CORTE DEI CONTI Sezioni riunite in sede di controllo
AUDIZIONE IN TEMA DI RENDICONTO GENERALE DELLO STATO
(V Commissione Bilancio della Camera dei deputati)
26 luglio 2012
AUDIZIONE IN TEMA DI RENDICONTO GENERALE DELLO STATO
1. Il rilievo istituzionale della Relazione sul rendiconto generale dello Stato
2. I risultati del Rendiconto nel confronto con la contabilità nazionale
3. Considerazioni in ordine alla regolarità, attendibilità e trasparenza dei conti pubblici
N. 19/AUD/12
A Sezioni riunite in sede di controllo
Presiedute dal Presidente della Corte, Luigi GIAMPAOLINO e composte dai magistrati
Presidenti di sezione Giuseppe S. LAROSA, Giorgio CLEMENTE Maurizio MELONI, Nicola MASTROPASQUA, Mario FALCUCCI;
Consiglieri
Carlo CHIAPPINELLI, Simonetta ROSA, Ermanno GRANELLI, Antonio FRITTELLA, Maurizio PALA, Giovanni COPPOLA, Enrico FLACCADORO, Massimo ROMANO, Vincenzo PALOMBA, Luigi PACIFICO, Francesco TARGIA;
Primo Referendario
Alessandra SANGUIGNI.
Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con r.d. 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni;
Visto il regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo, approvato dalle Sezioni riunite con deliberazione n. 14/DEL/2000 del 16 giugno 2000 e successive modificazioni e integrazioni, e in particolare, l’art. 6, commi 5 bis e 5 ter;
Vista la comunicazione n. 2613 del 12 luglio 2012 del Presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati;
Uditi, nell’adunanza dell’11 luglio 2012, il Pres. Maurizio Meloni, Cons. Ermanno Granelli e il Cons. Maurizio Pala;
La
DELIBERA
l’approvazione del testo per l’audizione sull’“Esame del Rendiconto generale dello
Stato in merito all’utilizzo delle risorse pubbliche attuato dal Governo sulla base del
bilancio di previsione”.
I RELATORI IL PRESIDENTE
Maurizio MELONI Luigi GIAMPAOLINO Ermanno GRANELLI
Maurizio PALA
Depositato in segreteria il 18 settembre 2012 IL DIRIGENTE Patrizio MICHETTI
CORTE DEI CONTI Audizione Sezioni riunite in sede di controllo 2012
1
Il rilievo istituzionale della Relazione sul rendiconto generale dello Stato 1.
L’annuale giudizio di parificazione del Rendiconto generale dello Stato, e
l’approvazione della contestuale Relazione al Parlamento, costituiscono un evento di
particolare solennità e rilievo, come momento di chiusura del sistema dei controlli
affidati alla Corte dei conti e i cui esiti sono, per Costituzione, destinati all’organo
rappresentativo al fine di assicurare il rispetto degli equilibri economico-finanziari.
Questo adempimento istituzionale della Corte si correla – altresì – all’essenziale
esigenza conoscitiva sulla correttezza e sulla trasparenza dei conti pubblici, esigenza
che concorre indubbiamente a misurare il tasso di democraticità del nostro Paese.
La Relazione sul rendiconto, oggi oggetto di ulteriore approfondimento in
sede parlamentare, assolve al peculiare compito di “conoscere e riferire” della Corte
quale organo dello Stato comunità nell’ambito del continuum Unione europea,
Governo centrale ed Autonomie territoriali, che sicuramente caratterizza l’odierno
sistema di finanza pubblica.
La Relazione della Corte si sostanzia in una duplice partizione, la prima
attinente ai conti dello Stato e alle politiche di bilancio in senso proprio e la seconda,
più specifica e dettagliata, sulla gestione del bilancio dello Stato 2011 per singole
amministrazioni.
La stessa Relazione concentra, in particolare, la sua attenzione sulla
attendibilità e affidabilità dei dati esposti nel rendiconto generale dello Stato, in
quanto l’area del bilancio statale dovrebbe essere quella maggiormente garantita,
governata com’è da stringenti regole procedurali e da un capillare sistema di controlli
interni.
La tematica appena evocata si inquadra, peraltro, nel più ampio dibattito sulla
rappresentatività sostanziale dei conti pubblici, segnati da anomalie e disomogeneità,
cui peraltro si potrebbe significativamente far fronte con un più celere percorso del
processo di armonizzazione contabile dei vari livelli di governo, avviato con i recenti
decreti delegati.
In sede introduttiva, due profili specifici della Relazione sul rendiconto dello
Stato vanno segnalati in quanto connessi alle più generali necessità di coordinamento
della finanza pubblica: l’interrelazione da instaurare tra assetti organizzativi e
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sistema di provvista ed utilizzazione del personale; la trattazione per missioni e
programmi, tesa ad orientare la decisione parlamentare verso una migliore
consapevolezza delle scelte allocative annuali.
In proposito, va qui sottolineato che proprio per la finalità specifica di
concorrere validamente alle esigenze di coordinamento – oggetto di un proprio
Rapporto già trasmesso alle Camere - le Sezioni riunite hanno operato la scelta di
una nuova impostazione della Relazione che privilegia una sintetica trattazione,
coniugando, utilmente, gli aspetti generali del sistema di finanza statale con le
specificità di spesa delle singole amministrazioni.
In questa sede deve poi essere posta in debita evidenza la centralità del
rendiconto dello Stato che, con i suoi dati oggetto dei controlli e di puntuali analisi
della Corte, riassume e dimostra i risultati:
- della complessiva gestione svolta nell’anno finanziario, con distinto e
simultaneo riferimento alle gestioni di competenza, di cassa e dei residui
attivi e passivi;
- delle variazioni intervenute nel patrimonio dello Stato per effetto della
gestione del bilancio e per cause derivanti da prescrizioni normative. In
particolare, la Corte ha effettuato verifiche, concernenti la gestione
patrimoniale, anche sulla base di documenti forniti dall’Amministrazione,
allo scopo di accertare la regolare iscrizione delle singole variazioni alle poste
patrimoniali sotto il profilo della corrispondenza con la documentazione
giustificativa dei dati riportati nelle scritture contabili.
Si ritiene, altresì, di valutare positivamente taluni aspetti del rendiconto 2011,
desumibili anche dal testo della relazione al disegno di legge presentato dal Ministro
dell’Economia e delle Finanze il 28 giugno 2012 (Atto Camera n. 5324).
Il rendiconto 2011 è caratterizzato dal recepimento di innovazioni apportate
dalla disciplina di contabilità e finanza pubblica introdotta dalla legge 31 dicembre
2009, n. 196, completandosi, così, il processo di attuazione delle significative
disposizioni contenute negli artt. 35 e 36 della legge stessa. Sussistono peraltro
alcune carenze in ordine al predetto processo: queste sono puntualmente segnalate
nel capitolo sull’ordinamento contabile della Relazione della Corte, al quale si fa
diretto riferimento.
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Un ulteriore aspetto tipico del rendiconto 2011 attiene alle “note integrative”,
che devono rappresentare il momento conclusivo della fase di programmazione,
consentendo ad ogni singola amministrazione, con un impegno che dovrà
implementarsi nel tempo, di delineare il grado di raggiungimento degli obiettivi
prefissati e le ragioni, non formali, degli eventuali scostamenti.
Infine, va posto in rilievo che il rendiconto parificato dalla Corte, con un
contenuto che consente di ricostruire il quadro nell’anno 2011, ha richiesto, per il
rilievo degli aggregati che lo compongono, un’analisi dettagliata con particolare
riferimento alle missioni e ai programmi, all’evidenziazione delle differenze tra
previsioni iniziali e definitive, agli scostamenti registrati, determinatisi per effetto
della gestione (accertamenti/impegni), rispetto alle previsioni definitive, nonché dei
principali risultati differenziali.
Un’ultima considerazione di natura ordinamentale attiene alla conferma,
operata dalla legge 196/2009, della classificazione, che definisce – appunto – le
missioni come “le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la
spesa”. Ad avviso della Corte potrebbe comunque essere di indubbia utilità una
possibilmente tempestiva rivisitazione delle attuali missioni, ai fini di una più
razionale definizione degli aggregati, valutando al contempo la struttura
organizzativa che gestisce la spesa e la rilevanza politica della finalità perseguita.
I risultati del Rendiconto nel confronto con la contabilità nazionale
2.
Intesa ad effettuare quella valutazione critica dei risultati del bilancio dello Stato
che è insita nella natura giurisdizionale della parificazione, la Relazione della Corte sul
rendiconto 2011 racchiude in sé tanto considerazioni sulle tendenze della spesa e delle
entrate, quanto osservazioni e rilievi riguardanti sia eventuali irregolarità
amministrativo-contabili che anomalie degli assetti organizzativi e delle modalità
procedimentali della spesa.
Occorre, tuttavia, rispondere, in via preliminare, ad alcuni quesiti di fondo.
In quale misura le risultanze del Rendiconto – nelle diverse espressioni dei dati
finanziari (stanziamenti, impegni, pagamenti, residui ecc.) – costituiscono un indicatore
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immediatamente utilizzabile per rappresentare l’andamento dei conti dello Stato, nel
quadro di controllo generale della finanza pubblica ?
Ed inoltre, la struttura e l’articolazione del bilancio dello Stato consentono le
necessarie verifiche ex ante ed ex post degli effetti dei provvedimenti di contenimento
della spesa o di impatto fiscale ?
E’ da qualche anno che la Corte, soprattutto con riguardo ai provvedimenti sulle
entrate, ha avviato istruttorie e messo a punto metodologie in grado, almeno in parte, di
dare una risposta positiva al quesito.
Si tratta, con ogni evidenza, di interrogativi resi ancora più stringenti dagli
impegni sempre più severi che la crisi economico-finanziaria internazionale richiede
alla nostra finanza pubblica.
Le risposte da offrire devono, dunque, essere concrete e rapide, nella direzione
di ogni miglioramento della struttura del bilancio e delle procedure contabili che
favorisca la trasparenza e la significatività dei conti.
Con l’intervento di oggi la Corte intende proporre alcune sintetiche osservazioni
con riguardo ai due quesiti di fondo ora richiamati, anche nell’ottica di un necessario,
ulteriore approfondimento dei raccordi tra contabilità nazionale e contabilità finanziaria,
che costituisce tema centrale nel processo di graduale attuazione della complessiva
riforma contabile.
Sotto il primo profilo, va ricordato come l’impegno di predisporre quadri di
finanza pubblica di standard europeo – al fine di consentire alle autorità della
Commissione di porre a confronto le performance dei diversi paesi dell’area – si traduca
nella necessità di costruire i conti di tutte le amministrazioni pubbliche, ad iniziare dallo
Stato, secondo le regole del Sistema Europeo dei Conti (SEC), coerenti con i principi
della contabilità nazionale.
Con riguardo, in particolare, allo Stato, la rappresentazione di entrate e spese
secondo la contabilità nazionale presenta difformità talvolta di entità rilevante rispetto ai
risultati del rendiconto oggetto della parificazione.
Del resto, formazione e gestione del bilancio rispondono ancora ai criteri della
contabilità finanziaria e, di conseguenza, le operazioni di traduzione nelle definizioni
della contabilità nazionale non possono che essere effettuate a posteriori, essendo
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affidate – come avviene in quasi tutti i paesi – alla competenza dell’Istituto Nazionale di
Statistica, d’intesa con la Ragioneria Generale dello Stato.
Quest’anno la Corte ha ritenuto opportuno diffondere, in una forma più
articolata e contestualmente alla parificazione, un raccordo tra rendiconto e conto dello
Stato di contabilità nazionale, costruito in collaborazione con la RGS e articolato per
singole categorie economiche della spesa e delle entrate.
I prospetti di raccordo per l’anno 2011 sono riportati in allegato.
I criteri seguiti per questa operazione di raccordo a consuntivo replicano, sul
piano metodologico, le elaborazioni condotte in sede di disegno di legge di stabilità
2011.
Infatti, la legge n. 196/2009 ha disposto che, in occasione della presentazione di
detto disegno di legge e “ai fini di aumentare la leggibilità dei documenti di bilancio e
programmazione e, per questa via, la trasparenza del bilancio dello Stato”, sia diffusa
una Nota tecnico-illustrativa nella quale si forniscono i prospetti di collegamento tra il
disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato e il conto economico delle
amministrazioni pubbliche (in particolare, dello Stato). Ciò rende più evidente l’impatto
che il bilancio dello Stato comporta in termini di indebitamento netto, con riferimento
sia al saldo complessivo sia agli effetti derivanti dall’allocazione delle risorse.
Quanto alla qualità e adeguatezza delle informazioni offerte dal Rendiconto
dello Stato, la Relazione predisposta dalla Corte – e diffusa un mese fa – affronta le
principali criticità del bilancio, in parte ricorrenti, in parte di nuova formazione, ma tutte
determinanti nel rendere spesso opaca la lettura delle risultanze contabili, alterando, di
conseguenza, la percezione delle reali tendenze della spesa e delle entrate.
Numerosi sono i fenomeni analizzati, in tale contesto, dalla Relazione: per
quanto riguarda i residui attivi, dalle discordanze fra i dati del rendiconto e le contabilità
di entrata delle amministrazioni alle incongruenze interne al consuntivo;
dall’inadeguatezza della valutazione del grado di esigibilità con l’effettivo indice di
riscossione dei residui attivi; dal trascinamento di residui di versamento da un esercizio
all’altro alla determinazione di una parte dell’accertato partendo dal versato; per ciò che
attiene alla spesa, dalle insufficienze classificatorie del bilancio alla necessità di
razionalizzare la struttura dei programmi e delle missioni; dalla persistenza di troppi
capitoli promiscui alla tendenza crescente alla istituzione di capitoli fondo;
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dall’aumento dei residui perenti alla lievitazione dei debiti pregressi. Anomalie, queste
ultime, che mettono in crisi l’annualità del bilancio e la stessa rappresentatività del
rendiconto.
3.
I severi impegni assunti in sede europea e i ripetuti interventi correttivi del
disavanzo pubblico hanno prodotto, nei conti pubblici dell’Italia, effetti di forte
riequilibrio, da assegnare non soltanto all’aumento del prelievo fiscale, ma anche al
contenimento della spesa.
Anche per la spesa statale, il biennio 2010-2011 espone, in proposito, risultati di
grande rilievo.
Nei dati cumulati, la contabilità nazionale ci indica che, mentre le spese delle
amministrazioni pubbliche al netto degli interessi sono diminuite dell’1 per cento, la
spesa primaria dello Stato si è ridotta addirittura del 5,5 per cento.
La portata del raddrizzamento della spesa statale è colta con più efficacia se si
guarda alle spese al netto degli interessi e dei trasferimenti destinati agli altri enti della
pubblica amministrazione e, in particolare, alle amministrazioni regionali e locali. Si
tratta, infatti, di voci di spesa condizionate dai meccanismi normativi di finanziamento
dei servizi locali nel regime del federalismo e che alterano, pertanto, il profilo delle
spese finali dirette dello Stato.
Al netto di tali voci, le uscite dello Stato risultano diminuite, nell’ultimo biennio,
di quasi il 6 per cento. Uno sforzo di contenimento superiore al previsto, anche se del
tutto sbilanciato nella sua composizione interna: ad una riduzione di meno del 3 per
cento delle spese correnti, fa, infatti, riscontro la caduta delle spese in conto capitale
che, nel biennio, ha superato il 26 per cento.
Il confronto tra questi dati di consuntivo e le risultanze del rendiconto dello Stato
– consentito dall’innovativo esercizio di raccordo contenuto nella Relazione per il 2011
– permette di disporre di più approfondite valutazioni, soprattutto sugli esiti dei ripetuti
provvedimenti di contenimento della spesa statale.
Guardando alle diverse categorie della spesa – e in particolare ai consumi
pubblici (redditi da lavoro e consumi intermedi) che rappresentano più del 70 per cento
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della spesa statale al netto degli interessi e dei trasferimenti alle altre amministrazioni
pubbliche – emergono spunti di riflessione non univoci.
Così, se si considerano i redditi da lavoro dipendente, il confronto rendiconto-
contabilità nazionale segnala andamenti divergenti, anche nel segno: ad una riduzione
della spesa nei dati di contabilità nazionale corrisponde un lieve incremento nelle
risultanze del rendiconto.
I dati desumibili dal rendiconto generale dello Stato per il 2011 evidenziano,
infatti, un sia pur minimo incremento della spesa (in termini di impegni): la
diminuzione delle retribuzioni lorde derivante dalle misure di riduzione del personale e
dal blocco della contrattazione collettiva nazionale risulta, infatti, compensata da un
incremento dei contributi aggiuntivi versati dallo Stato all’Inpdap per il necessario
riequilibrio della gestione pensionistica dei dipendenti statali. Si tratta di una
conseguenza inevitabile della bassa dinamica occupazionale e retributiva, che determina
contributi aggiuntivi a carico dell’erario per la copertura dei trattamenti di quiescenza.
I dati pubblicati dall’Istat nel mese di marzo, in esito alle correzioni ed alle
riclassificazioni necessarie per il passaggio alla contabilità nazionale, evidenziano,
invece, una diminuzione della spesa per redditi rispetto al 2010 pari a 0,3 punti
percentuali, diminuzione che si attesta a quasi l’1 per cento se si considerano i dati
definitivi di rendiconto. L’aggregato di contabilità nazionale, infatti, non comprende la
componente dei contributi Inpdap, classificati tra i trasferimenti ad amministrazioni
pubbliche.
Non facile si rivela l’interpretazione dei dati concernenti gli impegni assunti sui
fondi unici di amministrazione, che dovrebbero evidenziare l’andamento della
contrattazione integrativa, in relazione alla introduzione del cedolino unico e alla
correlata regola in base alla quale le somme non impegnate al termine di ciascun anno
vengono reiscritte nella competenza dell’esercizio successivo. Alla semplificazione
delle procedure contabili si accompagnano, però, difficoltà per l’elaborazione di serie
storiche e per le verifiche del rispetto dei limiti posti alla crescita dei predetti fondi.
Ad una lettura articolata si presta, anche, il confronto relativo ai consumi
intermedi, la categoria di spesa corrente più colpita, negli ultimi anni, dalle misure di
taglio degli stanziamenti. Ora, se si osserva il conto dello Stato di contabilità nazionale,
i consumi intermedi risultano aumentati di circa il 2 per cento nel 2011, discostandosi
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significativamente sia dagli obiettivi (si puntava ad una riduzione dell’ordine del 6 per
cento) che dal consuntivo del 2010, anno nel quale si era registrata una riduzione del 6
per cento.
Nel rendiconto dello Stato, gli impegni del 2011 segnano un aumento ancora più
elevato (+12 per cento rispetto al 2010), offrendo l’impressione di una sostanziale
inefficacia dei tagli imposti alle amministrazioni centrali con i ripetuti provvedimenti di
questi anni.
Come sempre, è necessario esaminare con attenzione le risultanze contabili,
proiettandosi oltre la lettura del dato grezzo, dietro al quale si celano fenomeni
compositi e tendenze contrastanti.
Nel caso dei consumi intermedi, in primo luogo va posta attenzione ad uno
specifico fattore distorsivo – la massa dei debiti pregressi – che ha registrato una forte
accelerazione negli ultimi esercizi, proprio in concomitanza con le considerevoli
riduzioni degli stanziamenti di bilancio, che hanno riguardato spese di funzionamento
delle amministrazioni solo formalmente rimodulabili, ma di fatto non facilmente ed
immediatamente comprimibili. Il che ha favorito la formazione di obbligazioni
giuridicamente perfezionate, ma che non trovano adeguata copertura in bilancio. Nel
2011, gli impegni per consumi intermedi comprendono un importo rilevante di “oneri
pregressi”, in realtà relativi a spese da riferire ad esercizi precedenti. Ne risulta
offuscata la dinamica effettiva degli acquisti di beni e servizi realizzati nel 2011.
Depurati da tale componente anomala, infatti, i consumi intermedi del
rendiconto segnano ancora nel 2011 una diminuzione di poco inferiore al 2 per cento
(che fa seguito a riduzioni complessivamente superiori al 6 per cento nel biennio
precedente).
La crescita registrata in contabilità nazionale è, dunque, dovuta per intero alla
forte lievitazione di componenti di spesa che le regole del SEC impongono di riportare
nei consumi intermedi e che, invece, nel rendiconto sono classificate in altre categorie o
con modalità assai differenti.
Valgano ad esempio gli acquisti di attrezzature militari connessi a contratti di
lunga durata o gli aggi e le commissioni del lotto.
Con riguardo agli investimenti fissi e, in generale, alle spese in conto capitale, il
confronto tra il Rendiconto e il conto dello Stato nella versione SEC è influenzato da
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rilevanti differenze nei criteri di classificazione di alcune poste. Ma ciò non condiziona
la valutazione generale che, come già anticipato, segnala la continua forte flessione di
questa importante componente della spesa statale.
Nel 2011 gli investimenti fissi lordi dello Stato –sempre nel conto SEC 95 –
hanno segnato un aumento del 12,3 per cento, che ha consentito solo in parte di
recuperare la netta flessione del 2010 (-18,6 per cento). L’andamento delle spese dello
Stato si inquadra in una situazione dei conti pubblici che, nel generale declino degli
investimenti, vede una distribuzione diseguale di questa tendenza: con le
amministrazioni centrali meno colpite dagli effetti di contenimento e, invece, le
amministrazioni locali (ormai titolari di oltre il 70 per cento degli investimenti pubblici)
molto esposte a vincoli e restrizioni e che, nel conto che ricomprende regioni, province
e comuni, mostrano nel biennio 2010-2011 una diminuzione vicina al 20 per cento.
Molto netta risulta, peraltro, la riduzione della complessiva spesa in conto
capitale dello Stato che, nel biennio 2010-2011, cumula una caduta dei pagamenti vicina
al 40 per cento. Al netto della contabilizzazione dei proventi relativi alla vendita dei
diritti di uso delle frequenze radio elettriche (che la contabilità nazionale non considera
tra le entrate ma, allo stesso modo delle dismissioni immobiliari, come minore spesa in
conto capitale), la flessione nel biennio si riduce al 26 per cento (-7 per cento nel solo
2011).
Vicina al 45 per cento è la diminuzione dei trasferimenti in conto capitale alle
imprese, mentre i trasferimenti agli enti pubblici (essenzialmente alle amministrazioni
locali) risultano ridotti, in due anni, di circa il 28 per cento.
Osservando i risultati del rendiconto, e in particolare i pagamenti, il segno
negativo è confermato, con una riduzione di circa l’11 per cento nel biennio 2010-2011.
Si tratta di un risultato non sorprendente se si tiene conto degli effetti attesi dai
ripetuti tagli che tali categorie di spesa hanno subito con i provvedimenti di
contenimento della spesa pubblica adottati negli ultimi anni.
Le riduzioni lineari degli stanziamenti finanziari del bilancio dello Stato
dell’esercizio 2011, adottate con provvedimenti legislativi a partire dal 2008 (DL 112
del 2008, art. 60, DL 78 del 2010, art. 2 e DL 98 del 2011, art. 40, comma 1-bis), hanno,
infatti, inciso sulla spesa in conto capitale pesantemente e, comunque, in misura molto
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superiore ai tagli impressi alla spesa corrente (quasi il 29 per cento contro il 2 per
cento).
Considerazioni in ordine alla regolarità, attendibilità e trasparenza dei conti pubblici 4.
Il rendiconto dello Stato espone, in modo esaustivo, le risultanze della
gestione delle amministrazioni statali in conformità alle regole di ordinamento
contabile, e con correlata osservanza delle procedure prescritte. In tal senso è stato
dichiarato regolare dalla Corte in esito al giudizio di parificazione, deliberato il
giorno 28 giugno 2012. La decisione, peraltro, ha escluso dalla regolarità talune voci
(poste e capitoli dell’entrata, della spesa e del patrimonio) puntualmente indicate
nella parte dispositiva.
Le osservazioni che qui di seguito si sviluppano attengono a talune
incongruenze ed anomalie, rilevate attraverso l’esercizio del controllo. Il loro
graduale superamento consentirà una maggiore trasparenza ed attendibilità dei dati
contabili anche ai fini dell’attività di monitoraggio. Inoltre, le stesse osservazioni
possono dispiegare indubbia utilità per la prossima disamina, in sede parlamentare,
del disegno di legge del bilancio 2013, che sarà predisposto dal Governo entro il 15
ottobre p.v.
5.
Per quanto riguarda le entrate, è da molti anni che le analisi svolte dalla Corte
ai fini del giudizio di parifica mirano a verificare se il conto del bilancio è accurato,
completo e coerente con le scritture contabili di base, e quindi affidabile; se i documenti
di bilancio sono elaborati conformemente a legge e nel rispetto dei principi contabili
internazionalmente accolti; se i dati presentati sono sufficientemente analitici e
dettagliati; se è assicurata la coerenza interna ed esterna dei dati; se i dati presentati
sono idonei ad essere utilizzati come strumento di monitoraggio dei risultati delle
gestioni dell’entrata. Le anomalie riscontrate per l’esercizio 2011 sulla base dei riscontri
e delle verifiche effettuate sono state puntualmente segnalate ed illustrate e, in
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conformità al disposto degli artt. 21 e 39 del RD 12 luglio 1934, n. 1214, hanno portato
ad escludere dalla parificazione una serie di voci attinenti ai residui attivi.
A parte le anomalie e le incongruenze presenti nelle contabilità delle
amministrazioni ed evidenziate dalla presenza nell’esercizio precedente di accertamenti
inferiori alle riscossioni di competenza e di residui di riscossione e di versamento di
importo inferiore a quello successivamente riscosso o versato, sono state evidenziate
discordanze tra i dati di consuntivo e quelli corrispondenti delle contabilità delle
Amministrazioni, connesse al ricorso ad una procedura automatizzata di rettifica che si
limita a presumere l’erroneità e l’insussistenza di tali discordanze, salvo poi introdurre
ulteriori e non raccordate rettifiche manuali.
Incongruenze contabili, sempre per quanto riguarda i residui attivi, sono peraltro
rilevabili anche all’interno del rendiconto, evidenziate dalla non corrispondenza fra
l’importo dei residui contabilizzati al 31/12 dell’esercizio e quello calcolabile tenendo
conto delle variazioni occorse nella gestione dell’esercizio. Sono molte, infatti, le poste
di bilancio per le quali si riscontrano sopravvenienze attive o, soprattutto, insussistenze.
Di particolare interesse è la considerazione che l’importo dei residui risultanti
dal rendiconto è solo una parte di quello riscontrabile dalla contabilità delle
amministrazioni ed è la risultante di un complesso processo di valutazione del grado di
esigibilità condotto dalla Ragioneria Generale dello Stato e dall’Agenzia delle entrate:
per le entrate finali si è passati da un importo complessivo di residui attivi di circa 561
miliardi ad un importo di poco superiore a 215 miliardi. Nonostante questo drastico
ridimensionamento, resta tuttavia il fatto che nel 2011 dei residui iniziali è stato in realtà
riscosso meno del 13,4 per cento, che si riduce addirittura al 3,5 per cento se si
escludono i residui di versamento dell’anno precedente. Di qui le perplessità che suscita
la prassi di considerare esigibili al cento per cento i residui attivi delle entrate extra
tributarie diverse da quelle riconducibili alle sanzioni tributarie. Per i residui attivi delle
entrate extra tributarie, infatti, l’indice di riscossione è stato nel 2011 di poco superiore
al 2 per cento.
Problemi di trasparenza si pongono, poi, sia per l’inadeguatezza
dell’articolazione del bilancio nei capitoli aventi ad oggetto entrate eventuali e diverse,
sia per il mero calcolo come differenza aritmetica, in luogo della diretta rilevazione,
delle riscossioni in conto residui operate nell’esercizio di riferimento separatamente da
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quelle operate in esercizi precedenti e rimaste da versare. Ciò è tanto più rilevante in
quanto, come risulta dall’allegato 23 al rendiconto, al 31 dicembre 2011 sono stati
accumulati residui di versamento per oltre 14 miliardi, non giustificati da mancate
regolazioni contabili con le Regioni e che si trascinano da un esercizio all’altro ed in
crescita lo scorso anno di 1,2 miliardi.
Una segnalazione merita, infine, la circostanza che i dati del rendiconto relativi
ad una percentuale di accertamenti dell’8 per cento nel 2011, così come nel 2010,
non sono utilizzabili a fini di controllo sulla gestione, trattandosi di dati relativi a
crediti che non vengono tuttora autonomamente rilevati, ma sono, invece, costruiti
“a tavolino”, partendo dai versamenti, e cioè proprio da quei dati che, insieme con le
riscossioni, dovrebbero, invece, valere per misurare i risultati del gettito
concretamente acquisito a fronte di crediti autonomamente e preventivamente noti
al gestore.
6.
Anche per quanto riguarda la spesa, accanto al giudizio di parificazione,
disciplinato da puntuali disposizioni, negli ultimi anni la Corte ha utilizzato altri
strumenti di verifica e di analisi delle poste del rendiconto, anche in relazione agli
schemi utilizzati in ambito europeo. Per evidenziare le anomalie più rilevanti si è
proceduto sia con lo strumento di auditing finanziario – contabile su scala generale, sia
con accertamenti diretti sulla regolarità dei procedimenti seguiti in specifiche aree di
intervento.
Tale attività di auditing è stata impostata, a partire dalle caratteristiche gestionali
di ciascuna amministrazione, al fine di fornire un quadro complessivo delle
problematiche più rilevanti. E’ emerso ancora una volta che la leggibilità dei dati può
essere indebolita dalla permanenza di un’area di capitoli promiscui, che si riflette nella
costruzione degli aggregati superiori. Resta, tra l’altro, sostanzialmente non soddisfatta
l’esigenza di procedere a una effettiva rielaborazione del nomenclatore degli atti,
elemento basilare per la formazione del bilancio e strumento importante per la stessa
attività di revisione della spesa. Altamente auspicabile sarebbe, altresì, una
rappresentazione periodica dell’evoluzione dei programmi e dei capitoli con riferimento
alle sottostanti determinazioni normative, onde permetterne la verifica dell’andamento.
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Ulteriori criticità si riconducono: alle eccedenze di spesa, che costituiscono una
anomalia programmatica e gestionale; all’andamento in crescita dei residui passivi
(propri e di stanziamento), che appare un sintomo della esistenza di problemi nella
costruzione del bilancio o di un non adeguato utilizzo degli strumenti di flessibilità
potenziati dalla riforma; alla forte crescita dell’ammontare delle perenzioni
riconducibile anche alla riduzione dei termini di legge di conservazione in bilancio dei
residui passivi; al frequente ricorso, nell’impostazione delle previsioni iniziali,
all’istituto dei capitoli per memoria in gran parte collegati alle vicende di corrispondenti
poste di entrata.
La congruità degli stanziamenti iniziali non viene facilitata dalla crescente
istituzione di nuovi capitoli fondo, che rappresentano, in linea di principio, un notevole
strumento di flessibilità per le amministrazioni, ma appesantiscono, sotto alcuni profili,
l’attività gestionale, con conseguente indebolimento della corrispondenza tra previsione
e consuntivo e peggioramento della significatività dei dati esposti.
A partire dal 2004 la Corte ha affiancato all’auditing finanziario-contabile
attività dirette ad accertare la regolarità dei procedimenti in specifiche aree di
intervento, utilizzando strumenti informatici e approcci metodologici condivisi a livello
internazionale. Si tratta di attività volte a “stimare” l’attendibilità e l’affidabilità di un
aggregato contabile come il bilancio dello Stato, soprattutto attraverso strumenti di
campionamento statistico, basati su modelli consolidati anche in ambito europeo ed in
grado di esprimere i rischi tecnici e il margine di affidabilità del campionamento stesso.
L’approccio campionario si è adeguato al sistema MUS (Monetary Unit Sampling)
adottato dalla Corte dei conti europea per effettuare, nel contesto della dichiarazione
annuale di affidabilità (Déclaration d’Assurance – DAS), i cosiddetti “test di
convalida”, mirati alla verifica ex post della legittimità e regolarità delle operazioni
sottostanti ai conti del bilancio.
In particolare, è stata messa a punto, nell’ambito di un più ampio sistema
conoscitivo sulla finanza pubblica, una specifica applicazione informatica finalizzata ad
indagini campionarie sui dati consuntivi della spesa.
L’esito degli accertamenti svolti ha fatto emergere alcune irregolarità,
nell’ambito dei titoli esaminati. In particolar modo, sono state evidenziate le seguenti
criticità:
CORTE DEI CONTI Audizione Sezioni riunite in sede di controllo 2012
14
a) adozione di atti di impegno di carattere “globale” sulla base di dati
previsionali o stime e non invece di obbligazioni giuridicamente perfezionate;
b) assunzione di impegni a seguito di emanazione di bandi per la erogazione di
provvidenze, nonostante sia necessario che tale assunzione sia riferita al momento
dell’insorgenza della obbligazione giuridica e cioè, dell’esatta individuazione dei
soggetti beneficiari e dell’importo da corrispondere, nonché alla fissazione di un
termine certo entro il quale il pagamento della somma deve essere effettuato;
c) imputazione a capitoli di spesa in conto capitale di natura “promiscua” di
spese che hanno carattere di spesa corrente: tale anomalia può determinare una possibile
sostanziale elusione di limiti e vincoli operanti sui capitoli di spesa di parte corrente;
d) utilizzazione di capitoli “fondo” in via operativa, cioè traendo su di essi
singoli ordinativi di pagamento senza una previa “riassegnazione” delle risorse su
ordinari capitoli di spesa: tale prassi pone taluni problemi anche in termini di rispetto
dei tetti fissati nella varie manovre di contenimento della spesa pubblica, in quanto
l’ammontare dei titoli di spesa così emessi non viene imputato al pertinente capitolo;
e) non corretta imputazione alla Categoria II – Consumi intermedi. Si tratta di
irregolarità contabile che può influire sulla adeguata rappresentazione del volume
complessivo della spesa di personale di una pubblica amministrazione;
f) adesione a convenzioni Consip senza la previa disponibilità di risorse
finanziarie sui pertinenti capitoli di spesa e conseguente ricorso alla speciale procedura
di riconoscimento di debito. Al riguardo si osserva che attraverso il tempestivo ricorso
ai meccanismi di flessibilità di bilancio si sarebbe potuto ovviare al fenomeno
integrando le risorse sul capitolo di spesa prima dell’adesione alla convenzione. Il
ricorso al procedimento di riconoscimento del debito, infatti, deve rivestire carattere
eccezionale e non può in alcun modo, per sopperire alla mancanza di una corretta
programmazione della spesa, divenire strumento ordinario dell’attività amministrativo-
contabile, sovvertendo, così, il naturale svolgimento delle fasi del procedimento
contabile di erogazione della spesa;
g) assunzione di impegni sul conto della competenza 2011 relativi a fatture
emesse a seguito di prestazioni fornite in esecuzione di contratti stipulati in esercizi
finanziari precedenti: la procedura adottata non si conforma al principio di annualità del
bilancio.
CORTE DEI CONTI Audizione Sezioni riunite in sede di controllo 2012
15
Al di là di questi segnalati aspetti attinenti alla gestione, permangono elementi
che rendono difficoltosa la leggibilità del bilancio, che presenta, per talune categorie,
aggregazioni generiche di spesa e consistenti voci residuali, mentre si riscontrano casi di
mancata od errata imputazione secondo lo stesso schema classificatorio formalmente
adottato.
7.
Dall’esame del conto del patrimonio si evince un rilevante stock di residui
passivi perenti, che sono in parte sintomo di una gestione non sempre efficiente,
riconducibile non solo a fisiologici ritardi dell’azione amministrativa, determinati da
obiettive difficoltà dei procedimenti di spesa, bensì anche a non adeguata
programmazione, cui non corrisponde una effettiva gestione della spesa, alla quale si
aggiunge il fenomeno di atti di impegno non sempre sostenuti da obbligazioni
giuridicamente perfezionate.
Lo stock 2011 ammonta a circa 95 miliardi, il 10 per cento in più del livello
raggiunto nel 2010.
L’aumento è risultato maggiore nel conto capitale (+12 per cento), mentre nella
parte corrente è rimasto contenuto entro l’8 per cento.
Le nuove perenzioni ammontano a 13,4 miliardi, con un incremento del 68 per
cento rispetto al 2010, da ricondurre in particolare alle nuove norme che hanno ridotto i
termini di mantenimento in bilancio dei residui passivi.
Sulla consistenza finale, peraltro, influisce il più contenuto ammontare delle
“partite in diminuzione”, essenzialmente per effetto delle minori prescrizioni e delle
ridotte reiscrizioni in bilancio (2,5 miliardi, di cui 1,5 miliardi relativi al Titolo II).
Sul punto, il conto del patrimonio esprime le criticità dei procedimenti di
impegno, che a monte non sono sempre supportati dalla assunzione di reali obbligazioni
giuridiche. Da ciò emergono dubbi in ordine al livello effettivo dei residui passivi
perenti, che, pur indicando difficoltà nel sistema gestionale e contabile, potrebbe non
ritenersi interamente espressione di effettive posizioni debitorie.
La complessità, ma anche il rilievo, di questi aspetti sono, del resto, confermati
dalla scelta recente (circolare n. 6 del 27 febbraio 2012) della RGS di disporre,
CORTE DEI CONTI Audizione Sezioni riunite in sede di controllo 2012
16
innovativamente, una sorta di due diligence, diretta proprio al controllo dello stock dei
debiti dello Stato, al fine di eliminare le partite non più “attive”.
PROSPETTI DI RACCORDO TRA RENDICONTO GENERALE E
COMPARTO STATO DI CONTABILITA ’ NAZIONALE PER L’ANNO 2011
TRANSCODIFICA DELLE CATEGORIE ECONOMICHE DI BILANCIO NELLE CLASSIFICAZIONI SEC’95 - ANNO
2011 (milioni di euro)
Categoria economica del Bilancio dello StatoRendiconto-
(Competenza) Rendiconto-
(Cassa)Classificazione economica SEC 95 Competenza Cassa
ENTRATE TRIBUTARIE 452.731 415.648 TRIBUTARIE 372.009 335.472CAT I Imposte sul patrimonio e sul reddito 239.024 222.357 Imposte dirette 210.275 194.001 CAT. II +III+IV+V
Imposte indirette totale 213.707 193.291 Imposte indirette 161.734 141.471
EXTRATRIBUTARIE 65.697 33.770 EXTRATRIBUTARIE 68.844 36.877CAT VI Proventi speciali 687 689 Vendita beni e servizi 21.482 13.372CAT VII Proventi di servizi pubblici minori 15.081 6.986CAT VIII Proventi dei beni dello Stato 326 300 9.248 6.763
CAT IXProdotti netti di aziende autonome ed utili di gestione
2.641 2.641 Redditi da capitale
CAT X Interessi su anticipazioni e crediti vari del Tesoro 6.981 4.522Trasferimenti da amministrazioni pubbliche 3.067 2.867
CAT XI Recuperi rimborsi e contributi 37.554 16.219 Trasferimenti correnti diversi 35.047 13.875CAT XII Partite che si compensano nella spesa 2.427 2.413 Poste correttive 0 0
Totale entrate correnti 518.428 449.418 Totale entrate correnti 440.853 372.349
CAT XIII Vendita di beni ed affrancazione di canoni 1.486 1.486 Altri trasferimenti in conto capitale 2.186 2.186CAT XIV Ammortamento di beni patrimoniali 186 186 Ammortamento 186 186
Imposte in conto capitale 5.625 5.581Totale entrate in conto capitale 1.672 1.672 Totale entrate in conto capitale 7.997 7.954
TOTALE ENTRATE NETTO ACCENSIONE PRESTITI 520.100 451.091 TOTALE ENTRATE NETTO ACCENSIONE PRESTITI 448.850 380.303
CAT XV Rimborsi anticipazioni e crediti vari del Tesoro 1.642 1.566 Rimborsi anticipazioni e crediti vari del Tesoro 1.642 1.566TITOLO IV Accensione prestiti 228.422 228.422 Accensione prestiti 228.422 228.422TOTALE ENTRATE 750.164 681.079 TOTALE ENTRATE 678.914 610.291USCITE USCITETITOLO I SPESE CORRENTI TITOLO I SPESE CORRENTICAT I Redditi da lavoro dipendente 88.859 89.870 Redditi da lavoro dipendente 88.859 89.870CAT II Consumi intermedi 10.999 10.791 Consumi intermedi 14.144 13.260CAT III Imposte pagate sulla produzione 4.776 4.840 Imposte Indirette 12.642 12.706
CAT IVTrasferimenti correnti ad Amministrazioni Pubbliche
220.765 219.506 Trasferimenti correnti ad enti pubblici 193.515 192.256
CAT VTrasfererimenti correnti a famiglie ed istituzioni sociali private
3.949 4.150
5.1 Prestazioni sociali in denaro 1.565 1.495 Prestazioni sociali 1.701 1.631
5.2 Trasferimenti sociali in natura 511 456Acquisti di beni e servizi da produttori market assimil. prestazioni sociali in natura
389 334
5.3 Altri trasferimenti correnti a famiglie 1.873 2.198 Trasferimenti diversi a famiglie ed imprese 2.283 2.608CAT VI Trasferimenti correnti ad imprese 4.676 4.879 Contributi alla produzione 4.538 4.741CAT VII Trasferimenti correnti ad estero 1.696 1.788 Aiuti internazionali 1.696 1.788CAT VIII Risorse proprie Unione Europea 16.789 16.789 Trasferimenti correnti a UE Quarta Risorsa 12.658 12.658CAT IX Interessi passivi e redditi da capitale 73.748 73.594 Interessi 73.748 73.594CAT 10 Poste correttive e compensative 45.062 44.600 Poste correttive e compensative 0 0CAT XI Ammortamenti 186 186 Ammortamento 186 186CAT XII Altre uscite correnti 815 553 Altre uscite correnti 608 346Totale uscite correnti 472.320 471.545 Totale uscite correnti 406.967 405.979TITOLO II SPESE IN CONTO CAPITALE 43.113 41.635 TITOLO II SPESE IN CONTO CAPITALECAT XXI Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni 5.695 6.418 Investimenti fissi lordi e acquisti netti di attività immateriali 83 1.482CAT XXII Contributi agli investimenti 16.259 18.232 Contributi agli investimenti ad enti pubblici 16.259 18.232CAT XXIII, XXIV, XXV
Contributi agli investimenti ad imprese, famiglie ed estero
9.057 10.717 Contributi a imprese, famiglie ed estero 10.482 11.388
CAT XXVI Altri trasferimenti in conto capitale 12.102 6.268 Altri trasferimenti in conto capitale 10.391 5.311Totale uscite in conto capitale 43.113 41.635 Totale uscite in conto capitale 37.215 36.413Totale uscite netto rimborso passività e partite finanziarie 515.432 513.180Totale uscite netto rimborso passività e partite finanziarie 444.182 442.392Indebitamento netto 4.668 -62.090 Indebitamento netto 4.668 -62.090ACQUISIZIONE DI ATTIVITA' FINANZIARIE 5.390 6.195 ACQUISIZIONE DI ATTIVITA' FINANZIARIE 5.390 6.195Saldo netto da finanziare 920 -66.719 Saldo netto da finanziare 920 -66.719
Rimborso passività finanziarie 186.135 186.012 Rimborso passività finanziarie 186.135 186.012TOTALE USCITE 706.957 705.387 635.707 634.599Saldo complessivo di bilancio 43.207 -24.309 43.207 -24.309
Fonte: elaborazioni RGS su dati di Rendiconto
RACCORDO TRA RENDICONTO DELLO STATO E COMPARTO STATO DI CONTABILITÀ NAZIONALE – ANNO 2011
(milioni di euro)
Classificazione SEC95 Competenza Cassa
Ag. Fiscali, PCM, CdS, TAR,
Org. Costituzionali
Raccordo per il passaggio al
conto economico di CN
Stima Comparto Stato
(CN) (a)
ENTRATE Imposte dirette 210.275 194.001 -16.993 193.282
Imposte indirette 161.734 141.471 -7.727 154.007 Trasferimenti da amministrazioni pubbliche 3.067 2.867 2.331 5.198 Trasferimenti correnti diversi 35.105 13.933 -24.058 11.047 Aiuti internazionali 0 0 118 118 Redditi da capitale 9.248 6.763 -4.286 4.962 Contributi sociali figurativi 0 0 387 2.027 2.027
Ammortamento 186 186 5.244 5.430
Totale entrate correnti 419.615 359.221 387 -43.344 376.071 Imposte in conto capitale 5.625 5.581 1.308 6.933 Altri trasferimenti in conto capitale 2.186 2.186 -1.343 843
Totale entrate in conto capitale 7.811 7.768 0 -35 7.776 TOTALE ENTRATE 427.426 366.989 387 -43.379 383.847 USCITE Redditi da lavoro dipendente 88.859 89.870 3.139 -410 91.587 Consumi intermedi 14.144 13.260 1.947 4.880 20.971 Imposte Indirette 12.642 12.706 194 123 12.960 Vendita beni e servizi (-) -21.424 -13.314 10.786 -10.638 Trasferimenti correnti ad enti pubblici 193.515 192.256 -5.928 8.877 196.464
Prestazioni sociali 1.701 1.631 148 1.794 3.643
Acquisti di beni e servizi da produttori market assimil. prestazioni sociali in natura 389 334
26 227 642
Trasferimenti diversi a famiglie ed imprese ed istituzioni sociali private 2.283 2.608
491 2.774
Contributi alla produzione 4.538 4.741 696 5.234 Aiuti internazionali 1.696 1.788 95 1.791 Trasferimenti correnti a UE Quarta Risorsa 12.658 12.658 0 12.658
Interessi 73.748 73.594 699 74.447 Ammortamento 186 186 5.244 5.430 Premi di assicurazione 608 346 -578 30
Totale uscite correnti 385.543 392.665 -474 32.923 417.993 Investimenti fissi lordi 83 1.482 742 1.231 2.056 Contributi agli investimenti ad enti pubblici 16.259 18.232 0 -5.840 10.419
Contributi a imprese, famiglie ed estero 10.482 11.388 506 10.988 Altri trasferimenti in conto capitale 10.391 5.311 -775 -8.098 1.518
Totale uscite in conto capitale 37.215 36.413 -33 -12.201 24.981 TOTALE USCITE 422.758 429.079 -507 20.722 442.974 INDEBITAMENTO NETTO 4.668 -62.090 894 -64.688 -59.127
Fonte: Elaborazioni RGS su dati di Rendiconto
(a) I marginali scostamenti che si rilevano nel saldo e in alcuni aggregati di spesa e di entrata rispetto al Conto dello Stato diffuso dall’Istat lo scorso maggio sono da riferire all’aggiornamento delle risultanze del rendiconto dello Stato.
TAVOLE
LA SPESA STATALE NEL RENDICONTO GENERALE 2011
(milioni di euro)
Stanziamento iniziale di competenza Stanziamento definitivo di
competenza Impegni Pagato totale Residui finali
CATEGORIE ECONOMICHE
2009 2010 2011 2012 2009 2010 2011 2009 2010 2011 2009 2010 2011 2009 2010 2011
Redditi di lavoro dipendente 96.236 96.119 94.128 91.557 97.379 97.207 95.941 94.428 93.570 93.635 92.877 92.228 94.710 5.296 4.297 2.293 di cui imposte pagate sulla
produzione 4.865 4.816 4.713 4.626 4.975 4.893 4.852 4.765 4.715 4.776 4.803 4.712 4.840 58 118 48
Consumi intermedi 7.709 8.038 7.596 7.812 13.679 10.337 11.587 13.107 9.800 10.969 13.468 9.726 10.761 3.391 3.505 3.154
Trasferimenti di parte corrente 221.980 233.632 226.724 239.543 231.421 236.567 234.766 229.333 233.595 231.021 219.862 214.440 230.258 38.865 54.677 48.442 di cui alle amministrazioni
pubbliche 213.380 224.020 217.380 230.289 218.301 225.196 224.068 216.567 222.661 220.795 207.927 203.975 219.524 34.654 50.304 45.516
Trasferimenti correnti al netto enti pubblici 8.601 9.611 9.345 9.254 13.120 11.370 10.698 12.766 10.935 10.226 11.935 10.466 10.734 4.210 4.373 2.926
Altre uscite correnti 160.834 159.772 162.054 164.559 155.102 147.706 148.197 144.710 137.698 136.695 143.370 136.047 135.816 2.507 3.142 3.695
di cui interessi 81.320 79.348 84.243 88.827 79.040 75.332 79.586 73.239 69.523 73.748 73.179 69.490 73.594 264 290 440
Spese correnti al netto interessi 405.439 418.212 406.260 414.644 418.541 416.484 410.904 408.340 405.139 398.572 396.398 382.950 397.951 49.795 65.331 57.144 Spese correnti al netto interessi e trasferimenti enti pubblici 192.059 194.192 188.880 184.354 200.240 191.288 186.836 191.772 182.479 177.777 188.471 178.976 178.428 15.141 15.027 11.628
SPESE CORRENTI 486.759 497.561 490.503 503.471 497.582 491.816 490.490 481.578 474.662 472.320 469.577 452.441 471.545 50.059 65.621 57.584
Investimenti fissi lordi 4.868 5.089 4.877 3.700 7.007 7.336 5.696 6.986 7.326 5.694 5.781 6.107 6.371 7.526 7.918 6.406
Trasferimenti di parte capitale 45.371 39.407 37.054 32.489 49.117 39.765 37.727 47.344 39.625 37.418 45.467 38.773 35.264 34.627 32.298 27.913 di cui alle Amministrazioni
pubbliche 20.491 16.838 13.751 13.972 22.489 20.494 16.294 22.186 20.456 16.217 23.137 21.101 18.144 14.287 14.012 11.211
Altre spese in conto capitale 350 1.153 160 199 4.583 5.447 5.390 4.583 5.331 5.390 2.422 6.667 6.195 3.714 2.367 1.061 Spese in c/cap al netto trasferimenti enti pubblici 30.097 28.811 28.341 22.416 38.217 32.053 32.519 36.728 31.826 32.285 30.533 30.446 29.686 31.580 28.571 24.169
SPESE IN CONTO CAPITALE 50.589 45.649 42.091 36.388 60.706 52.548 48.813 58.913 52.282 48.502 53.670 51.547 47.830 45.867 42.582 35.380
SPESE FINALI 537.348 543.209 532.594 539.859 558.288 544.363 539.303 540.492 526.944 520.822 523.247 503.988 519.375 95.926 108.204 92.964
Spese finali al netto interessi e trasferimenti enti pubblici 222.157 223.003 217.221 206.771 238.458 223.341 219.355 228.500 214.305 210.062 219.004 209.422 208.114 46.721 43.598 35.797
Rimborso passività finanziarie 215.245 258.589 209.985 239.184 215.960 224.954 197.216 176.141 188.435 186.135 176.103 189.104 186.012 741 73 185
SPESE COMPLESSIVE 752.593 801.798 742.579 779.043 774.248 769.317 736.519 716.633 715.380 706.957 699.350 693.092 705.387 96.667 108.276 93.149 Fonte: elaborazione su dati di rendiconto estratti dal SIRGS-CDC
LA DINAMICA DELLA SPESA STATALE NEL TRIENNIO 2009-2011 (variazioni percentuali)
Stanziamento iniziale di
competenza Stanziamento definitivo di competenza
Impegni Pagato totale Residui finali
CATEGORIE ECONOMICHE
2010/09
2011/10
2012/11
2010/09
2011/10
2010/09
2011/10
var. base 2009 2010/09
2011/10
var. base 2009
2010/09
2011/10
Redditi di lavoro dipendente -0,1 -2,1 -2,7 -0,2 -1,3 -0,9 0,1 -0,8 -0,7 2,7 2,0 -18,9 -46,7
di cui imposte pagate sulla produzione -1,0 -2,1 -1,9 -1,6 -0,8 -1,0 1,3 0,2 -1,9 2,7 0,8 104,7 -59,0
Consumi intermedi 4,3 -5,5 2,8 -24,4 12,1 -25,2 11,9 -16,3 -27,8 10,6 -20,1 3,4 -10,0
Trasferimenti di parte corrente 5,2 -3,0 5,7 2,2 -0,8 1,9 -1,1 0,7 -2,5 7,4 4,7 40,7 -11,4
di cui alle amministrazioni pubbliche 5,0 -3,0 5,9 3,2 -0,5 2,8 -0,8 2,0 -1,9 7,6 5,6 45,2 -9,5
Trasferimenti correnti al netto enti pubblici 11,7 -2,8 -1,0 -13,3 -5,9 -14,3 -6,5 -19,9 -12,3 2,6 -10,1 3,9 -33,1
Altre uscite correnti -0,7 1,4 1,5 -4,8 0,3 -4,8 -0,7 -5,5 -5,1 -0,2 -5,3 25,3 17,6
di cui interessi -2,4 6,2 5,4 -4,7 5,6 -5,1 6,1 0,7 -5,0 5,9 0,6 9,9 51,8
Spese correnti al netto interessi 3,2 -2,9 2,1 -0,5 -1,3 -0,8 -1,6 -2,4 -3,4 3,9 0,4 31,2 -12,5 Spese correnti al netto interessi e trasferimenti enti pubblici 1,1 -2,7 -2,4 -4,5 -2,3 -4,8 -2,6 -7,3 -5,0 -0,3 -5,3 -0,8 -22,6
SPESE CORRENTI 2,2 -1,4 2,6 -1,2 -0,3 -1,4 -0,5 -1,9 -3,6 4,2 0,4 31,1 -12,2
Investimenti fissi lordi 4,5 -4,2 -24,1 4,7 -22,4 4,9 -22,3 -18,5 5,6 4,3 10,2 5,2 -19,1 Trasferimenti di parte capitale -13,1 -6,0 -12,3 -19,0 -5,1 -16,3 -5,6 -21,0 -14,7 -9,0 -22,4 -6,7 -13,6
di cui alle Amministrazioni pubbliche -17,8 -18,3 1,6 -8,9 -20,5 -7,8 -20,7 -26,9 -8,8 -14,0 -21,6 -1,9 -20,0
Altre spese in conto capitale 229,5 -86,1 24,7 18,9 -1,0 16,3 1,1 17,6 175,3 -7,1 155,8 -36,3 -55,2
Spese in c/cap al netto trasferimenti enti pubblici -4,3 -1,6 -20,9 -16,1 1,5 -13,3 1,4 -12,1 -0,3 -2,5 -2,8 -9,5 -15,4
SPESE IN CONTO CAPITALE -9,8 -7,8 -13,6 -13,4 -7,1 -11,3 -7,2 -17,7 -4,0 -7,2 -10,9 -7,2 -16,9
SPESE FINALI 1,1 -2,0 1,4 -2,5 -0,9 -2,5 -1,2 -3,6 -3,7 3,1 -0,7 12,8 -14,1
Spese finali al netto interessi e trasferimenti enti pubblici 0,4 -2,6 -4,8 -6,3 -1,8 -6,2 -2,0 -8,1 -4,4 -0,6 -5,0 -6,7 -17,9
Rimborso passività finanziarie 20,1 -18,8 13,9 4,2 -12,3 7,0 -1,2 5,7 7,4 -1,6 5,6 -90,2 155,2
SPESE COMPLESSIVE 6,5 -7,4 4,9 -0,6 -4,3 -0,2 -1,2 -1,4 -0,9 1,8 0,9 12,0 -14,0 Fonte: elaborazione su dati di rendiconto estratti dal SIRGS-CDC
LA SPESA DELLO STATO PER MISSIONI (milioni di euro)
Stanziamento iniziale di competenza Stanziamento definitivo di
competenza Impegni Pagato totale Residui finali
MISSIONI 2009 2010 2011 2012 2009 2010 2011 2009 2010 2011 2009 2010 2011 2009 2010 2011
001.Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei ministri
3.058 3.161 2.987 2.895 3.301 3.436 3.013 3.271 3.432 3.013
3.674 3.592 3.409 691 533 166
002.Amministrazione generale e supporto alla rappresentanza generale di Governo e dello Stato sul territorio
424 465 485 497 580 498 697 573 467 686
598 469 689 8 14 13
003.Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali
111.057 118.553 108.742 111.962 113.624 117.822 114.717 112.359 117.008 111.946
105.644 105.451 111.913 24.482 33.863 29.537
004.L'Italia in Europa e nel mondo 26.297 25.262 26.264 26.251 27.129 25.641 26.213 25.809 23.760 25.188 24.296 24.856 25.233 2.226 1.059 683 005.Difesa e sicurezza del territorio 19.244 18.576 19.366 19.713 22.850 22.254 22.671 22.837 22.151 22.656 22.166 20.862 23.066 3.959 5.501 4.626 006.Giustizia 7.308 7.273 7.064 7.316 8.613 7.572 8.332 8.133 7.410 8.317 8.059 7.824 8.192 1.193 815 791 007.Ordine pubblico e sicurezza 10.639 10.449 10.374 10.361 12.159 11.187 11.738 11.775 10.859 11.498 11.959 10.936 11.587 1.390 1.448 1.170 008.Soccorso civile 3.505 4.150 3.940 3.658 5.367 4.962 5.434 5.318 4.897 5.428 6.029 5.468 5.658 1.869 1.406 1.157 009.Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca 1.004 947 812 663 1.328 1.259 981 1.296 1.261 974 1.428 1.329 1.145 1.120 966 460 010.Energia e diversificazione delle fonti energetiche
48 8 8 8 58 11 10 57 10 9
15 11 10 97 96 3
011.Competitivita' e sviluppo delle imprese 4.690 4.831 3.955 3.678 6.670 6.848 4.672 6.561 6.712 4.420 5.693 7.634 5.039 4.762 3.798 2.598 012.Regolazione dei mercati 31 41 31 28 90 71 46 90 67 45 78 70 58 47 38 21 013.Diritto alla mobilità 10.017 7.395 8.101 7.220 12.102 8.437 8.913 11.892 8.343 8.743 11.724 7.499 11.186 7.364 7.551 5.593 014.Infrastrutture pubbliche e logistica 3.640 4.850 2.818 3.887 4.250 5.926 3.576 4.232 5.931 3.552 3.403 2.983 3.354 5.895 8.279 6.166 015.Comunicazioni 1.030 1.250 1.455 832 1.247 1.342 1.489 1.233 1.341 1.483 976 1.370 1.190 1.286 1.235 1.404 016.Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo
204 233 168 188 197 312 173 192 311 171
195 275 257 106 209 107
017.Ricerca e innovazione 3.613 3.525 3.260 2.957 4.453 3.977 3.481 4.273 3.837 3.516 3.772 4.351 3.713 3.810 3.305 2.066 018.Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente
1.443 901 718 569 1.661 1.204 1.057 1.626 1.161 1.020
1.454 1.333 1.184 1.669 1.354 957
019.Casa e assetto urbanistico 890 710 436 455 2.290 1.041 500 2.280 1.018 496 1.979 1.142 810 1.860 1.640 784 020.Tutela della salute 841 766 739 727 1.286 1.021 929 1.284 1.011 931 982 894 960 903 788 454 021.Tutela e valorizzazione dei beni e attività' culturali e paesaggistici
1.394 1.358 1.205 1.474 1.658 1.483 1.643 1.647 1.475 1.606
1.984 1.464 1.631 292 306 264
022.Istruzione scolastica 44.016 44.184 42.064 40.980 46.255 45.024 42.890 45.177 44.023 42.771 45.324 44.435 43.302 692 417 251 023.Istruzione universitaria 8.553 7.909 8.006 8.195 8.898 8.392 8.010 8.886 8.415 7.948 9.143 9.284 8.401 2.564 1.622 988 024.Diritti sociali, politiche sociali e famiglia 25.372 25.654 30.736 30.918 26.420 26.182 31.118 26.072 25.640 30.914 26.293 25.400 31.321 1.371 1.694 1.225 025.Politiche previdenziali 73.996 77.255 71.989 81.860 74.709 78.046 72.283 74.661 77.274 71.870 72.343 67.504 69.913 5.808 14.586 13.835 026.Politiche per il lavoro 2.934 2.727 5.678 5.407 3.273 5.264 6.001 3.211 5.200 5.945 3.246 4.226 5.991 3.425 4.464 4.325 027.Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti
1.416 1.580 1.408 1.436 1.622 1.767 1.652 1.608 1.757 1.651
1.521 1.593 1.836 180 323 126
028.Sviluppo e riequilibrio territoriale 6.139 6.895 9.160 3.837 2.277 2.493 7.631 2.235 2.449 7.584 2.953 2.093 3.045 3.790 2.834 7.266 029.Politiche economico-finanziarie e di bilancio 66.254 65.365 60.934 59.975 73.547 66.615 63.493 71.485 64.945 58.899 68.895 66.341 58.481 6.866 4.473 3.057 030.Giovani e sport 828 792 665 622 800 793 666 771 788 662 887 838 719 123 80 22 031.Turismo 76 76 37 29 76 73 31 75 73 31 75 73 31 0 0 0 032.Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche
2.324 1.733 1.564 1.648 3.058 2.831 1.937 2.862 2.707 1.862
3.218 1.917 2.022 511 1.224 1.045
033.Fondi da ripartire 13.750 14.801 13.522 10.962 7.918 5.446 4.121 3.955 1.562 1.176 158 831 377 5.309 2.022 1.385 034.Debito pubblico 296.558 338.122 293.889 327.835 294.480 300.087 276.401 248.896 258.081 259.946 249.186 258.743 259.667 998 335 603 Totale complessivo 752.593 801.798 742.579 779.043 774.248 769.317 736.519 716.633 715.380 706.957 699.350 693.092 705.387 96.667 108.276 93.149
(variazioni percentuali)
Stanziamento iniziale di competenza
Stanziamento definitivo di competenza Impegni Pagato totale Residui finali MISSIONI
2010/09 2011/10 2012/11 2010/09 2011/10 2010/09 2011/10 2010/09 2011/10 2010/09 2011/10
001.Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei ministri 3,4 -5,5 -3,1 4,1 -12,3 4,9 -12,2 -2,2 -5,1 -22,9 -68,9 002.Amministrazione generale e supporto alla rappresentanza generale di Governo e dello Stato sul territorio 9,7 4,3 2,6 -14,2 40,0 -18,5 46,9 -21,6 47,0 71,5 -8,7 003.Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali 6,8 -8,3 3,0 3,7 -2,6 4,1 -4,3 -0,2 6,1 38,3 -12,8 004.L'Italia in Europa e nel mondo -3,9 4,0 0,0 -5,5 2,2 -7,9 6,0 2,3 1,5 -52,4 -35,5 005.Difesa e sicurezza del territorio -3,5 4,3 1,8 -2,6 1,9 -3,0 2,3 -5,9 10,6 39,0 -15,9 006.Giustizia -0,5 -2,9 3,6 -12,1 10,0 -8,9 12,2 -2,9 4,7 -31,7 -3,0 007.Ordine pubblico e sicurezza -1,8 -0,7 -0,1 -8,0 4,9 -7,8 5,9 -8,5 5,9 4,2 -19,2 008.Soccorso civile 18,4 -5,1 -7,1 -7,6 9,5 -7,9 10,8 -9,3 3,5 -24,8 -17,7 009.Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca -5,6 -14,3 -18,3 -5,2 -22,1 -2,7 -22,7 -6,9 -13,8 -13,8 -52,4 010.Energia e diversificazione delle fonti energetiche -83,6 0,1 -1,1 -80,6 -13,3 -81,6 -12,0 -27,1 -7,9 -0,8 -97,2 011.Competitivita' e sviluppo delle imprese 3,0 -18,1 -7,0 2,7 -31,8 2,3 -34,1 34,1 -34,0 -20,2 -31,6 012.Regolazione dei mercati 33,7 -25,6 -7,9 -21,7 -34,6 -25,0 -33,3 -10,8 -17,7 -17,7 -45,3 013.Diritto alla mobilità' -26,2 9,5 -10,9 -30,3 5,6 -29,8 4,8 -36,0 49,2 2,5 -25,9 014.Infrastrutture pubbliche e logistica 33,2 -41,9 38,0 39,5 -39,7 40,1 -40,1 -12,3 12,4 40,4 -25,5 015.Comunicazioni 21,4 16,4 -42,8 7,6 11,0 8,8 10,6 40,4 -13,1 -4,0 13,7 016.Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo 13,8 -27,8 11,6 58,1 -44,6 61,8 -45,2 40,7 -6,5 96,8 -48,6 017.Ricerca e innovazione -2,4 -7,5 -9,3 -10,7 -12,5 -10,2 -8,4 15,4 -14,7 -13,2 -37,5 018.Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente -37,5 -20,3 -20,8 -27,5 -12,2 -28,6 -12,2 -8,3 -11,2 -18,9 -29,3 019.Casa e assetto urbanistico -20,2 -38,7 4,4 -54,6 -52,0 -55,4 -51,3 -42,3 -29,1 -11,8 -52,2 020.Tutela della salute -8,9 -3,5 -1,6 -20,6 -9,0 -21,3 -7,9 -8,9 7,3 -12,8 -42,4 021.Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici -2,5 -11,3 22,3 -10,6 10,8 -10,4 8,8 -26,2 11,4 5,0 -13,7 022.Istruzione scolastica 0,4 -4,8 -2,6 -2,7 -4,7 -2,6 -2,8 -2,0 -2,6 -39,8 -39,8 023.Istruzione universitaria -7,5 1,2 2,4 -5,7 -4,6 -5,3 -5,6 1,5 -9,5 -36,7 -39,1 024.Diritti sociali, politiche sociali e famiglia 1,1 19,8 0,6 -0,9 18,8 -1,7 20,6 -3,4 23,3 23,6 -27,7 025.Politiche previdenziali 4,4 -6,8 13,7 4,5 -7,4 3,5 -7,0 -6,7 3,6 151,1 -5,1 026.Politiche per il lavoro -7,1 108,2 -4,8 60,8 14,0 62,0 14,3 30,2 41,8 30,3 -3,1 027.Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti 11,5 -10,8 2,0 8,9 -6,5 9,3 -6,1 4,7 15,3 79,0 -60,9 028.Sviluppo e riequilibrio territoriale 12,3 32,9 -58,1 9,5 206,1 9,6 209,6 -29,1 45,5 -25,2 156,4 029.Politiche economico-finanziarie e di bilancio -1,3 -6,8 -1,6 -9,4 -4,7 -9,1 -9,3 -3,7 -11,8 -34,9 -31,7 030.Giovani e sport -4,4 -16,1 -6,5 -0,9 -15,9 2,3 -16,0 -5,5 -14,2 -35,1 -72,0 031.Turismo -0,6 -51,7 -21,8 -4,0 -57,6 -1,5 -57,6 -2,1 -57,0 844,7 -92,3 032.Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche -25,4 -9,8 5,3 -7,4 -31,6 -5,4 -31,2 -40,4 5,4 139,7 -14,6 033.Fondi da ripartire 7,6 -8,6 -18,9 -31,2 -24,3 -60,5 -24,7 427,2 -54,6 -61,9 -31,5 034.Debito pubblico 14,0 -13,1 11,6 1,9 -7,9 3,7 0,7 3,8 0,4 -66,4 80,2 Totale 6,5 -7,4 4,9 -0,6 -4,3 -0,2 -1,2 -0,9 1,8 12,0 -14,0 Fonte: elaborazione su dati di rendiconto estratti dal SIRGS-CDC.