Date post: | 01-Jul-2015 |
Category: |
Entertainment & Humor |
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Con lo scioglimento dell'URSS la piccola Repubblica Caucasica
rimane legata, dal punto di vista economico, al governo di Mosca.
Nel 1991 l primo Presidente, Askar Akayev,
annuncia le dimissioni dal Partito Comunista dell'Unione
Sovietica, e il 31 agosto 1991
l'indipendenza del Kirghizistan
Kirghizistan - gli ultimi anni
Akayev rimane al potere sino al 2005, quando dopo elezioni considerate non trasparenti si
dimette in seguito alle violente proteste contro il suo potere, considerato un regime corrotto e
autoritario.
La protesta fu la cosiddetta
Rivoluzione dei Tulipani.
Nel luglio dello stesso anno viene eletto
Kurmanbek Bakiyev con l’ attesa di un
cambiamento per il Paese. Ma, per gli oppositori, la
speranza fu vana. Bakiyev fu rieletto
nel 2009 . Le elezioni non furono considerate
trasparenti
Gli oppositori considerano Bakiyev un dittatore, e questo ha portato a continue proteste, che sono
arrivate al culmine nell'aprile del 2010.
Il 6 aprile
Una grande folle di oppositori si è riversata nelle strade, per chiedere le dimissioni del Presidente.
I manifestanti hanno occupato la sede dei servizi segreti e la
tv di Stato.
Roza Otunbayeva,
a capo degli oppositori, è diventata Presidente del
Kirghizistan con un colpo di Stato, ad interim, con la
promessa di nuove elezioni democratiche a fine anno, per
riportare il Paese alla democrazia.
Ma le violenze non sono cessate nemmeno dopo la fuga
di Bakiyev in Kazakistan,
Nel giugno 2010, nella città di Osh, si è giunti a un culmine
di sanguinose violenze, che rischiano di sfociare in un
vero e proprio conflitto civile, violenze etniche tra kirghisi e
minoranza uzbeka.
Il Kirghizistan è l'unico paese al mondo ad ospitare contemporaneamente una base militare russa e una statunitense.
Due strutture molto vicine tra loro, entrambe nel Nord del paese.
Kant base russa è un avamposto, e il presidente Medvedev si è affrettato a proteggerla con l'invio di un battaglione di
paracadutisti.
Quella americana di Manas rappresenta oggi per Washington uno dei centri di rifornimento più importanti per le truppe impegnate
nella campagna afghana.
Due potenze troppo vicine?
nel 2005, il presidente Bakiev aveva autorizzato gli Stati Uniti ad installare sul territorio kirghize
una base militare di grande ampiezza, determinante per la condotta delle operazioni in
Afghanistan vicino.
Il governo provvisorio che si è instaurato a Bichkek, ha chiesto l'assistenza della Russia, per ristabilire l'ordine
nel paese e ricostruire un'economia fatiscente.
La "guerra fredda“ si è spenta, ma la Russia,
non accetta le ingerenze della NATO nelle ex repubbliche sovietiche.
Bakiyev salito al potere con la cosiddetta rivoluzione dei tulipani, spalleggiata da
Washington, per salvarsi chiede adesso aiuto ai russi, ma Mosca intende limitarsi solo alla
protezione delle sue istallazioni in Kirghizistan.
Il Sud del paese, è la parte più povera del Kirghizistan e, soprattutto, è già teatro di pesanti scontri, da circa un ventennio, tra etnie diverse:
quella kirghisa e quella uzbeka
Il rischio kirghiso è quello di un conflitto regionale che vede impegnate le ex repubbliche
sovietiche dell'Uzbekistan e del Kirghizistan (e forse del Tagikistan)
ognuna con parte di propria popolazione all'interno dei confini dell'altra. Ma chi ha interesse a far divampare il Kirghizistan, e, forse,
l'Asia Centrale?
L'Unione Sovietica mescolava popolazioni al suo interno
per controllare meglio gli indipendentisti. Un'eredità che sta flagellando il Caucaso
Il Kirghizistan,
si appresta, il 27 giugno prossimo, a votare per referendum l'introduzione di una nuova costituzione, e poi, in ottobre un nuovo
parlamento.
Nell'attesa è retto da un governo e da un presidente ad interim, che controlla in realtà solo
la parte Nord del paese.
Ma esiste anche la possibilità che sia un'altra mano ad aver incendiato il Kirghizistan:
quella degli islamisti radicali. La piccola repubblica ex sovietica è a maggioranza
musulmana e quasi al confine con l'Afghanistan. Le sue debolezze istituzionali ne fanno una preda
facile da cacciare. La sua destabilizzazione poi metterebbe a rischio l'intera regione e gli interessi
di Washington e Mosca, entrambe interessate a bloccare i progetti espansionistici dei
fondamentalisti locali e dei talebani afghani.
Bishkek rischia di diventare una seconda Kabul.
Alle centinaia di morti e alle decine di migliaia di profughi registrati finora,
potrebbero aggiungersene tante altre.
Eppure né Stati Uniti né Russia hanno intenzioni di mandare da sole
truppe d'interposizione nel martoriato paese centroasiatico,
anche se difficilmente rischieranno di perdere le loro basi militari in terra
kirghisa.