto con l’Erg Chebbi,pernottamento in un campo tendatopreallestito, con tutti i confort, presso le dune piùalte del Marocco, cena tipica del deserto.

Km 5306° - Merzouga/Tinerhir/BoumalneSi lascia il Tafilalet in direzione dell’Alto Atlante, siraggiunge Tinerhir, una delle più belle e vasteoasi della regione irrigata dal Todra, dopo Tinerhirpossiamo ammirare le spettacolari gole delTodrha e successivamente a Boumalne le gole ele splendide kasbah della Valle del Dades.

Km 3057° - Boumalne/Ouarzazate/Ait BenHaddou/MarrakechSi risale il corso dell’Oued Dades. La valle sirestringe fino a formare una gola. Ritorno aBoumalne e continuazione per Ouarzazate. Con ilvalico del Tizi N’Tichka si scende nella verdevallata di Marrakech.

Km 2598° - Marrakech/MilanoPrima colazione in hotel, rilascio delle moto etrasferimento in aeroporto per il volo di ritorno.

Totale Km 3.200

Pianeta Gaia Viaggi - Via Giolitti, 15 - 10123 - Torino - Tel. 011/[email protected] - www.pianetagaia.it

Per richiedere il programma dettagliato chiamateci al nr. 011/546.385-6

Marocco in motoL’azzurro del mare e le nevi dell’Atlante, l’immensità dei colori

e l’armonia discreta delle forme, la vivacità inebriante delle città

e il silenzio infinito del deserto, il fascino dell’Oriente

e le delizie dell’Occidente

Tutto questo è il Marocco in Moto... dove passione, velocità, ebbrezza

e senso di libertà vi accompagneranno in questo itinerario:

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L’organizzazione ACI con-ta oggi più di 1.500 Uffi-ci, distribuiti su tutto il

territorio nazionale e coordina-ti da 107 Automobile Club pro-vinciali.

900 centri di soccorso ga-rantiscono l’intervento di ol-tre 3.000 carri attrezzi e di 200“officine mobili”, in grado dirisolvere 24 ore su 24, 365giorni all’anno, qualunque in-conveniente di viaggio possaoccorrere in Italia.

L’associazione ACI offreuna gamma articolata di pre-stazioni, in grado di soddisfa-re le diverse esigenze di mo-bilità (e non solo) del socio edei suoi familiari.

Ecco, in sintesi, i principa-li servizi a cui dà accesso laformula associativa “ACI Si-stema”, la cui validità, lo ri-

cordiamo, è estesa gratuita-mente a tutt i i 15 Paesidell’Unione Europea.

• In Italia il socio può chia-mare il numero verde 803.116per richiedere il soccorsostradale (comprensivo dieventuale traino gratuito delveicolo per 15 km dal luogo difermo o di eventuale ripara-zione gratuita sul posto delveicolo, in caso di piccoli in-convenienti) per qualunqueauto, moto, camper (fino a3.500 kg) su cui si trova aviaggiare, anche come sem-plice passeggero o se il mez-zo è di proprietà di terzi. Il so-cio dovrà sempre esibire lapropria tessera (o il docu-mento cartaceo tempora-neamente sostitutivo dellamedesima);

Dopo il caldoU n’estate lunga e molto calda ci sta la-

sciando, abbiamo tutti sofferto le tempe-rature tropicali dei mesi scorsi e ci appre-

stiamo ad affrontare i mesi autunnali ed inver-nali.

Anche i mezzi hanno con noi patito gli spo-stamenti ed il gran caldo, più che mai in occa-sione del rientro dalle vacanze è opportuno por-re attenzione ai nostri veicoli.

Per tutti coloro che vorranno, prima dell’in-verno, verificare le condizioni dei loro veicoli,l’AC Torino ha sempre attivi due servizi pres-so il centro Revisioni Auto & Moto di p.le SanGabriele da Gorizia 210 (angolo via Filadel-fia).

Un’attenta verifica con 15 controlli ai mezziche hanno fatto strada con noi per tutta l’estatea soli € 10,50 per i Soci Aci, € 13,50 per i nonancora Soci.

Ma il caldo avrà stressato l’impianto di con-dizionamento del nostro veicolo, prima dell’in-verno meglio effettuare un:

Controllo e ricaricadel condizionatore

Una verifica veloce a soli € 45 per i SociAci, € 60 per i non ancora Soci. �

NOTIZIE ACI

S ono sempre più numerosi i visitatori del si-to dell’Automobile Club Torino, circa60.000 visitatori negli ultimi tre mesi ren-

dono un piacere il lavoro svolto per la riedi-zione della versione on line, nata nel 2000, deiservizi dedicati ai Soci dell’automobile ClubTorino.

Nei prossimi mesi progettiamo di ampliarelo spazio dedicato ai servizi:

– Più notizie riguardanti il settore sportivo(licenze sportive, avvenimenti).

– Novità per le aziende.– Aggiornamenti sui principali servizi per i

Soci.Per migliorare ulteriormente abbiamo però

bisogno dei Vostri consigli che fino ad oggi han-no guidato le nostre scelte.

Scrivete i Vostri suggerimenti utilizzando lacasella di posta elettronica [email protected] o,tramite posta , indirizzateli ad Automobile ClubTorino - Servizi Internet - Via Giolitti, 15 -10123 Torino.

Le Vostre idee saranno il nostro spunto percrescere ancora e rendere più piacevole la na-vigazione sul sito del nostro Automobile Club.

Non dimenticate di aggiornare le Vostre sca-denze nella sezione “Le mie scadenze” e di in-serire i Vostri annunci su “Auto on line”. �

WWW.ACITORINO.IT

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• In Italia e negli altri PaesiU.E. il veicolo indicato all’attodell’associazione riceve le sud-dette assistenze anche se il socionon è presente a bordo dello stes-so al momento della chiamata;

• In Italia e negli altri PaesiU.E., il socio potrà richiedere, so-lo a seguito di eventi occorsi alveicolo indicato all’atto dell’as-sociazione ed a condizione diaver precedentemente chiamatoper un intervento di soccorso ilnumero verde 803.116, dall’Ita-lia, o il numero39.02.66.165.116per chiamate dall’estero, ancheuna delle seguenti prestazioni al-ternative:

- auto sostitutiva gratuita, aseguito di incidente, guasto o fur-to (alle condizioni previste dal re-golamento associativo);

- auto a casa o rimpatrio delveicolo;

- rientro del socio a casa oproseguimento del viaggio (èprevisto il rimborso delle speseferroviarie anche per i familiaritrasportati);

- rimborso spese di albergo,entro un limite prefissato, per lasistemazione del Socio e dei fa-miliari.

• In aggiunta alle prestazionidi cui al precedente punto, il so-cio può richiedere il rimborsodelle spese taxi sostenute nei tra-

gitti previsti all’articolo 9 del Re-golamento dei Servizi;

• Assistenza medico-sanita-ria in viaggio, informazioni me-diche, invio di medicinali, rientrosanitario e servizio ambulanza.

Tutte le prestazioni vengonoerogate a fronte della sussistenzadelle condizioni previste dal Re-golamento dei Servizi pro tem-pore vigente e nel rispetto delleprocedure previste dallo stesso.Inoltre, il socio beneficia di:

• sconti sulle polizze assicu-rative stipulate presso la compa-gnia SARA Assicurazioni(compagnia ufficiale dell’ACI);

• sconti sulle pratiche auto(passaggi di proprietà, rinnovopatente, ecc…) presso tutte le De-legazioni Aci;

• sconti ed agevolazioni suipacchetti turistici Sestante Aci;

• sconti ed agevolazionipresso Enti ed esercizi conven-zionati (a livello locale, nazio-nale ed internazionale).

Per maggiori informazioniconsultare i siti www.aci.it ewww.acitorino.it. �

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A l rientro dalle ferie estive i soci dell’Au-tomobile Club Torino hanno trovato pres-so la sede di via Giolitti 15 una novità!

Al fine di aumentare la disponibilità dell’uf-ficio centrale nei confronti del pubblico è statoistituito l’ORARIO CONTINUATO DEL-L’UFFICIO PATENTI sarà quindi possibileeffettuare il RINNOVO DELLA PATENTEDI GUIDA il martedì ed il giovedì anche du-rante l’orario che normalmente contraddistin-gue la PAUSA per il PRANZO: dalle 13.00alle 14.00.

Durante tale orario sarà disponibile pres-so la sede un ufficiale medico per l’effettua-zione della visita.

I nuovi orari per il rinnovo della patentedi guida saranno i seguenti:Lunedì, Mercoledì e Venerdì:8.30-13.00 – 14.00-17.00Martedì e Giovedì: 8.30-17.00

Le visite mediche potranno essere effet-tuate in Sede con i seguenti orari:Lunedì, Mercoledì e Venerdì: 14.30-15.30Martedì: 10.30-11.30 – 13.00-15.30Giovedì: 10.30-12.00 – 13.00-15.30

È in funzione lo Sportello Telematicodell’Automobilista (servizio che permette diridurre sensibilmente i tempi di attesa per lepratiche che devono essere svolte presso laMotorizzazione ed il Pubblico Registro Au-tomobilistico).

Restano invariati gli altri orari e servizi: pas-saggi di proprietà, radiazioni, prenotazioni perrevisione, duplicati per libretti di circolazionee certificati di proprietà, esazione tasse auto-mobilistiche, successioni, immatricolazioni ereimmatricolazioni, rilascio contrassegno perciclomotori… tutte le pratiche automobilisti-che. �

Più servizipressola sede

A.C. Torino

ACI TORINO

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P resentando la propria tessera ACI inregolare corso di validità, è possi-bile godere delle seguenti agevola-

zioni:

CULTURA E TEMPO LIBERO

• Palazzo Bricherasio, via T. Rossi (an-golo via Lagrange), Torino – tel.011/5711811 - www.palazzobrichera-sio.it. “L’Impressionismo di ArmandGuillaumin”. Sconto 15% sul bigliettod’ingresso alle mostre, per il socio e perun accompagnatore. (Il parcheggio sot-terraneo ACI di via Roma ha uno dei suoiingressi davanti al Palazzo: i soci godo-no di tariffa di sosta oraria ridotta).

• Museo Nazionale del Cinema - MoleAntonelliana, via Montebello 210, To-rino – tel. 011/8125658 - www.museo-nazionaledelcinema.org. Sconto 20%sul biglietto d’ingresso, per il socio eper un accompagnatore.

• “Sala 3” Multisala Cinema Massi-mo, via Verdi 18, Torino - tel.011/8125606. Sconto 30% sul bigliet-to d’ingresso agli spettacoli, per il so-cio e per un accompagnatore.

• Teatro Regio di Torino, piazza Ca-stello 215, Torino - tel. 011/88151 -www.teatroregio.torino.it. Sconto10% sui biglietti degli spettacoli pro-dotti dal Teatro (ad eccezione delle re-cite abbinate ai turni di abbonamentoPomeridiano 1 e 2).

• Fondazione Italiana per la Fotogra-fia, via Avogadro 4, Torino - tel.011/544132 - www.fif.arte2000.net.Sconto 25% sul biglietto d’ingresso al-le esposizioni; sconto 20% sui libriediti dalla Fondazione.

• Museo di Arti Decorative Fondazio-ne Accorsi, via Po 55, Torino - tel.011/8129116 - www.fondazioneaccor-si.it. Sconto 15% sul biglietto d’in-gresso alle mostre temporanee ed allacollezione permanente; sconto 20%sul biglietto cumulativo per entrambele esposizioni.

• Safari Park, Pombia (NO), tel.0321/95.64.31 - www.safaripark.it.Sconto € 3,00 per gli adulti, € 2,00per i bambini, sul biglietto d’ingresso.

• “Family Fun Card” + Guida al Tem-po libero, circuito Viviparchi, tel.035/362798 - www.viviparchi.it.Sconto € 3,00.

• Experimenta 2003, Parco Michelot-ti, corso Casale 15, Torino - n. verde800-329329 - www.experimenta.to.it.Sconto € 2,50 sul biglietto d’ingres-so.

• Teatro Stabile di Torino , tel.011/5176246, Numero Verde800.235.333 - www.teatrostabiletori-no.it. Sconto € 21,00 sugli abbona-menti della stagione teatrale 2003-2004.Presso tutte le delegazioni dell’A.C.

Torino i soci possono acquistare una tes-sera ACINEMA a € 47,00: abbona-mento per 10 ingressi alle sale cinema-tografiche di Torino e provincia aderen-ti all’iniziativa, valido dall’1/11/2003 al30/10/2004 (disponibile sino ad esauri-mento).

VIAGGI E VACANZE

• Agenzia Viaggi “Pianeta Gaia” (Fi-duciaria A.C. Torino), via Giolitti 15,Torino - tel. 011/546385 - www.piane-tagaia.it - Sconto 5% su tutti i tour ope-rators. Servizio biglietteria Formula 1.

• “Residence Loano2”, via degli Alpini6, 17025 Loano (SV) - tel. 019/67911 -fax 019/671765 - www.residenceloa-no2.it; e-mail: [email protected]. Sconto su camere o apparta-menti: 10% dal 31/5 al 15/9, 15% nelresto dell’anno; sconto 10% noleggiosale congressi ad aziende.

ISTRUZIONE• Autoscuola Club (Fiduciaria ACI),

via Giolitti 15, Torino - tel011/5779246; corso Moncalieri 215,Torino - tel. 011/661263. Sconto 10%sulle lezioni di teoria.

• Academy International, centri a Tori-no, Carmagnola, Venaria – numero ver-de 800.80.17.54. Sconti dal 10% al30% su corsi di lingue straniere edinformatica, per il socio e per i suoi fa-miliari.

SPORT• Speed Kart, Settimo Torinese (km 0,5

Autostrada TO-MI) - tel. 011/2222904. Sconto 10% sulle tariffe ora-rie.

• Scuola Sci Olimpionica Sestriere, viaPinerolo 17 - Sestriere - tel. 0122/76116 - www.scuolasciolimpionica.it.

Sconto 15% sulle lezioni individuali;20% sulle lezioni collettive (per il socio,il coniuge ed i figli fino a 26 anni di età).• Golf Club Stupinigi, corso Unione So-

vietica 506/A, Torino - tel.011/3472640. Sconto 10% sui corsiper “under 18” (da aprile ad ottobre,escluso agosto) e principianti.

• Golf Club Moncalieri, Reg. Vallere20, Moncalieri - tel. 011/6479918 -www.moncalierigolfclub.com. Sconto10% sui corsi per “under 18” e princi-pianti. Sconto 10% su green fee cam-po pratica. Solo nei giorni feriali, scon-to 10% su green fee 9/18 buche, se inpossesso tessera FIG.

• Golf Club Grugliasco, Strada Provin-ciale Gerbido 97, Grugliasco - tel.011/4081220 - e-mail [email protected]. Sconto 20% su cor-si per principianti (5 lezioni). Sconto50% green fee campo pratica.

COMMERCIO E SERVIZI

• Car City Club, servizio di car sha-ring, corso Cairoli 32, Torino - tel.011/57641 - www.carcityclub.it.Sconto 10% sulle tariffe orarie (nellafascia che va dalle ore 8.00 alle ore21.00) e sulle tariffe chilometriche(nella fascia sino a km 180); canone diattivazione ridotto.

• Griffes Diffusion REVEDI, corsoEmilia 8, Torino - tel. 011/2399839.Sconto 10% su abbigliamento e ac-cessori uomo/donna (occorre esibireanche la tessera in distribuzione pres-so gli Uffici dell’A.C. Torino). Nume-rosi punti vendita nel Centro-Nord Ita-lia.

• Norauto, corso Romania 460 (c/oCentro commerciale Auchan) - Tori-no, via Monginevro 162 - Torino, viaCesana 2 (c/o Centro commercialeCarrefour) - Nichelino. Sconto 5%sui prezzi di listino dischi, pastiglieper i freni e ammortizzatori; sconto10% sui prezzi di listino delle mar-mitte (la riduzione non riguarda il co-sto della eventuale manodopera e nonè cumulabile con altre eventuali pro-mozioni).

Per maggiori informazioni, contatta-re i numeri telefonici o consultare i si-ti Internet sopra riportati. �

Le convenzioni dell’A.C. Torinoper i Soci ACI

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I Soci dell’ACI, da merco-ledì 8 ottobre, possono sot-toscrivere l’abbonamento

alla Stagione 2003-2004 delTeatro Stabile di Torino, conuno sconto di 21,00 euro(105,00 euro anziché 126,00).Non sono previste agevolazio-ni per rappresentazioni di spet-tacoli, non inseriti nel cartel-lone della Stagione abbona-mento. Il Socio dovrà esibire

la propria tessera, in regolarecorso di validità, presso la bi-glietteria del Teatro Stabile diTorino, in via Roma 49, a par-tire dall’8 ottobre (dalle 8.30alle 19.00 – domenica riposo)e dal 7 novembre (12.00 alle19.00 – lunedì riposo). Pro-gramma degli spettacoli incartellone www.teatrostabile-torino.it o brochure in bigliet-teria TST.

NUOVA CONVENZIONE PER I SOCI

Il programma

A rmand Guillaumin è poco conosciuto algrande pubblico. Eppure questo artistapartecipò a sei delle otto esposizioni im-

pressioniste, a partire da quella dell’aprile 1874presso lo studio del fotografo Nadar, dove ap-parvero opere di Monet, Degas, Renoir e di al-tri “fondatori” della nuova corrente artistica.

La nuova rassegna di Palazzo Bricherasiovuole dare il giusto risalto al lavoro di un mae-stro stimato da Cézanne e da Van Gogh ed in-dagare sulle ragioni della sua scarsa notorietà.

Il percorso espositivo offre un’ampia raccol-ta delle opere di Guillaumin, comparate con al-cuni lavori dei “grandi” francesi contempora-nei: Sisley, Morisot, Pissarro, Renoir, Monet,Cézanne.

SEDE: Palazzo BricherasioVia T. Rossi (angolo via Lagrange) Torino - Tel. 011/5711811.

ORARIO: Lunedì 14.30-19.30Martedì, mercoledì, domenica: dalle 9.30 alle 19.30Giovedì, venerdì, sabato: dalle 9.30 alle 22.30

Sconto sul prezzo del biglietto per i so-ci ACI che esibiscono la propria tesse-ra in corso di validità.

Il PARCHEGGIO sotterraneo ACI di via Ro-ma ha uno dei suoi ingressi proprio davanti aPalazzo Bricherasio (tariffa di sosta orariaridotta per i Soci). �

L’impressionismodi Armand Guillaumin

PRODUZIONI

Teatro CarignanoPECCATO CHE FOSSE PUTTANAdi John Fordtraduzione di Luca Fontanaregia di Luca Ronconi

IL BENESSEREdi Franco Brusatiregia di Mauro Avogadro

Limone Fonderie Teatrali di MoncalieriVOCAZIONETeatro del diventare grandi secondo“Wilhelm Meister”da Wolfgang Goetheregia di Gabriele Vacis

Limone Fonderie Teatrali di MoncalieriLA PESTEdi Albert Camusregia di Claudio Longhi

Teatro CarignanoPENE D’AMORE PERDUTEdi William Shakespearetraduzione di Luca Fontanaregia di Dominique Pitoiset

SPETTACOLI OSPITI

Teatro CarignanoSEI PERSONAGGI IN CERCAD’AUTOREdi Luigi Pirandelloregia di Carlo Cecchi

Teatro CarignanoLA BROCCA ROTTAdi Heinrich von Kleist traduzione di Cesare Lieviregia di Cesare Lievi

Teatro CarignanoCALIGOLAdi Albert Camusregia di Claudio Longhi

Teatro CarignanoIL FLAUTO MAGICOUno spettacolo di teatro in nerorealizzato sui temi di W. A. Mozart

con 14 attori, ballerini, musicisti,marionettisti e tecnici adattamento e regia di Jozef Bednárikdiretto da Petr Kratochvil e Pavel Marek

Teatro CarignanoNAPOLI HOTEL EXCELSIORtesto e musiche di Raffaele Vivianiregia di Tato Russo

Teatro CarignanoLA TEMPESTAda William Shakespeareregia di Antonio Latella

Teatro CarignanoSCHWEYK NELLA SECONDAGUERRA MONDIALEdi Bertolt Brechtregia di Jurij Ferrini

Teatro CarignanoNO MAN’S LANDdi Sandro Veronesidalla sceneggiatura di Danis Tanovic regia di Massimo Luconi

Teatro CarignanoSLAVA’S SNOWSHOWcreazione e direzione artistica di Slava Poluninregia di Victor Kramer

Teatro CarignanoPALLIDO OGGETTO DEL DESIDERIOdi René de Ceccattydal romanzo La femme et le pantin diPierre Louysadattamento teatrale di René de Ceccatty e Alfredo Ariasregia di Alfredo Arias

Teatro CarignanoSABATO, DOMENICA E LUNEDÌdi Eduardo De Filipporegia di Toni Servillo

Teatro CarignanoLA VISITA DELLA VECCHIASIGNORAdi Friedrich Dürrenmatttraduzione di Aloisio Rendiregia di Armando Pugliese

Teatro CarignanoLA VITA CHE TI DIEDIdi Luigi Pirandelloregia di Luigi Squarzina

Teatro AlfieriL’AVAROdi Molière traduzione di Cesare Garboliregia di Gabriele Lavia

Teatro Alfieri QUESTA SERASI RECITA A SOGGETTOdi Luigi Pirandelloregia di Massimo Castri

Teatro Alfieri IL CERCHIO DI GESSO DEL CAUCASOdi Bertolt Brechtversione italiana di Edoardo Sanguinetiregia di Benno Besson

Teatro AlfieriGORAN BREGOVIC’S CARMEN OPERA TZIGANAcon Goran Bregovic e la sua Orchestra

Teatro GobettiL’ULTIMO SUONATOREliberamente tratto da Tingeltangeldi Karl Valentinscritto, interpretato e realizzato da Banda Osiris e Eugenio Allegri

Teatro GobettiINVERNOdi Jon Fossetraduzione di Graziella Perinregia e spazio scenico di Valter Malosti

Teatro GobettiGIANMARIA TESTA Quartetto

Teatro Gobetti OTHELLOdi Stefania Bertola e Michele Di Mauroregia di Michele Di Mauro

Teatro GobettiLA STORIA DEL LABIRINTOelaborazione del testo di Mara Barontia cura di Valerio Binasco

Teatro GobettiBABY DOLLdi Tennessee Williamstraduzione di Gerardo Guerrieriregia di Paola Rota

Teatro GobettiVECCHIE (Vacanze al mare)di Daniele Segre in collaborazione con Maria Grazia Grassini e BarbaraValmorinregia di Daniele Segre

Teatro GobettiCARA PROFESSORESSAdi Ljudmila Razumovskajatraduzione di Marco Belardiregia di Valerio Binasco

Teatro GobettiTRIO PARTYMarcido in Beckett’s loveregia di Marco Isidori

Teatro Gobetti ANIME SCHIAVEdi Beppe Rosso e Filippo Tariccoliberamente ispirato al libro di Marco Neirotti Anime Schiaverevisione drammaturgica di RemoRostagnoregia di Beppe Rosso

Teatro GobettiLA PAZZA DI CHAILLOTdi Jean Giraudouxtraduzione di Raul Radiceregia di Carlo Roncaglia

Teatro GobettiLA MEMORIA DELL’ACQUAdi Shelagh Stephenson traduzione di Massimiliano Farau e Laura Mazziregia di Massimiliano Farau

Teatro GobettiBUKOWSKI CONFESSIONE DI UN GENIOdrammaturgia e regia di Giorgio Gallione

Teatro GobettiMEDEAda Euripide adattamento e regia di Emma Dante

Teatro GobettiQUINTO ELEMENTOtesti tratti ed elaborati da i Sonetti a Orfeo e Elegie Duinesi di Rainer M. Rilkeregia e drammaturgia di DomenicoCastaldo

Ecco i titoli degli spettacoli in abbonamento.

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P er il secondo anno consecutivo i bolo-gnesi Giuliano Canè e Lucia Galliani suLancia Fulvia HF 1600 (foto 1) si sono

imposti nell’8° Sestrierestorico-Trofeo Lan-cia, gara di regolarità per auto storiche orga-nizzata dall’Automobile Club Torino e vali-da per il Campionato Italiano della specialità.Canè ha preceduto nell’ordine i bresciani Ro-berto e Andrea Vesco (padre e figlio) con laFiat 508 Coppa d’Oro del 1934. Grazie a que-sto risultato Vesco si porta al comando delCampionato Italiano, davanti al siciliano En-zo Ciravolo (Autobianchi A112 Abarth58hp), che ha concluso terzo.

Oltre 180 equipaggi al via, oltre 400 chi-lometri attraverso numerosi passi alpini:Moncenisio, Galibier, Télegraph, Lautaret,Monginevro e Sestriere.

Da segnalare il 51° posto di Dario Cerratoe Gianni Vasino (Opel Kadett GT/E) (foto 2),i quali hanno gareggiato per divertimento, ri-costituendo la coppia che quattordici anni fagiunse 7a assoluta nel Rallye di Montecarlocon una Lancia Delta Integrale con i colori diRai2.

Nel SKF Press Trophy si è registrato l’en-nesimo successo (è il quarto in otto edizioni)del genovese Nanni Cifarelli (La Repubbli-ca) il coppia con Patrizia D’Antone al volan-te di una Fiat Stilo. Tutte le vetture dei gior-nalisti sono state messe a disposizione daFiat. Secondo posto per Zerbini-Ferrari (Re-sto del Carlino), davanti a Walter Leverone(Il Secolo XIX) e Salvatore Lo Presti (LaGazzetta dello Sport), in coppia con Rino Ca-cioppo.

Al Sestrierestorico hanno preso parte an-che tre assessori del Comune di Torino, Re-nato Montabone, Paolo Peveraro (foto 3),Pierluigi Bonino e due membri del ConsiglioRegionale, Antonello Angeleri e SergioDeorsola. Il meglio piazzato è stato Pevera-ro, 92° assoluto nel suo ruolo di cronometri-sta di Roberto Sesia Donn su una TriumphTR4. �

Sestriestorico 2003:vince Canè

su Lancia Fulvia HF 1600

ACI - CORSE

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Intervistaall’assessore

Sestero

bilità e ai Trasporti, Maria Gra-zia Sestero –, due punti di rife-rimento per chi deve recarsi incentro con l’auto. Attenzione:le vetture accederanno dal-l’esterno della ztl. Sarà salva-guardata l’area aulica”. Rumo-ri e smog resteranno al di fuoridelle porte elettroniche che re-gistreranno gli accessi di chi hamezzi con permesso e comun-que non altamente inquinanti.

La gara avviene tramite laricerca del concessionario,presentate le domande entroottobre, un’apposita commis-sione esamina i requisiti, giu-dica entro sessanta giorni leofferte. La valutazione nonsarà fatta necessariamente inbase alla proposta economica,si terrà conto del valore tecni-co ed estetico del futuro ma-nufatto, dai tempi di esecuzio-ne dei lavori all’eventuale di-sponibilità a ridurre la duratadella concessione, al canone di

affitto che i titolari del par-cheggio verseranno al Comu-ne dopo i primi 30 anni gra-tuiti. Chi vincerà, avrà il com-pito di varare il progetto defi-nitivo, quindi di costruire e ge-stire il manufatto con diritto disuperficie per 90 anni sul sot-

“Come base resta valido ilprogetto preliminare appro-vato nel 2002”, dice l’asses-sore Sestero. Le caratteristi-che dell’intervento in piazzaVittorio? Prevede tre piani in-terrati adibiti a parcheggiopubblico a rotazione, orga-

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“C ercasi costruttore e gestore del parcheggio dipiazza Vittorio Veneto”, l’annuncio è statodiffuso dal Comune sul finire dell’estate men-

tre per il sotterraneo di piazza San Carlo si dava il viaalla gara per individuare il professionista capace di tra-sformare il disegno preliminare in progetto esecutivo.

“Due passi importanti, le due opere per il 2006 de-vono essere realizzate – informa l’assessore alla Via-

tosuolo della parte di piazzacompresa tra le vie Vanchiglia,della Rocca, Bava e Bonafous.La concessione, come detto,sarà gratuita per i primi 30 an-ni, al fine di permettere al ti-tolare di rientrare nelle spesesostenute.

nizzati in due distinti com-parti, al di sotto delle banchi-ne centrali della piazza. Sitratta di due manufatti distin-ti e completamente indipen-denti, messi però in comuni-cazione da un tunnel di colle-gamento collocato al terzo

Il parcheggiosotto lapiazza

di Luciano Borghesan

Maria Grazia Sestero.

SEZIONE LONGITUDINALE GENERALE SU VIA ROMA

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piano interrato, da realizzarsiin galleria, senza manomette-re il sedime della carreggiatastradale che attraversa lapiazza.

In superficie ci sarà il re-styling dell’area fra le ban-chine nel tratto che va dalle

le due banchine. Il costo saràdi 13,3 milioni di euro.

Le tappe che portano al par-cheggio di piazza Vittorio re-gistrano un ritardo di alcunimesi rispetto a quelle auspi-cate un anno fa dal sindaco –che tra l’altro è anche resi-

ra interrata di piazzale ValdoFusi.

Punto interrogativo, invece,per un’analoga struttura in piaz-zale Aldo Moro, su terrenodell’Università. Si era parlato dicirca 500 posti, di giorno per do-centi e studenti, la sera per i fre-quentatori dei Murazzi. “Siamoin trattative con il rettorato – af-ferma l’assessore –, mi pare cisiano tentennamenti”.

La gara per il parcheggio dipiazza San Carlo, invece, è an-data avanti, si deve scegliere ilprofessionista che dovrà far di-ventare “progetto definitivo” il“preliminare”. Si cercherà diaver percorso tutto l’iter am-ministrativo entro la prossimaprimavera e aprire il cantiere inmodo che, entro il 2005, ci siaun percorso unico di posti autonel sottosuolo, da Porta Nuovaa Palazzo Madama.

Il progetto del Comune pre-vede 360 posti auto sotto il Ca-val ’d Brons. Il costo di realiz-zazione è di oltre 13 milioni emezzo (un anno e mezzo di la-vori). La nuova struttura saràcollegata nel sottosuolo con ilparcheggio di via Roma, gesti-to dall’Aci, e quello sotto piazzaCastello che sarà ristrutturatodal Gruppo trasporti torinesi.Piazza San Carlo sarà pedona-lizzata. Ci furono proteste perle rampe: quelle di uscita sa-ranno costruite in via Alfieri ein via Viotti, quella del par-cheggio Aci di via Teofilo Ros-si sarà spostata in via Gobetti:sarà pedonalizzata anche l’areadi fronte a Palazzo Bricherasio.

Le scale pedonali del par-cheggio saranno collegate an-

In anteprimai disegnidi piazzaSan Carlo

vie Vanchiglia-Della Roccaalle vie Bava-Bonafous e deirelativi controviali. Il costrut-tore-concessionario ha l’ob-bligo di realizzare anche iprogetti definitivi della siste-mazione della piazza coneventuali giochi d’acqua sul-

dente in un palazzo che si af-faccia sulla Gran Madre –,Sergio Chiamparino avevaparlato del l’autunno perl’apertura del cantiere (a gen-naio per piazza San Carlo).Fortunatamente sono pronti iprimi posti auto della struttu-

segue a pag. 25

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CHIAMPARINO

Traffico,invernoe divieti

I l sindaco lo anticipò nell’estate2002: “Il mio obiettivo, con l’in-troduzione delle porte elettroniche

per la Zona a traffico limitato è di te-nere fuori il più possibile dal centro iveicoli più inquinanti”. Il prossimogennaio, un anno dopo il previsto, si

arriverà alla soluzione scelta dalleprincipali città europee per mettere albando le vetture non catalizzate; i di-ciotto “ecotelepass” consentirannol’accesso solo ai veicoli di ultima ge-nerazione.

“Se motori devono essere, che sia-no puliti, in regola con le più recentinorme europee”, dice nuovamenteoggi Sergio Chiamparino.

Ztl più allargata, porte elettro-niche, due punti in meno nella pa-tente per i trasgressori, posteggipiù cari, riduzione delle soste: si-gnor sindaco, qual è il traguardofinale?

Chiamparino ama la natura, sononote le sue camminate sul Musinè, ma

è anche automobilista. Ha una Multi-pla che ora usa sempre più saltuaria-mente, dovendo servirsi di un’autoblu del Comune. All’Aci anticipa ilsuo centro storico ideale, che vorreb-be vedere anche oltre il mandato elet-torale del 2006.

“La Torino che sogno ha un centrosenza parcheggi in superficie, conaree pedonali più ampie delle attuali,con gli accessi riservati a mezzi chedevono entrarvi per lavoro, per servi-zio alle attività: pochi posteggi, perbrevi soste”.

Ci sono metropoli, nel mondo,che hanno deciso di far pagare unticket per entrare in centro. Dob-biamo prepararci a questo?

PLANIMETRIA 2° PIANO INTERRATO

PLANIMETRIA 1° PIANO INTERRATO

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che con il rifugio antiaereo sot-to piazza San Carlo, a quindicimetri di profondità. Piazza Clnsarà chiusa alle auto in un se-condo tempo.

Torino avrà una prima partedi città interrata, perché sottovia Roma e piazza San Carloverrà realizzato una sorta dimuseo di via Roma e piazzaSan Carlo, un multipiano, confotografie e reperti storici. Insuperficie saranno utilizzatepietre di qualità, eliminati imarciapiedi, il selciato a rasodei portici.

“Ma il centro non sarà l’uni-co quartiere d’intervento deiparcheggi – conclude la Seste-ro –, entro il 2006 vogliamo chesiano in funzione anche quelli diinterscambio: piazza Caio Ma-rio, Sofia, Sassi e Stura”. �

“Noi abbiamo scelto di realizzareparcheggi sotto piazza San Carlo, ol-treché sotto piazza Vittorio Veneto: lìsi può arrivare con l’auto, ma per la-sciarla. Il centro, chiaramente, nondovrà più essere utilizzato per attra-versare la città. La vettura potrà soloarrivarci”.

È forte la tentazione di una gran-de isola pedonale tra le piazze SanCarlo e Vittorio Veneto.

“Preferisco le soluzioni interme-die: impedire i parcheggi a raso suassi come via Roma e via Po, la-sciando spazi per le soste nelle vielaterali”.

Quali sono le finalità dei provve-dimenti che la giunta via via assu-

me per i settori Viabilità e Tra-sporti?

“Favorire la scorrevolezza del traf-fico, incentivare l’arrivo di turisti evisitatori offrendo un centro grade-vole, con minor inquinamento e an-che più pulito. Sì, perché con tantiparcheggi in superficie, la zona auli-ca finisce per essere troppo intasata erende difficile il passaggio dei mezzimeccanizzati”.

Cambierà qualcosa l’aumentodella presenza di auto elettriche?

“Certamente l’industria automobi-listica migliorerà i prodotti, in parti-colare sotto l’aspetto ecologico. Nonso se saranno motori elettrici o a idro-geno, o a metano, lasciamo che la ri-

cerca delle aziende faccia il suo per-corso, sicuramente però la prospetti-va non troppo lontana nel tempo è dilimitare il transito nei centri urbani aisoli mezzi pensati con criteri ecolo-gici”.

I parcheggi sotto piazza SanCarlo e piazza Vittorio: è lì intor-no che si svilupperanno le isole pe-donali?

“Cominceremo con pedonalizzarele superfici delle piazze, tutta SanCarlo e le esedre di piazza Vittorio,lasciando alle auto l’attraversamen-to e nei controviali le soste brevi deimezzi commerciali. Il collaudo par-tirà così, poi si valuteranno i risul-tati”. �

TORINO COME CAMBIA

L’assessoree piazza

San Carlo

Sergio Chiamparino.

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gran voce: comprate italiano.Perché abbiamo dimostrato disaper costruire bellissime vet-ture”.

Una grande berlina esclusi-va, molto abitabile e dal tem-peramento sportivo, è questo ilbiglietto da visita della Quat-troporte, che sbandiera la pro-pria “sartorialità all’italiana”,con possibilità per i clienti discegliere i materiali (tre tipi dilegni preziosi, come palissan-dro, mogano e radica, pelli an-che in concia naturale con unavarietà di colori senza parago-ni), gli allestimenti, le dotazio-ni fra quattro milioni di combi-nazioni diverse.

La nuova Maserati, che co-sta quasi 100 mila euro, pesa1930 chili e tocca i 275 km/h,è erede della omonima berlinaAnni ’60 di Frua, il modello chesull’onda della diffusione delleautostrade in Italia e in Europacambiò il concetto delle grandiberline di lusso. Coniugaconfort e sportività con il mo-tore V8 di 4244 cc e 400 Cv dipotenza. Tra i suoi gioielli tec-nologici, il nuovo cambio elet-troattuato Duo Select a 6 mar-ce, una trasmissione automati-ca che può trasformarsi in ma-nuale (azionando le leve sottoal volante), il differenziale au-

tobloccante a lamelle, l’accele-ratore “by wire” a comandoelettronico integrato con i si-stemi del motore. Le sospen-sioni indipendenti sono dotatedel sistema Skyhook con am-mortizzatori a controllo elet-tronico e variazione continuadello smorzamento: il Masera-ti Stability Program corregge,entro i limiti delle leggi fisiche,anche gli errori del guidatore.Guidabilità al top, nonostante i5 metri di lunghezza, e tante fi-nezze: i sedili sono poltronecon tutte le regolazioni possi-bili, c’è il meglio dell’infomo-bilità e dell’intrattenimento dibordo, eccellente l’impiantoBose dotato di altoparlanti conmagneti al neodimio.

A questa superammiragliaitaliana, le Case tedesche ri-spondono con proposte allet-tanti. È il caso della affasci-nante SLR Mercedes-McLa-ren, un remake in chiave mo-dernissima del celebre coupé300 che vinse la Mille Miglianel 1955 (già allora disponevadi 215 Cv e superava i 215km/h). Porte ad ala di gabbia-no, parabrezza inclinato, mu-setto con 4 fari circolari e affu-solato come quelli di Formula1, prese d’aria laterali nei para-fanghi anteriori, motore V8

N on solo nel calcio vincere in trasferta può va-lere doppio. L’Italia dell’auto lo ha fatto al Sa-lone di Francoforte, presentando in “casa” dei

tedeschi una raffica di prodotti che hanno lasciato ilsegno. Una conquista importante. Basterebbe citarela Maserati Quattroporte, eletta a furor di popolo re-gina della rassegna e ammirata anche da importantirivali, come il presidente del colosso Volkswagen-Audi, Bernd Pischetsrieder. Che non a caso ha stret-

to con il marchio del Tridenteun accordo di partnership in-dustriale per lo scambio dicomponenti e know-how.

La Regina, disegnata da Pi-ninfarina, lancia una sfida adaltissimo livello nel settore del-le ammiraglie sportive di lusso,un campo a lungo dominato daMercedes e Bmw, Audi e Por-sche. “Ora c’è un prodotto – hasottolineato Luca Montezemo-lo, presidente di Ferrari/Mase-rati – che ci invita a gridare a

AUTO

di Piero Bianco Fiat Panda Suv 4x4 concept.

LO

SHOW

ITALIANO

A FRANCOFORTE

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Concept Lancia Fulvia.

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Amg sovralimentato da 626 Cvper prestazioni eccezionali:334 km/h la velocità massima(il record in F1 è 368: l’ha sta-bilito domenica la Ferrari diSchumacher a Monza) con ac-celerazione da 0 a 100 in appe-na 3,8 secondi.

Proprio come sulle monopo-sto, carrozzeria ultraleggera inmateriale composito rinforzatada fibra di carbonio. Costo in-dicativo sui 435 mila euro. Nelpadiglione tutto riservato allaDaimlerChrysler brilla anche ilconcept Vision CLS, con mo-tore Diesel 6 cilindri da 265 Cv,un coupé “abitabile” 4 posti da250 km/h: sarà prodotto nel2004.

La rivale Bmw risponde conproposte ugualmente di richia-mo. Come la nuova Serie 6Coupé (la cabrio arriverà nellaprimavera del prossimo anno),profilo slanciato, cofano moto-re e porte in alluminio, telaio esospensioni in lega leggera. Econ la X3, delizioso Sports Ac-tivity compatto. Una versionepiù piccola (30 cm in meno dilunghezza) della rinnovata X5.Sarà sul mercato a gennaio,prezzo sui 40-45 mila euro con

trazione integrale elettronica(xDrive), motore 6 cilindri abenzina 2.5 o 3 litri e (192-231Cv) e Diesel 3 litri (204 Cv).Tra le novità intriganti anche laX-Type Wagon, prima “fami-liare” della storia Jaguar conmotori V6 a benzina da 2, 2.5e 3 litri, e la Volvo S40, per unpubblico più giovanile.

Per il grande pubblico è cer-to più interessante la grande sfi-da in atto nel settore delle citycar e delle compatte medio su-periori. La reginetta “urbana”del made in Italy è indubbia-mente la nuova Panda, a suavolta molto apprezzata al Salo-ne, dove ha esordito in antepri-ma mondiale anche la interes-santissima versione Suv a quat-tro ruote motrici (derivata dalconcept Simba, arriverà nel2004). La Panda 2003 conser-va lo spirito eclettico del mo-dello precedente, ma è una vet-tura completamente diversa.Più grande, spaziosa all’inter-no (5 posti veri), molto più raf-finata negli allestimenti e nelletecnologie, come il motoreDiesel 1.3 Multijet disponibileda gennaio. La gamma attualeprevede la versione berlina a 5

porte in allestimenti Actual,Active, Dynamic ed Emotion,in futuro arriverà la 3 porte. Trele motorizzazioni. Benzina: 1.1Fire da 54 Cv, 150 km/h; 1.2 8valvole da 60 Cv, 155 km/h, di-sponibile anche con trasmis-sione Dualogic sequenziale-automatica. Turbodiesel: 1.316 valvole Multijet da 70 Cv,160 km/h (è il più avanzatoCommon Rail di piccole di-mensioni disponibile sul mer-cato). I prezzi rendono la nuo-va Panda decisamente appeti-bile e vanno dai 7.950 euro perla 1.1 Actual agli 8.700 per lavariante Active; dai 9.200 eurodella 1.2 8v Dynamic ai 9.950della Dynamic Class, Sound oSky, ai 10.950 della Emotion.Disponibili accessori d’altaclasse, come il tetto apribileSkydome, impianto radio-Cdcon comandi al volante, Abs etrasmissione Dualdrive confunzione automatica e sequen-ziale. Ben lontano il mondodelle tradizionali utilitarie.

Tra le nuove avversarie sulmercato per la city car Fiat, laCitroën C2 (3 porte, 4 posti)con tre motori a benzina: 1,1 li-tri da 61 Cv, 1,4 litri da 75 Cv,1,6 litri da 110 Cv oltre al tur-bodiesel HDi Common Rail di1,4 litri e 70 Cv.

Tra le compatte ambiziosedomina la sfida tra la quintaedizione della Golf e la nuovaOpel Astra. Volkswagen hamovimentato il lancio del pro-prio modello di punta abbinan-dogli la prima mondiale di unaversione “esasperata”, la GTIcon motore FSI turbo da 200Cv, che per ora è soltanto unprototipo ma da Parigi 2004sarà un modello in produzione.

La nuova Golf punta a ri-prendersi lo scettro di leadercontinentale del segmento edovrà confrontarsi con la Peu-

MOTORI

Prototipo Alfa Romeo da competizione.

Nuova Panda Emotion.

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geot 307, la Ford Focus, laMazda3 e la Renault Mégane,con la Fiat Stilo e, naturalmen-te con la Astra. La Golf è cre-sciuta ancora, raggiungendo i4,2 metri di lunghezza, purmantenendo la tradizionaleconformazione stilistica. Pro-pone 4 motorizzazioni, di cuidue a benzina (1.4 da 75 Cv e1.6 FSI a iniezione diretta da115 Cv) e due Diesel (1.9 TDIda 105 Cv e 2 litri TDI da 140Cv con nuovo cambio a seimarce, anche in versione Dsg).Più capiente il bagagliaio (347litri) mentre l’interno è all’in-segna dell’ipertecnologia: c’èil meglio dell’infomobilità,confort eccellente, disponibileogni tipo di assistenza elettro-nica alla guida. L’Astra rappre-senta sul piano estetico una ri-voluzione più sostanziale con ilpassato. Ha motori competiti-vi, tra cui il benzina 2 litri tur-bocompresso da 200 Cv (230

km/h, accelerazione da 0 a 100in 8 secondi) e il 2 litri turbo-diesel da 140 Cv a sei marce.

Nel campo dei concept è co-munque ancora il made in Italya dominare. Oltre alla ristiliz-zata ammiraglia Alfa Romeo166 (rinnovata nel look, specie

D opo una lunga gestazione (presentazionestatica in marzo a Ginevra, secondo de-butto al salone di Francoforte, prima del

lancio internazionale di metà ottobre a Firenze)è arrivata un’altra attesa novità targata Fiat. Èla Idea, che segna il debutto del Gruppo torine-se nel settore combattutissimo delle monovo-lume compatte, un segmento in grande espan-sione, che sta conquistando quote crescenti dimercato e in cui già si confrontano modelli disuccesso come Scénic e Picasso, Zafira, C-Maxe Touran. L’Mpv Fiat (veicolo multiuso) pre-senta un look accattivante, grazie anche all’ope-ra di Giugiaro che ne ha curato lo stile. Lineetese e moderne, interni particolarmente curati,deriva dalla Punto ed offre un posto guida rial-zato, a beneficio della visibilità e del confort.Molto comodo il cambio posto al centro dellaplancia (come nella Panda e nella Ypsilon), sor-prende per la grande abitabilità e la modularitàdell’allestimento, che comprende sedili ripie-gabili e numerose soluzioni per il carico. Oltreal motore a benzina 1.4, propone i due nuoviturbodiesel della famiglia Multijet: quello 1.3 eil “fratello maggiore” 1.9. �

Il debuttodella Idea

Nuova Panda.

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del frontale, adesso in sintoniacon le altre Alfa grazie alla nuo-va mascherina di maggiori di-mensioni e ai proiettori più am-pi) e al coupé GT disegnato daBertone, il Gruppo Fiat ha in-fatti proposto a Francoforte dueprototipi stupendi. La “Fulvia”è la riedizione di un modelloche ha scritto la storia della

marca, il famoso coupé HF chedominò nei rally. E la sorpresaAlfa Romeo è stata la 8c Com-petizione, una due posti grinto-sa che anticipa una futura su-percar a due posti del Biscione,con motore V8 da 400 Cv. En-trambe potrebbero essere pro-dotte in piccola serie: decide-ranno le richieste del mercato.

Sempre dal regno dei sogni,cioè dal pianeta dei concept,tante proposte curiose. Adesempio la Ford Visos che rie-voca l’icona Capri degli anni’70 (motore V6 tre litri da 350Cv con appendici aerodinami-che attive), la Citroën C-Air-lounge con configurazione mo-dulare dell’abitacolo e frontalea V, la Seat Altea (monovolu-me compatto, dinamico e gio-vanile), soprattutto la splendi-da Audi Le Mans quattro. Unasportiva ad elevate prestazioniche si ricollega ai tre anni con-secutivi di dominio delle R8 al-la “24 ore” francese. Lunga4,37 metri ma larga 1,9 ed altaappena un metro ed un quarto,è mossa da un V10 posteriorecentrale a iniezione diretta da610 Cv.

La Nissan, col Dunehawkanticipa il concetto di 4x4 delfuturo: fuoristrada a 7 posti didimensioni compatte (4,8 x 1,9metri), che sfrutta la tecnologiaAll-Mode 4x4 adottata dall’X-Trail. �

TuttoMaseratiQuattroporte

Maserati.

C ome i lettori ricorde-ranno abbiamo spo-sato a suo tempo la

causa dell’idrogeno peravere automobili funzio-nanti con le fuel cell chenon inquinano. Ma erava-mo e siamo coscienti che,al di là di troppo facili ot-

timismi, l’auto a idrogeno contutti i necessari supporti logi-stici (distribuzione del gas e as-sistenza) sarà una realtà solo trauna decina di anni o forse più.Però il problema dell’inquina-mento incombe ed allora unasoluzione (parziale) del proble-ma sta nell’auto ibrida, cioè contrazione elettrica e con un grup-po elettrogeno a benzina o Die-sel per avere la necessaria au-tonomia. Questo perché, pur-troppo, l’auto totalmente elet-trica non ha avuto successo perla mancanza di batterie ade-guate. Con quella ibrida si ri-ducono sensibilmente i gas discarico.Prototipi di auto con trazioneibrida sono stati sperimentatida tutti i grandi costruttorimondiali ma per ora solo le Ca-se giapponesi Toyota e Hondahanno messo in vendita i loromodelli che arriveranno anchein Italia. Le prestazioni sono

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MOTORI

di Gianni Rogliatti

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Toyota.

Honda.

buone ma il prezzo è inevita-bilmente più alto di quello dimodello classico equivalente. È vero che l’auto ibrida consu-ma di meno grazie alla mag-giore efficienza (si recupera infrenata parte dell’energia spesaper accelerare) e quindi con-sente un risparmio di carburan-te che, in attesa di dati concre-ti su grandi numeri possiamo

stimare in un 30 per cento. Os-sia un automobilista che con-suma in un anno mille litri perfare dai 10 ai 12 mila km avràrisparmiato 300 litri. Lo stes-so numero in Euro, poco menoper il gasolio, poco più per labenzina. La convenienza quin-di si sente solo in caso di per-correnze elevate.Uno dei modelli giapponesi èla Toyota Prius: è stata lancia-ta nel 1997 e ne sono state ven-dute 110 mila. Oggi arriva la se-conda serie migliorata in nu-merosi aspetti tecnici, con unmotore elettrico più potente(50kW) in grado di far marcia-

re da solo la vettura. Il motorea benzina di 57 kW associato aquello elettrico serve per le al-te velocità. Per ricaricare le bat-terie è presente un generatoreseparato, una scelta interessan-te sebbene più complicata. La vettura è dotata di sistemi in-novativi quali il condizionato-re elettrico ed il sistema fre-nante “brake by wire” anch’es-

so elettrico. È una berlina dibuone dimensioni (lunghezzam 4.44) con 4/5 posti. Il prez-zo annunciato in USA è di cir-ca 25.000 dollari.L’altro modello è la Honda ibri-da che fa parte della gamma Ci-vic, e porta avanti lo sviluppoiniziato con la Insight: il con-cetto è un po’ diverso rispettoalla marca concorrente, inquanto il motore elettrico nonspinge la vettura da solo ma inunione a quello a benzina e ser-ve anche per avviarlo ogni vol-ta che viene fermato se la mac-china è ferma a sua volta. Inol-tre funziona anche da generato-

re per la ricarica delle batterieche sono (come per la Toyota)del tipo denominato litio-idrurimetallici più leggere ed effi-cienti rispetto ad altri tipi, anchese più costose. La vettura è lun-ga 4,46 metri ed ha 4/5 posti. Ilprezzo non è ancora noto. �

L’auto ibridaHonda.

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amanti del ferromodellismo.Erano prodotti industriali ditutto rispetto, belli e tecnica-mente all’avanguardia, ma laPocher partì con l’idea di farequalcosa di più offrendo dellecreazioni semiartigianali parti-colarmente raffinate, destinatenon solo al mercato interno, masoprattutto all’estero. Fondaro-no la Ditta Corrado Muratore eArnaldo Pocher: il primo era ilmanager, il secondo il tecnico.La sede si trovava in una pic-cola villetta di periferia con an-nessa officina, esattamente in

via Foglizzo al numero civico2, il personale agli inizi si con-tava sulle dita di una mano.Oriundo veneto, Arnaldo Po-cher era un abilissimo incisore,aveva una pazienza da certosi-no e il fuoco della passione ad-dosso. Qualità ideali per il la-voro che stava per intraprende-re. Muratore, uomo pieno diiniziativa, aveva tutte le carte inregola per creare dal nullaun’azienda e condurla versoambiziosi traguardi. I primi ca-taloghi presentavano ingegno-si accessori per plastici ferro-

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T orino, capitale dell’automobile. Ma per tanti an-ni capitale anche dell’automobile in miniaturacioè dei modellini d’auto. Basta ricordare un no-

me, quello della Pocher. I suoi furono certamente ipiù bei modelli del mondo e vennero venduti in ogniangolo della terra. Facciamo un po’ di storia di que-sta piccola, grande fabbrica torinese che iniziò a la-vorare nel 1952. Stranamente non cominciò con leauto, ma con i trenini in miniatura scartamento HO.

Nel dopoguerra erano il gio-cattolo alla moda e se ne pro-ducevano molti in Italia eall’estero: è sufficiente citare lamarca italiana Rivarossi e la te-desca Marklin per evocare unpassato glorioso così caro agli

TORINO CAPITALE DELL’AUTO

Quei giorniin cui

facemmoPocherdi Edoardo Massucci

Alfa Romeo2300 8c(1931)chiusa

K/76 Bugatti 50 T 1933.

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viari, vagoni merci e passegge-ri in metallo pressofuso e poilocomotive e locomotori. Usci-rono degli autentici capolavoriche fecero impazzire gli appas-sionati di vero modellismo ediedero subito del filo da tor-cere alle grandi aziende. I va-goni della Pocher, impreziositidelle raffinate incisioni del lo-ro creatore, erano un “mito” perchi, ragazzo o adulto, amavagiocare ai trenini elettrici e losono ancora per i collezionistid’oggi. Costavano un po’ cari,ma erano ben fatti e in serie li-

mitata, perciò più ricercati. Ne-gli Stati Uniti andarono a rubatanto è vero che il disgraziatogiorno del 1956, quandonell’Atlantico colò a piccol’Andrea Doria, finirono infondo al mare anche migliaia divagoncini e altro materiale del-la Pocher che si trovava nellestive.

La svolta automobilisticaavvenne nel 1961 quando lapiccola Casa torinese ottennedalla Fiat la commissione diprodurre una serie di modellidelle “1300” che sarebbe sta-

ta presentata in aprile dal Sa-lone dell’Automobile di Tori-no: la Pocher ebbe in via ri-servatissima i piani costruttividella vettura alcuni mesi pri-ma del lancio, l’accordo ven-ne perciò stipulato in gran se-greto e formalizzato con tantodi atto notarile. Puntuale, inaprile, il modello era pronto edestò scalpore. Realizzato inscala 1:13 e presentato inun’elegante confezione, ave-va il cofano apribile, il moto-rino elettrico e i pneumaticiscolpiti. Nel 1964 l’operazio-ne si ripete in occasione dellancio della “850”: nella mi-

niofficina Pocher si lavora an-cora una volta in gran segretoe il modello esce contempora-neamente il 5 maggio.

Fiat “1300” e “850” furonoi primi modelli di una lunga se-rie durata quasi 15 anni duran-te i quali ad ogni nuova vettu-ra presentata dalla Casa tori-nese faceva seguito il suo mo-dello in scala 1:13: l’ultima fula “132”.

Erano modelli eccellenti efedeli alla realtà, ma non an-cora gli autentici capolavoridella Pocher. Dobbiamo infat-

IN MINIATURA

...e quellaaperta...

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ti arrivare al 1966 per assistereal vero salto di qualità. Intantola fabbrica, ormai troppo allostretto nella sede originaria, siera trasferita in via Ambrosini8, dove poteva disporre di lo-cali molto più spaziosi, nuoveattrezzature e un maggior nu-mero di maestranze.

Salone del Giocattolo diMilano, gennaio 1966. Nellostand della Pocher appare unmaximodello che lascia tuttiesterrefatti. Non si tratta diuna vettura d’attualità, ma diun’auto storica: Muratore ePocher l’avevano “puntata” alMuseo dell’Automobile di To-rino e avevano deciso di farneun modello “coi baffi”, unesemplare senza precedentidestinato a spopolare anchesui mercati internazionali. Sitrattava della Fiat “130 HP”con la quale il leggendario pi-lota Felice Nazzaro aveva vin-to il Grand Prix di Francia del1907. Scala 1:8, in altre paro-le circa 50 centimetri di lun-ghezza. Alla sua imponenzauniva una incredibile quantitàdi particolari e bastano alcunidati per farsene un’idea. I pez-zi che la componevano eranoben 823 così suddivisi: 144 inplastica ad alta resistenza, 173in ottone, 506 in altri materia-li come acciaio, ferro, rame,cuoio, gomma e alluminio.

Il modello venne messo invendita in scatola di montag-gio e anche montato, con tan-to di vetrinetta. Inutile dire cheil successo fu grandioso tantoche in casa Pocher si pensò su-bito a mettere in cantiere il se-condo “gigante”.

Fatte le necessarie ricerchedi mercato e vagliate molte pro-poste, l’attenzione si posò que-sta volta su un’Alfa Romeo al-trettanto gloriosa, la “2300 8c”Monza 1931-34, l’auto che

aveva collezionato una spetta-colosa serie di successi pilota-ta da grandi assi del volante co-me Nuvolari, Campari, Varzi,Caracciola e Trossi. L’Alfa Ro-meo mise a disposizione i dise-gni originali con tutta la relati-va documentazione e la Pochersuperò sé stessa tanto che tra laFiat e l’Alfa c’era già un abis-so. Per avere un’idea della suaperfezione si pensi che questosecondo modello era compostoda ben 1452 pezzi (629 in più)con la riproduzione integraledel motore, del telaio e dei va-ri organi meccanici, con sterzoe impianto freni funzionante.

Splendide le ruote a raggiottenuti con filo d’acciaio. Co-stava agli inizi 72.000 liremontato e 28.000 in scatola dimontaggio. Era il 1968: in so-li due anni la Pocher avevamesso a segno un altro colposensazionale. Ma non era fini-ta. Si deve frattanto registrareun cambiamento nello staffdella Casa torinese: nel 1968lascia l’azienda il Signor Po-cher e gli subentra come di-rettore tecnico il Signor GianPaolo Altini, un altro abilissi-mo modellista, esperto di au-to e di treni, già nell’aziendadal 1960. Tempo due anni –siamo nel 1970 – ed eccospuntare la terza novità. Inco-raggiata dai vasti consensi su-scitati in tutto il mondo, la Po-cher decide di giocare una car-ta destinata ad accrescere an-cor più il suo prestigioall’estero. Ed esce così il no-me che tutti aspettavano: Rol-ls Royce. La scelta cade su unalussuosa vettura del 1932,esattamente la “Phantom II”drop head sedanca coupé cheviene realizzata sulla scortadei disegni originali messi adisposizione dalla Casa ingle-se e grazie anche alla collabo-

AUTO IN MINIATURA

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Mercedes cabriolet 1935.

Rolls Phantom II coupé 1932.

Fiat 130 HP 1937.

Rolls Torpedo 1934.

Mercedes Benz 500 K/AK 1935.

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A lzi la mano chi non ne ha ancoravisto uno! Da quando nel ’94, ven-nero immessi in circolazione a To-

rino, i “Posterbus” sono entrati a far par-te del paesaggio. Raro trovare qualcunoche non abbia ancora visto circolare (oin sosta) uno di questi veicoli solita-mente di colore verde e foggia insolitadove, invece del cassone dietro (oppuresul tetto) hanno un pannello di vetrore-sina a forma di “ics” chiamata “vela” re-cante un messaggio pubblicitario.

Attualmente sono un’ottantina i vei-coli della cosiddetta “pubblicità dina-mica” Publigem (società fondata nel1989 da Filippo Gemelli), circolanti (o

in sosta) in città e in provincia: tutti si-stemati presso grandi piazze o incroci“strategici” (meglio se semaforizzati,così l’automobilista, durante l’attesa,ne percepisce il messaggio). Tutti stra-tegicamente collocati (o circolanti) inmodo da ottenere una copertura totale24 ore su 24. Statisticamente i poster-bus di Torino rappresentano il 15 percento dell’intera flotta nazionale checonta, sparsi in tutta la penisola, oltre500 mezzi di foggia e forme diverse:dalle Panda attrezzate (Pandup), agliApe (Stendup), ai più voluminosi Nis-san o Iveco da 35 q.li (Posterbus), aiPiaggio Porter (Posterbus R).

LE VELEDI

TORINO

Per loro, a Torino come altrove, nonvalgono limitazioni di circolazionederivanti da ad inquinamento atmo-sferico: quasi un terzo infatti dei vei-coli è dotato di motori elettrici (l’ul-tima immissione di 50 mezzi nellaflotta risale a due mesi fa), mentre sistanno attrezzando gli altri veicoliall’uso di “gasolio bianco” (ecodie-sel). Tutti dotati di una speciale “sca-tola nera” che ne registra tutti gli spo-stamenti e le soste (con buona pacedel cliente pubblicitario) e comanda-ti da una sofisticata centrale operati-va satellitare che si trova a Collegno,sede della Publigem. �

di Massimo Boccaletti

PUBBLICITÀ SU RUOTE

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razione del collezionista pro-prietario della vettura vera.L’escalation della Pocher nonsi arresta e tocca anzi nuovi re-cord: la Rolls delle meravigliesi compone di ben 2199 parti,di cui 454 in plastica ad altaresistenza, 1059 in ottone, 430in acciaio inossidabile, 256 inmateriali diversi.

Impressionante il corredo diparticolari e delle parti mec-

caniche: si può dire che tutta lavettura era riprodotta nei mini-mi dettagli: sterzo e sospensio-ni perfettamente funzionanti,freno a pedale operante sullequattro ruote e freno a mano suquelle posteriori, fanali elettri-ci che si accendevano dal cru-scotto, l’albero motore, com-pleto di bielle, pistoni e perni,ripeteva tutti i movimenti dalvero azionando una manovelladi avviamento a mano e poi amezzo cinghie ed ingranaggivenivano messi in moto vento-la di raffreddamento, dinamo emagnete. Appassionati, inten-ditori e commercianti rimaseroa bocca aperta.

Il 1° luglio 1972, mentre èquasi pronto il quarto model-lo, l’Alfa Romeo Touring1932 (variante della preceden-te Alfa) un furioso incendiodevasta lo stabilimento dellaPocher e impone una battutad’arresto nell’attività produt-tiva. Dopo qualche mese lafabbrica riapre a Collegno invia Adamello 12 e qui vienemesso in cantiere il quinto mo-dello che apparirà nel 1975: laMercedes-Benz “500 K/AK”cabriolet 1935. È un’altra ma-gia della Pocher. La vettura ve-ra, esemplare unico di pro-prietà di un collezionista tori-nese, viene addirittura portatanello stabilimento e qui i tec-nici per quasi due anni rileva-no tutti i particolari necessari.Lo spettacolare modello chene esce è composto da 2378parti (altro record), è lungoben 66 centimetri e non man-ca proprio nulla rispettoall’originale. La Mercedes èpurtroppo il canto del cigno diGian Paolo Altini che scom-pare prematuramente primadell’uscita del suo capolavoro.È un altro duro colpo perl’azienda che però riesce an-

cora una volta a rialzare la te-sta grazie alla tenacia di Cor-rado Muratore e anche all’ap-porto di un altro valoroso mo-dellista, il Signor Franco cheraccoglie il testimone e contri-buisce a portare avanti l’atti-vità. Utilizzando in parte lameccanica della Rolls, la Po-cher, nel 1977 lancia il suo se-sto modello: è la riproduzionedella Torpedo Cabriolet“Phantom II” Convertibile,vettura che fu costruita inesemplare unico dai Carroz-zieri Thrupp e Maberley per ilMaragià di Rajkot. Altra autodi sogno alla quale la Pocherdedica tutto il proprio impe-gno: i pezzi che la compongo-no sono addirittura 2905, lalunghezza 72 centimetri.

Particolarmente curato l’ar-redamento interno con paretitappezzate, sedili imbottiti e fo-derati in vera pelle. Caratteri-stico il color zafferano che si di-ce in India abbia un significatoreligioso. Tre anni dopo la Po-cher, che nel frattempo si eratrasferita a Brandizzo, introdu-ceva il suo settimo modello eun altro nome storico veniva adaggiungersi nel suo albo d’oro,quello della Bugatti. L’auto ri-prodotta era la fascinosa “50T”del 1933 che univa potenza etecnica raffinatissima. Le ca-ratteristiche non si discostava-no dai modelli precedenti ederano perfettamente in lineacon la tradizione. Con questavettura si conclude la storia to-rinese della Pocher che, ormaidivenuta proprietà della Riva-rossi, viene nel 1981 trasferitaa Como. Qui vengono sfornatialtri spettacolosi modelli, fracui le Ferrari “Testarossa” e“F40”. Ma qualcosa era cam-biato, almeno per noi. Era unaltro pezzo di Torino che se neandava. �

AUTO IN MINIATURA

L’Alfa Touring.

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Bugatti 50 T - 1933due particolari.

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S tamani la sveglia ha suo-nato e tu ti sei alzato contutte le migliori intenzio-

ni. Ieri hai letto un articolo diun autorevole studioso cheraccomanda di svolgere atti-vità sportiva per migliorare iltuo benessere fisico e per con-trastare gli effetti del passaredegli anni. Oggi hai deciso dimettere in pratica i suoi consi-gli. Ti sei guardato allo spec-chio e quando ti sei girato diprofilo ed hai abbassato losguardo a livello, diciamo co-sì, della cintura, la tua convin-zione di iniziareun’attività di mo-vimento ha rice-vuto una fortespinta motivazio-nale.

Bene, è il mo-mento di dar fon-do a tutta la tuabuona volontà(che costituiscesempre la compo-nente fondamen-tale per praticareuno sport o co-munque un’atti-vità di movimen-to) e assecondarla.

Comincia conuna telefonata altuo amico medicoper chiedere qual-che consiglio: unabuona visita puòdirti in quali con-dizioni è il tuo fi-

Foto 1 - Cardiofrequenzimetro - Consente di misurare intempo reale la frequenza cardiaca. In quasi tutti i modelli èpossibile impostare un valore minimo ed uno massimo al difuori dei quali viene attivato un segnale sonoro. In tal modo sipossono applicare perfettamente i valori della tabella 2.

Foto 2 - Rilevazione della frequenza cardiaca all’arteriacarotide. Si può avere un’indicazione approssimativa dellafrequenza cardiaca al minuto appoggiando tre dita di unamano a un lato del collo e moltiplicando per 5 i battiticardiaci contati per 12 secondi.

Foto 3 - La marcia. È l’esercizio per eccellenza per i soggettidi una certa età e può essere anche sostenuta ad una buonavelocità. Meno traumatica della corsa, può essere effettuatasu un ottimo terreno erboso e con alberi e non richiedeattrezzature particolari se non un buon paio di scarpe e,eventualmente, un cronometro o un contapassi. Sia la marcia,sia la corsa, sia la bicicletta possono essere sostituiti daesercizi sulle attrezzature da palestra (tapis roulant e cyclette), certamente più monotoni ma con effetti che siavvicinano a quelli ottenuti all’aperto.

Foto 4 - La corsa. È l’esercizio più naturale fino ad una certaetà. Chiamando in azione un elevato numero di muscoli è unottimo esercizio a carattere generale.

Foto e testi diGiuseppe Trucchi

L’etàe lo sport

GINNASTICA & MOTO

fig 1

fig 3 fig 2

fig 4

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GINNASTICA & MOTO

Foto 5 - La bicicletta. Al vantaggio di muoversi all’aperto sicontrappone lo svantaggio del limitato numero di muscoliimpegnato. Per compensare sarebbe necessario un programmadi esercizi compensativi.

Foto 6 - Il nuoto. È giustamente considerato un eserciziocompleto per l’elevatissimo numero di muscoli chiamato incausa e offre ottime possibilità di attività continuata in ambitoaerobico.

Foto 7 - Le bocce. È di gran lunga lo sport più diffuso tra isoggetti della terza età. L’impegno organico del gesto tecniconon è elevato ma le camminate avanti e indietro sul campodurante una o più partite rappresentano una discreta possibilitàdi movimento.

Foto 8 - Il canottaggio. Ottimo sport per l’impegno di unnumero di muscoli molto elevato e per la possibilità di regolarel’intensità dello sforzo. È preferibile il singolo o il due di coppiacon un compagno con caratteristiche fisiche e mentali simili.

Foto 9 - Lo sci di fondo. È un altro ottimo sport aerobico, diintensità controllabile, a elevato impegno organico emuscolare.

sico, quale dovrebbe essere iltuo peso e soprattutto se il tuocuore non perde colpi. Bene,avute le indicazioni e il bene-stare medico è il momento del-la scelta dell’attività.

Ma proprio questa sceltaimpone il chiarimento di alcu-ni principi di base. La praticadell’attività sportiva talvoltaviene intrapresa soltanto perdiminuire di peso. Lo sport dasolo però non fa dimagrire (ameno che la sua pratica abbiauna frequenza molto elevata,ma non è il nostro caso). Per-ché faccia dimagrire deve es-sere comunque associato aduna dieta ben calibrata. Nonpossiamo abbuffarci e poi pen-

sare di smaltire l’eccesso gio-cando una partita di tennis o dicalcetto. È necessario trovareil giusto equilibrio tra le calo-rie immesse e le calorie con-sumate, facendo in modo chequeste ultime superino un po-co le prime. Lo sport aiuta cer-tamente, ma la breve tabella 1ci dice che le calorie che pos-siamo consumare con un’atti-vità sono limitate.

D’altro canto è anche veroche alcune attività di movi-mento possono portare ad unmaggiore consumo dei grassicorporei. Gli studiosi di fisio-logia ci dicono che, se un’atti-vità si prolunga senza interru-zioni per oltre 20/30’, il corpo

40

fig 8

fig 9 fig 6

fig 5 fig 7

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comincia ad attingere una per-centuale dell’energia necessa-ria per il movimento dai gras-si e li “brucia”. Perciò, se il no-stro scopo principale è quellodi dimagrire, la scelta è prati-camente obbligata. Stabilita ladieta, dobbiamo svolgereun’attività per un tempo pro-lungato.

Le attività che possono es-sere protratte per un tempo as-sai lungo sono dette aerobiche,in quanto utilizzano prevalen-temente l’ossigeno: lo sforzoche richiedono è moderato enon sollecitano molto il nostrocuore e la nostra respirazione.E abbiamo anche la possibilitàdi controllare se l’intensitàdello carico cui sottoponiamoil nostro organismo è quellogiusto, cioè se l’impegno ètroppo basso o troppo alto. Lopossiamo fare controllando lafrequenza cardiaca, i battiti del

Foto 10 - Il tennis. Sportche richiede un impegnoanche molto elevato eimprovviso. Va quindiconsiderato adatto aisoggetti fino ad unacerta età e può esserecontinuato anche in etàpiù avanzata purché nonsi sia mai interrotta lapratica. Non vaintrapreso in etàavanzata se non si è maipraticato.

fig 10

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larlo all’arteria carotide comenella foto 2.

Consultando la tabella 2possiamo verificare se ci man-teniamo nei limiti consigliati.

I fisiologi hanno classifica-to come sport ad impegno pre-valentemente aerobico le atti-vità continue che possono es-sere protratte per un tempolungo: esse comprendonomarcia, corsa, nuoto, canot-taggio, ciclismo, sci di fondoe attività similari. I giochisportivi più comuni (calcio,pallacanestro, pallavolo, ten-nis, ecc.) sono classificati co-me sport ad impegno aerobi-co-anaerobico alternato.

Bisogna poi mettere in evi-denza che la pratica di un’atti-vità sportiva porta altri impor-tanti vantaggi. Essa infatti puòmantenere le funzioni genera-li dell’organismo in buona ef-ficienza: se ci abbandoniamo

cuore al minuto. Possiamo ac-quistare un cardiofrequenzi-metro (ormai scesi a prezzi ac-cessibili) come quello della fo-to 1. Oppure, ma con minorprecisione, possiamo control-

ad una vita sedentaria esse di-minuiscono sensibilmente. E,con una migliore funzionalitàfisica generale, anche la nostracondizione psicologica nonpuò che trarne beneficio. Esi-ste ancora una condizione per-ché tutti i benefici che abbia-mo elencato siano davveroreali e, soprattutto, siano ri-dotti al minimo i rischi cheun’attività può comportare:essa va attentamente rapporta-ta soprattutto all’età del sog-getto che la pratica. Avanzan-do con gli anni i nostri musco-li perdono di elasticità e, quan-do il nostro cervello ordina lo-ro di eseguire un determinatomovimento, ad esempio impo-sto da una situazione di gioco,la loro risposta è leggermentepiù lenta e non sempre cosìprecisa come vorremmo ed au-mentano un poco i rischi di in-cidenti. Quindi gli sport che ri-

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Foto 11 - Il calcio (e il calcetto o calcio a 5). Il calcio è losport più diffuso in Italia e il calcetto sta acquistando unnotevole gruppo di praticanti. È sport assai traumatico e,arrivati ad una certa età, andrebbe senz’altro abbandonatoin quanto ad elevato rischio di traumi.

fig 11

GINNASTICA & MOTO

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chiedono movimenti bruschi eimprovvisi o impegni musco-lari molto intensi vanno gra-dualmente abbandonati. Oltreall’età devono essere prese inconsiderazione le condizionifisiche generali e il sesso delsoggetto.

Naturalmente non esiste unaregola che valga per tutti per-ché ogni individuo è diversoper fisico e capacità. La cre-scente diffusione dell’attivitàsportiva ha spostato in avantil’età in cui si può continuare apraticare alcuni sport per di-verse ragioni:

a) si è capito che alla prati-ca sportiva si deve giungerepreparati

b) è aumentata la consape-volezza dell’importanza diuna visita medica preventiva

c) la sport viene praticatocon continuità, cercando dievitare i rischi derivanti da in-terruzioni prolungate.

Chi ha cominciato da giova-ne e non ha mai smesso è fa-vorito perché, a parte lo statodi forma fisica, si può rendereben conto di quali possono es-sere i limiti da non superare edanche quando è il momento dismettere o cambiare attività. Ipiù pericolosi sono i soggettiche hanno praticato uno sportin età giovanile, hanno inter-rotto e decidono di riprendere:difficilmente sono in grado divalutare che le loro possibilitàattuali, anche per la lunga in-terruzione, sono ben al di sot-to di quelle di un tempo.

Quale consiglio si può darea chi vuole praticare un’atti-vità sportiva e la sua età non èpiù, diciamo, molto verde? Larisposta è già intrinseca inquello che abbiamo detto: de-ve scegliere l’attività che piùgli è congeniale tra quelle checonsentono un buon controllo

dello sforzo e deve applicarsicon molta volontà e conti-nuità. Sicuramente potrà ap-prezzare i vantaggi che nontarderanno ad arrivare. Perinformazioni un poco più det-tagliate rimandiamo alle dida-scalie delle foto.

Sport KCAL/KG/H

Lavoro sedentario 1.5

Camminare (6 km/h) 3.80

Ciclismo (20 km/h) 8.56

Canoa (100 m/min) 8.72

Pallacanestro 10.00

Corsa (200 m/min) 10.05

Nuoto (50 m/min) 10.20

Sci di fondo (15 km/h) 15.45

Tabella 1 - Valori approssimativi delle calorie consumate inun’ora di attività per ogni kg di peso corporeo.

Tabella 2 - I valori riportati sono approssimativi e possonovariare, ma non di molto, a seconda dei soggetti. I valorisoglia di frequenza cardiaca riportati al di sotto della fasciaverde sono quelli da superare per entrare in un’attivitàaerobica efficace e corrispondono circa al 70% dellamassima frequenza cardiaca teorica, quelli riportati al disopra sono da non superare e corrispondono a circa l’85%della frequenza cardiaca.

tab 1

tab 2

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sono cominciati i restauri delcastello di Rivoli, lavori prati-camente finiti solo adesso, conla recente inaugurazione dellaimmaginifica Manica Lunga.Tra l’altro, a parte i contenutid’arte, al piano terra sono sta-ti realizzati un bar, un risto-rante e una stupefacente, lun-ghissima terrazza panoramicache guarda la pianura, con in-telligenti cesure tra le muratu-re settecentesche e disegni emateriali contemporanei. Bellavoro.

Quest’anno tra l’altro sonodieci anni da che Anna MariaRimondotto e Daniele Forna-siero, due insegnanti di Orbas-sano e Collegno, lei laureata in

scienze naturali, lui in geolo-gia, e tutti e due appassionati dinatura, hanno firmato un pre-zioso libretto: “Guida alla col-lina morenica di Rivoli e Avi-gliana”, edita dal Cda nel 1994.Un atto d’amore, una gran fati-cata, un cumulo di informazio-ni storico scientifiche, e flashambientali…

“…L’avventura può esisterefintanto che ci sono ancora ter-re, – scrivevano i nostri – cielie mari da esplorare. Ecco allo-ra scritta tra le righe, di ogni pa-gina, implicita in ogni immagi-ne, una domanda: fino a quan-do esisterà tutto questo? ”. Bel-la domanda! “La necessità del-la tutela e valorizzazione di unambiente, si comprende soloquando se ne conoscono le ric-chezze. Il nostro sforzo serve aquesto, a mettere in luce che lacollina morenica coi suoi dolcipaesaggi fatti di boschi, piop-peti e campi coltivati, rappre-senta ancora un ambiente di in-sospettato valore naturalisticoche va valorizzato e protettodalla speculazione edilizia sel-vaggia, dal degrado di cave, di-scariche abusive, recinzioni, einciviltà di chi fa di ogni sen-tiero una pista da motocross,dei boschi un luogo per la rac-

U n parco modesto per estensione, solo venti et-tari, ma a portata di mano, appena a una ven-tina di chilometri da Torino. Si può comincia-

re infatti a camminare subito fuori Rivoli, e si è inuna bella campagna aperta a silenziosa, con vasti bo-schi cedui, prati e campi di mais, un reticolo di sen-tieri, carrarecce, contadini e boscaioli al lavoro, gen-te che corre a piedi, in bici, a cavallo. D’inverno, senevica abbastanza, si va perfino con gli sci da fon-

do o con le racchette. Chi abi-ta nei paesi limitrofi: Reano,Buttigliera, Rosta, Avigliana,non ha neanche il fastidio diprendere la macchina. Si met-te una tuta, le pedule, d’inver-no la giacca a vento e un ber-retto, magari prende il cane, edè in mezzo ai boschi. L’area èstata dichiarata protetta nel1984, proprio nell’anno in cui

DINTORNI TORINESI

Fotoe testi

diRenato

Scagliola

Le collinetra

Rivolie Avigliana

UN WEEKEND

“MORENICO”

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colta selvaggia dei funghi, deiprati un parcheggio e un cam-po di football…”

Ben detto, anche se è una bat-taglia dura da vincere, controbruti e cretini, razze indistrutti-bili, sopravvissute a guerre, pe-stilenze e virus…

Le croci di confine, su ter-mini di pietra, furono incise giànel 1330 sul Truc di Monsa-gnasco, per dividere i territoridi Rivoli e Rivalta. Un uso,quello dei cippi di confine, chesopravvive ancora oggi. In

campagna per delimitare leproprietà, si conficcano verti-calmente nel terreno grossepietre affiancate da altre duepiù piccole – dette testimoni ovalentìe in piemontese – rica-vate da un solo sasso piattospezzato (le due metà devonocongiungersi perfettamente),che indicano che il pietrone nonè un coso qualunque, ma giustoun segno di confine. Nei seco-li infatti non era raro che di not-te qualche campagnino spo-stasse abusivamente il “ter-mu”, per guadagnare di strafo-ro un pezzo di prato. Di qui li-tigi e risse, e anche omicidi.Esattamente come succedeva esuccede con le frontiere deglistati. Per questo oggi, quandosi tratta di delimitare le pro-prietà – prati, campi, boschi, –all’atto dell’interramento deicippi, devono essere presentiun geometra e i proprietari. Perevitare…

Il paesaggio nel 1200 e din-torni, veniva descritto come“vernetun”, cioè bosco di onta-ni (verna, in piemontese), tan-to che a Rivoli è ancora diffu-

so il cognome Vernetti, per di-re la storia…

Polemiche sull’origine deimassi erratici. Al principiodell’800, il movimento dei Tor-renzialisti, sosteneva che i mas-si disseminati nella bassa valledi Susa, fossero stati trasporta-ti da violente inondazioni do-vute a catastrofi come terremo-ti, fusioni di ghiacciai, esonda-zioni improvvise di laghi… Fusolo nel 1850 che il geologoBartolomeo Gastaldi, seguen-do le teorie dei “glacialisti” na-ta in Svizzera, spiegò che lerocce erano state trascinate avalle dai ghiacciai poi ritiratisi.E giusto l’anfiteatro morenicodi Rivoli e Avigliana testimo-nia la giustezza della teoria.

I massi erratici oggi, grandie piccoli, sono una bella curio-sità. Tra parentesi ricordiamoche il più grande è inglobato nelcentro storico di Pianezza, e fuintitolato proprio a Gastaldi. Èun pietrone ciclopico, irregola-re alto 14 metri con un diame-tro di una trentina. Ormai è si-stemato da più di un secolo trale case, e gli abitanti non ci fan-no quasi più caso. Solo qualcheraro forestiero lo cerca e si fer-ma a guardarlo meravigliato.Per molti altri la sua presenza èignorata. Altri giganti litici so-no diventati palestre di boulde-ring (arrampicata su massi,dall’inglese), come i due Roc’d Pera Majana solitari in unprato appena prima di Villar-basse o come il Roc Pera Gro-sa e la Pera Auta di Caselette,tra le boscaglie verso Valdella-torre. Altri più fuori mano, han-no nomi pittoreschi come Rocd’le Sacoce, o Pera d’la Spina,Pera d’la Vachersa, Roc Mufì,Pera Luvera… Un masso piùmodesto è santificato invecedavanti all’Abbazia diSant’Antonio di Ranverso, con

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LA COLLINA MORENICA

Reano.

Lo stagno Pessina.

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su una medioevale stele di pie-tra.

È giusto ricordare che la sco-perta delle dozzine di massidella bassa valle e loro classi-ficazione – specialmente cometerreno di gioco – si deve aGiancarlo Grassi, non dimenti-cato grande alpinista valsusino(abitava con moglie e una fi-glioletta in una vecchia casa diCondove), morto a soli 44 an-ni travolto da una valanga dighiaccio al ritorno da una sca-lata nei monti Sibillini. Grassiha girato per anni a tempo per-so, scoprendo e liberando dairovi i “suoi” pietroni, segnan-do vie e scrivendo relazioni. Seancora oggi i giovani climbersarrampicano sotto casa, lo de-vono a lui.

A parte i massi, la collina èun bel terreno per passeggiare,estate e inverno. Ufficialmentesono censiti dieci chilometri disentieri, ma in realtà sono mol-ti di più, perché la zona è statafrequentata per secoli da con-tadini, pastori e boscaioli, trac-ciando un reticolo infinito disentieri e tratturi. Appena vici-no allo stagno Pessina, nel ter-ritorio del comune di Rosta(senza guardare la cappella in-titolata alla Madonna dei Bo-schi, realizzata qualche anno fadagli Alpini rostesi che sonogente sempre simpatica e ri-spettabile, ma qualche voltafanno l’uovo fuori dalla cava-gna, nel senso che la cappellet-ta è proprio bruttina), una par-te del bosco, intitolato a GiulioDe Benedetti, già direttore deLa Stampa che abitava giusto aRosta, è diventato un libro dibotanica, nel senso che ognipianta ha un cartellino col no-me: il Ciliegio (vecchio di 90anni, alto trenta metri, recita ladidascalia), la Robinia, il Noc-ciolo, la Quercia rossa, l’Olmo,

l’Acero, il Biancospino, la Ro-verella, il Frassino. Ma la cosapiù curiosa è che in giro ci so-no dozzine di piantine di altrevarietà, messe a dimora un paiod’anni fa a cura del comune diRosta, ognuna dedicata ad unmarmocchio appena nato. Laprima targhetta dice: “Questoalbero è stato piantato per Gre-ta Nobili, nata il 4 gennaio2001. Il nostro augurio è cheentrambi crescano sani e robu-sti”. Un’idea bella e gentile.

Questa parte della collina èpercorsa da un comodo sentie-ro che è stato battezzato la Viadei Pellegrini, come spiega uncartello che fornisce anche no-zioni di geologia, storia e bota-nica. Tra gli alberi ci sono pan-chine di cemento, alcune di le-gno, e frecce che indicano la di-rezione del Roc Pera Grosa, unmasso erratico gigantesco, no-ta palestra di roccia. Su una del-le facce un emerito cretino hascritto con lo spray giallo: “Pol-ly ti amo”. Chissà se la Polly siè resa conto della scarsa cilin-drata dello spasimante. A latodel viottolo un cartello indica

la tana di un tasso, che però digiorno non si vede perché escesolo di notte. In effetti la scar-pata è piena di buchi con terrasmossa di recente, segno che iltasso c’è ancora. Tra la bosca-glia, sulla cresta che fa da spar-tiacque, si vedono ancora gliantichi cippi che segnavano esegnano i confini comunali. Unbel monolito di pietra reca in-cisa la R di Rosta e la data 1740.Ancora più in là, sulla faccia ru-gosa volta a Oriente di un altrogrande masso, è incisa una cro-

Come vedremo tra poco il Castellodi Rivoli.

Il masso erratico.

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DI RIVOLI

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IMMAGINI MORENICHE

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ce, e a destra una B (Buttiglie-ra) e a sinistra una R, però scrit-ta a rovescio, che probabil-mente sta per Reano. Nei bo-schi c’è ancora qualche picco-la vecchia discarica abusiva, eperfino alcune auto incendiate,poeticamente, tra gli alberi.

Fuori dai confini dell’area,ma poco, al numero 44 dellaborgata Roncaglia di Villarbas-se, c’è l’azienda agricola Ter-ziano, una cascina nuova, macon contadini di vecchio cep-po, che produce ottimi formag-gi, venduti al mercato di Rivo-li. Ma passando dopo una pas-seggiata, si può anche far spe-sa al caseificio e tornare a casacon burro, robiole, buone to-me…

Una camminata poco più im-pegnativa si può fare partendoda Reano per salite al Moncu-ni, cocuzzolo che guarda i la-ghi di Avigliana. Attenzioneperò all’eventuale parcheggionella piazzetta di Reano, da-vanti al Municipio, dove c’è ilpeso pubblico, la farmacia, unacabina del telefono... Di solitoil luogo è quasi deserto e silen-zioso, con strisce per terra chedelimitano i posti auto e cartel-li che dicono Zona Disco. Eguai a dimenticare il disco, an-che se i posti sono vuoti e nonc’è anima viva. Il vigile – il pae-se ha 1300 abitanti quindi ma-gari c’è solo una guardia co-munale o magari due – è in-flessibile e al ritorno dalla pas-seggiata si può trovare il fo-glietto sul parabrezza. Cosa ra-gionevole altrove, ma irritantein un posto dove il problema delparcheggio è inesistente. Sonole piccole malvagità burocrati-che, che messe una sull’altrafanno scappare la voglia di es-sere buoni cittadini. Chiusa pa-rentesi.

Salire sul monte Cuneo è

molto piacevole: il versanteorientale è tutto bosco di casta-gni, betulle e parte conifere,mentre superata la cresta siaprono praterie con macchie diarbusti. Un itinerario ben co-nosciuto da chi va in mountainbike, e purtroppo anche dai mo-tociclisti che hanno segnato persempre i sentieri che profondisolchi portando anche in quotastrepiti e puzze.

Nei boschi, d’inverno, o ap-pena abbozzata la primavera,con gli alberi ancora spogli,può capitare di avere delle vi-sioni, come quella di un cava-liere solitario, per esempio suun cavallo bianco, che cavalcasilenzioso sulla cresta di unacollinetta, apparendo e scom-parendo tra i rami spogli, inlontananza. Come il CavalierePallido di Clint Eastwood (ilcui cognome tra parentesi si-gnifica bosco dell’est, e se ilfantasma si staglia a oriente èanche pertinente…). Mentreinvece i castagneti in una gior-nata nebbiosa di novembre, peresempio, possono far perderel’orizzonte. È capitato a chiscrive, che ha camminato pertanti anni in montagna senzamai perdere il sentiero. Inveceuna certa giornata scura di neb-bie basse dell’altro autunno checamminava pestando fogliesecche, guardano a terra, pen-sando ai casi suoi, e rimugi-nando sui massimi sistemi, sitrovò ad un certo punto in unposto dove non doveva essere,venuti a mancare i soliti puntidi orientamento. Girò a lungo,mentre veniva buio finché in-contrò prima un pastore di pe-core che gli diede indicazionicosì vaghe da aumentare laconfusione, poi uno scontrosoma gentile villano che ebbe pe-na e commiserazione per l’in-cipiente viandante capace di

perdersi nei boschi di Villar-basse, lo caricò su una vecchiaUno e lo portò con un breve gi-ro su sconosciute carrarecce,all’auto parcheggiata nel solitoposto.

All’angolo tra la provinciale184 che va a Villarbasse e lastrada per la borgata Corbiglia,c’era una volta, una magnificapiola, chiusa forse trent’annifa. La gente se la ricorda anco-ra. “Andiamo a far merenda daMarghitin”, si diceva. PerchéMargherita e Lorenzo Giustet-to, fratello e sorella erano i ge-stori. Lorenzo era famoso perla sua pancia e per i salami chefaceva nel retro, ma si facevamerenda anche con buone ac-ciughe al verde, mangiandosotto una topia, su panche e ta-voli di pietra. Il locale è statopoi venduto ed è diventatoun’abitazione. Peccato, pecca-tissimo. Anche perché non sicapisce perché non possano so-pravvivere le normali osterie

TRA RIVOLI E AVIGLIANA

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con tutta la perfezione della lo-ro semplicità e ospitalità pae-sana, fatte solo di ambienti se-reni, vini e cibi onesti. E nonmigliorabili in quanto già per-fetti. Invece si cambia buttan-do via memorie, esperienze,storie.

Scorrendo la guida, ci si sor-prende davanti alla nostra im-mensa ignoranza dei vari cam-pi delle scienze naturali. Pren-diamo gli insetti: tra i tanti gliScarabeidi che si nutrono disterco (Stercorari), hanno unnome bellissimo in piemonte-se, ossia “robatabuse”, a dimo-strare l’eccellenza descrittivadei dialetti. Quella specie di ra-gno dalle zampe lunghe checorre velocissimo negli stagni– e corre proprio, non galleggiasfruttando la tensione superfi-ciale dell’acqua – ha invece ilnome altisonante di Hydrome-

tra stagnorum. Mentre alcuniuccelli sembra siano stati bat-tezzati da ornitologi in mo-menti di buon umore, visto che,a parte la gazza che in latino sichiama Pica pica, c’è il Torci-collo, il Culbianco, il Saltim-palo, lo Strillozzo, il Pigliamo-sche…

Spesso su tutte le specie diquerce, è possibile vedere del-le belle palline marrone, le gal-le, provocate da insetti detti ap-punto galligeni che pungono lafoglia provocando un gonfioreperfettamente rotondo entrocui allevano le larve. Le galle,chiamate cocale in piemontese,possono essere grandi come bi-glie o come palle da ping pong,e, seccando, diventano legno-se, e vuotate, un tempo eranousate dai bambini di campagna,riempiti di ghiaietta, per faresonagli. �

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Reano.

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Èil settembre 1993: alla Bi-blioteca Reale di Torinocompaiono in una mostra

iconografica le Regine di casaSavoia. Una signora torinese,animatrice di un laboratorio diricerca per la riproduzione dioggetti preziosi rimane colpitadalla presentazione di una seriedi immagini in cui le consortisabaude apparivano molto bel-le e ornate: i pittori e i fotogra-fi di corte ne esaltavano in rap-presentazioni prestigiose, gliabiti sfarzosi, i ricchi monili.

Nessun museo torinese pre-senta i gioielli sabaudi: perchénon provare a riprodurli, vistoche le descrizioni iconografi-che ne mostravano la ricchez-za con sicura evidenza? Rosal-ba De Wan volle provare. Per-corse le Residenze sabaude al-la ricerca dei migliori ritratti,studiò in essi le caratteristichedi ogni ornamento. Così partì laricerca storica e lo studio delletecniche dell’oreficeria otto-centesca che consentirono di ri-produrre in modo fedelissimo igioielli sovrani.

Presenze prestigioseLe regine di casa Savoia so-

no state protagoniste, nella sto-ria, di vicende molteplici che

ora hanno esaltato la loro figu-ra spettacolare per bellezza eprestigiosa presenza, ora han-no mostrato – in modo più pri-vato, quasi sottovoce – i loro in-tenti umanitari, la generosa di-sponibilità verso chi soffre,verso chi è bisognoso o co-munque reietto. Tutti le ricor-dano con ammirazione: furonoamate dal popolo mentre il lo-ro intervento appariva spessodeterminante anche nelle vi-cende dinastiche di cui contri-buirono a temperare contrasti.Ma lo spettacolo della corte ri-chiedeva che la loro immaginefosse sempre prestigiosa: ad es-se fu offerto il pregio dei gioiel-li che, incoronandole, ne avva-lorava la prestanza.

Maria Teresa, arciduchessadi Asburgo Lorena consorte diCarlo Alberto amò le toilettespoco appariscenti, ma estrema-mente raffinate. I ritratti che laricordano fidanzata ne sottoli-neano l’eleganza neoclassicadell’abito e la sobrietà deigioielli: collier di perle, brac-ciale, orecchini pendenti, spil-la. Le cronache dell’epoca ri-cordano il suo aiuto ai poveri,ai malati, a cui dava abbondan-ti soccorsi. Rimasta vedovaadottò uno stile severo che l’ac-

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SAVOIA

I l 5 giugno 1946 alle ore 17 l’Avv. Lucifero,per incarico del re Umberto II si recò nellasede della banca d’Italia per lasciare in cu-

stodia della cassa centrale, a disposizione di chidi diritto, gli oggetti preziosi che rappresenta-vano “le gioie in dotazione della Corona del Re-gno d’Italia”.

L’Inventario, redatto dal gioielliere Ventrel-la, “servì di traccia agli astanti per constatarnela rispondenza descrittiva e controfirmare laconsegna”.

Una settimana dopo l’ultimo re sabaudo la-sciava l’Italia per un esilio che durerà per il re-sto della sua vita (Il Giornale del Piemonte, 22aprile 2000). �

Luciferoe il gioielliere

I gioiellidelle

regine

diMaria LuisaMoncassoli

Tibone

Racconigi Castello.Sulla parete dominail grande ritratto di Maria Adelaideche regge fra lemani l’effige del re,suo consorte.

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compagnò negli ultimi anniquando fu nelle imprese bene-fiche, al fianco della nuora Ma-ria Adelaide, figlia dell’arcidu-ca Ranieri di Asburgo Lorena,consorte di Vittorio EmanueleII. Il suo matrimonio con ilPrincipe di Piemonte – sotto ilregno di Carlo Alberto – si erasvolto nel 1842 con incredibilefasto: si erano promosse feste ecaroselli anche a una particola-re ostensione della Sindone.L’abito nuziale bianco di Ma-ria Adelaide contribuì a lancia-re una moda, già proposta in In-ghilterra dalla regina Vittoria;aveva diadema prezioso e stra-scico retto da damigelle. Saràuna regina molto dolce accan-to ad un focoso consorte, a cuidarà ben sette figli. Morirà gio-vanissima a trentatre anni, nel-lo stesso anno della suoceraMaria Teresa. I ritratti che la ri-cordano al Castello di Monca-lieri e a Racconigi, la mostranoabbigliata con raso e pizzi rari,il capo coperto da velo legge-ro. Porta orecchini, collana euna grande originalissima spil-la con pendente.

Da questi ritratti partì la ri-cerca che condusse alla ripro-duzione dei monili delle regine.

I gioielli della coronaLa riproduzione ad alta fe-

deltà delle gioie continuò conle immagini importanti dellasposa di Umberto I, sua cuginaMargherita di Savoia.

I suoi gioielli divennero ilsimbolo della regalità; si mol-tiplicarono fino a sedici i fili diperle per cui la regina ebbe unavera passione.

È sua la prima immagine chepresenta, sontuosi, i gioiellidella corona: diadema, orec-chini a goccia, perle in lunghifili o “à collier de chien”.

Celebri sono, all’epoca, i

balli di corte e i ricevimenti alQuirinale.

Un clima di cultura e di raf-finati incontri nel salotto dellaRegina inaugura quello che fudefinito “il margheritismo” eche la rivista “Margherita”(edizioni Treves) sottolineavaa partire dalle toilettes – abiti,cappelli, monili – fino alla tor-te e alla famosa pizza che an-cora portano il nome regale.

Celebre è l’impegno dellaprima Regina dell’Italia unitaper la donna e per il bambino;meno noto il suo apporto – afianco delle suffragette – per lapetizione del voto alle donne.Promuoveva, a fianco dellaprincipessa Laetitia, le societàoperaie, le Industrie Femmini-li Italiane.

Benedetto Croce ne esaltò,nella sua “Storia d’Italia dal1871 al 1915” la dolce pietà,l’incantevole sorriso, l’amoreper le arti e la poesia. È ben no-to quanto il focoso Carducciseppe dedicarle, ammirandonela passione per la montagna.

Figlioccia dello zar Nicoladi Russia la principessa delMontenegro Elena sposavaVittorio Emanuele, principe diNapoli, nel 1896 a Roma. In unprofluvio di fiori bianchi lenozze civili si svolsero nellaSala da Ballo del Quirinale,mentre quelle religiose viderola sposa – in abito bianco constrascico ornato di margherited’argento in omaggio alla suo-cera – giungere nella chiesa diSanta Maria degli Angeli. Undiadema di brillanti, dono del-lo sposo, tratteneva il prezio-so velo in pizzo di Burano.Una miniatura rappresenta laregina Elena con uno splendi-do collier di smeraldi e bril-lanti, tuttavia la sua bella fi-gura si avvaleva anche di toi-lettes semplici, come si diceva

allora “da viaggio”, soprattut-to quando interveniva presso iterremotati, o con le croceros-sine presso i soldati feriti. Eb-be gioielli particolarmentepreziosi ma si dimostrò capa-ce di offrirli al Parlamento, al-la fine della prima guerra mon-diale, per risolvere le difficoltàeconomiche. Il gesto non fuaccettato ma commosse l’Ita-lia. Maria Josè di Saxe Cobur-go Gotha era la la figlia dei so-vrani del Belgio. Fu sposa aRoma l’8 gennaio 1930 delPrincipe di Piemonte Umber-to (poi II).

Nel maggio 1946 fu reginaper un mese. I gioielli non lepiacquero, anche se una bellafotografia la mostra giovanesposa trionfante, con le riccheparures della Corona.

Racconigi Castello.Pietro Benvenuti.Ritratto giovaniledi Maria Teresad’Asburgo Lorena,fidanzata con CarloAlberto, in abito distile neoclassico.

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Una mostra a BangkokDa tutte le reali immagini

Rosalba De Wan trasse i moti-vi per rappresentare qualcosadi unico, di aristocratico, diprezioso.

Pezzo dopo pezzo si ripro-dussero i preziosi, con leghe dimetalli vari, duttili e malleabi-li come l’oro, con speciali pa-ste vitree tagliate con tecnichemanuali di antica memoria. Ca-polavori di attenta riproduzio-ne orafa, sono stati esposti aBangkok per iniziativa di stori-ci dell’arte di Torino sostenutidall’Ambasciata italiana. Si ècosì celebrato il 10 dicembre1998 il Memorial Italian Day,in ricordo dei rapporti di ami-cizia intercorsi tra la casa realeitaliana e quella thailandese. Lamostra “Regine Sabaude e so-vrani del Siam nella storia” ce-lebrò con un concerto dei Soli-sti Veneti e la presentazione diun libro-catalogo, il centenario

della presenza italiana in Thai-landia.

Riscoprire i gioiellidella Corona

Da tempo quindi le gioie del-la Corona d’Italia sono ogget-to di un revival di interessi, diuna volontà di riscoperta e di ri-cupero.

Ma dove sono finiti i gioiel-li delle Regine?

Attratti dalla passione per laricerca siamo approdati alla de-finizione della attuale colloca-zione dei preziosi ornamenti.

Chiusi da 54 anni in uno scri-gno conservato presso la Ban-ca d’Italia a Roma, i gioielli diCasa Savoia sono “un’impor-tante memoria della tradizionesabauda”. Così si è espresso ilPresidente della Regione Pie-monte, Enzo Ghigo, scrivendo,il 2 gennaio 2000, al Presiden-te della Repubblica Ciampi diintercedere affinché “i gioiellisiano riportati alla luce e tra-sferiti in sede più congrua, os-sia la Reggia di Venaria” (LaStampa, 4 agosto 2000). Cosìsarebbe, ancora una volta, op-portunamente valorizzata unaimportante memoria della tra-dizione sabauda che ora solo al-cuni ritratti di regine consento-no di conoscere. Nei primi me-si del 2002 anche l’onorevoleCosta ha caldeggiato una pub-blica esposizione del tesoro deigioielli sabaudi conservati allaBanca d’Italia. �

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Racconigi Castello.Margherita di Savoia ha unatteggiamento pensoso in questoritratto giovanile, che esalta la suapassione per i ricchi bracciali e i colliers di perle.

Racconigi Castello.Maria Adelaide di Asburgo Lorena,ritratta da Felice Barucco, porta lagrande spilla con pendente, dalraffinatissimo disegno, sul riccoabito di pizzo bianco.

Un grande diadema a undici volute di bril-lanti attraversato da un filo di perle orientali,negli spazi inferiori perle incastonate; in quellisuperiori gocce di perle con brillanti incastona-ti (n. 541 brillanti).

Due braccialetti uguali a rettangoli incasto-nati e snodati, di brillanti legati in argento e oro(1040 brillanti).

Grande nodo a broche a sette volute con duecapi con pendaglio tutto in brillanti. Al centrogrande brillante roseo (679 brillanti).

Collana “à collier de chien” con tre fili di ca-stoni quadri e due fili laterali legati da castonia losanges, tutto in brillanti (n. 119).

Collana di brillanti in un filo di 36 castonibrillanti a 6 festoni con pendenti in brillanti (n.150).

Aigrette in brillanti formata da ornato con 8brillanti a goccia movibili (n. 60).

Orecchini formati da due solitaires con bril-lante sotto a cadun castone dei due bottoni epaio pendenti gocce di brillanti sormontate daornati in brillantini (n. 22).

Ornato in brillanti uguale a quello dalla ai-grette di cui sopra (n. 52).

Collana rivière composta di 54 castoni bril-lanti.

Cinque fiori (capucines) con 664 fra brillan-ti e rose.

Tre fibbie composte di 16 brillanti ciascuna.

Broche mezzaluna montata a pavé con 38brillanti.

Piccolo nodo composto di 28 brillanti.

Collana a doppio giro, nodi d’amore e roso-ni, pendino e fiocco tutto in brillanti (n. 1859)

Cinque nodi formanti altrettante broches diuguale forma in degradazione di grandezza, cia-scuno formato da quattro volute e due capi con792 fra brillanti e rose. �

Il verbaledi deposito

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I Premi “Orpheus d’Oro”, asse-gnati al giovanissimo flautistaGregorio Tuninetti, al critico mu-

sicale Giangiorgio Satragni eall’esperto dell’arte coreutica Al-berto Testa, proprio al suo ottantesi-mo compleanno. Ecco chi sono.

Gregorio Tuninetti vive a Niche-lino con i genitori, ha sedici anni e,caso unico nella storia del flauti-smo mondiale, si diploma quattor-dicenne al Conservatorio “G. Ver-di” di Torino con il massimo dei vo-ti e in neppure quattro anni di stu-dio.

“Merito soprattutto – riconosce –del mio insegnante Antonmario Se-molini, che con la sua innovativametodologia ‘Fast Flute Forma-tion’”.

Per l’occasione la rivista interna-zionale “Suonare news” dedica al“piccolo” e già virtuoso flautista unospeciale articolo con fotocolor. No-nostante la giovanissima età s’im-pone in numerosi e importanti con-corsi in tutto il mondo, vincendo bor-se di studio e primi premi assoluticon eccezionali punteggi e menzio-ni particolari. Alla “National JeugdOrkest” di Amsterdam è definito“eccezionale gran talento”. Parteci-pa a Corsi Internazionali e si esibi-sce in più di cento concerti con en-tusiastici consensi di pubblico e cri-tica.

“Ma – riconosce – mi piace faremusica d’assieme con formazionicameristiche e orchestrali. Sono an-che primo flauto solista dell’Orche-stra Sinfonica ‘Alfredo Catalani’ diLucca e ricordo con riconoscenza ilcompianto direttore Giuseppe Sino-poli, mio grande estimatore”.

Ora Tuninetti continua a studiarecon Semolini di cui è diventato an-

che assistente al Conservatorio e invari Corsi. E una difficilissima tra-scrizione del suo insegnante della“Fantasia della Carmen” è stata suo-nata, fra altri brani, dopo il PremioOrpheus, per una brillante esibizio-ne, con al pianoforte Simona Coco.Il flauto è ormai il suo compagno diun percorso musicale che è facilepronosticare ricco di soddisfazioni.

“Sono due – spiega con orgoglio– gli strumenti che ho sempre conme: l’ultimo prezioso flauto (detto‘Aguirre’) costruito da JohannesHamming e quello appartenuto a Se-verino Gazzelloni, con la speranzache mi porti fortuna”.

Giangiorgio Satragni, giornalistae musicologo di appena 32 anni, ècritico musicale de “La Stampa” ecollabora con vari periodici come“Amadeus” e “Sipario”. Lavora perla Rai e scrive per riviste, case edi-trici e istituzioni musicali. Dopo glistudi classici, frequenta la Facoltà diLettere e Filosofia, laureandosi inStoria della Musica con Giorgio Pe-stelli e Paolo Gallarati, discutendo latesi “Decadenza, realismo e moder-nità nel teatro musicale di RichardStrauss”. “Mi sono diplomato – rife-risce – in lingua tedesca al Goethe-Institut, utile ad avvicinarmi meglioalla musica austro-tedesca, dellaquale sono attratto, soprattutto quel-la tra Otto e Novecento e necessariaper i miei viaggi, per i rapporti chesovente tengo nelle città dell’Austria

TUNINETTISATRAGNI

TESTA

e della Germania, i cui compositorisono anche oggetto di miei saggi”.Infatti, i suoi ultimi lavori si riferi-scono a relazioni per l’Università diSalisburgo e sull’opera straussiana.Insomma, la musica è la sua vita.“Già, – confessa – non riesco nep-pure a sentire i CD che mi arrivanoda case discografiche e da strumen-tisti, impegnato anche, per le mie re-censioni, nei teatri e nelle sale daconcerto. Con il Premio Orpheus hoavuto la possibilità di godere dellabravura e tecnica del ‘Quartetto Ca-sorati’ che, durante la premiazione,mi ha regalato un delizioso branomozartiano”.

Alberto Testa è stato danzatore-in-terprete e coreografo. Ora, è inse-gnante e critico di danza, organizzarassegne e festival, cura mostre e col-labora con riviste dedicate all’arte co-reutica. “Non si deve dimenticare cheho coreografato – ricorda con orgo-glio – balletti di importanti film diZeffirelli (ben cinque) e di Visconti(‘Il Gattopardo’)”. Testa vive a Ro-ma, ma sovente ritorna nella sua To-rino per assistere a qualche opera li-rica (la sua passione) e per ritrovareantiche conoscenza, come SusannaEgri che, in segno di riconoscenza, inoccasione anche degli 80 annidell’amico, gli ha omaggiato due bal-letti coreografati dal talentuosoRaphael Bianco (“Plenitudo”, persi-no in prima esecuzione assoluta) e in-terpretati dai più bravi elementi dellasua Compagnia di Danza. “Ma an-ch’io – sorride il festeggiato – mi so-no fatto un regalo, danzando una miacreazione di decenni fa sul tempo chepassa, a dimostrazione che con ladanza si mantiene la forma fisica emorale e che il sipario della mia vitaartistica non si chiude ancora!”. �

TORINESI CELEBRI: GLI ORFEI D’ORO

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A h, la radio! Sperimentata e perfe-zionata da Guglielmo Marconi,inizia a diffondersi in Italia sol-

tanto a partire dal 1924, cioè quattro an-ni dopo il successo ottenuto negli StatiUniti, per iniziativa di Costanzo Ciano,allora ministro delle comunicazioni.Nasce così l’URI, cioè l’Unione Ra-diofonica Italiana, la cui programma-zione è inizialmente limitata a canzonidi propaganda: tra tutte, Giovinezza èuna delle più gettonate.

Il primo interprete ad esibirsi dai mi-crofoni dell’URI, che trasmetteva dallasala Gay di via Pomba 7 di Torino, fu Vit-torio Belleli, negli anni in cui un appa-recchio Allocchio Bacchini costava labellezza di 3.000 lire, ossia l’equivalen-

te di quasi duemila euro attuali. Nel ’27l’URI diventa EIAR (Ente Italiano per leAudizioni Radiofoniche), e da quel mo-mento gli abbonati salgono rapidamentesino a toccare quota 300 mila.

In radio trovavano terreno fertile i pa-linsesti dedicati alle melodie eseguite indiretta dalle più rinomate orchestredell’epoca, prime fra tutte quelle deimaestri Cinico Angelini e Pippo Bar-zizza. Quest’ultimo, di chiara imposta-zione jazzistica, nei primi anni Trentaaccompagnava al Pagoda, rinomato lo-cale situato al parco del Valentino, ilTrio Lescano, un giovane gruppo voca-le tutto swing composto da tre olande-sine dall’americanismo un po’ caserec-cio scoperte dal maestro torinese CarloPrato. Le sorelle, che rispondevano alnome di Katty, Judy e Sandra Leschan,avrebbero poi fatto letteralmente im-pazzire l’Italia con le loro Maramaoperché sei morto, Tulipan e Pippo nonlo sa.

Torniamo un attimo indietro.All’EIAR va riconosciuto il merito diaver lanciato un numero considerevoledi voci nuove, che in seguito avrebberolasciato un segno tangibile nella storiadella musica del nostro paese. L’ente ra-diofonico effettuava continui provini evere e proprie competizioni canore(quali le “Gare nazionali per gli artistidella canzone”) nelle quali si sono af-facciati alla grande ribalta artisti comeOtello Boccaccini, Silvana Fioresi,Oscar Carboni, Dea Garbaccio, NormaBruni, Alberto Rabagliati e, appunto, ilTrio Lescano, emblema delle cosiddet-te “voci senza volto”: si trattava di in-terpreti di cui si riconosceva lo stile vo-cale ma non il viso, in quanto protago-nisti esclusivamente in radio.

Lo swing delle sorelle olandesi di-viene presto un vero e proprio marchiodi fabbrica. In poco tempo il ritmo sin-copato che proponevano così sapiente-mente consente loro di conquistareun’immensa popolarità (e di venderedecine di migliaia di dischi) collabo-rando con altre orchestre (Fragna,Mojetta, Zeme, Semprini…) che anda-vano per la maggiore e accompagnandosolisti di fama quali Luciana Dolliver,Alfredo Clerici e Miriam Ferretti.

Il Trio affina il proprio stile sul mo-dello delle famose Andrews Sisters

d’oltreoceano, basato su un susseguirsidi canti e di controcanti impostati su rit-mi vertiginosi, contribuendo in tal mo-do ad adeguare il jazz al gusto della mu-sica leggera, trasformandolo al contem-po in qualcosa di più leggero, godibile,cinguettante. Durante la loro lunga e in-tensa carriera, le Lescano hanno lancia-to una serie di motivi che hanno in par-te composto la colonna sonora degli an-ni Trenta e Quaranta, tra cui Ma le gam-be, C’è un’orchestra sincopata, La fa-miglia canterina, Camminando sotto lapioggia, Ciribiribi.

Non tutti però sanno che a un certopunto la formazione originaria del cele-bre sodalizio subì un cambiamento epo-cale. Nel ’46, in seguito all’improvvisomatrimonio di Katty (che poi sarebbemorta, neppure quarantenne, a Roma),Sandra e Judy si trovarono del tuttospiazzate. Il loro intendimento era quel-lo di continuare la propria fortunata at-tività senza stravolgere né le caratteri-stiche e neppure il nome della “ditta”,anche perché avevano ancora numerosicontratti da rispettare. E allora, senzatroppo clamore, entra in ballo MariaBria, una giovane torinese dalla bellavoce e dalla grande passione per il can-to. “Avevo poco più di vent’anni, e fre-quentavo la scuola da solista in via Ver-di con il maestro Pasero. Carlo Pratopensò che potessi fare il caso loro: le duesorelle superstiti cercavano una ragazzacon le mie caratteristiche, così di puntoin bianco mi ritrovai a far parte del piùfamoso gruppo vocale italiano. In meno

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Sempre al centro: Maria Bria.

Foto e testi diMaurizio Ternavasio

MARIA

BRIA

TORINESI CELEBRI: LA RAGAZZINA CHE SALVÒIL TRIO LESCANO

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di due mesi mi sono impadronita del re-pertorio senza peraltro aver avuto tem-po di terminare gli studi musicali. Però,se mi hanno tenuta con loro per sei an-ni, forse anch’io valevo qualcosa…”.

Maria, che ha due sorelle, abita conla famiglia in via Ormea, poi, dopo es-sere sfollata a Montanaro, si stabiliscein via Baretti. Dopo un breve impiegopresso una pellicceria lei, che sin da pic-cola aveva dimostrato interesse per ilmondo dello spettacolo, non smette disognare ad occhi aperti. E a volte, si sa,i sogni si avverano. “Ho accettato conl’incoscienza e l’innocenza dei mieivent’anni, senza neanche badare al con-tratto. La guerra era appena terminata,ho pensato solo a cantare. Ed è andatabene, anche perché allora non c’era latelevisione che avrebbe reso pubblica lanuova formazione: in quel caso ci sa-remmo dovute esibire come ‘Duo Le-scano e Maria Bria’, e certamenteavremmo avuto meno successo”.

Sembra incredibile, ma il cambia-mento è passato del tutto inosservato.“Una volta a Bologna, prima di unospettacolo, qualcuno ha menzionato ilmio nome. E poi girava una caricaturae qualche foto che ci ritraeva tutte in-sieme. Ma io mi mimetizzavo bene, no-nostante fossi più giovane di una quin-dicina d’anni: come loro ero alta, magrae bionda. Poi, lo ricordo ancora una vol-ta, venivamo dalla guerra: la gente pen-sava a divertirsi e non si poneva troppedomande. Tanto che nessuno sapeva, enessuno si è mai sentito in dovere dichiederci spiegazioni. Anche perché ilrepertorio era sempre lo stesso, così co-me gli arrangiamenti e il ritmo: da par-te mia, ho saputo adeguarmi allo stile

vocale che ha reso famose le sorelle Le-schan”. L’arcano è stato scoperto dalgrande pubblico soltanto tre anni fa,quando Maria Bria, ospite in una tra-smissione pomeridiana di Paolo Limiti,ha raccontato per filo e per segno la suaappassionante storia.

I rapporti tra Maria, Judy e Sandraerano improntati alla massima cordia-lità, anche se quello che contava era so-prattutto il lavoro. “Erano molto severenello studio del canto e nella prepara-zione degli arrangiamenti. E poi aveva-no un certo nome che ogni tanto, quasiinconsapevolmente, mi facevano un po’pesare. Però erano simpatiche e anda-vamo d’accordo, anche se avevo mag-gior confidenza con Judy, visto che San-dra aveva sempre con sé il compagnoche avrebbe sposato in seguito”.

La parabola del nuovo trio è ancoraalta nel firmamento della musica, tantoche nel ’48 le cantanti partono per unatrionfale e lunga tournée in Sud Ameri-ca. “Siamo state sei mesi in Argentina,in un periodo in cui laggiù andavano perla maggiore Ernesto Bonino, Oscar Car-boni e Alberto Rabagliati, e cantavamoin tutte le lingue. Ed io, che me la cava-vo bene con il francese e con lo spa-gnolo, avevo imparato a memoria i testiin tedesco ed in inglese. Dopo BuenosAires, abbiamo girovagato per altri cin-que-sei mesi tra Perù, Venezuela, Co-lombia, Bolivia ed Ecuador. A Caracasabbiamo anche trovato il tempo per re-gistrare qualche disco in spagnolo e adesibirci in radio”.

Al ritorno in Italia l’accoglienza delpubblico è stata altrettanto partecipe e ca-lorosa. “Sino al ’52 abbiamo girato tuttii locali e i teatri delle migliori piazze, sen-

za fermarci mai neanche per un attimo.A Torino, ad esempio, abbiamo cantatoin tantissime occasioni al ‘Floridia’ dipiazza Solferino. In radio invece anda-vamo poco: non avevamo più bisogno delsuo traino, e per di più allora si stavanoaffacciando alla ribalta altri gruppi voca-li come il Duo Fasano e il Trio Aurora”.Poi, in quell’anno, è venuta la decisionedi sciogliere definitivamente il sodalizio.“Eravamo state scritturate per un lungotour a Cuba, ma abbiamo dovuto rinun-ciare perché non me la sono più sentitadi continuare a quelle condizioni. Sino adallora non mi ero certo arricchita, ed eravenuto il momento di raccogliere alme-no in minima parte per quello che avevodato. Loro non erano della stessa idea,così sono nate delle divergenze che cihanno indotto a mollare tutto. Ho tenutoancora qualche concerto da sola, ma ov-viamente pagavo lo scotto della cantan-te ‘senza volto e senza nome’, e per di

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più non volevo scendere a compromessidi alcun tipo. Se si aggiunge il fatto chesi stavano intanto affermando le cosid-dette ‘urlatrici’, si comprende la mia scel-ta di accettare l’impiego in comune cheho conservato sino al ’77, anno in cui so-no andata in pensione”.

Sei anni di Trio Lescano: cosa le halasciato una parentesi del genere? “Bel-lissimi ricordi di una giovinezza che nonc’è più. E poi esperienze indimenticabi-li, viaggi meravigliosi e un’avventuracanora che era il massimo che allora po-tessi desiderare”. Delle due sorelle in-vece Maria ha presto perso le tracce.“Molti anni più tardi ho incontrato San-dra a Salsomaggiore. Di Judy, sembraincredibile, non sapeva più nulla da an-ni. Si erano perse completamente di vi-sta, come due colleghe qualsiasi”. �

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S iete incappati in una bufala sulWeb? In effetti, le panzane stannospopolando da quando Internet si è

diffusa: se si mette in Rete una bufala,qualcuno che ci casca si trova sempre.

Tra le bufale recenti più clamorose,c’è quella nota come “Hunting for Bam-bi” (inutile darvi il link al sito, è statochiuso e il suo millantatore punito dallalegge): una falsa battuta di caccia a don-ne-prede (“bambi”) che scappano tuttenude nei boschetti di Las Vegas (ma nonsta in mezzo al deserto?) da uomini-cac-ciatori armati di fucili con proiettili divernice.

Un “passatempo” diventato prestofatto di costume da raccontare: ci si èprestata la tv locale, che ha intervistatoquello che poi si è rivelato solo un ri-venditore di video porno.

Quest’estate è tornato in circolazioneun appello sui campioni di profumo alcloroformio, che sarebbero stati utilizza-ti per aggredire ignare donne nel par-cheggio di fronte a un supermercato. Nelmessaggio si sollecita di “inviarlo a tuttele vostre amiche, e state attente!”. Pecca-to che non esistano denunce di queste ag-gressioni, e non esistano prodotti che fan-no svenire con una semplice annusata.

TUTTE LE BUFALEDI INTERNET

ANNA MASERA

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Di solito, le catene di Sant’Antoniofalse e perditempo che circolano viae-mail sono terribili, perché puntano alcuore: come le raccolte di firme per aiu-tare bimbi malati di cancro.

Ma ce n’è anche di improbabili, comequella degli assorbenti interni all’amian-to, che dice grossomodo questo: “Nonmeraviglia che tante donne al mondosoffrano di cancro alla cervice e di tu-meri all’utero.

Sapete che i produttori di tamponiusano amianto nei loro prodotti? Per-ché l’amianto fa sanguinare di più, e sesanguinate di più, usate più tamponi” econsiglia assorbenti di cotone nonsbiancato.

Secondo Disinfo.com, la disinforma-zione piace al pubblico, perché è perce-pita come controinformazione: c’è sfi-ducia nell’informazione istituzionale.Se falsa, la verità sembra più vera.

Il sito antibufala americano

www.Snopes.com e quello italiano Atti-vissimo.homelinux.net/antibufala (matra gli altri siti da consultare per non far-si fregare, c’è anche www.urbanle-gends.com,www.museumofhoaxes.com e hoaxbusters.ciac.org) spiegano co-me smascherare una bufala: i siti devo-no essere accessibili, con link chiari eben organizzati; i documenti devono in-dicare nomi e cognomi rintracciabili deiresponsabili e la data di pubblicazione;ci devono essere riferimenti bibliografi-ci e le eventuali fonti originarie da cuiprovengono le informazioni e i dati; nonci devono essere errori grossolani o ad-dirittura di ortografia. Controllare a chiè intestato il dominio (nome) del sito, gliindirizzi e-mail e i recapiti telefonici: sesi tratta di numeri verdi o di webmail,diffidare.

Infine, verificare il codice Html checompone le pagine del sito: spesso da lìsi risale alla sua vera natura. �

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TECNOLOGIA DIGITALE

suo corpo in lega di magnesio ri-spetto alla 5000, ma totalmenterivisitata nell’elettronica. A co-minciare dallo zoom Nikkor 5,8-24mm con escursione 4x, para-gonabile ad un 28-116mm delformato tradizionale 24x36. Èabbinato ad un potente autofocusin grado di spaziare corretta-mente fra 50 cm e l’infinito, e diavvicinarsi fino ad 1 cm al sog-getto se utilizzato in funzioneMacro. La velocità di scatto èsorprendente, al punto da gene-rare fino a sette scatti consecuti-vi al ritmo massimo di tre al se-condo; questo è reso possibiledall’ampia memoria di transito,che riesce a conservare nel buf-fer gli ultimi cinque scatti. Così

sono implementate le capacitàdella Coolpix 5400 nell’utilizzoscientifico e industriale. Una ve-ra chicca è la funzione strobo-scopica del flash integrato, checrea effetti in movimento dav-vero particolari. E se le immagi-ni non sono sufficienti, basta uti-lizzare il sistema Movie, che rea-lizza filmati in VGA completi diaudio visibili subito anche sul te-levisore. L’estrema semplicitàd’uso rende la Coolpix 5400 fa-cile da utilizzare da tutti i mem-bri della famiglia, ma sa regala-re prestazioni degne di una mac-china professionale. Al prezzoconsigliato di 1.049 euro.

Chi vuole invece fotografaree filmare spendendo poco, ed

UN AUTUNNODI HI-TECH

di Edoardo Arpaia

I n attesa delle novità di fine anno molte aziende in-ternazionali hanno presentato nuovi gioielli dellatecnologia, che vanno a migliorare molte delle ca-

ratteristiche di quelli già in produzione. Vediamonealcuni, soffermandoci particolarmente sul settore fo-tografico, che col digitale sta vivendo un vero e pro-prio boom.

Di particolare rilievo è la nuova fotocamera Coolpix5400 proposta da Nikon, esteticamente invariata nel

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utilizzare gli scatti soprattutto suInternet, si può orientare verso iprodotti della SiPix, in partico-lare la StyleCam Snap, che si di-stingue per due particolari: ilprezzo di soli 73 euro e le di-mensioni talmente compatte darasentare l’incredibile. Solo50x50x17 mm per 40 grammi dipeso, quanto un portachiavi. An-che se la risoluzione di 640x480non è adatta di certo per ottene-re stampe di grosse dimensioni(non è questo lo scopo che si pre-figge un prodotto come la Style-Cam), ma permette di imma-gazzinare addirittura 400 imma-gini, oppure 800 scatti facil-mente convertibili in un brevefilmato AVI.

L’uso legato ad Internet è en-fatizzato dalla pratica basetta inplastica, rimovibile e di serie conl’apparecchio, per trasformare laStyleCam Snap in una webcamda posizionare sul bordo di unqualsiasi monitor.

Passiamo ora a Canon, maspostando l’attenzione sul LiDE80, uno scanner da primato checombina per la prima volta tretecnologie: è dotato di sistemaCIS (Contact Image Sensor) perdigitalizzare le pellicole; ha unarisoluzione di 2400x4800 dpi;elimina automaticamente dallapellicola polvere e graffi con latecnologia FARE level 2. Il de-sign raffinato e le dimensionidavvero compatte (uno spesso-re di soli 38mm) sono dovuteall’impiego dei LED ad esposi-zione indiretta (LiDE), che uti-lizzano una sorgente di luceLED a bassa luminosità e inte-grano le lenti con il sensore del-lo scanner. La tecnologia FAREriesce a ripristinare in automati-co la qualità di originali dan-neggiati o sbiaditi, e scansiona aluce infrarossa la pellicola perindividuare le irregolarità dellasua superficie, il che risparmia

molte ore successive di fotori-tocco. Sempre per limitare i tem-pi di attesa il LiDE 80 è dotatodi porta USB 2.0 Hi-Speed,quattro volte più veloce di unUSB tradizionale. Quattro pul-santi permettono poi di se-lezionare le operazionipiù comuni, come co-piare, memorizzare, acqui-sire ed inviare E-mail. Op-pure si possono generare filePDF direttamente dall’origi-nale. Il potente pacchettosoftware in dotazione rendeil Canon LiDE 80 utilizza-bile sia si piattaforma PCche su Mac.

Per gli appassionati di video-giochi è appena stato presentatoil primo titolo che combina abil-mente il meglio delle corse au-tomobilistiche, degli scontri cor-po a corpo, degli sparatutto e del-le arti marziali. Si chiama TrueCrime - Street of L.A., e narra levicende di Nick Kang, un poli-ziotto sospeso dal servizio pereccesso di violenza che continua

privatamente la sua lotta controle potenti associazioni malavito-se di Los Angeles. La longevitàdel gioco è assicurata dal poterportare a termine le missionisenza un ordine definito, veden-

do perfino cambiare divolta in volta le

caratteristi-che del pro-tagonista.

Ogni azionedeve essere va-lutata atten-

tamente, per-ché avrà conse-

guenze sul restodella storia.

L’ambientazio-ne ricrea fedelmen-

te oltre 400 miglia quadrate del-la grande città americana, perrendere sparatorie e insegui-menti ancora più particolari.True Crime è prodotto da Acti-vision e distribuito in Italia dal-la Leader, ed è disponibile per lepiattaforme PS2, X-Box edNGC. �

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L a cucina autunnale di ispirazione francese staconquistando il grande palcoscenico della ga-stronomia italiana. E le crêpes sono fra le vo-

ci protagoniste. Esse sono infatti un’ottima baseper preparazioni di vario tipo, sia dolci che sala-te. Ce lo fa notare un interessante libro di Lucre-zia e Lia Petrosino edito da Sperling & Kupfer.Protagoniste le crêpes servite come primo piatto.Sono farcite in vario modo e presentate arrotola-te, ripiegate in quattro parti, disposte a strati. Co-me tutte le cose buone le crêpes hanno le loro ri-gide regole di preparazione. Ecco allora alcunisuggerimenti per ottenere un buon risultato nellaloro confezione. Pastella. Crêpes salate. Per insa-porire meglio, mettere un po’ di sale nella pastel-la. Le ricette non inseriscono mai il sale tra gli in-gredienti perché le crêpes potrebbero essere uti-lizzate per preparazioni dolci.

Ingredienti (6 persone): 200 g di farina, 2 uovaintere e 1 tuorlo, 1/2 litro di latte (uova e latte de-vono essere a temperatura ambiente), burro.

Attrezzi: una ciotola con fondo a bordi smus-sati e una frusta.

Preparazione. Procedere nelseguente modo: rompere unuovo per volta e controllare lafreschezza prima di versarlonella ciotola. Ricordarsi di eli-minare un albume; amalgama-re tuorli e albumi sbattendo leg-germente con la frusta; unire apioggia un po’ di farina e un po’di latte fino a esaurire tutti gliingredienti; fare riposare il pre-parato per almeno 1 ora in luo-go fresco: l’amido della farinaassorbe i liquidi, così la pastel-la risulta omogenea. Pastellacon grumi. Diventa così quan-do: è preparata con uova e lat-te freddi, per esempio appenaestratti dal frigorifero; si versala farina tutta insieme e non unpoco per volta, a pioggia; il lat-te è sufficiente per diluire benela farina; non si rimesta conti-nuamente. Qui si deposita unpo’ di farina che sfugge alla fru-sta e residua sotto forma di gru-mi. Per eliminare eventualigrumi: passare la pastella attra-verso un passasalsa stemperan-do con la frusta.

Come preparare le crêpes.Attrezzi: il recipiente tradi-

zionale per cuocere le crêpes èil padellino con manico (dia-metro fondo 15-16 cm); prati-co quello antiaderente. Cottu-ra: una crêpe ben cotta si pre-senta asciutta e leggermente

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LE RICETTE

LE CRÊPES

diEdoardoBallone

I segretidel piatto francese

più popolare

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dorata su entrambi i lati. Pre-parata la pastella: riscaldare ilpadellino a fiamma media; to-glierlo allora dal fuoco. Unge-re, subito, il fondo: spennella-re con burro fuso o passare ra-pidamente un pezzo di burro;rimestare la pastella. Prelevar-ne una dose (2-3 cucchiai o ana-logo contenuto) con un mesto-lino, poi subito, sempre fuorifiamma, versarla e distenderlafacendo ruotare orizzontal-mente il pentolino. Si deve for-mare uno strato sottile e omo-geneo che copra tutto il fondo;

mettere il padellino sulla fiam-ma (moderata), non a contattodiretto ma a breve distanza.

Muoverlo circolarmente af-finché la pastella possa rap-prendersi uniformemente; sol-levare la crêpe, lungo il bordo,con un cucchiaio di legno. Se sistacca facilmente, togliere ilpadellino dal fuoco e girarla: senon si è pratici, aiutarsi con duecucchiai di legno, altrimenti in-

clinare il padellino, far scivola-re metà crêpe fuori, in avanti,poi dare un colpo deciso all’in-dietro. La crêpe salta in aria ericade rovesciata nel recipien-te; rimettere il padellino sulfuoco. Far rapprendere e dora-re leggermente il secondo latodella crêpe; a cottura ultima-ta, farla scivolare fuori dal re-cipiente e sistemarla su unpiatto; cuocere le altre crêpes,fino a esaurimento della pa-stella, e impilarle le une sullealtre. Avvertenze: se la pa-stella sta a riposo, la farina si

deposita sul fondo; ilcomposto allora nonè più omogeneo, madenso in basso, leg-gero in superficie.Perciò: rimestare lapastella ogni qual-volta se ne prelevauna dose.

Errori. Le crêpes sipresentano bucherel-late. Se la pastella

non è ben amalgamata oppu-re è insufficiente per ricopri-re in modo uniforme il fondodel padellino, si formano pic-coli fiori nelle zone sottili;grumose. Vedi pastella congrumi; con spessore disugua-le. Alcune sono spesse, altresottili. Succede così quandonel preparale: si prelevanodosi disuguali di pastella; nonsi rimesta la pastella ogniqualvolta se ne preleva unadose. Le crêpes preparate perultime risultano spesse pereccesso di farina; scure, se ilburro brucia per i seguenti er-rori: si imburra il padellino la-sciandolo appoggiato sul fuo-co; lo si imburra fuori dal fuo-co e lo si rimette poi, ma sen-

za pastella, sulla fiamma; ap-piccicate tra loro. Se non sicuoce a sufficienza la pastel-la, le crêpes rimangono un po’umide e una volta impilate siappiccicano.

Conservazione. È bene uti-lizzare le crêpes, altrimenti far-le raffreddare e avvolgerle inpellicola trasparente (impila-re). Conservarle in frigorifero,al massimo per due giorni, op-

pure mettere in freezer. Ricet-te. Vi sono molte ricette per lecrêpes. Comunque si procedesempre secondo lo schema se-guente: farcire con gli ingre-dienti indicati in ricetta (peresempio, béchamel con funghi,verdure o formaggi); ripiegarele crêpes; sistemarle in una te-glia da forno imburrata; coprir-le con un sottile strato di salsamornay; gratinare in forno eservire caldo. È vero, se vi piac-ciono le crêpes, non c’è chel’imbarazzo della scelta. �


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