Date post: | 19-Mar-2016 |
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AREA URBANA
NUOVA SERIE N. 68 - 6 OTTOBRE 2012
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DIRETTORE RESPONSAB ILEAntonl i v io Perfett i
REGISTRO STAMPA TRIBUNALE DI COSENZA N.547
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Matteo Renzi - candidato Primarie PD
UN PARTITO DA CAMBIAREC omunque vada a finire la disputa interna al
PD, fra “rottamatori” e “rottamandi”, MatteoRenzi può tranquillamente aggiudicarsi un
successo di ascolti che non era nelle previsioni, almenonell’ampiezza che si è dovuto constatare. AncheCosenza ha risposto all’appello in un’ora ostile a qual-siasi leader. Strapieno il cinema che ospita la manifesta-zione,folla all’esterno davanti al megaschermo che tra-smette le immagini dall’interno. C’è molta gente venutadalla provincia, donne e giovani e qualche intellettuale dal-l’aria gramscianamente sofferta. Manca la nomenclaturalocale e non per ostilità a Matteo Renzi ma perché’all’indomani si svolge a Roma l’asemblea nazionale emolti sono già partiti. Ma se non ci fosse stata l’assem-blea nazionale difficilmente sarebbe stata presente inquanto direttamente interessata dalla proposta di cam-biamento e di rottamazione che Renzi porta avanti.Molti fanno finta di non capire che Renzi non pone unaquestione anagrafica ma trovano comodo far intendereche si tratta di una generazione che spinge per prende-re il posto di chi le sta avanti. Può darsi che ci sia anchequesto come è evidente che Renzi rivendica il diritto divivere la sua passione politica con la libertà di idee e leproposte politiche che la fantasia e l’analisi gli suggeri-scono nell’ambito di regole definite. Detto questo, nonperdono di valore le posizioni di Renzi se, immaginarloin ruoli impegnativi di governo,lo si trova soggettiva-mente scarsamente attrezzato e perciò inadeguato.Troppo facile il giochino di immaginare Renzi al posto enel ruolo di Mario Monti, soprattutto nelle relazioniinternazionali. Renzi per primo è consapevole dei suoilimiti e,quindi, bisogna dare un’altra spiegazione ai bagnidi folla che accompagnano il suo tour lungo la penisola.Vale un po’ il ragionamento che si fa con Grillo e il suomovimento. Non è Grillo come persona che produceun 16 per cento di consensi e di intenzioni di voto maè il suo movimento con la severità delle sue posizionipolitiche che intercetta una indignazione e un disgustolargamente diffuso che colpisce gli schieramenti tradi-zionali e i loro leaders. Ma mentre Grillo spinge dall’e-sterno del sistema Matteo Renzi si muove dentro ilsistema e intercetta e interpreta una voglia di cambia-mento che viene ritenuta possibile senza dover neces-sariamente demolire le regole dell’agire politico.Renzi sa che,alla fine, dovrà vincere comunque Bersaniperché ne va la sopravvivenza del partito ma Renzi saanche che le primarie sono l’occasione per far entrarearia nuova nel PD, ridimensionare il potere dei vecchigruppi dirigenti e mettere fuori gioco quanto sopravvi-ve del vechhio funzionariato impiegatizio del PCI. Diper sé la battaglia delle primarie, comunque vada a fini-re, non incide sulla crisi che il Paese sta attraversandoe,anzi, sotto questo profilo,può considerarsi irrilevante.Molto più significative e politicamente rilevanti le mani-festazioni studentesche contro il governo per i tagli allascuola pubblica. Ciò non toglie che l’esito delle prima-
rie,quale che sia, segna e impone una svolta nel PD.Primarie e legge elettorale camminano insieme e deci-dono delle candidature. Per certo non sarà come prima.Renzi con il suo tour ha dimostrato che sono in molti apensarla come lui sui vitalizi politici,i costi della politica
e la necessità di mettere in campo facce nuove.D’Alema può anche riservare battute acidule alla batta-glia di Renzi ma la questione è posta e rischia di tra-volgere tutti. Mai come oggi per il PD vale il detto: o sicambia o si muore.
RENZI IN CITTA’
UN PARTITO DA CAMBIARE
S ono in molti a chiedersi perché all’as-semblea nazionale del PD a Lamezia nonè stata data la parola alla rappresentanza
calabrese. Una anomalia che non può essereattribuita al caso. Il fatto vero è che a Roma delle vicende cala-bresi hanno una pessima opinione e non per igruppi interni che si contrappongono, mossi edivorati da ambizioni personali, ma per l’assen-za di una politica in cui identificarsi e ritrovarsiper contrastare e battere il centrodestra. Il parti-to è finito sotto il controllo dei feudatari delvoto e il voto è nella disponibilità di chi occupaposizioni di potere,maneggia denaro e alimentaclientele. Se mai dovessero venire alla luce le
II SSIILLEENNZZIIAATTII DDII LLAAMMEEZZIIAAspese dei gruppi consiliari alla Regione, si avràfinalmente la spiegazione di certi successi elet-torali che non poco hanno disorientato l’opinio-ne pubblica. Il silenzio,dunque, imposto alla rapprsentanzacalabrese va interpretato e c’è chi sostiene cheè l’annuncio di sostanziali cambiamenti nellecandidature alle politiche di primavera .Vale per gli uscenti e vale per gli aspiranti chehanno paralizzato il partito fomentando con-trapposizioni strumentali.Si vedrà ma ,a ben considerare, non si vede pro-prio cosa avrebbero dovuto e potuto dire di inte-ressante i “silenziati” di Lamezia. Non farli par-lare è stata una decisione saggia.