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Costi quel che costi

Date post: 11-Mar-2016
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Giornalino delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Sicilia
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1 Figlie di Maria Ausiliatrice, Ispettoria Madre Morano – Catania - www.fmasicilia.pcn.net - [email protected] 0957285018 la sinfonia della comunione CONTINUA A PAG. 2 Sr Anna Razionale, Ispettrice Il cristiano è vero cristiano a misura che si tiene unito a Dio con la preghiera. Maddalena Morano In questo numero: EDITORIALE pag. 1 SI RICOMINCIA pag. 2 IL SANTO DEL MESE pag. 2 RACCONTIAMOCI LA VITA pag. 3 PERCORSI ISPETTORIALI pag. 9 PERCORSI INTERNAZIONALI pag. 11 SPAZIO GIOVANI pag. 13 SUI PASSI DELLA STORIA pag. 15 PER PENSARE pag. 16 APPUNTAMENTI pag. 18 Una sera d’estate, nella chiesa del paese, ho assistito ad un concerto interessante: “un pizzicato d’archi”. Una trentina di violini, violoncelli, contrabbassi, mandolini… disposti a semicerchio. A metà del secondo tempo il concerto si è improvvisamente interrotto. Il silenzio si protraeva oltre il previsto e dalla platea ci si domandava il perché e il pubblico, pur compostamente, cominciava a dare segni d’impazienza. “Cos’è successo?” “Scusate – spiegò il direttore – non possiamo proseguire la suonata…. Si è guastata una corda di un violino. La stiamo riparando. Anche una sola corda di violino è molto importante. La sinfonia prevede la perfetta efficienza di tutti i violini e di tutte le corde di ciascun violino. Riprenderemo appena la corda sarà riparata e il violino perfettamente accordato con gli altri”. “Ma come?!... Nel pieno di una esecuzione sinfonica, fermare centinaia di corde di una trentina d’archi… e solo perché è stonata una sola corda?”, domandò, sorpreso, un ascoltatore. “Eh sì – gli fu risposto - : l’armonia è perfetta quando c’è l’accordo di tutti e di ciascuno”. Ho trovato questo racconto in un piccolo libro dal titolo: “Monumento di barattoli” 1 . Un titolo strano! Ho subito pensato che raccogliesse dei modelli da realizzare, invece contiene gocce di sapienza che aiutano a pensare e perché no, a rileggere la nostra vita quotidiana e a trovare modi più veri di vivere. A conclusione dell’anno liturgico e preparandoci a vivere il cammino di Avvento, è importante che tutte le corde siano accordate – quelle personali e quelle comunitarie – per accogliere il Dio che viene con la sinfonia della vita e l’armonia dei cuori. AccordArsicon se stessi e con il prossimo è il concerto più gradito a Dio e può restituire alle nostre comunità “la freschezza dell’amore” di Mornese e di Valdocco. Don Bosco e Madre Mazzarello, come abili Direttori d’orchestra, ci sollecitano a raggiustare continuamente le nostre corde indicandoci la strada da percorrere: la preghiera, spazio prezioso in cui Dio desidera donarci il suo Amore, luogo privilegiato per parlare con Lui” 2 . Solo da qui nasce la gioia della comunione e la gioia dell’annuncio di Colui che ci ha detto: va prima ad accordarti con tuo fratello”. Carissime/i, dalle pagine del nostro giornalino che riprende ad essere un luogo di comunicazione e di scambio di esperienze, vi giunga l’augurio che le nostre comunità 18 Novembre 2011 N°1
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Figlie di Maria Ausiliatrice, Ispettoria Madre Morano – Catania - www.fmasicilia.pcn.net - [email protected] 0957285018

la sinfonia della comunione

CONTINUA A PAG. 2

Sr Anna Razionale, Ispettrice

Il cristiano è vero cristiano a misura che si tiene unito a Dio con la preghiera. Maddalena Morano

In questo numero:• EDITORIALE pag. 1• SI RICOMINCIA pag. 2• IL SANTO DEL MESE pag. 2• RACCONTIAMOCI LA VITA pag. 3• PERCORSI ISPETTORIALI pag. 9• PERCORSI INTERNAZIONALI pag. 11• SPAZIO GIOVANI pag. 13• SUI PASSI DELLA STORIA pag. 15• PER PENSARE pag. 16• APPUNTAMENTI pag. 18

“Una sera d’estate, nella chiesa del paese, ho assistito ad un concerto interessante: “un pizzicato d’archi”. Una trentina di violini, violoncelli, contrabbassi, mandolini… disposti a semicerchio.A metà del secondo tempo il concerto si è improvvisamente interrotto. Il silenzio si protraeva oltre il previsto e dalla platea ci si domandava il perché e il pubblico, pur compostamente, cominciava a dare segni d’impazienza. “Cos’è successo?”“Scusate – spiegò il direttore – non possiamo proseguire la suonata…. Si è guastata una corda di un violino. La stiamo riparando. Anche una sola corda di violino è molto importante. La sinfonia prevede la perfetta efficienza di tutti i violini e di tutte le corde di ciascun violino. Riprenderemo appena la corda sarà riparata e il violino perfettamente accordato con gli altri”.“Ma come?!... Nel pieno di una esecuzione sinfonica, fermare centinaia di corde di una trentina d’archi… e solo perché è stonata una sola corda?”, domandò, sorpreso, un ascoltatore. “Eh sì – gli fu risposto - : l’armonia è perfetta quando c’è l’accordo di tutti e di ciascuno”.Ho trovato questo racconto in un piccolo libro dal titolo: “Monumento di barattoli” 1. Un titolo strano! Ho subito pensato che raccogliesse dei modelli da realizzare, invece contiene gocce di sapienza che aiutano a pensare e perché no, a rileggere la nostra vita quotidiana e a trovare modi più veri di vivere.A conclusione dell’anno liturgico e preparandoci a vivere il cammino di Avvento, è importante che tutte le corde siano accordate – quelle personali e quelle comunitarie –

per accogliere il Dio che viene con la sinfonia della vita e l’armonia dei cuori. “AccordArsi” con se stessi e con il prossimo è il concerto più gradito a Dio e può restituire alle nostre comunità “la freschezza dell’amore” di Mornese e di Valdocco. Don Bosco e Madre Mazzarello, come abili Direttori d’orchestra, ci sollecitano a raggiustare continuamente le nostre corde indicandoci la strada da percorrere: la preghiera, spazio prezioso in cui Dio desidera donarci il suo Amore, luogo privilegiato per parlare con Lui” 2. Solo da qui nasce la gioia della comunione e la gioia dell’annuncio di Colui che ci ha detto: “va prima ad accordarti con tuo fratello”.Carissime/i, dalle pagine del nostro giornalino che riprende ad essere un luogo di comunicazione e di scambio di esperienze, vi giunga l’augurio che le nostre comunità

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educanti, sappiano testimoniare la bellezza di una vita in cui si esprimono relazioni vere, autentiche,fraterne, accordate – costi quel che costi - al tocco dell’acqua sorgiva che ci viene offerta ogni giorno dalla novità del Vangelo e dal confronto con le nostre fonti carismatiche.Buon cammino d’Avvento, con Maria, la Donna in cui trova dimora l’Infinito!

“Costi quel che costi” è il nuovo nome del giornalino ispettoriale. Il perchè di questo titolo sta nell’esortazione della Madre a ravvivare l’identità carismatica. Noi, Figlie di Maria Ausilitrice di Sicilia, siamo eredi della passione educativa di Madre Morano che, facendosi forte del suo motto “costi quel che costi”, ha realizzato il disegno di Dio su di lei rendendo felici generazioni di giovani. Su questa scia vorremmo continuare a raccontare la vita delle nostre comunità educanti. A ciascuna di noi spetta il compito di essere protagonista di questa storia e di diffonderne la notizia. Ogni mese - nella rubrica “Sui passi della storia”- avremo il racconto dello sviluppo dell’istituto in Sicilia. Con la rubrica “Spazio giovani”, ci proponiamo di raccogliere le provocazioni e le domande dei giovani che frequentano i nostri ambienti a cui darà risposta un esperto. La rubrica “Pensare” raccoglie considerazioni, riflessioni sulla cultura contemporanea che possono stimolare la nostra formazione e la conoscenza del mondo giovanile. Le altre rubriche ci consentiranno di seguire più da vicino la vita e gli eventi dell’ Istituto e dell’Ispettoria. Allora non resta che augurarci buona lettura!

Si ricomincia...Sr Maria Grazia Tripi

1 Panont A. Monumento di barattoli, LDC 2011

2 Cf Circ. 922

Era il 1861, era nato uno Stato, “la giovine Italia” ma bisognava formare gli italiani, dare loro una lingua e un sentimento comuni: lavoro enorme che si è svolto lungo tutto il XIX secolo e oltre! Mi piace riportare come titolo di questa breve riflessione la celeberrima frase di Massimo D’Azeglio per ricordare la figura di sr. Maddalena Morano, che con la sua instancabile e amorevole dedizione, insieme ad altri salesiani e salesiane del tempo, contribuì a formare l’Italia salesiana! E non credo di esagerare. Forse pecco di imprecisione. Allora mi spiego meglio. Maddalena Morano, Figlia di Maria Ausiliatrice, favorì l’unificazione dell’Italia non abbattendo confini territoriali e politici (l’Italia era fatta) ma tessendo una rete di relazioni tra la “patria del cuore” (la lontana Sicilia) e la patria del carisma Salesiano (Valdocco e Mornese). Giovane maestra di Buttigliera d’Asti (cominciò a 14 anni su invito del parroco!), Maddalena dopo aver conseguito il diploma e “sistemato” la sua mamma vedova comprandole una casetta dove poter trascorrere la vecchiaia, entra a far parte della suore di don Bosco, le così note Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA). Suore di don Bosco perché volute da lui come segno di riconoscenza all’Ausiliatrice. Non un segno materiale, un monumento di pietra bensì un monumento vivente! (che geniale don Bosco!) Dopo aver vissuto alcuni anni a Mornese, guidata e formata da M. Mazzarello, su suggerimento di don Bosco viene scelta per una missione titanica per quel periodo: andare in Sicilia e ‘tessere’ una rete di oratori, laboratori, scuole all’insegna dello spirito salesiano per le ragazze. Terra bona attruvò e bedde picciotte addivintati salesiane! E così fu. Al suo arrivo in Sicilia, lo spirito Mornesino e di Valdocco erano appena seminati. In 26 anni di attività aprì 19 comunità di FMA, 12 oratori, 6 scuole, 5 asili, 11 laboratori, 4 convitti, 3 scuole di religione. Bé, è vero, non sono i numeri che contano ma il suo impegno nel diffondere il carisma di don Bosco e M. Mazzarello in Sicilia. Impegno svolto con lungimiranza di vedute! Non si fermò di fronte alla diffidenza e all’incomprensione di stili culturali diversi: manda giovani religiose a istruirsi, le manda oltre lo stretto a conseguire la patente per l’insegnamento… e ne favorisce, al loro ritorno, l’inserimento strategico nelle scuole; le rende ‘ponte’ tra i dialetti del luogo e la lingua italiana, mediatrici culturali, diremmo oggi (e pensare che ci fregiamo d’aver creato noi questa figura professionale). Per questo suo modo di essere e di fare, l’attuale Madre generale delle FMA ha definito la Morano un “ponte vivente di collegamento dal nord al sud, simbolo dell’unità d’Italia (pardon) dell’unità carisma salesiano vissuto nella diversità dei contesti culturali”. È vero, la storia dell’unità d’Italia è fatta da grandi nomi ma anche dai semplici, dalle donne… dalle suore!

il santo del meseSr Cettina Cacciato, Docente Auxilium

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Maria SS.ma del Ponte e di Altofonte

Il 02 ottobre ad Altofonte è arrivato dal Santuario di Partinico -nel 150° anniversario della sua incoronazione - un maestoso quadro della Madonna del Ponte e di Altofonte. Il quadro apparteneva al monastero circestense di Altofonte al tempo di Federico II, che vi si recava sovente per andare a Messa e pregare la Madonna. L’ abate di quel tempo, in seguito al terremoto e per aiutare la popolazione, volle trasferire il monastero a Partinico, portando con sé il bellissimo quadro della Vergine col Bambino. Il quadro, portato da Partinico da una delegazione della confraternita della Madonna del Ponte, “ritorna a casa”, così è stato detto dal Sindaco nel suo discorso di accoglienza. Ad accogliere la delegazione e il quadro sono le autorità civili, militari ed ecclesiastiche con l’Arcivescovo emerito di Catania Mons. Bommarito. Maria SS.ma è arrivata nella parte alta del paese, accolta dalla banda musicale e dalle confraternite, nonché dalle numerose exallieve delle FMA. In processione tra musica, canti e preghiere ha attraversato le strade della cittadina fino alla piazza principale dove, i

bambini l’attendevano con fiori e bandierine.Dopo l’omaggio della città, che ha espresso la propria gioia anche attraverso i fuochi di articifico, tutti hanno partecipato alla celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Bommarito.Il quadro della Madonna si è fermato otto giorni, dal 2 al 7 ottobre. Il 03 ottobre la nostra comunità educante ha avuto modo di onorare Maria. La chiesa era piena di mamme, papà, nonni, parenti ed amici. Il momento di preghiera è stato animato dai nostri alunni con la guida delle loro mamme, di Sr

vita comunitaria, servizio e preghiera...

Un’esperienza, vissuta dal 1 al 12 agosto 2011 a Palermo “Santa Chiara”, che si è fondata su tre idee: una forte vita comunitaria, un servizio missionario verso i poveri e gli abbandonati e una vita di preghiera, semplice ma quotidiana. I giovani, che hanno scelto di vivere questa esperienza e hanno donato

parte del loro tempo, hanno raggiunto obiettivi che prima sembravano irraggiungibili. Ad ogni modo occasioni come queste servono a valorizzare la sensibilità di una persona, e non solo. Si é dato la possibilità infatti di mettersi in gioco, conoscersi, scambiare idee, intercettare sogni, bisogni e aspirazioni. Cio che spinge i ragazzi e le ragazze a “donarsi”,

sembra essere la voglia e il desiderio di rendersi utili, leggendo dentro questo bisogno la disponibilità a vivere la Fede. Noi che abbiamo partecipato abbiamo scoperto quanto sia importante aiutare il prossimo, toccando con mano il valore della provvidenza di Dio, che si occupa giornalmente e instancabilmente di tutte

La Comunità educante di Altofonte

Un giovane

Maria Marzo e di Sr Nicoletta, la direttrice. E’ stata una bella festa capace di commuovere la gente. Ringraziamo il Signore per questo dono, per questa meravigliosa esperienza con i piccoli in preghiera e le loro famiglie. Veramente abbiamo sentito la presenza di Maria sperimenando che il Signore si rivela ai piccoli.

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le persone. All’inizio della nostra esperienza per qualcuno si è notato un pò di delusione, poiché, dopo essere stati assegnati a gruppi di lavoro differenti, non si riusciva ad essere operativi quanto realmente si voleva.Lo staff che ci seguiva però, presentando il Santa Chiara, ha sottolineato una frase che ci ha colpito particolarmente: “chi entra al Santa Chiara “rischia” di innamorarsene”, nessuno ci credeva.La difficoltà iniziale era data dal fatto che la necessità di ogni persona era diversa da quella che noi come gruppo volevamo offrire, poiché non si richiedeva solo aiuto materiale, ma un certo sostegno morale, che per noi preparati al Fare risultava

molto difficile. L’impegno, l’assiduità, il dono di se stessi, l’unione sono stati gli elementi caratterizzanti che ci hanno permesso di non perdere di vista l’obiettivo: il dono. Non si sono realizzate grandi cose: piccoli gesti, piccole attenzioni, il desiderio di donare amore e trasmettere il messaggio d’amore più grande, regalando il nostro tempo e i nostri sorrisi.Tutto ciò ha fatto si che alla fine siamo stati noi che nel donare abbiamo ricevuto molto di più.Ebbene si! Alla fine quella persona, che sosteneva la grande affezione che avremmo avuto per il Santa Chiara, aveva proprio ragione! Quel posto è magico ti attrae proprio per la semplicità, la naturalezza e l’umiltà delle persone che vi abitano. Tutti

BUON COMPLEANNO GREST Erminia Viola - Pietraperzia

Il grest ha compiuto i suoi 18 anni, è diventato maggiorenne!Sono trascorsi 18 lunghi anni da quell’estate in cui ebbe inizio questa avventura. Era infatti il luglio 1993 quando il primo Grest salesiano fece capolino nell’afosa e tranquilla estate del nostro piccolo paese. Da allora ogni anno l’appuntamento si è rinnovato con puntualità, diventando parte dell’estate pietrina. Da buon maggiorenne, qual è oggi, il Grest è maturato nel corso di questi anni, ha acquisito esperienza e consapevolezza, è cambiato, rinnovando di anno in anno, i temi guida, colori e loghi delle magliette, i vari ed eventuali gadget quali visiere, cappellini, bandane. In questo percorso di crescita si è anche adeguato

ai tempi, ai gusti delle nuove generazioni, innovando di volta in volta i protagonisti delle diverse storie che lo hanno animato. Così il “vecchio” Peter Pan (personaggio del primo grest) ha dovuto lasciare il testimone al più “moderno” Harry Potter (protagonista del grest 2002) e i vecchi luoghi fiabeschi (La storica “isola che non c’è) hanno lasciato spazio a nuovi scenari fantastici, ad ambientazioni in mondi paralleli (L’incantato mondo di Narnia, tema del grest 2006, o a città di Dabulia, scenario di quest’ultimo grest). Ad alternarsi in questi 18 anni sono stati anche coloro che, con impegno e dedizione, hanno curato l’organizzazione di tale evento. Tanti i volti,tra figlie di Maria Ausiliatrice ed animatori, che si sono avvicendati

nell’offrire il proprio tempo, il proprio impegno, i diversi carismi, per la buona riuscita di ogni edizione del Grest. Immancabile è stato il naturale cambio generazionale a cui si è assistito,e fortunatamente si assiste ancora oggi. I giovani animatori del 93 sono oggi padri e madri di famiglia e gli allora piccoli grestini sono oggi giovani animatori, universitari o lavoratori. Così le “vecchie” generazioni hanno lasciato il testimone alla nuove che, con immutato spirito e carisma salesiano, continuano a permettere che quel Sogno di Don Bosco, continui ancora oggi, a divenire realtà.

Rubrica “Raccontiamoci La Vita” - Novembre 2011

eravamo convinti di aiutare, ma in realtà ci siamo resi conto, che sono stati proprio loro ad arricchirci l’animo con i loro sguardi, sorrisi, abbracci pur non avendo nulla. Loro, nonostante tutto sono felici! Questo ha fatto tanto riflettere e capire davvero il senso della vita, il sapere apprezzare più le cose che ci sono state donate da Colui che ci ama incondizionatamente.L’ esperienza del campo lavoro ha suscitato in me questa domanda forte…io quanto sono disposto a Dargli? La risposta sta nella quotidianità e nelle piccole scelte.

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Cosa ha permesso che quest’avventura si perpetuasse per 18 lunghi anni? Quale spirito accompagna ed “anima” le suore salesiane e gli animatori che di questa avventura sono stati i promotori? Cos’è che spinge un ragazzo/a, adolescenti, giovani o adulti, ad offrire il loro tempo, la loro disponibilità, buona parte della loro tanto attesa estate? Credo che tutti questi volontari oltre ad essere animati da vero spirito salesiano, abbiano fatto esperienza di cosa voglia dire donarsi agli altri, di quanto sia appagante, nonostante la fatica di ogni sera, il caldo afoso di luglio, donare parte del proprio tempo in modo assolutamente disinteressato. Penso che abbiamo scoperto come nel donare si finisce immancabilmente per ricevere, talvolta più di quanto si è dato, e che

infondo, a fine giornata o a fine Grest, ci si arricchisce e si cresce comunque. E poi se è vero che il dono più grande che si possa fare a qualcuno è donare il proprio tempo, perché con esso si regala un pezzo di vita che non verrà più restituito, è altrettanto vero che con questo dono “a fondo perduto” ci si arricchisce dei sorrisi disegnati sui volti dei tanti bambini, della loro gioia ed energia che sprizza ad ogni poro, di quell’innocenza e di quella umiltà che solo un bambino sa contagiare. Tutte queste esperienze, questi piccoli “tesori” accumulati, accrescono la speranza che questo “circolo vizioso” di generosità possa non arrestarsi mai, trasmettendosi da una

Rubrica “Raccontiamoci La Vita” - Novembre 2011

FESTA DELLA FAMIGLIA 2011

Il 9 ottobre 2011 si è svolta la FESTA della famiglia al PIME di Mascalcia curata dalla Comunità Educante dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Catania.Sul tema “Il primato educativo della famiglia” insegnanti, educatori, genitori, guidati dal Prof. Tonino Solarino, hanno vissuto un intenso momento di riflessione e condivisione, seguito dalla Celebrazione Eucaristica, con canti e preghiere corali.Essere genitori ed educatori è un modo per esprimere l’amore di Dio oggi, ma occorre coraggio, pazienza, grande responsabilità, determinazione e voglia di andare avanti, nonostante tutto!E’ evidente il fatto che un’esperienza significativa come questa si ricolleghi ai “valori” in cui crediamo profondamente e alle preoccupazioni che ruotano attorno

alla tematica famiglia, con uno sguardo di ricerca e con l’intento di restituire a tutti momenti di confronto e di gioia.Nel pomeriggio le famiglie sono state protagoniste di un divertente karaoke ricco di vivacità e partecipazione conclusosi con la premiazione e l’assegnazione delle coppe ai vincitori. Inoltre tutti i partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare lo stand dei lavori realizzati durante l’anno scolastico.Siamo davvero orgogliosi di aver lavorato insieme con il Consiglio della Scuola per l’organizzazione e di aver portato a termine con successo una giornata vissuta all’insegna della fraternità e della gioia.Ringraziamo quanti vi hanno preso parte con la certezza che

soprattutto l’incontro con Cristo cambia la vita radicalmente, infonde il desiderio di portare nel mondo il lieto annuncio, di testimoniare con coraggio la propria fede, di costruire “famiglie speciali”, che sempre e comunque sappiano dare “sapore alla vita”, attraverso molteplici strade.Vogliamo insieme costruire un Comunità Educante capace di investire in positivo le forze migliori.

Comunità educante Maria Ausiliatrice - Catania

generazione di animatori ad un’altra, così che i piccoli grestini di oggi possano diventare i nuovi giovani di domani che con impegno e dedizione portino avanti questa splendida “Missione” e facciano in modo che di candeline da spegnere il Grest ne abbia ancora tante. Nel frattempo non resta che augurare nuovamente: “Buon Compleanno, Grest”!

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Rubrica “Raccontiamoci La Vita” - Novembre 2011

Giovani sotto le stelle

In occasione dell’inizio del nuovo anno accademico, presso il pensionato per universitarie “Casa Madre Morano” si è tenuta la” Festa dell’Accoglienza” che, come nelle scorse edizioni, è stata organizzata dalla Direttrice Suor Grazia Colombo con la collaborazione delle ragazze che da più anni abitano nella residenza. Lo scopo di questo incontro è da sempre quello di accogliere le studentesse che per la prima volta trascorreranno il loro periodo di studio nella Casa, creando un clima di apertura, familiarità e allegria tipico dello stile salesiano, ideale per instaurare nuove conoscenze e per far sentire ognuna come a casa propria. In ogni edizione, la scelta di una tematica ha fatto da sfondo all’incontro, creando un filo conduttore ideale tra due momenti fondamentali, cioè quello del conoscersi e del far conoscere la radice dello spirito salesiano che si incarna nei due fondatori: Don Bosco e Madre Mazzarello.Per la festa di questo nuovo anno accademico, tenutasi lunedì 24 ottobre alle ore 21, le ragazze di CMM hanno deciso di intitolare la serata “Giovani sotto le stelle”, in quanto questa immagine ben si accosta ad alcune importanti sfumature che hanno rinnovato ed arricchito quest’ultima edizione. La prima novità è nata da una sfida lanciata dall’Ispettrice Suor Anna Razionale che, in occasione di un incontro tenutosi lo scorso anno, ha esortato le ragazze di casa M.M. ad aprire simbolicamente le porte della Casa ad altri universitari per renderla il punto di riferimento di tutti quei giovani salesiani e non che, trovandosi a Catania per motivi di studio, abbiano il desiderio di incontrarsi e confrontarsi con altri coetanei, per condividere momenti di riflessione sulle tematiche sociali e culturali che più interessano la sfera giovanile, ma anche attività ricreative di vario genere. Le ragazze di CMM hanno accolto con entusiasmo

questa proposta; infatti, proprio in occasione della festa dell’accoglienza di quest’anno, si è deciso di invitare i giovani che risiedono presso il pensionato per universitari “Don Bosco” di Barriera (CT). L’incontro si è svolto attraverso un primo momento educativo, durante il quale le figure dei due fondatori Don Bosco e Madre Mazzarello sono state presentate rispettivamente dai giovani del pensionato “Don Bosco” e dalle giovani di CMM, a cui è seguito un momento ricreativo per facilitare la presentazione di tutti i partecipanti all’incontro. A tale scopo ciascuno dei presenti è stato simpaticamente chiamato a presentarsi con l’uso di bigliettini, contenenti i nominativi di ciascuno, attraverso la lettura dei quali ognuno è stato invitato a dire qualcosa di sé. Alla festa hanno partecipato l’Ispettrice Suor Anna Razionale, la Direttrice Suor Grazia Colombo, le Figlie di Maria Ausiliatrice, Don Alfio Lucio Bruno .Una serata tipicamente autunnale con un clima tutto sommato “clemente”, ha accompagnato la festa che dal salotto si è spostata nel cortile di CMM, rendendo il titolo della festa “Giovani sotto le stelle” pienamente coerente con tutti i momenti programmati per lo svolgimento della festa.E’ auspicabile che questo primo incontro per l’A.A. 2011/2012, possa essere seguito da altri momenti di condivisione da cui nascano nuove idee e progetti da sviluppare per far conoscere l’entusiasmo e la vivacità salesiana ad altri giovani universitari catanesi.

Laura Patorniti - Madre Morano (Catania)

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DON BOSCO’S BIRTHDAY

La Comunità Educante dell’Istituto “S.G.Bosco” di Messina riparte nella sua scommessa con i giovani della città, nel segno di due grandi eventi: il 140^ di fondazione della congregazione delle FMA e l’avvio della preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco, che si celebrerà il 16 Agosto 2015. Nella prospettiva carismatica di questi festeggiamenti, la Comunità Educante riscopre la bellezza della propria missione educativa, che l’Istituto “ S.G.Bosco”, di generazione in generazione, esprime principalmente in due ambiti: la gestione della scuola Paritaria, dalla scuola dell’Infanzia ai Licei, Classico e Scientifico; l’animazione dell’Oratorio Centro Giovanile.

Obiettivi delle consacrate e degli educatori sono quelli del Padre e Maestro della gioventù, riproposti dal Rettor Maggiore Don Chavez, nella lettera in preparazione al Bicentenario: il buon cristiano e l’onesto cittadino; il trinomio “allegria, studio, e preghiera”; le “tre S”: salute, scienza, santità; la cultura; l’evangelizzazione e la civilizzazione. Per raggiungere tali preziose mete, lo storico Istituto messinese in dialogo con le famiglie e i giovani, amplia la propria offerta formativa, potenziando l’attività laboratoriale extra curricolare e incrementando i progetti sportivi. Nella migliore tradizione salesiana, l’anno sociale è stato ufficialmente inaugurato il 30 Settembre, con un

momento di festa, di amicizia e famiglia, che ha visto la partecipazione dei docenti, degli studenti dei Licei, delle terze medie e degli exallievi.

Rubrica “Raccontiamoci La Vita” - Novembre 2011

Il 18 settembre 2011, presso i locali dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Catania, si è tenuto un importante incontro tra tutti gli educatori salesiani provenienti da ogni parte della Sicilia. È partito così il nuovo anno pastorale dallo slogan formativo: Sulle orme di don Bosco, Buon Pastore, Anche io do la mia vita, un cammino, giunto ormai al terzo anno, di preparazione al bicentenario della nascita del Santo più amato dai giovani. Un grande avvenimento e una concreta opportunità per riscoprire la vita, la pedagogia e la spiritualità di Don Bosco.La società, in continua evoluzione, è mutata profondamente e con essa l’istituzione familiare che sta vivendo una profonda crisi

“BUONI CRISTIANI E ONESTI CITTADINI”

di appartenenza sociale e culturale costituendo così motivo di profonda riflessione. I giovani hanno perso, quindi, i loro punti di riferimento e noi insegnanti-educatori dobbiamo essere disponibili ad ascoltare con amorevolezza le loro richieste e a dare delle risposte certe che possano far crescere in loro il senso di responsabilità.L’arte di educare si acquisisce non solo con la pazienza e l’umiltà ma anche con l’esperienza. Proprio quest’ultima è quella che ci ha tramandato Don Bosco e che possiamo leggere nelle Memorie dell’Oratorio di san Francesco di Sales. Ancora oggi, a distanza di duecento anni, i Suoi insegnamenti sono

e saranno le fondamenta solide su cui edificare la scuola del domani dove accogliere i giovani desiderosi di guardare al proprio futuro con fiducia e con la consapevolezza di poter un giorno proseguire l’opera salesiana sulle orme di Don Bosco, buon pastore, e diventare come diceva Lui: «Buoni cristiani e onesti cittadini».

Giorgio Ciarcià - Caltagirone

Comunità educante Don Bosco - Messina

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Rubrica “Raccontiamoci La Vita” - Novembre 2011

“PER GRAZIA RICEVUTA”

“Per grazia ricevuta” è il titolo di un cortrometaggio che vede come protagonista un ragazzino ospite della comunità alloggio “D. Savio” di Pedara. Il titolo di questo lavoro, da lui realizzato insieme alla sua classe, la IB dell’Istituto S.Casella, sembra quasi provvidenziale. Ogni tanto i nostri ragazzi invece di distinguersi perché difficili, perché oggetto di pregiudizi, si trovano al centro di un’iniziativa pregevole che ha riempito di gioia ed orgoglio l’Istituto Sacro Cuore di Pedara al completo. In questa realizzazione della durata di 11 minuti circa, ambientata e prodotta a Pedara, si fa un tuffo nel passato, ai tempi dei cavalli per strada e delle candele in casa e quasi per caso tocca un tema di grande attualità ancora oggi, quello dell’indifferenza nei confronti del più debole. Il protagonista, il nostro Rosario, ad un certo punto si rende conto della sua durezza nei confronti di un suo sottoposto ormai in fin di vita e dice con tono umile e compunto di essere stato cieco e sordo di fronte alla sofferenza... Tutto questo lo realizza grazie alle parole sussurrate al suo orecchio dalla Beata Giuseppina Faro che gli dice di “aver conosciuto finalmente l’amore e la carità per il prossimo” e per tanto è degno di ricevere la grazia della guarigione del suo cocchiere. Niente di più moderno come tema. A volte bastano poche parole e pochi minuti per porre l’attenzione su argomenti sempre di grande interesse, quale amore per gli altri, la carità e la fede che devono sempre sostenere le nostre vite...un grazie a Rosario per averci fatto sentire fieri di averlo con noi.

Letizia Carnazza - Pedara

UNA SCUOLA CHE NON MOLLA!

Palmeri Loredana - Gela

E’ proprio così , la nostra è una scuola che non “molla” che non vuole mollare, vive da mezzo secolo e ancora oggi germoglia alunni validi, che si caratterizzano per valori sani, quasi in estinzione.Lottiamo quotidianamente per dare ai nostri ragazzi il meglio, vogliamo, come in una buona famiglia, donare dei modelli sani e valori che non tramontano.La nostra Scuola, l’Istituto Suor Teresa Valsè, quest’anno festeggerà il suo 50°, avvenimento importante e determinante per ognuno di noi.Non a caso , la nostra accoglienza ai piccoli della prima classe, si è contraddistinta per la presenza straordinaria dei nostri primi ex-alunni, la classe, che con Suor Maria Placenti ha aperto le porte della nostra casa nel lontano 1962.Ad ognuno dei bambini è stato donato un portachiavi con l’immagine del Santo dei giovani, il nostro Don Giovanni Bosco, che sentiamo vivo e presente tra noi.Ci siamo promessi di essere ancora testimoni vivi di un amore che abbiamo ricevuto gratuitamente da chi ci ha preceduto e vogliamo ricolmare di gioia i nostri ragazzi per farli sentire unici, amati … come amava Lui in modo speciale!Tutta la programmazione del nostro anno scolastico è ricca di progetti ed avvenimenti entusiasmanti incominciando dal nostro pellegrinaggio di apertura verso la Chiesa di Santa Lucia, sita in uno dei quartieri più a rischio della città. Ed è proprio lì che nasce la nostra vivace testimonianza… famiglie e insegnanti che affidano i loro piccoli a Dio per un anno proficuo e sereno.Poi l’inaspettata festa dei nonni che, devo dire: è stata veramente magnifica; una mostra di oggetti antichi, racconti emozionanti di persone straordinarie, le quali, orgogliose del loro passato, hanno coinvolto i nostri piccoli alunni, che con occhi sgranati e con vivo interesse hanno ascoltato e poi interloquito con loro ed infine … via con le danze … un Valzer con il proprio nonno! Insomma credetemi… è da ripetere!Il nostro mese di Ottobre è ricco di iniziative legate alla raccolta per le missioni.E’ già da alcuni anni che la nostra Scuola, ha voluto evitare dolciumi o cibi succulenti per il nostro spuntino missionario, proprio per mostrare ai ragazzi

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Rubrica “Raccontiamoci La Vita” - Novembre 2011

il sacrificio e il valore delle “cose” semplici, anche per i più piccoli della Scuola dell’Infanzia, un panino con l’olio …apprezzato veramente da tutti!Concluderemo la raccolta missionaria con la festa di San Martino, una grigliata all’aperto per un gustoso panino con la salsiccia. Lo spirito di famiglia cresce ogni anno di più nella nostra casa…ora come non mai!!!Giorno 21 ottobre nella nostra Parrocchia San Giovanni Evangelista, Monsignor Grazio Alabiso , vicario foraneo ma soprattutto pioniere della casa, ha ufficializzato i festeggiamenti del cinquantesimo; tutta la famiglia Salesiana e il quartiere si sono stretti attorno alla nostra realtà . Per l’occasione è nato anche un sito web ricco di foto e ricordi che sembrano mai scolpiti dal tempo.Il nostro è un Istituto veramente all’avanguardia; in mezzo alle tempeste che travolgono la “Scuola” in questo periodo, noi vogliamo offriamo ancora, un luogo

sicuro, curato e pulito, dove la cultura non è un’opzione , ma è la base su cui si fonda il futuro dei nostri ragazzi, dove l’alunno non è un “ numero” ma è ancora una persona da amare e rispettare. Noi offriamo un cammino parallelo ai nostri alunni, un cammino cristiano fatto di valori come l’amore, il rispetto, la famiglia, l’onestà.È una scuola aperta alle iniziative della città, che partecipa attivamente a progetti cittadini, nazionali ed internazionali e che con prestigio ed orgoglio riesce a farsi valere .Concludo testimoniando che la nostra Scuola è “ LA CERTEZZA” in una società barcollante …ecco perché non può e non deve MOLLARE !

Sono state giornate di formazione e di ritorno alle Fonti quelle vissute dalle suore giovani dal 7 al 9 ottobre, tenutosi a Catania, in casa ispettoriale.Il primo incontro ha interessato solo le suore giovani da 0 a 6 anni di professione ed avuto inizio venerdì 7 mattina sotto la guida di sr. Rosanna Costantini psicologa impegnata attualmente nella guida di gruppi famiglie, giovani, al centro di Spiritualità di Subiaco, Roma. Il tema dell’ incontro “La mia identità carismatica all’opera”, nel dialogo di gruppo e nel confronto con le Costituzioni e la Parola, ha aiutato a prendere consapevolezza delle luci e delle ombre, dei punti forza, ma anche di debolezza che attraversano

il cammino di noi consacrate. Riscoprire la propria identità ha voluto dire riscoprirsi scelte e amate da Dio per una missione, per un progetto da realizzare in Lui. Una vita che, alimentata alla fonte della sua Parola e del suo Corpo, diviene con Lui “pane” per i nostri fratelli. (cfr. art.40) Come Maria, anche noi consacrate, siamo chiamate ad essere dimora abitata dal Verbo di Dio. Siamo quella dimora che deve rendere visibile al mondo, ai giovani, alle sorelle della comunità, ai laici, Dio. Abbiamo bisogno di lasciarci riempire dalla sua Presenza, di lasciarci abitare dalla sua Parola se vogliamo crescere, moltiplicarci

IN cammino per ravvivarci alla “freschezza delle origini”

Sr Serafina Massa - Pietraperzia

e portare frutto nella nostra Ispettoria, nel nostro Istituto. È necessario pertanto che ciascuna si senta interpellata a recuperare la propria esperienza interiore come luogo dell’incontro con Dio per restituire ai giovani la freschezza dell’amore.Nel pomeriggio di sabato, ha avuto inizio l’incontro su “Gestione innovativa e carisma” che ha interessato le suore giovani da 0 a 12 anni di professione. L’incontro, guidato da sr. Alessandra Smerilli, esperta di economia e docente della Facoltà Auxilium, ha permesso di riflettere sul perché

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commissione sorelle anziane

Il primo incontro della Commissione Sorelle anziane si è svolto il 15 ottobre, presso la Casa ispettoriale. Obiettivo dell’incontro è stato quello di dare continuità alla riflessione sulla realtà della terza e quarta età a partire dalle indicazioni dell’Istituto perché ogni FMA possa, così come scritto nella programmazione, “Ripensare e vivere l’anzianità come opportunità per partecipare in modo nuovo alla comune missione”. Tutte siamo a conoscenza che a livello di Istituto, dopo richiesta esplicita dell’Assemblea Capitolare, si è avviato un processo per affrontare la sfida dell’invecchiamento, esperienza inedita, che

una comunità per tutte le età

cresce sempre di più soprattutto nei Paesi in cui l’Istituto è stato presente fin dalle origini.Il cammino dell’Istituto, che si è codificato nel testo “Dare vita agli anni”, l’esperienza ricca di ognuna, la possibilità di approfondimento ci aiuteranno ad individuare cammini concreti di accompagnamento, di animazione delle suore anziane, di organizzazione e gestione delle strutture.

L’11 novembre 2011 presso la Casa ispettoriale si è radunata la commissione “Una comunità per tutte le età”. Obiettivo dell’incontro è stato quello di riflettere su come “dare vita agli anni” e su come portare avanti l’unica missione in “una comunità per tutte le età”. Forte è, infatti, “l’esigenza di raccordare la terza età con le altre stagioni dell’esistenza e alla vocazione carismatica, sempre viva e presente in ogni età perché la chiamata di Dio non smette mai di sorprenderci e di rendere feconde le nostre vite”. (Dalla parola della Madre)Coscienti che la gestione innovativa della missione richiede il convergere di tutte le risorse alla commissione sembra opportuno riflettere sulle modalità concrete.

Costruire comunità per tutte le età è oggi una sfida perché il Carisma sia consegnato alle nuove generazioni nella sua genuinità e ogni FMA divenga ponte per le nuove generazioni.E’ compito di questa piccola commissione avviare la riflessione e indicare passi concreti.

oggi, è fondamentale una nuova gestione riletta alla luce del carisma. Cos’è cambiato rispetto alle origini? Assistiamo a una diminuzione delle vocazioni, ad un avanzamento dell’età media, alla complessità della realtà delle opere e al coinvolgimento maggiore dei laici. Ripercorrendo la storia abbiamo notato come lo Spirito abbia suscitato nuove forme di gestire la vita e questo deve aiutarci a riflettere che le nostre opere,

nascono da un carisma, ovvero, sono dono dello Spirito Santo e non nascono da un movente economico, ma da un principio di gratuità, e come risposta ai bisogni di persone concrete. La grande sfida per noi consacrate è gestire bene questo patrimonio carismatico che don Bosco e Madre Mazzarello ci hanno affidato per garantire continuità e fecondità al carisma salesiano.

Rubrica “Percorsi Ispettoriali” - Novembre 2011

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Sr Francesca Scibetta - Mazzarino

Dal 26 settembre al 2 ottobre si è tenuto a Castelgandolfo (Roma) l’incontro internazionale per il rilancio dell’Oratorio Centro Giovanile dal titolo “Ecco il tuo campo…”, organizzato dall’ambito per la Pastorale giovanile e a cui ha partecipato una rappresentante FMA per ogni Conferenza Interispettoriale. Tre gli obiettivi principali con cui ha lavorato l’equipe internazionale:1. Riflettere sulla proposta educativa dell’OCG attraverso una presentazione storico – pastorale del suo sviluppo ed una lettura in chiave socio-pedagogica di contesti ispettoriali e realtà locali emergenti da un campione di questionari.2. Cercare insieme come ravvivare la passione del “cuore oratoriano” di FMA e laici creando ponti verso i luoghi informali e della rete, per raggiungere i giovani là dove sono.3. Individuare modalità per potenziare l’OCG come ambiente educativo che cerca, accoglie ed accompagna, e come spazio di crescita vocazionale e missionaria.Il lavoro, durante i 7 giorni a Castelgandolfo, è stato suddiviso in 4 tappe, ciascuna comprensiva di momenti di riflessione insieme, letture di esperienze, condivisione e laboratori:

1. Oratorio: porte spalancate – “Sai fischiare?”: l’oratorio nasce durante la settimana, dall’andare a cercare i ragazzi, agganciarli amichevolmente ed invitarli per la domenica seguente. Fin dall’inizio, esso appare come opera strategica per esprimere l’identità educativa e lo spirito salesiano: in occasione dell’apertura di nuove case, le FMA cercavano di assicurarsi il diritto di usare gli ambienti per l’oratorio festivo e facevano di questa condizione un requisito importante per accettare o rifiutare nuove fondazioni, dal momento che esso rappresentava il modo più pratico di promuovere l’istruzione religiosa nel ceto popolare, di sostenere la socializzazione delle ragazze, il coinvolgimento di assistenti ed exallieve, creando un legame di solidarietà tra loro e le oratoriane, potendole seguire anche durante la settimana, nelle vicissitudini lavorative. Nel Manuale delle FMA del 1908 si legge: “Tutte

le professe devono convincersi che l’oratorio è un apostolato non meno utile di quello delle insegnanti, perché per molte ragazze l’oratorio è una tavola di salvezza!”

2. Oratorio: cantiere in movimento – “Voi siete l’unico mio pensiero”: l’oratorio si presenta come un “ambiente” fatto, prima di tutto, di persone, consacrati e laici, • che in gruppo hanno come elemento di coesione l’amore ai giovani e la passione educativo - pastorale e che accolgono tutti i giovani che intendono passare un po’ del loro tempo insieme, creando un clima di famiglia tale che li faccia sentire a casa (oratorio – casa che accoglie);• che non solo lavorano per i giovani, che amano i giovani ma che considerano importanti per la vita dei ragazzi la voglia di stare insieme, parlare tra di loro, di giocare allegramente per distendersi e scaricare le tensioni accumulate nei momenti di studio e di lavoro e crescere in amicizia (oratorio – cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria);• che sentono la missione educativa da realizzare nello stile dell’animazione, che credono che in ogni giovane, anche il più difficile, ci sia in germe un insieme di attitudini e qualità da far fruttificare (oratorio – scuola che avvia alla vita);• che crescono con un modello di uomo, Gesù di Nazaret, ed intendono costruire una comunità in cui si possano sviluppare le potenzialità di ciascuno e si possano avere le risposte alle domande fondamentali della vita (oratorio – parrocchia che evangelizza).

3. Oratorio: spazio di crescita vocazionale e missionaria – “Sapete che desidera da voi questo povero vecchio…?”: Il primo criterio oratoriano per rivitalizzare ogni ambiente educativo è basato su una chiara “opzione vocazionale” e questo è valido non solo per SDB e FMA ma anche per altri membri della Famiglia Salesiana e

Incontro internazionale per il rilancio dell’OCG

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per i laici animatori. La richiesta interiore – “mi pare di trovarmi in mezzo a una moltitudine di fanciulli che mi domandano aiuto” – è quella che ha motivato D. Bosco a dar vita all’oratorio. Tanto a Valdocco quanto a Mornese, la profonda preoccupazione era aiutare i giovani a vivere, ad imparare a relazionarsi tra loro nella stima e valorizzazione reciproca, favorire un inserimento sociale per i giovani quali onesti cristiani e buoni cittadini, orientare la loro vita nella ricerca della verità, della bellezza e della bontà, cercare la felicità qui in terra per ritrovare l’autentica felicità che proviene dal Dio della vita piena. In questo senso la sfida che l’attuale situazione giovanile e culturale pone è la ri-comprensione dell’azione educativa dell’adulto. La competenza più rilevante di chi opera in campo educativo è essere donne e uomini di relazione, che determina l’immagine di Dio che si presenta ai giovani. Ma se c’è una frattura fra ciò che diciamo e ciò che facciamo, la nostra credibilità è minacciata.

4. L’Oratorio è in te - “Vicino o lontano penso sempre a voi…”: Perché rilanciare l’OCG in tutte le nostre presenze? Perché l’oratorio è l’opera maestra del carisma, perché nell’oratorio siamo chiamati a rispecchiarci tutti e perché l’oratorio racchiude il mistero della presenza armoniosa di Dio che si manifestò ad un giovane indicandogli il campo, non solo come luogo geografico ma quale estensione di un carisma che ha proiezione universale.

L’equipe internazionale continuerà il processo di riflessione, nella consapevolezza che è importante partire dal ravvivare la nostra

passione educativa, attivando proposte che favoriscano la formazione del “cuore oratoriano” nelle FMA ed in tutti i membri della CE e suscitando nelle ispettorie la ricerca di risposte educative coraggiose per i giovani più poveri.Ringrazio di cuore la CII per l’invito a partecipare all’incontro internazionale per il rilancio dell’OCG e per l’opportunità davvero preziosa che mi è stata donata. Concludo condividendo le parole di D. Albera che ho fatto mie in questi giorni di riflessione: “L’Oratorio è in te. Non ne sono il personale, le strutture e le attrezzature i principali fattori ma un Salesiano ripieno dello spirito di D. Bosco, assetato di anime, ricco di buona volontà, ardente di affetto e di interessamento per i giovani”. L’oratorio salesiano è più che un’istituzione, un’opera, una struttura: è uno spazio mentale ed un atteggiamento pastorale che deve ispirare tutta l’azione educativa delle FMA.

Rubrica “Percorsi Internazionali” - Novembre 2011

Un’esperienza che diviene progettoSr Maria Grazia Tripi

Si è svolto a Sanlucar la Mayor (Spagna) dal 31 ottobre al 5 novembre l’incontro interambiti delle conferenze CIEP e CII sul Sistema Preventivo dal titolo “Una risposta alle sfide culturali di oggi”. L’obiettivo del seminario è stato quello di: “Abilitarci a rileggere, ad approfondire insieme il Sistema Preventivo come risposta alle sfide sempre nuove dell’educazione esplicitandone le implicanze formative per le FMA e laici/che”. Il processo attivato durante il seminario ci ha condotto dal dialogo con la vita attraverso il confronto verso la progettualità. Vivo e appassionante il tono delle condivisioni in gruppo a conferma che in ogni FMA è viva la convinzione che il Sistema Preventivo è una risposta alle sfide culturali di oggi. Tuttavia, è necessario – come dice don Braido – “una vigorosa ristrutturazione antropologica e teologica che migliori e rafforzi il fragile fondamento pratico-moralistico dell’Ottocento”. La crisi legata al cambio culturale del Continente Europa sollecita le nostre comunità ad accogliere la nuova svolta antropologica e a metterci sulla scia di don Bosco e Madre Mazzarello nella certezza che esiste un nuovo modo di annunciare il Signore. Allora, la grande risposta per noi FMA è accogliere l’appello a rinnovare i modelli formativi e le nostre strutture, a vivere con lo sguardo positivo e sistemico della persona, a tornare a Gesù di Nazareth per comunicare la visione cristiana della persona/vita che è a fondamento del Sistema Preventivo. Ricca di stimoli è stata la riflessione di don Alexander Damians che ritraduce l’amorevolezza come esperienza di fraternità e di paternità/maternità

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in risposta all’egoismo dominante; la ragione come costruzione di pensiero e ricerca appassionata della verità attraverso la lettura e il dialogo; la religione come apertura al trascendente attraverso il silenzio e l’interiorizzazione. La Parola di Dio ascoltata e pregata durante la settimana ha permesso alle Consigliere generali presenti all’incontro (sr Maria del Carmen Canales, sr Maria Americo e sr Giuseppina Teruggi) di proporci di continuare a realizzare una esperienza che si fa progettualità attraverso la simbologia del gesto, della Parola, della presenza e dell’audacia. Il gesto ad imitazione del pastore buono che va in cerca della pecora perduta e la carica sulle spalle sia nel nostro quotidiano espressione di attenzione che risveglia la nostra fede; la Parola come appello a evangelizzare la nostra cultura sia la nostra guida; la Presenza sia certezza che ad animare il nostro

Rubrica “Percorsi Internazionali” - Novembre 2011

Il perchè di dedicare uno spazio alle domande dei giovani è nato dall’esigenza di valorizzare quella parte del Sistema Preventivo che si chiama RAGIONE. Abituiamo i nostri ragazzi a porre domande, a scriverle, a mettersi in dialogo, a portare avanti un proprio pensiero non per partito preso, ma con argomentazioni serie e

profonde. scriveva Gianni Rodari: «Il gioco dei perché è il più vecchio del mondo. Prima ancora di imparare a parlare l’uomo doveva avere nella testa un grande punto interrogativo; ma di punti interrogativi sono tuttora pieni il cielo e la terra. Il bambino spara i suoi perché come una mitragliatrice. Le sue domande-serie, buffe, strane, divertenti, commoventi, piovono sulla testa dei genitori fitte come la grandine».Le domande dei bambini non risparmiano niente e nessuno; non ci sono tabù né argomenti proibiti. La prima cosa che l’adulto deve comprendere che esse nascono dallo stupore e dalla meraviglia e non sono, come qualche mamma, papà, catechista sembrano pensare tentativi di perder tempo o di cogliere in castagna l’adulto. Il bambino che domanda deve

IL GIOCO DEI PERCHè

Testo tratto dal libro “Primi passi/ Le Domande dei Bambini”, Franca Feliziani Kannheiser

trovare rispetto nell’interlocutore adulto: è questo il prerequisito indispensabile per iniziare un cammino insieme. Certamente non è facile accettare il senso di confusione e spesso di impotenza che ci colgono soprattutto quando il bambino affronta le grandi domande sull’origine e sulla fine della vita, sull’amore e sulla morte, su Dio. Magari ci sentiamo messi di fronte a enigmi che ci spaventano, che da tempo cerchiamo di rimuovere e allora siamo costretti a rimetterci dolorosamente in gioco oppure ci rendiamo ad un tratto conto dell’inadeguatezza di alcune risposte stereotipate e siamo costretti a riconoscere di essere anche noi principianti, alla ricerca della verità. Il bambino non chiede per filosofare ma per saziare la sua fame di senso. Le parole

impegno educativo è la presenza operante dello spirito. A noi che abbiamo partecipato a questa ricca esperienza d’Istituto (Ispettrice, Sr Assunta, Sr Maria e sr Maria Grazia) il compito di coinvolgere FMA e laici dell’Ispettoria che vogliono ancora scommettere sull’educazione dei giovani e, con la forza del Sistema Preventivo, generare in loro Speranza.

dell’educatore devono rispondere a questa domanda profonda di senso ed ecco allora che il linguaggio più adatto non è quello della spiegazione scientifica, ma della poesia e della preghiera.La prima condizione per stabilire un vero dialogo sarà l’impegno a cercare di capire che cosa si nasconde dietro le domande dei bambini: «Vorrei capire meglio: dimmi qualcosa di più. Spiega, ti ascolto». In questo modo avremo lanciato un messaggio importante: «Quello che dici mi interessa. Mi prendo tempo per te».

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SPAZIO RISERVATO ALLE DOMANDE DEI GIOVANI E DEI RAGAZZI...

tocca a te!

potrebbe essere una bella occasione... non perderla!

le domande vanno inviate all’indirizzo [email protected]

Rispondera’ un esperto...

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CATANIA 1880

Sr Carmelina Coniglione - Acireale Sp.Santo

Sui passi della storia è il titolo che daremo alle nostra rubrica che, attingendo alle fonti della cronistoria, ci aiuterà , seguendo le varie puntate, a volgere lo sguardo agli esordi della nostra storia di F.M.A.in Sicilia.A 140 anni della fondazione dell’Istituto e nel triennio di preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco, vogliamo rendere un vivo omaggio ai nostri Fondatori, che guardarono con simpatia anche alla nostra terra.Un omaggio che si muta in riflessione e in impegno col rievocare la vita delle nostre prime sorelle, il loro slancio apostolico, la loro forza d’animo e la freschezza del carisma che animava la loro missione! Ed ecco la prima fondazione in Sicilia:18 febbraio 1880.Su richiesta della duchessa di Carcaci, che da tempo aveva sollecitato la venuta delle suore a Catania, per affidare loro la direzione di un orfanotrofio femminile, Madre Mazzarello invia nella città le prime tre suore: Sr Orsola Camisassa direttrice, Sr Rita Cevennini e Sr Virginia Piccono.Da una lettera inviata dalla duchessa a don Bonetti, il 28 dicembre 1878, si deduce la data fissata della venuta delle suore per l’inizio del 1880 e le seguenti condizioni : * Rimborso delle spese del primo viaggio dal Piemonte in Sicilia per le tre suore;*assegno annuale di L. 1000 complessivamente, se si adatteranno al vitto delle orfane; di L.1500 se si manterranno a loro spese; * resta il diritto di usufruire del mobilio, della biancheria non personale, dell’illuminazione, dell’acqua e del combustibile dell’orfanotrofio stesso; e di aver assicurato il servizio religioso . Il viaggio non era certamente breve e tantomeno comodo. “ La Sicilia non era l’America, ma chi ci andava si credeva di andare all’ultimo confine della terra. (…) La Madre- racconta una suora- comprendeva il sacrificio

perciò fece venire –da lei - le suore destinate a Catania e con le delicatezze di una madre le incoraggiava e le esortava a compiere generosamente il sacrificio”. ( Maccono, Santa Mazzarello vol. II p.125-126)Tutto era visto nell’ottica della fede e della genuina obbedienza alle Costituzioni. A distanza di una settimana del loro arrivo a Catania l’orfanatrofio fu aperto. Era il 26 febbraio del 1880.Il filo della comunicazione si tesseva forte con la Madre, che rispondeva con fraterno affetto alle figlie lontane. In un lettera del 24 marzo inviata a Sr Virginia Piccono che, giunta a Catania le aveva dato subito notizie, così esprime la sua tenerezza:” Come state? Avete sofferto tanto nel viaggio? Spero che ora siate completamente stabilita. Fatevi coraggio . State sempre allegre(..) Qualunque sia il vostro ufficio non sbaglierò mai dicendovi di essere umile, paziente, caritatevole…” E ancora in risposta a Sr Orsola Camisassa (24 giugno 1880): “Se sapeste quanto penso a voi(…)Sento una pena per non potervi vedere qui vicino.(…) V i ringrazio delle L. 100 che mi avete mandato; mi avete fatto proprio piacere. Ne ho tanto bisogno per tante spese di muratori, grazie, grazie” (Maccono , ibidem ) Le distante non ci separano quando si porta in cuore lo stesso ideale, cresce la famiglia e si fortifica la speranza, formando un cuor solo ed un’anima sola.Un esiguo numero di sorelle giunte nella nostra isola dona così fecondità alla nostra storia.Ed ecco il 15 ottobre dello stesso anno parte, all’insegna di Bronte, un altro gruppo di Suore e due novizie capeggiate da Sr Felicina Mazzarello , sorella della Madre.L’orizzonte si fa più luminoso…Ma di questo ne parleremo alla prossima puntata…

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Questo è il dilemma. Le manifestazioni, i cortei che hanno animato i diversi scenari mondiali e allertato l’opinione pubblica non lasciano certo indifferenti. Stiamo vivendo un momento epocale: la protesta del mondo intero contro il sistema economico responsabile della crisi mondiale che ha generato un’onda di indignazione dilagata in oltre 82 Paesi, da New York a Londra, da Francoforte a Madrid, da Atene a Tel Aviv, coinvolgendo tante altre grandi capitali.

Fautori di tali proteste, quasi ovunque pacifiche, sono stati i così detti “Indignados”: etichetta che riunisce diverse persone di età compresa tra 16 e i 60 anni, studenti, precari, cassaintegrati, tutti accomunati dalla voglia di svegliare le coscienze comuni dal torpore, dal disinteresse verso la vita politica, dalla pericolosa mentalità del “Non si può fare niente, le cose vanno così”. Si autodefiniscono “indignati” con il sistema politico mondiale, con la crisi finanziaria che si ripercuote immancabilmente sui giovani, minando la loro fiducia nel futuro. A provare indignazione sono

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“egli chiama”... A CONFRONTO CON LA PAROLASalvatore Pedi - Caltagirone

…Egli chiama le sue pecore una per una… (Gv 10,3)

Questo versetto del vangelo di Giovanni risveglia in me un’esperienza che facciamo sin da piccoli quando, appena messi al mondo, veniamo chiamati dai nostri genitori. Sono loro i primi a pronunciare il nostro nome e lo fanno con una sorprendente semplicità e uno smisurato affetto. L’essere chiamati diventa così l’inizio di una relazione d’amore che si fa scambio, dono reciproco.La Bibbia ci offre davvero tanti casi di uomini “chi-amati”. Basti pensare a quell’uomo, piccolo di statura, che sale sul sicomoro per vedere Gesù: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Gesù individua Zaccheo fra tanti, lo chiama per nome e da quel momento la vita del capo dei pubblicani viene inondata di gioia e il peccatore viene salvato.Nella nostra missione educativa in qualità di insegnanti, conoscere il nome dell’alunno rappresenta il momento iniziale di un incontro che diventa relazione, educazione, formazione.

Confidavo qualche settimana fa ad alcuni colleghi la difficoltà nel ricordare il nome degli alunni nei primi giorni di scuola e, provando a mettermi nei panni dei ragazzi, pensavo al loro dispiacere quando, passate anche alcune settimane, l’insegnante ha difficoltà a ricordare il loro nome.Chiamare equivale a riconoscere nell’altro il fine del nostro progetto educativo: un altro che porta con sé una storia, un vissuto, un pensiero. Spesso siamo così distratti dai programmi da portare a termine, dai compiti da correggere, dal nostro dovere professionale, che dimentichiamo le persone e la persona in particolare che abbiamo di fronte. Il guardiano «chiama le sue pecore una per una» e queste «lo seguono perché conoscono la sua voce». Chiediamo a Maria Ausiliatrice di essere autentici educatori, dalla “voce” vera e credibile, capaci di condurre il gregge affidatoci all’unico Buon Pastore, Gesù Cristo.

Indignados o Desesperados?

Erminia Viola - Pietraperzia

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soprattutto quei giovani, quei neolaureati alla ricerca di una prima occupazione, di una casa, privati della possibilità di gettare le fondamenta di un loro avvenire. Sono proprio loro a pagare più di tutti il prezzo della crisi, condannati ad essere solo un potenziale privo di realizzazione. Ma cosa significa veramente essere indignati? Cos’è l’Indignazione? Etimologicamente indica “vivo risentimento”, “sdegno”. E’ qualcosa che va oltre la ceca rabbia, è lo sdegno che nasce dalla disillusione, dalla non accettazione di una situazione ritenuta moralmente non degna. Gli Indignati mondiali sono persone stanche di illudersi, di accettare passivamente un futuro ereditato, e già ipotecato, sono giovani, adulti, donne e uomini che vogliono scender in prima linea per collaborare alla costruzione del loro futuro. Il movimento prende il via dalla Spagna, dove lo scorso maggio migliaia di cittadini si mobilitarono pacificamente nelle piazze, imitando l’esempio dei giovani cairoti che nel mese di gennaio insorsero contro il governo locale. Il movimento spagnolo sostenendo che “le priorità di qualsiasi società avanzata devono essere l’uguaglianza, il progresso, la solidarietà, la libertà di accesso alla cultura, il benessere e la felicità delle persone”, rivendicando che in una società ci sono “Diritti fondamentali quali il diritto alla casa, al lavoro, alla salute, al libero sviluppo personale” e credendo in “una rivoluzione etica dove il denaro non sia al di sopra dell’essere Umano ma al suo servizio”, è andato anche oltre la semplice contestazione, stilando e presentando al Parlamento una serie di proposte concrete.La protesta e l’indignazione popolare si è poi estesa alle maggiori piazze europee ed americane, giungendo anche nel nostro paese. Qui però, come in Grecia, quella che doveva essere l’espressione di un pacifico malcontento democratico ha lasciato spazio alla più cruda ed inutile violenza di pochi infiltrati, che con la sana indignazione ha poco a che fare. Così quella che doveva essere una pacifica difesa di giusti ideali, una simbolica rivendicazione delle prerogative future, una valida e costruttiva indignazione è stata screditata dall’ennesimo scempio di violenza gratuita, inscenato da gruppi estremisti che irrompendo nella manifestazione hanno impresso negli occhi dell’opinione pubblica imbarazzanti e vergognose immagini di

devastazione, che di costruttivo avevano ben poco. E’ giusto e quasi eroico, che ci si rimbocchi le maniche per costruire il proprio futuro, che si lotti pacificamente per viverne uno migliore, che si collabori, magari più concretamente, per una società più giusta, ma tutto ciò non può scadere nella cruda violenza, nel gusto di distruzione e di devastazione di pochi. E’ un momento critico dello scenario economico internazionale, un momento di profonda instabilità mondiale, dove bisognare fare il possibile per cambiare lo stato delle cose e rivendicare un Futuro che sia degno di questo nome, ma non bisogna lasciarsi trascinare nel baratro della violenza fine a se stessa, dell’ira che offusca i veri obiettivi e infiamma inutilmente gli animi.La sana indignazione ed il desiderio di cambiamento sono più che legittimi, perché sintomi di una società comunque recettiva, sensibile: meglio dei giusti “Indignados” di oggi che il rischio di apatici “Desesperados” di domani, perché all’indignazione c’è comunque rimedio, ma alla cieca disperazione che rende apatici, sfiduciati, succubi della passiva accettazione e incapaci di costruire o solo immaginare una società migliore, non c’è rimedio!

Rubrica “Pensare” - Novembre 2011

Un ritornello desolante e sempre più frequente nelle nostre conversazioni è: “siamo quasi tutte anziane….”- Ma c’ è un “toccasana” per arrestare • le rughe sul volto, • la ruggine del cuore, • la sclerosi dei sentimenti?- Certamente!- Un’ efficace metanoia cristiana!- La ricetta?• pregare ogni mattina con partecipazione adorante la Parola: Lodi, Liturgia della S. Messa;• concentrarsi, subito dopo, sul versetto che il cuore restituisce alla mente;• ripeterlo il più possibile durante il giorno e la notte per gustarne la bellezza e assimilarne la nobiltà dell’insegnamento.La Parola scelta e ripetuta riscalda il cuore, purifica la mente, la indirizza lentamente e quasi inavvertitamente a comportamenti cristiani e diventa un programma concreto e affascinante di vita evangelica.A mio parere, la “preghiera del cuore antirughe, antiruggine, antisclerosi” :

Terapia antirughe

Sr Giuseppina Brucculeri - Palermo M. Mazz.

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• toglie la fatica giornaliera dell’esame di coscienza perché la purifica, • annulla la frustrazione dovuta a propositi non sempre mantenuti perché ci avvicina sempre di più al Signore Gesù e ci dispone a vivere il suo messaggio che si compendia nell’amore “a Lui e ai fratelli”.Inoltre, la preghiera del cuore, • diminuisce almeno di “qualche centimetro” la nostra distanza da Madre Mazzarello che si confessava per non aver pensato per un quanto d’ora al Signore;• mina lentamente alle radici le difficoltà delle “relazioni interpersonali”, cavallo di battaglia nelle nostre comunità.

Sorelle, attraverso il giornalino, mettiamo in rete esperienze, intuizioni, ipotesi per una cura “antirughe, antiruggine, antisclerosi” per presentarci al Padre, appena ci chiama, un po’ più a immagine del Figlio suo!

Rubrica “Pensare” - Novembre 2011

FRATERNITA’...

...è una parola che esprime una soave bontà. La prima volta l’ha pronunziata Gesù, mettendo in luce l’amore fraterno. Egli ci ha detto:”Ama il prossimo tuo come te stesso”. Ecco la vera fraternità che ci fa vivere col nostro fratello o sorella in serenità. Niente è più caro che vivere in armonia con chi ci sta accanto. Avere una amore grande che abbracci il mondo e chi è nel bisogno di affetto, di pace e di comprensione. Tante volte non pratichiamo la fraternità e ci scusiamo che siamo anziane e ci difendiamo della nostra mancanza di carità, ma il cuore anziano ha tanto calore e tanto valore che Dio offre a ciascuno questo amore da riversare a chi non riceve amore. Gesù benedetto, infondi nel nostro arido cuore tanto amore, perdona il nostro peccato quando il fratello non abbiamo amato. Grazie Signore del tuo amore, fà che ti imitiamo in tutte le ore.

Sr Agatina Grasso - Catania Barriera

“Stelle nella notte...vite che parlano” è lo slogan in quest’anno ricco di eventi salesiani (Bicentenario della nascita di D. Bosco, 140° della nascita dell’Istituto delle FMA, 80° morte di D. Rinaldi, 130° arrivo di Madre Morano in Sicilia ) della Festa della Famiglia Salesiana. E’ un’opportunità per ritrovarci, insieme, come “famiglia”, per riscoprire il fascino della vocazione educativa facendo riferimento alla vita di D. Rinaldi e di Madre Morano. Ogni celebrazione è un fare memoria. Il riferimento a D. Rinaldi e a Madre Morano è un riaffermare la responsabilità di un Carisma che, come a loro, oggi, è affidato a noi: noi i continuatori di quella bella storia tracciata da D. Bosco e Madre Mazzarello. Ci ritroviamo perciò per una grande festa che si terrà a Palermo il 4 dicembre 2011 presso l’Istituto Gesù Adolescente - via Evangelista Di Blasi 102/A.Destinatari sono: FMA, SDB, le Exallieve/i, i Salesiani Cooperatori, l’ADMA, le Consulte di Famiglia salesiana e quanti condividono con noi il Carisma - Nuclei animatori CE, giovani adulti impegnati nell’educazione - i simpatizzanti della Famiglia Salesiana.Il tema della giornata è “Stelle nella notte... vite che parlano!”


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