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Corriere ortofr 7 8 2013

Date post: 11-Mar-2016
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C orriere O rtofrutticolo Tutto il meglio dell’ortofrutta, garantito SICURAMENTE FRESCO! Mercato Ortofrutticolo di Genova AMENTE FRESC SICUR gar o il meglio dell’ utt T Tu t r o O t a c Mer o tit eglio dell’ an gar ofrutta, t or i ’o ofrutticolo di Geno t MENTE FRES O! AMENTE FRESC frutta, a v ofrutticolo di Geno t amen .sicur w w w ogeno t ca .mer w w .it - w o esc efr t a.it v ogeno 7/8 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVII Nuova serie Luglio-Agosto 2013 euro 6,00 daily news: www.corriereortofrutticolo.it PROTAGONISTI Dichgans e il VOG. I ‘segreti’ del colosso europeo delle mele PAG.17 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR BIOLOGICO Gdo e bio-bar per Almaverde PAG. 35 GDO All’Eurospar un’offerta ‘eccezionale’ PAG. 37 LOGISTICA Container contro le navi-refeer PAG. 41 MERCATI Accordo tra Budapest, Padova e Verona PAG. 33
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THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVII Nuova serie

Luglio-Agosto 2013

euro 6,00

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PROTAGONISTIDichgans e il VOG. I ‘segreti’ del colosso europeo delle mele PAG.17

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

• BIOLOGICOGdo e bio-bar

per Almaverde PAG. 35

• GDOAll’Eurospar un’offerta

‘eccezionale’ PAG. 37

• LOGISTICAContainer contro

le navi-refeer PAG. 41

• MERCATIAccordo tra Budapest,

Padova e Verona PAG. 33

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Si torna al lavoro – ma c’è chi non si èmai fermato, ad esempio tantissimeimprese produttive e commerciali del-l’ortofrutta – e tutti ci rendiamo contoche per un mese abbiamo parlato diniente. Tutto agosto a dibattere sui gior-nali di scenari fantapolitici: grazia oamnistia, falchi e colombe, Renzi e/oLetta, larghe intese/lunghe attese, ladata del congresso Pd, e via così. Aria

fritta, fuffa, in cui siamo specialisti. Con settembre tor-nano i problemi veri: il debito pubblico abnorme, lapressione fiscale devastante, la mancanza di competiti-vità del Paese e delle imprese, lo spread che torna a cre-scere, il credit crunch che peggiora nonostante le favo-lette che raccontano le banche, addirittura una possibi-le crisi di governo alle porte. Insomma piove sul bagna-to, si aggrava la tendenza a farci male da soli. Quello dicui si sente la mancanza è il principio di realtà: vederele cose come sono, non come dovrebbero essere, atteg-giamento tipico dei parolai, degli acchiappanuvole e dichi vive di politica. Ad esempio, si parla tanto di export,di made in Italy, ecc. Grande risorsa solo in parte sfrut-tata, verissimo, e non solo per l’agro-pirateria. L’exportè il futuro, la prospettiva, l’àncora di salvezza per la no-stra traballante economia agroalimentare. Bene, tutti ciaspetteremmo che sul come esportare di più, sul comeagevolare il lavoro che fanno le nostre imprese all’este-ro, sul come eliminare storture e malaburocrazia ci fos-se l’impegno comune della politica, delle istituzioni,ecc. L’ortofrutta, come il vino, è campione di export, subase annua le esportazioni superano sempre le impor-tazioni; è settore labour intensive, cioè ad altissimo im-piego di manodopera; è una miniera di cultura, tradi-zioni, tipicità. Tutela l’ambiente e le zone disagiate, è unvolano di sviluppo economico soprattutto per il nostroSud. Vale il 25% della nostra agricoltura ma riceve menodel 10% dei contributi, quindi è perennemente in credi-to e non si può dire che sia un settore assistito. Bene,l’ortofrutta è al centro dei pensieri dei nostri politici,del governo? Per niente, di provvedimenti per sostenerelo sforzo delle imprese che esportano non c’è traccia daanni, cambiano i governi e i ministri ma su questo fron-te nulla cambia.Recentemente si è parlato del superamento storico del-le barriere che impediscono alle nostre pere e mele dientrare negli States; sembrava fatta ma poi della cosa sisono perse le tracce. Non sarebbe male se dal ministerobattessero un colpo su questo tema. Come stanno le co-se? Si è consapevoli che questo piccolo risultato darebbeun enorme impulso a due comparti che sono davverocampioni dell’export e del made in Italy? È troppo chie-dere se il ministero sostiene - e come - chi si sta adope-rando su questa partita, cioè la Regione Emilia Roma-gna e il Cso, oltre che Assomela?In piena estate è stato approvato il decreto Fare. Bene:

c’è qualcosa per l’export? Certo si parla di Expo 2015, diagenda digitale, di gasolio per le serre, ma di aiuti/age-volazioni a chi esporta non vediamo traccia. Ci sono incompenso nuove agevolazioni per la filiera corta , persemplificare la vita delle imprese che vendono diretta-mente sul posto e che possono organizzare anche il con-sumo in loco per i clienti, senza ulteriori autorizzazio-ni. Esulta, a giusto titolo, la Coldiretti. Che dire? Benis-simo. La Coldiretti incassa un altro risultato – dopo ilvia libera a UeCoop - frutto della sua incessante azionedi lobby che è fatta di lavoro dietro le quinte, su Parla-mento e Governo, e di una martellante campagna me-diatica che non s’arresta mai, neppure per Natale e Fer-ragosto. Il sistema italiano dell’ortofrutta, nonostante lafolta rappresentanza tra privati, coop, unioni di prodot-to, ecc, non è stato in questi anni capace di esprimerealcuna azione di lobby , né sul piano politico, né suquello della comunicazione, e i risultati si vedono.Enormi risorse sono state sprecate in iniziative, eventi,convegni di nessun peso e di nessun impatto sui ‘deci-sori’ istituzionali e sull’opinione pubblica. Tantissimobla-bla-bla senza costrutto e senza uno straccio di pro-getto. Coldiretti è agevolata in questo dalla sua discipli-na quasi militare, dal suo rigido ‘centralismo democra-tico’ che ricorda il vecchio Pci, però gli ‘altri’ si sono li-mitati a difendere ognuno il proprio orticello e basta.Senza approfittare delle mille occasioni che la cronacaoffre. Ultimo esempio fra i tanti. La Coldiretti delle no-tizie – come del maiale - non butta via niente. Martellasenza sosta con le sue parole d’ordine. Il ministero del-la Salute ha divulgato il report sull’uso degli agrofarma-ci nel 2012 da cui si evince che l’Italia detiene la leader-ship europea nelle sicurezza e salubrità degli alimenti ein particolare il comparto ortofrutticolo, se si guardadal 1993 ad oggi, ha migliorato la sua performance inmaniera straordinaria, passando dal 5,6 allo 0,5 di per-centuale di prodotti con residui superiori ai limiti con-sentiti. Qualcuno se n’è accorto? Qualcuno di questomondo ha suonato non una tromba ma una trombettaper festeggiare e comunicare la bella notizia? Non ci ri-sulta. Quindi avanti così, continuiamo a farci del male.

✍ Lorenzo Frassoldati

La qualità da sola non bastaEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3l u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

GOSSIP MINISTERIALEIl ministro Nunzia De Girolamo non ha resistito allatentazione di farsi immortalare, stivaloni ai piedi e for-cone in mano, sul settimanale gossiparo ‘Chi’ intenta alanciare proclami come: “fare agricoltura deve diventarefigo” oppure “la mia bambina ama molto le verdure checoltiviamo nell’orto di famiglia”. Che dire? Peccatucciveniali, che si perdonano a una donna bella e simpaticacome l’avvocato di Benevento. La misureremo su cosepiù importanti. Perché sappiamo benissimo che l’abitonon fa il monaco (e neppure il contadino). *

PUNTASPILLI

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CorriereOrtofrutticoloControeditoriale

Ho letto con interesse ed attenzioneil dibattito sulla mancanza dellafrutta fresca nell’offerta dei risto-ranti. Le motivazioni sulle possibiliragioni di questa scarsa presenza mitrovano d’accordo. Distinguerei,però, la fotografia della realtà dallepossibili strategie da adottare permodificare lo status quo.

La prima causa dell’attuale situazione, riguardasenz’altro il tema del servizio. Degustare la frutta talquale in alternativa ad altri dessert, spesso mette indifficoltà il cliente che nei ristoranti di medio-alto li-vello, non ha voglia di impegnarsi (spesso non saneanche farlo) a mondare-tagliare il frutto in puntadi coltello e forchetta. Non a caso, come giustamentecitato, le frutta che vengono consumate sono quelleche non richiedono alcuno sforzo da parte del com-mensale: fragole, ciliegie, ananas, uva da tavola, ma-cedonie... Questi prodotti, comunque, vengono pro-posti già pronti per il consumo: tagliati, lavati ed incaso arricchiti con vari condimenti (limone, zucche-ro, panna, liquori). Dunque, per il ristorante si apreun problema. Inserire la frutta nel menù, richiedeuna preparazione ad hoc, con una conseguente rica-duta di costi e/o di aumento del lavoro non semprecompatibile con i costi finali del piatto e con quelligestionali del ristorante. Da questo punto di vista, vasottolineato il ruolo assunto dal prodotto di IV e Vgamma nel campo della verdura. Alcuni anni fa an-che l’insalata stava diradando la sua presenza neimenù per i medesimi motivi. L’avvento di prodottopronto fresco ha risolto i problemi ridando spazio edanche arricchendo le proposte dei ristoranti di insa-late e verdure grigliate, ormai presenti dappertuttodal canale bar a quello della ristorazione.Per la frutta però più che per gli ortaggi, pesa ancheun secondo punto, già rilevato da Dino Abbascià: iltema del sapore. Il decadimento gustativo che moltespecie di frutta hanno avuto soprattutto negli annipassati ha comportato una barriera alla presenza neiristoranti tradizionali. La produzione negli ultimi an-ni sta ovviando a questo problema con l’introduzionedi cv decisamente migliorate sul fronte del gusto.Purtroppo però ancora la percezione di questo mu-tamento da parte degli operatori non è abbastanzadiffusa. Qui c’è il punto a mio avviso più importante. L’ele-mento su cui vale la pena di soffermarsi con molta at-tenzione. In una situazione in cui i pasti si stannosempre più 'alleggerendo' e si sta semplificando ilnumero delle portate: si può pensare alla frutta solocome ad un fine pasto? Normalmente ormai, sia incasa che fuori, un pasto si compone di due portate

principali: un primo o un secondo più un contornomagari ricco (verdure grigliate con tomino?) e/o undolce. Il 90 per cento del consumo fuori casa è com-posto da pasti così combinati. È chiaro che in questasituazione la frutta è relegata di fatto ad un ruolo dialternativa (povera) al dessert. Ne consegue che lafrequenza di consumo risulti molto ridotta. Ma deveessere proprio così? Io credo che ci sia una sottova-lutazione da parte di tutta la filiera dell’importanzadella ristorazione per valorizzare il prodotto. Il ruolodi opinon-makers degli chef in fatto di tendenze dicucine è un dato di fatto. Il successo e la numerositàdei programmi di cucina gestiti da cuochi più o me-no famosi ne è un'ulteriore riprova. La riscoperta evalorizzazione di tante specialità quasi dimenticate:lardo di Colonnata, Lenticchie di Castelluccio, Pistac-chio di Bronte, il Radicchio di Treviso, l'Aceto balsa-mico tradizionale ecc. devono una buona parte dellaloro notorietà al fatto che sono diventati ingredientidella cucina di ristoratori di livello internazionale.D’altronde la nostra enogastronomia e la nostra ri-storazione è leader a livello mondiale. La creatività,l’innovazione nella lavorazione e la qualità della ma-teria prima sono alcuni elementi che ne caratterizza-no l’eccellenza. Perché non inserire la frutta tra gliingredienti di riferimento base della cucina italiana?Questo è il tema. Qualche chef si cimenta già con suc-cesso in proposito. Ma al momento rappresenta unaeccezione. Ciò di cui avremmo bisogno è di costruireun vissuto nuovo ed una modalità differente di far vi-vere la frutta in cucina e quindi al consumatore. Per-ché non costruire con le associazioni di chef, le scuo-le alberghiere, dei veri e propri percorsi di riscopertadella frutta dei diversi territori e dei possibili acco-stamenti con altri ingredienti della cucina: carni, pe-sce, paste e farinacei vari. Insomma sviluppare nuovericette e nuove modalità di consumo, in cui la fruttasia tra gli ingredienti principali e proporle nei menùdei ristoranti coinvolti? Primi piatti, pietanze, con-torni e bevande, gelati, dessert. Si potrebbe ottenereuna ricchezza di ricette veramente sorprendente. Chisi occupa di valorizzazione del resto sa bene, che isuggerimenti d’uso in cucina, anche della frutta, so-no tra le informazioni più apprezzate dai consuma-tori. La differenza tra le iniziative dei singoli, dovreb-be proprio essere quella di sviluppare un programmadi inserimento su larga scala delle nuove ricette e laloro promozione sui differenti media da parte deglichef di cui sopra, in modo da costruire un trend fa-vorevole all’uso del prodotto.Questo dovrebbe, a mio parere diventare un grandeprogetto di valorizzazione della nostra frutta che tut-ti dovrebbero fare proprio, per ridare valore e dignitàal prodotto.

L u g l i o - A g o s t o 20124 www.corriereortofrutticolo.it

✍ ClaudioScalise

Ristoranti: frutta solo come dessert?Può diventare ingrediente base in cucina

Da quarant’a

L’attenzione rrapporti con

Battaglio imprispettivamen

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Da quarant’anni il nostro Gruppo produce, confeziona e distribuisce frutta scegliendo i migliori prodotti e le zone più vocate.

L’attenzione rigorosa alla qualità, alla professionalità, all’impegno e la cura nei rapporti con partner, collaboratori e clienti hanno fatto di noi un importante player

nel settore ortofrutticolo internazionale.Battaglio importa e distribuisce in Italia. Geagri e Cosur producono e confezionano, rispettivamente, in Italia e in Argentina: entrambe le aziende esportano in Europa,

Russia, Medio Oriente e America Latina.Dentro la nostra frutta, la nostra consistenza!

Sotto, c’è tutto un gruppo.

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L u g l i o - A g o s t o 20136 www.corriereortofrutticolo.it

Direttore responsabile:Lorenzo Frassoldati

Redazione:Emanuele Zanini

Redazionevia Fiordiligi, 637135 Verona

Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646e-mail: redazione@corriereortofrut-

ticolo.it

EditoreGemma Editco Srl

Coordinatore editoriale: Antonio Felice

Sede legale e amministrativa:via Fiordiligi, 637135 Verona

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Fotocomposizione e stampa:Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C

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Autorizzazione Tribunale di Veronan. 176 del 12-1-1965

Spedizione in abb. postalecomma 26, art. 2, legge 549/95

La rivista viene distribuita inabbonamento postale

c/c n. 11905379Abbonamento annuo: 60 euro

per due anni: 95 euro e-mail: abbonamenti@corriereortofrut-

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chi ven-de al pubblico, oltre ai settori connessi(dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formidabi-le, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

AGROFRESH copertina IIASTA FRUTTA pagina 2BATTAGLIO pagina 5CESENA FIERA pagina 52CORSI copertinaIIIEOS pagina10-15FRUITECOM pagina 12INFIA pagina 50

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V I I - N u o v a s e r i eL U G L I O - A G O S T O 2 0 1 3

S O M M A R I O

Gerhard Dichgans, il protagonista PAG.17 Cresce ancora Almaverde PAG.35

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN MON

L’ELENCO DEGLI

EDITORIALELa qualità da sola non basta 3

CONTROEDITORIALERistoranti: frutta solo come dessert?Può diventare ingrediente base in cucina 4

GENTE & FATTIOrgeldinger ai vertici di Ifco, diventatamarchio del gruppo australiano Brambles 8

I “Solarelli” sbarcano negli Emirati Arabie si preparno a entrare in Arabia Saudita 8

Mioorto vola in Russiae investe in tecnologia 9

Settembre, tempo di appuntamenti di cartello 9

Capespan punta su Ronan Lennon 9

NOTIZIARIOVasto incendio al Mercatoortofrutticolo di Conversano 11

Frutti di bosco surgelati: reazionialle indagini in Piemonte 11

Sequestrate in Calabria 510 tonnellatedi falsi succhi di frutta italiani 11

Il 2013 apre con l’importche supera le esportazioni 13

Fruit Logistica si confermaanche per il 2014 fiera leader 13

Crollo dell’export italiano verso l’Egitto 13

Noberasco investe: lasciaVado, ma resta in Liguria 14

Meloni marchiati laser:la sfida di Zerbinati 14

FEDAGRO NEWSMagrini: la sfida di Firenze

è l’orario pomeridiano 30

Protezione dei crediti: nuovi servizi 31

Conferma per Ratto a Genova 31

BIOLOGICO NEWSDalla Gdo ai bio-barCresce Almaverde 35

Più ‘organic’ in Africa Manghi dal Senegal 36

Gli under 30 tedeschi scelgono bio 36

Alce Nero lancia il ‘cuore di bue’ 36

DISTRIBUZIONEDESPAR. Un’offerta davvero speciale 37

Spar in Italia. Una storia iniziata nel 1959 e che oggi vale oltre 4 miliardi di euro 38

Spar nel mondo. Quasi 14 mila punti vendita di diverso formato. Spar International ha sede in Olanda dove il gruppo è nato nel 1932 38

Distribuzione flash 40

LOGISTICAChe spallata alle navi reefer! 41

Luigi Merlo: “I porti italianihanno le mani legate” 42

Assoporti. Monti sale alla presidenzaConfermato Massidda come numero due 42

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7L u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

7/8

w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Eurospar, un bancone speciale PAG.37 Ucraina, più infrastrutture PAG.46

Ortofrutticolo

NAPA, Costa prova a fare sul serio 43

Rotterdam, cambio al verticedel principale porto europeo 44

Shenzhen sta superando Hong KongSul podio con Shangai e Singapore 44

Copertina - Protagonisti Dichgans, una vita nella casa delle mele 17

Mele, varchi in Germania 21

Pere, la campagna minacciatadal caso “Etossichine” 25

Peron: “Subiremo forti perdite” 25

Pere, crescono le produzioni di Olanda e Portogallo 26

L’afa di luglio aiuta i consumi 27

Accordo tra mercatiBudapest-Padova-Verona 33

Vendita di cibi scadutiautorizzata in Grecia 45

Incredibile: cala l’export dell’Olanda 45

Ucraina, nuovi siti di stoccaggio 46

Turchia, fino a metà agosto l’export di ciliegieNei pomodori il Paese si conferma 4° 46

www.corriereortofrutticolo.itè il quotidiano on line nato dall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.itti tiene costantemente aggiornatosulla campagna produttiva ecommerciale della frutta con notizie, interviste, dati

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SCHEDA PRODOTTO

RST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ATTUALITÀ

INSERZIONISTI

LA COSTIERA pagina 13LUSIA E ROSOLINA pagina 29ROSARIA pagina 16SYNGENTA pagina 20RIJK ZWAAN pagina 26VALFRUTTA FRESCO pagina 32SGM GENOVA copertina I

pagina 1

MONDO

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Grandi aspettative per Macfrut Tempo di Macfrut. Il tradizionale appuntamento di Cesena si svolge dal 25 al 27settembre. Sono attese presenze importanti dall’estero. Fitta la convegnistica. Ori-ginale la formula di farla diventare una fiera a diffusione territoriale. Ne parlere-mo prossimamente.

☛ Insegna della Gdo e Dettagliante, due rubriche ad hocSul prossimo numero riflettori su Conad e intervista a un dettagliante ortofrutti-colo: due rubriche proposte in tutti i numeri del Corriere Ortofrutticolo 2013 perapprofondire il legame dell’ortofrutta con piccola e grande distribuzione.

☛ Focus sulle pereLa Scheda prodotto di settembre sarà dedicata alle pere. Il consueto approfondi-mento con dati e interviste ai principali operatori sarà arricchito da spunti dedi-cati all’innovazione di prodotto, che interessa anche il made in Italy.

UVA DA TAVOLACresce la pressione dall’estero e l’uva italiana è sotto stress 47

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FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

L u g l i o - A g o s t o 20138 www.corriereortofrutticolo.it

IFCO Systems ha annunciato il 22agosto che Wolfgang Orgeldinger(nella foto) diventerà Chief Execu-tive Officer della società, succe-dendo a Karl Pohler. Dal 2000 in Ifco, Wolfgang Orgel-dinger ha operato nel ruolo dichief operating officer ed comeresponsabile di tutti gli aspetti le-gati a logistica, gestione patrimo-

niale ed IT.L’avvicen-damento aivertici di IF-CO arrivadopo la riu-scita inte-grazione inBrambles,che ha ac-

quisito l’azienda nel marzo 2011,e in un momento in cui IFCO èdiventata il principale fornitoreal mondo di RPC in soluzioni dipooling, al servizio di distributorie produttori di alimenti freschicon 45 sedi ed un pool di oltre 180milioni di contenitori riutilizza-

bili in plastica.Prima di entrare in IFCO, Orgel-dinger ha ricoperto varie posizio-ni manageriali in soceità di infor-matica. In precedenza aveva con-seguito un Master in Business Ad-ministration presso l’Universitàdi Bayreuth, in Germania.Orgeldinger ha dichiarato: “Sonomolto lieto di assumere questa po-sizione presso IFCO e Brambles edi poter lavorare con i nostriclienti e partner in tutto il mondonei prossimi anni. Sono estrema-mente grato a Karl per la sua gui-da, il suo sostegno e il suo contri-buto nei 13 fruttuosi anni in cuiha guidato e fatto crescere IFCO enon vedo l’ora di poter lavorarecon lui per garantire un efficacepassaggio di consegne”.Pohler, da parte sua, ha affermato:“Il passaggio del testimone a Wolf-gang ai vertici di IFCO assicureràla continuità dal punto di vistadel servizio ai clienti e dell’espan-sione dell’attività. È stato un pia-cere costruire questa attività negli

ultimi 13 anni e sono certo che ilpercorso di crescita continueràsotto la guida di Wolfgang e all’in-terno di Brambles”.IFCO Systems è un fornitore in-ternazionale di servizi di logisticache cura il rapporto con i clienticon sedi in oltre 40 Paesi. Gestisceun pool di circa 180 milioni diRPC, utilizzati principalmenteper il trasporto di prodotti freschidai produttori ai principali riven-ditori di generi alimentari. IFCOè parte di Brambles Limited.Brambles Limited è una societàdi logistica della catena di ap-provvigionamento che opera inoltre 50 paesi, principalmentetramite i marchi CHEP e IFCO. IlGruppo è specializzato nella for-nitura di soluzioni di pooling eservizi connessi e si dedica in par-ticolare alla gestione in outsour-cing di pallet, casse e contenitoria rendere. Brambles è quotatapresso la Australian Securities Ex-change (ASX) e ha sede a Sydney,in Australia.

Orgeldinger ai vertici di Ifco, diventatamarchio del gruppo australiano Brambles

Ha dato riusltati un’im-portante campagna pro-mozionale negli EmiratiArabi per le “eccellenze” diApofruit. Il colosso roma-gnolo, da fine giugno, stacommercializzando, attra-verso il marchio Solarellidedicato ai prodotti di altagamma, pesche, nettarinee albicocche nel Paese ara-bo, dopo aver chiuso posi-tivamente la campagna ci-liegie. Al marchio Solarellisono affiancati i prodottifirmati Almaverde Bio per la linea del biologico. Lalogistica, che prevede la consegna via aerea, ha tem-pi relativamente ristretti. In poche ore, nel giro diuna nottata, i prodotti sono a destinazione attraver-so una fornitura diretta al cliente. “Quello degli Emi-

rati Arabi è un mercatomolto interessante per noi- sottolinea Ilenio Bastoni,direttore commerciale diApofruit -. Dopo alcuni te-st effettuati nella scorsacampagna invernale ab-biamo iniziato a inviaremaggiori quantitativi diortofrutta. Il riscontro chestiamo avendo è molto po-sitivo, i quantitativi ven-duti stanno dando risulta-ti, ben oltre le aspettative”.“Si stanno aprendo inoltre

nuove possibilità commerciali in altre aree comel’Arabia Saudita, dove abbiamo già effettuato i primitest - conclude Bastoni - e ci stiamo organizzando adattuare le prime spedizioni. Siamo molto fiduciosi”.(E.Z.)

I “Solarelli” sbarcano negli Emirati Arabie si preparano a entrare in Arabia Saudita

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&CorriereOrtofrutticolo

L'insalata bergamasca sbarca inRussia e Kazakistan e si prepara avolare negli Emirati arabi. Sono160 mila i sacchetti di rucola, spi-nacina, songino e lattughina, cheogni giorno dal gruppo Mioortodi Carobbio degli Angeli (Berga-mo), guidato dalla famiglia Berto-li, prendono la via dei mercati do-mestico ed internazionale."Il punto di forza dei nostri pro-dotti - ha raccontato all'Eco diBergamo Marco Bertoli (nella fo-to) - è la loro freschezza, frutto dianni di investimenti tecnologici".Il prossimo impianto tecnologicosarà collaudato a ottobre: costato11 milioni di euro è dotato di tre-dici linee di confezionamento."Abbiamo puntato da subito sullaqualità della produzione, anche sequesto ha comportato una ridu-zione della quantità - continuaBertoli, che gestisce l'azienda coni fratelli Severino, responsabilecommerciale, Angelo, che sovrin-tende le coltivazioni, e il cognatoGiancarlo Carminati, responsabi-le della logistica -. L'insalata tene-ra viene seguita con particolaritecniche di coltivazione da perso-

nale altamente qualificato e gra-zie agli impianti innovativi siamoin grado di lavarla, asciugarla econfezionarla delicatamente, sen-za provocare danni alle foglie".In sostanza rucola e lattuga madein Carobbio (per la coltivazione ilgruppo Mioorto può contare an-che su altre sei società associate)garantiscono un grado di rotturadella foglia pari a zero e un'umi-dità per ogni chilo che si aggiraintorno allo 0,5%, rispetto a rottu-re molto superiori e ad un conte-nuto di acqua del 6%, tipici degliimpianti che utilizzano le centri-fughe. (fonte: Eco di Bergamo)

Mioorto vola in Russiae investe in tecnologia

Ronan Lennon (nella foto) è il nuovo am-ministratore delegato di Capespan, uno de-gli storici colossi sudafricani del settore or-tofrutticolo. Lennon, già amministratoredelegato della divisione del gruppo nel Re-gno Unito, ha preso il posto da inizio agosto, di Louis Kriel, il quale loscorso maggio aveva deciso di dimettersi. La carica di aministratoredelegato verrà condivisa con un'altra figura.Lennon, che ha guidato Capespan International Ltd per 12 anni, si oc-cuperà principalmente degli approvigionamenti di frutta, mentre ilcollega al suo fianco, che deve ancora essere scelto, si occuperà prin-cipalmente dell'area marketing.Ottimista e fiducioso Johan Dique, direttore generale di CapespanGroup: "Lennon contribuirà in modo significativo a sviluppare ulte-riormente il modello e la strategia di business orientata al cliente diCapespan".

Capespan puntasu Ronan Lennon

Settembre, tempo di fiere. Al-meno 4 gli appuntamenti di ri-lievo che ricordiamo, per dove-re di cronaca, ai nostri lettori.Si comincia da Hong Kong, do-ve dal 4 al 6 settembre si è svol-ta Asia Fruit Logistica, una fie-ra che si sta consolidando, conla presenza di ancora poche masignificative aziende italiane ealcuni stand collettivi, arricchi-ta dall'Asiafruit Congress, che èl'unico momento di riflessionea livello internazionale sulmercato asiatico. Si continua il 7 settembre conl'inaugurazione, a Bologna, delSANA, salone del biologico edel naturale, che terrà aperti ibattenti fino al 10 settembre. Ilbiologico è una nicchia chenon perde colpi ed è entrata neidiscount con successo negli ul-timi due anni proprio con l'or-tofrutta. Misurarsi con il biolo-gico è un'occasione da valutareper chi opera nel settore.Terzo appuntamento a Mosca,dal 16 al 19 settembre, conWorld Fruit Moscow, un eventofondamentale per un mercato,quello russo, che è diventatouno dei più importanti al mon-do, dove si confrontano pratica-mente tutti e dove le produzio-ni europee si misurano conquelle asiatiche, cinesi in parti-colare.Infine, si torna in Italia, con unclassico che più classico non sipuò: Macfrut, a Cesena dal 25 al27 settembre, un quarto di seco-lo e più di esperienza al servi-zio di un settore ortofrutticoloitaliano che non deve perderel'orgoglio di una fiera-bandiera,che cerca, con l'edizione di que-st'anno, di essere decisamentepiù forte sul fronte dell'interna-zionalizzazione. (a.f.)

Settembre,tempo di

appuntamentidi cartello

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FATTI

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Verdura

La Verdura dell’Alto Adige cresce in montagna, al sole e all’aria pura. Si raccoglie da giugno a ottobre e arriva fresca al punto vendita. Per questo è molto amata e richiesta dai consumatori.

www.verduraaltoadige.com

Buona per chi la compra, buono per chi la vende

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

La notte del 26 agosto un vasto in-cendio ha distrutto parte del mer-cato ortofrutticolo di Conversa-no, di proprietà comunale, situa-to a una trentina di chilometri daBari. A dare l'allarme, verso le2,30, sono stati alcuni automobi-listi di passaggio. In poco tempole fiamme hanno avvolto un'aladell'edificio adibita a deposito.Il rogo in poco tempo ha distrut-to completamente i box e frigori-feri, muletti e alcuni furgoni chesi trovavano all'interno. Sette lesquadre di vigili del fuoco giuntesul posto da Putignano e Bari,che hanno lavorato diverse oreprima di riuscire a domare il ro-go, impiegando 28 mila litri d'ac-qua. Ingenti i danni. Non siesclude l'origine dolosa. Un epi-sodio simile aveva già interessatola stessa struttura qualche annofa.

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Vasto incendio al Mercato ortofrutticolodi Conversano Il Comando Provinciale di Reg-

gio Calabria della GdF e il Nu-cleo agroalimentare del Corpoforestale hanno sequestrato il 25agosto 510 tonnellate di concen-trati di succhi di frutta, soprat-tutto arancia, di un’azienda del-la Piana di Gioia Tauro perchè,pur essendo di origine estera“senza subire trasformazioni so-stanziali, venivano riesportaticome prodotto di origine italia-na”. In una nota la Guardia di Fi-nanza ha comunicato di aver ve-rificato “un consolidato sistemadi attribuzione della dicitura at-testante l’origine italiana a pro-dotti provenienti prevalente-mente dal Brasile, anche attra-verso l’utilizzo di false autocerti-ficazioni, che venivano successi-vamente commercializzati co-me di origine italiana”. In parti-colare, “per alcuni prodotti unaditta calabrese aveva effettuatouna mera transazione commer-ciale di acquisto e rivendita”,precisa la nota della Guardia diFinanza. Inoltre nei locali del-l’azienda sono state rinvenute“circa 450 tonnellate di concen-trati di succhi di frutta, privi dichiare indicazioni sul contenu-

to, in pessime condizioni diconservazione a causa del man-cato stoccaggio nelle appositecelle frigorifere e, per la mag-gior parte, lasciate all’aperto,esposte agli agenti atmosferici”,precisa la Forestale. Il responsa-bile dell’azienda è stato denun-ciato per tentata frode in com-mercio, per aver dichiaratoun’origine dei prodotti vendutidiversa da quella reale, per averattestato falsamente in atto pub-blico l’origine degli stessi pro-dotti e per detenzione di sostan-ze destinate all’alimentazionepericolose per la salute pubbli-ca. L’operazione portata a termi-ne “riveste un’importanza di no-tevole significato considerandoche per la prima volta viene ef-fettuato un sequestro sulla con-traffazione del succo di arancianazionale e, in particolare, cala-brese tenuto conto che la Cala-bria ricopre un ruolo strategicoper la coltivazione di agrumi eper la successiva trasformazionee commercializzazione nel pa-norama economico nazionaleed internazionale dei succhi ederivati” conclude la nota degliinvestigatori.

Sequestrate in Calabria 510 tonnellatedi falsi succhi di frutta italiani

Sono dieci le aziende italianecoinvolte nello scandalo dei frut-ti di bosco che trasmettono il vi-rus dell'epatite A. Il virus è statorintracciato nelle loro confezioni

di frutti dibosco sur-gelati a se-guito delleanalisi fat-te eseguiredalla pro-cura di To-

rino a fine luglio su campioniprelevati in negozi e supermerca-ti del Torinese dopo l'allerta dira-mata dal ministero della Salute. Ifrutti di bosco congelati “incrimi-nati” sarebbero provenienti daSerbia, Ucraina, Bulgaria, Polo-nia, Romania e dal Canada e so-no stati confezionati in aziendedi Padova, Pavia, Ferrara, Parma eCuneo. Come ha riferito il So-le24Ore, in Piemonte al 31 luglioi casi registrati sono stati 65, piùdel doppio rispetto a tutto il 2012.Secondo gli esperti dell'Unioneeuropea l'impennata dei casi di-pende dall'uso di acqua non pota-bile durante il lavaggio dei fruttidi bosco prima del confeziona-mento. Le reazioni delle aziende

di settore sono state immediate.“Il prodotto nazionale è privo dirischi”, si è affrettato a precisareDomenico Paschetta, presidentedi Ortofruit Italia e leader diConfcooperative Cuneo e Pie-monte. “Non lanciamo inutili al-larmismi. Generalizzando si ri-schia di colpire un intero com-parto senza avere dati e prove cer-te” ha invece dichiarato StefanoGatto (nella foto), direttore com-merciale della Garden Frutta diVerona, aggiungendo: “È bene ri-badirlo, si tratta di prodotto sur-gelato. Ma dopo la diffusione del-la notizia una catena distributivache collabora con noi era inten-zionata ad annullare un ordine diprodotto fresco”.

Frutti di boscosurgelati: reazionialle indaginiin Piemonte

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de

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Il flusso delle importazioni supe-ra quello delle esportazioni: èquesto il dato più importante cheemerge dall’andamento dell’in-terscambio ortofrutticolo nei pri-mi mesi del 2013.A fronte di una calo dei volumiesportati (-12,7%) vi è stato unbuon risultato economico (9,4%),riporta Fruitimprese, l’Associa-zione nazionale degli esportatorie importatori di ortofrutta.Il saldo è di circa 348 milioni dieuro con un calo del 5,5% rispettoallo stesso periodo del 2012. Com-plessivamente nel primo trime-stre l’Italia ha esportato circa 1milione e 476 mila tonnellate perun valore di 1 miliardo e 700 mi-lioni di euro. In diminuzione iflussi di ortaggi (-7,4%) e fruttafresca (-20%); in aumento i volu-mi esportati di agrumi (1,8%) e difrutta secca (15,7%). In valore se-gno positivo per tutti i comparti:ortaggi 9%, agrumi 34,2%, fruttafresca 6,9% e frutta secca 7,3%. Perquanto riguarda le importazionil’Italia ha importato circa 1 mi-lione e 560 mila tonnellate di or-tofrutticoli per un valore di 1 mi-liardo e 355 milioni di euro. Tra isingoli comparti incremento involume per gli ortaggi (4,8%), gliagrumi (11,4%), la frutta fresca(6,1%) e la frutta tropicale (6,4%).In controtendenza la frutta secca(-10,5%). In valore segno positivoper tutti i comparti. I dati sonostati diffusi il 18 agosto.

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Il 2013 aprecon l’importche superale esportazioni

Fruit Logistica si prepara allaprossima edizione, che si terràa Berlino dal 5 al 7 febbraio2014. Le premesse sono incorag-gianti e tra gli operatori salel'attesa per la fiera tedesca, cherimane la rassegna di riferi-mento per l'intero settore orto-frutticolo. "Noi invieremo tuttala nostra squadra responsabiliper gli acquisti” ha detto ShazadRehman dalla Marks & Spencer(Regno Unito). Durante i tregiorni della fiera gli espositorisi sforzeranno di dimostrare laloro competitività e di comesiano in grado di supportare iloro partner commerciali perquanto riguarda l'alta qualità diprodotti, l'attrattività degli im-ballaggi e innovazione di servi-zi. Alla scadenza ufficiale dellaregistrazione per gli espositori(31 luglio) Messe Berlin si è det-ta molto soddisfatta delle preno-tazioni.Gérald Lamusse (nella foto),Global brand manager di Fruit

Logistica ha affermato: "Ciaspettiamo più di 2.500 esposi-tori e 60.000 visitatori professio-nali. In nessun’altra fiera almondo un numero così alto dioperatori del settore ortofrutti-colo si incontra in un unicoevento”.Nel 2012 l'Italia, con venditeper un valore di un miliardo196,8 milioni di euro e una quo-ta del 13% è stata il terzo forni-tore nel settore ortofrutticolosul mercato tedesco (dopo laSpagna e i Paesi Bassi) e ha fat-to registrare un aumento del5,5% rispetto al 2011, secondo larielaborazione dell'Ufficio ICEdi Berlino.

Sono praticamente dimezzatenel 2013 le esportazioni di cibo ebevande Made in Italy in Egitto,dove l'instabilità politica è ac-compagnata da una grave crisieconomica, con pesanti effettisulla disponibilità di generi ali-mentari. Le spedizioni di pro-

dotti agroalimentari dall'Italiahanno subìto una riduzione del47% nei primi 5 mesi del 2013.Nell'intero 2012 l’import dall’I-talia aveva sfiorato i 100 milionidi euro. Dopo qualche annatapositiva, crollo anche dei flussidi ortofrutta dal nostro Paese.

Crollo dell’export italiano verso l’Egitto

Fruit Logisticasi confermaanche per il 2014fiera leader

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Trasloco in vista per Noberasco:lascia lo stabilimento di Vado Li-gure e si trasferisce in Val Bormi-da. L'azienda ligure, tra i leaderitaliani della frutta secca e essic-cata, che ha superato il secolo diattività, si appresta a realizzareun’ulteriore svolta epocale, delo-calizzando l’attuale insediamentoproduttivo, che nove anni fa ave-va attivato sul territorio vadese.Il sito produttivo di Vado Ligureverrà infatti trasferito a Carcare,in Val Bormida, specificatamentenell’area della Paleta. Per il suonuovo stabilimento a impatto am-bientale zero, l’azienda ha sceltola val Bormida, un’area da tempoin attesa di rilancio. L’insedia-mento rappresenta per questo ter-ritorio un’opportunità di svilup-po con ricadute occupazionaliimportanti nel medio periodo.L’azienda ingauna ha voltato lespalle alla Svizzera che la corteg-giava da tempo. "Abbiamo decisodi restare in Liguria perché noisiamo liguri e, da sempre, inve-stiamo, prima di tutto, sul nostroterritorio e sulla nostra gente", af-ferma Mattia Noberasco (nella fo-to), quarta generazione dell'a-zienda di famiglia e direttore ge-nerale del gruppo. È previsto uninvestimento di 20 milioni di eu-ro nel nuovo sito produttivo, di 23mila metri quadrati, altamentetecnologico, ottimizzato per il ri-sparmio energetico e predispostoper conseguire le principali certi-ficazioni energetiche ed ambien-tali"."L'obiettivo - prosegue Noberasco- è farne, progressivamente, il po-lo produttivo e direzionale di rife-rimento e massima espressionedel “green project” fortementeperseguito dall’azienda. Attraver-so l’attuale stabilimento di Vado,l’azienda ha creato il primo sitoproduttivo al mondo capace diprodurre e confezionare frutta es-

siccata morbida senza conservan-ti. Grazie all’innovativo processodi pastorizzazione, che ha con-sentito di confezionare prodottisenza conservanti e biologici, l’a-zienda si è aperta ai mercati este-ri che rappresentano la vera sfida

strategica del futuro del gruppo.“Siamo convinti”, continua Mat-tia Noberasco, “che le nuove tec-nologie che implementeremo nelnuovo sito di Carcare ci consenti-ranno di essere più competitivisui mercati esteri, nei quali sia-mo fiduciosi di poter crescere, da-to il grande interesse manifestatoda molti potenziali clienti euro-pei e non solo”.Il nuovo progetto prevede che, dasubito, in un’area che si estendeper 60 mila metri quadrati (circametà dell’estensione totale dellaPaleta) vengano realizzati capan-noni su una superficie di 23 milametri quadrati, di cui circa 4.500di celle frigo e una palazzina uffi-ci che occuperà circa 4 mila me-tri quadrati.

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Noberascoinveste: lascia Vado, ma restain Liguria Alta tecnologia e ritorno alle tradizioni.

Succede nel Mantovano, nel triangolo d’o-ro del melone, dove una macchina lasermarchia a fuoco i frutti per evitare i falsid’autore mentre nei campi si utilizzano soltanto prodotti naturali. Unafilosofia che Oscar Zerbinati, 27 anni e un "premio innovazione" rice-vuto da Coldiretti, ha fatto propria.In dodici anni, a fianco del padre Tonino, ha fatto di un’azienda fami-liare un’industria da 3 milioni di euro di fatturato e cento operai im-piegati. Non ci aveva mai pensato nessuno. A raccontare la storia del-l'impresa lombarda è stato il quotidiano Il Giorno.L’ingrediente magico, dice il giovane Zerbinati, è il fertilizzante natu-rale. E piante che, su quindici frutti, ne portano a maturazione soltan-to quattro. Il resto è biomassa per i generatori. Il volume del raccoltodiventa risibile: visti i duecento ettari di estensione delle serre, do-vrebbe essere sette volte tanto, ma i guadagni parlano da sé. Mentre in-fatti il melone industriale finisce sul mercato anche a 40 centesimi alchilogrammo, quelli di Zerbinati dopo gli anni passati in cui hannosforato anche i 2,50 euro, congelano il crollo delle quotazioni a quasidue euro. E lo fanno su mercati d’eccezione: da Berlino a Londra pas-sando per Parigi, dove gli imprenditori di Sermide hanno scalzato daltrono di produttore di qualità - riferisce il Giorno - un gigante le cui va-lutazioni si fermano ad un euro di distanza. Senza disdegnare però ilmercato nazionale, dove il colosso del gelato Grom ha fatto dei fruttimantovani uno dei gusti di tendenza. Con il rilancio, gli Zerbinati si-gillano le ferite dei meloni con ceralacca. Migliora la qualità, e l’im-magine va di conseguenza. Il successo ha portato alla contraffazionedel prodotto in alcune aree del Sud. La soluzione è stata trovata in unprototipo da 200mila euro di una macchina laser che marchia con uncodice unico ogni melone. Dal sito dell’azienda è possibile risalire almomento della raccolta di ogni frutto, e al trattamento agronomicoche ciascun pezzo ha subito. Il fatturato è esploso.

Meloni marchiati laser:la sfida di Zerbinati

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Rosariada bere.

Dalla spremitura dei migliori agrumi siciliani nascono 100% Spremute Rosaria, trasformate e confezionate direttamente dall'Organizzazione Produttori Rosaria che controlla tutte le fasi produttive. Le spremute premium Rosaria sono un dissetante naturale, gustoso e ricco di vitamine e sali minerali, perfette per fare un pieno di energia e benessere!

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● Antonio Felice

Il tema è uno ma è opportuno di-viderlo in tre. Il tema è affasci-nante: è la competitività, a livelloeuropeo e mondiale, di quello chepoteva essere un organismo chiu-so tra le montagne dell'Alto Adigee invece è un player globale nelmercato della mela, oltre a con-fermarsi, anno dopo anno, il pri-mo produttore europeo. Cosa c'èdietro alla competitività, dietroalla 'modernità che si rinnova'del VOG?Partiamo da un'ipotesi che nasceda quello che già sappiamo: buo-na organizzazione, conoscenzadei mercati, un'articolata strate-gia produttiva. Un'ipotesi da ap-profondire e da verificare. E cheva analizzata con Gerhard Dich-gans, il direttore generale. VOG ènella testa di 5.200 coltivatori dimele altoatesini, dei presidenti edirigenti delle 16 cooperativeconsorziate, dei direttori dei quat-tro poli, che hanno la responsabi-lità del prodotto, per i piani di de-

stoccaggio e per la gestione dellesale di confezionamento. Ma lasintesi compete a lui. VOG e Di-chgans sono un binomio che èquasi un'identità.Dunque organizzazione VOG,mercati, prodotti (in questo caso:varietà di mele) attraverso l'anali-si di un personaggio che non po-teva non essere tra i Protagonistidella nostra rivista. Ecco che cosaha raccontato al Corriere Orto-frutticolo.ORGANIZZAZIONE. "Questa sto-ria è cominciata con la fusione –nel 1999 - tra VOG ed ESO, un’al-tra OP presente sul territorio daanni, che ha aggiunto al nostrogruppo altre 5 cooperative concirca 2.000 ettari. Dalla fusione ènato il nuovo VOG, con 33 coope-rative associate che - in media –

contavano su un conferimento dipoco superiore alle 15 mila ton-nellate. Parte da qui la prima im-portante fase della riorganizza-zione del VOG, durata fino al2010, e che ha interessato due pro-getti: la fusione tra le cooperativeassociate e il rinnovamento va-rietale. Alla fine di questo ciclo, lecooperative sono diventate 15 perla commercializzazione del pro-dotto a lotta integrata, più unanuova realtà nata nel 2002 per lacommercializzazione della pro-duzione biologia, BioSüdtirol.Questa concentrazione ha per-messo raddoppiare il conferimen-to medio per struttura, di lavoraresull'innalzamento della qualitàcomplessiva del servizio, con in-vestimenti importanti in nuoviimpianti di calibrazione e sale di

CorriereOrtofrutticolo

PROTAGONISTICOPERTINA C

Una vita nella Casa delle meleGerhard Dichgans parla delle sfide del VOG: dalla

riorganizzazione del gruppo al nuovo scenario dei mercati, alla doppia strategia su brand aziendale e mele Club

ciliani nascono 100% zionate direttamente he controlla tutte le fasi aria sono un dissetante sali minerali, perfette re!

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lavorazione più razionali, e nellariconversione delle celle di frigo-conservazione applicando le tec-niche più avanzate. La tecnologiaULO e - più tardi - DCA ci ha per-messo di controllare perfettamen-te e più a lungo la conservazioneanche delle varietà più delicate,come le Red, senza utilizzare con-tro il riscaldo del frutto anti-ossi-danti che - come prevedibile - l'U-nione Europea ha ora vietato. In-fine, sempre in questa fase, ilVOG ha spinto sulla riconversio-ne varietale, introducendo per laprima volta in Alto Adige le meleClub – dunque varietà protette dabrevetto - ed espandendo varietàcome la Fuji, Gala e Braeburn,che sono imprescindibili per for-nire l'Italia e i mercati europei."Con l’estate 2010 si è aperto un

secondo ciclo del rinnovamentoorganizzativo, che oggi è appro-dato alla sua quarta stagione.Questa nuova fase ha avuto dueaspetti fondamentali: da un lato,la concentrazione della commer-cializzazione e la centralizzazio-ne della fatturazione e, dall'altro,la ridefinizione dell'assetto orga-nizzativo delle cooperative stesseattraverso il raggruppamento in 4poli: Merano, Bolzano Ovest, Bol-zano Sud e Bassa Atesina. I polisono le centrali che debbono assi-curare i servizi essenziali del con-sorzio: la conservazione, la sele-zione, il confezionamento. I di-rettori delle cooperative riuniteintorno ai quattro poli sono re-sponsabili del prodotto e dell'effi-ciente organizzazione dei magaz-zini.

"A livello di vendite, abbiamo de-finito 5 “tavoli”, che hanno re-sponsabilità di servire e sviluppa-re uno dei 5 segmenti strategici dimercato identificati. Essi concen-trano la propria attenzione suimercati di competenza, sui clien-ti e seguono i contatti commer-ciali quotidiani. Inoltre – ad inte-grazione dell’ufficio vendite cen-trale di Terlano – i direttori dellecooperative sono integrati nel la-voro dei tavoli di mercato e rico-prono ruoli di responsabilitàcommerciale verso clienti e seg-menti di mercato. Solo utilizzan-do le conoscenze e le capacità ditutti siamo stati capaci di trasfor-mare in così poco tempo l’orga-nizzazione delle vendite, conser-vando flessibilità e reattività difronte alle richieste dei clienti."Siamo giunti, al nostro interno,ad una prima valutazione dei pri-mi tre anni del nuovo assetto or-ganizzativo, che è stato oggetto diriflessione anche all'assembleadegli associati VOG lo scorso lu-glio. Possiamo dire che il sistemaè accettato e il giudizio espresso èstato positivo. Ma certo, ci sonostati suggerimenti per il futuro.C'è sempre qualcosa da migliora-re. Per fortuna".SCENARI DI MERCATO. "Credoche l'Unione Europea si concen-trerà sempre di più nel soddisfaregrossa parte della domanda inter-na di mele con la sua produzione.Lo scenario europeo è già cam-biato, basta vedere i numeri sulleimportazioni d’oltremare, in net-ta dominuzione. Dieci anni fa,l'Europa era il mercato di riferi-mento per le esportazioni di meledell'Emisfero Sud, oggi non più.L'Emisfero Sud ha dovuto riconsi-derare le sue strategie, cercandoopportunità e sbocchi e togliendopressione alle vendite in Europa.Il Cile sempre più si concentra aservire i propri mercati naturali,che sono l’area del Pacifico, forseanche la Cina e l'America delSud. Il Sudafrica serve con volumicrescenti i mercati 'davanti allaporta di casa', nel continente afri-cano, quindi il mercato naturaleper le sue mele. La Nuova Zelanda

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CorriereOrtofrutticoloCopertinaPR

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IL CONSORZIO VOGIl Consorzio delle cooperative ortofrutticole dell'Alto Adige (VOG) è natonell'immediato dopoguerra, il 24 agosto 1945, per aprire nuovi mercati disbocco per le singole cooperative che si erano costituite tra produttori dimele già a partire dal 1893. Oggi il VOG raggruppa 16 cooperative per untotale di 5.200 coltivatori che lavorano una superficie di 10.600 ettari erealizzano un raccolto variabile tra le 600 e le 700 mila tonnellate all'an-no, che confermano il consorzio come la più grande organizzazione per lacommercializzazione della mela in Europa. La sede centrale del VOG è la'Casa della mela' di Terlano, nel cuore dell'area melicola della vallatadell’Adige, a pochi chilometri da Bolzano, dove si concentrano la com-mercializzazione, il marketing e tutte le attività di coordinamento delgruppo.Nel VOG si producono undici varietà di mele con indicazione geograficaprotetta “Mela Alto Adige IGP”, commercializzate sul mercato interno enelle destinazioni mediterranee sotto il marchio “Marlene®”. Si aggiungo-no a queste le mele sotto brevetto Pink Lady®, Rubens®, Kanzi®, Modì® eJazz® e le mele biologiche BioSüdtirol. Presidente del Consorzio è GeorgKössler, direttore Gerhard Dichgans.

IL DIRETTORE G. DICHGANSGerhard Dichgans ama le mele, la montagna, i viaggi e l'Alto Adige. È na-to in Germania, a Leverkusen, in Renania, nel 1952. Fin dalla prima in-fanzia, ha vissuto in Italia, a Milano. Si è laureato in Economia e Com-mercio all'Università di Friburgo. È entrato in VOG nel 1985 con la fun-zione di export manager ed è diventato direttore del Consorzio nel 1990.È sposato e ha due figli.Ha scelto l'Alto Adige non solo perché ama la montagna ma perché scor-ge nel territorio altoatesino un affascinante connubio tra mondo germa-nico e mediterraneo, due ambienti ai quali si sente legato. Abita ad Ap-piano, a pochi chilometri dalla 'Casa delle Mele' di Terlano, cuore delleattività del VOG. In un'intervista a una giornalista spagnola, qualche an-no fa, ha dichiarato: "Apples are the center of my life."

CHI È

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gioca le sue carte nel Sud Est Asia-tico e più in generale in Asia e infuturo forse anche in India. Vedoquesto insieme di fenomeni co-me un trend sempre più chiara-mente definito."Tornando all'Europa, è evidenteche tradizionali esportatori dimele come Francia e Italia debba-no ridefinire i loro assetti com-merciali considerando il peso cre-scente della produzione polacca.Ma c'è, alla base, un trend ancorapiù importante da valutare: dauna parte la tendenza delle pro-duzioni locali a servire il mercatolocale, dall'altra l’offerta dei gran-di bacini produttivi che va a com-pletare l'offerta locale nei diversimercati nazionali. Creando laazienda FROM tre anni fa, assie-

me ai tre partner della regioneTrentino Alto Adige, abbiamo sot-tolineato l’importanza che rivesteil mercato russo per noi. Siamocoscienti che il primo esportatoreeuropeo in Russia è sempre statoe resterà la Polonia, anche alla lu-ce dei grandi investimenti fattinegli ultimi anni per aumentarela competitività del settore dalpunto di vista produttivo, tecnicoe organizzativo. Le chances di noioccidentali sono così legate allacapacità di offrire varietà, calibrie standard qualitativi che i pro-duttori polacchi – anche per ra-gioni climatiche - non sono ingrado di fornire. Per questa ra-gione puntiamo, per fare unesempio concreto, ancora sui no-stri punti di forza, che sono Gol-den e Granny di calibro e qualità:

questa è la base della nostra offer-ta in Russia, inserendo nel con-tempo altre varietà complemen-tari come Gala o anche mele Clubcome Pink Lady."Nonostante la nostra presenzasia estesa a tutte le destinazioni a360 gradi, i mercati di riferimen-to restano per noi quello italianoe quello tedesco. In quest'ultimo,la nostra presenza è storica e ap-prezzata, e le prospettive dellanuova stagione sono buone inconseguenza del calo della produ-zione interna. In Italia, negli ulti-mi tre anni, siamo riusciti a con-solidare i rapporti con la grandedistribuzione e a difendere i volu-mi anche nelle fasi – come la sta-gione passata - di calo produttivo.Seguiamo con apprensione le dif-

ficoltà economiche che sta attra-versando il Paese, che si riflettonocon forza sui mercati ortofruttico-li e tutta la filiera di distribuzionetradizionale. Nonostante ciò, pos-so affermare che nostri amici neidiversi mercati all'ingrosso ci so-no rimasti fedeli, forse anche per-ché ci distinguiamo dalla concor-renza attraverso l’ampia offertavarietale".BRAND AZIENDALE E MELECLUB. "Abbiamo due strategie difondo per valorizzare le nostreproduzioni, che si integrano traloro. Da una parte abbiamo datoun nome alle nostre mele Marle-ne® e un brand che si fonda suuna origine certa, garantita dallaIGP Mela Alto Adige. Il marchiocopre tutto lo spettro varietaleclassico e intende garantire il

consumatore non solo sulla pro-venienza ma anche sulla qualitàparticolare di un territorio ecce-zionale per la coltivazione dellamela. Una scelta che valorizza almassimo l'origine territoriale, of-frendo nel contempo la libertà discelta. Così nasce il nostro payoff: 'Vivi la varietà'."Una seconda opportunità è natadalla possibilità di introdurre nelmercato nuove varietà in grado diritagliarsi un preciso segmento diconsumo, grazie alle loro caratte-ristiche intrinseche, di qualità or-ganolettica, di gusto, di colore. E –per identificare e rendere ricono-scibile questa nuova proposta peril consumatore finale – si crea unbrand attorno questa varietá. E'questo il percorso che ha portatoal successo della mela PinkLady®. A tutt’oggi, abbiamo par-tecipato ad alcuni altri progetti,quelli che ci hanno convinto dipiù perché basati su una propostaqualitativa e gustativa differen-ziante. Dopo l'adesione al proget-to della mela Pink Lady®, abbia-mo infatti partecipato ai progettiRubens®, Kanzi®, Jazz®, per nondimenticare Modì®. Quest'ultimaha aperto un nuovo capitolo nellastoria della mela perché è la pri-ma varietà italiana semi-resisten-te alla ticchiolatura, permetten-do di ridurre drasticamente i trat-tamenti fitosanitari e quindi l'im-patto ambientale della coltivazio-ne. In conclusione, l’obiettivo è difare scoprire al consumatore nuo-vi mondi di sapore e gusto, chepossano riscuotere il gradimentoanche di chi oggi le mele o non leconsuma o le consuma poco".Questi percorsi al VOG sono staticompiuti con attenzione, pruden-za, consapevolezza. Dietro c'èuna tradizione secolare da difen-dere, probabilmente unica almondo. C'è un'economia impor-tante per il territorio. Ma c'è an-che una convinzione ai massimilivelli, dai presidenti agli ammi-nistratori e ai direttori delle coo-perative, che andavano fatte scel-te coraggiose perché quella tradi-zione potesse, ancora oggi, esserevincente. ●

19L u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

PROTAGONISTICOPERTINA C

Page 22: Corriere ortofr 7 8 2013

Syngenta conferma la propria attenzione

all’innovazione e alle esigenze della filiera con

THALES ed ELFO, due varietà di melone

retato che possiedono le caratteristiche di

prodotto ideali per soddisfare le esigenze della

distribuzione moderna e dei consumatori di tutta

Europa. Entrambe le varietà uniscono qualità

organolettiche e consistenza di polpa a shelf-life

superiore, caratteristiche imprescindibili per avere

successo sul mercato interno ed estero.

Vediamo in dettaglio le peculiarità dei due

prodotti.

La lunga stagione della qualitàRetato classico, con buccia a viraggio giallo e

dalla retatura bella uniforme.

Il frutto si distingue per una qualità interna

costantemente elevata in termini di

colore, consistenza, aroma e

grado zuccherino della polpa.

THALES, inoltre, assicura

una buona resistenza alle

manipolazioni e una con-

servabilità che si colloca

al top nel segmento dei

meloni retati a buccia gialla.

La taglia giusta per un’estate di gusto

Retato italiano, a buccia gialla, di cui esalta le

caratteristiche olfattive e organolettiche.

Il frutto, molto regolare, dalla forma rotondeggiante

e dalla retatura coprente e ben definita, ha una

eccellente conservabilità e una pezzatura più

contenuta rispetto ai meloni appartenenti al

segmento del retato estivo.

La polpa è di colore arancio

salmone, compatta, aroma-

tica e con grado zuccherino

mediamente elevato.

La tessitura rappre-

senta un compro-

messo tra i meloni

classici e quelli a lun-

ga conservazione.

Tutte queste carat-

teristiche permettono

al retato italiano, particolarmen-

te importante in termini di consumo nel nostro

Paese, di ritagliarsi una fetta di mercato anche

all’estero, elevando inoltre gli standard qualitativi

del segmento.

Syngenta è uno dei principali attori dell’agro-industria mondiale. Il gruppo impiega più di 26.000 persone in oltre 90 paesi che operano con un unico proposito:

Bringing plant potential to life (Sviluppare il potenziale delle piante al servizio della vita).

www.syngenta.it

I meloni retati nati per fare molta strada

per farI meloni r

e molta stradaper faretati nati I meloni r

sna

cato intersuccesso sul mer

e, caratteristiche imprsuperior

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Bringing plant potential to life (Sviluppar

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

21L u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Produzione in lieve aumento perle mele italiane nelle previsionidella campagna 2013-2014 pre-sentate al Prognosfruit di Pragadall'8 al 10 agosto a cura del WA-PA, l'organizzazione mondialedei produttori di mele e pere allaquale, per l'Italia, aderiscono As-somela e CSO. Il totale è di 2 mi-lioni 148 mila tonnellate dopoche un anno fa il dato era stato diun milione 939 mila.L'Italia melicola ancora una vol-ta si concentra in Alto Adige conuna previsione produttiva di unmilione 45 mila tonnellate e inTrentino con 486 mila tonnellate;terza regione è il Veneto con 188mila tonnellate. La Golden è an-cora la mela italiana regina conoltre 958 mila tonnellate ma alsecondo posto si conferma daqualche anno la Gala con 292 mi-la tonnellate e non più la Red De-liciuos che resta al terzo postocon 223 mila tonnellate.Di rilievo anche il dato della Fuji,quarta varietà in Italia, con oltre170 mila tonnellate, e dellaGranny, quinta, con 120 mila 500tonnellate. L'Alto Adige si confer-ma l'area che maggiormentepunta sulla innovazione varietalee anche sulla rapidità delle rispo-ste alle richieste del mercato: si-gnificativo in proposito l'abban-

dono completo, quest'anno, diuna varietà, la Gloster, mentre unbalzo in avanti importante han-no fatto varietà come la Staymane la Elstar, con la Fuji che conti-

nua ad avere un forte consenso.Il Trentino si sta comportando inmodo più tradizionale e conser-vativo, con Golden e Red Deli-cious a guidare saldamente la

Mele, varchi in GermaniaIl calo della produzione tedesca offre opportunità all’export

italiano, che dovrà però confrontarsi con la concorrenzafrancese. La Polonia si conferma primo produttore europeo

Alto Adige 1.180.991 944.185 1.045.465 10,7%Trentino 504.801 455.070 485.648 6,7%Veneto 222.032 197.756 188.014 -4,9%Piemonte 170.843 157.916 156.578 -0,8%Emilia Romagna 144.598 124.149 156.391 26,0%

Golden Delicious 1.020.794 898.243 958.433 6,7%Gala 318.313 277.448 291.663 5,1%Red Delicious 253.311 192.380 223.116 16,0%Fuji 164.012 132.052 170.373 29,0%Granny 121.652 96.297 120.493 25,1%TOTALE 2.292.762 1.939.014 2.147.963 10,8%Mele da industria 322.954 207.588 289.975 39,6%Mele da tavola 1.969.808 1.731.426 1.857.988 7,3%

2011 2012 2013 13/12

LE PRIME 5 VARIETÀ

MELE - Produzione 2013 (previsioni Assomela)LE PRIME 5 REGIONI

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

L u g l i o - A g o s t o 201322 www.corriereortofrutticolo.it

classifica delle varietà più pro-dotte, e una valorizzazione in au-mento di un prodotto tipico dellevallate trentine come la Renettadi cui si prevede una produzionevicina alle 25 mila tonnellate conun balzo del 22,5%.Il Veneto conferma la sua voca-zione per la Granny Smith, di cuiè la seconda regione produttricedopo l'Alto Adige, con 31 milatonnellate e mezzo. Il Piemonteconferma la sua predilezione perle mele rosse, con Red Delicious eGala, varietà maggiori. La cam-pagna commerciale per l'Italia sipreannuncia positiva.In Europa si prevede una produ-zione complessiva di 10 milioni798 mila tonnellate, più alta chenel 2012-13, ma nella media pro-duttiva degli ultimi dieci anni.Prima nazione europea è ancorauna volta la Polonia che passa da2 milioni 900 mila tonnellate a 3milioni 200 mila, l'Italia è secon-da passando da 1 milione 939 mi-la tonnellate a 2 milioni 148 mi-la, terza la Francia che passa da 1milione 169 mila tons. a 1 milio-ne 507 mila.Per la Polonia è una delle produ-zioni più alte del decennio, comeha sottolineato Alessandro Dal-piaz, direttore di Assomela, allapresentazione dei dati a Zevio, inprovincia di Verona, il 13 agostoscorso. Ma va detto che il 50 percento della produzione polacca èdestinato alla trasformazione.Ciò nonostante, la Polonia si con-fermerà il primo fornitore di me-le della Russia, Paese che è in as-soluto il primo importatore dimele al mondo, e ai primissimiposti in tutto il centro e l'est eu-ropeo. L'Italia cercherà di espor-tare il meglio in Russia ma la par-tita, per il nostro Paese, risultaforse più interessante in Norda-frica e Medio Oriente, dove la Po-lonia non c'è. Per le mele in Germania è unadelle annate peggiori dal 2003,colpa di una primavera fredda.Nella Bassa Elba, la regione tede-sca più settentrionale per la pro-duzione melicola, il calo sullapassata campagna sfiora il 30%.

Ma anche nel sud, in Baviera, laperdita è intorno al 18% e del 12a est, in Franconia.Le Jonagold sono date in calocomplessivamente del 24% e le

Jonagored del 39%. Attorno al La-go di Costanza, dove si concentrala produzione tedesca più impor-tante, il calibro dei frutti è di 5-6millimetri inferiore alla norma eanche ciò, alla fine, incide sultonnellaggio, che è intorno alle221 mila tonnellate a sud, 201 mi-la a nord, 123 mila al centro e aest.In Francia la produzione di melesi è presentata in ritardo di duesettimane per le varietà precocima è in recupero rispetto a unpessimo 2012, soprattutto nellaLoira e nel Limousin, e supera dipoco il milione e mezzo di ton-nellate, confermando il Paese co-me terzo produttore europeo. Perle varietà tardive è prevista unacrescita del calibro. La Golden siriprende un buon 54%, la Fuji sa-le del 61%, la Braeburn recuperail 39.Perde posizioni il Belgio, che cre-de meno delle mele a vantaggiodi altre produzioni: 201 mila ton-

Alessandro Dalpiaz, direttore di As-somela, che ogni anno prepara leprevisioni della campagna melicola

Page 25: Corriere ortofr 7 8 2013

CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

23L u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

nellate sono le previsioni finalidel raccolto che segna un meno9%. Leggero incremento produtti-vo invece in Olanda con 297 milatonnellate (+6%). Nel RegnoUnito produzione a 199 mila ton-nellate con un significativo 23%di aumento sulla precedentecampagna.Veniamo alla Spagna: un giganteortofrutticolo che nelle mele stanel mazzo dei Paesi europei dimedia produzione. La Spagnaproduce meno della Germania edell'Ungheria nella Comunità eanche molto meno dell'Ucrainase si guarda alla totalità del con-tinente: le mele spagnole si do-vrebbero attestare nel 2013-14 a418 mila tonnellate, con un ritoc-co dell'8% sulla precedente cam-pagna ma sempre sotto rispettoal picco produttivo del 2005 (-21%). La Catalogna copre la metàdella produzione spagnola, con-centrata soprattutto nella provin-cia di Lerida. La qualità è buona.La piccola Slovenia registra uneccezionale incremento produtti-

vo (76 mila tonnellate, +69%),mentre l'Austria è ferma (155 mi-la tons, -1%) e perde qualità concalibri piccoli. In Europa centra-le l'Ungheria resta un colosso(588 mila tonnellate) anche seperde il 21% mentre la Repubbli-ca Ceca con 145 mila tonnellatesale del 23%.Fuori dai confini dell'Unione Eu-ropea, l'Ucraina ha una produ-zione di un milione 177 mila ton-nellate in aumento del 5%; anchela Russia produce (nelle regionimeridionali attorno al Mar Neroe nella regione caucasica) e sonoun milione e 400 mila tonnellatemalgrado gravi danni da grandi-ne. Infine la Turchia, che battepersino l'Italia a livello quantita-tivo, con due milioni 681 milatonnellate di raccolto previsto eun +10% sulla precedente cam-pagna. Il succo di questa rapidacarrellata europea? Il calo dellaproduzione tedesca (-17%) aprevarchi commerciali all'Italia, allaPolonia e alla Francia in un gran-de mercato di consumo. Se la pro-

duzione polacca sarà ancora unavolta attratta dal mercato russo,dove la produzione interna è ca-lata, la 'partita tedesca' sarà gio-cata da Italia e Francia, con que-st'ultima in possibile recuperosui 'cugini' storici concorrenti. Andando Oltreoceano, gli StatiUniti saranno dei competitori danon sottovalutare per gli esporta-tori di mele francesi e italiani suimercati del Nordafrica e del Me-dio Oriente. Gli USA, infatti, stan-no registrando il raccolto più im-portante degli ultimi dieci annie, se hanno perso peso in Europa,non intendono mollare i mercatiarabi.Le prime stime parlano di 4 mi-lioni 741 mila tonnellate e pon-gono gli States al secondo postoal mondo dopo la misteriosa Ci-na (misteriosa perché a livellostatistico non ci sono verificheinternazionali che diano garan-zie sui 35 milioni di tonnellateannui e più di mele cinesi). Si èregistrato nella campagna in cor-so un grande recupero della pro-duzione nelle aree vocate dell'Este del Centro degli Stati Unitimentre il calo è lieve nello scac-chiere più importante, l'Ovest(stato di Washington e Califor-nia). Potranno fare capolino fuo-ri dai confini anche le mele ca-nadesi, dato l'exploit produttivosegnato dal Canada (+55% sullapassata stagione per un totale di429 mila tonnellate, più o menoil quantitativo prodotto anche dalMessico).Per l'Emisfero Sud la produzioneè stabile, intorno ai 5 milioni emezzo di tonnellate, ed è in gradodi inserirsi in tutti i mercati piùinteressanti dell'Emisfero Nordgrazie alla specializzazione logi-stica ottimale raggiunta dai prin-cipali esportatori di mele suda-mericani, sudafricani e australia-ni. Il potenziale di penetrazionedell'Emisfero Sud in Europa ètuttavia in calo, anche se nel cor-so del 2012 le importazioni in Eu-ropa di mele provenienti dallearee del Sud del mondo sono sta-te le più alte rilevate nell'ultimoquinquennio. (a.f.)

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Azie

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oi Aziende informano CorriereOrtoFrutticolo

L u g l i o - A g o s t o 201024 www.corriereortofrutticolo.it

Nel mercato del melo-ne il gusto, ed ancoradi più la certezza ecostanza del gusto,sono sempre più glielementi determinantiche influenzano la de-cisione d’acquisto delconsumatore. In que-sto preciso contesto siè mossa Rijk ZwaanItalia, filiale dell’omo-nima multinazionaleolandese, leader nellaricerca, produzione ecommercializzazionedi sementi orticole dialta qualità.Rijk Zwaan ha focaliz-zato le proprie attivitàdi ricerca sui melonigialletti con elevatadolcezza: la varietàTikal RZ F1 è il fruttodi questo eccellentelavoro. Contraddistinto dal mar-chio Yellissimo® (il marchio chegarantisce elevato tenore zuc-cherino e gusto straordinario), èun melone buono da mangiare ebello da vedere. Il frutto si riconosce a prima vi-sta grazie alla forma ovale ed al-la buccia liscia con gradevole co-lorazione gialla. La polpa è bian-ca, croccante ed estremamentedolce: la gradevolezza del sapo-

re è uno dei punti diforza del prodotto,grazie al quale RijkZwaan conta di rag-giungere elevatequote di mercato.

L’altro elemento che rende TikalRZ F1 particolarmente interes-sante per le esigenze del consu-matore moderno è la pezzatura.I frutti, dal calibro di circa 1,5 Kg,hanno una dimensione idealeche ne facilita l’acquisto, il tra-sporto e la conservazione dome-stica. Tikal RZ F1 incontra sia le esi-genze degli operatori del settoresia dei consumatori. È disponibi-le tutto l’anno grazie a produzio-ni nazionali e d’oltremare, garan-tendo così continuità di approv-vigionamento. Inoltre ha un’otti-ma conservabilità che permettetrasporti a lungo raggio ed un fa-

cile stoccaggio ridu-cendo le perdite. Il melone è facilmentericonoscibile dal con-sumatore grazie al suoaspetto (perfect size)e, come detto, perchécontrassegnato dall’e-tichetta con il marchioYellissimo®.

L’insieme di queste ca-ratteristiche fa di TikalRZ F1 un melone d’ec-cellenza. Per questo èentrato a far parte dellagamma SensationalFlavours che compren-de le varietà Rijk Zwaan

ad alto valore aggiunto con caratteristicheorganolettiche uniche.

Per informazioni: Segreteria Rijk Zwaan Italia tel. 051 729448mail: [email protected] sito web: www.rijkzwaan.it

Melone TIKAL RZ F1

La dolcezza ha il giusto peso

Page 27: Corriere ortofr 7 8 2013

CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

25L u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Lorenzo Frassoldati

Fine agosto, parte la campagnapere ma con una incognita nonda poco sul fronte della conserva-zione del prodotto. Quest’anno -nel momento in cui scriviamo -non sarà possibile utilizzare leEtossichine come principio attivoantiossidante in sede di frigocon-servazione per il veto del ministe-ro della Salute, prodotto inveceammesso in Spagna e Portogallocon evidente distorsione dellaconcorrenza. Il caso Etossichineha agitato i rapporti tra mondoproduttivo e Ministeri della salutee delle Politiche agricole in pienoagosto. Due lettere del CSO, l’ulti-ma alla vigilia di Ferragosto, nonsono state sufficienti a sbloccarel’uso in via eccezionale di questoprincipio attivo già ammessol’anno scorso e che quest’anno haavuto via libera da Spagna e Por-togallo ma non dall’Italia. Giàcon una prima lettera in data 30luglio il CSO chiedeva ai ministe-ri della Salute e delle Politicheagricole – in nome e per contodei produttori aderenti - di darevia libera all’uso eccezionale peri prodotti a base di Etossichinacontro il riscaldo delle pere in po-st-raccolta per un periodo di 120giorni a far data dal 20 agosto,motivando la richiesta con lamancanza di valide ed efficaci al-ternative e con il particolare an-damento climatico di quest’annocaratterizzato da eccessiva piovo-sità primaverile e da temperatureelevatissime tra luglio e agosto,con pesanti conseguenze sulla te-nuta del prodotto in fase di con-servazione. “Il timore di una per-dita di almeno il 30% della produ-zione commerciabile è concreto,mentre l’uso ammesso in Spagnae Portogallo crea una palese di-storsione della concorrenza”, scri-veva il CSO.La risposta del ministero della Sa-

lute arriva in data 6 agosto ed ènegativa su tutti i fronti: si cita ilparere della Commissione con-sultiva che già nella stagione2012-13 aveva dato parere non fa-vorevole , lasciando aperta la stra-da solo all’utilizzo delle scorte fi-no al 14 gennaio 2013. Si cita lamancanza di dati circa una “im-purezza che non permette di ef-fettuare una valutazione esausti-

Pere, la campagna minacciatadal caso “Etossichine”

Il principio attivo, ammesso in Spagna e Portogallo, necessario

come anti-ossidante nellafrigoconservazione del prodotto, è stato vietato

quest’anno in Italia mettendo in agitazione

il settore. Pressionisul Ministero della Salute

da parte del CSO

“I problemi di conservabilità del-le pere per questa campagna cisono tutti; Spagna e Portogallopotranno commercializzare leloro pere in Italia anche facendoleva su una sostanza che nel no-stro Paese non viene ammessa.Noi subiremo forti perdite diproduzione e si creerà una situa-zione di concorrenza sleale ainostri danni. Sarebbe bello vede-re che, come in Spagna e Porto-gallo, anche qui funziona il si-stema paese a tutela dei nostriinteressi”. Fortunato Peron (nellafoto), imprenditore romagnolodel settore ortofrutticolo, ricordache sulle Etossichine il nostroPaese ha sbagliato quando vi fula revisione dei fitofarmaci a li-vello comunitario e “ogni Statomembro avrebbe dovuto difende-re i prodotti utili e indispensabi-li per le produzioni dei propriterritori. L’Italia invece, non ade-guatamente sollecitata dal mon-do produttivo e non solo, non èriuscita a garantirsi l’utilizzo diquesto prodotto che tre anni fafu cancellato senza individuare

alternative valide in sostituzio-ne”.L’anno scorso – continua Peron –“in condizioni simili a quest’an-no fu concessa la proroga ex art.53, quest’anno si adducono moti-vazioni pretestuose per non con-cedere ulteriori proroghe. Men-tre Spagna e Portogallo difendo-no le loro produzioni, noi sem-briamo colpevolmente disinte-ressati. Qui nessuno ovviamentevuole mettere a rischio la salutedi operatori e consumatori mabene ha fatto il Cso a ricordareche in 20 anni di utilizzo questesostanze non hanno mai creatoproblemi alla salute di nessuno.Questi prodotti vanno rivalutatianche per motivi di costo econo-mico visto che i prodotti alterna-tivi proposti sono molto più co-stosi e meno efficaci e distribui-ti in monopolio da un’unicagrande azienda”.C’è da chiedersi, conclude Peron,“che senso ha fare tanta fatica eaffrontare tanti costi per produr-re bene, se poi non riusciamo afrigoconservare?”.

Peron: “Subiremoforti perdite”

Page 28: Corriere ortofr 7 8 2013

CorriereOrtofrutticoloAttualità

L u g l i o - A g o s t o 201326 www.corriereortofrutticolo.it

va sulla rilevanza tossicologica”del prodotto. Inoltre si richiama“l’assenza di un pacchetto com-pleto di dati che non permette dieffettuare alcuna valutazione delrischio per quanto riguarda lavo-ratori, operatori e consumatori”.In sostanza: istanza bocciata.Ma il CSO non molla e in data 14agosto scrive nuovamente ai mi-nisteri della Salute e dell’Agricol-tura e “pur tenendo conto del pa-rere negativo” si appella all’art.53 del Regolamento Cee1107/2009 che consente di auto-rizzare per un periodo limitato econtrollato di massimo 120 giorniun prodotto per combattere unaemergenza fitosanitaria che nonè possibile affrontare in modo ra-gionevole e quindi economica-mente valido con i prodotti fito-sanitari in commercio. Il Cso ri-corda che grazie all’art. 53 “siaSpagna che Portogallo hanno po-tuto fornire ai propri agricoltoriun’arma molto efficace contro ilriscaldo delle pere in post raccol-ta. In Italia invece la stessa auto-rizzazione non viene concessa ri-chiedendo ai produttori da partedell’autorità competente cono-scenze e dati ufficiali sul prodottoche se in possesso della ditta pro-duttrice avrebbero evitato l’elimi-nazione dagli allegati al Reg. Cee”.Si ribadisce la disparità di tratta-mento tra Paesi comunitari con-correnti “a discapito del sistemaItalia” con forti perdite economi-che e si richiamano le caratteri-stiche dell’Etossichina che in 20anni utilizzo non ha mai datoproblemi a consumatori e opera-tori. In conclusione, dice il CSO,in questa campagna si prevedonoforti problemi per la conservabi-lità del prodotto nazionale men-tre paesi concorrenti potranno“commercializzare le loro pereanche in Italia nonostante abbia-no utilizzato una sostanza attivache non è autorizzata nel nostropaese creando forte concorrenza,anche sleale, con i nostri agricol-tori”.Si ribadisce infine la richiesta diautorizzazione ai sensi dell’art.53. Questo il 14 agosto. Il pressing

sulla Salute era stato sostenuto dauna lettera con toni analoghiscritta subito dopo Ferragosto daparte del ministero dell’Agricoltu-ra ma a fine agosto – complici for-se anche le ferie – da parte del mi-nistero della Salute non era per-venuta alcuna risposta. Intanto lacampagna pere è partita con ilproblema della frigoconservazio-ne post raccolta ancora tutto darisolvere.

La produzione europea di peresta conoscendo un balzo in avan-ti del 18% rispetto alla passatastagione. L'Italia conferma lasua assoluta leadership conti-nentale con 741 mila tonnellatee un +14% sull'anno scorso. Cre-sce meno la Spagna con le sue390 mila tonnellate di raccoltoprevisto e comunque un +10%.In terza posizione sale sorpren-dentemente l'Olanda.I Paesi Bassi in questa campagnastanno compiendo il sorpassodel Belgio, con un aumento del34% che porta il totale a 266 mi-la tonnellate (erano 199 mila nel2012) mentre i belgi si stannofermando a 256 mila tonnellate(+8%).Qual è il significato di questosorpasso? Una prima riflessionepuò essere questa: i belgi nelleultime campagne hanno espor-tato molto, hanno cercato di im-porre le loro varietà su mercatiimportanti come la Russia (adanno dell'Italia); visto questosuccesso, gli olandesi hanno in-vestito in nuovi impianti di peree oggi possono guardare, per laprima volta, dall'alto i 'cugini' esperare di guadagnare posizionisui mercati ('arte' in cui sonoabilissimi). La seconda sorpresaeuropea è costituita dal Portogal-lo, che ha soffiato la quinta posi-zione continentale alla Franciagrazie a un balzo produttivo, inun solo anno, del 71% raggiun-gendo le 196 mila tonnellate. La

Francia attende invece un rac-colto di 153 mila tonnellate, co-munque più alto di quello del2012. Sotto queste sei posizioninazionali, esistono players euro-pei minori senza peso sul mer-cato internazionale. I dati ri-prendono le recenti elaborazio-ni del WAPA, che hanno ricevutoun contributo fondamentale dalCSO di Ferrara. In Emilia Romagna, regione lea-der in Italia e in Europa, le pre-visioni produttive per il 2013 ela-borate nella seconda parte di lu-glio indicano una crescita pro-duttiva rispetto al deficitario2012, pari al +20%. Parallela-mente i quantitativi attesi perquesta stagione si pongono note-volmente al di sotto dell’anno2011 (-24%).Il livello dell’offerta stimata peril 2013 appare comunque al disotto della media del quadrien-nio 2008-2011 (-7%). A questi da-ti si è giunti anche valutandol’andamento delle superfici pro-duttive che rispetto a qualcheanno fa sono in calo più o menosignificativo per tutte le varietà,con l’unica eccezione dell’AbateFetel. Se il confronto viene fattocon lo scorso anno l’Abate deno-ta una lieve crescita, pari al +1%degli impianti in piena produ-zione; sono stimati invece caliche variano dal -10% della Deca-na, al -9% per Conference , al -4%per William, fino al -2% per Kai-ser.

Crescono le produzionidi Olanda e Portogallo

Abate, la pera italiana per eccellenza

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

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Le vendite dei cibi low cost nei di-scount alimentari sono le unichea far segnare un aumento nelcommercio al dettaglio in Italiadall'inizio dell'anno con un+1,3% mentre calano tutte le al-tre forme distributive a partiredai piccoli negozi che fanno regi-strare un vero e proprio tonfo se-gnando un -4%. E' quanto emergeda una analisi sul commercio aldettaglio alimentare elaborata sudati Istat. Il bilancio dall'iniziodell'anno nelle vendite dellagrande distribuzione fa segnare,da gennaio a maggio, un -2,5% ne-gli ipermercati e un -1,8% nei su-permercati per un totale che, no-nostante la crescita dei discount,rimane negativo (-1,6%).La spesa alimentare degli italianiè crollata nel 2013 in cui si sonoridotti drammaticamente gli ac-quisti a tavola con tagli che vannodall'olio di oliva extravergine (-12%) al pesce (-11%), dalla pasta (-9%) al latte (-6%), dall'ortofrutta(-4%) alla carne (-1%) per unacontrazione media nell'agroali-mentare del 3,4%, secondo le ela-borazioni Coldiretti su dati Ismearelativi al primo quadrimestre.Secondo un'indagine Ismea Gfk-Eurisko sui consumi delle fami-

glie italiane, una famiglia su die-ci quest’anno non ha acquistatopiù frutta fresca e carne bovina.L'indagine conferma un calocomplessivo dei consumi alimen-tari domestici dell’1,5% nei primi5 mesi dell’anno (il confronto ècon lo stesso periodo del 2012). Ivolumi - questi sono i dati Gfk Eu-risko - sono in flessione special-mente tra i prodotti freschi comela frutta (-3,8%) e la carne bovinanaturale (-5,1%), alimenti che ac-cusano anche una riduzione delnumero di famiglie acquirenti.Nel tentativo di far quadrare il bi-lancio, sottolinea l’Istituto, le fa-miglie tendono a sacrificare ali-menti facilmente deperibili equindi possibile fonte di spreco avantaggio di prodotti a media elunga conservazione, favoriti an-che sul versante dei prezzi dal-l’agguerrita competizione tra gliscaffali della Gdo. Altra dinamicache si evince dalla rilevazione è lospostamento dei consumatori ver-so prodotti di fascia più economi-

ca sia all’interno della stessa cate-goria merceologica, sia tra gli ali-menti aventi la medesima funzio-ne d’uso. Ed è così che tra i pro-teici si consumano relativamentepiù uova e che le carni avicole esuine vengono preferite alle piùcostose fettine di manzo e vitello,mentre continuano a ridursi iconsumi di pesce fresco. Altraflessione degna di nota è quelledegli oli extravergini confeziona-ti (-10%) e degli ortaggi (-1,2%),tra i quali balza agli occhi il tonfodelle insalate di IV gamma (-8,7%) - quelle cioè lavate, tagliatee confezionate - dopo la faseespansiva degli ultimi anni.Secondo l’Osservatorio dei Consu-mi ortofrutticoli delle famiglieitaliane di Macfrut, nel mese digiugno i nuclei familiari del Bel-paese hanno speso oltre 1,4 mi-liardi di euro per frutta, verdurafresche e ortaggi surgelati, pari a742.020 tonnellate. Per l’esattezza,781,3 milioni di euro per verdurafresca, 635,2 per frutta fresca e

L’afa di luglio aiuta i consumiDall’inizio dell’anno il trend resta negativo per tutto il

settore agroalimentare. Si salvano i discout. Per la frutta ilcalo da gennaio supera il 3%, per gli ortaggi è dell’1,5%

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L u g l i o - A g o s t o 201328 www.corriereortofrutticolo.it

L’edizione 2013 di MACFRUT(Cesena 25-27 settembre) vedecome protagonista il bacino delMediterraneo. Un mare - e il ba-cino geo-economico che lo at-tornia - di grande rilevanza perl’ortofrutticoltura mondiale, dovesi incontrano Paesi in via di svi-luppo (si pensi a tutta l’Africasub sahariana) e Paesi chehanno il know-how per migliora-re la coltivazione di questi terre-ni, e dove si incrociano logisti-che e agroindustrie al top conPaesi dalle enormi potenzialità.Un padiglione espositivo diMacfrut è dedicato ai Paesi delMediterraneo, dove si potrannoavere contatti e incontri di affaricon buyer e produttori, Associa-zioni e istituzioni di questa parte“emergente” del mondo ortofrut-ticolo alla quale Macfrut que-st’anno ha voluto dare il propriocontributo diretto: dal 20 al 23settembre ha organizzato unCorso di formazione per opera-tori di Paesi del Mediterraneodove alcuni manager delle piùprestigiose imprese della filieraortofrutticola italiana, terrannolezioni sulla produzione e sul si-stema distributivo, con una at-tenzione alla valorizzazione deiprodotti.Già, perché al di là della mis-sion specifica che Macfrut hacome fiera (cioè far incontraredomanda ed offerta), «una dellefunzioni che la rassegna si as-sume - spiega Domenico Scar-pellini, presidente di Macfrut(nel riquadro) - è quella di esse-re volano della internazionaliz-zazione per le nostre aziendedel settore e, quindi, concretosupporto alla valorizzazione delMade in Italy ortofrutticolo suimercati esteri, dove i nostri pro-dotti sono autentici ambasciato-ri della qualità e della capacitàitaliane».

E qui si innesta anche un altrovalore aggiunto di Macfrut: lapossibilità di fornire una diversaofferta ai visitatori esteri (e nonsolo) della rassegna che potran-no vedere, accanto ai padiglionicon le novità del settore, anchel’applicazione concreta delle so-luzioni tecnologiche espostegrazie a visite guidate nelleaziende del territorio.«Siamo partiti dalla consapevo-lezza che l’Emilia Romagna èuno dei territori all’avanguardianel panorama dell’ortofrutticol-tura mondiale, grazie alla pre-senza dell’intera filiera e alla ca-pacità di innovazione espressadalle aziende che qui sono atti-ve - spiega Luigi Bianchi coordi-natore di Macfrut - abbiamo co-sì voluto utilizzare queste carat-teristiche per offrire un’opportu-nità in più ai nostri visitatori e ainostri espositori, e in particolarea quelli stranieri (che rappre-sentano almeno il 20%): nei pa-diglioni si ammirano macchinarie tecnologie, e appena fuori dal-l’esposizione c’è la possibilità divederne l’applicazione concretain aziende e imprese di produ-zione, di lavorazione e di distri-buzione. Le visite organizzatenon saranno semplici passerel-le, ma i partecipanti avranno an-

che l’occasione di approfondiregli aspetti legati all’economicitàe alla congruità rispetto alle pro-prie esigenze».Per MACFRUT 2013 sono stateorganizzate - assieme al CRPV- due giornate di visita, ognunadelle quali focalizzata su unospecifico prodotto. Nella primagiornata - in programma per il26 settembre - i riflettori saran-no puntati sulla filiera della no-ce, con tappe a un noceto inten-sivo a conduzione biologica e auno stabilimento di selezione econfezione. Ai partecipanti sa-ranno forniti i dati agronomicidel prodotto e un dossier sull’or-ganizzazione della filiera.Nella giornata successiva (ve-nerdì 27 settembre) protagoni-sta sarà la carota da consumofresco. Anche in questo caso sicomincerà con la visita a un’a-zienda produttrice, per poi toc-care una struttura di lavorazio-ne, e le varie tappe saranno ac-compagnate da momenti di ap-profondimento, dedicati, adesempio, agli aspetti della retri-buzione dei vari componentidella filiera produttiva, alla ca-pacità di penetrazione del pro-dotto sul mercato e alle misureda attuare per la valorizzazionedei prodotti.

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CorriereOrtoFrutticolo

Macfrut, ponte ideale tra Europa e riva Sud del Mediterraneo

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

59,8 per ortaggi surgelati. E’ co-munque la maggior quantità disoldi spesi - mensilmente - rispet-to ai mesi precedenti: si consideriche a maggio per la frutta frescale famiglie spesero 509 milioni dieuro e ad aprile per la sola verdu-ra (fresca) si toccarono appena i616,5 milioni di euro.L’Osservatorio contiene anche idati sui canali di acquisto e si no-ta come anche a giugno prosegual’ascesa dei discount, la cui quota-per la frutta - cresce sia a volume(+2,4%), che a valore (+8,5%).Circa le oscillazioni negli acquistidei singoli prodotti, nel trimestreaprile-giugno le arance consuma-te dalle famiglie italiane sono ca-late da 86.200 tonnellate a menodi 40mila a giugno, con le meleche sono rimaste pressoché stabi-li (74.900 tons in aprile e 72.300in giugno) come le fragole (da18mila di aprile a 17.900 di giu-gno). Da considerare un incre-mento dell’acquisto di banane

che a fronte delle 38.700 tons diaprile fanno registrare 45.700tons in giugno. Per quanto riguar-da l’andamento della verdura fre-sca, l’Osservatorio di Macfrut re-gistra che a giugno 2013 si perdesia a volume (-2,2%), che valore (-0,8%), scende lievemente anche ilnumero delle famiglie acquirenti,-0,8%, sempre rispetto a maggio2012.Aggiungiamo ancora un paio dicuriosità tratte dai dati dall’Osser-vatorio: nel trimestre aprile giu-gno 2013 le quantità di carciofisono diminuite dalle 12.900 ton-nellate di aprile alle 3.000 di giu-gno, mentre le patate sono rima-ste stabili: 50.000 tons ad aprile e49.300 a giugno, a differenza deipomodori che sono passati dalle64.400 tonnellate di maggio a68.100 in giugno.Con il caldo torrido di metà lu-glio, i consumi di frutta e verdurafresca hanno fatto registrare unaumento della domanda che nel-

le grandi città è arriva al 10%. Loha riportato la Cia, Confederazio-ne italiana agricoltori. Oltre araddoppiare il consumo d’acqua,le temperature infuocate di alcu-ne settimane di luglio e agosto aRoma, Bologna, Firenze e in tuttoil Sud hanno portato in alto gli ac-quisti di ortofrutta (soprattuttolattuga, carote, pomodori, cetrio-li, e poi albicocche, pesche, susi-ne, meloni e angurie). Una sceltagiusta per combattere l’afa e i col-pi di calore. Una boccata d’ossige-no per il comparto dopo il calodei consumi dei mesi precedenti,ma un fenomeno non in grado diribaltare un trend che, da gennaioad agosto, resta negativo, più perla frutta, comunque, che per gliortaggi. Si può calcolare che il ca-lo complessivo dei consumi dagennaio ad agosto per la frutta siasuperiore sicuramente al 3%mentre per gli ortaggi è realisticoritenere che il calo si aggiri intor-no all’1,5%.

29L u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticoloFedagro news

Una sfida di prospettiva euna nuova organizzazio-ne del lavoro che, a titolo

sperimentale, dovrebbe partirequanto prima. Queste sono leprospettive e i due maggiori im-pegni che ha davanti AGOFI,l'associazione dei grossisti di Fi-renze, aderente a Fedagro. L'as-sociazione conta su 25 associatisulle 30 aziende grossiste cheoperano all'interno di Mercafir,il Mercato Ortofrutticolo di Fi-renze. Presidente di AGOFI èLazzaro Magrini, vicepresidentiBarbara Branchi e Guido Fanti,consiglieri Riccardo Maestrelli,Massimiliano Elmetti, DanieleMunicchi e Andrea Tesi. Un as-setto di lungo periodo, che ge-stirà l'associazione per i prossi-mi quattro anni. La sfida di pro-spettiva è il riassetto del Mercatodi Firenze, nell'ambito del rias-setto generale dell'area in cui sitrova ad operare. La sfida più vi-cina riguarda il cambio di orarioche, a titolo sperimentale, do-vrebbe partire dall'autunno edurare fino all'inverno: l'attivitàcomincerebbe nel pomeriggioper protrarsri fino alla 18-19.È quest'ultimo punto che cer-chiamo di approfondire per pri-mo con Lazzaro Magrini. "La fi-nalità del cambio di orario - spie-ga il presidente - è offrire un ser-vizio innovativo ai nostri clientied anche a coloro che si sono ri-volti altrove per i loro acquisti.Un servizio che viene decurtatodei costi aggiuntivi del lavoronotturno. Stiamo decidendo lasvolta insieme alla società di ge-stione del Mercafir e alla coope-rativa CFT, con i quali abbiamoraggiunto un accordo. Essereaperti di pomeriggio ci permettedi recuperare una fascia di clien-tela che abbiamo perso perchénon aveva il tempo di raggiunge-

re Firenze di notte, intendo so-prattutto la vasta zona costierache va da Grosseto a Massa. Se cisarà intesa tra noi, come mi au-guro, l'esperimento partirà il 1°ottobre prossimo e terminerà il28 febbraio. Quello che io pensosinceramente è che il lavoro not-turno è la morte del nostro me-stiere di commercianti di orto-frutta. I professionisti di cui ab-biamo sempre più bisogno nellenostre aziende, per essere com-petitivi, tendono a rifiutare il la-voro notturno e, proprio per que-sto disagio, non c'è nemmeno ilricambio generazionale. I figlidei commercianti storici nonhanno alcuna intenzione di al-zarsi di notte per fare mercato.Ci siamo per questo impegnati asuperare un ostacolo reale cheavevamo davanti, rappresentatoda una fascia di clientela chemostra l'esigenza di ritirare lamerce in orario notturno in mo-do da essere pronta per la vendi-ta al dettaglio il mattino. L'ac-cordo con Mercafir e la coopera-tiva risponde proprio alle loroesigenze. Abbiamo infatti otte-nuto che sia messa a disposizio-ne una piattaforma climatizzataper lo stoccaggio e la distribuzio-ne della merce che permetta laconservazione gratuita fino all'o-rario di ritiro preferito dal clien-te ed anche la consegna a domi-

cilio, se richiesta, non solo nelcentro di Firenze ma sulle prin-cipali direttrici di traffico tosca-ne". "Ritengo - conclude su que-sto punto Lazzaro Magrini - che

questo servizio, collegato all'ora-rio pomeridiano, ci consentireb-be una riqualificazione commer-ciale su tutto il territorio".L'altra sfida di AGOFI è di pro-spettiva più lontana ed è comun-que legata alle decisioni del Co-mune di Firenze, prima e dopo leelezioni amministrative di fineanno. L'area del Mercafir è alcentro di progetti di riqualifica-zione e riassetto. I magazzinioperano oggi su una superficiedi circa 40 mila metri quadri cherappresenta la metà dell'interaarea. Il Comune ha individuatola zona per l'insediamento delnuovo stadio di Firenze o di altreimportanti infrastrutture. Ciòdovrebbe costringere il Mercatoa spostarsi nella parte oggi nonutilizzata. Che cosa significa? "Insostanza - puntualizza Magrini -significa che si dovrà costruireun nuovo mercato e noi dobbia-mo decidere come gestire questafase che ci offre una opportunitàirripetibile: quella di entrare co-me grossisti nella proprietà diMercafir. Abbiamo il tempo perriflettere, ma dobbiamo comin-ciare a farlo, nell'interesse dellacategoria, di tutti, pensando chechi non dovesse essere disponibi-le a partecipare all'operazione,potrebbe comunque rimanere inaffitto. Sia chiaro, non si vuoletagliar fuori nessuno".

L u g l i o - A g o s t o 201330 www.corriereortofrutticolo.it

Magrini: la sfida di Firenzeè l’orario pomeridiano

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CorriereOrtofrutticolo FEDAGRO NEWS

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31L u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Il nuovo progetto Fedagro-Cerved-Osserva, relativo all’OsservatorioNazionale per la protezione deicrediti commerciali degli opera-tori dei Centri agroalimentari al-l’ingrosso, è stato presentato aiconsigli direttivi di Fedagro Vero-na il 9 luglio e di Fedagro Torinoil 16 luglio. Erano presenti il pre-sidente nazionale Fedagro Otta-vio Guala (foto), Giuseppe Gaudi-no, Gisella Capraro e Sonia Dineoper il Cerved, Mirko Torquati eSilvio Costabile per Osserva.L’Osservatorio Fedagromercati,nato nel 2008 sulla base dell’espe-rienza maturata dal MOF (Centroagroalimentare all’ingrosso diFondi) in tema di protezione deicrediti commerciali delle aziendedel Mercato, è un sistema di mo-nitoraggio del fatturato a creditoalimentato direttamente daglioperatori del mercato attraversouna connessione informatica delproprio sistema gestionale con ilsistema Osservatorio. Quotidia-namente l’Osservatorio consolidaper singola ragione sociale delcliente le vendite trasmesse datutti gli operatori del mercato col-legati rappresentando la suaesposizione complessiva nei con-fronti del Mercato.Al sistema, attivato e gestito daOsserva srl (società di Informa-tion Technology), attualmentesono connessi 10 mercati (Fondi,Bologna, Genova, Verona, Pesca-ra, Treviso, Trieste, Udine, Bre-scia, Torino) con circa 250 azien-de collegate che lo alimentanoquotidianamente e circa 22 milaloro clienti monitorati di cui l’Os-

servatorio rappresenta i dati con-solidati di vendite, esposizione,incassi e giorni medi di paga-mento. Unitamente alle informa-zioni commerciali l’operatore delMercato ha la possibilità di ri-chiedere un rapporto informati-vo a Cerved Group SpA (societàspecializzata in Business Infor-mation) circa l’affidabilità com-merciale di un determinatocliente e che viene rappresentatasinteticamente sempre nell’Os-servatorio con un semaforo: “ver-de-affidabile”, “rosso-non affida-bile”.Gianluca Notari, responsabile Fe-dagromercati dell’Osservatoriononché direttore sviluppo delCentro Agroalimentare di FondiMOF, ha illustrato ai consigli di-rettivi di Verona e Torino, il pro-gramma di sviluppo e promozio-ne dell’Osservatorio attraversol’erogazione di nuovi servizi, piùcompleti e sofisticati, per la pro-tezione dei crediti commerciali.Questi servizi saranno possibiligrazie alla costituzione di una“rete di impresa” tra Fedagromer-cati, Cerved ed Osserva, e saran-no comunque accessibili diretta-mente sempre dall’OsservatorioCrediti Fedagromercati.I nuovi servizi riguardano:- l’analisi di affidabilità a tappetosu tutti i clienti degli operatoridel mercato attraverso la fornitu-ra di un rapporto informativoCerved integrato con le risultanzedegli andamenti commercialimonitorati dall’Osservatorio Fe-dagro ed in particolare allunga-mento dei tempi di pagamento o

acquisti eccessivi rispetto all’an-damento storico degli stessi;- la procedura di recupero creditostragiudiziale automatica da par-te di Cerved su posizioni affidatecon “semaforo verde”, a costo zeroper le aziende;- l’analisi del rischio di portafo-glio con segnalazione automaticadelle posizioni meno affidabili;- l’analisi del portafoglio clientiin termini di: canale distributivo,settore attività, forma societaria,dimensioni, affidabilità, altro;- la fornitura di servizi di marke-ting in termini di “prospect com-merciale” sulla base del profilodel proprio portafoglio clienti;- l’interrogazione ed accesso online dall’Osservaztorio ai nuoviservizi di protezione e marke-ting.La principale innovazione - haspiegato Notari - è quella di inte-grare l’Osservatorio Fedagromer-cati con un’assistenza specialisti-ca alla singola azienda del Merca-to in loco “one to one “, quindinon solo un servizio di “informa-zione on line” ma anche un ser-vizio di consulenza erogato diret-tamente da Cerved Group, sup-portato informaticamente da Os-serva ed introdotto e accompa-gnato da Fedagromercati.

Protezione dei crediti: nuovi servizi

Rinnovo caricheConfermaper Rattoa Genova

Genova. In luglio si sono svolte leelezioni per il rinnovo delle cari-che sociali - quadriennio 2013-17 -di Fedagromercati Genova. A segui-to del voto, gli organi collegali so-no così composti: presidente Giam-battista Ratto, vice-presidente Ma-

ria Maddalena Ferrando, tesoriereGregorio Della Rupe, consiglieriLaura Canale, Andrea Guaraglia,Piero Parma e Massimo Parodi; col-legio sindacale Angela Miglionicopresidente, Enrico Cosso e Pasqua-lino Raimondi consiglieri.

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Un accordo tra il Mercato Agro-Alimentare di Padova, Verona-mercato e il Mercato di BudapestNagybani è stato firmato merco-ledì 17 luglio nella capitale un-gherese dall'amministratore dele-gato del MAAP Giancarlo Danie-le, dal presidente di Veronamer-cato Erminia Perbellini e dal di-rettore generale del Nagybani,Zoltan Hazi. Erano presenti an-che il direttore generale di PadovaFrancesco Cera con il direttoredel Gruppo Grossisti Alberto Fi-lippino, ai quali si deve la stesuradel documento d'intesa, il coordi-natore di VeronamercatoNetwork, Marco Marrapese, e ildirettore esecutivo di Nagybani,Tibor Kékedi.L'intesa prevede che, attraversoprogrammi anche di medio-lungotermine, i tre Mercati promuova-no accordi diretti e joint-venturestra operatori sia per i flussi diret-ti in Ungheria sia per quelli pro-venienti dall'Ungheria, mettendoa disposizione strutture e servizi;che i tre mercati si scambino ini-ziative promozionali dei rispetti-vi prodotti nelle loro sedi; che siscambino delegazioni di operato-ri al fine di agevolare l'attivitàcommerciale di import-export;che si scambino informazioni di

mercato relative alle quantitàcommercializzate, ai prezzi, alleprevisioni.Parallelamente, grazie a un'azio-ne intrapresa da Padova, è statomesso a punto un sistema per ve-rificare le merci in uscita dall'Ita-lia e dirette in Ungheria al fine dirispondere alla normativa italia-na ed europea, in particolare inmateria di fatturazione, nella ma-niera più adeguata.Il Mercato di Budapest non soloha messo a disposizione l'elencodi tutte le aziende ufficialmenteoperanti al proprio interno ma siè impegnato a documentare l'en-trata dei mezzi nel mercato e laloro provenienza. Il direttore Ti-bor Zoltan ha dichiarato: "Ci sia-mo messi su una strada e inten-diamo percorrerla passo dopopasso. Questo accordo è impor-tante per consolidare i rapporticon l'Italia. Praticamente nonpassa settimana che importantiquantitativi di ortofrutta italiana,in particolare provenienti pro-prio da Padova e Verona, non en-

trino nel nostro Mercato".Da parte padovana, è stato preci-sato che l'accordo viene molto ap-prezzato dagli organi di controlloitaliani e che il controllo docu-mentato dei mezzi in entrata e inuscita dai mercati, in particolare,già avviato da alcuni giorni, è sta-to apprezzato dalla Guardia di Fi-nanza italiana. I dirigenti delMercato di Budapest sono attesi aPadova e Verona nelle prossimesettimane, entro quest'anno sa-ranno programmate reciprochevisite di operatori. SoddisfattiGiancarlo Daniele ed ErminiaPerbellini.Non si tratta di un accordo di fac-ciata ma di una importante mes-sa a regime dei rapporti tra Mer-cati di fatto collegati da impor-tanti flussi commerciali già in at-to. Il Nagybani è uno dei più im-portanti ed efficienti mercati al-l'ingrosso specializzati nell'orto-frutta di tutta l'Europa centro-orientale. Vi operano più di 200ditte grossiste, non solo unghere-si, e circa 300 produttori, ogninotte, tra le 10 e l'una, provenien-ti da tutta l'Ungheria, collocano iloro prodotti in una vasta area lo-ro destinata. La delegazione ve-neta, nel corso della missioneconclusasi il 19 luglio, ha volutorendersi conto anche di questa at-tività rimanendo sorpresa dallabuona organizzazione degli spazie dell'attività commerciale in ge-nerale, oltre che dalla varietà equalità dei prodotti locali messiin vendita. ll NagyBani movimenta circa 450mila tonnellate di ortofrutta l’an-no e rifornisce con le proprie dit-te quasi l’80 per cento dell’orto-frutta venduta nei supermercati(forti la catena CBA, l’inglese Te-sco, la francese Auchan, oltre aSpar, Aldi, Lidl e Metro). Il Nagy-Bani rifornisce inoltre i mercati-ni tradizionali, che solo a Buda-pest sono un centinaio, a partiredall’ottocentesco Mercato Centra-le, ancora frequentatissimo. Sulleoltre 200 ditte grossiste presenti alNagyBani, almeno quattro hannograndi dimensioni: Mò-Ta, Elise-Fruit, Plac Market e Bodor. (a.f.)

33L u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Accordo tra mercatiBudapest-Padova-Verona

Messo a punto un sistemaper la verifica delle merci

destinate all’Ungheria

In piedi: Marco Marrapese, Tibor Kékedi, Alberto Filippino, Francesco Cera. Seduti: Erminia Perbellini, Zoltan Hazi, Giancarlo Daniele, i tre firmatari dell’intesa

e ta

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CorriereOrtofrutticolo BIOLOGICO NEWS

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Continua a ritmi sostenuti la cre-scita di Almaverde Bio, il leaderitaliano del biologico: il volumed'affari dei prodotti a marchio haregistrato nel primo semestredell'anno un valore alla produ-zione di 19,6 milioni di euro pariad un valore alla vendita di oltre32 milioni, con un +10% rispettoallo stesso periodo del 2012.I risultati raggiunti dal Gruppo,che associa undici partner spe-cializzati nelle diverse filiere del-la produzione, riguardano tuttele categorie commerciali per lequali si evidenzia un generalizza-to incremento di fatturato, dovu-to anche alla costante introduzio-ne di nuove referenze. Analizzan-do le performance del primo se-mestre emergono forti cresciteper i prodotti più innovativi co-me pesce surgelato, farine specia-li o prodotti di gastronomia vege-tale.In questo contesto di crescita me-rita una citazione particolare ilcomparto ortofrutta a marchioAlmaverde Bio che sta vivendoun momento favorevole grazie al-la scelta fatta da alcune catenedella moderna distribuzione direalizzare 'isole' del bio. Con unospazio dedicato, e ben individua-bile dal consumatore, dove si spo-sa qualità, gamma e la garanziache solo un marchio noto può da-re, gli incrementi delle venditespesso hanno superato il 20%."Stiamo vivendo un momentoparticolarmente positivo - dichia-ra Paolo Pari (nella foto), diretto-re di Almaverde Bio - con un au-mento generalizzato delle vendi-te ed una progressiva e costantepenetrazione dei nostri prodottinei diversi canali. A questo suc-

cesso contribuisce anche l'am-pliamento degli assortimenti chele aziende licenziatarie del mar-chio stanno realizzando, fortidella grande notorietà che ilbrand Almaverde Bio ha raggiun-to sul mercato".Anche in futuro Almaverde Biocontinuerà a presidiare tutti i ca-nali di vendita sul mercato nazio-nale, dalla grande distribuzioneai negozi specializzati per giun-gere alla ristorazione, bar, settorealberghiero e mense: un settore,quello cosiddetto 'horeca', che havisto, in questi anni, lo sviluppodi numerose iniziative. Ed è suquesto fronte che proseguirà losviluppo del progetto bio-bar, rea-lizzato insieme a Camst, che ve-drà nascere a breve i corner Al-maverde Bio, all'interno degliesercizi gestiti dal Gruppo Coope-rativo leader nella ristorazione.Entro l’anno, infine, si compiràl’iter per l’apertura dei primipunti vendita ad insegna Alma-verde Bio, nell'area di Milano, aopera della Organic Food Retail,la joint venture formata dalla KI

Group e la Organic Alliance, lasocietà di partecipazione costi-tuita dalle imprese licenziatariedel marchio Almaverde Bio. Iconsumatori italiani potrannocosì apprezzare tutti i prodottidella gamma acquistandoli diret-tamente nei negozi a marchio.L'estate ha portato bene alla Frut-teria Almaverde Bio di Mirabilan-dia, un'esperienza (frutta frescabio pronta da mangiare, succhi difrutta, frullati e frozen yogurt,presentati in modo accattivante eforniti da Canova Srl), partitadue anni fa a titolo sperimentalenel cuore di uno dei Parchi giocopiù grandi d'Europa con i suoi 2milioni di visitatori all'anno, nelRavennate. "Siamo molto soddi-sfatti della Frutteria - commentaPari -. Dopo un inizio stagionecondizionato negativamente dalpessimo andamento climatico, laFrutteria ha recuperando allagrande. Il locale ha confermatotutta la sua attrattività e, con lesue proposte, si è dimostrato per-fettamente coerente con il pub-blico del Parco".

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Dalla Gdo ai bio-barcresce Almaverde

I prodotti a marchio hanno registrato un aumento del 10%del fatturato nel primo semestre di quest’anno per un

valore alla vendita che supera i 32 milioni di euro

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

Il bio è una strada per risollevarel'agricoltura africana. Aumenta-no gli esempi in questa direzio-ne. Uno tra i tanti è proposto dauna esperienza nel Senegal, inAfrica Occidentale francofona,dove l'imprenditore AmacodouDiouf ha lanciato una produzio-ne di successo di mango biologi-co, coinvolgendo 75 coltivatorilocali.Diouf ora si prepara a proporreortaggi bio senegalesi per il mer-cato europeo. Fondamentale perDiouf è stata un'esperienza distudio in Germania, dove guardacaso si tiene il Biofach, che pro-muove moltissimo la cultura delbiologico. Tornato al suo Paese,Diouf ha fondato un'impresa, laBuursine International, con sedevicino alla capitale Dakar, e hacoinvolto da subito i coltivatorilocali convincendoli che sarebbestato vantaggioso produrre biosui 123 ettari di loro complessivaproprietà. Il collegamento tede-sco di Diouf, con la società d'im-portazione e distribuzione Bio-Tropic, ha permesso al progetto

di partire subito con un buonosbocco commerciale. Diouf ha av-viato anche un flusso di esporta-zione verso altri Paesi africanicome Marocco e Ghana dove esi-stono impianti per l'essicazionee l'utilizzo alimentare del man-go. Grazie a una collaborazionecon COLEACP di Bruxelles, laproduzione ha ottenuto le certifi-cazioni GlobalGAP, Bio Europe,Bio Suisse e l'accredimento Fair-trade. Il Senegal produce mangoda maggio a settembre per com-plessive 100 mila tonnellate l'an-no, solo 6-8 mila tonnellate ven-gono esportate, l'8% delle qualisono rappresentate dal mangobio della Buursine International.La società senegalese è interessa-ta anche al mercato italiano.Nuove produzioni bio compren-dono papaya, melanzane, cipolle,peperoni e spezie.

Più ‘organic’ in AfricaManghi dal Senegal

Nuova corrente di exportda parte di un gruppo

di 75 coltivatori

Un numero sempre maggiore digiovani tedeschi cerca il cibobiologico. Nel gruppo di consu-matori di meno di 30 anni, lapercentuale di coloro che spes-so acquistano prodotti bio è au-mentata di 9 punti percentualirispetto allo scorso anno. Que-sto è il risultato di Ökobarome-ter, uno studio rappresentativo,commissionato dal Ministerofederale della protezione deiconsumatori. Secondo lo studio,il consumatore tedesco soprat-tutto acquista con frequenzafrutta e verdura biologica, segui-te dalle uova. Altri prodotti bio-logici frequentemente acquista-ti sono patate, latticini e prodot-ti di panetteria. La ragione piùimportante per l'acquisto diprodotti biologici, secondo gliacquirenti intervistati, è la re-gione di origine, seguita dal be-nessere degli animali e dalla ri-duzione dell'inquinamento.Circa il 75 per cento degli inter-vistati nelle indagine Ökobaro-meter di diverse città ha espres-so la propria disponibilità a pa-gare un prezzo più alto per il ci-bo locale per sostenere le azien-de agricole familiari.La conferma della crescita delbio in Germania viene anche daAlnatura, la principale catenatedesca specializzata nella ven-dita di prodotti biologici, che haregistrato una crescita del fattu-rato del 13% nei primi sei mesidell'anno corrente e continuaad espandersi. In questo perio-do sono stati creati 150 nuoviposti di lavoro ed il numero deidipendenti è salito a quasi2.000. Nello scorso anno fiscale,chiuso nel settembre 2012, Al-natura aveva raggiunto un re-cord di vendite di 516 milionieuro, con un aumento dell'11%rispetto all'anno precedente.

Gli under 30tedeschi

scelgono bio

Alce Nero, tra i marchi più importanti del settore biologico in Italia e all'estero, allar-ga la gamma di referenze nel settore ortofrutta arricchendo la sua offerta di frutta everdura biologica con 'Generoso', un pomodoro biologico cuore di bue. Prodotto dagliagricoltori Brio, soci di Alce Nero, nelle terre di Veneto e Sicilia, 'Generoso' viene rac-colto tra luglio e settembre. Il prodotto è in vendita nella gdo in confezioni di 650 gr.

Alce Nero lancia il ‘cuore di bue’

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZION

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E' stridente il contrasto tra la qua-lità e l'ampiezza dell'offerta orto-frutticola di un punto vendita af-filiato Despar e di un supermer-cato Eurospar. I negozi di vicina-to Despar possono avere livelliqualitativi molto diversi tra loroanche nella stessa città e regione(qualche volta non fanno moltoonore all'insegna, anche se maga-ri il titolare ne ha tutta l'intenzio-ne), mentre lo standard Eurosparè omogeneo e il livello del repar-to ortofrutta è persino sorpren-dente.Nel weekend della settimana 35,quello che ha chiuso il ciclo dellegrandi ferie (non per tutti) diagosto, abbiamo visitato alcunipunti vendita Eurospar. Ottimo ilprodotto esposto e buona anchel'esposizione, con offerte specialidi vera convenienza e prezzi me-dio-alti per il prodotto di fasciasuperiore. La valutazione del Cor-riere Ortofrutticolo è 7,5 su 10 perla frutta e 7 per gli ortaggi. Suibanconi i migliori brand italianie una buona selezione di prodotto

d'importazione.Abbiamo analizzato soprattutto ibanconi della frutta e riportiamodi seguito referenze e prezzi cheabbiamo rilevato.

Mele. Gala di nuovo raccolto amarchio Marlene IGP in sacchet-to da 2 kg a euro 2,98 esposte ingrande quantità, come a dire chesi punta sulla freschezza del pro-

Un’offerta davvero specialeMolte promozioni ma anche qualità e assortimento nei

punti vendita dell’insegna che fa parte del gruppo internazionale Spar. Di livello inferiore i piccoli negozi

REPARTO ORTOFRUTTA. Eurospar sotto la lente

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione

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dotto (nota: all'assaggio mele otti-me, mentre in supermercati di in-segne diverse abbiamo notato Ga-la danneggiate dal riscaldo deigiorni di maggior calura estiva equindi non selezionate e nonscartate prima della messa invendita, con il risultato di avereun prodotto peggiore di quelloche è stato un anno in magazzi-no, come è il caso delle ultime ri-manenze di Golden). Sempre Ga-la, in offerta "imperdibile" a 1,84euro per 2 kg a marchio Despar,indicate con il tipico cartellino'ALT' che caratterizza le offerteEurospar. Red Delicious in va-schetta da 4 pezzi a 2,99 euro alkg. Mele Cripps Pink origine Cilesciolte grossa pezzatura euro 3,49al kg. Mele biologiche Despar in

vaschetta da 5 pezzi a euro 3,11 alkg.Pere. Abate Fetel sciolte a 2,49 eu-ro chilo. Guyot Italia sciolte a 2,89euro chilo. William Rosa origineSpagna sciolte a 2,85 euro chilo.Pere Carmen in offerta sciolte aeuro 1,79 al kg con uno sconto incartellino del 38 per cento. PereCoscia Valfrutta in vaschetta seipezzi da 500 gr a 1,64 euro (quin-di 3,28 al kg). Pere Carmen Bio"Scelta Verde Despar" in vaschettada 4 pezzi per 600 grammi a euro1,69 (sconto scritto in cartellinodel 32,13 per cento). Non male co-me assortimento.Pesche e Nettarine. Pesche gialle'ALT' in offerta ancora una volta"imperdibile" sciolte a euro 1,59al kg. Nettarine pasta gialla sciol-te Italia a 1,79 euro chilo; le stes-

Il marchio SPAR in Italia ven-ne introdotto nel 1959 dalla so-cietà Miatello, Giordani e Pug-gina guidata da Marino Puggi-na di Padova. Nel 1960 nasce ilconsorzio DESPAR Italia insie-me alla SADAS Orsenigo di Se-veso; nel 1961 aderisce al con-sorzio anche l'azienda Amonndi Bolzano. Nel 1960 fu apertoil primo supermercato ad inse-gna DESPAR. Il gruppo in Ita-lia, con sede principale a Casa-lecchio di Reno (Bologna) è di-viso in una decina di societàche costituiscono, insieme, lacentrale Despar Servizi, affilia-

ta a Centrale Italiana. La crea-zione dell'insegna Eurospar,negli anni '70, coincide con lanascita di una nuova tipologiadi punto vendita: unsupermercato - o un superstore- in grado di servire un'areaurbana più vasta e con neces-sità di consumo differenziate.Quindi un punto vendita dimaggiori dimensioni, attornoai 1500 mq di superficie, capa-ce di offrire un ampio assorti-mento di prodotti alimentarifreschi e non, con un'integra-zione delle principali referen-ze del non alimentare e di al-cuni servizi base, un punto diriferimento ideale per unaspesa quindicinale-mensile,

nella quale siano compresetutte le necessità fondamenta-li. Estremamente professionalinella conduzione e nelservizio, i punti vendita Euro-spar sono quasi esclusivamen-te a gestione diretta Aspiag.Nel frattempo si è affacciatosul mercato italiano dellagrande distribuzione anche ilmarchio Interspar, per ilformat degli iperstore. Ma ecco come si presenta l'in-tero gruppo nel nostro Paese.Despar Express: negozi didimensioni particolarmenteridotte presenti nelle stazioniferroviarie del Triveneto e delLazio. Despar: negozi alimen-tare di vicinato o piccolisupermercati di quartiere consuperficie fino a circa 800 mq.Spesso sono punti vendita infranchising o affiliati.Eurospar: supermercati esuperstore con superficie chevaria fra gli 800-1.000 e 2.500mq; solitamente sopra i 1.500mq sono considerati supersto-re. La loro collocazione è gene-ralmente all'interno di centriurbani o in prima periferia. InSicilia, dal 2011, gli Eurosparpiù piccoli furono convertitiin Despar. Interspar: ipermer-cati con superficie superiore ai2.500 mq con una grandeofferta e situati nelle periferiedelle città, nei centri commer-ciali e fuori dai centri urbani.Iperspar: identifica gliipermercati di maggioridimensioni del gruppo. Oggi èusato solo al Sud ma fino aqualche anno fa anche alcuniInterspar del Triveneto aveva-no questo marchio. Eurocash: ipunti vendita all'ingrosso delgruppo, presenti solo inSicilia, oggi acquisiti dai F.lliArena del gruppo Sidis.Il fatturato complessivo oggisupera in Italia i 4 miliardi dieuro.

SPAR IN ITALIA. Una storia iniziata nel 1959e che oggi vale oltre 4 miliardi di euro

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZION

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se a doppia A a euro 1,99 chilo.Nettarine pasta bianca sciolte Ita-lia di grossa pezzatura a 1,99 eurochilo.Limoni, Arance, Pompelmi. Li-moni in rete da 750 grammi Frut-tital a euro 1,89. Limoni sciolti ca-tegoria 1 origine Argentina a eu-ro 2,39 al kg. Limoni bio confe-zione 500 grammi (Scelta Verdebiologico Despar) a euro 1,99.Arance Navel origine Sudafricasciote a euro 1,99 al kg. Pompelmirosa sciolti origine Sudafrica a eu-ro 1,79 al kg. Pompelmi bianchistessa origine a prezzo identico.Uva. Nera Black Magic sciolta inofferta "imperdibile" con un belALT in cartellino a euro 1,59 alkg. Bianca Vittoria sciolta a euro2,99 al chilo. Di nuovo un ALT daofferta imperdibile per la Regina

sciolta a 1,59 euro chilo. Stessocartellino, stessa offerta, stessoprezzo per un chilo di Pizzutellasciolta. La Red Globe sciolta a eu-ro 2,99 al kg. Uva bio Vittoria amarchio Despar in vaschetta da500 grammi a euro 2,49.Esotici. Ampia e di qualità lagamma della frutta esotica. In as-sortimento a prezzi convenientimango, avocado, noci di cocco,datteri Daglet Nour, ananas. Que-ste ultime a marchio TropicalGold, distribuite da Battaglio, ori-gine Costa Rica a euro 0.99 al kg. Banane. Cavendish Chiquita di-stribuite da Spreafico origine Co-sta Rica a euro 2,19 al kg. SfuseColombia a euro 1,79 al kg. Bana-ne bio Despar confezionate in va-schetta origine Colombia a euro2,69 al kg.

Kiwi. Confezione da 500 grammida 5 pezzi in vaschetta origine Ci-le in offerta a euro 1,34. Kiwi biovaschetta 6 pezzi da 600 grammiorigine Nuova Zelanda a euro2,99. Kiwi sciolti Hayward origineCile a 3,49 al kg. Altra frutta. Albicocche marchioValfrutta extra in vaschetta da 500grammi origine Italia a euro 2,99.Susine Stanley origine Italiasciolte a euro 1,99 al kg. Susinenere sciolte euro 2,49 al kg. Susi-ne tonde rosse sciolte a 2,49 eurochilo. Meloni retati sciolti a euro1,29 al kg, lisci a 1,59. Cocomerimini a 0.99 euro chilo.Buono il servizio, con personaleche controlla il prodotto con fre-quenza ed è pronto anche a ri-spondere alle domande dei clien-ti. (a.f.)

Spar, società cooperativa nata in Olanda nel 1932,è oggi la più grande catena di distribuzionealimentare in 33 Paesi tra Europa, Africa, Asia eAustralia con oltre 13.700 punti vendita associatidi varia tipologia, con una superficie media, a li-vello globale, di 464 metri quadri. Spar Internatio-nal non è solo la holding del gruppo ma ancheuna guida e un osservatorio cosmopolita, attentoalle esigenze di un mercato in continuatrasformazione. L’albero verde, simbolo e logo delgruppo, ha messo le sue prime radici in Olandagrazie al grossista Adriaan Van Well. Indirizzandosempre lo sguardo all’innovazione e alle infinitepossibilità del mercato, Van Well creò il marchiodell’abete nel 1932. Era convinto che l’associazio-nismo tra grossisti e venditori al dettaglio potesseessere una chiave interessante per conquistare fet-te di mercato lasciate libere dalle grosse catene divendita a marchio unico. Parlare, incontrarsi e co-noscersi, questi i principi fondanti dell’idea diVan Well.Nel 1953 Spar diventò l’insegna dei negozialimentari più diffusa in Belgio. Negli anni ’50era a tal punto conosciuta, che Van Well decise difondare la 'Spar International', con l’intento didiffondere i propri principi ed allargare i propriorizzonti commerciali oltreoceano. Nel 2008, alculmine della espansione del gruppo, il giro d’af-fari di Spar International ha superato i 27 miliar-di di euro posizionandola come l’azienda di distri-buzione alimentare più diffusa al mondo. I com-

piti principali della holding sono il marketing, laricerca, la formazione e la contrattazione a livellomondiale. La sede è unica e si trova adAmsterdam. Spar International è un organismosovranazionale che opera come centrale operativae riunisce risorse e know how delle 33 organizza-zioni nazionali di cui è composta. Suo principalecompito è la diffusione del proprio messaggio fon-dante: l’unione volontaria, l’associazionismo e ilrispetto per le singole imprenditorialità, sono lachiave di una storia di successi che dura da più di70 anni. I dieci Paesi in cui il fatturato del gruppoSpar è più alto sono, nell'ordine, Austria, Germa-nia, Gran Bretagna, Italia, Sudafrica, Giappone,Norvegia, Spagna, Irlanda e Danimarca.

SPAR NEL MONDO. Quasi 14 mila punti vendita di diverso formato.Spar International ha sede in Olanda dove il gruppo è nato nel 1932

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione flash

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Conad pronta a sbarcare negli Sta-tes? Secondo quanto riportato dalsettimanale Il Mondo, edizione dimetà luglio, Francesco Pugliese(nella foto), direttore generale delsecondo gruppo distributivo ita-liano, starebbe per definire un ac-cordo per portare l'insegna nelmercato statunitense. Mancanoancora le firme ma sembra chel'intesa sia a un buon punto. L'ingresso avverrebbe tramite l'a-pertura di mini corner dedicati almade in Italy in migliaia di su-permercati americani, quelli del-la catena Sears di Chicago (120miliardi di dollari di giro d'affariin 3.500 punti vendita). L'intesariguarda la più importante priva-te label italiana nel settore foodpremium, Sapori & Dintorni, chegià rappresenta un'azienda nell'a-zienda nell'arcipelago Conad, una

media industria alimentare conun fatturato di 450 milioni.Il brand Sapori & Dintorni, infat-ti, sta diventando anche l'insegnadi una catena di negozi in rapidacrescita per la vendita e degusta-zione di cibi veloci e specialità ga-stronomiche, una specie di winebar, che aprirà nei prossimi mesianche nelle stazioni ferroviarie diMilano, Roma Termini, Napoli eFirenze, sulla base di un'intesacon la società Grandi Stazioni. Perquesto non è escluso che lo stessobrand porti la stessa formula an-che all'estero, dove Conad ha giàtre alleati come Leclerc in Fran-cia, Coop Suisse e la belga Colruytoltre a presenze dirette in Albaniae Malta. L'anticipazione di questiprogetti di espansione, riferisce ilsettimanale economico, ha fattoparte di un incontro di Pugliese

con le banche, alle quali è statoesposto il piano triennale di svi-luppo del gruppo, che ambisce asalire dall'attuale 12% di quota dimercato alla posizione numerouno oggi detenuta da Coop conuna market share intorno al 15%.Il piano prevede 1 miliardo di in-vestimenti in 3 anni per sostenerela crescita diretta con nuovi puntivendita o l'ammodernamento diquelli esistenti, ma alle bancheinteressa di più conoscere come simuoverà Conad per espandersi at-traverso nuove acquisizioni dopola performance emersa nell'eser-cizio 2013, che sta viaggiando a+11% sull'anno precedente. E Pu-gliese, che ha appena assorbito de-cine di punti vendita Lombardinie Billa, conferma che ogni oppor-tunità, grande o piccola, che sipresenti sarà al centro di trattati-ve grazie a una capacità di fuocoin termini finanziari molto eleva-ta: un patrimonio netto consoli-dato di 1,8 miliardi di euro e altrerisorse messe a disposizione deisoci.

LOMBARDINI

Ceduti 300 discounte 4 supermercati

Il gruppo Lombardini dice addioal commercio mettendo a segnouna triplice operazione: vende aLD 300 discount, a Coop gli iper-mercati di Rezzato (Brescia) eMapello (Bergamo) e a un opera-tore di Selex l'ipermercato di Li-scate (Milano). Ignoto, per ora,l'acquirente del punto vendita diTreviglio.In passato c'era stata una trattati-va con Conad, interrotta per dis-sensi sul prezzo. A sorpresa Lom-bardini esce dal business dei di-scount, dopo aver a lungo soste-nuto che avrebbe abbandonatosupermercati e ipermercati perconcentrarsi sul business dei ne-gozi low cost che generava ricaviper 800 milioni. In uno stringatocomunicato di fine luglio, la so-cietà bergamasca, che ha allespalle una storia lunga 84 anni,

ha comunicato che "il gruppoLombardini ha firmato un con-tratto preliminare di cessione delcanale discount (a insegna LD)alla società Lillo (marchio MD),che darà vita al terzo operatoredel settore in Italia (dopo Euro-spin e Lidl ndr). Contemporanea-mente, il gruppo Lombardini staper firmare altri accordi prelimi-nari di cessione anche degli ulti-mi 4 ipermercati. Queste due ope-razioni, che si concretizzerannocon i passaggi di proprietà e deiflussi finanziari tra ottobre 2013 el'estate 2014, garantiranno la con-tinuità aziendale, i livelli occupa-zionali e la soddisfazione dei for-nitori".Il gruppo Lombardini, sotto laguida di Romolo, aveva raggiuntoil massimo dell'espansione con3.700 addetti.

SIGMA

Italy Discountha la sua balia

È nata Italy Discount, la primacentrale discount della distribu-zione organizzata. La notizia èstata annunciata in occasione diuna convention Sigma ai Giardi-ni Naxos. Oggi in Italia il mondodiscount è costituito da grandi in-segne - ha commentato GDOWeek - che si propongono sia at-traverso strutture di proprietà sia,con la formula del franchising.Un mercato molto concentrato,fatto di grandi leader e linee com-petitive. Esiste, però, anche unaparte di mercato, con una quotavalutabile attorno al 25-30%, chenon appartiene a queste grandiinsegne. Mancava, un’entità ingrado di aggregare e dare unaprospettiva competitiva alternati-va. Il mondo Sigma sembra ingrado di accompagnare Italy Di-scount verso questa direzione.

CONAD

Pugliese preparalo sbarco in America

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CorriereOrtofrutticolo LOGISTICAL

41L u g l i o - A g o s t o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Trasporta quasi tutto, frutta e pe-sci compresi. Adesso il container,forse, vincerà anche la battagliadella banana. Il trasporto via ma-re dei generi deperibili sta suben-do da alcuni anni una rivoluzio-ne che rischia di trovare l’Italiapronta solo a metà: ritardi, inve-stimenti fuori tempo e analisi di-vergenti.Eppure, secondo le previsioni de-gli analisti, entro il 2016, l’80%del mercato del trasporto di fruttae generi deperibili avverrà attra-verso i container refrigerati. Lemega portacontainer potrannocosì riempire - riporta ShippingOnline - gli spazi vuoti lasciatidalla crisi: nel 2000 il traffico digeneri deperibili ammontava a 60milioni di tonnellate, oggi vale ildoppio. Un raddoppio di cui han-no beneficiato solo i container,visto che la flotta di navi reefer èscesa nello stesso periodo di unterzo. In sostanza, l’alta domandanon ha alternative: o la fruttaviaggia in container refrigerati onon viaggia. Le tariffe, certo, so-no aumentate: un container di 40piedi ha subito un incremento di1.500 dollari, il 30% in più, cifratuttavia molto conveniente ri-spetto alle navi reefer. Talmentetanto che nel 2016 il mercato diriferimento delle unità dedicatecrollerà al 20% del totale. Ma c’èuna trincea che il container forsenon travolgerà: non saranno tan-to i prodotti particolari a salvarela nicchia dei trasporti “conven-zionali”, quanto la logistica a ter-ra. Non tutti i porti sono infattiattrezzati per i container refrige-rati. La colonnina che continuala catena del freddo è diffusa, manon nella quantità di container

che il mercato impone e che leportacontainer possano movi-mentare in una volta sola.In Italia ogni terminal frutta hauna propria genesi e una sua sto-ria, ma “sono costruiti con unalogica vecchia, rischiano di nonavere futuro”, sentenzia AlfonsoClerici, per oltre trent’anni ope-ratore del settore. L’idea è quindidi creare i retroporti delle bana-ne: “Frutta in generale – raccontaClerici – perché i numeri che siabbatteranno presto sul mercatonon troveranno pronti né banchi-ne né clienti”.Alessandro Piccardo (nella foto),presidente e Amministratore De-legato del reefer Terminal di Sa-vona del gruppo Orsero, è più ot-timista: “Poter gestire in un solohub specializzato diverse tipolo-gie di merce provenienti da diver-se origini diminuisce i costi erende più efficiente la distribu-zione. È stata questa la filosofianegli ultimi anni di porti come

Vado o Anversa”. Ma è sulla bana-na che il container scivola, se-condo Piccardo: “Alcune tipologiedi frutta ancora non si sono adat-tate al trasporto in container e traqueste ci sono le banane che rap-presentano tutt’ora un terzo delmercato reefer globale”.Livorno deve aver fatto gli stessicalcoli, anche se il terminal perora non decolla. “Sono tutte catte-drali nel deserto” rincara la doseClerici, che non vede un futuro inbanchina per i container reefer –che vanno invece portati nei re-troporti – e non vede nemmenol’Italia pronta a cogliere il sensodella rivoluzione: “Quando la-sciai il Terminal di Genova, i se-gnali c’erano già tutti”. Segnaliche però a Savona non hannonemmeno nel 2013: “Quest’annoregistriamo un +20% di frutta,sbarcata in gran parte da navireefer”. Ogni rivoluzione, anchequella della banana, ha bisognodi tempo per maturare.

Che spallataalle navi reefer!

Le porta-container fanno correre alle navi con stiva refrigerata il rischio di estinzione. Tengono le bananiere

e Piccardo (Gruppo Orsero) ritiene che resisteranno

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CorriereOrtofrutticoloL ogistica

L u g l i o - A g o s t o 201342 www.corriereortofrutticolo.it

"Mentre tutti i porti europei cor-rono liberi, i porti italiani devonocompetere con le gambe e le brac-cia legate". Così il presidente del-l’autorità portuale di Genova, Lui-gi Merlo (nella foto) ha criticato,la riforma dei porti in discussio-ne in Parlamento, durante il con-vegno “Logistica e infrastrutture”organizzato dalla Cisl a PalazzoSan Giorgio di Genova."In questi anni i provvedimentinazionali - ha denunciato - hannoaggravato e burocratizzato i portiin Italia. Auspichiamo 5-6 provve-dimenti, da inserire in un decretod’urgenza, per semplificare leprocedure, per favorire l’autono-mia funzionale e finanziaria, peragevolare i piani regolatori e peressere più competitivi nel pano-rama europeo".Merlo, ha parlato anche del TerzoValico (cioè la linea ferroviariaad altà velocità Tortona-Novi Li-gure-Genova che dovrebbe unireil capoluogo ligure con Milano eTorino): "Quando il porto di Ge-nova arriverà a tre milioni di con-tenitori, avrà ben 90-100 treni algiorno solo per la parte contai-ner, senza contare la parte mercivarie. Allora il Terzo Valico diven-terà sempre più un’opera fonda-mentale per lo sviluppo"."Il governo Letta ha rimediato aldefinanziamento del Terzo Valicoed è molto importante - ha com-mentato - perché i cantieri posso-no avere un’accelerazione”.

Cambio della guardia ai verticidi Assoporti, l’associazioneche rappresenta i principaliporti italiani. Pasqualino Mon-ti, presidente dei porti diRoma (Civitavecchia, Fiumici-no e Gaeta) ne ha assunto ametà luglio la presidenza rice-vendo il testimone da LuigiMerlo, presidente del porto diGenova. Il neo-presidente ha chiesto aldirettivo di Assoporti due mesidi tempo per mettere a puntouna proposta complessiva dipolitica portuale e logistica,sottolineando come imutamenti traumatici in attonella geografia e nelle caratte-ristiche dei traffici marittimimondiali e quindidell’interscambio globale, ren-dano indispensabile una rivisi-tazione complessiva delle nor-me, della governance e dellemetodologie operative che ca-ratterizzano da decenni la por-tualità italiana.Monti ha quindi sintetizzatoin cinque punti, le linee guidache dovranno ispirare l’azionedi Assoporti, chiamata a unruolo di regia in un settore dialtissima valenza strategicaper il futuro sviluppo del Pae-se. Concluderò questo mio in-tervento solo con la citazionedelle 5 aree di azioni sulle qua-li tenteremo di imprimere, tut-ti insieme, la svolta. In discus-sione saranno quindi:1) Il ruolo delle autoritàportuali nei rapporti con loStato, ma al tempo stesso neirapporti con il mercato.2) L’autonomia delle autoritàportuali attraverso nuoveformule di finanziamento e diaffermazione dell’autodetermi-nazione finanziaria.3) La rivoluzione burocratica,attraverso una totale riscritturadella governance.4) La gestione integrata dei

territori per lo sfruttamento diogni opportunità di sviluppologistico e produttivo.5) Le alleanze funzionali congli altri soggetti della logisticae del trasporto, sulle filiere deipasseggeri e delle merci."I tempi di decisione e di scel-ta ai quali eravamo abituati –dice Monti – non sono piùcompatibili con le rapidissimetrasformazioni in atto nelmercato globale. I porti cheoperano sulla linea del frontedell’interscambio mondiale so-no quindi chiamati a decisio-ni, sino a ieri impensabili perun paese come il nostroabituato a mediare anche ilsuo destino. Decisioni cherichiedono immaginazione,innovazione, progettualità, ca-pacità di imporre ilcambiamento e rispetto allequali non esiste alternativa, senon quella di una progressivaemarginazione e un declino,con conseguenze devastantiper tutta l’economia italiana"."I porti italiani – osserva ilpresidente uscente Merlo – so-no l’asset fondamentale di unsistema logistico che solo oggianche la politica inizia a com-prendere nella sua strategicitàper il paese. Compito di Asso-porti è e sarà quello di eviden-ziare questo ruolo e di far ma-turare una consapevolezzanuova anche relativa al valoredegli investimenti nei porti". Successimente alla nomina diMonti, è stato confermato allavice-presidenza di Assoporti ilpresidente dell'Autoritàportuale di Cagliari, Piergior-gio Massidda. Per Massidda"questa riconferma premia ilgrande lavoro che stanno por-tando avanti i porti sardi chepur in mezzo a una crisieconomica generale continua-no a generare ricchezza e postidi lavoro”.

ASSOPORTI. Monti sale alla presidenzaConfermato Massidda come numero due

Luigi Merlo:“I porti italianihanno le mani

legate”

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"Potevamo prendere le briciole,singolarmente, o provare a con-quistare tutto il traffico insieme,con l’obiettivo minimo di tripli-care i volumi attuali. Senza unlavoro di sintesi e cooperazionesarebbe stato impossibile poter-cela giocare con i grandi portidel Nord".Paolo Costa (nella foto), presiden-te dell’Autorità portuale di Vene-zia e per il prossimo semestre alvertice del Napa, associazioneche lega i porti dell’Alto Adriati-co di Venezia, Trieste, Koper eRijeka, spiega così il senso diquello che lui chiama “un clubdei porti” e che punta ad avereuna valenza strategica sostanzia-le per lo sviluppo del traffico viamare dell’Alto Adriatico. L’ambi-zione è riuscire ad intercettareparte delle merci che arrivano daOriente."Dai nostri porti si raggiunge piùvelocemente l’area più manifat-turiera d’Europa". L’hub immagi-nato dal Napa offre cinque gior-ni di vantaggio per le merci intransito dalla Cina rispetto a Rot-terdam e Amburgo, eppure que-sto vantaggio geografico non è almomento sfruttato. "Oggi - diceCosta - intercettiamo poche deci-na di migliaia di container, con-tro una capacità potenziale diquasi 2 milioni non sfruttata, suuno scambio di 20,3 milioni diteu tra Europa e Asia. Con questoaccordo di ‘coopetition’, cioè dicooperazione competizione, pos-siamo invece arrivare ad unobiettivo minimo di 6 milioni diteu al 2030. E ci arriveremo secontinuiamo su questa strada.Perché ogni porto è complemen-tare all’altro. Noi dobbiamo solo

riuscire a fare arrivare le naviquassù, poi che scarichino a Ve-nezia, a Trieste o Capodistrianon è quello il problema".Ma l’alleanza, fortemente volutaagli inizia da Giuseppe Parrello,allora presidente del porto di Ra-venna sta attraversando una fasedi polemiche interne sul fronteitaliano. A inizio anno è uscitaproprio l’autorità portuale di Ra-venna. A consumare lo strappo ilnuovo presidente di Ravenna,Galliano Di Marco. Il casus belliè stato lo stanziamento a fine2012, con la Legge di stabilità, di100 milioni di euro destinati alprogetto del porto d'altura di Ve-nezia, cosa che non è andata giùa Di Marco, che è uscito. Polemi-che anche con il nuovo governa-tore del Friuli Debora Serrac-chiani, che avanzava timori chela nuova piattaforma off-shore diVenezia potesse danneggiareTrieste. Ma le cose stanno rientrando.Costa è riuscito a ricucire conSerracchiani e quanto a Raven-na, il neo presidente del Napatende la mano: "Qui la porta èsempre aperta, se ci ripensano".L’accordo volontario Napa rap-presenta il primo esperimentoeuropeo di coordinamento dellagovernance di un multiporto. AVarna (Bulgaria), a fine maggio,nel corso della conferenza an-nuale Espo (European Sea PortOrganisation) è emerso come,negli ultimi 3 anni, i porti Napasiano quelli che hanno registratole migliori prestazioni. Eviden-ziando delle dinamiche di cresci-ta superiori a tutti gli altri siste-mi portuali europei, grazie allacapacità di presentarsi “come un

porto solo, ricco di più scali” sulmercato marittimo mondiale.Nel 2009 i porti del nord Adriati-co (i quattro del Napa più Raven-na) rappresentavano un volumedi traffico di 132 milioni di ton-nellate, posizionandosi nelranking europeo subito dietroAmburgo (oggi sono semprequarti con un dato a 93 milionidi tonnellate, ma la stessa Am-burgo è scesa).Un posizionamento irraggiungi-bile per gli scali, se presi singo-larmente. "L’inclusione tra i cor-ridoi della rete essenziale Ten-Tdel corridoio Adriatico- Baltico èil maggior successo che, non soloVenezia, ma tutto l’Alto Adriaticopotesse conseguire in sede euro-pea. Un traguardo impossibile seciascun porto avesse intrapresoda solo questo cammino". Un riconoscimento, marca anco-ra Costa, di importanza strategi-ca perché testimonia la consape-volezza europea, dello sposta-mento ad est del baricentro eco-nomico dell’Europa e della cen-tralità adriatica sulla relazioneEuropa- Estremo Oriente. Persoddisfare le attese europee iporti alto adriatici devono agirecome un unico gateway di acces-so ed implementare la dotazioneinfrastrutturale, sia lato mareche lato terra, fino al massimodelle loro potenzialità. L’altratessera della strategia del Napa èdunque lo sviluppo infrastruttu-rale. Le navi portacontainer diultima generazione (trasportano18.000 teu e presto se ne affian-cheranno altre con una stazza da22.000 teu) hanno bisogno dibanchine ampie e fondaliprofondi.

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NAPA, Costa provaa fare sul serio

Il presidente dell’Autorità di Venezia, salito al verticedell’associazione tra i porti dell’Alto Adriatico, si impegna a far decollare un’alleanza difficile

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CorriereOrtofrutticoloLogistica

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"Noi abbiamo un problema diaccessibilità nautica che voglia-mo risolvere con il porto d’altu-ra - afferma Costa - ma ci sonoaltri elementi che se valutatitutti insieme mettono fuorimercato tutta la portualità ita-liana". Oltre all’accessibilità ser-vono, infatti, gli spazi per la mo-vimentazione logistica. "Vene-zia li ha, a Trieste mancano e,infatti, sta implementando unanuova piattaforma logistica, epoi c’è il problema delle reti dicollegamento con i mercati re-tro portuali da servire".Tutti gli scali del Nord Adriaticostanno investendo per imple-mentare le proprie infrastruttu-re. Il porto di Rijeka ha termi-nato i lavori per la realizzazionedel terminal container che pre-vedono due gru per accoglierenavi post panamax (sono le piùgrandi navi portacontainer),mentre il design e la costruzio-ne del nuovo terminal sono giàiniziate. Trieste, secondo scalo italianodopo Genova, sta realizzando lanuova piattaforma logistica: uninvestimento in due fasi, 132milioni, il primo stralcio e 184milioni, il secondo. Il porto staimplementando il terminal delMolo VII, dedicato ai container.Con la previsione del raddoppiodel terminal la capacità verràproporzionalmente incremen-tata fino ad 1 milione di teu.C’è, inoltre, la costruzione delnuovo Molo VIII: con l’estensio-ne di oltre 90 ettari e fondalicon 18 metri di pescaggio saran-no in grado, a lavori ultimati, diospitare le grandi navi delle ul-time generazioni. A Capodistriaverranno effettuati lavori perconsentire l’attracco di naviportacontainer più grandi. E Ve-nezia, si prepara ad ospitare itraghetti da febbraio 2014 nelnuovo terminal Autostrade delMare di Fusina (225 milioni diinvestimento), mentre è in atte-sa del via libera per iniziare i la-vori del nuovo terminal portua-le d’altura con fondali naturalidi 20 metri.

Shenzhen sta superando Hong KongSul podio con Shangai e Singapore

Il porto cinese di Shenzhen è sul-la strada per scalzare Hong Kongdal podio dei primi tre portimondiali se i risultati di metà an-no saranno confermati anche al-la fine del 2013. Shenzhen che se-condo la classifica di Lloyd’s Listsi trova in quarta posizione nellalista dei porti container con ilmaggior numero di traffico, l’an-no scorso ha totalizzato oltre 21milioni di teu. Nel 2013 lo scalocinese ha registrato un incre-mento del 2.5%, arrivando a 11.1milioni di container. Hong Kongal contrario è calato del 7% tragennaio e giugno posizionandosiin termini assoluti a 10,7 milioni

di teu. Secondo le autorità e i ge-stori del porto cinese, l’aumentoè dovuto all’incremento del traf-fico tra porti nell’area di cuiShenzhen è il perno: Yantian,Chiwan e Da Chan Bay sono in-fatti cresciuti rispettivamente del30% del 17% e del 15% nei primisei mesi, facendo incrementare ivolumi del principale porto del20% (1,4 milioni di teu). Nellaclassifica dei porti col maggiornumero di traffico container, intesta c’è Shanghai, con quasi 30milioni di container, in secondaposizione Singapore (26,4 milio-ni) e Hong Kong e Shenzhen acontendersi la terza.

Cambio al vertice del maggiore porto europeo. Dal primo gennaio2014 Allard Castelein prenderà il posto di Hans Smits alla guida del-l’Autorità portuale di Rotterdam. Smits, classe 1950, è il chief executive che ha guidato l’Authority ne-gli ultimi nove anni. Ha sviluppato il progetto di Maasvlakte 2, por-tando lo scalo nel futuro. Lo ha lanciato nella competizione inter-nazionale per mantenere il primato continentale della movimenta-zione di container con i vicini di Anversa e Amburgo. Ha anche av-viato un accordo di collaborazione con gli altri scali olandesi, a par-tire da Amsterdam, per creare un unico sistema portuale olandese.Gli obiettivi del progetto Maasvlakte, un grande riempimento versoil mare aperto, sono il raddoppio degli spazi disponibili e soprattut-to la disponibilità di alti fondali per le navi di ultima generazione. Inuovi terminal di Massvlakte 2, dedicati soprattutto ai container, of-frono questo scatto in avanti, che permette di dimenticare i proble-mi di ingolfamento sulle banchine sofferti negli anni passati e il ri-schio di diventare marginali nelle strategie delle compagnie marit-time.Allard Castelein è nato nel 1959. Ha svolto attività manageriale nelgruppo Shell. Dal 2014 si troverà a dover gestire una struttura, l’Au-torità portuale di Rotterdam, con 1.200 dipendenti e un fatturato di600 milioni di euro. L’area del porto copre 12.500 ettari, compresaMaasvlakte 2, su 40 chilometri di estensione, di cui 6.000 ettari de-stinati a attività produttive. Oltre ai dipendenti dell’Authority, l’atti-vità portuale dà lavoro a 87 mila persone, grazie alla movimentazio-ne di 450 milioni di tonnellate di merce. Rotterdam è un porto flu-viale, dove arrivano sia navi transoceaniche sia chiatte provenientidall’Europa centrale. Ogni anno è toccato da 32 mila imbarcazionimarittime e da 100 mila imbarcazioni fluviali.

Rotterdam, cambio al vertice del principale porto europeo

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Sembra una notizia inventata,tanto è incredibile, ma questi so-no gli 'scherzi' della crisi, che an-che in questo 2013 è durissima,per alcune categorie sociali so-prattutto. La Grecia ha 'affilato learmi anti-austerity' (espressioneusata da un serissimo quotidianonazionale) e, in attesa di una ri-presa che non si vede ancora al-l'orizzonte, ha dato il via liberaoperativo alla vendita di cibi sca-duti. Il governo di Atene ha pub-blicato la direttiva che dal primosettembre consente ai supermer-cati di tenere sugli scaffali anchei prodotti etichettati 'da consuma-re preferibilmente entro' dopo ladata di scadenza. La merce di que-sto tipo dovrà essere collocata inspazi separati dagli altri cibi esarà venduta per un periodo limi-tato e a forte sconto. Un modo - ri-porta una fonte autorevole - 'pervenire incontro a una popolazio-ne costretta a tirare la cinghia'.La disoccupazione ha raggiuntola percentuale record al 27,6%(64,9% per i ragazzi tra i 15 e i 24anni). Le vendite al dettaglio nelprimo semestre del 2013 sono ca-late del 14% (il calo in Italia variatra l'1,5 e il 5% a seconda dei pro-dotti se si resta al settore alimen-tare). E il regime di austerity e lapressione fiscale abnorme blocca-no per ora qualsiasi ripresa. 1,1milione di persone (circa unquarto della popolazione attivatra lavoratori e pensionati) di-chiara redditi inferiori ai 6milaeuro l'anno, al di sotto dei 7.178euro che indicano la soglia di po-vertà. Il reddito medio nel 2012,secondo le cifre del ministero del-le Finanze di Atene, è stato di14.640 euro annuali, il 17,8% inmeno dell'anno precedente.'Il provvedimento sui cibi scadutinon comporta pericolo per i con-sumatori e la loro salute - ha dettoGiorgos Stergiou del ministerodello Sviluppo economico -. Il

marchio 'da consumarsi preferi-bilmente entro' è uno strumentodi sicurezza e marketing dei pro-duttori ma non significa assoluta-mente che il prodotto non sia an-cora buono o pericoloso".Comunque, e fortunatamente, iprodotti con giorno e mese di sca-denza possono rimanere in vendi-ta nell'area 'promozioni' con al-cuni limiti: solo per una settima-na dopo la data; quelli con mese eanno per un mese e quelli con unlimite legato solamente all'anno,per tre mesi.Sarà una reazione alla crisi e alconseguente calo dei consumi in-terni, sarà anche effetto di cam-pagne produttive favorevoli, sta difatto che il trend è molto positivoper le esportazioni ortofrutticoledella Grecia. Incofruit Hellas, laFederazione delle società di espor-tazione greche, annuncia che iltrend di crescita continua. Neiprimi cinque mesi del 2013 l'ex-port ortofrutticolo è cresciuto diun 16,3% in volume (528.053 ton-nellate) e di un 21,8% in valore(371,1 milioni di euro) rispetto al-lo stesso periodo del 2012. Leesportazioni di verdura sono cre-sciute del 7,8% in volume, con unaumento del 27,5% per i cetrioli(22.070 tonnellate) e del 17% per ipomodori (13.039 tonnellate). Leesportazioni di frutta sono au-mentate del 18,6%, arrivando a423.842 tonnellate (crescita diarance, mandarini, fragole, po-modori e kiwi). Incofruit Hellasritiene che i risultati delle espor-tazioni derivino dall'evoluzionedella domanda nei mercati UE co-me la Germania (+8%), Paesi li-mitrofi (Bulgaria e Romania) ePaesi terzi come la Russia (+8%).

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Vendita di cibi scadutiautorizzata in Grecia

Sono gli effetti della crisi.Ma l’export di ortofrutta

ellenica conosce un boom

L'export ortofrutticolo da anniè riconosciuto come uno deicavalli di battaglia dell'Olanda.Tuttavia la prima parte dell'an-no ha riservato una brutta sor-presa agli esportatori olandesi.Nel primo semestre del 2013 in-fatti le esportazioni ortofrutti-cole dei Paesi Bassi hanno regi-strato un calo pressoché gene-ralizzato, a parte cipolle e altriprodotti a uso industriale.In generale nei primi sei mesidell'anno sono stati inviati al-l'estero 898 milioni di chili difrutta e ortaggi contro i 985milioni dello stesso periodo del2012, segnado un preoccupante-9%. Forse è ancora presto perparlare di crisi dell'impeccabi-le, almeno finora, "exportoriented" Paese nord europeo,è tuttavia innegabile che alcunidati fanno riflettere.Facendo il paragone tra il pri-mo semestre 2013 e quello del-l'anno scorso si nota che leesportazioni in Germania sonoscese del 5%, passando da 379 a362 milioni di chili. Idem perquelle verso il Regno Unitopassate da 135 a 129 milioni dichili (altro -5%). Ancora peggioè andata in Russia, con 49 mi-lioni di chili di prodotti inviatirispetto ai 75 milioni di chilidel 2012, segnando un signifi-cativo -35%.Discorso analogo per Svezia(da 53 a 41 milioni di chili, -22%) e Polonia (da 38 a 34 mi-lioni di chili, -10%). Le buonenotizie per l'Olanda arrivanosolo dall'export verso la Fran-cia, aumentato dell'11% (si èpassati da 50 a 55 milioni dichili) e proprio verso l'Italia,cresciute del 6%, passando da29 a 30 milioni di chili. Il calo dell’export olandese of-fre qualche chance all’Italia.

Incredibile:cala l’exportdell’Olanda

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Il Ministero della Politiche Agri-cole ha annunciato la costruzio-ne di 16 siti di stoccaggio entro il2016. Questi siti, ad alta capacità,permettono di conservare140.000 tonnellate di frutta e ver-dura. Per il ministero, in tal mo-do si ridurrà la dipendenza delPaese dalle importazioni e si ri-durranno al minimo le fluttua-zioni dei prezzi.Notevole aumento si registra in-tanto per le esportazioni di or-taggi da parte dell'Ucraina. Unfunzionario del ministero dellePolitiche Agricole del Paese del-l'Est ha annunciato che le espor-tazioni di verdura sono cresciutedel 53% nei primi 5 mesi dell'an-no. Nel complesso, in questo pe-riodo l'Ucraina ha inviato aimercati stranieri 134 mila ton-nellate di ortaggi. Questo succes-so si spiega con il miglioramen-to della produzione e delle strut-

ture di stoccaggio. L'anno scor-so, lo sfruttamento di circa 50 et-tari di nuove serre dotate di tec-

nologie all'avanguardia ha note-volmente aumentato la produ-zione. Entro fine anno si prevededi installare altri 40 ettari di ser-re. Oltre ai rendimenti elevati ot-trnuti in serra, la costruzione di104 magazzini di deposito dal2011-2012 ha permesso di stocca-re nelle migliori condizioni qua-si 400 mila tonnellate di prodot-ti. E si modernizzano i Mercati.

CorriereOrtofrutticoloM ondo

L u g l i o - A g o s t o 201346 www.corriereortofrutticolo.it

Ucraina, nuovi sitidi stoccaggio

E intanto il Paese segna una forte crescita nelle esportazioni di ortaggi, aumentate del 53% nei primi

cinque mesi di quest’anno. Il flusso è stato di 134 mila ton.

La regione turca di Bursa, specializzata nella pro-duzione di ciliegie, quest'anno ha spinto sull'ex-port, nonostante le condizioni meteo non favorevo-li, cercando di arrivare agli ottimi numeri registra-ti nel 2012 e continuando le esportazioni fino ametà agosto. Bursa produce 26 mila tonnellate di ci-liegie di alta qualità riuscendo per questo a ottene-re ottime quotazioni (4,60 dollari al chilo di me-dia).Gli esportatori sono stati in trattativa con Cina eGiappone per raggiungere gli elevati standard diqualità richiesti da questi Paesi, così come dal Su-dafrica. La Turchia è il secondo Paese esportatore diciliegie a livello mondiale, dietro agli Stati Uniti:

esporta circa 57 mila tonnellate di prodotto. I prin-cipali Paesi importatori sono Germania, Bulgaria,Italia, Russia e Inghilterra.Intanto, con circa il 7% dell'intera produzionemondiale, il Paese consolida la propria posizione diquarto produttore mondiale di pomodori, dietro aCina, India e Stati Uniti che producono rispettiva-mente il 30%, l'11% e l'8% della produzione mon-diale. La coltivazione del pomodoro è iniziata nel1900 nel sud della Turchia, ad Adana. Oggi circa il44% della coltivazione di pomodori è realizzata inserra principalmente nella regione di Adalia (An-talya). I principali Paesi importatori sono Russia,Romania, Arabia Saudita, Grecia e Germania.

TURCHIA. Fino a metà agosto l’export di ciliegieNei pomodori il Paese si conferma 4° al mondo

L’ufficio commerciale di un’azienda diimportazione di ortofrutta nell’Est europeo dove crescono le infrastrutture

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CorriereOrtofrutticolo UVA DA TAVOLA num

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Emanuele Zanini

Si profila all’orizzonte una sta-gione a luci ed ombre per l’uvada tavola italiana. Tra i fattori po-sitivi c’è sicuramente la qualitàgenerale del prodotto, che è statadi alto livello, specialmente per ilprodotto precoce. Non mancanoperò le note dolenti: la domandaè rimasta spesso debole con prez-zi molto variabili e spesso insod-disfacenti per i produttori. La for-bice dei prezzi è stata ampia a se-conda della qualità del prodotto edella coltivazione. Qualche pro-blema l’hanno dato le coltivazio-ni sotto rete, mentre livelli quali-tativi eccellenti sono stati rag-giunti dalle produzioni sotto i te-li. Tuttavia ciò che preoccupamaggiormente gli operatori è laforte e continua concorrenzaproveniente dall’estero. Que-st’anno Spagna e Grecia hannospinto come non mai invadendoi mercati con quotazioni moltoaggressive, troppo basse per ilmercato italiano, costretto a com-battere con più alti costi di pro-duzione. Ma è un po’ tutto il mer-cato europeo a rimanere sotto

pressione anche a causa di un’of-ferta di prodotto consistente conraccolti previsti piuttosto abbon-danti sia in Spagna che in Italia.Solo in Puglia, la prima regioneproduttiva italiana, si prevedonodi raggiungere quantitativi tra1,2 e 1,3 milioni di tonnellate, il10% in più rispetto al 2012.Si sta rivelando un’annata com-plessa anche per l’uva apirene,quella cioè senza semi, in parti-colare per la precoce. Anche inquesto caso l’aggressività sullequotazioni esercitata dai compe-titors esteri, tra cui anche Paesimagrebini come Marocco edEgitto, ha fatto la differenza. Sul-l’andamento delle vendite dell’u-va da tavola senza semi è preoc-cupato Nicola Giuliano, a capodell’omonima azienda di Turi(Bari), tra le principali realtà ita-liane nella produzione e vendita

di uva da tavola, in grado di pro-durre e commercializzare 35 mi-la tonnellate di prodotto (un ter-zo delle uve sono coltivate diret-tamente dalle aziende di fami-glia), di cui circa 10 mila tonnel-late seedless. “Le quotazioni delprodotto nordafricano e spagno-lo sono più basse rispetto a quel-le del prodotto pugliese”, confer-ma Giuliano. “In un’annata nor-male le vendite delle apirene, va-rietà Sugraone, nell’ultima setti-mana di agosto avrebbero già do-vuto essere terminate. Invece sia-mo stati costretti ad allungare lacampagna di vendita per rimane-re competitivi e ricavarci nuovefette di mercato”.“La speranza – continua l’im-prenditore pugliese – è che nelleprossime settimane finisca lapressione estera, a partire daquella spagnola, che anno dopo

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Cresce la pressione dall’esteroe l’uva italiana è sotto stress

Abbiamo sentito le indicazioni sulla campagna in corsoda parte di alcuni tra i maggiori players di prodotto.Fattori positivi e negativi si alternano in un bilancio

che potrà essere definito solo tra circa un mese

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CorriereOrtofrutticolo

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ASCHEDA PRODOTTOS

anno sta crescendo costantemen-te in produzione e in qualità, apartire proprio dall’uva seedless”.E in fatto di costi Giuliano portaun esempio concreto: tra la 34esi-ma e 35esima settimana un cesti-no da 500 grammi di uva apirenela Spagna è riuscita a venderlo a50 centesimi in Europa, l’Italianon è stata in grado di rimaneresotto i 70 centesimi.“Sulle seedless comunque avremola possibilità di recuperare con lemedio-tardive, quando il mercatosarà più sgombro”, afferma Giu-liano. “Ma avremo delle buonecarte da giocarci anche sull’uvacon seme sempre nella secondaparte della stagione, sia con laVictoria che con l’Italia”.L’imprenditore barese analizzainoltre un altro fenomeno, scop-piato negli ultimi anni, che sem-bra quasi inarrestabile: la corsada parte di molte aziende allaproduzione di prodotto senza se-

mi. Solo in Puglia nel 2012 l’uvasenza semi è cresciuta del 15-20%.Sull’argomento Giuliano avverte:“L’ascesa, quasi incontrollata,dell’uva apirene in questi ultimianni, mi preoccupa. La concor-renza estera è molto alta, mentrei costi fissi che dobbiamo per for-za sostenere, non si possono ab-bassare. Produrla è necessario eimportante, ma credo non abbiasenso puntare eccessivamente e atutti i costi sulla seedless”. Quindi“senza semi” sì, ma senza strafa-re. “Vi è stata una spinta eccessi-va sull’apirene. Le “conversioni”vanno fatte gradualmente, nonin un paio d’annate, per seguiresolo il trend del momento”, sotto-linea Giuliano. “Il prodotto conseme non tradisce ancora – pre-cisa – e addirittura in futuro po-trebbe essere il vero valore ag-giunto per l’Italia. All’estero l’a-pirene ormai è un must, ma inrealtà solo nel Regno Unito i con-

sumi sono quasi tutti indirizzatisul senza semi. Negli altri merca-ti l’uva tradizionale continua agiocarsela, almeno alla pari”.Nella sostanza i produttori di api-rene hanno preferito “congelare”le vendite, riducendo al minimole vendite lasciando le uve seed-less nelle celle frigo in attesa dimomenti commerciali più propi-zi.A dare nuova fiducia al mercatoda settembre in poi potrebbe con-tribuire la varietà rossa per eccel-lenza, la Red Globe, la più cono-sciuta ed esportata nel mondo“che sta riscuotendo un buon in-teresse con richieste internazio-nali”, conferma lo stesso Giulia-no.Sul finale della stagione italianapotrebbe esserci la concorrenzadelle produzioni in contro stagio-ne di Perù, Cile e Brasile, Paesi diriferimento nella produzione diuva da tavola in Sud America.“Tuttavia la pressione verso l’Eu-ropa si sta progressivamente al-lentando – precisa Giuliano, a ca-po di un gruppo capace di espor-tare il 60% del prodotto in decinedi Paesi. “Fino a cinque anni faqueste nazioni sudamericaneesportavano molto prodotto versoil Vecchio Continente. Ora l’ex-port è meno aggressivo grazie al-l’aumento della domanda inter-na dovuta a un accresciuto potered’acquisto dei consumatori”.Guardando ancora all’emisferoaustrale Giuliano sottolinea l’a-scesa di India e Sud Africa, conquest’ultima nazione che ha spo-stato gradualmente le proprie

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In alto da sinistra Giacomo Suglia della Ermes di Noicattaro, Salvatore Secondulfo e Salvatore Accetta. Qui sopra i fratelli Liturri della Agricoper di Noicattaro

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esportazioni dal Nord Europa al-l’Estremo Oriente, focalizzandosisoprattutto sui Paesi asiatici e laCina in particolare. Per quantoriguarda invece la stessa aziendadi Turi ci sono delle buone aspet-tative sui primi container inviati

come test in nuovi mercati comeSenegal, Somalia, oltre a India eBrasile. “Se avremo dei riscontripositivi – rivela Giuliano – dallaprossima stagione arriveremo suqueste destinazioni con quantita-tivi maggiori”.

In agosto le spedizioni di uva datavola, specie dalla Puglia, si so-no indirizzate verso i mercati tra-dizionali, come l’Europa centrale(Germania, Francia, Austria, Bel-gio, Svizzera, Olanda, oltre a Po-lonia e Repubblica Ceca). In net-

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In Europa l’Italia mantiene la leadership nella pro-duzione di uva da tavola. Il Belpaese nel 2012 haprodotto 1 milione 213 mila tonnellate , esportan-done poco meno di 480 mila. In crescita la Spagna,che lo scorso anno ha commercializzato 237.800tonnellate di uva da tavola, inviando all’estero piùdella metà del prodotto (123.400 tons). A seguire laGrecia, altro Paese produttore che si sta facendo lar-go, con una produzione nel 2012 di 171 mila ton-nellate di cui oltre 63 mila esportate, quindi netta-mente staccate Slovenia (74.800 tons prodotte) eFrancia (52.147 tons).Per quest’anno le previsioni parlano di una produ-zione in crescita per Italia, Spagna e Grecia, i prin-cipali player del Vecchio Continente. Nonostanteciò in Spagna molti operatori sono ottimisti sul-l’andamento della stagione, specialmente per l’uvaapirene, molto apprezzata dai mercati esteri. È il ca-so di Fermin Sanchez Navarro, direttore generale diGruventa, secondo cui la campagna uva da tavolasenza semi nella regione della Murcia sta vivendoun’annata “straordinaria e molto dinamica”, comeha dichiarato in un’intervista a una rivista specia-lizzata spagnola. Per Sanchez Navarro l’apirene hasuccesso perché risulta facile da mangiare e perquesto ha buoni consumi e si sta imponendo sul-l’uva con seme.Murcia quest’anno, secondo i dati del Ministero del-le Politiche Agricole della regione, ha superato le146 mila tonnellate di uva da tavola prodotte, il 16%in più rispetto al 2012 quando si era fermata a po-co meno di 126 mila, che rappresentava comunquegià la principale area produttiva co il 53% della pro-duzione nazionale seguita dalla provincia di Ali-cante con il 34% e l’Andalusia con il 7%.Dando uno sguardo invece a che cosa succede nel-l’Emisfero Sud, la campagna 2012-2013, secondo ilrapporto di iQonsulting, ha visto da parte dei Paesiproduttori un’esportazione di un milione e 400 mi-la tonnellate di uva da tavola, il 3,5% in più rispet-to alla stagione precedente. Di questi volumi il Ci-le, come ormai da tradizione, è stato il Paese che hacontribuito maggiormente, toccando il 60% dellespedizioni all’estero, seguito dal Sud Africa (17%) edal Perù (11%). Il restante 11% se lo sono diviso

Brasile, Argentina e Australia.Il Brasile, che tra l’altro ha creato una nuova varietànera senza semi chiamata BRS Nùbia realizata daBrazil’s Agriculture Research Corporation (Embra-pa), ha iniziato la stagione nell’emisfero sud i pri-mi giorni di settembre, dello scorso anno seguitodal Perù (fine ottobre), mentre il Cile e Sud Africahanno iniziato a metà novembre. L’Argentina, inve-ce, è partita con le esportazioni durante i primigiorni di novembre, l’Australia a metà dicembre. Lastagione si è conclusa a luglio, con gli ultimi inviida Australia e Cile.Sul mercato l’Europa ha importato uva da tavola dalSud del mondo per un totale di 493 mila tonnella-te, seguita da Stati Uniti e Asia, dove Hong Kong eCina, che non arriva a soddisfare la domanda inter-na, si sono messi in mostra con una quota di mer-cato elevata.Rimanendo nell’estremo Oriente è in crescita laquota dell’India, che sta incrementando anno dopoanno le proprie esportazioni, sia verso l’Europa cheverso altri Paesi più vicini come Nepal e Banglade-sh. Una delle performances più convincenti è statain Russia, dove nella campagna 2012-2013 il Paeseindiano a più che raddoppiato gli invii di uva da ta-vola: 16 mila tonnellate per un valore di due, trevolte superiore rispetto alle esportazioni degli anniprecedenti. Grazie a tali risultati l'India è diventatail settimo maggiore esportatore di uva per la Fede-razione Russa, mentre nel 2011-2012 era solo al do-dicesimo posto. (Em.Zan.)

Nel panorama europeo e mondialemanteniamo una posizione leader

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ta riduzione invece gli invii diprodotto verso la Russia e l’Ucrai-na, che nelle scorse annate ave-vano assorbito volumi significati-vi, così come il Medio Oriente egli Stati Uniti.Il comparto uva sembra insom-ma vivere una stagione un po’tormentata, costringendo gli ope-ratori a guardare ogni giorno consempre più attenzione ai movi-menti degli altri Paesi produttorinella contemporanea speranzache il mercato dia segnali di ri-presa sotto l’aspetto dei prezzi edei consumi. Pur constatando al-cune innegabili difficoltà, nellasua analisi Giacomo Suglia, fon-datore e titolare dell’azienda Er-mes di Noicattaro (Bari), rivelaun cauto ottimismo. “La varietàcon seme Victoria è stata di buo-na qualità e ha staccato prezzi di-screti, nonostante durante la fio-ritura si siano registrate tempera-ture basse e umidità alta. Ancheper questo motivo si è registrato

un calo del 30% di prodotto sottorete”. Pure Suglia conferma sull’a-pirene la forte concorrenza spa-gnola e greca, “Paesi molto ag-gressivi sui prezzi ma che non of-frono i servizi e la qualità delprodotto italiano. Negli ultimianni è crescente pure la pressio-ne esercitata da Egitto e Marocco,che hanno una produzione in co-stante aumento che entra in con-correnza con le nostre primizie.In questa situazione un ruolofondamentale lo gioca come sem-pre la grande distribuzione chedeve far valorizzare anche la qua-lità del servizio e non solo il prez-zo”. C’è infine molta fiducia sul-l’uva Italia, “su cui si prevede unaqualità molto alta”, afferma Su-glia.Per l’azienda Agricoper di Noi-cattaro (Bari) la campagna uva èiniziata a luglio inoltrato. Un ri-tardo da attribuirsi alle tempera-ture poco miti che si sono avutedurante il mese di giugno e parte

di luglio. Le bizze del tempo han-no tardato la maturazione e quin-di causato uno slittamento dell’i-nizio della raccolta e conseguen-temente della commercializza-zione. “Comunque le prime va-rietà con i semi Vittoria, BlackMagic e Palieri sono state di ec-cellente qualità”, spiegano all’A-gricoper, condotta da Gianni Li-turri, assieme ai figli Vito, Dome-nico e Giuseppe. L’impresa bare-se, sta puntando con sempre piùdecisione sull’uva apirene, i cuiconsumi sono in costante au-mento, nonostante il mercato vi-va un enorme cambiamento euna fase di instabilità. “Crediamo molto nell’innovazio-ne varietale”, spiegano all’Agrico-per, tra le principali aziendeesportatrici di uve senza semi inPuglia. “È un elemento di grandeimportanza per il rinnovamentodella frutticoltura moderna, sem-pre alla ricerca di nuove finestredi mercato che diano maggiore

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redditività e possano risolvere di-verse ed importanti problemati-che”. Il 50% della produzione diAgricoper è di uva apirene: “Imercati, europei e non, rispondo-no sempre più favorevolmente intale direzione tanto da spingerciad ampliare il calendario di com-mercializzazione delle senza se-mi”.Da alcuni anni l’impresa puglie-se sta portando avanti il progettonuovo ed innovativo di rinnovovarietale “The Grapes rEvolu-tion”, che comprende nuove va-rietà senza semi, la cui disponibi-lità è prevista per la campagnauva 2014. Le nuove cultivar sono:Sweet Sunshine, Cotton Candy,Sugar Crisp, Sweet Celebration,Jack’s Salute, Sweet Sapphire,Sweet Enchantment, Black Blink.“Grazie a queste nuove varietàapirene saremo in grado di ga-rantire in futuro una certa conti-nuità nella fornitura si uve seed-less (bianche, rosse e nere) da lu-glio a dicembre”, rivela la fami-glia Liturri. “Riteniamo che que-ste nuove varietà, ognuna caratte-rizzata da proprie peculiarità, in-sieme alle altre già in produzio-ne, avranno ampio seguito e rice-veranno un apprezzamento parti-colare da parte dei consumatori.Siamo certi che le nuove uve sen-za semi abbiano un futuro assicu-rato sia dal punto di vista qualita-tivo che di consenso sui mercati”.Spostando l’attenzione sulle uvecon semi quest’anno si è registra-to un “gap” di due settimane cir-

ca tra la Vittoria e l’uva Italia, inleggero ritardo con la maturazio-ne. “Contiamo comunque di recu-perare quanto prima con i volu-mi – assicurano all’Agricoper –perché era e rimane una varietàfortemente richiesta dai mercatitedeschi, scandinavi ed anche Ol-tremare”.La percentuale di export dell’a-zienda barese, che ogni anno mo-vimenta oltre 10 mila tonnellatedi uva da tavola, rappresenta benil 90% del commercializzato, chesi estende in molte aree: dai mer-cati dell’Europa centrale, ai Paesiscandinavi, dalla Russia, alla Li-tuania, fino all’Oltremare e al FarEast, Emirati Arabi, Africa e altriancora. Ogni anno l’impresa mo-vimenta oltre 10 mila tonnellatedi uva da tavola.Durante la campagna uva 2012Agricoper ha inoltre propostouna variante della busta “Assolo”nella versione slider-zip lock eanche le uve seedless sono statemaggiormente valorizzate daquesto speciale packaging, “cheha riscosso un notevole successosul mercato”.Per Secondulfo, azienda campa-na che produce e commercializzauva da tavola appoggiandosi alproprio stabilimento di Trani,nel Barese, l’avvio della campa-gna 2013, in generale, è stato in-certo, con un andamento un po’a rilento dei consumi. Principalecausa il clima altalenante e unpo’ anomalo, che ha disturbato lafioritura e di conseguenza la ma-

turazione delle varietà precoci.Subito dopo si è tuttavia registra-ta una ripresa, con i chicchi chehanno raggiunto l’ideale gradobrix.“Abbiamo avuto comunque un’al-ta qualità del prodotto - affermaSalvatore Secondulfo – avvaloratadalla “conquista” di nuovi impor-tanti clienti molto esigenti. Fon-damentale è stato il lavoro di pre-parazione effettuato nei mesiprecedenti alla raccolta: per pro-teggerle completamente dal mal-tempo abbiamo coperto con i teliquasi tutta la produzione, che ciha assicurato una migliore prote-zione rispetto alla semplice co-pertura con le reti”.Le prospettive dal punto di vistaproduttivo parlano di un previstoincremento nei volumi del 15-20% rispetto al 2012. Per quantoriguarda le varietà di uve alla Se-condulfo intendono puntare sul-le seedless, “che anche quest’an-no ci hanno dato riscontri positi-vi. Per questo siamo intenzionatia incrementarne la produzione”.Diversa invece la situazione in Si-cilia, dove, secondo Salvatore Ac-cetta, a capo dell’omonimaazienda, i prezzi sono in discesa,e spesso anche di molto. Una si-tuazione negativa riscontrata inparticolare all’inizio della cam-pagna, nelle prime due settima-ne di giugno, dove la concorren-za egiziana si è fatta particolar-mente sentire. La stagione suc-cessivamente si è riequilibrataanche con l’introduzione sulmercato di varietà come Red Glo-be e Italia. “La differenza l’hannofatta soprattutto le buone venditeall’estero (in particolare in Sviz-zera, Spagna e Russia, nonostantein quest’ultima i volumi esporta-ti siano diminuiti notevolmente”.Per Accetta l’export rappresental’85-90% del totale commercializ-zato.Accetta aggiunge, infine, che du-rante la stagione si sono verifica-ti alcuni preoccupanti fenomenidi cracking su alcune produzioni,“seppur non così evidenti comeera accaduto 4-5 anni fa”[email protected]

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