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Università degli Studi di Bergamo 1
Corso di FINANZIAMENTI DI AZIENDA
secondo moduloanno accademico 2007/2008
lezioni 7-8
Docente: prof. Piatti
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Lezione n. 7I sistemi di rating
BI, cap 9, par. 3.2EF; cap 2
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Evoluzione nella valutazione del merito creditizio
Modelli destrutturatiPrevalenza aspetto
soggettivo (giudizio personale ed esperienza)
Partendo dalla valutazione del rischio complessivo
questi modelli definiscono le scelta di finanziamento, il
tasso da applicare, e tutti gli altri elementi tecnici.
Inoltre, muovendo dall’analisi delle
informazioni giunge ad un motivato giudizio qualitativo, spesso
dicotomico
Modelli strutturati, basati su informazioni più dettagliate con utilizzo di modelli sofisticati che
consentono una maggior oggettività del metodo di misurazione e gestione da affiancare al patrimonio di
esperienza valutativa acquisita
L’evoluzione poggia sull’utilizzo di rating interni che classificano i clienti per classi di rischiosità crescente. Esso attinge da dati e
approcci valutativi già presenti, ma ne richiede una strutturazione ed un affinamento per
ottenere un’unica scala di rischiosità graduata
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Rating e insolvenza
Un sistema interno di ratingrichiede
un processo documentabile per la collocazione della clientela in classi di differenti rischiosità
Definizione di default
Un sistema di rating interno aggiunge all’approccio tradizionale una migliore scomposizione del rischio nelle sue componenti fondamentali
dellaPD e LGD
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I rating delle agenzie: processo di assegnazione del rating
Business risk financial risk
Valutazione del settore: situazione
corrente e prospettive future
Analisi situazione economico-finanziariaProiezione
economico-finanziaria
Analisi della capacità di servire il debito
Analisi di sensibilità dei fattori criticiPossibili parametri
di riferimento
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Rating agenzie
• Il processo di valutazione del merito creditizio effettuato dalle agenzie non ai associa alla assegnazione di una PD
• Esso si limita ad esprimere un risultato in termini di categoria omogenea di merito creditizio (classe di rating) alla quale è associata una denominazione alfabetica o alfa numerica.
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Rating interni vs esterni: natura dei soggetti
Rating interniOggetto: imprese eterogenee con
dimensioni differenziateProcedure di valutazione in gran
parte standardizzate
Rating esterniOggetto: grandi imprese emittenti
titoli negoziati sul mercato di borsa
Obiettivo riduzione asimmetrie informative e funzione di delegated monitoring delle agenzie
Costo alto in funzione di un prolungato processo di valutazione anche qualitativa del merito creditizio
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Alcune precisazioni in relazione alla dimensione dei soggetti
B2 ha regolato in modo restrittivo i requisiti necessari per adottare il rating esterno ai fini della determinazione del capitale regolamentare (par 91…)
Atteggiamento prudente che denota la preoccupazione derivante dal diffondersi di rating emessi su PMI. (la dimensione limitata dei crediti impedisce di remunerare adeguatamente le agenzie che finisce per svolgere analisi superficiali basate su informazioni pubbliche storiche di tipo contabile, invece che approfondite valutazioni sul campo)
I rating esterni di PMI può generare il fenomeno di free riding (se le informazioni sono facilmente accessibili a più finanziatori….)
I finanziatori naturali delle grandi imprese sono gli investitoti finali e quelli istituzionali (tramite il mercato finanziario); i finanziatori naturali delle PMI sono le banche. Esse acquisiscono direttamente informazioni riservate e pongono in essere un processo di monitoraggio costante…. Riduzione asimmetria informativa
“se una banca non può tenere segrete le proprie valutazioni puù generarsi il fenomeno del free riding….centrali rischi molto analitiche)
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Rating interni vs esterni: disponibilità di informazioni
Rating interniFase iniziale = mole elevata di
informazioni disponibiliFase successiva= vantaggio della
banca = valutazione andamentale che manca alle agenzie esterne
Rating esterniFase iniziale = mole elevata di
informazioni disponibili
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Rating interni vs esterni: sistema incentivi al valutatore
Rating interniDestinatari=banche stesse il cui
obiettivo non è tutelare la propria reputazione quanto le proprie ragioni di credito
Rating point in time che valuta il merito creditizio alle condizioni attuali. Il rating riflette in tal modo immediatamente le variazioni delle condizioni economico-finanziarie del settore
Rating esterniDestinatari =investitori. Le agenzie
hanno un problema di reputazione e di credibilità delle valutazioni effettuate
Rating through the cycle per il quale il merito creditizio viene valutato in ipotesi di scenario pessimistico con riferimento alle condizioni del ciclo economico e del settore relativo.
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Rating interni vs esterni: LGD
Rating interniIl passagio dal rating del
soggetto (borrower rating) a quello dell’operazione (facility rating) è fondato su un meccanismo complesso caratterizzato non da regole automatiche ma da una stima analitica del tasso di perdita attesa
Rating esterniIl passaggio dal rating del debitore
a quello dell’operazione avviene mediante un processo di notching down basato sul grado di subordinazione del debito e sulla presenza di garanzie e covenant
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Metodologie per un sistema di rating
Diverse metodologie poiché:1. I segmenti di clientela sono caratterizzati da una numerosità e
da dimensione differenti;2. Le informazioni disponibili non sono uniformi per ciascun
segmento;3. Informazioni di natura diversa possono essere sfruttate al
meglio con differenti tecniche;4. Diverse forme di trattamento delle informazioni comportano
costi dissimili.
a) Nel caso di segmento numeroso costituito da PMI, la ricerca di regolaritàempiriche attraverso l’utilizzo di modelli statistici può aumentare l’oggettivitàdell’analisi, ridurre i tempi ed i costi dell’analisi
b) Nel caso di segmento costituito da imprese grandi risulta invece più difficile sostituire la sensibilità dell’analista con strumenti meccanici
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Metodi di trattamento delle informazioni
1 statistici:a) Analisi discriminante che porta all’attribuzione di
uno scoreb) Modelli logit/probit che forniscono direttamente
una stima della PDLimiti: a) sono metodi molto sensibili ai dati contabili storici b) producono scarsa
informazione collaterale utilizzabile per la eventuale stesura di un piano finanziario
2 metodi judgmental basati sul giudizio dell’analista
Questi metodi portano alla formulazione di un giudizio dell’analista che viene poi espresso in termini di opportune scale di riferimento. Gli analisti vengono di solito guidati da una griglia di riferimento per dare omogeneità alle valutazioni. Tali metodi possono avere una diversa soggettività a secondo che siano: destrutturati; strutturati con pesi soggettivi….
3 metodi ibridiimplicano un processo caratterizzato da fasi:a) Costruzione di un modello statistico che stimi i parametri da attribuire alle diverse
variabilib) Applicazione di tali parametri all’impresa per ottenere un primo ratingc) Intervento dell’analista che attraverso il notching up o down modifica il rating per tenere
t di tti lit ti i t ti f t d l d ll di ti
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Processo di rating uguale per tutti?
Clientela corporate Clientela retail
La banca investe nella relazioneinveste nella relazionecon il cliente e fornisce un
servizio consulenzialeservizio consulenziale
Il rating non non èè assegnatoassegnato in modo meccanico
Il prezzo del creditoprezzo del credito considera non il singolo rapporto ma il complesso delle operazionicomplesso delle operazioni
poste in essere
La banca utilizza un approccio utilizza un approccio alla transazione, di massa,alla transazione, di massa, con il cliente e fornisce un servizio servizio
standardizzatostandardizzato
Il rating èè assegnatoassegnato in modo meccanico
Il prezzo del creditoprezzo del credito èinfluenzato dalle garanzieinfluenzato dalle garanzie e da
informazioni non legate alla gestione dell’impresa
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Assegnazione rating segmento corporate
Dati quantitativi analisi rischio finanziario;
affidabilità dati contabili; flussi di
cassa, profilo redditività e finanziario
Dati qualitativi analisi del rischio di impresa; settore di
appartenenza; grado di concorrenza nel settore; valutazione
del management
Probabilità di default (PD) e
perdita in caso di insolvenza (LGD)
Rating di sistema
Attività di notching up/down
Rating assegnato
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Assegnazione rating segmento retail
Dati sintetici sull’azienda
Settore, dimensione e reddito
Dati personali
Patrimonio, altri redditi, reputazione
Dati operazione
Forma tecnica, garanzieProfilo
Scoring dell’impresa
Assegnazione ad un pool ZZ
Pool ZZIncidenza percentuale di perdite (PD*LGD)
= rating del pool
Rating assegnato =rating pool
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R A T IN G C O N T R O P A R T E 1 ° A R G IN E
A re a A n a lis i d i B i la n c io
A r e a A n d a m e n t o
R a p p o r t o & C R
A re a S e t to r i M e r c e o lo g ic i
A r e a S t r a te g ia &
G e s t io n e
R A T IN G p r o d o t to d a l
s is te m a
R A T IN G p r o d o t to d a l
s is te m a
R A T IN G p ro d o t to d a l
s is te m a
R A T IN G p ro d o t to
d a ll ’a n a l is t a
N o t c h in g N o t c h in g N o t c h in g
R A T IN G c o n n o tc h in g
a n a lis t a
R A T IN G c o n n o tc h in g
a n a lis t a
R A T IN G c o n n o tc h in g
a n a l is t a
S t r u t t u r a d i p o n d e r a z io n e
R A T I N G F I N A L E
E v e n t u a li P r e g iu d iz ie v o li
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Rating interni
• Grado di granularità = numero classi di rating (per evitare l’eccessiva concentranzione di debitori in una classe di rating e come arma competitiva per un pricing piùaccurato)
• Le informazioni di input sono numerose e possono assumere un peso differente in funzione del segmento di clientela considerato. Il peso inoltre può essere determinato con metodologia statistica oppure soggettiva
• Borrower rating vs/ facility rating =1. Sistema one-dimensional = considera congiuntamente la
PD e la LGD2. Sistema two-dimensional = valuta in modo disgiunto la
PD e la LGD
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Scelta dei sistemi di assegnazione del rating
• B2 lascia ampia discrezionalità alle banche• Sono le singole banche a scegliere le metodologie di
assegnazione del rating
aspetti empirici Ricerca Newfin: De Laurentis G., Saita F., Sironi A., Rating
interni e controllo del rischio di credito, Bancaria Editrice, 2004.
1. Aspetto critico è la definizione della linea di confine tra i diversi segmenti (il criterio è il fatturato ma la soglia èdifferenziata)
2. nei rating delle large corporate vi è spazio per un apporto judgmental e viene assegnata minore importanza ai dati della Centrale dei Rischi
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Continuazione…
3. l’assegnazione del rating al segmento alto delle PMI èlargamente basato su modelli statistici
4. Ai piccoli operatori economici si applicano modelli statistici e spesso si individua per essi una logica pass/fail/evaluate
5. Per i privati prevale il criterio dello scoring anche se ancora non collegato ad una quantificazione della PD
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Posizionamento del processo di valutazione del rischio creditizio
• Segmentazione portafoglio prestitiNella fase di istruttoria è rilevante la ricchezza di informazioni a cui
attingere….. MA non è possibile applicare la gamma degli strumenti in modo totale a tutte le imprese
Il costo della valutazione è connesso:• Alla tipologia dei dati necessari• Al diverso grado di omogeneità delle controparti• All’impiego o meno di valutazioni automatiche• Al tempo richiesto
Nella progettazione del processo di rating assume rilevanza la segmentazione della clientela. Tale segmentazione può avvenire sulla base sia di criteri quantitativi che qualitativi.
In generale, un primo criterio è quello di utilizzare metodologie costose per controparti di fatturato ed esposizione media maggiore. I criteri statistici vengono di solito utilizzati per il segmento small business
Sembra emergere la necessità di segmentare il portafoglio non solo per esigenze commerciali, ma anche ai fini della costruzione di un sistema di rating interno
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Coerenza tra sistema di rating e scelte strategiche
• La differenziazione della banca dovrebbe essere coerente con le scelte in merito alla natura dei processi di assegnazione dei rating
• In particolare, il processo di assegnazione del rating deve essere attentamente valutato in funzione della coerenza tra il posizionamento strategico della banca sui segmenti destinatari dell’offerta di relationship banking considerati gli effetti collaterali che potrebbero impoverire le basi del rapporto con il cliente
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Segmenti presidiati con logica del transactional banking
Controllo del rischio di credito effettuato con logiche assicurative del frazionamento e della diversificazione del portafoglio, della riduzione della LGD, del pricing puntuale e rigoroso, dell’aggiustamento a posteriori del profilo di rischio del portafoglio con credit derivatives (importanza del secondo argine). Valutazione oggettiva e meccanica del merito creditizio
Multiaffidamento accettabile anzi logica conseguenzaSeparazione tra fase produttiva e distributiva con
standardizzazione dei processi. Il credito diventa in sostanza merce (commodity) e la competizione si sposta sul prezzo
Aspetto critico= middle market …… relationship bankingUn dato insieme di imprese può essere oggetto di contenuti e
logiche di offerta diverse in funzione delle varie banche
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Segmenti presidiati con logica del relationship banking
Controllo del rischio di credito effettuato non con logiche assicurative. Valutazione basata sulla soft information; attentavalutazione delle prospettive future
Multiaffidamento non accettabile: si deve ricercare la massima prossimità non intesa in senso logistico. Deve prevalere la figura di banca che offre servizi a tutto campo e progetta prodotti ad hoc per le esigenze finanziarie dell’impresa
Comunanza tra fase produttiva e distributiva con personalizzazione dei processi. Il gestore della relazione deve avere competenze variegate per valutare, selezionare, progettare servizi finanziari ad hoc
Aspetto critico= middle market …… relationship bankingUn dato insieme di imprese può essere oggetto di contenuti e
logiche di offerta diverse in funzione delle varie banche
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Aspetti critici
• L’evidenza empirica mostra che:1. Molte banche hanno una visione del corporate orientato
alla standardizzazione2. Anche le banche che hanno introdotti processi di
divisionalizzazione corretti, hanno poi scelto sistemi di rating inadeguati (intenso uso di rating standardizzati sui segmenti relationship banking)
3. Disallineamenti tra scelte organizzative e metodologie di rating
Ricerca: De Laurentis G., Strategy and Organization of Corporate Bancking, Springer Verlag, 2004
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Banche piccole vs banche grandi
• Banche piccoleI crediti derivatives consentono di
ridurre il gap di capacità di diversificazione;
Il disallineamento tra scelte organizzative e processi di assegnazione del rating delle grandi banche favorisce le piccole a patto che esse si dotino di strumenti di valutazione adeguati ( per no incorrere nel fenomeno della selezione avversa)
• Grandi bancheI credit derivatives aumenta le
possibilità di credito delle grandi banche
B2 tende potenzialmente a favorire le grandi banche che utilizzando approcci avanzati hanno la possibilità di ridurre il capitale regolamentare
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Disegno sistema di rating
Il disegno di un sistema di rating influenzerà:• L’organizzazione/i sistemi informativi/le competenze e le strutture/gli operatori• Le ristrutturazioni delle procedure operative devono essere studiate elaborate e
deliberate coinvolgendo tutta la strutturaÈ essenziale che venga ripensato l’approccio alla valutazione dei fidi rivedendo
anche le variabili di clienti/operazioniAl riguardo si possono individuare ambiti in cui disegnare processi di rating
differenziatiIn particolare, il processo di segmentazione e differenziazione organizzativa in atto
rappresenta:Da un lato il tentativo della banca di difendersi sul segmento corporate lendingDall’altro l’arrendersi a logiche di tipo assicurativo separando le fasi della
produzione e della distribuzione.
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Rating: alcuni miti da sfatare
• Occorre distinguere tra:• 1. il rating come indicatore su scale ordinale• 2. i processi di assegnazione del rating• 3. i processi di quantificazione dei rating
• Miti• 1. rating ricevuto da una banca spendibile su altre banche• 2. rating come indicatore oggettivo di merito creditizio• 3.fare autodiagnosi per autoassegnarsi il rating
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Fasi del processo di rating
• Rating assignement
• Rating quantificationAttribuzione di una PD ad ogni classe di ratingTassi di decadimento: per teste e per valori
• Rating validation
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Tassi di insolvenza marginali
• Crescono al crescere degli anni per classi di rating migliori• Si riducono al crescere degli anni per classi di rating
peggiori
• Rating drift
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Rating validation
Introdotto il rating è necessario capire se i giudizi espressi ex ante risultano ex post coerenti con l’evoluzione del merito creditizio
Alcuni criteri semplici:I tassi di insolvenza dovrebbero essere crescenti al peggiorare della
classe di ratingI tassi di insolvenza dovrebbero aumentare al crescere dell’orizzonte
temporaleI tassi insolvenza associati ad una classe di rating dovrebbero
essere stabili nel tempoLe posizioni che conservano la stessa classe di rating nel tempo
dovrebbero essere alte in percentualeI tassi di migrazione verso classi di rating vicine dovrebbero essere
più elevati di quelli verso classi più lontaneI debitori che divengono insolventi dovrebbero essere classificati in
classi basse dal maggior numero possibile di anni
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matrice di migrazione a 1 anno fonte Moody's (periodo 1920-1998)1/1 Aaa Aa A Baa Ba B Caa-C Def WRAaa 85,44 9,92 0,98 0 0,03 0 0 0 3,63Aa 1,04 85,52 9,21 0,33 0,14 0,14 0 0,03 3,59A 0,06 2,76 86,57 5,68 0,71 0,17 0,01 0,01 4,03Baa 0,05 0,32 6,68 80,55 5,72 0,95 0,08 0,15 5,49Ba 0,03 0,07 0,51 5,2 76,51 7,4 0,49 1,34 8,46B 0,01 0,04 0,16 0,6 6,07 76,12 2,54 6,5 7,96Caa-C 0 0 0,66 1,05 3,05 6,11 62,97 25,16 0
Le posizioni che conservano la classe di rating iniziale sono alte in %
Sono più numerosi i passaggi a classi contigue piuttosto che a classi lontane
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Validazione rating: tabella di contingenza
N1
Valutazioni corrette
N3
Errori secondo tipo
N2
Errori primo tipo
N4
valutazioni corrette
Valutazione
Modello
Stato attuale
SANE
INSOLVENTI
SANE INSOLVENTI
313
422
311
424
/N insolventi teclassifica sane %E beta errore/N sane teclassifica insolv %E alfa errore
/N teidentificacorret sane %/Nteidentifica ntecorrettame insolventi % sensitvity
NNimpNNimp
NNimpyspecificitNN
+==+==
+==+==
β
α
Il numero di errori del primo e del secondo tipo dipendono dal valore di cut off scelto per discriminare tra aziende sane ed insolventi
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Rischio e relazione con il sistema di rating
• PD = stima della frequenza con cui i debitori omogenei andranno in default entro un certo orizzonte temporale (confronto ex-post con la frequenza effettiva di default per giudicare la bontà della stima) (esiste un unico rating)
• LGD = stima della perdita economica che la banca subiràin rapporto all’esposizione al momento del default (NB esistono tanti rating della LGD quante sono le diverse linee di credito
• EAD = esposizione al momento del default = non equivale all’esposizione corrente, è un valore atteso.
• ELR = PD*LGD e EL= PD*LGD*EAD• La perdita attesa (svalutazione crediti) è un costo da
spesare in conto economico e da recuperare attraverso il prezzo del credito
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Perché sono importanti le classi di rating?
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• Le classi di rating sono importanti perché:• 1. la PD e la LGD possono essere verificati ex-post solo
su aggregati di soggetti. Infatti, se ex-ante è possibile associare al singolo debitore un certo livello di PD, ex-post non è possibile farlo, in quanto ex post, o sarà insolvente o sarà solvibile.
• 2. nessuna stima di previsione della PD e della LGD èsofisticata al punto di dare indicazioni in termini di frazioni di punto
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Lezione n. 7Impatto dei rating sulla operatività di banca
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Operatività dei rating
• AMMINISTRAZIONE DEI CREDITI E FORMAZIONE DEL BILANCIO
• LIMITE DI OPERATIVITA’
• PRICING
• SCELTE DI COMPOSIZIONE DEL PORTAFOGLIO PRESTITI
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CONTABILITA’ E BILANCIO
• Crediti vanno inseriri nella calsse degli IAS loan &receivables .• All’inizio sono iscritti al fair value• Successivamente vengono valutati al costo ammortizzato• La svalutazione può essere analitica o forfettaria
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Valutazione crediti IAS esempioimporto finanziamento 1000tasso nominale 10%importo erogato 950durata anni 5tasso effettivo 11,37%
anniinizio anno
interessi effettivi incassi fine anno
val attuale
1 950 108 100 958 958 2 958 109 100 967 967 3 967 110 100 977 977 4 977 111 100 988 988 5 988 112 1100 0- -
alla fine terzo annosi avrà un unico incasso futuro al 5 anno
anniinizio anno
interessi effettivi incassi fine anno
val attuale
svalutazione
1 950 108 100 958 958 2 958 109 100 967 967 3 967 110 0 1.077 806 270- 4 806 92 0 898 - 5 898 102 1000 - -
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Deleghe di autonomia
• Passato = poteri di delibera fidi funzione della dimensione = maggior grado gerarchico….maggiore autonomia
• Futuro = delega dei poteri in funzione del rischioCriteri:a) Tasso di perdita atteso
Limiti:1. Non considera il vero rischio2. Non considera la diversificazione del portafoglio
iii LGDPD
LEEAD*
=
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Deleghe di autonomia
a) Rischio marginale
b) Limiti operativi misti (Esposizione assoluta/tasso di perdita attesa/perdita attesa assoluta)
c) Rischio….upgradings debitori
PxPx VaRVaRVaR −= +'
PxPx σσσ −= +'
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Prezzo di un prestito
• Prezzo prestito ≠ prezzo di un bene/servizio industriale• Costi prestito = costi attuali + costi differiti (perdita attesa
ed inattesa)• Listino prezzi = modalità trasparente, standard, esplicità di
formalizzazione• Listino prezzi da cui ci si può discostare ….• Listino prezzi …..flessibile
• Rinvio alle modalità teoriche di determinazione
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Pricing: problematiche
• Attenzione all’economicità complessiva soprattutto nel corporate relatiosnhip banking (logiche di gestione diverse in funzione di segmenti diversi)
• Gradualità e flessibilità nell’utilizzare le misure di rischio al fine del pricing (Il tutto dipende infatti dalla robustezza del sistema di rating e di CRM)
• Spesso la governance di una banca è guidata da una funzione obiettivo composta da più profili (non solo di stretta redditività) e da un ordine di priorità differente. Queste particolarità rendono praticabili diversi atteggiamenti, a parità di strumenti e di segmenti.
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Pricing nella logica risk-adverse
( )K
patitpaKRE −−−
==1iararoc
Se il prestito viene erogato in un mercato ad elasticità infinita (concorrenza perfetta, dove il prezzo è un dato esogeno del mercato), devo comunque valutare la convenienza economica. In tal caso, dato il tasso di mercato ia, calcolo la redditività aggiustata per il rischio (raroc) e la confronto con l’obiettivo di redditività degli azionisti:
Se raroc > (ke – tit) il prestito crea valore per l’azionista
Se raroc < (ke – tit) il prestito distrugge valore
In generale, anche se raroc < (ke-tit) la banca potrebbe concedere il prestito in base a considerazioni diverse dalla semplice remunerazione (pagamento di altre commissioni,
intensità di relazione con la clientela). In tal caso, tuttavia, la presenza di un rarocnegativo costringerebbe ad esplicitare le motivazioni ceh inducono a concludere
comunque un’operazione che apparentemente distrugge valore.
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Politiche di pricing
• politica di massimizzazione del rendimento risk-adjusted(qualità del portafoglio + tassi di sviluppo -)
spread
AAA AA A BBB BB B CCC Classi di rating
Tasso medio di mercato
Tasso risk-adjusted
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Politiche di pricing
• politica di massimizzazione della crescita degli impieghi
spread
AAA AA A BBB BB B CCC Classi di rating
Tasso medio di mercato
Tasso risk-adjusted
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Politiche di pricing
• politica di discriminazione piena dei prezzi
spread
AAA AA A BBB BB B CCC Classi di rating
Tasso medio di mercato
Tasso risk-adjusted
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Politiche di pricing
• politica di assecondamento del mercato
spread
AAA AA A BBB BB B CCC Classi di rating
Tasso medio di mercato
Tasso risk-adjusted
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Scelte di composizione del portafoglio prestiti
A livello di singolo prestito la banca può decidere con maggiore razionalità quanto esporsi nei confronti del debitore in funzione di variabili PD, LGD VAR.
A livello di segmento di portafoglio è possibile decidere i livelli di attività e di rischio. Si può orientare esplicitamente il credito verso logiche asset based lending o cash flow lending.
A livello di portafoglio complessivo è possibile definire ex-ante il livello di rischio sostenibile in funzione del capitale
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Perdita unitaria media del portafoglio prestiti
cliente rating PD esposizionLGD PAROSSI A 0,50% 1.000 80,00% 0,40%VERDI B 1,00% 2.500 50,00% 0,50%GIALLI C 3,00% 2.000 60,00% 1,80%VIOLA D 5,00% 2.000 20,00% 1,00%GRIGI A 0,50% 2.000 40,00% 0,20%BLU C 3,00% 1.500 30,00% 0,90%
11.000 MEDIA PONDERATA 2,23% PUMA 0,82%
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Conto economico di filiale
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Strumenti del C. d G. cenni
• Tesoreria virtuale (centro di responsabilità virtuale)
• tassi di trasferimento
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Funzioni del TIT
1) consente di allocare il margine di interesse fra i vari centri
2) consente di misurare il contributo dei vari centri alla redditività globale
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Tipologie di sistemi di trasferimento interno
si trasferisce ad un centro virtualesolo lo sbilancio
metododei flussi netti
si trasferisconotutti i fondi raccolti ed impiegati
metododei flussi lordi
metodi
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METODO DEI FLUSSI LORDItit unico esterno 8,50%
CAP TASSO CAP TASSO CAP TASSO CAP TASSOIM 1.000 10% R 800 7% IM 900 12% R 1.100 8%
CAP TIT CAP TITIM A 1.000 8,50% R A 800 8,50%IM B 900 8,50% R B 1.100 8,50%
FILIALE A FILIALE B
POOL TESORERIA
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ASPETTO ECONOMICO
FIL A F B TES BANCAint. att 100 108 208 int fig pass 85- 77- 162- MAR CONT IM 15 32
int pass 56- 88- 144- int fig att 68 94 162 MAR CONT R 12 6
M CONT TOT. 27 37 - 64
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La scelta del TIT dipendedagli obiettivi:
Se si vuole incentivare la politica della raccolta:
TITvicino al tasso degli impieghi
Se si voglionoincentivare
gli impieghi:TIT
vicino al costodella raccolta
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TIT internoTIT esterno
TIT unico
TIT internoTIT esterno
TIT duplice
TIT internoTIT esterno
TIT multiplo
scelta del TIT
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METODO DEI FLUSSI LORDItit multiplo in base alla struttura per scadenze6 mesi 1 anno 2 anni8,50% 9% 9,50%
CAP TASSO CAP TASSO CAP TASSO CAP TASSOIM 1.000 10% R 800 7% IM 900 12% R 1.100 8%durata 2 anni dur. 1 anno dur 1 anno dur 6 mesi
CAP TIT CAP TITIM A 1.000 9,50% R A 800 9,00%IM B 900 9,00% R B 1.100 8,50%
FILIALE A FILIALE B
POOL TESORERIA
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ASPETTO ECONOMICO
FIL A F B TES BANCAint. att 100 108 208 int fig pass 95- 81- 166- MAR CONT IM 5 27
int pass 56- 88- 144- int fig att 72 94 176 MAR CONT R 16 6
M CONT TOT. 21 33 11 64
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TIT multiplo
1) Si individua un pool di fondi per ciascuna scadenza ed un prezzo (TIT) associato;
2) la differenza tra i TIT rappresenta la contribuzione della tesoreria;
3) viene scelto, quale TIT, un tasso di mercato interbancario per operazioni entro 12 mesi ed un tasso IRS per scadenze superiori
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Filiali
raccolta/impiego
Esposte al rischio di tassoche non sono in grado
di gestire
Tesoreria Trasferimento ad unitàcapaci di gestire
il rischio(op. copertura)
CONSEGUENZA:è necessario redistribuire il MI fra i vari centri
in modo che il reddito conseguitosia coerente con il rischio assunto
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CE di filiale tradizionale
(a) Contribuzione da impieghi 257,25 Volumi medi effettivi 10.500 Rendimento effettivo 9,45%Tasso interno di trasferimento 7%(b) Contribuzione da raccolta 268,60Volumi medi effettivi 8.500 Costo effettivo 3,34%Tasso interno di trasferimento 6,50%(c) Margine d'interesse (a+b) 525,85 (d) Commissioni su servizi, di cui 450,00 (e) Margine d'intermediazione (c+d) 975,85 (f) Costi di personale 435,00 (g) Altri costi diretti 259,00 (h) Costi per servizi ricevuti da direzione centrale 113,00 (i) Margine operativo lordo (e-f-g-h) 168,85 (l) Svalutazioni e perdite su crediti 17,00 Svalutazioni analitiche 15,00 Riprese di valore 3,00 Ulteriori passaggi a perdita 5,00 (m) Utile di filiale 151,85
Fonte Resti 2001
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Come cambia il CE di filiale per tenere conto del rating
• La perdita attesa ed inattesa genera una correzione del margine di contribuzione degli impieghi
• Le perdite per sofferenze pregresse non sono piùaddossate alla singola filiale
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CE nuova visione
impieghi effettivi a 2 anni 10.500 rendimento 9,45%tit a 2 anni 7,00%PD 1,00%LGD 60,00%VaR filiale 800 ke 10,00%
Volumi medi effettivi 10.500 Rendimento effettivo 9,45%tit a scadenza 7,00%perdita attesa unitaria media 0,60%costo medio dei fondi 7,60%margine contrib netto impieghi 194,25 remuneraz capitale 3,00%costo del capitale 24,00 retifiche di valore su posiz pregress 0,00%a) MCI corretto per il rischio 170,25
Volumi medi effettivi 8.500,00 Costo effettivo 3,34%tit a scadenza 6,50%b) Margine contribuz raccolta 268,60 (c) Margine d'interesse (a+b) 438,850(d) Commissioni su servizi, di cui 450,000(e) Margine d'intermediazione (c+d 888,850(f) Costi di personale 435,000(g) Altri costi diretti 259,000(h) Costi per servizi ricevuti da direz 113,000(i) Margine operativo lordo (e-f-g-h 81,850(m) Utile di filiale 81,850
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Quale impatto di B2 sulle banche?
• Basilea 2 determinerà un inasprimento dei requisiti patrimoniali?
• Vi sarà un aumento dei tassi di interesse?
• Che senso hanno i rating in una realtà come la nostra?
• Quale sarà l’impatto sull’operatività della banca?
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I requisiti patrimoniali si ridurranno….
Per le banche con una qualità del
portafoglio crediti elevata
Per le banche impegnate nell’attività
creditizia retail e a favore di PMI
Per le banche che sviluppano un
processo di rating robusto
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Studio impatto quantitativo
Esposizioni IRB avanG1 G1 G1 G2 G1
Corporate -1% -1% -5% -5% -4%Retail -5% -7% -9% -18% -9%SME -2% -2% -3% -5% -4%…PV rischio credito -3% -11% -13% -27% -15%PV Rischio cred+oper 6% 1% -4% -20% -6%G1=banche con Patr netto > 3md euroG2=banche con Patr netto < 3md eurofonte: Quantitative Impact Study n. 3, maggio 2003
approccio STD IRB base
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Impatto di B2 in termini di capitale regolamentare
1. Con riferimento al rischio di credito, tutti gli approcci generano un risparmio di cap. regolamentare;
2. Gli approcci IRB determinano un risparmio di capitale regolamentare maggiore;
3. Se si considera anche il rischio operativo, le banche che adotteranno l’approccio STD saranno esposte ad un lieve aumento di cap. (a meno che si tratti di grandi banche G1);
4. Il credito al segmento retail determina un risparmio regolamentare in tutti gli approcci;
5. Il passaggio dall’IRB base a quello avanzato genera un maggior risparmio di capitale regolamentare.
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Allora tutto OK?...
Attenzione….. Maggior risparmio di capitale regolamentare in via aggregata non significa che ogni banca ed ogni cliente ne sarà avvantaggiato.
Si tratta infatti di valore medi aggregati che non consentono di definire :
1. l’impatto sulle singole imprese affidate che, saranno avvantaggiate o svantaggiate in funzione del loro rating
2. L’impatto sui segmenti di mercato che possono risultare più o meno svantaggiati in funzione della loro qualitàcreditizia.
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2 sono i fenomeni che ci si attende
1. Logica meritocratica: saranno premiati i clienti migliori e le banche migliori……. Stop al multiaffidamento e alla logica assicurativa?....
2. Maggior capacità delle banche di utilizzare, ai fini gestionali, gli strumenti tipici del credit risk management. In particolare, verrà posta maggior attenzione alla determinazione della redditività aggiustata per il rischio. Gli strumenti di misura del rischio potranno entrare nel circuito gestionale impattando sulla formazione dei tassi, sulla rilevazione delle svalutazioni crediti, sull’impianto delle deleghe…..
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B2 impone il sistema dei rating?
No.B2 ha solo accelerato l’adozione di un sistema di rating. I
fattori originari, tuttavia, non sono da ricercare in B2, ma
nelle esigenze gestionali e competitive
Il sistema di rating entrerà nella logica della relazione banca-impresa a prescindere da B2
Ciò significa cheLe banche che adotteranno l’approccio STD ai fini
regolamentari non potranno comunque evitare di usare i rating a fini gestionali
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Selezione avversa nei confronti di banca senza rating
11% per la classe 3
8% per la classe 28%
5% per la classe 1
condizionidella bancazeta
condizioni dellabanca gamma
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SELEZIONE AVVERSA RELATIVA ALL'APPLICAZIONE DI CONDIZIONI POCO DIFFERENZIA
Categoria di rischio e condizioni Preferenze del cliente Categoria di rischio e condizionidella banca alfa della banca beta
categoria 1 : 5% categoria A: 4%categoria B: 5%categoria C: 6%
categoria 2 : 8% categoria D: 7%categoria E: 8%categoria F: 9%
categoria 3 : 11% categoria G: 10%categoria H: 11%categoria I: 12%
La presente tabella è tratta da: De Laurentis G., Rating interni e credit risk management, Bancaria editrice, pag. 42
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Vigilanza e rating
• L’opzione dell’approccio STD esiste solo nel primo pilastro. Nel secondo pilastro si afferma esplicitamente che: “i rating creditizi interni sono uno strumento importante nell’apprezzamento del rischio di credito”
• L’affermazione, prima ancora che in B2, fa parte dei principi di Best Practices delle autorità di Vigilanza in termini di adeguatezza dei controlli interni.
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Procicliclità di B2
I rating delle banche non essendo through the cycle come quello delle agenzie di rating è meno stabile ed è molto sensibile allo stato della congiuntura
QUINDI…..Al peggiorare della congiuntura economica i rating
peggiorano……aumenta la PD…..ciò richiede maggiori livelli di capitale alle banche… e si traduce in un aumento dei tassi e/o in una riduzione dei volumi…accentuando la crisi dell’impresa.
Al peggiorare della congiuntura può deteriorarsi il valore delle garanzie creando una pericolosa correlazione positiva tra PD e LGD
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Prociclicità di B2
• Nei sistemi orientati agli intermediari come il nostro i rischi sono in genere metabolizzati nel tempo, per cui in periodi di congiuntura negativa i tassi non remunerano appieno il rischio e nella congiuntura positiva i tassi sovraremunerano il rischio
• Nei sistemi orientati al mercato, invece la congiuntura si riflette immediatamente sugli investitori attraverso le perdite di valore dei titoli. Gli investitori sono tuttavia piùnumerosi e maggiormente in grado di parare le perdite
• Con rating e pricing sensibili, vi è pertanto il rischio che anche i sistemi orientati agli intermediari non abbiano piùla capacità di attutire i cicli.
• Possibile soluzione?.... Riserve dinamiche… ossia accantonare capitale nelle fasi espansive per utilizzarlo nelle fasi recessive.
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