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"COSTRUIRE LA CULTURA DELLA LEGALITA’ E COMBATTERE LE MAFIE" e "STATUTO DELLA PROVINCIA MB"

Date post: 23-Mar-2016
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Il Consiglio Provinciale
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Il Consiglio Provinciale

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COSTRUIRE LA CULTURA DELLA LEGALITA’ E

COMBATTERE LE MAFIE

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Sommario Introduzione del Presidente della Provincia

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Introduzione del Presidente del Consiglio

Pag. 4

Introduzione del Presidente della 7^ Commissione Consiliare “Sicurezza”

Pag. 5

Il Tavolo Tecnico sulla Sicurezza

Pag. 7

La Mozione “Costruire la Cultura della Legalità e combattere le mafie”

Pag. 10

Lo Scaffale della Legalità

Pag. 14

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Il Presidente della Provincia

Dario Allevi

“La faccia pulita della Brianza è molto più forte della mafia. E’ la faccia pulita di quanti sanno fare, sanno ben operare senza clamore: una Brianza trasparente, che sa reagire e tirare fuori il meglio di sé”. E’ questo il messaggio forte uscito dalla Villa Reale di Monza nel dicembre del 2010, quando la giovane Provincia di Monza e Brianza ha voluto premiare con una cerimonia istituzionale gli 89 carabinieri che avevano preso parte all’Operazione Infinito e i 9 Nuclei Investigativi e Compagnie dei carabinieri della Brianza che avevano contribuito al successo dell’operazione. Grazie a loro, a quelle che ho definito le ‘sentinelle della legalità’, abbiamo voluto ribadire pubblicamente – insieme ai Sindaci che affollavano la sala e ai gonfaloni dei Comuni – il vero volto di questa terra. Una terra fortemente ancorata alle sue radici, onesta e laboriosa. Una terra in cui le Istituzioni hanno dimostrato di saper lavorare in squadra anche sul tema della Giustizia: sono numerose, infatti, le collaborazioni avviate con la Procura e con il Tribunale fino al grande risultato della Fondazione MGM, che sta facendo scuola anche in altre zone del Paese. Resto convinto, tuttavia, che l’educazione alla legalità e al senso civico debbano necessariamente partire dai più giovani, dove è necessario radicare deve radicarsi una vera e propria cultura della prevenzione. Anche per questo motivo abbiamo voluto inviare a tutti i ragazzi delle superiori della Brianza il volume dedicato a Falcone-Borsellino “il profumo della libertà” realizzato dal Ministero della Gioventù, certi come siamo che LA MAFIA E’ UN FENOMENO UMANO E COME TUTTI I FENOMENI UMANI HA UN PRINCIPIO, UNA SUA EVOLUZIONE E AVRA’ QUINDI ANCHE UNA FINE. Lo diceva Giovanni Falcone.

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Il Presidente del Consiglio

Angelo De Biasio Sono state molte le occasioni in cui, nel corso del mandato, il Consiglio Provinciale si è trovato a discutere del tema della legalità, anche perché in questi primi e probabilmente unici cinque anni, sono venute alla luce situazioni del passato che hanno visto coinvolti diversi uomini politici della nostra Brianza in faccende legate proprio a rapporti, se non addirittura connivenza, con organizzazioni malavitose.Va subito detto che nessuno di questi fatti è in alcun modo collegato ad attività della Provincia di Monza e della Brianza, ma hanno comunque avuto un impatto non indifferente, quantomeno psicologico, su tutto il corpo amministrativo dell’Ente.

Va ricordato tra l’altro che fin da subito, all’inizio del proprio mandato nel 2009, il Presidente Dario Allevi e la Giunta, con il fondamentale contributo dell’allora Assessore alla Sicurezza e Polizia Locale Luca Talice, decisero di istituire con la massima priorità il Corpo di Polizia Locale Provinciale cercando di portare dalla Provincia di Milano alla neonata Provincia il miglior Comandante possibile. Fu così che il Comandante Flavio dott. Zanardo, che ebbe nel recente passato un ruolo fondamentale proprio in indagini contro la malavita organizzata in Lombardia, fu chiamato a ricoprire tale incarico. La sua esperienza è stata fin dai primi passi, è oggi, e sarà fondamentale anche in futuro, per la nostra comunità.

Forse anche a causa di tali eventi nefasti e soprattutto della grande sensibilità di tutto il Consiglio su questo tema, si sono sviluppati diversi momenti di dibattito in aula consiliare per giungere infine alla istituzione del Tavolo tecnico sulla Sicurezza di cui si parla in questa importante ed unica pubblicazione di fine mandato della Presidenza del Consiglio.

Il Consiglio congiunto tenutosi a Desio per l’approvazione della Mozione “Costruire la Cultura della Legalità e combattere le mafie”, approvata poi in molti Consigli Comunali della Brianza ed in via di discussione per l’approvazione in tanti altri, rappresenta sicuramente un momento importante del lavoro del Tavolo, soprattutto perché con essa ha gettato le basi per dare continuità di lavoro sul tema della legalità, ideando lo scaffale della legalità da realizzare in ogni biblioteca, una giornata per eventi specifici da celebrarsi ogni anno e coinvolgendo le giovani generazioni su un tema così delicato, perché i peggiori nemici della lotta alle mafie sono l’ignoranza, il silenzio e l’omertà.

Con la viva speranza di lasciare alle future generazioni un segno tangibile della nostra volontà di contribuire, nel nostro piccolo, a riportare la Brianza ad un maggior rispetto degli antichi valori di onestà e rispetto delle regole che hanno contraddistinto la sua gente.

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Il Presidente della 7^ Commissione Consiliare

Paola Gregato

Fin dalla sua nascita la Provincia di Monza e Brianza ha voluto ispirarsi al principio che la sicurezza dei cittadini è una delle fondamentali funzioni degli stati moderni e quindi anche delle istituzioni locali che li compongono.

Il concetto di sicurezza, insieme a quello di legalità, si ricollegano alla più generale riflessione sul rapporto tra sfera delle libertà individuali e quella dei poteri e delle competenze dell’autorità pubblica. E’ per questo che la Provincia di Monza e Brianza, come altre istituzioni, si è fatta carico, nel corso di questi anni, di affrontare e cercare di risolvere i problemi legati non solo all’incolumità fisica ma anche di estendere la propria sfera di influenza nell’ambito del lavoro, dell’ambiente e della salute. In poche parole, ha voluto e vuole porsi come soggetto in grado di fornire aiuto concreto ai cittadini, pur nell’esiguità delle risorse disponibili.

In questo contesto, la Commissione 7^, che mi onoro di presiedere e che vede tra le sue deleghe anche quella alla sicurezza e alla Polizia Provinciale, ha sempre operato con grande impegno e coinvolgimento sul tema legalità e sicurezza, tema purtroppo di grande attualità per la nostra Provincia. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi membri della Commissione per la loro attiva partecipazione e il supporto dato; un ringraziamento particolare va agli ospiti e relatori intervenuti, che hanno fornito contributi rilevanti sulla base della loro competenza e delle esperienze operative, tra loro ricordo il Magistrato Walter Mapelli.

In linea con la propria “mission”, la Commissione 7^ ha costituito “Il Tavolo Tecnico della Legalità”, operativo da 14 luglio 2011, con l’obiettivo di formulare proposte per la prevenzione e la trasparenza. Nell’ambito dello stesso è stato esaminato il documento “ le 7 buone azioni contro la criminalità organizzata”, documento in parte ispiratore della nascita del Tavolo stesso.

Anche l’istituzione dello “scaffale della legalità”, da realizzarsi in tutte le biblioteche e dedicato ai magistrati Falcone e Borsellino, nasce dal Tavolo Tecnico e vuole essere, insieme alla “giornata della

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legalità” identificata nel 23 maggio, stimolo di riflessione sull’importanza di questo tema, per tutti e per i giovani in particolare.

La ragion d’essere del “Tavolo Tecnico della Legalità” è, dunque, quella di elaborare azioni volte a contrastare fenomeni di criminalità, garantire al territorio maggior sicurezza e contribuire alla diffusione della cultura dell’onestà, trasparenza e correttezza. Da qui l’importanza di uno scambio diretto con i vari Comuni del territorio (come già avvenuto con quelli di Desio e Giussano), di una condivisione di esperienze significative, che possono essere di grande aiuto nell’identificare i punti chiave su cui concentrare l’attenzione per una reale azione preventiva. Sì, perché contrastare fenomeni malavitosi significa da un lato sviluppare cultura e valori sani ma dall’altro dare seguito coerente con meccanismi amministrativi. E noi la nostra coerenza l’abbiamo dimostrata così: con un controllo costante ed un profondo impegno a tutela dei Cittadini e a difesa della nostra splendida Brianza, terra di storia, tradizioni e cultura. Speriamo di averlo fatto bene. Come scriveva Alessandro Manzoni “…..ai posteri l’ardua sentenza”.

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IL TAVOLO TECNICO SULLA SICUREZZA Il Tavolo Tecnico sulla Sicurezza della Provincia di Monza e della Brianza - promosso su iniziativa del Consiglio Provinciale - si è riunito, per la prima volta, lo scorso 14 aprile 2011 con lo scopo di attuare iniziative utili per contrastare le infiltrazioni mafiose nell’economia e nella pubblica amministrazione. Il Tavolo, composto dai rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio provinciale ed dai componenti della Giunta competenti in materia, si è impegnato da subito per attivare delle azioni concrete contro la corruzione, per la trasparenza e la cultura della legalità. Grazie al confronto e all’impegno di tutti i soggetti coinvolti si è consolidata l’efficacia delle convinzioni etiche dei rappresentanti politici dell’Ente creando sinergie che si sono concretizzate con diverse iniziative: - sono stati organizzati corsi di educazione alla legalità rivolti agli studenti delle scuole superiori, in

collaborazione con la Camera Penale di Monza, che coinvolgono 9 istituti superiori della Brianza per un totale di 1100 studenti circa;

- sono stati distribuiti libri dedicati ai magistrati Falcone e Borsellino alle Biblioteche e agli Istituti

superiori del territorio brianzolo; - è stato siglato il Protocollo d’Intesa per la regolarità e sicurezza sul lavoro degli appalti d’opera,

sottoscritto il 18.10.2010 tra la Provincia di Monza e della Brianza, le parti sindacali Confederali, le organizzazioni sindacali di categoria e l’Assimpredil- A.N.C.E

- è stato sottoscritto un primo Accordo con il Tribunale di Monza e, un secondo accordo, con la

Procura della Repubblica per dare continuità al programma, avviato nel 2010, per l’utilizzo di lavoratori in cassa integrazione e/o in mobilità negli uffici giudiziari di Monza;

- è’ stata individuata la data del 23 maggio per la “Giornata della legalità della Provincia di Monza e

della Brianza”, da commemorare ogni anno. La Provincia di Monza e della Brianza si è posta come obiettivo strategico l’ottimizzazione dell’applicazione della normativa sulla sicurezza nei cantieri e la promozione di una più diffusa regolarità e legalità nei rapporti di lavoro. Al fine di garantire la riduzione degli infortuni nei cantieri, nonché dell'illegalità contrattuale e dell'irregolarità retributiva e contributiva negli appalti, è stato siglato il Protocollo d’Intesa per la regolarità e sicurezza sul lavoro degli appalti d’opera su indicato. Il cantiere per la realizzazione della nuova sede istituzionale della Provincia di Monza e della Brianza è stato individuato quale “cantiere pilota”, in attuazione al suddetto “Protocollo d’intesa”. L’affidamento dei lavori è stato effettuato mediante gara d’appalto con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ove è stato inserito un criterio di valutazione consistente nell’attribuzione di un punteggio pari al 30% commisurato sulla capacità del concorrente di formulare la più efficace proposta di miglioramento della sicurezza. Tali proposte migliorative in materia di sicurezza e legalità nei cantieri edili prevedeva la presentazione, da parte dei concorrenti, in sede di offerta, di un progetto formulato su due proposte inerenti agli interventi da

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attivare nel cantiere, per migliorare l’applicazione della normativa sulla sicurezza (presidi di controllo, presidi di sicurezza, attività formativa complementare, ecc.), con relative relazioni esplicative e stime dei costi. Relativamente alla prima proposta - “ realizzazione di un sistema di monitoraggio di tutte le attività svolte nel cantiere” - si è proceduto all’attuazione di un sofisticato sistema centralizzato di controllo degli accessi e sistema di videosorveglianza/antintrusione che, mediante l’utilizzo del previsto tesserino di riconoscimento, che nel caso specifico funziona quale badge, consentono di monitorare continuamente gli ingressi e le presenze in cantiere, la verifica del regolare rapporto di dipendenza dei lavoratori, le regolari autorizzazioni ai subappalti, il tutto gestito da un software che registra le presenze nominative giornaliere, le rende disponibili in un apposito sito FTP e si interfaccia con la Cassa Edile per le verifiche di regolarità contributiva. Per quanto concerne la seconda proposta, sono stati realizzati ulteriori interventi finalizzati al miglioramento della sicurezza degli operai: attività di formazione ed informazione specifica dei lavoratori on the job svolta direttamente presso il cantiere dal comitato paritetico territoriale – CPT- e dall’Ente Scuola edile Milanese- ESEM, avendo particolare riguardo per quelle attività che comportano i maggiori rischi per la sicurezza. In ottemperanza al protocollo d’intesa sottoscritto il 18/10/2010, è stato costituito il “Comitato per la Sicurezza” di cui fanno parte, oltre agli organi tecnici RUP, CSE (coordinatore sicurezza in esecuzione), rappresentanti delle imprese esecutrici e RLS, anche CPT, ESEM, ASLE e le organizzazioni sindacali di settore. Tale comitato sovraintende a tutti gli aspetti relativi alla sicurezza del cantiere, alla regolarità retributiva e contributiva dei lavoratori presenti. L’attività del CPS si è esplicata in riunioni periodiche, verbalizzate, volte al miglioramento delle condizioni di sicurezza, monitoraggio infortuni, valutazioni di eventuali problematiche riscontrate relative alla sicurezza del lavoro, del pieno rispetto della regolarità retributiva e contributiva e della prevenzione di infiltrazioni criminali. Infine, in data 12/07/2012, è stato sottoscritto “L’accordo per la regolarità e la sicurezza del lavoro nel comparto delle costruzioni nel territorio della Provincia di Monza e Brianza”, che richiama il precedente protocollo d’Intesa dell’ottobre 2010 al quale, come sopra descritto, il cantiere si è strettamente attenuto. Gli obiettivi principali in esso contenuti sono: • istituzione di un osservatorio on line, di cui al momento non risultano ancora emanate le modalità

operative e di accesso al sistema. Il compito della realizzazione della piattaforma, nonché della gestione e operatività del nuovo sistema informatico, è stato demandato all’ASL.

• promozione di specifici programmi di informazione e formazione rivolti alle forze dell’ordine in materia di sicurezza sul lavoro e lotta all’illegalità nel comparto edilizia. Si prevedono corsi mirati a perfezionare la professionalità dei diversi operatori di Polizia locale comunali o provinciali delegati ai controlli. A tal proposito è stato predisposto, dalla Direzione Territoriale del Lavoro, un “vademecum di buone pratiche sulla disciplina delle procedure d’appalto” da mettere a disposizione degli Enti Locali e dei Comuni, salvaguardando le rispettive autonomie e quale supporto per la corretta gestione attività di verifica poste in essere dalla Polizia locale in materia.

• nelle more di attuazione della stazione unica appaltante, a cura di un apposito gruppo di lavoro, di cui non fa parte la Provincia di Monza e Brianza, sono stati predisposti i bandi di appalto unici per ciascuna tipologia di aggiudicazione. Ai firmatari dell’Accordo era stato richiesto di apportare eventuali osservazioni; il Settore Patrimonio ha ritenuto di dover poter condividere i testi dei bandi così come proposti. A ciò doveva seguire una riunione per la realizzazione della stazione unica appaltante e il bando unico d’appalto di cui non si è avuto evidenza.

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• Organizzazione di sopralluoghi integrati da eseguire congiuntamente da parte di tutti gli Enti ispettivi. In merito alla necessità di evidenziare i cantieri ove esperire i sopralluoghi, si segnala che lo scrivente Settore Patrimonio, a far data dalla sottoscrizione dell’”Accordo”, non ha aperto nuovi cantieri.

Accordo di collaborazione tra i Corpi di Polizia Locale e Provinciale per una più efficace sorveglianza e tutela del territorio che si è tradotto in più iniziative, quali: • Progetto-Sicurezza “Azioni di contrasto all’infiltrazione della criminalità organizzata nelle attività

edilizie, movimento terra e di smaltimento dei rifiuti”; • 14 giugno 2012. Il testo del Progetto, proposto dal Comando provinciale a seguito di convergenti contatti

con la Prefettura di Monza, è selezionato tra le BEST PRACTICES dalla Direzione Generale Protezione Civile, Polizia Locale e Sicurezza della Regione Lombardia e portato ad esempio di iniziativa progettuale per le Polizie Locali lombarde con altri 3 progetti-sicurezza, con pubblicazione sul portale istituzionale;

• Patto Locale di Sicurezza Urbana tra a Provincia di Monza e Brianza ed i Comuni di Varedo, Limbiate, Bovisio Masciago, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno e Lazzate per la realizzazione di Interventi in materia di sicurezza urbana, in Attuazione dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale nell’area della Provincia di Monza e Brianza, denominato “Intesa Briantea della Polizia Locali “, promosso da Regione Lombardia;

• 23 maggio 2013. Presentazione del Patto nel Comune di Lazzate alla presenza degli Assessori alla Sicurezza regionale e provinciale e della stampa;

• 8 luglio 2013. Sottoscrizione del Patto Locale in Varedo, villa Bagatti Valsecchi.

OLTRE IL TAVOLO TECNICO SULLA SICUREZZA

La Provincia di Monza e della Brianza ha, altresì, attuato le seguenti iniziative in tema di legalità e sicurezza del territorio: “Abitatori del Tempo ”, nell’edizione 2013 uno dei 10 incontri previsti è stato realizzato all’interno della Casa Circondariale di Monza, per affrontare con i detenuti temi filosofici utili per contribuire ad un’azione rieducativa e di riabilitazione della popolazione reclusa. All’interno della collaborazione con gli Istituti scolastici superiori e i comuni per l’organizzazione di iniziative di educazione alla legalità ed eventi realizzati con il Patrocinio della Provincia MB, si segnala la fiaccolata a Monza ed il Convegno presso l’Istituto Omnicomprensivo di Vimercate. E’ avvenuta il 16 marzo 2011 la realizzazione di un incontro pubblico sulle mafie organizzato a Verano Brianza, con il Sostituto Procuratore della Repubblica di Monza Salvatore Bellomo, evento della durata di tre giorni organizzato dal Comune di Cesano Maderno a cui hanno aderito 10 Comuni. Istituzione di un numero telefonico unico per segnalazioni delle criticità/problematiche ambientali. Sottoscrizione dell’Accordo con il Parco della Valle del Lambro per il controllo del territorio – Avvio Corso di Formazione per GEV. Realizzazione di corsi di autodifesa personale per i cittadini.

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MOZIONE

"COSTRUIRE LA CULTURA DELLA LEGALITA' E COMBATTERE LE MAFIE” Lo scorso 19 luglio il Consiglio Provinciale di Monza e della Brianza ha approvato, all’unanimità, la mozione “Costruire la cultura della legalità e combattere le mafie”. Al Consiglio straordinario, organizzato sul territorio in occasione dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino, sono stati invitati le rappresentanze territoriali tra cui il Prefetto di Monza e Brianza, i 55 Comuni della Brianza, il Comandante del Gruppo Carabinieri di Monza, il Vicequestore, i Comandanti della Polizia Provinciale, della Polizia e dei Carabinieri di Desio oltre ai rappresentanti politici regionali e nazionali della Brianza. La serata si è svolta con la partecipazione di tutto il Consiglio provinciale di Monza e della Brianza che, all’unanimità -insieme al Consiglio di Desio -, ha votato ed approvato la mozione che prevedeva un pacchetto di impegni per le Amministrazioni Pubbliche: - in tema di trasparenza dell’attività amministrativa condividendo i contenuti del Codice Etico previsti

dalla Carta di Pisa ed il sostegno delle finalità dell’Associazione “Avviso Pubblico - Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”;

- in tema di trasparenza degli appalti e sicurezza del lavoro impegnandosi per dotarsi di un “Patto di integrità” vincolante per le imprese appaltatrici, per rispettare l’ “Accordo per la regolarità e sicurezza del lavoro nel comparto delle costruzioni”, per rafforzare la piena trasparenza nelle procedure di appalto e per creare un albo di imprese impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata;

- in tema di formazione alla legalità prevedendo la programmazione di un progetto formativo di educazione alla legalità rivolto alle scuole superiori, l’organizzazione annuale della Giornata della Legalità coordinata dalla Provincia, l’istituzione presso ogni biblioteca pubblica o scolastica di uno scaffale della legalità per promuovere i valori alla base del rispetto delle leggi e delle regole.

Inoltre, il provvedimento invita il Presidente del Consiglio della Provincia di Monza e della Brianza: - alla diffusione del documento a tutte le 55 Amministrazioni comunali della Provincia di Monza e della

Brianza, al fine di poter condividere, sensibilizzare e divulgare la cultura della legalità e della sicurezza attraverso la realizzazione di iniziative concrete sul territorio;

- alla trasmissione della stessa alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia, che hanno elaborato il progetto di legge recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione" e alla Camera dei Deputati che ha approvato il disegno di legge de qua il 14 giugno 2012.

Dal luglio 2012 ad oggi, la Presidenza del Consiglio si è impegnata affinché gli obiettivi prefissati fossero rispettati e le realtà comunali potessero condividere concretamente ed in piena sinergia le finalità. L’impegno e la costanza hanno fatto sì che il documento sia stato approvato da molte delle realtà Comunali per confermare l’impegno di tutto il territorio brianzolo nella lotta contro le mafie.

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MOZIONE

Costruire la cultura della legalità e combattere le mafie

PREMESSO CHE la nostra Carta Costituzionale in particolare agli artt. 1-12, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo proclamata dall'assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948 e la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950 sanciscono i diritti e i doveri di ogni individuo-cittadino; PRESO ATTO CHE: � i recenti fatti accaduti nel nostro territorio, culminati con le operazioni di polizia giudiziaria denominate “STAR WARS” e “INFINITO”, in collaborazione con la Polizia Provinciale, hanno evidenziato come la malavita organizzata rischia di permeare profondamente la pubblica amministrazione, di condizionare non poco l’iniziativa e l’azione politica dei Sindaci e degli amministratori nel nostro territorio; � l’influenza delle organizzazioni criminali non è più limitata alle tradizionali zone d’insediamento e che le enormi fortune, acquisite con attività illecite, vengono reinvestite nei circuiti della finanza e penetrano nell’economia legale; � il Rapporto DIA (Direzione Investigativa Antimafia), relativo all’anno 2010, evidenzia ingentissimi investimenti economici in tutto il Nord, compresa la Lombardia, da parte della ‘ndrangheta, una delle forme di criminalità organizzata del nostro territorio e conseguentemente una forte capacità di condizionamento ambientale e di modifica delle normali dinamiche degli appalti. Il Rapporto DIA del primo semestre 2011 ribadisce il trend in ascesa in Lombardia; � l’illegalità, da una parte mina e lede il senso di giustizia e libertà che uno stato di diritto esige dai suoi cittadini, dall’altra produce un’economia pericolosa e iniqua perché non regolata e non soggetta ai valori etici contenuti nella Costituzione, in condizione di alterare pesantemente i rapporti sociali, economici e di relazione normalmente espressi da una società sanamente strutturata; RICHIAMATI: � i contenuti dei lavori prodotti dal Tavolo tecnico sulla sicurezza interno alla Provincia di Monza e della Brianza, insediato il 14 aprile 2011, con l’obiettivo di formulare proposte per la prevenzione e la trasparenza, possibili reti di coordinamento provinciale e impegno certo per la regolazione delle materie d’ambito provinciale, tra cui il piano provinciale di coordinamento territoriale, il piano rifiuti e il piano cave; � le numerose iniziative organizzate dai Comuni della Provincia di Monza e della Brianza di carattere pubblico e i coordinamenti tra Comuni per porzioni di territorio al fine di rendere concreta e visibile l’azione di contrasto alla malavita organizzata; CONSIDERATO CHE: � l’educazione alla legalità ha per oggetto la conoscenza della natura e della funzione delle regole nella vita sociale, dei valori della democrazia, dell’esercizio dei diritti di cittadinanza ed è dovere di ogni istituzione promuovere e sostenere, con qualsiasi mezzo possibile, tutte le iniziative tese al sostegno e alla promozione delle legalità, anche attraverso percorsi educativi e formativi nelle scuole di ogni ordine e grado per la diffusione tra gli studenti di una cultura dei valori civili ed etici, che educhi ad una nozione profonda dei diritti e doveri; � le infiltrazioni nel tessuto economico del Nord non sono da sottovalutare poiché, come si evince dal Rapporto DIA 2010, la malavita interagisce anche con “ambienti economici sani” e si collega “con ignari settori della Pubblica Amministrazione che possono favorirne disegni economici”, quali ad esempio il movimento terra, segmenti di edilizia privata e opere di urbanizzazione;

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� le imprese collegate alle organizzazioni criminali, nei processi di riciclaggio, godono di forti vantaggi competitivi dal momento che sono in grado di accedere all’enorme liquidità delle attività illecite, di praticare in modo sistematico l’evasione fiscale, di contravvenire le normative sul lavoro e sull’ambiente con la possibilità di prendere il controllo delle imprese concorrenti attraverso la pratica dell'usura, di utilizzare i fondi illeciti per manipolare gli appalti e condizionare le istituzioni politiche e amministrative, avvalendosi inoltre di uno strumento di competizione estremamente convincente come l'uso della violenza; � per il contrasto alle attività mafiose sono opportuni focus formativi per Amministratori e dipendenti pubblici, – il Sistema degli appalti, la corruzione, le estorsioni e l’usura, le ecomafie -, eventuali “media –cross” (campagne di comunicazione integrate anche con nuovi strumenti e nuovi linguaggi) di legalità e rispetto delle regole nonché un’indagine sulla diffusione della cultura della legalità, sul senso di responsabilità sociale e sul valore della cittadinanza; � l’impegno dei Comuni e della Provincia di Monza e della Brianza nella lotta contro le mafie deve essere rafforzato attraverso una serie di iniziative concrete volte a costruire la legalità e garantire la massima trasparenza nell’attività amministrativa e negli appalti, la divulgazione e lo scambio delle “buone prassi” realizzate dalle Pubbliche Amministrazioni, consentendo una maggiore efficacia nell’azione di ogni Ente; � è necessario affiancare all’azione della Magistratura e delle Forze dell’Ordine una forte iniziativa culturale e politica, a tutti i livelli, per diffondere la cultura della legalità e della trasparenza nell’Amministrazione Pubblica per un’azione sinergica e coordinata nel contrasto alla criminalità organizzata.

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE In tema di trasparenza dell’attività amministrativa � a condividere i contenuti del Codice Etico per gli amministratori locali denominato “Carta di Pisa”, i cui principi e disposizioni costituiscono specificazioni degli obblighi generali di diligenza, lealtà, onestà e trasparenza, correttezza ed imparzialità che qualificano l’esercizio delle funzioni di pubblica responsabilità da parte degli amministratori; � a sostenere gli scopi e le finalità statutarie dell’Associazione, nata nel 1996, “Avviso Pubblico - Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”, rete di Amministratori di Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane per promuovere azioni di prevenzione e contrasto all'infiltrazione mafiosa nel governo degli enti locali e per aggregare, tra questi ultimi, quelli che hanno manifestato o manifestano il loro interesse verso percorsi di educazione alla legalità democratica; In tema di trasparenza degli appalti e sicurezza del lavoro � a dotarsi, eventualmente, di un “Patto d’Integrità”, inteso come Codice, vincolante per le imprese appaltatrici, per un concreto impegno anticorruzione e per l’assolvimento di tutte le misure etico-sociali di tutela della salute, nonché degli obblighi di regolarità contributiva e di non discriminazione dei lavoratori; � a far rispettare l’ “Accordo per la regolarità e la sicurezza del lavoro nel comparto delle costruzioni” volto a migliorare l’efficacia delle misure di prevenzione e di tutela della salute dei lavoratori; � a ricorrere a strumenti amministrativi per rafforzare la piena trasparenza nelle procedure di appalto, attraverso la verifica accurata dei collegamenti diretti ed indiretti tra aziende partecipanti alle gare e controlli sulle aziende subappaltatrici; � a valutare la possibilità di creare un albo per le attività economiche, commerciali ed imprenditoriali che aderiscano ad associazioni impegnate al contrasto del fenomeno della criminalità organizzata;

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In tema di formazione alla Legalità � a programmare un progetto formativo di educazione alla legalità rivolto alle Scuole secondarie di secondo grado, attesa la fattiva collaborazione dei responsabili didattici e di personalità esterne di comprovata esperienza in materia; � a promuovere annualmente “la giornata della legalità”, coordinata dalla Provincia, che coinvolga tutte le città e metta a confronto buone pratiche in tema di trasparenza e legalità per divulgare, attraverso incontri formativi, informativi e di carattere culturale, il valore del rispetto delle regole, dell’impegno antimafia e la salvaguardia della memoria storica; � ad invitare le Amministrazioni ad istituire, presso ogni biblioteca pubblica o scolastica, uno “Scaffale della Legalità” per sostenere e promuovere i valori alla base del rispetto di leggi e regole in modo da tenere vivo, in tutta la cittadinanza, l'importanza della legalità ed il ricordo di tutte quelle persone che, per essa, hanno speso la loro esistenza; � a favorire forme di partecipazione alla vita democratica dei Comuni e della Provincia, incoraggiando il protagonismo dei giovani, avvicinandoli alle Istituzioni;

INVITA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA DI MONZA E DELLA BRIANZA

� a diffondere la presente mozione a tutte le 55 Amministrazioni comunali della Provincia di Monza e della Brianza, al fine di poter condividere, sensibilizzare e divulgare una cultura della legalità e della sicurezza attraverso la realizzazione di iniziative concrete sul territorio; � a trasmettere la presente mozione all’attenzione delle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia, che hanno elaborato il progetto di legge recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione" e alla Camera dei Deputati che ha approvato il disegno di legge de qua il 14 giugno 2012.

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Le mozioni dei Comuni della Provincia di Monza e della Brianza

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LO SCAFFALE DELLA LEGALITA'

La Provincia di Monza e della Brianza, in attuazione ad uno dei punti della mozione approvata, ha istituito lo Scaffale della Legalità per sostenere e divulgare i valori della giustizia e del rispetto del diritto come base per una buona amministrazione e del vivere civile, al fine di coinvolgere le nuove generazioni ad una maggiore coscienza ed educazione ai valori fondamentali della democrazia. Nella giornata di lunedì 20 gennaio 2014, il Consiglio provinciale di Monza e Brianza si riunirà presso il Comune di Giussano per un Consiglio aperto e congiunto sul tema della legalità e nei giorni successivi alla seduta si svolgerà l’inaugurazione dello Scaffale della legalità presso la biblioteca comunale di Giussano. In occasione dell’iniziativa sono stati acquistati dalla Provincia diversi libri sul tema, implementando così la dotazione esistente. L’iniziativa sarà allargata a tutte le biblioteche comunali facenti parte dei Sistemi Bibliotecari della Provincia.

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Questa pubblicazione è a cura dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale di Monza e della Brianza

Si ringraziano:

Per il coordinamento: dott.ssa Nicoletta Vigorelli e dott.ssa Mara Tentorio

Per la collaborazione organizzativa: Alessandra Foltran, Eleonora La Monica e Marinella Cappello

Per il progetto grafico e comunicazione: dott.ssa Marta Caratti e dott. Alex Tonello

I testi di questo volume sono copyfree: essi sono liberamente riutilizzabili con l’obbligo di citare la fonte senza interventi. Sono riservati i diritti sulle immagine che appartengono ai legittimi proprietari.

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STATUTO DELLA PROVINCIA DI MONZA E DELLA BRIANZA

Approvato dal Consiglio provinciale nella seduta del 24 settembre 2009

e modificato/integrato dal Consiglio provinciale nella seduta del 1 agosto 2013

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Sommario Presentazione del Presidente del Consiglio provinciale di Monza e della Brianza

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Statuto della Provincia di Monza e della Brianza pubblicato su Burl Regione Lombardia

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Statuto della Provincia di Monza e della Brianza

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Ordine del giorno “ Azioni Governative in materia di soppressione delle province”

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Il Consiglio Provinciale, due mesi dopo la sua elezione, si è dotato dello Statuto della Provincia di Monza e

della Brianza, carta fondamentale dell’ente, per svolgere l’attività con regole predeterminate, certe, snelle e

trasparenti.

L’attenzione alla linearità e semplicità del linguaggio, eludendo termini burocratici e giuridici, è una scelta

voluta dalla Provincia di Monza e della Brianza per facilitare i cittadini nel verificare come saranno utilizzate

le risorse per l’organizzazione e la gestione dei servizi.

Nel percorso avviato si è reso necessario completare la redazione dello statuto sia con la disciplina di nuovi

istituti normativi, che la legge rimette all’autonomia dell’Ente, sia con alcune modifiche ed integrazioni,

secondo l’esigenza e le circostanze occorse nel tempo della sua sperimentazione.

Il Consiglio Provinciale ha voluto, altresì, porsi in modo innovativo, valorizzando i principi, i valori e le

radici del territorio brianzolo, intervenendo sulla modifica del Titolo I dello Statuto.

Gli aspetti caratterizzanti la comunità, il territorio ed i suoi elementi identitari sono stati definiti con il

significativo contributo dei due illustri Professori Pier Franco Bertazzini ed Ermanno Arslan.

Lo statuto è quindi un testo condiviso, risultato delle riflessioni e del confronto avvenuto tra le differenti

rappresentanze al fine di riconoscere punti comuni per un “buon amministrare”, con competenza e

concretezza, senza dimenticare i suoi diretti destinatari: la comunità Brianzola.

Il Consiglio Provinciale, nell’incertezza normativa sul destino delle province, ha predisposto e approvato

l’ordine del giorno “Azioni governative in materia di soppressione delle Province”, quale futura

testimonianza sul ruolo istituzionale svolto e con proposte serie e costruttive per tutelare i cittadini,

destinatari dei servizi finora erogati dalla Provincia.

Il Presidente del Consiglio

Angelo De Biasio

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STATUTO

TITOLO I PRINCIPI GENERALI

Art. 1 Provincia di Monza e della Brianza Art. 2 Territorio della Provincia Art. 3 Segni distintivi della Provincia Art. 4 Forme di democrazia paritaria

TITOLO II

ISTITUTI DI PARTECIAPAZIONE CAPO I - COLLABORAZIONE TRA ENTI LOCALI Art. 5 Rapporti con altri Enti Art. 6 Assemblea dei Sindaci della Provincia di Monza e della Brianza Art. 7 Collaborazione con altre forme associative CAPO II - DIRITTO DI ACCESSO E DI INFORMAZIONE Art. 8 Diritto di accesso e d’informazione CAPO IV - ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE Art. 9 Garanzia di partecipazione Art. 10 Forme di consultazione popolare Art. 11 Consultazione e referendum consultivo Art. 12 Altre forme di partecipazione e consultazione popolare

TITOLO III ORDINAMENTO ISTITUZIONALE

Art. 13 Organi di Governo CAPO I - CONSIGLIO PROVINCIALE Art. 14 Organizzazione del Consiglio Art. 15 Autonomia del Consiglio provinciale Art. 16 Il Presidente del Consiglio Art. 17 Ufficio di Presidenza Art. 18 Funzioni dell’Ufficio di Presidenza Art. 19 Revoca del Presidente o dei Vice Presidenti del Consiglio Art. 20 Prerogative dei Consiglieri Art. 21 Gruppi Consiliari e nomina del Capogruppo Art. 22 Risorse e mezzi assegnati a ciascun Gruppo Consiliare Art. 23 Conferenza dei Capigruppo Art. 24 Programmazione dei lavori del Consiglio provinciale Art. 25 Commissioni consiliari permanenti Art. 26 Commissioni Consiliari speciali

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Art. 27 Attività del Consiglio Provinciale Art. 28 Regolamento interno del Consiglio Provinciale CAPO II - GIUNTA PROVINCIALE Art. 29 Giunta Provinciale CAPO III - IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA Art. 30 Il Presidente della Provincia Art. 31 Mozione di sfiducia

TITOLO IV ORDINAMENTO AMMINITRATIVO

CAPO I - SERVIZI Art. 32 Servizi Pubblici Art. 33 Nomina e designazione dei rappresentanti provinciali presso Enti, Istituzioni, Fondazioni,

Associazioni e Società di capitali Art. 34 Consorzi Art. 35 Altre forme di cooperazione: Convenzioni e Accordi di programma Art. 36 Funzioni o competenze autonome CAPO II - ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI E DEI SERVIZI Art. 37 Uffici Provinciali e servizi CAPO III - FUNZIONI DIGENZIALI Art. 38 Segretario Generale e Vice Segretario Generale – Funzioni Art. 39 Posizioni Dirigenziali Art. 40 Direttore Generale Art. 41 Responsabilità dei Dirigenti

TITOLO V ORDINAMENTO E FUNZIONAMENTO CONTABILE

CAPO I - ORDINAMENTO FINANZIARIO Art. 42 Ordinamento finanziario Art. 43 Demanio e patrimonio CAPO II - ORDINAMENTO CONTABILE Art. 44 Ordinamento Contabile CAPO III - REVISIONE ECONOMICO FINANZIARIA Art. 45 Controlli interni Art. 46 Collegio dei Revisori CAPO IV - TESORERIA Art. 47 Tesoreria e riscossione delle entrate

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CAPO V - CONTRATTI Art. 48 Contratti

TITOLO VI PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO

CAPO I - PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO Art. 49 Trasparenza Art. 50 Procedimento Amministrativo Art. 51 Motivazione dei provvedimenti amministrativi Art. 52 Predeterminazione dei criteri e delle modalità per la concessione dei contributi a Enti e Associazioni Art. 53 Accesso agli atti e ai documenti amministrativi

TITOLO VII

CAPO I - PATROCINIO LEGALE Art. 54 Patrocinio legale

DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI Art. 55 Entrata in vigore e successive modificazioni

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TITOLO I PRINCIPI GENERALI

Art. 1 - Provincia di Monza e della Brianza 1. La Provincia di Monza e della Brianza, istituita con legge 11 giugno 2004 n. 146, rappresenta la comunità del territorio e, sulla base della partecipazione e del consenso popolare, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. 2. La Provincia è dotata di autonomia statutaria, regolamentare e organizzativa e si conforma nella sua azione alla Costituzione della Repubblica Italiana e alle altre leggi dello Stato, con particolare riferimento al Testo Unico dell’Ordinamento delle autonomie Locali D.lgs 267/2000 s.m.i.. In attuazione di esse, la Provincia nei limiti delle proprie funzioni promuove azioni a tutela della vita umana, in ogni sua fase, e riconosce la famiglia nello specifico ruolo di nucleo sociale ed educante. La Provincia si riconosce nei valori che hanno ispirato le azioni del Beato Luigi Talamoni, suo Patrono. 3. Il territorio della Provincia di Monza e della Brianza è collocato al centro della Regione Lombardia. Le diverse ed articolate caratteristiche morfologiche, che ne rappresentano la specificità fisica e geografica, contraddistinguono il territorio in termini storici e culturali e costituiscono la premessa e il fondamento della sua identità. Caratteristica prevalente della popolazione, che ancor oggi abita questa terra, è la laboriosità declinata con equilibrio, salda fedeltà alle tradizioni, mai disgiunta dai valori etici e dalla solidarietà. La Brianza, terra ricca di cultura, di testimonianze storiche, letterarie, artistiche ed artigianali, scientifiche e tecnologiche, ha esercitato un potere attrattivo su molti artisti ed anche oggi dà vita a nuove forme d’arte e di lavoro. La Brianza costituisce l’esito di una storia millenaria, erede di diverse civiltà e culture presenti, nel corso del tempo, sul suo territorio. Come ai tempi dei Celti, dei Romani e dei Longobardi, anche per effetto dell’incontro con il cristianesimo, essa è ancor oggi luogo di costruzione per un futuro di convivenza, di solidarietà, di pace e di lavoro. La Provincia di Monza e della Brianza garantisce l’attenzione all’innovazione e al cambiamento e nel contempo allo studio della propria storia, alla riscoperta e al recupero degli idiomi e delle tradizioni culturali locali, promuovendone e diffondendone la conoscenza alle nuove generazioni.

Art. 2 - Territorio della Provincia

1. Il territorio della Provincia di Monza e della Brianza, appare ricco di beni culturali, diffusi in un paesaggio molto diversificato. Tali beni sono sia materiali, a carattere naturale, monumentale o paesistico, sia immateriali, radicati negli usi delle singole comunità locali e nelle coscienze dei cittadini. 2. La Provincia tutela tali beni in collaborazione con tutte le istituzioni pubbliche e private e ne conserva i segni, tuttora percepibili, ad iniziare dai “luoghi della memoria” storica, artistica, letteraria e popolare. 3. La Provincia, nell’ambito delle proprie competenze in materia territoriale, promuove e attua la salvaguardia dell’ambiente, il contenimento del consumo del suolo, la riqualificazione delle aree dismesse, la tutela delle aree verdi e delle aree agricole strategiche, la gestione e la conservazione accurata dei parchi.

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Art. 3 - Segni distintivi della Provincia 1. La Provincia ha come suo segno distintivo il logo così descritto : "Scudo moderno a fondo verde a rappresentare il territorio della Brianza, il cui nome deriva dal celtico “brig - aant” (casa sul colle). Nello scudo è inserito il Triskele stilizzato in color bianco a simboleggiare oltre alle origini antiche, anche i tre fiumi che attraversano il territorio. Lo scudo appare così diviso nelle tre parti: est, centro e ovest con le loro specifiche connotazioni, in cui la Provincia si è da sempre identificata.” 2. Con il presente Statuto la Provincia si dota autonomamente di una bandiera di colore bianco con inseriti al centro, e con le proporzioni definite nel proprio manuale, il simbolo grafico e sotto la denominazione della Provincia abbreviata in “Provincia Monza Brianza”.

Art. 4 - Forme di democrazia paritaria

1. La Provincia di Monza e della Brianza riconosce le pari opportunità in ogni campo, adottando programmi ed iniziative atte a garantire e promuovere la democrazia paritaria nella vita sociale, culturale, economica e politica. 2. La Provincia di Monza e della Brianza agisce per garantire il riequilibrio tra entrambi i generi nei suoi organi di governo e nell’accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate e delle società controllate dalla Provincia, non quotate in mercati regolamentati.

TITOLO II ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE

CAPO I - COLLABORAZIONE TRA ENTI LOCALI

Art. 5 - Rapporti con altri Enti 1. La Provincia di Monza e della Brianza, Ente territoriale intermedio tra la Regione e i Comuni, aderisce agli organismi associativi di livello nazionale e regionale tra Enti locali e ne promuove e favorisce l’attività.

Art. 6 - Assemblea dei Sindaci della Provincia di Monza e della Brianza 1. E' costituita l'Assemblea dei Sindaci della Provincia di Monza e della Brianza di cui fanno parte tutti i Sindaci dei Comuni in essa compresi. 2. L'Assemblea può essere convocata per discutere ed esaminare, a titolo consultivo, le proposte che abbiano ad oggetto deliberazioni con carattere di programmazione e di indirizzo generale. 3. All'Assemblea possono intervenire, senza diritto di voto, i Consiglieri provinciali. 4. La consultazione dell’Assemblea è disposta dal Presidente della stessa, ovvero su iniziativa del Presidente della Provincia di Monza e della Brianza, direttamente dal Presidente del Consiglio o a seguito di richiesta di almeno un terzo dei Consiglieri provinciali.

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Art. 7 - Collaborazione con altre forme associative 1. La Provincia di Monza e della Brianza riconosce il valore del volontariato, promuove e valorizza le libere forme associative, di cooperazione e di rappresentanza, ne favorisce l’attività e individua forme di sostegno, di sinergica collaborazione e di consultazione periodica.

CAPO II - DIRITTO DI ACCESSO E DI INFORMAZIONE

Art. 8 - Diritto di accesso e d’informazione

1. La Provincia di Monza e della Brianza riconosce a tutti i cittadini il diritto di ottenere informazioni sulle attività degli Uffici e dei Servizi nel rispetto della normativa vigente in materia e diritto di accesso agli atti e ai provvedimenti amministrativi, potendone acquisire copia a fronte di richiesta motivata. 2. Tutti gli atti della Provincia sono pubblici ad eccezione di quelli qualificati come riservati per previsione di legge o per effetto di una temporanea e motivata determinazione dell’organo competente che ne precluda l’esibizione. 3. Il regolamento sul diritto di accesso agli atti assicura ai cittadini singoli o associati il diritto di accesso agli atti amministrativi in conformità alla legge e disciplina l’esibizione e il rilascio di copie nel rispetto dei principi di pubblicità, imparzialità e trasparenza. 4. La Provincia di Monza e della Brianza promuove forme di ampia pubblicizzazione, anche attraverso strumenti informatici, all’attività amministrativa da essa svolta nel rispetto del principio di pubblicità e trasparenza.

CAPO III - ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE Art. 9 - Garanzia di partecipazione

La Provincia nell’ambito delle leggi che la disciplinano promuove, sollecita, garantisce e valorizza l’effettiva partecipazione dei cittadini, singoli o associati all’azione amministrativa e al governo del territorio attraverso: a) la rappresentanza democraticamente eletta, che costituisce il Consiglio provinciale; b) gli istituti di democrazia diretta, di collaborazione e di consultazione nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dallo statuto; c) le forme di cittadinanza attiva e di autotutela dei diritti e degli interessi diffusi.

Art. 10 - Forme di consultazione popolare

Le forme di consultazione popolare previste sono: a) istanza: atto in cui il cittadino singolo o associato domanda e/o sollecita la Provincia ad avviare o adottare provvedimenti di propria competenza; b) petizione: atto presentato da parte di più soggetti agli organi di governo sulla necessità di provvedere e/o assumere iniziative in relazione a interessi generali e bisogni comuni; c) proposta: atto collaborativo presentato dal cittadino singolo o associato, finalizzato a promuovere l’attivazione di iniziative e/o interventi di interesse collettivo da parte della Provincia.

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Art. 11 - Consultazione e referendum consultivo

1. La Provincia nei procedimenti relativi all’adozione degli atti di rilievo generali, quali atti d’indirizzo politico amministrativo, sviluppo e coordinamento può promuovere la consultazione di cittadini singoli o associati nonché di altre pubbliche istituzioni e/o associazioni per condividere e favorire la definizione di obiettivi ed interessi pubblici dell’intera comunità provinciale e del suo territorio. 2. La Provincia può promuovere, anche su sollecitazione di un adeguato numero di cittadini, referendum consultivi su temi di esclusiva competenza e di particolare rilevanza per la collettività nei termini disciplinati da apposito regolamento. Il referendum consultivo non è ammesso in materia economico-finanziaria, tributi e bilancio. 3. L’ammissibilità della proposta referendaria è assegnata alla competenza della Commissione Istituzionale (Statuto e Regolamenti), in considerazione della rilevanza dell’istituto referendario nel rispetto comunque delle conseguenti determinazioni anche di ordine economico da parte dei competenti organi.

Art. 12 - Altre forme di partecipazione e consultazione popolare

1. La Provincia può promuovere organismi di partecipazione per lo studio, l’approfondimento e la ricerca con l’istituzione di consulte, osservatori, comitati, gruppi di lavoro. 2. La Provincia può promuovere forme di rilevazione di dati, opinioni e grado di soddisfazione della cittadinanza in merito alla realizzazione e/o fruizioni di servizi generali e di valore strategico.

TITOLO III ORDINAMENTO ISTITUZIONALE

Art. 13 Organi di governo 1. Il presente statuto disciplina gli organi istituzionali della Provincia, le loro funzioni e attribuzioni in conformità alla legge: D.Lgs 18.8.2000 n. 267 Titolo III Capo I.

CAPO I - CONSIGLIO PROVINCIALE Art. 14 - Organizzazione del Consiglio

1. Il Consiglio provinciale si organizza al suo interno con: il Presidente del Consiglio, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio, i Gruppi Consiliari, la Conferenza dei Capigruppo e le Commissioni Consiliari.

Art. 15 - Autonomia del Consiglio provinciale 1. Il Consiglio provinciale è dotato di autonomia funzionale e organizzativa. Il presente Statuto ed il Regolamento del Consiglio disciplinano i poteri autonomi in ordine all’organizzazione sia strutturale che di gestione diretta di risorse umane e finanziarie. 2. Per l'espletamento delle competenze consiliari il Consiglio provinciale è dotato di servizi appositi per il proprio funzionamento, organizzati in una struttura alle dipendenze funzionali del Presidente del Consiglio, tra i quali l’Ufficio di Programma a supporto della propria attività.

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In particolare, il Regolamento prevede l'attribuzione e la gestione dei servizi, le modalità di costituzione e di assegnazione del personale alla struttura prevista e delle attrezzature e risorse finanziarie necessarie a garantire adeguata autonomia funzionale ed organizzativa al Consiglio provinciale. 3. L'attribuzione della responsabilità di direzione della struttura di cui al comma 2 spetta al Segretario Generale, su proposta del Presidente del Consiglio, sentito l’Ufficio di Presidenza. 4. Nel bilancio provinciale sono individuate le risorse per attribuire ai Gruppi Consiliari e ai Consiglieri mezzi per l'esercizio delle loro funzioni. Nel bilancio provinciale sono altresì individuate le risorse per il funzionamento dell’Assemblea dei Sindaci. 5. Il Consiglio provinciale approva, su proposta dell’Ufficio di Presidenza e nell’ambito del complessivo ed unitario bilancio dell’Ente, gli stanziamenti relativi alle risorse finanziarie destinate al proprio funzionamento esplicitando inoltre le finalità per le quali tali risorse sono previste. 6. Le proposte di variazione ed assestamento di bilancio di cui al comma precedente sono di competenza dell’Ufficio di Presidenza. 7. Gli obiettivi ed i capitoli che, all’interno del Piano Esecutivo di Gestione, specificano gli indirizzi consiliari di cui al presente articolo vengono approvati dall’organo esecutivo, su proposta del Dirigente di riferimento, contestualmente alla deliberazione del piano esecutivo di gestione stesso e delle relative variazioni.

Art. 16 - Il Presidente del Consiglio 1. Il Presidente del Consiglio ha la rappresentanza di rilievo istituzionale del Consiglio provinciale, garantisce e tutela le prerogative ed i diritti di tutti i Consiglieri nell’esercizio delle loro funzioni previste dalla legge, dallo statuto e dal regolamento.

Art. 17 - Ufficio di Presidenza 1.Il Consiglio provinciale elegge l'Ufficio di Presidenza, composto da tre Consiglieri: un Presidente e due Vice Presidenti, dei quali uno con funzioni vicarie. Almeno uno dei componenti l'Ufficio di Presidenza è eletto fra i Consiglieri di minoranza secondo le modalità specificate ai commi successivi. 2. E' proclamato eletto Presidente del Consiglio provinciale il Consigliere che consegue la maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati. 3. Eletto il Presidente, il Consiglio provinciale procede all'elezione dei due Vice Presidenti. Per tale votazione ciascun Consigliere scrive sulla propria scheda un solo nome e risultano eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti. 4. Le votazioni avvengono a scrutinio segreto. 5. Il Presidente del Consiglio individua il Vice Presidente incaricato delle funzioni vicarie fin dalla seduta in cui è stato costituito l’Ufficio di Presidenza. 6. L'Ufficio di Presidenza rimane in carica sino all'elezione del nuovo Consiglio provinciale.

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Art. 18 - Funzioni dell'Ufficio di Presidenza

1. L'Ufficio di Presidenza collabora con il Presidente del Consiglio nello svolgimento dei compiti di programmazione, organizzazione e direzione dei lavori del Consiglio provinciale. 2. In caso di assenza o impedimento, il Presidente del Consiglio è sostituito dal Vice Presidente con funzioni vicarie ed in caso di assenza o di impedimento di quest'ultimo dall'altro Vice Presidente. In via meramente residuale, qualora anche quest’ultimo sia impossibilitato, le funzioni del Presidente del Consiglio sono svolte dal Consigliere provinciale, presente in Aula, che ha conseguito, nella consultazione elettorale, la cifra individuale più elevata, ai sensi dell’art. 75, comma 12 del D.Lgs 18.8.2000, n. 267.

Art. 19 - Revoca del Presidente o dei vice Presidenti del Consiglio

1. La maggioranza dei Consiglieri assegnati al collegio può presentare proposta di deliberazione motivata di revoca nei confronti del Presidente o dei vice Presidenti del Consiglio. 2. La proposta di deliberazione viene presentata al Segretario Generale che la trasmette subito al Consigliere anziano, dandone notizia all'interessato ed al Presidente della Provincia. Il Consigliere anziano determinato ai sensi del precedente art. 18 è tenuto a convocare il Consiglio entro dieci giorni dal ricevimento della proposta. 3. La seduta per l'esame della proposta di deliberazione di revoca è presieduta dal Consigliere anziano. 4. La proposta di deliberazione di revoca è approvata se consegue il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri assegnati.

Art. 20 - Prerogative dei Consiglieri 1. Le funzioni dei Consiglieri sono disciplinate dalla legge ed il loro ruolo e i loro ambiti d’intervento s’ispirano comunque al principio di rappresentatività proprio degli eletti dalla Comunità provinciale.

Art. 21 - Gruppi Consiliari e nomina del Capogruppo

1. Tutti i componenti il Consiglio provinciale appartengono ad un Gruppo Consiliare. 2. Per costituire un Gruppo Consiliare occorre un numero minimo di tre componenti il Consiglio provinciale. 3. E’ comunque garantita la costituzione di Gruppi Consiliari con meno di tre componenti purché rappresentino una formazione politica che abbia ottenuto rappresentanza in Consiglio provinciale. 4. Entro cinque giorni dalla prima seduta del Consiglio provinciale, o comunque dal momento della surroga, qualora si tratti di componenti subentranti, i componenti il Consiglio provinciale devono dichiarare per iscritto al Presidente del Consiglio a quale gruppo intendano appartenere. 5. In assenza di esplicita comunicazione da parte dei singoli Consiglieri, i medesimi sono da intendersi appartenenti ai Gruppi Consiliari costituiti dalle liste elettorali di appartenenza.

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6. I Consiglieri possono costituire un Gruppo misto, senza vincolo numerico, o aderire ad altro Gruppo. Non può essere costituito più di un Gruppo misto. 7. Ogni Gruppo elegge al suo interno un Capogruppo il quale svolge anche le funzioni di Presidente del Gruppo Consiliare.

Art. 22 - Risorse e mezzi assegnati a ciascun Gruppo Consiliare 1. L’Ufficio di Presidenza assicura a ciascun Gruppo Consiliare - in relazione alla sua consistenza numerica - la disponibilità dei mezzi, dei locali e del personale, idonei allo svolgimento delle attività dei componenti i singoli Gruppi. 2. Per le risorse e mezzi si richiama l’art. 15 “Autonomia del Consiglio provinciale” e si rimanda ad apposito Regolamento.

Art. 23 - Conferenza dei Capigruppo 1. La Conferenza dei Capigruppo è formata dal Presidente del Consiglio e dai Capigruppo. I lavori vengono coordinati dal Presidente del Consiglio o, in caso di sua assenza o impedimento, dal Vice Presidente vicario o, in assenza di quest’ultimo, dal Vice Presidente. In coerenza al ruolo di coordinamento dei lavori del Consiglio provinciale da parte dell’Ufficio di Presidenza, i Vice Presidenti, di norma partecipano alla Conferenza. 2. La Conferenza dei Capigruppo coadiuva l'Ufficio di Presidenza nella programmazione e nell'organizzazione dei lavori del Consiglio provinciale. 3. La Conferenza dei Capigruppo è convocata dal Presidente del Consiglio su sua iniziativa o su richiesta del Presidente della Provincia o di almeno tre Capigruppo consiliari. 4. Il Presidente della Provincia può partecipare ai lavori della Conferenza dei Capigruppo. 5. Nelle determinazioni assunte in sede di Conferenza dei Capigruppo, il voto di ciascun Capogruppo è valutato in modo proporzionale alla consistenza numerica del Gruppo medesimo. 6. Il programma di lavoro ed i calendari adottati a maggioranza diventano esecutivi.

Art. 24 - Programmazione dei lavori del Consiglio provinciale 1. I lavori del Consiglio provinciale sono organizzati con il metodo della programmazione. 2. A tal fine, il Presidente del Consiglio, ogni qualvolta lo ritenga utile e comunque almeno una volta al mese, convoca la Conferenza dei Capigruppo per predisporre il programma-calendario dei lavori del Consiglio provinciale, con le modalità di cui al Regolamento per il funzionamento del Consiglio. 3. Le modalità di convocazione e di funzionamento del Consiglio provinciale sono definite nello specifico Regolamento.

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Art. 25 - Commissioni Consiliari permanenti

1. Il Consiglio provinciale si avvale di Commissioni permanenti costituite nel proprio interno con criterio proporzionale. 2. Le Commissioni, le cui sedute sono pubbliche, si riuniscono in sede referente per l'esame di questioni sulle quali devono riferire all'Assemblea consiliare ed in sede consultiva per esprimere pareri. Ad esse competono, inoltre, poteri propositivi. 3. La costituzione ed il funzionamento delle Commissioni sono disciplinati da apposito Regolamento. 4. Il Consiglio provinciale può istituire la Commissione Consiliare “Controllo di gestione”, cui è assegnata una funzione generale di controllo e garanzia circa lo sviluppo dell’attività e perseguimento dei programmi e obiettivi con efficienza, efficacia ed economicità. La Presidenza di detta Commissione è conferita ad un Consigliere provinciale di minoranza, che la Commissione elegge nel suo seno.

Art. 26 - Commissioni Consiliari speciali 1. Il Consiglio provinciale, con deliberazione approvata a maggioranza dei voti dei Consiglieri assegnati può istituire Commissioni speciali incaricate di esperire indagini conoscitive e di accertamento su specifiche problematiche.

Art. 27 - Attività del Consiglio Provinciale

1. Il Consiglio provinciale articola la propria attività secondo il calendario predisposto ai sensi dell’art. 24. 2. Il Consiglio provinciale si riunisce, inoltre, su determinazione del Presidente del Consiglio o su richiesta del Presidente della Provincia o di almeno un quinto dei Consiglieri. La riunione del Consiglio provinciale deve aver luogo entro venti giorni.

Art. 28 - Regolamento interno del Consiglio provinciale 1. Il funzionamento del Consiglio provinciale è disciplinato da apposito Regolamento, in conformità ai principi espressi nel presente Statuto.

CAPO II - GIUNTA PROVINCIALE Art. 29 - Giunta Provinciale

1. La Giunta è organo di governo, previsto e disciplinato dalla legge. E’ composta dal Presidente che la presiede e da un numero di Assessori nei limiti previsti dalla legge.

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2. La Giunta viene convocata secondo il calendario e l'ordine del giorno stabilito dalla Presidenza: entrambi dovranno pervenire ai singoli Assessori almeno un giorno libero prima della seduta. 3. Le copie integrali dei provvedimenti assunti dalla Giunta, con gli atti in essa richiamati, sono trasmessi anche attraverso modalità informatiche all’Ufficio di Presidenza del Consiglio. 4. Nel rispetto della normativa in tema di parità di genere è garantita all’interno della Giunta la rappresentanza minima del 30%.

CAPO III - IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA Art. 30 - Il Presidente della Provincia

1. Il Presidente è eletto dai cittadini a suffragio universale, secondo le disposizioni dettate dalla legge ed è membro del Consiglio provinciale. 2. Il Presidente della provincia di Monza e della Brianza è il legale rappresentante dell’Ente ed è il vertice Istituzionale dell’Amministrazione, il cui ruolo e funzioni sono disciplinati dalla legge.

Art. 31 - Mozione di sfiducia 1. Nei confronti del Presidente della Provincia può essere presentata una mozione di sfiducia, secondo le modalità previste dalla legge.

TITOLO IV ORDINAMENTO AMMINISTRATIVO

CAPO I - SERVIZI Art. 32 - Servizi pubblici

1. La Provincia di Monza e della Brianza secondo la normativa vigente, provvede nelle forme di legge alla gestione dei servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione di beni e prestazioni di servizi ed attività rivolte a realizzare fini sociali ed a promuovere lo sviluppo economico, civile e culturale delle comunità locali. 2. Il Consiglio provinciale definisce gli indirizzi programmatici rivolti alle società partecipate operanti nel comparto dei servizi pubblici nei termini e nei limiti di cui all’art. 11 del Regolamento per i controlli interni. 3. Il Consiglio provinciale ha competenza in ordine a provvedimenti di partecipazione o dismissione nelle società partecipate ovvero di costituzione o estinzione di aziende speciali per la gestione di servizi pubblici.

Art. 33 - Nomina e designazione dei rappresentanti provinciali presso Enti, Istituzioni, Fondazioni, Associazioni e Società di capitali

1. Gli amministratori di Enti, Istituzioni, Fondazioni, Associazioni, Aziende speciali e in generale le Società

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comprese quelle di capitali cui la Provincia partecipa vengono nominati o designati dal Presidente della Provincia, sulla base degli indirizzi formulati dal Consiglio provinciale, fra persone che abbiano una qualificata e comprovata competenza, per studi compiuti e per esperienze professionali e funzioni disimpegnate presso aziende, istituzioni ed enti pubblici o privati, nel rispetto della legge. 2. I Consiglieri provinciali presentano al Presidente della Provincia, tramite il Presidente del Consiglio, candidature adeguatamente supportate da curriculum vitae, per le nomine o designazioni di cui al comma precedente. 3. Ai Consiglieri provinciali si applicano le esimenti di cui all’art. 67 del D.lgs 267/2000 e s.m.i. 4. Il Presidente della Provincia provvede a comunicare all’Ufficio di Presidenza del Consiglio i nominativi delle persone nominate o designate in rappresentanza della Provincia presso i soggetti di cui al primo comma, al fine di darne informazione ai Consiglieri provinciali.

Art. 34 – Consorzi 1. Il Consiglio provinciale, nell'ambito della sua attività di indirizzo, può esprimere orientamenti per la predisposizione dei bilanci e per la loro attuazione da trasmettere ai Consigli di Amministrazione dei Consorzi. 2. Gli Enti devono trasmettere al Presidente della Provincia gli atti fondamentali previsti dai rispettivi Statuti. Il Dirigente competente trasmette gli atti di cui sopra, per conoscenza, alla competente Commissione Consiliare.

Art. 35 - Altre forme di cooperazione: Convenzioni e Accordi di programma 1. La Provincia di Monza e della Brianza coopera con Comuni e Province mediante convenzioni e accordi di programma, con lo scopo di svolgere in modo coordinato funzioni e servizi pubblico-amministrativi determinati. 2. Le convenzioni e gli accordi di programma di cui al comma precedente possono prevedere la costituzione di uffici comuni che operino con personale distaccato dagli enti partecipanti ai quali affidare l'esercizio delle funzioni pubbliche in luogo degli enti partecipanti all’accordo. Le convenzioni e gli accordi di programma possono altresì prevedere che taluno degli enti partecipanti deleghi le proprie funzioni a favore di uno di essi, che opererà in luogo e per conto dell'altro.

Art. 36 - Funzioni o competenze autonome 1. La Provincia di Monza e della Brianza può organizzare in modo autonomo funzioni o competenze proprie o per delega di altro Ente pubblico nelle forme previste dalla legge. 2. Tali funzioni o competenze vengono organizzate secondo Regolamenti speciali e sono distinte rispetto all'organizzazione della Provincia ed hanno un bilancio autonomo.

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CAPO II ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI E DEI SERVIZI

Art. 37 - Uffici Provinciali e servizi 1. Gli Uffici ed i Servizi della Provincia si articolano in unità organizzative che sono aggregate, come disposto dal Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi, approvato dalla Giunta, sulla base di criteri definiti dal Consiglio provinciale. 2. Nel medesimo Regolamento, secondo i principi del presente Statuto, sono disciplinate le modalità di conferimento degli uffici e dei servizi.

CAPO III - FUNZIONI DIRIGENZIALI Art. 38 - Segretario Generale e Vice Segretario Generale - Funzioni

1. Il Segretario Generale ha ruolo e funzioni disciplinate dalla legge vigente. 2. Il Segretario Generale e/o Vice Segretario Generale vicario può essere coadiuvato da un Vice Segretario Generale, che li sostituisce in caso di assenza, vacanza o impedimento. Il Vice Segretario Generale vicario e il Vice Segretario Generale sono nominati dal Presidente su proposta del Segretario Generale.

Art. 39 - Posizioni Dirigenziali 1. La direzione degli uffici e dei servizi, secondo i criteri e le norme dettati dai regolamenti, è attribuita ai Dirigenti della Provincia, in conformità all’assetto organizzativo dell’Ente. 2. La ripartizione tra gli ambiti di competenza degli organi di governo della Provincia e quelli di competenza della Dirigenza è definita dalla normativa di legge e dal regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi. 3. Ai Dirigenti, il cui incarico è conferito dal Presidente nei termini di legge, spettano comunque tutti i compiti di attuazione del programma e di raggiungimento degli obiettivi definiti con gli atti adottati dall’organo esecutivo.

Art. 40 - Direttore Generale

1. Il Presidente della Provincia può nominare, secondo le norme ed i criteri dettati dal regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi, un Direttore Generale, che assicuri livelli ottimali di efficacia, efficienza ed economicità nella gestione dell’Ente. 2. Ove nominato, ai sensi del comma precedente, il Direttore Generale attua gli indirizzi stabiliti dagli organi dell’Ente ai sensi della normativa vigente.

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Art. 41 - Responsabilità dei Dirigenti 1. I Dirigenti sono direttamente ed esclusivamente responsabili, in relazione agli obiettivi fissati dagli organi dell'Ente ed in conformità ai piani esecutivi di gestione predisposti ed approvati dalla Giunta, della correttezza amministrativa e della efficienza della gestione, garantendo l'efficacia, l'economicità, la trasparenza e la legittimità dell'azione amministrativa degli Uffici cui sono preposti, così come del conseguimento degli obiettivi assegnati. 2. Il Dirigente responsabile della direzione della struttura a supporto del Consiglio provinciale risponde degli obiettivi fissati dal Presidente del Consiglio, sentito l’Ufficio di Presidenza. L’Ufficio di Presidenza trasmette la proposta di valutazione dei risultati al Presidente della Provincia, nei tempi e con le modalità di cui al Regolamento per il funzionamento del Consiglio. 3. Ai Dirigenti si applicano le norme in materia di pubblicità patrimoniale e ogni altra informativa prevista dalla normativa vigente.

TITOLO V ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE

CAPO I - ORDINAMENTO FINANZIARIO Art. 42 - Ordinamento finanziario

1. L’ordinamento finanziario è assegnato alla legislazione concorrente dello Stato e della Regione. 2. La Provincia ha potestà impositiva autonoma nei campi riconosciuti dalle leggi. 3. La Provincia rispetta e promuove i diritti dei contribuenti conformando i propri atti al rispetto di questi.

Art. 43 - Demanio e patrimonio

1. I beni della Provincia si distinguono in beni demaniali e beni patrimoniali indisponibili e disponibili. 2. I beni demaniali e quelli patrimoniali sono riportati in inventari, aggiornati periodicamente. 3. Il Regolamento di contabilità stabilisce le modalità per l'utilizzo e la conservazione dei beni e per la tenuta degli elenchi e degli inventari e determina i tempi entro i quali gli stessi sono sottoposti a verifica e aggiornamento generale. I beni mobili ed immobili sono dati in consegna ai singoli Responsabili di Ufficio. Gli stessi sono responsabili della loro conservazione. 4. I beni immobili del patrimonio disponibile devono essere dati in affitto o locazione a soggetti che offrono adeguate garanzie di affidabilità e, di norma, con provvedimenti idonei ad assicurare un'adeguata redditività. Il ricorso ad affitti a prezzi contenuti o al comodato deve essere giustificato da motivi di interesse generale e di utilità sociale. Le diverse modalità di assegnazione nonché la valutazione dei requisiti necessari dovranno essere stabilite dall'apposito Regolamento.

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CAPO II - ORDINAMENTO CONTABILE Art. 44 - Ordinamento contabile

1.L’ordinamento contabile della Provincia è disciplinato dalla legge dello Stato e dal Regolamento di contabilità. 2. Il sistema di contabilità, disciplinato dall'apposito Regolamento, deve consentire la lettura dei risultati dal punto di vista finanziario, patrimoniale ed economico.

CAPO III - REVISIONE ECONOMICO FINANZIARIA Art. 45 - Controlli interni

I controlli interni sugli atti, sull’attività amministrativa e sulla situazione finanziaria dell’ente sono disciplinati dall’apposito regolamento. I controlli interni hanno funzione di verifica e di riorientamento dell’attività amministrativa.

Art. 46 - Collegio dei Revisori

1. Il Collegio dei Revisori dei conti è composto da tre membri nominati come previsto dalle leggi vigenti.

CAPO IV - TESORERIA Art. 47 - Tesoreria e riscossione delle entrate

1. Il servizio di Tesoreria è svolto in affidamento a seguito di procedura ad evidenza pubblica e per un periodo massimo previsto dalla legge. 2. Il Regolamento di contabilità disciplina il servizio di Tesoreria e gli altri servizi dell'Ente che comportano maneggio di denaro.

CAPO V - CONTRATTI

Art. 48 - Contratti

1. I contratti sono disciplinati dalla normativa vigente.

TITOLO VI PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO

CAPO I - PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO Art. 49 - Trasparenza

1. La finalità è quella di assicurare la più ampia modalità di accesso alla documentazione amministrativa della Provincia, in conformità al principio di trasparenza dell’attività amministrativa.

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Art. 50 - Procedimento amministrativo

1. L'attività amministrativa della Provincia persegue i fini determinati dalla legge e dallo Statuto ed è retta da criteri di programmazione, di economicità, di efficienza, di efficacia, di pubblicità e di trasparenza, nonché dai principi dell’ordinamento comunitario. 2. Il procedimento non può essere aggravato se non per straordinarie e motivate esigenze imposte dallo svolgimento dell'istruttoria. 3. Ove il procedimento consegua obbligatoriamente ad un'istanza, ovvero debba essere iniziato d'ufficio, la Provincia ha il dovere di concluderlo mediante l'adozione di un provvedimento espresso. 4. La Provincia determina per ciascun tipo di procedimento, in quanto non sia già direttamente disposto per legge o per Regolamento, il termine entro cui esso deve concludersi. 5. Per conseguire maggiore efficienza nello svolgimento della propria attività, la Provincia incentiva l’uso della telematica, nei rapporti interni, tra le diverse Amministrazioni e tra queste e i privati e garantisce il diritto alla partecipazione al procedimento ai soggetti interessati.

Art. 51 - Motivazione dei provvedimenti amministrativi 1. Ogni provvedimento amministrativo, compresi quelli concernenti l'organizzazione amministrativa, lo svolgimento dei pubblici concorsi ed il personale, deve essere motivato. 2. Le modalità ed i contenuti della comunicazione di avvio del procedimento e la comunicazione dei motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza, i termini e le autorità cui è possibile ricorrere, i diritti e le garanzie dei soggetti del procedimento amministrativo sono disciplinate dalla normativa vigente e dal regolamento sul procedimento amministrativo stesso.

Art. 52 - Predeterminazione dei criteri e delle modalità per la concessione dei contributi a Enti e

Associazioni

1. La concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a Enti pubblici e privati sono subordinate alla predeterminazione da parte del Consiglio Provinciale dei criteri e delle modalità cui la Giunta deve attenersi se non disciplinate da apposito Regolamento.

Art. 53 - Accesso agli atti e ai documenti amministrativi 1. L’accesso ai documenti amministrativi costituisce principio generale dell’attività amministrativa della Provincia al fine di favorire la partecipazione e di assicurarne l’imparzialità e la trasparenza, ed attiene ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. 2. A tali fini è riconosciuto il diritto di accesso agli atti ed ai documenti amministrativi, in conformità alla vigente normativa ed al relativo Regolamento.

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TITOLO VII

CAPO I - PATROCINIO LEGALE Art. 54 - Patrocinio legale

1. La Provincia, qualora si instauri un procedimento civile nei confronti del Segretario Generale, del Direttore Generale, dei dipendenti o di Amministratori individuati nelle posizioni del Presidente della Provincia, degli Assessori, del Presidente del Consiglio e dei Consiglieri provinciali connesso direttamente a fattispecie poste in essere nell'espletamento di compiti d'istituto o d'ufficio, verificato che non sussista conflitto d'interessi tra la posizione degli Amministratori, del Segretario Generale e dei dipendenti e quella dell'Ente, assume sin dall'inizio di tali procedimenti l'onere economico della difesa. 2. La scelta del legale di fiducia, limitata ad un unico difensore, dovrà essere comunicata all'Amministrazione. 3. La statuizione contenuta in sentenza passata in giudicato di accertata responsabilità dell’interessato per dolo o per colpa grave comporta la restituzione a carico dei medesimi di tutte le anticipazioni, a qualunque titolo effettuate, nell'arco del procedimento. 4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano anche nei casi di procedimenti penali e amministrativi.

DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI Art. 55 - Entrata in vigore e successive modificazioni

1.La normativa vigente disciplina l’approvazione dello Statuto e ogni successiva modificazione statutaria. 2. Lo Statuto entra in vigore decorsi trenta giorni dalla sua affissione all'albo pretorio della Provincia.

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Questa pubblicazione è a cura dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale di Monza e della Brianza

Si ringraziano:

Per il coordinamento: dott.ssa Nicoletta Vigorelli e dott.ssa Mara Tentorio

Per la collaborazione organizzativa: Alessandra Foltran, Eleonora La Monica e Marinella Cappello

Per il progetto grafico e comunicazione: dott.ssa Marta Caratti e dott. Alex Tonello

I testi di questo volume sono copyfree: essi sono liberamente riutilizzabili con l’obbligo di citare la fonte senza interventi. Sono riservati i diritti sulle immagine che appartengono ai legittimi proprietari.


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