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Cuore Amico 2010 n 2

Date post: 17-Mar-2016
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Rivista trimestrale dell'Associazione Cuore sano ONLUS
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Periodico di informazione dell’Associazione Cuore Sano Anno X V- n.2 aprile/giugno 2010 In questo numero: NASCE L’AMBULATORIO PER I MALI ALLE VALVOLE UN PRIMO BILANCIO DEL PROGETTO PREVASC DIMINUISCONO GLI INFARTI E QUINDI ANCHE I DECESSI COME E QUANDO OPERARE L’ANEURISMA DELL’AORTA Con Si va in cima al Terminillo e in visita agli Etruschi Si va in cima al Terminillo e in visita agli Etruschi Con
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Periodico di informazionedell’Associazione Cuore Sano

Anno X V- n.2aprile/giugno 2010

In questo numero:

NASCE L’AMBULATORIOPER I MALI ALLE VALVOLE

UN PRIMO BILANCIODEL PROGETTO PREVASC

DIMINUISCONO GLI INFARTIE QUINDI ANCHE I DECESSI

COME E QUANDO OPERAREL’ANEURISMA DELL’AORTA

Con

Si vain cima

al Terminilloe in visita

agli Etruschi

Si vain cima

al Terminilloe in visita

agli Etruschi

Con

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Malattie Valvolari?Nasce l’ambulatorio al S. Spiritodi Claudio Coletta*

Aperto da tre mesi per rispondere alla crescente richiesta di cure

Dallo scorso aprile è iniziata, pres-so la UOC di Cardiologia del S.Spirito, l’attività di un nuovo am-bulatorio cardiologico di II livel-lo, dedicato all’assistenza dei pa-

zienti affetti da malattie valvolari. La ragionedi tale iniziativa sta nella sempre più frequenterichiesta di cure per questa tipologia di pazien-ti, il cui numero è in progressiva crescita per ilprolungamento della vita media, con conse-guente incremento delle problematiche dege-nerative a carico della valvola aortica e dellavalvola mitrale. Ma non c’è solo questo moti-vo: la realtà dei nuovi flussi migratori dal terzomondo, particolarmente evidente in una gran-de città come Roma, ha portato con sé una se-conda ondata di pazienti con esiti di cardiopa-tia reumatica o di adolescenti con reumatismoacuto in atto, e questa patologia comporta unaelevata incidenza di affezioni valvolari moltogravi e, spesso, mortali.La gestione di queste affezioni richiede un ap-proccio diagnostico moderno, poliparametricoe deterministico, mentre rimane decisamenteolistico per quanto concerne la terapia. Curareun paziente con malattia valvolare richiedeuna visione “umana”, globale del paziente, maaltresì una visione aggiornata, ispirata alle in-dicazioni della medicina basata sull’evidenza,nel rispetto delle linee-guida e del diritto-do-vere al miglior trattamento possibile. Non saràuna sfida facile da vincere. Risulterà preziosala collaborazione di diversi settori non solodella cardiologia, ma della medicina in gene-rale, dalla diagnostica per immagini all’ambu-latorio per la terapia anticoagulante, dal labo-ratorio di elettrofisiologia alla cardiochirurgia.Frequente, infatti, in questi pazienti sarà la ne-cessità di terapia anticoagulante, di trattamen-to della fibrillazione atriale, di ricorso alla cor-rezione chirurgica della patologia valvolare, dimonitorizzazione delle protesi valvolari, spes-so per la durata dell’intera vita.

Per il momento, l’attività dell’ambulatorioverrà svolta il venerdì, dalle 8 alle 14, e saran-no un piccolo gruppo di cardiologi e di infer-mieri competenti ad occuparsi di tale struttura,nella tradizione organizzativa della nostraUOC che ha sempre privilegiato le competen-ze specifiche dei singoli operatori integrandolein una collaborazione totale con le altre struttu-re cardiologiche e con il resto dell’ospedale.Avranno diritto di accesso a tale ambulatorio,muniti della semplice impegnativa del medicocurante per elettrocardiogramma e visita car-diologica, i pazienti inviati non solo dalla no-stra UOC, ma anche dalle altre strutture dell’o-spedale (per esempio il pronto soccorso), daicardiologi operanti sul territorio della AslRmE, dai medici di base dei distretti XVII eXVIII. Riportiamo qui di seguito le condizionicliniche che, in linea di massima, costituirannoindicazione per l’invio al nuovo ambulatoriodelle valvole:– valvulopatia mitralica (stenosi e/o insuffi-cienza) di natura reumatica, degenerativaischemica, con moderata o severa compromis-sione della capacità funzionale del paziente, ocon fibrillazione atriale e necessità di tratta-mento anticoagulante;– valvulopatia aortica (stenosi e/o insufficien-za), sia di natura reumatica che degenerativa,indipendentemente dalle condizioni clinichedel paziente ma su giudizio del cardiologo in-viante in presenza di condizioni di rischio abreve o medio termine e necessità di strettasorveglianza clinica e/o trattamento cardiochi-rurgico; – valvulopatia tricuspidale o polmonare di seve-ra entità emodinamica, con significativa com-promissione delle condizioni cliniche del pa-ziente e/o ipertensione polmonare secondaria;– pazienti portatori di protesi valvolari con so-spetta o dimostrata malfunzione, nei casi in cuisia opportuna una sorveglianza clinica specifi-ca protratta nel tempo.

Ci auguriamo che questa iniziativa sia corona-ta da successo, e soprattutto che possa risultaresemplicemente idonea a garantire il migliortrattamento possibile per questi pazienti, comeè nelle intenzioni di coloro che l’hanno forte-mente voluta.*Cardiologo, Dirigente di I livello UOC di CardiologiaS. Spirito

Il dottor Claudio Coletta

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Ametà maggio, nel salone del Com-mendatore dell’Ospedale SantoSpirito, sono stati analizzati i datiiniziali, le criticità e le opportunitàdel progetto Michelangelo-Preva-

sc, che ha lo scopo di sperimentare un nuovomodello assistenziale di prevenzione deglieventi cardiovascolari nei pazienti ad alto ri-schio per la presenza di più fattori di rischio (pre-venzione primaria) o in quanto diabetici o per-ché già colpiti da un evento cardiovascolare(prevenzione secondaria). In sintesi il modello –in corso di sperimentazione nel territorio del di-stretti 17 e 18 dell’Asl RmE – si basa su due ele-menti principali: 1) creazione di una “equipe as-sistenziale” costituita dal medico di base, dal-l’infermiere (Care Manager), dal cardiologo edal paziente stesso; 2) responsabilizzazione-coinvolgimento del paziente nel percorso di pre-venzione e cura, soprattutto grazie all’azione dieducazione e informazione sanitaria, di motiva-zione e supporto effettuata dal Care Manager, fi-gura centrale ed innovativa del progetto.Le forze in campo: oltre alla Cardiologia delSanto Spirito, per il distretto 17 tre sedi infer-mieristiche distrettuali, un ambulatorio cardio-logico, tre medicine di gruppo; per il distretto18 quattro sedi infermieristiche distrettuali,

due ambulatori cardiologici, e quattro medici-ne di gruppo.Gli attori coinvolti: 25 Medici di famiglia; 16Infermieri-Care Manager, tre cardiologi; duecoordinatori infermieristici distrettuali, ottocoordinatori di sedi infermieristiche, due diri-genti medici distrettuali;Dati iniziali: il totale di assistiti che hannoaderito al progetto è stato di 402 su 400 previsti(229 maschi, 173 femmine), di cui il 66% inprevenzione primaria e il 34% in prevenzionesecondaria. Il numero medio di assistiti arruo-lati da ciascun medico di base è di 16, mentrequello degli assistiti in carico a ciascun CareManager è di 25. Attualmente gli assistiti stan-no effettuando la fase di applicazione del pianodi salute, stabilito dal medico di base in colla-borazione con il Care Manager; fase in cui ven-gono realizzati gli interventi e le strategie pia-nificate per ridurre i fattori di rischio. Questafase dura un anno. Solo pochissimi l’hanno giàterminata. Non abbiamo dati conclusivi sul-l’efficacia di tali interventi. Sono stati però pre-sentati alcuni dati, estremamente parziali (rife-riti a solo 45 assistiti) ma estremamente inco-raggianti: in una significativa percentuale diassistiti si è ottenuto una riduzione del pesocorporeo con un range da 2 fino a 16 kg; vi èstato un incremento rilevante del numero degliassistiti con pressione ben controllata; stessodiscorso per il colesterolo e la glicemia; non sisarebbero invece ottenute significative varia-zioni nei livelli di attività fisica e nell’abitudineal fumo. Per i risultati completi e definitividobbiamo attendere fine anno. Se son fiori......!Le criticità: i medici di base, i Care Manager ei ardiologi sono stati concordi nel giudicare lecriticità nettamente inferiori alle opportunitàofferte dal progetto. Tra le criticità segnalatec’è la breve durata della fase iniziale di forma-zione al progetto degli attori coinvolti, princi-palmente medici e infermieri. Inoltre, sia per imedici di base che per gli Infermieri (non es-

Punti di forza e criticità della sperimentazionedel nuovo modello assistenziale

Progetto Prevasc,

Il dottor Roberto Ricci, primario dellaCardiologia del Santo Spirito

La dottoressa Margherita Palermo,medico di base che ha partecipato

al Progetto Prevasc

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sendo dedicati completamente solo al progettoed essendo sovraccarichi di lavoro spesso bu-rocratico) il tempo a disposizione per il proget-to si è rivelato inferiore alle necessità con diffi-coltà a trovare le sinergie tra medico di base,Care Manager e assistito: spesso è difficile fa-re coincidere i tempi, le disponibilità sia indi-viduali che delle sedi. Se è ben noto quanto siadifficile cambiare gli stili di vita, per consoli-dare quindi il cambiamento dello stile di vita edi conseguenza i risultati finali del progetto sa-rebbe stata opportuna una maggiore durata delprogetto stesso.I punti di forza: anzitutto il progetto ha per-messo un contatto maggiore e più proficuo conl’assistito che si sente preso in particolare curae trae soddisfazione dal partecipare attivamen-te ad un progetto finalizzato al miglioramentodelle proprie condizioni di salute. Il progetto(di cui questo giornale ha ampiamente e ripe-tutamente riferito, anche con interviste a medi-ci di base e infermieri) fa emergere il grado diconsapevolezza da parte dell’assistito sul pro-prio stato di rischio e lo spinge ad attivarsi permodificarlo. Alcuni pazienti – soprattutto

quelli che avrebbero più bisogno assistenziale– se non fossero stati inseriti nel Prevasc, nonsarebbero tornati a studio e quindi sarebberosfuggiti anche ai controlli clinici di routine. IlCare Manager, soprattutto per la prevenzioneprimaria, aiuta il medico a seguire meglio i pa-zienti. Il medico, infatti, è in genere solo sulterritorio: il rapporto con l’infermiere dedicatofacilita il contatto con gli specialisti territoria-li/ospedalieri (dove possibile anche per i pa-zienti non Prevasc). Il triangolo medico di ba-se-Care Manager-paziente favorisce un climadi fiducia e di rassicurazione reciproca, il checonsente un controllo incrociato e potenziato(esempio: in alcuni casi l’assistito confida al-l’infermiere notizie relative al suo stile di vita,sottaciute al medico, ma molto utili per l’in-quadramento clinico-assistenziale). Infine ilrapporto medico di base-infermiere ha per-messo di scoprire i rispettivi mondi, superandoi luoghi comuni: il medico ha scoperto che iCare Manager sono interessati, competenti ecoinvolti; mentre l’infermiere ha scopertoquale e quanto lavoro fanno i medici di base.* Primario Cardiologo Ospedale S. Spirito

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basato sul triangolo medico di base-infermiere-paziente

primo bilanciodi Roberto Ricci*

Valter Carpentieri, infermiereprofessionale inserito nel Prevasc

DISTRETTO XVIISul territorio sono presenti

82 medici con 74.255 assistiti;254 anziani superiori ai 65 anni

ogni 100 minori di 14 anni

DISTRETTO XVIIISul territorio sono presenti

114 medici con circa 112.000 assistiti

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Recentemente, sul numero di marzo2010 di “Circulation”, una dellepiù importanti riviste scientificheal mondo in ambito cardiologico,giornale ufficiale della “American

Heart association”, è stato pubblicato un artico-lo destinato a suscitare numerose riflessioni econsiderazioni: sono diminuiti i ricoveri per in-farto miocardico acuto! Analizzando le schede ospedaliere di dimissio-ne dei pazienti ricoverati nei centri medici sta-tunitensi si è in effetti rivelata, nei cinque annidella osservazione, dal 2002 al 2007, una ridu-zione del numero dei pazienti ricoverati per in-farto miocardico acuto. In questo studio la ridu-zione netta della percentuale dei ricoveri per in-farto miocardico acuto dal 2002 al 2007 è statadel 23,4% (riduzione annua del 5,8%).Nel mondo, la mortalità per cause cardiovasco-lari continua ad essere la più alta in assoluto manegli anni si sta riducendo e, soprattutto, sistanno modificando le cause che più frequente-mente portano a morte. I dati di questo studioamericano sono confortati anche da esperienzeeuropee. In buona sostanza si è ottenuta unapiccola riduzione in termini assoluti della mor-talità per cause cardiovascolari e, nell’ambitodi questo scenario, sono cambiate le cause dimortalità: ad esempio si muore di più per scom-

penso cardiaco e meno per infarto rispetto alpassato. Anche in Italia le malattie cardiova-scolari sono la prima causa di morte, ma ricove-ri e decessi per infarto sono in calo. La spiega-zione della diminuzione sia del numero di in-farti che di quello dei decessi è complessa e di-pende da vari fattori. Tra questi vanno ricordati:la sensibilizzazione della popolazione a com-battere i fattori di rischio (fumo, ipertensione,diabete, ipercolesterolemia, obesità ecc.). Unesempio è stata la efficace legge antifumo percui non è più possibile da anni fumare nei localipubblici. Altro elemento di grande rilevanza èla diagnosi precoce delle malattie coronaricheche causano l’infarto e la terapia precoce dellemalattie coronariche attraverso gli interventichirurgici di by-pass e angioplastica coronari-ca.Sul fronte della sensibilizzazione della po-polazione un notevole contributo è stato datonegli anni dalle associazioni come “Cuore Sa-no” che hanno promosso e diffuso la culturadella prevenzione e della diagnosi precoce at-traverso la organizzazione di meritevoli inizia-tive come “Cuore in Piazza”. Speriamo chequesta tendenza, fotografata nell’articolo diCirculation, si mantenga negli anni in modo daottenere risultati sempre migliori sul fronte del-la lotta alle malattie cardiovascolari.* Dirigente medico Uoc Cardiologia S. Spirito

È un fenomeno registrato in Usa come in Italia. Ma aumentano invece i decessi per scompenso

Diminuiscono gli infartie quindi anche i decessi

di Maurizio Burattini*

Il dottor Maurizio Burattini

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L’aneurisma aortico è l’abnormedilatazione di un tratto dell’arte-ria aortica, dovuta al cedimentodella parete vasale la cui compo-nente elastica, meglio delle fibre

della tonaca media, è stata indebolita da feno-meni degenerativi (aterosclerosi), infiammato-ri, o traumatici ma in alcuni casi anche a causadi una debolezza congenita della parete. Tuttoquesto porta ad uno scompaginamento, la de-generazione e l’assottigliamento della paretevasale che reagisce con meccanismi riparativi:il rimpiazzo delle fibre della tonaca media contessuto fibroso che essendo anelastico, tende asfiancarsi sotto l’impatto pressorio. La dilata-zione è progressiva e, superato un certo diame-tro, c’è il rischio concreto che la parete dell’a-neurisma possa rompersi.L’incidenza di aneurismi dell’aorta toracicaè stimata in aumento e ci sono circa 10,4 casiogni centomila persone. L’aorta toracicaascendente e la radice aortica sono più co-munemente coinvolti. Il tasso medio diespansione degli aneurismi dell’aorta toraci-ca è stimato a 0,10-0,42 cm / l’anno. Secon-do quanto pubblicato sulle nuove linee guidaamericane per i pazienti con aneurisma nonancora operabili, è ragionevole ridurre lapressione arteriosa con beta-bloccanti e ACE-inibitori o bloccanti del recettore dell’an-giotensina , fino al punto più basso che il pa-zienti possono tollerare senza conseguenzenegative; e un trattamento con una statina perraggiungere un target di LDL colesterolo in-feriori a 70 mg / dL per i pazienti ad alto ri-schio di eventi ischemici. Il criterio maggiore per raccomandare ai pa-zienti asintomatici con aneurisma della tora-cica e dell’aorta toracico l’intervento chirur-gico d’elezione è il diametro aortico. Questaraccomandazione è basata sulla constatazioneche il rischio di un evento avverso (rottura,dissezione e morte) supera il rischio di inter-

vento elettivo (meno del 5%) quando il dia-metro massimo sia superiore a 5,5 - 6,0 cen-timetri. I pazienti con sindrome di Marfan oaltre disturbi genetici devono essere sottopo-sti ad intervento elettivo anche se il diametroè più piccolo (4,0-5,0 cm, a seconda dellacondizione) per evitare la dissezione acuta orottura. Se il tasso di crescita dell’aneurismaè di più di 0,5 cm / anno anche se il diametroaortico è inferiore a 5,5 cm si deve ricorrereall’intervento.I pazienti con sintomi suggestivi di espansio-ne dell’ aneurisma dovrebbero essere valuta-ti per un intervento chirurgico d’urgenza ameno che l’aspettativa di vita non sia limitatada altre comorbilità o la qualità della vita sianotevolmente compromessa. In alternativaall’intervento chirurgico vi è la possibilità diimpiantare tramite cateteri inseriti nell’arteriafemorale, stent endovascolari. Tale interven-to nei pazienti con aneurismi degenerativi otraumatici dell’aorta toracica discendentesuperiore a 5,5 centimetri, dovrebbe esserefortemente consigliato quando possibile, peresempio per aneurisma sacciforme, o pseu-doaneurismi postoperatori, sebbene le racco-mandazioni per l’uso siano basate principal-mente su studi osservazionali e non rando-mizzato di confronto di coorti di pazienti .Ipotenziali vantaggi di un innesto endovasco-lare verso l’operazione a cielo aperto com-prendono la mancanza di una incisione tora-cotomia e la necessità di una parziale o totalecircolazione extracorporea sostegno e bloc-caggio dell’aorta, così come minore morbilitàospedaliera e minore durata della degenzaospedaliera. L’endovascolare può essere diparticolare utilità nei pazienti con numerosecomorbidità (età, malattia cardiaca, polmo-nare e disfunzione renale) che potrebbero es-sere considerati non candidabili per la chirur-gia aperta.* Dirigente medico Uoc Cardiologia S. Spirito

Al torace l’incidenza è in aumento

Come e quando operareper aneurisma dell’aortadi Flavia Belloni*

La dottoressa Flavia Belloni

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Visti gli ottimi risultati dell’espe-rienza, oramai consolidata e plu-riennale, della Montagnaterapia alTerminillo, perché non provare apercorrere anche strade parallele

che puntino sempre all’aggregazione e alla so-cializzazione com’è nella natura stessa di“Cuore Sano”? Per esempio sperimentare lastrada delle gite sociali in cui fondere esperien-ze culturali, migliore conoscenza tra i soci, e(perché no) nuove conoscenze enogastronomi-che? Detto e fatto, grazie al dinamismo orga-nizzativo del dr. Alessandro Totteri (new entrytra i cardiologi del Santo Spirito, ma con lungaesperienza al San Giacomo, e nostro autorevo-le collaboratore) e della responsabile del Servi-zio di riabilitazione della Cardiologia, ClaraAmari.La strada? A nord di Roma, in piena Etruria, etra gli etruschi. Partenza in treno, naturalmentenon puntuale. Quanti siamo? Ventisei tra soci eloro familiari, più Totteri, la Clara, la vostra se-gretaria-redattrice, mentre il primario dr. Ro-berto Ricci ci raggiungerà alla stazione di Tar-quinia. Qui ci aspetta il pullman che in pochiminuti ci condurrà al Museo Etrusco, ospitatonello splendido Palazzo Vitelleschi. Franco, lanostra amabile guida, ci conduce dapprima tragli splendidi sarcofagi, poi tra le suppellettili

recuperate nelle ricche necropoli di Tarquinia edel circondario (quelle, per intenderci, non fi-nite sin dall’800 e poi sino ai giorni nostri nellemani dei tombaroli) e finalmente dinnanzi alceleberrimo altorilievo fittile con la coppia dicavalli alati recuperata dal frontone del grandetempio dell’Ara della Regina.Lo scandaloso ritardo ferroviario ci impediràpurtroppo di ammirare anche, al piano nobile,le pitture di alcune tombe, prudentemente“strappate” negli Anni Cinquanta dall’origina-rio supporto roccioso e rimontate in museo sutelai che hanno consentito la suggestiva rico-struzione di una camera funeraria-tipo. Pocomale – si fa per dire – ché ci sarà tempo ancheper le tombe, più tardi, dopo un piacevolissimomomento di relax al ristorante “Re Tarquinio”:menu rispettoso sì delle esigenze dei cardiopa-tici, seppur con la (gradevole) défaillance fina-le dell’offerta di una grande e squisita torta ri-coperta da una glassa che inneggiava a CuoreSano! non sono aperte alle visite dei comunimortali. E noi evidentemente, pur mortali, nonsiamo affatto considerati visitatori comuni. Più tardi appunto, e nonostante la pioggia, ilnostro mitico mèntore Franco (con l’accultura-to controcanto di Clara) non solo ci porterà allapiù importante delle necropoli, non solo potre-mo ammirare altri straordinari affreschi, maper giunta (possiamo rivelarlo? Mah…) scen-deremo a visitarne anche un paio, bellissime,che ancora non sono state aperte ai comuniportali. E noi con tutta evidenza, pur democra-ticamente mortali, non siamo considerati visi-tatori comuni.Una bella soddisfazione, anche questa, che si-gla al meglio una giornata ricca di novità: dalsuccesso dell’esperimento-gita (già, al ritornoin treno stavolta in orario, i soci ci chiedevanoquando e dove la prossima “uscita”) all’ancorpiù piacevole familiarizzazione extra-moeniatra pazienti, dall’arricchimento culturale trattodalla gita alla straordinaria occasione di unrapporto ravvicinato e in qualche misura extra-professionale tra medici e pazienti. Grazie agliuni e agli altri. E…alla prossima!

Pieno successo della gita promossa tra gli associati

In visita agli Etruschi, regìa di Cuore Sanodi Carla Rossi

Il gruppo dei soci a Tarquinia. Quinto da sinistra, il dottor Totteri;settima la dott.ssa Clara Amari; al centro il dottor Ricci

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Ma come, con l’infarto che haiavuto te ne vai a duemila me-tri? E se ti viene un disturbomentre stai salendo? Sei mala-to…ma stattene a casa che è

meglio! Quante volte i nostri eroi hanno dovu-to sfidare parenti e amici (ma spesso anchequalche medico di famiglia…) e chiedere diessere ammessi, previa consegna di esami cli-nici ok, all’impresa annuale della Montagnate-rapia? E così, puntualmente, è accaduto ai pri-mi di giugno quando per la sesta volta un grup-po di cardiopatici, stabilizzati e frequentatoridella palestra del S. Spirito, hanno vissuto perdue giorni in montagna, salendo e scendendoper creste e valloni del massiccio del Terminil-lo, con l’appassionata assistenza dei medici edegli infermieri dell’ospedale.La prima giornata se ne va per l’acclimata-mento, a Poggio Bustone, tra le antiche,straordinarie memorie francescane e quellepiù recenti della lotta di liberazione dal nazifa-scismo. Qui, tra i ricordi del santo dei poverel-li, ci aspetta il primo assaggio impegnativo:superare un dislivello di duecento metri dal-l’Eremo di San Giacomo al Sacro Speco dove

talora si ritirava Francesco quando lasciavaAssisi. Ogni tanto una sosta mirata, non tantoper riposare quanto per imparare qualcosa:Umberto ci parlerà delle tre cadenze della re-spirazione, Massimiliano dell’attenzione nelcamminare, Giulio dell’uso dell’altimetro (al-la fine avremo toccato quota 975 m.), Paoladella tecnica di discesa. E intanto – così, tantoper non dimenticare chi siamo, e da dove ve-niamo – Francesca e i paramedici misurerannoe più tardi riverificheranno pressioni e pulsa-zioni: controlli utilissimi a dimostrare che nes-suno “produrrà” mai valori appena inquietanti.A Sacro Speco pranzo al sacco: i più previden-ti soccorreranno i distratti, ed è un festino discambi tra pomodori e cioccolata, con un la-tente retropensiero al rispetto delle regole die-tetiche che oramai (davvero?) fanno abitudinedi vita. La sera, in albergo a Leonessa, tra ilversante nord del Terminillo e le secolari fag-gete della Vallolina, si vede il film sull’analo-ga impresa dell’anno scorso. Sarà quasi soloun pretesto per chiacchierare poi dei nostriproblemi di cardiopatici: non tanto di patolo-gie, sintomi e cure, quanto del vissuto, dellepaure e, per tanti, del ritorno ad un equilibrioanche psicologico, grazie alla riabilitazione.L’indomani si sale (in auto: c’è pure un zig-zag tra mucche e vitelli allo stato brado) al ri-fugio Sebastiani, 1.820 metri. Da lì, molti con ipreziosi ed oramai diffusissimi bastoncini del-

E già si pensa alla settima edizione...

Sali e scendi al Terminillo...Ok alla Montagnaterapia

N o, non bastano Terminillo e Tuscia. Il terzo atto di una forte ripresa dell’attività educaziona-le promossa dalla Cardiologia del S. Spirito insieme alla Riabilitazione si è svolto tra Teatrodell’ospedale e Villa Pamphili per illustrare prima e praticare poi il Nordic Walking, ovvero

la camminata nordica. Si tratta, come molti dei lettori sapranno, di una disciplina che ben si adattaalle esigenze di attività fisica dei pazienti cardiopatici stabilizzati. Semplificando molto, essa con-siste in una tecnica di camminata con l’ausilio di appositi bastoncini (simili ma non uguali a quelliadoperati per lo sci di fondo) che permette lo sfruttamento sia degli arti inferiori che di quelli supe-riori nel quadro di un movimento armonico, con un impegno cardiovascolare moderato, adatto atutti i tipi di terreno, sia in città che fuori, in campagna o in montagna. Duplice l’occasione di “as-saggiare” questa tecnica. A fine maggio, in occasione della tradizionale seduta psico-educaziona-le, la fisioterapista dott.ssa Manuele Michetelli ha tenuto una lezione teorica sui benefici del Nor-dic Walking insieme al prof. Nicola Boiani. Lo stesso Boiani l’indomani mattina ha tenuto una le-zione pratica a Villa Pamphili, riservata ad iscritti a “Cuore Sano”. Il gruppo è stato accompagna-to da un’équipe della Cardiologia.

E c’è anche la “camminata nordica”

Questi i partecipanti: Maria Adorni, Bernar-dino Amici, Paola Arduini, Giovanni Bellini,Giorgio Buonopera, Alfredo Ferranti, Gior-gio Frasca Polara, Claudio Gallinucci, Fran-cesco Gasparoli, Santo Lui, Maurizio Ma-struzzi, Vittorio Petrone, Giuseppe Rotundi,Nilde Zonno (più una infiltrata: Verena Ko-nig, non perché moglie di un paziente maperché esperta escursionista). Quattro medi-ci: la cardiologa Francesca Lumia e lo psico-logo Giulio Scoppola, storici animatori dellaMontagnaterapia, e inoltre il cardiologo in-terventista Alessandro Danesi (medico, co-me i primi due, del S. Spirito) e lo psichiatradella Asl di Rieti, Paolo Di Benedetto. Dueinfermieri professionali, sempre del S. Spiri-to: Umberto Guadagno e Massimiliano Roc-chi. E infine Mario Sciarra e Rosella Carotti,istruttori del Cai di Rieti.Le foto sono di Gianni Benini.

Chi c’era...

la marcia nordica, prima si percorrerà, tra nar-cisi e genzianelle, il sentiero per monte Roton-dino (“ah, che bello essere libera dall’ansiosomarito!”, esclamerà ad un tratto una paziente, etutti a darle ragione…), poi si affronterà un piùduro versante del gruppo del Terminillo sino araggiungere una bella lingua di neve dovequello straordinario personaggio di Mario, l’i-struttore del Cai rietino, spiegherà come attra-versare un nevaio, dove e come mettere i piedi,come farci un rifugio. Era oramai trascorsa damolto tempo l’ora canonica del pranzo quandosi è scesi al rifugio per una straordinaria polen-ta, per un brindisi, per un caloroso ringrazia-mento a Francesca e a Giulio per la passione el’intelligenza, l’ostinazione e la fantasia concui ogni anno la Montagnaterapia si ripete e sirinnova anche grazie all’impegno dell’Asso-ciazione Cuore Sano e alla partecipazione atti-va dei suoi soci. Già, perché ostinazione e fan-tasia sono già all’opera: per calibrare megliotante piccole cose, per valorizzarne altre, percominciare insomma a progettare la Monta-gnaterapia settima edizione.

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Un infarto silente, coronarografia, angio-plastica con l’applicazione di due stentper far circolare il sangue in un’arteria

malandata, ed ecco anche lui da quasi tre anniin palestra di riabilitazione, in quello stessoSanto Spirito dove lo avevano rimesso. E’Al-berto De Simone, 79 anni ben portati, una voltaimpiegato della Difesa, moglie e due figli.

Com’è successo, Alberto, quella volta che seifinito al pronto soccorso? «E’ successo che, di notte, ho avvertito un do-lore al petto. Un dolorino. Preoccupata, miamoglie mi ha portato al pronto soccorso delSanto Spirito. Io non mi sono accorto di nulla,ma i medici sì, e le loro macchine per me unpo’ misteriose. Non mi hanno nemmeno dettoche si trattava di un piccolo infarto, perché misono ripreso, non hanno voluto preoccuparmie mi hanno rispedito a casa…»

…Ma poi i cardiologi del Santo Spirito ti han-no richiamato!«Ecco, sì. Mi hanno richiamato appena inEmodinamica è arrivato il mio turno. Nessunasofferenza per l’intervento, pochi giorni di de-genza, e – lo dico francamente – sono tornato acasa come nuovo. Sì, con la promessa che, una

volta che fossi stato in forma, avrei cominciatoa frequentare la palestra.»

E in palestra sei andato e ci resti…«Eccome. Ci sono andato appena possibile, eci resto. Aggiungo: con grande soddisfazione.Per un verso mi fa sentire meglio, il movimen-to mi fa bene anche per fare fronte a certi altrimalanni: artrosi, cervicale… Ma poi mi fa be-ne anche psicologicamente.»

Che cosa intendi dire? «Intendo dire che mi fa molto bene parlare,confrontarmi con gli altri pazienti: insomma,siamo nella stessa barca, possiamo verificareogni giorno come ci va, quali problemi abbia-mo affrontato, quali abbiamo superato e qualimagari no. Socializzare i nostri guai è comeuna scuola di vita. Che ci aiuta, ci fa stare me-glio anche – appunto – sul piano psicologico.»

Per iniziativa congiunta della Cardiologia del S. Spirito, della As-sociazione Cuore Sano e dall’Associazione nazionale medicicardiologi ospedalieri (Anmco) sono appena ripre-

si i corsi gratuiti di rianimazione cardiopolmonare dibase (Blsd) per i familiari dei pazienti cardiopati-ci. Con i corsi, diretti e coordinati del dr. Anto-nio Cautilli, si insegna in modo sempli-ce e pratico, quanto occorrefare nel caso in cui si do-vesse fronteggiareuna emergenzacardiologica: ri-conoscimento deisegnali di allarme, al-lertamento del sistema diemergenza, manovre di riani-mazione di base, utilizzo del de-fibrillatore semiautomatico. Gli al-

lievi dei corsi (durata cinque ore, sede la sala del Teatro dell’ospedale)potranno esercitarsi su un manichino dalle fattezze umane.

Il primo corso è stato effettuato lunedì 24 maggio.I successivi appuntamenti

(tutti dalle 14.30 alle 19.30):martedì 8 giugno, martedì 21 settembre,martedì 12 ottobre, martedì 16 novembre.

All’inizio del corso verrà consegnato un manuale sulle re-gole di pronto intervento; e, al termine, verrà rilasciato a

ciascun partecipante un certificato di partecipa-zione autenticato dall’Anmco. Per l’iscri-

zione ai corsi e per qualsiasi ulterioreinformazione ci si può rivolgerealla segreteria del reparto di Car-diologia del S. Spirito, tel.06.68352323.

Per i familiari dei pazienti

Tornano i corsi gratuiti di rianimazione-cardio

10Alberto De Simone, 79 anni, si racconta

“Due stent all’arteria ostruita, ma la curacontinua nella palestra del S. Spirito”

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La ormai stretta collaborazione tral’Associazione Cuore Sano-Onlus el’Azienda Sanitaria Locale Roma-Esi è ulteriormente consolidata per ilbiennio 2010-2011 attraverso la fir-

ma tra i due organismi di un nuovo protocolloche fissa gli obiettivi di un comune lavoro perla prevenzione cardiovascolare. Nove gliobiettivi prioritari:– rendere ai cittadini, agli operatori del settoresanitario, alle municipalità localitutte le informazioni atte a sostenere l’azionedi prevenzione della salute svolta dalle struttu-re dell’Azienda, e a farne conoscere l’organiz-zazione sul territorio;– promuovere lo svolgimento di specifichecampagne per realizzare la collaborazionedei cittadini nella riduzione in via preventivadei rischi di incorrere in patologie cardiova-scolari;– con il consenso e il coinvolgimento dei ser-vizi aziendali competenti (dipartimento pre-venzione e tutela maternità e infanzia), attrarrealtre istituzioni pubbliche, compresa la scuola,nello svolgimento di azioni comuni per unaprevenzione collettiva;– curare in particolare i rapporti con le munici-palità comprese nel territorio della Roma-Eper sviluppare iniziative comuni a diffonderela prevenzione, ad attivare sistemi di sicurez-za, a realizzare cicli di informazione soprattut-to nelle scuole e tra gli anziani;– studiare forme di coinvolgimento dei medicidi medicina generale nelle azioni di prevenzio-ne del rischio-cuore (si veda, nelle pagine pre-cedenti, la nota del dr. Ricci sull’esperimentodel progetto Prevasc, ndr);– sostenere la campagna di educazione conti-nua in medicina (Ecm) e di formazione a di-stanza (Fad) promossa dal ministero della sa-lute: l’Associazione Cuore Sano si accolla unaquota parte dell’impegno nell’ambito dellaCardiologia del S. Spirito (si veda in questestesse pagine l’intenso programma dei corsi diBlsd, ndr);

– agevolare con attività di supporto la realizza-zione dei programmi dell’Unità operativacomplessa di Cardiologia del S. Spirito;– organizzare periodicamente incontri per ren-dere pubblico il bilancio dell’attività svolta eper definire i programmi di miglioramentodell’attività sanitaria;– intensificare la connotazione scientifica delperiodico “Cuore Amico”, anche in relazionealle campagne Ecm e Fad, nella conferma chegli oneri finanziari per la pubblicazione delgiornale sono a carico dell’AssociazioneIl protocollo si chiude con una annotazione diparticolare significato sociale e morale: “Inconformità al carattere-onlus, e quindi volon-tario e senza fini di lucro, dell’Asssociazione,

le attività svolte per l’esecuzione dei program-mi previsti e per la gestione del protocollo, nondanno luogo a compensi di sorta. Tutte le speseemergenti in rapporto ai programmi di attivitàsaranno stimate preventivamente e saranno in-teramente a carico dell’Associazione CuoreSano che potrà valersi di eventuali contribu-zioni volontarie da parte dei soggetti interessa-ti e/o partecipi”.

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Firmato un nuovo protocollo biennale

Più stretta collaborazionetra “Cuore Sano” e Asl Roma-E

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Oramai lo sapete: tra i pesci che fanno be-ne al cuore (il loro grasso è salutare per-ché ricco di omega 3) c’è in primissima

fila lo sgombro, il principe del pesce azzurro.E’ molto saporito e, il che non guasta, tra i piùeconomici. Vi proponiamo due ricette di facileesecuzione e di ottima resa. Le dosi sono perquattro persone.

SGOMBRO ALL’ACCIUGA. Sfilettate quattrosgombri, lavateli e teneteli da parte. Dissalateun cucchiaio di capperi (quelli piccoli sonopiù buoni). Snocciolate e tagliate a metà unaventina di olive verdi. Mondate e tritate unospicchio d’aglio e un ciuffetto di prezzemolo.Tenete da parte anche questi vegetali. Orascaldate in un tegame due cucchiai d’olio ex-travergine e fatevi sciogliere tre, anche quat-tro acciughe, naturalmente sott’olio. Bagnatecon tre cucchiai di vino bianco secco e spe-gnete il fuoco appena la salsina si è appena unpoco ristretta. A questo punto unite capperi,

olive, aglio, prezzemolo, un bel pizzico di ori-gano e un po’di pepe nero in grani. Ora versa-te altri due cucchiai d’olio in una teglia da for-no. Sistemateci gli otto filetti di sgombro, eversateci sopra due terzi della salsa. Infornateper venti minuti a 180° tenendo la teglia co-perta per i primi dieci minuti. All’ultimo mo-mento, un paio di minuti prima di estrarre lateglia dal forno irrorate il pesce con il restodella salsa.

LA MARINATA AI TRE AGRUMI. Anche per que-sto piatto sfilettate gli sgombri, lavateli, ta-gliateli a losanghe lasciando la pelle. Mettete itranci a marinare nel succo di un limone permezz’ora in frigo prima di andare a tavola,con la pelle in su. Tirateli fuori dal frigo soloal momento di portarli a tavola. Sgocciolate eguarnite con fettine di arancio (ogni fetta inquarti) e fettine di lime tagliate a metà. Finitespruzzando sopra il pesce erba cipollina, unpo’ di bucce degli agrumi tagliate a julienne,un filo di olio e pepe nero macinato all’istan-te. Arriva l’estate: è un piatto rinfrescante. Enon dimenticate di condire ogni boccone disgombro con un po’ di polpa degli agrumi. Lepapille gustative ve ne saranno grate.

FUSILLI ALLO SGOMBRO. Ingredienti per 2persone : 200 gr. di fusilli, 3 sgombri, olio, 1 spicchio di aglio, una manciata di pomodo-rini, origano fresco, peperoncino, sale.Squamare, eviscerare e spinare 3 sgombri, ta-gliarli a pezzetti. In una padella mettere un fi-lo d’olio e uno spicchio di aglio schiacciato,lasciar dorare leggermente e toglierlo. Ag-giungere il pesce e lasciar insaporire. Sbuc-ciare i pomodorini (immergerli per qualchesecondo in acqua bollente, la pelle verrà via inun attimo), tagliarli a quarti e aggiungerli alpesce. Insaporire con origano fresco e pepe-roncino, salare se necessario.È un ragù prontoin pochi minuti, giusto il tempo che la pasta sicucini...

Due piatti facili, economici e un po’gourmand

Abbuffata di sgombro?Generosa e salutare

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Le chiamano le arance della salute, sonouna sorta di vessillo della lotta antican-cro, ma si è scoperto che contribuiscono

con qualche efficacia alla prevenzione dellemalattie del cuore. Sono le cosiddette “rosse”(due varietà: Moro e Tarocco, la prima piùpiccola della seconda e con polpa più colora-ta), una specialità siciliana che trova la sua ec-cellenza, cioè il marchio di indicazione geo-grafica protetta, negli agrumeti del triangoloCatania-Siracusa-Enna.Perché le arance rosse sono una mano santaanche per i cardiopatici? Perché sono una ve-ra e propria miniera di elementi protettori delsangue, delle arterie e del muscolo. Anzituttoper le molte vitamine: soprattutto la vitami-na C (una delle più alte concentrazioni in frut-ta e verdura, e comunque il 40% in più dellealtre specie di arance), ma poi anche la A (re-

tinolo) e la B, e inoltre folati e un nugolo diminerali come potassio, calcio, fosforo, sodioe ferro. Il secondo segreto: poche calorie eprive di grassi. E infatti si calcolano 30-40 klper cento grammi di prodotto edibile. Non so-lo: il fatto di esser prive di grassi, queste calo-rie vanno direttamente a fornire energia. Esiccome non si perde nulla e anzi tutto serve,anche la pellicina più o meno spessa che statra la buccia e gli spicchi serve a molte cose:contiene fibre preziose che non solo fannoda freno all’assorbimento dei grassi di altricibi ma che soprattutto contengono anche lapectina, in grado di ridurre i livelli dell’Ldl, ilcosiddetto colesterolo “cattivo”.Per non parlare degli antiossidanti. Altro chequelli forniti dai cosiddetti integratori ali-mentari: tutti quelli di cui il nostro organismoha bisogno (ed in particolare quello dei car-diopatici) sono contenuti nelle “rosse”. Tantonei terpeni (uno degli olii essenziali contenutinella profumatissima buccia: ma è problema-tico mangiarla…) quanto soprattutto nellapolpa che svolge potente funzione antiossi-dante grazie ai flavonoidi che proteggono ivasi sanguigni, agiscono da anti-infiammato-ri e sono quindi benèfici per la circolazio-ne e per il cuore.L’arancia rossa ha poi ancora una mar-cia in più, come sottolinea laprof.ssa Adriana Albini, del-l’Istituto per la lotta ai tu-mori (Irccs), in unanota che ci è statapreziosa per questiappunti. La marciain più consiste ap-punto nel pigmen-to responsabiledel colore, che ap-partiene alla famigliadelle antocianine. Sitratta di un antitumorale eanti-obesità. Può bastare, nevvero?

Calorie prive di grasso, antiossidanti, pectina che riduce il colesterolo “cattivo”...

Arance rosse, un verotoccasana per il cuore

Valori nutritiviper 100 g di parte edibile

Parte edibile %80Acqua g 87,2Proteine g 0,7Lipidi g 0,20Carboidrati disponibili g 7,8Amido g 0,0Zuccheri solubili g 7,8Fibra alimentare g 0,6Energia kcal 34Sodiom g 1,9Potassiom g 186,2Ferrom g 0,2Calcio mg 49,0Fosforo mg 22,0Tiamina mg 0,1Riboflavina mg 0,0Niacinam g 0,2Vitamina A retinolo eq. μg 71,0Vitamina C mg 50,0Colesterolo mg 0,0

INSALATA DI ARANCE RIPIENEPer 4 persone: 4 arance tarocco nontrattate - 2 cetrioli - 8 olive nereolio extravergine d’oliva - sale (pochis-simo!) - pepeTagliate le arance a tre quarti di altezza,svuotatele e raccogliete la polpa in unaterrina; pelate i cetrioli, tagliateli a metàper il lungo ed eliminate i semi, tagliatelia dadini, disponeteli su un piatto, spolve-rizzateli di sale e lasciateli riposare percirca mezz’ora; snocciolate le olive e tri-tatele; dalle calotte delle arance ricavatedei sottilissimi filamenti di scorza; scola-te i cetrioli dell’acqua di vegetazione euniteli alla polpa di arance insieme alleolive tritate; condite con olio, sale e pepe;riempite le arance con questa preparazio-ne, accomodatele in un piatto rotondo daportata, decoratele con filamenti di scor-za e servite.

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CUOR CONTENTO È PIÙ SANO – Quanto più siè ottimisti o la fortuna ti rende entusiasta dellavita, tanto più ti proteggi dalle malattie dellecoronarie. E’ il risultato di una indagine con-dotta per un decennio su 1.700 adulti dellaNuova Scozia (Canada) dal Centro cardiova-scolare della Columbia University di NewYork. All’inizio, nel 1995, alla registrazionedei classici dati (colesterolo e pressione, diabe-te, fumo, ecc.) era stata aggiunta una valutazio-ne clinica sull’atteggiamento di base nei con-fronti della vita. In una scala di cinque gradini– da chi non mostrava mai un atteggiamentopositivo a chi lo esprimeva in modo estremo –il rischio di ammalarsi di cuore nel decenniosuccessivo si è progressivamente ridotto del22& per ogni livello di ottimismo in più. Semagari resta esagerato dire che “cuor contentoDio l’aiuta”, certo c’è la conferma che lo stressdanneggia il cuore.

SOLITUDINE = IPERTENSIONE – Ancora unostudio Usa, stavolta della università di Chi-cago, che fa il paio con quello appena citato:la solitudine fa male al cuore quanto se nondi più di fattori di rischio come fumo e so-vrappeso. Campione di 229 persone tra i 50 e

i 68 anni, distinte tra solitari e soli (soli perforza e non per scelta). In queste ultime, do-po quattro anni di solitudine forzata, la pres-sione aumenta in media di più (ben 14,4 mm)rispetto ai soggetti che amano la solitudine ecomunque sono soddisfatti dei propri rap-porti sociali.

SE COLPEVOLE È UN VIRUS? – A proposito diipertensione: i ricercatori di un importantecentro medico israeliano sono arrivati perproprietà transitive alla conclusione che tra lepossibili cause potrebbe esserci anche un vi-rus. La verifica nella reazione di un topo aduna infezione da citomegalovirus: comparsadi ipertensione e segni di aterosclerosi nei va-si. Ora questo virus sembra favorire la produ-zione di citochine, renina e angiotensina 11,che sono tra i mediatori del processo che portaalla genesi della pressione alta nell’uomo.

OTTO ORE DI SONNO A OGNI ETÀ – Ma chil’ha detto che gli anziani hanno bisogno di me-no ore di sonno rispetto agli adulti 50-60enni?A sfatare questo (radicato) luogo comune c’èun altro studio statunitense, dell’universitàdella California presentato all’assemblea del-l’Associazione per il progresso delle scienze.Vero è che lo studio, pur accuratissimo, è statolimitato a poche diecine di anziani (33 per l’e-

sattezza), ma è vero anche che sso ha dimostra-to che la mancanza di sonno colpisce duramen-te il cervello: meno i volontari dormivano, me-no nomi di un elenco erano capaci di memoriz-zare.

MEGLIO PARZIALMENTE SCREMATI – Sape-vate che il lette e lo yogurt parzialmente scre-mati contengono le stesse proteine utili e lastessa quantità di calcio degli analoghi prodotti“interi”, senza contare la riduzione drastica digrassi e colesterolo (che poi per l’80% vieneformato dal nostro fegato e solo per il resto de-riva direttamente dagli alimenti)? Quanto alderivato-principe, il formaggio (altro fornitoredi calcio, essenziale per gli anziani), meglioutilizzarlo una-due volte alla settimana comepietanza al posto della carne e soprattutto alposto degli insaccati. Un suggerimento per iformaggi: meglio stagionati (porzioni più mo-

deste) e quindi più digeribili dei freschi.

VIVERE SENZA DIETA – Una volta tanto la se-gnalazione di un libro assai utile ai nostri letto-ri: “Vivere senza dieta” (190 pp. 15 euro, ed. Ilpensiero scientifico). Il prof. Eugenio Del To-ma, noto scienziato dell’alimentazione, vi haraccolto le note e i preziosi consigli pubblicatisu “Repubblica-Salute”, con la convinzioneche a far bene, anche a noi cardiopatici, sianonon tanto le diete ma la correzione delle cattiveabitudini alimentari. A proposito: un gruppo diricercatori tedeschi ha tenuto sotto controlloper dieci anni 19.357 persone tra i 35 e i 65 an-ni: mangiare ogni giorno un quadratino di cioc-colato fondente (almeno 70%, meglio 100%)riduce la pressione arteriosa e il rischio d’infar-to del 39%. E non son certo i pochissimi zuc-cheri di quei 7,5 grammi di cioccolato a manda-re in su la glicemia…

PILLOLE DI SALUTE…

Periodico di informazione dell’Associazione Cuore Sano • Anno XV - n.2 - aprile/giugno 2010 • Reg. Trib. di Roman.00323/95 • Direttore responsabile Giorgio Frasca Polara • Comitato scientifico Vincenzo Ceci (presidente), RobertoRicci, Maurizio Burattini, Gabriella Greco, Francesca Lumia, Claudio Coletta, Luciano Pandolfo, Alessandro Danesi e Ales-sandro Carunchio • Redazione Lungotevere in Sassia n.3 • 00193 Roma Ospedale Santo Spirito • Reparto di Cardiologia tel.06/68352443 – 06/68352375 • E-mail: [email protected] • www.cuore-sano.it • Stampa Tipolitografia Visconti - Terni

…E SALUTE IN PILLOLE

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