Date post: | 02-May-2015 |
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D I A L O G OE
R E L A Z I O N E di A I U T O
D I A L O G OE
R E L A Z I O N E di A I U T O
DIALOGODIALOGO
Dialogare
è fare il dono di me all’altro;
l’altro lo arricchisce di se
e poi me lo restituisce in dono.
Dialogare
è fare il dono di me all’altro;
l’altro lo arricchisce di se
e poi me lo restituisce in dono.
L’ASCOLTOAttitudine tra la bontà e l’arte
Pietra angolare della Relazione di aiuto
Fondamentale e, allo stesso tempo, difficile
L’ASCOLTOAttitudine tra la bontà e l’arte
Pietra angolare della Relazione di aiuto
Fondamentale e, allo stesso tempo, difficile
La gioia di ascoltare La gioia di ascoltare “Credo di sapere perché mi piaccia così tanto ascoltare qualcuno. E’ stato grazie all’ascolto
delle persone che ho imparato tutto ciò che so circa gli individui, la personalità, le relazioni
interpersonali... Dietro tutte le comunicazioni personali che realmente ascolto sembrano esserci delle ordinate leggi psicologiche, aspetti dello stesso ordine che troviamo
nell’universo inteso come un tutto. (Rogers).
L’ASCOLTO AUTENTICO
Si impara
È movimento:
uscire da se per riconoscere
e affermare l’alterità.
Richiede silenzio interiore.
L’ASCOLTO AUTENTICO
Si impara
È movimento:
uscire da se per riconoscere
e affermare l’alterità.
Richiede silenzio interiore.
Molte volte
non ascoltiamo l’altro...
e ascoltiamo solo noi
stessi...
Molte volte
non ascoltiamo l’altro...
e ascoltiamo solo noi
stessi...
COME MIGLIORARE L’ASCOLTO?
Attenzione al linguaggio non verbale
- Cercare di intuire i sentimenti aldilà
dei contenuti
- Non giudicare
- Attenzione alle distrazioni
- Aspettare prima di rispondere
- Imparare ad identificare i temi più
ricorrenti
COME MIGLIORARE L’ASCOLTO?
Attenzione al linguaggio non verbale
- Cercare di intuire i sentimenti aldilà
dei contenuti
- Non giudicare
- Attenzione alle distrazioni
- Aspettare prima di rispondere
- Imparare ad identificare i temi più
ricorrenti
L’ascoltato si aspetta
di
essere accolto
Accompagnato
Aiutato a valutare la
situazione
L’ascoltato si aspetta
di
essere accolto
Accompagnato
Aiutato a valutare la
situazione
AVER CURA DI SENon si aiuta efficacemente
qualcuno in difficoltà se prima
non si curano le proprie ferite.
AVER CURA DI SENon si aiuta efficacemente
qualcuno in difficoltà se prima
non si curano le proprie ferite.
Atteggiamenti nel dialogo
Negativi
Ideali
di difesa di
fiducia
verifica
accettazione
superiorità
parità
indifferenza
empatia
manipolazione
spontaneità
inflessibilità
flessibilità
Atteggiamenti nel dialogo
Negativi
Ideali
di difesa di
fiducia
verifica
accettazione
superiorità
parità
indifferenza
empatia
manipolazione
spontaneità
inflessibilità
flessibilità
LiturgiaLiturgia
Il Concilio dice: "La liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e
insieme la fonte da cui promana tutta la sua virtù". In concreto è luogo dell'azione di Dio, del suo incontro con le creature e
delle creature tra loro, in comunione.
Il termine "liturgia", oggi usato quasi esclusivamente per il culto, è legato alla lingua greca classica. Liturgia è, infatti, parola composta dalla radice
"leit" (da "laos" = popolo) che significa genericamente "pubblico,
appartenente al popolo", e "ergon", che significa "azione, opera". Il termine
composto allora significa "opera, attività, lavoro, attività lavorativa, azione, iniziativa, impresa per il
popolo", mettendo anche in risalto il valore "pubblico" dell'azione.
Dialogo – ascolto - liturgia
Dialogo – ascolto - liturgia
Quale relazione tra queste parole e cosa possiamo ricavarne per la nostra azione apostolica?
Luigi NovareseLuigi Novarese
Un uomo in dialogo, in ascolto, che celebra la vita,
che celebra con la vita.
Luigi NovareseLuigi Novarese
In ascolto e in dialogo con Dio, con se stesso, con gli altri, con
il mondo.Interroga la sua esperienza e
raccogliendo il meglio da essa, ne fa dono agli altri: liturgia.
Luigi NovareseLuigi Novarese
La dignità dell’uomo in tutti i momenti della sua vita, il dovere che il cristiano ha di assimilarsi e conformarsi a Cristo Redentore,
portando con Lui, accanto a Maria SS.ma nostra Madre spirituale, la
propria croce a beneficio dell’intera società, sono i principi
base da cui parte e si sviluppa tutto il nostro lavoro apostolico.
(L’Ancora - N. 9 - settembre 1971)
Luigi NovareseLuigi NovareseLa partecipazione ai Consigli Pastorali,
parrocchiali e diocesani dei nostri incaricati dice che l’ammalato, dopo
anni di presa di coscienza sempre più approfondita sulla propria missione, sta
smentendo la convinzione generale, radicata in tante mentalità, che egli sia soltanto oggetto di carità, persona da compatire, aiutare, ma non da inserire quale parte attiva e viva nella dinamica
ecclesiale che oggi scuote ed invita tutti ad una presa di posizione sempre
più cosciente e responsabile.(L’Ancora - N. 9 - settembre 1971)
GRUPPI DI AVANGUARDIAGRUPPI DI AVANGUARDIA
Sono, ormai, quasi venti anni che stiamo sperimentando la forza intrinseca del «Gruppo di Avanguardia “.
Con questa tecnica di apostolato siamo riusciti a far uscire l’ammalato dalla propria piccola cerchia d’ambiente e ad immetterlo in un piano di
lavoro apostolico. Grazie a questa formula di lavoro svolto in piccole squadre, in «equipe“, il sofferente non soltanto rompe la propria
solitudine, ma passa all’azione più bella e più costruttiva.
E’ un’attività che si allarga in vastità di raggio e di sostegno. E’ un lavoro in cordata, per cui l’individuo si sente sempre sospinto dagli altri per un
maggior impegno di generosità.Questa necessità di lavorare ai nostri giorni “in équipe» non poteva sfuggire al Concilio. E’ una vera esigenza dei tempi che viviamo. E’ il
tempo del dialogo; è lì tempo degli incontri; è il tempo dei lavori fatti in comune. Per queste ragioni viene sottolineato il lavoro fatto in piccoli
gruppi: «i loro membri con i compagni e gli amici, in piccoli gruppi, valutano i metodi ed i frutti della loro attività apostolica e confrontano con
il Vangelo il loro modo di vivere quotidiano ». (A.L. VI, 30).I laici «non limitino la propria cooperazione entro i confini della Parrocchia e della Diocesi, ma procurino di allargarla nell’ambito interparrocchiale,
interdiocesano, nazionale e internazionale.Ecco allora così realizzarsi le aspirazioni della Vergine Santa in piano
universale fedelmente seguendo le linee del Concilio.
(L’Ancora - N. 6 - Giugno1966)
Statuto CVSnota storica
Statuto CVSnota storica
Nel mese di maggio del 1943 mons. Luigi Novarese, … dette origine alla "Lega Sacerdotale Mariana" con lo scopo, nel vincolo di Maria SS.ma e della fraternità sacerdotale, di sovvenire alle
necessità dei sacerdoti ammalati o comunque bisognosi. Tale azione pastorale fu subito intesa come attuazione delle richieste rivolte dalla Vergine Santa a Lourdes e a Fatima. Sulle medesime basi attuative l'attività apostolica si estese anche ai laici
(maggio 1947) con il movimento dei "Volontari della Sofferenza" cui appartenevano persone ammalate. La Sorella Maggiore Elvira Myriam Psorulla coadiuvò nel dare vita all'intera Opera.
Nella fondazione si affermò con forza il pieno impegno battesimale della persona sofferente, non solo "oggetto" di assistenza, ma soggetto di azione con uno specifico apostolato da svolgere a
beneficio della chiesa e della società. All'interno del movimento il fondatore avvertì in seguito la necessità di definire, col nome di
Silenziosi Operai della Croce, un gruppo di persone che garantisse continuità all'opera assumendo ruoli direttivi, vivendo la radicalità della dedizione all'apostolato mediante la
professione dei consigli evangelici e la "consacrazione" alla Vergine Immacolata. Tale gruppo iniziò a costituirsi nel maggio 1950… Nel 1952 (15 agosto) il movimento si aprì ad un'altra
sezione, i "Fratelli degli ammalati", fedeli laici che nell'esercizio della carità verso gli ammalati e nella santificazione del loro lavoro, condividevano l'apostolato dei "Volontari della Sofferenza".
Il 16 febbraio 1960, i Silenziosi Operai della Croce ricevettero il decreto di approvazione diocesana, emanato dal vescovo di Ariano Irpino. … La Pia Unione dei Silenziosi Operai della
Croce fu infine elevata al titolo di "Primaria", in riferimento alle tre consociazioni (Lega Sacerdotale Mariana, Volontari della Sofferenza, Fratelli degli Ammalati), con il breve apostolico
"Valde probandae" del 24 novembre 1960. Infine nel 1973 fu aggiunta la sezione "Fratelli e Sorelle effettivi dei SODC" che si impegnavano a vivere la spiritualità dei SODC e a coadiuvarli
nell'apostolato e fu prevista una forma aggregativa per i Vescovi che chiedevano di condividere spiritualità e finalità dell'Opera.
L'intera opera fondazionale di Mons. Luigi Novarese è stata continuamente accompagnata ed autenticata dal magistero pontificio con numerosi discorsi direttamente rivolti agli associati in
occasione dei decennali, a partire dal discorso di Pio XII (7 ottobre 1957), nel primo decennio di apostolato. La presenza delle idee portanti del Centro Volontari della Sofferenza in documenti del magistero universale espressamente dedicati al tema della sofferenza … segna infine la
conferma e l'orizzonte dell'attuale impegno associativo nella Chiesa universale, secondo quanto espresso dagli statuti dell'associazione "Silenziosi Operai della Croce", delle associazioni
diocesane del "Centro Volontari della Sofferenza" e della confederazione internazionale che le riunisce e coordina.
SOdCSOdC
I Silenziosi Operai della Croce intendono imitare Cristo “chiamato e mandato” dal Padre (cf. Eb 10,5-10) a compiere la sua volontà di vita e di salvezza per il mondo. Consacrandosi a Cristo per le
mani di Maria, vivono il totale dono di sé come risposta alla consacrazione battesimale nella pratica dei consigli evangelici.
Nell’ampio ed articolato mondo della sofferenza, i Silenziosi Operai della Croce attuano in se stessi e condividono con ogni persona, un cammino di crescita e di maturazione nella fede, affinché nella luce della Pasqua tutti si scoprano chiamati ad incontrare ed annunciare il senso della propria sofferenza e la
gioia della salvezza. I Silenziosi Operai della Croce si propongono di testimoniare una piena ed intensa comunione con Cristo, nella convinzione che
in questo consista la massima promozione sociale ed ecclesiale (cf. GS 41), facendosi compagni di viaggio dei sofferenti lungo il cammino della vita (cf. Lc 24,13-35).
FinalitàFinalità
PreghieraPreghieraNel silenzio della tenda interiore, spazio dato a Dio in se
stessi, i Silenziosi Operai della Croce dilatano l’animo alla carità più grande ed alimentano la preghiera più
ardente per sé e per gli altri, uniti a Cristo come i tralci alla vite (cf. Gv 15,1-17). La celebrazione eucaristica
quotidiana è sempre il momento privilegiato della vita personale e comunitaria: convito pasquale in cui
crescere nell’unità con Dio e con il prossimo, fino alla pienezza, quando Dio sarà tutto in tutti (cf. SC. 48).
Il personale e comunitario cammino di conversione e di penitenza è sostenuto dalla celebrazione frequente del
sacramento della riconciliazione. … La propria vita interiore, accresciuta nel dialogo con il proprio direttore spirituale, viene quotidianamente
alimentata con la meditazione della Parola di Dio, l’adorazione eucaristica e la recita del rosario. Momenti particolari nel cammino di un continuo rinnovamento
personale sono i ritiri mensili e, annualmente, gli esercizi spirituali.
SilenzioSilenzioIl silenzio interiore è la presenza trinitaria nell’anima che con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze cerca Dio e
vuole servirlo.I Silenziosi Operai della Croce si impegnano ad attuare il silenzio interiore, che assicura l’appartenenza a Dio e il silenzio esteriore, che dice totale dedizione al piano redentivo della croce. Attuando l’itinerario dei sette gradi del silenzio interiore accrescono la
presenza di Dio in se stessi fino alla piena sequela di Cristo crocifisso, nel dono totale
di sé.
Comunione ecclesiale
Comunione ecclesiale
Luca scrive negli atti degli Apostoli che “la moltitudine di coloro che erano venuti alla fede avevano un cuor solo ed
un’anima sola”. Da questa comunione la Chiesa irradiava la gioia e la forza del Vangelo. L’efficacia dell’annuncio evangelico di una associazione dipende moltissimo
dall’intensità della comunione, dal clima di fraternità, di gioia, di accoglienza che si stabilisce nel suo interno: “Da questo
riconosceranno che siete miei discepoli, dall’amore che avrete gli uni per gli altri…”.
L’unità è l’ideale a cui Gesù ci esorta nella preghiera che Egli rivolge al Padre il Giovedì Santo nell’orto degli Ulivi: “Che
tutti siano Uno, come lo siamo Noi”. La comunione quindi è dono che viene dal Padre, che in Cristo e nello Spirito ci
raduna e unisce in una famiglia di fratelli. Per questo, quanto più è vivo il nostro rapporto di reciproca comunione, tanto più
diventiamo testimoni del Signore. Questo significa che la comunione, quando è vissuta con pienezza da una associazione ecclesiale, non porta alla
chiusura, ma, al contrario, favorisce e promuove l’apertura, il dialogo, nel desiderio che altri possano parteciparne. Questa consapevolezza ci esorta perciò a trovare modi concreti per conquistare all’ideale della comunione il maggior numero
possibile di persone.
All’unità ci si educa
All’unità ci si educa
“comunione reciproca” nella quale si deve impegnati responsabilmente tutti come appartenenti all’associazione
(SOdC, CVS e tra di essi). Una osservazione essenziale è che: all’unità ci si educa.
Entrare in comunione con gli altri richiede capacità che vanno affinate con l’esercizio. Occorre quindi aiutare, impegnandosi nella comunità e nel CVS, a conoscere i modi e le vie che, con
maggior efficacia, permettono di raggiungere l’obiettivo dell’unità fra tutti. Il vissuto umano ci ricorda infatti, da un lato,
quanto possa essere impegnativo ricomporre un rapporto incrinato e dall’altro, quante opportunità possano venir colte per favorire la nascita o l’approfondimento di una relazione
umana non occasionale. Per entrare in comunione con il fratello è necessario fargli spazio nel nostro cuore e questo
risultato, non facile, lo si ottiene con determinazione ed impegno.
La comunione va cercata, coltivata e curata, allenando ed esercitando nella nostra umanità le virtù e gli atteggiamenti
che la favoriscono:l’umiltà, lo spirito di servizio, la stima reciproca, la serenità e la
semplicità d’animo, il perdono, la correzione fraterna, l’apertura di spirito, l’ascolto reciproco fra noi, con il prossimo
occasionale, con i “lontani”…
ApostolatoApostolato
Cosa significa e che peso ha questa parola per noi SOdC?
DialogoDialogo
Tra i livelli giuridici: Confederazione CVS
Internazionali e CVS diocesani.
DialogoDialogo
Quale spazio ai livelli nazionali e regionali?
DialogoDialogo
Tra i SOdC e i CVS.Quali i luoghi di
dialogo?
DialogoDialogo
In diocesi, tra i gruppi, nel gruppo, con i membri del
gruppo, nella vita di gruppo