Costruire e decostruire il
genere
Percorsi di socializzazione in famiglia
Lucia Bainotti
Paola Maria Torrioni
Torino, 24 novembre 2016
Un passo indietro:
come si diventa uomini e donne?
Socializzazione al genere: insieme di processi che
portano a sviluppare identità e ruoli maschili e
femminili
Norme, regole, insegnamenti presenti in famiglia
e i modelli di maschilità e femminilità che essi
veicolano
Famiglia: importante ruolo nell’educazione e
socializzazione dei figli. Contesto in cui si apprendono
i valori e le norme del vivere in società e in cui si
entra continuamente in contatto con la dimensione
del genere
Che cosa è cambiato?
Tra modernità e tradizione
Cambiamenti nei corsi di vita femminili e maschili: avvicinamento e
omologazione di percorsi ed esperienze
Cambiamenti nella famiglia e nei rapporti tra i membri: rapporti più
paritari sia tra i partner della coppia, sia tra genitori e figli
La crescita e l’educazione dei giovani è caratterizzata meno che in
passato da ruoli differenziati e ben definiti per uomini e donne
• Il contesto attuale si caratterizza per una forte tensione
tra modernità e tradizione: oltre ai cambiamenti permangono molto forti
anche riferimenti tradizionali e stereotipati nei modi di intendere e vivere
maschilità e femminilità
• A una parità «sostanziale» spesso non corrisponde una parità «di fatto»: la
componente svantaggiata è ancora, spesso e volentieri, quella femminile
Quanto e come la famiglia continua a rappresentare un
contesto di socializzazione a ruoli e identità di genere?
I modelli veicolati vanno della direzione della
modernità o della tradizione?
Quanto si costruisce e quanto invece si decostruisce il
genere?
Quesiti aperti
3
2
1
Trasmissione &
Apprendimento
Rielaborazione
Costruzione &
Decostruzione
Contesto
La socializzazione al genere:
alcuni concetti chiave
Trasmissione & apprendimento: la socializzazione è
processo di trasmissione e apprendimento di norme,
valori e saperi pratici che concorrono a formare la
personalità degli individui, nonché le loro identità e ruoli
di genere.
Rielaborazione: gli insegnamenti e le conoscenze sono
sempre creati, ricreati e rielaborati dagli attori coinvolti;
la socializzazione avviene in un contesto relazionale:
identità e i ruoli di genere si apprendono in rapporto agli
altri e nella vita quotidiana.
Costruzione e decostruzione: gli individui costruiscono
continuamente il genere nell’interazione
Prestare attenzione anche ai processi di scomposizione e
annullamento del genere che portano a forme non
convenzionali
Il ruolo del contesto: la
socializzazione al genere
avviene in un preciso
contesto culturale, sociale e
istituzionale.
Avviene inoltre grazie
all’operato di altre agenzie
di socializzazione oltre alla
famiglia: importanza del
ruolo della scuola, del
gruppo dei pari, dei media
La socializzazione al genere:
alcuni concetti chiave
• La nostra ricerca si propone di dare la parola alle
famiglie, intervistando padre, madre e figli
separatamente
• Abbiamo raccolto 60 interviste, coinvolgendo 15
nuclei familiari
• La principale caratteristica di tali nuclei: presenza
di una figlia femmina e di un figlio maschio, per
meglio osservare somiglianze e differenze
Riportiamo i risultati dell’analisi di 8 famiglie caratterizzate da:
• Presenza di figli di genere opposto e di età compresa tra 18-30
anni
• Residenza in Piemonte
• Livello di istruzione complessivo medio – alto
• Entrambi i genitori lavoratori;
• Appartenenza alla classe superiore e impiegatizia
La voce delle famiglie
Che cosa dicono i
genitori?
• Regole, norme e
insegnamenti presenti in
famiglia;
• Modelli di femminilità e
maschilità che tali
insegnamenti veicolano
Che cosa ne
pensano i figli?
• Accordo o disaccordo con
gli insegnamenti ricevuti;
• Volontà di riprodurre o
non riprodurre i modelli
genitoriali
Valore aggiunto: possibilità di mettere a
confronto le parole e le opinioni dei diversi
membri della famiglia
Genitori contro figli:
alcuni risultati della ricerca
• Rimangono differenze nelle regole date ai figli: maggiore libertà per i ragazzi, maggiore
apprensione e controllo per le ragazze
• Vale soprattutto per le figlie primogenite
• All’ordine di nascita si affianca un fattore specificatamente di genere: preoccupazione e
apprensione nei confronti di una figlia femmina
• Quello che i genitori non dicono: sono soprattutto i figli a mettere in evidenza questo
aspetto e ad esplicitare la differenza nelle regole che hanno dovuto rispettare
Regole sulle
uscite
Regole sui
comportamenti
Regole sui
lavori
domestici
Regole sulle uscite
Le regole sulle uscite:
libertà o controllo?
Figlia Figlio
Ma è vero, mio fratello è maschio, vedi la
differenza di genere che si fa sentire… mio fratello
ha cominciato ad uscire prima di me, perché
appunto si diceva è un maschio, è diverso…
[…]non abbiamo mai dato problemi, non eravamo
adolescenti problematici… però sì, [mio padre]
era più tranquillo a fare uscire mio fratello
piuttosto che me… (Stefania Gelsomino, 30)
Mah, può darsi che alla fine essere un maschio
può influenzare, perché comunque c’è sempre
questa visione comunque della ragazza un po’ più
debole diciamo… non debole, però un po’ più
indifesa su determinate cose […] io
personalmente da genitore non vieterei delle cose
a mia figlia, però farei…. Sarei un po’ più in ansia,
un po’ più in pensiero a lasciala in determinati
posti soprattutto da piccola, da sola… (Andrea
Gelsomino, 21)
• Esempio di come i comportamenti e le motivazioni dei genitori sembrano avere un’influenza sui
figli: si può vedere in atto un meccanismo di trasmissione, evidente soprattutto nelle parole del
figlio Andrea.
• Più precisamente, il modello genitoriale verrebbe riprodotto ma non in toto e in modo acritico,
bensì con alcune rivisitazioni.
Le regole sulle uscite:
libertà o controllo?
Le regole sulle uscite:
vulnerabilità e protezione
• La (legittima) preoccupazione dei genitori è dovuta alla percezione della donna come soggetto più vulnerabile, in un contesto che può essere pericoloso
• Nella maggior parte delle famiglie si percepisce in generale una certa attenzione nei confronti delle figlie femmine e della loro sicurezza
• Anche nelle parole e nei comportamenti dei figli si continua a costruire l’idea della donna come soggetto da difendere e tutelare
– I ragazzi apprezzano che venga loro riconosciuto il ruolo di «protettori»
– Le ragazze cercano in un uomo un senso di protezione, attenzione e cura, inteso anche come forma di rispetto
• Importanza della buona educazione e del rispetto, sia per le ragazze, sia per i ragazzi
• Per le ragazze: vestirsi in modo morigerato, non troppo provocante, particolare attenzione a mantenere un comportamento educato e ad utilizzare un linguaggio non scurrile
• Per i ragazzi: sviluppare gentilezza e cavalleria
Regole sulle
uscite
Regole sui
comportamenti
Regole sui
lavori
domestici
Regole sui comportamenti
Le regole sui comportamenti:
l’importanza dell’educazione
• Indicazioni a favore di una femminilità classica: veicolano idea della donna come soggetto fine, delicato, elegante, in linea con una visione stereotipata della figura femminile
• Indicazioni a favore di promuovere diverse forme di maschilità: sembra venire meno l’idea dell’uomo virile a tutti i costi. Egli mantiene comunque un preciso ruolo, dedicando attenzioni e protezione alla componente femminile
Padre Figlia
Queste fasi qua anche che sai, cominci un po’ a
scoprire, sei alla ricerca, anche lì, non sei pronto
come genitore, non sembra, ma soprattutto con
una ragazza… […] “mi dava fastidio vederla così
truccata, andare ai giardini pubblici, alle giostre,
mi scatenavaaaa… io avrei voluto vederla… non
dico vestita da collegiale, ma insomma,
frequentare magari una compagnia di persone
magari normali… (Gianluigi Girasole, 51)
Cioè, probabilmente anche io se a 11 anni vedo
mia figlia conciata comeeee… la prendo la porto
in bagno e le lavo la faccia a suon di badilate
perché non esce così! Un po’ più dolcemente
ovviamente, però il succo è quello, no?! […] poi sul
modo di vestire, porca miseria, viviamo in un
contesto in cui o fai così oppure ti mettono le
mani addosso! Quindi eeeeh ben venga!” (Giada
Girasole, 21).
• Ambivalenza tra rifiuto delle norme genitoriali e identificazione con gli insegnamenti.
Il modello veicolato dai genitori viene prima rifiutato, poi fatto proprio: alla fine,
anche la figlia riproporrebbe il modello genitoriale, insieme alle concezioni sul genere
ad esso legate.
• Emerge il tema dell’attenzione al modo di vestire, valido per le ragazze: per non
essere oggetto di spiacevoli incontri e per essere prese sul serio
Le regole sui comportamenti:
tra rifiuto e appropriazione
Madre Figlio
Visto che mio marito è un po’ un marito
distratto, non dà importanza a certi gesti, a certe
cose, allora io dico sempre a mio figlio «guarda
che servono» serve ricordarsi che cosa piace a
lei, serve coccolare… e dico, vedi di essere… come
posso dire.. Sempre un po’ gentile, ma a parte
gentile, un po’ cavaliere, un po’ corteggiatore,
perché credo che faccia piacere, no? (Franca
Mughetto, 55)
Tante volte mia madre ci consiglia… magari
quello che avrebbe voluto lei fa mio papà, ci dice
magari… di fare attenzione, con la mia ragazza,
che cosa le piace, se le piace una cosa oppure no,
perché poi a lungo andare fa piacere… però
diciamo che io cerco di essere già abbastanza
così… cerco di dare attenzioni alla persona con
cui sto… (Edoardo Mughetto, 25)
• C’è continuità madre-figlio rispetto alla necessità di mantenere un comportamento gentile e di
dedicare attenzioni
• Un esempio di una mascolinità non convenzionale: i comportamenti di «cavalleria» sottintendono
una certa dose di rispetto e sensibilità, allontanandosi quindi da caratteristiche propriamente
considerate maschili come potere, successo, aggressività
• Fermo restando che ciascuno, uomo o donna, continui a rivestire il suo specifico ruolo di genere.
Le regole sui comportamenti:
nuove forme di maschilità
Figlia
Perché poi io sembro un maschiaccio, però ormai mi vesto spesso da donna, poi, da donna, sono
abbastanza femminile… però ancora adesso mia madre, ogni volta, «che carina che sei con il vestito,
dovresti portarli di più» o ancora di più mia nonna «hai sempre i pantaloni», perché mia nonna non
si è mai messa un paio di pantaloni nella vita, credo!
[…]
Io ho degli atteggiamenti un po’ fuori dal bon ton, tipo il rutto a tavola, a me capita spesso, ma chi
se ne frega… ma chi te lo dice che non va bene che rutti? E invece per la donna, le buone maniere…
anche mia madre è molto fissata, poi con l’esperienza di sua figlia si è calmata molto” (Marta
Fiordaliso, 22)
• I tentativi di costruzione di una femminilità classica vengono rifiutati: veicolano una
immagine della donna eccessivamente stereotipata.
• Caso in cui si nota un allontanamento dal modello stereotipato di femminilità e un
tentativo di disfare l’idea di donna fine e posata propria del senso comune e delle
richieste dei genitori
Le regole sui comportamenti:
femminilità e stereotipi
Regole sulle
uscite
Regole sui
comportamenti
Regole sui
lavori
domestici
Regole sui lavori
domestici
Le regole sui lavori domestici:
tra tradizione e modernità
• Esplicita socializzazione volta a coinvolgere in modo paritario i figli e in generale a pari diritti – pari doveri di ciascun membro del nucleo familiare.
• Inconsapevole socializzazione a mansioni specifiche secondo il genere dei figli
• Sembra venire meno l’idea stereotipata della donna come «angelo del focolare» e si va verso concezioni più paritarie basate sulla condivisione dei compiti
• Tuttavia rimangono ancora dei lavori e degli ambiti (soprattutto lavare e stirare) considerati di competenza femminile, mentre altri (questioni economiche, lavori di forza) maggiormente di competenza maschile.
Figlia Figlio
“Non è mai successo che mia madre mi
dicesse ‘fallo tu perché sei una donna’ e non
lo chiedesse a mio fratello, quindi per me io e
mio fratello abbiamo pari diritti e pari
doveri. Loro questo valore ce l’hanno
trasmesso ma poi crescendo ti accorgi che
nei fatti non è così… tipo mio papà, ma
perché scusa? Perché tu non aiuti?” (Elisa
Mimosa, 25)
“ Io e la mia ragazza siamo proprio diversi,
cioè, facciamo proprio diversamente, ci viene
naturale… paradossalmente ci hanno dato
un’educazione per cui ci hanno detto che è
così, che l’uomo e la donna si aiutano in
cucina e tutto un po’, però poi loro non
l’hanno fatto… noi però l’abbiamo subito
interiorizzato e ci sembra una roba
normale…” (Francesco Fiordaliso, 27)
• Riguardo ai lavori domestici c’è una maggiore apertura verso configurazioni di genere
più paritarie
• Tra i giovani emergono modelli creativi di gestione del lavoro domestico e familiare
• Si nota la propensione dei giovani ad andare oltre a visioni tradizionali mettendo in atto
dei meccanismi di de-costruzione del genere
Le regole sui lavori domestici:
apertura all’innovazione
Costruzione e decostruzione della
femminilità
«Femminilità
»
Apprensione
Protezione
Forza
Vulnerabilità
Sensibilità
Educazione
Eleganza
Attenzione
nel vestire
Rispetto (dare)
protezione
Forza Fisica
Libertà
Educazione
Gentilezza
Cavalleria
Partecipazione
Costruzione e decostruzione della
maschilità
• La famiglia si configura come una agenzia di socializzazione alle identità e ai ruoli di genere e come un punto di riferimento per i figli.
• Per quanto riguarda le concezioni di maschilità e femminilità: si possono vedere sia aspetti di continuità genitori-figli, sia aspetti di discontinuità e quindi un rifiuto dei modelli di maschile-femminile proposti e incarnati dai genitori stessi. QUI emerge tutta l’ambivalenza dei soggetti intervistati, che si aprono a visioni più paritarie dei ruoli di genere, insieme a cui rimangono dei residui di tradizionalismo
• Il rischio delle visioni tradizionali è che possono portare degli svantaggi e non lasciare gli individui semplicemente liberi di essere e di vivere il proprio genere
• Quello che si può notare, infatti, è la persistenza di una forza inerziale: rende difficile il discostarsi da percorsi di genere non tradizionali. Forza che deriva e dagli insegnamenti dei genitori e dalla società nel suo complesso, che si rafforza nei piccoli gesti della vita quotidiana e nelle interazioni tra gli individui
Conclusioni