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CORSO ASPIRANTI VV. d. S. Rimini, 31 ottobre – 03 novembre...

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1 CORSO ASPIRANTI VV. d. S. Rimini, 31 ottobre – 03 novembre 2006 CONCETTI ELEMENTARI DI IGIENE ED EDUCAZIONE SANITARIA NORME DI AUTOPROTEZIONE Dott. Massimo Delbianco Schecle (USA) Presidente della 5a Assemblea Mondiale della Sanità (1951) “Il mondo non può restare metà sano e metà sofferente se si desidera salvaguardare il suo equilibrio economico, morale e spirituale.”
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CORSO ASPIRANTI VV. d. S.Rimini, 31 ottobre – 03 novembre 2006

• CONCETTI ELEMENTARI DI IGIENE ED EDUCAZIONE SANITARIA

• NORME DI AUTOPROTEZIONE

• Dott. Massimo Delbianco

Schecle (USA) Presidente della 5a Assemblea Mondiale della Sanità

(1951)

“Il mondo non può restare metà sano e metà sofferente

se si desidera salvaguardare il suo

equilibrio economico, morale e spirituale.”

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DEFINIZIONE DEL CONCETTO DI SALUTE

La salute non è semplicemente l’assenza di malattia, è qualcosa di positivo, un’attitudine felice verso la vita ed una lieta accettazione delle responsabilità che la vita stessa comporta per l’individuo. Sigerist, 1941

La salute è un completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste solamente in una assenza di malattia o di infermità. Atto di Fondazione O.M.S., 1946

La salute è espressa da livelli di resistenza alla malattia. Gordon, 1953

La salute è il prodotto di una relazione armoniosa tra l’uomo e la sua ecologia. Rossdale, 1965

La salute è lo stato di capacità ottimale di un individuo per l’efficace svolgimento dei ruoli e dei compiti per i quali egli è stato socializzato. Person, 1972

La salute è l’adattamento perfetto e continuo di un organismo al suo ambiente. Wylie, 1970

Stato di salute è una condizione di continuo adattamento e perfezionantesi equilibrio tra organismo (corpo e psiche) e l’ambiente naturale e sociale, fino al raggiungimento del completo benessere fisico, psichico, spirituale, sessuale, ecologico. Il termine benessere va preso nelle sue accezioni di benessere oggettivo (star bene), soggettivo (sentirsi bene) e psicologico (sapere ed essere convinti di star bene) Bo, 1977

Schema riassuntivo delle caratteristiche positive necessarie al conseguimento dellacondizione di “salute” (da Noack H., WHO reg. Publ. Europ. Series N° 22, mod.)

Apporto di cibo in quantità adeguata e qualitativamente sicuro

Abitazioni e comunicazioni adeguate, acqua e aria non contaminate, trasporti sicuri, razionale smaltimento dei rifiuti

Abitazioni e comunicazioni adeguate

Ambiente di vitaRisorse fisiche

Micro-ambiente

Macro-ambiente

Valori positivi; norme e stile di vita soddisfacentiIntegrazione sociale, relazioni interpersonali stabiliDisponibilità di lavoro, clima lavorativo positivo, soddisfazione professionale, assenza di fattori nociviServizi sanitari e sociali qualitativamente adeguati ed accessibiliAdeguate risorse materiali, sicurezza sociale

Sistema socio-culturaleEducazione pratica della salute

Ambiente socialeOrganizzazione e sistema di lavoro

Servizi sanitari, scuole e istituzioni socialiStruttura socio-economica

Abitudini personali corretteLavoro appagante e non stressanteSonno e svago sufficienti

ComportamentoAbitudiniLavoro

Ricreazione

Buono stato nutrizionale; sufficiente protezione immunitaria

Identità affermata; atteggiamenti positivi; adeguata informazione sanitariaStabilità emotiva; benessere fisico; situazione affettiva soddisfacente

Sistema biologico

Sistema cognitivo

Intera persona

CARATTERISTICHE NECESSARIE ALLA CONDIZIONE DI SALUTE

SISTEMA

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MISURA DELLA SALUTEPrincipali indicatori delle condizioni sanitarie della popolazione

1. Socio – sanitariDiffusione di fattori di rischio di tipo comportamentale:

abitudini alimentari inadeguate, uso di sostanze voluttuarie (alcool, tabacco, droga), carenza di

attività fisicaAlterazioni genetiche

Degrado e/o contaminazione ambientaleFrequenza di utilizzazione delle strutture assistenziali

socio-sanitarie

1. SanitariMortalitàMorbosità

Curva di LexisAnni perduti di vita potenziale

Limitazioni funzionali e/o organicheInvalidità permanente

Morbilità

1. Socio-economiciDisponibilità di beni essenziali (acqua, abitazione

adeguata, ecc.)Occupazione – disoccupazione

Livello di scolarizzazione

1. DemograficiNatalità

FeconditàSperanza di vita

Durata media della vitaPiramide dell’età

Tasso di senilità e rapporto di dipendenzaImmigrazione

2. Bio-fisiologici e socio-sanitariResistenza fisica e capacità di adattamento

Presenza di fattori protettivi

IndirettiDiretti

DEFINIZIONE DI IGIENE

E’ quella parte della medicina che ha per oggetto la conservazione della salute G. Ciani, 1936

La branca delle scienze mediche che si occupa dell’ambiente che circonda l’uomo e che cerca di scoprire e di eliminare i fattori capaci di provocare danni all’organismo o che si oppongono al raggiungimento della massima efficienza. Flugge, 1881

Lo studio delle misure per mantenere ed aumentare la salute Hueppe, 1909

L’arte di vivere in piena salute, evitando malattie e dando al corpo ed allo spirito il massimo di sviluppo normale Courmonr, 1914

La branca della medicina che mira a mantenere lo stato di salute Puntoni, 1948

La disciplina il cui fine altissimo si identifica con la tutela e l’innalzamento della salute umana. Cefalù, 1975

Scienza che agendo sull’uomo e sull’ambiente tende a rendere la vita umana più sana, piùsicura e più felice.

Disciplina, appartenente alle scienze bio-sanitarie che attraverso il potenziamento dei fattori utili alla salute e all’allontanamento o la correzione dei fattori responsabili delle malattie, tende a conseguire uno stato di completo benessere fisico, mentale sociale dei singoli e delle collettività.

Disciplina che si propone di promuovere conservare la salute sia individuale che collettiva

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Definizione di Prevenzione

“ Atti finalizzati a eradicare o a eliminare le malattie e le disabilità o a minimizzare il loro

impatto. Il concetto di prevenzione è poi articolato in livelli, che definiscono una

prevenzione convenzionalmente chiamataprimaria, una secondaria e una terziaria”

Dizionario di Epidemiologia, IV Edizionea cura di John M. Last

Non rischio

Fattori causali Fattori di rischio

esposizione

Non malattia

malattia

Malattia asintomatica

Segni e sintomi

Bisogno di saluteNon percepito

Bisogno di salute Non espresso

Espressione del malessere

Bisogno di salute Non soddisfatto

Diagnosi-terapia

Riconoscimento del malessere(bisogno di salute)

PREVENZIONE PRIMARIA

PREVENZIONE TERZIARIA

PREVENZIONE SECONDARIA

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“ Trattato popolare dell’alimentazione “ - 1850 -

Viene messo in luce il negativo rapporto fatica/ nutrizione quale ragione principale della minore

longevità delle classi meno abbienti ( Moleschott )

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1888 -Nasce il primo regolamento igienico sanitario in

Italia

Luigi Pagliani e Francesco Crispi progettano e varano il primo regolamento sanitario

dell’Italia Unita.

Sanità Pubblica e Igiene

Realizzazioni del 20o secolo: • Miglioramento delle attività igieniche

abitative, di vita e di lavoro• Trattamenti del latte e degli alimenti

(refrigerazione)• Bonifiche nel trattamento dell’acqua e

dei reflui• Diffusione delle vaccinazioni

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AMBIENTI

Ambienti chiusi

Ambiente

AriaAcquaSuoloRifiutiRumore

LA PROMOZIONE DELLA SALUTE -L’ EVOLUZIONE -

Lo stato di salute del Paese, attraverso il coinvolgimento consapevole e

responsabile del cittadino, non è piùdirettamente proporzionale al reddito ma sulla salubrità collettività pesano

variabili quali abitudini, comportamenti e collocazione

geografica.

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MIGLIORATE CONDIZIONI SANITARIE

• Aumentata longevità

• Riduzione della mortalità infantile

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CAUSE FAVORENTI LA MORTALITA’ PERINATALE

CAUSE ESOGENE

Agenti teratogeniIncidenti

CAUSE LEGATE AL PARTO

CAUSE ENDOGENE

Malattie della madreMalattie ereditarie (emofilia)

Anomalie della meiosi (trisomie)Isoimmunizzazione Rh

SINTESI DEGLI EFFETTI DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI

Mutazioni e aberrazioni cromosomiche

Effetto mutageno e trasformazione maligna

Aumentato rischio genetico

Rischio tumorale

Organogenesi

Distruzione cellulare e modificazioni nella velocità di

moltiplicazione

MalformazioniEmbriogenesi

Massiva distruzione cellulareMorte dell’embrionePrima di 3 settimane di sviluppo

MeccanismoEffettoEpoca di esposizione

Rischi specifici dell’abuso di alcool in gravidanza• Ritardo nell’accrescimento intrauterino con basso peso alla nascita e circonferenza cranica di diametro inferiore alle norme• Ritardo dello sviluppo psicomotorio• Quadro malformativo con dismorfismo cranico-facciale associato o meno ad altre malformazioni (anomalie scheletriche, malformazioni cardiache, anomalie dei genitali)

Rischi specifici dell’abuso di tabacco in gravidanza•Diminuzione dei mezzi di difesa nei confronti di agenti infettivi batterici e virali• Aumento di frequenza di menorragie gravidiche• Riduzione dell’aumento ponderale materno (malnutrizione materno-fetale)• Aumento di frequenza degli aborti• Maggior incidenza di nascite pretermine e di basso peso alla nascita• Maggior incidenza di mortalità perinatale

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Possibilità di prevenzione primaria dell’effetto di alcuni teratogeni noti

Identificazione e trattamento preconcezionale

Les, altre malattie autoimmuni del connettivo, malattie tiroidee autoimmuni, tumori virilizzanti

Controllo metabolico minuzioso preconcezionale

Diabete mellito insulino dipendente

MALATTIE MATERNE:

Gamma globuline iperimmuni entro 72 ore dal contagio

Varicella H-Z

Diagnosi precoce e trattamentoToxoplasmosi

Vaccinazione preconcezionaleRosolia

Diagnosi precoce e trattamento Lue

INFEZIONI MATERNE:

VACCINAZIONE

Immunoprofilassi attiva, effettuata con la somministrazione di un

preparato immunogeno, cioè capace di provocare una risposta

immunitaria contro uno specifico agente eziologico, senza

riprodurre il quadro patologico ad esso correlato.

Mezzo fondamentale nella prevenzione primaria delle malattie

infettive, può avere un ruolo decisivo nell’eliminazione di alcune di

esse(es: vaiolo, poliomielite, difterite, tetano), un ruolo ausiliario per

altre (es: colera, febbre tifoide, tubercolosi).

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VaccinazioniVaccinazioni

Edward Jenner (1796) scoprì che

l’inoculazione di materiale prelevato da

pustole vaiolose induceva protezione

verso il virus del vaiolo...

ALCUNE TAPPE FONDAMENTALI NELLA STORIA DELLE VACCINAZIONI ( 1 )

1721 Introduzione della variolizzazione in Inghilterra

1798 Pubblicazione del lavoro di Jenner

1885 Vaccinazione antirabbica di Pasteur

1921 vaccino antitubercolare B.C.G.

1923Anatossina difterica

1927 anatossina tetanica

1954 vaccino antipolio inattivato da Salk

1957 vaccino antipolio attenuato di Sabin

1960 vaccino antimorbilloso: Edmonston B e Schwarz

1962 vaccini antirosolia

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1966 vaccini antiparotite

1967 vaccino antirabbico su cellule diploidi

1968-71 vaccino anti-meningococcico

1973 vaccino contro la varicella

1977 ultimo caso di vaiolo naturale registrato nel mondo

1979 dic. Dichiarazione ufficiale di eradicazione del vaiolo (maggio 1980 Assemblea Mondiale)

1980 vaccino contro l’Haemophilus influenzae tipo B

1987 vaccino ricombinante contro l’epatite B

ALCUNE TAPPE FONDAMENTALI NELLA STORIA DELLE VACCINAZIONI ( 2 )

REAZIONI INDESIDERATE ALLE VACCINAZIONI

Reazioni locali

Lievi

Gravi

Dolore, rossore, edema, indurimento,Impotenza funzionale

Rossore esteso, edema esteso, indurimento esteso, contrattura muscolare, lesioni del tronco nervoso, ascessi batterici o sterili, emorragie intramuscolari, ulcerazioni, necrosi tissutale

Reazioni generali

Lievi

Moderate

Gravi(complicazioni)

Febbre > 38°C < 39°C, anoressia, cefalea, vomito, diarrea, stipsi, esantemi, tumefazioni dei linfonodi, pallore, irritabilità

Febbre > 39°C, pianto persistente > 3 h, convulsioni

Collasso, paralisi flaccida (dopo OPV), manifestazioni da ipersensibilità generalizzata (anafilassi)

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Controindicazioni alla somministrazione di vaccini

Controindicazioni temporanee di ordine generale valide per tutti i vaccini

1) Malattia acuta febbrile (> 38°C)

2) Turbe generali giudicate clinicamente importanti

Controindicazioni temporanee o permanenti relative a situazioni particolari

1) Stati di immunodepressione:- primitiva (immunodeficienze congenite);- Secondaria a patologie (HIV, leucemie, linfomi, tumori)- In seguito a trattamenti farmacologici (alchilanti, antimetaboliti, radiazioni,

corticosteroidei a dosaggi elevati)

2) Allergia a costituenti di vaccini. Possibili reazioni locali o sistemiche da:- componenti del vaccino (antigeni proteici):- Antibiotici aggiunti o residuati dalle colture cellulari- Conservanti, stabilizzanti

Con le vaccinazioni vengono evitati nel mondo, ogni anno, non meno di tre milioni di decessi nei bambini di età inferiore a 5 anni, ed almeno 400.000 casi di polio paralitica, malattia di cui è prossima la totale eliminazione in tutto il mondo, al pari

di quanto già avvenuto per il vaiolo

• In Italia sono raccomandabili nell'infanzia vaccinazioni per prevenire le seguenti malattie: morbillo, parotite e rosolia (MMR), infezioni da Haemophilus influenzae b (Hib), pertosse (DTP).

• Con l'approvazione, da parte della Conferenza Permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e province Autonome di Trento e Bolzano, del Piano Nazionale per l'eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (13 novembre 2003), l'Italia si è impegnata per realizzare finalmente, attraverso la vaccinazione MPR, un efficace controllo del morbillo, ancora presente in forma epidemica nel nostro Paese, in vista dell'obiettivo dell'eliminazione della malattia entro il 2007 dall'intera Regione Europea.

• Le vaccinazioni antidifterica-tetanica (DT), antipolio (OPV-IPV) antiepatite B (HB) sono obbligatorie per legge nel nostro Paese.

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(1) Nei bambini nati da madri positive per HBsAg, da somministrare entro 12-24 ore, contemporaneamente alle immunoglobuline specifiche antiepatite B; il ciclo va completato da una seconda dose a distanza di 4 settimane dalla prima, da una terza dose dopo il compimento della ottava settimana e da una quarta dose in un periodo compreso tra l'undicesimo ed il dodicesimo mese di vita, in concomitanza con le altre vaccinazioni.(2) E' possibile la somministrazione simultanea, in un'unica seduta vaccinale, delle vaccinazioni antidifterico-tetanica-pertossica, antiepatite virale B, antipoliomielitica ed antimorbillo-parotite-rosolia, anticipando quest'ultima al dodicesimo mese di vita. Qualora non sia stato possibile somministrare una dose di vaccino MPR entro i 24 mesi di vita , è necessario utilizzare ogni seduta vaccinale successiva per il recupero dei soggetti non vaccinati.(3) L'offerta attiva della seconda dose di routine della vaccinazione antimorbillo-parotite-rosolia è epidemiologicamente importante soltanto dopo il raggiungimento di coperture vaccinali pari o superiori all'80 % nella popolazione bersaglio (bambini di età inferiore a 24 mesi di vita).(4) Ai sensi della legge 27 maggio 1991, n. 165, per gli adolescenti non precedentemente vaccinati.

Calendario vaccinale dell'infanzia

Vaccinazione alla nascita 3° mese

5° mese

11° mese

12° mese

15° mese

3° anno

5-6 anni

11-12

anni

14-15

anni Antidifterite-tetano-pertosse

DTP DTP DTP DTP DT

Antipoliomielite IPV IPV IPV IPV

Antiepatite B HB(1)</SUP)<

STRONG> HB HB HB HB (4)

Antimorbillo- parotite-rosolia

MPR(2) MPR(3)

Anti-Haemophilus influenzae b

Hib Hib Hib

N.B. Le barre colorate di azzurro indicano gli ambiti temporali accettabili per la somministrazione dei vaccini

HB - vaccino antiepatite B DTP - vaccino antidifterite-tetano-pertosse IPV - vaccino antipoliomielitico iniettabile - inattivato MPR - vaccino antimorbillo-parotite-rosolia DT - vaccino antidifterico-tetanico per adulti, contenente soltanto 2 Lf di anatossina difterica Hib - vaccino anti-Haemophilus influenzae b

MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE

Le malattie cronico-degenerative non rappresentano un gruppo nosologico ben definito, ma, in un’ottica igienistica, tale denominazione riunisce patologie caratterizzate da:

•Patogenesi su base degenerativa•Evoluzione cronica•Eziologia multifattoriale•Importanza sociale per gravità, diffusione e costi : “ rappresentano oggi il vero problema sanitario dei Paesi sviluppati” .

Ad esempio:MALATTIE CARDIOCIRCOLATORIETUMORIBRONCOPNEUMOPATIE CRONICO-OSTRUTTIVEDIABETECIRROSI EPATICAECC.

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Caratteristiche epidemiologiche differenziali delle patologie infettivee cronico-degenerative

Allungano il decorso. Aumenta la prevalenza

Abbreviano il decorso. Diminuisce la prevalenza

Effetto dei miglioramentiterapeutici

Stabilizzazione o progressivopeggioramento. In molte

frome decesso a distanza dianni o decenni

GuarigioneEsito

Lento (anni o decenni)Rapido (giorni o settimane)Decorso

Spesso subdolo e lento. La manifestazione dei sintomi

puo’ essere graduale oppureimprovvisa e drammatica

Per lo piu’ clamorosoEsordio

Per lo piu’ lunga (anni o decenni)

Per lo piu’ breve (giorni o settimane)

Durata del periodo di latenza

Molteplici. Per lo piu’aspecifici. Non necessari

Per lo piu’ specifici. Necessari

Fattori causali maggiori

Malattie non infettive(croniche)

Malattie infettive (acute)Caratteristiche

1910

47 anni

1981

78 anni +TumoriMalattie cardiovascolariBroncopneumopatie cronicheMalattie dismetabolicheMalattie mentali, ecc.

Abitudini personali

AlimentazioneFumo di tabaccoAlcool\drogaSedentarieta’

Contaminazione ambientale

Inquinamento atmosfericoInquinamento idricoContaminazione alimentare

Andamento della vita media nel periodo 1910 -1981

80,875,364,6Femmina

75,272,459,6Maschi

807060Eta’ in anni

Hanno almeno una malattia cronica (%)

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FATTORI DI RISCHIO DELLE CARDIOPATIE ISCHEMICHE

Alterazioni del metabolismo lipidico (Ipercolesterolemia)Ipertensione arteriosaFumoEtàSessoEreditarietà

SedentarietàStress psichiciAltre patologie (diabete)Dieta

“I Geni caricano il cannone,gli Stili di vita premono il grilletto”

Dr. Elliot Joslin

Gli Stili di Vita

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AMERICAN CANCER SOCIETYdiagnosi precoce del cancro

• Colonscopia >50aa 3-5 anni

• Sangue occulto fecale >50aa annuale

• Esame prostata e PSA >50aa annuale

• Visita ginecologica e PAP Test 18-40aa 1-3 anni>40aa annuale

• Visita senologica 20-40aa 3 anni

• Mammografia >40aa annuale

I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO DEI TUMORI UMANI

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Fattori di rischio esogeni riconosciuti come preminenti nel modello etiologico deitumori: broncopolmonari, gastrici, del grosso intestino e della mammella

+++---------Fattori endocrini e/o riproduttivi

---------+++Fattori occupazionali

+--+++++++--Inquinamento idrico

---------+++Inquinamento atmosferico

++---++-++-Radiazioni X

++-+++++++--Alimentazione

+--++-+++---Alcool

++-+--++ -+++Tabacco

MammellaGrosso intestino

StomacoBronchi e polmoni

TIPI DI TUMOREFattore di rischio

Prevenzione primaria dei tumori bronco polmonari, gastrici, della mammella, del grosso intestino. Fattori e/o condizioni da incoraggiare

Esposizione professionale a sostanze cancerogene

Eccessivi esami radiologici (soprattutto durante alcune fasi della vita quali pubertà e gravidanza)

Inquinamento idrico (in particolare da metalli pesanti, nitrati, floruri, organoclorurati, sostanze derivanti da trattamenti di clorazione)

Inquinamento atmosferico (in particolare da idrocarburi, asbesto, composti organici clorurati ecc.)

Favorire tutte le condizioni che riducono l’iper-estrogenismo nella donna

Introdurre eccessive calorie

Assicurare una congrua presenza nella dieta degli oligoelementi Selenio, Ferro, Iodio

Introdurre eccessivi grassi (saturi e insaturi)

Integrare eventualmente la dieta con le vitamine A, C, B2

Fare uso eccessivo di alcool

Introdurre abbondanti quantità di fibre (frutta e verdura fresca)

Fumare

Fattori e/o condizioni da incoraggiareFattori e/o condizioni da evitare

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CAUSE DI INSALUBRITA’ IN AMBITO LAVORATIVO

LAVORO

Fatica fisicaPosizioniIntensitàDurata

Incidenti Organizzazione lavoroStress psicologico

AMBIENTE

Fatt. fisici-meccaniciMicroclima

IlluminazioneRumore

VibrazioniRadiazioni ionizzanti

e non

Fatt. chimiciGas, vapori

FumiPolveri

Sostanze tossichecon attività acuta

o cronica

Incidenti Fatt. biologiciAllergeni

Microrganismi

Incidenti

StradaliDomesticiSul lavoroesempi di comportamenti,modelli di vita in grado di modificare la salute collettiva

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Piano Sanitario Nazionale1998-2000

Un Patto di solidarietà per la salute• Obiettivo 1 - Promuovere comportamenti e stili

di vita per la salute• Obiettivo 2 - Contrastare le principali patologie

(malattie cardiovascolari, malattie infettive e AIDS, patologie da incidenti)

• Obiettivo 3 - Migliorare il contesto ambientale• Obiettivo 4 - Rafforzare la tutela dei soggetti

deboli• Obiettivo 5 - Portare la Sanità italiana in Europa

Soggetti deboli

Bambini

Adolescenti egiovani

DonneAnziani

Disabili

Poveri

Immigrati

Incidenti stradaliSuicidiTossicodipendenzaAIDSMalattie sessualmente trasmesseEcc.

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Operatori SanitariQuale autoprotezione possibile?

“Prevenire è meglio che curare”---------

“ … questi artefici, preparandorimedi per la salute degli altri ,

alterano talvolta la loro “(Bernardino Ramazzini – 1700)

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UNIFORME OPERATIVA DA INTERVENTO

• CALZATURE DI SICUREZZA

• ELMETTO DI PROTEZIONE

Indicazioni di alcuni rischi in ambito sanitario

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Precauzioni Standard

• Hanno la finalità di ridurre il rischio di trasmissione di patogeni dal sangue e dai liquidi organici.

Le precauzioni standard si applicano a tutti gli utenti senza tener conto del sospetto o diagnosi di infezione: si applicano al sangue, e a tutti i liquidi organici, secrezioni ed escrezioni, cute non intatta e mucose.

Procedure di comportamento di riconosciuta efficacia derivate daevidenze scientifiche fornite sotto forma di raccomandazioni

pratiche

“s”

Lavaggio delle mani• Accurato ed immediato se si

verifica un accidentale contatto con sangue, fluidi corporei, secreti, escreti e articoli contaminati, anche se l’operatore ha indossato i guanti.

• Usare un semplice detergente per il lavaggio sociale delle mani; l’antisettico va usato successivamente, in specifiche circostanze (es. controllo di epidemie, infezioni permanentemente endemiche) e prima di eseguire procedure invasive.

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Guanti• Prima di venire a contatto con sangue, fluidi corporei,

secreti, escreti ed articoli contaminati.

• Prima di toccare membrane mucose e cute non intatte.

• Rimuovere i guanti prontamente dopo l'uso, prima di toccare articoli non contaminati e superfici ambientali e lavare le mani immediatamente per prevenire il trasferimento di microrganismi ad un altro utente o all'ambiente.

• Il personale deve indossare guanti di tipo idoneo alla prestazione da effettuare.

PROTEZIONE DELLE MANI

Marchio CE come DPI di III categoria ai sensi del D.Lgs. 475 del 04.12.1992 con riferimento alla norma tecnica EN 374

inerente la protezione contro microrganismi di classe 3 (come da

allegato XI del D.Lgs. 626/94)

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Guanti in nitrile monouso

• resistenti alla penetrazione di microrganismi di classe III ( batteriofago

phi x 174 )

• massima protezione ed impermeabilità

• massima sensibilità tattile

• taglie adeguate e numero sufficiente

Guanti di protezione contro prodotti chimici e microrganismi

( EN 374:1994 )

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Camice• Per proteggere la cute e prevenire l'imbrattamento di

indumenti durante le procedure e le attività di assistenza che producono probabili schizzi e spruzzi di sangue, fluidi corporei, secreti ed escreti.

• Il camice deve essere scelto in base al tipo di attivitàe alla quantità di fluidi corporei che potrebbero prodursi accidentalmente; dovrà essere idrorepellente se si prevedono grosse contaminazioni.

• L’impiego del camice sterile è legato alla necessità di effettuare procedure in asepsi.

• Rimuovere subito il camice sporco e lavare le mani per prevenire il trasferimento di microrganismi ad altri utenti o all' ambiente.

:

Il camice dopo l’uso, procedere nell’ordine…

Slegare il laccio che chiude il camice all'altezza della vita

Avvolgere il camice su se stesso ed eliminarlo

Slacciare il camice all'altezza della nuca

Far scivolare i polsini sopra le mani e sfilare il camice toccando solo la parte interna

Rimuovere i guanti ed eliminarli nei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo

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Ministero della Sanità. Commissione Nazionale per la lotta contro l'AIDS.Linee-guida per la prevenzione del contagio tubercolare nell'assistenza a

pazienti con infezione da HIV - Ottobre 1994

• "Un livello minimo accettabile di protezionepotrebbe essere ottenuto con l'utilizzo dei facciali filtranti per particelle di classe FFP2S“

• "... dispositivi della classe FFP3SL potrebbero essere utilizzati dal personale che esegue broncoscopie o induzione dell'espettorato"

Facciale Filtrante FFP3

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Programma di protezionerespiratoria

Protezione degli occhi

• Occhiali con protezioni laterali e frontali (tipo sub)

• Marcatura CE come DPI di II Cat. per la “protezione da spruzzi di liquidi e da goccioline” in

base alla norma EN 166

• Classe ottica 1- 2

• Lenti antigraffio, antiriflesso, antiappannamento e resistente al trattamento con disinfettanti

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PROTEZIONE DEGLI OCCHI

Mascherine, occhiali protettivi, visiere facciali

• Per proteggere le mucose di occhi, naso e bocca durante le procedure e le attività di assistenza al paziente che generano probabili schizzi o spruzzi di sangue, fluidi corporei, secreti o escreti.

• La scelta di questi dispositivi deve essere in funzione dell’operatore e di tipo idoneo alla prestazione da effettuare.

• La mascherina chirurgica con o senza visiera èmonouso: pertanto deve essere utilizzata una sola volta e poi gettata. Gli occhiali protettivi e le visiere facciali sono riutilizzabili: dopo l’uso devono essere adeguatamente trattati.

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Manipolazione di strumenti/oggetti taglienti

• Tutti gli operatori devono adottare precauzioni per prevenire gli incidenti quando impiegano aghi, bisturi ed altri strumenti o dispositivi appuntiti o taglienti; quando manipolano strumenti contaminati dopo l’esecuzione delle manovre; durante l’esecuzione delle procedure di pulizia degli strumenti impiegati e quando eliminano aghi usati.

• Non incappucciare gli aghi impiegati, non manipolarli usando entrambe le mani, non impiegare ogni altra tecnica che comporti volgere la punta di un ago verso una parte del corpo.

• Non rimuovere con le mani gli aghi usati dalle siringhe monouso e non piegare, non rompere o manipolare in altro modo con le mani gli aghi usati. Mettere le siringhe e gli aghi usati monouso, le lame di bisturi ed altri oggetti appuntiti negli appositi contenitori per rifiuti sanitari speciali resistenti alla foratura, che vanno sistemati tanto vicino quanto in modo funzionale all'area nella quale gli articoli vengono utilizzati.

Controllo ambientale

• Assicurarsi che vengano eseguite correttamente le procedure di pulizia e disinfezione delle superfici ambientali.

• La disinfezione deve essere effettuata in presenza di superfici contaminate da schizzi o residui di materiale organico o solo in aree ad alto rischio.

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Smaltimento rifiuti• Per la raccolta differenziata dei rifiuti sanitari il personale

deve attenersi a quanto previsto dalla normativa vigente e da quanto indicato nei protocolli resi noti dalla direzione di struttura. Al fine di garantire la sicurezza degli operatori ènecessario:

• sistemare contenitori idonei in posizione comoda, sicura e vicino al posto dove devono essere utilizzati;

• evitare, nel modo più assoluto, di prelevare materiale dal contenitore per rifiuti;

• utilizzare dispositivi per la protezione della cute e delle mucose durante le fasi di raccolta dei rifiuti e trasporto dei contenitori;

• trasportare e manipolare solo contenitori correttamente chiusi al fine di evitare accidentali fuoriuscite e spargimento di rifiuti;

• evitare di trascinare i contenitori dei rifiuti, di appoggiarli al corpo e di effettuare qualsiasi altra manovra che possa pregiudicare la propria e altrui sicurezza.

Attrezzature sanitarie riutilizzabili• Manipolare le attrezzature, impiegate

per l'assistenza, sporche di sangue, fluidi corporei, secreti ed escreti in modo da prevenire l'esposizione di cute e mucose, la contaminazione di indumenti e il trasferimento di microrganismi ad altri utenti o all' ambiente.

• Assicurarsi che il materiale riutilizzabile non venga impiegato per l' assistenza ad altri utenti finché non sia stato decontaminato (D.M.28/9/90), pulito e sterilizzato appropriatamente.

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Patogeni trasmissibili attraverso Patogeni trasmissibili attraverso il sangue il sangue

HBV, HCV, HIVHBV, HCV, HIV

Misure sanitarieMisure sanitarie

SCHEMA RIASSUNTIVO PER L’IMMUNOPROFILASSI POST-ESPOSIZIONE EPATITE VIRALE B

Stato vaccinale delsoggetto esposto

Paziente fonte HbsAgpositivo

Paziente fonte HbsAgnegativo

Paziente fonte nontestato o non noto

Operatore sanitarionon vaccinato

Ricerca dei marcatori HBv(HbsAg, HbsAb, HbcAb). Senegativi: HB-Ig e iniziare lavaccinazione (cicloaccellerato 0, 1, 2, 6-12)

Proporre ciclo standard vacc.Anti HBV

Ricerca dei marcatori HBv(HbsAg, HbsAb, HbcAb). Senegativi: iniziare lavaccinazione (cicloaccellerato 0, 1, 2, 6-12)

Operatore sanitarioprecedentementevaccinato≥ 2 dosi di vaccino(anti HbsAb non noto)

Ricerca degli Hbs Ab:Se HbsAb non dosabili: HB-Ig più vaccinoSe HbsAb dosabili:non trattareSe non possibile testare iltitolo anticorpale: una dosedi vaccino

Terminare il ciclo divaccinazione, come dacalendario programmato

Ricerca degli HbsAb sullapersona esposta:Se HbsAb non dosabili: unadose di vaccinoSe HbsAb dosabili:non trattareSe non possibile testare iltitolo anticorpale: una dosedi vaccino

Operatore sanitarioresponder noto (titoloHbsAb ≥ 10 mU/ml)

Non trattare Non trattare Non trattare

Operatore sanitarionon Responder noto(titolo HbsAb ≤ 10mU/ml)

HB-Ig, da ripetere dopo unmese; oppure: HB-Ig (1dose), più una dose divaccino

Non trattare Se la fonte è ad alto rischio,si può trattare come se lafonte fosse HbsAg positiva.Alcuni autori suggeriscono lasomministrazione di HB-Ig(1 dose)

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PROSPETTIVE PER LA VACCINAZIONE ANTI EPATITE C

• Allo stato attuale non esiste un vaccino contro il virus dell’epatite C

• Esistono problemi sia pratici che scientifici nella formulazione del vaccino:– le uniche specie che possono essere infettate

dall’HCV sono gli uomini e gli scimpanzé– il virus non si replica efficacemente in vitro– alcune proteine virali hanno un’alta mutabilità– esistono poche informazioni sulla immunità

correlata.

PROFILASSI POST ESPOSIZIONE AD HCV

• Attualmente non esiste una profilassi per HCV: immunoglobuline e farmaci

antivirali non sono raccomandati come profilassi post esposizione ad un paziente

fonte HCV positivo.

• Follow-up del caso.

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PROFILASSI POST ESPOSIZIONE AD HIV

• Nell’ambito dell’AUSL di Rimini la U.O. di Malattie Infettive è individuata come struttura

erogante la profilassi post esposizione anti HIV (con farmaci antiretrovirali) in particolare

per gli operatori sanitari.

• Si sottolinea la necessità di attuare provvedimenti profilattici preferibilmente

entro le 4 ore dall’evento, comunque entro le 24 e non oltre le 72 ore.

PROFILASSI POST ESPOSIZIONE AD HIV

• Paziente fonte con infezione da HIV nota – PPE raccomandata

• Paziente fonte con con stato sierologico per HIV non noto– PPE considerata

• Paziente non noto o non disponibile– PPE considerata

• Paziente fonte negativo– PPE sconsigliata

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Tubercolosi polmonareTubercolosi polmonare

Misure sanitarieMisure sanitarie

Limitare il trasporto e lo spostamento delpaziente; se possibile far indossare una

mascherina chirurgica al paziente durante glispostamenti.

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TUBERCOLOSI• CONTROLLO STRAORDINARIO PER CONTATTO CON

CASO DI TB RESPIRATORIA APERTA:

• IR DI MANTOUX 5UI.SE NEGATIVA O GIA’POSITIVA NOTA(NON VARIAZIONE DEL DIAMETRO MAGGIORE O=10 MM)CON QUADRO CLINICO NORMALE:NESSUN PROVVEDIMENTO E RIPETIZIONE DEL TEST DOPO DUE MESI.

• SE POSITIVA:RX TORACE+VISITA PNEUMOTISIOLOGICA+EVENTUALE TRATTAMENTO FARMACOLOGICO O FOLLOW-UP

CHEMIOTERAPIA PREVENTIVA:

COME SI EFFETTUA E PER QUANTOTEMPO.

NELL’ADULTO:CON ISONIAZIDE 5 MG/KG/DIE(MAX 300 MG/DIE) PER 6 MESI E 180 DOSI

SE QUESTA OPZIONE NON E’POSSIBILE:RIFAMPICINA 10 MG/KG/DIE(MAX 600 MG/DIE) PER 4 MESI E 120 DOSIOPPURE FOLLOW-UP DEL SOGGETTO PER ALMENO DUE ANNI

TUBERCOLOSI

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LA MOBILIZZAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI

• Le attività a rischio per la colonna, in particolare nel tratto dorso-lombare, per il personale sanitario sono costituite prevalentemente dal sollevamento, dal trasferimento del paziente e da tutte le operazioni sussidiarie (traino, spinta e movimentazione di materiale).

• La movimentazione manuale non è eliminabile: il paziente ha peso variabile, a volte è difficile da raggiungere o da afferrare, spesso èdistante dal tronco dell’operatore.

• E’ importante, quindi, adottare strategie utili a prevenire o comunque a ridurre i danni da sovraccarico dell’apparato muscolo-scheletrico.

• E’ indicato quindi utilizzare in maniera corretta i dispositivi per l’immobilizzazione ed il trasporto in dotazione , applicando le corrette strategie posturali e procedurali

Movimentazione Manuale Carichi Strategia per una Corretta Movimentazione

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Movimentazione Manuale Carichi Strategia per una Corretta Movimentazione

Movimentazione Manuale Carichi Strategia per una Corretta Movimentazione

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Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

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Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

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Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

Scenario 1: la sedia da trasporto

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• Scenario 1: la sedia da trasporto

– Dalla sedia alla barella autocaricante:

• Grado di collaborazione dell’Utente;

• Il peso dell’Utente;

• Il numero degli operatori disponibili;

• Dall’alto al basso.

Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

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Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

Movimentazione Manuale Carichi Scenari dell’Emergenza

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE !


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