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D D e l Pa P a a i g oi va n i s (a ), 17 2008 ... · fra di noi. Penso specialmente ai malati o ai...

Date post: 22-Jan-2020
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1 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana Cari giovani, quale gioia è potervi salutare qui a Ba- rangaroo, sulle sponde della magnifica baia di Sydney, con il famoso ponte e l’Opera House. Molti di voi sono di questo Paese, dall’interno o dalle di- namiche comunità multiculturali delle città australiane. Altri di voi sono giun- ti dalle isole sparse dell’Oceania, altri ancora dall’Asia, dal Medio Oriente, dall’Africa e dalle Americhe. Un certo numero di voi, in verità, è arrivato da così lontano quanto me, dall’Europa! Qualunque sia il Paese da cui provenia- mo, finalmente siamo qui, a Sydney! E insieme siamo presenti in questo nostro mondo come famiglia di Dio, quali di- scepoli di Cristo, confermati dal suo Spirito per essere testimoni del suo amore e della sua verità davanti a tutti. [...] Di fronte a me vedo un’immagine vibrante della Chiesa universale. La varietà di Nazioni e di culture dalle quali voi provenite dimostra che davvero la Buona Novella di Cristo è per tutti e per ciascuno; essa ha raggiunto i confini della terra. E tuttavia so anche che un buon nume- ro fra voi è tuttora alla ricerca di una patria spirituale. Alcuni fra voi, asso- lutamente benvenuti tra noi, non sono cattolici o cristiani. Altri tra voi, forse, si muovono ai confini della vita della parrocchia e della Chiesa. A voi deside- ro offrire il mio incoraggiamento: avvi- (segue a pag. 2) Anno XVII - Nº 67 - SETTEMBRE 2008 - Trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Udine - Contiene I.C. TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA Benedetto XVI, in occasione della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù, a Sydney, ha rivolto ai giovani presenti ed ai giovani di tutto il mondo un meraviglioso ed importante discorso che merita di diventare tema di riflessione per tutti. «Il compito di testimoniare non è facile [...] Ciò che ostentatamente è stato promosso come umana ingegnosità si è ben presto manifestato come follia, avidità e sfruttamento egoistico. [...] Il nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità, e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa. Questa è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo!» DISCORSO DEL PAPA AI GIOVANI A SYDNEY (AUSTRALIA), 17 LUGLIO 2008 «RICORDATEVI CHE SIETE CREATURE NUOVE»
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1Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

Cari giovani,

quale gioia è potervi salutare qui a Ba-rangaroo, sulle sponde della magnifica baia di Sydney, con il famoso ponte e l’Opera House. Molti di voi sono di questo Paese, dall’interno o dalle di-namiche comunità multiculturali delle città australiane. Altri di voi sono giun-ti dalle isole sparse dell’Oceania, altri ancora dall’Asia, dal Medio Oriente, dall’Africa e dalle Americhe. Un certo numero di voi, in verità, è arrivato da così lontano quanto me, dall’Europa! Qualunque sia il Paese da cui provenia-mo, finalmente siamo qui, a Sydney! E insieme siamo presenti in questo nostro mondo come famiglia di Dio, quali di-scepoli di Cristo, confermati dal suo Spirito per essere testimoni del suo

amore e della sua verità davanti a tutti. [...] Di fronte a me vedo un’immagine vibrante della Chiesa universale.

La varietà di Nazioni e di culture dalle quali voi provenite dimostra che davvero la Buona Novella di Cristo è per tutti e per ciascuno; essa ha raggiunto i confini della terra.

E tuttavia so anche che un buon nume-ro fra voi è tuttora alla ricerca di una patria spirituale. Alcuni fra voi, asso-lutamente benvenuti tra noi, non sono cattolici o cristiani. Altri tra voi, forse, si muovono ai confini della vita della parrocchia e della Chiesa. A voi deside-ro offrire il mio incoraggiamento: avvi-

(segue a pag. 2)

Anno XVII - Nº 67 - SETTEMBRE 2008 - Trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Udine - Contiene I.C.

TAXE PERÇUETASSA RISCOSSA

Benedetto XVI, in occasione della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù, a Sydney, ha rivolto ai giovani presenti ed ai giovani di tutto il mondo un meraviglioso ed importante discorso che merita di diventare tema di riflessione per tutti.«Il compito di testimoniare non è facile [...] Ciò che ostentatamente è stato promosso come umana ingegnosità si è ben presto manifestato come follia, avidità e sfruttamento egoistico. [...] Il nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità, e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa. Questa è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo!»

Discorso Del PaPa ai giovani a syDney (australia), 17 luglio 2008

«RicoRdatevi che siete cReatuRe nuove»

2 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

cinatevi all’amorevole abbraccio di Cristo; riconoscete la Chiesa come vostra casa. Nessuno è ob-bligato a rimanere all’esterno, poiché dal giorno di Pentecoste la Chiesa è una e universale.Questa sera desidero includere anche quanti non sono presenti fra di noi. Penso specialmente ai malati o ai disabili psichici, ai giovani in prigione, a quanti faticano ai margini delle nostre società ed a coloro che per una qualche ragione si sentono alie-nati dalla Chiesa. A loro dico: Gesù ti è vicino! Sperimenta il suo abbraccio che guarisce, la sua compassione, la sua miseri-cordia!Quasi duemila anni or sono gli Apostoli, radunati nella sala su-periore della casa insieme con Maria (cfr At 1,14) e con alcune donne fedeli, furono riempiti di Spirito Santo (cfr At 2,4). In quello straordinario mo-mento, che segnò la nascita della Chie-sa, la confusione e la paura che avevano afferrato i discepoli di Cristo si trasfor-marono in una vigorosa convinzione e in consapevolezza di uno scopo. Si sen-tirono spinti a parlare del loro incontro con Gesù risorto, che oramai chiamava-no affettuosamente il Signore.

In molti modi gli Apostoli erano persone ordinarie.

Nessuno poteva affermare di essere il discepolo perfetto. Avevano mancato di riconoscere Cristo (cfr Lc 24,13-32), avevano dovuto vergognarsi della loro ambizione (cfr Lc 22,24-27), lo aveva-no anche rinnegato (cfr Lc 22,54-62). E tuttavia, quando furono ripieni di Spirito Santo, furono trafitti dalla verità del Vangelo di Cristo e ispirati a procla-marlo senza timore.

Rinfrancati, gridarono: pentitevi, fatevi battezzare, ricevete lo Spirito Santo (cfr At 2,37-38)!

Fondata sull’insegnamento degli Apo-stoli, sull’adesione a loro, sullo spez-zare il pane e sulla preghiera (cfr At 2,42), la giovane comunità cristiana si fece avanti per opporsi alla perversi-tà della cultura che la circondava (cfr At 2,40), per prendersi cura dei propri membri (cfr At 2,44-47), per difende-re la propria fede in Gesù di fronte alle ostilità (cfr At 4,33) e per guarire i ma-

lati (cfr At 5,12-16). E in adempimento del comando di Cristo stesso, partiro-no, testimoniando la storia più grande di tutti i tempi: quella che Dio si è fatto uno di noi, che il divino è entrato nella storia umana per poterla trasformare, e che siamo chiamati ad immergerci nell’amore salvifico di Cristo che trion-fa sul male e sulla morte. Nel suo fa-moso discorso all’areopago, san Paolo introdusse il messaggio così: Dio dona ogni cosa, compresa la vita e il respi-ro, a ciascuno, così che tutte le Nazioni possano ricercare Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni. Infatti egli non è lontano da ciascuno di noi, poiché in lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (cfr At 17, 25-28). Da quel momento, uomini e donne sono usciti fuori per raccontare la stessa vicenda, testimoniando l’amore e la verità di Cri-sto, e contribuendo alla missione della Chiesa. Oggi pensiamo a quei pionieri - sacerdoti, suore e frati - che giunsero a questi lidi e in altre parti del Pacifico, dall’Irlanda, dalla Francia, dalla Gran Bretagna e da altre parti d’Europa. La maggior parte di loro erano giovani, alcuni persino non ancora ventenni, e quando salutarono per sempre i geni-tori, i fratelli, le sorelle, gli amici, ben sapevano che sarebbe stato improba-bile per loro ritornare a casa. Le loro vite furono una testimonianza cristiana priva di interessi egoistici. Divennero umili ma tenaci costruttori di così gran parte dell’eredità sociale e spirituale che ancora oggi reca bontà, compassio-ne e scopo a queste Nazioni. E furono capaci di ispirare un’altra generazione.

Viene alla mente immediata-mente la fede che sostenne la beata Mary MacKillop nella sua decisa determinazione di educa-re specialmente i poveri, e il be-ato Peter To Rot nella sua ferma convinzione che la guida di una comunità deve sempre rifarsi al Vangelo. Pensate anche ai vo-stri nonni e ai vostri genitori, i vostri primi maestri nella fede. Anch’essi hanno fatto innumere-voli sacrifici di tempo e di ener-gia, mossi dall’amore per voi. Con il sostegno dei sacerdoti e degli insegnanti della vostra par-rocchia, essi hanno il compito, non sempre facile ma altamente gratificante, di guidarvi verso tutto ciò che è buono e vero, me-diante il loro esempio personale, il loro modo di insegnare e di

vivere la fede cristiana. Oggi è il mio turno. Ad alcuni di noi può sembrare di essere giunti alla fine del mondo! Per le persone della vostra età, comunque, ogni volo è una prospettiva eccitante. Ma per me, questo volo è stato in qual-che misura causa di apprensione. E tut-tavia la vista del nostro pianeta dall’alto è stata davvero magnifica. Il luccichio del Mediterraneo, la magnificenza del deserto nordafricano, la lussureggiante foresta dell’Asia, la vastità dell’Ocea-no Pacifico, l’orizzonte sul quale il sole sorge e cala, il maestoso splendore del-la bellezza naturale dell’Australia, di cui ho potuto godere nei giorni scorsi; tutto ciò suscita un profondo senso di reverente timore. È come se uno cattu-rasse rapide immagini della storia della creazione raccontata nella Genesi: la luce e le tenebre, il sole e la luna, le ac-que, la terra e le creature viventi. Tutto ciò è “buono” agli occhi di Dio (cfr Gn 1,1–2,4). Immersi in simile bellezza, come si potrebbe non far eco alle pa-role del Salmista nel lodare il Creatore: “Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra” (Sal 8,2)? Ma vi è di più, qual-cosa di difficile percezione dall’alto dei cieli: uomini e donne creati niente di meno che ad immagine e somiglianza di Dio (cfr Gn 1,26).

Al cuore della meraviglia della creazione ci siamo voi ed io, la famiglia umana “coronata di gloria e di onore” (cfr Sal 8,6).

Quale meraviglia! Con il Salmista sus-surriamo: “Che cosa è l’uomo perché te

Discorso Del PaPa ai giovani a syDney (australia), 17 luglio 2008

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ne curi?” (cfr Sal 8,5). Introdotti nel si-lenzio, in uno spirito di gratitudine, nel-la potenza della santità, noi riflettiamo.Che cosa scopriamo? Forse con rilut-tanza giungiamo ad ammettere che vi sono anche delle ferite che segnano la superficie della terra: l’erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risor-se minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo. Alcuni di voi giungono da isole-Stato, la cui esisten-za stessa è minacciata dall’aumento dei livelli delle acque; altri da Nazioni che soffrono gli effetti di siccità devastanti. La meravigliosa creazione di Dio viene talvolta sperimentata come una realtà quasi ostile per i suoi custodi, persino come qualcosa di pericoloso. Come può ciò che è “buono” apparire così minaccioso?E c’è di più. Che dire dell’uomo, del vertice della creazione di Dio? Ogni giorno incontriamo il genio delle con-quiste umane. Dai progressi nelle scien-ze mediche e dalla sapiente applicazio-ne della tecnologia fino alla creatività riflessa nelle arti, in molti modi cresce costantemente la qualità e la soddi-sfazione della vita della gente. Anche tra voi vi è una pronta disponibilità ad accogliere le abbondanti opportunità che vi vengono offerte. Alcuni di voi eccellono negli studi, nello sport, nella musica, o nella danza e nel teatro, altri tra voi hanno un acuto senso della giu-stizia sociale e dell’etica e molti di voi si assumono impegni di servizio e di volontariato. Tutti noi, giovani e vecchi, abbiamo momenti nei quali la bontà in-nata della persona umana - percepibile forse nel gesto di un piccolo bambino o nella disponibilità di un adulto a per-donare - ci riempie di profonda gioia e gratitudine.E tuttavia tali momenti non durano a lungo. Perciò, ancora, riflettiamo. E scopriamo che non soltanto l’ambien-te naturale, ma anche quello sociale - l’habitat che ci creiamo noi stessi - ha le sue cicatrici; ferite che stanno ad in-dicare che qualcosa non è a posto.

Anche qui nelle nostre vite personali e nelle nostre comunità possiamo incontrare ostilità a volte pericolose; un veleno che minaccia di corrodere ciò che è buono, riplasmare ciò che siamo e distorcere lo scopo per il quale siamo stati creati.

Gli esempi abbondano, come voi ben sapete. Fra i più in evidenza vi sono

l’abuso di alcool e di droghe, l’esalta-zione della violenza e il degrado ses-suale, presentati spesso dalla televisio-ne e da internet come divertimento. Mi domando come potrebbe uno che fosse posto faccia a faccia con persone che soffrono realmente violenza e sfrut-tamento sessuale spiegare che queste tragedie, riprodotte in forma virtuale, sono da considerare semplicemente come “divertimento”.Vi è anche qualcosa di sinistro che sgorga dal fatto che libertà e tolleranza sono così spesso separate dalla veri-tà. Questo è alimentato dall’idea, oggi ampiamente diffusa, che non vi sia una verità assoluta a guidare le nostre vite. Il relativismo, dando valore in pratica indiscriminatamente a tutto, ha reso l’«esperienza» importante più di tutto. In realtà, le esperienze, staccate da ogni considerazione di ciò che è buono o vero, possono condurre non ad una ge-nuina libertà, bensì ad una confusione morale o intellettuale, ad un indeboli-mento dei principi, alla perdita dell’au-tostima e persino alla disperazione.Cari amici, la vita non è governata dalla sorte, non è casuale.

La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio, benedetta da lui e ad essa è stato dato uno scopo (cfr Gn 1,28)!

La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze, per quanto utili molti di tali eventi possano essere. È una ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le no-stre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia. Non lasciatevi ingannare da quanti vedono in voi semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferen-ziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva sop-pianta la verità.Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita. Così la “via” che gli Apostoli recarono sino ai confini della terra è la vita in Cristo. È la vita della Chiesa. E l’ingresso in questa vita, nella via cristiana, è il Bat-tesimo.Questa sera desidero pertanto ricor-dare brevemente qualcosa della nostra comprensione del Battesimo, prima di considerare domani lo Spirito Santo.

Nel giorno del Battesimo Dio vi ha in-trodotto nella sua santità (cfr 2 Pt 1,4). Siete stati adottati quali figli e figlie del Padre e siete stati incorporati in Cristo. Siete divenuti abitazione del suo Spiri-to (cfr 1 Cor 6,19). Perciò, verso la fine del rito del Battesimo, il sacerdote si è rivolto ai vostri genitori e ai parteci-panti, e chiamandovi per nome ha det-to: “Sei diventato nuova creatura” (Rito del Battesimo, 99).

Cari amici, a casa, a scuola, all’università, nei luoghi di lavoro e di svago, ricordatevi che siete creature nuove.

Come cristiani, voi siete in questo mon-do sapendo che Dio ha un volto umano – Gesù Cristo – la “via” che soddisfa ogni anelito umano, e la “vita” della quale siamo chiamati a dare testimo-nianza, camminando sempre nella sua luce (cfr ibid., 100). Il compito di testi-mone non è facile. Vi sono molti, oggi, i quali pretendono che Dio debba essere lasciato “in panchina” e che la religione e la fede, per quanto accettabili sul pia-no individuale, debbano essere o esclu-se dalla vita pubblica o utilizzate solo per perseguire limitati scopi pragmati-ci. Questa visione secolarizzata tenta di spiegare la vita umana e di plasmare la società con pochi riferimenti o con nes-sun riferimento al Creatore. Si presenta come una forza neutrale, imparziale e rispettosa di ciascuno. In realtà, come ogni ideologia, il secolarismo impone una visione globale. Se Dio è irrilevan-te nella vita pubblica, allora la società potrà essere plasmata secondo un’im-magine priva di Dio.

Ma quando Dio viene eclissato, la nostra capacità di riconoscere l’ordine naturale, lo scopo e il “bene” comincia a svanire.

Ciò che ostentatamente è stato promosso come umana ingegnosità si è ben presto

Discorso Del PaPa ai giovani a syDney (australia), 17 luglio 2008

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manifestato come follia, avidità e sfrut-tamento egoistico. E così ci siamo resi sempre più conto del bisogno di umiltà di fronte alla delicata complessità del mondo di Dio. E che dire del nostro ambiente sociale? Siamo ugualmente vigili quanto ai segni del nostro volgere le spalle alla struttura morale di cui Dio ha dotato l’umanità (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2007, 8)? Sappiamo riconoscere che l’innata dignità di ogni individuo poggia sulla sua più profonda identità, quale imma-gine del Creatore, e che perciò i diritti umani sono universali, basati sulla leg-ge naturale, e non qualcosa dipendente da negoziati o da condiscendenza, men che meno da compromesso? E così sia-mo condotti a riflettere su quale posto hanno nelle nostre società i poveri, i vecchi, gli immigranti, i privi di voce.

Come può essere che la violenza dome-stica tormenti tante madri e bambini? Come può essere che lo spazio umano più mirabile e sacro, il grembo mater-no, sia diventato luogo di violenza indi-cibile? Cari amici, la creazione di Dio è unica ed è buona. Le preoccupazioni per la non violenza, lo sviluppo sostenibile, la giustizia e la pace, la cura del nostro ambiente sono di vitale importanza per l’umanità. Tut-to ciò non può però essere compreso a prescindere da una profonda riflessione sull’innata dignità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte natu-rale, una dignità che è conferita da Dio stesso e perciò inviolabile. Il nostro mondo si è stancato dell’avidità, dello sfruttamento e della divisione, del tedio di falsi idoli e di risposte parziali, e del-la pena di false promesse.

Il nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità, e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa. Que-sta è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo! È per rendere testimonianza a questa realtà che siete stati ricreati nel Battesimo e rafforzati mediante i doni dello Spirito nella Cresima. Sia questo il messaggio che voi portate da Sydney al mondo!© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana

Discorso Del PaPa ai giovani a syDney (australia), 17 luglio 2008

Bulli avvertiti, dunque: con il cinque nella “voce” della pagella che riguarda il comportamento tenuto in aula si ver-rà bocciati, visto che per essere ammes-si alla classe successiva – o all’esame conclusivo dell’iter scolastico – occor-rerà il sei in tutte le materie. Inoltre vie-ne reintrodotta l’educazione civica, che riguarderà anche temi come l’ambiente e la sicurezza stradale.Sono le principali novità contenute nel decreto legge approvato ieri dal Con-siglio dei ministri e che saranno appli-cate già a partire dall’anno scolastico che sta per cominciare. Ma non finisce qui. Presto, ha annunciato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, sarà reintrodotto il maestro unico nelle scuole elementari – provvedimento che ha ricevuto il beneplacito dal governo – e saranno messe in campo misure per contrastare il fenomeno del caro-libri.I VOTI. La bocciatura da condotta in-sufficiente è stata motivata dalla Gel-

mini – in una conferenza stampa segui-ta all’ora e mezza di riunione a Palazzo Chigi – come “risposta necessaria e ur-gente al bullismo”. Ritorna così, dopo quasi dieci anni di eclisse, un’antica valutazione pedagogica. Nel primo Re-gio decreto della riforma Gentile, anno 1923, era prevista per la promozione una votazione di almeno sei decimi in ogni materia, e l’otto in condotta. Il si-stema venne rivoluzionato nel 1977 per la scuola primaria e per la secondaria di primo grado, restando per le superio-ri fino al 1999, quando con la riforma dell’autonomia scolastica perse effica-cia pure a questo livello. Tornano, poi, i voti, anche alle elementari e medie (già sono previsti alle superiori). Sostituiti, sempre nel 1977, dai celebri giudizi (sufficiente, discreto, buono, distin-to e ottimo). I quali, comunque, nella scuola primaria resteranno accanto al voto. A favorire il ritorno ai decimali c’è stato anche lo zampino del “mago dei numeri” dell’esecutivo, il respon-sabile dell’economia Giulio Tremonti. “Serve chiarezza – ha spiegato la tito-lare di viale Trastevere – per rispondere all’esigenza di definire il livello di ap-prendimento”.EDUCAZIONE CIVICA. Il provve-dimento varato ieri – che integra per dare loro più veloce attuazione alcune norme contenute in un disegno di legge presentato in Parlamento – introduce in

via sperimentale nelle scuole per l’in-fanzia e in quelle di primo e secondo ciclo una disciplina denominata “Cit-tadinanza e Costituzione”. Essa, si leg-ge nel comunicato, emanato dal Cdm, è “finalizzata a una presa di coscienza sui comportamenti collettivi civilmente e socialmente responsabili”. Tra questi rientrano il rispetto della natura, la cura della salute e la conoscenza del codice della strada.MAESTRO UNICO E LIBRI. Il Go-verno, infine, vuole perseguire il piano di razionalizzazione che il ministero dell’Istruzione sta portando avanti, ri-portando il maestro unico alle elemen-tari al posto dei tre previsti dal cosid-detto “modulo”. “Il provvedimento sarà contenuto nel piano programmatico per la scuola inserito nella Finanziaria e su cui stiamo lavorando con il ministro Tremonti”, ha annunciato la Gelmini. Per il ministro è “un’esigenza pedago-gica” che i bambini abbiano nel mae-stro unico un “punto di riferimento”. Il ritorno è previsto per il 2009, ha detto il leghista Roberto Calderoli (Sempli-ficazione Legislativa). Previsto infine il mantenimento dei libri di testo per almeno cinque anni, in modo da con-trastare il fenomeno del caro-libri, sul quale sono in corso da giorni aspre po-lemiche.

Gianna Santamaria

Da avvenire, 29.08.2008

cambiamenti nella scuola: toRna il voto in condotta

Ritorna il voto in condotta, incubo per generazioni di studenti indisciplinati, e farà media con i voti delle altre materie, che saranno nuovamente espressi in decimi, e accompagnati da un giudizio esplicativo.

5Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

DA RIMINI - L’auditorium D7, il più grande di tutto il Meeting, non bastava a contenere il pubblico accorso a senti-re Magdi Cristiano Allam, vicedirettore del Corriere della sera, e il giornalista irlandese John Waters che raccontava-no il loro rapporto con Gesù.

“Il Cristianesimo non è una dottrina ma un incontro”

Partendo dal titolo della conferenza (ispirato ad una frase di Benedetto XV) i due giornalisti hanno risposto con la propria esperienza. La scelta fra Cristo e la propria libertà per Waters ha signi-ficato ritrovarsi «in una giungla buia», da cui lo ha salvato l’incontro con «gen-te che ha guardato tutti i miei desideri ». Un incontro eccezionale, che rende Cristo sempre presente nella realtà. Allam invece ha incontrato Cristo già da bambino, nelle scuole che ha fre-quentato. Un incontro avvenuto attra-verso le buone opere di testimoni, che ha lasciato in lui una profonda adesio-ne ai «valori non negoziabili», come li chiama il Papa. Per questo è arrivato ad abbandonare l’Islam: «Ho dovuto pren-dere atto – ha spiegato – che ci sono molti versetti del Corano che sono le-gittimanti di una ideologia di odio, vio-lenza e morte».Il dibattito poi è proseguito sui temi dell’attualità. In questo periodo storico, sostiene Allam, «l’Occidente ha paura di guardare in faccia la realtà» suben-do, nel rapporto con l’Islam, «malattie ideologiche» come il buonismo, il poli-ticamente corretto e il relativismo.

L’Occidente «ha paura di ritenere che c’è una Verità»

Allam ha poi aggiunto che l’Occidente «ha paura di ritenere che c’è una Ve-rità e la vuole occultare e nascondere dentro di sé perché, se deve generare una reazione violenta da parte di altri, è meglio non farla vedere».A giudizio del vice direttore del Cor-riere della sera, «alla radice di quella paura e viltà c’è la malattia ideologica

del relativismo» che blocca lo spirito valutativo e critico e, poi, «un’altra ma-lattia ideologica, ossia il politicamente corretto. O, meglio, l’islamicamente corretto che porta a ritenere che non si deve dire o fare alcunché perché non urti la suscettibilità dei musulmani». Infine, secondo Allam, l’Occidente «è ammalato di un’altra malattia ideologi-ca: il buonismo, che elargisce a piene mani diritti perché tutti siano felici. Il buonismo – ha concluso – è l’esatto contrario del bene comune, che è sinte-si tra diritti e doveri». Parlando della paura dell’Occidente nel rapporto con l’Islam, Allam ha poi aggiunto che, dopo il discorso di Ra-tisbona, del settembre del 2006, «fu un vero trauma constatare come il fat-to» che le citazioni storiche contenute nella riflessione fossero state fatte dal «Santo Padre, provocò una generale e brutale condanna dei musulmani», a partire dalla richiesta di scuse, alla

convocazione degli ambasciatori fino alle condanne di morte da parte degli estremisti.Dopo Ratisbona, ha proseguito, «l’iso-lamento di Benedetto XVI fu anche più marcato dalle tante critiche sollevate in Occidente da parte dei media ma anche da parte di diversi esponenti di chiese cristiane e di alti prelati della chiesa

Sabato 1° novembre - FeSta dei Santiore 9,00 - S. Messa nella Chiesa di S. Giacomoore 11,00 - S. Messa nella Pieve di S. Maria Assuntaore 15,00 - S. Messa nella Pieve di S. Maria Assunta e al termine visita al cimitero e preghiera di suffragio per i defunti

domenica 2 novembre - commemorazione dei deFuntiore 9,00 - S. Messa nella Chiesa di S. Giacomoore 11,00 - S. Messa nella Pieve di S. Maria Assuntaore 18,00 - S. Messa nella Chiesa di S. Giacomo

N.B.: Con le celebrazioni per i defunti cessa la S. Messa festiva delle ore 11 nella Pieve di S. Maria Assunta (perché priva di riscaldamento) e pertanto dalla domenica 9 novembre tutte le S. Messe festive si celebrano nella Chiesa di S. Giacomo con gli orari: 9, 11 e 18.

indulgenza plenaria per i deFunti

I fedeli che, confessati e comunicati, da mezzogiorno 1° novembre a tutto il giorno 2, visiteranno una Chiesa recitando il Padre Nostro, il Credo e una preghiera per il Papa, possono acquistare l’indulgenza plenaria applicabile solo per i defunti. La stessa indulgenza può essere acquistata, una sola volta al giorno, anche visitando il cimitero dall’1 all’8 novembre.

Celebrazioni dei Santi e dei defunti

allam: buonismo, la malattia dell’occidente Il vice direttore del Corriere della sera critica anche il relativismo e la paura di guardare in faccia la realtà

6 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

L’idea era già stata suggerita l’anno scorso dalla Pro Loco di Fagagna al Gruppo Mis-sioni, che però aveva rimandato. Quest’an-no, al Gruppo Missioni si è unita la Banda, alcuni cantori e genitori dei Pueri Cantores, qualche Chierichetto, l’Oratorio, gli ani-matori non si sono detti contrari, ma for-se a causa di altri impegni non sono stati presenti; la Corâl Feagne, invitata sia pure senza grandi formalità, ha continuato a ven-dere dolci e biscotti nel suo gazebo proprio all’ingresso della nuova Pesca, ma nei gior-ni precedenti alla sagra qualcuno del coro si è impegnato a preparare bellissime con-fezioni di fiori secchi; anche la nuova supe-riora e suor Emanuela della Scuola dell’In-fanzia di Maria Bambina hanno partecipato allestendo il Banchetto informativo più co-lorato e sono state presenti, semplicemente per incontrare chiunque si fosse avvicinato: eccoci, siamo qui di persona, guardateci, parlateci, chiedeteci, offrendo palloncini colorati ai bambini più piccoli.Tre i temi proposti:1. Solidarietà e Sostegno locali ed inter- nazionali2. Salvaguardia dell’Ambiente e della Natura3. Recupero, Riutilizzo e Riciclo di ogni tipo di materiale sottraibile ai “rifiuti”.Anche qualcuno del Catechismo della Par-rocchia di Fagagna e della Forania ha cer-cato di “esserci” in semplicità. Il Gruppo Missioni, nelle persone di Zemira Digitali e di Carmen Ermacora, si è impegnato a raccogliere premi per la Pesca, anche se poi il Gruppo ha ritenuto opportuno rimanere in uno spazio “separato”, nella sala Florit della Casa della Gioventù di piazza Mar-coni. Questa scelta ha creato un momento di “panico” in chi, insieme a Zemira, aveva accettato la possibilità-offerta di utilizzare i

locali della ex-Coop. al piano terra del Pa-lazzo del Municipio. Ce la faremo senza le Missioni? Poi in poche settima-ne (solo il 20 luglio si era deciso di buttar-si nell’«avventura» Pesca di Beneficenza) molte persone “note” e “meno note” si sono fatte sentire, e non solo a parole: denaro of-ferto, lavoro di raccolta premi, catalogazio-ne, esposizione, stampa biglietti, burocra-zia, confezione biglietti e reperimento della pasta (“Ditali Lisci” Barilla) per arrotolarli (Daniela Miani e il suo Dimitri, sono sta-ti particolarmente operativi). Bene, questa “piccola avventura” può essere sintetizzata così, in meno di 7 settimane, “alcuni” grup-pi parrocchiali, insieme a tante altre perso-ne di Fagagna e dei dintorni:- hanno messo insieme circa 10.000 premi per la Pesca di Beneficenza, - hanno venduto 47.500 biglietti al prezzo di 1 Euro per 3 biglietti- hanno speso circa 6.275,00 Euro (i conti non sono ancora definitivi)- hanno ricevuto (vendita biglietti e dona-zioni in denaro o in beni o servizi) circa 20.595,00 Euro- si trovano con circa 2.000 premi della Pe-sca “non vinti” (il maltempo, ma non solo, non ha aiutato a vendere tutti i biglietti in gioco, in particolare sono rimasti disponi-bili 4 premi di valore, ma in questi giorni si sta perfezionando la possibilità di NON la-sciare i premi rimasti in balia della polvere, ma di usarli pensando sempre alla “solida-rietà”). Il bilancio non è in “rosso”, al con-trario, anche se i conteggi non sono ancora definitivi (a breve sarà messo a disposizione un resoconto al “centesimo” di Euro”). Il

bilancio “monetario”, sia pure importante ed indispensabile e anche “discutibile”, è solo un aspetto. In poche settimane, oltre al denaro e ai premi, si sono manifestate disponibilità, abilità, professionalità, cre-atività, capacità, idee, generosità, deside-rio di offrire quello che si è e quello che si può, purché ci fosse qualcuno pronto ad accogliere, ad accorgersi, a valorizzare e a ringraziare, anche se ciò che veniva offerto non rispondeva perfettamente a quanto era stato progettato, studiato, o improvvisato.È stata una vera e propria piccola avventu-ra, che cosa ne facciano? La snobbiamo? La ignoriamo? Le facciamo il “pelo e contro-pelo” per trovare tutti i difetti e i limiti e le imperfezioni, buttando via il nostro tempo, la nostra intelligenza e la nostra sensibilità, in commenti, contro-commenti, convene-voli, o con se, o con ma, o con incertezze non meglio precisate ed approfondite? Ognuno ascolti la sua coscienza. A quelli che hanno lavorato, grazie, anche da parte dell’economo di Padre Armando Coletto di Douala (Camerun) che il 3 di ottobre ha confermato l’arrivo dei 1.000,00 Euro of-ferti, in occasione della Pesca, dalla Tonutti Tecniche Grafiche con la richiesta specifica di essere inviati proprio al missionario Fa-gagnese.

F.L.1 sagra (ant. o lett. sacra), s.f. 1. festa annuale per celebrare la ricorrenza della consacrazione di una chiesa; per estens., festa popolare con fiera e mer-cato: la sagra dell’uva 2. (ant.) consacrazione. Dall’agg. sagro, variante di sacro.

cattolica che sostenevano che quel di-scorso era inopportuno». (M. Zucc)

© Copyright Avvenire, 29 agosto 2008

Magdi Cristiano Allam è vicedirettore ad personam del «Corriere della Sera». È parti-colarmente attento e appassionato alle tema-tiche che concernono la realtà dei modelli di convivenza sociale in Occidente, quali de-mocrazia e diritti umani, identità nazionale e cittadinanza, immigrazione e integrazione. Nato al Cairo nel 1952, si è laureato in So-ciologia all’Università La Sapienza di Roma. L’ultimo libro pubblicato: Grazie Gesù. La mia conversione dall’islam al cattolicesimo

(2008). Ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Tramite il suo sito www.magdiallam.it promuove un movimen-to per la riforma etica della cultura politica e delle istituzioni pubbliche in Italia. E’ sposato con Valentina Colombo e, complessivamente, hanno quattro figli: Sofia, Alessandro, Marti-no e Davide.

Che cos’è il Meeting - Con le sue oltre 700mila presenze medie, il Meeting di Rimini - che dal 1980 ha luogo ogni anno, in una settimana del-la seconda metà di agosto - è il festival estivo di incontri, mostre, musica e spettacolo più fre-quentato del mondo. Un’associazione che da 28 anni si propone di creare occasioni di incontro

tra persone di fedi e culture diverse nella certez-za che luoghi di amicizia fra gli uomini possano essere l’inizio della costruzione della pace, della convivenza e del bene comune. Questa posizione umana e culturale, che ha origine nell’apparte-nenza all’esperenza cristiana, è stata in questi anni capace di un’apertura testimoniata dalle personalità più significative della scena mon-diale che si sono avvicendate sul palcoscenico del Meeting: dal Santo Padre Giovanni Paolo II a Chaim Potok, dall’allora cardinale Ratzinger a Madre Teresa di Calcutta, al Dalai Lama, ecc.Al di sopra di ogni diversità, l’esperienza ele-mentare dell’uomo si rivela come il terreno co-mune per l’incontro e il dialogo.

fonte: www.meetingrimini.org

resoconto Preliminare e Parziale

“Pesca di beneficenza” e “banchetti” 2008 a fagagnaAlcuni “parrocchiani” si sono impegnati a “provare” ad organizzare la “Pesca di beneficenza” durante la tradizionale sagra1 di settembre, insieme a “Banchetti” di informazione sulle attività di alcuni gruppi cattolici locali e di altre realtà che si dedicano alla salvaguardia dell’ambiente.

i Pueri cantores di fagagna ed altri per alcune sere hanno “scrupolosamente” arrotolato i biglietti della Pesca.

7Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

Cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, cari malati, cari accom-pagnatori e infermieri, cari fratelli e sorelle!Abbiamo celebrato ieri la Croce di Cri-sto, strumento della nostra salvezza, che ci rivela in pienezza la misericordia del nostro Dio. La Croce è, in effetti, il luogo in cui si manifesta in modo per-fetto la compassione di Dio per il no-stro mondo. Oggi, celebrando la memoria della Be-ata Vergine Addolorata, contempliamo Maria che condivide la compassione del Figlio per i peccatori. Come affermava san Bernardo, la Madre di Cristo è en-trata nella Passione del Figlio mediante la sua compassione (cfr Omelia per la Domenica nell’Ottava dell’Assunzio-ne). Ai piedi della Croce si realizza la profezia di Simeone: il suo cuore di Ma-dre è trafitto (cfr Lc 2,35) dal supplizio inflitto all’Innocente, nato dalla sua car-ne. Come Gesù ha pianto (cfr Gv 11,35), così anche Maria ha certamente pianto davanti al corpo torturato del Figlio. La sua riservatezza, tuttavia, ci impedisce di misurare l’abisso del suo dolore; la profondità di questa afflizione è soltanto suggerita dal simbolo tradizionale del-le sette spade. Come per il suo Figlio Gesù, è possibile affermare che questa sofferenza ha portato anche lei alla per-fezione (cfr Eb 2, 10), così da renderla capace di accogliere la nuova missione spirituale che il Figlio le affida imme-diatamente prima di “emettere lo spiri-to” (cfr Gv 19,30): divenire la Madre di Cristo nelle sue membra. In quest’ora,

attraver so la figura del discepolo amato, Gesù presenta ciascuno dei suoi disce-poli alla Madre dicendole: “Ecco tuo figlio” (cfr Gv 19, 26-27).

Le lacrime versate ai piedi della croce si sono trasformate in un sorriso che nulla ormai spegnerà

Maria è oggi nella gioia e nella gloria della Risurrezione. Le lacrime versate ai piedi della Croce si sono trasformate in un sorriso che nulla ormai spegnerà, pur rimanendo intatta la sua compas-sione materna verso di noi. L’interven-to soccorrevole della Vergine Maria nel corso della storia lo attesta e non ces-sa di suscitare verso di lei, nel Popolo di Dio, una confidenza incrollabile: la preghiera del Memorare (“Ricordati”) esprime molto bene questo sentimento. Maria ama ciascuno dei suoi figli, con-centrando in particolare la sua atten-zione su coloro che, come il Figlio suo nell’ora della Passione, sono in preda alla sofferenza; li ama semplicemente perché sono suoi figli, secondo la vo-lontà di Cristo sulla Croce.Il Salmista, intravedendo da lontano questo legame materno che unisce la Madre di Cristo e il popolo credente, profetizza a riguardo della Vergine Ma-ria: “i più ricchi del popolo cercheranno il tuo sorriso” (Sal 44,13). Così, solle-citati dalla Parola ispirata della Scrittu-ra, i cristiani da sempre hanno cercato il sorriso di Nostra Signora, quel sorriso che gli artisti, nel Medioevo, hanno sa-puto così prodigiosamente rappresenta-re e valorizzare. Questo sorriso di Ma-ria è per tutti: esso tuttavia si indirizza in modo speciale verso coloro che sof-frono, affinché in esso possano trovare conforto e sollievo.

Cercare il sorriso di Maria non è que-stione di sentimentalismo devoto o an-tiquato; è piuttosto la giusta espressione della relazione viva e profondamente umana che ci lega a Colei che Cristo ci ha donato come Madre.

Desiderare di contemplare questo sorriso della Vergine non è affatto un lasciarsi dominare da una immagina-zione incontrollata

Desiderare di contemplare questo sor-riso della Vergine non è affatto un la-sciarsi dominare da una immaginazio-ne incontrollata. La Scrittura stessa ci svela tale sorriso sulle labbra di Maria quando ella canta il Magnificat: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore” (Lc 1,46-47). Quando la Vergine Maria rende grazie al Signore, ci prende a suoi testimoni. Maria condivide, come per anticipazio-ne, con i futuri figli che siamo noi la gioia che abita nel suo cuore, affinché tale gioia diventi anche nostra. Ogni proclamazione del Magnificat fa di noi dei testimoni del suo sorriso. Qui a Lourdes, nel corso dell’appari-zione del 3 marzo 1858, Bernadette contemplò in maniera del tutto specia-le questo sorriso di Maria. Fu questa la prima risposta che la Bella Signora diede alla giovane veggente che vole-va conoscere la sua identità. Prima di presentarsi a lei, qualche giorno dopo, come “l’Immacolata Concezione”, Maria le fece conoscere innanzitutto il suo sorriso, quasi fosse questa la porta

viaggio aPostolico in Francia in occasione Del 150° anniversario Delle aPParizioni Di lourDes (12-15 settembre 2008)

«in ogni malato c’è semPRe la dignità dei figli di dio»

1 L’omelia pronunciata lunedì 15 settembre 2008 da Benedetto XVI durante la celebrazio-ne della Messa con i malati è stata pubblicata su Avvenire del 16.9.2008.

Lunedì 15 settembre 2008, durante la Santa Messa con i malati, sul sagrato della Basilica Notre-Dame du Rosaire di Lourdes, Benedetto XVI1 ha riflettuto sul mistero del dolore nell’esistenza umana e ha indicato come modello Maria, la cui sofferenza è stata via per la perfezione rendendola «capace di accogliere la nuova missione spirituale che il Figlio le affida» cioè «divenire la Madre di Cristo nelle sue membra»

8 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

d’accesso più appropriata alla rivela-zione del suo mistero.

Nel sorriso della più eminente fra tut-te le creature, a noi rivolta, si riflette la nostra dignità di figli di Dio, una dignità che non abbandona mai chi è malato

Nel sorriso della più eminente fra tut-te le creature, a noi rivolta, si riflette la nostra dignità di figli di Dio, una dignità che non abbandona mai chi è malato. Quel sorriso, vero riflesso della tenerezza di Dio, è la sorgente di una speranza invincibile. Lo sappiamo pur-troppo: la sofferenza prolungata rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della vita. Vi sono combattimenti che l’uo-mo non può sostenere da solo, senza l’aiuto della grazia divina. Quando la parola non sa più trovare espressioni adeguate, s’afferma il bisogno di una presenza amorevole: cerchiamo allo-ra la vicinanza non soltanto di coloro che condividono il nostro stesso san-gue o che ci sono legati con i vincoli dell’amicizia, ma la vicinanza anche di coloro che ci sono intimi per il legame della fede. Chi potrebbe esserci più in-timo di Cristo e della sua santa Madre, l’Immacolata? Più di chiunque altro, essi sono capaci di comprenderci e di cogliere la durezza del combattimento ingaggiato contro il male e la soffe-renza. La Lettera agli Ebrei afferma, a proposito di Cristo, che egli non è inca-pace di “compatire le nostre debolezze, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa” (Eb 4,15). Vorrei dire, umilmen-te, a coloro che soffrono e a coloro che lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita: volgetevi a Maria! Nel sorriso della Vergine si trova misteriosamen-te nascosta la forza per proseguire il combattimento contro la malattia e in favore della vita. Presso di lei si trova ugualmente la grazia di accettare senza paura né amarezza il congedo da questo mondo, nell’ora voluta da Dio. Quanto era giusta l’intuizione di quella bella fi-gura spirituale francese che fu Dom Je-an-Baptiste Chautard, il quale ne L’ani-ma di ogni apostolato proponeva al cri-stiano fervoroso frequenti “incontri di sguardo con la Vergine Maria” ! Sì, cer-care il sorriso della Vergine Maria non

è un pio infantilismo; è l’ispirazione, dice il Salmo 44, di coloro che sono “i più ricchi del popolo” (v. 13). “I più ric-chi”, s’intende, nell’ordine della fede, coloro che hanno la maturità spirituale più elevata e sanno per questo ricono-scere la loro debolezza e la loro povertà davanti a Dio. In quella manifestazio-ne molto semplice di tenerezza che è il sorriso, percepiamo che la nostra unica ricchezza è l’amore che Dio ha per noi e che passa attraverso il cuore di colei che è diventata nostra Madre. Cercare questo sorriso significa innanzitutto co-gliere la gratuità dell’amore; significa pure saper suscitare questo sorriso col nostro impegno di vivere secondo la parola del suo Figlio diletto, così come il bambino cerca di suscitare il sorriso della madre facendo ciò che a lei piace. E noi sappiamo ciò che piace a Maria grazie alle parole che lei stessa rivol-se ai servi di Cana: “Fate quello che vi dirà” (cfr Gv 2,5)

Maria è colei che ha creduto e, dal suo seno, sono sgorgati fiumi d’acqua viva che vengono ad irrigare la storia degli uomini

Il sorriso di Maria è una sorgente di acqua viva. “Chi crede in me, ha det-to Gesù, fiumi d’acqua viva sgorghe-ranno dal suo seno” (Gv 7,38). Maria è colei che ha creduto e, dal suo seno, sono sgorgati fiumi d’acqua viva che vengono ad irrigare la storia degli uo-mini. La sorgente indicata, qui a Lou-rdes, da Maria a Bernadette è l’umile segno di questa realtà spirituale. Dal suo cuore di credente e di madre sgorga un’acqua viva che purifica e guarisce. Immergendosi nelle piscine di Lourdes, quanti sono coloro che hanno scoper-to e sperimentato la dolce maternità della Vergine Maria, attaccandosi a lei per meglio attaccarsi al Signore! Nel-la sequenza liturgica di questa festa della Beata Vergine Addolorata, Maria è onorata sotto il titolo di “Fons amo-ris”, “Sorgente d’amore”. Dal cuore di Maria scaturisce, in effetti, un amore gratuito che suscita una risposta filiale, chiamata ad affinarsi senza posa. Come ogni madre, e meglio di ogni madre, Maria è l’educatrice dell’amore. È per questo che tanti malati vengono qui, a Lourdes, per dissetarsi a questa “Sor-gente d’amore” e per lasciarsi condurre all’unica sorgente della salvezza, il Fi-

glio suo, Gesù Salvatore.

Per ciascuno la sofferenza è sempre una straniera

Cristo dispensa la sua salvezza attra-verso i Sacramenti e, in modo speciale, alle persone che soffrono di malattie o che sono portatrici di un handicap, attraverso la grazia dell’Unzione degli infermi. Per ciascuno la sofferenza è sempre una straniera. La sua presenza non è mai addomesticabile. Per questo è difficile sopportarla, e più difficile ancora – come hanno fatto certi grandi testimoni della santità di Cristo – ac-coglierla come parte integrante della propria vocazione, o accettare, secondo l’espressione di Bernadette, di “tutto soffrire in silenzio per piacere a Gesù”. Per poter dire ciò è necessario aver già percorso un lungo cammino in unione con Gesù. In compenso, è possibile già subito rimettersi alla misericordia di Dio così come essa si manifesta mediante la grazia del Sacramento dei malati. Ber-nadette stessa, nel corso di un’esistenza spesso segnata dalla malattia, ricevette questo Sacramento quattro volte. La grazia propria del Sacramento consi-ste nell’accogliere in sé Cristo medico. Cristo tuttavia non è medico alla ma-niera del mondo. Per guarirci, egli non resta fuori della sofferenza che si speri-menta; la allevia venendo ad abitare in colui che è colpito dalla malattia, per sopportarla e viverla con lui.

La presenza di Cristo viene a rompere l’isolamento che il dolore provoca

La presenza di Cristo viene a rompe-re l’isolamento che il dolore provoca. L’uomo non porta più da solo la sua prova ma, in quanto membro sofferente di Cristo, viene conformato a Lui che si offre al Padre, e in Lui partecipa al par-to della nuova creazione. Senza l’aiuto del Signore, il giogo della malattia e della sofferenza è crudelmente pesante. Nel ricevere il Sacramento dei malati, noi non desideriamo portare altro gio-go che quello di Cristo, forti della pro-messa che Egli ci ha fatto, che cioè il suo giogo sarà facile da portare e il suo peso leggero (cfr Mt 11,30). Invito le persone che riceveranno l’Unzione dei malati nel corso di questa Messa a en-trare in una simile speranza. Il Concilio Vaticano II ha presentato Maria come

«in ogni malato c’è semPre la Dignità Dei Figli Di Dio»

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la figura nella quale è riassunto tutto il mistero della Chiesa (cfr LG, 63-65). La sua vicenda personale ripropone il profilo della Chiesa, che è invitata ad essere attenta quanto lei alle persone che soffrono. Rivolgo un saluto affet-tuoso ai componenti del Servizio sa-nitario e infermieristico, come pure a tutte le persone che, a titoli diversi, negli ospedali e in altre istituzioni, contribuiscono alla cura dei malati con competenza e generosità. Ugualmente al personale di accoglienza, ai barellieri e agli accompagnatori che, provenendo da tutte le diocesi di Francia ed anche da più lontano, si prodigano lungo tutto l’anno intorno ai malati che vengono in pellegrinaggio a Lourdes, vorrei dire quanto il loro servizio è prezioso. Essi sono le braccia della Chiesa, umile ser-va. Desidero infine incoraggiare coloro che, in nome della loro fede, accolgono e visitano i malati, in particolare nelle cappellanie degli ospedali, nelle parroc-chie o, come qui, nei santuari. Possiate sentire sempre in questa importante e delicata missione il sostegno efficace e fraterno delle vostre comunità! A que-sto riguardo, saluto e ringrazio partico-larmente i miei fratelli nell’episcopato, i vescovi francesi, i vescovi stranieri e tutti i preti che accompagnano i malati e gli uomini toccati dalla sofferenza nel mondo. Grazie per il vostro servizio al Signore sofferente. Il servizio di carità che voi rendete è un servizio mariano. Maria vi affida il suo sorriso, affinché diventiate voi stessi, nella fedeltà al Fi-glio suo, sorgenti di acqua viva. Quello che voi fate, lo fate a nome della Chie-sa, di cui Maria è l’immagine più pura. Possiate voi portare il suo sorriso a tut-ti! Concludendo, desidero unirmi alla preghiera dei pellegrini e dei malati e riprendere insieme con voi uno stralcio della preghiera a Maria per la celebra-zione di questo Giubileo:“Poiché tu sei il sorriso di Dio, il rifles-so della luce di Cristo, la dimora dello Spirito Santo,poiché tu hai scelto Bernadette nella sua miseria, tu che sei la stella del mat-tino, la porta del cielo e la prima crea-tura risorta,Nostra Signora di Lourdes”, con i no-stri fratelli e le nostre sorelle i cui cuori e i cui corpi sono dolenti, noi ti pre-ghiamo!

Benedetto XVI

«in ogni malato c’è semPre la Dignità Dei Figli Di Dio» UN RINGRAzIAMeNto A tUttI I FAGAGNeSI

La nostra famiglia da sempre partecipa alla vita comunitaria, civile e parrocchiale di Fagagna. Eppure mai come in questa occasione di grande sofferenza per Vita, si è sentita circondata da tanto interesse e ancor più dall’affetto e dalla solidarietà dimostrati. Un dramma vissuto in prima persona da una donna forte nel fisico e nello spirito, capace di affrontare le più grandi avversità per la sua salute. è stata un’esperien-za davvero singolare trovarsi vittima dell’assalto di un virus non ancora identificato, ma circondata dall’amore e dalla speranza incrollabile dei suoi cari, dalla grande professionalità e umanità dei medici e degli operatori sanitari e da una incredibile e commovente partecipazione di parenti, amici, persone care, gente comune, attoniti ed increduli spet-tatori di un dramma devastante ed imprevisto, che potrebbe colpire chiunque. Ora Vita ha vinto la sua battaglia. Ne sta uscendo lentamen-te con le proprie forze, ma non da sola: tanta gente ha pregato per lei e, accogliendo l’appello di don Adriano, continua ancora a pregare. Di fronte ad una ripresa così insperata, ogni scetticismo svanisce e, per chi ha la Fede, ha la grande opportunità di rafforzare le proprie convinzioni.Questo è il nostro pensiero e auguriamo che dopo casi come questo, l’intera comunità possa sentirsi più unita ed aperta, nella quotidianità di tutti i giorni, nei momenti difficili, ma anche in quelli di gioia e di serenità.Grazie di cuore a tutti voi. Vita, Magda e Gian Franco Dolso

Fagagna, 27 agosto 2008

Quale grazia sarà mai se in un corpo così bello non c’è neppure un granello di sale? Lascio la verifica a qualche lettore che forse ha più di me una disponibili-tà di tempo: in un articolo trovo questa frase assegnata a Catullo, il celebre poeta latino veronese del I sec. a.C. i cui Car-mi sono striati dalla passione amorosa per Lesbia, pseudonimo per indicare una nobildonna romana colta e bellissima che per un quindicennio travolse il poeta, mi-scelando in lui tutti i sentimenti, compre-so anche quello dell’odio (famoso è il suo distico: «Odio e amo: perché fai questo? tu forse domandi. / Non lo so, ma sento che così avviene in me e ne sono tortura-to»). Sta di fatto che la citazione sembra calzare a pennello alla situazione odierna

in cui impera il modello televisivo. Certo, il pensiero corre subito al fenomeno delle “veline”, ove ciò che conta è soprattutto l’ostentazione sfacciata dell’esteriorità, cercando di convincere che dentro non c’è nulla e che questo è più che sufficien-te per avere successo. Per fortuna non è sempre così: ne posso essere testimone, avendo talora parlato con queste ragazze “televisive”, ridotte a un simile compor-tamento dalla loro vanità e dal mecca-nismo della comunicazione attuale, ma non per questo del tutto vane e vacue. Sta di fatto, però, che a furia di privilegiare l’apparire, le figure dalla pelle perfetta, si è perso il desiderio del «granello di sale», cioè di un’interiorità che è fatta di umanità, di pensiero, di sapienza. È per questo che le relazioni ai nostri giorni si sciolgono dopo pochi mesi: è un contatto di corpi, non un incontro di intelligenze, di sentimenti profondi, di anime. Non ci si deve stancare, allora, di riproporre il ritorno alla sostanza della vita, al cuore autentico della persona, al gusto della ve-rità e dell’amore genuino.

1 Su Avvenire, Mattutino, del 13.12.2007

essere, avere o aPParire?

le velineComparire sugli schermi televisivi in qualsiasi modo, pur di apparire, è diventata l’aspirazione di molti giovani in cerca di notorietà, di successo e, alla fine, di soldi e di divertimento. Gianfranco Ravasi ha pubblicato questa riflessione1 che riteniamo utile riproporre a tutti.

10 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

Tre-quattro giorni di distensione assolu-ta, immersi tra le montagne Carniche, i boschi verdi e le acque cristalline. Ecco gli “ingredienti” della bella e breve va-canza che ha avuto come protagonisti i ragazzi, in stragrande maggioranza “ragazze”, del Coro Pueri Cantores di Fagagna, da giovedì 17 a domenica 20 luglio 2008. Hanno praticamente inau-gurato la nuova casa per campi scuola, ottenuta in “uso” per “diversi anni”1 dalla Parrocchia di Fagagna (l’edificio, “ex-canonica di Collina, è di proprietà del Comune di Forni Avoltri - UD, con usufrutto per la parrocchia locale”).L’edificio è stato reso “abitabile” an-che con il lavoro volontario di alcuni parrocchiani di Fagagna, in prevalenza proprio genitori di Pueri Cantores, che

si sono dati da fare per allestire, prov-vedere alle pulizie e mettere in funzio-ne la cucina e la sala da pranzo al piano terra, le camere con i letti a castello al 1° piano, parte dei servizi igienici, cioè quanto era indispensabile per rendere possibile il soggiorno di quattro giorni di una quindicina di ragazzine-ragazzi-ni e di circa cinque-sei genitori.Tutti si sono “rimboccati le maniche “ e hanno cercato di dare il meglio di sé per vivere “in compagnia” la breve va-canza.Il gruppo Pueri Cantores e genitori si è praticamente “autogestito”: ragazzini e adulti si sono arrangiati per ogni cosa, dalla sistemazione dei letti alla prepa-razione di colazione, cena e pranzi al sacco, inclusa l’organizzazione delle passeggiate realizzate nonostante il tempo incerto.Venerdì 18 luglio la compagnia ha rag-giunto quota 2000 a Cima Sappada, non a piedi, ma con la funivia, “gradi-ta” moltissimo da tutti.

Sabato 19 luglio la meta era il Monte Volaia e la lunga e faticosa camminata ha messo alla prova anche i fisici più temprati, per fortuna ognuno ha trovato un po’ di ristoro al Rifugio Tolazzi.Tutti felici, ma la felicità più piena e più immediata era stampata sulla faccia, nello sguardo e nel sorriso delle ragaz-zine più piccole, o più giovani, “santa innocenza”! E proprio loro al termine del breve fine-settimana “allungato” hanno chiesto: «ma quando torniamo a Collina?».Già, quando? Ora è arrivato l’autunno, è ricominciata la scuola e anche le prove del coro dei Pueri Cantores di Fagagna, musica e canto, un piccolo impegno e grandi soddisfazioni “semplici”, “can-ta che ti passa!”, “chi canta prega due volte”, cantare “insieme” è un’arte alla portata di tutti e di ognuno, grande o piccolo, o a metà strada. Si può cantare la gioia, il dolore, l’allegria, la passio-ne, la preghiera, anche le stupidaggini, ma cantare, suonare, ascoltare la musi-ca e il canto, fanno volare qualche cm al di sopra del banale, apparentemente indispensabile e sicuramente puzzolen-te asfalto.La musica e il canto dal vivo non han-no paragoni in felicità e soddisfazione con qualsiasi nuovo ritrovato “virtuale” proposto dalla TV, da Internet, dai CD o altri aggeggi tecnologici, telefonini dell’ultima generazioni inclusi. Provare per credere.

musica e canto

i PueRi cantoRes di fagagna hanno inauguRato la nuova casa di collina

e si stanno organizzando per partecipare il prossimo

anno al Congresso Internazionale dei Pueri Cantores che si terrà a Stoccolma [nella foto a

fianco] (Svezia) dall’8 al 13 luglio 2009

1 Vedi la nota del Parroco, “La casa di Collina” pubblicata su questo bollettino; su quello di giugno 2008, sempre il Parroco aveva comunicato che il “contratto” era stato firmato il 2 maggio 2008, ma la durata e le condizioni dello stesso non sono ancora state illustrate nei dettagli.

da sinistra, silvio zoratti, Jacopo marcon, Katia zoratti, ila-ria canton, giada zoratti, beatrice de Pellegrini, carlotta canton, camilla solito, gloria lizzi, liana canton, in secon-da fila da sinistra, gloria di bin, marco e serena ninzatti, martina tilatti, enrica mamma di camilla s., in terza fila da sinistra, giuseppe marcon, dionisio canton, michele de Pellegrini

da sinistra, gloria di bin, Katia zoratti, fabio benati, beatri-ce de Pellegrini, camilla solito, serena ninzatti, in seconda fila da sinistra, silvio zoratti, carlotta e giuseppe marcon, marco ninzatti, martina tilatti

11Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

I Pueri Cantores di Fagagna ti aspetta-no, sì aspettano te, che magari sei ti-mido, oppure anche te genitore che sei affaticato e non sai più in quanti posti e in quante attività devi accompagnare e poi andare a riprendere tuo figlio.Non ti promettiamo il Paradiso, ma ab-biamo bisogno anche di te e ti aspet-

tiamo: ti proponiamo musica, canto, vacanze e, dall’8 al 13 luglio 2009, vor-remmo partecipare insieme al Congres-so Internazionale dei Pueri Cantores a Stoccolma, in Svezia, vieni anche tu? Ti aspettiamo.

S.B.

In due turni di due settimane ciascuno, da lunedì 16 a venerdì 27 giugno e da lunedì 30 giugno a venerdì 11 luglio, i locali e il campo giochi dell’Oratorio Parrocchia-le di Fagagna si sono riempiti di voci, giochi, attività varie, serate di karaoke e persino una notte intera trascorsa a dor-mire in compagnia sotto le tende montate dalla Protezione Civile locale. Non solo, i fortunati “vacanzieri” sono stati anche accompagnati in gita al mare, a Lignano, e in montagna, a Bordano, a visitare la Casa delle Farfalle, con i bus messi a di-sposizione dal Comune di Fagagna.L’esperienza è stata resa possibile dall’impegno e dal lavoro di una ventina di animatori e di altrettanti genitori, una fatica che deve aver trovato grande sod-disfazione nel vedere tanti piccoli volti sorridenti l’ultima sera, eccitati dall’idea di trascorrere l’intera notte in compagnia. È stata una serata speciale anche perché cadeva il giorno di San Benedetto, pa-trono d’Europa, e oltre ad aver parteci-pato alla S. Messa celebrata dal Parroco, prima di cena, nel cortile dell’Oratorio, animata anche dai Pueri Cantores, dopo aver divorato la pasta preparata da alcune mamme, prima di dare l’assalto ai dolci hanno ascoltato in silenzio e con atten-zione un sacerdote africano, padre Paul Nzinga (Rep. Dem. del Congo), di pas-saggio in Friuli1. Padre Paul ha ricordato ai ragazzini che quel giorno era anche

l’onomastico dell’attuale Papa e ha cer-cato di spiegare con semplicità perché San Benedetto da Norcia è stato procla-mato Patrono d’Europa. Perché il modo di vivere che è stato all’origine dello svi-luppo prima dell’Europa e poi del mondo intero, si è ispirato proprio alla “Regola” di San Benedetto (nato verso il 480 d.C.): “Ora et labora”. Il segreto della regola consiste nel trovare un equilibrio tra tre grandi attività dell’uomo: 1) la preghiera; 2) il lavoro; 3) il riposo. San Benedetto aveva semplicemente suddiviso le 24 ore di una giornata tra queste 3 attività di 8 ore ciascuna, raccomandando di non trascurare nessuna attività a beneficio di un’altra, anche il riposo ha un grande valore. Sempre Padre Paul ha invitato i ragazzini a non trascurare anche la ma-tematica, invitandoli a memorizzare bene due numeri: il 6 e il 7 e di associarli a una breve frase della lettera di San Paolo a Galati: “Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno rac-coglierà quello che avrà seminato” (Gal. 6,7). Non sappiamo se i ragazzini abbia-no compreso fino in fondo e imparato a memoria la citazione paolina, possiamo solo testimoniare che nonostante tutta la loro enorme vivacità, vitalità e una certa irrequietezza, mentre parlava il sacerdote africano sono rimasti in silenzio e attenti. Il loro cuore e le loro menti sembravano terreni molto fertili e ricettivi. L’augurio e la speranza è che siano sempre più nu-merosi e attenti gli “operai” (animatori e genitori) disponibili a seminare e rise-minare “seme buono”, tenendo aperta la

“serra” dell’Oratorio Parrocchiale di Fa-gagna il più a lungo possibile.

1 Padre Paul è stato temporaneamente in Italia per preparare un master in Comunicazioni Sociali pres-so la Pontificia Università Santa Croce di Roma e, durante le vacanze estive, si è messo a disposizione come aiuto dell’ultrasettantenne Parroco di Buia, Mons. Emidio Goi.

Per mettersi in contatto con i Pueri Cantores di Fagagna, te-lefonare a Daniela Miani (339 59 97 328), oppure a Dionisio Canton (349 71 86 247), oppure scrivere a:[email protected]

oratorio Parrocchiale

4 settimane di gRest da “moltiPlicaRe”Una settantina di ragazzini di Fagagna e dintorni, sono stati i protagonisti di una vacanza speciale, forse troppo breve, ma sicuramente divertente e poco faticosa per le loro famiglie, niente bagagli da preparare, affitti o alberghi da pagare, o lunghe code in autostrada, è bastato accompagnarli solo nei bei locali dell’oratorio, in pieno centro a Fagagna.

gRest, cos’è

GREST sta per GRuppo ESTivo o anche per GRande ESTate.È un’esperienza estiva caratterizzata da una intensa forza educativa, basata sulla convivenza di ragazzi/e di diverse età e animatori che insieme giocano, impa-rano, lavorano, si divertono con lo stile proprio dell’oratorio. Si differenzia da altre proposte ricreative “laiche” per una sua particolare attenzione alla dimensione religiosa che traspare dal clima educati-vo, ma anche dalla proposta esplicita di Gesù Cristo nei momenti di riflessione e preghiera, ben armonizzati con il tema e la struttura organizzativa.La strategia di base sta nel coinvolgimen-to, a tutti i livelli, dei ragazzi che si devo-no sentire protagonisti di una storia che loro stessi costruiscono giorno per giorno, con la collaborazione di animatori, adulti, genitori.Il GREST è di per sé un’esperienza uni-ca nel suo genere che va valorizzata al massimo: abbiamo delle opportunità per incontrare ragazzi, genitori, animatori, adulti in un clima educativo del tutto fa-vorevole.

Fonte: sito www.donboscoland.it

a sinistra, i partecipanti al gRest in gita a lignano, a destra la notte dell’11 luglio trascorsa in tenda nell’oratorio di fagagna

12 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

Ogni anno nel bollettino parroc-chiale inseriamo una busta con l’invito a dare un’offerta per la ge-stione e la manutenzione ordina-ria e straordinaria degli edifici del-la parrocchia. Abbiamo sempre fatto ricorso ai contributi regionali per questi interventi ed ai mutui bancari che, come si sa bene, comportano interessi ed una re-stituzione rateale che si protrae negli anni. In questo mese di set-tembre, dopo un anno e mezzo di pratiche burocratiche, stanno per iniziare i lavori nella cella campa-

naria della torre del castello e nella casa canonica dove le infiltrazioni d’acqua sono molto numerose e abbondanti.La cella campanaria della Pieve, invece, deve restare ancora in at-tesa per mancanza di fondi e con-tributi.Per queste ragioni facciamo ap-pello alla sensibilità e alla genero-sità di tutti.

Il Parroco e il Consiglio Parrocchiale

per gli Affari Economici

alla coRtese attenzione delle famiglie di fagagna

Per tanti anni un piccolo e pratico li-bretto con le parole dei principali canti liturgici più in uso ci ha aiutati a “lo-dare insieme il Signore” in tutte le S. Messe e nelle liturgie parrocchiali.Quei libretti si sono un po’ alla vol-ta logorati con l’uso, mentre i giovani avevano nel frattempo preparato un li-bricino con canti più rispondenti ai loro gusti ed alla loro religiosità.È nata così l’idea di unificare le due cose preparando una nuova, più com-pleta e aggiornata raccolta di canti per la liturgia che ha richiesto un lungo lavoro di scelta e di riordino e che ab-biamo trovato sui banchi delle nostre chiese alla fine di giugno.Quando siamo in chiesa a pregare non dimentichiamo due importanti affer-mazioni.“Chi canta bene prega due volte”1

“Se il paradiso è anche cantare insie-me, perché non cominciare subito?” (Paul Claudel)Un pensiero di grande riconoscenza a tutte le persone della parrocchia e del-la forania che hanno collaborato per la

scelta dei canti con segnalazio-ni e proposte, a quelle persone che hanno lavo-rato al computer per preparare la stampa ed a chi, con tanta pazien-za, si è dedicato alla correzione della bozze.Un grande gra-zie infine alla tipografia Li-tostil ed a tutta la famiglia di Gianfranco Corvino che si è offerta di stampare gratuitamente questo libretto per la Comunità di Fagagna.

Il Parroco

1 Un antico detto generalmente attribuito a Sant’Agostino, ma che con ogni probabilità è stato ispirato dalle parole e dai pensieri del Santo, in par-ticolare dalla sua affermazione: «Il cantare è pro-prio di chi ama» [Sermo 336, 1: PL 38, 1472].

il nuovo libRetto dei canti lituRgici

Non sappiamo da quando il Sig. Elio Mattiussi abbia incominciato ad occu-parsi dalla pubblicazione del Bolletti-no Parrocchiale di Fagagna, prezioso strumento di comunicazione e di col-legamento per tutta la Comunità, par-ticolarmente apprezzato dai Fagagnesi che vivono in altre località dell’Italia e all’estero.Per molti anni Elio si è occupato dal-la raccolta degli articoli impegnando i collaboratori e, spesso, sollecitando i ritardatari per poter far uscire quan-to pubblicato in tempo utile. Durante questi anni il Bollettino, che usciva oc-casionalmente, è diventato trimestrale ed è stato stipulato un contratto per la spedizione a tutte le famiglie mediante il servizio postale per eliminare i tanti motivi di lamentele nelle consegne.Per tanti anni quindi il Bollettino par-rocchiale ha potuto far giungere la voce della Parrocchia e della Comunità di Fagagna a tutti i Fagagnesi grazie all’impegno ed alla passione del Sig. Elio Mattiussi che si è prodigato sem-pre anche nella difficile impresa di cer-care collaboratori per la stesura degli articoli e per il lavoro di spedizione.Ora, forse a malincuore, a causa dell’età e di qualche problema di salute ha deciso di rinunciare definitivamente a questo impegno dopo aver richiesto per diversi anni di essere sostituito per lasciare a forze più giovani la possibili-tà di dare nuovo impulso a questo stru-mento di comunicazione.Un vivissimo ringraziamento a Elio dal Consiglio Pastorale Parrocchiale per tutto il lavoro che ha svolto in questo campo per la Parrocchia di Fagagna e un augurio di vivere ancora tanti anni sereni, certi che, nonostante tutto, con-tinuerà ancora a darci una mano anche in questa preziosa opera di coordina-mento e di informazione parrocchiale.

Il Parroco

UN GRAzIe DI CUoRe AL SIG. eLIo MAttIUSSI

«ViVere e traSmettere la fede nella feSta: Cuore del tempo»

La “festa” come Domenica, come giorno del Signore, questo è il tema per l’anno pastorale 2008/2009, annuncia-to dall’Arcivescovo di Udine, Mons. Pietro Brollo l’11 luglio 2008. Il testo della presentazione dell’Arcivescovo può essere consultato in fondo alla Chiesa di San Giacomo, o può essere trasmesso via e-mail, facendone richiesta a:

[email protected]

13Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

Puntuale ogni sei anni, salvo eccezioni, arriva prima la notizia, e poi il cambio, della superiora nella comunità delle suore di Maria Bambina di Fagagna.Un grazie vivissimo a suor Emanuele Barbin che ha dedicato in questi anni la sua attenzione e la sua competenza alla Scuola dell’Infanzia “Maria Bambina”, alla formazione ed alla preghiera con gli alunni della scuola elementare par-rocchiale “Noemi Nigris” e soprattut-to alla organizzazione della catechesi parrocchiale per gli alunni delle classi elementari, impegnandosi molto an-che alla vita liturgica della parrocchia. Grazie per la sua presenza e per quanto ha donato a Fagagna.A sostituirla è stata mandata nella no-stra parrocchia suor Antonia Stucchi, monzese di origine, che proviene da

Cividate al Piano (Bergamo) dove si è dedicata alla Scuola dell’Infanzia ed alle opere parrocchiali. Si è immedia-tamente inserita nella nostra realtà per conoscere il nostro ambiente, con tutti i pregi ed i difetti, onde partire senza ritardi nel lavoro che la attende, colla-borando con tutte le forze disponibili nella nostra parrocchia.Domenica 31 agosto, al termine della S. Messa delle ore 11.00 nella Pieve di S. Maria Assunta, abbiamo salutato e ringraziato suor Emanuele, destinata ora a Trieste, e dato il benvenuto a suor Antonia augurandole in proficuo lavoro a Fagagna certi che le sue esperienze ed il suo entusiasmo ci saranno di grande aiuto nelle attività parrocchiali.

Il Parroco

suor antonia stucchi, la nuova su-periora arrivata a fagagna è di ori-gine monzese, arriva da cividate al Piano (bg), dove era impegnata nell’asilo e nella Parrocchia

Una delle attività più importanti in una parrocchia per la formazione della gioventù è l’organizzazione dei campi-scuola in montagna.Quando sono arrivato a Fagagna, di-ciotto anni fa, ho saputo con piacere che la parrocchia aveva provveduto a dotarsi di una casa a Pesariis (Prato Carnico) affrontando una certa spesa pur di avere a disposizione un ambien-te da utilizzare per le attività pastorali e ricreative.Per oltre tre anni, saldati i conti in so-speso, i ragazzi ed i giovani hanno po-tuto usufruire della “Casa Comeleans” ma, nel frattempo, la Regione Friuli-Venezia Giulia ha emanato una serie di disposizioni vincolanti ai fini di ot-tenere il permesso annuale di fruibilità della casa.Nel giro di pochi anni i posti disponibili da 24 sono stati ridotti a 12 a causa del-la scarsità dei volumi disponibili della casa; inoltre è stata predisposta una lunga lista di lavori ritenuti indispen-sabili per poter concedere il permesso di soggiorno per i ragazzi. La realizza-zione di alcune delle opere prescritte avrebbe comportato una spesa notevo-le; invece altri interventi ritenuti obbli-gatori si sono dimostrati irrealizzabili a causa delle limitate superfici e cubatu-re dell’edificio. Dopo circa nove-dieci

anni si è deciso di rinunciare alla Casa Comeleans, scegliendo di utilizzare un edificio in affitto a Collina di Forni Avoltri, nel “Soggiorno Aquileia”, casa bellissima e comoda, ma costosa per i pochi giorni a disposizione.Dopo anni di ricerche si è presentata l’occasione di utilizzare un nuovo lo-cale: la ex canonica di Collina di cui è proprietario il Comune con usufrut-to della parrocchia. Dopo lunghe trat-tative e chiarimenti si è raggiunto un accordo, approvato anche dall’Ufficio Amministrativo Diocesano della Curia Arcivescovile di Udine.Per poter usufruire del nuovo edificio, non solo è stato necessario realizzare alcuni lavori, ma si è anche dovuto re-perire ed allestire tutto l’arredo. Ciono-nostante, sono convinto che per l’edu-cazione della gioventù sia stata una spesa ben fatta, anche se ciò comporte-rà qualche sacrificio per la Parrocchia. Devo però riconoscere che finora la Divina Provvidenza ha sempre aiutato e sono certo che continuerà a farlo per consentire di coprire i debiti.Ora la casa di Collina sarà a disposi-zione per tutto l’anno e per diversi anni per assolvere agli scopi per cui è stata pensata e realizzata: formazione e ri-creazione insieme.

Il Parroco

la casa di collina

Dopo un anno e mezzo da quando si è avviata la pratica siamo final-mente giunti alla fine di un lungo iter burocratico che ci permetterà di dare inizio ai lavori di risana-mento della canonica, all’interno della quale entra acqua piovana da tutte le parti, e di consolida-mento della cella campanaria del campanile del castello.Si tratta di due lavori indispensa-bili e lungamente attesi per evitare che i due manufatti abbiano danni irreparabili.Mi ero illuso di aver finito di oc-cuparmi degli edifici della parroc-chia ma, purtroppo, la realtà si mostra diversa.Per la cella campanaria della Pie-ve, invece, ancora nessuna noti-zia.

Il Parroco

casa canonica e camPanile del

castello

«NeSSUNo Che hA MeSSo MANo ALL’ARAtRo e PoI SI VoLGe INDIetRo, è ADAtto PeR IL ReGNo DI DIo»

Luca, 9,62

Parrocchia Di Fagagna

è aRRivata una nuova suPeRioRa

14 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

Sembrava solo ieri l’inizio dell’anno scolastico alla scuola “M. Bambina”, eppure è già passato un mese. Mese ricco di esperienze e già con qualche attività.Quest’anno la scuola è iniziata con i cambi di personale: suor Emanuele, l’ex-superiora, è stata chiamata ad al-tro servizio in una comunità di Trieste, ed è stata sostituita da suor Antonia, arrivata da un’altra scuola della dio-cesi di Bergamo; nuove maestre sono subentrate al personale precedente: la maestra Francesca e la maestra Stefa-nia, suor Emanuela del gruppo delle farfalle, artista e creativa verace del “recupero, riciclo e riuso” di ogni “re-sto” o “rifiuto”, è rimasta come punto di continuità e di coesione, così come la cuoca Orietta e l’assistente Vanda che con Sara aiutano a tener ordinato e lindo l’ambiente.La programmazione che ci accom-pagnerà in questi due anni ha come tema: «Piccoli scienziati crescono», un percorso semplice alla scoperta dei quattro elementi costitutivi della vita:- acqua e aria (quest’anno)- fuoco e terra (l’anno prossimo).Finalità del progetto educativo è la promozione di un apprendimento di tipo esplorativo, produttivo e creati-vo, attraverso attività pratiche legate al fare e al fare esperienze. Il pro-gramma si propone di offrire al bam-bino la possibilità di sperimentare, di misurarsi con il reale e di creare un

scuola Dell’inFanzia Paritaria “maria bambina”

vogliamo che i nostRi bambini guaRdino al futuRo con coRaggio!

Gli psicologi dicono che ciò che il bambino apprende e sperimenta dalla nascita ai 6 anni segnerà per sempre la sua vita.Desideriamo fare il possibile affinché i nostri bambini guardino al futuro con coraggio e possano costruirlo migliore di quanto abbiamo saputo fare noi adulti.

acqua e aRia sono due dei quattro elementi costitutivi della natura che i bimbi dell’asilo impareranno a scoprire quest’anno; suor emanuela, con il suo spirito e le sue mani d’artista, li ha raffigurati, dipingendoli “in eco-nomia” su un vecchio lenzuolo a due piazze, che “troneggia” in una delle aule della scuola dell’infanzia “maria bambina” di fagagna

queste decorazioni colorate sono tutte ideate e realizzate con materiali di “recupero”, le bottiglie di plastica per il detersivo-piatti, i contenitori dei prodotti danone, nestlé, ecc., prima di buttare qualche cosa nelle “immondizie” chiedete alla fantasia di suor emanuela come potrebbe essere “riutilizzato”.

15Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

clima di ricerca attraverso il gioco e il metodo di laboratorio. Il gioco è si-curamente una mediazione ideale per favorire la curiosità, per immergersi nello stupore, per entrare in relazione e per sviluppare le conoscenze del re-ale e del mondo circostante.Questa è la programmazione “curri-culare”, ma quello che è veramente indispensabile nella scuola dell’infan-zia è che i bambini siano messi nelle condizioni di fare la prima esperienza di comunitaria della loro vita. Gli psicologi dicono che ciò che il bambino apprende e sperimenta dalla nascita ai 6 anni segnerà per sempre la sua vita.Ci proponiamo allora di far vivere

ai vostri bambini esperienze entusia-smanti sotto tutti gli aspetti, perché in futuro possano ricordare la loro scuola, la loro maestra, quanto hanno ricevuto e donato, come l’esperienza dell’incontro con i loro simili abbia enormemente arricchito il loro ba-gaglio umano prima ancora di quello culturale e sociale.Desideriamo fare il possibile affinché i nostri bambini guardino al futuro con coraggio e possano costruirlo mi-gliore di quanto abbiamo saputo fare noi adulti. Certamente in questa av-ventura educativa saremmo perdenti in partenza se assieme a noi non ci fossero i genitori, i primi educatori.Bene, coraggio, partiamo tutti insie-

me come in una lunga CORDATA che ci porti a scoprire le vette della vita.Faremo fatica! Certamente, ma senza fatica ed impegno come potremo a scoprire le bellezze naturali che cir-condano questa bellissima regione?Allora, guardiamo avanti, tutti in-sieme appassionatamente, per far crescere nella gioia gli uomini e le donne di domani!

Le educatrici della Scuola dell’Infanzia Paritaria “Maria

Bambina” di Fagagna

Tel. 0432 81 06 98e-mail: [email protected]

Carissimi Amici,vi scrivo dalla Germania, da Bad Reichenhall in Baviera, dove sono ospite della comunità dei Carmeli-tani durante il mio anno sabbatico, dopo aver lavorato per 5 anni come insegnante di filosofia all’Università Cattolica dell’Uganda. Ho lasciato Fagagna nel 1990 e da allora sono ri-masto in corrispondenza attraverso la preghiera, la posta, il telefono e più recentemente con la posta elettronica. Sicuramente il giorno più felice di quest’anno è stato quando ho rivisto Lino e Zemira e Francesca ed Enzo. Questo incontro mi ha fatto ricor-dare in modo speciale l’affetto della comunità di Fagagna e, in particola-re, quello del Gruppo Missionario, che ha iniziato ad aiutarmi dal primo giorno in cui sono arrivato nel vostro

paese e che ancora oggi mi sostiene. Mi ha accompagnato lungo tutto il mio cammino sacerdotale, che dura da 24 anni ormai, e nelle mie attività pastorali. A parte questa interruzione di un anno, ho continuato e desidero riprendere a insegnare all’Università, a curare come pastore una parrocchia rurale della mia Diocesi ed ora sono anche impegnato nella costruzione di una chiesa per il mio villaggio. Le sfide non mancano, ma con il vostro aiuto, le vostre preghiere e il vostro incoraggiamento sono riuscito a rea-lizzare la mia missione di sacerdote. Permettetemi di ringraziare dall’inti-mo del mio cuore per ogni appoggio e aiuto che mi avete dato e che conti-nuate a darmi. Grazie mille.Desidero salutare Don Dino, che per primo mi ha accolto quando era par-

roco di Fagagna, e anche Don Adria-no, il parroco at-tuale. Non era mia intenzione fare nomi, ma non pos-so non mandare un saluto speciale alla Signora Mas-sarutti, alla quale auguro coraggio, assicurandola che, nonostante tutto,

il Signore e anch’io continuiamo a volerle bene. Ricordo i defunti di Fa-gagna per i quali invoco pace.Mandi, mandi

Don Giuseppe Kisekka

Bad Reichenhall, 26 luglio 2008

Anche per noi è stato un vero piacere ri-vedere Don Giuseppe dopo tanti anni. Ha conservato la gentilezza e la semplicità di sempre. Si ricorda di tante persone di Fagagna e la sua gratitudine è rivolta all’intera comunità. Avrebbe desiderato passare per Fagagna nel suo viaggio di ritorno in Africa, ma gli è stato concesso un visto valido solo per il territorio te-desco, ma spera di poter avere un’altra occasione per tornare a salutare tutti di persona.

Zemira Digitali

Da baD reichenhall in baviera - germania

don giusePPe KiseKKa nel suo anno sabbatico

sopra, don giuseppe Kisekka a bad Reichenhall (baviera); sotto don giuseppe in uganda mentre fa lezione.

16 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

Domenica 28 settembre, alle ore 15.00, nella Pieve di Santa Maria Assunta di Fagagna, abbiamo aperto l’anno cate-chistico per tutte le Parrocchie della Fo-rania. La celebrazione della S. Messa, presieduta gioiosamente da don Fabio Varutti, di San Vito di Fagagna, sacer-dote e missionario da una vita nella Re-pubblica Democratica del Congo, ave-va un tema molto significativo: GESÙ SI FA DONO NEL PANE.Quattro i momenti che hanno scandito la S. Messa: - il primo, all’inizio, PANE DEL- L’ACCOGLIENZA, . il secondo, al momento della li- turgia della Parola, PANE DEL- L’ASCOLTO, - il terzo, all’offertorio, PANE DELL’UNITÀ, - e il quarto, alla comunione, PANE DELLA CONDIVISIO- NE.A rendere “vivi” e “partecipati” i quat-tro momenti, bambini, ragazzi, genitori e catechisti di tutte le parrocchie del-la forania, con il coro della parrocchia di Santa Margherita, ben sostenuto dai “cantori di buona volontà” delle altre parrocchie.Al termine della celebrazione abbiamo chiesto a Dio di diventare anche noi fragrante e profumato pane, genero-samente offerto per la vita dei fratelli, come quella grande pagnotta di pane ricomposta sull’altare.Ed è questo l’impegno che ciascuno si è assunto: essere aperto all’accoglienza

e all’ascolto, desideroso di unità e di condivisione.È seguita una “merenda”, organizzata alla buona: pane e Nutella per tutti!Un grazie di cuore a tutti:- ai ragazzi, che hanno seguito la S. Messa con attenzione, silenzio e parte-cipazione;- ai genitori, che sembrano aver com-preso che senza la loro testimonianza e la loro presenza l’iniziazione alla vita cristiana diventa assai difficile;- ai catechisti, che generosamente of-frono il loro tempo, le loro energie e il loro cuore;- ai sacerdoti: don Fabio, don Ar-mando, don Efrem, don Ernesto e don Adriano, che hanno condiviso questo momento con noi;- a tutti coloro che erano presenti solo per il piacere di sentirsi parte di una co-munità cristiana.E grazie, soprattutto, al Signore Dio che ci ha regalato una splendida gior-nata di sole, assicurandoci, ancora una volta, che Lui cammina con noi ogni giorno, tenendoci per mano, e continua ad invitarci ad essere testimoni di gioia e di speranza.

Flavia e i catechisti della Forania di Fagagna

al via “insieme”, l’anno catechistico 2008-2009 nella Forania Di Fagagna

faRsi “Pane fRagRante”, come gesù si fa dono nel Pane di vita

Pane dell’accoglienza, pane dell’ascolto, pane dell’unità, pane della condivisione,quattro grandi “sfide” e rinnovate proposte evangeliche che potrebbero di nuovo tradursi in esperienze quotidiane concrete: attendono solo di essere raccolte ogni giorno, senza troppe parole e commenti

don fabio varutti, di san vito di fagagna, sacerdote e missionario nella Repubblica dem. del congo, ha gioiosamente presieduto la s. messa di apertura dell’anno catechistico 2008/2009 della forania di fagagna

nuoVi referenti d’ambito in foranialiturgia: un nuovo referente “sa-cerdote”, il giovane parroco di Villalta-Ciconicco, don Sandro Tirelli e un referente foraniale lai-co: Alberto Furlano di Fagagna, che è anche il direttore del Con-siglio Pastorale Parrocchiale di Fagagna.

CateChiSmo: ha ricevuto il manda-to dall’Arcivescovo Mons. Pietro Brollo, come referente per il cate-chismo della Forania di Fagagna, Flavia Facchini, della Parrocchia di S. Margherita al Gruagno.

Auguri e preghiere di “fruttuoso” servizio-lavoro.

Recapiti:don sandro tirelli - Tel. 0432 800 393 - e-mail: [email protected] furlano - Tel. 0432 800 635 - e-mail: [email protected] facchini - Tel. 0432 67 25 48 - e-mail: [email protected]

17Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

Cari benefattori e cari sostenitori,

un caloroso saluto dalla Parrocchia di Katrapadu. Qui noi stiamo bene e speriamo e preghiamo che anche voi stiate bene con la grazia del nostro amorevole Signore Dio.

è iniziata la stagione delle semine, so-prattutto cotone e peperoncino ad agosto - Da noi è iniziata la stagione delle semine e qui tutti sono molto impegnati nei lavori in campagna. Le persone sono così indaffa-rate che in queste settimane non riesco ad incontrarle. Da metà luglio le piogge sono state incessanti e particolarmente intense e hanno provocato notevoli danni alle semine del cotone. Molte persone sono state co-strette a riseminarlo fino a sei e anche sette volte a causa delle inondazioni dei terreni. Ora che le piogge sono cessate i campi di cotone sono davvero belli e gli agricoltori sono contenti. Anch’io, proprio domenica scorsa (24 agosto), ho seminato circa 4.000 mq di cotone sul terreno di proprietà della Parrocchia, ho atteso appositamente la fine delle piogge per evitare di dover riseminare, la ri-semina infatti è notevolmente costosa.Ora la nostra gente è impegnata con le semine del peperoncino, questa attività ri-chiederà circa due settimane di lavoro. Nel-la nostra zona solo poche persone coltivano il tabacco, per noi questa coltura è un po’ una novità.

Mais e ceci a novembre - Ultimamente nel-la nostra regione le due colture che si sono imposte sono il mais e il Bengal gram (i ceci), soprattutto per due ragioni. Innanzi-tutto sono specie che richiedono poca ac-qua d’irrigazione, i ceci addirittura non ne richiedono affatto, così una volta che i semi sono germinati si è certi di ottenere un buon raccolto, indipendentemente dalle piogge, queste piante infatti crescono durante la no-stra stagione invernale grazie alla normale umidità caratteristica di questo periodo. Inoltre, non richiedono fertilizzanti chimi-ci, o pesticidi, o trattamenti diserbanti. Per

questi motivi molti agricoltori seminano prevalentemente mais e ceci. Da noi il mais richiede una sola irrigazione al mese e com-plessivamente bastano tre interventi irrigui per assicurare un buon raccolto. Mais e ceci vengono seminati verso la fine di novembre quando si è certi che la stagione delle piog-ge è davvero conclusa. Anche se nei dintor-ni di Katrapadu è davvero molto diffusa la coltivazione del riso, nel nostro villaggio nessuno lo coltiva, ma a parte questo detta-glio, in questi giorni sono terminati anche i lavori di semina del riso.

I braccianti sono costretti a spostamenti stagionali - In pratica però, per il fatto che ora i lavori di semina e trapianto nella no-stra area si sono conclusi, qui non ci sono più opportunità di lavoro in campagna per i prossimi 45 giorni, di conseguenza la gente della nostra parrocchia è costretta a spostar-si in cerca di lavoro altrove. Solo i bambini e le persone anziane e quelle che non sono in grado di lavorare rimangono a casa. Tutti gli altri sono costretti ad emigrare in altre zone dove la stagione lavorativa inizia più tardi per varie ragioni, come, ad esempio le piogge, oppure la disponibilità di acqua d’irrigazione che in alcune aree viene ero-gata in ritardo, in funzione dei piani di irri-gazione locali, ecc. La nostra gente attiva, dunque, fa ritorno al villaggio solo quando i campi di cotone e di peperoncino richie-dono di nuovo interventi di lavoro manua-le, come l’estirpazione delle malerbe, ecc. A questi lavori seguono più tardi altre ri-chieste di manodopera per la coltivazione del mais e dei ceci. In questa situazione la

gente della mia parrocchia e tutte le perso-ne in età lavorativa riescono a lavorare per non più di 7-8 mesi all’anno, e per gli altri 4-5 mesi in pratica rimangono disoccupate. Così, durante il non breve periodo di “di-soccupazione”, per sopravvivere, si trovano costrette a prendere a prestito denaro dagli agricoltori, proprietari dei terreni, o a ten-tare di racimolare qualche denaro facendo pascolare le bufale.

La partecipazione alla vita della parroc-chia è condizionata dai lavori agricoli - In questi mesi di grande domanda di lavoro nelle campagne la partecipazione della gen-te alle S. Messe e agli altri appuntamenti in Parrocchia è assai inferiore rispetto alla stagione estiva, quando la Chiesa è davvero piena di vita. Solo alcune persone sentono la necessità di partecipare alla S. Messa do-menicale, ma nei periodi in cui tutta la gente è a casa, tutti partecipano sia alla S. Messa domenicale che alle altre feste di precetto. Nella Chiesa parrocchiale celebriamo la S. Messa tutti i giorni, ma la maggior parte dei parrocchiani è presente soprattutto alla S. Messa della domenica e del giovedì. Ogni giovedì celebriamo una S. Messa votiva in onore del Bambin Gesù e per la gente è diventata quasi una festa di precetto. Ne-gli altri giorni invece la maggior parte delle persone non frequenta la Chiesa.

Abbiamo sospeso la costruzione di una ci-sterna di raccolta dell’acqua - In uno dei nostri centri di Missione, a Pamidivaripa-lem, abbiamo iniziato a costruire una ci-sterna per la raccolta dell’acqua. Purtroppo

gruPPo missioni - Parrocchia Di Fagagna - scuola Di KatraPaDu - anDhra PraDesh - inDia

da un giovane PaRRoco indiano di camPagna ai donatoRi “fagagnesi”

è il terzo anno scolastico che alcuni donatori di Fagagna e dintorni, insieme ai ragazzini della Scuola Media locale e la Banca di Credito Cooperativo, sostengono 70 bambini poveri a Katrapadu.

in primo piano fr. bathineni anthony mohan, parroco di Katrapadu

18 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

siamo stati costretti ad interrompere i lavori, circa a metà del progetto di costruzione per-ché i finanziamenti previsti non sono anco-ra stati approvati. Stiamo pregando affinché il piano di finanziamento venga approvato in fretta in modo che la gente possa avere accesso all’acqua potabile.

Un giovane sacerdote di una diocesi cat-tolica del nostro stato è stato ucciso - Un giovane sacerdote della diocesi di Adilabad, sempre nell’Andhra Pradesh, proprio poche settimane fa è stato aggredito e ucciso per ragioni sconosciute. Secondo la gente la ragione principale di tale violenza sarebbe legata al fatto che il sacerdote aveva dato ospitalità nei locali della sua scuola, a una coppia che era stata condannata dai genitori perché aveva con-tratto matrimonio senza rispettare la tra-dizione e le regole delle caste (i due sposi non appartengono alla stessa casta). Questo comportamento avrebbe irritato entrambe le famiglie degli sposi e per questa ragione se la sarebbero presa con il giovane sacer-dote: lo hanno colpito 16 volte fino a provo-carne la morte.Altri dicono che il sacerdote sia stato ucciso semplicemente per far sapere che la presen-za dei Cristiani nella regione non è gradita.Purtroppo si sono verificate altre atrocità nello Stato dell’Orissa contro le Istituzioni Cattoliche. Questi avvenimenti gravi hanno indotto i Vescovi Cattolici Indiani a procla-mare una giornata di lutto proprio il 29 ago-sto, giorno in cui tutte le scuole e i collegi cattolici sono rimasti chiusi.

La corruzione di pochi in India è causa della povertà di molti - La popolazione in-diana è composta da persone molto buone, ma i leader, le autorità e i politici sono mol-to corrotti. Per garantire la loro condizione di persone benestanti non esitano a fomen-tare e a provocare discordie anche violente tra gruppi etnici diversi.In India non mancano né risorse umane né naturali, ma il nostro sistema politico locale corrotto non le utilizza mai per il bene co-mune. I politici si ricordano della gente solo in occasione delle elezioni. Da noi le perso-ne votano i leader in funzione della casta di appartenenza e non prestano attenzione alla competenza e al merito dei candidati. Finché la nostra gente continuerà a credere nel sistema delle caste e ad accontentarsi del poco che ha, il nostro Paese non riuscirà a risollevarsi.

Gli anziani poveri sono le persone più tra-scurate - Nella nostra Parrocchia ci sono al-cune persone anziane che vivono in condi-zioni davvero miserevoli. In particolare ab-biamo una signora che mi preoccupa molto. Si chiama Madineni Chandramma, ha 85 anni. Ha perso il marito un anno fa. È ma-dre di 11 figli, 4 dei quali vivono a Katrapa-du. Vive da sola in una casupola con il tetto di paglia. Nessuno dei figli si prende cura di lei. Pur avendo 11 figli, è costretta a vivere con appena 1.400 mq circa di terreno che

le rendono circa 2.500 rupie (pari a circa 39,2 Euro) all’anno. È un situazione che mi sconcerta e che mi fa compassione. Il nostro Governo paga 200 rupie (circa 3,14 Euro) al mese alle persone anziane.Nella mia parrocchia ci sono almeno 20 persone anziane che devono sopravvivere con circa 3 Euro al mese pagati dal Gover-no. Non so come fare per aiutarle. Mi hanno detto che in Italia il Governo provvede a fornire un reddito e altri servizi per gli anziani. In India, invece, le persone anziane sono co-strette a dipendere solo dall’aiuto dei figli. Se gli anziani hanno una buona situazione economica (in termini di liquidità o di pro-prietà immobiliari) non incontrano difficol-tà, i loro figli li assistono nella prospettiva di ereditare il patrimonio. Non è così per le famiglie povere. In India non ci sono strutture che si pren-dono cura degli anziani. Solo alcune orga-nizzazioni non governative (NGO), come ad esempio i conventi di suore, se ne occu-pano. E in India attualmente c’è una vera e propria carenza di case per anziani.

Durante le piogge le aule della nostra scuola si allagano - Nella nostra scuola, a parte le condizioni dell’edificio scolastico, tutto va bene. Come vi ho già scritto, il fab-bricato è stato costruito nel 1940. Il piano terra è allo stesso livello del terreno, così durante la stagione delle piogge l’acqua entra nelle aule. Poiché l’area dove sorge è piuttosto bassa, il terreno circostante è sempre ricoperto d’erba, ma anche invaso da numerose erbacce e frequentato da ab-bondanti zanzare. Per risanare la situazione bisognerebbe elevare il livello del terreno e costruire un nuovo edificio.

Catechismo anche al doposcuola - Il centro per il doposcuola che abbiamo avviato sta funzionando bene ed è frequentato da più di 95 studenti. Sono davvero felice che il nostro centro parrocchiale sia sempre pieno di ragazzi, sia al mattino che al pomeriggio, ciò mi consente di insegnare il catechismo a tutti.

Saluti, ringraziamenti e preghiere per tut-ti - Colgo anche questa occasione per rin-graziare tutti i benefattori e sostenitori per il vostro aiuto e il vostro interessamento e per il bene che ci dimostrate. Non dimen-tichiamo mai il vostro aiuto e chiediamo al Signore misericordioso di ripagarvi con ab-bondanza. Ringrazio anche tutti gli studenti e gli insegnanti italiani che si impegnano a sostenere i nostri bambini.In particolare ringrazio la persona che se-gue affettuosamente la nostra corrispon-denza, per la sua comprensione, pazienza, onestà, schiettezza e soprattutto per il suo affetto per noi. Noi tutti abbiamo genitori umani e genitori del Signore. Noi vediamo in voi dei genitori del Signore e Lo preghia-mo perché vi conceda buona salute, siamo certi che il Signore non vi farà mancare mai il bene e la Sua considerazione.Vi spedirò i conti relativi all’ultimo trime-stre a settembre.Ringrazio ognuno di voi e prometto le mie preghiere per tutti.

Vostri in Gesù Cristo

Fr. Mohan, gli insegnanti e gli studenti

Katrapadu (India), 29 agosto 2008

[email protected]

i bambini di Katrapadu durante le ore di lezione, sono seduti per terra, non hanno neppure un banco, notare l’effetto dell’umidità sui muri.

19Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

anagraFe Parrocchiale

20 – PITTIANI Faustoanni 66 m. 18.06.2008

21 – CUSSIGH Maria ved. Brunello Zanittianni 90 m. 25.06.2008

23 – ROSSO Sergioanni 66 m. 03.07.2008

26 – PECILE Maria ved. Mattiussianni 91 m. 06.07.2008

27 – GERUSSI Otelloanni 92 m. 01.08.2008

28 – TONELLI Brunoanni 79 m. 02.08.2008

29 – CINELLO Brunoanni 77 m. 09.08.2008

30 – DI FANT Sara ved. Bertuzzianni 91 m. 05.09.2008

31 – CINELLO Aldoanni 78 m. 12.09.2008

32 – CHIARVESIO Ercoleanni 80 m. 22.09.2008

defunti 2008 (funerali a fagagna)

altRi defunti (fuori fagagna nel 2008)

quanti lo desiderano, anche se residenti fuori fagagna, possono richiedere la pubblicazione della foto del proprio defunto subito dopo il decesso, con il semplice rimborso della spesa di euro 10,00.

5 - BASUTTI Patrick da Rive d’Arcano e RASIC Tania 12.7.2008

6 - PERESANI Omar e RESTUCCIA Manuela 06.09.2008

matRimoni 2008

10 - BERTOLI Diego di Maurizio e di Massarutto Sara n. 28.02.2008

11 - POLO GRAVA Arianna di Mauro e di Ziraldo Silvia n. 01.06.2008

12 - NATALE GIANNONE Sofia di Federico e di Cuttini Elisa n. 15.01.2008

13 - DOLCI Sveva di Giovanni e di De Rosa Barbara n. 04.01.2008

14 - MATTIUSSI Simone di Valter e di Sabatini Marisa n. 18.07.2008

battesimi 2008

22 – TIRELLI Walteranni 66 m. 29.06.2008

24 – ZIRALDO Gemma ved. Toffolinianni 88 m. 03.07.2008

25 – CASTELLANI Caterina in Lapinianni 52 m. 05.07.2008

PEGORARO Armandoanni 77 m. 18.06.2008, in Australia, Home Hill

PERSELLO Armandoanni 59 m. 18.06.2008, in Australia, Bowen

CIANI Rina in Calceanni 72 m. 05.09.2008, a S. Vito di Fagagna UD

«Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a Te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio, nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».

Matteo 11,25-27

20 Fagagna - Bollettino della comunità cristiana

PRo chiesaIn occasione del battesimo di Rosso Giada, i genito-ri 50,00; In occasione del battesimo di Ziraldo Mat-tia, la nonna Lizzi Daniela 50,00; In occasione del battesimo di Ziraldo Mattia, i nonni Ziraldo 100,00; In occasione del battesimo di Sabucco Isabella, i genitori 50,00; In occasione del battesimo di Turno-ne Nicola Martino, i genitori 100,00; De Toni Ezio e Laura 100,00; Fam. Scagnetti (Buja) 50,00; In me-moria di Zoratti Amedeo, i familiari 700,00; Mis-sana Mario (Svizzera) 25,00; N.N. 50,00; I parteci-panti alla festa per i 40 anni di matrimonio 150,00; N.N. 100,00; S.T. 25,00; In onore della Madonna, Gosparini Adelia (Camnago) 5,00; Ziraldo Mario 30,00; Saro Ziraldo Alberta 30,00; Ridolfo Elda 100,00; In memoria di Cussigh Maria ved. Brunel-lo Zanitti, la famiglia 500,00; Fabbro Maria 50,00; Brunello Zanitti Maddalena 40,00; In occasione del battesimo di Polo Grava Arianna, i nonni Ziraldo 50,00; Walz Irmgard Cristina 10,00; In memoria di Tirelli Walter, N.N. 50,00; In memoria di Pecile Ma-ria ved. Mattiussi, N.N. 50,00; In memoria di Pecile Maria ved. Mattiussi, la famiglia 200,00; In me-moria di Castellani Caterina Lapini, N.N. 300,00; N.N. 100,00; Bon Luigi 50,00; In memoria di Miani Luigi, moglie e figli 50,00; In occasione del battesi-mo di Bertoli Diego, i genitori 100,00; In memoria di Lizzi Luciano, la moglie Ermacora Andreina e figlio 100,00; In occasione del loro matrimonio Ba-sutti Patrick e Rasic Tania 100,00; In memoria di Pittiani Fausto, il fratello Carlo con Ivana 200,00; In memoria del defunto Pittiani Fausto, i nipoti Isa-bella, Filippo e Maria Grazia 200,00; In memoria di Colombo Piero, la famiglia 150,00; N.N. 100,00; In occasione del battesimo di Pitarresi Giannone So-fia, i genitori 50,00; In occasione del battesimo di Pitarresi Giannone Sofia, la bisnonna 50,00; N.N. 50,00; Canor Teodoro 50,00; In memoria di Tirelli Walter, N.N. 100,00; In memoria di Gerussi Otello, la famiglia 100,00; In memoria di Tonelli Bruno, la famiglia 40,00; N.N. 4,78; In ringraziamento alla

Madonna. N.N. 100,00; N.N. 150,00; In memoria di Rosso Romeo e Partenio Angelina, i familia-ri 60,00; N.N. 20,00; N.N. 50,00; In memoria di Rosso Mafalda e Del Do’ Mario, il figlio Adriano 200,00; N.N. 50,00; In occasione del battesimo di Dolci Sveva, i genitori 100,00; In memoria di Aldo Cinello, la famiglia 25,00

PRo oRatoRioIn occasione del loro matrimonio, Tossi Alessandro e Brunello Zanitti Marica 100,00

PRo bollettinoMonaco Mons. Elio (Paluzza) 20,00; Mancini Gio-vanni (Roma) 30,00; N.N. 10,00; Ziraldo Anna (Rive d’Arcano) 20,00; Missana Mario (Svizzera) 25,00; Chiarvesio Noemi 10,00; N.N. 20,00; S.T. 25,00; N.N. 50,00; Gosparini Adelia (Camnago) 20,00; Fam. Monticolo e Grillo 30,00; Saro Ziral-do Alberta 25,00; Ziraldo Mario 20,00; Ermacora Luciano (Svizzera) 25,00; Martinel Silvano (Mo-ruzzo) 20,00; Bruno Renato 10,00; N.N. (Canada) 56,76; Bon Luigi 30,00; Sabbadini Matilde 10,00; Martinella Regina Miani 20,00; Fabbro Ermanno

20,00; D’Antoni Giannino 30,00; Amoroso Da-rio 20,00; Colombo Ivana 50,00; Zoratti Giusep-pe 50,00; Canor Teodoro 30,00; Ziraldo Rosalia (Cassacco) 25,00; Lizzi Enzo e Natalina (Canada) 35,00; Pilosio Mario 20,00; Cussigh Maria 40,00; N.N. 10,00; N.N. 20,00; Peres Settimio (Tradate) 25,00; Chiarvesio Mario e Nives (Canada) 66,13; Domini Giancarlo 20,00; Lizzi Italia ved. Ziraldo 10,00; N.N. 40,00; Quaglia Elisa (Spagna) 50,00; Rosso Armando 30,00; Peres Rino 30,00; Chiarve-sio Enore (Francia) 50,00; Pecile Valentino 15,00; Bertuzzi Pierino 15,00; N.N., a copertura dei costi di stampa a colori del boll. di giugno 2008, 426,00; N.N., a copertura dei costi di stampa a colori del boll. di giugno 2008, 100,00; N.N., per la pubblica-zione sul bollettino di settembre 2008, dell’omelia del Papa ai malati di Lourdes (15.9.08) 50,00

Un vivissimo ringraziamento a tutti gli offe-renti per la loro generosità e per aver com-preso i bisogni della parrocchia a sostegno delle attività da essa promosse e per la con-servazione dei beni parrocchiali.

Taxe perçue 33034 Fagagna (uD)

Tassa riscossa iTaly

offeRte

Bollettino Parrocchiale edito dalla Parrocchia di Fagagna (Ud)Via S. Giacomo, 7 - Tel. 0432/800219 - TRIMESTRALE - C.C.P. 11440336 intestato a Parrocchia di S. Maria Assunta - Fagagna - Dir. Resp. Carlo Sburlino - Aut. Trib. Udine n. 9/92 - Litostil/Fagagna - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Udine

In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Accettazione di 33100 UDINe C.P.o., detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

26 luglio: ore 9 davanti alla Basilica di Aqui-leia, simbolo della cristianità friulana, e, pri-ma della partenza, benedizione di don Sandro Tirelli, il giovane parroco di “Ciconvilla”, (Ciconicco e Villalta), che ha accompagnato l’intero pellegrinaggio.16 il numero dei partecipanti, oltre a don San-dro, Diego, Gianna e Rosanna della Parrocchia di Fagagna, Marina di Majano, Silvia di Moruz-zo, Francesco, Fabio, Paola, Andrea, Giuseppi-na, Luca, Gabriella e Vittorio di S. Margherita e Marina e Roberto di Tavagnacco.42 anni l’età media: dai 10 anni di Francesco ai 65 di Gabriella. La proposta era nata per i giova-ni dai 17 anni in su, ma non c’erano, speriamo che questa esperienza li incoraggi in futuro.9 le tappe: Aquileia, Aiello, Castelmonte, Ma-sarolis, Montemaggiore, Prato di Resia, Do-gna, Rifugio Grego, Monte Lussari.25 i km percorsi in media ogni giorno.1 agosto, l’arrivo al Santuario del Monte Lus-sari: un paesaggio “stupefacente”, ha esclamato Silvia, stanchi, felici, ma uniti da tante cose.Nello zaino Giuseppina aveva raccomandato

di mettere solo le cose essenziali: abbiamo obbedito, benché di questi tempi non sia faci-le distinguere il “superfluo” dall’indispensa-bile. Siamo tornati a casa con lo stesso zaino stra-colmo di ricordi, da rivivere da soli o con gli altri, arricchiti da una settimana in cui fa-tica fisica, riflessione spirituale, conoscenza reciproca, umana soddisfazione e solidarietà hanno lasciato intravedere meglio come l’af-fiatamento di una breve esperienza di con-divisione possa trasformarsi in amicizia. Il cammino in sé che forse non immaginavamo così duro, si è rivelato più sopportabile perché condiviso con gli altri. Convivere con perso-ne di età e abitudini diverse ha insegnato che tutti hanno qualcosa da dare e che c’è sempre spazio per crescere. Il confronto con i limiti, forse non conosciuti, del proprio corpo, ha permesso di sperimentare il valore della so-lidarietà, dell’aiuto: un peso apparente può essere alleggerito dall’amore. “Per strada” abbiamo incontrata tanta gente diversa: tante povertà, ma anche moltissime inimmaginabili ricchezze.Spiritualmente ci ha accompagnato il libro di Rut dell’Antico Testamento. Rut era la nuora di Noemi, entrambe rimaste vedove “presto”, Noemi desiderava che Rut si rifacesse una vita, ma la giovane non volle abbandonarla: “il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio”1. Quel Dio premiò la soli-

darietà e la fedeltà di Rut, concedendo che incontrasse un nuovo marito, Booz, “uomo potente e ricco”, parente del defunto marito di Noemi; la riscattò, la sposò e “il Signore le accordò di concepire: essa partorì un figlio. E le donne dicevano a Noemi: «Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare un riscattatore perché il nome del defunto si perpetuasse in Israele! Egli sarà il tuo conso-latore e il sostegno della tua vecchiaia; perché lo ha partorito tua nuora che ti ama e che vale per te più di sette figli» [...] lo chiamò Obed: egli fu il padre di Iesse, padre di Davide”2. Durante l’intero percorso costante è stata la certezza che Qualcuno camminava al nostro fianco, senza mai abbandonarci: ce lo hanno testimoniato gli stupendi paesaggi che abbia-mo attraversato, anch’essi dono di Dio.

Rosanna B.

1 Rut 1,162 Rut 4,13-15 - 17

cammino celeste - Forania Di Fagagna

PellegRinaggio da aquileia al monte lussaRiLa proposta era stata lanciata ai ragazzi dai 17 anni in su e alle giovani coppie, il periodo dal 26 luglio al 1° agosto, la condizione: “camminare” con lo zaino in spalle.

Partenza da aquileia


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