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Dir. Resp.: Mario Calabresi www.datastampa.it Lettori Ed. I 2016: 164.000Diffusione 12/2015: 20.537Tiratura: n.d.
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GIOVEDÌ 14 FEBBRAIO 2019
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LOMBARDIA
MILANOMusicalIl ritorno di «A chorus line»Spettacolo leggendarionato a Broadway nel 1975di Maurizio Porroa pagina 20
In scenaDai«Soliti idioti»alteatroIlnuovoFrancescoMandellidi Livia Grossia pagina 19
OGGI
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14°C
di Gianni Biondillo
D ate le polemiche cheleggo in queste ore, mipiacerebbe per una
volta non buttarla in politicama provare a «buttarla incultura». Credo che la nostraMilano abbia il diritto/doveredi avere un Giardino deiGiusti di rilevanzainternazionale. Ne ha ilprofilo etico, la storia, iprotagonisti. Il lavoro diGariwo e del suo presidenteGabriele Nissim è davveroammirevole ed encomiabile.Sogno un «Giardino deiGiusti di tutto il mondo» chediventi un polo di interesse, diraccoglimento e di studio nonsolo per i nostri cittadini, maanche per ogni persona chetransiti nella nostra città.
continua a pagina 7
Il dibattito
DIFENDOILGIARDINODEIGIUSTIdi Gabriele Nissim
D iciamo la verità. Se oggiil Monte Stella èdiventato per le nuove
generazioni un luogo dimemoria, lo si deve prima ditutto al Giardino dei Giusti ditutto il mondo inaugurato nel2003 dall’allora sindacoAlbertini. In tutti questi anni,nessuno aveva mai pensato difarlo diventare un luogo dirimembranza e di pace,mentre si svolgevano garesportive e festival di ogniforza politica. Oggi il MonteStella è un punto diriferimento mondiale per icento Giardini dei Giusti natiin Italia e nel mondosull’esempio di Milano. Chi hacreduto nella simbologia diquesta montagnetta, sortadalle macerie della Secondaguerra mondiale, ne dovrebbeessere lusingato.
continua a pagina 7
PROGETTOTROPPOFRETTOLOSO
La tendenza I costi e le qualità più richieste
Fiori a San ValentinoLe rose insidiatedai tulipanie dai petali di campo
N el giorno di San Valentino, aMilano, la classica rosa rossa,
simbolo di passione, è ormai affiancatada altri omaggi d’amore originali: fioridi campo, tulipani, ranuncoli, persinocardi a comporre il bouquet. Oggi sonodiversi i negozi che offrono propostefloreali fantasiose e innovative.
a pagina 18
Vetroescaviextraperlestazioni«mutanti»diM4E aDateo il cantiere scende a 28metri
Antimafia Il dossier sulle infiltrazioni della ’ndrangheta
Otto famiglie e un solo clanCosì comandano i Barbaro
R isale a 150 anni fa la leg-genda criminale dei Bar-
baro, la famiglia di ‘ndran-gheta più importante delleCalabria. Mai spezzata da unafaida e oggi la più importantefamiglia calabrese del narco-traffico. La cosca Barbaro è lapiù importante tra quelle cheda più di 40 anni hanno colo-nizzato la Lombardia e Mila-no. L’ultimo allarme arrivadalla Relazione semestraledella Dia presentata ieri alParlamento.
a pagina 5
L’ACCESSOVIETATOAITIR
Area B, l’appellodi tre ditte:rischio chiusura
D al 25 febbraio «rischiamodi chiudere»: a lanciare
l’allarme sono alcune aziendedi via Triboniano. A «minac-ciarli» è Area B. I divieti dellanuova Ztl iniziano a qualchecentinaio di metri. E il proble-ma è doppio: molti camionarrivano da fuori Italia e sonoinquinanti, e moltissimi sonopiù lunghi del consentito. Oragli imprenditori sperano inunamediazione col Comune.
a pagina 3
Hanno cambiato forma, sono andate in pro-fondità per scansare tunnel ferroviari o hannoadattato gli spazi degli ascensori per far postoai bagagli di chi deve prendere un volo. Le sta-zioni della linea «blu» della metropolitanahanno cambiato forma diverse volte per adat-tarsi alle necessità dei passeggeri prima di ar-rivare al progetto definitivo. Da uno sguardoalle planimetrie i milanesi possono immagi-nare le stazioni delle fermate da cui inizieran-no a transitare nel 2021, anno di apertura dellaprima tratta dall’aeroporto di Linate.
alle pagine 2 e 3
CORVETTO, 5CONTAGI. SCATTALAPROFILASSI
Scabbia, epidemia in RsaTre anziani contagiati a dicembre 2018, altri
due—avevano una stanza al quinto piano del-la casa di riposo «Virgilio Ferrari» al Corvetto— a gennaio. Le autorità sanitarie seguonocon cautela una sequenza di casi di scabbia.
a pagina 4 Santucci
Pollice verde Nel suo negozio «Offfi» Mario Nobile aggiunge al bouquet il cardo (foto Furlan/laPresse)
Atleta senegalese adottatoInsulti sulmurodi casa
Mezzofondista Il 21enne Bakary Dandio, tre ori Csi
●RAZZISMOAMELEGNANO
di Francesco Gastaldi a pagina 11
di Cesare Giuzzi
di Andrea Senesi
di Silvia Icardi
Alconcorso439radiologi: tuttibocciatiPoliclinico, nessuno riesce ad accedere agli orali. Gallera: «Chiederò chiarimenti»
D ei quattrocento e passa inconcorso, al traguardo
non s’è visto nessuno. Univer-sità Statale, 4 febbraio scorso.In risposta a un bando del Po-liclinico per assumere tecnicidi radiologia a tempo indeter-minato, si presentano in 439.Gli esaminatori in realtà han-no in mano elenchi con oltre760 iscritti, ma più del 40 percento non si presenta. Forseperché impegnato in altre se-lezioni o perché nel frattem-po ha già trovato un buon po-
di Sara Bettoni sto.Ma torniamo in quelle au-le della Statale. L’azienda in-caricata della selezione valutai candidati in base a una provascritta e una pratica. La «suffi-cienza» si ottiene con 21 puntisu 30 nel primo test, con 14 su20 nel secondo. A fine giorna-ta, gli esaminatori tirano lesomme. E nessuno dei 439passa entrambe le prove. Sal-tano gli orali, tutto da rifare.Non è il primo caso in Italia,
dicono dall’ospedale, ma alPoliclinico non era mai suc-cesso. Perché tutti questi boc-ciati? In parte gli aspiranti tec-
nici radiologi, in arrivo ancheda fuori Lombardia, potreb-bero essere stati disorientatida alcune domande sul Siste-ma sanitario regionale, a loropoco noto. In parte, la prepa-razione richiesta dall’ospeda-le è piuttosto elevata. Non datutti. L’episodio tuttavia pre-occupa l’assessore lombardoalla Sanità Giulio Gallera, chechiederà «delucidazioni echiarimenti» alla direzionegenerale. A breve, promette ilPoliclinico, sarà bandito unnuovo concorso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Giovedì 14 Febbraio 2019 CRONACA DI MILANO ML7
Parlamento nel 2017— proprioin quella che è la «capitale mo-rale» dei Giardini dei Giusti.Tutto ciò è il segno di un deca-dimento etico a cui cercheremodi reagire con la massima de-terminazione per il futuro delPaese.
Gabriele Nissim© RIPRODUZIONE RISERVATA
SAN SIRO
PARCOALDOANIASI
LAMPUGNANO
DE ANGELI
via Gallarate
via Harar
via Rembrandt
Duomo
ParcoMonte Stella
Lo scrittore legato al quartiere
«Un progetto sbagliatoVa scelta un’altra sede»
SEGUE DA PAGINA 1
Un monumento, nel sensopiù profondamente etimologi-co del termine: unmonito.Ecco perché reputo poco co-
raggioso l’intervento previstoal Monte Stella. Un progettoformalmente debole ed obso-leto che non cerca di vivere di
luce propria ma che si deponein modo parassitario su un al-tro sito della memoria urbana.Un appendice, insomma, nonun fulcro significativo. Dalpunto di vista della composi-zione urbana è un errore cla-moroso.Il fatto che non ci si renda
conto di una cosa così ovvia di-mostra come ancora oggi l’ere-dità urbanistica del Novecentonon venga considerata una ric-chezza da chi la amministra. IlMonte Stella è il più clamorosofatto urbano di una città, Mila-no, che è la vera capitale nazio-nale dell’architettura e dell’ur-banistica del ventesimo seco-lo. Un monumento alla me-mor i a , ovv io . Un luogoidentitario, condiviso, impre-scindibile. Da conservare conzelo, diligenza, come si fa conuna chiesa romanica o un pa-lazzo rinascimentale. Nessunosi sognerebbe mai di porre unprogetto di tale modestia nelmezzo di Campo deimiracoli aPisa, in piazza Navona a Roma,o nel parco della Reggia di Ca-serta. Ciò che pare ovvio con ilpassato più remoto sembranon lo sia col Novecento. Cosìci ritroviamo con un capolavo-ro dell’architettura brutalista,il Marchiondi Spagliardi, stu-diato in tutto il mondo, che,nonostante il vincolo della so-vrintendenza, cade a pezzi nel-l’indifferenza generale.Abbiamo il diritto a un
«Giardino dei Giusti di tutto ilmondo» che sia degno di que-sta città. E il dovere di nonsprecare questa occasione,questo obbligo etico, con unprogetto frettoloso. Chi hascelto per me quelle forme?C’è stato un concorso interna-zionale? Sono stati messi ingioco i migliori progettisti?Non accontentiamoci, insom-ma. Evitiamo di scadere nelclassico «piuttost che nient l’èmej piutost». Io non sono fraquelli che dicono «no» perpartito preso. A me piace ri-lanciare. La nostra città stamettendo in gioco il suo futu-ro progettando ex novo le areedei vecchi scali ferroviari. UnGiardino dei Giusti che diven-ti uno dei temi da mettere abando su una di quelle aree,sarebbe una soluzione nonsolo coraggiosa ma anche dibuon senso. Potremmo dedi-care le giuste dimensioni a unmonumento-giardino di taleimportanza, far concorrere ar-chitetti di fama internaziona-le, definire un nuovo luogosimbolico della città (impat-tante come lo è il Memorialedi Eisenman a Berlino), dandoun’anima ad uno spazio da ri-convertire. Tutto ciò senzascarificare inutilmente la pellesensibile dell’altro grandemonumento urbano alla me-moria che è il Monte Stella. La«montagnetta» della nostrainfanzia.
Gianni Biondillo© RIPRODUZIONE RISERVATA
Storico L’attivista, 69 anni
Lo stopMartedìsu indica-zione delministerodei Beniculturali,la soprin-tendenzaha bloccatoi lavori peril nuovoGiardinodei giusti(che dal2003 puntaa ricordarechi si opposea genocidie criminicontrol’umanità)per valutarei vincolipaesaggisti-ci delMonte Stella
Il presidente di Gariwo, foresta dei giusti
«Noi aperti amodificheNon capiamo l’ostilità»
SEGUE DA PAGINA 1
Questo perché lo spirito diun’opera vive nel tempo se c’èqualcuno che ne raccoglie con ifatti l’eredità morale. Oggi nelGiardino di Milano sono ricor-dati alcuni dei migliori esempidell’umanità che si sono oppo-sti, come Jan Karski, ArminWe-gner, Andrej Sakharov, PapaGiovanni XXIII, ai genocidi e aitotalitarismi del Novecento.Mi-gliaia di ragazzi da tutta Italiavengono a visitare il Giardinocon il gusto giovanile di credereal futuro dell’umanità. Con laloro presenza hanno dato unvalore in più al Monte Stella,perché chi crede nel bene e nelvalore della pace rende la natu-ra più bella. A questi giovanipieni di entusiasmo abbiamovoluto offrire dei cammina-menti di pietra per non scivola-re nel fango nei giorni invernalie una piccola area dove discute-re con gli insegnanti sulle storiedei Giusti. Non essendoci piùspazio per nuovi alberi, inoltre,abbiamo dovuto progettare deipiccolimuretti dove, come è ac-caduto a Yad Vashem per glistessi motivi, possiamo inserirei nomi dei personaggi onorati.Il progetto di ristrutturazio-
ne del Giardino non è niente dipiù di questo,ma qualcuno tra icontestatori lo dipinge comeun mostro architettonico, purnon essendosimai curato di va-lorizzare il concetto di memo-ria del Monte Stella e dello stes-so Giardino dei Giusti. Sarebbeinteressante indagare il motivodi tanta ostilità dopo che per ol-tre cinque anni abbiamo lavo-rato per ottenere il massimoconsenso negli organi ammini-strativi e non abbiamo avuto ti-more nel sottoporci al giudiziodel Tar. Abbiamo accettato ilconfronto con tutti e abbiamoraccolto i suggerimenti, nono-stante il Tribunale ci avesse da-to ragione. Siamo stati unesempio di dialogo con tutti eabbiamo sempre accettato di ri-tardare i lavori per migliorare ilprogetto. Purtroppo il motivodi tante polemiche non ha nul-la a che vedere con il progetto,perché qualsiasi soluzione ver-rebbe messa in discussione.Come scrive su Arcipelago Mi-lano, con sorprendente sinceri-tà, l’architetto Graziella Tonon,una delle capofila delle prote-ste, il Giardino dovrebbe venireal più presto spostato in qual-che altra località. Chi la pensain questo modo considera il va-lore della memoria dei Giustisul Monte Stella una deturpa-zione dell’ambiente. Il ricordodel Bene svilirebbe il MonteStella. Peccato che a pensarla inquesto modo sia il ministro deiBeni culturali Bonisoli, che conla delibera sulla sospensione dilavori ha mostrato insensibilitàper un luogo che ricorda il valo-re della solidarietà, boicottan-do lo svolgimento della Giorna-ta dei Giusti dell’umanità — ri-conosciuta solennità civile dal
Autore Lo scrittore, 53 anni
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MILANO � POLITICA
L’INTERVENTO
Giardino dei Giusti, l’appello di Liliana Segre: «Basta conle contestazioni»La lettera della senatrice a vita: «Mi sono battuta con tutta me stessa per la realizzazione delMemoriale della Shoah; vorrei un Giardino dei Giusti amato da tutti»
di LILIANA SEGRE di Liliana Segre
Purtroppo all’epoca delle persecuzioni non
ho avuto la fortuna di incontrare i Giusti. E
forse anche per questo ho sempre
considerato l’indifferenza il peggiore dei
mali, poiché ogni persona può sempre
scegliere se andare in soccorso dell’altro o
voltare la testa dall’altra parte.
Per questo andando in giro nelle scuole,
da nonna, cerco sempre di spiegare ai
ragazzi che ognuno di loro sarà forse
chiamato dalla vita ad avere coraggio e a doversi occupare di qualcuno che soffre ed è
perseguitato.
A Milano, sul Monte Stella, esiste un luogo che racconta le storie degli uomini giusti che si
sono messi in gioco per impedire che ebrei, armeni ruandesi, cambogiani, russi, subissero
sterminii e persecuzioni.
Quando vedo i giovani scoprire queste storie al Giardino dei Giusti, spero sempre che
qualcuno di loro possa nella vita apprendere qualche cosa dagli esempi degli uomini migliori.
Non ho mai capito perché questo luogo di riflessione, costruito con tanta passione da Gariwo, la
foresta dei Giusti insieme al Comune di Milano e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
abbia suscitato tante polemiche e ostacoli di ogni tipo. Ed ora mi sorprende che il Ministro dei
beni culturali abbia deciso il blocco dei lavori di ristrutturazione approvati dall’amministrazione
della città.
Mi sono battuta con tutta la mia anima per la realizzazione del Memoriale della Shoah,
perché occorre trasmettere ai giovani la consapevolezza che il male si può sempre ripetere.
Sono orgogliosa che la città lo stia realizzando e che migliaia di ragazzi lo frequentino. Vorrei
essere altrettanto orgogliosa che Milano possa avere un Giardino dei Giusti amato da tutti,
perché il più piccolo seme di bene piantato in un Giardino ci dà una luce di speranza per il
futuro.
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Per questo, forse ingenuamente, mi appello a coloro che lo contestano perché riflettano
15 febbraio 2019 | 00:33
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sulle conseguenze della loro posizione. Forse non se ne rendono conto, ma quando si usano,
anche in buona fede, certe parole, si può generare una sfiducia verso un bene possibile di cui
tutti abbiamo bisogno. Mi appello soprattutto al Ministro Bonisoli, di cui è nota la sensibilità civile,
affinché ascolti la voce di quanti, con così grande passione, hanno costruito in 18 anni il Giardino
e la sua attività. Poiché viviamo fortunatamente in una società democratica, sono sicura che alla
fine il buon senso potrà prevalere.
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