Date post: | 05-Mar-2016 |
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COWORKING AL TRULLOSupportare le energie creative della capitale
Anno Accademico 2011/2012
Corso di Progettazione Spazi CollettiviInterior Design
IED
COWORKING AL TRULLOSupportare le energie creative della capitale
Anno Accademico 2011/2012
Corso di Progettazione Spazi CollettiviInterior Design
IED
COORDINAMENTO CORSOGianfranco Bombaci, Interior Design
PROGETTO GRAFICOSelena Mesoraca
DIREZIONELaura Negrini, Direttore IED Design Roma
SEGRETERIAMarta Seghezza, Segreteria direzione IED DesignSimona Ruzzini, Segreteria IED DesignSelena Mesoraca, Segreteria IED DesignPietro Cagnazzi, Tutor Interior Design
in collaborazione con
IED DESIGN
COWORKING AL TRULLOSupportare le energie creative della capitale
DocentiAndrea Stipa, ProgettazioneRoberto Simeone, ProgettazioneMauro Merlo, ProgettazioneValerio Paolo Mosco, ProgettazioneAlessandro Ciocci, Comunicazione del progettoClaudio Castaldo, Comunicazione del progettoAlessio Tommasetti, Comunicazione del progetto
Coordinamento progettoLaura NegriniGianfranco BombaciPietro Cagnazzi
PartnersProvincia Di RomaRoma Provincia Creativa
INDICE
13 Laura Negrini Gianfranco Bombaci
23 RAPPORTO CON IL QUARTIERE Silvia Curtilli, Michele Masucci Carolina Gardini, Chiara Guerrisi, Riccardo Mecarini Elen Rizza Clara Cursi, Chiara De Annuntiis, Federica Scagnoli 41 EASY SPACE Delfina Caprio, Betija Libauere, Camille Oncina Luca Folino. Fabio Lollobrigida, Alessandra Lupi Giorgia Scravaglieri Barbara Alimenti Fiorita Antinozzi, Alessandro Chierchia Martina Gammella, Federico Marziali, AnnamariaMele
61 BOX IN A BOX Ilario Paiano, Andrea Perotti Tommaso Shanti Piovella, Ivo Sera Elena Buccioli, Chiara Porri Marco Ruggeri
15 Valerio Paolo Mosco
17 Andrea Stipa
19 Mauro Merlo Roberto Simeone
Il Coworking costituisce un nuova idea di approccio al lavoro. Un ritrovo di lavoratori che, sebbene continuino a lavorare in maniera indipendente, condividono alcuni valori comuni come la collaborazione, la disponobilità e la condivisione del proprio sapere. È un’opportunità per creare delle sinergie nel momento in cui si lavora con altri professionisti nello stesso luogo fisico, capace di produrre maggiore competitività. È una strategia sostenibile per avviare nuove attività e innescare processi di innovazione. Si basa su una sostanziale fiducia nella maggiore efficacia del lavoro di gruppo anche a discapito dell’efficienza del singolo. Può costituire una interessante strategia di sviluppo di nuove realtà produttive, dove la condivisione e la relazione sia finalmente considerata una risorsa fondamentale. In tal senso è facile immaginare che inizialmente situazioni di coworking siano sposate da professioni inerenti all’ambito della creatività, dove la collaborazione, la condivisione già da anni sono state sperimentate positivamente
PERCHÈ UN COWORKING
OBIETTIVI DELLA RICERCA
Immaginare strutture all’interno delle quali poter accedere a spazi di ufficio, gratuiti o ad affitti molto bassi, per periodi di tempo limitato, condividendo servizi, quali la segreteria, sale riunioni, sale conferenze, spazi espositivi.
Come nella casa quindi, lo spazio ufficio tradizionale si comprime, acquisendo all’esterno del proprio spazio privato, altri spazi e servizi, che altrimenti in autonomia non si sarebbero mai riusciti ad avere.
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Il corso di progettazione degli spazi collettivi ha immaginato possibili strategie di riqualificazione di un edificio di proprietà della Provincia di Roma, nel quartiere del Trullo, trasformandolo in uno spazio di coworking per figure professionali legate al mondo della produzione creativa. I progetti hanno evidenziato come la nuova struttura di coworking possa costituire un’occasione di valorizzazione e stimolo culturale per tutto il quartiere, attraverso spazi capaci di rimodulare il rapporto tra i luoghi dell’autonomia e i luoghi della socialità, improntati a una grande flessibilità spaziale e semplicità di riconfigurazione.
Gianfranco Bombaci
Laura Negrini
COORDINATORE INTERIOR DESIGN
DIRETTORE IED DESIGN
14
Uno stabile nella periferia di Roma che rivive nell’ipotesi del co-working deve mostrare la propria nuova destinazione allo spazio pubblico, la deve donare alla città come evento, come appello per
un destino diverso.
15
È stata questa l’idea da cui è partito il nostro lavoro, l’assunto che lega insieme tra loro i diversi progetti. Questi ultimi partono tutti dal primo schizzo del singolo studente. È mia convinzione che lo studente deve potersi esprimere alla luce delle sue intuizioni, al docente spetta un ruolo di supporto.Così dalla prima intuizione si passa alla strutturazione di un progetto urbano che incontra il tema del co-working cercando di elevare lo stesso a fatto urbano, a qualcosa che non si richiude nelle mure in cui è ospitato.
Valerio Paolo MoscoDOCENTE COWORKING /VIA MONTE DELLE CAPRE
16
La condivisione dell’ambiente di lavoro all’interno di un sistema open-space non incontra il favore dei fruitori di spazi di lavoro condiviso i quali preferiscono in genere avere una maggiore privacy
pur apprezzando l’offerta di socializzazione.Per questo motivo uno dei temi principali della progettazione è stato quello di rimodulare il
rapporto tra i luoghi della autonomia e i luoghi della socialità.
17
Il lavoro su alcuni elementi distributivi intermedi tra la scala dell’arredo e quella dello spazio architettonico ha avuto l’obiettivo di generare un dialogo tra gli elementi che formano lo spazio di lavoro e quello di riposo e di dialogo.Le scale interne ad esempio sono state considerate da alcuni studenti non solo come luogo della distribuzione verticale ma anche luogo di incontro e discussione, mentre le partizioni interne e le porte sono state considerate elementi utili per definire spazi autonomi ma anche un certo grado di flessibilità.Per dialogare tra di loro e con lo spazio architettonico che li ospita, gli elementi architettonici che formano lo spazio interno devono coinvolgere diverse funzioni.Per questo motivo alcuni progetti propongono l’utilizzo delle scale come luoghi espositivi o come spazi libreria in cui sostare per una pausa di lettura, oppure rampe in cui è possibile trovare un proprio spazio di lavoro o di relax. L’analisi della tipologia distributiva tradizionale e di quella legata al concetto di open-space ha portato in alcuni casi a proposte progettuali in cui gli spazi di distribuzione assumono un carattere nuovo e ambiguo tra spazio intimo e spazio di relazione.
Andrea StipaDOCENTE COWORKING /VIA MONTE DELLE CAPRE
18
Il corso ha posto alcuni obiettivi di base che il progetto di trasformazione avrebbe dovuto raggiungere. In particolare il primo è stato quello di puntare alla creazione di un Concept progettuale realizzabile attraverso un percorso didattico assimilabile ad un esperienza
“professionale”. Un progetto legato ad un committente reale e di conseguenza ad una proposta fattibile, una ristrutturazione “possibile”, un’idea realizzabile.
Le linee guida, seguite con molto entusiasmo da tutti i gruppi di progettazione, hanno portato a strutturare proposte molto concrete ed al tempo stesso interessanti.
Dati di base erano il mantenimento degli elementi portanti e la conservazionedei sistemi di collegamento verticale e dei servizi.
19
Mauro Merlo - Roberto Simeone
Il corso proponeva il raggiungimento di una spazialità nuova e la creazione di un immagine architettonica contemporanea ed innovativa. Questo obiettivo è stato raggiunto attraverso ideazioni progettuali molto diverse tra di loro ma tutte ricche di suggestioni e soluzioni interessanti. In particolare si è lavorato sullo svuotamento dello spazio e su tagli nel solaio intermedio in grado di realizzare zone a doppia altezza e compressioni-dilatazioni dei diversi spazi all’interno del corpo di fabbrica.Altro obiettivo è stato quello di dare una risposta efficace dal punto di vista funzionale; costruire un mix di funzioni ed un sistema integrato di servizi che permettesse ai nuovi spazi di dare una risposta concreta alle richieste del mercato. Da questo punto di vista si è puntato all’elaborazione di progetti molto flessibili in grado di dare risposta a diversi tipologie di domande e capaci quindi di trasformazioni in relazione alle diverse esigenze che potranno emergere nel corso della realizzazione e della vita del nuovo edificio.Ultimo, ma non meno importante aspetto, è stato quello di avvicinare l’esperienza didattica ad una esperienza professionale concreta attraverso l’elaborazione di proposte progettuali corredate di indicazioni relative all’applicazione dei materiali da costruzione.
DOCENTE COWORKING /VIA MONTE DELLE CAPRE
22
La nuova struttura di coworking può essere un occasione di valorizzazione e stimolazione culturale per tutto il quartiere
24
Silvia Curtilli, Michele Masucci
L’edificio viene smaterializzato e ridotto a una sequenza di piani connessi da una scala centrale. L’organizzazione spaziale crea un universo di spazi condivisi e privati in stretta relazione con il contesto urbano circostante.
CITTÀ LAVORO
28
Carolina Gardini, Chiara Guerrisi, Riccardo Mecarini
METABOLICO
Il progetto smaterializza la struttura esistente organizzando spazi comuni e privati attraverso l’articolazione di box funzionali. All’interno delle scatole gli spazi riunione e gli ambiti più privati, mentre, tra gli elementi solidi si sviluppano, attraverso una serie di piattaforme, spazi di condivisione e confronto.
32
Elen Rizza
Gli spazi di lavoro si sviluppano lungo un percorso distributivo che gradatamente rendono fruibile tutto il volume della struttura. Dal piano terra pubblico, progressivamente si snocciolano gli spazi lavorativi, condivisi e privati. Alcune scatole funzionali ospitano ambiti più riservati e sale meeting.
BLACK TAPE
36
Clara Cursi, Chiara De Annuntiis, Federica Scagnoli
L’edificio è organizzato in fasce longitudinali che individuano gli ambienti lavorativi, lo spazio di connessione e una facciata espositiva dove mostrare il lavoro prodotto all’interno della struttura. Lo spazio di connessione diventa così anche medium espositivo e di confronto.
EXPOUFFICIO
42
Delfina Caprio, Betija Libauere, Camille Oncina
L’edificio viene riorganizzato funzionalmente attraverso l’inserimento di patii verdi che attraversano la struttura e ne dividono gli ambiti. Una seconda pelle in lamiera forata riveste integralmente l’edificio modificando spazialità e percezione.
NUDITÀ VESTITA
48
Luca Folino, Fabio Lollobrigida, Alessandra Lupi
Un sistema di rampe sovrapposte organizza gli spazi di lavoro come una sequenza di spalti, rendendo la struttura flessibile e riconfigurabile facilmente, da spazio di lavoro a spazio di incontro e conferenza. Ampie vetrate rendono visibile le attività interne instaurando un rapporto diretto con il contesto urbano.
RAMP
50
Giorgia Scravaglieri
Il progetto sviluppa due modalità lavorative sovrapposte. Al piano terra singole postazioni mobili contenute in box su ruote ospita uno spazio lavorativo flessibile e temporaneo, mentre al primo piano si sviluppa uno spazio organizzato da pareti mobili con postazioni più tradizionali, ma anch’esso flessibile e facilmente riadattabile alle diverse esigenze dei coworkers.
POST’AZIONE
54
Barbara Alimenti
Una lama verde suddivide i due ambiti dello spazio lavorativo: quello più privato e quello maggiormente condiviso.Il patio rettilineo porta luce e la gradevolezza dell’elemento naturale all’interno dello spazio di lavoro.
PATIO VERDE
58
Martina Gammella, Federico Marziali, Annamaria Mele
Il corpo scala suddivide lo spazio in due ambiti. Uno spazio di lavoro e un luogo di condivisione e relax.
CO/WORK
62
Fiorita Antinozzi, Alessandro Chierchia
Il progetto si sviluppa attorno a un grande volume tecnico e di magazzino caratterizzato dal rivestimento in videowall che trasmettono i contenuti e i prodotti dei diversi coworkers presenti. Lo spazio si rende informazione suddiviso dall’elemento centrale in spazi di lavoro e sale per riunioni.
VIDEOWALL
66
Ilario Paiano, Andrea Perotti
Il volume dell’edificio viene prima svuotato e poi riempito da scatole vetrate sospese che individuano ambiti di diversa natura: dai più pubblici e condivisi, agli ambiti più privati e individuali.
FLYING BOX
68
Stefano Di Donato
Lo spazio viene organizzato da pareti in listelli di legno la cui densità crea giochi di trasparenza variabili nelle percezione degli spazi di lavoro. Una spazialità condivisa in cui il sistema di arredo diventa spazio.
WOODEN FRAME
72
Tommaso Shanti Piovella, Ivo Sera
Un ponte rosso suddivide gli spazi di lavoro dell’edificio. Al piano terra spazi di lavoro liberi e condivisi, mentre al primo piano ambiti più individuali e autonomi.
UNDER THE BRIDGE
74
Elena Buccioli, Chiara Porri
L’edificio viene colonizzato da scatole in acciaio corten che lo suddivino in spazi condivisi e spazi individuali e riservati per riunioni, proiezioni, meeting o semplicemente per ottenere maggiore concentrazione.
CORTEN BOX
78
Francesco Maria De Besi
La struttura è organizzata su due livelli di cui il piano terra costituisce lo spazio più pubblico ed espositivo. Al primo piano un grande tavolo dalla forma sfaccettata ospita le diverse postazioni di lavoro in un grande spazio condiviso.
TAVOLO CONDIVISO
80
Marco Ruggeri
Una serie di box rossi invadono lo spazio organizzandolo in spazi privati e spazi pubblici.
LANTERNE ROSSE