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Crews for change... a scuola

Date post: 23-Mar-2016
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Lo speciale di Parola Nostra, dell'IC di Bovino (Fg) è dedicato alle iniziative per il Cambiamento intraprese dai ragazzi della redazione. Il numero è stato realizzato per Giornalisti Nell'Erba 8 (2014)
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Parola NOSTRA P CREWS FOR CHANGE Equipaggi per il cambiamento Progetto Giornalisti Nell’Erba 2014 SPECIAL Periodico a cura dell’Istituto Comprensivo di Bovino, Castelluccio dei Sauri e Panni ANNO V - NUMERO MARZO 2014 PAG. 1 UNA NUOVA SCUOLA PAG. 5 SUCCEDE A BOVINO... PAG. 8 BOVINO, IL BORGO E LA BANDIERA PAG. 19 MALALA YOUSAFZA PAG. 20 GIOVANI, ALCOLISMO E RETE 1
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Page 1: Crews for change... a scuola

ParolaNOSTRAP

CREWS FOR CHANGEEquipaggi per il cambiamento

Progetto Giornalisti Nell’Erba 2014

SPECIAL

Periodico a cura dell’Istituto Comprensivo di Bovino, Castelluccio dei Sauri e Panni

ANNO V - NUMERO

MARZO 2014

PAG. 1 UNA NUOVA SCUOLAPAG. 5 SUCCEDE A BOVINO...

PAG. 8 BOVINO, IL BORGO E LA BANDIERA

PAG. 19 MALALA YOUSAFZAPAG. 20 GIOVANI, ALCOLISMO E RETE

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L’Istituto comprensivo di Bovino è costituito da due edifici: uno, situato in via Dei Mille, ospita la scuola dell’infanzia

e primaria, mentre l’altro, in via Nazionale, è destinato alla scuola secondaria. A metà novembre dello scorso anno, il Sindaco ha emanato un’ordinanza di chiusura dell’intero plesso di Via nazionale per monitorare la staticità della struttura, e così la scuola secondaria é stata trasferita nell’edificio di Via Dei Mille. Il trasferimento è avvenuto nel giro di pochi giorni, durante i quali collaboratori, professori e alunni hanno trasportato insieme nella nuova sede tutto il materiale scolastico. Sono state smontate perfino le pareti di cartongesso interamente dipinte con le stele dal prof. Trivisano e dagli alunni di terza dell’anno scorso. Trasferirsi nella nuova scuola non è stato semplice, soprattutto per gli spazi più ristretti a cui ci si è dovuti adattare. La scuola secondaria infatti aveva una palestra dotata di spogliatoi e diverse aule per le lezioni di strumento musicale. In realtà non vi sono molti svantaggi, eccetto per le dimensioni delle aule che non sono tutte spaziose. Vi sono infatti due aule provvisorie, costruite velocemente al momento del trasloco, che hanno meno spazio delle altre e quindi ogni quindici giorni gli alunni, a turno, cambiano aula in modo che il disagio di uno spazio più piccolo non sia sempre degli stessi studenti. Mancano poi spazi adibiti a laboratorio, fatta eccezione per il laboratorio

Una scuola nuova

SIGNOR PRESIDE, PERCHÉ CI SIAMO TRASFERITI NELLA NUOVA SCUOLA?Perché la vostra scuola deve essere monitorata per controllare la staticità della struttura, che comunque dai primi accertamenti sembra evidenziare problemi di facile risoluzione.

ERA NECESSARIO UN TRASFERIMENTO COSÌ IMMEDIATO?Sì, perché non si possono correre rischi sulla sicurezza degli alunni e del personale. Il trasferimento è avvenuto

Intervista al Dirigente Scolastico Gaetano De Masi

di informatica della scuola primaria. Per questo, gli alunni di strumento musicale devono fare lezione il pomeriggio sempre nelle stesse aule, che sono quindi polifunzionali e piene di alunni fino alle ore 18.00. Ciò nonostante, un’organizzazione efficiente di tutte le attività scolastiche curricolari ed extracurricolari consente uno svolgimento regolare del lavoro scolastico. Parlando di vantaggi, possiamo riconoscere che ve ne sono molti. Uno è sicuramente la posizione della scuola, che si trova al centro del paese ed è facilmente raggiungibile. Inoltre tutti gli studenti

dell’Istituto sono nella stessa struttura e ciò facilita i rapporti di conoscenza, perché la mattina ci si ritrova tutti insieme nel cortile della scuola a parlare, aspettando il suono della campanella. Al momento non sappiamo come evolverà questa situazione, ma per avere informazioni più chiare abbiamo intervistato il dirigente scolastico Gaetano De Masi.

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di Simona Boccardi e Chiara De Angelis

di Simona Boccardi e Mariangela Silvestri

in tempi rapidi, anche per non perdere troppi giorni di lezione. Ne approfitto per ringraziare i docenti e gli alunni della scuola perché durante il trasloco si sono resi disponibili a trasportare, insieme con il personale ATA, tutto il materiale e l’arredo scolastico.

RITORNEREMO UN GIORNO NELLA NOSTRA VECCHIA SCUOLA ?Al momento non posso dare una risposta certa. Si sta pensando di trasferire l’asilo altrove e ciò consentirebbe di liberare l’altra ala del secondo piano dell’ edificio di via Dei Mille, spostando al primo piano la scuola primaria. In previsione, dunque, le classi della scuola secondaria dovrebbero occupare tutto il secondo piano.

COME PENSA DI RISOLVERE IL PROBLEMA DELLO SPAZIO LIMITATO IN ALCUNE AULE?Per adesso l’unica soluzione di emergenza è far turnare le classi tra le diverse aule a disposizione, grazie alla collaborazione di docenti ed alunni.

SARÀ POSSIBILE AVERE DEI LABORATORI IN FUTURO?Sì, senz’altro! Avrete dei laboratori nuovi ed anche potenziati, perché sono stati previsti dei fondi FESR per migliorare, prima di tutto il laboratorio di informatica della scuola secondaria di Bovino.

È OPPORTUNO, SECONDO LEI, CHE SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA SIANO NELLO STESSO EDIFICIO?Sì, perché ciò è nello spirito dell’Istituto comprensivo, che si muove in una dimensione verticale. Proprio per questo vengono realizzati i progetti di continuità didattica tra i diversi ordini di scuola, che sono senza dubbio favoriti dalla permanenza delle classi-ponte in un unico plesso.

QUALE CONSIGLIO DAREBBE AGLI ALUNNI CHE FREQUENTANO LA NUOVA SCUOLA?Intanto li ringrazio per la disponibilità dimostrata nell’affrontare tutti i disagi di questo anno scolastico. Poi invito loro, che sono i più grandi dell’istituto, ad essere ancora più responsabili per dare il buon esempio agli alunni della scuola primaria.

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I Pon dell’Istituo comprensivo di Bovinodi Sara Lacivita

Per te, Italia, abbiamo marciato anche noi, uniti simbolicamente ai caduti per la “Nostra Patria” di Mariangela Larocca (Classe III, sez. C - Scuola Secondaria di I Grado di Panni)

Il 4 novembre è la giornata dedicata alla commemorazione dei caduti in guerra di tutto il mondo e, come ogni anno, anche noi

alunni della Scuola secondaria di I grado di Panni, guidati dalla prof.ssa Lucia Colomba Mauriello, abbiamo reso loro omaggio, insieme al Sindaco, all’ Amministrazione comunale, ai Carabinieri, al Dirigente scolastico prof. Gaetano De Masi e all’intera cittadinanza. Quest’anno la prof.ssa Mauriello ha pensato di motivare il nostro intervento e farci sentire parte integrante della manifestazione, di farci sentire uniti ai soldati pannesi caduti, i cui nomi sono incisi sulla facciata del monumento. Entusiasti, abbiamo marciato da veri soldati mentre intonavamo l’“Inno degli studenti”, un canto patriottico scritto da due giovani combattenti per l’Unità d’Italia nel periodo risorgimentale. Tutti siamo stati presi e all’unisono abbiamo eseguito la figurazione della marcia che ci ha insegnato la prof.ssa di Educazione fisica Valeria Marinaccio. Dentro di me è scattata la determinazione di amare l’Italia, ho sentito un forte senso di appartenenza al mio Paese. A dire il vero siamo stati bravi, infatti abbiamo sorpreso un po’ tutti

i presenti meritando il loro applauso forte e prolungato. Un grazie alla prof.ssa di musica Maria Rosa Pennisi, che ci ha guidati nell’esecuzione di alcuni brani con il flauto, alla prof.ssa Valeria Marinaccio che ci ha fatto danzare al ritmo di marcia. Grazie soprattutto alla prof.ssa Mauriello che ha organizzato tutta la manifestazione, come del resto fa da più di quindici anni, presentando ogni anno testi e canti nuovi. Ferma nel suo amor patrio, lei ci ricorda sempre che il 4 novembre ricorre anche l’anniversario dell’Unità Nazionale e che è doveroso rivolgere un ringraziamento alle Forze Armate, in particolare ai Carabinieri che sono sempre vicini ai cittadini.

Nell’Istituto Comprensivo di Bovino anche quest’anno sono stati avviati diversi Pon per migliorare le conoscenze degli allievi e non

solo. I Pon sono delle attività pomeridiane ed extracurricolari, finanziate dall’Unione Europea, che servono ad ampliare le nostre conoscenze su argomenti chiave per il mondo del lavoro, tramite l’incontro con docenti esterni alla scuola.I Pon attivati nell’anno in corso per gli alunni di tutto l’istituto sono otto, di cui quattro a Bovino, due a Castelluccio Dei Sauri e due a Panni.Quelli realizzati a Bovino sono: “Parola Nostra”, “Easy English”, “Speak English, Please!”, “Canti e cultura. “PAROLA NOSTRA” è un Pon in cui ci si occupa di realizzare il giornalino d’istituto, formando una vera e propria redazione, scrivendo gli articoli, correggendoli e impaginandoli.Inoltre, gli allievi partecipano a vari concorsi come: “Giornalisti nell’erba” e il “Gran Premio Mirabilandia”. Il progetto, portato avanti dall’ esperto esterno Samantha Berardino, giornalista, e dalla professoressa Anna Maria Gesualdi, in veste di tutor, è rivolto agli alunni delle classi seconde e terze della scuola secondaria di I grado di Bovino, che sono interessati a migliorare il loro modo di scrivere e a diventare giornalisti. “EASY ENGLISH!” permette di potenziare la conoscenza della lingua inglese per allievi con competenze di base. Il progetto ha come esperto

esterno la prof.ssa Stefania Maniero e come tutor la prof.ssa Rocchina Raffa ed è rivolto agli alunni delle classi seconde e terze che sono interessati a migliorare la lingua straniera e ad approfondirla, colmando le proprie lacune. Alla fine di questo corso si può accedere all’esame di secondo e terzo livello del Trinity, una certificazione internazionale accreditata dal Ministero dell’Istruzione. Anche “SPEAK ENGLISH PLEASE!” è un Pon per migliorare la conoscenza della lingua inglese, destinato ad allievi con una conoscenza già buona della lingua. Il progetto ha come esperto esterno la docente Lia De Cotis. È rivolto agli alunni delle classi seconde e terze di scuola secondaria. Con questo Pon si può accedere all’esame di quarto e quinto livello del Trinity, che è un esame finale con un esperto madrelingua, su un topic, cioè un argomento a scelta, per una conversazione in lingua. Il progetto “CANTI E CULTURA” è finalizzato allo sviluppo della vocalità infantile e della consapevolezza corporea (respirazione, emissione del suono parlato e cantato) attraverso danze e canti ad una o due voci, e attraverso la drammatizzazione di testi. Il progetto, attuato dall’esperta esterna Annarita Di Giovine Ardito e dalla docente di pianoforte Bonuomo Carmela, è rivolto agli alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria. Alla fine i bambini impareranno il senso del ritmo, le nozioni di canto e la comprensione dei testi cantati. Nel nostro istituto i Pon si svolgono da vari anni e sia il Dirigente scolastico sia i docenti ritengono che essi siano una buona opportunità di formazione, perchè consentono di fare attività che non potrebbero mai essere fatte nell’orario curricolare e permettono agli alunni di socializzare e confrontarsi con gli altri compagni di classi diverse.

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Succede a Bovino... in ricordo di Orazio Sgambatidi Vincenzo Pio Schiavone e Emmanuel Sgambati

Lo scorso 20 febbraio presso la Sala Consiliare del Comune di Bovino si è svolta una cerimonia in ricordo di Orazio Sgambati, nel ventennale della sua scomparsa, per commemorare tutte le azioni di questo cittadino esemplare a favore del paese e l’importante aiuto fornito ai

bovinesi in occasione del terremoto dell’Irpinia del 1980. Nato nel giugno del 1928 a San Martino Valle Caudina (AV), da bambino si è trasferito a Bovino con la famiglia. Si è sposato con Carmelina e dal loro matrimonio sono nati quattro figli.Trovato lavoro come postino, dal 1975 al 1990 è stato Consigliere comunale a Bovino. Per molti anni è stato anche assessore e si è occupato soprattutto della ricostruzione dopo il terremoto del 1980 e della cultura del nostro paese. Grazie al suo costante impegno ha dato vita, insieme ad altri suoi concittadini, al Museo Civico-archeologico ”Carlo Gaetano Nicastro” e, proprio per il suo grande amore per la cultura locale, a lui è stata recentemente dedicata anche la nuova Biblioteca comunale.Nel corso della sua vita, però, gli è accaduta una disavventura. Mentre passeggiava tra le colline in una giornata d’inverno ha avuto un malore al cuore, sfiorando la morte.Egli raccontava che, svenuto, aveva visto il film della sua vita e, mentre lo vedeva, pregava Dio di poter continuare a vivere perché non era ancora pronto a lasciare la moglie, i figli e la sua Bovino. Allora si è svegliato con il sole sul viso ringraziando Dio di averlo ascoltato, ha preso il capello ed è ritornato a casa, consapevole del fatto che gli rimaneva poco tempo e che non avrebbe dovuto sprecarlo. Si è spento nel 1994, soddisfatto di aver sistemato nel paese tutto quello a cui lui teneva e circondato dall’affetto sincero di tanti concittadini. Per noi ragazzi Orazio Sgambati è un modello, perché con il suo esempio ci insegna ad amare il nostro paese e ad agire per migliorarlo.

Il Santuario di Valleverde, costruito nel 1266 e dedicato alla Madonna di Valleverde, è un luogo di culto molto

importante che si trova a circa 3 Km da Bovino e a 402 metri s.l.m., nel bosco un tempo chiamato di Mengaga. La leggenda della fondazione narra che un boscaiolo di nome Niccolò sognò di recarsi a tagliar la legna nel bosco, dove gli apparve una donna vestita di bianco che gli chiedeva di riempire un secchio d’acqua. Lui si allontanò per accontentarla e al suo ritorno trovò l’asino carico della legna. Il boscaiolo allora Le domandò chi fosse e Lei rispose che era la Madre del Figlio di Dio, venuta per difendere i pugliesi e il popolo di Bovino, e gli chiese di costruire una chiesa

Il Santuario della Madonna di Valleverdedi Francesca Pia Barbarossa

in suo onore. Niccolò non dette importanza al sogno e non fece nulla. Per quattro notti sognò sempre la Madonna e un mattino si svegliò pieno di dolori che continuarono fino a quando non esaudì il desiderio della Vergine Maria. Furono così avviati i lavori della Chiesa e il 23 Maggio 1266 la chiesa fu benedetta e fu posta una pergamena firmata dai dodici vescovi lì presenti. Negli anni Sessanta, accanto alla chiesa fu costruita la Casa del Pellegrino, con i fondi di alcuni benefattori, allo scopo di ospitare ragazzi poveri e orfani, ma fu demolita nel 1996 perché inagibile. Poi nel 1976 iniziarono i lavori di costruzione del nuovo santuario. La nuova chiesa fu portata a termine verso la fine del 1986 e all’inizio del 1987 fu arredata all’interno. Il 25 maggio del 1987, Papa Giovanni Paolo II venne pellegrino a Valleverde, visitò e benedisse il nuovo Santuario e il 7 giugno la chiesa venne consacrata da Monsignor De Giorgi. Ora la chiesa ha un tetto verde a forma piramidale con in cima una croce ed è circondata da un bellissimo giardino. Tutti i bovinesi ogni anno la prima domenica e il 23 di Maggio scendono a Valleverde per pregare la Madonna, che è con San Marco patrona di Bovino e viene festeggiata il 29 agosto. Peccato, però, che durante il resto dell’ anno il santuario sia poco visitato!

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Il Carnevale è una festività abbastanza sentita a Bovino. Come tradizione, quasi ogni anno, vengono organizzate delle sfilate

molto belle. La parola “Carnevale” deriva dal tardo latino “Carnum levare” che vuol dire “togliere la carne dalla dieta”. Pur essendo una ricorrenza pagana, si accavalla alla Quaresima. In Italia, infatti, il Carnevale comincia il giorno di Sant’Antonio Abate e finisce il giorno prima del mercoledì delle Ceneri, il Martedì grasso, anche se si prosegue a festeggiarlo fino alla Pentolaccia, cioè alla prima domenica di Quaresima. Questa festa ha origini molto antiche, infatti una forma del carnevale esisteva già nella Roma pagana e veniva detta la festa di Saturno. Con la diffusione del cristianesimo il Carnevale perse il suo originario rituale magico per poi diventare un’occasione di divertimento popolare in modo che la gente almeno una volta all’anno potesse fare baldoria, senza pensare al lavoro o alle miserie. Successivamente sono

Bovino, insieme ad altri 206 paesi, fa parte del Club “I borghi più belli d’Italia” promosso dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Quella dei “Borghi più belli d’Italia” è un’associazione privata nata nel 2001, che

promuove paesi e centri lontani dalle principali mete turistiche nazionali e internazionali “pubblicizzandoli” attraverso il suo marchio e contribuendo a inserirli negli itinerari turistici tra i posti da visitare. Il suo intento è di contribuire a salvaguardare “il fascino dell’Italia nascosta” per conservare e rivitalizzare piccoli nuclei che rischiano di essere dimenticati, a causa di degrado,

Bovino, il borgo e la bandieradi Francesco Giannetta e Francesco Giacomo Schiavone

Carnevale a Bovinodi Angelo Marseglia

nate le varie maschere italiane (Pulcinella, Arlecchino, Colombina…) ad ognuna delle quali è legata una storia. Anche quest’anno, qui a Bovino, le maestre della scuola dell’infanzia hanno organizzato una sfilata che si è svolta il lo scorso 3 Marzo. Anche se alla sfilata non c’era molta gente per le sfavorevoli condizioni climatiche, è stata comunque una bella manifestazione, animata soprattutto dai bambini dell’asilo e delle scuole primarie. La sfilata, partita verso le ore 16.00 dalla Villa comunale, ha fatto il giro di Bovino passando per via Nazionale quindi per la Scuola primaria e secondaria, poi fino ad arrivare in Corso Vittorio Emanuele I, dove si è svolta una grande festa con giochi aperti a tutti. Uno dei giochi è stata la pignatta, un gioco tradizionale del Carnevale che consiste nel colpire e rompere un coccio di creta (sostituito questa volta da un pupazzo) dal quale fuoriescono caramelle e dolciumi. Questa del Carnevale è una tradizione che continua da anni e piace sempre a grandi e piccini.

spopolamento e abbandono, nonostante il loro immenso valore. Recentemente Bovino ha ricevuto un ulteriore riconoscimento: la Bandiera Arancione. Si tratta di un ulteriore titolo attribuito dal Touring Club Italiano ai luoghi che garantiscono un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità. Naturalmente la Bandiera Arancione, corrispettivo della Bandiera Blu per i mari, è assegnata ai luoghi dell’entroterra in base a diversi criteri: la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dell’ambiente, la cultura dell’ospitalità, l’accesso e la fruibilità delle risorse, la qualità della ricettività, della ristorazione e dei prodotti tipici. Anche il nostro borgo, lo scorso 3 Dicembre 2013, dopo essere stato sottoposto ad una attentissima selezione è stato nominato dal TCI ufficialmente 199° Bandiera Arancione, diventando il 10° paese in Puglia con questo riconoscimento di qualità, insieme ad Alberobello, Alberona, Cisternino, Locorotondo, Oria, Orsara di Puglia, Pietramontecorvino, Rocchetta Sant’Antonio e Sant’Agata di Puglia. Di questi solo Rocchetta, Orsara, P i e t r a m o n t e c o r v i n o , Alberona e Sant’Agata sono in provincia di Foggia. Bovino è diventata Bandiera Arancione “grazie alla sua ricchezza storico-culturale, all’armonia e all’omogeneità architettonica dell’abitato, all’interno del quale sono presenti strutture ricettive integrate nell’atmosfera tipica ed accogliente del nostro borgo”.

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SPECIAL equipaggi per il cambiamento

CREWS FOR CHANGEEquipaggi per il cambiamentoDialogo tra alunni e docenti della redazione di Parola Nostra

Prof., chi è l’equipaggio?Nel nostro caso sarebbe meglio chiamarla ‘ciurma’ ma comunque siamo noi tutti dell’ I.C di Bovino, Castelluccio dei Sauri e Panni, in provincia di Foggia.Che cosa possiamo fare nel nostro piccolo per promuovere iniziative di vita sostenibili?Poco o tanto non importa, l’importante è partire, cominciare a fare…Sì, ma da dove partiamo?Dalla nostra realtà, dal nostro territorio, dalle nostre piccole e grandi necessità.Va bene, noi partiamo, ma poi? Chi ci ascolterà, chi condividerà le nostre pratiche di sostenibilità ambientale?Siamo una scuola di 600 alunni, senza contare poi docenti, parenti e amici… come inizio può bastare. Per avviare una buona pratica la prima mossa è cominciare da noi!Ma sulla sostenibilità ambientale si è detto già tanto. Che cosa mai potremmo aggiungere?Niente, le parole non bastano, adesso occorre fare. Dobbiamo conoscere e far conoscere le iniziative pratiche che possono essere attuate nella nostra scuola e nel nostro paese, cominciando per primi ad agire.Non è semplice, prof., tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!No ragazzi, tra il dire e il fare questa volta ci siamo in mezzo noi! Lavoreremo pensando a come poter risolvere i nostri problemi. Pensiamo…

Dopo il confronto cominciano ad arrivare le proposte ed ecco in sintesi il progetto degli allievi dell’Istituto Comprensivo di Bovino:- Campagna di sensibilizzazione su raccolta differenziata e mobilità sostenibile attraverso uno Special sul giornalino di istituto Parola Nostra e 3 Manifesti: (Riduciamo i nostri rifiuti ! - Fai la differenza ! - Tutti a piedi !)- Iniziative di condivisione (sharing) e baratto (bartering) in ambito scolastico attraverso tre progetti, per passare dal dire al fare:

1. Merenda comune2. Ricicliamo i nostri libri3. Non si butta nulla!

Rifiuti ZeroDI MARIA PIA CURCI

“... Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare”The world is a fine place and worth the fighting for

(ERNEST HEMINGWAY)

nostro benessere, riteniamo ormai inutile. Eppure, se solo ci soffermassimo a pensare, quanti oggetti

potremmo reinventare, restituendo loro, così, nuova vita?

Nella filosofia ‘Rifiuti Zero’ si cerca di riprogettare insieme la fase di produzione dei rifiuti e quella

del riciclaggio dei materiali. Questo per ridurre la produzione di spazzatura e limitare il problema

dello smaltimento e per non far aumentare di conseguenza le discariche, soprattutto quelle

abusive. Queste, infatti, sono dei luoghi destinati a scomparire proprio perché rappresentano un grave

pericolo per la salute, attirano gli interessi della malavita e, soprattutto, perché nessuno vorrebbe avere un cassonetto a cielo aperto, maleodorante

nel proprio territorio.La filosofia ‘Rifiuti Zero’ ha fra i maggiori teorizzatori

il prof. Paul Connett, docente della St. Lawrence University e nasce a partire dal 1995, quando la città

di Canberra (Australia) adottò la legge “No Waste by 2010” (“Nessun rifiuto entro il 2010”). L’esempio di

Canberra venne poi seguito a macchia d’olio da altre città di tutto il mondo.

La filosofia ‘Rifiuti Zero’ propone di utilizzare la logica delle ‘5 R’ cioè: Riduzione, Riutilizzo, Riparazione,

Riciclo e Riprogettazione.

Raccolta differenziata, rifiuti, ambiente sono temi di cui sentiamo parlare molto in questi ultimi anni... ma sappiamo bene come affrontare la difficile

questione dei rifiuti?I rifiuti non sono altro che un lusso delle società ricche, un modo per

disfarci di qualcosa che, nel

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Progetto Giornalisti Nell’Erba 2014

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SPECIAL equipaggi per il cambiamento

1. RIDUZIONE: stop all’ aumento di rifiuti e quindi all’ aumento di imballaggi;2. RIUTILIZZO: recupero dei materiale, come nella pratica del ‘vuoto a rendere’, che consiste nel restituire un contenitore vuoto al fornitore in modo da riutilizzarlo;3. RIPARAZIONE: preferire riparare un oggetto danneggiato anziché buttarlo via;4. RICICLO: recupero dei materiali trasformandoli in nuovi prodotti;5. RIPROGETTAZIONE: reinventare i materiali per farli rinascere a nuova vita.

RIFIUTI ZERO

RIDUZIONE

RIUTILIZZO

RIPARAZIONE

RICICLO

RIPROGETTAZIONE

Uno dei fattori della scarsa messa in pratica della filosofia ‘Rifiuti Zero’ è la cultura consumistica dei nostri tempi. Oggi la pubblicità, la tv e la società consumistica non invitano al riutilizzo dei materiali ma al contrario a liberarsi di ogni tipo di prodotto, che deve essere sostituito con uno nuovo e sempre di ultima generazione. In effetti, i giovani sono meno propensi alla filosofia dei rifiuti zero rispetto agli anziani, più vicini alla cultura del riutilizzo, almeno in ambito domestico.È necessario quindi rendere i giovani sempre più consapevoli dei problemi riguardanti ambiente e sostenibilità, affinché siano promotori di comportamenti ispirati alla filosofia ‘Rifiuti Zero’.

La raccolta differenziata a BovinoDI FRANCESCO GIANNETTA

La raccolta differenziata porta a porta a Bovino, paese di circa 3.600 abitanti in provincia di Foggia, è iniziata il 5 aprile 2012. È un’iniziativa molto importante per salvare il nostro territorio dall’accumulo di spazzatura.La raccolta differenziata prevede una suddivisione di materiali diversi per riciclarli più facilmente. Ogni cittadino di Bovino, ad eccezione per ora dei residenti nel centro storico, ha ricevuto dagli operatori ecologici delle buste e dei contenitori di colore diverso e un calendario della raccolta.Il lunedì si raccolgono la plastica (pellicole da imballaggio, bottiglie in pet…) e il secco indifferenziato (cartoni di latte o succhi di frutta in tetrapak, mozziconi di sigarette …). Il martedì si ricicla l’umido organico. Il mercoledì tocca al vetro e all’alluminio. Il giovedì e il sabato si consegna l’umido organico, mentre il venerdì si raccolgono la carta e il secco indifferenziato.All’inizio i cittadini hanno avuto alcune difficoltà nella divisione dei materiali, sia per mancanza di esperienza sia per pigrizia, perché fare la raccolta differenziata richiede comunque

impegno e attenzione. Tuttavia la svogliatezza di alcuni cittadini, spesso poco informati, ha delle conseguenze gravi: ogni oggetto che non viene differenziato o è riciclato male, finisce in discarica nell’indifferenziato o viene abbandonato per strada o addirittura bruciato, con la conseguente produzione di diossina.Una diretta conseguenza di questa scarsa cultura del riciclo è l’aumento della sporcizia per strada. Infatti, da quando sono stati tolti i cassonetti, le strade del paese sono diventate più sporche, perché alcuni cittadini gettano la spazzatura senza rispettare il calendario e le buste restano per strada.Nei piccoli centri come Bovino, sicuramente, la raccolta differenziata va incoraggiata, perché i quantitativi di raccolta sono di gran lunga inferiori alle previsioni e per questo i cittadini continuano a pagare l’ecotassa regionale sui rifiuti. Occorre che tutti comprendiamo quanto sia importante fare bene la raccolta differenziata e come questa prassi sia un dovere civico nei confronti del nostro territorio, oltre che un bene per le generazioni future.

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SPECIAL equipaggi per il cambiamento

L’olio fritto, quello dei motori o dei macchinari industriali, se non smaltito correttamente, può danneggiare seriamente il nostro ambiente. Basta pensare che un litro di olio usato rende non potabile un milione di litri d’acqua! Ma sappiamo come si smaltisce correttamente? Alcuni lo buttano semplicemente nel lavandino o nel wc, mentre altri credono che si possa usare come concime per le piante ma, essendo più leggero dell’acqua, esso crea una patina che impedisce alle radici di assorbire le sostanze nutritive necessarie alla sopravvivenza.Se invece finisse nel mare, attraverso i nostri canali di scolo, sarebbe una vera e propria catastrofe! Formerebbe una barriera traslucida e impermeabile che impedirebbe il normale scambio di ossigeno tra aria e acqua, compromettendo la sopravvivenza di flora e fauna.

Bovino è un paese di collina, i cui abitanti vivono quasi tutti nelle case del centro storico o nei palazzi della periferia. Negli ultimi anni l’ uso sempre più frequente da parte dei cittadini delle automobili, a benzina o a gasolio, ha fatto notevolmente aumentare il traffico automobilistico, con la conseguente mancanza di parcheggi.Il paese, che ha le caratteristiche urbanistiche di un borgo medievale, è stato ormai invaso dalle automobili perfino nel centro storico e non ha alcuna zona pedonale, nonostante sia uno dei borghi più belli d’ Italia.Un’ altra caratteristica di Bovino è l’aria fresca e pulita, che attira sempre più i turisti dalle grandi città piene di smog. Per ora il nostro paese non ha problemi di polveri sottili nell’aria,

Dove butto l’olio usato?DI ELENA STANCHI

La quantità di oli esausti buttata ogni giorno è enorme e incide molto sui costi di manutenzione dei depuratori perché, essendo fortemente inquinante, deve essere correttamente filtrata.In realtà, non esiste una modalità unica di raccolta. Un modo corretto per smaltire l’olio usato è quello di raccoglierlo e portarlo nell’isola ecologica più vicina. Laddove, come a Bovino, non ci fosse ancora un servizio di raccolta dell’olio usato, si può chiedere al nostro ristoratore di fiducia la cortesia di buttare anche la nostra bottiglia d’olio.L’olio usato infatti, al contrario di ciò che si pensa, può essere quasi sempre rigenerato. Gran parte del lubrificante raccolto può essere riutilizzato come materia prima per produrre nuovo olio, gasolio, combustibile e bitume e solo una piccolissima parte non è riutilizzabile.

Mobilità sostenibile a BovinoDI NILDE RUSSO

ma se il traffico automobilistico aumenterà ancora, rischieremo anche noi di rovinare il nostro bel paese. È importante quindi iniziare ad assumere comportamenti corretti.Essendo un piccolo borgo con strade strette e distanze limitate, Bovino permette la migliore forma di mobilità sostenibile, ossia camminare a piedi, che fa anche bene alla salute e fa risparmiare i costi del carburante e della manutenzione dell’auto. Ai cittadini ai quali non piace camminare, si consiglia di usare l’auto solo quando è strettamente necessario, mentre i più giovani possono tranquillamente usare la bicicletta o il motorino elettrico che è pure conveniente perché, al di là dei vantaggi ambientali, consente di risparmiare anche sull’assicurazione e sul carburante.

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Progetto Giornalisti Nell’Erba 2014

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SPECIAL equipaggi per il cambiamento

Sharing EconomyDI MARIA PIA CURCI

La ‘sharing economy’ è un’economia di condivisione e scambio che investe il turismo, i trasporti, le energie, l’alimentazione etc. Anche nei secoli precedenti ci sono state forme di scambio e baratto ma la differenza sta nel fatto che attualmente la condivisione avviene attraverso delle piattaforme Internet, che permettono di condividere servizi e scambiare oggetti anche tra sconosciuti. Ci sono vari termini che definiscono questo tipo di attività come sharing (condivisione), bartering (baratto), self-making (autoproduzione). Un esempio di sharing economy è il car sharing, in cui chi deve andare da un posto ad un altro può usufruire di questo servizio di condivisione dell’auto per non inquinare e allo stesso tempo per non spendere molto, dividendo i costi con altre persone che devono andare nello stesso luogo. Allo stesso modo è possibile girare per la città utilizzando il servizio di noleggio delle biciclette. Il principio della sharing economy (economia collaborativa) è la possibilità di utilizzare un bene senza doverlo per forza acquistare, come garage, i cosiddetti orti urbani, gli strumenti musicali, i vestiti, il cibo e persino il tempo.In Italia esiste ormai da qualche anno la Settimana del baratto, in cui molti bed and breakfast barattano il soggiorno in cambio di beni o servizi. C’è chi paga una notte in queste strutture con un cesto di prodotti tipici della propria regione.Esiste persino una ‘banca del tempo’ che permette a persone che hanno più tempo libero a disposizione di condividerlo con persone che ne hanno meno, ad esempio le mamme che lavorano.Attualmente la rete è uno strumento di supporto indispensabile. La sharing economy, in un momento di crisi economica come quello attuale, rappresenta la migliore risposta per ottenere servizi abbattendone i costi e risparmiare sull’acquisto di oggetti e cibo attraverso il baratto e l’autoproduzione.

La merenda comuneDI MICHELE SCHIAVONE

La merenda comune è un’iniziativa di riduzione e risparmio molto facile da realizzare. Gli alunni dell’I.C. di Bovino, nel loro piccolo, possono contribuire alla riduzione dei rifiuti attraverso l’eliminazione degli involucri delle varie merende.L’iniziativa può essere realizzata a scuola durante l’ora di ricreazione, come momento sia di condivisione e socializzazione sia di attuazione di una prassi sostenibile. Essa consiste semplicemente nel fare merenda tutti insieme a scuola, non con panini, brioche, biscotti confezionati singolarmente ma con una sola merenda acquistata tutti insieme, confezionata (confezione famiglia-risparmio) o preparata di volta in volta dai fornai locali (panini, pizza, ciambella, taralli…).Proviamo a fare un calcolo veloce del risparmio!Ad esempio, in una classe di quindici persone, per comprare quindici merendine si spenderebbero almeno 15 euro, ma basterebbero un barattolo di crema spalmabile o marmellata e quindici panini, in un solo sacchetto di carta, per non produrre quasi rifiuti e risparmiare circa la metà della somma, oppure un panettone per classe nel periodo di Natale o una sola ciambella da condividere o una sola confezione di taralli.I singoli succhi di frutta in scatola, che normalmente sono in tetrapak non riciclabile, potranno essere sostituiti da una sola bottiglia di succo di frutta in vetro che è riciclabile, dalla quale ciascun alunno potrà riempire il suo personale bicchiere di plastica dura, che poi avrà cura di lavare.Per avviare il nostro progetto si potrebbe decidere a rotazione chi dovrà portare a scuola la merenda e che cosa dovrà portare, stabilendo un menù settimanale vario ma condiviso da tutti.Insomma la merenda comune consente un risparmio economico, la riduzione dei rifiuti a scuola e un maggiore controllo alimentare, attraverso la selezione condivisa del cibo.Si fa economia e si mangia più sano! Provare per credere!

IO MERENDO

TU MERENDITUTTI NOI MERENDIAMO

MA COME?

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SPECIAL equipaggi per il cambiamento

Riutilizziamo i nostri libriDI BARTOLOMEO SICILIANO

Come tutti sanno, ogni anno bisogna comprare i libri scolastici e questa è per le famiglie una delle spese più importanti riguardanti la scuola.L’idea di vendere i propri libri usati è già un comportamento in uso, eppure qualcuno resta lo stesso con dei libri non venduti perché non sempre c’è possibilità di scambio e, a loro volta, altri devono comprare per forza i libri nuovi spendendo il doppio. Tutto questo è dovuto al fatto che alcuni alunni non sanno precisamente chi vende i libri usati e chi li vuole comprare e non esiste un luogo di scambio preciso.E se questo luogo fosse la scuola stessa?Per questo motivo il nostro istituto ha pensato a una iniziativa di riutilizzo e riciclo dei libri di testo. Gli stessi alunni potranno gestire un servizio on-line di prenotazione e scambio libri attraverso il sito ufficiale della scuola. Per esempio, a fine anno, i ragazzi delle classi prime hanno bisogno dei libri del secondo

Il sito web della scuola, per rendere la ricerca molto più facile, potrà essere diviso tra offerte e prenotazioni, suddivise in categorie di prezzo, anno e materia.Vicino a ogni annuncio, per renderlo accessibile a tutti, ci dovrà essere un contatto del venditore, come ad esempio un numero di telefono o indirizzo e-mail. Riciclare a volte è un ottimo modo per risparmiare!

anno e, a loro volta, quelli delle classi seconde hanno bisogno dei libri del terzo anno. In questo modo gli alunni dell’anno precedente potranno cedere i loro testi scolastici usati a quelli dell’anno seguente, mettendo gli annunci direttamente sul sito internet e rendendo il tutto più facile e trasparente anche per le famiglie.

Non si butta nulla!DI FRANCESCO GIACOMO SCHIAVONE

Abbiamo mai pensato a cosa buttiamo nella pattumiera e dove va a finire?Ogni volta che gettiamo un oggetto che secondo noi non serve più, questo può essere utile a qualcun altro. Anche la nostra scuola può aiutare le persone a liberarsi dei propri vecchi oggetti, organizzando un mercatino in cui avviene un vero e proprio ‘baratto’. In questo modo ognuno di noi, portando un oggetto che non gli serve più, potrà evitare di produrre rifiuti superflui.

Il mercatino dell’usato si svolgerà in questo modo:stabilito un giorno comune, all’interno della scuola, si allestirà un angolo per raccogliere gli oggetti usati e non più utilizzati dagli studenti, divisi per categorie: DVD e CD, portapenne e oggetti per la scrivania, elettronica (mp3, videogiochi…), collane e braccialetti, giocattoli e oggettistica varia. Ad ogni oggetto sarà poi attribuito un valore concordato e al possessore sarà consegnato un buono con il valore dell’oggetto. Con questo buono ognuno di noi potrà cercare uno o più oggetti dello stesso valore e scambiarli. Naturalmente ci dovrà essere qualcuno incaricato di sorvegliare il mercatino. Così potremo ottenere per noi cd, giochi e cose che non abbiamo mai avuto, senza spendere praticamente un euro! Del resto, come possiamo liberarci di cose vecchie senza produrre un solo rifiuto in più?La risposta è: Barattiamo!

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Progetto Giornalisti Nell’Erba 2014

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Malala Yousafzaidi Michele Schiavone

Malala è una studentessa e attivista pakistana che combatte per i diritti civili e l’istruzione

delle donne. Ha vinto nel 2013 il premio Nobel per la pace.All’età di undici anni comincia a scrivere della vita sotto i talebani su un blog in urdu della BBC.

All’età di tredici anni è diventata celebre per il blog, nel quale documentava il regime degli integralisti pakistani.Nel 2011, come riconoscimento per il suo coraggio e il suo impegno in favore dei diritti delle donne, riceve il Pakistan’s National Youth Peace Prize.È stata bandita dai talebani e dalle donne della città in cui è nata. Il 9 ottobre 2012 un gruppo di uomini armati la colpisce gravemente alla testa. Malala è stata in seguito trasferita in un ospedale di Londra che si è offerto di curarla.Dopo questo attentato, continua la sua campagna universale per il diritto all’istruzione attraverso il Malala Fund, organizzazione che raccoglie fondi da dedicare a progetti educativi in tutto il mondo.Il 12 luglio 2013, in occasione del suo sedicesimo compleanno, parla al palazzo delle Nazioni Unite a New York, lanciando un appello per l’istruzione dei bambini di tutto il mondo. Ora è celebre e ha scritto un libro: Io Sono Malala in cui narra storie terribili, come quella dei talebani che salgono su un bus e la colpiscono sul volto. Secondo il regime talebano Malala deve morire perché colpevole di aver gridato al mondo il desiderio di studiare denunciando lo stato delle cose in Pakistan. Ma lei non muore.Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere ed è stata la più giovane candidata di sempre al Premio Nobel per la Pace.

Il cyberbullismo è una forma di bullismo che passa attraverso il web e che utilizza in un modo sbagliato siti di comunicazione e social network (Facebook, Twitter, Ask, Istagram etc.) per

spingere alcuni ragazzi ad atti molto gravi attraverso una forma molto subdola di presa in giro. L’obiettivo è quello di denigrare in modo costante una persona fino a farle perdere la propria autostima.Nella maggior parte dei casi, le vittime sono adolescenti emarginati oppure omosessuali offesi pesantemente dai compagni per le loro preferenze. Le conseguenze di una costante azione denigratoria

Il Ciberbullismodi Emmanuel Sgambati

vanno dal disagio comportamentale, alla mancanza di autostima, alla depressione e al suicidio in alcuni casi estremi. Il cyberbullismo in modo silenzioso miete ogni giorno delle vittime, e spesso ciò è dovuto al fatto che i ragazzi sono lasciati soli a se stessi, senza il supporto della famiglia, di amici o insegnanti. La migliore arma contro il cyberbullismo è rispondere ai messaggi che si ricevono chiedendo spiegazioni valide alle offese oppure ignorando i messaggi offensivi. Ad esempio Facebook dà la possibilità agli iscritti persino di bloccare la chat con persone moleste o indesiderate. Chi viene perseguitato da cyberbullismo non deve pensare di essere inutile o senza speranza ma deve andare avanti e continuare la sua vita provando a raccontare il suo disagio a qualcuno.L’importante è sapere che ognuno di noi vale come persona ed è unico!

Giovani, alcolismo e retedi Michela Schiavone

Una delle dipendenze più diffuse negli ultimi

tempi, soprattutto tra giovani e giovanissimi è l’alcool. Come tutte le dipendenze, chi ne è affetto non riesce a farne a meno ma questo spesso causa un vero e proprio disagio nella vita, oltre che enormi problemi per la salute. La persona che è dipendente dall’alcool, finisce per abbandonare la famiglia, il lavoro e i

propri hobby e si accorge di avere una dipendenza solo quando prova a smettere di bere, a causa di una sindrome da astinenza molto grave. L’alcolista sente come un vuoto dentro di sé e solitamente percepisce gli stessi effetti di quando è ubriaco, ovvero vomito, ansia, insonnia, tremori, nausea. L’alcool è anche uno dei problemi che domina il web in questo periodo a causa di una nuova pericolosissima moda. Negli ultimi anni infatti i giovani usano l’alcol come forma di ricerca dell’attenzione, di divertimento e di sfida, postando foto e video sul web mentre sono sotto effetto dall’alcol. Sui social network gira una sfida chiamata Neck Nomination, il cui nome deriva da “neck” che indica il collo della bottiglia. Questa stupida moda consiste nel bere alcolici per 24 ore e passare così una giornata da ubriachi. Per colpa di questo “gioco” ci sono state molte vittime e la cosa peggiore è che alla fine si sfidano altri ragazzi che devono provare a fare lo stesso, se non di meglio. Questa sfida è nata in Australia ma si sta diffondendo velocemente in tutte le parti del mondo. In Italia si svolge attraverso un video fatto con il cellulare e postato su Facebook, che mostra un ragazzo che beve un’intera bottiglia di alcool tutta in un sorso e invita altri a fare altrettanto attraverso il gioco delle nomination. Quale cosa è più pericolosa per la salute che bere alcool tutto in una volta? Ciò aumenta i livelli della pressione sanguinea e del glucosio in tempi rapidissimi con conseguenze gravissime sulla salute. Ma i giovani non se ne accorgono perché l’alcool è una dipendenza silenziosa, che porta i suoi effetti in modi diversi, anche più avanti negli anni, provocando infarti, diabete, danni irreparabili al fegato, alle arterie e al sistema cerebrale, senza considerare poi gli incidenti stradali dovuti alla guida in stato di ebrezza. Ma fortunatamente il web è uno strumento che può essere usato anche in maniera positiva e tante sono state le reazioni contro questo fenomeno (gruppi su facebook, pagine che spiegano i pericoli dell’alcool) e quando molti si sono resi conto della pericolosità di questo stupido gioco hanno cominciato a diffondere una moda opposta: un gioco di risposta a questo che consiste nel postare frasi di libri e opere d’arte e “sfidare” altri amici a farlo, condividendo la bellezza che c’è nel mondo rispetto a questo orribile passatempo. Pensiamoci: non sarebbe meglio sballarsi con la musica, la lettura, il cinema e l’arte, anziché provocare danni al nostro corpo?

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Pubblicità ingannevoledi Elena Stanchi

La pubblicità è una forma di comunicazione che appare sui mass media, attraverso cui si informa il pubblico dell’utilità di un

prodotto. Eppure a volte, pur di far acquistare un certo prodotto, la pubblicità inganna i consumatori. Molte volte la pubblicità non spiega tutto quello che dovrebbe, ma solo le cose positive di un determinato bene. Per esempio, spesso e volentieri non specifica il prezzo, che magari è troppo alto, oppure non elenca gli effetti collaterali di un prodotto.Anche sull’etichetta, solitamente i benefici sono scritti in grande mentre gli agenti chimici contenuti sono in un carattere molto piccolo, quasi illeggibile, proprio per dar più risalto ai pregi che agli aspetti negativi di un acquisto. Negli anni si è sentito parlare di creme a base delle più diverse sostanze o di pietre preziose che, in realtà, non hanno nessun effetto sulla pelle. Altri inganni sono le promozioni telefoniche. Negli ultimi tempi, la maggior

parte delle promozioni include le parole “per sempre”.La gente, illusa da questa parola, compra subito il pacchetto o si abbona a quella tariffa, ma dopo qualche anno (o addirittura qualche mese) inaspettatamente arriva la comunicazione che, entro breve, la tariffa verrà disattivata per ricevere una nuova promozione, ovviamente più costosa. Una famosa marca ha inventato uno spot in Inghilterra secondo il quale, comprando una particolare barretta al cioccolato, se sei uno dei sei fortunati, verrai geolocalizzato ed entro ventiquattro ore un elicottero con del personale selezionato ti raggiungerà per darti 10.000 sterline. Nelle pubblicità di cibo di diverso tipo (surgelati, merendine, gelati) si vedono prodotti imbottiti di ripieno, ma in realtà dentro ce n’è appena un assaggio. Vi è mai successo? Insomma, non bisogna fidarsi di tutto quello che dice la pubblicità perché non sempre è vero.

I grattacieli più belli si trovano in diversi posti del mondo e sono stati costruiti per battere ogni volta il record del grattacielo più alto. Ecco la lista dei primi cinque grattacieli più importanti del mondo:

BURJ

KHALIFA

DUBAI

SHAN

GHAI

TOW

ERCIN

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Il Burj Khalifa si trova a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. La sua costruzione è cominciata il 21 settembre del 2004 e il grattacielo è stato completato e a aperto al pubblico il 4 gennaio 2010. Il Burj Khalifa è alto 829,8 metri ed è attualmente il grattacielo più alto al mondo. Chiamato Burj Dubai fino all’inaugurazione, è stato poi intitolato allo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahayan, attuale presidente degli Emirati Arabi Uniti nonché emiro di Abu Dhabi, in onore del suo intervento di salvataggio economico nei confronti della città.

La Shanghai Tower è un grattacielo in costruzione e si trova in Cina, a Shangai. Sarà il secondo grattacielo più alto al mondo. Quando sarà completato, sarà alto 632 metri e avrà 128 piani con una superficie di 380,000 metri quadri. Sarà il grattacielo più alto della Cina e accoglierà circa 16.000 persone al giorno. Il suo progetto è iniziato nel 2008.Il design in vetro del grattacielo è stato progettato per ridurre i carichi di vento sulla costruzione e risparmiare così il materiale da costruzione. Sulla parte superiore della Torre saranno situate delle pale eoliche per produrre energia pulita e inoltre, il doppio strato isolante della vetrata della facciata permetterà di ridurre il condizionamento dell’aria interna.

Le Petronas Towers sono due torri gemelle costruite a Kuala Lampur in Malesia tra il 1995 e il 1998 e costituiscono una delle più imponenti opere d’ingegneria. In malese si chiamano Menara Petronas. Sono alte 452 metri e uno spettacolare ponte (detto Skybridge) le unisce tra di loro a 171 metri da terra. Queste torri hanno più di 32.000 finestre ciascuna. Costruite a Kuala

Lumpur dall’architetto argentino Cesar Pelli, sono diventate il simbolo del progresso economico della Malesia.

I grattacieli del World Trade Center Il WorId Trade Center si trova a New York, negli Stati Uniti, era un complesso costituito da 7 grattacieli tra cui si trovavano le Torri Gemelle. Dette Twin Towers, furono costruite tra il 1964 e il 1973. Avevano 110 piani e facevano parte di un complesso di sette edifici. Sono crollate dopo l’attacco terroristico dell’ 11 settembre 2001. Oggi, dove prima c’erano le torri, sono state create due fontane quadrate delle stesse dimensioni della base delle torri. Sono un monumento in ricordo delle vittime di quel giorno: su alcuni pannelli di bronzo ai lati delle fontane, infatti, sono incisi i nomi delle vittime. La ricostruzione del World Trade Center è al momento affidata all’architetto polacco-americano Daniel Libeskind. L’edificio di punta del New World Trade Center sarà la Freedom Tower, un edificio di 541 metri (cioè 1776piedi, un riferimento simbolico alla data della Rivoluzione Americana e della Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America.)

Il Grattacielo Pirelli (detto anche Pirellone) è l’unico edificio italiano della nostra classifica. Si trova a Milano ed è stato costruito fra il 1956 e il 1960. È alto 127 metri e ha appena 33 piani. Ha detenuto il record di edificio più alto dell’Unione Europea dal 1958 al 1966, anno di costruzione della South Tower di Bruxelles. Il 18 aprile 2002 un aereo da turismo si schiantò contro il 26° piano del palazzo, danneggiando gravemente la struttura esterna e sventrando due piani. La collisione causò tre vittime.

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I grattacieli più belli del mondodi Benny Pagniello

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Avete mai sentito parlare di Benjamin Malaussene? Si tratta del protagonista di una serie di

romanzi dello scrittore francese Daniel Pennac (Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Malaussène, Ultime notizie dalla famiglia e La passione secondo Therese). Pennac, già autore di alcuni libri per l’infanzia e di un saggio, comincia il ciclo nel 1985, in seguito ad una scommessa. Nei suoi romanzi i protagonisti non crescono mai, hanno sempre la stessa età, pur evolvendosi. I primi quattro romanzi sono stati chiamati anche il “Quartetto di Belleville”, dal nome del quartiere parigino in cui sono ambientati. Conosciuto anche come il signor Malaussène, Benjamin è il personaggio principale della saga, il primogenito della famiglia. Pur essendo laureato in legge, non ha mai avuto un lavoro fisso, fino a quando non trova un impiego come “capro espiatorio”.Ma cosa vuol dire?Quando lo ha assunto il capo gli ha detto “Lei ha un vizio raro Malaussène: compatisce”.Il termine capro espiatorio, infatti, si riferisce all’antico rito ebraico che utilizzava un capretto o un agnello sacrificale per chiedere perdono dei propri peccati. Questo capro era caricato dal sommo sacerdote di tutti i peccati del popolo e poi mandato via nel deserto.

In senso figurato, un capro espiatorio è qualcuno a cui viene attribuita tutta la responsabilità di malefatte ed errori altrui o di altri eventi negativi, di cui poi deve subire ingiustamente tutte le conseguenze in prima persona. Il mestiere di Benjamin sembra quasi una vocazione, che lui mette in atto alla perfezione in tutti i casi gialli nei romanzi e nei racconti. La famiglia Malaussène infatti è una famiglia alquanto strana, alla quale succedono una serie di incidenti insoliti e divertenti e che viene spesso coinvolta in intricate vicende, spesso collegate a dei casi polizieschi.Ma Benjamin non è solo un capro espiatorio, è anche il capo della sua strana famiglia fatta di fratelli e sorelle e di una madre sempre in fuga ed innamorata, intorno a cui ruotano personaggi un po’ loschi, che rappresentano il carattere multietnico di Belleville. Nei romanzi della saga di Malaussène, i sentimenti del protagonista sono sempre intensi e molto vivi. Benjamin, il capro espiatorio di tutti, ama profondamente la sua donna Julie e il loro bambino e vive la gelosia nei confronti di sua sorella e le preoccupazioni di suo fratello maggiore. Pennac si esprime con uno stile molto semplice e ironico e racconta con molta intelligenza un piccolo mondo: quello di Benjamin e della famiglia Malaussène.

Professione capro espiatorioLA SAGA DELLA FAMIGLIA MALAUSSÈNEdi Francesco Di Corcia

Incontro con il noto rapper Emis KillaATTESA ESTENUANTE, INUTILE E DELUDENTEdi Simone Brienza (Classe 3^ C Scuola secondaria di 1^ Grado di Panni)

Uno dei generi musicali preferito dai giovani è il rap: un genere musicale nel quale le strofe vengono cantate in modo

molto veloce per poi rallentare nel ritornello. In questo periodo uno dei rapper più famosi è Emis Killa. Questi, all’inizio, non era molto conosciuto, infatti la sua carriera è iniziata con dei cd pubblicati su internet e scaricabili a poco prezzo; ora invece è un cantante molto famoso. Le sue canzoni sono così significative che spesso vengono scelte come colonne sonore nei film e nelle fiction famose come “Braccialetti rossi”. Quindi, appena ho letto il manifesto sull’esibizione di Emis Killa presso il Centro commerciale di Foggia, ho chiesto ai miei genitori di accompagnarmi e loro subito hanno acconsentito. Entusiasta perché avevo l’occasione di incontrare il mio cantante preferito, già mi vedevo di fronte a lui pronto a farmi firmare il suo ultimo cd “Mercurio”, che custodivo gelosamente.Lo scorso 9 novembre, quindi, subito dopo l’uscita da scuola, sono partito per Foggia con i miei genitori e un mio amico. Non appena siamo arrivati, abbiamo fatto prima un giro per il centro commerciale e dopo ci siamo messi in coda tra la moltissima folla che aspettava con apprensione il rapper ancora assente.Dopo due lunghissime ore passate in mezzo

alla folla tra spinte e sgambetti, i ragazzi hanno iniziato a spostarsi verso l’uscita d’emergenza dalla quale si diceva che sarebbe dovuto entrare il cantante.Più tardi il cantante, come era stato detto, è entrato dall’uscita d’emergenza per poi uscire subito dall’altra senza intrattenersi con noi. Ci è sembrato un comportamento molto strano finché non ci è stato riferito che il cantante, con le sue guardie del corpo, stava fuori dal centro commerciale, seduto vicino ad un tavolo a firmare gli autografi. Siamo rimasti lì fuori in fila, con pazienza, un’altra mezz’ora quando il rapper, all’improvviso e da vero maleducato, si è alzato dalla sedia e ha iniziato a scappare via; le guardie hanno cercato di fermarlo ma lui, buttando a terra una di loro, è riuscito a entrare nell’auto con cui era arrivato e si è dileguato. Dopo quest’azione tutti noi siamo tornati a Panni delusi; l’atteggiamento che Emis Killa ha mostrato mi ha fatto cambiare idea su di lui e per un po’ di tempo non ho ascoltato le sue canzoni. Ora, grazie, anche alla partecipazione di un suo successo nella colonna sonora di “Braccialetti Rossi” (storie di amicizia e di dolore di sei ragazzi all’interno di un ospedale), mi sono nuovamente avvicinato a lui e alla sua musica.

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Il fenomeno dei Social Networkdi Maria Curci

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Giornalisti Parola Nostra intervistati

I social network sono siti o applicazioni che mettono in relazione le persone in tempi ristretti attraverso la rete Internet. Grazie a questi social chiunque può mettersi in contatto con familiari, amici o conoscere nuove persone.

Il vero boom dei social network è cominciato con Facebook ben dieci anni fa ma, da quando sono diventati “mobili”, si possono utilizzare sempre e ovunque tramite cellulare e non sappiamo davvero più farne a meno. I social network più utilizzati sono:

FACEBOOK: creato nel 2004 da Mark Zuckeberg e dei suoi collaboratori nell’Università di Harvard. Nel 2012 Facebook ha raggiunto 1 miliardo di iscritti attivi. Questo social è formato da una pagina home, dai profili personali, dalle chat, dai gruppi e dalle pagine. Nei profili personali puoi “postare” quello che stai pensando oppure immagini o video. Puoi cambiare la tua immagine del profilo e puoi cliccare “mi piace” o commentare uno stato o una foto. Inoltre puoi chattare con chi è online inviando messaggi di testo o emoticon (faccine e adesivi). Facebook è tuttora il social network più utilizzato, che ha conquistato prima i teenager e poi genitori e nonni.

TWITTER è un social network che consente di leggere messaggi o tweets non più lunghi di 140 caratteri, soltanto se scegli di “seguire” gli aggiornamenti. Twitter, si basa sul meccanismo dei followers (seguaci).

INSTAGRAM è un social network basato sulla condivisione delle fotografie, che si possono modificare con nuovi effetti e pubblicare sulla home page. Ognuno ha un profilo personale e può seguire altre persone tramite i “like” o commentando le immagini pubblicate.

ASK è un social network dove puoi fare domande e ricevere risposte. Cosa ha di particolare? Ask è l’unico social che si può usare in maniera anonima. Può diventare pericoloso se usato in modo subdolo per insultare o esprimere commenti non piacevoli (cosa che non si farebbe se comparisse il proprio nome).

WHATAPP è un social network in cui si può messaggiare soltanto se si possiede il numero di cellulare dell’altro interlocutore (e quindi se già si conosce). Si possono inoltrare immagini, video, registrazioni e si possono inviare emoticon.

SONDAGGIO: Qual’è il social network che utilizzi di più?T

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Come vestono i giovanidi Nilde Russo

Ognuno di noi ha una propria personalità che, durante l’adolescenza, non è ancora ben definita. L’abbigliamento può rappresentare

ciò che noi siamo e ciò che vogliamo essere. Studi sociologici e antropologici sul modo di vestire evidenziano che solo alcune fasce di cittadini economicamente benestanti si pongono il problema di essere alla moda. Se ci si guarda intorno si può notare che la maggior parte dei ragazzi veste in jeans e maglietta, soprattutto a scuola, mentre le ragazze vestono con leggins e maxi pullover, perché ogni ragazzo/a vuole essere al centro delle attenzioni imitando vip e personaggi famosi come modelle e attori. Le ragazze usano moltissimo i leggins, subito diventati un indumento alla moda, e i maxi pullover ma ci sono molti altri indumenti che aiutano ad avere un look sempre originale e ricercato. Ad esempio, i jeans strappati, le maglie con i loghi degli alcolici, le maglie larghe con le maniche a pipistrello, gli stivaletti con le borchie, lo stivaletto anni ‘30, le parigine e i vestiti all’inglese come cappotti, occhiali tondi alla John Lennon e la

tipica bombetta. Anche i ragazzi non usano solo jeans e magliette ma giubbotti di pelle, la kefia, l’intimo con l’elastico in evidenza. I ragazzi oggi abbinano anche vestiti sportivi a capi eleganti come felpa con camicia o magliette sportive con giacca. Oltre agli indumenti le ragazze per essere alla moda usano moltissimo i cosmetici proprio perché anche la televisione ci ha abituato a dei modelli di bellezza adulti e molto accentuati. Esistono persino dei programmi televisivi che si occupano di make-up e tra i video più cliccati di Youtube ci sono i tutorial che insegnano a truccarsi. Tra i mestieri più in voga degli ultimi anni ci sono anche i personal shopper, cioè persone che danno consigli su come vestirsi e cosa acquistare per sentirsi sempre all’ultima moda. La nostra poi è una società dell’ immagine in cui a volte l’ apparire sembra più importante dell’ essere e i giovani quindi sono sempre più ossessionati dalla moda, dal look e dall’aspetto fisico. Ma ne vale davvero la pena o conta più ciò che siamo dentro?

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Passione funghidi Angelo Pilla

I funghi sono uno degli alimenti più consumati dagli italiani perché si usano in molti piatti.Essi si riproducono attraverso le spore e possono

assomigliare molto a delle piante pur essendo privi di radici, di foglie e del sistema vascolare. Nascono nei boschi o nelle foreste dove c’è umidità, fresco e ombra. Questi vegetali sono privi di clorofilla e si nutrono attraverso altre forme viventi perché il fungo non riesce a nutrirsi direttamente delle sostanze di cui ha bisogno. Alcuni funghi sono parassiti che si attaccano ai tronchi o ai rami portando l’albero o la pianta persino alla morte perché assorbono tutto il nutrimento che era destinato alla pianta. Vi sono funghi commestibili e funghi che non si possono mangiare perché velenosi. Chi raccoglie i funghi nel bosco deve quindi conoscere molto bene le diverse specie per evitare pericolose situazioni di avvelenamento. Le reazioni per chi mangia un fungo velenoso vanno dal semplice arrossamento della pelle, forti mal di testa e mal di pancia fino ad allucinazioni e in alcuni casi alla morte. Riconoscere se i funghi sono velenosi è stata da sempre una sfida per l’uomo. Le specie di funghi commestibili sono: i prataioli, il porcino nero, il prugnolo, il griffone, Il porcino estivo e l’agarico aggregato. I funghi velenosi sono: l’amanita, l’armillaria, il Boletus, la clavaria, l’ovolo malefico, l’entoloma livido, il peveracci coliche e molti altri. Attenzione, quando trovate i funghi in mezzo ai boschi e vi vien voglia di raccoglierli, aspettate prima di mangiarli perché non sapete cosa potreste aver messo nel vostro piatto.

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ISTITUTO COMPRENSIVOScuola Infanzia,Primaria e Secondaria di 1° Grado”

BOVINO-CASTELLUCCIO DEI SAURI- PANNIVia dei Mille, 10 – 71023 BOVINO (FG)

Tel. 0881 963089Codice fiscale 80031240718 Codice Scuola FGIC81600N

e-mail: [email protected]: [email protected]

Sito web www.istitutocomprensivobovino.it

Dirigente scolastico Prof. DE MASI GAETANODSGA: GAUDIANO IDA

Referente per la valutazione: BUCCI ANTONIETTA Facilitatore: CATALDO CARMELA

ParolaNOSTRAP

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADOREDAZIONE di BOVINO

Esperto esterno: BERARADINO SAMANTHATutor: GESUALDI ANNA MARIA

AlunniBarbarossa Francesca Pia, Boccardi Simona, Curci Mariapia, De Angelis Chiara, Di Corcia Francesco, Giannetta Francesco, Lacivita Sara, Marseglia Angelo Elias

Pagniello Benny Andrea , Pilla Angelo, Russo Nilde, Russo Michela, Schiavone Michele,Schiavone Francesco Giacomo, Schiavone Vincenzo Pio, Schiavone Michela,

Sgambati Emmanuel, Siciliano Bartolomeo R., Silvestri Mariangela, Stanchi Elena.


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